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Procedura : 2010/0326(COD)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento : A7-0121/2011

Testi presentati :

A7-0121/2011

Discussioni :

PV 07/04/2011 - 4
CRE 07/04/2011 - 4

Votazioni :

PV 07/04/2011 - 6.1
CRE 07/04/2011 - 6.1
Dichiarazioni di voto
Dichiarazioni di voto

Testi approvati :

P7_TA(2011)0147

Resoconto integrale delle discussioni
Giovedì 7 aprile 2011 - Strasburgo Edizione GU

4. Vaccinazione contro la febbre catarrale degli ovini (discussione)
Video degli interventi
Processo verbale
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  Presidente. – L’ordine del giorno reca la relazione (A7-0121/2011), presentata dall’onorevole Wojciechowski a nome della commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 2000/75/CE concernente misure di vaccinazione contro la febbre catarrale degli ovini [COM(2010)0666 – 05499/2011 – C7-0032/2011 – 2010/0326(COD)].

 
  
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  Janusz Wojciechowski, relatore. – (PL) Signor Presidente, è con grande soddisfazione che presento la mia relazione sugli emendamenti alla direttiva concernente misure di vaccinazione contro la febbre catarrale degli ovini, malattia che rappresenta una grave minaccia per l’allevamento bovino, ovino e caprino in numerosi Stati UE. Ne sono particolarmente lieto perché tre anni fa, in quest’Aula, durante un precedente mandato, ho avuto il privilegio di presentare una relazione su una nuova strategia per la salute degli animali basata sul principio “prevenire è meglio che curare”. La presente proposta di modifica alla direttiva sulla vaccinazione contro la febbre catarrale degli ovini è una traduzione in termini pratici di questo stesso principio. Stiamo migliorando la protezione contro questa malattia e stiamo contribuendo a una migliore salute animale. I costi per le cure diminuiranno e l’intero processo di vaccinazione sarà organizzato in modo più adeguato.

La modifica è legata al fatto che l’attuale direttiva del 2000 era in linea con circostanze di allora e, in particolare, con i vaccini disponibili sul mercato all’epoca, vaccini che andavano e vanno tuttora somministrati, ma con alcune restrizioni dovute al rischio di trasmissione del virus dai capi vaccinati a quelli non vaccinati. Ciò implica l’imposizione di restrizioni nel processo di vaccinazione, come la vaccinazione in zone ben precise o le limitazioni negli spostamenti di bestiame. Per gli allevatori è un onere e, di conseguenza, l’efficacia delle vaccinazioni è limitata. Ma la scienza ha fatto un passo avanti e ora disponiamo di vaccini di seconda generazione, già testati, che possono essere somministrati senza timori di contagio dei capi non vaccinati e non necessitano, di conseguenza, dell’applicazione delle attuali restrizioni. La scelta di questi vaccini sarà quindi benefica per gli allevatori: comporterà oneri minori, ma maggiore efficacia. La somministrazione potrà essere molto più vasta.

Le procedure in materia si stanno attivando molto rapidamente. La commissione per l’agricoltura ha svolto prontamente il proprio compito dopo aver ricevuto la bozza legislativa da parte dell’Esecutivo, e ora lo presenta al Parlamento. Confidiamo che il nuovo vaccino possa essere somministrato in massa già nell’imminente stagione estiva; è questa la motivazione degli emendamenti ed è per questo che il Parlamento, negli emendamenti presentati, ha stabilito i termini per l’adeguamento normativo negli Stati membri atto a recepire ladirettiva, cosicché le vaccinazioni possano svolgersi già quest’anno senza attendere la prossima stagione.

Vi ricordo che direttiva ed emendamenti sono finiti al centro di una polemica sulle tavole di concordanza proposte dalla Commissione. Nella mia relazione, appoggiamo l’obbligo di introdurre le tavole di concordanza contenenti le informazioni sul recepimento della direttiva nell’ordinamento nazionale e che indichino in dettaglio quali disposizioni traspongano nell’ordinamento interno i vari aspetti della direttiva. Alcune amministrazioni nazionali vi vedono solo un orpello burocratico, ma non dovrebbero. Grazie a questo obbligo, la legislazione europea diverrà più trasparente. Il cittadino potrà verificare più agevolmente se e come una data direttiva sia stata recepita a livello nazionale. Ritengo che questa sia una buona prassi. Che io ne sappia, è questa la prima o una delle prime direttive ad essere adottate con questo requisito, a mio avviso giustificato. Dovrebbe diventare lo standard nel nostro legiferare.

Vi rinnovo il mio ringraziamento per avermi consentito di presentare la relazione: sono certo che con essa miglioreremo i destini degli allevatori, riducendo, al tempo stesso, la sofferenza degli animali nell’UE.

 
  
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  Maroš Šefčovič, Vicepresidente della Commissione.(EN) Signor Presidente, la Commissione è grata al Parlamento per il sostegno dato alla proposta di agevolare la vaccinazione contro la febbre catarrale degli ovini e alla raccomandazione su un tema tanto importante. Ringrazio in particolare il relatore Wojciechowski, per il suo impegno in materia.

Questa patologia è stata fonte di grande apprensione per tutti gli agricoltori dell’Unione. Sino agli anni Novanta era ritenuta una malattia esotica, con qualche sporadico focolaio solo nel Sud del continente. Ma in anni più recenti sono scoppiate più epidemie, che hanno colpito numerosi Stati membri anche nel centro-nord d’Europa, con gravi perdite zootecniche e mettendo in ginocchio il mercato del bestiame.

Negli ultimi anni la situazione è però migliorata in tutta l’UE, grazie sostanzialmente alle massicce campagne di vaccinazione, ampiamente cofinanziate dall’Unione stessa, che ha stanziato 150 milioni di euro nel 2008, 120 nel 2009 e 100 negli anni a seguire. In base alle attuali norme, la vaccinazione è consentita solo in zone sottoposte a determinate restrizioni determinate proprio alla presenza della malattia. Le modifiche alla direttiva proposte, introducono la possibilità di far uso di vaccini inattivi sull’intero territorio. Ciò consentirebbe un uso più esteso della vaccinazione preventiva contro la febbre catarrale degli ovini, con maggiori possibilità di tenerla sotto controllo e minori oneri per il comparto agricolo.

La relazione del Parlamento giunge opportuna ed è importante per la salute animale nell’UE. Riconosce la necessità dell’urgenza così ché gli Stati membri abbiano il tempo di vaccinare il bestiame prima della prossima epidemia. Non si dimentichi che il problema della febbre catarrale degli ovini è migliorato sensibilmente negli ultimi anni, ma che la malattia non è stata debellata. Persiste il rischio di nuove epidemie in UE in futuro ed è fondamentale che gli Stati membri abbiano modo di proteggere gli animali dal virus in una situazione di rischio e di ottimizzare le campagne di vaccinazione per ridurre l’impatto di futuri focolai nell’UE. Anzi, alcuni Paesi hanno già dichiarato di voler procedere non appena possibile.

Il relatore ha alluso alla vexata quaestio delle tavole di concordanza, essenziali per monitorare la corretta trasposizione della legislazione UE negli ordinamenti nazionali. È un problema che si trascina e in quest’Aula abbiamo discusso più e più volte come controllare e monitorare il corretto recepimento del diritto UE nelle legislazioni nazionali. Le tavole di concordanza sono, a ogni evidenza, lo strumento più indicato per questo tipo di verifica e per garantire che ciò avvenga.

Al contempo sappiamo bene che, specie su temi urgenti come quello in discussione ora, occorre lavorare sodo per individuare una soluzione tra Parlamento e Consiglio, così da evitare un inutile stallo. Spero che il Consiglio si mostrerà abbastanza flessibile da permettere la tempestiva adozione della legislazione, prima che inizi la stagione a rischio di epidemie di febbre catarrale degli ovini.

 
  
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  Elisabeth Jeggle, a nome del gruppo PPE.(DE) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, come già detto, la proposta di direttiva sulla vaccinazione contro la febbre catarrale degli ovini segna un passo cruciale verso il debellamento di questa pericolosa epizoozia che colpisce i ruminanti come bovini, ovini e caprini e che può essere letale. I nuovi vaccini inattivi eliminano il rischio di trasmissione, il che ne rende sicuro l’uso anche in zone sinora indenni.

Ciò consentirà agli Stati un più efficace ricorso alla vaccinazione, riducendo l’onere che questa malattia scarica sul settore primario. I nuovi vaccini consentono davvero di contrastare a tutto campo e in modo risolutivo la malattia e spero che gli Stati e gli agricoltori colgano la palla al balzo. A tutto vantaggio della sicurezza e, a fortiori, della salute animale.

Più riusciremo a contenere la malattia grazie ai nuovi vaccini, maggiori saranno le opportunità di esportare bestiame, a tutto vantaggio dell’economia.

Affinché la direttiva possa entrare in vigore e i nuovi vaccini siano resi disponibili, però, è importante prendere una decisione presto. Lunedì, la commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale ha lanciato un segnale chiaro con l’adozione unanime della relazione e il gruppo PPE-DE farà altrettanto oggi, nel voto in Plenaria. Faccio mio l’appello del relatore a lasciare nel testo le tavole di concordanza. Dopotutto, è inutile prendere decisioni a livello europeo, se gli Stati non forniscono informazioni circa la relativa applicazione. È una trasparenza indispensabile – lo dico a chiare lettere al Consiglio – anche per rafforzare la credibilità dell’UE.

Ringrazio infine il relatore per l’ottimo lavoro e il clima di cooperazione. Grazie ancora, sosterremo la relazione.

 
  
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  John Stuart Agnew (EFD).(EN) Signor Presidente, una dichiarazione, più che una domanda. Il voto non è stato unanime perché io ho votato contro.

 
  
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  Sergio Gutiérrez Prieto, a nome del gruppo S&D.(ES) Signor Presidente, la febbre catarrale degli ovini è una costante minaccia per il bestiame e pertanto per la salute pubblica.

Per combatterla, sinora era usato un vaccino attivo, che però richiede di limitare gli spostamenti di animali in certe zone così da evitare la trasmissione del virus ad animali non infettati.

Vaccino e vaccinazione erano dunque limitati alle zone in cui, in passato erano stati individuati capi infetti, con un duplice danno per gli allevatori colpiti: in primo luogo per la malattia in sé, in secondo luogo per le restrizioni imposte.

Parrebbe che tutti questi problemi possano essere evitati grazie a un nuovo vaccino inattivo che, oltre a prevenire potenziali turbative del mercato interno del bestiame, consentirà anche – ed è ciò che più conta – nuove, ampie strategie di prevenzione e lotta alla malattia.

È quindi vitale per la zootecnia che la direttiva venga emendata per autorizzare il nuovo vaccino, e al più presto.

Onorevoli colleghi, l’osservanza dei trattati, specie sulle tavole di concordanza, non può essere una scusa per non far entrare in vigore la normativa prima dell’estate. Sarebbe un ulteriore danno per gli allevatori.

 
  
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  Marit Paulsen, a nome del gruppo ALDE.(SV) Signor Presidente, un grazie di cuore all’onorevole Wojciechowski per il suo ottimo lavoro, svolto con tanta efficienza. Altri oratori hanno già toccato il nocciolo: un nuovo vaccino efficace. Userò quindi i pochi secondi a mia disposizione per ribadire che si tratta forse della prima prova tangibile di ciò che accadrà nella nostra agricoltura quando il clima cambierà in modo drammatico. In Svezia, il mio Paese, soltanto 4 o 5 anni fa la sola idea di un focolaio di questa malattia sarebbe stata impensabile; nell’Europa del Sud, i casi erano sporadici. Oggi è una realtà e abbiamo registrato la prima epidemia. È quindi essenziale procedere a vaccinare, ma è non meno importante capire, parlando di clima, ambiente e futuro, che a cambiare non sono solo precipitazioni e siccità. Un cambiamento considerevole del clima porta anche molto altro: malattie, epidemie ed epizoozie, nell’uomo e nell’animale. Questa dimensione deve confluire anche nel dibattito sulla strategia Europa 2020, per esempio. Che direzione vogliamo prendere? Noi legislatori non possiamo non chiedercelo. Possiamo prendere decisioni solo sulla base delle cognizioni odierne, ma dobbiamo avere la flessibilità di rivedere le scelte operate man mano che emergono nuove conoscenze o, come in questo caso, nuovi vaccini.

 
  
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  James Nicholson, a nome del gruppo ECR.(EN) Signor Presidente, anzitutto ringrazio l’onorevole Wojciechowski per la rapidità con cui ha portato la relazione in Aula, con un durissimo lavoro. Riprendo il tema delle tavole di corrispondenza. Il Commissario dice di sperare che bastino, ma debbo rispondergli che ciò che non basta è “sperare”. Stiamo parlando di una malattia gravissima che va messa sotto controllo entro l’estate. A trasmetterla sono i moscerini e noi dobbiamo circoscriverla già quest’estate.

L’onorevole Wojciechowski ha fatto la sua parte ed eventuali ritardi non dipenderanno da lui. Sarebbe tragico se lotte intestine a Bruxelles o troppa burocrazia causassero un ritardo. Dobbiamo agire, perché la malattia viaggia a gran velocità e bisogna vaccinare al di fuori delle aree colpite. Vi ricordo che spesso, come ricordato dal relatore e da altri, prevenire è meglio che curare. Ma questa volta dobbiamo agire prontamente e chiedo alla Commissione di garantirci che la burocrazia non sarà d’intralcio.

 
  
  

PRESIDENZA DELL’ON. McMILLAN-SCOTT
Vicepresidente

 
  
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  John Stuart Agnew, a nome del gruppo EFD.(EN) Signor Presidente, davanti a questa malattia un allevatore deve decidere da sé, in base alle circostanze. Come agricoltore britannico, io mi affiderei alle raccomandazioni veterinarie e non al parere di burocrati di altri Paesi. Apprezzo l’aiuto del contribuente britannico che finanzia i miei vaccini e la sola idea di tirare in ballo l’UE mi disturba. Siete stati voi a regalarci questa malattia: per favore non fate altri danni.

Eccoci qui a discuterne, malgrado i proclami che con Lisbona non sarebbe cambiato nulla di sostanziale. Se è così, allora perché tante misure, grandi e piccole, come questa, vanno riviste per adeguarle al nuovo TFUE? Non sappiamo che sbocco avrà la questione delle tavole di concordanza, il che illustra alla perfezione a quale caos può portare la cosiddetta codecisione. Mentre il governo britannico spenderà ciò che spenderà per adeguarsi al vostro modo di ragionare, magari altri Stati membri la vedranno in modo ben diverso.

 
  
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  Diane Dodds (NI).(EN) Signor Presidente, ringrazio il relatore per questa relazione. Pur essendo in linea di massima favorevole al principio soggiacente, aggiungo che questo vaccino va usato solo se l’autorità competente individua un rischio significativo per la popolazione animale. Nell’Irlanda del Nord, allevatori e ministero dell’Agricoltura e dello sviluppo rurale hanno lavorato duramente per mantenere indenne il territorio.

È essenziale che Commissione e Consiglio riconoscano lo status di zona indenne e che salvaguardino queste aree. Tuttavia, sussiste il rischio di una diffusione del contagio in Europa e, di conseguenza, credo che anche l’Irlanda del Nord debba poter utilizzare i vaccini. È tassativo che le autorità competenti sorveglino gli spostamenti e impongano, se necessario, lo stop agli scambi commerciali per fermare il dilagare della malattia; e che ogni soggetto in causa si attenga alla buona prassi.

Tutti gli Stati membri devono adoperarsi costruttivamente e insieme per limitare il rischio che la malattia si diffonda e per tutelare il settore da una grave epidemia. La comunicazione fra Stati membri e Commissione è un tassello essenziale del monitoraggio e del controllo dei focolai, che io mi sento di incoraggiare.

 
  
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  Rareş-Lucian Niculescu (PPE).(RO) Signor Presidente, epidemie come questa hanno un grave impatto non solo sugli allevatori, ma anche sui consumatori e l’economia europea in generale, a causa della mortalità animale e del caos nei commerci.

Ove imposte, le restrizioni agli spostamenti di animali colpiscono l’economia locale. Con una campagna di vaccinazione preventiva, per esempio, secondo la legislazione odierna occorre mantenere una data zona sotto restrizione anche se non si segnalano casi. Ecco perché la misura proposta dalla Commissione è giusta ed economicamente vantaggiosa per produttori e consumatori. Al tempo stesso, è in linea con il principio di far uso, in agricoltura, di ogni progresso delle scienze.

Ricordo ancora l’importante contributo dato sinora dai fondi europei al miglioramento della situazione epidemiologica. L’UE ha cofinanziato massicce campagne di vaccinazione, per un totale di 370 milioni di euro negli ultimi 3 anni come ricordato dal Commissario. Credo che nei prossimi anni il cofinanziamento dei programmi di vaccinazione debba proseguire, data la loro efficacia e il nuovo e più semplice quadro legislativo in discussione oggi.

 
  
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  Paolo De Castro (S&D). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei innanzitutto ringraziare anch'io l'on. Wojciechowski e tutti i relatori ombra per il lavoro svolto su questo dossier, che intende rendere più flessibili le norme relative alla vaccinazione contro la febbre catarrale. La commissione per l'agricoltura si è impegnata al massimo per approvare con urgenza il testo e permettere la campagna di vaccinazione prima dell'estate.

La Commissione europea aveva presentato una proposta che non teneva conto dell'approvazione del trattato di Lisbona, ovvero lasciava il potere decisionale solo al Consiglio escludendo totalmente il Parlamento. Dopo intensi negoziati – e per questo vorrei ringraziare il Servizio giuridico del Parlamento e il segretariato della commissione per l'agricoltura – siamo riusciti a trovare l'accordo per cambiare la base giuridica a norma dell'articolo 43, paragrafo 2, del trattato, ovvero nel quadro della procedura legislativa ordinaria.

Ora ci aspettiamo che il Consiglio, con la stessa efficienza, accolga la nostra posizione, includendo le tavole di corrispondenza per dare una risposta rapida agli allevatori europei.

 
  
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  Liam Aylward (ALDE).(EN) Signor Presidente, grazie all’abbinamento tra vaccinazioni e restrizioni agli spostamenti di animali, negli ultimi anni, il numero di focolai di febbre catarrale degli ovini è calato nettamente. La malattia provoca enormi sofferenze e morte fra gli animali colpiti e un sensibile contraccolpo nell’economia rurale e nel mondo agricolo. Saluto ogni misura che autorizzi gli Stati membri all’uso di vaccini inattivi contro la malattia in zone non colpite e ringrazio il relatore per il suo lavoro in merito.

Agli Stati va consentita la flessibilità del caso per agire a monte e per trarre vantaggio dai progressi tecnologici sul fronte dei vaccini, riducendo l’onere che questa malattia scarica sul settore primario e prevenendola senza negare però agli Stati membri lo status di aree indenni, come invece accadeva in precedenza. La vaccinazione costituisce un’efficace misura veterinaria in risposta alla febbre catarrale degli ovini e, se accompagnata da ulteriori misure come la sorveglianza, può renderne possibile la completa eradicazione in Europa.

Vaccinare per controllare e, infine, debellare la malattia servirà anche a ridurre le perdite economiche, oltre a giovare all’intero patrimonio zootecnico europeo.

 
  
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  Julie Girling (ECR).(EN) Signor Presidente, con mia gioia questa legislazione darà agli allevatori flessibilità, scelta e speranza.

Per troppo tempo la strategia di vaccinazione è stata frenata dall’assenza di prodotti abbastanza sofisticati da consentire di somministrare il vaccino al di fuori delle zone di esclusione. Trovarsi in una simile zona può significare, per un allevatore, la catastrofe. Ma può essere catastrofico anche non proteggere il proprio bestiame da una malattia tanto virulenta e nefasta. Lo sviluppo di nuovi vaccini e le modifiche normative che, spero, il Parlamento adotterà oggi consentiranno al mio Paese di accedere allo status di area indenne, con più libertà di spostamento degli animali e un risparmio economico nelle aree rurali.

È però essenziale che queste norme entrino in vigore al più presto. Per garantire la protezione completa del bestiame, gli allevatori dell’area sud-occidentale devono poter iniziare a vaccinare prima di fine maggio. Tutti noi capiamo cosa ci sia dietro alla guerra interistituzionale sulle tavole di concordanza, ma posso dirvi che gli allevatori che rappresento non lo capiscono affatto e che da noi, visto che ci hanno votati, si attendono una soluzione. È una questione urgente e il buonsenso si impone. Procediamo subito, individuiamo una corsia preferenziale per temi urgenti come questo e facciamo vaccinare il bestiame.

 
  
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  Elisabeth Köstinger (PPE).(DE) Signor Presidente, la febbre catarrale degli ovini colpisce i ruminanti e ha già provocato disastri nel patrimonio zootecnico e nella produzione. Dallo scoppio dell’epidemia in diversi Stati membri, nel 2000, il danno economico è ingente. Come sempre, in caso di perdite economiche, i più colpiti sono i soggetti alla base della filiera produttiva. In particolare, il fiorente commercio di animali vivi è crollato. Malgrado la vaccinazione, in alcuni paesi l’export si è paralizzato. Anche in Austria, paese tradizionalmente d’allevamento, tanti allevatori hanno visto minacciato il proprio bestiame.

Dobbiamo agire ora a scopo preventivo. La malattia non è debellata e può sempre riesplodere. Si impari dall’esperienza per agire tempestivamente. Ciò che era vero dieci anni fa, ora non lo è più. La vecchia direttiva sulla lotta a questa malattia, che è del 2000, va migliorata e aggiornata.

Le norme sulla vaccinazione valide all’epoca vanno adattate allo sviluppo tecnologico, così da combattere più incisivamente la malattia e ridurre l’onore per gli allevatori. Le norme di allora erano concepite per l’uso di vaccini vivi attenuati, i soli disponibili 10 anni fa, al momento dell’adozione della direttiva. I vaccini d’oggi sono più sofisticati e non possiamo non tenerne conto.

Accolgo con favore la tempestività con cui si sono mossi Commissione e Parlamento e chiedo l’immediata attuazione della nuova direttiva. Come rappresentante della comunità degli agricoltori, so quanto sia importante nel contesto del ciclo annuo. Decidere subito significa avere una norma utilizzabile e uniforme entro l’autunno, nell’interesse degli Stati ma soprattutto degli agricoltori e degli allevatori. Grazie infinite al relatore.

 
  
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  Luis Manuel Capoulas Santos (S&D).(PT) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, non ho nulla da eccepire in merito alla risoluzione legislativa e mi congratulo con la Commissione per questa iniziativa, tesa a recepire l’evolvere delle scienze, consentendo la vaccinazione contro la malattia al di fuori delle aree sottoposte a restrizioni degli spostamenti, visto che questo tipo di vaccino non presenta il rischio di un contagio indesiderato.

Mi congratulo anche con il relatore della commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, l’onorevole Wojciechowski, che ringrazio per il lavoro svolto, e con il Presidente De Castro, che ha permesso a Consiglio e Commissione di giungere rapidamente all’accordo in merito alla base giuridica della proposta. Diversamente dall’idea iniziale, le competenze legislative sono condivise tra Parlamento e Consiglio, ai sensi della procedura legislativa ordinaria introdotta dal trattato di Lisbona.

Detta commissione parlamentare ha discusso e approvato la relazione in tempi molto brevi così da permettere il voto odierno e in modo che il prossimo passo per l’accordo con il Consiglio possa avvenire al più presto, consentendo l’entrata in vigore delle nuove disposizioni della direttiva. Mi appello quindi al Consiglio perché trovi un compromesso con la posizione del Parlamento e della Commissione, che, ne sono certo, sarà approvato oggi a larga maggioranza.

 
  
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  Horst Schnellhardt (PPE).(DE) Signor Presidente, onorevoli colleghi, adattare le norme sulla vaccinazione contro la febbre catarrale degli ovini è consequenziale alla nuova politica UE in materia di vaccinazioni, come espresso nella strategia Salute Animale 2007-2013 con lo slogan “prevenire è meglio che curare”.

Per combattere più efficacemente epidemie come questa, limitandone l’impatto sull’allevamento, è indispensabile una procedura di vaccinazione più flessibile. Maggiore flessibilità e prevenzione sarebbero indubbiamente fattori auspicabili nella lotta a molte epidemie che colpiscono gli animali.

La politica di rigorosa non vaccinazione, a lungo perseguita dall’UE, non ha più senso. Trovo quindi che questo sia un passo giusto e faccio eco alla collega Paulsen, quando ricorda che, in futuro, il cambiamento climatico porterà altre epizoozie. Ciò ribadisce, a sua volta, la necessità di una strategia chiara, e ora ne abbiamo l’occasione. Al riguardo, ribadisco che in seno alla Commissione deve cessare ogni discussione sull’abbattimento.

Nel caso della febbre catarrale degli ovini, naturalmente, sostenere la ricerca ha pagato, tanto che oggi disponiamo di un vaccino inattivo che ci permette di vaccinare a tappeto, cosa molto pericolosa in precedenza, nonché molto difficile. Ci troviamo ora in una situazione nuova.

Ringrazio inoltre il relatore per aver agito con tanta celerità. L’esperienza insegna che i primi focolai sono da attendersi tra fine estate e l’autunno. Gli Stati membri devono quindi mettere a punto le loro strategie di vaccinazione e attuarle.

All’onorevole Agnew: se si rivolge a un buon veterinario, questi le raccomanderà la vaccinazione, come farebbe ogni veterinario e come ho sentito dire più volte nei dibattiti.

Naturalmente non è finita qui. La Commissione deve redigere i regolamenti attuativi e adattarli alla nuova procedura, e con la stessa rapidità mostrata dal Parlamento. Esorto quindi la Commissione ad attivarsi al più presto, così da mettere a frutto i progressi scientifici entro fine anno.

 
  
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  Marc Tarabella (S&D).(FR) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, sono grato all’onorevole Wojciechowski per la sua relazione che ricorda l’importanza di una legislazione adeguata in questa materia.

Comunque, vaccino vivo attenuato o inattivato, allo stato attuale, i test ematici non consentono di individuare come gli agenti patogeni siano entrati in circolo nell’animale – se dal vaccino o dall’esterno. Quindi, se non verrà messo a punto un vaccino inattivato tracciabile – ossia un vaccino in cui la componente patogena sia di origine vaccinica - sarà impossibile distinguere tra un animale vaccinato e uno infettato dal virus. Eppure è questa una condizione essenziale per poter dichiarare una regione o un Paese indenni da ogni contagio. Vi è quindi il forte rischio che i Paesi esenti da contagio innalzino barriere commerciali verso quelli che fanno uso di vaccini inattivi.

L’UE ha quindi il dovere di incoraggiare la ricerca in corso sul vaccino inattivo tracciabile, per garantire una maggior biosicurezza sul territorio, il che consentirà di conciliare meglio tra loro l’approccio commerciale e quello sanitario.

 
  
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  Mairead McGuinness (PPE).(EN) Signor Presidente, sottolineo le parole del Commissario: l’incidenza della febbre catarrale degli ovini è in calo, da 48 000 casi nel 2008 a 120 nel 2010. Detto ciò, non possiamo ancora sapere quale sarà il trend futuro, il che rende auspicabile lo sviluppo del vaccino inattivo e il dibattito tecnico sul suo impiego.

E sarebbe utile se in Aula ci fosse anche il Consiglio, così potremmo sondare la sua disponibilità ad accettare le tavole di concordanza che il Parlamento e la Commissione reputano essenziali – e magari, su questo, il Consiglio dovrebbe darci risposte al più presto. La prevenzione di ogni malattia, ma di questa in particolare, si basa sulla zootecnia, sulle restrizioni allo spostamento di bestiame, sulla protezione dai vettori di infezione e su una cosa di cui stiamo discutendo ora: la vaccinazione.

 
  
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  Oldřich Vlasák (ECR). (CS) Signor Presidente, il problema dell’uso di un vaccino inattivo al di fuori del cordone sanitario è che alcuni animali risulteranno positivi ai test e, per stabilire se si tratti di un capo vaccinato o malato, si renderanno necessari test virologici piuttosto costosi. Ciò creerà problemi nel commercio e nello spostamento di animali. Inoltre, il presupposto di base è il recepimento di una direttiva negli ordinamenti nazionali e per ragioni procedurali, difficilmente il termine del 30 giugno 2011 potrà essere rispettato. Personalmente dissento dall’idea di anticipare tale termine rispetto a quello originario, fissato al ventesimo giorno successivo alla pubblicazione. Rendiamoci conto che anche la stesura delle tavole di concordanza comporterà un ulteriore onere amministrativo.

 
  
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  Giommaria Uggias (ALDE). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, credo che sia un passo avanti che stiamo facendo nel capire che non è un problema legato ad alcune zone dell'Europa, al Sud dell'Europa o al Nord dell'Africa. Però la mia considerazione è comunque positiva sul provvedimento.

Volevo chiedere al collega Tarabella se la Commissione o il collega non ritenga che sia da affrontare immediatamente anche il problema dell'applicazione nei servizi veterinari, perché ci possa essere un provvedimento che consenta di eliminare il problema in tutta l'Unione europea.

 
  
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  Peter Jahr (PPE).(DE) Signor Presidente, migliorare le disposizioni sulla vaccinazione contro la febbre catarrale degli ovini è della massima importanza. I nuovi vaccini inattivi consentono ai produttori, per la prima volta, di escludere ogni rischio di infezione di questa malattia potenzialmente così pericolosa, perché i vaccini oggi possono essere impiegati anche in zone in cui non si sono ancora registrati casi. Alla luce di ciò, va ribadito che l’agricoltura, e le esportazioni di bestiame, sono una voce importante in tutti i Paesi d’Europa. Gli allevatori devono poter usufruire dei progressi del sapere in fatto di salute animale, quelli che hanno portato allo sviluppo di questi vaccini.

A questo punto servono due cose. Primo, una soluzione rapidamente attuabile sul territorio. Secondo, e a mio avviso altrettanto urgente, l’obbligo per gli Stati membri di notificare le misure che adottano, in altre parole, l’obbligo di render conto alla Commissione.

 
  
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  Maroš Šefčovič, Vicepresidente della Commissione.(EN) Signor Presidente, anzitutto ringrazio il Parlamento per il fermo sostegno alla proposta, per aver colto l’urgenza della materia e compreso una procedura così rapida.

Molti di voi hanno alluso alla questione delle tavole di concordanza. Vi ricordo che la Conferenza dei Presidenti ha ridato slancio alla sua trattazione, accordandole una maggiore importanza, riconoscendo in particolare il problema del recepimento del diritto UE nella legislazione nazionale.

Mi domando se sia proprio così difficile per gli Stati membri notificare alla Commissione la base giuridica con cui hanno recepito le normative UE nel proprio ordinamento. È davvero così complicato? Eppure, quando studiano la trasposizione immagino si prepareranno, ponendosi il problema di come attuare il recepimento.

Credo vada riconosciuto che – ne abbiamo discusso più volte – quando la trasposizione del diritto UE è difforme, è l’intera Unione a soffrirne. Specie su un tema importante come quello ora in discussione, un recepimento sbagliato può avere effetti devastanti.

Al contempo, come ho detto in apertura, tengo a ribadire che la Commissione è del tutto contraria a ogni stallo superfluo. Siamo ben consci dell’urgenza della materia. Spero pertanto che, con un po’ più di flessibilità e con un intenso negoziato, la soluzione al problema potrà essere raggiunta. La Commissione cercherà di rendersi il più utile possibile per consentire che la legislazione sia adottata prima che inizi la stagione a rischio di nuovi focolai.

Quanto alla nostra disponibilità ad attuare questo provvedimento, rassicuro gli onorevoli Schnellhardt e Uggias: abbiamo fatto la nostra parte. Le misure attuative sono quasi pronte, ma occorre che il legislatore approvi questa proposta. Non appena otterremo l’approvazione, potremo procedere tempestivamente.

Ancora una volta, ringrazio il relatore e l’Aula per il fermo sostegno dato al provvedimento.

 
  
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  Janusz Wojciechowski, relatore.(PL) Signor Presidente, ringrazio tutti gli intervenuti che hanno appoggiato la mia relazione. Ringrazio tutti i relatori ombra e i colleghi della commissione per l’agricoltura, per aver reso possibile una trattazione tanto spedita ed efficace del testo. Non capita spesso di trovarsi tanto unanimi nell’adottare un documento positivo, che mira chiaramente a migliorare uno stato di cose.

In merito alle tavole di concordanza, citate nella discussione come una possibile fonte di problemi, credo sia difficile prendere le parti delle amministrazioni e dei governi degli Stati membri. Non vedo la difficoltà di generare delle tavole e spedirle alla Commissione. Di certo il cittadino che vuole accertarsi che le leggi del proprio Stato siano in linea con il diritto europeo verrà messo in difficoltà. In assenza di quelle tavole dovrà svolgere tutto un lavoro di ricerca, come avviene oggi. Spesso è difficile districarsi nella legislazione dell’Unione e io credo, e spero, che uno strumento come questo sarebbe consultato da tutti gli interessati, non solo dalla Commissione, e che consisterebbe in un documento prontamente accessibile, sempre disponibile ogniqualvolta richiesto. Insomma, un documento utilissimo.

Mi appello al Consiglio affinché non si impunti sulle tavole di concordanza, e se proprio deve non lo faccia in questo caso, così che le nuove vaccinazioni entrino in vigore durante la stagione come atteso. Non possiamo permetterci ritardi che vanificherebbero un lavoro tanto rapido ed efficace. Ancora una volta, grazie a tutti voi per lo spirito di collaborazione mostrato.

 
  
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  Presidente. – La discussione è chiusa.

La votazione si svolgerà tra qualche istante.

 
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