Presidente – L’ordine del giorno reca il seguito della discussione congiunta sul discarico 2009.
Monica Luisa Macovei (PPE). - (EN) Signora Presidente, il primo punto che vorrei affrontare concerne i nostri timori riguardo al funzionamento delle agenzie europee. Sarà necessario attuare cambiamenti in futuro per evitare l’insorgere di problemi di cattiva gestione, irregolarità, truffe, conflitti di interesse e spese inadeguate.
La trasparenza istituzionale è una delle nostre preoccupazioni. Tutte le agenzie dell’Unione europea dovrebbero rendere disponibile sul loro sito web un elenco di tutti gli appalti assegnati almeno negli ultimi tre anni e la Commissione dovrebbe provvedere all’integrazione di queste informazioni nel suo sistema di trasparenza finanziaria. La trasparenza è altresì necessaria nella rotazione del personale tra le agenzie e ho richiesto, a questo proposito, un prospetto di tutti i collaboratori che si spostano da un’agenzia all’altra.
In secondo luogo, ci preoccupano i conflitti di interesse, citati già da molti colleghi. Un’adeguata gestione dei conflitti di interesse esistenti e di quelli che potrebbero insorgere all’interno delle agenzie dell’Unione europea richiede un grande sforzo; episodi come quello che ha coinvolto l’Agenzia europea per i medicinali vanno accuratamente evitati e, qualora si verifichino, devono essere sanzionati.
Il terzo punto critico riguarda la razionalità e l’efficienza nel funzionamento delle agenzie europee, soprattutto in un periodo di crisi finanziaria. Propongo di discutere e procedere alla fusione di CEPOL in Europol; sarebbe la soluzione migliore ai problemi strutturali e cronici di CEPOL. Oltre a questa, vi sono numerose altre agenzie europee che presentano ambiti di intervento comuni e svolgono attività simili o complementari dalle loro sedi, dislocate in diverse parti d’Europa. A questo proposito, la Commissione deve valutare la possibilità di fondere le agenzie che svolgono attività sovrapponibili o complementari.
Vorrei adesso passare brevemente al secondo punto del mio intervento, che riguarda la decisione di rinviare il discarico e la votazione sul rinvio del discarico per due agenzie, CEPOL ed EMA. Sono state commesse gravi violazioni in materia di appalti pubblici, sul piano delle assunzioni e dei conflitti di interesse e, nel caso di CEPOL, le violazioni hanno riguardato gli stanziamenti e l’annullamento di questi ultimi.
In ultima analisi, vorrei affrontare la questione della trasparenza dei fondi diretti europei. È da circa un anno che interrogo la Commissione in merito e continuerò a farlo. Tutti i fondi diretti devono essere gestiti in maniera trasparente e, a questo proposito, tengo a porre l’accento sulle aziende statali che ne beneficiano. Va creato un sito web unico, in uno o due lingue, che contenga criteri comuni per l’identificazione e il confronto dei beneficiari.
Inés Ayala Sender (S&D). – (ES) Signora Presidente, devo dire, innanzi tutto, che mi fa davvero piacere vedere qui riuniti tutti coloro che hanno lavorato alla procedura di discarico. Vorrei, in particolar modo, dare il benvenuto a Vitor Caldeira, presidente della Corte dei conti, al Presidente Becsey, rappresentante della Presidenza ungherese e, naturalmente, al Commissario Šemeta.
Per quanto concerne l’attuale procedura di discarico, soprattutto in relazione alle altre istituzioni, ovvero per la parte di mia competenza, approvo i passi che sono stati fatti da quando la Presidenza spagnola dello scorso anno ha deciso, in occasione dell’applicazione del trattato di Lisbona, di rivedere la trasparenza e i controlli sui conti del Consiglio.
Gli accordi sulla parola andavano bene il secolo scorso, ma i tempi sono mutati radicalmente. Sarei quindi grata alla Presidenza ungherese se continuasse a prodigarsi per dare continuità ai progressi, riconoscendo al contempo, che, se da un lato, il Consiglio ha la funzione di emettere pareri o formulare raccomandazioni sulla procedura di discarico è comunque il Parlamento, unica istituzione democratica dell’Unione europea eletta direttamente dai cittadini europei, che decide e adotta la decisione finale.
Riconosciamo quindi gli sforzi profusi da entrambe le istituzioni – la nostra è rappresentata egregiamente dal segretario generale Welle – per ottenere una procedura adatta al XXI secolo e istituzioni realmente trasparenti, che rispondano alle aspettative dei cittadini europei.
In qualità di relatore per il discarico dell’anno prossimo, intendo continuare a collaborare strettamente con il Consiglio verso questo obiettivo, ma per il momento il rinvio si rende necessario.
Concludo manifestando la mia preoccupazione per gli incidenti e le irregolarità riscontrati nell’amministrazione del Comitato economico e sociale europeo (CESE). Questo forum europeo, istituito per la condivisione delle opinioni e il raggiungimento di un consenso tra i tre pilastri della nostra vita produttiva ed economica, fondamentali in questo momento di crisi, costituisce – a mio avviso – un organo essenziale e richiede un’amministrazione impeccabile, alla pari delle altre istituzioni.
Alla luce della decisione dell’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) di avviare azioni investigative e della recente sentenza del Tribunale che annulla l’avviso di posto vacante come segretario generale presso la segreteria del CESE, il mio gruppo intende richiedere il rinvio fino a quando al CESE non verrà data la possibilità di presentare al Parlamento un programma o una strategia per risolvere l’attuale situazione, caratterizzata da fumosità e continue irregolarità, indice della forte necessità di cambiamento.
Jan Mulder (ALDE). - (NL) Signora Presidente, l’onorevole Chatzimarkakis e molti altri relatori hanno giustamente messo in rilievo la necessità degli Stati membri di presentare dichiarazioni di affidabilità. Forse può sembrare che stiamo chiedendo un favore al Consiglio e agli Stati membri, ma non è così e mi rincuora che il Consiglio sia presente in Aula stamattina.
Sarebbe forse opportuno che il Consiglio leggesse ancora una volta le parole esatte dell’accordo interistituzionale che è stato concluso quando abbiamo adottato le prospettive finanziarie per questo periodo. L’accordo stabilisce chiaramente che il Consiglio si impegna a emettere dichiarazioni al livello politico più appropriato. È un peccato che il Consiglio non si sia attenuto alle disposizioni. Ad ogni modo, l’accordo prevedeva la reciprocità ed è forse bene ricordarlo, ora che stiamo conducendo i negoziati sulle nuove prospettive finanziarie.
Il Consiglio e il Parlamento avevano opinioni divergenti riguardo al livello delle prospettive finanziarie. Vi era una differenza di 112 miliardi di euro su un arco temporale di sette anni; il Parlamento accettò di correggere la cifra, arrivando a 110 miliardi. In cambio chiedevamo qualcosa che non costava nulla: le dichiarazioni di affidabilità degli Stati membri e la responsabilità politica non costano un centesimo. Il Consiglio ha sottoscritto questi impegni.
Qual è la situazione attuale, a quattro anni di distanza? Quattro Stati membri hanno rispettato l’accordo, mentre gli altri non l’hanno fatto. Questo è di buon auspicio per i prossimi negoziati. Bisogna mantenere le promesse fatte, anche se allora c’era l’Austria alla Presidenza del Consiglio. A mio avviso, occorre attuare il programma d’azione concordato per non mettere a repentaglio i negoziati sulle nuove prospettive finanziarie.
In ultima analisi, vorrei fare un breve accenno a una questione generale. Se non mi sbaglio, la Corte dei conti europea per la diciassettesima volta non ha presentato la dichiarazione di affidabilità. In vista delle imminenti elezioni europee, il Parlamento non può continuare a concedere comunque il discarico del bilancio ogni anno. È ora di cambiare la situazione con una bella dichiarazione di affidabilità.
Derk Jan Eppink (ECR). - (NL) Signora Presidente, è un piacere rivederla qui. Riassumerei la discussione dicendo che il bilancio dell’Unione europea è troppo consistente. C’è troppo denaro. Non siamo stati capaci di impiegare saggiamente le risorse del Fondo regionale europeo e buona parte di questo denaro viene speso in maniera inadeguata. Sono queste le conclusioni della Corte dei conti e lo stesso si può dire del bilancio del Parlamento europeo. Abbiamo troppo denaro. Prevediamo di investire in progetti frivoli come il museo della storia europea, il cui scopo sarebbe probabilmente di riscrivere la storia. Io lo chiamerei piuttosto il mausoleo dell’onorevole Poettering, perché, a giudicare dalle foto, sta lentamente assumendo queste sembianze.
Ci fanno pressioni, vogliono che spendiamo, ma ci sono così tanti soldi che non riusciamo a spenderli tutti. Se consideriamo la relazione della Commissione sul bilancio 2010, notiamo eccedenze negli stanziamenti per 194 miliardi di euro che non siamo ancora riusciti a spendere. Signora Presidente, si è presentata qui con la massima onestà. È questo che ho pensato quando l’ho vista entrare. In Olanda, si direbbe che lei è un “tornado bianco”. Commissario Šemeta, mi dispiace non poter dire lo stesso del bilancio della Commissione europea. Il nostro bilancio non era del tutto pulito, ma piuttosto torbido e scuro e questo mi rattrista.
Le auguro buona fortuna, signora Presidente.
Vladimír Remek (GUE/NGL). – (CS) Signora Presidente, stiamo affrontando una questione che potrebbe sembrare di ordinaria amministrazione e, oltre tutto, stiamo discutendo di denaro che è già stato speso. Il fatto che la procedura si ripeta ogni anno dovrebbe portare a una maggiore accuratezza e consapevolezza nella valutazione e nella gestione di simili questioni. Per fare un esempio, non è accettabile che i due principali progetti dell’Unione europea, ovvero il sistema globale di navigazione satellitare e l’impresa comune europea per il progetto ITER e lo sviluppo dell’energia da fusione, stiano letteralmente affondando in un mare di problemi che qualsiasi dirigente che si rispetti saprebbe risolvere.
Tra gli errori commessi, vi sono le irregolarità nel coinvolgimento delle piccole e medie imprese nei progetti satellitari, le mancanze relative alle assunzioni, le violazioni dei principi della parità di trattamento e, nel caso dell’impresa ITER, la mancata osservanza dei principi di bilancio, dei conti e delle disposizioni per l’assegnazione delle sovvenzioni. Senza dubbio, una delle principali cause di questi problemi è la macchinosità del processo decisionale relativo ai progetti. Fino a quando non stabiliremo chiaramente le priorità, tra cui i finanziamenti delle attività principali, il processo decisionale sarà sempre incerto e discontinuo e, oltre ai problemi già citati, vi sarà una riduzione della qualità globale dei progetti.
Claudio Morganti (EFD). – Signora Presidente, onorevoli colleghi, in un periodo di generali ristrettezze economiche in cui si chiedono sacrifici a tutti, considero indispensabile che le Istituzioni comunitarie – che funzionano grazie al denaro dei cittadini europei – abbiano una gestione finanziaria più trasparente possibile. Trovo inaccettabile che uno dei principali organi, il Consiglio, continui a mantenere una posizione di totale chiusura e mancanza di trasparenza.
Poiché il Parlamento è l'unica Istituzione democraticamente eletta e rappresenta direttamente i cittadini e i contribuenti europei, credo che abbiamo il diritto di sapere nello specifico come siano stati gestiti tutti gli stanziamenti previsti. Non è possibile che il Consiglio perseveri nella sua linea d'azione, rifiutando un necessario e doveroso confronto interistituzionale.
L'Unione europea si regge su un fondamentale equilibrio di poteri e così facendo il Consiglio viene meno a questa prerogativa. È pertanto doveroso che si uniformi il prima possibile alle altre Istituzioni e renda conto al Parlamento – quindi ai cittadini – di come viene effettivamente gestito il suo bilancio.
Lucas Hartong (NI). - (NL) Signora Presidente, sembra che sia nata una nuova regola in Europa: se sei nel dubbio, crea un’agenzia. Oggi discuteremo le relazioni di almeno 39 agenzie e il Parlamento deciderà se concedere o meno il discarico 2009. Il mio gruppo è convinto che il discarico non debba essere concesso. Il Partij voor de Vrijheid (PVV) si oppone a queste pratiche aberranti, che prosciugano i fondi e non hanno alcuno scopo dimostrabile. Ne è un esempio la Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro. Il Comitato economico e sociale e il Comitato delle regioni hanno già divorato, da soli, centinaia di milioni di euro, senza portare ad alcun effetto concreto sulla politica. Sono solo fabbriche di chiacchiere, dove si consumano litri e litri di caffè e si producono fiumi di relazioni che nessuno legge.
Signora Presidente, il nostro gruppo non concederà il discarico, fatto salvo per la conclusione che sancisce il funzionamento inadeguato di molte cose all’interno delle agenzie; sono tante le cose che non funzionano e per questo le agenzie andrebbero abolite il prima possibile.
Monika Hohlmeier (PPE). – (DE) Signora Presidente, signor Commissario, Presidente in carica del Consiglio, signor Ministro, onorevoli colleghi, vorrei commentare innanzi tutto quanto è stato detto sul museo della storia europea. In qualità di relatore per l’edilizia, vorrei chiarire che la cifra di 136 milioni di euro è assolutamente sbagliata. Inoltre, non si tratta di un progetto di lusso; ci lamentiamo sempre del fatto che le persone non sanno niente di quanto è successo in Europa dopo la Seconda guerra mondiale e adesso vogliamo dare la possibilità a due, tre milioni di persone all’anno di conoscere e approfondire questi avvenimenti storici. Forse così ci saranno meno euroscettici.
Dovremmo discutere congiuntamente del livello dei costi operativi e delle sinergie che si possono creare con il centro informativo. Numerosi colleghi hanno preso parte alla discussione, che però è diventata pubblica da poco ed alcuni colleghi non si sentono abbastanza informati. Sarò lieto di fornirvi la necessaria assistenza in queste discussioni e risponderò volentieri alle vostre richieste. Penso che il progetto sia necessario e utile, perché risponde all’esigenza di una maggiore conoscenza della storia dell’Europa, fondamentale per limitare la diffusione dell’euroscetticismo.
In secondo luogo, per quanto riguarda gli aiuti allo sviluppo, vorrei esprimere la mia più profonda gratitudine all’onorevole Staes perché, grazie a lui, abbiamo una relazione congiunta che approvo pienamente. Ritengo essenziale fissare una serie di priorità negli aiuti allo sviluppo per i settori delle infrastrutture, della sanità, dell’istruzione e soprattutto dell’agricoltura e forse dovremmo introdurre una valutazione dei progetti da effettuare dopo 10 anni dal loro inizio. Il nostro obiettivo non è avviare solo progetti a breve termine che non hanno effetti duraturi nel lungo periodo.
Inoltre, dovremmo migliorare il coordinamento con gli Stati membri nella fornitura di aiuti allo sviluppo e integrare una volta per tutte nel bilancio comunitario l’intero bilancio per gli aiuti allo sviluppo. Non si capisce, infatti, perché il bilancio comunitario comprenda solo una parte dei nostri aiuti allo sviluppo.
Zigmantas Balčytis (S&D). - (LT) Signora Presidente, vorrei ringraziare tutti i relatori per l’eccellente lavoro svolto. La procedura di discarico del bilancio è di fondamentale importanza nella tutela degli interessi finanziari dell’Unione europea e garantisce una gestione ottimale delle finanze comunitarie nonché una gestione più trasparente e responsabile del denaro dei contribuenti da parte dell’Unione europea. Vorrei fare alcune osservazioni. Innanzi tutto, tra gli errori citati più frequentemente nella relazione sul discarico del bilancio, vi sono le violazioni delle norme sugli appalti pubblici. Questo è dovuto alla complessità delle norme sugli appalti pubblici, che devono essere semplificate. Occorre stabilire in questo settore principi chiari e validi in tutta l’Unione europea. La Commissione dovrebbe esaminare le migliori esperienze, in quanto alcuni Stati membri, quali la Lituania, dispongono già di principi molto efficaci nel settore degli appalti pubblici, basati sulle moderne tecnologie. Ad ogni modo, come ho già detto, la Commissione stessa deve esprimere la sua volontà politica sulla questione.
In secondo luogo, vorrei sottolineare che il miglioramento della qualità della gestione dei fondi essere deve divenire una priorità ed essere al contempo accessibile all’Unione europea. È necessario progredire in maniera più evidente e rapida verso lo sviluppo di efficaci sistemi di controllo e gestione negli Stati membri, mirati a ridurre il rischio di errore e a semplificare i requisiti e le norme. La relazione presentata evidenzia ad esempio come la complessità delle norme rallenti l’utilizzo dei fondi comunitari destinati ai progetti TEN e TNI e ad altre priorità della Politica di coesione. Avverto la forte necessità di garantire maggiore semplicità, efficacia e trasparenza nelle procedure.
In terzo luogo, in qualità di relatore responsabile del documento di lavoro della commissione per il controllo dei bilanci intitolato “Migliorare le prestazioni di trasporto lungo gli assi ferroviari trans-europei”, vorrei rinnovare il mio invito alla Commissione a prendere i necessari provvedimenti per rendere l’infrastruttura ferroviaria adatta a fornire servizi trans-europei, a costruire i collegamenti mancanti alle frontiere per eliminare le complicazioni dovute ai criteri divergenti adottati nei vari Stati membri e a fornire un’efficace assistenza finanziaria. Infine, riguardo all’approvazione del bilancio del Parlamento europeo per il 2009, ritengo che anche il Parlamento debba agire in maniera realistica e prendere decisioni che includano spese più adeguate.
Riikka Manner (ALDE). - (FI) Signora Presidente, mi soffermerò in particolar modo sulla Politica di coesione. Anche se la percentuale di errore nella Politica di coesione è calata sensibilmente dal 2008, passando dall’11 per cento a circa il 5 per cento, questo settore continua a metterci alla prova sul piano delle spese.
Le maggiori sfide che dobbiamo affrontare sono legate agli appalti pubblici e la maggior parte dei problemi relativi ai fondi di coesione sono da ricondurre alle complesse norme di attuazione e agli atti derivanti dal regolamento finanziario, che non tengono nella dovuta considerazione la complessa rete di agenti coinvolti nello sviluppo regionale.
Si è discusso a lungo di un eventuale aumento del rischio di errore. Dobbiamo tuttavia ricordare che in questo modo non eliminiamo il problema cruciale delle norme e dei sistemi troppo complicati e dobbiamo fare attenzione ad affrontare i problemi nel modo giusto.
Il Parlamento sta considerando il regolamento finanziario per i futuri quadri finanziari. Sebbene la procedura di discarico in corso si riferisca al 2009, è bene trarre una lezione per il futuro allo scopo di semplificare la gestione finanziaria.
Ryszard Czarnecki (ECR). – (PL) Signora Presidente, dobbiamo concentrarci non tanto sull’aumento degli euroscettici, dovuto al modo in cui le istituzioni comunitarie spendono il denaro, bensì sul fatto che i contribuenti e gli elettori europei meritano trasparenza e rispetto. Il fatto che i fondi vengano recuperati o utilizzati in maniera inefficiente non contribuisce di certo a rafforzare l’autorità dell’Unione europea o delle nostre istituzioni. Allo stesso modo, non viene rafforzata in alcun modo l’autorità delle agenzie, rappresentative di un certo tipo di euroburocrazia, dove i controlli interni ed esterni vengono aggirati, le assunzioni vengono fatte in base alle amicizie e la possibilità di una rigida procedura di selezione non viene neppure contemplata. La proposta del museo della storia europea è un tema piuttosto controverso e la maggioranza dei colleghi del nostro gruppo voterà contro la maggior parte delle relazioni.
Angelika Werthmann (NI). – (DE) Signora Presidente, onorevoli colleghi, le agenzie europee sono costantemente al centro delle polemiche. D’altro canto, ci affidiamo a loro per risolvere i problemi più urgenti, quali, ad esempio, la necessità di aumentare il personale di Frontex nel Mediterraneo o l’emergenza della diossina nei mangimi animali. Per questo, richiamo tutti gli onorevoli colleghi al senso della misura e alla lungimiranza politica di fronte a questi discarichi.
Dobbiamo valutare obiettivamente l’efficienza operativa delle agenzie se vogliamo sbarazzarci delle opinioni soggettive e ottenere un quadro definito dell’operato delle agenzie. Da tempo cerco di raggiungere questo obiettivo.
Ingeborg Gräßle (PPE). – (DE) Signora Presidente, signor Commissario, anch’io vorrei porgere un caloroso benvenuto in quest’Aula alla Presidenza ungherese e al Presidente della Corte dei conti europea. A nome del gruppo del Partito popolare europeo (Democratico cristiano), devo ringraziare tutti i relatori per la loro collaborazione e tutti i rappresentanti delle istituzioni per la loro presenza in quest’Assemblea.
In prima analisi, voglio dire al Consiglio che i deputati al Parlamento europeo sono eletti per controllare l’esecutivo. Pertanto, l’idea che i governi nazionali siano autorizzati a controllare il Parlamento europeo è un inconcepibile tentativo di indebolire questa istituzione. La vostra offerta non è una vera offerta; è solo un modo per ridimensionarci e indebolirci. Come reagirebbero i parlamenti nazionali a una proposta del genere? Se non osa fare questa proposta a livello nazionale, la prego, non lo faccia neanche a livello europeo.
Per quanto riguarda il discarico del Parlamento europeo, devo dire che si intravedono alcuni miglioramenti a livello gestionale sotto l’attuale Presidenza e con il segretario generale in carica. Vorrei sottolineare il contributo del gruppo del Partito popolare europeo in questo senso. Su nostra richiesta, sono state prese iniziative (quale ad esempio l’intervento nel fondo pensionistico volontario) che erano assolutamente necessarie per evitare l’insolvenza immediata di questo fondo nel 2009.
A questo punto mi soffermo sulle proposte di riforma dello statuto dei funzionari, contenute nei paragrafi 77 e 81 della relazione dell’onorevole Chatzimarkakis, che hanno portato a pressioni politiche senza precedenti da parte di alcune persone, tra cui alcuni deputati di quest’Assemblea. Le critiche allo statuto sono, ad ogni modo, fondate. Il testo è ancora legato agli anni Cinquanta e non è mai stato modernizzato. Il calcolo delle giornate di trasferta risale ai tempi dei treni a vapore e quello delle indennità a quando viaggiare all’estero era una cosa alquanto insolita; questi calcoli non trovano riscontro nella realtà di oggi. Oggi abbiamo l’ultima nonché unica occasione di esercitare la nostra influenza prima della riforma dello statuto.
Le mie proposte mettono anche in discussione il fatto che un funzionario della Commissione che percepisce più di 10 000 euro netti al mese, possa avere (escluso il suo diritto alle ferie annuali) fino a sette settimane pagate di permesso; a mio avviso, gli straordinari non dovrebbero essere inclusi nello stipendio. Questo significa creare nuovi posti di lavoro vacanti. Eliminando alcune giornate di permesso potremmo creare circa mille nuovi posti di lavoro. Anziché avere giornate perse, questi nuovi lavori potrebbero essere usati per coprire i nuovi incarichi dell’Europa e, in questo modo, potremmo ricorrere alla Commissione europea senza il bisogno di fondare continuamente nuove autorità e agenzie.
Dovremmo, inoltre, cercare di avere un quadro definito dei costi amministrativi. L’attuale dato di bilancio del 6,7 per cento è una stima troppo bassa; forse la stima è corretta se prendiamo in esame la gestione diretta, ma non lo è di certo se consideriamo tutte le spese amministrative per la gestione dei fondi dell’Unione europea, incluse quelle degli Stati membri. Propongo l’emissione di una relazione indipendente della commissione per il controllo dei bilanci riguardante i reali costi amministrativi dell’Unione europea.
Bogusław Liberadzki (S&D). - (PL) Signora Presidente, signor Commissario, questo discarico è, a mio avviso, alla stregua di altri discarichi concessi negli ultimi anni e ricordo molto bene che, solo tre anni fa, nutrivamo forti riserve nei confronti di alcuni settori in particolare, quali i Fondi strutturali, il Fondo di coesione, i Fondi regionali e le azioni esterne. Bisogna ammettere che negli ultimi due anni la Commissione ha raggiunto alcuni obiettivi e ha riportato miglioramenti visibili, quali la riduzione della percentuale di errore negli ultimi tre anni. Questa è una buona occasione per dire al Commissario Šemeta che abbiamo visto questi progressi, di cui prendiamo nota e che ci fanno ben sperare.
Vi sono però ancora diversi punti che mi preoccupano. Innanzi tutto, la procedura di recupero dei fondi spesi in modo sbagliato è troppo lenta; in secondo luogo, vi è una certa riluttanza a concentrarsi sui progetti prioritari o a discutere della relativa percentuale di errore. Indipendentemente dal valore del progetto, gli errori nei finanziamenti e nell’utilizzo dei fondi hanno delle cause. Sono molto preoccupato per il crescente divario tra gli impegni e i pagamenti, indice del fatto che ci sono sempre più soldi che evidentemente gli Stati membri non sanno gestire. In questo caso, la responsabilità è degli Stati membri.
La riluttanza del Consiglio a collaborare con il Parlamento sul discarico è un segnale preoccupante. Noto comunque che il Presidente Becsey, che ha prestato servizio presso il Parlamento europeo, è qui con noi e penso che riuscirà a persuadere il Consiglio riguardo al fatto che il Parlamento è l’unico organo eletto direttamente e democraticamente, al quale il Consiglio ha l’obbligo di riferire. Infine, condivido le numerose riserve nei confronti delle agenzie, anche se limitatamente ad alcune di esse.
Corinne Lepage (ALDE). – (FR) Signora Presidente, nel mio intervento mi concentrerò sulla concessione del discarico per l’Agenzia europea per i medicinali, ma lo stesso discorso potrebbe valere anche per l’Autorità europea per la sicurezza alimentare. La commissione per il controllo dei bilanci ha svolto un lavoro davvero eccellente e, se c’è un momento in cui il Parlamento può affermare la sua posizione, è il voto sul discarico. Nel mio intervento, affronterò l’aspetto del bilancio in relazione all’attività dell’Agenzia europea per i medicinali; in primo luogo, la sua passività nella questione del Benfluorex, o Mediator, è assolutamente inaccettabile.
È altrettanto inaccettabile il modo in cui ha gestito i conflitti di interesse, di cui vi darò un esempio. Insieme al nostro collega, l’onorevole Parvanova, e un gruppo di ONG, ho denunciato pubblicamente lo scandalo del direttore esecutivo dell’Agenzia. Il Consiglio d’amministrazione dell’Agenzia ha affrontato con superficialità l’intera vicenda, impedendo che si creasse un clima di fiducia. Il ruolo delle nostre agenzie è di fornirci i mezzi per prendere le decisioni e permettere ai nostri cittadini di avere fiducia nelle direttive adottate. Appoggio pienamente il rinvio del discarico ed esprimerò voto favorevole solo se saremo pienamente soddisfatti riguardo alla gestione dei conflitti di interesse.
Peter van Dalen (ECR). - (NL) Signora Presidente, l’Eurobarometro indica che l’entusiasmo nei confronti dell’Unione europea si affievolisce anno dopo anno. Al momento solo in cinque Stati membri la maggioranza della popolazione si esprime in termini positivi riguardo all’Unione europea. Per i cittadini, l’Europa è sinonimo di sperpero di denaro. Dobbiamo prendere in seria considerazione queste obiezioni, come ha fatto giustamente il collega, onorevole Itälä, che ritiene irresponsabile da parte del Parlamento incontrarsi in due sedi diverse. Sono pienamente d’accordo e vorrei dire all’onorevole Sarkozy che è ora di porre fine ai continui spostamenti del Parlamento tra Bruxelles e Strasburgo.
Dobbiamo dare prova di grande responsabilità anche rispetto alle nostre indennità per le spese generali. Se questa verrà a mancare, ben presto gli onorevoli deputati si renderanno conto di aver sbagliato e a quel punto si pentiranno di non aver considerato con maggiore attenzione tali indennità. Non si può andare avanti così. Nel considerando 5, l’onorevole Itälä sostiene che dovremmo prendere i necessari provvedimenti per garantire un atteggiamento responsabile nei confronti delle indennità delle spese generali. Mi auguro che questo punto venga mantenuto, poiché promuove la credibilità e la trasparenza.
Jan Olbrycht (PPE). – (PL) Signora Presidente, ogni discussione sul discarico si svolge in un determinato contesto. Da un lato, la discussione di oggi si colloca in un contesto di crisi: vengono adottate misure preventive e gli Stati membri sono costretti a confrontarsi con una situazione finanziaria difficile; dall’altro lato, sullo sfondo di questa discussione compare la nuova prospettiva finanziaria per il periodo dopo il 2014, che è stata già preparata. Dobbiamo essere consapevoli dell’impatto che il modo in cui ci esprimeremo oggi sull’esecuzione del bilancio avrà sulla discussione relativa al futuro della prospettiva finanziaria. Per questo motivo la discussione sul discarico è fondamentale non solo per esercitare un controllo, ma anche per correggere gli errori e prendere nota delle aree in cui abbiamo sbagliato o in cui si richiedono misure aggiornate per rispondere a nuove esigenze.
In questa discussione si evidenziano, oltre alle crescenti critiche riguardo al bilancio, risultati in netto miglioramento, ad esempio, nella Politica di coesione, dove si registrano evidenti progressi, che sono stati tuttavia ignorati dai critici del bilancio europeo. Vorrei sottolineare che questi risultati positivi devono essere presi in considerazione nelle nostre osservazioni sulle azioni future o sulle azioni da proseguire e le norme da introdurre, soprattutto in relazione al recupero dei fondi.
Vorrei inoltre invitarvi a riflettere sulla necessità di affiancare alla discussione sulla correttezza nell’esecuzione del bilancio una discussione sull’efficacia delle politiche. Si accenna spesso a questa necessità nei documenti parlamentari, in cui però viene posto l’accento sulle procedure. Si è parlato tanto di un’Europa dei risultati, che non corrisponde però al rispetto delle procedure. Le due cose sono legate, ma è necessario considerare le conseguenze e i risultati derivanti dalle nostre azioni.
PRESIDENZA DELL’ON. VIDAL-QUADRAS Vicepresidente
Derek Vaughan (S&D). - (EN) Signor Presidente, vorrei ringraziare tutti i relatori per l’importante lavoro che hanno svolto per noi.
Desidero soffermarmi su alcune relazioni, iniziando dal discarico del Comitato delle regioni. Il Comitato delle regioni dà voce alle regioni, ma formula anche molti programmi dell’Unione europea. Sarebbe quindi sbagliato proporre l’autofinanziamento del Comitato, come qualcuno ha suggerito.
Appoggio inoltre la concessione del discarico della Commissione. Sebbene ci sia ancora molto da fare, come evidenziato nella relazione, ritengo che la riduzione della percentuale di errore nella politica regionale dall’11 per cento al 5 per cento costituisca un chiaro progresso. I Fondi strutturali sono estremamente importanti per regioni come il Galles, da cui provengo, in cui l’esecuzione dei fondi è ottimale. Dobbiamo impedire che i Fondi strutturali vengano screditati o minacciati.
Mi sento invece di appoggiare il rinvio del discarico del Consiglio. Alcuni membri del Consiglio ci richiamano spesso al rispetto della trasparenza e non dovrebbero quindi avere riserve nel fornirci ogni informazione sulle loro spese. Sembra però che alcuni di loro mostrino una certa riluttanza a comunicare queste informazioni.
Infine, il discarico del Parlamento: le considerazioni sulle spese suscitano sempre discussioni e il nostro bilancio è comprensibilmente al centro dell’attenzione, alla luce del difficile momento economico e finanziario in cui ci troviamo. Per questo motivo, approvo molte delle proposte contenute nella relazione, tra cui quelle riguardanti la politica relativa all’edilizia e i premi per l’edilizia (settore in cui sono necessari aggiornamenti e una maggiore trasparenza) nonché le proposte in merito alle indennità e all’urgente necessità di elaborare una strategia di risparmio per il bilancio del Parlamento.
Si potrebbe obiettare che molti di questi punti si riferiscono ai bilanci futuri, più che al bilancio 2009; ad ogni modo, ritengo che, nella valutazione di qualsiasi bilancio o discarico, sia importante guardare al futuro mettendo in pratica gli insegnamenti del passato.
Richard Ashworth (ECR). - (EN) Signor Presidente, per il sedicesimo anno la Corte dei conti ha presentato solo una dichiarazione di affidabilità qualificata, che indebolisce, per il sedicesimo anno consecutivo, la fiducia pubblica nell’integrità della gestione delle nostre questioni finanziarie. Riconosco l’impegno della Commissione verso il miglioramento, ma esprimerò il mio voto sulla concessione del discarico sulla base dei risultati e non delle intenzioni.
I revisori dei conti rilevano la presenza di errori materiali in troppe voci di bilancio. L’80 per cento delle nostre spese viene gestito congiuntamente agli Stati membri ed è quindi evidente che questi ultimi devono assumersi una maggiore responsabilità. È altrettanto evidente che la Commissione deve sollecitare l’impegno verso il raggiungimento di questo obiettivo. Fino a quando non vedrò le prove di un miglioramento significativo, continuerò a votare contro il discarico del bilancio.
Véronique Mathieu (PPE). – (FR) Signor Presidente, desidero innanzi tutto congratularmi con tutti i relatori per l’eccezionale lavoro che hanno svolto sul discarico e mi fa piacere che il Consiglio partecipi a questa discussione.
La questione legata alla sede di Strasburgo del Parlamento europeo riguarda l’identità europea e non può essere ridotta a un mero risparmio di denaro. Affronto l’argomento oggi in quest’Aula, durante la discussione sul discarico 2009, perché il simbolo della riconciliazione franco-tedesca viene trattato da alcuni membri della commissione per il controllo dei bilanci come una benedizione o un modo facile per ridurre i costi.
La questione delle spese del Parlamento riguarda anche me. Propongo di tenere le tornate a Strasburgo piuttosto che a Bruxelles, in modo da garantire la massima efficienza, a livello di costi, della nostra sede parlamentare di Strasburgo. Propongo di realizzare il nostro obiettivo di risparmio in altri modi, ad esempio abolendo l’indennità di soggiorno del venerdì per i nostri colleghi e le indennità di soggiorno per i giornalisti. L’Europa è già un polo d’attrazione per i giornalisti anche senza indennità di soggiorno.
Non dovremmo usare il bilancio come una giustificazione per occuparci di una questione importante che va oltre le competenze di controllo dei bilanci e, a questo proposito, mi congratulo con il nostro relatore, l’onorevole Itälä, per il prezioso lavoro svolto in merito al discarico.
In conclusione, giacché stiamo discutendo su come risparmiare, propongo di riorganizzare il sistema dei rimborsi ai gruppi di visitatori finanziati. Non penso che sia corretto rimborsare il capogruppo in contanti il giorno stesso della visita senza prendersi la briga di controllare a quanto ammontano le spese del gruppo. Questo dà una cattiva impressione della nostra istituzione, dato che la cifra prevista per il rimborso supera a volte la spesa reale. Sarebbe ragionevole che i gruppi inviassero una stima delle spese prima della visita e che il Parlamento depositasse un acconto direttamente sul conto bancario, versando poi il saldo dietro presentazione delle ricevute delle spese effettivamente sostenute, ovviamente entro un tetto massimo di spesa.
José Manuel Fernandes (PPE). – (PT) Signor Presidente, signor Commissario, Presidente Becsey, onorevoli colleghi, innanzi tutto vorrei congratularmi con tutti i relatori per l’eccellente lavoro svolto. Nel mio intervento, vorrei porre l’accento in particolare sulla voce 5 relativa alle spese amministrative e operative delle diverse istituzioni, che rappresentano meno del 6 per cento del bilancio annuale dell’Unione europea.
Al di là di questo importo, è essenziale applicare i principi del risparmio, dell’efficienza e dell’efficacia. Il risparmio va promosso e incentivato soprattutto nell’esecuzione del bilancio. Allo stesso tempo, non dobbiamo in alcun modo incentivare o promuovere il pieno utilizzo dei fondi per ogni voce di bilancio.
Occorre seguire la linea del rigore e dell’austerità e garantire al Parlamento le risorse necessarie per assicurare l’eccellenza delle attività legislative. Per quanto riguarda l’interpretazione e la traduzione, ritengo fondamentale che i deputati possano esprimersi e lavorare nella propria lingua. In questo modo, diamo sostanzialmente significato al motto “unità nella diversità”.
Ritengo che, anziché avere bilanci puramente incrementali, dovremmo avere bilanci a base zero all’inizio di ogni sessione parlamentare ; i bilanci istituzionali dovrebbero inoltre essere pluriennali. I controlli non devono essere sinonimo di burocrazia, poiché quest’ultima rappresenta sempre un costo inutile. Dovrebbe prevalere il principio della fiducia all’interno delle istituzioni.
Infine, l’occasione del discarico non deve essere usata per discutere delle politiche che necessitano di un ampio consenso, come la revisione dei trattati. Ritengo ad esempio inappropriato inserire nelle relazioni sul discarico la discussione sulle questioni relative ai posti di lavoro.
Thomas Ulmer (PPE). – (DE) Signor Presidente, onorevoli membri del Consiglio e della Commissione, onorevoli colleghi, vorrei fare alcune osservazioni sulle agenzie di cui mi sono occupato in qualità di membro della commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare.
In primo luogo, permettetemi di intervenire nell’eterna discussione che vede Strasburgo e Bruxelles in contrapposizione. Sono nettamente a favore di Strasburgo e ritengo che, in caso di dubbio, il Parlamento dovrebbe essere spostato a Strasburgo e non a Bruxelles. Strasburgo è un irrinunciabile simbolo dell’unità europea.
Alla commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare abbiamo osservato sei agenzie, le quali hanno conseguito risultati straordinari in termini di intensità e qualità del lavoro. La percentuale di errore si è ridotta notevolmente e colgo l’occasione per rivolgere un plauso al personale di queste agenzie.
Sono stati creati 104 nuovi posti di lavoro all’Agenzia europea per le sostanze chimiche, che si occupa principalmente di monitorare i nostri progetti REACH. Nel caso dell’Autorità per la sicurezza alimentare (AESA), i controlli devono essere più accurati e bisogna aumentare la trasparenza. Abbiamo, inoltre, scoperto che i fondi del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) non sono stati utilizzati completamente e non sono stati ancora assolti tutti i compiti. L’Agenzia europea per l’ambiente fornisce dati e cifre affidabili essenziali per il nostro lavoro e per le nostre decisioni future. Vorrei però che stabilissimo con maggiore precisione il risparmio totale dell’Unione in funzione dei progressi ambientali e che rendessimo note queste cifre. L’Agenzia europea per i medicinali stenta ancora a decollare, nonostante esista ormai già da qualche anno. Abbiamo rilevato errori contabili e un coordinamento inadeguato tra i servizi finanziari e scientifici.
In generale però la mia valutazione del lavoro delle agenzie è molto positiva.
Jens Geier (S&D). – (DE) Signor Presidente, vorrei ringraziare l’onorevole Ulmer per il suo significativo contributo, in felice contraddizione con molte delle cose che sono state dette sulle agenzie nel corso della mattinata. È davvero triste che così tanti colleghi euroscettici in quest’Aula pensino subito alle agenzie quando si parla di tagli al bilancio.
Vorrei ricordarvi che, quando queste agenzie furono create, sembrava che i Primi ministri e i governi degli Stati membri dell’Unione europea non ne avessero mai abbastanza. Eppure adesso sembrano essere il flagello dell’Unione europea.
Mi fa piacere che sia stato annunciato uno studio della Corte dei conti europea sui costi di gestione delle agenzie che ci fornirà le basi per condurre una discussione più obiettiva.
Come ho detto nel corso del mio primo intervento, mi fa molto piacere che i rappresentanti della Presidenza ungherese siano qui con noi stamattina. Non è qualcosa che possiamo dare per scontato nell’ambito di una discussione sul discarico del Consiglio. Vorrei quindi rivolgermi direttamente a lei, Presidente Becsey, per dirle che mi fa piacere che il Consiglio sia disposto a riconoscere (così almeno mi sembra di aver capito dalle osservazioni dell’onorevole Deutsch) la necessità di trattare in maniera distinta le procedure di bilancio e la procedura di discarico.
Il Parlamento europeo rappresenta il popolo e richiede un’assunzione di responsabilità nell’uso del denaro dei contribuenti. Esigeremo quindi un atteggiamento responsabile da parte del Consiglio nell’utilizzo del denaro comunitario a lui destinato per finanziare il suo lavoro. Sicuramente potremmo negoziare su moltissime questioni, tra cui, ad esempio, l’evoluzione futura della procedura di discarico, ma vorrei chiedervi se davvero vi aspettate che il Parlamento europeo sia pronto a trattare su quanto ci spetta di diritto secondo i trattati. In fin dei conti, potrebbe portare solo a un indebolimento di questo diritto. Non vedo perché, in qualità di parlamentare europeo, lo dovrei fare.
Purtroppo non abbiamo molte occasioni per discutere in maniera congiunta; le sarei grato se, in quest’occasione, potesse dirci chi, all’interno del Consiglio, ostacola la necessaria trasparenza.
Jaroslav Paška (EFD). – (SK) Signor Presidente, mi interessava apprendere le informazioni sui problemi di comunicazione con il Consiglio europeo riguardo all’adempimento del suo capitolo del bilancio generale.
Per quanto ne so, uno dei compiti principali dei deputati parlamentari è di controllare l’esecutivo. Il Consiglio, la Commissione e le altre istituzioni europee gestiscono le risorse finanziarie dei cittadini europei in base alle norme stabilite. È quindi naturale che i rappresentanti eletti del popolo eseguano controlli per conto dei contribuenti per accertarsi che le istituzioni gestiscano il loro denaro con accortezza e in ottemperanza delle norme stabilite. Funziona così in tutti gli Stati democratici. Per questo, non riesco a capire perché il Consiglio europeo si rifiuti di collaborare nella valutazione del suo bilancio.
Non ci interessa sapere se l’onorevole Sarkozy o l’onorevole Merkel frequentano questo o quel ristorante, né vogliamo conoscere il modello della loro ventiquattrore o le firme dei vestiti che indossano. Chiediamo di sapere come gestiscono le risorse pubbliche dei contribuenti; siamo pienamente autorizzati a chiederlo e loro sono tenuti a fornire queste informazioni.
Zsolt László Becsey, Presidente in carica del Consiglio. − (HU) Signor Presidente, ho solo due minuti per rispondere e li vorrei usare per concentrarmi su alcuni punti. In primo luogo, vorrei ribadire che siamo pronti a raggiungere un accordo a lungo termine nella discussione tra il Consiglio e il Parlamento. Solo così potremo risolvere il problema della legittimità, citato anche dall’onorevole Gräßle. So bene che il Parlamento è un organo eletto direttamente, ne facevo parte anch’io. Ad ogni modo, anche il Consiglio ha i suoi rappresentanti legittimi ed entrambe le istituzioni partecipano alla pari alla procedura di discarico, l’una fornendo raccomandazioni e l’altra occupandosi del discarico finale. Nella raccomandazione presentata abbiamo distinto la procedura di bilancio dalla procedura di discarico.
Intendo richiedere la nomina di una delegazione che si occupi di negoziare per conto del Parlamento e noi ci impegneremo a raggiungere un accordo tramite la delegazione di rappresentanza politica del Parlamento. Non è positivo trascinarci ancora questi problemi. L’importanza di chiarire quali dati il Consiglio è tenuto o meno a fornire risulta chiaramente anche dal memorandum d’intesa che abbiamo presentato. In questo modo, promuoveremo la presentazione delle varie amministrazioni. Successivamente ci può essere richiesto di fornire i dati che il Consiglio è tenuto a presentare.
Per quanto riguarda la questione delle dichiarazioni nazionali, sollevata più volte, propongo di risolverla durante la discussione sul regolamento finanziario. So che sono state avanzate alcune proposte a questo riguardo. Dovremo tenere conto del fatto che la questione è piuttosto complessa per alcuni Stati membri; ad ogni modo, ripeto, la tratteremo in maniera approfondita in un’altra discussione.
Signor Presidente, la ringrazio per avermi dato l’opportunità di intervenire e vorrei invitare nuovamente tutti gli onorevoli colleghi a fare in modo che il rapporto tra i due organi o istituzioni competenti in materia di discarico non si trasformi in una sfida sul ring. Discutiamone e cerchiamo di trovare un accordo per evitare che la questione si riduca a uno scambio di e-mail tra le segreterie e le burocrazie.
Algirdas Šemeta, membro della Commissione. − (EN) Signor Presidente, questa discussione conferma il fatto che il Parlamento e la Commissione condividono la stessa visione per il futuro e ritengono sia necessario migliorare le politiche e i programmi, dando così un valore aggiunto ai cittadini europei. A mio avviso, ci stiamo muovendo nella giusta direzione e la Commissione si sta occupando delle importanti questioni sollevate, quali l’introduzione di dichiarazioni sulla gestione, una maggiore automaticità nell’applicazione delle sanzioni e il lavoro sui recuperi.
Vorrei ringraziare, in particolare, l’onorevole Grässle per il lavoro svolto sul regolamento finanziario. A mio avviso, è molto importante che la proposta presentata dalla Commissione relativa all’introduzione di dichiarazioni sulla gestione venga approvata, poiché, in questo modo, gli Stati membri, ora responsabili dell’80 per cento del vostro bilancio, avrebbero una maggiore responsabilità. Prevedo che, se riusciamo a snellire e a rendere più automatica l’applicazione della procedura di sospensione dei pagamenti, il discarico 2010 evidenzierà una maggiore incidenza di pagamenti sospesi e un ricorso facilitato a questo strumento.
Ci stiamo anche occupando, insieme agli Stati membri, della questione dei recuperi e abbiamo fornito al relatore numerose informazioni a riguardo. Penso che, lavorando insieme, troveremo il modo di migliorare la situazione. Le sanzioni vanno bene, ma dobbiamo anche proporre incentivi per agevolare l’attività degli Stati membri.
Siamo tutti d’accordo sui progressi concreti raggiunti nella semplificazione delle norme e abbiamo esposto le nostre opinioni sull’argomento. Queste proposte verranno prese in considerazione durante la preparazione dei nuovi programmi per il prossimo quadro finanziario pluriennale. Sono pienamente d’accordo: disponiamo di una legislazione sugli appalti pubblici davvero complessa e vengono commessi troppi errori in questo settore. Per questo motivo, la Commissione ha lanciato una consultazione pubblica sulla semplificazione e sul miglioramento delle norme sugli appalti pubblici, la quale, mi auguro, condurrà a un sistema più semplice ed efficiente.
Il regolamento del personale va rivisto e il mio collega, il Commissario Šefčovič si sta appunto occupando della revisione del regolamento del personale. La questione è certamente complessa e occorre prendere in esame tutti i delicati aspetti legati alla semplificazione; detto ciò, alcune disposizioni del regolamento sono davvero obsolete e devono essere riesaminate e riviste.
La Commissione risponderà formalmente alle vostre raccomandazioni nella relazione di controllo che verrà presentata dopo l’estate, anche se, come potete vedere, ci stiamo già adoperando per rafforzare la gestione del bilancio comunitario e migliorare i risultati dei nostri programmi, in attesa di collaborare sulla questione.
Jorgo Chatzimarkakis, relatore. – (DE) Signor Presidente, innanzi tutto vorrei ringraziare nuovamente il Commissario a nome del Parlamento per la sua eccellente collaborazione. Lei ha sollevato nuovamente alcune questioni e dovremmo riprendere il nostro lavoro proprio partendo da queste. Le chiedo di estendere i nostri ringraziamenti anche ai suoi colleghi, poiché abbiamo avuto numerosi scambi con molti di loro, in particolare con il Commissario Cioloş e il Commissario Hahn, che sono stati molto collaborativi e ai quali la prego di riferire il mio messaggio.
Vorrei ringraziare il Presidente Becsey, Presidente in carica del Consiglio, per essersi espresso in termini espliciti. È stato molto chiaro e, anche se le sue parole possono non piacerci, dobbiamo riconoscere che è stato trasparente. Le siamo grati per questo. Ritengo che la sua presenza qui sia giusta e, anche se non c’è bisogno di dirlo, è un bene che lei sia qui.
Ho lasciato per ultimi i ringraziamenti al Presidente della Corte dei conti, Vitor Caldeira, con cui il Parlamento collabora sempre in maniera aperta e positiva. Le siamo davvero grati per questo. Non potremmo svolgere il nostro lavoro senza il suo contributo, su cui si basa il nostro discarico. Vorremmo che lei, Presidente Caldeira, svolgesse in futuro un ruolo più importante nella valutazione del controllo di gestione. Il futuro dell’Unione europea non dipende solamente da una gestione corretta e legale dei fondi, ma anche e soprattutto da un utilizzo efficace ed efficiente di questi fondi. Tutto questo rientra nel controllo di gestione ai sensi dell’articolo 318 del trattato di Lisbona. Il Parlamento gradirebbe che fosse organizzato un dibattito annuale sul controllo di gestione della Commissione e lei sarebbe invitato alla discussione in qualità di rappresentante della Corte dei conti europea. Porgo un sincero ringraziamento agli onorevoli colleghi e a tutti gli interessati.