Jens Rohde (ALDE). - Hr. formand! De seneste interne spændinger og uroligheder i Tunesien, Egypten og Libyen samt andre arabiske lande har ført til massive migrationsstrømme med tilsvarende udfordringer for Europa. Vi skal selvfølgelig være klar til at tackle sådanne situationer, sådanne strømninger. Det skal vi finde ud af at gøre i fællesskab ved, at vi i solidaritet med hinanden sørger for at løfte de udfordringer, som opstår, når vores fælles ramme er presset udefra.
Derfor glæder det mig, at Parlamentet i dag har vedtaget en politik for håndteringen af migrationsstrømme som følge af ustabilitet. Det glæder mig især, at Parlamentets beslutning sætter fokus på at styrke grænseagenturet Frontex’ rolle. Det har vi i Venstre kæmpet for meget længe. Navnlig under den nuværende krise i Nordafrika har Frontex vist sig at være et særdeles vigtigt redskab til håndtering af migrationsstrømme for regionen. Nu mangler vi bare, at Frontex kan rykke hurtigere ud, når det endelig gælder.
Pino Arlacchi (S&D). - Mr President, I voted in favour of this report because it represents a first step towards an EU policy on migration flows arising from instability. In this regard it is important that this Parliament speaks out against this hysterical vision of a looming invasion of migrants and asylum seekers coming from the South.
We are not going to be overwhelmed by millions of people escaping political deprivation and tyrannies. Many people are afraid that asylum seekers are arriving in greater numbers, straining our buckling welfare systems. This claim is good to gain votes and build support for harsh immigration policies, but it is not backed by the facts. The overall number of people claiming asylum in the West dropped by more than 40% over the past decade according to data just released by the United Nations.
Salvatore Iacolino (PPE). - Signor Presidente, onorevoli colleghi, anch'io ho sostenuto e votato questo dossier del collega Provera perché ritengo sia un passo avanti concreto e incisivo nell'auspicata direzione della solidarietà, prevista peraltro dall'articolo 80 con riferimento alla solidarietà all'interno degli Stati membri dell'Unione europea, e con uno sguardo chiaro e definito nei confronti di chi si trova in una posizione di grande difficoltà, come in questa fase in particolare il Nord Africa.
Rispetto dei diritti umani, cooperazione internazionale, rapporti bilaterali ma, nel contempo, organizzazioni regionali quali la Lega araba e l'Unione africana che possono dare un valore aggiunto in un processo di pacificazione stabile e duraturo. Confidiamo che i passi avanti siano impostati anche attraverso interventi su aree omogenee che valorizzino sotto il profilo dell'economia realtà che hanno bisogno di essere sostenute e assistite in un percorso di crescita costante e continuo.
Mitro Repo (S&D). - Arvoisa puhemies, haluan vielä todeta, että epävakaudesta johtuvat muuttovirrat muodostavat todellisen haasteen Euroopan unionille. Kyse on yksittäisistä ihmiskohtaloista, joissa kunkin ihmisen tarina on erilainen. He ovat liikkeellä epätoivosta, mutta heitä kaikkia yhdistää toivo paremmasta.
Euroopasta on löydyttävä sympatiaa ja tahtoa auttaa. Euroopan integraatio on onnistunut yhteinen hanke, jolla olemme luoneet vaurautta, vakautta ja turvaa – eräänlaisen hyvinvoinnin kehdon. Muuttoaaltoon on hankalaa ja kallista reagoida sen jälkeen, kun se jo kolkuttaa Euroopan portteja.
Lampedusan saaren esimerkki osoittaa, kuinka ulkopoliittisista turvallisuuskysymyksistä voi tulla hetkessä sisäpoliittisia, ja sen vuoksi pelkkä kehitysyhteistyö ei enää riitä. Eurooppa tarvitsee kokonaisvaltaisen, ennaltaehkäisevän suunnitelman, joka käsittää turvallisuuteen, alueelliseen yhteistyöhön, kauppapolitiikkaan, ilmastonmuutokseen, ihmisoikeuksien suojeluun ja demokratiakehitykseen liittyvät näkökohdat. Näin on toimittava.
Carlo Fidanza (PPE). - Signor Presidente, onorevoli colleghi, nel dibattito europeo sui flussi migratori spesso ci si sente dire: "Quale problema può avere un paese di quasi sessanta milioni di abitanti come l'Italia ad accogliere poche decine di migliaia di immigrati?".
In questa domanda si prescinde, spesso strumentalmente, da due dati. Primo, gran parte di questi immigrati vogliono raggiungere altri paesi dell'Unione europea. Secondo, negli ultimi due anni sono sbarcate sulle coste italiane meno di 4.000 persone, grazie agli accordi bilaterali con la Libia e la Tunisia. Negli ultimi due mesi, dopo la crisi politica, siamo già a 22.000 persone.
Oggi l'Italia è una pentola a pressione. Da un lato il flusso dal Nord Africa, in particolare il flusso di migranti economici dalla Tunisia, non si arresta. Dall'altro, la Francia, a Ventimiglia, respinge i migranti perché senza permesso di soggiorno.
Se la solidarietà europea esiste è il momento di dimostrarlo, stabilendo insieme a livello comunitario come affrontare questi flussi, sia nell'emergenza che nel lungo periodo, quali strumenti attuare nei confronti di chi arriva in Europa e quali misure adottare nei paesi di provenienza. Questo testo è un primo passo in questa direzione e per questa ragione ho votato a favore.
Nicole Sinclaire (NI). - Mr President, on a point of order: we are in a Chamber which is meant for discourse, and we obviously all have to show respect for one another. When you have two group Chairs having a private conversation while others are giving speeches, what message does that send out to their colleagues?
President. − Mr Daul and Mr Schulz, I have been asked whether you could set an example to the House.
Giommaria Uggias (ALDE). - Signor Presidente, onorevoli colleghi, il provvedimento che abbiamo votato oggi fa un po' di chiarezza sul fenomeno dei flussi migratori ed esalta l'azione di Frontex. Credo che questo debba essere considerato positivamente e, in tal senso, anche il voto.
Credo però che questa posizione debba essere accompagnata da una eguale chiarezza da parte degli Stati membri, perché questa è una sfida che riguarda le Istituzioni europee ma riguarda anche la politica degli Stati membri.
Devo dire, però, che questa chiarezza non è stata attuata e praticata finora da tutti gli Stati membri, a iniziare dalla politica del governo italiano, che ha affrontato in maniera molto criticabile e discutibile la situazione di Lampedusa, dove migliaia di migranti sono stati sostanzialmente abbandonati a se stessi laddove una solidarietà – più che giuridica, umana – avrebbe comportato un'attenzione immediata e sicuramente maggiore rispetto a quella che c'è stata, salvo il fatto, poi, di dover affrontare, così come abbiamo fatto in questa sede, il problema giuridico.
Cristiana Muscardini (PPE). - Signor Presidente, onorevoli colleghi, se è vero che molti flussi migratori sono causati dall'instabilità, è con un certo pudore che usiamo a sproposito questo termine, perché l'instabilità in effetti è la guerra, il genocidio, la violenza incontrollata, le insurrezioni, la miseria alla quale sono stati condannati questi popoli, anche con il silenzio dell'Unione europea. Poi c'è il desiderio della libertà. La risoluzione che abbiamo votato invoca una politica a Est dell'Unione e i suoi strumenti più appropriati per intervenire sui vari aspetti che determinano questa instabilità.
Mi chiedo quale credibilità potrà avere questa politica estera, dato che le vicende libiche e del Nord Africa hanno dimostrato l'inesistenza di una politica estera dell'Unione. I governi degli Stati sono andati ciascuno per conto proprio, offrendo un desolante spettacolo al mondo e ai popoli che dovremmo aiutare. L'Unione non è stata in grado di offrire una politica d'accoglienza per i profughi se non in misura limitata rispetto alle necessità. All'isola di Lampedusa e all'Italia non è stata data risposta. Pertanto, votiamo certamente a favore di questo provvedimento, ma invitiamo l'Unione a darsi finalmente una politica estera degna di questo nome.
Frank Vanhecke (NI). - Ik heb mij over het verslag-Provera van stemming onthouden, in de eerste plaats omdat ik er heel veel duidelijkheid in mis. Er wordt in dat verslag van alles gezegd en voorgesteld, soms zelfs zinnige dingen, wat merkwaardig is in dit Parlement. Toch blijft het in de eerste plaats, jammer genoeg, een verslag van de complete politieke correctheid, dat nergens, niet op één plaats, niet in één paragraaf of één zinsnede, de nieuwe massale immigratie in het reeds overbevolkte continent Europa, want het gaat toch vooral over de landen van het voormalige West-Europa, ook maar fundamenteel in vraag durft te stellen.
Mijn eigen land Vlaanderen is het dichtstbevolkte land van de hele Europese Unie. Een overgrote meerderheid van de Vlamingen wil geen nieuwe immigratie, zeker niet uit landen met culturen en godsdiensten die waarden voorstaan die volstrekt vijandig staan tegenover de onze. Het wordt hoog tijd dat het Europees Parlement eens gaat luisteren naar de eigen Europese burgers.
Anna Maria Corazza Bildt (PPE). - Mr President, I agree that we should take measures in the short term to address the humanitarian crisis in the Mediterranean, ensuring the dignity of the people concerned using instruments such as Frontex. We also need a long-term vision to solve the problems related to migration flows and to help create jobs in the countries of origin of these people.
On of the European Union’s key tools is trade policy. The time has come to improve the openness of our markets, starting with countries like Egypt and Tunisia. We also need to establish dialogue with a view to strengthening the regional trade relationship.
We have the example of Turkey and its success both with its customs union and in effectively implementing the necessary democratic reforms. We have to start daring to talk about custom unions and free-trade agreements with the countries of the Mediterranean that are moving towards democracy and reforms.
I would like to finish by calling on the Council to adopt without further delay the Regional Convention on preferential Pan-Euro-Med rules of origin.
Daniel Hannan (ECR). - Mr President, the premise of this report is incorrect. The idea that emigration is a product of poverty and desperation, although superficially plausible, turns out to be specious. Emigration, we know historically, more often is the product of rising wealth and rising aspiration. We saw very recently that the great migratory flows from Tunisia came after the restoration of democracy and the end of dictatorship.
The real cause which uproots people and makes them shift themselves hundreds of miles in pursuit of a better life is opportunity. The reality is that in the European Union we have created a situation where we have long-scale structural unemployment and yet are still are having to import labour. In our country, the United Kingdom, there are more than 4 million people who are either unemployed or on incapacity benefit and yet every month we are bringing people in from all over the world to do jobs that are not being taken by people born in the United Kingdom. We have trapped millions in the squalor of dependency. We have placed them in a situation where work is no longer part of their mental horizon. If we want to rescue people from that wretched condition, the answer is not in foreign policy but in reform of welfare, so as to restore dignity and independence to our own citizens.
Syed Kamall (ECR). - Mr President, one of the factors that is often overlooked in any debate on migration is that quite often it is very difficult for those who migrate from one country to another, and they do so under the most difficult of circumstances. Think what it must be like to leave behind your family, your village, your town, all your social ties, your friends, maybe never knowing whether you will see them again or when you will see them again. What makes them leave those countries and seek opportunity, as the previous speaker said, in the West? Well, quite often it is because they are escaping from conditions and governments that are no longer able to command their confidence.
We can help in some ways. Let us look at some of the policies that we have: our fisheries policy, which encourages large fishing boats to plunder the seas off poor African nations, leaving their local fishermen in desperation with no jobs. What do they do then? They seek to migrate. We have our aid policy, which keeps corrupt governments in power, making it less pleasant for people to stay in their countries. That makes people look to go abroad and they come here.
We have to get this right. We have to understand that it is difficult for people to leave their own countries. We should make sure that our policies help people to stay in their own countries.
Jens Rohde (ALDE). - Hr. formand! For de liberale er det fuldstændig afgørende, at vi sikrer ikke bare kvinder, men også mænd i landdistrikterne de samme rettigheder og muligheder, som folk har, når de bosætter sig i byerne. Hvis vi vil opretholde et stærkt europæisk landbrug, der kan levere kvalitetsfødevarer til hele Europa, bliver vi nødt til at sikre, at branchen kan tiltrække såvel arbejdskraft som familier. Det kræver, at vi giver landdistrikterne mulighed for at skabe både vækst, innovation, job og udvikling. Det kræver ikke, at vi pådutter branchen nogle kvoter og nogle unaturlige kønsopdelinger! Derfor er det også godt, at Parlamentet i dag har vedtaget betænkningen om kvinders rolle i landbrug og landdistrikter og derved sender et meget klart signal om, at også her spiller kvinder en vigtig rolle.
Mario Pirillo (S&D). - Signor Presidente, onorevoli colleghi, nel settore agricolo e rurale le donne hanno sempre avuto un ruolo importante. Sono infatti il 42% della forza lavoro su un totale di circa 27 milioni di lavoratori.
Nonostante questa elevata percentuale, le donne non sono ben rappresentate nelle organizzazioni di settore e sono discriminate nel processo decisionale. Sono tanti i settori in cui migliorare la condizione delle donne, come il riconoscimento di un'adeguata copertura sociale.
Le Istituzioni europee dovrebbero quindi agire per colmare questa diseguaglianza, monitorando il settore magari attraverso un osservatorio per l'imprenditoria femminile nell'agricoltura, già attivo in Calabria e in altre regioni italiane.
La relazione votata oggi, che ho sostenuto, prende bene in esame anche il problema dell'esodo dalla campagna. Per favorire il mantenimento dell'occupazione occorrono politiche di sostegno e strategie volte alla costruzione di infrastrutture e alla creazione di servizi adeguati alle esigenze della vita moderna da attivare nelle zone rurali.
Peter Jahr (PPE). - Herr Präsident! Die Lebens- und Arbeitssituation hat sich auch im ländlichen Raum durch den gesellschaftlichen Wandel, den Wandel der sozialen Strukturen und den eklatanten demographischen Wandel gründlich verändert.
Wenn wir die Frauen aller Generationen auf dem Lande halten oder neu für das Landleben bewegen wollen, dann müssen ihre Bedürfnisse und ihre Bedingungen stärker als bisher einen förderpolitischen Niederschlag finden. Dabei ist zu bedenken, dass sich die ländlichen Frauenrealitäten in den vergangenen Jahren gewandelt und stark differenziert haben. Dabei haben die Frauen selbst als Einzelpersonen und frauenpolitische Gruppierungen diesen Wandel mitinitiiert und gestaltet.
Ich finde, unsere Berichterstatterin, Frau Jeggle, hat genau diesen Tatbestand richtig herausgearbeitet und betont, und ich halte deshalb diesen Bericht für sehr, sehr wichtig. Denn wenn wir den ländlichen Raum entwickeln wollen, geht es nicht nur um den Aufbau von Infrastrukturen und um einen Lebensraum für den Tourismus, sondern es geht darum, dass sich auch wieder Familien ansiedeln, und dazu gehören Frauen und Männer gleichermaßen.
Janusz Wojciechowski (ECR). - Poparłem sprawozdanie pani Jeggle z tego między innymi powodu, że wskazuje ono na to, żeby zapewnić odpowiednie środki finansowe na politykę rolną Unii Europejskiej. Słuszna skądinąd skłonność do oszczędzania środków europejskich nie może być realizowana kosztem wspólnej polityki rolnej. Jeśli wieś, rolnictwo w Unii Europejskiej nie otrzyma odpowiedniej pomocy, to trudno będzie poprawić rolę kobiet na obszarach wiejskich, trudno będzie zachęcić kobiety, żeby chciały tam żyć w trudnych warunkach, trudno będzie realizować cele tej ważnej polityki, jakimi są bezpieczeństwo żywnościowe, ochrona środowiska i równowaga terytorialna. Powinniśmy o tym pamiętać i przy okazji tego ważnego sprawozdania pani Jeggle raz jeszcze apeluję, żeby skłonności do oszczędzania w Unii Europejskiej nie realizować kosztem wspólnej polityki rolnej.
Izaskun Bilbao Barandica (ALDE). - Señor Presidente, he votado a favor de este informe porque contribuye a combatir la invisibilidad que, hasta ahora, han tenido el trabajo y la contribución de las mujeres en el medio rural.
Sin esta aportación no habría sido posible, ni ayer ni hoy, mantener la población y la actividad fuera de las ciudades. Esta visibilidad tiene que plasmarse en reconocimiento social, pero, además, en prestaciones. La PAC debe incluir la orientación de género en sus programas de ayuda, con iniciativas especiales para el emprendimiento femenino. Además, debe ayudar a financiar servicios y potenciar aspectos como la digitalización del medio rural, que favorecen la igualdad de condiciones de vida en el medio urbano y en el rural.
Por su parte, los sistemas de seguridad social de los Estados también deben reconocer el trabajo de las mujeres en este ámbito, tanto en la vertiente productiva como en la asistencial, especialmente en el cuidado de personas dependientes y de niños.
Cristiana Muscardini (PPE). - Signor Presidente, onorevoli colleghi, nonostante la presenza del 42% di donne su 26-27 milioni di addetti e il fatto che il 29% delle imprese agricole è gestito da donne, la loro rappresentanza a livello di categoria è quasi nulla e non corrisponde al loro peso.
Ciò non è giusto e non è normale, per cui è necessario che l'Unione dia maggiore spazio alle donne proprio nel settore rurale e trovi adeguate soluzioni per l'insieme delle attività economiche che esse svolgono. Parità di genere, uguaglianza di trattamento, protezione sociale per le madri e riconoscimento del ruolo specifico che le donne portano in agricoltura.
Favorire perciò la formazione continua è uno dei punti fermi sui quali non possiamo più transigere. Condividiamo le proposte della relatrice sull'appoggio a una migliore rappresentazione delle donne in tutti gli organi politici, economici e sociali del settore agricolo, sul sostegno a iniziative di protezione sociale per le coltivatrici dirette, le salariate agricole e le allevatrici stagionali.
Le donne devono trovare un riconoscimento proprio nella riforma della PAC, altrimenti questa riforma sarà inutile e non potremo certo immaginare un futuro sereno con nuovi tagli in agricoltura.
Daniel Hannan (ECR). - Mr President, I do not know whether you recall the popular television series in our own country Life on Mars, the conceit of which was that the leading character, a police officer, is catapulted back, as it seems, to the early 1970s.
I felt rather as he did as I read through the voting list today. Here is the EU coming out with policies on women in agriculture, export credits for favoured companies, special grants to Unilever in the Czech Republic and to machine tool manufacturers in Poland.
The 1970s was a dire period for Europe as a whole and for the United Kingdom in particular: a time of stagflation, of unemployment, of national bankruptcy. But these things did not happen because of some tectonic forces beyond our control. They happened as a result of wrong-headed policy, in particular the idea that governments could pick winners, and that governments should control the economy and make things happen through reallocating resources.
The 27 Member States have moved on, but the European Union has not. We are still in this world of taking money from our taxpayers and giving them to favoured client groups.
Why? Because if we did not do that, what would the European Union be for? As Upton Sinclair once observed, it is very difficult to make a man see something when his job depends upon not seeing it.
Anna Záborská (PPE) - Je správne, že predložená správa chce zlepšiť postavenie žien na vidieku. Ženu však, žiaľ, vníma len ako pracovníčku či podnikateľku. Nevidí ženu v úlohe matky, ani hodnotu neformálnej, a teda neplatenej práce žien. Ku blahobytu spoločnosti však významne prispieva aj práca žien – matiek v domácnosti a pri starostlivosti o odkázaných členov rodiny.
Táto práca tvorí v európskych štátoch až tretinu HDP, no my sa stále tvárime, že neexistuje. Namiesto uznania tohto prínosu jednostranne tlačíme na ženy, aby sa zamestnali a začali podnikať. Pritom práve v poľnohospodárstve a na vidieku by ocenenie neformálnej práce žien viedlo k vyššej kvalite života rodín a komunít.
Jens Rohde (ALDE). - Hr. formand! Det bør altid være op hvert enkelt medlemsland at bestemme sit eget energimiks. På den baggrund er det også naturligt, at hvert enkelt medlemsland skal sørge for at betale, hvis det ønsker at afvikle noget af det, som mikset består af. Men lige netop i Litauen, Slovakiet og Bulgarien stod en række atomkraftværker fra Sovjet-æraen, som langt fra levede op til vores sikkerhedskrav. Derfor var det også nødvendigt og fornuftigt nok at støtte afviklingen heraf.
Problemet er, at den planlægning, der har været der, eller rettere manglen på samme, ganske enkelt ikke må gentage sig. Vi står og kan konstatere, at vi ved udgangen af 2013 samlet vil have brugt 3 mia. EUR. Og vi har endnu ikke fået afviklet værkerne! Det vidner om for dårlig planlægning. Kommissionen må fremlægge en gennemgribende analyse af projekternes finansielle effektivitet, fordi eventuel fremtidig støtte må betinges af, at landene kan bevise, at de har forvaltet de nuværende midler ordentligt.
Sergej Kozlík (ALDE) - Predložená správa o stave financovania vyraďovania jadrových elektrární z prevádzky dáva dobrý obraz o doterajšom stave. Plne sa stotožňujem aj s jedným z kľúčových záverov správy, že vyraďovanie týchto zariadení v dotknutých krajinách si bude vyžadovať aj po roku 2013 spoluúčasť európskych prostriedkov. Výlučné financovanie z vlastných zdrojov nebude v silách dotknutých krajín.
Napríklad Slovensko pod politickým tlakom Európskej únie odstavilo v rokoch 2006, 2008 dva plne zrekonštruované bloky jadrovej elektrárne Jaslovské Bohunice. Podľa záverov medzinárodnej atómovej komisie spĺňali všetky bezpečnostné kritériá. Hospodárske dopady tohto kroku sú značné a budú ďalej násobené aj dlhodobými vysokými nákladmi na plnú odstávku týchto zariadení. Európska únia bude musieť rátať s podpornými zdrojmi pre odstávku jadrových elektrární aj v rámci finančného výhľadu na roky 2013 – 2020.
Jarosław Kalinowski (PPE). - W obliczu ostatnich wydarzeń w Japonii polityka energetyczna, a głównie szeroko rozumiane bezpieczeństwo energetyczne, to temat wywołujący gorące dyskusje we wszystkich zakątkach naszego globu. Katastrofa elektrowni Fukuszima pokazała, jak wiele pracy musimy włożyć w tworzenie wydajnej i przyjaznej środowisku, ale przede wszystkim bezpiecznej sieci energetycznej. Problem ten dotyczy nie tylko Azji, ale wszystkich państw na wszystkich kontynentach. Jeśli istnieją elektrownie, które ze względów bezpieczeństwa powinny zostać zamknięte, zróbmy wszystko, aby proces ten przebiegał szybko i efektywnie. Wspomagajmy wszelkie działania prowadzące do powstania nowych, bezpiecznych źródeł energii, a w podejmowaniu wszelkich decyzji niech nadrzędnym argumentem zawsze będzie bezpieczeństwo człowieka. Dziękuję bardzo.
Salvatore Iacolino (PPE). - Signor Presidente, onorevoli colleghi, non v'è dubbio che un dossier come quello presentato dall'on. Marinescu non poteva non essere sostenuto e condiviso in un contesto seppure caratterizzato ancora oggi dall'ondata emotiva dei fatti di Fukushima. L'approccio del relatore al documento, assolutamente equilibrato e cauto, mi ha spinto tuttavia al sostegno.
Non v'è dubbio, inoltre, che l'impegno nei confronti di Lituania, Slovacchia e Bulgaria debba essere un impegno sostenuto e coerente, ma che nel contempo una serie di altre attività, quelle chiamate più semplicemente "stress test" ma anche tutte quelle improntate alla cautela, debbano garantire sicurezza al nucleare. Non c'è margine di errore che può essere commesso per le ragioni note a tutti quanti noi.
I programmi di finanziamento erano già previsti da tempo e sono stati assicurati. Confidiamo nell'esito concreto e positivo dell'intera operazione che segna un passo avanti nella direzione auspicata da tutti quanti noi.
Paolo Bartolozzi (PPE). - Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'argomento della previsione di adeguate risorse finanziarie per garantire i processi di disattivazione degli impianti nucleari è un problema già affrontato dalla legislazione dell'Unione europea sulla sicurezza del settore nucleare ed è oggi di grande attualità, ovviamente alla luce dei recenti avvenimenti internazionali e delle conseguenti decisioni dei governi dell'Unione in proposito.
Il lavoro dell'onorevole Marinescu, al quale abbiamo espresso il nostro appoggio, affronta i casi specifici di alcuni paesi che, al momento della loro adesione, hanno assunto particolari obblighi in materia di disattivazione degli impianti nucleari e che hanno ricevuto proprio per questa attività un sostegno speciale dall'Unione europea.
Al di là dei casi specifici, da questo argomento è doveroso stabilire un effettivo controllo di verifica nonché di esame delle centrali nucleari presenti nel territorio dell'Unione. Alto sembra infatti essere il numero di reattori che si stima dovranno essere disattivati nel prossimo futuro in territorio comunitario.
Sarà quindi essenziale assicurare meccanismi di garanzia, anche e soprattutto in questi casi, per l'accantonamento di adeguate risorse finanziarie necessarie a far fronte alle necessità, sia ordinarie che straordinarie.
Giommaria Uggias (ALDE). - Signor Presidente, onorevoli colleghi, ho sostenuto questo dossier da antinuclearista convinto, non solo perché credo che la dismissione di queste centrali sia un vantaggio per l'intera collettività, ma anche perché mi auguro che non ci possano essere altre realizzazioni.
Noi oggi ci troviamo davanti a una polveriera in tutta l'Europa. La gestione delle centrali nucleari per finalità civili è una gestione che riposa oramai su protocolli ingegneristici superati, anacronistici. Possiamo dire che questa è una sicurezza sempre più teorica e tutto va bene finché non succede qualcosa. Infatti, ci troviamo di fronte a protocolli di cinquant'anni fa che non trovano nella realtà tutela rispetto a eventi che possono essere sempre più imprevedibili. Non erano prevedibili gli attacchi terroristici e non erano prevedibili gli eventi naturali e calamitosi – e non si tratta solo di terremoti – che sempre più spesso, purtroppo, si manifestano nel nostro mondo disastrato.
Alajos Mészáros (PPE). - Köszönöm, Elnök Úr! Támogattam a jelentést, amely közvetlenül érinti az én országomat, Szlovákiát is. 2004-ben a litván, szlovák és bolgár kormány csatlakozási szerződésükben vállalták, hogy fokozatosan leállítják atomreaktoraik egy részét. A bezárás rendkívüli gazdasági terheket jelentett, így az EU vállalta, hogy 2013 végéig pénzügyi támogatást nyújt a leszereléshez. A nukleáris leszereléssel kapcsolatban korlátozottak az uniós tapasztalatok. A leállítás közvetlen hatással lehet az érintett ország és a környező tagállamok energiaellátására is.
A negatív következmények kezelése érdekében elő kell mozdítani az alternatív, alacsony szénkibocsátású és versenyképes energiaforrások fejlesztését. Ugyanakkor elegendő pénzügyi forrást kell biztosítanunk arra, hogy a biztonsági előírásokkal összhangban történjenek a leállítási műveletek. A leállítási folyamatokban szerzett tapasztalatokat az Unió fel tudja használni majd a gazdasági élettartamuk végén járó atomerőműveknél. Az eredmények alapján 2013-ra előretekintve feltételezhető, hogy a több beruházási projektek majdnem befejeződnek és az új leszerelési és irányítási struktúrák már a rendelkezésünkre fognak állni. Köszönöm szépen.
Μιχάλης Τρεμόπουλος (Verts/ALE). - Κύριε Πρόεδρε, υπερψήφισα την έκθεση Marinescu, ακριβώς γιατί στη νοτιοανατολική και ανατολική Ευρώπη υπάρχει μια βαριά κληρονομιά εξαιρετικά επικίνδυνων πυρηνικών αντιδραστήρων, όπως στη Βουλγαρία, τη Ρουμανία και τη Σλοβακία. Όλα αυτά τα χρόνια ξοδεύτηκαν, όμως, δισεκατομμύρια ευρώ των ευρωπαίων πολιτών προκειμένου να εκσυγχρονιστούν και να επιτύχουν παράταση της ζωής τους. Πρόκειται ουσιαστικά για επιδότηση του πυρηνικού λόμπυ που αναλάμβανε τις μετασκευές. Η Φουκουσίμα μας έχει δείξει για άλλη μια φορά ότι οι αντιδραστήρες αυτοί πρέπει να κλείσουν, όμως τέτοιες οικονομικές προβλέψεις δεν έχουν υπολογιστεί στο κόστος λειτουργίας των αντιδραστήρων και αυτό αποτελεί μια τεράστια και σκανδαλώδη επιχορήγηση για έναν επικίνδυνο, δαπανηρό και ρυπογόνο τρόπο παραγωγής ενέργειας. Και τώρα, όμως, μπορούμε να αλλάξουμε πολιτική βούληση. Μετατρέψτε άμεσα τις επιδοτήσεις για μετασκευές στους μη ασφαλείς αντιδραστήρες σε χρηματοδότηση για το κλείσιμό τους. Παγώστε όλους τους νέους αντιδραστήρες που σχεδιάζονται. Μεταφέρετε πόρους από τις χρηματοδοτήσεις της Ευρατόμ και τις πλουσιοπάροχες επιχορηγήσεις του ITER. Εκτρέψτε τους πόρους που προορίζονται για μελέτες και κατασκευές νέων αντιδραστήρων σε μια οικονομία βασισμένη 100% σε ανανεώσιμες πηγές ενέργειας μέχρι το 2050. Είμαστε σε κατάσταση ανάγκης και πρέπει οπωσδήποτε να ανταποκριθούμε.
Radvilė Morkūnaitė-Mikulėnienė (PPE). - Sveikinu pranešėją su griežtu, bet dažnomis vietomis tikrai teisingu pranešimu. Noriu pabrėžti ir atkreipti kolegų dėmesį, kad Lietuva kartu su Slovakija ir Bulgarija įvykdė savo stojimo sutartyse numatytus įsipareigojimus ir iki numatyto laiko uždarė senus sovietinius branduolinius reaktorius. Dauguma su Ignalinos uždarymu susijusių projektų įgyvendinti arba įgyvendinami. Aišku, tam tikrų sunkumų iškyla. Pradėjus dirbti naujajai Lietuvos vyriausybei ir Ignalinos atominės elektrinės valdybai, tikimasi patraukti teisinėn atsakomybėn tuos asmenis, kurie ne visiškai tinkamai organizavo darbus, taip pat peržiūrėti susitarimą dėl panaudoto branduolinio kuro saugyklos statybų, išsiderant kuo palankesnes sąlygas. Visiškai pritariu, kad būtina visiškai skaidriai valdyti lėšas ir naudoti išteklius, tokiu būdu užtikrinant branduolinį saugumą. Tačiau pasinaudodama proga, kalbant apie naujas atomines elektrines, norėčiau atkreipti kolegų dėmesį į Europos Sąjungos pasienyje, Rusijoje ir Baltarusijoje, planuojamas elektrines su bandomaisiais reaktoriais. Į tai turėtų būti sutelktas mūsų dėmesys.
Jens Rohde (ALDE). - Hr. formand! Jeg var faktisk ikke klar over, at vi overhovedet kunne få lov at afgive stemmeforklaring i forbindelse med denne beslutning, men jeg vil så gøre det ganske kort. Som udgangspunkt er Venstre i Danmark (altså det liberale parti i Danmark) imod Globaliseringsfonden. Men når først man har vedtaget at oprette en globaliseringsfond, og når først der er blevet sendt ansøgninger ind, og de pågældende lande opfylder de krav, som er opstillet i forbindelse med Globaliseringsfonden, så skal man selvfølgelig også efterkomme ansøgningen. Derfor stemte vi ja.
Nicole Sinclaire (NI). - Mr President, I voted against both the Matera reports on the mobilisation of the Globalisation Adjustment Fund, for the Czech Republic and for Poland, not because I feel any ill will against those countries – far from it. I am just very mindful of my own constituents in the West Midlands, and indeed their contribution to the GBP 48 million that the United Kingdom pays to the European Union every single day.
Let me tell you a few things about the West Midlands: we have the largest youth unemployment and our motor industry was decimated, partly due to the European Union funding jobs in Slovakia that took away essential jobs from the Ryton plant.
In 2004 it was, of course, the United Kingdom that bore the brunt of the EU enlargement, because it was the only one not to put up any barriers. That cost more in public services. Another example of an expense that my constituents have is that we contribute towards child benefit for people in Eastern Europe. People come over to the United Kingdom, work in the United Kingdom and claim for children who are resident in Eastern European countries.
What we would like to do, and what I would like to see, is that GBP 48 million a day being kept in the United Kingdom and spent on essential public services, and not handed over, when the EU’s accounts have not been audited for 14 years.
Seán Kelly (PPE). - A Uachtaráin, bhí áthas orm tacaíocht a thabhairt do na moltaí seo ó Bhairbre de Brún agus tá súil agam go n-éireoidh thar barr leis na hoibrithe i bPoblacht na Seice agus sa Pholainn. Tá amhras orm, áfach, go mbeidh déistean agus ísle brí orthu i ndeireadh na dála, mar a chonaic mé i mo dháilcheantar féin, go háirithe i Dell i Luimneach agus i Waterford Crystal i bPort Láirge.
The EAGGF is a wonderful concept but, unfortunately, it is too inflexible. As a result of this, much of the funding returns to the European Union. I would suggest that, where there is funding left over, the Member State concerned should be able to make proposals to the Commission on how best to utilise it on behalf of the workers.
Má dhéantar sin, cabhróidh sé go mór leis na hoibrithe atá as obair agus cabhróidh sé go mór le híomhá an Aontais Eorpaigh.
Jens Rohde (ALDE). - Hr. formand! Vold mod kvinder er et problem, som eksisterer i hele verden, og det er selvfølgelig vigtigt, at man forholder sig til det - både som menneske og ud fra et politisk synspunkt. Derfor må vi selvfølgelig også forholde os til det på europæisk niveau. Blot ville jeg ønske, at Udvalget om Kvinders Rettigheder og Ligestilling, når vi diskuterer disse problemer, i stedet for at lave et juletræ pyntet med forskellige handlingsinitiativer så formåede at fokusere lidt stærkere på, hvilke initiativer man rent faktisk ønsker, at Den Europæiske Union skal fokusere på. Det tror jeg nemlig alt andet lige vil give noget mere tyngde, vil give mere effekt til handlingen og dermed være bedre for kvinderne og sådan set også for troværdigheden af de initiativer, vi foreslår her i Parlamentet.
Anna Maria Corazza Bildt (PPE). - Mr President, violence against women is not a private issue. It is a crime to be persecuted. We need to break the silence. Respecting culture and religion is important but it should never be an excuse for honour killing, genital mutilation, trafficking, domestic violence and forced marriages. The Stockholm Programme provides a new policy framework to enhance the fight against violence on women and calls for concrete action. I encourage the Commission to come forward with a strategy which includes practical proposals.
I voted in favour of this report because I believe we must join forces across political parties to denounce and combat all forms of violence against women. I support the principle and most of the proposals, but judicial and criminal law measures should be taken at national level. That is what we are doing in Sweden. In fact combating violence is at the centre of the women’s organisation of my party, providing practical action and raising awareness not only to protect women, but also to empower women and to develop a culture of respect for women’s dignity. I have started a social media campaign on this which everybody is welcome to join.
Silvia Costa (S&D). - Signor Presidente, onorevoli colleghi, credo che votando a favore di questa relazione dell'onorevole Svensson – com'è stato detto anche da altre colleghe – noi ci impegniamo perché sia rispettato l'impegno preso dalla Commissione europea di adottare, entro il 2011, una comunicazione per avviare una strategia e un piano d'azione europeo contro la violenza nei confronti delle donne, che abbiano approccio complessivo, cioè che comprendano tutte le fattispecie, dalla violenza sessuale alla violenza domestica e alle mutilazioni genitali femminili, ma anche – io mi auguro – tutte le nuove forme di violenza. Penso alla vera e propria induzione alla violenza, che spesso è perpetrata da certa pubblicità e dai media, e penso anche alle forme di vero e proprio ricatto e violazione dei diritti umani delle donne sul luogo di lavoro laddove intendano diventare madri o quando sono lavoratrici e madri.
Dopo l'attuazione e l'approvazione della direttiva sulla tratta degli esseri umani, che ha visto il Parlamento europeo molto impegnato, e di quella sull'ordine di protezione europeo, credo che sarebbe importante una vera e propria direttiva nel nuovo quadro giuridico creato da Lisbona e dal programma di Stoccolma su questo tema.
Licia Ronzulli (PPE). - Signor Presidente, onorevoli colleghi, finché qualsiasi forma di violenza contro le donne non sarà completamente eliminata, non potremo mai dire di avere una società moderna finalmente democratica. Ancora una volta il Parlamento europeo rivolge l'attenzione a questo brutale fenomeno che, purtroppo, rimane drammaticamente attuale.
I dati parlano chiaro: almeno una donna su cinque subisce violenze fisiche o sessuali nel corso della sua vita e addirittura, per le donne tra i 15 e i 44 anni, la violenza è la prima causa di morte e di invalidità, ancora più del cancro o degli incidenti stradali.
Per questo motivo è necessaria una vera e propria mobilitazione permanente che porti alla creazione di uno strumento giuridico globale per la lotta contro tutte le forme di violenza nei confronti delle donne. Oggi deve partire un segnale forte. L'obiettivo finale è uno solo: questo virus letale non deve più trovare terreno fertile.
Izaskun Bilbao Barandica (ALDE). - Señor Presidente, la violencia contra las mujeres es la consecuencia directa de la discriminación; por ello necesitamos una política integral con una atención especial a los niños de las mujeres maltratadas.
Es necesario que tengan derecho a asistencia jurídica y psicológica gratuita, centros de acogida y prestaciones económicas que promuevan su autonomía, juzgados especializados, protocolos de actuación y formación especial para el personal sanitario, policial y judicial, y que se elaboren estadísticas y recojan datos para conocer la dimensión real del problema y aplicar las políticas más adecuadas a nivel europeo.
Frank Vanhecke (NI). - Ik heb mij bij de eindstemming over het verslag-Svensson onthouden en ik maak dus van mijn stemverklaring gebruik om te zeggen dat ook voor mij uiteraard het geweld tegen vrouwen schokkend en onaanvaardbaar is.
Ik heb mij echter bij de eindstemming onthouden, omdat ik van oordeel ben dat dit verslag werkelijk bulkt van de inbreuken op het door mij gekoesterde subsidiariteitsbeginsel en ik niet geloof dat het oprichten van nieuwe Europese bureaucratie, waarnemingscentra of andere wenselijk is, integendeel. Ik stoor mij trouwens ook aan de politieke correctheid waardoor in dit hele verslag niet één keer het woord "islam" voorkomt, hoewel die godsdienst vol achterlijke normen en principes vanzelfsprekend een grote rol speelt bij de achterstelling van vrouwen en bij het geweld tegen vrouwen. In de islamitische wereld vanzelfsprekend, maar jammer genoeg ook bij ons. Laat ons een kat een kat noemen en de islam in zijn hedendaagse werkelijkheid achterlijk en vrouwvijandig.
Anna Záborská (PPE) - Vítam správu pani Svenson, pretože posúva diskusiu o právach žien dopredu. Pri odsúdení násilia voči tehotným ženám správa hovorí, citujem: „páchateľ ním ubližuje viac ako jednej osobe“. Roky sa snažím o to, aby práva žien nestáli v opozícii proti právu nenarodených detí. Žiaľ správa pani Svenson tento konflikt ešte neprekonala.
Obmedzovanie reprodukčných práv žien, pod ktorými sa dnes v prvom rade rozumie právo na potrat, sa ešte stále pokladá za druh násilia voči ženám. Ak však medzi ľudské osoby konečne započítame aj nenarodené deti, potom umelo vyvolaný potrat je aktom násilia voči nenarodenému dieťaťu.
Pri príprave stratégie a boja proti všetkým formám násilia by Komisia mala nájsť súlad medzi právami žien a právami nenarodených detí. Nová stratégia by mala chrániť ženy, no zároveň obsahovať aj mechanizmy na ochranu nenarodených detí. Vyplýva to aj z predloženej správy, len treba pozorne čítať.
Nicole Sinclaire (NI). - Mr President, I voted against the Svensson report. Obviously I totally denounce violence, especially violence against women, so why did I then vote against this report? I voted against it because, as a colleague of mine said a bit earlier, it is a bit of a time warp. It brings us back to the 1970s and political correctness and is very naive in that element. It just wants to replay the fights of the early 70s.
I also am a bit concerned about the criminal nature it wants to bring in. This is what the European Union does, is it not? It brings itself in on an issue that everyone can agree on – how awful violence against women is – and then sets things up and brings in criminal law. Then, before you know it, this is extended to more and more areas.
Shame on the European Union for choosing such a subject, even if it is an own-initiative report, because this is where it starts. This is where the power grab starts and shame on it. What we need is real action on violence against women at Member State level. Leave things alone and stop using this subject.
Regina Bastos (PPE), por escrito. − O Fundo Europeu de Ajustamento à Globalização (FEG) foi criado em 2006 para prestar assistência adicional aos trabalhadores afectados pelas consequências de mudanças importantes na estrutura do comércio internacional e para ajudar à sua reintegração no mercado de trabalho. A partir de 1 de Maio de 2009 o âmbito de aplicação do FEG foi alargado passando a incluir o apoio a trabalhadores despedidos em consequência directa de crises económicas, financeiras e sociais.
Nesta altura em que nos vemos confrontados com esta grave crise, de que se destaca o aumento do desemprego como uma das principais consequências, a UE deverá utilizar todos os meios ao seu alcance para reagir, nomeadamente no que se refere aos apoios a prestar às pessoas que se viram confrontadas, de um dia para o outro, com a realidade do desemprego. Assim apoiei o presente relatório que diz respeito à mobilização do FEG a favor da República Checa com o objectivo de apoiar os trabalhadores despedidos em três empresas da divisão 28 Fabricação de máquinas e de equipamentos e da NACE Rev. 2.
Adam Bielan (ECR), na piśmie. − Panie Przewodniczący! Światowy kryzys gospodarczy przyczynił się do pogorszenia kondycji wielu polskich przedsiębiorstw gospodarczych. Dolegliwości związane z obniżeniem poziomu produkcji odczuwają przede wszystkim zwykli ludzie, pracownicy tych firm. Aby zapewnić wsparcie dla pracowników zwolnionych w wyniku spowodowanych globalizacją zmian w strukturze światowego handlu, powołano Europejski Fundusz Dostosowania do Globalizacji. Jego głównym zadaniem jest pomoc takim osobom w powrocie na rynek pracy. Obecny, pierwszy w bieżącym roku, wniosek o uruchomienie środków funduszu dotyczy pracowników polskich przedsiębiorstw z Podkarpacia. Jako reprezentant polskich interesów w Parlamencie Europejskim aprobuję decyzję Komisji dotyczącą przesunięcia środków z funduszu na realizację zawartych we wniosku celów. Dzięki tej decyzji zwolnieni pracownicy z trzech podkarpackich przedsiębiorstw sektora maszynowego otrzymają prawie pół miliona euro wsparcia finansowego. Głosując za rezolucją, jednocześnie wyrażam nadzieję na pozytywne stanowisko Komisji w realizacji podobnych wniosków.
Izaskun Bilbao Barandica (ALDE), por escrito. − La solicitud cumple los requisitos exigidos por la FEAG y se refiere a 200 de los 594 despidos que se produjeron en nueve meses en tres empresas polacas que se dedicaban a la fabricación de maquinaria y equipos y redujeron en un 58% sus exportaciones. El 20% de los afectados tiene más de 54 años y el 10%, más de 64. Estas ayudas permitirán mejorar la formación a los despedidos para su futura incorporación a nuevos empleos.
Maria Da Graça Carvalho (PPE), por escrito. − Congratulo-me com o trabalho desempenhado com base no Fundo Europeu de Ajustamento à Globalização, nomeadamente no apoio aos trabalhadores afectados pelas mudanças do comércio mundial. Apoio da mesma forma a decisão sobre a mobilização do FEG a favor da Polónia, em prol dos trabalhadores no sector da Fabricação de Máquinas e Equipamentos, despedidos em consequência da crise económica e financeira mundial. Esta é uma medida bastante pertinente dada a grande queda de exportações verificada neste sector, que consequentemente tem sido acompanhada por uma igualmente preocupante taxa de desemprego.
Diogo Feio (PPE), por escrito. − O pedido refere-se a 594 despedimentos em três empresas que operam na região de Podkarpackie na Polónia (fabricação de máquinas e equipamentos). Este é o primeiro pedido a ser examinado no âmbito do orçamento de 2011. Funda-se no critério de intervenção constante do artigo 2 (b) do Regulamento do FEG que exige a existência de, pelo menos, 500 despedimentos num período de nove meses em empresas que operam numa região ou em duas regiões contíguas ao nível NUTS II.
A Comissão EMPL avaliou favoravelmente as respectivas condições de elegibilidade. O Fundo foi criado em 2006 com o objectivo de prestar apoio complementar aos trabalhadores despedidos que sofrem as consequências de importantes mudanças estruturais nos padrões do comércio mundial de modo a ajudá-los na reintegração no mercado de trabalho. Na sequência de uma revisão do seu Regulamento em 2009, o âmbito do FEG foi alargado para incluir o apoio a trabalhadores despedidos em consequência directa da crise económica e financeira mundial. O orçamento anual disponível para o FEG é de 500 milhões de euros. Creio haver vantagem em que sejam realizados os esforços necessários para acelerar a mobilização deste instrumento, permitindo assim que a ajuda chegue mais rapidamente aos trabalhadores necessitados.
José Manuel Fernandes (PPE), por escrito. − O presente Relatório debruça-se sobre uma proposta de decisão do Parlamento Europeu (PE) e do Conselho sobre a mobilização 453 570 euros do Fundo Europeu de Ajustamento à Globalização a fim de apoiar a reintegração de trabalhadores polacos despedidos em consequência da actual crise económica e financeira. Esta candidatura, a primeira a ser aprovada no âmbito do Orçamento da UE para 2011, foi apresentada pela Polónia em 27 de Abril e respeita a 594 trabalhadores, da região de Podkarpackie, que laboravam na área do fabrico de máquinas e equipamento. Tendo em conta que se trata de um instrumento orçamental específico, que o montante solicitado tem enquadramento legal e respeita o disposto no Acordo Interinstitucional de 17 de Maio de 2006, entre o Parlamento Europeu, o Conselho e a Comissão Europeia, nomeadamente o número 28.º, voto favoravelmente esta proposta e espero que ela contribua para minorar as dificuldades económicas dos habitantes daquela região e relançar a economia local.
João Ferreira (GUE/NGL), por escrito. − A situação da agricultura e as dificuldades que enfrenta o mundo rural são indissociáveis da profunda crise sistémica e das políticas vigentes, como é o caso da PAC, principal responsável pela degradação contínua da actividade agrícola em alguns Estados-Membros, estando toda ela voltada para os interesses dos grandes agrários e da agro-indústria do norte da Europa, destruindo a agricultura familiar e comprometendo a viabilidade das pequenas e médias explorações.
O papel das mulheres na agricultura e no desenvolvimento das zonas rurais é de extrema importância, representando elas cerca de 42% dos trabalhadores agrícolas, sendo uma pedra angular na manutenção da actividade e garantindo um combate efectivo à desertificação das zonas rurais.
O relatório aprovado, apesar de carecer de uma crítica realista à PAC, é, na generalidade, positivo na abordagem que apresenta e como valoriza o papel das mulheres. Refere a promoção da igualdade entre os sexos enquanto objectivo fundamental da UE e dos seus Estados-Membros, bem como a criação de melhores condições de vida nas zonas rurais, contrariando o fenómeno da desertificação, para o que se torna indispensável a defesa de infra-estruturas de transporte de qualidade e a melhoria do acesso aos transportes para todos no sentido de combater a exclusão social e a desigualdade na sociedade que afecta prioritariamente as mulheres.
Ilda Figueiredo (GUE/NGL), por escrito. − Este relatório permite a mobilização do Fundo Europeu de Ajustamento à Globalização - Podkarpackie Machinery, situada na Polónia. Registe-se que a Polónia solicitou assistência no tocante a 594 despedimentos de trabalhadores em três empresas da divisão de fabrico de máquinas e equipamento na região NUTS II de Podkarpackie.
A Comissão Europeia propôs a mobilização da quantia de 453.570 euros, tendo em conta que as empresas verificam os critérios de elegibilidade previstos no Regulamento FEG, relacionando os despedimentos com o impacto da crise económica e financeira, que resultou na queda das exportações das empresas Huta Stalowa Wola SA, HSW - ZZN e DEZAMET SA em 47%, 34%, e 58%, respectivamente. O resultado, afirmam, foi uma considerável diminuição da produção de máquinas e equipamentos, ficando assim demonstrado o efeito da crise para as empresas em causa neste país.
Os 594 despedimentos têm graves repercussões para as condições de vida, o emprego e a economia local, pelo que a mobilização do Fundo Europeu de Ajustamento à Globalização se reveste de extrema importância no apoio aos trabalhadores afectados. Por isso, votámos favoravelmente, embora pensemos que o mais importante seria evitar o encerramento das empresas e o desemprego.
Juozas Imbrasas (EFD), raštu. − Europos prisitaikymo prie globalizacijos padarinių fondas įsteigtas siekiant teikti papildomą pagalbą darbuotojams, nukentėjusiems nuo esminių pasaulio prekybos sistemos struktūrinių pokyčių. Lenkija paraišką (paraiška „EGF/2010/013 PL/Podcarpackie machinery“) Komisijai pateikė 2010 m. balandžio 27 d., o papildoma informacija buvo teikiama iki 2010 m. rugpjūčio 4 d. Paraiška, grindžiama EGF reglamento 2 straipsnio b punkte nurodytu intervencijos kriterijumi, pagal kurį nustatytas reikalavimas, kad per 9 mėnesių laikotarpį įmonėse, kurios vykdo veiklą tame pačiame NACE 2 red. skyriuje kurios nors valstybės narės viename NUTS II lygmens regione arba dviejuose gretimuose regionuose, turi būti atleista bent 500 darbuotojų, buvo pateikta laikantis 10 savaičių termino (reglamento 5 straipsnis). Komisija savo vertinime nurodo, kad paraiška atitinka EGF reglamente nustatytus atitikties reikalavimams kriterijus, ir rekomenduoja biudžeto valdymo institucijai patvirtinti šią paraišką, todėl ir balsavau už šį dokumentą, nes tai, mano manymu, padės išvengti neigiamų socialinių pasekmių. Taip pat manau, kad ir kitos ES valstybės narės turėtų aktyviau naudotis ES fondų teikiamomis galimybėmis.
Giovanni La Via (PPE), per iscritto. − Egregio Presidente, cari colleghi, ho votato a favore della mobilitazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG) a favore della Polonia perché credo che questo strumento rappresenti una valida risorsa di sostegno ai lavoratori in difficoltà a causa della crisi economica. Come più volte ribadito, dal 2006 il FEG fornisce un aiuto concreto per quei lavoratori europei che subiscono un licenziamento per cause legate alla delocalizzazione delle relative aziende o, a seguito della deroga introdotta nel 2009, anche a causa della crisi economica, al fine di provvedere al loro reinserimento nel mercato del lavoro. La votazione odierna riguardava una richiesta di supporto relativa a 594 esuberi, di cui 200 ammessi all'assistenza, in 3 imprese operanti nella divisione 28 NACE Rev. 2 nella regione NUTS II Podkarpackie. L'importo totale finanziato dal FEG ammonta a 453.570 euro. Concludo accogliendo con favore l'approvazione della relazione, che dimostra come il FEG sia una risorsa utile ed efficace nella lotta alla disoccupazione come conseguenza della globalizzazione e della crisi economica.
Elżbieta Katarzyna Łukacijewska (PPE), na piśmie. − Europejski Fundusz Dostosowania do Globalizacji został utworzony w celu udzielenia dodatkowego wsparcia pracownikom dotkniętym konsekwencjami poważnych zmian strukturalnych w handlu światowym. Dzisiaj Parlament Europejski zagłosował nad wnioskiem o zatwierdzenie ponad 450 tys. euro dla zwalnianych pracowników z trzech firm usytuowanych na Podkarpaciu. Chciałabym podkreślić, że unijne wsparcie to poważny zastrzyk dla regionu, który reprezentuję, pozwoli bowiem zwolnionym pracownikom wrócić na rynek pracy, a środki zostaną przeznaczone na szkolenia, przekwalifikowanie, nowy sprzęt, czy pomoc w samozatrudnieniu. Podkarpacie jest jednym z biedniejszych regionów w Polsce, dlatego bardzo cieszę się, że tutaj trafia unijna pomoc. Dziękuję wszystkim, którzy zagłosowali za wsparciem finansowym.
Barbara Matera (PPE), per iscritto. − Mi compiaccio per l'approvazione dello stanziamento di 453.000 euro provenienti dal fondo FEG a favore dei lavoratori polacchi licenziati nel settore della costruzione di macchinari. A seguito delle raccomandazioni della commissione per i bilanci, la Commissione europea ha iscritto circa 50 milioni di euro in stanziamenti di pagamento alla linea di bilancio relativa al FEG nel bilancio 2011. Questo ci consente di approvare uno stanziamento dei fondi necessari, senza intaccare altre linee di bilancio già dedicate al finanziamento di azioni importanti rispetto agli obiettivi e ai programmi dell'Unione.
David Martin (S&D), in writing. − I voted for this report giving support through the European Globalisation Adjustment Fund to 594 workers made redundant in Poland. The EUR 0.45 million will be used to retrain and support workers through a difficult transition.
Jean-Luc Mélenchon (GUE/NGL), par écrit. – Une fois de plus nous voici condamnés à voter une aumône dérisoire de l'UE pour les victimes de ses politiques de délocalisation. La logique du Fonds européen d'ajustement à la mondialisation est intolérable. Je ne m'abstiens qu'en pensant aux travailleuses et aux travailleurs polonais que cette aide hypocrite peut soulager un peu dans leur peine.
Nuno Melo (PPE), por escrito. − A UE é um espaço de solidariedade e nela se enquadra o Fundo Europeu de Ajustamento à globalização. Estes apoios são fundamentais para o auxílio aos desempregados e às vítimas das deslocalizações que se verificam num contexto globalizado. É cada vez maior o número de empresas que se deslocalizam, aproveitando os reduzidos preços do factor trabalho, que são praticados em vários países, nomeadamente na China e na Índia, com efeitos nocivos para os países que respeitam os direitos dos trabalhadores. O FEG destina-se a ajudar os trabalhadores vítimas da deslocalização de empresas, e é fundamental para facilitar o acesso a um novo emprego. O FEG já foi no passado utilizado por outros países da UE, cabendo agora dar esse auxílio à Polónia que apresentou um pedido de assistência relativamente a 594 casos de despedimento (dos quais 200 são potenciais beneficiários de assistência) ocorridos em 3 empresas da divisão 28 (fabrico de máquinas e equipamento) da NACE Rev. 2 na região NUTS II de Podkarpackie, na Polónia.
Willy Meyer (GUE/NGL), por escrito. − Si bien he votado a favor de esta propuesta de concesión de la ayuda destinada a los trabajadores de Podkarpackie maquinaria de Polonia, considero que ésta es una medida analgésica y paliativa de las consecuencias del modelo capitalista y no supone ningún avance en la lucha contra la raíz de las causas de la crisis. Estoy de acuerdo con la movilización de recursos procedentes del Fondo Europeo para la Adaptación a la Globalización a favor de los ciudadanos despedidos por los cambios estructurales en los modelos comerciales o como consecuencia directa de la actual crisis económica y financiera. Creo estos fondos pueden ser útiles para el objetivo último de facilitar la reinserción laboral de estos trabajadores. Igualmente, he votado a favor convencido del carácter complementario de esta asistencia respecto a las ayudas por despido que recoge cada legislación nacional y convenio colectivo. Por ello, en ningún caso esta movilización de fondos procedentes del FEAG puede suplantar ni eludir las responsabilidades legales de gobiernos y empresas con los despedidos.
Alexander Mirsky (S&D), in writing. − Taking into account that Poland has requested assistance in respect of cases concerning 594 redundancies in the period from 1 June 2009 to 1 March 2010 (of which 200 have been targeted for assistance) in three enterprises engaged in the manufacture of machinery and equipment in the region of Podkarpackie in Poland, I totally approve and support such an active position by the Polish Government and the opinions of my S&D Group colleagues. Unfortunately, the government of my country – Latvia – does not respond to any requests and letters from my side and thus does not make use of aid from the Stabilisation Fund to overcome the financial crisis.
Andreas Mölzer (NI), schriftlich. − Der Europäische Fonds zur Anpassung an die Globalisierung wurde errichtet, um Arbeitnehmer, die in Folge der globalen Finanz- und Wirtschaftskrise entlassen worden sind, zu schützen. Polen hat Unterstützung beantragt, betreffend 594 Entlassungen in drei Unternehmen in der Region Podkarpackie/Polen. Es ist gut und richtig, eine personenbezogene Unterstützung für Arbeitnehmer zu leisten, die infolge der Globalisierung und der Wirtschaftskrise entlassen wurden, wodurch die Wiedereingliederung in den Arbeitsmarkt unterstützt wird. Daher habe ich dafür gestimmt.
Maria do Céu Patrão Neves (PPE), por escrito. − O Fundo Europeu de Ajustamento à Globalização foi criado para prestar um apoio complementar a trabalhadores atingidos pelas consequências de mudanças estruturais importantes dos padrões do comércio mundial. Em 15 Fevereiro 2011, a Comissão adoptou uma nova proposta de decisão sobre a mobilização do fundo a favor da Polónia, a fim de apoiar a reintegração no mercado de trabalho de trabalhadores despedidos em consequência da crise económica e financeira mundial. Trata-se do despedimento de 594 trabalhadores (dos quais 200 são potenciais beneficiários de assistência) de três empresas que operam na área do fabrico de máquinas e equipamento, na região de Podkarpackie, na Polónia, durante o período de referência de nove meses de 1 Junho 2009 a 1 Março 2010. Esta é a primeira candidatura a ser examinada no âmbito do orçamento de 2011 e refere-se à mobilização de um montante total de € 453 570. A avaliação da Comissão concluiu pela ligação entre os despedimentos e importantes mudanças estruturais nos padrões do comércio mundial ou a crise financeira e económica e pela natureza imprevista desses despedimentos. A candidatura preenche os critérios de elegibilidade definidos no Regulamento FEG pelo que votei favoravelmente a mobilização do referido fundo.
Paulo Rangel (PPE), por escrito. − O pedido apresentado pela Polónia para intervenção do FEG diz respeito a 594 casos de despedimento (dos quais 200 podem beneficiar de assistência) ocorridos em 3 empresas que operam na divisão 28 da NACE Rev.2 (fabrico de máquinas e de equipamentos), na região NUTS II de Podkarpackie. De acordo com a avaliação da Comissão, esta candidatura preenche todos os critérios de elegibilidade definidos legalmente. Com efeito, por força do Regulamento (CE) n.º 546/2009 do Parlamento Europeu e do Conselho, de 18 de Junho de 2009, que alterou o Regulamento (CE) n.º 1927/2006 do Parlamento Europeu e do Conselho de 20 de Dezembro de 2006 que institui o Fundo Europeu de Ajustamento à Globalização, o âmbito de aplicação do FEG foi temporariamente alargado, passando a estar prevista a intervenção do FEG em situações como esta em que, como consequência directa da crise económica e financeira mundial, se verifiquem "pelo menos 500 despedimentos num período de nove meses, em particular em pequenas ou médias empresas, numa divisão de nível 2 da NACE, numa região ou em duas regiões contíguas ao nível NUTS II". Votei, por isso, favoravelmente esta resolução, esperando que a mobilização do FEG possa contribuir para a reintegração efectiva destes trabalhadores no mercado de trabalho.
Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), in writing. − We have requested that the institutions involved, as usually on those cases, make the necessary efforts to accelerate the mobilisation of the EGF.
Moreover, Parliament appreciates in this sense the improved procedure put in place by the Commission, following the Parliament’s request for accelerating the release of grants, aimed at presenting to the budgetary authority the Commission’s assessment on the eligibility of an EGF application together with the proposal to mobilise the Fund and hopes that further improvements in the procedure will be reached in the framework of the upcoming reviews of the Fund.
However, it also recalls the institutions’ commitment to ensuring a smooth and rapid procedure for the adoption of the decisions on the mobilisation of the EGF, providing one-off, time-limited individual support geared to helping workers who have been made redundant as a result of globalisation and the financial and economic crisis, points out the role that the EGF can play in the reintegration of workers made redundant into the labour market and, however, calls for an evaluation on the long-term integration of these workers into the labour market as a direct result of the EGF-funded measures.
Licia Ronzulli (PPE), per iscritto. − Signor Presidente, lo scorso 15 febbraio la Commissione ha adottato una proposta di decisione sulla mobilitazione del FEG a favore della Polonia, con l'obiettivo di sostenere il reinserimento nel mercato del lavoro dei lavoratori licenziati a causa della crisi finanziaria ed economica globale. La domanda riguarda 594 esuberi (di cui 200 ammessi all'assistenza) in tre imprese operanti nella divisione 28 NACE Rev. 2 (confezione di articoli d'abbigliamento) nella regione NUTS II Podkarpackie, durante il periodo di riferimento di nove mesi dal 1° giugno 2009 al 1° marzo 2010. Il mio voto positivo alla risoluzione odierna ribadisce il parere favorevole già espresso in sede di commissione per l'occupazione e gli affari sociali.
Peter Skinner (S&D), in writing. − Whilst voting for this report, I consider it ironic that this fund exists when not all EU countries utilise it. The share of this fund remaining at year end is repatriated to Member States as part of their ‘rebate’. Yet failure by some countries, like the UK, to use this fund, which is its established right, in cases like the Twining Tea plant closure in Andover, raises certain questions. Those pretending to understand the benefits/disbenefits of the rebate query whether or not it is more correct and efficient for countries to make direct use of EGAF monies at local level.
The second irony concerns political and economic participation – engaging at all EU levels of added value. For the UK to maintain the right not to participate in funds managed at EU level because later benefits may flow is, in this case, uncertain and perhaps even plain wrong.
The UK is renouncing access to funding on a principle of not applying for this fund in order to receive a rebate. For those seeking help to return to work – in Sandwich, Kent and Andover, Hampshire – there is little justification in saying ‘no’, and this is another UK Government let-down.
Catherine Stihler (S&D), in writing. − I voted in favour of this report which will provide funding for personalised measures to help workers who have been made redundant in Poland.
Laima Liucija Andrikienė (PPE), raštu. − Balsavau už šią svarbią rezoliuciją dėl migracijos srautų, kuriuos lemia nestabilumas: ES užsienio reikalų politikos aprėptis ir vaidmuo. Pagrindinės migracijos varomosios jėgos yra politinis, socialinis ir ekonominis nestabilumas, saugumo stoka, politinis persekiojimas ir autoritariniai režimai, dėl kurių nukentėjusioms bendruomenėms nelieka jokių perspektyvių galimybių gimtinėje ir pajamų, taigi jos netenka ir teisės rinktis – emigruoti ar likti, o asmenų gyvybė atsiduria nuolatiniame pavojuje, ir todėl vienintelė joms likusi galimybė – migracija. Dėl pastarojo meto dramatiškų įvykių Egipte ir kitose Šiaurės Afrikos šalyse ir Artimuosiuose Rytuose akivaizdžiai padidėjo teisėtos ir neteisėtos migracijos banga į Europą. Todėl Europos Sąjunga turi būti pasirengusi atlaikyti migracijos bangas. Tai ji gali padaryti tik turėdama veiksmingą ir išmintingą migracijos politiką, panašią į politiką, kuri taikoma Kanadoje, Australijoje ar Naujojoje Zelandijoje. Pritariu pranešėjo pozicijai, jog reikia primygtinai raginti Komisiją užtikrinti, kad bet kuriame ES ir jos valstybių narių pasirašytame readmisijos susitarime būtų visiškai gerbiamos žmogaus teisės ir negrąžinimo principas ir kad nebūtų keliamas pavojus asmenims, kuriems reikia tarptautinės apsaugos. Tokiu būdu ES dar kartą įrodys, kad vertybės ir pagarba žmogaus teisėms yra svarbiausios ir neginčijamos, o politinio prieglobsčio prašantys asmenys jausis saugūs ir gerbiami.
Roberta Angelilli (PPE), per iscritto. − Signor Presidente, l'instabilità politica, sociale ed economica, la mancanza di sicurezza e la repressione politica dei regimi autoritari sono i fattori principali alla base della migrazione e delle ondate migratorie che si riversano senza sosta su alcuni paesi del bacino del Mediterraneo, mettendoli nelle condizioni di non riuscire a gestire le numerose difficoltà che comportano le emergenze umanitarie.
In queste ultime settimane è impossibile ignorare le migliaia di migranti che hanno raggiunto Lampedusa a seguito dei disordini nei paesi del Nord Africa. Il 90% di queste persone sono giovani di età compresa tra i 15 e i 35 anni, che rischiano la vita con la speranza di trovare opportunità migliori. Nonostante gli sforzi straordinari del governo italiano, delle amministrazioni locali e della Croce Rossa Italiana, la situazione sull'isola è emergenziale: gli sbarchi non accennano a fermarsi e si sconta il ritardo dell'UE che ha tempi burocratici inconciliabili con la situazione.
Oggi, l'UE ha il dovere di sviluppare una politica efficiente e globale in materia di migrazione che preveda la realizzazione di un sistema europeo di asilo, l'attuazione di un programma di reinserimento su base obbligatoria, capace di realizzare un'equa distribuzione delle responsabilità, e accordi con gli Stati per incoraggiare lo sviluppo.
Alfredo Antoniozzi (PPE), per iscritto. − I recenti avvenimenti che hanno avuto luogo e che stanno accadendo tuttora sulle sponde opposte del Mediterraneo testimoniano come l'instabilità di questa regione e i conseguenti flussi migratori rappresentino per l'Unione europea una sfida da dover affrontare.
Il fenomeno migratorio è preoccupante per gli sviluppi e le tensioni che può provocare, sia nelle relazioni tra i paesi d'origine e i paesi di destinazione dei migranti, ma anche tra i paesi d'origine e i paesi di transito degli stessi. È necessario rafforzare la politica di prevenzione, ottimizzando le risorse finanziarie e migliorando le esistenti strutture istituzionali. Dobbiamo circoscrivere l'immigrazione illegale e, in tal senso, ritengo che l'estensione degli accordi di migrazione costituisca un rimedio efficace per ottenere dei risultati nel breve termine e ridurre l'instabilità dei flussi migratori.
Condivido l'analisi contenuta nella relazione e, in particolare, sono d'accordo sul fatto di inserire, nella preparazione post 2013 degli strumenti delle relazioni esterne, un meccanismo bilaterale che consenta un monitoraggio attivo dello stato della protezione delle minoranze, ovvero di altri gruppi che possano essere oggetto di violazioni e soffrire di una dimensione di instabilità. Per questo ho dato il mio voto favorevole a questa relazione.
Zigmantas Balčytis (S&D), raštu. − Balsavau už šį pranešimą. Pastarojo meto įvykiai Egipte ir kitose Šiaurės Afrikos šalyse ir Artimuosiuose Rytuose padidino teisėtos ir neteisėtos migracijos srautus į Europą. Europos Sąjungos valstybės narės susiduria su priverstine žmonių migracija, kuri yra žlungančios ekonomikos, nuskurdimo, žmogaus teisių pažeidimų, aplinkos blogėjimo, didėjančio atotrūkio tarp turtingų ir skurdžių šalių, pilietinių karų ir politinių persekiojimų padarinys. Migracijos srautų valdymas yra didelis iššūkis Europos Sąjungai, kuri turi imtis veiksmų kuriant bendrą migracijos politiką, galinčią prisidėti prie nelegalios imigracijos mažinimo. Pritariu, kad būtina imtis prevencinių priemonių į visus ES dvišalius prekybos susitarimus įtraukiant žmogaus teisių sąlygas ir apsvarstyti atitinkamų sankcijų taikymą tokių sąlygų nesilaikančioms šalims.
Regina Bastos (PPE), por escrito. − A Europa está confrontada com um aumento de fluxos migratórios decorrentes da instabilidade que se vive em muitos países, representando tal facto um desafio para a UE. Estes fenómenos migratórios podem ser causa de tensões entre países de origem e de destino, como entre países de origem e os países de trânsito.
Combinar medidas de cooperação para o desenvolvimento com uma visão política mais abrangente que inclua a segurança, a cooperação regional e os acordos bilaterais, deve ser a estratégia da UE. Nesse sentido, o presente relatório identifica os seguintes domínios de acção possíveis: incentivar os países de trânsito e os países de origem a conseguir uma maior estabilidade económica institucional, reforçar os esforços de mediação e prevenção de conflitos, em cooperação com organizações regionais, por parte da UE, negociar acordos bilaterais de imigração com os países de trânsito e elaborar uma agenda económica que inclua medidas específicas para aumentar os níveis de emprego nos países parceiros UE. Ao elaborar novos instrumentos de acção externa para o período pós-2013, a Comissão deve procurar reforçar sinergias entre o pilar do desenvolvimento e o pilar da estabilidade e segurança. Pelo exposto, apoiei o presente relatório.
Dominique Baudis (PPE), par écrit. – J'ai voté en faveur de ce texte sur les flux migratoires. En effet, les évènements que traversent aujourd'hui nos voisins du Sud se traduisent par une forte émigration vers les côtes européennes. La coordination de notre politique étrangère et de notre politique en matière d'immigration est plus que jamais indispensable. C'est un sujet véritablement européen et l'heure n'est plus aux égoïsmes nationaux. Les pays méditerranéens de l'Union européenne n'ont pas à supporter seuls les afflux importants de migrants clandestins, cet effort doit être partagé par l'ensemble des pays de l'Union.
Izaskun Bilbao Barandica (ALDE), por escrito. − He votado a favor de este informe porque aborda de manera realista, al fijar objetivos a medio y largo plazo, un problema cuyo origen está en el desequilibrio entre países desarrollados y los que no lo son, y en las violaciones de los derechos humanos en muchas partes del mundo.
El informe apunta procedimientos para prevenir la inmigración ilegal, pretende implicar en el enfoque global de este problema a los países emergentes y a todos los implicados desde el origen, en el tránsito y hasta el destino. Igualmente, me parece especialmente positivo insistir en la idea de condicionar las políticas de cooperación al grado de respeto a los derechos humanos y las referencias que se hacen a la protección de los colectivos más desfavorecidos, como las mujeres o los menores no acompañados.
Слави Бинев (NI), в писмена форма. − Гласувах положително за тази резолюция, защото миграционните потоци, възникващи от нестабилността в една държава, са предизвикателство за целия Европейски съюз. Резолюцията е първа стъпка към създаването на единна Европейска политика за справяне с миграцията. Тази политика трябва да действа също като политика на превенция. За да осъществи това, тя трябва да съчетава всички възможни инструменти на Европейския съюз за съдействие в сферата на социалното и икономическото развитие и по този начин да се въздейства директно върху причините за нестабилност в държавите, от които произлизат миграционните потоци.
Vilija Blinkevičiūtė (S&D), raštu. − Balsavau už šį pranešimą, nes migracija yra ypač aktuali ir pastaruoju metu išryškėjusi problema, kuomet dėl įvykių Šiaurės Afrikoje Europos Sąjunga, kaip kaimyninis regionas, yra priverstas priimti didžiulius atvykstančių migrantų srautus. Pranešime yra atkreipiamas dėmesys į daugelį srautinės migracijos faktorių, tokių kaip politinis, socialinis, ekonominis nestabilumas ir net klimato kaita, į kurį vis dar nėra atsižvelgiama nagrinėjant masinės migracijos priežastis. Dėl visų šių priežasčių yra pabrėžiama, kad ES yra reikalinga veiksmingesnė migracijos politika, kuri turėtų būti papildoma užsienio politikos priemonėmis. Šios priemonės padėtų spręsti nestabilumo priežastis jau kilmės šalyse, dėl kurių žmonės yra priversti masiškai emigruoti į stabilesnius kaimyninius regionus. Pranešime Komisija taip pat yra raginama rengti pasiūlymus dėl teisėtos migracijos, kuri būtų lengviau valdoma ir galėtų skatinti ekonominę ir socialinę tiek priimančių, tiek tranzito, tiek ir kilmės šalių pažangą. Teigiama, jog patys sunkiausi žmogaus teisių pažeidimai, taip pat ir nusikalstama veikla, kuri dažnai tampa verslu tiems, kurie tą veiklą organizuoja, yra siejami būtent su nelegalia migracija. Galiausiai yra akcentuojamas poreikis įvertinti ir pačios ES demografinę situaciją, norint apskaičiuoti, kiekgi Europa gali priimti atvykstančių asmenų.
Sebastian Valentin Bodu (PPE), în scris. − Uniunea Europeană trebuie să facă faţă fluxurilor migratorii generate de războaie şi conflicte armate, tensiuni de natură etnică, încălcări ale drepturilor omului şi calamităţi naturale în state terţe. Uniunea trebuie să facă faţă acestei încercări în mod adecvat, prin măsuri de prevenire, utilizând cele mai potrivite instrumente de politică externă în scopul abordării directe a cauzelor instabilităţii, astfel încât emigrarea să devină o posibilitate, nu o necesitate disperată. O politică europeană privind reglementarea migraţiei ar trebui să îmbine măsuri de cooperare pentru dezvoltare cu o viziune politică mai cuprinzătoare, care să includă acorduri bilaterale în materie de securitate și cooperare regională cu țările de origine și de tranzit, protejarea drepturilor omului și democratizarea.
Politica externă la nivel european ar trebui să completeze și să genereze sinergii cu politica în materie de imigraţie, axându-se pe cauzele instabilităţii și pe problemele structurale din ţările de origine. Trebuie vizată şi instituirea unui dialog continuu cu țările de tranzit, în vederea reglementării fluxurilor migratorii și aplicării uniforme a normelor internaționale privind drepturile omului referitoare la imigraţie.
Vito Bonsignore (PPE), per iscritto. − Ho votato a favore della relazione del collega Provera perché ritengo sia un passo avanti nell'auspicata direzione della solidarietà fra gli Stati.
Nelle ultime settimane, in particolare, l'Italia è la meta di migliaia di migranti in fuga dai paesi del Nord Africa. Di fronte a una così difficile situazione l'UE non può lasciare solo il mio paese, ma deve adoperarsi affinché si rispettino i trattati e in particolare l'articolo 80 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea.
Al contempo, è necessario ottimizzare le risorse finanziarie e le strutture esistenti. Il ruolo dell'agenzia per le frontiere Frontex, ad esempio, va rafforzato e maggiormente finanziato. Protezione dei diritti umani, accresciute risorse finanziarie, sviluppo delle democrazie, Stato di diritto e accordi bilaterali sono strumenti che, se opportunamente applicati, possono contribuire certamente a prevenire le migrazioni di massa.
Jan Březina (PPE), písemně. − Souhlasím s tím, že je třeba přijít s ucelenou, dlouhodobou strategií EU pro nestabilní státy, jež bude řešit základní příčiny migračních toků. Nesdílím však přesvědčení, že by Rada měla předložit akční plán sdílení zátěže vycházející ze zásady solidarity uvedené v článku 80 SFEU. Znovuusídlování uprchlíků z tohoto regionu by mělo být odpovědností těch států, do kterých tito uprchlíci míří, a v případě, že se jejich příliv stává neúnosným, mělo by být reakcí zpřísnění azylové a imigrační politiky EU. Výzvy směřující k vytvoření společného azylového systému EU a společného programu EU pro znovuusídlování považuji v tomto kontextu za znepokojivé. Vytvoření komplexního přístupu Komise k legální migraci je dobrá myšlenka, ale neměly by na ni navazovat úvahy o zohlednění potřeby pracovní síly pro evropský trh práce a kapacity každého členského státu pro přijímání a integraci migrantů. Řízení migračních toků by mělo zůstat primárně v kompetenci členských států.
Maria Da Graça Carvalho (PPE), por escrito. − Congratulo-me com os esforços comunitários no sentido de responder aos desafios criados pela Instabilidade e Fluxos Migratórios, que afectam não só os países de origem como os países de trânsito em vários aspectos relacionados com violência, violação dos direitos humanos, etc. Desta forma, apoio uma política activa nesta área, que procure resolver os iniciais factores destabilizadores dos países de origem, como a falta de estruturas económicas e democráticas. Só assim se eliminam também as consequências negativas da migração, que deve ser positiva e produtiva, e não uma medida de fuga. Esta política deverá passar pela cooperação entre os países de origem e de trânsito, baseada no diálogo a fim de atingir resultados sólidos, eficazes e duradouros.
Νικόλαος Χουντής (GUE/NGL), γραπτώς. – Καταψήφισα την Έκθεση για τις μεταναστευτικές ροές διότι, παρά το γεγονός ότι υπάρχει μια σχετικά σωστή και ισορροπημένη ανάλυση των βασικών αιτιών που εξωθούν τους ανθρώπους να φύγουν από τον τόπο τους, η Έκθεση δεν βγάζει τα αντίστοιχα συμπεράσματα και προτάσεις. Από τη μία, επιμένει στην αντίληψη που διαχωρίζει τους ανθρώπους σε νόμιμους και παράνομους και στην εργαλειακή αντίληψη των "χρήσιμων" και μη μεταναστών, συνδέοντας επομένως τα δικαιώματά τους ανάλογα με τα διάφορα "quotas" της Ένωσης και των Κρατών Μελών. Από την άλλη, η Έκθεση συνδέει το φαινόμενο της μετανάστευσης με θέματα ασφάλειας, δημιουργεί σύγχυση και ταύτιση ανάμεσα στους μετανάστες και τις διάφορες εγκληματικές ή "τρομοκρατικές" δραστηριότητες και με αυτόν τον τρόπο ενισχύει τις πρακτικές και τις ιδεολογίες που τους ποινικοποιούν.
Σε αυτά τα πλαίσια η έκθεση, ενισχύοντας ακόμη περισσότερο τον "πατερναλιστικό" ρόλο της Ένωσης, φτάνει ως το σημείο να προτείνει τη σύνδεση του πυλώνα που αφορά την αναπτυξιακή βοήθεια της ΕΕ προς τις τρίτες χώρες, με τον πυλώνα της "ασφάλειας", αλλάζοντας έτσι ολοκληρωτικά τον χαρακτήρα και τον σκοπό της βοήθειας αυτής.
Corina Creţu (S&D), în scris. − După ce conferinţele anterioare s-au focalizat pe principii, îmi exprim speranţa că a patra Conferinţă ONU, de la Istanbul, va fi orientată spre determinarea de rezultate, formulând indicatori clari pentru a reduce la jumătate numărul ţărilor mai puţin dezvoltate până în 2020. Din cele 51 de ţări slab dezvoltate, în care 78% din populaţie trăieşte cu mai puţin de 1,25 dolari pe zi, doar trei şi-au depăşit condiţia în ultimii ani. Situaţia este îngrijorătoare, aceste ţări fiind cele mai vulnerabile la şocuri precum crizele financiare şi alimentare, schimbările climatice, confruntându-se de asemenea cu sărăcia extremă, lipsa infrastructurilor şi şomajul în creştere. Această realitate arată că, din păcate, comunitatea internaţională nu şi-a dus la îndeplinire angajamentele formulate în Programul de acţiune de la Bruxelles. Îmi exprim speranţa că, în cadrul Conferinţei, la care voi reprezenta Grupul Socialist, ne vom concentra asupra coerenţei politicilor pentru dezvoltare şi a modalităţilor de implementare a unor mecanisme inovatoare de finanţare, pentru a ajuta mai eficient aceste ţări, care trebuie încurajate să implementeze politici adecvate.
Mário David (PPE), por escrito. − Este é um tema bastante relevante, devendo ser analisado tendo presente a complexidade que o caracteriza. O relatório em causa, retrata a importância de prosseguir com os tratados de cooperação no que concerne a Politica Europeia de Vizinhança (PEV). Este fenómeno da emigração motivada por contextos de crise e instabilidade possui, implicações negativas para o país de origem, para o país de destino, assim como para as próprias populações deslocadas. É necessário inverter este fenómeno, de forma a que a emigração, nestes contornos, deixe de ser a última solução, como fuga a um contexto de insegurança, baixo desenvolvimento económico, instabilidade ou medo. Reitero nesta declaração de voto a necessidade de tomar medidas que assegurem e promovam a estabilidade e segurança nos países de origem. A perspectiva para reduzir estes fluxos migratórios, motivados pela de instabilidade e crise, deverá ser a prevenção. Acredito que a política externa europeia e muito especificamente a PEV deverá contemplar ajuda a estas regiões do globo, promovendo a segurança, estabilidade, a protecção dos direitos humanos num processo para o desenvolvimento alargado, como afirmei no meu Relatório sobre a revisão da PEV-Sul, que será votado igualmente esta semana.
Marielle De Sarnez (ALDE), par écrit. – Certains Etats membres sont confrontés à des arrivées massives de personnes du Sud de la Méditerranée en quête de protection. Ils ne peuvent pas faire face seuls à ces situations humanitaires et d'immigration urgentes. Les moyens de l'Agence Frontex doivent être renforcés en terme humains, matériels, mais aussi financiers pour lui permettre de soutenir de manière plus appuyée des opérations comme Hermès et Poséidon. Les députés européens appellent le Conseil Européen à élaborer un plan d’action pour la réinstallation des réfugiés, appliquant la clause de solidarité entre les Etats. En effet, l’article 80 du Traité sur le fonctionnement de l’Union Européenne mentionne le principe de solidarité et celui d’une répartition équitable des charges entre tous les Etats membres en ce qui concerne les politiques de gestion des contrôles aux frontières, d’asile et d’immigration A moyen et long terme, nous devons construire avec les futurs pays d'origine des migrants des relations de coopération et mettre en place des partenariats de mobilité pour permettre à leurs ressortissants de venir travailler de manière légale, de s'instruire et de circuler entre les deux rives de la Méditerranée.
Edite Estrela (S&D), por escrito. − Votei favoravelmente o relatório sobre fluxos migratórios decorrentes da instabilidade: âmbito e papel da política externa da UE. A instabilidade política, social e económica, a falta de segurança e a repressão política, mas também as alterações climáticas, empurram as comunidades para a migração, sendo necessário que a UE desenvolva uma política de imigração comum, que inclua, designadamente, a promoção do progresso económico e social dos países de acolhimento, de trânsito e de origem, e o reforço da coesão social e da integração dos migrantes.
Göran Färm, Anna Hedh, Olle Ludvigsson, Marita Ulvskog och Åsa Westlund (S&D), skriftlig. − Vi svenska socialdemokrater håller med om att migrationsströmmar till följd av instabilitet utgör en utmaning för EU och att ökade insatser krävs för att möta orsakerna till instabilitet och strukturella svårigheter i ursprungsländerna. Men vi anser att det är viktigt att EU tar ett reellt ansvar för de migranter som tar sig hit och inte lämnar över ansvaret på våra grannländer såsom föreslås i paragraf 9. Vi stödjer att människorättsaspekten tydligt måste genomsyra Frontex arbete, särskilt rätten för en person att lämna sitt land, förbudet mot avvisning och rätten att söka asyl. Vi ser problem i delar av det arbete Frontex gjort hittills och stödjer inte skrivningen om att Europarlamentet välkomnar Frontex framgångsrika verksamhet.
Diogo Feio (PPE), por escrito. − É hoje evidente a relação entre os focos de instabilidade – social, económica ou política – e os fluxos migratórios que acorrem à União Europeia. A política externa da União não só não pode ser alheia a este fenómeno como deve procurar compreendê-lo e acompanhá-lo do modo mais amplo possível. Na verdade, a UE deve tomar medidas a fim de optimizar o uso dos seus próprios recursos financeiros e estruturas institucionais para gerir eficazmente os fluxos migratórios decorrentes da instabilidade hoje existente em diversas zonas do globo.
Uma política de prevenção que utilize os instrumentos de política externa mais adequados com vista a abordar e enfrentar as causas da instabilidade poderia ajudar a transformar a necessidade desesperada de emigração actual numa oportunidade da emigração. O Estado de Direito deve ser promovido, os direitos humanos protegidos e o desenvolvimento da democracia e de economias sãs fomentado. Sem estes esforços comuns a desenvolver nos respectivos países e em colaboração com os respectivos povos e estruturas sociais não será possível contribuir eficazmente para a redução da instabilidade.
José Manuel Fernandes (PPE), por escrito. − O presente relatório debruça-se sobre os fluxos migratórios decorrentes da instabilidade política que se vive em certas regiões do Globo, nomeadamente no Norte de África e no Mediterrâneo Sul. Esta situação, que tem afectado os países do Sul da Europa, nomeadamente a Itália – todos acompanhamos a situação que se vive na ilha de Lampedusa aonde aportaram mais de vinte mil pessoas– e ilha de Malta, trouxe à Europa mais de 400.000 mil refugiados! Em ordem à minimização desta situação, é fundamental que a UE, além da mobilização do Fundo Europeu para os Refugiados, implemente, no mais curto espaço de tempo, um plano mais sustentado que vise a assistência humanitária e assegure as necessidades básicas destas populações. Além disso, impõe-se a elaboração de um programa regional destinado aos refugiados oriundos do Egipto, Tunísia e Líbia, quer no que respeita ao asilo, quer na protecção dos refugiados, de modo a evitar o tráfico de seres humanos e a preparar o seu regresso aos países de origem. Congratulo-me com a aprovação deste relatório que vai no sentido da UE, através da sua política externa de cooperação, atacar os problemas decorrentes dos fluxos migratórios nas suas causas estruturais e sem preconceitos de qualquer natureza.
João Ferreira (GUE/NGL), por escrito. − Os fluxos migratórios têm causas. Entre elas avultam factores como as guerras e os conflitos armados, as violações sistemáticas dos direitos humanos, os conflitos e a repressão étnica e religiosa. Mas também as catástrofes naturais e a pobreza resultante da falta de estruturas económicas e democráticas adequadas estão entre as causas mais frequentes dos fluxos migratórios.
Os efeitos da crise do capitalismo à escala mundial e as consequências do seu desenvolvimento irregular e assimétrico estão a agravar a situação económica e social em numerosos países. As revoltas no mundo árabe são também expressão deste fenómeno, que tende a conferir igualmente maior débito aos fluxos migratórios. A este respeito, a União Europeia tem frequentemente um discurso hipócrita, desenvolvendo uma política de dois pesos e duas medidas. Por um lado, afirma defender os direitos humanos em países terceiros, não deixando até de ter deles uma visão instrumental quando se trata de atacar alguns desses países. Por outro lado, é conivente com a persistência de situações graves, como a que se verifica em Lampedusa, Itália.
Exigem-se medidas de prevenção destes fluxos migratórios, assentes numa genuína política de cooperação e de ajuda ao desenvolvimento, na solidariedade e na promoção da paz, incluindo a resolução pacífica de conflitos, o que hoje não acontece.
Ilda Figueiredo (GUE/NGL), por escrito. − Sabemos que as guerras e os conflitos armados, as tensões étnicas, as violações sistemáticas dos direitos humanos – como a recusa em permitir que as pessoas pratiquem a sua religião –, as catástrofes naturais, a pobreza resultante da falta de estruturas económicas e democráticas adequadas são as principais causas dos fluxos migratórios.
Na situação actual, a situação tende a agravar-se com a crise que o capitalismo está a sofrer e com as suas consequências sociais, incluindo as revoltas nos países árabes.
Por isso, a União Europeia não pode continuar a sua política hipócrita de dois pesos e duas medidas, de afirmar defender direitos humanos em países terceiros, mas deixar que situações graves como a de Lampedusa persistam.
É preciso ter uma política de prevenção, de medidas de cooperação para o desenvolvimento com uma visão política mais abrangente que inclua sobretudo a solidariedade e a salvaguarda dos direitos humanos, o que hoje não acontece.
A Comissão Europeia e o próprio Parlamento Europeu dão geralmente prioridade aos seus interesses económicos e geoestratégicos e esquecem a solidariedade e os próprios Objectivos de Desenvolvimento do Milénio, aprovando directivas vergonhosas, como a Directiva do retorno.
Por isso, votámos contra este relatório, pese embora uma ou outra referência positiva.
Bruno Gollnisch (NI), par écrit. – J'aimerais apporter mon soutien aux habitants de Lampedusa confrontés à la surpopulation, à l'insécurité, à des problèmes d'approvisionnement et peut-être sanitaires, mais qui, aux yeux de ce Parlement, passent après les dizaines de milliers de clandestins qui s'échouent sur leurs côtes. J'aimerais également dire aux autorités italiennes que c'est vers l'Afrique et non l'Europe, que les bateaux qu'elles affrètent doivent rapatrier ces illégaux. Ces derniers viennent majoritairement de Tunisie, pays où se déroule, paraît-il, une formidable aventure démocratique à laquelle ils se doivent de participer. Nous ne pouvons continuer à accueillir tous ceux qui se sentent mal dans leur pays, parce qu'il y pleut... ou pas; parce que c'est une dictature... ou parce que ce n'en est plus une; parce qu'il est sous-développé, ou parce qu'il se développe! La principale raison qui pousse ces migrants est purement économique.
Nos politiques d'aide au développement doivent encourager la fixation des populations dans leur propre pays, et même être conditionnées à cela et au retour de leurs citoyens. Il n'y a pas, contrairement à ce que dit le rapporteur, un "droit" à émigrer. Mais il y a un droit absolu des populations européennes, celles au premier chef dont vous avez la charge, de dire "STOP" et d'être entendues.
Nathalie Griesbeck (ALDE), par écrit. – J'ai voté en faveur de ce rapport du Parlement Européen sur les "flux migratoires liés à l'instabilité: portée et rôle de la politique étrangère de l'Union européenne" et je souhaite insister sur certains éléments contenus dans ce rapport. Près de 24000 tunisiens sont arrivés sur l’île de Lampedusa et sur les côtes italiennes depuis la chute de Ben Ali, des milliers de Libyens fuient également leur pays en guerre depuis février. Une réponse européenne et une solidarité européenne sont absolument nécessaires face à cette situation humainement dramatique! Notre rapport appelle à un système de solidarité pour la réinstallation des réfugiés venus du Nord de l'Afrique. Notre rapport appelle l'application de "la clause de solidarité" entre les Etats européens en ce qui concerne les politiques de gestion des contrôles aux frontières, d’asile et d’immigration. Notre rapport demande aussi que le budget post 2013 comporte une disposition sur les fonds d'urgence pour une réponse rapide en matière d'immigration et asile en Europe. Autant d'éléments qui sont nécessaires dans une vraie politique européenne d'asile, que nous appelons de nos vœux depuis longtemps et qui doit être fondée sur les principes de cohérence, responsabilité, solidarité et respect des droits de l'Homme.
Sylvie Guillaume (S&D), par écrit. – J'ai voté en faveur de ce rapport d'initiative parce qu'il met l’accent sur les véritables causes des flux migratoires, à savoir l’instabilité politique, sociale et économique, le manque de sécurité, les répressions politiques, les violations des droits de l’Homme, mais aussi les changements climatiques. Ce rapport insiste aussi sur l’importance d’offrir aux pays d’origine des stratégies pérennes dans le cadre de la politique européenne de voisinage et de la politique de développement de l’Union européenne. En cela il s’oppose au mythe de l’immigration zéro en rappelant que la migration ne peut être arrêtée et que l’UE a besoin d’une immigration forte mais maîtrisée pour compenser le vieillissement de sa population et répondre à d’autres enjeux sociaux et économiques.
Ian Hudghton (Verts/ALE), in writing. − The Provera report deals with a number of important issues relating to migration and highlights the importance of human rights. Human rights have been at the heart of campaigns in Scotland and the UK to end the detention of children seeking asylum. The UK Government has vowed to end this obscenity – but to date they have fallen short.
Juozas Imbrasas (EFD), raštu. − Pritariau šiam dokumentui, kadangi nestabilumo įtakoti migracijos srautai yra ES iššūkis. Karai, ginkluoti konfliktai, įtampa tarp etninių grupių, nuolatiniai žmogaus teisių pažeidimai, pvz., uždraudimas išpažinti religiją, stichinės nelaimės, ekonominių ir demokratinių struktūrų trūkumas – tai pagrindinės šio tipo migracijos srautų priežastys. Šis reiškinys ypač kelia nerimą todėl, kad dėl jo gali kilti ar padidėti įtampa ne tik tarp kilmės ir paskirties šalių, bet ir tarp kilmės ir tranzito šalių. Norėdama veiksmingai išspręsti šį sunkumą ES privalo taikyti prevencijos politiką, naudodama tinkamiausias užsienio politikos priemones, siekdama tiesiogiai įveikti nestabilumo priežastis tam, kad emigracija taptų galimybe, o ne žūtbūtine būtinybe. Todėl reikia pradėti diskusijas siekiant geriau suvokti visus migracijos reiškinių aspektus bei jų struktūrines priežastis. Tai paskatintų ES nustatyti aiškią ir veiksmingą migracijos srautų iš kilmės ir tranzito šalių politiką ir nuspręsti, kaip ir kiek investuoti į šias šalis, siekiant kompensuoti jų vidinę demografinę ir socialinę įtampą, ir tokiu būdu prisidėti prie stabilumo sąlygų kūrimo.
Giovanni La Via (PPE), per iscritto. − Egregio Presidente, onorevoli colleghi, la proposta di risoluzione sottoposta oggi al voto dell'aula pone un'importante questione: definire il ruolo della politica estera dell'UE di fronte al problema, insieme tragico e delicato, dei flussi migratori. La sfida che l'Unione europea deve affrontare è determinata dalle evidenti instabilità di cui l'Africa del nord ed il Medio Oriente sono protagonisti. L'Europa deve saper cogliere questa sfida, al fine di evitare conseguenze negative, attraverso la previsione e la messa in campo di una politica di prevenzione, che intervenga sulle cause di instabilità economica e politica di questi paesi, proponendo soluzioni condivise che possano evitare o perlomeno attenuare la consistenza del fenomeno. Le risorse necessarie a questo fine sono però ingenti, motivo per il quale sarà necessario coinvolgere e coordinarsi con le altre grandi potenze. Quanto detto non può però prescindere dal dare pieno rispetto al principio di solidarietà. Con questa prospettiva l'Europa ha il dovere di rispondere in modo compatto e coeso, dimostrando in tal modo la scelta di attenzionare questa politica più che altre. Per questi motivi, perché convinto dell'importante segnale politico che l'Europa ha l'obbligo morale di dare nei confronti di questo problema, evitando di lasciare soli gli Stati, ho sostenuto mediante il mio voto la suddetta risoluzione.
Agnès Le Brun (PPE), par écrit. – Depuis le traité d'Amsterdam, l'Union européenne dispose de compétences très larges en matière de contrôle des flux migratoires. Cette compétence est aujourd'hui mise à contribution pour gérer l'afflux récent de réfugiés fuyant les troubles en Afrique du Nord, et notamment en Lybie. Ce "printemps arabe" est un fort symbole de liberté mais recouvre également une réalité plus dramatique, qui jette sur les routes (maritimes en l'occurrence) une grande quantité de civils désireux de trouver asile. La présente résolution lance ainsi un appel aux institutions européennes et internationales afin qu'elles prennent toute la mesure des conséquences que ces vastes mouvements de population entraînent. Je l'ai soutenue car, face à cette situation, chaque État ne peut agir seul, la concertation et la mise en commun doivent en guider la gestion. La nouvelle architecture de l'Union en matière de politique étrangère introduite par le traité de Lisbonne, et notamment la création du Service européen d'action extérieure, devrait également permettre une coordination plus efficace de l'action des États membres.
David Martin (S&D), in writing. − I voted for this report, which welcomes the Commission’s recent proposals on legal migration for non-asylum seekers, and urges it to develop further instruments to establish a common immigration policy, to manage economic migration with a view to promoting economic and social progress in receiving, transit and origin countries, and to enhance social cohesion by improving the integration of migrants. It emphasises the need for adequate information to be provided on possibilities for legal immigration to the EU, in order to prevent illegal migration, make better use of the EU schemes for legal immigration, clarify current prospects and opportunities within the EU and give the lie to the false promises made by traffickers, thereby limiting the profits generated for organised crime and human traffickers by the need for people to move. It calls on the Commission to foster protection measures for vulnerable groups and people (mainly women and children) who often become victims of trafficking and sexual exploitation, and urges it to build up information centres on possibilities for migration to the EU in third countries. It calls, however, for a balanced approach between promoting legal migration into the EU and ensuring that the EU has the capacity to receive and successfully integrate migrants;
Jean-Luc Mélenchon (GUE/NGL), par écrit. – Ce texte ne parvient pas à cacher la vérité, malgré le flot de bons sentiments répandu. L'UE s'inquiète de la chute des dictateurs qu'elle soutenait en échange d'une gestion des "flux migratoires" à ses frontières. L'idée d'une arrivée massive de réfugiés victimes de ces systèmes dictatoriaux ne l'inquiétait pas, et pour cause. C'est l'arrivée de la démocratie qui l'inquiète.
L'Europe aura pourtant besoin de 230 millions d'immigrant(e)s d'ici à 2030, c'est la Commission européenne elle même qui le dit. Ce texte prône, par ailleurs, l'application de sanctions aux États qui ne respecteront pas les principes inscrits dans les accords de libre-échange et ceux prônés par le FMI. À peine libérés du joug des despotes locaux, les tyrans de l'extérieur se rappellent au bon souvenir des révolutions arabes. Arrogant et brutal. Je vote contre.
Nuno Melo (PPE), por escrito. − Os fluxos migratórios decorrentes da instabilidade são um desafio para a União Europeia. As guerras e os conflitos armados, as tensões étnicas, as violações sistemáticas dos direitos humanos – como a recusa em permitir que as pessoas pratiquem a sua religião –, as catástrofes naturais e a falta de estruturas económicas e democráticas adequadas são as principais causas deste tipo de fluxo migratório. Este fenómeno é particularmente preocupante por poder causar ou exacerbar tensões, não só entre os países de origem e os países de destino, mas também entre os países de origem e os países de trânsito. A fim de responder a este desafio de forma eficaz, a União Europeia deve aplicar uma política de prevenção, utilizando os instrumentos de política externa mais apropriados com vista a abordar directamente as causas da instabilidade, fazendo com que a emigração se torne uma oportunidade, em vez de ser uma necessidade desesperada.
Willy Meyer (GUE/NGL), por escrito. − He votado en contra del Informe Provera sobre flujos migratorios provocados por la inestabilidad: ámbito de aplicación y papel de la política exterior de la UE porque repudio la política migratoria de la Unión Europea, la política de la “Europa Fortaleza” con fronteras de acero para hombres y mujeres y en cambio fronteras de humo para el capital. Este informe respalda la política migratoria europea no basada en el reconocimiento de que la emigración es un derecho, no un delito, y que no garantiza un principio sagrado: la petición de asilo. La hipocresía de la UE es abominable: criminaliza al inmigrante sin papeles. Se utiliza la mano de obra clandestina en el proceso de acumulación rápida del capital, atentando directamente contra el carácter universal de los derechos humanos. La UE, que sólo puede existir a través de inmigración económica, hace gala de un gran cinismo. Lo que ocurre en el norte de África pone en evidencia esta Europa fortaleza. Frontex, no tiene que ver con la solidaridad y cooperación para ayudar a los pueblos contra las dictaduras (Ben Ali, Mubarak, Gadafi): cuando miles de africanos llegan a Europa huyendo de la represión y de la guerra la UE los encarcela.
Alexander Mirsky (S&D), in writing. − Migration flows arising as a result of instability constitute a challenge for the EU. Wars and military conflicts, ethnic tensions, systematic violation of human rights – such as a prohibition to exercise one’s religion, natural disasters, lack of economic and democratic structure are among the causes of such migration flows. This phenomenon is of great concern since it may not only increase and strengthen tensions between the country of origin and country of destination but also between the country of origin and a country of transition. In order to address the challenge efficiently, the EU should conduct preventive policy by any appropriate means of foreign policy intended to deal with causes of instability so that emigration becomes an opportunity not a necessity. In the long term, the EU may undertake effective actions for optimisation of the use of its own financial instruments and existing institutional structures. The measures proposed in the report are not sufficient and are too declarative. A precise and specific financial economic plan is necessary. Otherwise, Europe will choke as a result of the wave of illegal migration. As a first step on the way to resolving this problem, the report is very useful.
Andreas Mölzer (NI), schriftlich. − Aufgrund der anhaltenden Migrationsströme in Europa erscheint es umso wichtiger, gegen eine Legalisierung von Wirtschaftsflüchtlingen aufzutreten. Es ist wichtig, Entwicklungsländer dahingehend zu fördern, damit diese Menschen in ihren Ländern bleiben. Es nützt nichts, Menschen aus Entwicklungsländern in den Arbeitsmarkt einwandern zu lassen, zumal die Arbeitslosenrate des Euro-Raumes momentan bei 9,9 % liegt. Der Bericht von Herrn Provera war ursprünglich sehr gut und ausgewogen, ist aber durch diverse Änderungsanträge leider in die falsche Richtung abgeändert worden. Deswegen habe ich dagegen gestimmt.
Rolandas Paksas (EFD), raštu. − Balsavau už šią rezoliuciją, kadangi po neramumų arabų šalyse, kai migracijos srautai ypač suaktyvėjo, labai svarbu, kad visoje ES funkcionuotų bendra migracijos politika. Atsižvelgiant į tai, kad migracijos negalima sustabdyti, ypatingas vaidmuo šioje srityje tenka užsienio politikai. Padidėję migracijos srautai labiausiai paveikia valstybes, esančias prie ES išorės sienų. Dėl to turime dėti visas pastangas, kad ES mastu būtų sukurta bendra ES migracijos politika tam, kad migracijos srautai būtų optimaliai valdomi ir kontroliuojami. Tik dedant bendras pastangas nuo neigiamų pasekmių bus apsaugota valstybių, į kurias plūsta didžiausi migrantų srautai, ekonomikos augimas, darbo rinkų tvarumas ir vystymosi perspektyvos. Tai bus efektyvi priemonė siekiant užkirsti kelią neteisėtai migracijai, organizuotam nusikalstamumui bei prekybai žmonėmis. ES turi dėti visas pastangas, kad būtų skatinama teisėta migracija ir efektyviai kovojama su neteisėta migracija. Labai svarbu, kad teisėtos migracijos sistema būtų kuriama atsižvelgiant į Europos darbo rinkos poreikius, įvertinus kiekvienos valstybės narės galimybes priimti ir integruoti migrantus.
Legalūs migrantai Europos Sąjungos šalyse turi turėti tokias pačias teises ir pareigas, kaip ir kiti darbuotojai. Be to, labai svarbu, kad kiekvienoje šalyje būtų mažinamas protų nutekėjimas ir kvalifikuotų specialistų išvykimas. Tam tikslui reikia diegti paramos grįžtantiems programas, skatinti apykaitinę migraciją, reguliuoti įdarbinimo praktiką, remti kompetencijos ugdymą.
Alfredo Pallone (PPE), per iscritto. − Cari colleghi, ho votato a favore della relazione del collega Provera in rispetto ad uno dei principi fondanti dell'Unione, il principio di solidarietà tra i popoli. La situazione attuale, viste le crisi politiche nel nord Africa e la lenta o del tutto assente risposta della politica europea sui flussi migratori, è grave e problematica tanto che ritengo vada affrontata con tempestività. La richiesta al Consiglio, con l'approvazione di questo testo, di dare piena attuazione alla clausola di solidarietà con un piano d'azione concreto e oneri ripartiti tra gli Stati membri non può e non deve essere ignorata. Il testo nello specifico auspica norme minime per la concessione della protezione temporanea degli immigrati e misure dirette a dividere responsabilità e sforzi tra gli Stati membri che, come l'Italia, accolgono gli immigrati responsabilmente subendone unilateralmente le conseguenze.
Γεώργιος Παπανικολάου (PPE), γραπτώς. – Είναι σημαντικό ότι σε ευρωπαϊκό επίπεδο συνδέουμε τη διάσταση της αυξανόμενης πίεσης των μεταναστευτικών ροών με την εξωτερική πολιτική της Ε.Ε. Οι ευρωπαϊκές πρωτοβουλίες μπορούν να συνδράμουν τις πολιτικά ασταθείς χώρες της Βορείου Αφρικής από όπου προέρχεται μεγάλος αριθμός παράνομων μεταναστών. Εργαλεία όπως τα προγράμματα αναπτυξιακής βοήθειας και συνεργασίας καθώς και οι συμφωνίες επανεισδοχής μπορούν και πρέπει να αξιοποιηθούν πλήρως. Είναι σαφές πως το επόμενο χρονικό διάστημα τα ζητήματα αυτά είναι ιδιαίτερα κρίσιμα, τόσο για την Ελλάδα. όσο και για τις υπόλοιπες χώρες της Ε.Ε. και για τον λόγο αυτό υπερψήφισα την συγκεκριμένη έκθεση.
Maria do Céu Patrão Neves (PPE), por escrito. − Os fluxos migratórios decorrentes da instabilidade são actualmente um grande desafio para a UE. Eles decorrem de guerras, conflitos armados, tensões étnicas, violações dos direitos humanos – como a recusa em permitir que as pessoas pratiquem a sua religião –, de catástrofes naturais e da falta de estruturas económicas e democráticas adequadas. Trata-se de um fenómeno em crescimento que origina tensões, não só entre os países de origem e os países de destino, mas também entre os países de origem e os países de trânsito. Com o presente relatório estabelecem-se um conjunto de recomendações com vista a permitir que a UE responda de forma eficaz a este desafio. Destaco, entre outras medidas, a adopção de uma política de prevenção, com vista a abordar directamente as causas da instabilidade, fazendo com que a emigração se torne uma oportunidade, em vez de ser uma necessidade desesperada e a cooperação para o desenvolvimento como uma visão política mais abrangente que inclua a segurança, a cooperação regional, os acordos bilaterais com os países de origem e de trânsito. Estes objectivos devem ser prosseguidos em simultâneo com os Objectivos de Desenvolvimento do Milénio que estão intimamente ligados à estabilidade política e devem enquadrar todo o processo.
Aldo Patriciello (PPE), per iscritto. − Care colleghe e cari colleghi, i flussi migratori causati dall'instabilità sono la conseguenza indiretta di violazioni dei diritti umani, di disastri ambientali e della mancanza di strutture economiche e sociali in grado di assicurare il benessere di ampi strati della società. Essi rappresentano una sfida per l'UE, per gli sforzi che essi richiamano sia in termini di cooperazione allo sviluppo che in termini di prevenzione di tensioni sociali, le quali vengono spesso a crearsi non solo tra i paesi d'origine e quelli di destinazione, ma anche tra i paesi d'origine e quelli di transito dei migranti. Tale sfida necessita di risposte concrete dell'UE, volte ad affrontare, oltre alla dimensione della cooperazione allo sviluppo, anche quella della politica estera, mettendo in campo, sia al livello regionale che globale, misure di carattere preventivo nell'ambito della sicurezza, della cooperazione regionale, degli accordi bilaterali con i paesi d'origine e di transito, della tutela dei diritti umani e della democratizzazione, che facciano uso di tutti gli strumenti di politica estera a disposizione. Essendo fermamente convinto dell'importanza per l'UE di intervenire direttamente sulle cause delle instabilità, e di farlo migliorando l'utilizzo degli strumenti a disposizione, non posso che esprimere il mio voto favorevole alla proposta.
Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), in writing. − Migration flows arising from instability are a challenge for the European Union. Wars and armed conflicts, ethnic tension, systematic violations of human rights – such as the refusal to allow people to practise their religious faith – natural disasters and the lack of proper economic and democratic structures are the main causes of this type of migration flow.
This phenomenon is particularly worrying because it may give rise to or exacerbate tensions, not only between countries of origin and countries of destination, but also between countries of origin and transit countries. In order to meet this challenge effectively, the European Union must implement a policy of prevention, employing the most appropriate foreign policy instruments with a view to addressing the causes of instability directly, so that emigration becomes an opportunity, not a desperate necessity.
A European policy on regulating migration should combine development cooperation measures with a more comprehensive political vision encompassing security, regional cooperation, bilateral agreements with countries of origin and transit countries, the safeguarding of human rights and democratisation.
Licia Ronzulli (PPE), per iscritto. − La gestione dei flussi migratori causati dall'instabilità politica rappresenta una sfida fondamentale per l'UE. Guerre e conflitti armati, tensioni etniche, violazioni sistematiche dei diritti umani, disastri naturali e l'assenza di valide strutture economiche e democratiche sono le cause principali di questi flussi.
Ritengo necessario fin d'ora attuare una politica di prevenzione, mettendo in campo gli strumenti più appropriati per intervenire sulle cause delle instabilità. La politica estera europea dovrebbe concentrarsi sulle fonti dell'instabilità e sulle difficoltà strutturali nei paesi d'origine. Ritengo che questo testo rappresenti per l'UE uno strumento in più per delineare una politica coerente ed efficace sul fenomeno dei flussi migratori, indirizzando le scelte sulla strada più opportuna per ricostituire condizioni di stabilità politica, economica e sociale.
Oreste Rossi (EFD), per iscritto. − Sulla relazione in oggetto la mia posizione è fortemente contraria. Il motto "Uniti nella diversità" prevede che ognuno sia padrone a casa propria e non può e non deve essere l'UE che ci impone di accettare ospiti sgraditi. Vedersi negare il diritto di respingere al paese di origine i clandestini va contro ogni regola di buon senso. Se non si rispetta la legalità, si rischia l'invasione di milioni di disperati in fuga. Bisogna aiutare chi soffre ma a casa loro, impedendo il traffico di esseri umani.
Rigetto fortemente l'accusa all'Europa di razzismo e xenofobia perché sono stanco di assistere agli scioperi dei tunisini illegali perché non vengono dati loro i soldi per comperare le sigarette, al rifiuto di mangiare cibo contenente tonno perché sa di pesce, alla pretesa di ricevere, una volta sbarcati in Italia, casa e lavoro, ovviamente gratis, alla faccia dei disoccupati e dei poveri che nel nostro paese vivono da sempre.
Si sprecano i complimenti all'Alto rappresentante baronessa Ashton che in realtà non ha saputo minimamente gestire l'attuale situazione di crisi del Maghreb. Ciliegina sulla torta, il considerare perseguitati o con pochi diritti, e quindi degni di particolari attenzioni, lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e transgender.
Νικόλαος Σαλαβράκος (EFD), γραπτώς. – Υπερψήφισα την έκθεση του κυρίου Provera καθώς θεωρώ ότι η εισήγησή του αντιμετωπίζει ρεαλιστικά το πρόβλημα. η δε πρότασή του για επιμερισμό του βάρους της μετανάστευσης κρίνεται αναγκαία. Το θέμα της μετανάστευσης είναι δύσκολο να λυθεί, αλλά μπορούμε, ωστόσο, με σωστούς χειρισμούς να το διαχειριστούμε. Δεν είναι δυνατόν το πρόβλημα να το επωμίζονται κυρίως η Ελλάδα, η Ιταλία και η Ισπανία. Επισημαίνω ότι, από τον Ιανουάριο, 23.000 μετανάστες έχουν περάσει στην Ιταλία. Ιδιαίτερα, μετά τις εξελίξεις στην Βόρειο Αφρική και στον Αραβικό κόσμο, πρέπει να κοιτάξουμε να βρούμε μια ευρωπαϊκή στρατηγική για την αντιμετώπιση του προβλήματος της μετανάστευσης ώστε να μην αφήνονται τα κράτη μέλη στην τύχη τους και, παράλληλα, να μην γίνεται εκμετάλλευση των δύστυχων ανθρώπων που αναγκάζονται να μεταναστεύσουν, αλλά και των πολιτών της Ευρώπης που υφίστανται αυτό το βάρος.
Bart Staes (Verts/ALE), schriftelijk. − Deze resolutie heeft de verdienste het debat over het migratiebeleid van de Unie weer aan te zwengelen, al had de tekst concreter en sterker gemogen. Net nu de situatie in Noord-Afrika grote migratiestromen op gang brengt, schiet de EU tekort door geen duidelijke verantwoordelijkheid op te nemen. Frontex kan niet het enige instrument zijn bij de aanpak van de vluchtelingencrisis. Europa moet ook dringend een actieplan voor de lastenverdeling ontwikkelen om te helpen bij het hervestigen van vluchtelingen uit de regio en om steun te bieden aan ontheemden. Ik betreur het feit dat in de huidige omstandigheden het opschorten van de overeenkomst inzake samenwerking tussen de EU en Libië blijkbaar de enig beschikbare optie was. Niet het verscherpen van de grenscontroles aan de Unie moet de eerste bekommernis zijn in dergelijke akkoorden maar het toezicht op de bekrachtiging en naleving van het Verdrag van Genève. Ik hoop dat de resolutie een eerste stap is op weg naar een meer globale aanpak van de vluchtelingenproblematiek, opdat mensen op een meer humane manier benaderd worden.
Michèle Striffler (PPE), par écrit. – J'ai voté en faveur du rapport Provera sur les "flux migratoires liés à l'instabilité: portée et rôle de la politique étrangère de l'Union européenne". En effet, une coordination entre la politique étrangère et la politique en matière d'immigration est indispensable. Il faut se concentrer sur les causes profondes de l'instabilité de certaines régions du monde et gérer efficacement les flux migratoires. En effet, une politique de gestion des flux migratoires doit se combiner efficacement avec la politique européenne de coopération au développement, en prenant en compte les aspects de la sécurité, de la coopération régionale dans les pays du Sud et des accords de coopération avec les pays d'origine et de transit. Concernant la place centrale de certains pays tiers dans cette politique, je suis persuadée que la signature d'accords de coopération entre ces États et l'Union européenne est absolument primordiale afin de combattre l'immigration illégale. À cet égard, il est nécessaire de restaurer l'accord de coopération entre la Libye et l'Union européenne – qui est, pour l'heure, suspendu.
Νίκη Τζαβέλα (EFD), γραπτώς. – Η οικονομική ύφεση και η πολιτική αστάθεια που επικρατεί σε αρκετές χώρες έχουν συμβάλει στην αύξηση των μεταναστευτικών ρευμάτων, γεγονός που συνιστά πρόκληση για την ΕΕ. Στην συγκεκριμένη έκθεση, τα προτεινόμενα μέτρα θα βοηθήσουν στην αντιμετώπιση του φαινομένου αυτού, που τρομοκρατεί άμεσα τις χώρες οι οποίες βρίσκονται στα σύνορα της ΕΕ και, έμμεσα, ολόκληρη την ΕΕ. Ένα από τα μέτρα αυτά είναι η ανάπτυξη ενός μόνιμου συστήματος παρακολούθησης των δραστηριοτήτων και επιχειρήσεων της FRONTEX, οι οποίες θα πρέπει να χαρακτηρίζονται από διάρκεια και σταθερότητα, σχετικά με την διαχείριση των μεταναστευτικών ρευμάτων. Για τους παραπάνω λόγους, ψήφισα θετικά στην έκθεση του κ. Provera.
Dominique Vlasto (PPE), par écrit. – Je me félicite de l'adoption de cette résolution équilibrée qui avance des pistes pour répondre aux défis aux pressions migratoires auxquelles l'Europe fait face. Il m'apparaît essentiel de créer des synergies entre la politique migratoire et la politique d'aide au développement de l'Union. Derrière les phénomènes de migration se cachent des drames humains et une partie de la solution se trouve dans une politique d'aide en faveur des pays tiers, qui contribue à leur développement et à leur stabilité. C'est une problématique que la Politique Européenne de Voisinage doit également prendre en considération. Une réponse à l'échelle de l'Union m'apparaît urgente et j'appelle les Etats membres et la Commission à mobiliser des outils et des moyens adaptés pour y faire face, notamment en renforçant les moyens et le rôle de FRONTEX. Cela passe également par une assistance adéquate au profit des régions et des villes du littoral méditerranéen qui auront à parer à l'urgence humanitaire que cette arrivée d'immigrés va créer, à garantir le maintien de l'ordre et à favoriser l'intégration des migrants légaux. La solidarité européenne doit, à mon sens, jouer pleinement entre les Etats membres et à l'égard des pays tiers.
Angelika Werthmann (NI), schriftlich. − Ich habe für diesen Bericht gestimmt. Wie darin hervorgehoben wird, führen die derzeitigen Migrationsströme zu teilweise massiven Spannungen zwischen Herkunfts- und Aufnahmeländern, mit den Transitländern und auch innerhalb der Aufnahmeländer. Als präventive Maßnahme schlägt Kollege Provera vor, die Ursache für Migration an der Wurzel zu fassen und den Mangel an demokratischer und wirtschaftlicher Stabilität in den Aufnahmeländern in die europäische Außenpolitik aufzunehmen. Das Europäische Parlament hat mehrfach in verschiedenen Berichten im Bereich Entwicklungspolitik die Kommission und speziell Lady Ashton aufgefordert, die Menschenrechtssituation in allen Verhandlungen zum Thema zu machen und ausschließlich in diesem Paket Unterstützungen und Handelserleichterungen zu gewähren. Diese Forderung sei an dieser Stelle noch einmal bekräftigt.
Laima Liucija Andrikienė (PPE), raštu. − Balsavau už šią rezoliuciją dėl moterų vaidmens žemės ūkyje ir kaimo vietovėse, kadangi šiuolaikinėje visuomenėje moterys, atsižvelgiant į jų individualius šeiminius ir profesinius įsipareigojimus, atlieka daugialypį vaidmenį, tuo būdu labai prisidėdamos prie pažangos ir naujovių visuose visuomeniniuose lygmenyse bei gyvenimo kokybės pagerinimo, visų pirma kaimo vietovėse. Deja, moterų skaičius kaimo vietovėse mažėja. Todėl siekiant užtikrinti stabilią gyventojų, dirbančių žemės ūkyje, padėtį ir įgyvendinant kaimo plėtros politiką reikia daugiau dėmesio skirti naujoviškų ir tvarių gyvenimo ir darbo kaimo vietovėse sąlygų sukūrimui. Pritariu pranešėjos nuomonei, jog reikia skatinti moterų verslumą ir iniciatyvas, ypač skatinti moterų nuosavybės teises, moterų verslininkių tinklus ir sudaryti tokias finansinio sektoriaus sąlygas, kad kaimo vietovių moterys verslininkės galėtų lengviau pasinaudoti investicijomis ir kreditais ir taip joms būtų suteikta daugiau galimybių veikti rinkoje ir plėtoti stabiliai gyventi leidžiantį verslą. Taip pat svarbu remti politines pastangas, kuriomis siekiama stiprinti moterų vaidmenį žemės ūkyje ir sudaryti joms daugiau galimybių vykdyti žemės ūkio veiklą. Siekiant skatinti moteris kurtis kaimo vietovėse ir užsiimti veikla žemės ūkio sektoriuje, reikia joms suteikti geresnę prieigą prie žemės ir kreditų.
Roberta Angelilli (PPE), per iscritto. − Signor Presidente, sostengo con piacere la relazione della collega Jeggle, in quanto focalizza l'attenzione su quel 42% di donne che vivono nelle zone rurali e che svolgono una funzione indispensabile ai fini dello sviluppo di queste aree, nonché alla loro stabilizzazione e modernizzazione, sviluppando nuove forme imprenditoriali. Grazie al loro impegno, queste donne hanno dimostrato di poter contribuire all'evoluzione dei tradizionali modi di vivere e produrre nelle campagne, creando delle attività economiche capaci di offrire occupazione e che consentono di conciliare gli obblighi familiari con l'attività lavorativa.
Con l'obiettivo di garantire condizioni di vita equivalenti in tutte le regioni e di evitare lo sviluppo unilaterale dei centri urbani, è necessario dotare tutto lo spazio rurale delle più moderne infrastrutture IT, con un accesso adeguato alla banda larga, e sviluppare imprese elettroniche come l'e-business che consentano di gestire l'attività economica a prescindere dalla distanza dai centri urbani.
Si dovrà altresì migliorare la formazione delle donne e l'accesso agevolato al credito a sostegno dell' imprenditorialità femminile. Le politiche di protezione sociale che verranno intraprese, dovranno anche tener conto delle condizioni di vita delle donne migranti impiegate come lavoratrici stagionali nelle aziende agricole, con particolare riferimento alla necessità di garantire ad esse un alloggio adeguato, l'assicurazione medica e adeguati servizi sanitari.
Elena Oana Antonescu (PPE), în scris. − Respectarea principiului egalităţii de gen este o cerinţă esenţială în cadrul strategiei Europa 2020 şi ar trebui promovată în vederea creşterii numărului de femei în cadrul activităţilor economice şi sociale şi a egalităţii drepturilor femeilor şi bărbaţilor în cadrul sectorului agricol în special. Consider că este important să subliniez rolul pe care îl joacă femeile în exploataţiile agricole şi în zonele rurale. Prin urmare, politicile de susţinere trebuie să reflecte mai mult decât până acum rolul important, nevoile şi situaţia femeilor din mediul rural. Încurajez statele membre să creeze stimulente în mediul rural pentru promovarea femeilor ca producătoare sau ca antreprenoare, participarea lor la procesul politic, inclusiv reprezentarea în consiliul director al instituţiilor, pentru a sprijini egalitatea de roluri între femei şi bărbaţi.
Am votat în favoarea acestui raport care contribuie la lupta împotriva excluderii sociale din zonele rurale. Politicile de dezvoltare rurală au misiunea esenţială de a asigura egalitate de drepturi între femei şi bărbaţi, condiţii de viaţă echivalente în toate regiunile, evitând o dezvoltare unilaterală a zonelor urbane foarte populate, astfel încât satele să nu mai fie părăsite în masă.
Liam Aylward (ALDE), i scríbhinn. − Ós rud é gur mná iad 42% dóibh siúd atá bainteach le hearnáil na talmhaíochta, is léir go bhfuil ról tábhachtach ag mná i gceantair tuaithe agus i ngnó na feirme. Ní foláir aitheantas agus tacaíocht a thabhairt do mhná agus don mhéid atá á dhéanamh acu i gcúrsaí talmhaíochta agus i saol na tuaithe agus, chuige sin, tacaím leis an dtuarascáil thábhachtach seo. Ní mór aitheantas mar is cóir i mbeartais talmhaíochta an AE amach anseo a thabhairt do ról na mban. Tacaím lena bhfuil sa tuarascáil maidir le sár-obair ghréasáin na mban ó thaobh ceantair tuaithe a spreagadh agus comhionannas agus iniamh sóisialta faoin tuath a chur chun cinn. Ní mór breis tacaíochta pholaitiúla a thabhairt dóibh ar leibhéal áitiúil, náisiúnta agus Eorpach. In Éirinn, mar shampla, is eagraíocht thábhachtach láidir i gceantair tuaithe í Bantracht na Tuaithe, a chéiliúraigh 100 bliain ar an bhfód le déanaí, a bhfuil thart ar 11 000 ball aici agus atá ag tabhairt tacaíochta do mhná na tuaithe le tamall fada anuas. Ní mór tacaíocht mar is ceart a thabhairt do na heagraíochtaí áitiúla sin agus iad a bheith san áireamh i mbeartais talmhaíochta an AE amach anseo.
Regina Bastos (PPE), por escrito. − A importância das mulheres no sector agrícola e no meio rural tem vindo a assumir cada vez mais importância. Nos últimos anos verificou-se que o apoio concedido às mulheres e aos seus projectos permitiu efectuar importantes avanços que resultaram num maior desenvolvimento do conjunto da sociedade rural.
As mulheres têm contribuído para o progresso dos modelos económicos e dos estilos de vida tradicionais no meio rural, contribuindo ao mesmo tempo para a estabilização e modernização destes modelos empresariais e, por conseguinte, para o desenvolvimento sustentável das zonas rurais. Também nas zonas rurais, as mulheres aspiram a realizar os seus projectos de vida, a assegurar a sua independência económica e a fazer frente aos desafios familiares.
Nesse sentido o presente relatório, que apoiei, defende a necessidade de se prestar mais atenção aos múltiplos interesses das mulheres, às suas competências e objectivos alcançados, para que a actividade agrícola continue a atrair as mulheres. Proporcionar que nas zonas rurais os homens e as mulheres possam ter êxito e boas perspectivas de vida deve ser o objectivo principal da política europeia a favor do espaço rural.
George Becali (NI), în scris. − Problema femeilor din mediul rural este actuală şi reală pentru Uniune. Este însă foarte acută şi urgentă pentru unele state membre noi, cum ar fi şi România, în care ponderea zonelor rurale este foarte ridicată, cu o rată a ocupării extrem de scăzută. Avem nevoie de o abordare adecvată şi care să aibă susţinere financiară în viitoarea PAC pentru a obţine rezultate în crearea unor condiţii de viaţă atractive pentru femeile şi bărbaţii din aceste zone. Sunt de acord cu ideea formulată de doamna Jeggle privind o reţea europeană a femeilor din mediul rural, susţinută şi ca urmare a măsurilor din pilonul II al PAC, dar şi cu ideea că reforma PAC ar trebui să acorde prioritate accesului femeilor din zonele rurale la servicii şi ajutoare, conforme cu nevoile fiecărui stat membru.
Sergio Berlato (PPE), per iscritto. − Signor Presidente, onorevoli colleghi, la relazione oggi in discussione è di particolare importanza in quanto si focalizza sui principali punti su cui lavorare al fine di ottenere un efficiente contributo delle donne allo sviluppo delle aree rurali, mirando nel contempo a favorire prospettive occupazionali nel contesto della nuova politica agricola comune.
A mio avviso, il ruolo svolto dalle donne nelle imprese agricole e negli ambienti rurali rappresenta un fattore di rilievo nell'ambito delle politiche di sviluppo territoriali. Infatti, uno dei principali obiettivi della politica europea per le aree rurali è di garantire condizioni di vita equivalenti in tutte le regioni in modo tale che, anche nelle campagne, donne e uomini abbiano la possibilità di cogliere delle opportunità di realizzazione.
Nella fase attuale di elaborazione della PAC diviene fondamentale tenere in considerazione le necessità delle donne che vivono nelle aree rurali e, allo stesso tempo, impiegare le loro potenzialità. Ritengo che, nell'ottica di una visione proiettata al futuro, occorrerà impegnarsi maggiormente nella direzione di un utilizzo sostenibile delle zone rurali che sia efficiente sotto il duplice profilo energetico e della qualità. Inoltre, sarà necessario un maggiore impegno da parte di tutti gli attori coinvolti nel processo di riforma della politica agricola.
Слави Бинев (NI), в писмена форма. − Целта на общата селскостопанска политика е висококачествено и устойчиво развитие на селските райони. Гласувам "за" текста, тъй като смятам, че жените имат много важна роля в съвременното общество. През последните години стана ясно, че голяма част от проектите в селскостопанските райони, биха били немислими без дейното участие на жените. Считам също, че условията на живот трябва да бъдат подобрени в селските райони и това може да стане чрез увеличаване на достъпа до инфраструктурата, структурите и услугите за ежедневието. Трябва да се даде възможност на жените да балансират своя семеен и професионален живот и да се съхранят общностите в селата. Жените трябва да имат достъп до службите, институциите и структурите за подпомагане, а също така трябва да се засили тяхната роля в процеса на вземане на решения.
Mara Bizzotto (EFD), per iscritto. − Tenuto conto che il rischio di esclusione sociale nelle zone rurali è maggiore per le donne rispetto agli uomini e valutata l´importanza dell'argomento, sostengo con entusiasmo ed un voto favorevole questa risoluzione che, concentrandosi sul ruolo delle donne nell´agricoltura, chiede non soltanto che si tenga maggiormente conto delle competenze professionali, agricole ed extra agricole, delle donne nel contesto delle strategie di sviluppo aziendali e regionali, ma anche che si prevedano incentivi per la promozione del loro coinvolgimento nel mercato, eliminando ogni tipo di discriminazione e migliorandone la formazione e l'accesso a corsi post-laurea e specialistici.
Vilija Blinkevičiūtė (S&D), raštu. − Balsavau už šį pranešimą, nes manau, kad regionų vystymasis šiandien tampa ypač aktualiu klausimu, kuomet dėl kintančių visuomenės bei socialinių struktūrų, vertybių bei didėjančios individualizacijos kaimo vietovės yra vis rečiau apgyvendinamos. Visiškai sutinku, jog viena iš svarbių priemonių, kuri įgalintų pakeisti šią ryškėjančią urbanizacijos tendenciją, yra tinkamų gyvenimo ir darbo sąlygų kaimo vietovėse sukūrimas. Patirtis rodo, kad gyvenimo kokybė ir ekonominė galia kaimo vietovėse yra glaudžiai susijusi būtent su moterimis ir jų atliekamu vaidmeniu ūkiuose. Dėl to itin svarbu imtis pranešime siūlomų priemonių, kurios įgalintų moteris įgyvendinti savo gyvenimo planus, būti ekonomiškai nepriklausomas bei įveikti su šeima susijusias užduotis taip pat sėkmingai, kaip jos šiandien tai gali padaryti miestuose. Kaip tokios priemonės pranešime įvardijami ir toliau teikiamas bei plečiamas moterų švietimas, konsultavimas specifiniais su žemės ūkiu susijusiais klausimais, ES paramos žemės ūkiui bei verslui kaimo vietovėse tęstinumas, būtinosios infrastruktūros, taip pat ir IT infrastruktūros plėtra, galimybė pasinaudoti ankstyvu išėjimu į pensiją ir daugelis kitų priemonių.
Vito Bonsignore (PPE), per iscritto. − Mi complimento con la collega e relatrice Jeggle per il lavoro svolto, attraverso cui è stato possibile apprezzare pubblicamente in quest'Aula il ruolo "multifunzionale" della donna nel settore agricolo. Questo ruolo non è ancora adeguatamente riconosciuto, nonostante il 42% di circa 27 milioni di lavoratori impiegati nel settore sia rappresentato da donne e quasi il 29% delle aziende agricole sia gestito da una donna.
Ho votato a favore di questo documento perché condivido la necessità di riconoscere il ruolo specifico che le donne svolgono in agricoltura. Ritengo altresì doveroso che si individuino le esigenze specifiche delle donne nelle zone rurali e che a loro vadano adeguate le strategie future a partire dalla prossima riforma della PAC. L'Unione europea non può trascurare le aspirazioni professionali, familiari e sociali delle donne che vivono in ambienti rurali. Per permettere ciò è però opportuno, da parte delle Istituzioni europee, garantire adeguati servizi di sostegno e un'offerta innovativa che non sia orientata esclusivamente al mercato.
Condivido infine le proposte della relatrice sopratutto in merito a una migliore rappresentanza femminile negli organismi politici, economici e sociali del mondo agricolo.
Maria Da Graça Carvalho (PPE), por escrito. − Congratulo-me com a importância dada ao papel das mulheres pela Comissão no desenvolvimento das áreas rurais. O papel multifuncional das mulheres nos últimos anos é uma realidade à qual não podemos ficar indiferentes, tanto no plano económico, como no plano social. Isto aplica-se especialmente à agricultura, sector para o qual, nos últimos anos, as mulheres contribuíram significativamente, nomeadamente para a diversificação e adaptação ao mercado das explorações. Desta forma, e em conformidade com os objectivos da Política Agrícola Comum em prol de uma utilização mais sustentável das zonas rurais, acções devem ser feitas com vista à satisfação das necessidades e aspirações das mulheres nestas áreas. Para isso deve haver especial preocupação com a manutenção e desenvolvimento das infra-estruturas de apoio necessárias, sendo de especial relevo a importância dada à educação.
Nessa Childers (S&D), in writing. − Moves by the European Parliament today to support and strengthen the contribution of women to Europe’s vital agriculture sector are welcome. The ‘Women in Agriculture’ report was backed by a significant majority of MEPs and is a timely measure. Not many people realise that 42 % of those working regularly in the agricultural sector are women. I welcome this report.
Vasilica Viorica Dăncilă (S&D), în scris. − Având în vedere faptul că principiul egalității între sexe este promovat prin legislația europeană și reprezintă una dintre cerințele fundamentale ale Strategiei europene pentru anul 2020, consider oportună includerea acestui aspect în viitoarea politica agricolă comună, inclusiv prin utilizarea de noi instrumente care să promoveze acest principiu. Cred că viitoarea politica agricolă comună trebuie să fie o politică echitabilă, inclusiv pentru femei.
Edite Estrela (S&D), por escrito. − Votei favoravelmente este relatório por defender que a promoção da igualdade de género é um objectivo fundamental da UE e por considerar que este princípio deve ser incluído na PAC. É fundamental que o acesso das mulheres ao cultivo da terra e ao crédito agrícola seja facilitado. Este relatório também contribui para a promoção de um crescimento económico sustentável e do próprio desenvolvimento rural.
Göran Färm, Anna Hedh, Olle Ludvigsson, Marita Ulvskog och Åsa Westlund (S&D), skriftlig. − Vi röstade för betänkandet om kvinnors roll i jordbruket eftersom vi tycker att det är fundamentalt att bekämpa bristande jämställdhet i samhället. Betänkandet belyser även vikten av att det finns en fungerande infrastruktur och ett grundutbud av vissa tjänster, t.ex. bredband och barnomsorg, även på landsbygden och inte bara i städerna. Vi vill emellertid understryka att vi inte anser att jordbruket bör ha kvar samma andel av budgeten i nästa fleråriga budgetram, utan att jordbrukets totala andel tvärtom bör minska väsentligt.
Diogo Feio (PPE), por escrito. − Se defendemos uma aposta séria no sector agrícola - como é o meu caso - e que o desenvolvimento de actividade no mundo rural seja uma verdadeira opção de vida para as famílias, é imperioso garantir que quem faça essa escolha tenha acesso a condições - em termos de infra-estruturas de saúde, educação ou de apoio familiar - semelhantes àquelas que existem nos meios urbanos.
O desenvolvimento e a coesão social implicam que haja uma harmonia entre as zonas rurais e as zonas urbanas, não sendo as primeiras votadas ao esquecimento, sendo sistematicamente consideradas menos atractivas. Esta mudança de paradigma pode, naturalmente, passar pelo papel activo das mulheres nas comunidades agrícolas. Não tenho uma visão romântica e bucólica da fuga para o campo. Pelo contrário, sei que tal opção de vida representa custos e muitas vezes significa abandonar o acesso fácil a infra-estruturas essenciais para a vida moderna. É por isso que vejo com bons olhos as preocupações plasmadas neste Relatório no sentido de permitir, também no meio rural, uma aposta em infra-estruturas de qualidade no apoio às famílias, na educação, na saúde e nos transportes.
José Manuel Fernandes (PPE), por escrito. − A promoção da igualdade entre os sexos é um objectivo fundamental da UE e dos seus Estados-Membros. Este princípio deve ser incluído na PAC para promover o crescimento económico sustentável e o desenvolvimento rural; As explorações agrícolas, o turismo rural, a comercialização directa, os serviços sociais são pedras angulares de uma estrutura de aprovisionamento no meio rural e devem ser apoiadas de forma sustentável através da Política Agrícola Comum. Estes serviços devem ser promovidos através da PAC, a fim de proporcionarem às mulheres novas perspectivas e oportunidades de emprego remunerado, mas também para facilitar significativamente a conciliação da vida familiar com a vida profissional. É necessário combater o envelhecimento da população dos meios rurais e nesse sentido deve-se criar as condições para a fixação da população sendo de realçar a importância de zonas rurais vivas e dinâmicas e com uma população diversificada. Assinalo neste contexto, a importância de oportunidades de desenvolvimento e desafios adequados para as mulheres jovens É necessário apoiar e revitalizar o meio rural enquanto espaço económico e vital diversificado e abrangente, aproveitando sobretudo o papel fundamental, os conhecimentos especializados e as competências das mulheres.
João Ferreira (GUE/NGL), por escrito. − A resolução opõe-se à aprovação do projecto de regulamento proposto pela Comissão, relativo "à autorização e à recusa de autorização de determinadas alegações de saúde sobre os alimentos que referem a redução de um risco de doença ou o desenvolvimento e a saúde das crianças", por este não ser compatível com o objectivo e o conteúdo do Regulamento sobre alegações nutricionais e de saúde sobre os alimentos. O docosahexaenóico (DHA) existe no leite materno e contribui para o desenvolvimento visual normal de crianças até aos 12 meses de idade. Num quadro em que não há um consenso científico evidente sobre o efeito das fórmulas enriquecidas com DHA nos lactentes (seja dos leites em pó, seja de outros alimentos para lactentes), num ambiente biológico diferente do leite materno, entendemos que deverá ser adoptada uma postura preventiva e de precaução.
Assim, preocupa-nos a adopção da proposta de regulamento em causa, uma vez que contraria os requisitos no Regulamento (CE) n.º 1924/2006 onde refere, entre outros aspectos, "que as alegações devem ser cientificamente fundamentadas, tendo, para o efeito, em conta a totalidade dos dados científicos disponíveis".
Ilda Figueiredo (GUE/NGL), por escrito. − Todas as políticas da União Europeia e dos Estados-Membros devem ter em conta a promoção da igualdade e dos direitos das mulheres, bem como do combate às discriminações em função do sexo. Por isso, impõe-se que se dê particular importância à situação das mulheres na agricultura e no mundo rural cuja vida se ressente da profunda crise em que as políticas vigentes, como a PAC e outras, mergulharam o mundo rural.
As mulheres, que representam cerca de 42 % dos 26,7 milhões de pessoas que trabalham na agricultura, são particularmente afectadas pelo encerramento das centenas de milhares de pequenas e médias explorações agrícolas e pelo processo de destruição da agricultura familiar, que resultaram das sucessivas reformas da PAC. São também, tal como nas demais áreas de actividade, vítimas do desemprego, da precariedade laboral, dos baixos salários e da pobreza, o que é agravado pelas políticas anti-sociais impostas a pretexto da crise.
Daí que, mais do que palavras vazias de conteúdo, precisemos de uma ruptura com as políticas que geraram a actual situação. É preciso valorizar o papel das mulheres, os seus direitos, a igualdade, os serviços públicos nos meios rurais de saúde, ensino, oferta cultural e de lazer, equipamentos sociais…
(Declaração encurtada por força do artigo 170.º do Regimento)
Mathieu Grosch (PPE), schriftlich. − Dieser Bericht ist sehr zu unterstützen, da er auf die besondere Rolle der Frauen in bäuerlichen Betrieben und in ländlichen Gebieten aufmerksam macht und gleichzeitig Lösungen für bestehende Herausforderungen anbietet. Diese Lösungen tragen dazu bei, die Arbeits- und Lebenssituation im ländlichen Raum für Frauen attraktiver zu gestalten. Teil dieser Lösung sind ein bezahlbarer und erreichbarer Zugang zu unterstützenden Diensten, Versorgungseinrichtungen, wie Kindergärten, ambulante Pflegestationen etc. und die entsprechende Infrastruktur. Zudem ist vorgeschlagen, EU-Fördergelder einzusetzen, um die ländliche Lebensqualität zu steigern.
Unabdingbar ist zudem eine verstärkte Möglichkeit zur schulischen, beruflichen und akademischen Aus- und Weiterbildung, aber auch die Verbesserung der sozialen Absicherung von Frauen im ländlichen Raum. Dies wird nicht nur den Frauen in ländlichen Gebieten zugute kommen, sondern auch dem ländlichen Raum als integriertem Wirtschafts- und Lebensraum selbst eine nachhaltige Entwicklung bescheren.
Juozas Imbrasas (EFD), raštu. − Balsavau už šį dokumentą, kadangi labai svarbu atkreipti dėmesį į tai, kokį vaidmenį moterys atlieka ūkiuose ir kaimo vietovėse, ir visų pirma atsižvelgti į jo daugialypį pobūdį. Pagrindinis ES kaimo vietovėms skirtos politikos uždavinys – siekti vienodų gyvenimo sąlygų visuose regionuose ir stengtis išvengti vienpusio tankiai gyvenamų mieto vietovių vystymosi, kad moterys ir vyrai turėtų perspektyvų likti ir sėkmingai gyventi ir kaimo vietovėse. Siekiant, kad visų kartų moterys liktų gyventi kaimo vietovėse, ar siekiant paskatinti jas ten apsigyventi reikia, kad vykdant paramos politiką labiau nei anksčiau būtų atsižvelgiama į jų poreikius ir sąlygas. Tai padaryti modernios visuomenės sąlygomis galima tik naudojantis pagalbinėmis tarnybomis, aprūpinimo įstaigomis ir institucijomis, kurių kainos turi būti prieinamos ir kurių paslaugomis būtų galima pasinaudoti regionuose. Viena iš pagrindinių Europos paramos strategijų turėtų būti, kad ši pagalbinė struktūra būtų išlaikoma ir plėtojama moterims tinkamu būdu. Taigi, jau planuojant priemones, pvz., vaikų darželio statybą, ambulatorinės priežiūros įstaigos steigimą ar viešojo transporto plėtojimą, reikia nustatyti naujas koncepcijas ir į sprendimų priėmimo procesą įtraukti visų kartų moteris. Taip pat svarbus veiksnys užtikrinant gyvenimo ir darbo kokybę kaimo vietovėse ir toliau yra mokyklinis, profesinis ir akademinis švietimas ir tolesnis mokymasis.
Anneli Jäätteenmäki (ALDE), kirjallinen. − Arvoisa puhemies, naisten elämä maaseudulla on viime vuosikymmeninä muuttunut ja monipuolistunut. Perinteiset maaseudun työpaikat ovat vähentyneet. Samalla tilalle on tullut uusia elämänmuotoja, joissa esimerkiksi naisten tausta, koulutus ja asema työmarkkinoilla eroavat toisistaan hyvinkin paljon. Nämä muutokset on otettava paremmin huomioon myös unionin tukipolitiikassa, jotta maaseudun naisten työ- ja perhe-elämä voidaan paremmin sovittaa yhteen.
Naiset ovat koulutuksellaan ja ammattitaidoillaan edistäneet maaseudun perinteisten elinkeinojen kehittämistä viime vuosina. Monenlaiset muun muassa palveluihin ja maatilamatkailuun keskittyvät innovatiiviset maatalousyritykset ovat elävöittäneet maaseudun elinkeinorakennetta merkittävästi. Innovatiivisten maatalousyritysten perustamista ja kehittämistä on tuettava myös jatkossa.
Lopuksi haluaisin muistuttaa, että sukupuolten tasa-arvon edistäminen on yksi EU:n ja jäsenvaltioiden tärkeimmistä tavoitteista. Täten unionin yhteiseen maatalouspolitiikkaankin on sisällytettävä tasa-arvon edistämisen periaate.
Elisabeth Köstinger (PPE), schriftlich. − Mit dem Bericht will das Europäische Parlament die Lebens- und Arbeitsbedingungen für Frauen im ländlichen Raum verbessern und Chancen für deren Entfaltung schaffen. Kernpunkt der Forderungen ist es, die Infrastruktur auf dem Land weiter auszubauen, um Frauen neue Perspektiven und Erwerbschancen zu bieten. Auch die Vereinbarkeit von Familie und Beruf ist ein Thema, das die landwirtschaftliche Betriebsführung betrifft. Gleich wie die Berichterstatterin bin ich überzeugt davon, dass nur durch die aktive Förderung für den ländlichen Raum der Abwanderung von Frauen in die Städte entgegen gewirkt werden kann. Dazu braucht es auch in der Landwirtschaft bedarfsgerechte Möglichkeiten der Kinderbetreuung, eine auf Familien ausgerichtete Infrastruktur sowie den Zugang zu Internet und anderen Kommunikationstechnologien. Um eine Fülle an wichtigen Maßnahmen im ländlichen Raum umsetzen zu können sind in Zukunft ausreichende Finanzmittel für die Landwirtschaft und für die Entwicklung des ländlichen Raums nötig. Ich unterstütze die Forderung im Bericht, die Wichtigkeit hervorzuheben, dass bei den anstehenden Verhandlungen über den künftigen EU-Finanzrahmen der Anteil der Agrarausgaben am EU-Haushalt nicht gekürzt werden darf.
Giovanni La Via (PPE), per iscritto. − Signor Presidente, onorevoli colleghi, ho fortemente sostenuto questa relazione della collega Jeggle perché in essa ritrovo dei principi importanti che è necessario rimarcare e sostenere in futuro. Su un totale di circa 27 milioni di persone regolarmente occupate nell'agricoltura nell'UE, circa il 42% è rappresentato da donne mentre, secondo statistiche ufficiali, risulta che un'azienda agricola su cinque (intorno al 29%) è gestita direttamente da una donna. Su questi dati Vi invito a riflettere circa il grande contributo apportato dalle donne allo sviluppo di molte comunità locali, cui spesso segue una loro non proporzionata partecipazione ai processi decisionali. Questo è un limite da superare attraverso una politica di servizi che proprio attraverso la nuova Politica Agricola Comune (PAC) possa agevolare i processi di sviluppo e di animazione nel tessuto rurale di molte aree. Penso, in particolare, alla formazione, alla consulenza e alle iniziative di creazione di imprese che, nel quadro del secondo pilastro della PAC, potrebbero ancora essere potenziate e costituire il cardine per un significativo miglioramento delle condizioni di vita e delle donne, ma anche degli uomini, nelle zone rurali. Ritengo ciò alquanto strategico, anche in vista della realizzazione degli obiettivi della strategia EU2020, con particolare riferimento alle iniziative che puntano su innovazione, ricerca e sviluppo.
Elżbieta Katarzyna Łukacijewska (PPE), na piśmie. − Panie Przewodniczący, Szanowni Państwo! Głosowaliśmy dzisiaj w Strasburgu nad sprawozdaniem w sprawie roli kobiet w rolnictwie i na obszarach wiejskich. Sama pochodzę ze wsi, jestem mieszkanką wsi i był czas, kiedy ciężko pracowałam w gospodarstwie rodziców. Z pełną odpowiedzialnością mogę stwierdzić, że kobiety na wsi dzięki swojej ciężkiej pracy oraz determinacji mają wpływ nie tylko na rozwój i unowocześnienie gospodarstw, ale często na pobudzenie aktywności całej społeczności wiejskiej. Działając w kołach gospodyń wiejskich, pielęgnując tradycję i rodzinne obyczaje, a także z sukcesem wdrażając nowe rozwiązania w dziedzinie prowadzenia gospodarstw rolnych stanowią grupą, którą należy wspierać, promować i podkreślać jej wartość. Dziękując wszystkim kobietom wiejskim, zarówno w Polsce jak i w całej Unii Europejskiej, za ich ciężką pracę i wkład w rozwój regionów, chciałabym poinformować, że głosowałam za sprawozdaniem pani Elisabeth Jeggle. Dziękuję.
David Martin (S&D), in writing. − I welcome this report’s recognition of the important role women play in agricultural production and the need to adapt certain policies and conditions to assist them. However, I do not believe this should be used as a justification to throw even more money at the CAP.
Barbara Matera (PPE), per iscritto. − Ho espresso il mio voto favorevole in quanto credo fortemente che si debba recuperare la centralità della donna lì dove il suo operato è fondamentale all'andamento o al recupero di quella economia locale che concorre alla crescita generale dei nostri paesi.
Il ruolo delle donne nel settore agricolo, infatti, ha subito forti cambiamenti negli ultimi decenni, divenendo sempre più multifunzionale. Per questo motivo, è necessario un intervento delle Istituzioni europee volto a evitare l'esodo delle donne dalle campagne o comunque volto a incentivare il ritorno di queste ultime alla vita rurale. Un sostegno alle donne e ai loro progetti permetterebbe di compiere passi avanti per lo sviluppo delle comunità rurali nel loro insieme.
Occorre offrire alle donne che operano nel settore agricolo la possibilità di realizzare i propri progetti di vita, rendendosi economicamente indipendenti, anche per far fronte alle responsabilità familiari. I posti di lavoro nell'agricoltura devono restare attrattivi per le donne in modo che possano inserirsi per eseguire le loro molteplici competenze professionali. In questo periodo di crisi finanziaria ed economica, risulta fondamentale offrire condizioni di lavoro equivalenti sia nelle campagne che nelle città, in modo tale da ripopolare territori che possano rappresentare un volano della ripresa economica di una determinata regione europea.
Véronique Mathieu (PPE), par écrit. – Les profondes modifications des zones rurales européennes sont autant de défis à relever au niveau démographique, de l'emploi, des services et de l'environnement. Nous devons mettre en avant l'impact important de la présence et de l'engagement des femmes sur la qualité de vie et l'économie rurale. Les femmes représentent un grand potentiel pour l'Union européenne, lorsque celle-ci s'engage à développer et à valoriser l'économie rurale en Europe. Ainsi, les concours financiers de l'UE peuvent contribuer par des revenus supplémentaires, par la formation et le perfectionnement scolaires, professionnels et universitaires, à améliorer la qualité de vie et de travail en milieu rural.
L'avenir du secteur agricole dépend de sa capacité à se diversifier. Le potentiel des services rendus par les exploitations agricoles au-delà de la production alimentaire dépend de la créativité de ses acteurs, parmi lesquels les femmes ont déjà largement contribué. De nombreuses possibilités existent pour la création de services de proximité; y associer les femmes est le meilleur garant de réussite pour ces projets.
Nuno Melo (PPE), por escrito. − Face à crescente importância das mulheres na Agricultura e nas zonas rurais é necessário que a nova PAC tenha isso em consideração para que se promova a igualdade entre géneros. Só assim conseguimos promover um crescimento económico sustentável e o desenvolvimento rural. À semelhança das zonas urbanas, temos que criar boas condições de vida nas zonas rurais, para que as mulheres e as suas famílias tenham incentivos para aí permanecerem.
Willy Meyer (GUE/NGL), por escrito. − He votado a favor del informe sobre el papel de las mujeres en la agricultura y en las zonas rurales puesto que considero que su rol es crucial en este sector que emplea a 14,6 millones de personas (un 41 por ciento de mujeres). Aún siendo consciente de que el segundo pilar de la PAC proporciona ayudas a proyectos relacionados con las condiciones de vida de las mujeres en las áreas rurales, considero que es necesario analizar los proyectos en curso para identificar las buenas prácticas y contribuir a la mejora de la situación de la mujer, que se ve especialmente afectada por las consecuencias de la actual crisis estructural del sistema capitalista en el medio rural, especialmente si tenemos en cuenta los altos niveles de desempleo femenino, a lo que hay que sumar que muchas mujeres ni siquiera participan en el mercado de trabajo, por lo que no están registradas como desempleadas ni se incluyen en las estadísticas de desempleo. Asimismo considero que la protección social de las mujeres trabajadoras en el sector agrícola es indispensable para el desarrollo del medio rural, por lo que he apoyado este informe que va en este sentido.
Alexander Mirsky (S&D), in writing. − As was said, the report aims to highlight the need to implement the principle of gender equality in the common agricultural policy as a way of promoting sustainable economic growth and rural development. Therefore the EU needs to refocus its EU support strategies in order to develop the rural areas in a women-friendly way. Promotion of the entrepreneurial attitude and skills of women in agriculture, improving access and specific training for women, equipment of rural areas with the most up-to-date IT infrastructure, greater recognition and more support for women’s networks, fostering the quality and accessibility of infrastructure facilities and service, adequate social security benefits for women working in agriculture, shared ownership of farms, specific attention for female immigrants are among the most important points which the different political groups agreed on. Well, who would vote against it? How unspecified and populist it is! It seems that the rapporteur showed her kindness to women working in agriculture. Nothing specific is said about children and healthcare. Lack of efficient healthcare! The lack of efficient healthcare and pre-school education in rural areas is precisely what concerns women from Latvia, Estonia and Lithuania. I voted ‘for’; however, the report is raw and unprofessional.
Andreas Mölzer (NI), schriftlich. − Im ländlichen Bereich ist die Rolle der Frau immer noch eine untergeordnete. Dem Bericht zu Folge sollte auf die Bedürfnisse der Frauen gerade in nicht urbanen Gebieten besser eingegangen werden. Es sollten Möglichkeiten der Fort- und Weiterbildung sowie bessere Anbindungen zu Kinderbetreuungsstätten geboten werden. Auch Bäuerinnen tragen immer mehr zur Diversifizierung und Marktanpassung der Betriebe bei, wodurch sich die Multifunktionalität der Landwirtschaft deutlich erhöht hat. Um die Landwirtschaft für Frauen weiter als attraktive Arbeitsstätte und auch Lebensraum beibehalten zu können, sollte Frauen die Möglichkeit gegeben werden, Entscheidungen in Gremien und Bünden zu beeinflussen. Ebenso ist eine nachhaltige Absicherung von Frauen in der Landwirtschaft unumgänglich, um ihnen auch dadurch einen Anreiz zum Bleiben zu geben. Ich habe für diesen Bericht gestimmt, da dem Bauernsterben auf verschiedenen Ebenen Einhalt geboten werden muss.
Rareş-Lucian Niculescu (PPE), în scris. − Am votat în favoarea Raportului Jeggle, pe care îl apreciez, ca deputat ales în România, stat în care există un număr important de persoane implicate în activităţi agricole. Doresc, cu toate acestea, să precizez că sunt de părere că raportul ar fi trebuit să fie mai ferm în ceea ce priveşte condiţiile de trai din mediul rural. Avem nevoie de un Fond european agricol pentru dezvoltare rurală puternic finanţat pentru a permite reducerea discrepanţelor între mediul rural şi cel urban. În cadrul acestui fond, o componentă obligatorie trebuie să rămână investiţiile în modernizarea infrastructurii fizice de bază. De asemenea, ar fi fost utile referiri suplimentare la îmbătrânirea populaţiei rurale şi la importanţa programelor destinate pensionării timpurii a fermierilor și instalării tinerilor fermieri.
Franz Obermayr (NI), schriftlich. − Frauen bilden auf vielfältige Art und Weise das Rückgrat unserer Landwirtschaft. Die Rolle der Frauen wird umso wichtiger, umso mehr wir versuchen die Voraussetzungen für eine nachhaltige, ökologische und auf kleinbäuerliche Strukturen abgestimmte Landwirtschaft zu schaffen. Deshalb ist es wichig, dass die Arbeit der Frauen im Agrarsektor in der Gesellschaft mehr Beachtung und Anerkennung findet. Außerdem muss in Zukunft mehr auf die spezifischen Bedürfnisse der Frauen in der Landwirtschaft eingegangen werden, um auch jüngere Generationen für den Agrarsektor begeistern zu können. Ich habe daher für den vorliegenden Bericht gestimmt.
Wojciech Michał Olejniczak (S&D), na piśmie. − Szanowni Państwo! W dniu dzisiejszym został przyjęty projekt rezolucji Parlamentu Europejskiego w sprawie roli kobiet w rolnictwie i na obszarach wiejskich. Doświadczenia ostatnich dziesięcioleci udowodniły, że kluczowym elementem rozwoju każdej gałęzi gospodarki jest rosnące zaangażowanie w nią kobiet, ich wiedza, doświadczenie i profesjonalizm. Między innymi dlatego uważam, że jednym z podstawowych celów Wspólnej Polityki Rolnej powinno stać się podniesienie atrakcyjności obszarów wiejskich, ze szczególnym uwzględnieniem potrzeb i roli kobiety. Należy dołożyć wszelkich starań, aby pomóc kobietom w realizacji ich celów, a także w godzeniu życia zawodowego i rodzinnego. Aby tego dokonać konieczne jest zapewnienie na obszarach wiejskich dostępu do szerokorozumianych usług, infrastruktury, a także możliwości kształcenia i rozwoju osobistego. Istotne jest podjęcie działań wspierających postawę przedsiębiorczości wśród kobiet oraz zwalczających wszelkie przejawy dyskryminacji ze względu na płeć. Należy też zwrócić uwagę na zapewnienie większego wsparcia politycznego i finansowego, przykładowo poprzez ułatwiony dostęp do inwestycji i kredytów. Jestem przekonany, że wszystkie te działania zapewnią coraz lepsze wykorzystanie potencjału kobiet dla rozwoju rolnictwa, jak również społeczności lokalnych i całych regionów.
Rolandas Paksas (EFD), raštu. − Balsavau už šią rezoliuciją, kuria siekiama didinti moterų vaidmenį žemės ūkio sektoriuje ir gerinti jų padėtį kaimo vietovėse, suteikiant daugiau socialinių garantijų bei skatinant užimtumą ir verslumą. Visų pirma, turime dėti visas pastangas, kad būtų sukurta efektyviai veikianti socialinė apsaugos sistema, kuri sudarytų galimybes išeiti į pensiją pirma laiko, gauti atitinkamas motinystės išmokas. Siekiant sudaryti palankias sąlygas verslumo skatinimui, visos kaimo vietovės turi būti aprūpintos naujausia IT infrastruktūra. Efektyvus plačiajuosčio ryšio paslaugų teikimas yra vienas pagrindinių veiksnių, sąlygojančių mažų ir vidutinių įmonių veiklos augimą kaimo vietovėse. Be to, turime dėti visas pastangas, kad kaimo vietovėse būtų išsaugotos bendruomenės ir sudarytos galimybės derinti šeimyninį ir profesinį gyvenimą. Atsižvelgiant į tai, būtina užtikrinti, kad kaimo vietovėse gyvenantys asmenys gautų aukštos kokybės sveikatos priežiūros, švietimo, vaikų priežiūros ir kitas kasdieniniams poreikiams patenkinti skirtas paslaugas, kurios sudarytų palankesnes gyvenimo sąlygas ir mažintų socialinę atskirtį.
Valstybės narės, naudodamosi struktūrinių fondų lėšomis, turi kurti ir įgyvendinti iniciatyvas, kuriomis būtų skatinamas moterų dalyvavimas darbo rinkoje, mažinama socialinė nelygybė ir sprendžiamos problemos, susijusios su transporto infrastruktūra. Taip pat didesnis dėmesys turi būti skiriamas ūkininkų organizacijoms bei sukurtas Europos kaimo moterų tinklas tam, kad kaimo vietovių plėtros programos būtų visapusiškai įgyvendinamos.
Alfredo Pallone (PPE), per iscritto. − La nuova politica agricola comunitaria (PAC) concentra il suo lavoro anche su questioni sociali come il ruolo della donna all'interno delle aree rurali. L'obiettivo comune è di evitare lo sviluppo esclusivamente nei centri abitati e, di conseguenza, evitare discriminazioni di sesso e o provenienza geografica dei cittadini residenti in luoghi di campagna. Concordando con questi propositi ho votato a favore della relazione che sottolinea l'importanza del ruolo della donna nelle aziende agricole e negli ambienti rurali e quanto questo ruolo sia importante per le politiche di sviluppo territoriali. La relazione indica gli argomenti su cui lavorare per una maggiore integrazione delle donne, per sfruttarne al meglio le potenzialità occupazionali dando migliori prospettive di vita attraverso una maggiore efficienza ecologica ed energetica delle zone rurali.
Maria do Céu Patrão Neves (PPE), por escrito. − Votei favoravelmente este relatório por concordar com a generalidade das propostas que apresenta, nomeadamente a promoção da multifuncionalidade nas zonas rurais, sendo este um espaço vital e económico para a fixação das populações e dinamização das populações rurais. Com efeito, importa reconhecer que as zonas rurais são especialmente atingidas pelo envelhecimento da população, a fraca densidade populacional e, em algumas regiões, pelo despovoamento, pelo que a PAC deve ser orientada no sentido de dar resposta a estes desafios. É um facto que o trabalho feminino na agricultura tem sido histórica e sistematicamente desvalorizado, frequentemente não remunerado ou então sujeito a uma remuneração àquela de trabalho igual desenvolvido pelo homem. Neste sentido é importante que se reflicta sobre a presente temática e, sobretudo, que se estabeleçam condições d trabalho iguais para trabalho igual. Em todo o caso, considero que o fundamental é que este tema venha a perder definitivamente pertinência no estabelecimento da igualdade do género também na actividade agrícola.
Aldo Patriciello (PPE), per iscritto. − Care colleghe e cari colleghi, le donne sono la spina dorsale del settore agricolo nelle aree rurali. È dunque importante porre l'accento sul ruolo svolto da queste ultime nelle aziende agricole e negli ambienti rurali. A tal riguardo, è necessario tener conto dei loro bisogni e avvalersi delle loro potenzialità, poiché aspetti come la qualità della vita ed il potere economico sono legati, soprattutto nelle regioni rurali, alla presenza e all'impegno delle donne su più fronti. Pertanto, è fondamentale che le loro esigenze e condizioni trovino un riscontro più che mai forte nelle politiche di sostegno europee, in modo da evitare l'esodo dalle campagne delle donne di tutte le generazioni o comunque di incentivare il ritorno di queste ultime alla vita rurale. Da questo punto di vista gli aiuti dell'UE possono contribuire a migliorare la qualità della vita nelle aree rurali, sia per quanto concerne le donne che gestiscono un'attività imprenditoriale o forniscono servizi, sia in relazione alle consumatrici di beni e servizi. Poiché le donne svolgono una funzione indispensabile ai fini dello sviluppo sostenibile delle zone rurali, esprimo il mio voto favorevole in modo da garantire un sostegno concreto a favore delle donne in tale settore.
Rovana Plumb (S&D), in writing. − Women are very important for the agricultural sector and the rural world and their presence there is increasingly obvious. It is therefore important to highlight the role that women play in farm businesses and in rural areas, taking particular account of its multifunctional nature. If we want to keep women of all generations living in the countryside or encourage them to move there, then support policies must reflect their needs and circumstances more strongly than has been the case in the past. In rural areas, as elsewhere, women expect to be able to realise their own plans for their lives, to be economically independent and to meet family challenges.
The European Commission should increase the budgetary allocations for the ESF in order to provide adequate resources for measures to improve education and training for improving labour market access and combating unemployment and measures and activities under the Social Inclusion Strategy and the EU 2020 flagship initiative on combating poverty and social exclusion in favour of disadvantaged and vulnerable persons, especially women, including those confronted with precarious and insecure contracts. The Member States should contribute in particular to a definite improvement of the social situation of women in agriculture in Europe.
Frédérique Ries (ALDE), par écrit. – Et si l'agricultrice était l'avenir de la politique agricole commune? Un brin provocatrice, cette déclaration est en grande partie fondée lorsque l'on se réfère à l'importance de la population féminine dans la vie en milieu rural et sur l'exploitation agricole. Selon les statistiques, dans l'Union européenne, les agricultrices représentent 43% de la main d'œuvre agricole et 20% des femmes sont chefs d'exploitation, sans compter les conjointes dont le travail n'est souvent pas comptabilisé.
À l'heure de la spécialisation des exploitations agricoles, l'esprit créatif des femmes est un plus indéniable qui, couplé à leur plus grande préoccupation d'un environnement durable et de qualité, mérite d'être reconnu et soutenu à l'échelon européen. C'est le choix fait ce midi par le Parlement européen qui, en adoptant le rapport Jeggle, a souligné l'importance que les femmes joueront à l'avenir dans la revalorisation du milieu rural. Comme l'écrit avec à propos le rapporteur dans l'exposé des motifs: "L'expérience montre en effet que la qualité de vie et la puissance économique dépendent, principalement dans les régions rurales, de la présence des femmes et de leur engagement". Une manière simple et moderne de porter un regard nouveau sur le métier d'agriculteur.
Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), in writing. − Women are the backbone of the agricultural sector and the rural world and their presence there is increasingly obvious. It is therefore important to highlight the role that women play in farm businesses and in rural areas, taking particular account of the multifunctional nature of these businesses. In this context, there are opportunities to provide practical support measures for women in agriculture. Greater account must be taken of the wide range of vocational skills, interests and achievements of women, so that jobs in farming remain an attractive option for them. This will entail women having a full share in the resources that underpin farming as a way of life and a type of business. Women farmers must have a share in rights and duties that is commensurate with their co-responsibility for the farm business, including through the representation of interests on agricultural bodies and by having a real share in farm income.
Ensuring adequate social cover for all women who work in agriculture is another indispensable factor in modern sustainable farming. Experience with systems of agricultural social security in the EU Member States should be taken into account and should, in the medium term, contribute to a definite improvement of the social situation of women in agriculture in Europe.
Licia Ronzulli (PPE), per iscritto. − In Europa lo sviluppo sostenibile delle zone rurali è da sempre considerato una priorità, al fine di garantire condizioni di vita ottimali per uomini e donne che decidono di intraprendere questa specifica attività.
Attualmente, nell'Unione europea 26,7 milioni di persone sono occupate nel settore agricolo. Tra questi il 42% è costituito da donne e almeno un'azienda agricola su cinque è diretta da una donna. Da questi semplici dati emerge una realtà femminile rurale radicalmente diversa da quella degli scorsi decenni, dove le donne hanno giocato un ruolo da protagoniste in questi mutamenti, con situazioni sociali ed economiche molto diverse tra gli Stati.
Condivido quindi il testo di questa relazione, in quanto evidenzia la necessità di pianificare strategie europee di sostegno per le aree rurali "a misura di donna", in modo da contribuire nel medio termine a un miglioramento della loro condizione sociale e lavorativa.
Oreste Rossi (EFD), per iscritto. − La relazione sul ruolo delle donne nell'agricoltura e nelle zone rurali non può che vederci favorevoli perché noi crediamo ancora nell'agricoltore professionale che vive del reddito derivante dalla propria azienda.
Le donne, per le loro tipicità legate alla maternità e al ruolo abituale di assistenza agli altri membri della famiglia, sono indubbiamente soggetti svantaggiati in un ambito agricolo. I tempi dell'agricoltura non sono scanditi da orari fissi ma devono tenere conto delle esigenze stagionali, dei periodi vegetativi e dell'eventuale presenza di animali di allevamento. Ci sono periodi in cui i giorni lavorativi saranno di 12-13 ore comprensivi di festività e altri più tranquilli. È evidente che una donna imprenditrice agricola, ad esempio in maternità, non può rinunciare a lavorare il terreno se quel periodo lo richiede, perché altrimenti non disporrebbe di un reddito per tutto l'anno.
Le necessità di una donna agricoltore sono quindi diverse da quelle di un'altra lavoratrice, per cui è fondamentale che siano loro garantiti servizi adeguati e dedicati, conto tenendo del fatto che quasi sempre le aziende agricole sono localizzate lontano dai servizi pubblici, siano questi di trasporto, di assistenza o sociali.
Νικόλαος Σαλαβράκος (EFD), γραπτώς. – Υπερψήφισα αυτή την πρόταση ψηφίσματος καθώς θεωρώ ότι ο ρόλος και η συμβολή των γυναικών στην ανάπτυξη της υπαίθρου και του γεωργικού τομέα είναι τεράστια. Η υποστήριξη των γυναικών καθώς και των επιχειρηματικών τους σχεδίων στον αγροτικό τομέα συμβάλλει στην επίτευξη σημαντικής αναπτυξιακής προόδου για ολόκληρη την κοινωνία της υπαίθρου. Εν μέσω οικονομικής κρίσης, και με την ανεργία να καλπάζει, πρέπει να δώσουμε κίνητρα για να κρατήσουμε στην ύπαιθρο τις γυναίκες όλων των ηλικιών, να στηρίξουμε την γυναικεία επιχειρηματικότητα και να επενδύσουμε στην εκπαίδευση τους για την επίτευξη ανάπτυξης και καινοτομίας στον γεωργικό τομέα.
Daciana Octavia Sârbu (S&D), în scris. − În primul rând aş dori să mulțumesc doamnei Jeggle pentru acest raport excelent, care subliniază rolul extrem de important al femeilor în agricultură. Știu că mulți dintre noi dorim ca femeile de toate vârstele să rămână în mediul rural sau credem ca este necesar să le încurajăm să se mute aici, pentru a asigura viitorul spaţiilor rurale şi al agriculturii în Europa. Dar pentru a facilita acest fapt, trebuie să îmbunătățim accesul femeilor la educație şi formare în domeniul agricol şi să li se permită acestora o mai bună accesare a plăților directe şi pe de alta parte să le asigurăm accesul la pensii decente şi la asigurări sociale.
De exemplu, în România, o parte din femeile din mediul rural nu beneficiază de pensii de agricultoare şi reușesc foarte greu să înceapă o afacere în domeniul agricol. De aceea, este foarte important să acordam o atenție sporită femeilor care lucrează în exploatații familiale sau de subzistenţă şi să le garantam atât un trai decent, cât şi pensii adecvate.
Joanna Senyszyn (S&D), na piśmie. − Poparłam sprawozdanie w sprawie roli kobiet w rolnictwie i na obszarach wiejskich. W szczególności opowiadam się za rozwiązaniami zmierzającymi do zwiększenia zatrudnienia kobiet na obszarach wiejskich. W Polsce kobiety są bardziej dotknięte bezrobociem niż mężczyźni, zwłaszcza na wsi. Duży odsetek bezrobotnych na wsi stanowią kobiety w wieku do 34 roku życia. Są to najczęściej osoby wykształcone, które nie mogę znaleźć pracy odpowiadającej ich kwalifikacjom. To jest szczególnie niebezpieczny trend, gdyż właśnie młodzi powinni mieć większe szanse na przebicie się na rynku pracy. Prowadzi to w dłuższej perspektywie do feminizacji bezrobocia na wsi, a tym samym do wzrostu ubóstwa wśród młodych kobiet. Wiele z nich decyduje się na wyjazd do miasta w poszukiwaniu pracy, co z kolei oznacza starzenie się ludności wiejskiej, spadek przyrostu naturalnego i ogólne pogorszenie warunków życia mieszkańców wsi.
W związku z tym, popieram założenie, żeby w nowym rozporządzeniu EFRROW przewidziano specjalne środki mające na celu wsparcie kobiet w przyszłym okresie programowania na lata 2014-2020. Może to przynieść korzystne skutki dla zatrudnienia kobiet na obszarach wiejskich. Opowiadam się także za zapewnieniem, w ramach systemów socjalnych, odpowiednich świadczeń dla kobiet mieszkających na obszarach wiejskich. Muszą one uwzględniać gorszą sytuację zarobkową kobiet, co rzutuje na ich uprawnienia emerytalne.
Czesław Adam Siekierski (PPE), na piśmie. − W wyniku zmian społeczno-demograficznych, systemów wartości i wzrostu możliwości wyboru zmienia się struktura wsi. Zmienia się także rola kobiety na wsi. Teraz, aby zatrzymać kobiety na wsi lub skłonić je do wyboru takiego stylu życia, należy silniej zadbać o ich potrzeby i odzwierciedlić je w polityce wsparcia. Trzeba sprawić, by obecność kobiet na wsi była bardziej widoczna, szczególnie na polu ekonomiczno- finansowym oraz należy udostępnić instrumenty do realizacji tych zadań.
Mając na uwadze, iż nadal to kobiety sprawują opiekę na małymi dziećmi, osobami chorymi czy starszymi, rezygnując przez to z pracy, trzeba umożliwić im znalezienie równowagi między życiem rodzinnym i zawodowym. Jest to możliwe poprzez rozwój infrastruktury, np. budowę przedszkoli, rozwój różnych form edukacji i kultury. Kluczem do realizacji tych zamierzeń będzie włączenie kobiet wszystkich pokoleń w procesy decyzyjne.
Niezmiernie ważnym aspektem jest również poprawa dostępności usług medycznych i programów wczesnego wykrywania chorób nowotworowych u kobiet. Ponadto nadal warto wspierać i rozwijać agroturystykę jako formę działalności gospodarczej niskiego ryzyka, sprzyjającą tworzeniu miejsc pracy oraz godzeniu życia rodzinnego i zawodowego oraz promować elektroniczne formy przedsiębiorczości, takie jak e-biznes, umożliwiające prowadzenie działalności gospodarczej niezależnie od oddalenia od ośrodków miejskich.
Brian Simpson (S&D), in writing. − The EPLP supports the aim of Elisabeth Jeggle’s report ‘Role of Women in agriculture and rural areas’ to highlight the sector specific problems faced by women working in agriculture and many of the measures proposed to strengthen their position. The report addresses the specific needs of women working in agriculture, by proposing a series of recommendations which take account both of their living conditions and their role and contribution to the development of the rural economy. However, the EPLP does not agree with the Paragraph 4, which speaks against further reducing the proportion of the total budget accounted by agricultural expenditure. We would like to see significant reprioritisation within the Multiannual Financial Framework to fully fund Europe 2020 priorities that have the greatest impact on raising employment and growth levels.
Catherine Stihler (S&D), in writing. − I supported this report, which highlights the importance of gender equality in promoting sustainable economic growth and rural development. I believe that it is important to encourage representation of women in all political, social and economic bodies of the agricultural sector, to ensure that women are participating on an equal basis.
Marc Tarabella (S&D), par écrit. – Je suis satisfait de l'adoption du rapport de Mme Jeggle, dans lequel je me suis personnellement impliqué. En effet, la PAC a une valeur sociale en reconnaissant aux femmes un rôle fondamental dans la conservation des perspectives d'avenir en matière de vie et de prospérité en région rurale (considérant que 41 % des 14,6 millions de personnes occupées dans l'agriculture de l'Union européenne sont des femmes).
Il s'agit notamment de promouvoir l'attitude entrepreneuriale et les compétences des femmes dans l'agriculture, d'équiper les zones rurales d'infrastructures modernes qui leur permettent de concilier vie professionnelle et vie familiale (via la création de crèches, par exemple), de viser une plus grande représentativité des femmes au sein des organes politiques, économiques et sociaux du secteur agricole (en visant clairement une parité absolue), de mettre en place une sécurité sociale adéquate pour les femmes travaillant dans l'agriculture ainsi que d'assurer la propriété partagée des exploitations agricoles. Si "la première égalité, c'est l'équité", la reconnaissance du rôle des femmes dans l'agriculture prend toute sa dimension.
Thomas Ulmer (PPE), schriftlich. − Ich habe dem Bericht zugestimmt. Weiterhin ist für den ländlichen Raum eine aktive Förderpolitk notwendig, um Frauen bessere Erwerbschancen und Perspektiven zu bieten. Qualifizierte Landwirtinnen müssen vielseitig ausgebildet sein und unternehmerisch handeln und denken können. Dazu gehört auf dem Land eine optimale Infrastruktur in den Bereichen Bildung, Weiterbildung, Schulen und Kinderbetreuung ebenso wie der uneingeschränkte Zugang zu modernen Informationstechnologien. Weiterhin müssen Frauennetzwerke und der Zugang von Unternehmerinnen zu Krediten und Investitionsmöglichkeiten erweitert werden.
Marie-Christine Vergiat (GUE/NGL), par écrit. – J'ai voté pour ce rapport qui demande une amélioration de la situation et de la reconnaissance des femmes qui travaillent dans l'agriculture et un maintien des aides au monde rural.
Le rapport rappelle qu'il est indispensable que les épouses d'agriculteurs percevant un revenu aient accès à la protection sociale, tout comme d'ailleurs les travailleurs temporaires et les travailleurs migrants. Cela devrait être une évidence, non seulement dans le travail agricole, mais plus largement dans l'ensemble des professions indépendantes, si l'on veut atteindre des objectifs réels d'égalité entre les femmes et les hommes dans ces secteurs où les femmes sont particulièrement malmenées.
Alors oui, la promotion de l'égalité entre les sexes doit aussi être intégrée dans la PAC et l'Union doit mettre en concordance ses objectifs affichés et ses actes, même si je suis sans illusion quant à la cohérence globale entre les objectifs de l'Union et l'utilisation des fonds européens, en particulier en matière de droits de l'homme, dont les droits des femmes sont partie intégrante.
Angelika Werthmann (NI), schriftlich. − Ich habe für den Bericht der Kollegin gestimmt. Der Bericht hebt deutlich hervor, welch großen Beitrag Frauen in den vergangenen Jahren dazu geleistet haben, eine nachhaltige Entwicklung des ländlichen Raumes voranzutreiben und eine Diversifizierung und Marktanpassung der Betriebe zu erreichen. Damit aber Frauen eine Perspektive auf dem Lande geboten wird, muss die Gemeinsame Agrarpolitik vermehrt frauenspezifische Aspekte mitberücksichtigen, unter anderem (wie im Bericht ausgeführt), indem spezifische Bildungs- und Beratungskonzepte angeboten werden und infrastrukturtechnische Hilfestellung geboten wird.
Artur Zasada (PPE), na piśmie. − Chciałbym pogratulować poseł Jeggle dokumentu, który wniesie istotny wkład do dyskusji nad kształtem wspólnej polityki rolnej. Ważnym czynnikiem wpływającym na zwiększenie potencjału ekonomicznego obszarów wiejskich jest aktywność kobiet – zarówno w gremiach politycznych, organizacjach rolniczych, jak również w samozatrudnieniu. Kluczową kwestią w zakresie generowania miejsc pracy jest wspieranie wśród kobiet elektronicznych form przedsiębiorczości takich jak e-biznes, które pozwalają na prowadzenie działalności gospodarczej nawet na terenach trudno dostępnych. Należy także lepiej wykorzystać możliwości mające na celu aktywizację życia społecznego mieszkańców wsi poprzez opracowanie i wdrożenie programów wspierających system szkoleń dla organizacji kobiecych.
Zasadnicze znaczenie w wyrównaniu szans ma także wspieranie tworzenia odpowiedniej infrastruktury przedszkolnej na obszarach wiejskich, której funkcjonowanie ułatwi kobietom szybszy powrót do aktywności zawodowej i zwiększy ich konkurencyjność na rynku pracy. Jeszcze raz dziękuję poseł Jeggle za przyjęcie moich propozycji w trakcie pracy nad sprawozdaniem. Do dokumentu włączono postulaty kobiet wysunięte podczas konsultacji społecznych zorganizowanych przeze mnie na Ziemi Lubuskiej.
Laima Liucija Andrikienė (PPE), raštu. − Balsavau už šią rezoliuciją dėl ES lėšų panaudojimo branduolinių elektrinių eksploatavimui nutraukti naujose valstybėse narėse veiksmingumo ir efektyvumo. Tai labai svarbus dokumentas Lietuvai, Bulgarijai ir Slovakijai vykdant atominių elektrinių uždarymo darbus. Nerimą kelia tai, kad Lietuva vėluoja įgyvendinti pagrindinius atliekų infrastruktūros valdymo projektus, o tai trukdo laiku ir efektyviai įsisavinti ES lėšas. Pažymėtina, kad vis dar reikia daug lėšų eksploatavimui nutraukti ir nacionalinių lėšų tam nepakanka: valstybiniame Ignalinos branduolinės elektrinės eksploatavimo nutraukimo fonde iki šiol sukaupta vos daugiau kaip 100 mln. eurų (nors vien techninės eksploatavimo nutraukimo išlaidos galėtų būti nuo 987 mln. iki 1 300 mln. eurų). Todėl Europos Parlamentas ragina ES valstybes nares imtis reikiamų priemonių šiuo klausimu. Atominių elektrinių uždarymas yra labai sudėtingas procesas. Valstybės neturi pakankamai patyrimo, kad galėtų laiku numatyti visus darbus ir juos efektyviai įgyvendinti. Europos Parlamentas priima šią rezoliuciją laiku, tuo paskatindamas Lietuvą, Bulgariją ir Slovakiją bei visas ES valstybes nares kuo veiksmingiau įgyvendinti branduolinių elektrinių uždarymo darbus. Tai labai svarbus darbas, kuriam Europos Parlamentas ir toliau skirs daug dėmesio.
Zigmantas Balčytis (S&D), raštu. − Balsavau už šį svarbų dokumentą. Stodamos į Europos Sąjungą Lietuva, Slovakija ir Bulgarija prisiėmė politiškai ir ekonomiškai sudėtingus įsipareigojimus uždaryti eksploatuojamas branduolines jėgaines, o Europos Sąjunga įsipareigojo skirti reikiamą finansinę paramą uždarymo darbams atlikti, branduolinių atliekų saugyklų statybai ir tokių atliekų saugojimui bei energetikos projektų vystymui. Manau, kad tokia Europos Sąjungos solidarumo koncepcija gali būti veiksminga mažinant neigiamas ekonomines ankstyvo uždarymo pasekmes energetikos sektoriuje, tačiau lieka neišspręsta nemažai svarbių klausimų. Finansavimo skyrimo klausimas nėra visiškai aiškus, kadangi jau dabar žinoma, kad šiuo metu skiriamo finansavimo nepakaks eksploatavimo nutraukimo darbams atlikti laiku ir tinkamai. Kyla grėsmė, kad dėl finansinių išteklių trūkumo bus vėluojama nutraukti branduolinių elektrinių eksploatavimą ir gali kilti grėsmė aplinkai ir žmonių sveikatai. Iki šiol neužbaigti eksploatavimo nutraukimo programų detalieji planai, todėl nepakanka duomenų apie kalendorinius grafikus, konkrečių projektų kainą ir jų finansavimo šaltinius. Pritariu, kad Europos Komisija šių trijų valstybių atžvilgiu turi imtis didesnio koordinuojamojo vaidmens, kad būtų susitarta dėl detaliųjų planų pateikimo, darbų užbaigimo laiku, finansavimo apimties. Komisija taip pat turi ieškoti galimų būdų, kaip suderinti eksploatavimo nutraukimo finansavimo tvarką ES, atsižvelgiant į valstybių narių taikomas strategijas, jų nacionalines administravimo struktūras, ir supaprastinti pačią lėšų administravimo tvarką taip, kad nepakenktų eksploatavimo nutraukimo saugai ir saugumui.
Elena Băsescu (PPE), în scris. − Am votat pentru raportul domnului Marinescu pentru că sunt de părere că o lipsă a finanțării pentru măsurile de dezafectare va întârzia procesul de asistență financiară pentru cele trei state membre vizate: Lituania, Slovacia și Bulgaria. Acest lucru ar reprezenta o amenințare la adresa mediului și a sănătății umane. Este necesar ca în viitoarele evaluări ale Comisiei Europene și Curții de Conturi Europene să se clarifice aspecte precum: alocarea și utilizarea fondurilor de către UE pentru asigurarea securității activității de dezafectare, asigurarea unei depozitări a deșeurilor nucleare realizată în siguranță și existența unei coordonări între cele trei programe existente. În acest sens, trebuie utilizată în mod eficient experiența acumulată și să se urmeze modelul unor proiecte pregătite și finanțate anterior pentru a genera diminuarea costurilor.
George Becali (NI), în scris. − Am votat în favoarea raportului colegului nostru privind acordarea asistenţei financiare solicitate de Lituania, Slovacia şi Bulgaria pentru închiderea unor centrale nucleare. E simplu de constatat că, dacă nu alocăm resurse corespunzătoare, ne putem confrunta cu consecinţe extrem de grave asupra mediului si sănătăţii umane. Sigur că resursele alocate trebuie gestionate corect şi transparent. E grav că nu avem o echipă de coordonare şi expertiză UE unică pentru toate cele 3 proiecte care să supravegheze elaborarea unui plan şi a unui calendar clar, utilizarea corectă a sumelor deja alocate şi care sunt necesităţile pentru finalizarea închiderilor în condiţii sigure.
Jean-Luc Bennahmias (ALDE), par écrit. – Le maitre mot de ce rapport, c'est la responsabilité. La filière nucléaire doit prendre conscience qu'elle ne peut plus se désengager comme elle l'a fait si souvent par le passé de sa responsabilité dans le démantèlement des centrales nucléaires. C'était précisément les engagements qui avaient été pris lors des différents processus d'adhésion à l'Union européenne pour les centrales dont les critères de sécurité étaient globalement insuffisants. Malheureusement, les sommes en question n'ont pas été justement utilisées. Il est donc grand temps d'en tirer toutes les conclusions qui s'imposent. C'est un constat que l'on peut faire pour les centrales des nouveaux pays membres, il reste d'actualité pour l'ensemble des pays européens ayant opté pour cette technologie.
Izaskun Bilbao Barandica (ALDE), por escrito. − La desgracia de Japón nos ha hecho reflexionar a todos sobre la seguridad nuclear. Las ayudas al cierre de las centrales de Lituania, Eslovaquia y Bulgaria que disponían de tecnolgía obsoleta contribuyen a atenuar las consecuencias del gasto excepcional que supone el cierre anticipado de las mismas para 2013. La ayuda va dirigida a la mejora medioambiental y la modernización de nuevas sistemas electricos y a la mejora de la seguridad del suministro. He apoyado esta iniciativa porque este debe ser también el futuro para otras centrales nucleares europeas con tecnologías obsoletas.
Mara Bizzotto (EFD), per iscritto. − Bene fa il Parlamento, con questa relazione, a fare pressione sulla Commissione perché tenga alta la sorveglianza e il controllo su come sono stati spesi e come saranno impiegati i cospicui finanziamenti di cui hanno beneficiato Slovacchia, Bulgaria e Lituania nell'ambito del programma di smantellamento e messa in sicurezza delle loro centrali atomiche di fabbricazione sovietica. Il catastrofico incidente giapponese di poche settimane fa dimostra, per chi non la avesse ancora capito, che con l'energia nucleare non si scherza: serve sempre il massimo rigore nell'applicazione dei criteri di sicurezza quando si ha a che fare con l'atomo, e la Commissione ha il dovere quindi di verificare come sono stati attuati i programmi di smantellamento delle vecchie centrali nei tre Paesi ex-comunisti.
Vito Bonsignore (PPE), per iscritto. − Ho votato a favore della relazione del collega Marinescu che pone l'accento su un problema oggi di grande attualità. Alla luce di quanto accaduto in Giappone, infatti, ci si interroga ora sulla sicurezza delle centrali nucleari esistenti e funzionanti anche in Europa.
L'impegno preso da Lituania, Bulgaria e Slovacchia in sede di negoziati di adesione all'UE, vale a dire smantellare i vecchi reattori nucleari per i quali non era possibile un adeguamento agli standard di sicurezza minimi richiesti, deve essere un impegno sostenuto e coerente a fronte del quale l'Unione europea ha stabilito da tempo e assicurato programmi di sostegno e finanziamento. Auspico che i lavori di smantellamento procedano con sollecitudine e garantiscano la massima sicurezza per i cittadini e per l'ambiente. Mi auguro altresì che si riescano a recuperare i ritardi in parte cumulati e terminare le operazioni entro i termini stabiliti.
Mi preme infine sottolineare, al di là dei casi specifici, la necessità di provvedere a controlli di verifica anche per altri reattori presenti in Europa, responsabilizzando le istituzioni nella gestione della sicurezza sia per gli impianti esistenti sia per i nuovi, se in futuro se ne dovessero costruire.
Cristian Silviu Buşoi (ALDE), în scris. − Respectarea standardelor de siguranţă nucleară şi protejarea populaţiei împotriva riscului nuclear este un element deosebit de important, care justifică finanţarea acordată de Uniunea Europeană celor trei state membre pentru dezafectarea centralelor nucleare care nu au mai putut fi modernizate, astfel încât să respecte cele mai înalte standarde de siguranţă. Cu toate acestea, subscriu întru totul punctului de vedere exprimat în această rezoluţie, întrucât consider că e nevoie de monitorizarea modului în care sunt cheltuite fondurile pentru a ne asigura de contribuţia eficientă a acestora la garantarea siguranţei procesului de dezafectare. A existat, din păcate, o lipsă de claritate a strategiilor, care a dus şi la lipsa de plafoane pentru finanţarea activităţilor de dezafectare de către Uniunea Europeană. Pe viitor, un astfel de mod de lucru ar trebui evitat, fiind necesar un plan complet, care să acopere totalitatea acţiunilor care să beneficieze de finanţare. Transparenţa în ce priveşte modul de cheltuire a acestor bani este esenţială pentru garantarea eficacităţii finanţării şi, în definitiv, pentru cheltuirea responsabilă a banilor contribuabililor europeni.
Maria Da Graça Carvalho (PPE), por escrito. − É imperativo o desmantelamento dos reactores nucleares na Eslováquia, Bulgária e Lituânia, devido ao facto de estas não possuírem as normas mínimas de segurança exigidas a um custo economicamente aceitável. Tal não será possível sem uma ajuda financeira comunitária na resposta às consequências do seu encerramento e desactivação, que abrange naturalmente medidas de reabilitação ambiental, de acordo com o acervo, medidas de modernização das capacidade convencionais de produção a fim de substituir a capacidade de produção, etc. A assistência financeira da União Europeia foi colocada à disposição sob a forma de contribuições para os três Fundos Internacionais de Apoio ao Desmantelamento administrados pelo Banco Europeu de Reconstrução e Desenvolvimento.
Vasilica Viorica Dăncilă (S&D), în scris. − Uniunea Europeană este preocupată de posibilele consecinţe asupra siguranţei în cazul dezafectării vechilor centrale nucleare din noile state membre şi eventuala gestionare defectuoasă a deşeurilor radioactive pe care le generează acestea. Operaţiunile sunt, de regulă, foarte costisitoare; prin urmare gestionarea corectă şi cât mai transparentă a resurselor financiare alocate de UE, precum şi supravegherea externă adecvată, pentru a asigura o concurență echitabilă pe piața energiei, sunt elemente esenţiale.
În paralel, Uniunea trebuie să promoveze în permanenţă dezvoltarea de resurse de energie alternative, cu emisii reduse și competitive, pentru a remedia consecințele economice şi sociale negative ale procesului de dezafectare a vechilor centrale nucleare.
Marielle De Sarnez (ALDE), par écrit. – Depuis 2007 trois centrales nucléaires en Lituanie, Slovaquie et Bulgarie font l'objet d'un démantèlement avec une aide financière conséquente de l'UE. Au regard des retards accumulés et du manque général de bonne gestion, le Parlement demande à la Commission de mettre en place une équipe de coordination pour superviser les plans, le calendrier, l'utilisation des fonds alloués jusqu'à aujourd'hui et décider de la nécessité du maintien de l'aide de l'UE après 2013. Le Parlement a également exigé que ces trois programmes de démantèlement fassent l'objet d'un rapport spécial de la Cour des comptes d'ici la fin de l'année pour savoir si l'argent dépensé a réellement permis de renforcer la sécurité. Face aux restrictions budgétaires auxquelles chaque pays doit faire face, le Parlement n'acceptera de prolonger son aide que si les fonds de l'UE ont effectivement amélioré la sécurité de l'approvisionnement en énergie, modernisé l'infrastructure et développé des projets énergétiques durables. A la suite de la catastrophe nucléaire au Japon, l'UE mesure l'ampleur de sa responsabilité, elle ne peut se permettre de négliger la sécurité des installations nucléaires.
Robert Dušek (S&D), písemně. − Zpráva o účinnosti financování EU v oblasti vyřazování jaderných elektráren z provozu v nových členských státech předkládá souhrn provedeného financování ze strany EU pro odpojení a demontáž jaderných elektráren Ignalina v Litvě, Bohunice na Slovensku a Kozloduj v Bulharsku. Litva, Slovensko a Bulharsko se v rámci jednání o přistoupení do EU zavázaly uzavřít a následně vyřadit z provozu jmenované jaderné elektrárny, které dle jednání G7 nebylo možno v rámci přijatelných finančních nákladů modernizovat a ve kterých nebylo možno zajistit minimální normy bezpečnosti. EU se zavázala financovat toto uzavření a vyřazování z provozu a finanční rámec plní. Vítám, že EU může podobné aktivity podporovat. Vyřazování starých a málo bezpečných jaderných elektráren v Evropě je nezbytností pro udržitelný život a zdraví evropských občanů.
Doufám, že budou podobně uzavřeny a vyřazeny z provozu také nejstarší jaderné elektrárny ve Francii. Německo se k podobnému kroku po havárii v Japonsku ihned odhodlalo. Pro přijetí zprávy budu hlasovat, neboť je nutné dokončit proces uzavření a vyřazení z provozu jaderných elektráren Ignalina, Bohunice a Kozloduj za odpovídající finanční spoluúčasti EU.
Edite Estrela (S&D), por escrito. − Votei favoravelmente o relatório relativo ao financiamento da UE no domínio do desmantelamento das centrais nucleares nos novos Estados-Membros. Considero que a UE deve apoiar o encerramento destas centrais e o investimento em projectos de energias alternativas, de modo a garantir a segurança e a protecção da saúde dos cidadãos europeus, reduzir a dependência energética e minimizar eventuais custos sociais.
Diogo Feio (PPE), por escrito. − As regras em vigor, antes da adesão, nos países da Europa Central e Oriental, relativamente à energia nuclear e resíduos radioactivos eram menos exigentes que as regras que se aplicavam, à data, na UE. Para além disso, alguns desses países mantinham em funcionamento antigos reactores de fabrico soviético que não podiam ser adaptados às normas mínimas de segurança exigidas a um custo economicamente aceitável. Por esse motivo, a Lituânia, a Eslováquia e a Bulgária comprometeram-se, na adesão, a desmantelar os reactores considerados não conformes. Para tal, foi necessária a intervenção e a assistência financeira por parte da UE, a qual se deverá manter a 2013. No seguimento dos trágicos eventos do Japão, considero urgente a finalização de todos os programa de encerramento e desmantelamento de centrais nucleares na Europa Central e Oriental que cujo funcionamento não cumpra as regras de segurança Europeias.
José Manuel Fernandes (PPE), por escrito. − A Lituânia, a Eslováquia e a Bulgária cumpriram as obrigações que lhes incumbiam relativas ao encerramento em tempo útil das respectivas unidades nas três centrais nucleares: a Unidade 1 da central nuclear de Ignalina Unidade foi encerrada em 31 de Dezembro de 2004 e a Unidade 2 em 31 de Dezembro de 2009; a Unidade 1 da central nuclear V1 de Bohunice foi encerrada em 31 Dezembro 2006, e a Unidade 2 em 31 Dezembro 2008.As Unidades 1 e 2 da central nuclear de Kozloduy foram encerradas em 31 Dezembro 2002 e as unidades 3 e 4 em 31 Dezembro 2006. Há base jurídica para a concessão da assistência financeira; cujos montantes são fixados anualmente mediante uma decisão da Comissão, com base em documentos individuais de programação anual combinada que permitem controlar o desenvolvimento e o financiamento dos projectos aprovados. O objectivo da assistência comunitária é ajudar estes três Estados-Membros a fazer face aos encargos financeiros e económicos causados por datas fixas de encerramento antecipado e cobrir os custos de muitas actividades importantes de desmantelamento, investir em projectos de energia com o objectivo de reduzir a dependência energética e ajudar a mitigar o impacto social do desmantelamento das centrais nucleares.
Ilda Figueiredo (GUE/NGL), por escrito. − Sabemos que a idade média dos reactores em funcionamento nas centrais nucleares, existentes em cerca de metade dos Estados-Membros da União Europeia, é relativamente elevada, o que nos coloca perante a necessidade de desmantelamento de alguns destes reactores, por razões de segurança e de defesa e salvaguarda da saúde das populações e do ambiente.
No caso dos novos Estados-Membros, confrontados que foram com exigências de desmantelamento de diversas unidades, parece-nos correcto que possam contar com o apoio comunitário para concretizar, de forma adequada e segura, os processos de desmantelamento.
Estes processos não devem descurar a necessária manutenção e vigilância após o encerramento, o tratamento dos resíduos, a sua armazenagem e descontaminação, a requalificação ambiental das instalações e o apoio à substituição da capacidade de produção energética das centrais desmanteladas, dando especial atenção à sustentabilidade ambiental e à eficiência energética.
Por último, registe-se que também devem ser tidas em conta as consequências sociais destes processos, garantindo, para além de todas as condições de segurança - antes, durante e depois do desmantelamento - aos trabalhadores, também a salvaguarda do emprego e de outros direitos dos trabalhadores.
Ian Hudghton (Verts/ALE), in writing. − Paragraph 7 of the Marinescu report notes that the decommissioning of certain nuclear power stations in Lithuania, Slovakia and Bulgaria ‘should be assigned the highest priority in the interests of the safety and health of all the people of Europe’. I fully agree with that statement but would go further: a complete move away from nuclear power in all Member States would be in the interests of the safety and health of our people.
Juozas Imbrasas (EFD), raštu. − Kaip žinia, Lietuvoje, Slovakijoje ir Bulgarijoje veikė seni sovietiniai branduoliniai reaktoriai, kurie, kaip nustatė tarptautinė bendruomenė, negali būti modernizuoti taip, kad atitiktų minimalius saugumo standartus ekonomiškai priimtinomis sąnaudomis. Pripažindama, kad paankstintas uždarymas yra didžiulė finansinė našta, ir veikdama solidariai ES savo ruožtu įsipareigojo suteikti atitinkamą papildomą finansinę paramą, skirtą šių reaktorių eksploatavimui nutraukti iki 2013 m. pabaigos. Tačiau susirūpinimą kelia tai, kad labai vėluojama įgyvendinti pagrindinius atliekų infrastruktūros valdymo projektus (naudoto kuro saugojimo ir atliekų saugyklos projektą). Beveik išseko neveiklumo galimybė ir delsimas gali pradėti trukdyti visam eksploatavimo nutraukimo planui ir atitinkamai padidinti išlaidas. Komisija turėtų pranešti projekto tvarkaraščio pakartotinio vertinimo rezultatus. Didelė lėšų dalis paskirta energetikos projektams, tačiau dar reikia daug lėšų eksploatavimui nutraukti ir nacionalinių lėšų tam nepakanka: valstybiniame Ignalinos branduolinės elektrinės eksploatavimo nutraukimo fonde iki šiol sukauptos lėšos yra nepakankamos. Techninės eksploatavimo nutraukimo išlaidos galėtų būti nuo 987 mln. iki 1 300 mln. eurų. Valstybės narės turi imtis atitinkamų priemonių šiuo klausimu. Taip pat kalbant apie branduolinį saugumą reikia kalbėti ir apie naujas atomines elektrines su bandomaisiais reaktoriais, kurios yra planuojamos ES pasienyje, Rusijoje ir Baltarusijoje. Tai gali būti naujas iššūkis ES, galintis sukelti realią grėsmę ateityje mūsų žmonių sveikatai ir aplinkai.
Elisabeth Köstinger (PPE), schriftlich. − Kernreaktoren in Litauen, der Slowakei und Bulgarien können nicht zu wirtschaftlich vertretbaren Kosten modernisiert werden, sodass sie den vorgeschriebenen minimalen Sicherheitsanforderungen entsprechen. Die drei Länder haben sich im Rahmen der Beitrittsverhandlungen verpflichtet, die Kernreaktoren bis zu einem jeweils festgelegten Termin abzuschalten und stillzulegen. Um eine effiziente Stilllegung voranzutreiben, bedarf es eines klaren finanziellen Rahmens und Kontrollen für die richtige Verwendung der zur Verfügung gestellten Gelder. Ich befürworte somit den Bericht von Herr Marinescu, denn die Sicherheit der europäischen Bürgerinnen und Bürger muss oberste Priorität haben.
Giovanni La Via (PPE), per iscritto. − Egregio Presidente, onorevoli colleghi, il tema dell'efficienza ed efficacia dei finanziamenti dell'UE nell'ambito della disattivazione di centrali nucleari nei nuovi Stati membri è più che mai attuale. I recenti avvenimenti che hanno coinvolto il Giappone hanno reso più che mai urgente l'esigenza di sicurezza. La relazione del collega Marinescu riguarda, più nello specifico, il tema della previsione di adeguate risorse finanziarie per garantire i processi di disattivazione di centrali nucleari in Lituania, Slovacchia e Bulgaria. Questi Stati, infatti, hanno sin dal loro ingresso nella "famiglia europea" assunto alcuni obblighi relativi alla disattivazione di impianti nucleari situati nel proprio territorio. A fronte di tali obblighi, l'UE si è impegnata ad offrire un adeguato sostegno finanziario. Credo infatti necessario che l'Unione europea proponga un'azione decisa in relazione ad alcune tematiche vicine ai cittadini, come quella della sicurezza degli impianti nucleari.
Agnès Le Brun (PPE), par écrit. – Lors de l'adhésion à l'Union européenne de la Lituanie, la Slovaquie et la Bulgarie, un plan de fermeture et de démantèlement d'un certain nombre de vieilles centrales ne répondant pas aux normes européennes avait été mis en place. Libérant des crédits très importants - qui s'élèveront à 2 848 millions d'euros fin 2013, il a permis la fermeture de toutes ces centrales et la reconversion énergétique partielle de ces États. Pour autant, un certain nombre d'engagements pris ne semblent pas avoir été respectés et il est autorisé de se poser certaines questions sur l'utilisation des fonds engagés. C'est pourquoi j'ai voté pour cette résolution du Parlement européen. Faisant le constat de l'avancée quasi inexistante des démantèlements, qui étaient pourtant la cause principale du programme, elle demande à la Commission de mieux mettre en œuvre cette assistance, par exemple par la production d'un rapport de suivi annuel. À cette fin, elle pourra s'appuyer sur l'audit en cours de la Cour des comptes. Elle devrait également mettre en place une équipe de coordinateurs et d'experts chargés de couvrir la totalité des trois projets, ce qui n'est curieusement pas encore le cas.
David Martin (S&D), in writing. − I voted for this report which deals with the three countries, Lithuania, Slovakia and Bulgaria, that operated old soviet design nuclear reactors which the international community, in line with the G7 multilateral programme of action adopted at the Munich G7 summit in 1992, concluded could not be upgraded to meet the minimum required safety standards at an economically acceptable cost. In the context of the negotiations for accession to the European Union, the three countries took the commitment to close and subsequently decommission these nuclear reactors on fixed dates. In recognition of the fact that the early closure represented an exceptional financial burden and as act of solidarity, the European Union committed itself to provide adequate additional financial assistance for decommissioning these reactor units until the end of 2013.
Marisa Matias (GUE/NGL), por escrito. − Este relatório aborda o financiamento da UE do desmantelamento das velhas centrais nucleares nos novos Estados-Membros. Estas centrais representam um perigo para a saúde pública e o ecossistema não só do seu país de origem, mas também de toda a Europa e de todo o planeta. Respeitando o domínio do relatório, votei favoravelmente por contribuir para o desmantelamento destas velhas centrais. Contudo, julgo que a política da UE sobre o nuclear deve ir mais longe. Face aos graves riscos há muito conhecidos do nuclear e à actual catástrofe nuclear vivida no Japão, apelo à criação imediata de um plano europeu para abandonar este tipo de energia. Considero ainda que a UE deve suspender imediatamente os fundos e o apoio para novas centrais nucleares.
Jean-Luc Mélenchon (GUE/NGL), par écrit. – Ce rapport traite du démantèlement de centrales nucléaires vétustes qui représentent un danger immédiat pour la santé de toutes les Européennes et de tous les Européens. Il ne remet en cause qu'à demi-mot, le volet dit "énergétique" de l'assistance financière de l'UE à ce démantèlement.
Ce parlement doit condamner clairement ces financements de nouvelles centrales nucléaires. Il ne le fait pas, pas plus qu'il ne demande la pourtant nécessaire sortie du nucléaire. Quelques jours à peine après la catastrophe de Fukushima, c'est faire preuve d'un aveuglement criminel. J'appelle à la mise en place immédiate d'un plan européen de sortie du nucléaire. Je vote pour, en pensant au financement du démantèlement des centrales concernées par ce rapport.
Nuno Melo (PPE), por escrito. − A segurança nuclear é uma preocupação de todos na Europa. O recente acidente ocorrido no Japão vem pôr em evidência os riscos inerentes às centrais nucleares. Os Estados da Europa de Leste que pretendem vir a fazer parte da UE, têm em funcionamento centrais nucleares de tecnologia soviética e com muitos anos de funcionamento, estando portanto em fim de vida. Face aos grandes custos de desmantelamento destas estruturas é natural que a UE apoie esses países no esforço de desmantelamento das mesmas para que não venham a acontecer no espaço europeu qualquer acidente nuclear com as consequências que todos, infelizmente, conhecemos.
Willy Meyer (GUE/NGL), por escrito. − He votado a favor de este informe sobre la eficiencia y eficacia de la financiación de la UE en el ámbito del desmantelamiento de centrales nucleares en los nuevos Estados miembros puesto que indica que debería concederse la mayor prioridad a la clausura de las centrales nucleares implicadas, en aras de la salud y la seguridad de toda la población europea y expresa su temor de que la falta de recursos financieros para las medidas de clausura retrase el desmantelamiento de las centrales nucleares y constituya una amenaza para el medio ambiente y la salud humana. El accidente de Fukushima evidencia que la energía nuclear no es controlable en caso de catástrofe, además de que su gestión no puede estar en manos privadas, por ello urge una moratoria para que no se construyan más centrales nucleares y el establecimiento de un calendario de cierre de las 143 centrales que existen hoy en Europa. La UE debe caminar hacia un futuro libre de centrales nucleares y basado en energías renovables.
Alexander Mirsky (S&D), in writing. − The resolution assesses plans to decommission out-of-date nuclear stations in three EU countries: Ignalina in Lithuania, Bohunice in Slovakia, Kozloduy in Bulgaria. The resolution also estimates expenditure and delays in possible funding of energy projects which are not related to decommissioning. ‘Possible funding’ is well said. It is necessary to define clearly and specifically exactly how powerful energy sources will be substituted, where and when new electric stations will be constructed by our financial means. I voted ‘for’ because I understand the hazard of nuclear stations, but what is the sense in decommissioning Ignalina while other nuclear stations have not yet been built in the European Union? Maybe it is better to carry out reconstruction works?
Andreas Mölzer (NI), schriftlich. − Nachrüstungen, um den vorgeschriebenen minimalen Sicherheitsanforderungen zu entsprechen, wären für einige atomare Reaktoren in Litauen, der Slowakei und Bulgarien gar nicht oder nur zu unwirtschaftlich hohen Kosten möglich gewesen. Mit dem EU-Beitritt wurden den mittel- und osteuropäischen Staaten Stilllegungsbeihilfen für schrottreife Reaktoren gewährt. Bis zum Jahr 2009 wurden rund 1.300 Mio. Euro an Litauen (Ignalina), die Slowakei (Bohunice V1) und Bulgarien (Kosloduj) ausgezahlt. Bis Ende 2013 ist die EU zu weiteren Zahlungen verpflichtet. Im Zuge der russisch-ukrainischen Gaskrise erwog die Slowakei eine Reaktivierung des stillgelegten Schrott-AKW Bohunice, um den durch ausbleibende russische Gaslieferungen entstandenen Energiemangel auszugleichen. Japan hat uns gezeigt, wie leicht ein AKW außer Kontrolle geraten kann. Daher ist es umso wichtiger, dass Schrottreaktoren stillgelegt werden, zugleich aber auch Alternativen aufgebaut werden, um eine Reaktivierung über die Hintertür zu verhindern. Ich habe also für den Bericht gestimmt.
Rareş-Lucian Niculescu (PPE), în scris. − Indiscutabil, este în interesul siguranţei şi al sănătăţii tuturor cetăţenilor Europei ca UE şi statele membre să acorde prioritate maximă dezafectării centralelor nucleare vizate din noile state membre. Dar o atenţie egală ar trebui acordată şi eliminării pericolelor din proximitatea imediată a Uniunii Europene, iar aici atrag atenţia asupra urgentei identificări şi mobilizări a fondurilor necesare pentru construirea unui nou sarcofag masiv peste reactorul centralei de la Cernobîl care a explodat în 1986.
Rolandas Paksas (EFD), raštu. − Pritariu šiai rezoliucijai dėl ES lėšų panaudojimo branduolinių elektrinių eksploatavimo nutraukimui Lietuvoje, Slovakijoje ir Bulgarijoje veiksmingumo ir efektyvumo. Visų pirma reikia stengtis, kad visi eksploatavimo nutraukimo darbai būtų atlikti laiku tinkamai įgyvendinant visas reikiamas saugumo priemones ir užkertant kelią net minimaliam pavojui žmonių sveikatai ir aplinkai. Jei jau pasiryžome nutraukti Ignalinos ir kitų atominių elektrinių eksploatavimą, visi finansiniai resursai, skirti šiam procesui, turi būti naudojami pagal paskirtį laikantis skaidrumo ir efektyvumo principo. Nacionalinės vadžios institucijos kuo skubiau turi užbaigti detaliuosius eksploatavimo nutraukimo planus. Manau, kad Europos Audito Rūmų atlikto audito rezultatai parodys lėšų panaudojimo tikslus ir jų veiksmingumą. Turime dėti visas pastangas, kad išmontavimo ir eksploatavimo nutraukimo atliekų tvarkymo darbai prasidėtų iki 2013 m. Manau, kad tikslinga nustatyti pareigą Komisijai pateikti detalų finansavimo planą Europos Parlamentui bei nustatyti atsakomybę už Europos Sąjungos paramos panaudojimą. Atsižvelgiant į tai, kad valstybių fonduose, skirtuose branduolinių elektrinių eksploatavimo nutraukimui, nėra sukaupta pakankamai planuotų sumų, yra tikslinga į parengtas strategijas ir planus įtraukti naujas veiklos kryptis bei numatyti atitinkamai papildomų ES lėšų.
Alfredo Pallone (PPE), per iscritto. − Cari colleghi, ho votato a favore del testo sui finanziamenti dell'UE per la disattivazione di centrali nuclerari in Lituania, Slovacchia e Bulgaria perché visti i recenti accadimenti dopo il terremoto e la crisi nucleare in Giappone ritengo fondamentale e indispensabile per l'Unione europea una politica di controllo sulla sicurezza dei reattori nucleari che non lasci alcun margine di rischio. Nei territori dei Paesi in questione erano attivi vecchi reattori nucleari di progettazione sovietica per i quali si è tecnicamente ritenuto impossibile un rinnovamento per adeguarli agli standard di sicurezza internazionali attualmente obbligatori. Il finanziamento da parte dell'Unione è consequenziale all'onere economico supportato dai paesi per la chiusura degli impianti nucleari.
Maria do Céu Patrão Neves (PPE), por escrito. − No âmbito das negociações da adesão à UE, a Lituânia, a Eslováquia e a Bulgária negociaram o apoio ao desmantelamento de velhos reactores nucleares de concepção soviética que, no entender da comunidade internacional, e em consonância com a Cimeira do G7 de Munique em 1992, não podiam ser adaptados às normas mínimas de segurança exigidas a um custo economicamente aceitável. No contexto das negociações de adesão os três países comprometeram-se a encerrar e, posteriormente, desmantelar esses reactores nucleares em datas fixas. Reconhecendo que o encerramento antecipado representava um encargo financeiro excepcional e, por solidariedade, a União Europeia comprometeu-se a prestar uma assistência financeira suplementar adequada para o desmantelamento desse reactores até ao final de 2013. O programa de assistência tem sido objecto de auditorias e avaliações regulares. O TCE está actualmente a realizar auditorias de resultados dos três programas e aguarda-se um relatório para o Outono de 2011. Pode desde já concluir-se que poderiam ter sido criadas sinergias entre os três projectos para que a acção da UE fosse mais eficiente e eficaz. Votei favoravelmente o presente relatório de que destaco a recomendação à Comissão para a harmonização das regras relativas ao financiamento do desmantelamento de reactores nucleares.
Aldo Patriciello (PPE), per iscritto. − Care colleghe e cari colleghi, la proposta di risoluzione del Parlamento europeo sull'efficienza ed efficacia dei finanziamenti dell'UE nell'ambito della disattivazione di centrali nucleari nei nuovi Stati membri, presentata il 14 marzo 2011, ha lo scopo di valutare i risultati ottenuti nel campo dello smantellamento di centrali nucleari obsolete sulla base delle esperienze della Lituania, della Bulgaria e della Slovacchia, che hanno beneficiato, a partire dal 1999, di assistenza finanziaria UE a questo scopo. La sicurezza dell'approvvigionamento energetico è una delle priorità fondamentali della strategia energetica UE. Secondo le attuali previsioni, i ritardi accusati dai programmi non impediranno di iniziare le attività di smantellamento e gestione dei rifiuti nonché l'esecuzione dei lavori da parte del personale delle centrali entro il 2013. Rimane, tuttavia, una forte preoccupazione per il fatto che i piani di disattivazione non siano stati ancora messi a punto e che siano necessari sforzi per il miglioramento della gestione delle risorse finanziare e del coordinamento con le autorità nazionali degli Stati membri interessati. Per questi motivi, esprimo il mio voto favorevole alla proposta di risoluzione.
Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), in writing. − The three countries, Lithuania, Slovakia and Bulgaria, operated old soviet-design nuclear reactors that the international community, in line with the G7 multilateral programme of action adopted at the Munich G7 summit in 1992, concluded could not be upgraded to meet the minimum required safety standards at an economically acceptable cost. In the context of the negotiations for accession to the European Union, the three countries took the commitment to close and subsequently decommission these nuclear reactors on fixed dates. In recognition of the fact that the early closure represented an exceptional financial burden and as act of solidarity, the European Union committed itself to provide adequate additional financial assistance for decommissioning these reactor units until the end of 2013.
Licia Ronzulli (PPE), per iscritto. − Ho votato a favore di questa relazione perché ritengo di importanza prioritaria mantenere alta l'attenzione sullo stato di disattivazione delle centrali nucleari di Lituania, Slovacchia e Bulgaria dove, al momento del loro ingresso nell'Unione europea, erano ancora attivi vecchi reattori nucleari di progettazione sovietica, per i quali non era possibile un adeguamento ai più recenti standard di sicurezza a costi sostenibili.
Dopo il recente disastro in Giappone, non è più possibile attardarsi su simili procedure per la sicurezza di tutti i cittadini europei e non solo, e anche gli eccezionali oneri finanziari da assolvere al riguardo non possono più essere una scusante per eventuali ritardi. Per questo motivo, l'Unione europea si è impegnata a fornire un'adeguata assistenza finanziaria per la disattivazione di questi reattori fino alla fine del 2013. Ogni ulteriore ritardo non potrà essere tollerato nell'interesse dell'intera Comunità europea e dovrà essere immediatamente denunciato in tutte le sedi più opportune.
Oreste Rossi (EFD), per iscritto. − A seguito del disastro nucleare causato dalla centrale del Giappone, legato anche al mancato adeguamento a standard di sicurezza attuali, possiamo dire di aver fatto un'ottima scelta quando, in sede di negoziati di adesione, si erano fissate date di chiusura tassative per tre vecchie centrali nucleari di progettazione sovietica in Lituania, Slovacchia e Bulgaria.
La data di chiusura definitiva e della relativa messa in sicurezza era prevista per il 2013, con un importo di spese a carico dell'Unione europea di quasi tre miliardi di euro. La relazione invita la Commissione, a seguito dei ritardi e dell'aumento dei costi relativi la messa in sicurezza delle tre centrali, a una maggiore sorveglianza e a verificare quale sia la situazione attuale e quali siano le previsioni sull'attuazione delle diverse fasi del processo di disattivazione in base al calendario iniziale.
Bart Staes (Verts/ALE), schriftelijk. − Litouwen, Slowakije en Bulgarije beschikten over oude, ten tijde van de Sovjet-Unie ontworpen kerncentrales waarvan de internationale gemeenschap vond dat ze niet tegen economisch verantwoorde kosten tot minimumveiligheidsvoorwaarden konden worden opgewaardeerd. De toetredingsonderhandelingen werden gebruikt om de drie kerncentrales op vooraf afgesproken data te sluiten en vervolgens te ontmantelen. Over de periode 1999-2013 werd daarvoor 2,7 miljard euro uitgetrokken. Eind 2009 werd daarvan al 1,8 miljard euro vastgelegd. Toch is er een aanzienlijke vertraging bij de uitvoering van de ontmantelingsprogramma's. Het Europees Parlement vreest dat deze vertraging tot gevaren voor het milieu en de menselijke gezondheid zal leiden. Ik ben tevreden met dit verslag ook al omdat het voltallig Europees Parlement instemde met mijn in de Commissie begrotingscontrole ingediende amendementen waarin wordt aangedrongen op absolute transparantie bij het beheer van de fondsen en de besteding van de middelen daaruit.
Het Europees Parlement stemde ook in met mijn verzoek aan de Commissie om jaarlijks aan het Europees Parlement verslag uit te brengen en mee te delen of de prognose dat de uitgetrokken financiële middelen de komende drie jaar kunnen worden geabsorbeerd, bewaarheid wordt. Dit verslag vormt de basis om dit proces van zeer nabij te volgen en dat is vanuit menigerlei oogpunt een goede zaak.
Catherine Stihler (S&D), in writing. − I voted in favour of this report as I support the gradual decommissioning of nuclear power plants.
Thomas Ulmer (PPE), schriftlich. − Ich habe dem Bericht zugestimmt. Der Rückbau der Anlagen in Ignalia, Bohunice und Kosloduj verläuft allerdings zu zögerlich, hier ist mehr Engagement von Seiten der nationalen Betreiber zu fordern. Dringend sind für alle Mitgliedstaaten gemeinsame Standards auch für den Rückbau der Anlagen anzumahnen. Verantwortlichkeiten müssen klar definiert werden. Immerhin haben sich die 3 Staaten Litauen, Slowakei und Bulgarien in den Aufnahmeverhandlungen zur EU bereit erklärt, diese 3 unsicheren Kernkraftwerke vom Netz zu nehmen.
Viktor Uspaskich (ALDE), raštu. − Gerbiami kolegos, praėjusį mėnesį Japonijoje įvykę tragiški įvykiai bei susirūpinimas dėl Fukušimos jėgainės saugumo sukėlė dideles diskusijas dėl branduolinių elektrinių. Labai svarbu, kad šios diskusijos vyktų – daugelis lietuvių vis dar puikiai prisimena Černobylio tragediją. Ignalinos branduolinės elektrinės uždarymas buvo viena iš ES narystės sąlygų, tačiau labai skausminga. ES suteikė Lietuvai 837 mln. eurų dydžio pagalbą branduolinės elektrinės uždarymo padariniams likviduoti 2007–2013 m. Tačiau neužtenka vien tik gauti reaktoriaus uždarymui skirtą finansavimą iš ES. Saugus eksploatacijos nutraukimas yra ilgas kelias ir ES turi palaikyti Lietuvą viso to kelio metu. Ši pagalba turėtų apimti visapusišką pagalbą – radioaktyvių atliekų bei pavojingų atliekų tvarkymą.
Kaip teigia pranešėjas, visapusė ES parama yra svarbi siekiant sumažinti ekonomines ir socialines pasekmes, kurios atsirado uždarius Ignalinos branduolinę elektrinę. Branduolinės elektrinės uždarymas atėmė darbą iš daugelio lietuvių ir padarė žalą mūsų ekonomikai. ES turi teikti daugiau pagalbos projektams energetikos sektoriuje siekiant sušvelninti Ignalinos elektrinės uždarymo materialias pasekmes. Tai galėtų apimti elektros energijos pajėgumo bei elektros energijos vartojimo efektyvumo priemonių atnaujinimo skatinimą.
Angelika Werthmann (NI), schriftlich. − Ich habe dem Bericht über die Stilllegung der drei Kernkraftwerke in den Mitgliedstaaten Litauen, Slowakei und Bulgarien zugestimmt. Da die Kernkraftreaktoren nicht einmal den minimalen Sicherheitsanforderungen entsprechen, war deren Abbau eine Bedingung bei den Beitrittsverhandlungen der drei Länder, und die Europäische Union verpflichtete sich, einen Teil der finanziellen Kosten für die Demontage zu übernehmen. Besonders erfreulich ist in diesem Zusammenhang, dass mit der Stilllegung des Kernkraftwerkes Ignalina in Litauen das einzige Werk des Landes vom Netz genommen wurde.
Regina Bastos (PPE), por escrito. − O Fundo Europeu de Ajustamento à Globalização (FEG) foi criado em 2006 para prestar assistência adicional aos trabalhadores afectados pelas consequências de mudanças importantes na estrutura do comércio internacional e para ajudar à sua reintegração no mercado de trabalho. A partir de 1 de Maio de 2009 o âmbito de aplicação do FEG foi alargado passando a incluir o apoio a trabalhadores despedidos em consequência directa de crises económicas, financeiras e sociais.
Nesta altura em que nos vemos confrontados com esta grave crise, de que se destaca o aumento do desemprego como uma das principais consequências, a UE deverá utilizar todos os meios ao seu alcance para reagir, nomeadamente no que se refere aos apoios a prestar às pessoas que se viram confrontadas, de um dia para o outro, com a realidade do desemprego. Assim apoiei o presente relatório que diz respeito à mobilização do FEG a favor da República Checa com o objectivo de apoiar os trabalhadores despedidos na empresa Unilever ČR spol.s r.o.
Izaskun Bilbao Barandica (ALDE), por escrito. − La ayuda incluye a 460 de los 664 despedidos por la empresa UNILEVER CR, que se dedicaba al sector del comercio al por menor. el 52,4% de las afectadas son mujeres. El 13% tiene más de 54 años y el 9,1% menos de 24. Conviene destacar que las medidas que ayudarán a la formación de los despedidos serán cofinanciadas por la empresa, que no elude su responsabilidad, y serán puestas en práctica por contratistas y empresas que trabajen en su nombre.
Jan Březina (PPE), písemně. − Je úspěchem EP, že rozpočet na rok 2011 poprvé vykazuje prostředky na platby ve výši 47 608 950 EUR v rozpočtové položce EGF. EGF byl totiž vytvořen jako oddělený konkrétní nástroj s vlastními cíli a lhůtami, a zaslouží si proto vlastní přidělené prostředky, čímž se zabrání převodům z jiných rozpočtových položek, k nimž docházelo v minulosti a jež by mohly bránit dosahování různých politických cílů. Domnívám se, že EGF prokázal svůj smysl, pouze mne mrzí, že dosud není ve větší míře využíván novými členskými zeměmi. V konečném důsledku tak může vznikat dojem, že účelem EGF je dostat do starých členských států EU prostředky z rozpočtu EU, na které byly dříve zvyklé například v rámci politiky soudržnosti. Věřím, že historicky první česká žádost o dotaci z EGF je onou pověstnou první vlaštovkou, po které budou následovat další, protože i český průmysl byl postižen globalizací a světovou finanční krizí a i čeští propuštění zaměstnanci si zaslouží evropskou pomoc při snaze o ztížené uplatnění na trhu práce.
Zuzana Brzobohatá (S&D), písemně. − Evropský fond pro přizpůsobení se globalizaci byl v roce 2006 zřízen jako flexibilní nástroj pro rychlé poskytnutí jednorázové, časově omezené individuální podpory na pomoc pracovníkům, kteří byli propuštěni v důsledku globalizace či finanční a hospodářské krize. Po vypuknutí světové hospodářské a finanční krize jde o první případ uvolnění prostředků z tohoto fondu pro Českou republiku, a to konkrétně na zmírnění důsledků propuštění 634 zaměstnanců společnosti Unilever, která zavřela továrnu v obci Nelahozeves. S ohledem na skutečnost, že 52,4 % propuštěných jsou ženy a více než 13 % propuštěných pracovníků je starších 54 let, považuji schvální uvolnění prostředků pro Českou republiku za velmi správné, a také proto jsem zprávu podpořila při hlasování.
Maria Da Graça Carvalho (PPE), por escrito. − Congratulo-me com o trabalho desempenhado com base no Fundo Europeu de Ajustamento à Globalização, nomeadamente no apoio aos trabalhadores afectados pelas mudanças do comércio mundial. Apoio da mesma forma a decisão sobre a mobilização do FEG a favor da Republica Checa, em prol dos trabalhadores da empresa Unilever, que contaram com mais de 500 despedimentos inesperados em consequência da crise económica e financeira mundial. Esta decisão é assim de grande importância não só para os trabalhadores e suas famílias, como para o distrito de Melník, onde as instalações da Unilever estavam situadas, que tem a sua economia amplamente dependente da indústria de transformação alimentar e das indústrias química e energética.
Anne Delvaux (PPE), par écrit. – J'ai voté en faveur de ce rapport, mais également en faveur de l'amendement qui invite à une révision du Fonds européen de mondialisation (FEM). Car, ce que je regrette, c'est que le FEM, sous sa forme actuelle, n'impose pas d'enquête sur la santé financière, l'évasion fiscale ou la situation en matière d'aides d'État des sociétés multinationales dont la restructuration justifie l'intervention du FEM. J'estime que cette question devrait être abordée lors de la prochaine révision du règlement FEM, sans remettre en question l'accès des travailleurs licenciés au FEM.
Lena Ek, Marit Paulsen, Olle Schmidt och Cecilia Wikström (ALDE), skriftlig. − Vi har valt att även denna gång ställa oss bakom att EU:s globaliseringsfond får aktiveras - denna gång för att hjälpa sammanlagt cirka 1 200 personer som förlorat sina jobb i Polen och Tjeckien - eftersom Europa fortfarande lider av den ekonomiska krisen och särskilda tider kräver särskilda åtgärder.
Vi anser dock att vi för framtiden snarare bör använda oss av redan befintliga instrument - i synnerhet den Europeiska socialfonden - för att öka anställningsbarheten hos dem som varslats eller blivit uppsagda. Något behov av en globaliseringsfond i nästa budgetperiod torde inte finnas.
Diogo Feio (PPE), por escrito. − O pedido refere-se a 634 despedimentos na empresa Unilever CR que operam no sector retalhista na região checa de Střední Čechy. Tal como no primeiro pedido deste ano relativo à região polaca de Podkarpackie, a Comissão EMPL avaliou favoravelmente o cumprimento dos critérios de elegibilidade deste processo. Não posso deixar de notar e de lamentar a dispersão dos despedimentos por todo o território da União, os quais indiciam que muito ainda há a fazer para inverter o ciclo de crise em que nos encontramos mergulhados. Apoio a proposta da Comissão de mobilização do FEG e faço votos que os trabalhadores despedidos possam reencontrar um novo trabalho o mais rapidamente possível.
José Manuel Fernandes (PPE), por escrito. − O presente Relatório debruça-se sobre uma proposta de decisão do Parlamento Europeu (PE) e do Conselho sobre a mobilização 323 820 euros do Fundo Europeu de Ajustamento à Globalização a fim de apoiar a reintegração de trabalhadores da República Checa despedidos em consequência da actual crise económica e financeira. Esta candidatura, a segunda a ser aprovada no âmbito do Orçamento da UE para 2011, foi apresentada à Comissão em 24 de Março de 2010 e respeita a 634 trabalhadores da empresa Unilever ČR, da região de Střední Čechy, que laboravam no sector do retalho. Tendo em conta que se trata de um instrumento orçamental específico, que o montante solicitado tem enquadramento legal e respeita o disposto no Acordo Interinstitucional de 17 de Maio de 2006, entre o Parlamento Europeu, o Conselho e a Comissão Europeia, nomeadamente o número 28.º, voto favoravelmente esta proposta e espero que ela contribua para minorar as dificuldades económicas dos habitantes daquela região e relançar a economia local.
João Ferreira (GUE/NGL), por escrito. − Mais uma mobilização do Fundo Europeu de Ajustamento à Globalização (FEG). Desta feita, para apoiar os trabalhadores despedidos da fábrica da multinacional Unilever na República Checa.
Como noutras ocasiões, votámos favoravelmente. Mas para além das reservas que sempre fazemos nestas situações, existem particularidades neste processo que merecem ser salientadas: a Comissão Europeia limitou-se a afirmar que a Unilever não recebeu qualquer auxílio estatal ou proveniente de Fundos comunitários para a abertura da fábrica na República Checa, antes ou depois da adesão à UE. Mas a Comissão não informou, como devia e lhe foi solicitado, sobre o que se passa noutras fábricas do grupo, argumentando com a sua não obrigatoriedade no âmbito do Regulamento do FEG.
Mais do que o que se passou no caso concreto da unidade na República Checa, interessa conhecer e avaliar o comportamento do grupo Unilever, a nível da União Europeia. Lamentamos, por isso, a ausência desta informação relativa às ajudas públicas concedidas a este grupo, bem como, em geral, às empresas multinacionais cuja reestruturação justifique a intervenção do FEG.
Ilda Figueiredo (GUE/NGL), por escrito. − Esta é mais uma mobilização do Fundo Europeu de Ajustamento à Globalização (FEG) que, neste caso, pretende beneficiar os trabalhadores que foram despedidos da fábrica checa da multinacional Unilever. A posição da Comissão Europeia foi, neste campo, muito polémica, tendo em conta que se limitou a afirmar que a Unilever não recebeu qualquer auxílio estatal ou apoio financeiro de Fundos europeus para a abertura da fábrica na República Checa, antes ou depois da adesão à UE, mas não deu informações sobre o que se passa noutras fábricas do grupo, argumentando com a sua não obrigatoriedade no âmbito do Regulamento do FEG.
Daí que no debate na Comissão do Emprego e dos Assuntos Sociais tivesse chamado a atenção para o facto de nenhuma informação estar disponível em relação ao que se passa com o grupo Unilever, a nível da União Europeia, e tivesse proposto que na revisão do Regulamento se tenha em conta esta questão para que haja um exame à situação financeira, incluindo ajudas públicas das empresas multinacionais cuja reestruturação justifique a intervenção do FEG, sem comprometer o acesso dos trabalhadores despedidos ao respectivo Fundo.
Daí o nosso voto favorável a estas propostas.
Estelle Grelier (S&D), par écrit. – J'ai voté en faveur de ce rapport sur la mobilisation du fonds européen d'ajustement à la mondialisation (FEM) pour venir en aide aux salariés de l'industrie alimentaire (UNILEVER) en République Tchèque. Je souligne cependant qu'il est urgent que la réglementation de ce fonds soit très prochainement révisée. A cet effet, à l'occasion de ce vote, j'ai cosigné et fait adopter un amendement précisant qu'il est préjudiciable que le règlement ne demande pas une enquête sur la santé financière, les possibles évasions fiscales ou la situation des aides d'état qui sont octroyées aux multinationales qui bénéficient de l'intervention du FEM. Dans un contexte où l'Union Européenne peine à financer ses objectifs et se voit imposer de faire des choix entre des politiques toutes aussi prioritaires, le budget communautaire ne peut pas se permettre de financer des stratégies d’implantation et de délocalisation de grandes multinationales qui n'ont pour intention que d'accroître leurs bénéfices. Ceci devra être impérativement pris en compte dans la prochaine réglementation, sans pour autant porter préjudice aux travailleurs licenciés en compromettant leur accès au FEM.
Jiří Havel (S&D), písemně. − Doporučuji hlasovat ve prospěch zprávy paní Barbary Materové o uvolnění prostředků z Evropského fondu pro přizpůsobení se globalizaci (EGF), v jehož rámci je tentokrát podána vůbec první žádost o podporu z České republiky. Považuji za důležité zdůraznit význam tohoto fondu, u jehož kolébky stál právě český sociálnědemokratický komisař Vladimír Špidla. Finanční a následující hospodářské zemětřesení připravilo řadu lidí o zaměstnání v celé Evropě. Prostředky z EGF financují jedině ta opatření, která pomohou najít nové uplatnění na pracovním trhu lidem, jež byli propuštěni, přihlásili se do programů odborného vzdělávání a získali znalosti odpovídající potřebám trhu práce nebo se stali osobami samostatně výdělečně činnými. Dle zprávy paní Materové mohu shrnout, že všechna zmíněná kritéria společnost Unilever splnila. K uzavření výrobního závodu v Nelahozevsi byla společnost Unilever ČR nucena přistoupit pod vlivem ekonomické krize a propouštění postihlo většinu zaměstnanců.
Všem odcházejícím nabídl Unilever program komplexní podpory při hledání nového zaměstnání a při vedení programu firma těsně spolupracovala s místním úřadem práce. Proto mohu souhlasit s uvolněním prostředků dle údajů v této zprávě a s návrhem Komise vyplatit České republice částku 323 820 EUR z rezervy EGF.
Juozas Imbrasas (EFD), raštu. − Europos prisitaikymo prie globalizacijos padarinių fondas (toliau – EGF) įsteigtas teikti papildomą paramą darbuotojams, atleistiems iš darbo dėl su globalizacija susijusių esminių pasaulio prekybos sistemos struktūrinių pokyčių, ir padėti jiems vėl integruotis į darbo rinką. EGF taikymo sritis buvo išplėsta – nuo 2009 m. gegužės 1 d. galima teikti paramos darbuotojams, atleistiems iš darbo dėl tiesioginio pasaulinės finansų ir ekonomikos krizės poveikio, paraiškas. 2006 m. gegužės 17 d. tarpinstituciniame susitarime numatyta galimybė skirti EGF lėšų, neviršijant viršutinės metinės 500 mln. EUR ribos. 2010 m. kovo 24 d. Čekija pateikė paraišką skirti EGF lėšų dėl atvejų, kurie susiję su 634 darbuotojų (visiems skirtina parama) atleidimu iš įmonės „Unilever ČR, spol. s.r.o.“, vykdančios veiklą mažmeninės prekybos sektoriuje (maisto produktų), ir iki 2010 m. rugsėjo 20 d. ją papildė išsamesne informacija. Ši paraiška atitinka finansinei paramai taikomus reikalavimus. Todėl Komisija siūlo skirti 323 820 EUR sumą. Todėl pritariau tam, kad EGF lėšos turėtų būti skirtos finansinei paramai pagal Čekijos pateiktą paraišką suteikti. Taip pat manau, kad ir kitos ES valstybės narės turėtų aktyviau naudotis ES fondų teikiamomis galimybėmis.
Giovanni La Via (PPE), per iscritto. − Egregio Presidente, cari colleghi, ho votato a favore della mobilitazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG) a favore della Repubblica Ceca, perché ritengo tale strumento una valida risorsa di sostegno ai lavoratori in difficoltà a causa della crisi economica. La votazione odierna riguardava una richiesta di supporto per 634 lavoratori dell'azienda Unilever CZ, operante nel settore del commercio al dettaglio nella regione NUTS II di Střední Čechy, per un importo finanziato dal FEG di 323.820 euro. Infine, vorrei sottolineare l'importanza del FEG, rivelatosi in questi anni una risorsa utile ed efficace nella lotta alla disoccupazione come conseguenza della globalizzazione e della crisi economica.
David Martin (S&D), in writing. − I welcome this report which releases funds from the European Globalisation Adjustment Fund to assist workers made redundant in the Czech Republic. The application relates to 634 redundancies that occurred following the closure of a Unilever plant in Nelahozeves in the last quarter of 2009. Four hundred and sixty redundant workers will benefit from personalised measures supported by EGAF funding to a total of EUR 0.32 million.
Jean-Luc Mélenchon (GUE/NGL), par écrit. – C'est en pensant aux travailleuses et aux travailleurs tchèques sacrifiés sur l'autel de la mondialisation que je m'abstiens. La situation précaire dans laquelle ils se trouvent n'est rien d'autre que la conséquence des politiques néolibérales de l'Union européenne que ce fonds avalise et accompagne. Je vote contre, tant l'aumône accordée aux victimes de ces politiques est dérisoire comparée aux profits engrangés par ailleurs.
Nuno Melo (PPE), por escrito. − A UE é um espaço de solidariedade e nela se enquadra o Fundo Europeu de Ajustamento à globalização. Estes apoios são fundamentais para o auxílio aos desempregados e às vítimas das deslocalizações que se verificam num contexto globalizado. É cada vez maior o número de empresas que se deslocalizam, aproveitando os reduzidos preços do factor trabalho, que são praticados em vários países, nomeadamente na China e na Índia, com efeitos nocivos para os países que respeitam os direitos dos trabalhadores. O FEG destina-se a ajudar os trabalhadores vítimas da deslocalização de empresas, e é fundamental para facilitar o acesso a um novo emprego. O FEG já foi no passado utilizado por outros países da UE, cabendo agora dar esse auxílio à República Checa que apresentou um pedido de assistência relativamente a 634 casos de despedimento (todos potenciais beneficiários de assistência) ocorridos na empresa Unilever ČR, spol.sr.o, que opera no sector do retalho na região NUTS II de Střední Čechy.
Willy Meyer (GUE/NGL), por escrito. − Si bien he votado a favor de esta propuesta de concesión de la ayuda destinada a los trabajadores de Unilever en la República Checa, considero que ésta es una medida analgésica y paliativa de las consecuencias del modelo capitalista y no supone ningún avance en la lucha contra la raíz de las causas de la crisis. Estoy de acuerdo con la movilización de recursos procedentes del Fondo Europeo para la Adaptación a la Globalización a favor de los ciudadanos despedidos por los cambios estructurales en los modelos comerciales o como consecuencia directa de la actual crisis económica y financiera. Creo estos fondos pueden ser útiles para el objetivo último de facilitar la reinserción laboral de estos trabajadores. Igualmente, he votado a favor convencido del carácter complementario de esta asistencia respecto a las ayudas por despido que recoge cada legislación nacional y convenio colectivo. Por ello, en ningún caso esta movilización de fondos procedentes del FEAG puede suplantar ni eludir las responsabilidades legales de gobiernos y empresas con los despedidos.
Andreas Mölzer (NI), schriftlich. − Der Europäische Fonds zur Anpassung an die Globalisierung wurde errichtet, um Arbeitnehmer, die in Folge der globalen Finanz- und Wirtschaftskrise entlassen worden sind, zu schützen. Die Tschechische Republik hat Unterstützung für 634 Entlassungen beantragt. Es ist gut und richtig, eine personenbezogene Unterstützung für Arbeitnehmer zu leisten, die infolge der Globalisierung und der Wirtschaftskrise entlassen wurden, wodurch die Wiedereingliederung in den Arbeitsmarkt unterstützt wird. Daher habe ich dafür gestimmt.
Alfredo Pallone (PPE), per iscritto. − Cari colleghi, I Fondi europei di adeguamento alla globalizzazione sono fondi stanziati dall'Unione per supportare economicamente alcuni settori in difficoltà dei Paesi membri o settori in espansione verso gli standard medi dell'Unione, per questo mi sono espresso a favore della relazione della collega Matera. Per il 2011 la linea di bilancio dell'Unione per gli stanziamenti di fondi di questo tipo è stata incrementata di 50 milioni di euro, è quindi più facile la concessione di fondi per i settori più vari, nello specifico si tratta delle prime richieste di mobilizzazione per il 2011 per il settore della produzione e fabbricazione di macchinari fatte da Repubblica Ceca e Polonia. Il fondo (di quasi un milione di euro) andrà a supportare i lavoratori specializzati in commercio e produzione di macchinari.
Maria do Céu Patrão Neves (PPE), por escrito. − O Fundo Europeu de Ajustamento à Globalização foi criado para prestar um apoio complementar a trabalhadores atingidos pelas consequências de mudanças estruturais importantes dos padrões do comércio mundial. Em 15 de Fevereiro de 2011, a Comissão aprovou uma nova proposta de decisão sobre a mobilização do FEG a favor da República Checam com o intuito de apoiar a reintegração no mercado de trabalho de trabalhadores despedidos em consequência da crise económica e financeira mundial. Tratou-se da segunda candidatura a ser examinada no âmbito do orçamento de 2011 e refere-se à mobilização de um montante total de € 323 820. O processo refere-se ao despedimento de 634 trabalhadores (todos potenciais beneficiários da intervenção) da empresa Unilever ČR, spol.sr., que opera no sector do retalho na região de Střední, durante o período de referência de quatro meses de 16.09.2009 a 16.01.2010. A avaliação da Comissão concluiu pela existência de nexo de causalidade entre os referidos despedimentos e mudanças estruturais importantes nos padrões do comércio mundial resultantes da crise financeira, bem como pelo carácter imprevisto dos despedimentos em questão. Uma vez que candidatura preenche os critérios de elegibilidade definidos no Regulamento FEG votei favoravelmente a mobilização do referido fundo.
Paulo Rangel (PPE), por escrito. − O pedido apresentado pela República Checa para intervenção do FEG relativamente a 634 despedimentos ocorridos no período compreendido entre 16 de Setembro de 2009 e 16 de Janeiro de 2010, na empresa Unilever ČR, spol.sr.o, que opera no sector do retalho na região NUTS II de Střední Čechy, preenche todos os critérios de elegibilidade definidos legalmente. Com efeito, por força do Regulamento (CE) n.º 546/2009 do Parlamento Europeu e do Conselho, de 18 de Junho de 2009, que alterou o Regulamento (CE) n.º 1927/2006 do Parlamento Europeu e do Conselho de 20 de Dezembro de 2006 que institui o Fundo Europeu de Ajustamento à Globalização, o âmbito de aplicação do FEG foi temporariamente alargado, passando a estar prevista a intervenção do FEG em situações como esta em que, como consequência directa da crise económica e financeira mundial, se verifiquem "pelo menos 500 despedimentos num período de quatro meses numa empresa de um Estado-Membro". Votei, por isso, favoravelmente esta resolução, esperando que a mobilização do FEG possa contribuir para a reintegração efectiva destes trabalhadores no mercado de trabalho.
Zuzana Roithová (PPE), písemně. − Vážení kolegové, v případě zprávy o uvolnění finančních prostředků z Evropského fondu pro přizpůsobení se globalizaci ve prospěch České republiky, konkrétně bývalých zaměstnanců společnosti Unilever, jsem hlasovala pro a jsem ráda, že zpráva byla přijata. Je mi líto, že britští konzervativci hlasovali proti a že český předseda skupiny ECR nebyl schopen jejich rozhodnutí změnit, ačkoliv je to vůbec poprvé, co Česká republika využívá prostředků z tohoto fondu.
Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), in writing. − As usually in this type of reports, the EP:
1. Requests the institutions involved to make the necessary efforts to accelerate the mobilisation of the EGF; appreciates in this sense the improved procedure put in place by the Commission, following the EP request for accelerating the release of grants, aimed at presenting to the budgetary authority the Commission’s assessment on the eligibility of an EGF application together with the proposal to mobilise the Fund; hopes that further improvements in the procedure will be reached in the framework of the upcoming reviews of the Fund;
2. Recalls the institutions’ commitment to ensuring a smooth and rapid procedure for the adoption of the decisions on the mobilisation of the EGF, providing one-off, time-limited individual support geared to helping workers who have been made redundant as a result of globalisation and the financial and economic crisis; points out the role that the EGF can play in the reintegration of workers made redundant into the labour market; however, calls for an evaluation on the long-term integration of these workers into the labour market as a direct result of the EGF-funded measures.
Licia Ronzulli (PPE), per iscritto. − Lo scorso 15 febbraio la Commissione ha adottato una proposta di decisione sulla mobilitazione del FEG a favore della Repubblica ceca, al fine di sostenere il reinserimento nel mercato del lavoro dei lavoratori licenziati a causa della crisi finanziaria ed economica globale. La domanda in esame riguarda 634 esuberi, tutti ammessi all'assistenza del Fondo, presso l'azienda Unilever operante nel settore del commercio al dettaglio nella regione NUTS II di Střední Čechy, durante il periodo di riferimento di quattro mesi che va dal 16 settembre 2009 al 16 gennaio 2010. Il mio voto positivo alla risoluzione odierna ribadisce il parere favorevole già espresso in sede di commissione per l'occupazione e gli affari sociali.
Olga Sehnalová (S&D), písemně. − Uvolnění prostředků z EGF podpoří opětovné začlenění 460 pracovníků postižených uzavřením podniku UNILEVER v obci Nelahozeves ve středních Čechách v České republice. Vzhledem k tomu, že se bude jednat o významnou pomoc při řešení sociálních dopadů v souvislosti s hromadným propouštěním v této malé obci, hlasovala jsem pro přijetí zprávy.
Catherine Stihler (S&D), in writing. − I voted in favour of this report which will provide funding for personalised measures to help workers who have been made redundant in the Czech Republic.
Marie-Christine Vergiat (GUE/NGL), par écrit. – Le Fonds européen d'ajustement à la mondialisation est un mécanisme controversé. Officiellement, ce fonds permet à l'Union européenne de financer des actions concrètes pour contrer les effets de la crise. Ce n'est qu'un cautère sur une jambe de bois.
Mais, ce mécanisme est utilisé de manière ponctuelle et seulement dans quelques cas. En réalité, il finance les plans de licenciement.
Aujourd'hui, le Parlement européen est allé encore plus loin dans l'hypocrisie en attribuant une partie de ce fonds à UNILEVER, qui vient de fermer ses usines en République tchèque et de licencier plus de 600 personnes, alors que ses bénéfices nets ont augmenté de 4,6 milliards, soit + 26 %.
J'ai donc voté contre ce rapport qui soulève un problème plus global que le cas UNILEVER. Comment les instances publiques nationales et européennes peuvent-elles continuer, face à la crise de l'emploi que nous rencontrons, à utiliser l'argent public pour subventionner des multinationales qui licencient des employés, alors qu'elles font du profit, et qui privilégient donc leurs actionnaires par rapport à leurs salariés?
Angelika Werthmann (NI), schriftlich. − Den Änderungsantrag, den die S&D-Fraktion eingebracht hat und der verlangt, dass bei der Vergabe von Geldern aus dem EGF ein Unternehmen als Ganzes bewertet werden muss, kann ich nur unterstützen. Diesbezügliche Forderungen habe ich bereits mehrmals und nachdrücklich im Budgetausschuss gefordert. Dem Bericht insgesamt konnte ich dennoch nicht zustimmen. Die tschechische Unilever ČR spol.sr.o, die im Einzelhandelssektor tätig ist, hat 634 ArbeiterInnen entlassen und suchte um Unterstützungsmaßnahmen für diese gesamte entlassene Belegschaft an (üblicherweise werden die individuellen Maßnahmen nur für einen Teil der entlassenen Belegschaft gebraucht, um deren Wiedereingliederung in den Arbeitsmarkt zu unterstützen). Wie bereits in jedem Bericht, in dem das Parlament EGF-Förderungen genehmigt, hervorgehoben wird, dürfen die Förderungen aus dem Strukturfonds nicht als Ersatz für Maßnahmen herangezogen werden, die gemäß den Tarifverträgen den Unternehmen obliegen.
Laima Liucija Andrikienė (PPE), raštu. − Balsavau už šią rezoliuciją dėl dvejopo naudojimo objektų ir technologijų, t. y. prekių, kurios gali būti naudojamos ir civiliams, ir kariniams tikslams. Dvejopo naudojimo prekių eksporto kontrolė itin svarbi siekiant neplatinti ginklų, įskaitant masinio naikinimo ginklus. Todėl labai svarbu siekti, kad ES dvejopo naudojimo prekių eksporto režimas būtų demokratiškesnis ir skaidresnis, tačiau tuo pačiu pakankamai griežtas. Šiuo metu ES valstybėse narėse taikomi reikalavimai dvejopo naudojimo objektų ir technologijų eksportui yra skirtingo griežtumo. Manau, kad ES turėtų siekti kiekvienam objektui taikyti griežčiausią eksporto režimą, taikytiną visoms valstybėms narėms. Komisija šioje srityje privalo įtvirtinti efektyvią sistemą, kuri padėtų kaupti patikimus duomenis apie galutinį iš Sąjungos eksportuojamų dvejopo naudojimo objektų naudojimą.
Zigmantas Balčytis (S&D), raštu. − Dvejopo naudojimo prekių (civiliniams ir kariniams tikslams) eksporto kontrolė itin svarbi siekiant neplatinti ginklų, įskaitant masinio naikinimo ginklus. ES jau penkiolika metų vykdo dvejopo naudojimo prekių eksporto kontrolės stiprinimą, grindžiamą prevencinėmis priemonėmis, taikant eksporto leidimų reikalavimus ir muitinės registravimo procedūras. Tačiau atsižvelgiant į nuolat vykstančius technologinius pokyčius ir naujas grėsmes būtina nuolat atnaujinti kontroliuojamų dvejopo naudojimo prekių sąrašus, kurie atitiktų analogiškus sąrašus, naudojamus pagal svarbiausius tarptautinės eksporto kontrolės režimus. Pagrindinė šių tarptautinių eksporto kontrolės režimų užduotis yra atnaujinti prekių, kurių eksportą reikia kontroliuoti, sąrašus. Iki šiol šie sąrašai beveik savaime būdavo perkeliami į ES teisės aktus visiškai nedalyvaujant Europos Parlamentui, tačiau po Lisabonos sutarties įsigaliojimo reikalingas ir EP pritarimas. Pritariau šiam pranešimui ir Europos Parlamento siūlymams, kuriais siekiama užtikrinti demokratiškesnį ir skaidresnį ES dvejopo naudojimo prekių eksporto režimą bei didesnį Komisijos vaidmenį vertinant šio reglamento įgyvendinimą valstybėse narėse.
George Becali (NI), în scris. − Am votat acest raport deoarece controlul exporturilor produselor cu dublă utilizare reprezintă un factor-cheie pentru neproliferarea armelor, inclusiv a armelor de distrugere în masă. Având în vedere volumul mare al schimburilor comerciale transfrontaliere în Uniunea Europeană, punerea în practică a controalelor exporturilor UE de produse cu dublă utilizare se bazează pe măsuri preventive, cum ar fi impunerea unor cerințe de autorizare a exporturilor și a unor proceduri de înregistrare vamală. Controalele exporturilor au un impact puternic asupra politicii comerciale a UE, întrucât pot afecta peste 10% din totalul exporturilor UE.
Sergio Berlato (PPE), per iscritto. − Il controllo delle esportazioni di prodotti a duplice uso, ovvero dei beni che possono essere utilizzati a scopi sia civili che militari, costituisce l'oggetto di azioni intraprese a livello di Unione da circa quindici anni.
Tale controllo incide notevolmente sulla politica commerciale europea, poiché può riguardare più del 10% di tutte le esportazioni dell'UE. A mio avviso, l'entrata in vigore del trattato di Lisbona e la relativa precisazione delle competenze dell'UE nel settore del commercio internazionale offrono una preziosa occasione per riaffermare il ruolo dell'Unione e la responsabilità del Parlamento europeo nel quadro istituzionale dell'UE in merito all'assunzione di decisioni.
Il principale strumento di controllo delle esportazioni è il regolamento (CE) n. 428/2009 che ha apportato una serie di cambiamenti significativi riguardo all'ambito di applicazione dei controlli sulle esportazioni di prodotti a duplice uso nell'Unione europea. In particolare, ritengo che il regime dell'UE relativo al duplice uso dovrebbe essere organizzato in modo più trasparente.
A tal fine, concordo con il relatore nel ritenere che sarebbe decisiva la piena partecipazione del Parlamento europeo tramite l'attuazione degli obblighi previsti dal trattato di Lisbona e tramite l'adozione di una sua interpretazione congiunta da parte di Parlamento e Commissione nell'ambito del nuovo accordo quadro.
Mara Bizzotto (EFD), per iscritto. − La relazione del collega affronta in modo positivo l'importante argomento del controllo delle esportazioni UE per quanto riguarda i prodotti a duplice uso, cioè quei beni che possono essere utilizzati a scopi sia civili che militari. Il controllo di questo tipo di esportazioni, che riguardano più del 10% del totale delle esportazioni dell'UE, risulta di particolare importanza ai fini della non proliferazione degli armamenti. Il mio voto alla relazione è positivo perché essa intende istituire procedure di controllo più trasparenti nei confronti delle suddette esportazioni.
George Sabin Cutaş (S&D), în scris. − Am votat pentru Propunerea de modificare a regulamentului, deoarece consider că punctele nou introduse vor conduce la o mai mare transparenţă şi democratizare a regimului UE pentru produsele cu dublă utilizare. Astfel, Parlamentul European va putea fi implicat în actualizarea listelor pentru produsele supuse controlului de către regimurile internaționale. Momentan, aceste liste sunt transpuse în mod aproape automat în legislația UE, fără ca Parlamentul să aibă un cuvânt de spus. De asemenea, Grupul de coordonare pentru produse cu dublă utilizare este chemat să prezinte un raport anual Parlamentului, în aşa fel încât acesta din urmă să fie pe deplin informat asupra evoluției controlului produselor şi tehnologiilor cu utilizare atât civilă, cât şi militară.
Marielle De Sarnez (ALDE), par écrit. – Les biens à double usage sont des produits susceptibles d'avoir une utilisation tant civile que militaire, comme les produits chimiques, le matériel technique de construction, mais également les logiciels et autres nouvelles technologies. Il est souvent difficile de prévoir la finalité réelle des produits exportés, il faut donc responsabiliser les exportateurs et les obliger à vérifier la finalité véritable des différents produits qu'ils vendent à l'étranger Bien que plusieurs mécanismes de contrôle et d'information existent déjà, nous avons demandé une sécurité accrue en la matière. C'est pourquoi nous avons voté en faveur des amendements qui demandaient une pré-notification des exportations, des contrôles plus stricts et plus de transparence. Ceci sera une garantie supplémentaire pour éviter les abus et empêcher la prolifération d'armes de destruction massives.
Diogo Feio (PPE), por escrito. − São considerados produtos tecnológicos de utilização dupla todos aqueles produtos (incluindo software e tecnologias) que podem, paralelamente, ser utilizados para fins civis ou fins militares, razão pela qual é necessário um cuidado especial quanto à sua exportação, para evitar a proliferação de armas e, muito em especial, de armas de destruição maciça. Como resulta evidente para qualquer analista, é fundamental para a segurança internacional que haja controlo sobre estes produtos e que os Regulamentos que estabelecem tais mecanismos de controlo sejam permanentemente actualizados de acordo com as evoluções tecnológicas. É também claro que, em Estados de direito, tais controlos devem ser transparentes e democráticos, como pretende a Comissão.
Para terminar, considero, tal como resulta do Parecer da AFET, que a Comissão deve ser sensível ao facto de existirem Estados dentro da UE que têm regras mais restritivas e mais exigentes em matéria de controlo das exportações de produtos de dupla utilização. Tal é natural e, em meu entender, deve manter-se.
José Manuel Fernandes (PPE), por escrito. − O presente relatório refere-se à necessidade de controlar a exportação e circuito dos denominados produtos de dupla utilização, ou seja, aqueles que têm um uso não só civil mas também militar. A União Europeia (UE) tem tomado, ao longo dos últimos anos, várias medidas no sentido de evitar que estas matérias possam ser utilizadas no fabrico de armas, nomeadamente as de destruição maciça. O principal instrumento de controlo por parte da UE é o Regulamento (CE) n.º 428/2009, de 5 de Maio, que incide nas actividades de corretagem e no trânsito destas matérias, mas que necessita de ser alterado de modo a se evitar tratamentos diferenciados em função dos Estados-Membros. Assim, concordo com as propostas veiculadas neste relatório uma vez que vão no sentido de tranquilizar os cidadãos europeus no que respeita à produção e circulação de matérias de dupla utilização e torna o actual regime mais transparente e mais democrático.
João Ferreira (GUE/NGL), por escrito. − Os controlos da exportação de produtos de dupla utilização têm vindo a ser objecto de medidas ao nível da UE. O principal instrumento de controlo das exportações é o Regulamento (CE) n.º 428/2009, de 2009. Este regulamento introduziu o alargamento do âmbito dos controlos das actividades de corretagem e do trânsito. Apesar de, no relatório, haver uma tentativa de introdução de um maior controlo democrático e de maior transparência, há algumas questões fulcrais que nos impedem de votar a favor.
Com a criação do Grupo de Coordenação da Dupla Utilização, presidido pela Comissão, é da responsabilidade desta a lista dos exportadores, dos corretores e partes interessadas que foram consultadas de exportadores. Passa a ser este grupo a decidir quais os países com que se pode comercializar, retirando essa competência aos Estados-Membros, pondo assim em causa a sua soberania.
Outro aspecto é a entrada de Israel na lista de países de destino de produtos de dupla utilização. Lembremos, por exemplo, os projectos de investigação conjuntos financiados pelo 7.° Programa-Quadro de Investigação, em especial os que decorrem com a participação da Indústria Aeroespacial de Israel – o fabricante dos aviões não tripulados que foram utilizados no ataque à Faixa de Gaza em 2008/2009, causando a morte de dezenas de pessoas.
Ilda Figueiredo (GUE/NGL), por escrito. − Votámos favoravelmente o retorno à comissão parlamentar respectiva deste relatório para permitir que prossigam as negociações com o Conselho, tendo por base a proposta legislativa com as alterações hoje introduzidas pelo Parlamento Europeu.
Sabemos que a utilização de produtos e tecnologias civis para fins militares carece de uma abordagem que não se esgota no controlo das exportações dos chamados produtos de dupla utilização e de serviços relacionados.
Embora este controlo das exportações seja importante, devendo ser feito de forma criteriosa, sem pôr em causa o acesso dos países em desenvolvimento a produtos e tecnologias necessários ao seu desenvolvimento, é preciso aumentar a transparência de processos e possibilitar o seu escrutínio democrático.
Mas sublinhamos que, também neste domínio, se impõe a coerência com outras políticas da UE e os objectivos visados por este Regulamento. São conhecidos os projectos de investigação conjuntos financiados pelo 7.° Programa-Quadro de Investigação, em especial os que decorrem com a participação da Indústria Aeroespacial de Israel, o fabricante dos aviões não tripulados que foram utilizados no ataque à Faixa de Gaza em 2008/2009, causando a morte de dezenas de pessoas.
Lorenzo Fontana (EFD), per iscritto. − Signor Presidente, onorevoli colleghi, le nuove competenze dell'UE nel settore del commercio internazionale giunte ora con il Trattato di Lisbona forniscono una buona occasione per dare più trasparenza al mercato del duplice uso. Con le modifiche a questo regolamento, che disciplina prodotti a uso sia militare sia civile, si avrà un controllo più attento di questi prodotti. Questo è fondamentale ai fini della non proliferazione delle armi. Considerando anche l'iter in commissione si conferma il sostegno al collega.
Juozas Imbrasas (EFD), raštu. − Cheminės ir radioaktyvios medžiagos, branduolinės centrifūgos, techninė ir programinė įranga bei jos komponentai naudojami net tik civilinėms, bet ir karinėms reikmėms. Atsidūrusios netinkamose rankose, šios prekės gali virsti kankinimo įranga ar masinio naikinimo ginklais. Balsavau už šį dokumentą, kadangi yra siūloma tobulinti dvejopo naudojimo objektų ir technologijų eksporto kontrolės režimą, t. y. stiprinti dvigubos paskirties prekių eksporto patikrą. Šiuo dokumentu taip pat išplečiamas prekių, kurioms reikia gauti leidimą ir informuoti apie jų eksporto judėjimą, sąrašas.
Elisabeth Köstinger (PPE), schriftlich. − Güter und Technologien mit zivilem und möglichem militärischem Verwendungszweck sollen gleichen Wettbewerbsbedingungen in allen Mitgliedsstaaten unterliegen. Es gilt gemeinsame und vor allem sichere Rahmenbedingungen zu finden, die die sichere Verwendung gewährleisten. Eine künstlich herbeigeführte Senkung der Verkaufspreise von europäischen Exportgütern soll damit entgegengewirkt werden - eine klare Stärkung der europäischen Klein- und Mittelbetriebe. Ich habe für den geänderten Vorschlag der Verordnung gestimmt, da Transparenz und Sicherheit oberste Priorität bei solchen Gütern und Technologien haben müssen.
David Martin (S&D), in writing. − I welcome this report. Export controls of dual-use items, meaning goods which can be used for both civil and military purposes, have been the subject of EU-level actions for around 15 years. Controlling the export of dual-use goods is a key for the non-proliferation of arms, including weapons of mass destruction. Given the high volume of trade across the borders of the European Union, the enforcement of EU export controls on dual-use goods relies on preventive measures such as the imposition of export licensing requirements and customs registration procedures.
Export controls have a high impact on the EU’s trade policy as they can affect more than 10% of all EU exports. The main EU export control tool is the Dual-use Regulation (EC) No 428/2009 of 5 May 2009, which entered into force on 27 August 2009. This new Regulation introduced a number of significant changes to the scope of dual-use export controls in the European Union. These include the introduction of controls on brokering activities and transit with regard to dual-use items. The Dual-use Regulation includes regularly updated lists of controlled dual-use items that reflect those of the main international export control regimes.
Jiří Maštálka (GUE/NGL), písemně. − Kontrola obchodování se zbožím dvojího užití je významnou oblastí s bezpečnostními i obchodními aspekty, která by bez provázaného toku výměny informací či samotné pružné mezinárodní spolupráce nebyla dostatečně účinná a uskutečnitelná. V této souvislosti bych chtěl zároveň zdůraznit úlohu příslušných kontrolních orgánů, např. celních, které nesou značnou odpovědnost při přímé kontrole vývozu nebo tranzitu zboží dvojího užití. Domnívám se, že by se také nemělo zapomínat na pomoc těmto orgánům, např. v oblasti přístupů k využití moderních kontrolních technologií, získávání nových poznatků z provedených kontrolních postupů nebo v neposlední řadě prostřednictvím podpory odborných školení a výměnných stáží. Kvalitní nastavení režimu vývozu zboží dvojího užití s uplatněním všech mezinárodních závazků by mělo být vždy spojeno s propracovanou bezpečnostní politikou.
Nuno Melo (PPE), por escrito. − Do Tratado de Lisboa decorre a clarificação das competências da UE no sector do comércio internacional e constituindo-se assim uma boa ocasião para reafirmar o papel da UE neste domínio, e o papel, a competência e a responsabilidade do Parlamento Europeu no quadro institucional da UE em matéria de tomada de decisões. O regime comunitário em matéria de produtos de dupla utilização deve ser organizado de forma mais transparente e democrática; a plena participação do Parlamento Europeu, através da aplicação das obrigações decorrentes do Tratado de Lisboa e da adopção de uma interpretação conjunta pelo Parlamento Europeu e pela Comissão Europeia no âmbito do novo Acordo-Quadro, será crucial para a realização deste objectivo.
Alexander Mirsky (S&D), in writing. − Dual-use items are products which can be used either for peaceful or for military purposes. Control over the export of dual-use items is a key aspect of non-proliferation of arms. Having regard to high volumes of trade across the EU border, application of EU control over exports of dual-use items is based on preventive measures. Control of exports has a large impact on EU trade policy. It would be nice if instruments of control do not become a means of fighting against competitors through business structures. To this end, it is necessary to create a long list of dual-use items; however it is a topic for another report. I voted ‘for’.
Andreas Mölzer (NI), schriftlich. − Die Ausfuhr von Gütern und Technologien mit doppeltem Verwendungszweck ist innerhalb der EU genau geregelt. Unter diesen Begriff fallen vor allem Güter und Technologien, die auch einem militärischen Zweck dienen können. Um Missbrauch in der Exportwirtschaft zu verhindern, gibt es vier Arten der Ausfuhrgenehmigungen: die allgemeine Ausfuhrgenehmigung der Gemeinschaft, nationale Ausfuhrgenehmigungen, weltweite Ausfuhrgenehmigungen und Einzelausfuhrgenehmigungen. Jede einzelne gilt innerhalb der EU.
Zudem gibt es noch internationale Ausfuhrkontrollregime, denen die EU verpflichtet ist und bei denen die Kommission versucht, das Standing der EU zu verbessern. Dazu zählen die Australische Gruppe, in der die Kommission Vollmitglied ist und an der sich jeder der 27 Staaten sowie die USA, Kanada, Japan, Südkorea und Australien beteiligen, die Gruppe der Kernmateriallieferländer, bei der die Kommission Beobachterstatus hat und sich die EU-27 mit den USA und Russland beteiligen, das Wassenaar-Abkommen, in dem die Kommission keinen Status besitzt, außer Zypern sämtliche EU-Mitgliedstaaten jedoch Vollmitglied sind, und das Trägertechnologie-Kontrollregime bei dem die Kommission auch keinen Status besitzt und nur 19 Mitgliedstaaten Vollmitglieder sind.
Um die Einhaltung des Subsidiaritätsprinzips nicht zu verletzen, habe ich entsprechend abgestimmt.
Paul Murphy (GUE/NGL), in writing. − I voted in favour of this report as in a limited way it takes a step in the direction of tackling the current lack of transparency in relation to export credits and in tackling the massive gap between the stated objectives of the EU and the reality of how export credits are used in the EU. The EU likes to portray itself as a force for human rights and environmental protection. The role of European ECAs demonstrates the hollowness of this claim. These credits are regularly used to back projects and trade that are destructive to the environment and workers’ rights. To achieve real trade justice in this area, these agencies, which support approximately 10% of world trade, must be taken into democratic public ownership. The books must be opened up so that the workers and those affected by them can see for the first time where the money has gone and workers’ control must be exercised on the operation of these agencies so that their massive resources are used for the benefit of working people, small farmers and the environment.
Maria do Céu Patrão Neves (PPE), por escrito. − Votei favoravelmente o presente relatório por considerar que a entrada em vigor do Tratado de Lisboa e a decorrente clarificação das competências da UE no sector do comércio internacional constituem uma boa ocasião para reafirmar o papel da UE neste domínio e o papel, a competência e a responsabilidade do Parlamento Europeu no quadro institucional da UE em matéria de tomada de decisões. O regime comunitário em matéria de produtos de dupla utilização deve ser organizado de forma mais transparente e democrática; a plena participação do Parlamento Europeu, através da aplicação das obrigações decorrentes do Tratado de Lisboa e da adopção de uma interpretação conjunta pelo Parlamento Europeu e pela Comissão Europeia, no âmbito do novo Acordo-Quadro, será crucial para a realização deste objectivo. Trata-se de uma reformulação do Regulamento (CE) n.º 1334/2000 à luz do actual enquadramento internacional. De facto, o alargamento do âmbito dos controlos das exportações de produtos de dupla utilização é fundamental para que se abranjam controlos sobre o trânsito e a corretagem e a aplicação de sanções à corretagem ilegal de produtos de dupla utilização relacionados, por exemplo, com um programa de armas de destruição maciça.
Aldo Patriciello (PPE), per iscritto. − Care colleghe e cari colleghi, la proposta di regolamento del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n. 1334/2000 che istituisce un regime comunitario di controllo delle esportazioni di prodotti e tecnologie a duplice uso, presentata il 7 febbraio 2011, ha lo scopo di fornire all'Unione un sistema efficace di misure preventive volte a contrastare la proliferazione degli armamenti, comprese le armi di distruzione di massa. Il regolamento attualmente in vigore in questo ambito (CE n. 428/2009) pone in atto un sistema di controllo che consente all'Unione di adempiere pienamente agli impegni assunti nel quadro dei quattro regimi internazionali di controllo delle esportazioni di cui l'UE è membro. Tuttavia, la precisazione delle competenze dell'UE nel settore del commercio internazionale introdotta dal Trattato di Lisbona fornisce una buona occasione per aumentare il rilievo e rafforzare l'immagine dell'Unione in tali contesti internazionali e il ruolo, il potere e la responsabilità del Parlamento europeo nel quadro istituzionale dell'UE in merito all'assunzione di decisioni nell'ambito del commercio internazionale. Per tali motivi ritengo opportuno apportare al regolamento gli emendamenti necessari a permettere il raggiungimento di tali scopi ed esprimo quindi il mio voto favorevole alla proposta.
Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), in writing. − In AFET/SEDE, as green MEP as rapporteur, we were very successful. The AFET/SEDE opinion proposed to delete the Low Value Shipments CGEA because we were provided with good data proving that there is no positive correlation between a low price and a low security risk, an assumption on which the whole CGEA relied. On the contrary, some very cheap dual use items might be of great risk if they get into the wrong hands. We were also able to delete the part on ‘Information Security’ of EU007 because among the possible destinations were some non-democratic countries. We also managed to get a broad support in AFET/SEDE for strong wording on the need to respect human rights when in comes to the export of telecommunication equipment because interception technologies, digital data transfer devices for monitoring mobiles phones, etc. are part of this CGEA.
With regard to possible destinations of individual CGEAs we managed to exclude both Israel and India because of their unwillingness to become a State Party to the Non-proliferation Treaty (NPT). But the most contentious and important issue was the question of whether it is sufficient to control, notify and register after the export has taken place or prior to the export.
Licia Ronzulli (PPE), per iscritto. − Il controllo delle esportazioni di prodotti a duplice uso, ossia dei beni che possono essere utilizzati sia per scopi civili che militari, costituisce l'oggetto di azioni intraprese a livello europeo da circa quindici anni. Tale controllo è fondamentale per contrastare la proliferazione degli armamenti, comprese le armi di distruzione di massa. Considerato l'elevato volume di scambi commerciali attraverso le frontiere dell'Unione europea, l'attuazione dei controlli sulle esportazioni UE di prodotti a duplice uso deve basarsi su misure preventive quali l'imposizione dell'obbligo di autorizzazione all'esportazione e di procedure di registrazione doganale.
L'approvazione di questa risoluzione costituisce un ulteriore passo in questa direzione. Ho votato a favore di questa relazione perché l'entrata in vigore del trattato di Lisbona fornisce una buona occasione per riaffermare il ruolo dell'Europa e il potere e le responsabilità del Parlamento europeo nel quadro istituzionale dell'UE in merito all'assunzione di questo genere di decisioni. Il regime va riorganizzato in modo più trasparente, mediante l'attuazione degli obblighi previsti dal trattato e attraverso l'adozione di una sua interpretazione congiunta da parte di Parlamento e Commissione nell'ambito del nuovo accordo quadro.
Bart Staes (Verts/ALE), schriftelijk. − De controle op de uitvoer van producten voor tweeërlei gebruik - dat wil zeggen goederen die zowel voor civiele als voor militaire doelstellingen kunnen worden ingezet - is van zeer groot belang voor de non-proliferatie van wapens. Het voorliggende standpunt van het EP brengt terecht de verworvenheden van het Verdrag van Lissabon in de EU-wetgeving in. Het EP versterkt ook de democratische controle en de transparantie en het vergroot het gezicht van de EU bij de internationale exportcontroleregelingen. Positief is ook dat de Commissie verplicht wordt verslag uit te brengen over de werking van deze verordening, aangevuld met een uitgebreide effectbeoordeling.
Het moeilijkste discussiepunt tussen Raad, EP en Commissie in dit alles blijft echter de vraag wanneer de controle op de kennisgeving en het registreren van de export moet gebeuren: voor of na de feitelijke export. Wat mij betreft is het cruciaal deze controle voorafgaand aan het exportgebeuren te laten plaatsvinden. Controle achteraf zal in de praktijk er immers altijd toe leiden dat we achter de feiten blijven aanhollen. Het EP heeft zopas besloten enkel te gaan voor controles achteraf. Daarom heb ik uiteindelijk tegen de definitieve versie van het verslag gestemd.
Laima Liucija Andrikienė (PPE), raštu. − Balsavau už šią rezoliuciją dėl oficialiai remiamų eksporto kreditų. Eksporto kreditai yra svarbi priemonė ES įmonėms remti. Pritariu nuomonei, jog vidutinės trukmės ir ilgalaikių eksporto kreditų rėmimas yra galinga, dar ne visų valstybių narių visapusiškai išnaudota, priemonė ir todėl turėtų būti skatinama ja pasinaudoti. Taikant eksporto kreditus gali būti užtikrintas nekomercinio pobūdžio projektų, kuriuos vystant galimybės panaudoti kapitalą kitu atveju būtų labiau ribotos, finansavimas, taip pat padedama kurti darbo vietas. Vis dėlto tenka pastebėti, kad šiuo metu nėra pakankamai skaidrumo siekiant nustatyti, ką eksporto kreditų agentūros finansuoja arba finansavo praeityje. Dėl to, kad trūksta skaidrumo, susidaro didelės sąnaudos ir vėlavimai bei sudaromos sąlygos kyšininkavimui ir korupcijai. Todėl pritariu pranešėjo siūlymui nustatyti reikalavimą valstybėms narėms teikti Komisijai metines ataskaitas apie savo eksporto kreditų agentūrų veiklą, susijusias su rizikos vertinimu ir nebalansinių priemonių skelbimu, ir numatyti prievolę pranešti apie socialinės rizikos ir rizikos aplinkai vertinimus.
Zigmantas Balčytis (S&D), raštu. − Daugelis pramoninių valstybių, tarp jų visos ES valstybės narės, turi bent vieną oficialiai remiamą eksporto kreditų agentūrą, kurios bendrai sudaro didžiausią pasaulyje oficialios finansinės paramos šaltinį privataus sektoriaus projektams finansuoti. Vien tik ES valstybių narių eksporto kreditų agentūrų 2004–2009 m. suteiktas eksporto kreditų garantijų dydis siekia 468 mlrd. EUR. Eksporto kreditų agentūros palengvina teisėtą prekybą ten, kur privataus kapitalo rinka yra silpna, o jų pajėgumas prisitaikyti prie rizikos gerokai didesnis nei privačių subjektų, nes jos neturi mokėti mokesčių ir gauna pelną bei turi daug didesnę veiksmų laisvę nei privatūs bankai, kad nepatirtų nuostolių dėl suteiktų kreditų. Tačiau dėl tos pačios priežasties eksporto kreditų agentūros gali labai iškreipti prekybą, jei jų finansinės operacijos nebus reguliuojamos bendromis taisyklėmis. Nors eksporto kreditų agentūros yra svarbi priemonė siekiant remti Europos įmonių veiklą ir investicijas, tačiau būtina užtikrinti, kad įmonės vykdytų patikimą finansinę veiklą ir neprireiktų mokesčių mokėtojų pagalbos jų operacijoms refinansuoti. Pritariau šiam pranešimui bei reikalavimui teikti metines ataskaitas Europos Komisijai ir Europos Parlamentui, nes šiuo metu yra labai mažai duomenų, ką tokios agentūros finansuoja arba finansavo praeityje, o kai kurios nacionalinės eksporto kreditų agentūros net reguliariai neatsiskaito apie bendrą savo metinių operacijų būklę, o tai pažeidžia skaidrumo principą.
Mara Bizzotto (EFD), per iscritto. − Lo scopo del provvedimento proposto dalla Commissione europea è introdurre l'"Accordo sui crediti all'esportazione che beneficiano di sostegno pubblico" negoziato dall'OCSE all'interno della legislazione europea per garantire norme comuni e trasparenza nelle operazioni delle agenzie di credito all'esportazione nazionali. Tale provvedimento, già di per sé positivo perché combatte i fenomeni di corruzione e la mancanza di trasparenza che determina grande sforamento dei costi e dei tempi, è migliorato dalla relazione dell'onorevole Jadot, che va nella direzione di aumentare ulteriormente la trasparenza e l'equità nell'introdurre nella legislazione comunitaria l'Accordo negoziato in seno all'OCSE.
Carlos Coelho (PPE), por escrito. − As agências de crédito à exportação (ACE) representam, a nível mundial, a fonte mais importante de financiamento público dos projectos do sector privado. São agências governamentais ou instituições financeiras segmentadas pelos governos que concedem créditos à exportação, empréstimos, seguros e garantias de investimento às empresas que operam em regiões de alto risco no estrangeiro, incluindo muitos países em desenvolvimento.
Note-se que o financiamento destes grandes projectos equivale nos países em desenvolvimento a várias vezes o montante anual combinado de todos os bancos multilaterais de desenvolvimento. Neste sentido as ACE são um instrumento bem colocado para contribuir para os objectivos de política externa da UE, nomeadamente o alívio da pobreza e as alterações climáticas. Considero positivas as melhorias no acordo em questão, sobretudo relativamente a mais transparência, e considero fundamental a menção expressa de que as ACE à exportação devem ter em conta e respeitar os objectivos e as políticas da União, nomeadamente os valores associados à consolidação da Democracia, ao respeito pelos direitos humanos e à coerência da política para o desenvolvimento. Se, por um lado, as ACE facilitam o comércio, por outro lado, na ausência de critérios e regras claros e transparentes, podem ser uma fonte de distorção do mesmo.
Lara Comi (PPE), per iscritto. − Il commercio con l'estero è una delle leve politiche più rilevanti a nostra disposizione nei confronti dei paesi terzi. Almeno finché non si dovesse decidere diversamente, l'UE ha scelto di non avere un esercito proprio e di adottare, nelle relazioni internazionali, innanzitutto la politica commerciale come strumento negoziale, ottenendo non poche soddisfazioni. Gli investimenti diretti esteri delle nostre imprese, inoltre, rappresentano una fonte di sviluppo per i paesi terzi in cui creano lavoro e ha sicuramente senso stimolarli attraverso le agenzie per i crediti all'esportazione. Ciò che non possiamo più permettere, in un mercato interno con dogane uniche, è che questi investimenti possano essere orientati dai singoli Stati membri.
Questo non risponde al percorso che l'UE ha avviato e tenta di proporre al resto del mondo. Il trasferimento di tutte le competenze relative al commercio internazionale dal livello degli Stati a quello dell'Unione è un passo ulteriore nella costruzione di una politica industriale unitaria, in vista di una politica economica comune e, all'orizzonte, di ulteriori sinergie fra i nostri Stati.
Marielle De Sarnez (ALDE), par écrit. – Les activités des agences de crédit à l’exportation vont devoir être mieux supervisées au niveau européen et s'exercer de manière plus transparente. Ces agences devront publier un rapport d'activité annuel pour vérifier si les projets soutenus respectent les objectifs européens en matière environnementale, sociale et de développement. Les députés européens ont appelé à l’élimination progressive des subventions aux énergies fossiles afin d'encourager la transition écologique, en accord avec les engagements européens et nationaux en matière de lutte contre le changement climatique. Par ce vote le Parlement réaffirme son souhait de voir appliquer systématiquement des mesures de transparence financière et de prise en compte du changement climatique dans toutes les politiques menées par l'UE ,y compris celles concernant le commerce et les investissements des entreprises européennes.
Edite Estrela (S&D), por escrito. − Votei favoravelmente o relatório sobre créditos à exportação que beneficiam de apoio oficial porque considero necessário que os organismos de crédito à exportação, que beneficiam de apoio público, dêem provas de maior transparência e forneçam mais informações sobre as suas actividades. Importa garantir, igualmente, total coerência com os objectivos do artigo 208.º do Tratado que estabelece a redução e a erradicação da pobreza como principais objectivos da política de cooperação para o desenvolvimento da União.
Diogo Feio (PPE), por escrito. − A Comissão e o Conselho procedem actualmente à revisão do quadro legislativo (designado “Convénio sobre os créditos à exportação que beneficiam de apoio oficial"), tendo em vista a sua transposição para a legislação da UE. O objectivo é dar às Agencias de Crédito à Exportação (ACE) dos Estados-Membros mais certeza jurídica. Os créditos à exportação são instrumentos eficazes de apoio às empresas da União, capazes de ajudar à criação de emprego e ao desenvolvimento de projectos que de outra maneira poderiam ter dificuldades de financiamento. O facto de serem cada vez mais os pedidos recebidos, aconselharia uma rápida introdução do Convénio da OCDE pelos Estados-Membros.
Acompanho o parecer da Comissão ECON ao considerar que "a supervisão a nível europeu dos créditos à exportação devera ser introduzida como excepção, quando ocorrer qualquer distorção da concorrência no mercado interno. O princípio da subsidiariedade deverá ser mantido."
José Manuel Fernandes (PPE), por escrito. − O presente Relatório versa sobre uma proposta de decisão do Parlamento Europeu (PE) e do Conselho sobre a aplicação de certas normas para a obtenção de créditos que visem a exportação por parte de empresas que sejam sejam beneficiárias de apoio oficial. Na realidade, a maioria dos Estados-Membros dispõem de Agências de Crédito à Exportação (ACE) que desempenham um papel fundamental no apoio ao comércio e ao investimento empresarial europeu, tendo, no período de 2004 a 2009, atingido o montante de 468 mil milhões de euros. Estes apoios enquadram-se no Acordo sobre as Subvenções e as Medidas de Compensação (ASMC), também denominado Convénio, negociado no âmbito dos países da Organização para a Cooperação e Desenvolvimento Económico (OCDE) e representam instrumentos públicos de financiamento com as quais a União Europeia se encontra comprometida. Considerando que estas agências apoiam, essencialmente, actividades industriais com efeitos nefastos no Ambiente, nomeadamente devido à produção de CO2, e que, de acordo com o Banco Mundial, os efeitos na redução da pobreza são insignificantes, concordo com a posição do relator no sentido de que as ACE devem contribuir para a consecução das políticas e objectivos da UE, não havendo, pois, necessidade de rever o Convénio da OCDE.
João Ferreira (GUE/NGL), por escrito. − Consideramos que é necessário que as agências de crédito à exportação (ACE) tenham uma maior fiscalização e controlo tanto das exportações, como dos investimentos e financiamento, já que a falta de transparência das mesmas provoca imensos prejuízos, sendo propícia ao suborno e à corrupção.
As ACE são instrumentos públicos que são muitas vezes utilizados pela UE de forma a contribuir para o financiamento dos seus objectivos internacionais e dos seus interesses económicos e geoestratégicos, não separáveis de objectivos de domínio e de controlo de regiões e países, levando ao estabelecimento de autênticas relações de natureza neocolonial. Os investimentos financiados pelas ACE não trazem frequentemente qualquer benefício para os países que seriam supostamente beneficiados.
A definição de directrizes para créditos à exportação visa contornar o anunciado fim das ajudas directas no âmbito dos acordos da OMC, contestadas pelos países em desenvolvimento, pressionando-se esses países a aceitar a assinatura da Ronda de Doha. Com ajudas directas ou a crédito, o objectivo principal continua a ser o controlo sobre mercados, recursos naturais, exploração dos trabalhadores e o condicionamento da soberania nacional dos países destinatários dos produtos ou dos investimentos permitidos pelo financiamento das ACE.
Ilda Figueiredo (GUE/NGL), por escrito. − É necessário que as agências públicas de crédito à exportação (ACE) tenham uma maior fiscalização e controlo, tanto das exportações, como dos investimentos e financiamento, já que a falta de transparência das mesmas provoca imensos prejuízos, sendo propícia ao suborno e à corrupção.
Mas as ACE são instrumentos públicos muitas vezes utilizados pela UE de forma a contribuir para o financiamento dos seus objectivos internacionais, nomeadamente em relação às alterações climáticas e ao alívio da pobreza. Por vezes, essa utilização é feita como forma de financiar vias de autêntico neocolonialismo da UE nos países chamados em desenvolvimento.
A definição de directrizes para créditos à exportação visa contornar o anunciado fim das ajudas directas no âmbito dos acordos da OMC, contestadas pelos países em desenvolvimento, pressionando-se esses países a aceitar a assinatura da Ronda de Doha.
Com ajudas directas ou a crédito, o objectivo principal continua a ser o controlo sobre mercados, recursos naturais, exploração dos trabalhadores e o condicionamento da soberania nacional dos países destinatários dos produtos ou dos investimentos permitidos pelo financiamento das ACE.
Bruno Gollnisch (NI), par écrit. – Il ne serait pas normal que des crédits à l'exportation subventionnés publiquement échappent au respect d'un certain nombre de principes (notamment à une certaine éthique sociale) et ne soient pas conformes aux lignes directrices de la politique extérieure et d'aide au développement. La transparence de l'usage de ces fonds est donc effectivement de rigueur. Mais c'est la politique extérieure menée par l'Union qui sert de référence. Et le moins que l'on puisse dire est que celle-ci s'est montrée, notamment ces derniers mois, inexistante, incohérente, divergente, pour ne pas dire pire. L'Union elle-même ne respecte pas les principes qu'elle fixe: quand a-t-on vu pour la dernière fois la Commission appliquer les clauses sociales, de droits de l'homme ou environnementales, dont elle parsème ses accords commerciaux?
Quand l'a-t-on vue protester contre le financement hors Europe, par la BEI, de projets concurrençant de manière déloyale les entreprises européennes, ou douteux sur le plan social et de l'environnement? De plus, le but de ce rapport est la transposition en droit européen d'un arrangement négocié au niveau de l'OCDE, organisation mondialiste et ultra-libérale, qui tolère de facto un handicap pour les entreprises européennes face à leurs concurrentes, notamment chinoises. Entre positif et négatif, nous nous sommes abstenus.
Juozas Imbrasas (EFD), raštu. − Kaip žinia, yra neįmanoma suprasti, ką eksporto kreditų agentūros finansuoja arba finansavo praeityje. Kai kurios nacionalinės eksporto kreditų agentūros net reguliariai neatsiskaito apie bendrą savo metinių operacijų būklę. Daugelis kitų agentūrų neteikia nesuvestinių duomenų apie skolinimą atskiruose sektoriuose ar geografinį pasiskirstymą. Tai prieštarauja 2005 m. EBPO susitarime, kurio dalyvės yra visos ES valstybės narės ir kuris dabar bus perkeliamas į ES teisę, numatytiems skaidrumo reikalavimams. EBPO susitarime nėra įtvirtinta jokių reikalavimų, kuriais būtų užtikrinamas sąžiningas priemokų nustatymas, kadangi šiame susitarime nenumatyta nei jokių skaidrumo reikalavimų, nei minimalių socialinės rizikos ir rizikos aplinkai vertinimo standartų. Yra siūloma įvesti tvarką dėl skaidrumo reikalavimų, susijusių su rizikos vertinimu ir nebalansinių priemonių skelbimu, ir numatyti prievolę pranešti apie socialinės rizikos ir rizikos aplinkai vertinimus, taip pat siūloma nustatyti reikalavimą valstybėms narėms teikti Komisijai metines ataskaitas apie savo eksporto kreditų agentūrų veiklą, susijusias su nurodytais dalykais. Todėl balsavau už šį dokumentą, nes pagal jį bus nustatyta daugiau skaidrumo ir socialinės rizikos ir rizikos aplinkai vertinimo standartų.
Arturs Krišjānis Kariņš (PPE), rakstiski. − Es atbalstīju priekšlikumu Eiropas Parlamenta un Padomes lēmumam par atsevišķu pamatnostādņu piemērošanu valsts atbalstītu eksporta kredītu jomā, jo uzskatu, ka visām Eiropas Savienības dalībvalstīm ir nepieciešami skaidri noteikumi, kā atbalstīt eksportējošus uzņēmumus. Eksporta kredītu garantijas ir nozīmīgs instruments, lai palīdzētu uzņēmējiem apgūt jaunus tirgus un radīt jaunas darbavietas. Tomēr es neatbalstīju grozījumu Nr. 22, kurš uzliek papildu slogu uzņēmējiem un padara Eiropas uzņēmumus mazāk konkurētspējīgus nekā citu Ekonomiskās sadarbības un attīstības organizācijas dalībvalstu uzņēmējus. Krīzes laikā Eiropas Savienības dalībvalstīm ir jāsamazina administratīvais slogs uzņēmējiem, nevis jārada jauns. Šajā jomā Eiropas Parlamentam jārāda priekšzīme, nevis jāmeklē jauni iemesli, kāpēc uzņēmējiem uzlikt papildu slogu.
David Martin (S&D), in writing. − I voted for this report. I view export credits as an important instrument for supporting EU enterprises. In light of the increased demand for officially supported export credits, it is of the utmost importance that the newest OECD regulation of this instrument is introduced in Member States as soon as possible. Support for medium- and long-term export credits is a powerful tool which is not yet fully exploited in all Member States and needs to be encouraged. Export credits can help to create jobs by securing financing for projects which otherwise would have more restricted access to capital due to their non-market character. I agree with the rapporteur, who notes that any new legislation in this field must avoid the creation of any new red tape or bureaucracy which would add to already existing costs. European-level supervision of export credits should be introduced as an exception when a distortion of competition within the internal market occurs. The principle of subsidiarity must be upheld.
Jean-Luc Mélenchon (GUE/NGL), par écrit. – Ce rapport demande que des "évaluations des incidences sociales et environnementales" accompagnent les octrois de crédits et d'assurances publiques aux exportations du secteur privé. Il demande aussi que les objectifs en matière de réduction des émissions de gaz à effet de serre ne soient pas affectés par ces projets. C'est un minimum.
Je vote contre, cependant, pour déplorer amèrement que la commission du commerce international ne cherche pas à se donner les moyens d'arriver à tenir des objectifs sociaux et écologiques dignes de ce nom. Libre concurrence, lutte contre le protectionnisme et empêchement de dénonciation des aides à l'exportation agricole sont autant d'aberrations en la matière que ce texte avalise.
Nuno Melo (PPE), por escrito. − As Agências de Crédito à Exportação têm vindo a desempenhar um papel cada vez mais importante no que respeita ao apoio de todo o tipo de investimentos. contribuindo assim para reduzir o impacto da actual crise económica e financeira, através da criação de emprego, ao ajudar o comércio e o investimento das empresas que, de outro modo, não conseguiriam crédito no sector privado. As agências de crédito à exportação tornaram-se a maior fonte de financiamento público dos países em desenvolvimento. Uma proporção significativa dos projectos de financiamento de crédito à exportação nos países em desenvolvimento está concentrada em sectores como os transportes, o petróleo, o gás e as indústrias extractivas, bem como em grandes projectos de infra-estruturas, como grandes barragens, por exemplo. É no entanto importante que haja uma apertada supervisão sobre as actividades destas agências para evitar problemas no futuro.
Alexander Mirsky (S&D), in writing. − The EU is a participant in the Agreement on Guidelines for Officially Supported Export Credits concluded in the framework of the OECD. It will be correct if the European Parliament adopts amendments to the proposal of the Commission intended to apply additional measures for transparency and accountability of reports in the European Union.
Andreas Mölzer (NI), schriftlich. − Öffentlich-rechtliche bzw. öffentlich unterstützte Exportkreditagenturen sind wichtige Finanzgeber für die öffentliche Finanzierung privatwirtschaftlicher Projekte auch in Entwicklungsländern. Sie gewinnen in Zeiten angespannter Staatshaushalte noch an Bedeutung für Investitionen europäischer Unternehmen, sofern sie sich nicht mit Steuergeldern refinanzieren müssen. Da die Risikobewertung bei öffentlich-rechtlichen Exportkreditagenturen eine völlig andere ist als bei der Kreditvergabe seitens Privatbanken, kann es – wie das Beispiel China verdeutlicht – zu Wettbewerbsverzerrungen im internationalen Handel kommen. Aus diesem Grunde gibt es eine Reihe von Regulierungen wie OECD- und WTO-Übereinkommen, in denen Rückzahlungsfristen und ein Mindestprämiensatz fixiert sind. Für die Bewertung, um Missbrauch auszuschließen und eine Refinanzierung aus Steuergeldern zu verhindern, sind Vorgaben für mehr Transparenz durch die EU-weite Pflicht zur Offenlegung von Jahresbilanzberichten etc. nötig. Ob mit den vorgeschlagenen Maßnahmen mehr Transparenz erreicht wird, ist fraglich. Ich habe mich der Stimme enthalten.
Maria do Céu Patrão Neves (PPE), por escrito. − Votei favoravelmente o presente relatório por considerar a par com o Relator que o crédito à exportação constitui um instrumento poderoso de apoio às empresas da UE. Tendo em conta o crescente momento de pedidos de crédito à exportação com apoio oficial, é da maior importância que o mais recente Convénio da OCDE sobre este instrumento seja introduzido o mais rapidamente possível pelos EstadosMembros. O apoio ao crédito à exportação a médio e longo prazo é um instrumento valioso que ainda não está completamente explorado em todos os EstadosMembros e que necessita de ser incentivado, especialmente numa economia debilitada como a portuguesa. O crédito à exportação é certamente um motor de criação de emprego através da garantia do financiamento de projectos que, de outra forma não teriam acesso a capital. Qualquer legislação neste domínio deverá evitar toda e qualquer nova forma de burocracia administrativa que possa aumentar os custos já existentes. A supervisão a nível europeu dos créditos à exportação deve apenas ser introduzida como excepção, quando possa ocorrer uma qualquer distorção da concorrência no mercado interno. O princípio da subsidiariedade dever ser escrupulosamente observado neste domínio.
Aldo Patriciello (PPE), per iscritto. − Cari colleghi, le agenzie di credito all'esportazione (ACE) rappresentano la principale fonte mondiale di finanziamento ufficiale a favore di progetti del settore privato. Tuttavia, esse possono creare anche un'enorme distorsione del commercio se le loro operazioni di finanziamento non sono disciplinate da norme comuni. Pertanto, è necessario procedere ad una revisione dell'accordo OCSE (Accordo sui crediti all'esportazione che beneficiano di sostegno pubblico) per meglio monitorare la correttezza delle operazioni finanziarie delle ACE europee e per garantire la loro coerenza con le politiche e gli obiettivi dell'UE. Occorre, inoltre, fare chiarezza sugli obblighi in materia di trasparenza in relazione al calcolo dei rischi e sulla pubblicazione degli strumenti fuori bilancio. In sostanza, è fondamentale istituire l'obbligo per gli Stati membri dell'UE di riferire su base annua alla Commissione in merito alle attività delle loro ACE nei citati ambiti. Alla luce delle osservazioni che precedono, e considerato che le ACE possono essere degli strumenti efficaci per contribuire agli obiettivi esterni dell'Unione (in particolare il cambiamento climatico e la lotta alla povertà), esprimo il mio parere favorevole all'approvazione di tale risoluzione poiché ritengo che i crediti all'esportazione sono uno strumento importante per sostenere il commercio e gli investimenti delle imprese europee.
Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), par écrit. – Comme l'a dit le rapporteur, Jadot, le vote d'aujourd'hui renforce la position du Parlement européen sur le sujet et envoie un signal fort au Conseil européen beaucoup trop timoré. Les agences de crédit à l'exportation constituent un important instrument pour l'UE, afin de soutenir le commerce et les investissements des entreprises européennes.
Mais il était urgent de s'attaquer au manque de transparence et de supervision européenne – notamment par le Parlement – entourant leurs activités, quand on sait que plusieurs centaines de millions d'euros transitent par elles chaque année et que les budgets nationaux sont soumis à de fortes contraintes budgétaires.
Moi aussi, je me réjouis que les députés se prononcent une nouvelle fois pour l'élimination progressive des subventions aux énergies fossiles, et encouragent donc la transition écologique, en accord avec les engagements européens et nationaux en matière de changement climatique.
Licia Ronzulli (PPE), per iscritto. − La maggior parte dei paesi industrializzati dispone di un'agenzia di credito all'esportazione. Tali agenzie rappresentano, nel loro complesso, la principale fonte mondiale di finanziamento ufficiale a favore di progetti del settore privato. Il sostegno finanziario di progetti industriali e infrastrutturali di notevole entità nei paesi in via di sviluppo da parte delle agenzie di credito all'esportazione è notevolmente superiore al finanziamento annuale combinato di tutte le banche multilaterali di sviluppo. Le agenzie facilitano il commercio legale laddove il mercato dei capitali privati è carente. Non dovendo pagare imposte né realizzare profitti, esse hanno una capacità di assorbire i rischi molto più elevata rispetto agli attori privati e beneficiano quindi di un margine di manovra più ampio rispetto alle banche private, anche sui crediti estesi.
Tuttavia, per lo stesso motivo, esse possono creare un'enorme distorsione del commercio se le loro operazioni di finanziamento non sono disciplinate da norme comuni. Ho votato a favore di questa relazione perché i crediti all'esportazione devono essere soggetti a condizioni di rimborso entro un certo termine e all'addebito di un tasso di premio minimo per coprire il rischio di mancato rimborso degli stessi.
Laima Liucija Andrikienė (PPE), raštu. − Balsavau už šią svarbią rezoliuciją dėl naujos ES kovos su smurtu prieš moteris politikos programos. Smurtas prieš moteris yra pasaulio ir Europos problema. Nors smurto prieš moteris klausimas aptariamas jau kelis dešimtmečius, tarptautinei bendruomenei nepavyko padaryti galo šiai ypač žalingai nusikaltimo formai. Todėl labai svarbu ir toliau dėti visas pastangas ES mastu, kad kiek įmanoma būtų sumažintas smurtas prieš moteris bei sudaromos sąlygos jo prevencijai, nusikaltėlių patraukimui baudžiamojon atsakomybėn bei aukų apsaugai. Šiems tikslams pasiekti būtina suderinti baudžiamosios teisės aktus ES mastu, nustatyti teisinę bazę, kurios pagrindu būtų efektyviai baudžiami smurtautojai ir apsaugomos aukos. Tai taip pat labai svarbu kovojant su prekyba žmonėmis. Priverstinė santuoka yra dar viena smurto dėl lyties forma, pažeidžianti asmens teisę į laisvą apsisprendimą. Svarbu, kad jaunos moterys būtų apsaugotos nuo tokių priverstinių santykių. Su garbe susijęs smurtas šiomis aplinkybėmis yra esminis dalykas. Siekiant užkirsti kelią bet kokiam smurtui prieš moteris, būtina skleisti informaciją apie lyčių lygybę, aktyviai informuoti visuomenę, ypač tuos juos sluoksnius, kuriuose vyrų ir moterų santykiai grindžiami tradicijomis ir ritualais.
Roberta Angelilli (PPE), per iscritto. − In Europa, una donna su quattro è vittima di almeno qualche forma di violenza nell'arco della sua vita. Il costo annuale della violenza si aggira intorno ai 33 miliardi di euro, un dato da non sottovalutare.
Il rispetto del principio della parità di genere è un valore che viene costantemente disatteso scontrandosi con un'ampia gamma di violazioni dei diritti umani che colpiscono le donne, penalizzandole nella loro salute fisica e psichica, nei loro diritti e nella loro posizione all'interno della società. I pochi dati a nostra disposizione non ci danno una visione globale del fenomeno, ma basta osservare il proprio ambito familiare o lavorativo per constatare come ancora non si riesca a proteggere le donne dalla violenza.
Apprezzo l'impegno assunto dalla Commissione a presentare nel 2011-2012 la "Comunicazione su una strategia di lotta alla violenza contro le donne, la violenza domestica e la mutilazione genitale femminile", che dovrà essere seguita da un piano di azione dell'UE, ma spero anche che venga adottato un approccio politico globale, fatto di azioni giuridiche, giudiziarie, esecutive e sanitarie che possano ridurre efficacemente questo tipo di violenza e le conseguenze che essa comporta, purtroppo anche nei confronti di quel 26% di bambini e dei giovani che hanno segnalato di aver subito violenze fisiche nella loro infanzia.
Elena Oana Antonescu (PPE), în scris. − Cifrele oficiale referitoare la violenţa împotriva femeilor sunt mult mai mici faţă de realitatea tristă din fiecare stat membru. Oficial, în perioada 2004–2009, s-au înregistrat aproximativ 60 000 de cazuri de violenţă în familie, din care aproape 800 au dus la decesul victimei. Din totalul femeilor abuzate, 70% suportă în tăcere abuzurile şi doar 30% iau decizia de a depune plângere la poliţie.
În acest context, susţin acordarea şi facilitarea accesului la asistenţă juridică gratuită victimelor actelor de violenţă împotriva femeilor şi consider că declararea unui an european al combaterii violenţei împotriva femeilor are potenţialul de a creşte gradul de conştientizare a europenilor cu privire la această problemă existentă în viaţa de zi cu zi a unui număr considerabil de femei din Uniunea Europeană. Am votat în favoarea acestui raport deoarece susțin importanţa unei carte europene care să prevadă un minim de servicii de asistenţă oferite victimelor violenţei împotriva femeilor, pentru reducerea acestui fenomen în toate statele membre.
Sophie Auconie (PPE), par écrit. – Il s'agit d'un rapport d'initiative rédigé dans le cadre des diverses propositions qu'annoncera la Commission européenne en 2011 et 2012 sur la lutte contre la violence contre les femmes. C'est un sujet qui me tient particulièrement à cœur, ainsi qu'à l'association "Femmes au Centre", qui avait organisé une conférence sur ce sujet il y a quelques semaines à Paris. Le rapport propose une nouvelle approche politique globale contre la violence fondée sur le genre, comprenant notamment l'établissement d'une Charte européenne établissant un niveau minimal de services d'assistance aux victimes ainsi qu'un instrument législatif pénal à l'échelle européenne. J'ai voté en faveur de ce rapport.
Liam Aylward (ALDE), i scríbhinn. − Ní mór don chomhphobal idirnáisiúnta cur chuige trasteorainn a chur i bhfeidhm d’fhonn an foréigean in aghaidh na mban a chomhrac. Níl aon amhras ann ach go sáraíonn an foréigean in aghaidh na mban bunchearta agus bunshaoirsí na mban, cearta i leith slándála agus dinít an duine go háirithe. Ní foláir do na Ballstáit an CEDAW (Coinbhinsiún na Náisiún Aontaithe um deireadh a chur le gach Cineál Leatroim in aghaidh Ban), atá sé mar aidhm aige cearta agus saoirsí na mban a áirithiú, a chur i bhfeidhm. Faoi Chonradh Liospóin tá sé de chumas ag an AE forálacha maidir leis an dlí cóiriúil a thabhairt isteach, agus déanann an Conradh tagairt ar leith ar gháinneáil ar dhaoine agus ar an dteacht i dtír gnéasach ar leanaí agus ar mhná. Vótáil mé i bhfabhar na tuarascála seo toisc go gcreidim go bhfuil sé in am ag an AE aghaidh cheart a thabhairt ar an tsaincheist seo agus deashampla a léiriú tríd an reachtaíocht agus an tacaíocht atá ag teastáil chun go gcuirfí deireadh leis an bhforéigean in aghaidh na mban. Ní mór cur chuige ilghnéitheach a ghlacadh d’fhonn éifeacht na mbeart polaitiúil, sóisialta agus dlíthiúil atá á gcur i bhfeidhm a chinntiú.
Zigmantas Balčytis (S&D), raštu. − Įvairių formų smurtas prieš moteris išlieka didelė pasaulio ir Europos problema. ES svarbu įteisinti, kad moterų neliečiamybė visapusiškai ir nuosekliai būtų ginama įstatymų. Iki šiol kai kurios valstybės neturi įstatymo, numatančio baudžiamąją atsakomybę už smurtą prieš moteris šeimoje. Smurtas šeimoje neturi būti traktuojamas kaip asmeninis reikalas. Valstybės narės turi užtikrinti, kad teisminės institucijos teiktų prioritetą baudžiamajam persekiojimui už smurto veiksmus šeimoje, o tokius pažeidimus padarę asmenys būtų patraukti baudžiamojon atsakomybėn.
Dominique Baudis (PPE), par écrit. – J'ai voté en faveur de ce rapport qui exprime une position claire du Parlement européen. Nous encourageons la Commission à lutter contre la violence faite aux femmes. Certes, il existe des mécanismes juridiques de prévention et de répression dans tous les États membres. Cependant, c'est aussi à l'Europe de se saisir de cette question qui fait partie de ses missions. Il n'est pas acceptable que des femmes subissent quotidiennement des brimades et des violences physiques ou morales.
George Becali (NI), în scris. − Am votat acest raport deoarece violența împotriva femeilor este o problemă atât la nivel internațional, cât și la nivel european. În acest raport se prezintă un pachet de măsuri absolut necesare pentru a garanta o viață decentă femeilor din Europa. Protecția juridică cuprinzătoare și coerentă a integrității femeilor are o importanță capitală. În legislația de la nivelul UE este absolut necesar să se țină seama de vulnerabilitatea extremă a femeilor și copiilor care se confruntă cu violența în cadrul familial. Nu este, însă, suficient să se introducă sau să se aprobe o serie de acte legislative pentru protecția femeilor; urmărirea penală trebuie să devină mai eficientă.
Un domeniu cheie în care s-ar putea multiplica resursele este cel al formării autorităților de poliție din Europa. Poliția este primul organism de aplicare a legii cu care intră în contact femeile care au fost victime ale violențelor. Una dintre măsurile practice care pot fi luate este instituirea în statele membre a unui număr de urgență pentru violența pe motive de gen. Femeile victime ale violențelor ar putea suna la acest număr pentru a obține asistență imediată.
Sergio Berlato (PPE), per iscritto. − La parità tra i sessi è un principio fondamentale dell'Unione europea. Nonostante si parli da decenni della questione della violenza contro le donne, la comunità internazionale non è ancora riuscita a porre fine a questa grave forma di criminalità. La violenza di genere provoca seri danni alla salute psicofisica della persona, mentre per la società ciò si traduce in costi elevati perché, trattandosi di un problema sociale, comporta delle spese di ordine giuridico e sanitario. Secondo le stime, i costi sociali della violenza di genere, sotto forma di spese nel settore della sanità, della giustizia e dei servizi sociali, nell'insieme degli Stati membri dell'UE ammonterebbero a due milioni di euro l'ora.
A mio avviso, un settore importante in cui è richiesta una forte tutela giuridica dell'integrità psicofisica delle donne è quello delle mutilazioni genitali. Ritengo infatti che gli atti che ledono gravemente la salute delle donne non possano essere legittimati da motivazioni culturali.
È inoltre indispensabile una maggiore conoscenza dell'entità della violenza di genere in Europa, affinché l'opinione pubblica abbia una maggiore consapevolezza su questa problematica. Pertanto, accolgo con favore le azioni volte a incoraggiare gli Stati membri a elaborare piani d'azione nazionali per contrastare la violenza di genere.
Слави Бинев (NI), в писмена форма. − Този доклад относно приоритетите и очертаването на новата политическа рамка на ЕС за борба с насилието срещу жените внася множество интересни предложения. Поради това аз го подкрепих, но според мен това не трябва да бъде в никакъв случай директива, която да задължава всяка държава членка да го транспонира в своята законодателна система. Механизмите за улесняване на достъпа до правна помощ, която да дава възможност на жертвите да отстояват правата си на територията на целия Съюз не трябва и не може да бъдат безплатни. Аз съм за създаването на правна рамка, която дава на жените имигранти право да притежават собствен паспорт и разрешително за престой, както и да създадат възможност лицето, което е отнело тези документи, да носи отговорност по смисъла на наказателното право.
Mara Bizzotto (EFD), per iscritto. − Da una relazione che tratta della violenza contro le donne mi aspetto, oggi, che metta in risalto come emergenza assoluta la violenza crescente contro le donne all'interno delle comunità musulmane in Europa. Il fenomeno è in continua crescita, e a dirlo sono le associazioni che in Europa si occupano di diritti della donna e di violenza di genere. La cosa è sotto gli occhi di tutti, ma sembra che ci sia una certa ritrosia ad ammettere il problema nei termini corretti. Nella relazione si parla, ad esempio, di matrimoni forzati e mutilazioni genitali femminili, ma questi fenomeni in aumento esponenziale nelle nostre città, vengono affrontati come problemi di matrice culturale. La verità è che sono legati alla presenza massiccia di immigrati che portano in Europa una concezione fondamentalista della religione, quella islamica, di cui oggi fanno le spese le donne che a quelle comunità appartengono, ma che domani potrebbe colpire le nostre donne e la società occidentale nel suo cuore. Su questo, e non sulla violenza di matrice "culturale", che nulla vuol dire, l'UE deve mettere in campo politiche adeguate e mirate, per combattere oggi un fenomeno in forte espansione, che domani di questo passo diventerà impossibile da gestire.
Vilija Blinkevičiūtė (S&D), raštu. − Balsavau už šį pranešimą, nes būtina kuo greičiau stabdyti smurtą prieš moteris. Norėčiau atkreipti dėmesį į tai, kad viena iš dešimties moterų Europoje yra patyrusios smurtą ir tai viena dažniausių moterų smurtinės mirties priežasčių. Nors smurto prieš moteris klausimas aptariamas jau kelis dešimtmečius, tačiau skaudu matyti, kad mums vis dar nepavyksta apsaugoti moterų nuo smurto. Taigi, labai svarbu, kad Europos Komisija parengtų bendrą direktyvą dėl visų formų – tiek fizinio, tiek seksualinio, psichologinio – smurto prieš moteris ir kovos su juo. Smurtas dėl lyties apima seksualinį išnaudojimą, prekybą žmonėmis, priverstinę santuoką, lytinių organų žalojimą ir kitus pažeidimus. Tokie smurtiniai nusikaltimai daro didelę įtaką ir neatkuriamą žalą moters fizinei ir psichinei sveikatai, todėl valstybės narės turėtų užtikrinti geresnę sveikatos priežiūrą smurtą patyrusioms aukoms. Be to, norėčiau paraginti už vidaus reikalus atsakingą Komisijos narę Cecilią Malmström nemažinti skiriamos finansinė paramos nevyriausybinėms organizacijoms (NVO), kovojančioms su smurtu prieš moteris. Ekonominės ir finansinės krizės metu smurtaujama dar daugiau, todėl jokiu būdu negalima mažinti finansavimo šioje srityje.
Sebastian Valentin Bodu (PPE), în scris. − Parlamentul European a adoptat în trecut o Rezoluţie privind violenţa împotriva femeilor în care sublinia necesitatea unui act legislativ cuprinzător, care să combată toate formele de violenţă împotriva femeilor. Comisia a luat unele decizii importante, care vizează în principiu acest obiectiv, în special prin elaborarea unui nou plan de acțiune pentru egalitatea de gen, în care subliniază faptul că violenţa pe motive de gen este una dintre principalele probleme care trebuie abordate. Comisia a anunţat, de asemenea, că va prezenta în 2011 o propunere pentru un plan strategic de combatere a violenţelor pe motive de gen. Violenţa pe motive de gen provoacă prejudicii grave sănătăţii fizice și mentale a persoanelor. Aceasta implică costuri mari pentru societate, generând probleme sociale și cheltuieli din partea sistemului juridic și al celui de sănătate.
Costurile pentru societate ale violenţei pe motive de gen sunt estimate – pe baza cheltuielilor pentru îngrijiri medicale, a cheltuielilor juridice și a cheltuielilor serviciilor sociale. Violenţa pe motive de gen constituie, de asemenea, o problemă gravă din punctul de vedere al democraţiei. Faptul însuşi că femeile sunt supuse violenţelor le restricţionează şansele de a participa la viața socială și profesională.
Cristian Silviu Buşoi (ALDE), în scris. − În calitate de deputat liberal nu pot decât să susţin acest raport, întrucât statele membre au nevoie de o nouă strategie de combatere a violenţei împotriva femeilor, care reprezintă o atingere gravă la integritatea fizică şi psihică a femeilor, aceasta din urmă fiind un drept fundamental. Violenţele împotriva femeilor au un impact negativ atât asupra victimelor, precum şi asupra copiilor care cresc într-un astfel de mediu impropriu dezvoltării lor umane. Egalitatea între sexe este una dintre valorile fundamentale ale UE, care are o importanţă deosebită pentru familia liberală. O societate modernă, bazată pe egalitatea în drepturi şi egalitatea în faţa legii, nu poate tolera astfel de fenomene, nici măcar atunci când acestea au motivaţii culturale sau religioase.
Consider că UE şi statele membre trebuie să se folosească de toate instrumentele pe care le au la dispoziţie pentru a lupta împotriva violenţelor pe bază de gen. Susţin ideea unei directive care să prevadă sancţiuni penale pentru autorii violenţelor împotriva femeilor şi consider că aceasta trebuie să fie însoţită de crearea unui număr suficient de centre de asistenţă pentru victime, precum şi de o formare adecvată pentru cei care lucrează cu acestea, cum sunt poliţiştii, judecătorii, medicii etc.
Maria Da Graça Carvalho (PPE), por escrito. − Congratulo-me com a preocupação demonstrada a nível comunitário sobre a violência contra as mulheres. Considero decisivo para o sucesso do combate a este problema europeu e internacional que os Estados-membros assumam responsabilidades, que passarão naturalmente pela adopção da legislação necessária. Por isso, aprovo o novo quadro político comunitário em matéria de combate à violência contra as mulheres, que creio ser uma evolução no combate contra a violação dos direitos e liberdades fundamentais, tais como o direito à segurança e à dignidade humana.
Nessa Childers (S&D), in writing. − I voted for this report as the situation in Ireland mirrors the problem experienced across Europe. The National Crime Council in 2005 found that one in seven women in Ireland experienced severe abusive behaviour of a physical, sexual or emotional nature from a partner at some times in their lives. The impact of domestic and physical and/or sexual violence should not be underestimated, as it results in severe damage to individuals’ physical and mental health giving rise to severe depression and even suicide. However Parliament’s report also shows the cost to the exchequer as it is estimated that the cost to society of gender-based violence – in the form of spending on healthcare, the legal system and social services – is EUR 2 million per hour in total in all EU Member States.
In 2009, I had the privilege in becoming the first ambassador of Rape Crisis North East based in Dundalk. This support and counselling service is one of many across Ireland East. These NGOs offer vital support for victims of sexual and domestic violence, yet have to cope with a very difficult funding environment. I hope this report helps fight domestic violence in Europe.
Carlos Coelho (PPE), por escrito. − Condeno veementemente qualquer forma de violência contra homens, mulheres ou crianças e associo-me a qualquer iniciativa que permita prevenir e combater este flagelo, bem como proteger as suas vítimas. São inaceitáveis os números revelados em alguns estudos sobre a violência na Europa, em que 26% das crianças e jovens já foram alvo de casos de violência física, que entre um quinto e um quarto da população feminina foi vítima de actos de violência física pelo menos uma vez durante a sua vida adulta e que mais de um décimo sofreu de violência sexual com uso de força.
De facto, o número de mulheres vítimas de violência é alarmante, contribuindo para tal as enormes disparidades existentes entre as políticas e legislações de cada Estado Membro, que permitem que as mulheres não possam usufruir do mesmo nível de protecção no espaço europeu. É crucial que a legislação europeia assegure uma protecção abrangente e consistente da integridade das mulheres através da adopção de um acto jurídico abrangente que permita combater todas as formas de violência contra as mulheres, complementado por toda uma série de medidas em vários domínios diferentes, de natureza política, social e jurídica.
Anna Maria Corazza Bildt, Christofer Fjellner och Gunnar Hökmark (PPE), skriftlig. − Vi Moderater håller med om problembilden som rapporten beskriver. I Stockholmsprogrammet, där vi har varit en stark pådrivande kraft, är kampen om våld mot kvinnor en prioritering. I handlingsplanen för genomförande av Stockholmsprogrammet har kommissionen förbundit sig att föreslå en strategi, som ska presenteras 2011-2012, för att bekämpa våld mot kvinnor, våld i hemmet och kvinnlig könsstympning. Vidare stipulerar artikel 8 i fördraget om Europeiska unionens funktionssätt att EU ska verka för att bekämpa alla former av våld i hemmet och att medlemsstaterna bör vidta alla nödvändiga åtgärder för att bestraffa våldshandlingar och skydda brottsoffren. Eftersom kriminallagstiftning är de enskilda medlemsstaternas skyldighet har vi röstat emot paragrafen om att på EU-nivå införa ett direktiv. Vi röstade för rapporten eftersom vi anser att medlemsstaterna måste vidta åtgärder för att säkerhetsställa kvinnors säkerhet.
Vasilica Viorica Dăncilă (S&D), în scris. − Consider că, la nivel european, statele membre ar trebui să facă eforturi suplimentare pentru a elabora statistici naționale mai complete, care să cuprindă în mai mare proporţie violența împotriva femeilor, indiferent de forma sub care ea se manifestă - viol, trafic sexual, căsătorii forțate, moarte, prostituţie forţată, precum şi violenţa în familie sau din partea foştilor parteneri - dar și pentru îmbunătăţirea colectării datelor cu privire la aceasta, în vederea găsirii celor mai adecvate soluţii pentru pedepsirea vinovaţilor.
Mário David (PPE), por escrito. − Votei favoravelmente este relatório pois acredito bastante na sua relevância para o equilíbrio de uma sociedade que, busca ser mais completa e justa. Este fenómeno apresenta-se nas diferentes sociedades, de uma forma multifacetada, ocorrendo na esfera privada, pública ou semi-pública, com números e contornos muitas vezes desconhecidos. Acredito, como contempla este relatório, que é necessário uma análise profunda assim como a criação de processos de investigação mais eficazes para este fenómeno, a fim de melhor o combater no contexto internacional. Este relatório propõe uma nova abordagem política contra a violência de género, reforça as medidas entre os Estados membros a nível da prevenção, da penalização criminal, assim como medidas de assistência às vitimas. Por outro lado coloca-nos questões relevantes quanto ao impacto desta violência física psicológica e sexual contra as mulheres, nas diferentes esferas da sociedade. Considero crucial o papel activo da Comissão, do Parlamento e dos Estados-Membros quanto à criação de medidas para combater a este fenómeno, que possui implicações em diferentes povos e gerações.
Proinsias De Rossa (S&D), in writing. − Men’s violence against women is a violation of women’s human rights which both reflects and reinforces inequalities between men and women. Studies on gender-based violence estimate that 20-25% of all women in Europe have experienced physical acts of violence at least once during their adult lives. Violence against women knows no geographical boundaries, no age limit, no class or race or cultural distinctions, but it is still invisible and the victims are silenced. I support this report which proposes a new comprehensive policy approach against gender-based violence including: establishing a criminal-law instrument in the form of a directive against gender-based violence; training for officials likely to come into contact with cases of violence against women; requirements for Member States to demonstrate due diligence and to record and investigate all forms of gender-based crimes of violence; asks for financial support to NGOs working to support victims of violence. It also seeks plans to develop methodological guidelines and undertake new data collection efforts to obtain comparable statistical data on gender-based violence in order to identify the extent of the problem and to provide a basis for a change in action towards the problem.
Marielle De Sarnez (ALDE), par écrit. – En Europe, une femme sur quatre sera confrontée au cours de sa vie à des actes de violence physique et plus d'une sur dix sera victime de violences sexuelles avec usage de la force. Face à de tels chiffres, il est urgent d'agir. La Commission doit donc établir un nouveau cadre politique européen en matière de lutte contre la violence à l'encontre des femmes. Toutes les formes de violence à l'égard des femmes (viol, prostitution, violence sexuelle...) doivent faire l'objet de poursuites pénales dans tous les pays de l'Union européenne. Chaque Etat membre a le devoir de mettre à disposition de ces femmes victimes une aide juridique gratuite et des structures d'accueil qui leur permettront de construire une vie nouvelle et meilleure pour elles et leurs enfants. Cette reconnaissance pénale au niveau européen des violences à l'égard des femmes est absolument nécessaire.
Karima Delli (Verts/ALE), par écrit. – Le Parlement Européen a adopté, ce mardi 5 avril 2011, un rapport sur la lutte contre la violence à l'encontre des femmes. Ce texte revient sur la spécificité des violences faites aux femmes et aux jeunes filles par des hommes: c'est en effet l'un des freins les plus répandus et les plus pernicieux à l'égalité entre les femmes et les hommes. Le rapport d'aujourd'hui permettra de mettre en place un instrument de droit pénal sous la forme d'une directive de l'Union européenne pour lutter contre les violences fondées sur le genre. En effet, il établit une charte européenne, qui garantira un niveau d'assistance minimale incluant le droit à une aide juridique et à des services psychologiques d'urgence gratuits. Par ailleurs, les députés européens demandent à la Commission de créer un observatoire européen sur les violences faites aux femmes. Grâce aux Verts, un amendement adopté demande aussi aux États membres de reconnaître le viol et la violence sexuelle au sein d'un mariage ou d'un autre type de relation intime, comme un crime.
Anne Delvaux (PPE), par écrit. – La violence à l'égard des femmes est un problème qui se pose à l'échelle tant internationale qu'européenne. Violences conjugales, prostitution, trafic, il est déplorable de constater que nous ne sommes toujours pas à même de protéger les femmes contre la violence dans nos sociétés. Ces violences fondées sur le genre constituent une infraction aux libertés et droits fondamentaux, de même qu'aux droits à la sécurité et à la dignité humaine. Dans cette problématique, il s'agit à la fois de préserver l'intégrité des victimes, mais également de veiller aux principaux intérêts collectifs de la société, comme la liberté et la démocratie. L'Union européenne doit prendre ses responsabilités en introduisant une législation visant à mettre un terme à cette violence.
J'ai donc voté pour l'instauration de mesures comme un mécanisme visant à faciliter l'accès à une aide juridique gratuite, comme un système d'aide financière visant à promouvoir l'autonomie des victimes et faciliter leur retour à la vie normale et au monde du travail. Le respect des droits de l'homme est une valeur fondamentale inscrite dans le traité sur l'Union européenne. Respectons aussi les droits de la femme!
Lena Ek, Marit Paulsen, Olle Schmidt och Cecilia Wikström (ALDE), skriftlig. − Europaparlamentet har röstat för ett EU-ramförslag för att bekämpa våld mot kvinnor. Vi välkomnar beslutet och röstade för förslaget som helhet. Beslutet var särskilt viktigt då det uppmanar kommissionen att leva upp till sina tidigare löften om att lägga fram ett konkret lagförslag i syfte att bekämpa våldet mot kvinnor.
Förslaget innehåller dock vissa skrivningar om surrogatmödraskap som vi tycker var alltför onyanserade i sin odelat negativa inställning till denna företeelse och internationella adoptioner. Vi är inte naiva vad gäller problematiken kring surrogatmödraskap men vill inte för den sakens skull attackera en företeelse som i vissa fall kan vara positiv för de inblandade parterna. Det var därför vi röstade mot de specifika skrivningarna om surrogatmödraskap, en position som även vår liberala grupp intog i jämställdhetsutskottets ursprungliga omröstning.
Diogo Feio (PPE), por escrito. − A violência contra as mulheres engloba uma série de violações graves de direitos fundamentais, como sejam o abuso sexual, as ofensas à integridade física e a violência doméstica, a violência psicológica, o assédio ou a coação, o tráfico de mulheres e a exploração da prostituição, entre muitas outras agressões que devem ser condenadas e combatidas com determinação pelos Estados. Condeno toda a violência, mas em especial aquela que é exercida sobre quem se encontra em situação de maior vulnerabilidade – física, social, económica ou emocional – como é o caso das crianças e também das mulheres. Por isso mesmo, os Estados devem procurar eliminar todas as formas de violência contra as mulheres, nomeadamente o tráfico para exploração sexual, as violações da sua auto-determinação sexual e as ofensas à sua integridade física.
O respeito pela vida e dignidade humanas não se coadunam com os crimes de que são vítimas muitas mulheres na Europa, razão pela qual se justificam políticas firmes de prevenção da violência e de punição dos agressores.
José Manuel Fernandes (PPE), por escrito. − Há vários anos que a comunidade internacional debate as situações de violência contra as mulheres. Não obstante, verificamos que continuam a ser vítimas de violência (um quinto das mulheres europeias foi, pelo menos uma vez, vítima de violência). Assim, impõe-se que a União Europeia (UE) aprove legislação que ponha fim a este drama. Embora a Comissão Europeia tenha tomado algumas iniciativas no sentido de pôr cobro a esta tragédia que afecta milhões de mulheres em todo o Mundo, nomeadamente no âmbito da elaboração do novo plano de acção para a igualdade de género (2010 a 2015), a verdade é que a UE não pode ficar serena enquanto prosseguem, impunemente, as violações dos direitos fundamentais das mulheres, nomeadamente nas seguintes áreas: abuso sexual, mutilação genital feminina e casamento forçado, tráfico de seres humanos e prostituição, falta de protecção jurídica, etc. Concordo com a necessidade de se aprofundarem os estudos sobre esta matéria de modo a dispormos de dados mais pormenorizados e científicos. Mas não podemos ficar inactivos. Por isso, saúdo as propostas da relatora, nomeadamente a criação de refúgios para as vítimas, um número de emergência e a instituição do Ano Europeu do Combate à Violência contra as Mulheres.
João Ferreira (GUE/NGL), por escrito. − A violência contra as mulheres nas suas múltiplas formas - a violência doméstica, a violência sexual, a prostituição, o tráfico de mulheres, o assédio sexual e moral, a violência contra as mulheres nos seus postos trabalho- representa uma violação grave dos direitos humanos e das liberdades, tanto a nível individual como colectivo, com reflexos sociais negativos profundos. A prevenção e a erradicação da violência contra as mulheres deverão, por isso, constituir objectivos estratégicos essenciais cuja prossecução é indissociável dos avanços civilizacionais pelos quais nos batemos.
Alguns estudos sobre a violência baseada no género estimam que, na Europa, entre um quinto e um quarto da população feminina foi vítima de actos de violência física, pelo menos uma vez durante a sua vida, na fase adulta, e cerca de um décimo sofreu violência sexual. Estima-se também que cerca de 26% das crianças e dos jovens denunciam casos de violência física durante a infância e adolescência, o que é particularmente inquietante, se tivermos em conta premissas baseadas na aprendizagem social, segundo as quais assim se potencia que a vítima de hoje seja o agressor de amanhã.
Seria importante agora levar à prática as orientações contidas neste relatório.
Ilda Figueiredo (GUE/NGL), por escrito. − Congratulamo-nos com a aprovação deste relatório da Deputada do nosso Grupo, que é também Presidente da Comissão parlamentar dos Direitos da Mulher e da Igualdade dos Géneros, Eva Svenson.
Sabemos que a violência contra as mulheres representa uma violação grave dos direitos humanos e das liberdades, tanto a nível individual como colectivo, com enormes reflexos sociais, considerando que a violência contra as mulheres engloba um amplo leque de ataques aos direitos humanos, incluindo a violência doméstica, violência sexual, a prostituição, o tráfico de mulheres, o assédio sexual e moral, a violência contra as mulheres nos seus postos trabalho.
Por isso, a prevenção e a erradicação da violência contra as mulheres são objectivos estratégicos importantes para os avanços civilizacionais pelos quais pugnamos.
Alguns estudos sobre a violência baseada no género estimam que, na Europa, entre um quinto e um quarto da população feminina foi vítima de actos de violência física pelo menos uma vez durante a sua vida, na fase adulta, e cerca de um décimo sofreu violência sexual. Considera-se também que cerca de 26% das crianças e dos jovens denunciam casos de violência física durante a infância e adolescência, o que é particularmente preocupante, se tivermos em conta premissas baseadas na aprendizagem social…
(Declaração encurtada por força do artigo 170.º do Regimento)
Lorenzo Fontana (EFD), per iscritto. − Signor Presidente, onorevoli colleghi, la violenza contro le donne è un male della nostra società che dobbiamo combattere ad ogni costo. Questa risoluzione però non può trovare il mio sostegno vista l'eccesiva attenzione che a mio avviso viene data alla donne migranti. Quest'attenzione, soprattutto in questo periodo, dovrebbe essere realmente visibile da parte dell'UE e dei suoi governanti e non dovrebbe limitarsi a belle diciture di sostegno nei progetti europei.
Catherine Grèze (Verts/ALE), par écrit. – Mon groupe est divisé sur le sujet. J'ai voté en faveur de l'amendement 19 et du considérant J sur le mot "prostitution" car je considère que la prostitution est bien une violence faite aux femmes.
Nathalie Griesbeck (ALDE), par écrit. – La violence à l'encontre des femmes est une réalité que l'on a tendance à oublier : entre 20 et 25% des femmes européennes auraient déjà subi (au moins une fois) des actes de violence physique au cours de leur vie d'adulte. Le Parlement Européen a alors adopté, la semaine dernière, un rapport sur cette question et sur la nécessité d'établir un cadre politique dans ce domaine et je m'en félicite. Notre rapport entend inciter tous les Etats membres de l'Union Européenne à considérer les violences à l'encontre des femmes comme un crime et ainsi mettre en place un instrument de droit pénal pour lutter contre ces violences. Par ailleurs, plus particulièrement, j'ai voté en faveur de l'instauration d'un mécanisme visant à faciliter l'accès à une aide juridique gratuite, ainsi que pour la mise en place de services psychologiques d'urgence gratuits pour les victimes. J'ai également soutenu les amendements qui reconnaissent le "grave problème que constitue la prostitution" et qui considèrent que la "violence à l'égard des femmes" couvre la prostitution. Enfin, j'ai voté pour que le viol et la violence sexuelle soient considérés comme un crime, même au sein d'un mariage ou d'un autre type de relation intime.
Roberto Gualtieri (S&D), per iscritto. − Un quadro normativo europeo per la lotta alla violenza contro le donne rappresenta un passo in avanti indispensabile all'interno di una strategia globale. Soltanto un insieme di azioni di tipo giuridico, sociale, economico e di prevenzione potranno aiutare a risolvere un problema non così lontano dalle nostre realtà, dal momento che nell'Unione europea oltre un quarto delle donne ha subito violenze nel corso della sua vita. La violenza contro le donne non conosce differenze di età, di origine etnica o culturale, e resta un problema invisibile che tuttavia ha costi umani, sociali ed economici molto elevati.
L'Unione europea deve affermare il suo ruolo attivo nel combattere le discriminazioni verso le donne ed è per questo che la relazione Svensson sostiene la Commissione europea nei suoi sforzi di elaborare un quadro normativo chiaro e omogeneo nel contesto del Programma di Stoccolma.
Accolgo quindi con favore la richiesta di uno strumento di diritto penale che definisca la violenza contro le donne come un vero e proprio crimine, attraverso l'elaborazione di una direttiva contro la violenza di genere, da associare alle molteplici iniziative di formazione, prevenzione e sensibilizzazione per combattere tutte le forme di abusi contro le donne.
Sylvie Guillaume (S&D), par écrit. – J'ai apporté ma voix à ce rapport car au XXIème siècle il est indispensable de faire en sorte que le viol soit considéré partout en Europe comme un crime et que les auteurs de ces crimes soient poursuivis et sanctionnés pénalement. Il n'est pas acceptable qu'aujourd'hui les victimes de ces actes odieux, selon le pays où elles résident, ne bénéficient pas de possibilités équivalentes pour obtenir justice et réparation des violences subies. La balle est désormais dans le camp du Conseil et de la Commission qui ne peuvent manquer cette étape indispensable pour aider les femmes victimes de ces violences à réparer leurs souffrances.
Juozas Imbrasas (EFD), raštu. − Balsavau už šį pranešimą, kadangi turi būti nutraukti bet kokie moterų teisių pažeidimai ir smurtas prieš moteris. Ir manau, kad pagal praėjusiais metais priimtą Stokholmo programos įgyvendinimo veiksmų planą Komisija turėtų kaip galima greičiau parengti kovos su smurtu prieš moteris strategiją. Tuo tarpu valstybės narės turi užtikrinti geresnį sveikatos priežiūros, socialinių darbuotojų, policijos, teismų ir kitų institucijų darbą, kad jos galėtų laiku ir profesionaliai reaguoti į visus smurto prieš moteris atvejus.
Jarosław Kalinowski (PPE), na piśmie. − Godność człowieka oraz prawo do bezpieczeństwa są niewątpliwie podstawowymi wartościami życia, które muszą być chronione. Samo słowo „przemoc” jest tak silnie nacechowane negatywnymi emocjami, że wspominając o przemocy uwarunkowanej płcią wiele osób stara się odciąć od dyskusji. Jednak my jesteśmy po to, aby stawiać czoła trudnym tematom, aby interweniować w przypadkach, gdy społeczeństwo potrzebuje ukierunkowania w kwestiach politycznych i prawnych. Pamiętajmy, iż przemoc wobec kobiet polegająca na naruszeniu godności, wykorzystywaniu seksualnym, przymusowych małżeństwach czy też okaleczaniu nie jest problemem tylko danej płci. Jest to problem całego społeczeństwa, który przyczynia się do ogólnej destrukcji. Rachunek kosztów jest w tym przypadku minimalizowany.
Czyż my wszyscy nie ponosimy wydatków, które są konsekwencją takiej przemocy – kosztów opieki medycznej, psychologicznej, sądowej i socjalnej? Ofiary często nie są zdolne do funkcjonowania w życiu zawodowym. Państwa członkowskie powinny zastanowić się nad opracowaniem planu przeciwdziałania przemocy uwarunkowanej płcią.
Giovanni La Via (PPE), per iscritto. − Egregio Presidente, onorevoli colleghi, il Parlamento europeo ha approvato la proposta di risoluzione relativa alla definizione di un nuovo quadro politico dell'UE in materia di lotta alla violenza contro le donne. Ho sostenuto con forza e convinzione la risoluzione in quanto ritengo necessario che la risposta a questa piaga sociale debba essere data unitariamente dall'Unione europea, mediante la previsione di un'azione politica congiunta ed efficace. La violenza sulle donne, sia essa fisica, psicologica o sessuale è un'espressione di inciviltà che l'Europa deve ripudiare, una piaga produttrice di traumi che si ripercuotono, influenzandola inesorabilmente, sulla vita sociale delle donne. Le statistiche in nostro possesso disegnano un quadro triste e desolante. Una donna europea su quattro è stata vittima, almeno una volta nella vita, di violenza. Pertanto, credo che l'individuazione di strumenti giuridici unitari, la possibilità di fruire del patrocinio gratuito, la creazione di centri di accoglienza in grado di fornire sostegno psicologico e morale e l'attivazione di un numero di emergenza unico in tutta Europa, siano le priorità che l'UE deve perseguire con la sua azione.
David Martin (S&D), in writing. − I voted for this report. Gender-based violence is always primarily a criminal matter. Society must therefore respond with punishment which is proportional to the seriousness of the crime. In setting priorities for the allocation of society’s resources, it is important to have a clear victim’s perspective, since it is this group which currently needs special protective measures. This does not exclude devoting resources to individual offenders by, for example, offering conversation therapy and other methods to counteract violent behaviour. This form of alternative treatment for men who have committed serious assaults on women, however, should never replace the penalty imposed by criminal law. Conversation therapy and other such forms of treatment can only supplement other forms of punishment, such as prison.
Violence is in large measure a consequence of unequal power relations between men and women, and is an expression of a domination/subordination relationship between the perpetrator and victim for these crimes, therefore, conversation therapy in which both victim and perpetrator take part must be regarded as out of the question since the crime is of such a nature that the two can never be equivalent and equal negotiating parties.
Marisa Matias (GUE/NGL), por escrito. − Votei a favor desta Resolução porque a violência contra as mulheres continua a ser um flagelo na Europa e no mundo, apesar das campanhas que, há várias décadas, a comunidade internacional tem desenvolvido. Afecta, em primeira linha, as vítimas directas, mas afecta também a própria liberdade e a democracia. Apoiei o relatório também porque apresenta uma série de medidas imediatas necessárias para garantir às mulheres uma vida decente e salienta que, para conseguir eliminar a violência baseada no género, são precisas medidas a longo prazo de natureza política, social e jurídica.
Nuno Melo (PPE), por escrito. − A violência em geral é condenável, mas mais condenável ainda é quando essa violência atinge quem tem menos capacidade de defesa, nomeadamente as crianças, os idosos e as mulheres. Neste caso concreto é preocupação do PE combinar uma série de acções a nível das infra-estruturas, nos domínios jurídico, judicial, da aplicação, da educação, da saúde e outros que poderá reduzir significativamente a violência sobre as mulheres, bem como às suas consequências.
Willy Meyer (GUE/NGL), por escrito. − He votado a favor del informe Svensson sobre el nuevo marco político de la UE para combatir la violencia contra las mujeres porque estoy profundamente preocupado por este tipo de violencia. Se calcula que entre un 20 y 25 por ciento de las mujeres europeas han sufrido violencia física al menos una vez y más de un 10 por ciento han sufrido abusos sexuales. Por ello, considero que ha llegado la hora de poner fin a la violencia machista y esto sólo será posible mediante la construcción de una verdadera igualdad entre todos y todas. Además, estoy convencido de que la violación debería ser reconocida como un delito en toda la Unión Europea y sus culpables juzgados. Asimismo, este informe propone una nueva perspectiva para luchar contra esta lacra social, no sólo a través de acciones penales, sino también de protección y prevención contra el trabajo precario, el paro y la pobreza que hacen que las mujeres en muchos casos se encuentren en situaciones de dependencia e imposibilita que puedan escoger libremente su futuro. Por lo tanto, una directiva europea contra la violencia de género se hace imprescindible. Los Estados miembros deben adoptar medidas en este sentido lo antes posible.
Alexander Mirsky (S&D), in writing. − Men’s violence against women is a structural violation of women’s human rights. Counting all forms of male violence against women, 45% of all women in Europe have been subject to and suffered from men’s violence. It is estimated that the total cost of domestic violence within the 27 Member States could be as high as EUR 16 billion. However men’s violence against women knows no geographical boundaries, no age limit, no class or race or cultural distinctions, it is still invisible and the victims are silenced. In 2008, I drafted amendments to the Latvian Republic’s Criminal Law regarding domestic violence. Unfortunately, these amendments were rejected by the Latvian Parliament. I voted ‘for’.
Andreas Mölzer (NI), schriftlich. − Obwohl es in den letzten Jahrzehnten und Jahren Fortschritte bei der Bekämpfung von Gewalt gegen Frauen und Kinder gegeben hat, bleibt noch einiges zu tun. Zu denken geben sollten die Abstumpfung und Pseudo-Moral der Gesellschaft. Die Vorstufen der tatsächlichen Gewalt wie Zudringlichkeiten, obszöne Bemerkungen und Belästigungen, die täglich von vielen Migranten an westliche Frauen gerichtet werden, werden zunehmend als normal empfunden. Und der Gipfel der Frauenverachtung ist es dann, wenn eine deutsche Richterin bei einer Muslime-Scheidung das im Koran verankerte Züchtigungsrecht des Mannes als Maßstab heranzieht.
Mit der Migration hat die EU Probleme aus aller Herren Länder importiert und damit auch Ehrenmorde, Zwangsheiraten und häusliche Gewalt in patriarchalischen Familienstrukturen. Kultur, Religion und Tradition dürfen nicht zur Rechtfertigung von Gewalttaten herangezogen werden können. Die vorgeschlagene Initiative enthält einige gute Ansätze, geht aber insgesamt zu wenig in die Tiefe, weshalb ich mich der Stimme enthalten habe.
Franz Obermayr (NI), schriftlich. − Der Bericht macht auf einige gravierende Fälle von Gewalt gegen Frauen aufmerksam. Ich denke etwa an sexuellen Missbrauch, körperliche Gewalt innerhalb der Familie, Zwangsprostitution, Zwangsverheiratungen und Frauenbeschneidungen. All das sind schreckliche Vorkommnisse, die sich leider auch in unserer Gesellschaft mitten in der EU abspielen können. Der Bericht greift dies auf, geht aber zu wenig auf die Wurzeln der Probleme ein, die oftmals in Parallelgesellschaften, in archaischen, islamistischen Strukturen oder in organisierten Schlepperbanden liegen. Hier gilt es anzusetzen. Ich habe mich daher der Stimmabgabe enthalten.
Γεώργιος Παπανικολάου (PPE), γραπτώς. – Υπερψήφισα την έκθεση σχετικά με τη βία κατά των γυναικών, μια πρωτοβουλία που βοηθά στη διασφάλιση της αξιοπρεπούς διαβίωσης των γυναικών στην Ευρώπη. Με βάση τις στατιστικές, περίπου το ένα πέμπτο των γυναικών που ζουν στην Ευρώπη έχουν πέσει θύματα βίας, ενώ το 20% έχουν βιώσει τη βία από πρόσωπα του στενού τους περιβάλλοντος. Είναι σημαντικές οι προβλέψεις της έκθεσης αυτής για την καταπολέμηση της βίας κατά των γυναικών καθώς: • απαιτείται από τα κράτη μέλη η τιμωρία των δραστών με βάση τη σοβαρότητα του εγκλήματος που διαπράττουν (σεξουαλική κακοποίηση, εμπόριο ανθρώπων, εξαναγκασμός σε γάμο, ακρωτηριασμός των γεννητικών οργάνων), • παρέχονται μέσα που είναι απαραίτητα για την βοήθεια των θυμάτων βίας, όπως νομική συνδρομή και δημιουργία ασφαλών κέντρων υποδοχής των θυμάτων, • παρέχεται νομική συνδρομή στα θύματα και η υποχρέωση να υπόκεινται σε εισαγγελική δίωξη όλες οι μορφές βίας με βάση το φύλο, • προβλέπεται η αύξηση της πληροφόρησης των νέων γυναικών μέσω της κατάλληλης εκπαίδευσης αναφορικά με τους κινδύνους που διατρέχουν. Ωστόσο, καταψήφισα την πρόταση περί αύξησης του αριθμού των δικαστηρίων με αρμοδιότητα επί θεμάτων βίας με βάση το φύλο, καθώς μια τέτοια πρόταση εισάγει ανεπίτρεπτες διακρίσεις και αντίκειται στην αρχή της ισότητας των φύλων.
Maria do Céu Patrão Neves (PPE), por escrito. − É essencial quebrar o silêncio em torno de todas as formas de violação e, neste caso, as que tenham por base o género. Delitos que assumem a forma de violência na esfera íntima, abuso sexual, tráfico de seres humanos, casamento forçado, mutilação genital e outras formas de violação da integridade, que afectam particularmente as mulheres e raparigas, devem ser trazidos a público para mais eficazmente poderem ser combatidos. De facto, um maior conhecimento sobre a violência baseada no género permitirá aumentar a sensibilidade da sociedade para este problema. O presente relatório de iniciativa do Parlamento Europeu pretende coligir uma série de medidas necessárias para garantir uma vida decente às mulheres europeias. Com efeito, apesar de a violência contra as mulheres ser tema de debate há várias décadas, a comunidade internacional não conseguiu pôr fim a esta forma de criminalidade extremamente destrutiva. Em síntese, considero que a União Europeia deve adoptar a legislação necessária para pôr termo à violência e que os Estados-Membros devem elaborar planos de acção nacionais para combater a violência baseada no género. Nestes pressupostos votei favoravelmente o presente relatório.
Aldo Patriciello (PPE), per iscritto. − Care colleghe e cari colleghi, la violenza contro le donne è un problema internazionale ed europeo. Per violenza di genere si intendono violazioni sotto forma di violenza nelle relazioni familiari, abusi sessuali, tratta degli esseri umani e prostituzione, matrimoni coatti, mutilazioni genitali e altre forme di violazione dell'integrità personale che colpiscono in particolare le donne e le ragazze. A tal proposito, è necessario adottare una serie di misure di natura politica, sociale e giuridica per poter garantire alle donne europee una vita decorosa. Nella sua relazione d'iniziativa, il Parlamento europeo sottolinea che è possibile eliminare tale violenza innanzitutto garantendo una protezione legislativa completa e coerente della loro integrità . È altresì necessario registrare la portata di questo tipo di criminalità; sensibilizzare i tribunali in merito alle implicazioni dell'abuso sessuale; individuare questo tipo di violenza precocemente, attraverso un lavoro attivo e preventivo; assicurare certezza giuridica dell'indagine e del processo; istituire nuovi centri di accoglienza ed un numero di emergenza per le vittime; sostenere la ricerca in tale ambito. Sulla base delle osservazioni che precedono, esprimo il mio voto favorevole al fine di attuare concretamente tutti i provvedimenti necessari per contrastare questo tipo di violenza ed elaborare piani d'azione efficaci per contrastarla.
Rovana Plumb (S&D), in writing. − Despite the fact that violence against women has been a topic of debate over several decades, the international community has not managed to put an end to this extremely destructive form of criminality. It is a complex problem which involves protecting the integrity of individual victims of crime but also protecting important common social interests, such as freedom and democracy.
Shelters for women must be provided at national level in order to enable women and children to live a self-determined life free of violence and poverty. Such shelters should offer specialised services, medical treatment, legal aid, psychosocial and therapeutic counselling, legal support during court procedure, support for children affected by violence, etc. The Member States should ensure appropriate funding means in order that women’s shelters can fulfil international standards in working with women survivors of violence and their children.
The Member States should provide the required means for women’s organisation and NGOs in order to protect and prevent women and their children from violence and poverty, should guarantee social and economic rights of women so that they do not depend on a partner/husband financially and should promote and develop an integration of women on the labour market.
Miguel Portas (GUE/NGL), por escrito. − Votei a favor desta Resolução porque a violência contra as mulheres continua a ser um flagelo na Europa e no mundo, apesar das campanhas que, há várias décadas, a comunidade internacional tem desenvolvido. Afecta, em primeira linha, as vítimas directas, mas afecta também a própria liberdade e a democracia. Apoiei o relatório também porque apresenta uma série de medidas imediatas necessárias para garantir às mulheres uma vida decente e salienta que, para conseguir eliminar a violência baseada no género, são precisas medidas a longo prazo de natureza política, social e jurídica.
Robert Rochefort (ALDE), par écrit. – En Europe, c'est une femme sur quatre qui a connu, au cours de sa vie d'adulte, des actes de violence physique, et plus d'une sur dix qui a été victime de violences sexuelles avec usage de la force. Face à de tels chiffres, il est urgent d'agir afin de lutter contre les violences faites aux femmes dans l'Union européenne. J'apporte donc mon soutien au rapport d'Eva-Britt Svensson. Les viols – qui aujourd'hui encore ne sont pas considérés comme une infraction pénale dans plusieurs États membres –, comme les autres violences sexuelles à l'encontre des femmes, doivent être reconnus comme crimes dans tous les pays de l'Union et leurs auteurs poursuivis d'office. Afin de protéger les femmes migrantes et celles demandeuses d'asile, je demande aussi que soit établi un cadre légal garantissant aux femmes immigrées le droit de posséder un passeport et un permis de séjour individuels, et que toute personne confisquant ces documents soit considérée comme "pénalement responsable". En outre, je demande que l'accès à une aide juridique pour permettre aux victimes de faire valoir leurs droits soit facilité. Pour moi, il est fondamental que cette aide soit gratuite, et j'aurais voulu que cette idée apparaisse clairement dans le texte.
Zuzana Roithová (PPE), písemně. − Vážení kolegové, je důležité bojovat proti násilí páchanému na ženách, které má mnoho podob a forem a zanechává následky na těle i duši, přičemž v některých případech dovede oběti násilí až k sebevraždě. Jsem ráda, že vytváříme nový rámec boje EU proti tomuto nepřípustnému jevu, a proto jsem zprávu ráda podpořila. Nemohla jsem však hlasovat pro některé části zprávy vedoucí k podpoře umělého ukončení těhotenství, s nímž nesouhlasím, protože i dosud nenarozená lidská bytost má právo na život.
Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), in writing. − Violence against women is an international as well as a European problem. Despite the fact that violence against women has been a topic of debate over several decades, the international community has not managed to put an end to this extremely destructive form of criminality. It is distressing to see how we still fail to protect women against violence. It is a complex problem which involves protecting the integrity of individual victims of crime but also protecting important common social interests, such as freedom and democracy.
The European Union must therefore shoulder its responsibility and introduce the legislation required to put an end to the violence. I recognise the compilation made by the rapporteur of a number of measures in this strategic report which are absolutely necessary in order to guarantee women in Europe a decent life. However, due to the fact that recital J establishes that prostitution as such is a violation of human rights, and given the effort we are making to regulate such practices, some members of our group had to abstain in the end.
Oreste Rossi (EFD), per iscritto. − La relazione sulla lotta alla violenza contro le donne è un testo sul quale avrei voluto esprimere un voto favorevole perché l'intento era quello di predisporre un intervento globale per proteggere le donne vittime della violenza. Si affrontano in modo chiaro gli abusi sessuali, la prostituzione, la mutilazione genitale femminile, lo stalking, la tratta di esseri umani e le violenze domestiche, insomma una serie di violazione dei diritti delle donne.
Il problema, come spesso accade al Parlamento europeo, è che ogni testo va bene per inserire argomenti che invece dovrebbero essere trattati esclusivamente in testi autonomi. In questo caso, si interviene sui diritti delle donne migranti e delle rifugiate costituendo di fatto una categoria privilegiata di donne rispetto alle cittadine europee. Per questo semplice motivo il mio voto è di astensione perché, pur condividendo l'articolato, non posso accettare la strumentalizzazione politica.
Νικόλαος Σαλαβράκος (EFD), γραπτώς. – Υπερψήφισα το συγκεκριμένο ψήφισμα διότι θέτει ένα πλαίσιο για μια νέα ευρωπαϊκή πολιτική για την καταπολέμηση της βίας κατά των γυναικών. Προτείνει μια σειρά ξεκάθαρων πολιτικών μέτρων σχετικά με την καταπολέμηση της βίας με βάση το φύλο· μεταξύ των προτεινόμενων μέτρων είναι και αυτά που αφορούν την αντιμετώπιση του «human trafficking», μέτρα τα οποία θεωρώ ιδιαίτερης σπουδαιότητας καθώς είναι ανησυχητική η αύξηση της εμπορίας ανθρώπων, τόσο με προορισμό την ΕΕ, όσο και εντός αυτής. Πρόκειται για ένα εμπόριο που επικεντρώνεται στις γυναίκες και στα παιδιά. Αυτά τα κυκλώματα μπορούν να αντιμετωπιστούν με μια διακρατική συνεργασία μεταξύ της ΕΕ, η οποία αποτελεί τον προορισμό, και των χωρών που συνιστούν αφετηρία παράνομων κυκλωμάτων. Καλώ την Επιτροπή να αναλάβει δράσεις προς αυτήν την κατεύθυνση.
Brian Simpson (S&D), in writing. − I will be supporting the Svensson report because it highlights the problem that exists with regard to violence against women. This is not a new issue but it is an issue which has been ignored; swept under the carpet; kept within the family. Now it is right to end this practice and do all we can, not only highlighting this problem but, in bringing forward measures, to tackle the problem and give women the protection against violence which is their right.
I agree we need to ensure that women suffering violence should have access to legal aid. However, if Member States keep cutting legal aid budgets then this access will not happen. I agree that judges need to be trained in the particularly difficult cases that violence against women raise. But how do we do this when budgets are being slashed?
We need Member States to make this issue a political priority setting out the minimum requirements and obligations that victims of abuse might expect. This report provides us with a framework and deserves our full support, but with this framework we also need some action in this important area and that means action by Member States.
Laurence J.A.J. Stassen (NI), schriftelijk. − Geweld tegen vrouwen is verwerpelijk en dient met harde hand bestreden te worden. Op dit punt is de PVV het volstrekt eens met dit verslag. Echter, de rol van de islam blijft in dit verslag volstrekt onbenoemd. Slechts eenmaal spreekt het verslag in paragraaf 3 zeer algemeen van 'religieuze praktijken of tradities'. Dit terwijl bekend is dat juist in de islam geweld tegen vrouwen aan de orde van de dag is. De onderdrukking van vrouwen vormt immers een intrinsiek onderdeel van de islam.
De PVV wil dat geweld tegen vrouwen wordt bestreden, maar stemt tegen het voorliggende verslag omdat het de motieven en de achtergrond van de dader onbenoemd laat. Door de islam als een oorzaak van geweld niet expliciet te noemen missen we een uitgelezen kans om deze specifieke vorm van geweld tegen vrouwen aan te pakken.
Catherine Stihler (S&D), in writing. − I supported this report which puts forward proposals to tackle violence against women across Europe and calls for all Member States to prioritise this issue.
Nuno Teixeira (PPE), por escrito. − O problema da violência de género, em particular da violência contra as mulheres, é uma temática global que afecta todos os países do mundo. Como não existe uma definição internacional de violência baseada no género, os dados são díspares e não determinam a dimensão real do problema. Alguns estudos estimam que, na Europa, entre um quinto e um quarto da população feminina foi vítima de actos de violência física pelo menos uma vez durante a sua vida adulta. Múltiplas são as formas e os métodos usados de violência contra as mulheres. A sua dimensão histórica e estrutural implica que as medidas tomadas sejam a nível europeu e internacional. É por isso necessário intervir em todos os domínios da vida pública, para alertar e consciencializar, utilizando os seis "P" - política, prevenção, protecção, procedimento penal, provisão e parceria. Votei favoravelmente este relatório de iniciativa, por considerar que todo e qualquer tipo de violência deve sofrer uma punição social e jurídica.
Legislação europeia, sob a forma de directiva, aposta na formação, protecção eficiente das vitimas, cooperação com ONG e a implementação de um ano europeu do combate à violência contra as mulheres, são exemplos de medidas para combater este flagelo social, que tem repercussões nefastas para a sociedade europeia.
Derek Vaughan (S&D), in writing. − I fully support calls to make sexual and domestic violence against women a criminal offence in all Members States. As a matter of urgency I urge the Commission to come forward with proposals that will put in place robust measures to counter gender-based violence and protect victims across the EU. The discrepancies that currently exist between Member States must be addressed, with the introduction of coherent national laws. I hope that this resolution will be a step towards a European directive to combat gender-based violence.
Marie-Christine Vergiat (GUE/NGL), par écrit. – J'ai voté pour la résolution négociée par Eva-Britt Svensson, députée suédoise de la GUE-NGL et présidente de la commission des droits de la femme. Le viol et l'ensemble des autres violences sexuelles doivent être reconnus comme des crimes dans tous les pays de l'UE et leurs auteurs poursuivis d'office.
Je suis en accord avec ma collègue et amie Eva-Britt Svensson lorsqu'elle affirme que les femmes sont victimes de la violence sexiste, mais nous ne devons pas voir les femmes, y compris celles qui sont victimes de ces violences, comme de simples victimes. Le rôle des institutions est de les aider à se reconstruire et à construire une vie nouvelle et meilleure pour elles-mêmes et pour leurs enfants. Mais nous devons aussi nous intéresser aux causes de ces violences en commençant par déconstruire les stéréotypes de genre dont les hommes et les femmes sont victimes, y compris dès le plus jeune âge.
La résolution prévoit également d'établir un cadre légal garantissant aux femmes immigrées le droit de posséder un passeport et un permis de séjour individuels, et de rendre responsable pénalement toute personne privant une femme de ces documents.
Nous attendons maintenant les propositions de stratégie et de plan d'action de la Commission. Nous attendons des actes.
Angelika Werthmann (NI), schriftlich. − Ich habe für diesen Bericht gestimmt, da die Gewalt gegen Frauen ein weltweites Problem ist, das die Weltgemeinschaft noch immer nicht in den Griff bekommt. Gewalt gegen Frauen zieht sich durch alle Gesellschaftsschichten und ist unabhängig von Kultur, Bildung, Alter und Einkommen. Im eigenen Heim leben Frauen am gefährlichsten - häusliche Gewalt ist die häufigste Ursache von Verletzungen bei Frauen, häufiger als Verkehrsunfälle und Krebs zusammen genommen. Die Betroffenen sind in ihrer Gesundheit, Würde und Sicherheit schwer eingeschränkt und können nicht mehr ihren Vorstellungen nach am gesellschaftlichen Leben und in der Arbeitswelt teilnehmen. Gewalttäter verursachen bei den betroffenen Frauen und auch ihren Kindern lebenslanges Leid und zudem auch ein soziales Problem, denn die Folgekosten im Gesundheits- und Justizbereich gehen in mehrere Milliarden Euro. Gewalttäter gehören demnach zur Verantwortung gezogen und sollten öffentlich angeklagt werden. Gewalt gegen Frauen muss endlich thematisiert werden und ein Ende finden.