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Procedura : 2010/2016(INI)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento : A7-0159/2011

Testi presentati :

A7-0159/2011

Discussioni :

PV 06/06/2011 - 22
CRE 06/06/2011 - 22

Votazioni :

PV 08/06/2011 - 6.6
Dichiarazioni di voto
Dichiarazioni di voto

Testi approvati :

P7_TA(2011)0259

Resoconto integrale delle discussioni
Lunedì 6 giugno 2011 - Strasburgo Edizione GU

22. Garantire valutazioni d’impatto indipendenti (brevi presentazioni).
Processo verbale
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  Presidente. – L’ordine del giorno reca la relazione presentata dall’onorevole Niebler, a nome della commissione giuridica, concernente il modo in cui è possibile garantire valutazioni d’impatto indipendenti (2010/2016(INI)) (A7-0159/2011).

 
  
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  Angelika Niebler, relatore.(DE) Signor Presidente, onorevole Reding, onorevoli colleghi, permettetemi di introdurre l’argomento con alcuni esempi. La Grecia e altri paesi sono fortemente indebitati, nonostante abbiano ricevuto per molti anni miliardi di fondi strutturali. Come possiamo migliorare l’utilizzo di queste risorse, e come possiamo migliorare il controllo dell’utilizzo di queste risorse?

Il secondo esempio riguarda gli Euro Bond. Che conseguenze hanno sul bilancio europeo?

In terzo luogo, se si dovesse introdurre una tassa sulle operazioni finanziarie in Europa, quali conseguenze si otterrebbero? Per rispondere a tutti questi interrogativi, il Parlamento chiede, nelle sue relazioni, che venga svolta una valutazione d’impatto normativo. Dopotutto, abbiamo bisogno di fatti per potere prendere decisioni efficaci sul piano politico. Questo è esattamente l’argomento della mia relazione su come migliorare il modo di garantire valutazioni d’impatto indipendenti.

La questione non è nuova. Ce ne siamo occupati per più di dieci anni, insieme ad altre questioni sul miglioramento del modo di legiferare. Tuttavia, nonostante tutti gli sforzi fatti della Commissione per migliorare la sua valutazione d’impatto e quelli fatti dal Parlamento europeo con lo stesso obiettivo, la qualità della valutazione d’impatto deve essere ancora migliorata. La mia relazione presenta proposte allo scopo di ottenere tale miglioramento, tenendo in considerazione sia la Commissione europea e le valutazioni d’impatto che essa realizza, sia gli studi di valutazione d’impatto del Parlamento.

Per quanto riguarda il contenuto, la relazione è divisa in quattro sezioni. Nella prima sono presentati i requisiti generali per le valutazioni d’impatto a livello europeo. La seconda sezione contiene proposte indirizzate alla Commissione europea ed elenca le potenziali aree in cui possono essere effettuati miglioramenti. Nella terza sezione spiego come noi, all’interno del Parlamento europeo, possiamo ottimizzare lo strumento di valutazione d’impatto normativo. Nella sezione finale propongo quindi che nel Parlamento venga istituita una struttura autonoma per la valutazione d’impatto.

Per quanto concerne i requisiti generali per le valutazioni d’impatto a livello europeo, è importante sottolineare come ci sia bisogno di abbandonare una pura analisi dei costi per eseguire invece un’analisi dell’impatto economico, sociale e sanitario della legislazione a livello europeo. In secondo luogo, ritengo sia importante effettuare un test delle piccole e medie imprese, in relazione a tutte le valutazioni d’impatto normativo, ed esaminarne le conseguenze sulla competitività del lavoro in Europa. In terzo luogo, in questa relazione proponiamo che la Commissione pubblichi con anticipo le road map delle proposte di legge, in modo da offrire al Parlamento e ai soggetti interessati l’opportunità di esprimere la propria opinione durante il periodo delle consultazioni.

Per quanto riguarda la Commissione europea, chiediamo in particolare ai membri del Comitato per la valutazione d’impatto, istituito tempo fa nell’ambito della Commissione, di mantenersi indipendenti, e alle commissioni parlamentari di partecipare ai lavori fin dalle fasi iniziali. Per quanto riguarda il Parlamento, riteniamo sia effettivamente importante utilizzare lo strumento di valutazione d’impatto normativo. Fino ad ora, poche commissioni l’hanno utilizzato, ma credo sia necessario fare un uso più ampio di questo strumento durante le discussioni in Parlamento. Se riusciamo ad acquisire le risorse stesse del Parlamento, e a istituire una struttura autonoma sotto la guida dei membri di questo Parlamento, in modo da sviluppare un metodo che ci permetta di effettuare valutazioni professionali d’impatto normativo all’interno del Parlamento europeo, allora credo che avremo raggiunto un buon obiettivo con questa relazione. Spero che la relazione riceva il vostro sostegno domani durante la votazione.

 
  
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  Anna Záborská (PPE).(FR) Signor Presidente, Baronessa Ashton, le valutazioni d’impatto ci permettono di svolgere il nostro ruolo di legislatori. La loro cattiva reputazione è parzialmente giustificabile a causa dei rischi di manipolazione. Potremmo richiederle in funzione dell’opinione pubblica. Possono essere affidabili, e scientificamente corrette. Prendiamo, ad esempio, la valutazione d’impatto che la Commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere ha commissionato nell’ambito della direttiva sul congedo di maternità. Era talmente inutilizzabile da farci pentire di avere speso il denaro dei contribuenti.

La ringrazio, onorevole Niebler, per il lavoro svolto al fine di preparare la risoluzione. I suoi sforzi ci aiutano a legiferare meglio, a beneficio dei cittadini degli Stati membri.

 
  
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  Richard Falbr (S&D).(CS) Signor Presidente, sto preparando una relazione sulla dimensione esterna dell’Unione Europea e sulla responsabilità sociale delle imprese. Ho adottato un approccio estremamente critico durante la redazione della relazione, poiché molto spesso vengono adottate posizioni ipocrite durante i negoziati con paesi che non sono membri dell’Unione europea. Se vogliamo chiedere a questi paesi di rispettare gli stessi principi che rispettiamo noi all’interno dell’Unione europea, allora è necessario che noi facciamo lo stesso. Non possiamo chiedere l’osservanza delle convenzioni fondamentali dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro e poi permettere che queste convenzioni vengano violate da alcuni Stati membri. Nella relazione, dichiaro anche che ...

(Il Presidente interrompe l’oratore)

 
  
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  Tatjana Ždanoka (Verts/ALE).(EN) Signor Presidente, ringrazio sentitamente il relatore, l’onorevole Falbr, per il lavoro svolto; nonostante le sue preoccupazioni iniziali, la relazione rimane molto valida. A nome del gruppo Verdi/ALE, vorrei sottolineare ancora una volta quanto il ruolo dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro debba essere rafforzato. La responsabilità sociale volontaria delle imprese è un fatto positivo, ma il ruolo fondamentale nella promozione e difesa dei diritti umani spetta agli Stati e alle organizzazioni internazionali.

Non riteniamo che le norme giuridicamente vincolanti debbano essere evitate nell’ambito della responsabilità delle imprese: in Europa, dovremmo creare ulteriori norme per il reporting delle aziende. D’altra parte, la violazione dei principi e dei diritti fondamentali al lavoro non può essere utilizzata come legittimo vantaggio comparativo. L’Europa dovrebbe promuovere il suo modello sociale e migliorare, invece di ridurre, le norme sociali, sia al proprio interno che all’esterno.

 
  
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  Angelika Niebler (PPE).(DE) Signor Presidente, mi perdoni se prendo la parola di nuovo, ma credo si sia creata un po’ di confusione, poiché i miei onorevoli colleghi non stanno discutendo della mia relazione, ma della relazione sulla responsabilità sociale, che verrà invece discussa più tardi.

Potremmo intanto concludere il dibattito sull’argomento della valutazione d’impatto (credo che l’onorevole Baldassarre abbia chiesto di prendere la parola in merito alla mia relazione), e poi proseguire la discussione sulla prossima relazione.

 
  
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  Presidente. – La ringrazio, onorevole Niebler. Il problema è diventato gradualmente più chiaro anche per me. Abbiamo un piccolo problema con Internet. Non possiedo nemmeno la lista corretta degli oratori. Il display inoltre indica ancora la relazione Klinz. Questo è probabilmente il motivo per cui alcuni onorevoli parlamentari si sono irritati. Dunque, al momento stiamo discutendo la relazione dell’onorevole Niebler sul modo in cui garantire valutazioni d’impatto indipendenti.

 
  
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  Gerard Batten (EFD).(EN) Signor Presidente, sono d’accordo, è molto importante disporre di valutazioni indipendenti dell’impatto economico dei regolamenti europei. Queste valutazioni pesano in maniera significativa sulle aziende, sull’economia e, ovviamente, anche sulle tasche dei cittadini.

Recentemente ho pubblicato l’ultimo aggiornamento del mio studio periodico, How Much Does the European Union Cost Britain? (Quanto costa l’Unione europea al Regno Unito?), che è disponibile sul mio sito internet. Uno di questi costi è costituito, ovviamente, dall’inflazione normativa dell’Unione europea. Ora, utilizzando le cifre ufficiali del governo (le cifre ufficiali del governo del Regno Unito), il gruppo di riflessione Open Europe calcola che soltanto i costi delle prime 99 direttive attualmente in vigore si attesta a più di 20 miliardi di sterline l’anno.

Nel 2006, il Commissario Günter Verheugen ha stimato il costo dell’Unione Europea mediamente pari al 3,5 per cento del PIL; il 3,5 per cento del PIL del Regno Unito è pari a quasi 49 miliardi di sterline l’anno. Questo è un peso notevole che grava sulle aziende e sui consumatori. E’ necessario, ovviamente, eseguire una valutazione d’impatto indipendente a livello nazionale; ma, al di fuori dell’Unione europea, il Regno Unito sarebbe libero di decidere il suo livello di regolamentazione normativa, e questo non sarebbe di certo pari a 49 miliardi di sterline l’anno.

 
  
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  Gay Mitchell (PPE).(EN) Signor Presidente, sarò breve. In primo luogo, ritengo che questa sia una proposta importante. La valutazione d’impatto è di grande interesse per noi per due motivi. Innanzitutto, per assicurarci di stare promulgando norme necessarie ed efficaci, ma anche per smettere di incolpare Bruxelles per tutto ciò che non funziona a dovere. I governi ed i parlamenti nazionali si assumono la responsabilità di tutto ciò che funziona bene, ma quando qualcosa va male danno la colpa a Bruxelles. Ritengo che le valutazioni d’impatto dovrebbero indicare soltanto chi è responsabile e dove risiede l’errore, perché è fin troppo comodo comportarsi in questo modo. Inoltre, considerando ciò che succedeva prima della nascita dell’Unione europea, ci si rende conto che i costi erano assolutamente smisurati.

 
  
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  Viviane Reding, Vice-Presidente della Commissione.(EN) Signor Presidente, la Commissione accoglie con favore la relazione, poiché favorisce il nostro programma di legiferazione intelligente, e mira a rafforzare la responsabilità condivisa delle istituzioni europee in quest’ambito.

La Commissione accoglie inoltre con favore il sostegno dato dalla relazione ad alcune delle raccomandazioni indirizzate al Parlamento europeo attraverso la comunicazione “Legiferare con intelligenza nell’Unione europea”; tuttavia, siamo anche consapevoli delle poche proposte che presentano numerose problematiche. La Commissione ha già reso noto, nella comunicazione “Legiferare con intelligenza nell’Unione europea”, che non può e non acconsentirà all’accettazione di richieste che pregiudicherebbero la sua autonomia nello svolgimento di valutazioni d’impatto (ad esempio, l’esternalizzazione del Comitato per la valutazione d’impatto), o che potrebbero in altro modo pregiudicare il suo diritto d’iniziativa.

Vorrei ricordare che la Corte dei conti europea, in una recente relazione speciale sulle valutazioni d’impatto nelle istituzioni europee, ha confermato che il sistema di valutazione d’impatto “è stato efficace nell’agevolare il processo decisionale all’interno delle Istituzioni europee” e nel migliorare la qualità delle nostre proposte. La Corte dei conti europea ha inoltre rilevato che la Commissione possiede già le strutture necessarie a legiferare con intelligenza, ed ha evidenziato come il Comitato per la valutazione d’impatto chiaramente faciliti il miglioramento della qualità delle valutazioni d’impatto da noi effettuate.

La Commissione si esprimerà sulla relazione dopo che la risoluzione sarà stata adottata.

 
  
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  Presidente. – La discussione è chiusa.

La votazione si svolgerà martedì 7 giugno alle ore 12.00.

Chiedo a tutti gli onorevoli parlamentari di voler perdonare i disguidi di oggi, dato che il display non funziona.

Comunicazioni scritte (articolo 149 del Regolamento)

 
  
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  Véronique Mathieu (PPE), per iscritto.(FR) Le valutazioni d’impatto hanno conseguenze significative sull’attività legislativa; questo è il motivo per cui sono necessarie alcune modifiche, come l’istituzione di un meccanismo indipendente di valutazione. Quindi, le valutazioni non devono giustificare una proposta di legge, ma piuttosto permettere una verifica oggettiva dei fatti. Questo riguarda altresì i pareri scientifici dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), di cui spesso è stata criticata la metodologia, ed anche le consultazioni pubbliche, il cui modo di enunciare le domande può indurre ad aspettarsi le risposte che i servizi della Commissione vorrebbero sentire. Per combattere tali abusi nell’ambito dell’iter legislativo, chiediamo una chiara metodologia, un’analisi delle alternative e la possibilità di non intraprendere alcuna azione, così come la massima trasparenza e un maggiore coinvolgimento del Parlamento.

 
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