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Procedūra : 2011/2168(REG)
Procedūros eiga plenarinėje sesijoje
Dokumentų priėmimo eiga :

Pateikti tekstai :

A7-0399/2011

Debatai :

Balsavimas :

PV 15/02/2012 - 8.6
Balsavimo rezultatų paaiškinimas

Priimti tekstai :

P7_TA(2012)0045

Posėdžio stenograma
Trečiadienis, 2012 m. vasario 15 d. - Strasbūras Atnaujinta informacija

9. Paaiškinimai dėl balsavimo
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Protokolas
  

Explicaciones de voto orales

 
  
  

Informe: Pervenche Bérès (A7-0011/2012)

 
  
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  Iva Zanicchi (PPE). - Signor Presidente, ogniqualvolta la situazione sembra migliorare, arrivano nuovi declassamenti delle agenzie di rating a scuotere l'andamento dei mercati internazionali. Moltissime aziende europee sono in crisi e, sul fronte dell'occupazione, cresce il numero delle persone – specialmente le più giovani – alla cronica ricerca di un impiego.

Se i piani di austerità e la difesa dell'euro sono misure necessarie, ancor di più lo sono a livello nazionale le profonde revisioni del mercato del lavoro volte a rilanciare l'economia europea. Solo rilanciando la competitività dell'Unione europea, daremo nuova fiducia agli investitori e promuoveremo la crescita di nuova occupazione.

 
  
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  Kay Swinburne (ECR). - Mr President, the EU should not have responsibility over setting an EU strategy on jobs or for developing an EU-level strategy for employment. I fundamentally believe that Member States are better placed to make decisions on employment and develop their own employment strategy. A one-size-fits-all model really cannot be applied because the employment situation in each Member State – and indeed within each Member State as in the case of Wales within the UK – is affected by different factors.

A tailored and targeted approach must be adopted to ensure that we tackle priorities locally for employment and find specific measures that improve future employment opportunities, especially for our young people. Care needs to be taken with this EU-wide strategy.

 
  
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  Salvatore Iacolino (PPE). - Signor Presidente, non v'è dubbio che gli ultimi dati relativi alla disoccupazione, soprattutto giovanile, generano particolare allarme sociale. Se la percentuale nella zona euro è pari al 10,4 ed è in tendenziale aumento, questo evidentemente non può che creare particolare preoccupazione.

Per questo va vista con molta attenzione e riguardo l'iniziativa posta in essere dalla Commissione, volta alla creazione di una task force, un'action team, per supportare i singoli governi – inizialmente otto – nell'orientare anche i fondi comunitari per creare nuova occupazione, soprattutto per i giovani.

Il diritto al lavoro è sacro e fondamentale e, nell'ambito della Strategia 2020, dovranno concretamente promuoversi attività a favore dell'occupazione e della crescita, collegando anche i flussi migratori al mercato del lavoro e garantendo soprattutto la preferenza comunitaria.

 
  
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  Licia Ronzulli (PPE). - Signor Presidente, l'odierna adozione di questa risoluzione riporta finalmente l'attenzione su un tema centrale per il futuro dell'Europa. Il lavoro è stato la grande vittima della crisi e delle inadeguate politiche occupazionali degli ultimi anni. La situazione, soprattutto fra i giovani, sta purtroppo peggiorando.

Il prossimo 1° marzo, il Consiglio europeo varerà le nuove linee guida sulle politiche economiche e occupazionali. È necessario pertanto parlare di un nuovo piano del lavoro, una riforma del mercato in grado di rilanciare l'occupazione, sostenuta da una vera politica degli investimenti, indirizzata verso le nuove generazioni per dare loro risposte concrete: un nuovo piano occupazionale che modernizzi i sistemi della pubblica istruzione e della formazione e finalmente valorizzi la persona.

Il lavoro deve tornare a essere regolare e stabile, non necessariamente nello stesso posto per tutta la vita, ma nemmeno un'esperienza "usa e getta". La vera sfida sarà permettere e favorire diverse esperienze professionali nell'arco di una vita, preservando e garantendo nel contempo professionalità e retribuzione.

 
  
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  Francesco De Angelis (S&D). - Signor Presidente, queste linee guida sulle politiche a favore dell'occupazione saranno di grande aiuto per raggiungere l'obiettivo di aumentare la partecipazione al mercato del lavoro e ridurre così soprattutto la disoccupazione giovanile. Il futuro dei giovani oggi è sempre più incerto e sempre più precario. È inutile nascondere che una crescita economica sostenuta sia oggi fondamentale per il futuro dell'Europa. Le percentuali concernenti la disoccupazione giovanile sono drammatiche e inaccettabili.

L'Unione europea deve impegnarsi in una strategia di medio-lungo periodo per una migliore, piena e buona occupazione, che riguardi anzitutto i giovani e la mobilità giovanile, ma anche la parità di genere nel settore del lavoro e, di pari passo, punti a migliorare i risultati dei sistemi d'istruzione e formazione a tutti i livelli.

 
  
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  Daniel Hannan (ECR). - Mr President, one in five Greeks is now unemployed, 60 000 small firms have closed in the last year, the economy, which was scheduled to contract by 3% in 2011, has contracted by 6% and there is no end in sight as long as Greece remains in the euro. There is austerity and poverty and deflation without end.

I noticed in the debate this morning that it seems to be dawning on some of our colleagues on the Left that they have picked the wrong side, that they are lining up with the establishment, the bondholders and the banks against ordinary workers in Greece, and that this bailout money is going to rescue some very wealthy individuals from the consequences of their mistakes but the repayment is going to come from ordinary taxpayers.

That is what happens when you base your whole policy on signalling your disapproval of nationalism. That is what happens when you take a position based on doing the opposite of people that you do not like. But it is never too late to come to your senses, my friends: ‘Joy shall be in Heaven over one sinner that repenteth, more than over ninety and nine just persons, which need no repentance.’

 
  
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  Mario Pirillo (S&D). - Signor Presidente, l'attuale crisi economica, coniugata alle misure di austerità adottate in alcuni paesi, ha creato nuove categorie sociali a rischio di povertà, tra cui giovani e anziani. Visti gli obiettivi di Europa 2020, l'analisi annuale della crescita deve assicurare una coerenza tra le diverse priorità nei suoi orientamenti politici, in modo che le esigenze di bilancio siano basate sulla giustizia sociale.

Concordo con il relatore sulla necessità di agire subito per migliorare le condizioni di occupazione per le classi a rischio di esclusione sociale e rendere prioritaria la lotta alla disoccupazione giovanile. I futuri piani di riforma nazionale dovranno prevedere percorsi formativi in grado di sviluppare l'apprendimento lungo l'intero arco della vita e creare posti di lavoro qualificati con retribuzioni e condizioni di lavoro dignitosi.

 
  
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  Charles Tannock (ECR). - Mr President, I generally believe that the EU should not uniformly dictate employment laws across its Member States. I also remain sceptical about the need for an EU strategy on jobs or a reinforced coordinated strategy on employment. Forcing our Member States to adopt the same uniform policies across the board when their social structures and the economic problems they face are very different will do little to nothing to aid employment levels in the Union.

What is good for one country will doubtless prove unworkable for another, so I think it is best if Member States are left alone to define their own national reform programmes and to implement their own reforms as they see fit.

 
  
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  Ildikó Gáll-Pelcz (PPE). - Elnök úr! A 2012-es éves növekedési jelentés rendkívül helyesen hangsúlyozza, hogy a gazdasági kormányzás sikere nagy mértékben múlik az egyes tagállamok költségvetési szigorán, de legalább ilyen fontos a gazdasági növekedés beindítása, s egy időben a belső piac kiteljesedése. Sajnos ez sem a hatos csomagban, sem a mostani fiskális paktumban nem került eléggé középpontba. Pedig hiába a tagállamoknak rövidtávú és középtávú közkiadás-csökkentése, ha a strukturális reformok elmaradnak. A Bizottság nem eléggé elégedett a tagállami reformokkal, az erőfeszítésekkel. Gyors eredményt akar, sürget, kikényszeríti ezeket az eredményeket, ami szükségtelen megszorításokhoz vezet és a munkanélküliség további növekedéséhez. Ezért jó ez a jelentés, ezért fontos, hogy végre a Bizottság fölveti azt, hogy az országspecifikus ajánlásokban ezt újra a középpontba állítja.

 
  
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  President. − Ms Gáll-Pelcz, next time remember that you must register for an explanation of vote before the explanations of vote start. You registered when we had already started and according to the Rules you must do it before, so remember next time.

 
  
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  Ildikó Gáll-Pelcz (PPE). - Elnök úr! Elfogadom a nagylelkűségét, és a következő alkalommal így teszek.

 
  
  

Recomendacíon para la segunda lectura: Czeslaw Adam Siekierski (A7-0032/2012)

 
  
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  Ana Miranda (Verts/ALE). - Monsieur le Président, le signal politique que le Parlement a envoyé avec ce rapport sur la distribution de denrées alimentaires aux personnes les plus démunies est très important en cette période de crise économique qui touche des personnes qui n'ont pas provoqué la crise mais qui souffrent de ses conséquences.

Pour cette raison, j'ai voté ce rapport, qui concerne les personnes les plus démunies mais aussi les autorités locales et régionales qui, dans de nombreux cas, sont les principaux distributeurs de l'aide alimentaire.

 
  
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  Philippe Juvin (PPE). - Monsieur le Président, aujourd'hui c'est un grand jour puisque le programme alimentaire d'aide aux plus démunis a été sauvé. Il a été question de le supprimer, cela aurait été une folie absolue, une folie politique. Qui aurait pu comprendre que l'Europe se désintéresse d'un sujet aussi important?

Nous avons gagné cette bataille, il faut s'en féliciter. Il faut féliciter ceux qui ont participé à cette victoire et particulièrement les gouvernements qui nous ont aidés – je veux remercier le gouvernement français en particulier – ainsi que tous les parlementaires qui nous ont suivis. Mais ce n'est qu'une bataille, la guerre reste ouverte, puisque nous avons sauvé ce plan pour deux ans.

Je veux simplement dire, le plus tranquillement possible, à nos amis les gouvernements allemand, anglais, suédois, danois, néerlandais et de la République tchèque, qui sont opposés à la reconduction de ce plan, que dans deux ans nous allons nous retrouver. Je veux simplement dire qu'un certain nombre de députés – particulièrement les députés français de la majorité présidentielle – quoi qu'il en soit, et de toute façon, solennellement, s'opposeront à toute remise en cause de ce plan.

L'Europe ne peut se désintéresser de ceux qui ont faim tout simplement. C'est une question évidente de solidarité européenne.

 
  
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  Kay Swinburne (ECR). - Mr President, although this proposal allows for the continuation of a scheme which provides food for deprived individuals in some EU Member States, I do not agree that EUR 500 million should be allocated for this scheme from the Common Agricultural Policy budget. This essentially is a social policy which therefore should not be part of the CAP. Indeed I question whether it should even be funded by the EU budget at all.

Social policy and its implementation should be a Member State competence and so this initiative should be funded by national, social and welfare programmes. CAP payments should support agriculture and rural development; structural funds should improve competiveness. If this is to be funded from the limited EU budget then it should only be sourced from within the existing ESF, which is for social purposes. I am pleased to hear today the Commission say they recognise this fact.

 
  
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  Jim Higgins (PPE). - Mr President, I certainly welcome this report. I commend the rapporteur for the huge amount of hard work put into it and for the very practical approach which allows this scheme – at long last – to come into operation as soon as possible.

I think it is an excellent scheme. It benefits over 18 million of the most needy people in 19 Member States. The programme is 100% EU-funded and the amount – EUR 500 million – is small in the context of the overall Common Agricultural Policy budget. There is no state financing involved, and I welcome this.

The Council agreement of 15 December 2011 allowed for the implementation of the scheme over the period 2012-2013. The initiative was blocked, as has been said already, for far too long by seven Member States. I welcome the compromise that has been negotiated by the Council, but there is no guarantee that the economic situation will have improved by 2013. I welcome the clarification by the Commission today that it will use its initiative in terms of putting a further scheme in place.

 
  
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  Iva Zanicchi (PPE). - Signor Presidente, dopo due anni di stallo presso il Consiglio e negoziati piuttosto difficili, si è giunti alla conclusione che, in mancanza di un'alternativa migliore, il compromesso votato quest'oggi rappresenti l'unico strumento per giungere a una soluzione transitoria e garantire ai cittadini indigenti dell'Unione di beneficiare del programma di distribuzione di derrate alimentari per il biennio 2012-2013.

Purtroppo, date la modalità con cui è stato adottato, ritengo che il finanziamento del programma, che sarà interamente a carico del bilancio dell'Unione e che prevede un massimale annuo di 500 milioni di euro per il contributo finanziario dell'Unione, dovrà necessariamente essere ridiscusso dopo il 2013.

 
  
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  Vincenzo Iovine (ALDE). - Signor Presidente, è con piacere che ho contribuito all'approvazione del programma di distribuzione di derrate alimentari a favore degli indigenti dell'Unione. Credo che in un momento come questo, in cui il numero dei cittadini europei indigenti è aumentato anche a causa della crisi economica, un segnale importante come quello di oggi possa contribuire a una maggiore coesione nell'Unione europea.

Mi sovviene in questo momento l'esempio di un santo napoletano: il medico Giuseppe Moscati che, quando iniziava a ricevere i malati nel suo studio, appoggiava sulla scrivania il suo cappello con le falde rivolte all'insù, apponendo sulle stesse una scritta "Chi ne ha ne metta, chi non ne ha ne prenda".

 
  
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  Salvatore Caronna (S&D). - Signor Presidente, il voto favorevole espresso da questo Parlamento al programma di distribuzione degli alimenti agli indigenti per i prossimi due anni è innanzitutto un atto obbligato, anche alla luce del fatto che poche settimane fa abbiamo approvato una relazione contro lo spreco di alimenti che aveva, tra gli altri obiettivi, quello fondamentale di aiutare le fasce della popolazione più in difficoltà.

Non è pensabile infatti, in un periodo di crisi economica e di sofferenza sociale come quello che stiamo attraversando, di non dare una risposta, seppure parziale, in questa direzione. Sotto questo punto di vista è auspicabile che si giunga in tempi rapidi a una soluzione definitiva per l'intero periodo 2014-2020.

Come vediamo anche in questi giorni nelle piazze di Atene, l'immagine di un'Unione europea, capace solo di imporre tagli e sacrifici, è devastante. Occorre, e occorre farlo in fretta, offrire un'alternativa di un'Europa capace di solidarietà e in grado di occuparsi anzitutto di chi si trova in difficoltà.

 
  
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  Miroslav Mikolášik (PPE). - Podvýživa sa netýka len rozvojových krajín, ale ohrozuje aj 43 miliónov ľudí priamo u nás, v Európe. V kontexte hospodárskej krízy sa dokonca rýchlo zvyšuje počet ľudí, ktorí si už nedokážu brániť svoje vlastné, teda životné potreby. Medzi najohrozenejších patria predovšetkým bezdomovci, staršie osoby v zlej materiálnej situácii, nezamestnaní a zdravotne postihnuté osoby, osamelí rodičia s deťmi, ale aj mnohopočetné rodiny.

Program distribúcie potravín pre najodkázanejšie osoby, ktorý počas 22 rokov existencie pomohol zabezpečiť zásobovanie najchudobnejších obyvateľov Únie potravinami, považujem za veľmi chvályhodnú iniciatívu. Mrzí ma, že práve takýto druh hmatateľnej pomoci v núdzi bol viac než dva roky zablokovaný v Rade a dokonca mu hrozí, že po roku 2013 by mal zaniknúť. Mrzí ma, že také krajiny ako Nemecko, Dánsko, Holandsko, Švédsko, Česká republika sú proti tomu.

 
  
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  Olga Sehnalová (S&D). - Pane předsedající, já velice vítám a plně podporuji kompromis, kterého se podařilo dosáhnout, aby potravinová pomoc nejchudším obyvatelům mohla pokračovat i v následujících dvou letech. A doufám také, že se podaří najít optimální způsob jejího financování i v příštím finančním období.

O tom, že potravinová pomoc nejchudším má smysl, se právě v letošní zimě přesvědčili například i v České republice, na severní Moravě, v souvislosti se zpožděním výplat některých sociálních dávek, které uvrhlo řadu těch nejzranitelnějších do skutečně krizové situace. Díky rychlé a hlavně lidské reakci pracovníků odborů sociálních věcí a neziskových organizací se podařilo nastalou situaci zvládnout.

Toto jsou přesně situace, kdy potravinová pomoc pomáhá. Je mi proto líto, že právě Česká republika, která evropskou potravinovou pomoc bez problémů využívá, patří k zemím, které na Radě výsledný kompromis ani v této podobě nepodporují.

 
  
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  Silvia Costa (S&D). - Signor Presidente, sarebbe stato ben strano se nella condizione di difficoltà e di aggravamento della vita di milioni di persone in Europa, l'Unione europea avesse ulteriormente bloccato la distribuzione delle derrate alimentari, facendo regredire contemporaneamente i basilari diritti di cittadinanza sociale, il valore della coesione sociale e la stessa percezione del modello sociale europeo.

Il segnale che insieme danno Parlamento e Consiglio è positivo: ma dobbiamo lavorare per dare una prospettiva e un futuro certi a questo doveroso intervento. Rilevo che nel mio paese le mense della Caritas, degli enti locali o di altre organizzazioni no profit registrano un aumento esponenziale di persone entrate nella categoria degli indigenti e che non hanno più garantita la sicurezza alimentare, fra cui non soltanto gli immigrati, ma anche molti anziani e molti giovani.

Ritengo che, rispetto al nostro ambizioso obiettivo della lotta alla povertà e della riduzione della stessa, questo programma rappresenti una precondizione e, se non l'avessimo approvato, avremmo dimostrato incoerenza con i nostri obiettivi politici.

 
  
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  Paolo Bartolozzi (PPE). - Signor Presidente, onorevoli colleghi, in un momento così difficile per l'Europa, la distribuzione delle derrate alimentari agli indigenti dell'Unione, dopo il blocco a livello di Consiglio e la presentazione di una nuova proposta modificata da parte della Commissione, rappresenta senz'altro un fatto positivo, un compromesso utile che ha risolto molte delle questioni che avevano determinato lo stallo, quali il completo finanziamento del programma da parte dell'Unione europea, con la partecipazione dell'Unione stessa al programma nei punti di distribuzione, di un massimale annuo di 500 milioni di euro per il contributo finanziario comunitario, la questione dell'origine comunitaria degli alimenti poi distribuiti e la previsione di procedure competitive per l'acquisto delle derrate alimentari.

Il programma sarà quindi operativo fin dal 2013 e permetterà la fornitura di derrate alimentari provenienti dalle scorte d'intervento a beneficio delle categorie più svantaggiate dell'Unione, realizzando così alcuni degli importanti obiettivi anche della PAC. Il voto favorevole che abbiamo espresso oggi nel portare a compimento il percorso complesso e accidentato di questa relazione rappresenta un segnale importante dell'interesse dell'Unione verso i suoi cittadini più disagiati.

 
  
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  Elena Băsescu (PPE). - Am votat în favoarea acestei rezoluţii, deoarece accesul la alimente este un drept fundamental. Este nevoie de o finanţare adecvată în contextul avertismentelor lansate de FAO privind creşterea riscului de foamete la nivel mondial. În plus, condiţiile meteo extreme din această iarnă vor avea, cu siguranţă, un impact negativ asupra evoluţiei culturilor din primăvară. Consider că trebuie să trimitem un semnal puternic Comisiei şi Consiliului pentru deblocarea fondurilor necesare. În vremurile dificile pe care le trăim, orice întârziere în adoptarea unei decizii îi poate costa pe cetăţenii europeni. Votul pozitiv acordat de Consiliu pe 23 ianuarie este un pas înainte pentru continuarea programului în condiţii optime. De asemenea, trebuie elaborată o strategie clară în domeniu pentru următorul cadru financiar.

 
  
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  Peter Jahr (PPE). - Herr Präsident! Dass in der Europäischen Union nach wie vor Menschen Hunger leiden ist eine Schande, über die wir nicht hinwegsehen dürfen. Menschen, die sich nicht ausreichend mit Nahrungsmitteln versorgen können, muss geholfen werden. Deshalb unterstütze ich auch den ausgehandelten Kompromiss zur Bedürftigenhilfe. Zukünftig muss aber auch eine andere Grundlage für die Perspektive gefunden werden.

Mir geht es auch darum, dass die Mitgliedstaaten in ihrer Verantwortung mit eingebunden werden. Wir brauchen einen Mechanismus, der auch das Engagement der Mitgliedstaaten einfordert, und nicht nur die Probleme nach Brüssel delegiert. Die Hilfe für notleidende Menschen sollte auch aus der Region und vor Ort geleistet werden, weil dies dort zielgerichteter und effektiver geschehen kann. Und erst dann, wenn der Mitgliedstaat – aus welchen Gründen auch immer – nicht in der Lage ist, sollte Brüssel helfen.

 
  
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  Sari Essayah (PPE). - Arvoisa puhemies, koska tämä päätöslauselma hyväksyttiin ilman varsinaista äänestystä, niin haluan todeta, että ensinnäkin EU-tuomioistuimen vuoden takainen päätös vaaransi koko ruoka-avun jatkon. Onneksi Euroopan parlamentin viime kesäkuisen päätöslauselman pohjalta on nyt saatu aikaan neuvoston kanssa ratkaisu, jolla tältä ruoka-avun voimakkaalta leikkaukselta vältyttiin, ja nyt avun jatkaminen on varmistettu vuoden 2013 loppuun 500 miljoonan euron vuosibudjetin avulla.

Näiden vuosien aikana on selvitettävä avun järkevä jatko, sillä puutteenalaisten EU-kansalaisten osuus on tulevina vuosina pikemminkin kasvussa. On annettava myös arvoa sille vapaaehtoistyölle, jota monissa maissa tekevät seurakunnat ja avustusjärjestöt, jotka jakavat EU-ruoka-avun. Parlamentin toiminta ja saavutettu lopputulos oli tässä aivan oikea vastaus Euroopan köyhimpien hätään.

 
  
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  Diane Dodds (NI). - Mr President, while this scheme has merit on a social and compassionate level, I would question whether the EU is the best level at which to define the needs of the most deprived and then address them in an efficient and cost-effective way. As a believer in the primacy of the Member State, I believe that this is where need is best defined and met.

But this is not only about poverty and social exclusion. In this Parliament we are currently in deep discussion about a reformed Common Agricultural Policy, a CAP which should be about food supply and security. We should ask the Commission to reconsider its proposals and put this at the heart of the policy. But is it not ironic that today in Greece we see people going short of food, and farmers bringing food supplies into Greek cities to distribute for free, while at the same time we have demands for more austerity that we know Greece cannot meet? And all for that political project which is the euro.

 
  
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  Salvatore Iacolino (PPE). - Signor Presidente, secondo le stime più recenti, circa il 16 percento della popolazione dell'Unione europea vivrebbe al di sotto o al limite della soglia di povertà. Proprio lunedì scorso, all'esordio di questa plenaria, abbiamo parlato dei senzatetto, degli abbandonati, degli emarginati e di coloro i quali – vulnerabili – vivono una condizione di particolare difficoltà anche per le avverse condizioni atmosferiche. Seicento persone sono morte.

Questa è una risposta contenuta che, seppur significativa, non ci soddisfa integralmente. Il fatto che oggi il Commissario abbia affermato che sarà predisposto un piano, ma senza indicarne nel dettaglio i contenuti, non ci appaga del tutto. È però importante averla attuata. 113 milioni di euro sono una risorsa, tutto sommato, limitata; è giusto proseguire con misure competitive che pongano tutti nella stessa posizione – mi riferisco ai terzi competitor.

È importate tuttavia una politica che affronti questo problema con maggiore concretezza.

 
  
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  Adam Bielan (ECR). - Panie Przewodniczący! Cieszę się z dzisiejszej decyzji, bo zatwierdzenie stanowiska Rady już w pierwszym czytaniu jest działaniem niezwykle istotnym dla jak najszybszego uruchomienia środków pomocy dla najbardziej potrzebujących obywateli Unii. Stanowisko Rady utrzymało pełne finansowanie programu ze środków unijnych. Roczny pułap wkładu finansowego wyniesie zatem pół miliarda euro w roku bieżącym oraz przyszłym. Uwzględnione zostały także kluczowe poprawki Parlamentu, jak określenie unijnego pochodzenia żywności, zakup produktów żywnościowych w ramach przetargów, a także zwracanie organizacjom charytatywnym kosztów składowania tychże produktów. Cieszę się, że do wypracowania kompromisu podczas niezwykle trudnych negocjacji przyczynili się również przedstawiciele polskiej prezydencji.

 
  
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  Daniel Hannan (ECR). - Mr President, once again this House is in full Cartesian demon mode, imagining that somehow, with this sententious declaration about the needs of the hungry, we wipe out and efface the reality of our policies. The single policy which causes most indigence and hunger in the world is the Common Agricultural Policy, a policy which doubly affects developing countries, both by denying markets to their chief exports and then by dumping surpluses upon them.

But European policies are no longer just exporting hunger: we have now brought it into the European Union too. According to news reports, well-dressed Greeks are rummaging through dustbins and farmers are bringing food supplies into the cities to their relatives – all in order to sustain the euro.

We, comfortable and well fed here, rather than admit our mistake are prepared to inflict this terrible price on people outside, and then we dare to pass high-minded resolutions like this and pat ourselves on the back and feel good about ourselves. I am sure you are long past trying to convince your constituents but, my friends, I think you are now past trying to fool yourselves about this.

 
  
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  Marian Harkin (ALDE). - Mr President, I voted for this report but I have been disappointed at how we got to this position and indeed about what the future holds. I think it says a great deal when we see that the Council decision is to phase out the current scheme after 2013. Unfortunately Parliament itself had no real margin for any substantial renegotiation with the Council, because of the urgency of the situation and because of the fact, of course, that this proposal has been blocked for two years.

I have to say that it is very worrying when we look at social issues, which I believe have a European dimension: issues like the distribution of food products, the continuation of the crisis derogation for the EAGGF, the microfinance programme, etc. It is very worrying when we see that all three met significant resistance in the Council. We are told that is a matter for the Member States. Well, in Ireland whenever we are having a debate about social policy we often use the phrase about the difference between Boston and Berlin. If you ask me that difference is getting less and less every day.

 
  
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  Charles Tannock (ECR). - Mr President, I voted against the report on food distribution to the most deprived persons in the Union. The scheme clearly does provide nutritious benefit to a certain number of deprived people and I do not deny that soup kitchens, many of which receive this money, are a lifeline for the homeless. What I find difficult to reconcile is that EUR 500 million of funding for the scheme comes from the CAP and is not used by many Member States. My country, the UK, does not use the scheme at all.

I firmly believe that a scheme such as this would be better managed by the individual Member States themselves from their social security budgets, as such a policy is clearly a social policy. Funding should not be taken from the CAP and the scheme should not be delivered through the EU but left to individual national governments to decide upon as a matter of subsidiarity. I believe in the principle that the EU should be doing less and should be doing it better.

 
  
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  Radvilė Morkūnaitė-Mikulėnienė (PPE). - Šiandien plenarinės sesijos metu balsavau dėl maisto skirstymo labiausiai nepasiturintiems. Europos Sąjungai išgyvenant ekonominę recesiją ir didėjant nedarbui, nepasiturinčių europiečių, deja, daugėja, todėl itin svarbu užtikrinti, kad ir toliau būtų tęsiama aprūpinimo maistu programa, leidžianti palengvinti šių labiausiai pažeidžiamų žmonių padėtį. Taip pat svarbu, jog tolesnis šios programos pagrindinis finansavimas būtų vykdomas Europos Sąjungos lėšomis. Kodėl? Todėl, kad kai kurios valstybės narės išgyvena itin sunkius laikus ir joms tai būtų pernelyg sudėtinga.

Šiame kontekste svarbūs ir kiti veiksmai. Europos Parlamentas yra pareiškęs savo poziciją dėl dvigubų maisto galiojimo terminų įvedimo. Tai galėtų supaprastinti paramos maisto produktais skirstymą, tačiau pagrindinis dalykas turbūt turėtų būti valstybių narių atsakomybė, t. y., kad parama maistu tikrai pasiektų tuos žmones, kuriems jos labiausiai reikia, kad neliktų vietos piktnaudžiavimui. Tai turėtų užtikrinti valstybės narės ir atitinkamos institucijos.

 
  
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  Czesław Adam Siekierski (PPE). - Jestem posłem sprawozdawcą, a nie zabrałem głosu wcześniej, pomimo że się zgłaszałem. Chciałbym powiedzieć parę zdań. Dziś zamknęliśmy w Parlamencie Europejskim proces decyzyjny związany z dalszą realizacją (na lata 2012 i 2013) programu bezpłatnej dystrybucji żywności dla najuboższych w Europie. Było to możliwe dzięki osiągnięciu porozumienia w Radzie w czasie polskiej prezydencji. Unia Europejska przeznacza corocznie na ten cel 500 milionów euro, z programu korzysta 18 milionów biednych ludzi z 20 krajów, które wyraziły zainteresowanie udziałem w tym programie. Oznacza to, że Unia pamięta o najbiedniejszych i wykluczonych i że na co dzień realizuje ideę solidarności międzyludzkiej.

Dziękuję wszystkim, którzy przyczynili się do dalszego funkcjonowania tego programu, który realizowany jest od 25 lat. Musimy uczynić wszystko, aby kontynuować ten program w latach 2014-2020. Jest to naszym obowiązkiem. Komisja Rolnictwa przygotuje projekt rezolucji o potrzebie kontynuacji tego programu. Posłów, którzy są przeciwni czy mają wątpliwości co do tego programu, odsyłam do sprawozdania. Myślę, że po zaznajomieniu się z jego treścią zmienią zdanie. Chciałbym też wyjaśnić, że program był finansowany ze środków, których nie wykorzystano w ramach WPR.

 
  
  

Recomendacíon para la segunda lectura: Gunner Hökmark (A7-0019/2012)

 
  
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  Kay Swinburne (ECR). - Mr President, the EU radio spectrum policy makes sensible proposals in line with the digital switchover and will help Member States in driving innovation through the release of funds whilst safeguarding services at local level. Without doubt the radio spectrum could be used more efficiently as we complete the transition to digital.

We need to ensure that the bandwidth previously required is now released for this spectrum to be allocated for use elsewhere. Measures which facilitate access to broadband in rural areas are to be welcomed. I know that this recommendation and subsequent actions will be particularly beneficial to my constituents in Wales, as there is currently a severe lack of broadband coverage in some of our more remote areas – a situation which needs to be urgently remedied.

 
  
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  Janusz Władysław Zemke (S&D). - Panie Przewodniczący! Chciałbym gorąco poprzeć porozumienie między Parlamentem a Radą Unii w sprawie polityki w zakresie widma radiowego. Porozumienie to umożliwi Unii objęcie pozycji globalnego lidera w odniesieniu do przepustowości szerokopasmowej. W praktyce 1 stycznia 2013 roku w całej Unii pozostanie zwolniona częstotliwość 800 MHz dla bezprzewodowych internetowych usług szerokopasmowych. Do 2015 roku zostanie przeznaczone na mobilną transmisję danych co najmniej 1200 MHz widma. W ciągu kilku lat powstanie zatem w Unii zupełnie nowy rynek o nowej skali usług telekomunikacyjnych. Jest to bardzo ważne dla mieszkańców Unii oraz dla postępu technologicznego we wszystkich 27 państwach tworzących dzisiaj Unię.

 
  
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  Hermann Winkler (PPE). - Herr Präsident! Der Ausbau der Breitbandkommunikation ist im Gegensatz zu vielen anderen Dingen, die wir hier im Parlament beraten, wirklich ein europäisches Thema. Der Gesamtumfang von Dienstleistungen, die von Funkfrequenzen abhängig sind, wird in der EU auf ca. 200 Milliarden Euro pro Jahr geschätzt. Der Zugang zu Funkfrequenzen ist für viele Nutzer – von Telefondiensten über den Rundfunk, Verkehrsanwendungen, den Bereich Energie, Forschung und Entwicklung bis hin zu Kultur und Polizei, aber eben auch für den ländlichen Raum – unverzichtbar.

Dabei ist ein EU-weiter koordinierter Ansatz das Entscheidende. Denn gerade in den Grenzregionen merken wir, wie unterschiedlich die Frequenznutzung noch ist. Da werden manche Funkfrequenzen, die man in Deutschland für den Mobilfunk nutzen möchte, in Polen oder Tschechien für das Fernsehen oder das Militär genutzt, und dann kann es passieren, dass die Polizei bei der Verfolgung von Verdächtigen über die deutsch-polnische Grenze schon nach 5 km nicht mehr über Funk zu erreichen ist. Hier kann ein europäischer Ansatz helfen.

 
  
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  Zoltán Bagó (PPE). - Elnök úr! Nemmel szavaztam a Tanács álláspontjának visszautasítására vonatkozó módosító indítványra. Az Unió frekvenciapolitikája ugyanis a versenyképességének része, ezért egyetértek, hogy az Európai Uniónak vezető szerepre kellene törekednie a szélessávú szolgáltatások sebessége, a mobilitás, a lefedettség és a kapacitás vonatkozásában. A jogalkotási javaslat jól tükrözi egy hármas prioritás megjelenését, azaz a fogyasztókét, a tartalomét és a versenyét. A fogyasztók megnövekedett szolgáltatási igénye utal arra, hogy további frekvenciákra van szükség mind kapacitás, mind lefedettség tekintetében.

A tartalom, azaz a digitális szolgáltatáshoz való általános hozzáférés az EU 2020-as stratégiájának megvalósulását segíti. A hatékony spektrumpolitika szerint pedig a fogyasztó választhat a szolgáltatók között, így alakul ki az egészséges verseny. A frekvenciák értékesítésének módja az egyes országokban változó, véleményem szerint egy közös kiosztási mechanizmusra van szükség. Végül pedig nem szabad megfeledkezni arról sem, hogy a jól kidolgozott spektrumpolitika és a frekvencia szélesítése a kulturális és kreatív iparágak növekedésének egyik előfeltétele is.

 
  
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  Charles Tannock (ECR). - Mr President, I voted alongside my group, the ECR, in favour of the report on the first programme of the radio spectrum policy. With the freeing-up of a certain amount of the radio spectrum following the digital switchover, the spectrum can now be used more efficiently and we believe the proposals put forward by this report outline an effective way in which this can be achieved.

We back this proposal as we feel that its attempt to coordinate certain spectrum use is useful and it is done in such a way that it leaves enough flexibility to the individual EU Member States. This means that services can still be protected at a local level and also that innovation is not hampered as a result. I particularly welcome the fact that more wi-fi coverage for broadband internet access is a development that may come about as a result of these proposed changes.

 
  
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  Emma McClarkin (ECR). - Mr President, I welcome today’s recommendation on radio spectrum policy harmonising the 800 MHz band across the EU because its value in terms of distance and penetrability enables access to broadband and will allow people in the remotest of areas across Europe to have access to faster internet speeds.

Indeed, within the UK Conservative Party we feel very strongly that broadband internet is vital for growth, which is why we are aiming to vastly increase the number of households with access to super-fast broadband. We are looking to follow world leaders in the field, particularly in Asia, who have taken measures to open up competition in this sector, so that we can become European leaders ourselves.

This is a particular interest of mine as I represent the East Midlands region of England, where 88% of the land is classified as being rural, containing 30% of the East Midlands population. Initiatives such as this go a long way towards assisting individuals in their work and their daily lives and helping business to develop, and this is why I and my political group support this regulation.

 
  
  

Informe: James Nicholson (A7-0262/2011)

 
  
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  Antonello Antinoro (PPE). - Signor Presidente, ho votato a favore di questa relazione perché già inizio a considerare al periodo successivo, cioè dopo il 2015, quando giungerà a scadenza il regime delle quote latte e tutto sarà diversificato. Al fine di garantire un futuro stabile per il settore, il potere contrattuale dei produttori ha bisogno di essere rafforzato, dovrebbe portare a una più equa distribuzione del valore aggiunto lungo la catena di approvvigionamento.

Oltre alla formalizzazione dei contratti, si propone di consentire agli agricoltori di negoziare collettivamente i termini del contratto stesso, ivi compreso il prezzo, attraverso le organizzazioni dei produttori e, al tempo stesso, è importante il riconoscimento delle organizzazioni interprofessionali, in quanto dovrebbe svolgere un ruolo utile nel favorire il dialogo all'interno della catena di approvvigionamento.

La natura dei contratti resta però il punto più controverso tra Consiglio e Parlamento, in merito al quale mi auguro che in futuro si possa giungere a un ulteriore chiarimento.

 
  
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  Ana Miranda (Verts/ALE). - Eu venho de um país produtor de leite, a Galiza. Hoje em dia, o agro galego é especializado na produção de leite que, na sua maioria, é recolhido, e transformado por empresas foráneas. Ali, como ocorreu em outros países europeus, o setor agrícola subsiste hoje graças a um forte investimento na inovação a fim de poder competir no mercado único. Quando o Estado espanhol entrou na União Europeia, 20% do emprego na Galiza pertencia ao setor primário. Hoje, essa percentagem reduziu-se a mais de metade.

O meu país sofre traumáticos sacrifícios em favor de outros Estados mais poderosos pois a atribuição de quotas leiteiras foi muito inferior à capacidade de produção. Voto contra este relatório porque a adjudicação de contratos neste relatório está só dirigida à grande indústria do leite, já que não obriga a incluir nos contratos os aumentos de preços nos custos de produção e pagamentos a produtores para remunerar de forma justa o seu trabalho também. Sem controlo público da produção para garantir uma correspondência entre a oferta e a procura, os produtores terão de enfrentar volatilidades de preços e a ruína de milhares de fazendas. É inaceitável que a Comissão não disponha de um estudo atualizado sobre o impacto das quotas.

 
  
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  Kay Swinburne (ECR). - Mr President, the report on contractual relations in milk and the milk products sector addresses the issue of the lack of bargaining power that smaller farmers have when they negotiate the price of their milk with retailers in particular.

Farmers in Wales should have greater bargaining power and control over the price they receive for their milk. This has become ever more important as the number of dairy farmers in Wales has halved over the past decade, from 4000 to 2000 farms. It is right that contracts should continue to remain voluntary at national level, and the Welsh Government could intervene in this way should that be deemed necessary. However, I would be opposed to introducing a mandatory EU-wide contract, as this would only increase the bureaucratic burden for Member States and farmers alike.

For those Member States that choose to impose contracts, it is sensible to require certain conditions to be met relating to the price to be paid and the duration of the contract. This would be particularly important for farmers in giving them a better sense of certainty and stability in the current economic climate. An increase of only a few pence per litre in the average price for milk would significantly change the economic position of the dairy sector in Wales and secure its future.

 
  
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  Jim Higgins (PPE). - A Uachtaráin, fáiltím roimh an Tuarascáil seo agus gabhaim buíochas leis an bhFeisire Jim Nicholson as ucht na hoibre déine atá déanta aige ar an Tuarascáil. Ach tá i bhfad níos mó oibre le déanamh chun praghsanna cothroma a fháil d’fheirmeoirí déiríochta. Tá an Tuarascáil seo tábhachtach mar is é an chéad chéim chun cumhacht margaíochta feirmeoirí a neartú agus na rialacha a athrú chun ligean do na feirmeoirí téarmaí conartha a shocrú do na déirithe i ndáil le rudaí éagsúla agus mór mór ó thaobh na bprahsanna. Faoi láthair, b’éigean d'fheirmeoirí déileáil le comhlachtaí an-chumhachtach ar fad atá ag iarraidh táirge den chéad scoth a fháil ar an láimh amháin ach ar an láimh eile praghas níos ísle a thabhairt. B’éigean d’fheirmeoirí chomh maith creidmheas saor a thabhairt agus ag an am céanna rótharraingt a dhéanamh ar chuntais phearsanta bainc. Ó thaobh déanamh cuóta bainne, caithfimid i bhfad níos mó a dhéanamh chun tuirlingt bhog a fháil chun éalú ón méid brú a bheidh ar na feirmeoirí nuair a tharlaíonn an polasaí nua seo.

 
  
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  Miroslav Mikolášik (PPE). - V posledných rokoch, žiaľ, došlo k mnohým udalostiam, ktoré mali značne negatívny vplyv na činnosť sektoru produkcie mlieka a mliečnych výrobkov a spôsobili zároveň nestálosť cien. Európsky trh s mliekom a jeho výrobkami si vyžaduje nový, flexibilný právny rámec, posilnenie zmluvných vzťahov, ochranu práv producentov a spravodlivejšie rozdelenie pridanej hodnoty v dodávateľskom reťazci.

Hospodárska súťaž na trhu taktiež prispeje k revitalizácii sektora, ktorý trpí aj zneužívaním dominantného postavenia zo strany niektorých aktérov. Som presvedčený, že ochrana oprávnených záujmov producentov úzko súvisí s rozvojom prosperity vidieckych oblastí, pretože mnohé európske regióny, mnohokrát tie najzraniteľnejšie, priamo závisia na produkcii mlieka a mliečnych výrobkov.

 
  
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  Peter Jahr (PPE). - Herr Präsident! Mit dem gefundenen Kompromiss über das Milchpaket wird ein zufriedenstellender Rahmen für die Vertragsbeziehungen im Milchsektor gesetzt. Ich bin froh, dass es gelungen ist, gute Lösungen in einigen zentralen Punkten zu finden. Insbesondere dass die Mitgliedstaaten künftig selber regeln können, ob sie Verträge verpflichtend einführen oder nicht, war mir ein wichtiges Anliegen, auch besonders für die betroffenen Milchproduzenten.

Insgesamt werden diese Regeln zu einer Stärkung der Milcherzeuger führen und damit zu einer Verbesserung der jetzigen Situation.

Nun muss es aber auch darum gehen, unsere Milchbauern auf das definitive Auslaufen der Milchquote vorzubereiten. Denn das heißt, die Milchbauern müssen den Milchmarkt als Markt annehmen und marktwirtschaftlich durchdringen. Da gehören auch Mechanismen dazu, wie die Bauern selber die Angebotsmenge entsprechend dem Preis regulieren können.

 
  
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  Diane Dodds (NI). - Mr President, I voted in favour of this report, as amended, because it encourages farmers to come together and increase their collective power within the supply chain. Large retailers have too much buying power and take a disproportionate amount of profit. This is an imbalance within the supply chain which must be addressed, and which impacts on the small family-owned farms characteristic of Northern Ireland.

The future of the Common Agricultural Policy, and ensuring ‘safety nets’, must also be a priority in order to protect producers when the market fails. The safe landing for the industry which was promised after 2015, when quotas are to end, is another area which the Commission must look at and plan for. If we experience a dramatic increase in milk production which consequently reduces milk prices within the EU, we must have clear guidance as to how the Commission intends to protect producers. Altogether, this is a good start on the issues within the dairy sector. There is much more work to be done.

 
  
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  Giommaria Uggias (ALDE). - Signor Presidente, il settore lattiero-caseario è investito da una terribile crisi ormai da anni, ma ci sono alcuni elementi di squilibrio interno che questo regolamento e la sua modifica – che ho sostenuto sin dall'inizio – determinerà in misura minore, influenzando il funzionamento e ponendo fine, o almeno rimediando in parte insieme ad altri strumenti, a quegli squilibri interni.

Questo provvedimento giunge alla conclusione del Gruppo di lavoro, costituito dal Commissario Cioloş, che ha determinato alcuni strumenti atti a riequilibrare il riconoscimento del valore aggiunto a tutti gli operatori della filiera.

Nello specifico, ci saranno contratti che avranno determinate caratteristiche di forma, di requisito, di durata, relativamente ai tempi e alle modalità, che serviranno soprattutto ai produttori. Un elemento importante sarà relativo al latte crudo lavorato nelle zone svantaggiate, montane, intermedie e isolane, nelle quali qualsiasi trasferimento di latte da zone non svantaggiate dovrà essere preventivamente autorizzato.

 
  
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  Marian Harkin (ALDE). - Mr President, I supported this report by Jim Nicholson on the milk sector and I agree strongly with the fact that producers need much greater bargaining power. They are the weakest link in the chain: they are price takers, not price makers. Given that in 2015 there will be a major shift with the ending of quotas, we need to ensure a more stable future for the sector and, in this context, the bargaining power of producers is absolutely crucial. I also believe that the introduction of voluntary contracts is certainly preferable to introducing mandatory ones.

Finally, a soft landing for the ending of milk quotas is essential. It is worth noting that overall production in the EU is 6% below the quota but in some countries – like my own – that is not the case. In this context it makes sense to find an overall EU solution, and that certainly should include some form of soft landing so that dairy farmers in all EU countries can look to a sustainable future.

 
  
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  Charles Tannock (ECR). - Mr President, I voted alongside my group, the ECR, in favour of the report on contractual relations in the milk and milk products sector. We believe that the report serves to address some concerns about the lack of bargaining power for farmers – yes, there are even some dairy farmers in the London region, which I represent – when negotiating with processors or retailers, and we back the move to recognise formally any interbranch organisation at Member State level, provided they meet certain criteria.

EU Member States are left the choice to opt into the contracts, which we as a group also believe is extremely important. We believe that the proposals put forward in this report for those states that choose to comply are satisfactory and that the percentages requested for producer organisations are also realistic. Overall we believe that the proposals in this report will not serve to lessen competition in the milk sector, which would be our main concern and which we would, of course, oppose as a group.

 
  
  

Propuesta de resolución: B7-0016/2012

 
  
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  Peter Jahr (PPE). - Herr Präsident! Wenn 27 Kreditnehmer alle kreditwürdig sind und sich zusammentun, um einen gemeinsamen Kredit aufzunehmen und damit bessere Konditionen von der Bank zu bekommen, ist das in Ordnung. So ähnlich könnte der Eurobond ja auch funktionieren, und ich sage es an dieser Stelle noch einmal: Der Eurobond ist für mich ein Instrument bei einer Schönwetterlage.

Wenn allerdings von den 27 Bankkunden eine Reihe nicht kreditwürdig ist, dann kommt es zu einer Mischfinanzierung, und es werden sich die Kreditkonditionen für die besseren Kreditnehmer einfach verschlechtern. Das heißt, wir müssen ganz einfach in Europa erst einmal die Spielregeln klären, wir müssen die Stabilitätskriterien durchsetzen und können dann zum Schluss auf das Instrument der Eurobonds quasi als Sahnehäubchen zurückgreifen. Weil es in dieser Europäischen Union noch nicht so weit ist, konnte ich heute diesem Antrag und diesem Bericht nicht zustimmen.

 
  
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  Mario Pirillo (S&D). - Signor Presidente, l'odierna votazione costituisce un primo passo nella direzione dell'Europa del governo economico, auspicata già dal 1993 dal Presidente Delors. L'introduzione degli eurobond, che auspico avvenga in tempi ragionevoli, è parte di un processo più ampio, che dovrà portare i paesi della zona euro a intensificare il coordinamento e a raggiungere un'integrazione delle proprie politiche economiche e fiscali.

Le tre opzioni indicate nel Libro verde della Commissione europea propongono tre diverse tipologie di eurobond, che presentano un grado decrescente di solidarietà fra gli Stati membri. La grave crisi economica che stiamo vivendo dimostra che non ci sono Stati al riparo dalla speculazione finanziaria. Agli scettici dico gli eurobond sono finora l'unica risposta concreta per rilanciare lo sviluppo e la crescita in Europa. Ecco perché ho votato a favore.

 
  
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  Bendt Bendtsen (PPE). - Hr. formand! Jeg har i dag stemt nej til at indføre stabilitetsobligationer. Det er dybt problematisk, hvis man tror, at stabilitetsobligationer kan redde den økonomiske krise i Europa. Der er behov for reformer for at skabe beskæftigelse. Der er behov for, at landene ikke fortsætter med at bruge flere penge, end de tjener. Overforbrug gennem mange år er årsagen til statsgældskrisen og markedets svigtende tro på, at landene kan føre en ansvarlig politik, så de lånte penge vel at mærke kan betales tilbage. Dette problem løses ikke med stabilitetsobligationer. Skattekronerne i medlemslandene skal bruge klogere på forskning, innovation og uddannelse, og så må der skæres ned på offentlige velfærdsydelser. Det hjælper ikke noget at tro på, at man kan løse det hele bare ved at låne flere penge uden at investere i fremtiden.

 
  
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  Marian Harkin (ALDE). - Mr President, I think this resolution on stability bonds is a realistic and pragmatic approach to ensuring that we have a firewall to prevent future crises. I support the call for a European redemption pact. While it has its limitations, at least it is an effort to deal with the serious overhang of debt which is smothering recovery in many countries, including my own.

Yes, in Ireland we must deal with our deficit, but guaranteeing our banks in order to prevent contagion in other EU banks has meant that our debt-to-GNP ratio will increase to at least 147%, so without a redemption pact or some other mechanism it simply means that Irish citizens will be unable to pay for casino banking in our own and other countries.

It is interesting that this mountain of debt was not just our own choice. Mario Draghi, a man for whom I have a great deal of respect, refuses to publish a letter sent by his predecessor Jean-Claude Trichet to our Finance Minister on the bailout, and I am just wondering why. Will this show us the real face of the ECB, and what responsibility might this letter put on the ECB? So I am calling on Mario Draghi and the ECB to reverse this decision so that European citizens can see how Europe really works.

 
  
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  Daniel Hannan (ECR). - Mr President, in any crisis, the first instinct of the Eurocrat is to reach for his wallet – or rather to reach for somebody else’s wallet, because of course, as we know in this Chamber (although this is not widely known outside), employees of the European Union are exempt from paying national taxation. So somebody else is picking up the bill in order to cover this error.

It is a policy of excessive monetary integration and a policy of excessive spending that brought us to this pass; we are not going to get out of it by accelerating the very things that led us here. It really does seem extraordinary – even by the standards of this organisation – that the one solution we have to a debt crisis is more debt. We have got like a runaway train into this kind of momentum: bailout and borrow, bailout and borrow. There comes a point when you run out of track, and I think we have reached that point now.

 
  
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  Diane Dodds (NI). - Mr President, when we look at the state of the economies across the EU and even at many households – including in my own country of the United Kingdom – we see the consequence of Member States and their people living beyond their means.

It is therefore unwise, against this backdrop – which has entailed a more accountable lending process being instituted – for us to suggest a break or lessening in the link between the Member State and the investor in bond markets through the pooling of sovereign issuance. Irresponsibility put us into the financial quagmire we now find ourselves in, and my concern with stability bonds would be that irresponsibility would be given greater dispensation and investor confidence would be further diminished.

 
  
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  David Campbell Bannerman (ECR). - Mr President, I voted against EU stability bonds, or Eurobonds, as they fail to address the central problem: the euro itself. It is clear the euro is a dangerous and failed construct, and no political posturing or economic gesturing gets us away from the basic truth that the euro is disastrous for the world economy. The sooner troubled nations like Greece devalue and default, the better.

The cure is now more dangerous and deadly than the malady. Is there no end to these desperate measures to prop up this political currency?

The trampling of democracy in Greece, Italy and elsewhere by the EU’s new inner politburo, the Frankfurt Group, so that Europe erupts in flames. Barroso and Van Rompuy going cap in hand to China for rescue funds – and at what price? Gerrymandering Lagarde into the IMF so the IMF is misused as a new euro bailout fund. Weimar-like plans to print EUR 2 trillion to buy rubbish bonds; new wheelbarrows to carry all the notes. For God’s sake, for all our sakes, let the euro go.

 
  
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  Martin Kastler (PPE). - Herr Präsident! Ich habe heute auch gegen den Entschließungsantrag aus dem Ausschuss für Wirtschaft und Währung zur Durchführbarkeit und Einführung von Stabilitätsanleihen gestimmt. Hier wurde nur der Name geändert, aber der Inhalt bleibt, nämlich, dass es um Eurobonds geht.

In Europa haben wir jetzt ein Stadium erreicht, dass wir grundsätzlich einmal die Frage stellen sollten, wie es mit diesem Europa weitergehen soll. Der italienische Ministerpräsident Monti hat heute in einem Gastbeitrag in Deutschland geschrieben: „die Demokratie neu denken“. Ich möchte hinzufügen: „Europa neu denken“. Das müssen wir, wenn wir auch die Bürger mitnehmen wollen in Europa. Dabei halte ich Volksabstimmungen für ein wichtiges Instrument. Mehr Bürgerbeteiligung in Europa, nicht nur in den Mitgliedstaaten, auch in Europa, und dann die großen Fragen auch wirklich zu diskutieren, die es im Moment gibt, die uns zu dieser Krise geführt haben. Dann sind wir einen Schritt weiter, als mit neuen Entschließungsanträgen immer größere Schulden aufeinander zu verteilen. Jeder Staat ist für seine Schulden verantwortlich. Wir brauchen keine Übertragung von Schulden von einem auf den anderen Staat.

 
  
  

Informe: Marije Cornelissen (A7-0021/2012)

 
  
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  Horst Schnellhardt (PPE). - Herr Präsident! Ich konnte mit ruhigem Gewissen diesem Bericht zustimmen, weil das Parlament sich in der Abstimmung sehr weise gezeigt und ein paar Dinge herausgestimmt hat, die mich sehr gestört haben. Ich denke an die Bestrafung von Ländern, die einen Leistungsbilanzüberschuss haben, damit sie Maßnahmen ergreifen, um diesen abzubauen. Ein Leistungsbilanzüberschuss entsteht nicht bei jemandem, der unheimlich gut ist, sondern auch, weil die anderen sehr schlecht sind. Die Maßnahme kann doch nur darin bestehen, dass die schlechten schneller vorankommen und den Besten nacheifern. Das muss das Ziel sein.

Zweitens finde ich, dass das Parlament erkannt hat, dass auch private Arbeitsverwaltungen sehr wichtig sind und wir deswegen diese auch in unsere Arbeiten mit einbezogen haben. Ich möchte auf einen Punkt hinweisen, der in der Diskussion gar nicht so eine große Rolle spielte, und zwar Ziffer 13, in der ganz klar gefordert wird, dass das Europäische Parlament sein Recht aus dem Vertrag von Lissabon endlich umsetzen muss, und die Regierungen das auch tun müssen. Denn die Katastrophe, in der wir uns befinden, ist doch durch die ständige intergouvernementale Zusammenarbeit entstanden, die nie zum Erfolg führt. Hier im Parlament ist die Lösung!

 
  
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  Andrea Zanoni (ALDE). - Signor Presidente, uno dei principali problemi evidenziati dall'analisi della crescita nell'Unione europea nel 2012 è l'estremo bisogno di nuove e più forti politiche sociali e occupazionali, in particolare per i giovani. Un paese ad alta percentuale di disoccupazione giovanile è un paese destinato a perire.

In Italia, il mio paese, le cifre fanno paura. Secondo dati Eurostat del novembre 2011, il tasso di disoccupazione giovanile è del 30,1 percento. Giovani spesso altamente qualificati e con tanta energia e voglia di fare vengono lasciati appassire da un sistema dove la gerontocrazia è diventata la norma.

L'impegno della Commissione, mediante lo stanziamento degli 82 miliardi di euro di Fondi strutturali finora non utilizzati per stimolare la crescita e l'occupazione giovanile, è un buon passo in avanti, che bisogna fare nella giusta direzione. Investire sui giovani vuol dire investire sul futuro. Assicurare ai giovani europei un lavoro vuol dire assicurare un futuro a tutti noi.

 
  
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  Kay Swinburne (ECR). - Mr President, I agree with the premise of this report that all Member States should be seeking to find ways to foster growth in order to get us out of this crisis. Ideally, the annual growth survey would work in parallel with the economic governance package and the EU could add value by coordinating what is being done at the Member State level.

However, in this report Parliament has decided instead to focus on broad-sweeping EU schemes and taxation, including the ludicrous Financial Transaction Tax. Worse, it tries to come up with an EU approach to things like unemployment, as though it can be solved by some EU silver bullet. The reasons behind unemployment and the measures Member States may use to tackle it are culturally specific and market-specific. Other groups may be happy to agree to an EU policy. I am not.

 
  
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  Joseph Cuschieri (S&D). - Fil-vot separat dwar il-klawsola 29 tar-Rapport Cornelissen, jien ivvutajt kontra. Ma naqbilx li l-Kunsill Ewropew jistabbilixxi taxxa fuq it-tranżazzjonijiet finanzjarji. Opponejt din it-taxxa għaliex is-settur tas-servizzi finanzjarji f'Malta jikkostitwixxi madwar 15% tal-prodott gross domestiku u hemm madwar 6 000 impjieg f'dan is-settur. Mhux fl-interess tal-pajjiż u tal-ħaddiema Maltin u Għawdxin li jiżdiedu t-taxxi f'dan il-qasam sensittiv għall-ekonomija Maltija. Din il-miżura tista' twassal għad-delokalizzazzjoni tal-ħidma finanzjarja 'l barra minn Malta, bil-konsegwenza li minflok li l-kapital u l-flus jibqgħu fis-settur finanzjarju Malti, jispiċċaw imorru f'xi pajjiż ieħor.

Ivvutajt ukoll favur il-kumplament tal-klawsoli ta' dan ir-rapport minħabba li fi żmien ta' konsolidament fiskali, dan ir-rapport jindirizza l-ħolqien ta' impjiegi sostenibbli permezz tal-investiment, it-titjib tal-kwalità tal-impjiegi, l-investiment fl-edukazzjoni u t-taħriġ u l-ġlieda kontra l-faqar u l-esklużjoni soċjali, kif ukoll il-parteċipazzjoni tal-ħaddiema fis-suq tax-xogħol.

 
  
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  Elena Băsescu (PPE). - Am votat în favoarea acestui raport, deoarece Semestrul european trebuie să includă politici pentru crearea de locuri de muncă. Împărtăşesc preocupările privind şomajul ridicat în rândul tinerilor. În ţara mea, el afectează aproximativ 77 000 de persoane cu vârste până la 25 de ani. Consider oportună introducerea unei garanţii pentru tineri, pentru a evita şomajul prelungit în rândul acestora. Subliniez utilitatea programelor care asigură tranziţia de la educaţie la prima angajare.

Semnalez, în context, că România a îmbunătăţit anul trecut legea privind ucenicia, cu scopul de a facilita intrarea tinerilor pe piaţa muncii. Este nevoie de programe adecvate pentru susţinerea IMM-urilor, inclusiv prin reducerea birocraţiei. Salut totodată accentul pus pe promovarea mobilităţii lucrătorilor, dar şi pe creşterea ratei de ocupare în rândul femeilor.

 
  
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  Marina Yannakoudakis (ECR). - Mr President, I voted against this report, because it aims to strengthen employment policy and economic governance at European level. These are clearly Member State competences, and this is the way it must stay. I also took exception to the report’s needless call for a tax on financial transactions to enhance sustainable job creation. This Parliament insists on a tax which will only damage the European economy. This Parliament is hell-bent on destroying the financial service industry in my constituency of London, and again, this Parliament refuses to listen to Member States that do not want to and will not accept this tax.

 
  
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  Adam Bielan (ECR). - Panie Przewodniczący! Przedstawiona przez Komisję roczna analiza wzrostu gospodarczego obejmuje priorytety w zakresie budżetu, polityki gospodarczej, zatrudnienia i praw socjalnych oraz reform. Kładzie tym samym nacisk na działania w ramach polityki fiskalnej celem niwelowania skutków kryzysu i zaniedbań administracji publicznej. Rola Parlamentu w procesie związanym z semestrem europejskim ogranicza się niestety do opiniowania wytycznych Komisji w kwestiach zatrudnienia. Omawiane sprawozdanie wyraża jedynie zwiększenia tej roli.

Negatywnie oceniam propozycję zobowiązania państw członkowskich posiadających nadwyżki w obrotach bieżących do zapobiegania spirali recesji poprzez zwiększanie popytu wewnętrznego. Kontrowersje budzi także wezwanie do przedstawienia przez Komisję danych sprawozdawczych z podziałem na płeć. Niepokojąco brzmi postulat ustanowienia podatku od transakcji finansowych. Wdrażanie i egzekwowanie środków antydyskryminacyjnych spowoduje natomiast tylko zwiększenie regulacji prawnych. W oparciu o powyższe oraz szereg innych wątpliwości głosowałem za odrzuceniem sprawozdania.

 
  
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  Miroslav Mikolášik (PPE). - V čase oslabeného hospodárskeho rastu a zvýšenej neistoty občanov je potrebné, aby Európska únia sústredila svoju pozornosť na riešenie pálčivých sociálnych dôsledkov krízy, ktoré prehlbujú chudobu a sociálne vylúčenie. Nezamestnanosť sa od roku 2008 prudko zvýšila a dosiahla výšku 23 miliónov nezamestnaných v EÚ, pričom predovšetkým mladí ľudia čelia miere zamestnanosti vo výške viac ako 20 %. Niektoré štatistiky uvádzajú viac. Znepokojuje ma napríklad fakt, že v roku 2008 – 2010 sa celkový počet nezamestnaných mladých ľudí v EÚ zvýšil o celý 1 milión. Prioritným cieľom EÚ musí preto zostať aj v kontexte recesie snaha o zachovávanie a súčasné vytváranie nových pracovných miest a súčasné zosúladenie kvalifikačných schopností a zručností s aktuálnymi požiadavkami trhu práce. Preto som aj ja túto správu podporil.

 
  
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  Diane Dodds (NI). - Mr President, the terms ‘growth’ and ‘employment’ roll off the tongue quite easily, but it is the policy pursued by Europe which is denying employment and denying economic growth to many of its citizens.

The euro zone crisis is causing unemployment to rise across Europe. In Spain there is over 40% youth unemployment and in Greece 50%. Within the economic straitjacket of the euro, what hope and what future do these young people have in an economy that simply will not grow while tied to the euro project? This is the scandal of President Barroso, the Commission and the euro establishment. It is a scandal that is manifesting itself in Greece in violence, and in the Greek Parliament where euro bureaucrats are pre-eminent over elected representatives.

I voted against this report also because of its support for a Financial Transaction Tax, supposedly to support employment and growth. In reality it will be a raid on the United Kingdom tax base to prop up the euro zone’s profligate spending. If Europe is serious about employment and growth, it could start with very simple measures like cutting red tape and helping SMEs, but it certainly will not do it with the measures outlined in this report.

 
  
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  Emma McClarkin (ECR). - Mr President, I have opposed this own-initiative report on employment and social aspects of the annual growth survey for the reason – amongst others – that it continues to support a European and not a global financial transaction tax. The report calls on the European Council to set up a tax on financial transactions to enhance sustainable job creation. I am afraid that this cannot even be considered by politicians claiming to represent the interests of the British people.

In fact it is also ridiculous to talk of job creation as a result of such a tax, which would have a disastrous effect on some of the 1.9 million people employed in our financial sector in the City of London and beyond. I will not vote in favour of a report which proposes a tax that could harm jobs for the people from my constituency in the East Midlands, many of whom commute to London every day. It is time for the rest of Europe to wake up and realise that Britain will defend her interests and will not be bullied into accepting disproportionate responsibility for euro area failure.

(Applause)

 
  
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  Krišjānis Kariņš (PPE). - Ir tāds teiciens, ka no nabaga naudu neizspiedīsi. Eiropā kopumā mums šobrīd lielākais izaicinājums ir palielināt ekonomisko aktivitāti, nodrošināt iedzīvotāju labklājību. Ir ļoti svarīgi, ka mēs veicam šos taupības pasākumus, lai sakārtotu mūsu dalībvalstu budžetus, bet mums ir arī vajadzīga izaugsme.

Ir daudzi tādi, kas domā, ka vienīgais ceļš izaugsmei ir tas, ka dalībvalstis izdod aizvien vairāk naudas, lai stimulētu ekonomiku, bet šis būtu uz aizņemtās naudas rēķina un nav pareizais ceļš. Pareizais ceļš, lai veicinātu izaugsmi, ir divējāds. Pirmkārt, dalībvalstīm ir jāveic nepieciešamās strukturālās reformas, lai samazinātu kopējās valsts pārvaldes izmaksas. Otrkārt, ir jāturpina pilnveidot Eiropas kopējo iekšējo tirgu, noārdot šķēršļus pārrobežu darbībai. Bez ekonomiskās izaugsmes, kolēģi, mums Eiropā nebūs labklājības.

 
  
  

Informe: Jean-Paul Gauzès (A7-0018/2012)

 
  
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  Kay Swinburne (ECR). - Mr President, in the Committee on Economic and Monetary Affairs we spent a long time discussing this report, and there is much in there on growth and innovation that I support. However, I cannot accept the central conclusion of this report, namely that we need to change the EU Treaty in order to give Parliament co-decision rights over the annual growth survey.

I am not convinced that this is something we should be legislating for. It is fundamentally a matter for Member States and not a policy area where Parliament would add any value. I find it concerning that, yet again, the European Parliament is navel-gazing over its institutions and the interaction between them instead of seeking proportionate responses to the current crisis.

 
  
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  Janusz Władysław Zemke (S&D). - Panie Przewodniczący! Uważam, że w obecnej sytuacji gospodarczej w Europie celowe jest przeprowadzanie analiz planowanego wzrostu na 2012 rok. Ewidentną słabością tej analizy jest jednak to, że skupia się ona przede wszystkim na kryzysie finansowym i zadłużeniowym. Dopiero na drugim planie znajdują się środki stymulujące wzrost. Pomija się także działania, które wspierałyby zatrudnienie poprzez pobudzenie w Unii inwestycji. Niepokoi mnie w szczególności brak działań tworzących euroobligacje dla finansowania kluczowych projektów infrastrukturalnych. Dla takich państw jak Polska, dla takiego województwa jak moje – woj. kujawsko-pomorskie – może to oznaczać w przyszłości problemy z rozwojem i z zapewnieniem wzrostu zatrudnienia.

 
  
  

Explicaciones de voto por escrito

 
  
  

Recomendación: Timothy Kirkhope (A7-0013/2012)

 
  
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  Damien Abad (PPE), par écrit. – Regroupant 22 Etats membres de l'UE et 4 Etats tiers (Islande, Norvège, Suisse et Liechtenstein), l'espace Schengen offre à leurs habitants la possibilité de circuler librement. La suppression des frontières internes entre ces Etats en faveur d'une frontière extérieure unique les conduit à harmoniser leurs contrôles aux frontières extérieures et à renforcer leur coopération policière et judiciaire. Afin de remplir l'objectif sous-tendant les accords de Schengen, la création d'un "espace de liberté, de sécurité et de justice", il est primordial d'y associer pleinement ces 4 Etats tiers. Je me suis donc prononcé en faveur de leur participation aux travaux des comités qui assistent la Commission européenne à la mise en œuvre de l'acquis de Schengen.

 
  
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  Luís Paulo Alves (S&D), por escrito. Aprovo a presente recomendação, pois é essencial reforçar a cooperação no seio da União, neste caso com a Noruega, a Suíça, o Listenstaine, a Suíça e a Islândia, nomeadamente no que respeita a um dos acervos legislativos mais importantes da União Europeia, o Tratado de Schengen. No momento que atravessamos, acaba por ser ainda mais importante promovermos a capacidade de diálogo entre países e entre estes e as instituições para que a União funcione bem e para que os objetivos dos tratados se cumpram plenamente.

 
  
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  Laima Liucija Andrikienė (PPE), in writing. − I voted in favour of this important result of negotiations with the Republic of Iceland, the Principality of Liechtenstein, the Kingdom of Norway and the Swiss Confederation on the participation by those States in the work of the committees which assist the Commission in the exercise of its executive powers as regards the implementation, application and development of the Schengen acquis. I support the final outcome of the Agreement by which, among other activities, the Associated States will be associated as observers with the work of the current and future Comitology committees assisting the Commission in Schengen matters. I also support a Joint Declaration which stresses that this specific association shall not be regarded as a legal or political precedent for any other field of cooperation between the European Community and those countries.

 
  
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  Sophie Auconie (PPE), par écrit. – L’espace Schengen, qui simplifie le quotidien de nos citoyens et de nos entreprises en ouvrant les frontières intérieures de l’Union européenne aux hommes, aux capitaux et aux services, s’agrandit aujourd’hui. En effet, j'ai soutenu la demande de l’Islande, de la Suisse, du Lichtenstein et de la Norvège, pays au cœur de l’Europe mais ne faisant pas partie de l’Union européenne, pour qu’ils deviennent des Etats associés de l’acquis Schengen. Ce texte vise à formaliser leur participation au processus d'élaboration des textes au sein des comités de comitologie Schengen, composés de représentants des gouvernements des États associés, du Conseil des ministres et de la Commission européenne. Ces derniers ont notamment la possibilité d'exposer les problèmes que leur pose une mesure ou d'apporter une réponse aux problèmes rencontrés par les autres délégations. Ils ont également le droit de faire des suggestions. Toutefois, dans la mesure où ils participent seulement à l'élaboration des actes, « les États associés ne participent pas aux votes au sein des comités de comitologie Schengen et se retirent lorsque ceux-ci procèdent à un vote », rappelle le rapporteur Timothy Kirkhope.

 
  
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  Adam Bielan (ECR), na piśmie. − Strefa Schengen jest namacalnym dowodem współpracy oraz integracji europejskiej. Rozszerzenie tego układu na cały Europejski Obszar Gospodarczy przyczyniło się do pogłębienia wzajemnych relacji między poszczególnymi krajami kontynentu. Nieskrępowane przemieszczanie się w obrębie całej Europy jest niekwestionowanym i cenionym przywilejem każdego obywatela.

Celem skutecznego wdrażania dorobku układu z Schengen jest stała współpraca z sygnatariuszami spoza Unii. Uczestnictwo Norwegii, Islandii, Liechtensteinu i Konfederacji Szwajcarskiej w pracach komitetów wspierających kompetencje wykonawcze Komisji Europejskiej w tym zakresie wydaje się więc oczywiste. Podpisując umowę, umożliwimy tym państwom udział w dyskusjach programowych dotyczących regulacji obszaru Schengen oraz prezentowanie stanowisk i zgłaszanie problemów. Przyjmując rezolucję, wyrażam zgodę na zawarcie zalecanych uzgodnień.

 
  
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  Sebastian Valentin Bodu (PPE), în scris. − Acordul de asociere încheiat de către Consiliul Uniunii Europene, pe de o parte, și Republica Islanda și Regatul Norvegiei, pe de altă parte, a condus la instituirea unui comitet mixt format din reprezentanți ai guvernelor acestor state. În consecință, reprezentanții statelor asociate participă la comitetele mixte, care se întrunesc sub formă de grupuri de lucru ale Consiliului cu participarea extinsă a reprezentanților statelor asociate. La nivelul Coreper sau al Consiliului, acestea sunt prezidate alternativ, pentru perioade de câte șase luni, de către reprezentanții Uniunii Europene și de către reprezentantul guvernului statului asociat. Participarea în cadrul comitetului mixt oferă statelor asociate posibilitatea, în timp util, să își exprime orice preocupări legate de evoluțiile acquis-ului Schengen care trebuie să fie adoptate de toate statele asociate, precum și de punerea în aplicare a acquis-ului. După discuțiile în cadrul comitetului mixt, măsurile luate pentru dezvoltarea acquis-ului Schengen sunt adoptate de Consiliu și de Parlamentul European prin procedura de decizie corespunzătoare prevăzută în tratate.

 
  
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  John Bufton (EFD), in writing. − Although I do not support the extension of Schengen acquis, I do however believe that EFTA member states, in this case Iceland, Liechtenstein, Norway and Switzerland, have the right to join any compact they wish to without UK interference. I therefore chose to abstain from this vote.

 
  
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  Maria Da Graça Carvalho (PPE), por escrito. Congratulo-me pela celebração deste acordo entre a UE e os quatro Estados associados a Schengen, nomeadamente a Islândia, a Noruega, a Suíça e o Listenstaine, que permitirá a estes Estados participarem no trabalho dos comités que prestam assistência à Comissão Europeia no exercício dos seus poderes executivos em matéria de execução, aplicação e desenvolvimento do acervo de Schengen. Em minha opinião, este acordo é importante porque pretende assegurar uma maior coerência e, ao mesmo tempo, garantir que todos os Estados associados estejam sujeitos à mesma forma de tratamento. A participação dos Estados associados dá-lhes a oportunidade de expressarem, atempadamente, as suas ideias e preocupações no que diz respeito à implementação ou a eventuais desenvolvimentos do acquis de Schengen. O alargamento do Espaço Schengen aos países que não são membros da UE trouxe benefícios económicos significativos para os países europeus, bem como resultados práticos imediatos na vida quotidiana e na circulação dos cidadãos europeus.

 
  
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  Carlos Coelho (PPE), por escrito. Apoio a celebração deste Acordo entre a UE e os quatro Estados associados a Schengen, nomeadamente a Islândia, a Noruega, a Suíça e o Liechtenstein, que permitirá a estes Estados participarem no trabalho dos comités que prestam assistência à Comissão Europeia no exercício dos seus poderes executivos (comitologia) em matéria de execução, aplicação e desenvolvimento do acervo de Schengen. A celebração deste Acordo reveste-se da maior importância de forma a assegurar uma maior coerência e, ao mesmo tempo, garantir que todos os Estados associados estejam sujeitos à mesma forma de tratamento. A participação dos Estados associados dá-lhes a oportunidade de expressarem, atempadamente, as suas ideias e preocupações no que diz respeito à implementação ou a eventuais desenvolvimentos do Acquis de Schengen. Porém, a sua participação resume-se a eventuais contribuições no âmbito do processo de elaboração das decisões, não podendo participar propriamente no processo de tomada de decisão, uma vez que não têm direito de voto. Estarão sujeitos a um conjunto de direitos e obrigações que lhes garantem uma participação efetiva, enquanto observadores, devendo igualmente contribuir financeiramente para as despesas administrativas decorrentes da sua participação nos comités de comitologia Schengen.

 
  
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  Christine De Veyrac (PPE), par écrit. – J'ai voté en faveur de cet accord qui autorise la participation de l'Islande, du Liechtenstein, de la Norvège et de la Suisse aux travaux de la Commission sur la mise en œuvre de l'acquis Schengen. Cette participation limitative et encadrée permettra de renforcer l'espace de liberté, de sécurité et de justice de l'Union européenne et d'identifier plus rapidement les problèmes liés à la coopération policière et judiciaire ainsi qu'au contrôle des frontières extérieures de notre territoire.

 
  
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  Anne Delvaux (PPE), par écrit. – Le vote d'aujourd'hui vise à entériner la participation de la République d’Islande, la Principauté de Liechtenstein, le Royaume de Norvège et la Confédération suisse qui assistent la Commission dans l’exercice de ses pouvoirs exécutifs dans le domaine de la mise en œuvre, de l’application et du développement de l’acquis de Schengen. Le Parlement a ainsi donné son accord pour que les représentants de ces Etats associés puissent présenter des observations sur les propositions de mesures constituant un développement de l’acquis de Schengen, ou signaler les problèmes éventuels liés à l’application de ces mesures. Par ailleurs, chacun des Etats associés se prononcera sur la transposition de toutes les mesures adoptées selon les procédures des comités de comitologie Schengen concernant l’application et le développement de l’acquis de Schengen, confirmant ainsi les règles établies dans les accords d’association de base. Une bonne chose!

 
  
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  Ioan Enciu (S&D), în scris. − Am votat în favoarea acestui raport întrucât consider că, în calitate de state asociate spaţiului Schengen, Islanda, Norvegia, Liechtenstein şi Elvetia trebuie să fie implicate în procedura de asistenţă a Comisiei în exercitarea puterilor sale executive în domeniul aplicării şi dezvoltării acquis-ului Schengen. În aceeaşi ordine de idei, aceste state trebuie asociate, de asemenea, în procesul de reformare a guvernanţei Schengen, care este, în acest moment, în curs de negociere, dar care, din păcate, întâmpină o opoziţie din partea mai multor state membre.

 
  
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  Edite Estrela (S&D), por escrito. Votei favoravelmente a recomendação relativa à participação da Islândia, do Liechtenstein, da Noruega e da Suíça e acervo de Schengen uma vez que considero positivo o Acordo entre a União Europeia e estes Estados tendo em vista a sua participação no trabalho dos comités que prestam assistência à Comissão Europeia no exercício dos seus poderes executivos em matéria de execução, aplicação e desenvolvimento do acervo de Schengen.

 
  
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  Diogo Feio (PPE), por escrito. A participação da República da Islândia, do Principado do Listenstaine, do Reino da Noruega e da Confederação Suíça nos comités que prestam assistência à Comissão Europeia no exercício dos seus poderes executivos em matéria de execução, aplicação e desenvolvimento do acervo de Schengen é da maior importância para a transparência total da informação e, como tal, para a segurança dos cidadãos dos Estados da União Europeia e dos países que coabitam com o mesmo acordo comunitário.

 
  
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  José Manuel Fernandes (PPE), por escrito. A recomendação em apreço versa sobre o projeto de decisão do Conselho relativa à conclusão de um Acordo entre a União Europeia, por um lado, República da Islândia, Reino da Noruega, Confederação Suíça e Principado do Liechtenstein, por outro, sobre a participação destes Estados no trabalho dos comités que prestam assistência à Comissão Europeia no âmbito dos seus poderes executivos quanto à execução, aplicação e desenvolvimento do acervo de Schengen. O Acordo de Schengen, iniciado em 1985 e integrado no direito da UE pelo Tratado de Amesterdão em 1997, institui um espaço geográfico de livre circulação de pessoas, abolindo as fronteiras internas entre os Estados signatários, e prevê a cooperação e coordenação entre os serviços policiais e as autoridades judiciais. O Acordo prevê a participação dos Estados associados como observadores no trabalho dos atuais e futuros comités de assistência à Comissão mediante determinados direitos e obrigações, nomeadamente o pagamento de uma contribuição financeira. Considerando que a participação dos Estados supra referidos se encontra prevista no Acordo sobre o Espaço Económico Europeu ou se baseia na troca de cartas anexa ao Acordo de Associação com a Suíça (caso da Confederação Suíça), voto favoravelmente a presente recomendação.

 
  
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  João Ferreira (GUE/NGL), por escrito. O Acordo de Schengen, criado em 1985, cuja convenção de aplicação foi adotada em 1990, teve como objetivos: - Abolir os controlos nas fronteiras internas entre Estados signatários e criar uma fronteira externa única, com regras comuns em matéria de vistos;

- Instituir uma cooperação policial e judicial e criar um sistema de informação de Schengen.

Desde sempre criticámos esta orientação de construção de uma Europa-Fortaleza, que simultaneamente estimula e se alimenta do desenvolvimento do racismo e da xenofobia, bem como de outras formas de intolerância e práticas autoritárias e antidemocráticas.

Como criticámos a política comum de imigração de cariz securitário, criminalizadora, exploradora e seletiva dos imigrantes. Defendemos uma política de imigração que respeite os direitos dos imigrantes, nomeadamente no que se refere ao acesso ao trabalho, aos cuidados de saúde e à educação. Não obstante estas posições de há muito, consideramos que a decisão de adesão a Schengen deve decorrer de uma decisão soberana dos países em causa (outra posição de há muito). Daí a nossa abstenção.

 
  
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  Monika Flašíková Beňová (S&D), písomne. − Európsky parlament, berúc do úvahy návrh rozhodnutia Rady i návrh dohody medzi Európskou úniou a Islandskou republikou, Lichtenštajnským kniežatstvom, Nórskym kráľovstvom a Švajčiarskou konfederáciou o účasti týchto štátov na práci výborov, ktoré pomáhajú Európskej komisii pri výkone jej vykonávacích právomocí v súvislosti s vykonávaním, uplatňovaním a vývojom schengenského acquis a taktiež so zreteľom na odporúčanie Výboru pre občianske slobody, spravodlivosť a vnútorne veci, udeľuje súhlas s uzatvorením predmetnej dohody. Zároveň poveruje svojho predsedu, aby postúpil túto pozíciu Rade, Komisii a vládam a parlamentom členských štátov, Islandskej republiky, Lichtenštajnskeho kniežatstva, Nórskeho kráľovstva a Švajčiarskej konfederácie.

 
  
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  Pat the Cope Gallagher (ALDE), in writing. − I welcome the adoption of this report in my capacity as the Chairman of the European Parliament’s delegation to Switzerland, Iceland, Norway and the EEA Joint Parliamentary Committee. The arrangement provides for the participation by the Schengen Associated States in the work of the committees which assist the Commission in the exercise of its executive powers as regards the implementation, application and development of the Schengen acquis.

 
  
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  Juozas Imbrasas (EFD), raštu. − Balsavau už teisėkūros rezoliuciją dėl Tarybos sprendimo dėl Europos Sąjungos ir Islandijos Respublikos, Lichtenšteino Kunigaikštystės, Norvegijos Karalystės bei Šveicarijos Konfederacijos susitarimo dėl šių valstybių dalyvavimo komitetų, padedančių Europos Komisijai naudotis savo vykdomaisiais įgaliojimais įgyvendinant, taikant ir plėtojant Šengeno acquis, darbe sudarymo Sąjungos vardu projekto. Susitarime nustatyta, kad asocijuotos valstybės dalyvaus kaip stebėtojos dabartinių ir būsimų komitologijos komitetų, padedančių Komisijai su Šengeno erdve susijusiais klausimais, darbe. Šengeno komitologijos komitetų sąrašas bus Komisijos reguliariai atnaujinamas ir skelbiamas Oficialiajame leidinyje. Todėl, siekiant užtikrinti veiksmingą asocijuotų valstybių dalyvavimą Šengeno komitologijos komitetų darbe, susitarime nustatytos aiškios jų teisės ir pareigos.

 
  
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  Philippe Juvin (PPE), par écrit. – J'ai voté en faveur du rapport Kirkhope. Le Parlement, en adoptant ce rapport, a donné son approbation à un arrangement pris entre l'Union européenne, l'Islande, le Liechtenstein, la Norvège et la Suisse sur leur participation aux travaux des comités qui assistent la Commission européenne dans la mise en œuvre de l'acquis Schengen. L'arrangement adopté prévoit que ces États seront associés aux travaux en qualité d'observateurs sans pour autant disposer du droit de vote. Par ailleurs, une contribution financière aux dépenses administratives leur sera demandée. Enfin, cet arrangement contient une déclaration commune qui dispose que cette association ne saurait être considérée comme un précédent juridique ou politique pour tout autre domaine de coopération.

 
  
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  David Martin (S&D), in writing. − I voted for this report. This is a consultation procedure to give the consent to the 2012 rollover of the guidelines for the Member States’ employment policies initially adopted in 2010. The aim is that the employment guidelines remain stable until 2014 to ensure a focus on implementation.

 
  
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  Véronique Mathieu (PPE), par écrit. – Cet arrangement, négocié depuis 2006, associe l'Islande, le Liechtenstein, la Norvège et la Suisse à la mise en œuvre, à l'application et au développement de l'acquis Schengen par la Commission européenne et les comités qui l'assistent. Il est juste que ces pays faisant partie de la zone Schengen puissent aussi s'exprimer sur l'application de l'acquis Schengen qui les concerne directement. Ces Etats pourront participer aux travaux des comités en qualité d'observateurs, et prendre la parole pour notamment exposer les problèmes qu'ils rencontrent. Associer tous les pays participant à l'espace Schengen, c'est également œuvrer à une plus grande uniformité dans l'application de l'acquis Schengen.

 
  
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  Iosif Matula (PPE), în scris. − Participarea Islandei, Principatului Liechtenstein, Norvegiei și Elveției la comitetele care asistă Comisia Europeană în implementarea și dezvoltarea acquis-ului Schengen oferă acestor state asociate posibilitatea de a exprima orice obiecții legate de aplicarea prevederilor în cauză. Astfel, țările menționate participă la procesul de elaborare a legislației în domeniu, dar nu și la luarea deciziei. Prin urmare, se impune formalizarea asocierii acestora la comitologia Schengen, potrivit unei proceduri adecvate. Propunerea de decizie în acest sens este binevenită pentru a asigura tratament egal statelor asociate, în calitate de observatori, prin intermediul unui singur acord și pe baza unor drepturi și obligații clar definite. Decizia finală privind aplicarea măsurilor adoptate în comisii revine, individual, fiecărei țări, așa cum stipulează clauzele inițiale ale acordurilor de asociere. Ca europarlamentar român, îmi exprim speranța că principiul tratamentului egal va fi respectat în tot ceea ce ține de procesul Schengen, inclusiv în acceptarea aderării unor state care au îndeplinit deja toate criteriile formale.

 
  
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  Nuno Melo (PPE), por escrito. Estes Estados, ao fazerem parte do acordo de Schengen, têm também que contribuir para o seu desenvolvimento, participando ativamente nos trabalhos dos comités que prestam assistência à Comissão Europeia no que respeita ao exercício dos seus poderes executivos em matéria de execução, aplicação e desenvolvimento do acervo de Schengen. Daí o meu voto favorável.

 
  
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  Alexander Mirsky (S&D), in writing. − ? The Arrangement between the European Community and Iceland, Liechtenstein, Norway and the Swiss Confederation on the participation of those States in the work of the committees which assist the European Commission in the exercise of its executive powers as regards the implementation, application and development of the Schengen acquis should be concluded. I am in favour.

 
  
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  Andreas Mölzer (NI), schriftlich. Die Beibehaltung von Selbstbestimmung und Demokratie war für viele Norwegerinnen und Norweger ausschlaggebend, warum sie 1994 bei der Volksabstimmung einen EU-Beitritt ablehnten. Ebenso wie die Schweiz zogen sie es vor, nur durch den EWR Zugang zum EU-Markt zu erhalten. Ein Bericht über die 18 Jahre norwegische Mitgliedschaft kam zu dem Schluss, dass Brüssel über den EWR-Zugang Druck auf Norwegen ausübt. Auch aus der Schweiz wurde bei diversen Ergänzungen ein ähnlicher Vorwurf laut. Dies ist abzulehnen. Ungeachtet dessen steht der Zustimmung zum vorliegenden Bericht nichts im Wege.

 
  
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  Katarína Neveďalová (S&D), písomne. − Do schengenského systému v súčasnosti patrí 22 štátov Únie a štyri nečlenské štáty – Island, Lichtenštajnsko, Nórsko a Švajčiarsko. Nečlenské štáty sú začlenené do schengenského systému na základe dohôd o pridružení. Práve týmito dohodami bol zriadený zmiešaný výbor, ktorý sa skladá zo zástupcov vlád pridružených štátov, ako aj Rady Európskej únie a Komisie. Zástupcovia pridružených štátov sa následne zúčastňujú na činnosti zmiešaných výborov, ktoré zasadajú vo forme pracovných skupín Rady rozšírených o zástupcov pridružených štátov. V rade alebo v Coreperi týmto skupinám predsedá vždy na obdobie pol roka striedavo zástupca Európskej únie a zástupca vlády pridruženého štátu. Uzatvorenie dohody medzi Európskymi spoločenstvami a týmito štyrmi štátmi o spolupráci v rámci implementácie, aplikácie a rozvoja schengenského acquis považujem za veľmi dôležité, a preto plne podporujem závery hlasovania výboru LIBE.

 
  
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  Rolandas Paksas (EFD), raštu. − Balsavau už šią rezoliuciją. Manau, kad siekiant užtikrinti visų asocijuotų valstybių dalyvavimo nuoseklumą ir vienodą vertinimą, yra tikslinga sudaryti vieną susitarimą, kuris Islandijai, Lichtenšteinui, Norvegijai bei Šveicarijai suteiktų teisę stebėtojų teisėmis dalyvauti dabartinių ir būsimų komitetų, padedančių Europos Komisijai su Šengeno erdve susijusiais klausimais, darbe. Taigi, šios šalys galės pareikšti savo nuomonę bet kokiu klausimu, susijusiu su joms rūpimų nuostatų rengimu, plėtojimu ar įgyvendinimu, tačiau šių valstybių atstovai nedalyvaus šiems komitetams balsuojant. Tokiu būdu bus užtikrintas naujų Šengeno aktų arba priemonių taikymas ir vienodas įgyvendinimas.

 
  
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  Alfredo Pallone (PPE), per iscritto. − In quest'ultimo anno spesso si è ritornati sull'effettiva applicazione dell'aquis di Schengen; in più occasioni i capisaldi del regolamento per la libera circolazione dei cittadini nei Peasi europei sono stati, purtroppo, messi in discussione o particolarmente discussi come nel caso di Romania e Bulgaria. La raccomandazione del Parlamento, che appoggio pienamente, prevede l'attuazione e l'applicazione, attraverso la conclusione di una convenzione, dell'aquis di Schengen tra i Paesi UE aderenti e la Repubblica d'Islanda, il Principato del Liechtenstein, il Regno di Norvegia e la Confederazione svizzera, Paesi extraeuropei ritenuti idonei al rispetto delle norme di sicurezza minime imposte per la libera circolazione.

 
  
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  Γεώργιος Παπανικολάου (PPE), γραπτώς. – Η συγκεκριμένη σύσταση αφορά την σύναψη συμφωνίας μεταξύ της Ευρωπαϊκής Ένωσης και της Δημοκρατίας της Ισλανδίας, του Πριγκιπάτου του Λιχτενστάιν, του Βασιλείου της Νορβηγίας και της Ελβετικής Συνομοσπονδίας για τη συμμετοχή των εν λόγω κρατών στις εργασίες των επιτροπών που αφορούν την θέση σε ισχύ, την εφαρμογή και την ανάπτυξη του κεκτημένου Σένγκεν. Η διεύρυνση του χώρου Σένγκεν και σε χώρες που δεν είναι κράτη μέλη της Ε.Ε. έχει επιφέρει σημαντικά οικονομικά οφέλη για τις ευρωπαϊκές χώρες αλλά και άμεσα πρακτικά αποτελέσματα και διευκολύνσεις στη καθημερινότητα και στις μετακινήσεις των ευρωπαίων πολιτών. Ασφαλώς στις συζητήσεις που αφορούν το μέλλον και την εφαρμογή του χώρου Σένγκεν κράτη τα οποία δεν είναι μέλη της Ε.Ε. αλλά συμμετέχουν στον χώρο Σένγκεν πρέπει να έχουν λόγο και για αυτό υπερψήφισα την συγκεκριμένη έκθεση η οποία και μεταβιβάζεται στο Συμβούλιο για τις περαιτέρω δράσεις.

 
  
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  Maria do Céu Patrão Neves (PPE), por escrito. Votei positivamente a presente recomendação do Parlamento Europeu favorável ao projeto de decisão do Conselho relativa à conclusão, em nome da União, do Acordo entre a União Europeia e a República da Islândia, o Principado do Liechtenstein, o Reino da Noruega e a Confederação Suíça referente à participação destes Estados no trabalho dos comités que prestam assistência à Comissão Europeia na execução, aplicação e desenvolvimento do acervo de Schengen.

 
  
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  Aldo Patriciello (PPE), per iscritto. − In seguito agli accordi conclusi tra l'Unione Europea, la Repubblica d'Islanda, il Principato del Liechtenstein, il Regno di Norvegia e la Confederazione svizzera relativi all'associazione di questi Stati all'attuazione, all'applicazione e allo sviluppo dell'acquis di Schengen, esprimo il mio voto favorevole alla partecipazione degli Stati associati ai comitati misti al fine di prendere in esame, in tempo utile, ogni problematica relativa allo sviluppo dell'acquis di Schengen.

 
  
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  Paulo Rangel (PPE), por escrito. O Conselho apresentou ao Parlamento Europeu um projeto de Acordo entre a União Europeia e a República da Islândia, o Principado do Liechtenstein, o Reino da Noruega e a Confederação Suíça relativo à participação destes Estados no trabalho dos comités que prestam assistência à Comissão Europeia no exercício dos seus poderes executivos em matéria de execução, aplicação e desenvolvimento do acervo de Schengen. Não se colocando qualquer obstáculo, por parte da Comissão das Liberdades Cívicas, da Justiça e dos Assuntos Internos, à celebração do Acordo, que pode oferecer mais-valias para o bom funcionamento do espaço de Schengen, votei em sentido favorável.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), in writing. − In favour. The Association Agreements with Iceland, Liechtenstein, Norway and Switzerland set up a mixed committee consisting of representatives of the governments of the Associated States as well as of the Council of the European Union and the Commission of the European Communities. Consequently, the representatives of the Associated States attend mixed committees, which meet in the form of Council working groups enlarged by the representatives of the Associated States. Participation in the mixed committee gives the Associated States the opportunity to voice, in good time, any concerns they might have regarding developments of the Schengen acquis, which must be adopted by all the Associated States, and the implementation of this acquis. After discussion in the mixed committee, the measures taken to develop the Schengen acquis are adopted by the Council and by the European Parliament through the appropriate decision-taking procedure laid down in the Treaties. Thus, the Associated States participate in decision-shaping but not in decision-taking.

 
  
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  Nuno Teixeira (PPE), por escrito. Esta recomendação permite a participação efetiva da Islândia, do Liechtenstein, da Noruega e da Suíça nos trabalhos dos comités em que a CE exerce o seu poder executivo no âmbito da implementação, aplicação e desenvolvimento do acervo de Schengen. Concordo com que o PE dê o seu aval a esta recomendação, o que permite que os mesmos Estados associados tenham direitos e obrigações. Os países acima referidos têm um estatuto de observadores nos comités Schengen, os seus representantes não poderão votar, mas devem ser informados dos atos e medidas a aplicar, e contribuem financeiramente para despesas administrativas. Por fim, foi anexada uma declaração conjunta que especifica que este acordo não terá repercussões noutras matérias. Para o desenvolvimento do espaço Schengen, é necessário que os países Parte cumpram plenamente as suas obrigações, para, assim, se concretizar um verdadeiro espaço europeu sem fronteiras.

 
  
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  Angelika Werthmann (NI), schriftlich. Eine effiziente Beteiligung der assoziierten Staaten Island, Schweiz, Liechtenstein und Norwegen an den Komitologieausschüssen im Schengen-Bereich ist begrüßenswert. Die assoziierten Staaten haben dadurch die Möglichkeit, an der Ausarbeitung von Beschlüssen mitzuwirken, ohne jedoch an der Beschlussfassung selbst beteiligt zu sein.

 
  
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  Iva Zanicchi (PPE), per iscritto. − Ho espresso il mio supporto alla risoluzione del Parlamento europeo sul progetto di decisione del Consiglio inerente alla conclusione di una convenzione tra l'Unione europea e Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera, sulla partecipazione di tali Stati ai lavori dei comitati che collaborano con la Commissione europea nell'esercizio dei suoi poteri esecutivi, per ciò che concerne l'attuazione, l'applicazione e lo sviluppo dell'acquis di Schengen.

 
  
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  Inês Cristina Zuber (GUE/NGL), por escrito. O Acordo de Schengen, criado em 1985, cuja convenção de aplicação foi adotada em 1990, teve como objetivo abolir os controlos nas fronteiras internas entre Estados signatários e criar uma fronteira externa única, com regras comuns em matéria de vistos, instituir uma cooperação policial e judicial e criar um sistema de informação de Schengen. Desde sempre criticámos esta orientação de construção de uma Europa-Fortaleza que estimula o desenvolvimento do racismo e da xenofobia e outras formas de intolerância e práticas autoritárias e antidemocráticas.

A construção da Europa-Fortaleza, da Europa de Schengen, é realizada através de uma política comum de imigração de cariz securitário, criminalizadora, exploradora e seletiva dos imigrantes. E nós defendemos uma política de imigração em que os Estados-Membros respeitem os direitos dos imigrantes, nomeadamente no que se refere ao acesso ao trabalho, aos cuidados de saúde e à educação. Não obstante estas nossas apreciações, consideramos que não nos devemos pronunciar sobre as decisões dos países em causa (Islândia, Liechtenstein, Noruega e Suíça) em relação aos acordos assinados com a União Europeia.

 
  
  

Informe: Pervenche Bérès (A7-0011/2012)

 
  
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  Damien Abad (PPE), par écrit. – Alors que d'ici 2020, on comptabilisera 73 millions de postes vacants en Europe, il est primordial que nous réfléchissions à la manière de pourvoir ces postes le plus efficacement possible. Je considère que cela passe par la formation d'une main d'oeuvre qualifiée qui offrira de nouvelles possibilités aux jeunes notamment, qui représentent 20% de la population totale de l'UE. N'oublions pas que la crise touche aujourd'hui 1 jeune sur 5!

 
  
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  Luís Paulo Alves (S&D), por escrito. Aprovo este relatório, pois as orientações sugeridas para apoiar as políticas ativas de emprego devem ser, neste momento, a maior das prioridades para a União Europeia. A austeridade não garante crescimento ou liquidez, que, por sua vez, criariam emprego, principalmente no domínio das PME que empregam a grande maioria da população da União Europeia e para as quais devem ser criados incentivos específicos. Como tal, a UE deve garantir que todos os Estados-Membros, principalmente os intervencionados pela Troika, tenham condições para aplicar medidas deste tipo.

 
  
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  Roberta Angelilli (PPE), per iscritto. − L'Unione europea si trova in una situazione di massima criticità che richiede un intervento immediato e mirato. Il Parlamento ha accolto la proposta di decisione del Consiglio europeo sugli orientamenti per le politiche degli Stati Membri a favore dell'occupazione, adottata in conformità alle disposizioni dei Trattati e coerentemente con le conclusioni del Consiglio europeo di fine gennaio. Come deciso dal Consiglio, le politiche occupazionali costituiscono in questo momento più che mai la priorità dell'Unione per contrastare i 23 milioni di disoccupati e rilanciare l'economia europea, anche per poter rispettare gli obiettivi della Strategia Europa 2020. Ritengo sia fondamentale un coordinamento tra gli Stati membri, volto a sviluppare in tutta l'Unione una forza lavoro competente, ridurre la disoccupazione soprattutto giovanile, promuovere l'inclusione sociale, l'istruzione, la formazione e l'apprendimento permanente al fine di invertire questi effetti della crisi e contrastare il rischio di povertà.

 
  
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  Sophie Auconie (PPE), par écrit. – J’ai approuvé les lignes directrices pour les politiques de l’emploi des Etats-membres pour 2012, qui prévoient de poursuivre les efforts entamés il y a deux ans. Je soutiens cette politique qui s’articule sur des orientations annuelles solides: la participation au marché du travail, la lutte contre l'exclusion sociale et la pauvreté, ainsi que la qualité et les performances des systèmes d'éducation et de formation. Nous sommes tous d’accord, il faut multiplier nos efforts pour remettre l'Europe sur la voie de la croissance et de l'emploi, mais ça ne doit pas être au détriment du nécessaire renforcement de la gouvernance économique européenne et l’impérative réduction des déficits publics. Nous sommes persuadés, nous, députés du centre droit, que nous ne sortirons de cette crise qu'en assainissant durablement nos finances publiques. Tout autre raisonnement est purement égoïste, car il fait peser le poids de notre bien-être actuel sur les épaules de nos enfants qui devront rembourser nos dettes. Or finances saines ne signifient pas décroissance et chômage. Au contraire, elles sont les garantes, les bases indispensables au retour de la croissance et du plein-emploi. J’insiste donc sur la nécessité de marier une politique économique responsable et des objectifs de croissance à long terme de l'UE.

 
  
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  Elena Băsescu (PPE), în scris. − • Am votat în favoarea acestui raport, deoarece strategia pentru ocuparea forței de muncă trebuie modernizată. • UE are nevoie de o economie durabilă creatoare de locuri de muncă. • Este nevoie să se încurajeze reformele destinate ameliorării flexibilității și securității pe piața muncii. • Atrag atenția că forța de muncă în UE este în scădere. Doar două treimi din populația activă a Uniunii au în prezent un loc de muncă. • Rata ocupării forței de muncă este scăzută în special în rândul femeilor și al persoanelor în vârstă. • Totodată, este preocupantă rata ridicată a șomajului în rândul tinerilor. • În acest context, este necesar să se îmbunătățească performanțele sistemelor de educație şi de formare profesională. • Trebuie întreprinse măsuri pentru sporirea atractivității educației şi formării profesionale. • Punerea în aplicare a principiilor învățării de-a lungul vieții este importantă.

 
  
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  Jean-Luc Bennahmias (ALDE), par écrit. – Aujourd'hui, nous disons oui, les lignes directrices pour l'emploi fixées en 2010 sont toujours valables, mais nous disons aussi, attention, cette approbation ne vaut pas blanc seing pour le Conseil et la Commission: elle est subordonnée à l'action ! Il est plus que temps d'agir, en dehors de l'austérité et de la rigueur budgétaire pour l'emploi dans nos Etats membres. La France, comme nombre d'autres pays de l'Union, a connu une explosion du chômage ces dernières années. Alors, oui pour promouvoir la qualité de l'emploi, développer une main d'œuvre qualifiée, promouvoir l'éducation et la formation tout au long de la vie, améliorer la qualité des systèmes d'éducation et de formation et promouvoir l'inclusion sociale: tous ces objectifs qui font les lignes directrices sont, plus que jamais, d'actualité mais nous voulons que les moyens d'atteindre ces objectifs soient développés et enfin concrétisés! La Commission a amorcé un mouvement, fin janvier, en lançant une initiative pour l'emploi des jeunes. Il faut continuer: les conséquences sociales de la crise sont trop graves pour qu'on n'y consacre pas toute l'énergie et les moyens dont nous disposons.

 
  
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  Mara Bizzotto (EFD), per iscritto. − Il programma delineato dal Consiglio nel 2010 per l’attuazione della strategia EU 2020, programma che con questa relazione si chiede di riconfermare nella sostanza di tutti i suoi punti anche per quest’anno, conteneva elementi che già al tempo mi fecero essere del tutto scettica, e che oggi, alla luce dei fatti accaduti in Europa negli ultimi due anni non possono che farmi confermare questa opposizione di partenza. Le misure contro gli squilibri di bilancio di cui si parlava nel 2010, oggi sappiamo essere misure di austerità imposte dall’alto, con effetti catastrofici sulla pelle delle persone, sui sistemi sociali, sul loro tenore di vita, senza peraltro che queste misure appaiano aver risolto minimamente il problema. Inoltre, vi era e continua ad esserci un’enfasi che non posso condividere sulla necessità di aprire il mercato del lavoro dei nostri Paesi all’immigrazione. Oggi, in un periodo di così dura crisi, dobbiamo pensare soprattutto e prima di tutto ai nostri cittadini. Il mio voto alla relazione è quindi contrario.

 
  
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  John Bufton (EFD), in writing. − Member States understand the needs and specifics of their own countries and, as such, should not be subject to one-size-fits-all legislation that affects the daily practices of the majority of the population and has a direct impact upon growth and economic stability. Thus far, employment policy emanating from Brussels has posed many difficulties for companies and organisations across the UK struggling to assimilate EU law into quotidian practice. It is also essential at a time of financial hardship that the legislative approach to work and productivity be dynamic in order to permit the flexibility to foster growth and develop the job market to cater for the greatest number of people. Parliament has not been consulted on the issue and has merely approved an EU-level strategy for employment, without full understanding of its potential repercussions. The regulation of employment within the UK and Wales must be fully coherent with the specific needs of the citizens affected in constituent regions and demands a targeted and measured approach that is undermined by the imposition of top-down generalised legislation. Westminster should remain the unique decision-making body on employment law, and the sole author of a development strategy for the UK, without restrictive infringement or interference from the unelected EU Commission.

 
  
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  Cristian Silviu Buşoi (ALDE), în scris. − Politicile statelor membre în ceea ce priveşte ocuparea forţei de muncă şi mai ales crearea de noi locuri de muncă reprezintă unul dintre aspectele cele mai importante în acest moment, în condiţiile în care creşterea ratei şomajului a generat anul trecut şi anul acesta numeroase proteste în mai multe state membre ale Uniunii Europene. Sunt conştient de problemele existente pe piaţa muncii în toate ţările UE în momentul de faţă, probleme accelerate de criza financiară, motiv pentru care consider că obiectivele enunţate în Strategia Europa 2020 sunt foarte pertinente. UE trebuie să încurajeze statele membre în efortul lor de a-si dezvolta economia, bazându-se pe o piaţa a muncii incluzivă, foarte bine instruită şi, nu în ultimul rând, adecvată cererii. Nu trebuie neglijat însă nici rolul statelor membre în acest domeniu, acestea putând găsi un sprijin semnificativ în Fondul social european, ce pune la dispoziţia lor sume considerabile în vederea creării unei pieţe a muncii din ce în ce mai competitive.

Susţin, deci, acest raport şi consider că aceste orientări sunt perfect justificate şi absolut necesare pentru implementarea Strategiei Europa 2020 şi, în special, a obiectivelor referitoare la ocuparea forţei de muncă.

 
  
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  Antonio Cancian (PPE), per iscritto. − Oggi abbiamo discusso e votato le tre relazioni Cornelissen, Gauzès e Berès relative all'Analisi annuale della crescita e dell'occupazione, elaborate in coerenza con l'Annual Growth Survey per il 2012 proposta dalla Commissione nel novembre scorso. Il mio voto positivo alla relazione Berès rispecchia la decisione di questo nostro Parlamento di adottare la proposta di decisione del Consiglio sugli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell'occupazione, in quanto coerenti con gli obiettivi di crescita economica e sociale individuati nella strategia Europa 2020, che devono rimanere tali fino al loro raggiungimento. La strategia infatti traccia il percorso verso una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, caratterizzata da alti tassi di occupazione, produttività e coesione sociale.

 
  
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  Maria Da Graça Carvalho (PPE), por escrito. Votei a favor deste relatório, porque a adoção, hoje, desta resolução, chama finalmente a atenção para um tema central para o futuro da Europa. O emprego foi a maior vítima da crise e das políticas de emprego inadequadas dos últimos anos. A situação, especialmente entre os jovens, é, infelizmente, cada vez pior. Uma reforma do mercado para estimular o emprego, apoiado por uma política de investimento real, voltado para a geração mais jovem irá dar-lhes respostas concretas: um novo plano para modernizar os sistemas de emprego, educação e formação e, finalmente, melhorar a pessoa. O verdadeiro desafio será o de permitir e incentivar a experiência profissional diversificada na vida, preservando e garantindo profissionalismo e remuneração. Ainda mais necessárias são as grandes revisões para o mercado de emprego nacional, que visam reativar a economia europeia. Apenas o aumento da competitividade da União Europeia, dará mais confiança aos investidores e promoverá o crescimento de novos postos de trabalho.

 
  
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  Νικόλαος Χουντής (GUE/NGL), γραπτώς. – Η συνθήκη για τη λειτουργία της ΕΕ προβλέπει ότι το Συμβούλιο καθορίζει τους γενικούς προσανατολισμούς των οικονομικών πολιτικών και ότι χαράσσει κατευθυντήριες γραμμές για την απασχόληση. Οι συγκεκριμένες κατευθυντήριες γραμμές πρέπει να εξυπηρετούν τους στόχους της Στρατηγικής «ΕΕ 2020» αλλά και να συνάδουν προς τους γενικούς προσανατολισμούς των οικονομικών πολιτικών. Η Στρατηγική ΕΕ 2020, καθώς κινείται σε νεοφιλελεύθερη κατεύθυνση αποτυγχάνει να απαντήσει στις ανάγκες των ευρωπαίων πολιτών, και ιδιαίτερα των ευρωπαίων εργαζόμενων, ακόμη περισσότερο μετά το ξέσπασμα της κρίσης. Βασικός της άξονας είναι η αύξηση της ανταγωνιστικότητας σε ευρωπαϊκό επίπεδο μέσω της αποδόμησης των σχέσεων εργασίας. Επιπλέον, σήμερα ο γενικός προσανατολισμός των οικονομικών πολιτικών της ΕΕ ,και ως απάντηση στη κρίση, είναι η επιβολή σκληρών προγραμμάτων λιτότητας και περικοπών εργασιακών και κοινωνικών δικαιωμάτων. Παράλληλα, η ανεργία έχει ξεπεράσει κάθε προηγούμενο. Συνεπώς οι κατευθυντήριες γραμμές για την απασχόληση μέσα στο πλαίσιο το οποίο εντάσσονται δεν αποτελούν σημαντικό εργαλείο για την συγκράτηση της φτώχειας και της ανεργίας. Αντίθετα, εξυπηρετούν πολιτικές που οξύνουν τους κοινωνικούς αποκλεισμούς και οδηγούν τους ευρωπαίους στη εξαθλίωση. Για τους παραπάνω λόγους ψήφισα αρνητικά την έκθεση.

 
  
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  Andrea Cozzolino (S&D), per iscritto. − La conferma da parte del Parlamento degli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell'occupazione adottati dal Consiglio nel 2010, è un atto che non si risolve in un mero passaggio formale, anche se la commissione competente ha deliberato per seguire la procedura semplificata. Abbiamo avuto l'occasione di affrontare nuovamente il dibattito attorno alle iniziative che gli Stati membri devono adottare per raggiungere gli obiettivi di Europa 2020 e rispondere, in maniera particolare, alla ormai insostenibile situazione di disoccupazione cui sono costretti, ancor più di altri, i giovani europei. Occasioni come questa, e quella dell'analisi annuale della crescita, sulla cui trasformazione in "Orientamenti annuali per la crescita sostenibile" siamo chiamati ad esprimerci, ci consentono ogni anno di mettere al centro del nostro dibattito il futuro delle giovani generazioni europee e di partecipare con puntualità al confronto tra gli Stati membri e la Commissione Europea.

 
  
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  Corina Creţu (S&D), în scris. − Tratatul privind funcționarea Uniunii Europene prevede că statele membre și Uniunea se angajează să elaboreze o strategie coordonată de ocupare a forței de muncă și să promoveze o forță de muncă formată, calificată și adaptabilă, precum și piețe ale muncii capabile să reacționeze rapid la evoluția economiei. Strategia Europa 2020, propusă de Comisie, pentru o creștere inteligentă, durabilă și favorabilă incluziunii stabileşte cinci obiective principale ce orientează acțiunea statelor membre, între care Strategia europeană pentru ocuparea forței de muncă. Riscăm însă, în contextul crizei economice, ca toate acestea să rămână literă moartă pe hârtie. Sunt de acord că orientările privind ocuparea forței de muncă adoptate în 2010 ar trebui să rămână stabile până în 2014, astfel încât eforturile să se concentreze asupra punerii lor în aplicare, precum şi că ar trebui ca statele membre să ia în considerare utilizarea Fondului Social European pentru punerea în aplicare a orientărilor privind ocuparea forței de muncă. Din păcate, nu pot împărtăşi optimismul Comisiei în acest sens, în condiţiile în care cele mai multe din măsurile adoptate, dar şi dintre cele preconizate, sunt necesare, dar nu suficiente, după cum arată gradul în creştere al şomajului la nivel european.

 
  
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  Vasilica Viorica Dăncilă (S&D), în scris. − Uniunea Europeană are, și a avut dintotdeauna, un model social foarte apreciat. Însă, în ultima perioadă, s-a constatat o diminuare a dreptului muncii, a drepturilor sociale şi a politicilor de ocupare a forței de muncă ale statelor membre. Consider că este esențial ca statele membre să întreprindă acțiuni în momentul crizei economice actuale pentru a-și concretiza angajamentele de a crește nivelurile de ocupare a forței de muncă, de a îmbunătăți competențele individuale și de a crea posibilități de angajare pentru a reduce sărăcia și pentru a crește incluziunea socială.

Cred că, la nivelul Uniunii, este nevoie de o politică de solidaritate şi coeziune europeană, cu măsuri legislative, fiscale şi financiare concrete. Este vital ca statele membre să respecte aceste angajamente pentru realizarea unor schimburi mai eficace de bune practici și de experiență în domeniul combaterii excluziunii sociale și al reducerii sărăciei, în strânsă concordanță cu obiectivele Strategiei Europa 2020 legate de eradicarea sărăciei.

 
  
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  Mário David (PPE), por escrito. Nos termos do artigo 145 º do Tratado sobre o Funcionamento da União Europeia, os Estados-Membros e a Comunidade estão a trabalhar no desenvolvimento de uma estratégia coordenada da União Europeia para o emprego e para a promoção de uma força de trabalho qualificada, formada e suscetível de adaptação. A Estratégia Europa 2020 coloca a União Europeia no caminho certo com vista ao desejado crescimento económico sustentável, inclusivo e com efeitos multiplicadores, que permita um elevado nível, não só de emprego, mas também de coesão social, produtividade e competitividade. No âmbito dos objetivos anteriormente definidos no sentido de aumentar a participação no mercado de trabalho e reduzir o desemprego estrutural, de desenvolver uma mão-de-obra qualificada e de promover a qualidade do emprego e da aprendizagem ao longo da vida, de melhorar o desempenho dos sistemas de ensino e de formação a todos os níveis e de aumentar a participação no ensino superior, bem como de promover a integração social e o combate à pobreza, considera-se que estas orientações devem permanecer inalteradas até 2014 e que a sua atualização deverá ser estritamente limitada após essa data. Por concordar com o relator, votei favoravelmente este relatório.

 
  
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  Ioan Enciu (S&D), in writing. − I voted in favour of this report on the employment policies guidelines for the Member States, because it represents an important step in maintaining the continuity of the European Union’s strategy for growth and employment, Europe 2020. I am very much looking forward to the Member States following these guidelines while adopting employment policies, in particular because of the stress on a skilled, trained and adaptable workforce – a real engine for the future growth of Europe. In these days of economic and financial problems for the European Union, employment and growth become probably the most sensitive issues for the whole political debate. I believe that Europe should recognise job creation as a central goal for the revitalisation of our economy.

 
  
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  Edite Estrela (S&D), por escrito. Votei favoravelmente este relatório, que apoia a proposta da Comissão relativa ao lançamento de uma nova estratégia para o emprego, baseada numa maior coordenação das políticas económicas. É de realçar a importância de esta estratégia colocar o crescimento sustentável e a competitividade no centro da agenda europeia.

 
  
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  José Manuel Fernandes (PPE), por escrito. A crise económica e financeira iniciada em 2009 tarda em dar sinais de começar a ser superada. Pelo contrário, arrasta Estados que, inicialmente, pareciam imunes. Foi neste contexto de incerteza quanto ao fim da crise que teve lugar o último Conselho Europeu. O relatório preparado por Pervenche Berès debruça-se sobre a proposta de decisão do Conselho no que respeita às orientações que os Estados-Membros devem seguir quanto às suas políticas de emprego. Saúdo as medidas aprovadas pelo Conselho no sentido de canalizar fundos para programas que promovam o crescimento e o emprego, nomeadamente direcionados para as pequenas e médias empresas e para o emprego jovem. Porque é imprescindível que a UE tenha uma estratégia de crescimento e emprego, votei favoravelmente este relatório, que consubstancia um conjunto de medidas de luta contra o desemprego e de promoção de um crescimento económico sustentável.

 
  
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  João Ferreira (GUE/NGL), por escrito. Este relatório, oriundo da Comissão do Emprego e dos Assuntos Sociais, limita-se a recomendar ao Parlamento Europeu que aceite e continue com as orientações para a política de emprego de 2010, não propondo as mudanças necessárias em relação à política económica e social que a Comissão tem seguido. Como se tudo estivesse correndo às mil maravilhas. Como se o desemprego na União Europeia não se elevasse já a mais de 23 milhões de desempregados. Como se o desemprego jovem não tivesse a dimensão dramática que tem, nunca vista em muitos países, como sucede em Portugal, que apresenta as maiores taxas de desemprego desde o 25 de abril.

Ou seja, desta forma, o Parlamento, através deste relatório, da responsabilidade de uma deputada social-democrata, está a caucionar a cartilha neoliberal, que por vezes critica (de forma oportunista), onde se incluem: a promoção da flexigurança, o aumento da idade da reforma, as chamadas políticas de austeridade, em resumo, o aumento da exploração dos trabalhadores. Pela nossa parte não aceitamos a continuação destas políticas e exigimos novas orientações para as políticas de emprego dos Estados-Membros, que não ataquem os direitos dos trabalhadores, antes os ampliem e alinhem com o progresso científico e técnico. Por isso votámos contra.

 
  
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  Monika Flašíková Beňová (S&D), písomne. − V článku 145 Zmluvy o fungovaní Európskej únie sa ustanovuje, že členské štáty a Únia pracujú na rozvoji koordinovanej stratégie zamestnanosti a najmä na podpore kvalifikovanej, vyškolenej a pružnej pracovnej sily. Európskou komisiou navrhnutá stratégia Európa 2020 umožní Únii nasmerovať jej hospodárstvo smerom k inteligentnému, udržateľnému a inkluzívnemu rastu, ktorý bude sprevádzať vysoká miera zamestnanosti, produktivity a sociálnej súdržnosti. Práve európska stratégia zamestnanosti má vedúcu úlohu pri plnení cieľov novej stratégie v oblasti zamestnanosti a pracovného trhu. Som toho názoru, že je potrebné, aby členské štáty aj naďalej vyvíjali úsilie na riešenie úloh v prioritných oblastiach zvyšovania účasti na pracovnom trhu a znižovania štrukturálnej nezamestnanosti a aby sa snažili rozvíjať kvalifikovanú pracovnú silu v súlade s potrebami pracovného trhu a vynakladali úsilie o podporu kvality pracovných miest a celoživotného vzdelávania. Domnievam sa, že usmernenia pre oblasť zamestnanosti prijaté v roku 2010 by mali zostať nezmenené až do roku 2014, aby sa zabezpečilo ich nerušené vykonávanie. Zmien by sa v nich malo vykonať čo najmenej, predovšetkým takých, ktoré budú najviac nevyhnutné.

 
  
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  Lorenzo Fontana (EFD), per iscritto. − La nostra posizione nei confronti della strategia 2020 è stata tradizionalmente scettica e la necessità di mantenere un approccio critico nei confronti della stessa sembra doversi riconfermare alla luce degli sviluppi che hanno coinvolto gli Stati membri negli ultimi due anni. Se nel 2010, infatti, si richiedeva che l´Unione adottasse azioni correttive, soprattutto negli Stati membri più vulnerabili, per risolvere gli squilibri macroeconomici che affliggevano l´Europa, nel 2012 le drammatiche conseguenze causate dalle misure di austerità introdotte con tali interventi sono il motivo per cui l´originario scetticismo va oggi confermato. Gli emendamenti apportati alla proposta, inoltre, hanno introdotto l´obiettivo di aumentare la percentuale di lavoratori immigrati nell´Unione, obiettivo che non condivido. Per questi motivi, il mio voto è stato contrario.

 
  
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  Sylvie Guillaume (S&D), par écrit. – Après l'adoption de plusieurs mesures européennes visant à imposer exclusivement la rigueur budgétaire en Europe, ce vote qui confirme la validité, pour 2012, des lignes directrices pour les politiques de l'emploi des États membres, arrive à point nommé pour rappeler que c'est de croissance et d'emploi dont l'Europe a besoin pour la relance de son économie.

C'est pourquoi j'ai voté en faveur du rapport de ma collègue Pervenche Berès. Il est, en effet, d'une importance cruciale de concentrer les efforts pour lutter contre le chômage et la pauvreté qui ne cessent de toucher toujours plus les citoyens. Pour ce faire, les États doivent continuer à tout mettre en œuvre pour accroître la participation des femmes et des hommes au marché du travail ainsi que pour promouvoir une éducation et une formation de qualité aux jeunes, conformément aux objectifs de ces lignes directrices.

Je soutiens de plus ce rapport car il propose une gouvernance plus démocratique pour l'Union européenne en matière de politique économique que celle qui désire imposer des sanctions financières aux États, par l'institution d'un dialogue sur les politiques économiques entre le Conseil et le Parlement européen, avec la participation des parlements nationaux.

 
  
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  Małgorzata Handzlik (PPE), na piśmie. – Cieszy mnie, że Parlament Europejski zatwierdził dzisiaj wytyczne dotyczące polityki zatrudnienia państw członkowskich. Potrzebna jest nam ściślejsza koordynacja polityki gospodarczej ze szczególnym naciskiem na kluczowe obszary wymagające działań, tak aby wykorzystać europejski potencjał w dziedzinie trwałego wzrostu gospodarczego. To ważne, by tworzyć miejsca pracy, szczególnie dla młodych ludzi.

Pamiętajmy, że strategia Europa 2020 kładzie szczególny nacisk na działanie na rzecz pracy i rozwoju. Potrzebujemy wytycznych, abyśmy mogli zwiększyć zatrudnienie. Rynek pracy powinien być otwarty i przede wszystkim dostępny dla osób młodych. Jednak to właśnie młodzi ludzie mają największe trudności w odnalezieniu się na tym niestabilnym rynku pracy. Państwa członkowskie nadal powinny skupiać swoje wysiłki na priorytetowych obszarach, do których należy m. in. dążenie do ograniczania bezrobocia. Taki wspólny plan działań to skuteczny sposób, aby zaradzić temu narastającemu obecnie problemowi.

 
  
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  Jim Higgins (PPE), in writing. − I welcome this report. What we need to focus on now is implementation of the guidelines. We need to ensure effective governance of the employment and social policies by the Member States. Member States should involve stakeholders, the social partners and parliamentary bodies in the design, implementation, monitoring and evaluation of the National Reform Programmes. Above all, we need to focus on the implementation of the guidelines in order to ensure a coordinated strategy for employment which will promote a skilled, trained and adaptable workforce. I am confident that we will achieve smart, sustainable and inclusive growth with a high level of employment, productivity and social cohesion throughout the EU. These employment guidelines will remain unchanged until 2014 and their updating should remain strictly limited within the three years. However we must ensure that the integrated economic policy and employment guidelines are the main focus of the annual review of the Europe 2020 Strategy

 
  
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  Philippe Juvin (PPE), par écrit. – J'ai voté en faveur du rapport Berès relatif aux lignes directrices sur la politique de l'emploi de l'Union européenne pour 2020. La Stratégie Europe 2020 permet d'orienter le système économique de l'Union européenne vers une croissance intelligente, durable et inclusive avec un niveau élevé de cohésion sociale et de productivité.

 
  
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  Jarosław Kalinowski (PPE), na piśmie. − Przedstawiony przez Komisję Europejską projekt wytycza całej Wspólnocie ambitne zadania w zakresie zwalczania dotkliwych skutków kryzysu gospodarczego dla europejskiego rynku pracy. Chciałbym wyrazić poparcie dla zaproponowanych w Komisji Zatrudnienia poprawek, które podkreślają fundamentalną rolę funduszy europejskich w uporaniu się z kryzysem i odzyskaniu równowagi na rynku pracy oraz postulują uproszczenie systemów przyznawania środków, tak aby stanowiły atrakcyjną formę pomocy dla potencjalnych beneficjentów.

Jednakże nawet najbardziej trafne strategie i wytyczne nie przyniosą oczekiwanego rezultatu bez solidarnej współpracy pomiędzy wszystkimi państwami Unii Europejskiej. Największym zagrożeniem dla osiągnięcia celów wspomnianej strategii wydają się zapowiedzi ograniczenia środków w ramach funduszy strukturalnych w następnej perspektywie finansowej na lata 2014-2020, co stanowi wyraźny przejaw partykularnego, a nie wspólnotowego sposobu myślenia. Nawet najlepiej zmodyfikowane, zgodnie z przyjętymi wytycznymi, ramy prawne, instytucjonalne i systemowe nie przyniosą oczekiwanej poprawy na rynku pracy bez zapewnienia odpowiednich środków na ich wdrożenie.

 
  
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  Giovanni La Via (PPE), per iscritto. − Ho espresso voto favorevole alla relazione perché ritengo che sia necessario che gli Stati membri operino coerentemente nelle politiche economiche a favore dell’occupazione. La definizione del quadro di interventi che copre il periodo che va dal 2010 al 2014, prevedendo limitate modifiche intermedie, va proprio nella direzione di omogeneità che è giusto dare per valorizzare le politiche occupazionali. Il controllo e il monitoraggio dell’esecuzione di tali politiche da parte dei Paesi membri, è un aspetto altresì importante di cui tenere strettamente conto nel delineare i bilanci finali sul tema. Tali orientamenti, sono convinto, sono valide indicazioni che tendono a conciliare le politiche economiche con quelle lavorative. Non va dimenticato, infatti, il valore dell’occupazione nel momento in cui ciascun Stato membro delinea le proprie politiche economiche che, oltre di misure necessariamente restrittive per affrontare l’attuale periodo di crisi, devono tener conto della crescita e dello sviluppo che passano attraverso una nuova spinta occupazionale.

 
  
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  Ramona Nicole Mănescu (ALDE), în scris. − Am votat în favoarea raportului privind orientările şi politicile de ocupare a forţei de muncă ale statelor membre, ţinând seama de considerentele ce urmează. Având în vedere dificultăţile economice şi sociale cu care se confruntă statele membre, este absolut necesară o coordonare a politicilor economice şi de ocupare a forţei de muncă. Este important ca statele membre, prin programele naţionale de reformă, să-şi îndrepte atenţia cu prioritate către dezvoltarea pieţei muncii, reducerea şomajului, în special în rândul tinerilor, şi crearea de noi locuri de muncă. Acum, mai mult decât oricând, avem nevoie de politici integrate care să răspundă atât aspectelor economice, cât şi celor sociale.

Nu putem vorbi de creştere economică sustenabilă fără a avea în vedere crearea de locuri de muncă sustenabile. Statele membre trebuie să implementeze politici fiscale adecvate în vederea susţinerii investiţiilor şi încurajării IMM-urilor în vederea creării de noi locuri de muncă, dar şi să utilizeze eficient fondurile structurale. Astfel, prin sprijinirea IMM-urilor şi utilizarea fondurilor structurale, se vor crea noi locuri de muncă şi se poate combate şomajul în rândul tinerilor.

 
  
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  Barbara Matera (PPE), per iscritto. − Esprimo il mio voto favorevole alla relazione dell'on. Berès in quanto, alla luce dell'acuta crisi economica ed occupazionale che attraversa l'Europa oggi, gli obiettivi di crescita sostenibile sono divenuti estremamente importanti e cruciali. L'Unione europea si è posta, quale obiettivo a lungo termine ed attraverso una comune politica economica, la creazione di diciassette milioni e mezzo di nuovi posti di lavoro.

In quest'ottica, è soprattutto verso determinate categorie di cittadini europei che bisogna dirigere l'attenzione. In particolare, coloro che sono alla ricerca di un primo impiego, ossia i giovani che fanno estremamente fatica ad entrare nel mercato del lavoro, i lavoratori scarsamente qualificati e coloro che si avvicinano alla pensione. Tra questi cittadini – e mi preme dirlo in quanto vicepresidente della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere – le donne restano ancora in una condizione emarginata e discriminate sul posto del lavoro.

Le politiche di risanamento di bilancio colpiscono indiscriminatamente la posizione socioeconomica delle donne. La politica di rilancio economico così come proposta dalla Commissione europea deve restare una strategia di crescita sostenibile ed inclusiva e non trasformarsi, a causa della crisi economico-fiannziaria, in esclusiva a detrimento delle donne.

 
  
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  Mario Mauro (PPE), per iscritto. − Il mio voto alla relazione Berès è favorevole. Concordo con la decisione della Commissione di mantenere per il 2012 gli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell'occupazione figuranti nell'allegato alla decisione del Consiglio, del 21 ottobre 2010, relativa a orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell'occupazione.

 
  
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  Mairead McGuinness (PPE), in writing. − I voted in favour of this report, which calls for the development of a coordinated strategy for employment and the promotion of skilled and trained workers across the EU. In the context of the financial crisis, it is important that a harmonised approach is adopted in order to address employment policies in the EU.

 
  
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  Jean-Luc Mélenchon (GUE/NGL), par écrit. – Les lignes directrices pour l'emploi de 2011 ont été synonymes de relèvement de l'âge de départ à la retraite, de flexibilisation du marché du travail et de baisse des salaires. Les terribles résultats d'une telle politique n'ont pas dû échapper à Madame Berès. Pourtant, avec la majorité de ce parlement, elle propose d'approuver leur maintien pour l'année 2012. Je vote contre et dénonce ce texte.

 
  
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  Nuno Melo (PPE), por escrito. Tendo em conta que o desemprego tem atingido valores preocupantes desde 2008, perfazendo 23 milhões de desempregados na UE, o que corresponde a 20% da população ativa, e que, para cumprir o seu objetivo em matéria de emprego, a UE terá de criar emprego para mais 17,6 milhões de pessoas até 2020, é com preocupação que voto favoravelmente a presente resolução, no sentido de que seja mostrada maior ambição na realização dos objetivos da Estratégia Europa 2020 e na criação de empregos sustentáveis, melhorando as condições para uma participação acrescida no mercado de trabalho, designadamente na educação e formação.

 
  
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  Willy Meyer (GUE/NGL), por escrito. − He votado en contra de este informe porque no comparto el espíritu del Estudio Prospectivo Anual sobre el Crecimiento y el Empleo para el 2012 presentado por le Comisión Europea. Las soluciones propuestas no ayudarán a hacer frente a la crisis, ni impedirán una recesión generalizada en toda la UE, sino que empeorarán los efectos de la crisis, aumentando las desigualdades sociales, la pobreza, el paro y el empobrecimiento de los ciudadanos de la UE. Este estudio, así como las iniciativas de la UE van en la línea de las políticas neoliberales que nos ha llevado a la crisis. En nombre de la recuperación de la confianza en los mercados, la competitividad y el crecimiento, se producen los recortes salariales, la destrucción del modelo social europeo y la violación de los derechos básicos de los ciudadanos.

 
  
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  Alexander Mirsky (S&D), in writing. − I am sure that continued use of the Guidelines is necessary in 2012, and I agree that EU Member States should use these Guidelines when implementing their own national employment policies. I voted in favour.

 
  
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  Andreas Mölzer (NI), schriftlich. Die Beschäftigungspolitik der Europäischen Union ist eines derjenigen Politikfelder, in denen die Europäische Union koordinierende Aufgaben hat, insbesondere die Festlegung von Leitlinien. Die Umsetzung dieser Leitlinien in konkrete Maßnahmen und Gesetze ist hingegen weitgehend den einzelnen Mitgliedstaaten überlassen. Kernziele der neuen Leitlinien sind die Erhöhung der Frauenbeschäftigungsquote auf 75 %, Arbeitskräfte, deren Qualifikation der Nachfrage des Marktes entspricht, eine Senkung der Schulabbrecherquote auf unter 10 % und eine Erhöhung der Hochschulabschlüsse auf mindestens 40 % sowie die Bekämpfung von gesellschaftlicher Ausgrenzung und Armut. Ich habe mich meiner Stimme enthalten, da die Leitlinien der Beschäftigungspolitik der EU zwar ein ambitioniertes Projekt sind, die nationalstaatlichen Vorgaben genau in diesen Bereichen jedoch weit mehr an Gewicht haben und folglich diese mehr unterstützt gehörten.

 
  
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  Tiziano Motti (PPE), per iscritto. − Crescita e occupazione sono certamente temi di grande sensibilità, in particolare per i nostri giovani, ma il modo in cui la Commissione ha presentato la sua proposta è, francamente, preoccupante. Il nostro monito s’indirizza al piano della Commissione di canalizzare fino a € 82 miliardi di fondi strutturali non impegnati in programmi per creare posti di lavoro per giovani e sostenere le piccole imprese, che potrebbe minare la fiducia nella politica regionale dell'UE. Il piano, infatti, si propone di utilizzare fondi in progetti regionali specifici, ma senza il necessario coinvolgimento delle autorità locali. Siamo davanti ad una proposta che crea la falsa impressione che la politica di coesione abbia scarsa efficacia, rilevando che, al contrario, due terzi dei fondi per le politiche regionali sono già stati utilizzati o vincolati formalmente. Pur sostenendo le iniziative volte ad aumentare il trasferimento di fondi, ad aiutare le piccole imprese e a combattere la disoccupazione giovanile, è lecito interrogarsi su come l'approccio della Commissione potrebbe essere migliorato: secondo la Commissione fino a € 22 miliardi di stanziamenti del Fondo sociale europeo (un terzo del suo bilancio per il 2007-2013) e fino a € 60 miliardi di fondi regionali e di coesione non sono ancora stati impegnati in progetti specifici.

 
  
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  Siiri Oviir (ALDE), kirjalikult. − Toetasin antud raportit, pidades hädavajalikuks, et liikmesriigid võtaksid viivitamata kasutusele meetmed, et täita võetud kohustused seoses tööhõive taseme tõstmisega, inimeste oskuste parandamise ja vaesuse vähendamisega. Tööpuudus on endiselt Euroopa liikmesriikides väga kõrge ning seda eriti noorte seas, kus mõnes liikmesriigis on vastav näitaja juba üle 40%. Selline olukord, kus suur osa tööealisest elanikkonnast on pikaajalised töötud ning heitunud, halvab Euroopa majandust ja elujõudu. Seetõttu on oluline käivitada koostöös sotsiaalpartneritega nn garantiiskeem, et kindlustada igale noorele õigus saada tööle, praktikale või koolitusele, juhul kui ta on olnud neli kuud töötu. Selle asemel, et Euroopa ettevõtted viivad järjekindlalt oma tootmist välja Aasiasse, peaksid nad rohkem tähelepanu pöörama oma kodupiirkonnale, ning Euroopa Liit ja liikmesriigid peaksid seda ka enam soodustama.

 
  
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  Rolandas Paksas (EFD), raštu. − Užimtumo politika – vienas pagrindinių veiksnių, didinančių ekonomikos augimą ir darbo vietų skaičių. Manau, kad kiekviena valstybė narė turėtų skirti ypatingą dėmesį užimtumo lankstumo ir saugumo didinimui bei augimo kliūčių šalinimui. Turi būti nuolat stiprinama socialinė įtrauktis, kova su skurdu ir tobulinamas darbo rinkos veikimas. Visų pirma, reikia didinti dalyvavimo darbo rinkoje galimybes bei mažinti struktūrinį nedarbą. Be to, turėtų būti kuriamos darbo rinkos poreikiams pritaikytos mokymo sistemos ir plėtojami įgūdžiai. Tik įgyvendinus šias ir kitas užimtumo politikos gairėse numatytas priemones visoje Europoje bus sukuriama daugiau ir kokybiškesnių darbo vietų ir skatinamas užimtumą didinantis augimas.

 
  
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  Justas Vincas Paleckis (S&D), raštu. − Balsavau už šį pranešimą, kadangi esu susirūpinęs mažu užimtumu ES valstybėse ir sutinku, kad šios problemos sprendimui yra reikalingos ES politikos gairės. Jaunimo nedarbas, kai kuriose valstybėse siekiantis net iki 49 proc., nesaugios ir mažai apmokamos darbo vietos, tinkamos kvalifikacijos darbuotojų trūkumas, socialinė atskirtis ir kova su skurdu – tai bendri ES valstybių iššūkiai. Todėl tik veikiant kartu ir vykdant nuoseklią politiką gali būti užtikrinamas tvarus augimas. Pritariu, kad valstybės narės turi koordinuoti savo nacionalines programas ir jų įgyvendinimą, o šių programų priemonės turėtų būti nukreiptos į verslumo skatinimą, švietimo ir mokymo sistemų pritaikymą prie rinkos poreikių. Reikia efektyviau panaudoti Europos Socialinio fondo lėšas, tobulinti mikrokreditų mažoms ir vidutinėms įmonėms suteikimo sistemą.

 
  
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  Alfredo Pallone (PPE), per iscritto. − All'interno dell'analisi annuale sulla crescita per il 2012 si inseriscono i progetti relativi agli orientamenti per le politiche degli Stati membri sull'occupazione. La crisi economica e il mercato comune europeo che necessita di misure che lo rendano più forte e competitivo, determinano uno dei più grandi problemi sociali per il presente e per il futuro, la disoccupazione. Ho votato a favore del testo della collega Berès perche abbiamo bisogno di orientamenti specializzati sulle politiche occupazionali per ridare slancio all'economia e fiducia ai cittadini. Il sistema Europa ha bisogno di certezze per il futuro e la certezza di un lavoro, soprattutto per i giovani, è la prima via verso una Unione migliore.

 
  
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  Maria do Céu Patrão Neves (PPE), por escrito. Uma vez que os grandes objetivos e as prioridades expressas nas orientações para as políticas de emprego, adotadas em 21 de outubro de 2010, permanecem válidas, votei favoravelmente a presente resolução legislativa do Parlamento Europeu sobre a proposta de decisão do Conselho relativa às orientações para as políticas de emprego dos Estados-Membros. Na verdade, no presente ato, o Parlamento Europeu limita-se a confirmar as políticas de emprego, que, de acordo com o disposto na decisão de adoção, devem permanecer estáveis até 2014, a fim de garantir que seja dada ênfase à respetiva aplicação.

 
  
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  Miguel Portas (GUE/NGL), por escrito. O projeto de resolução legislativa do Parlamento Europeu sobre as orientações políticas para o emprego nos Estados-Membros, apresentado pela Comissão do Emprego, apenas veio confirmar as linhas orientadoras para o emprego estabelecidas pela Comissão em 2010. Apesar de a conjuntura económica estar a piorar desde então, com taxas de desemprego que aumentam exponencialmente em quase todos os Estados-Membros, o Parlamento Europeu prescindiu do seu direito de exigir ao Conselho e à Comissão que apresentassem novas medidas, de caráter vinculativo, destinadas a promover o investimento orientado para a criação de emprego. Por este motivo, votei contra.

 
  
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  Paulo Rangel (PPE), por escrito. No seguimento da Estratégia Europa 2020, foi prevista uma série de objetivos centrais, tendo em vista o crescimento económico e a coesão social, numa política de articulação entre a ação dos Estados-Membros e as instâncias comunitárias. Estando estas orientações integradas na proposta da Comissão, votei em sentido favorável.

 
  
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  Robert Rochefort (ALDE), par écrit. – Dans un marché unique en pleine intégration, où les Etats membres deviennent de plus en plus interdépendants, coordonner les politiques de l'emploi est un objectif primordial pour assurer la cohérence et l'efficacité des actions. En votant pour le rapport de Pervenche Berès, je soutiens cet objectif en approuvant le maintien pour 2012 des lignes directrices pour les politiques de l'emploi des Etats membres actées par la décision du Conseil du 21 octobre 2010. Ces lignes sont en effet essentielles pour réaliser cet objectif : augmenter la participation au marché du travail, réduire le chômage structurel, promouvoir la qualité de l'emploi et l'inclusion sociale, favoriser l'éducation et la formation tout au long de la vie, rendre les systèmes éducatifs plus performants et lutter contre la pauvreté. Ce sont des nécessités que je défends depuis longtemps. Enfin, je salue la volonté de la Commission, reprise aujourd'hui par le Parlement européen, d'œuvrer pour la stabilité de ces lignes jusqu'en 2014, afin que l'accent soit mis non pas sur les conclusions de négociations incessantes, sur leur modification à la marge, mais sur leur application concrète. Il est désormais du devoir des Etats membres de les prendre en compte dans leurs politiques de l'emploi.

 
  
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  Oreste Rossi (EFD), per iscritto. − Non possiamo essere favorevoli ad un testo che prevede di risolvere i problemi legati all'occupazione e che tratta di politiche degli Stati membri a favore della stessa con disposizioni che vogliono "rimuovere le barriere", che impediscono agli immigrati di accedere al mercato del lavoro dell'UE. Non possiamo accettare disposizioni di questo tipo, in quanto proprio in virtù delle norme che agevolano gli immigrati regolari, già oggi è più facile che siano questi ultimi ad essere chiamati a ricoprire una disponibilità lavorativa rispetto ad un cittadino comunitario.

In aggiunta, ci siamo resi conto che quando formula azioni correttive nei confronti degli Stati membri, l'Unione europea tenta di fatto di decidere al posto loro e, alla luce delle drammatiche conseguenze provocate dalle misure di austerità introdotte con tali interventi, siamo scettici nei confronti delle strategie comunitarie come quelle in questione.

 
  
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  Tokia Saïfi (PPE), par écrit. – Dans le cadre de sa stratégie "Europe 2020", l'Union a établit une liste de priorités et d'initiatives communes visant à promouvoir une croissance intelligente, durable et riche en emplois. La relance de l'emploi a ainsi été identifiée comme le moteur principal de la croissance et reconnue, à juste titre, comme le facteur d'une plus grande cohésion sociale à l'échelle européenne. C'est ainsi que, depuis leur adoption en octobre 2010, des lignes directrices viennent guider les politiques nationales de l'emploi. Les Etats membres, conformément aux dispositions de la stratégie "Europe 2020", doivent diminuer le chômage structurel, former une main d'œuvre qualifiée, promouvoir des emplois de qualité et assurer une formation professionnelle tout au long de la vie. Le Parlement européen s'est prononcé en faveur de la reconduite de ces lignes directrices pour l'emploi jusqu'en 2014. Cette position, que je partage, reflète une prise de conscience majeure des institutions européennes : l'emploi est notre priorité et nous devons réfléchir à tous les moyens de le promouvoir et de le pérenniser. Pour cela, les Etats membres ont d'ailleurs la possibilité de recourir au Fonds social européen.

 
  
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  Sergio Paolo Francesco Silvestris (PPE), per iscritto. − La Commissione nell'Annual Growth Survey (AGS) ha identificato cinque priorità che sono le azioni per il 2012: consolidamento fiscale, ripristino del normale funzionamento del mercato del credito; crescita e competitività; contrasto alla disoccupazione e alle conseguenze sociali della crisi; modernizzazione della pubblica amministrazione. Io, da parte mia, voglio sottolineare il mio pieno sostegno, espresso con il voto positivo di questa mattina, alle cinque priorità individuate. Voglio anche ricordare come sia assolutamente necessario accelerare le iniziative per realizzare il mercato unico e per estendere la portata della AGS. Voglio infine segnalare il mio apprezzamento per l'impianto integrato del documento e l'inedita attenzione ai temi sociali.

Sui giovani un'ultima parola: la quarta priorità consiste nel contrastare la loro disoccupazione e le conseguenze sociali della crisi, che sta avendo gravi ripercussioni sull'inclusione sociale e sui tassi di povertà. Mantenere le persone attive – sia nel lavoro, nella formazione o anche nella ricerca di un lavoro – è fondamentale sia sul piano economico che su quello sociale. Il testo propone quindi di rivedere i meccanismi di revisione dei salari in modo che riflettano maggiormente la produttività, di rimuovere le barriere legali per il riconoscimento delle qualifiche professionali fra paesi, di limitare l'accesso agli schemi di prepensionamento, di incoraggiare la creazione di imprese.

 
  
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  Nuno Teixeira (PPE), por escrito. Segundo o EUROSTAT, a União Europeia tem atualmente cerca de 23 milhões de desempregados, mais 8 milhões comparativamente ao ano de 2008, sendo a maior parte deles jovens que não conseguem encontrar uma oportunidade no mercado laboral. Entre os Estados-Membros da UE, as taxas mais altas de desemprego verificam-se em Espanha (22,9%), seguida da Grécia (19,2% em outubro), ocupando Portugal a sexta posição com 13,6%. Ao invés, é possível constatar que as taxas mais baixas se verificam em países como a Áustria (4,1%), Holanda (4,9%) e Luxemburgo (5,2%). O artigo 145.º do Tratado sobre o Funcionamento da União Europeia prevê que os Estados-Membros e a UE se empenhem em desenvolver uma estratégia coordenada na área do emprego, subscrevendo, assim, a intenção da Comissão Europeia e do Parlamento Europeu de reforçar as orientações políticas para o emprego, nos termos da Decisão do Conselho de 21 de outubro de 2010.

 
  
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  Silvia-Adriana Ţicău (S&D), în scris. − Am votat pentru Rezoluția referitoare la propunerea de decizie a Consiliului privind orientările pentru politicile de ocupare a forței de muncă ale statelor membre, deoarece, din cauza crizei economice și financiare, rata șomajului a crescut alarmant în UE. Conform Eurostat, în Europa peste 23 de milioane de persoane sunt în șomaj. Orientările prevăzute în Decizia 2010/707/UE vor fi aplicate de statele membre și în anul 2012. Politicile de ocupare a forței de muncă trebuie să fie orientate către: creșterea participării pe piața muncii, reducerea șomajului structural și promovarea calității locurilor de muncă, dezvoltarea unei forțe de muncă calificate care să răspundă nevoilor pieței muncii și promovarea învățării de-a lungul vieții, îmbunătățirea calității și a performanței sistemelor de educație și formare la toate nivelurile și creșterea participării la învățământul terțiar sau cel echivalent, precum şi promovarea incluziunii sociale și combaterea sărăciei. Prin aceste orientări, se urmărește realizarea principalelor obiective ale UE pentru 2020, cum ar fi creșterea la 75% a ratei de ocupare a forței de muncă, reducerea ratei abandonului școlar la mai puțin de 10%, cel puțin 40% dintre tineri să fie absolvenți de învățământ superior și scoaterea a cel puțin 20 de milioane de oameni în afara riscului de sărăcie și excluziune.

 
  
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  Marie-Christine Vergiat (GUE/NGL), par écrit. – J'ai voté contre le rapport Berès demandant au Parlement européen d'approuver la proposition de décision de la Commission et du Conseil relative aux lignes directrices pour les politiques de l'emploi des États membres.

Par ce vote, il s'agit d'assurer la "compatibilité" des lignes directrices de l'emploi avec les politiques économiques de l'UE. C'est déjà tout un programme et l'on voit chaque jour davantage ce que cela signifie, à travers le triste exemple de ce qui est imposé à la Grèce. Il s'agit de "concrétiser la stratégie Europe 2020", de "doper le potentiel de croissance durable et de compétitivité de l'Europe", de "rendre apte le marché du travail à réagir rapidement à l'évolution de l'économie", de "respecter le pacte de stabilité et de croissance" et de "donner aux États membres des orientations précises concernant l'élaboration de leurs programmes nationaux de réforme".

Tout est dit. On peut parler après de diminuer le chômage structurel, de développer la main d'œuvre qualifiée et de promouvoir les emplois de qualité. Ce ne sont que des mots sacrifiés à l'aulne des politiques d'austérité.

 
  
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  Angelika Werthmann (NI), schriftlich. Um das Wachstum und die Wettbewerbsfähigkeit in Europa zu steigern und die Verwirklichung der Europa 2020-Ziele zu gewährleisten, ist es unerlässlich, die Leitlinien für beschäftigungspolitische Maßnahmen der Mitgliedstaaten beizubehalten. Insbesondere müssen die Erhöhung der Erwerbsbeteiligung von Männern und Frauen, der Abbau struktureller Arbeitslosigkeit, Armutsbekämpfung, sowie die Leistungssteigerung der europäischen Bildungssysteme fokussiert werden.

 
  
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  Inês Cristina Zuber (GUE/NGL), por escrito. Este relatório vem diretamente da Comissão do Emprego e Assuntos Sociais e apenas recomenda que o PE aceite e continue com as orientações para a política de emprego de 2010, não propondo as mudanças necessárias em relação à política económica e social que a Comissão tem seguido. Desta forma, o Parlamento está a aceitar a continuação das políticas neoliberais de promoção da flexigurança, de aumento da idade da reforma, das chamadas políticas de austeridade, em resumo, de aumento da exploração dos trabalhadores. Não aceitamos a continuação destas políticas e exigimos novas orientações para as políticas de emprego dos Estados-Membros que não ataquem os direitos consagrados dos trabalhadores, o direito à contratação coletiva e aos direitos sociais adquiridos.

 
  
  

Recomendación para la segunda lectura: Czeslaw Adam Siekierski (A7-0032/2012)

 
  
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  Damien Abad (PPE), par écrit. – Attaché à la solidarité européenne, j'ai voté en faveur du maintien du PEAD pour les années 2012 et 2013. Ce vote intervient après l'accord trouvé au Conseil. Toutefois, cet accord ne peut en aucun cas servir de solution à long terme. En effet, nous devons dès maintenant réfléchir à l'après 2013 et à la manière de réformer le PEAD et de permettre aux plus démunis de continuer à bénéficier de ce programme.

 
  
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  Luís Paulo Alves (S&D), por escrito. Voto favoravelmente. Um dos problemas que a UE ainda manifesta, apesar do nível de desenvolvimento que atingimos, é o da má nutrição que afeta sobretudo os sem-abrigo, as famílias com dificuldades, os desempregados, que crescem substancialmente nesta época, as famílias monoparentais, os migrantes, os candidatos a asilo, os idosos socialmente desfavorecidos e as crianças com deficiência. 7 países começaram por inviabilizar o programa de apoio em análise, alegando questões jurídicas, e isso foi uma atitude lamentável que, infelizmente, só está ultrapassada até 2013. Recordo que a UE foi muito célere a apoiar as instituições bancárias, mas se revela muito insensível, quando se trata de solidariedade para com os mais desfavorecidos. Serve esta reflexão para provar que vivemos numa Europa com estas contradições, que urge anular.

 
  
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  Roberta Angelilli (PPE), per iscritto. − Ho accolto con piacere la notizia del superamento del blocco in seno al Consiglio della proposta della Commissione, durato ben due anni. Vista l'urgenza di fornire sostegno alle categorie indigenti dell'Unione europea e il ritardo che l'azione ha avuto, ho votato in favore della relazione Siekierski per permettere una rapida distribuzione delle derrate alimentari ai cittadini indigenti e fornire finalmente loro il sostegno dell'Unione in un periodo non solo di crisi economica ma anche di complicate situazioni meteorologiche. Sono fermamente convinta che il finanziamento del programma debba essere a carico dell'Unione nella sua totalità e, ritengo necessario accompagnare il programma con misure transitorie per evitare un calo immediato degli aiuti alimentari e garantire che i beneficiari degli stessi non si trovino all'improvviso nuovamente in condizioni di povertà alimentare. Per questo mi compiaccio dell'accordo raggiunto, anche in virtù del fatto che gli alimenti da distribuire saranno di origine comunitaria, pertanto a vantaggio della nostra produzione e della crescita.

 
  
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  Sophie Auconie (PPE), par écrit. – Le Parlement européen a avancé cette semaine sur un problème crucial: un compromis a enfin été obtenu avec les Etats membres pour maintenir le financement du programme européen d'aide aux plus démunis pour les années 2012 et 2013. Ce programme assure l'approvisionnement en vivres de plus de 13 millions de bénéficiaires, répartis dans 15 États membres. Il nous faut désormais travailler à assurer l'avenir de ce programme après 2013, et je peux vous assurer que le Parlement européen continuera à se battre sur ce sujet. Mes collègues et moi avons exigé de la part de la Commission européenne et des États membres qu'à court terme, ils prévoient un mécanisme de transition, et qu'à moyen terme, ils changent la législation pour permettre la poursuite de ce programme. Je proposais à ce sujet une implication du Fonds Social Européen (FSE). Enfin, j'estime que ce programme est aussi un instrument de lutte contre le gaspillage des produits alimentaires. Dans tous les cas, s'il faut faire des économies en période de crise, ce n'est certainement pas en laissant 13 millions d'Européens vulnérables sur le bord de la route !

 
  
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  Jean-Luc Bennahmias (ALDE), par écrit. – Dans l'immédiat, l'essentiel est sauvé. Nous obtenons le maintien du PEAD pour 2012 et 2013. Le budget de 500 millions annuels sera conservé dans son entièreté pour les deux années à venir. Si nous pouvons nous en féliciter, surtout pour toutes les associations qui œuvrent sur le terrain, la vigilance reste de mise, car la question n'est en rien réglée sur le fond. L'Europe disaient-ils, se construit à petit pas, trouve ses élans dans les crises, quand elle est face au mur. Pour cette fois-ci, c'est raté ! Le programme n'obtient qu'un sursis, ce qui, dans la période actuelle, au moment où les politiques d'austérité frappent durement les peuples européens et où l'Union est en pleine crise existentielle, revient à nier le futur de l'UE: car il n'y aura pas d'UE à l'avenir sans Europe sociale, sans rééquilibrage de la dimension économique par une prise en compte du social. Il y a donc encore beaucoup à faire... Il nous faut dès maintenant penser de nouveaux mécanismes de solidarité efficaces, en collaboration avec la Commission européenne, pour faire en sorte qu'on pérennise cette action européenne en faveur des plus démunis.

 
  
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  Vilija Blinkevičiūtė (S&D), raštu. − Balsavau už šį pranešimą, nes visiškai pritariu tam, kas juo buvo pasiekta. Šiuo Europos Parlamento pranešimu yra patvirtinamas ES institucijų kompromisinis sprendimas, kuriuo remiantis likusius dvejus metus iki naujos daugiametės finansinės perspektyvos Europos Sąjunga galės teikti tokio pat dydžio paramą maisto produktais labiausiai nepasiturintiems Europos Sąjungos gyventojams kaip ir anksčiau. Iš tiesų, Tarybos noras sumažinti paramos maisto produktais dydį šiuo sunkiu laikotarpiu, kai dėl krizės asmenų, kuriems reikalinga pagalba, skaičius išaugo, buvo itin sunkiai suprantamas. Sutinku dėl to, kad tiek Europos Sąjungos lygiu, tiek valstybėse narėse šiandien privalome taupyti, bet tai negali būti daroma sumažinant paramą išaugusiam labiausiai skurstančių asmenų skaičiui. Taupymas šioje vietoje finansinio sunkmečio problemos neišspręstų, tačiau mes nusisuktume nuo savo piliečių ir pamintume tikslus, kuriuos dar prieš metus patys išsikėlėme – ištraukti iš skurdo gniaužtų net 20 mln. žmonių. Iš tiesų, gėdinga, kad šio klausimo sprendimas buvo tiek užtrukęs.

 
  
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  Sebastian Valentin Bodu (PPE), în scris. − Deși UE se bucură, în medie, de unul dintre cele mai ridicate standarde de viață din lume, unele persoane se află în imposibilitatea de a-și asigura necesarul de hrană. Se estimează că, la nivelul UE, există 43 de milioane de persoane cu risc de sărăcie alimentară, adică persoane care nu își pot permite să mănânce o masă completă o dată la două zile. Programul pentru persoanele cele mai defavorizate sprijină furnizarea de alimente către aceste persoane sau familii deosebit de vulnerabile care se găsesc într-o situație dificilă. Organizațiile caritabile și ONG-urile contează pe contribuția UE la sprijinirea acestor persoane nevoiașe. De exemplu, 51% din produsele distribuite în 2010 de Federația Europeană a Băncilor de Alimente au venit din acest program. În fiecare an, mai mult de 18 milioane de persoane din 20 de state membre ale Uniunii Europene beneficiază de ajutoarele alimentare distribuite în cadrul acestui program. În România, în 2010, au beneficiat de acest program peste 2,8 milioane de persoane – pensionari, persoane fără venituri sau cu venituri foarte mici, persoane cu handicap. Prin urmare, consider că este esențial să se găsească rapid o soluție care să ducă la depășirea actualelor probleme și care să poată face uz de fondurile disponibile.

 
  
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  Vito Bonsignore (PPE), per iscritto. − Ho espresso voto positivo alla relazione Siekierski il cui obiettivo è di garantire e tutelare i cittadini indigenti dell'Unione europea attraverso un piano di finanziamento per l'acquisto di derrate alimentari.

A causa del blocco durato due anni in seno al Consiglio, è stato ora necessario votare velocemente la proposta senza l'aggiunta di ulteriori emendamenti. Nella proposta modificata dalla Commissione, il finanziamento del programma rimarrà interamente a carico del bilancio dell'UE ma, per garantire un'adeguata copertura e stabilità finanziaria, è stato previsto un massimale di 500 milioni di euro.

Il programma sarà operativo per il 2012 e il 2013 ma è auspicabile che sul futuro del programma dopo il 2013 il Parlamento possa esprimere una maggiore voce in capitolo. Alla luce della crisi economica e finanziaria che sta continuando ad aggravare la situazione economica europea attraverso preoccupanti ripercussioni sul nostro tessuto sociale, è necessaria una voce forte da parte dell'Europa in tema di aiuti alla società civile più sensibile.

 
  
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  Arkadiusz Tomasz Bratkowski (PPE), na piśmie. – Chciałbym wyrazić swoje zadowolenie z decyzji Parlamentu Europejskiego, który w dniu 15 lutego 2012 r. przyjął rekomendację wiceprzewodniczącego Komisji Rolnictwa Czesława Siekierskiego (PSL) w sprawie kontynuowania programu dystrybucji żywności wśród osób najbardziej potrzebujących. W wyniku długiego procesu negocjacji między przedstawicielami Parlamentu, Komisji i Rady oraz za sprawą starań m.in. polskiej prezydencji udało się wypracować porozumienie dotyczące wysokości budżetu programu na lata 2012–2013.

Jestem głęboko przekonany, iż znaczenie niniejszego programu wzrasta w dobie trwającego kryzysu ekonomicznego i rosnącego zubożenia społeczeństwa europejskiego. Na chwilę obecną w Unii Europejskiej ponad 40 milionów osób dotyka ubóstwo, z kolei kolejne 40 milionów jest nim zagrożone. Wśród korzystających z pomocy są bezrobotni, bezdomni, migranci, osoby starsze, upośledzone, znajdujące się w trudnej sytuacji materialnej, w tym rodziny wielodzietne i osoby samotnie wychowujące dzieci, w sumie około 18 milionów potrzebujących, którzy otrzymali pomoc z Unii Europejskiej.

 
  
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  John Bufton (EFD), in writing. − I do not, of course, oppose any measure that aims to combat poverty and hunger in the EU; however, the policy laid before us is both legally unsound and fails to address the real issue of the causes of poverty. The money should not come from the CAP budget as a social policy, which, in the opinion of at least the United Kingdom, should be a Member State domestic competence. What is so mind-boggling about this proposal is that it has failed to acknowledge the leading factor in poverty creation in the EU. Reports from Athens demonstrate that EU policy adherence to the erroneous single currency project is, in fact, one of the key drivers in poverty creation. Greening of CAP will also undermine the potential for self-sufficiency in Europe and exposes Member States to the possibility of food shortages and dependency upon importation. The creation and expansion of PEAD sets a dangerous precedent in permitting such erroneous and damaging legislation to continue to be made by issuing an illegal ‘back-up plan’.

 
  
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  Cristian Silviu Buşoi (ALDE), în scris. − Programul pentru distribuirea de alimente gratuite către cei mai defavorizați cetățeni ai Uniunii Europene, inițiat în 1987 în cadrul politicii agricole comune (PAC), acordă în prezent ajutoare pentru 18 milioane de persoane care trăiesc în sărăcie în 20 de state membre ale Uniunii Europene. În UE, 43 de milioane de persoane sunt expuse riscului de sărăcie alimentară, cifră care va creşte ca urmare a crizei economice şi financiare şi a creşterii preţurilor la alimente. În cazul în care nu se ia nicio măsură, fondurile pentru acest program vor trebui reduse în 2012 până la valoarea de 133 milioane euro, față de 500 milioane euro în 2011. Întreruperea acestui program de ajutor fără preaviz sau pregătiri va avea repercusiuni grave asupra cetăţenilor celor mai vulnerabili ai UE. Este necesară găsirea unei modalităţi de a continua sistemul de distribuire a produselor alimentare pentru nevoiași în 2012 şi 2013 (anii rămași din perioada actuală de finanţare) şi, de asemenea, în perioada de finanțare 2014-2020.

 
  
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  Maria Da Graça Carvalho (PPE), por escrito. O programa de distribuição gratuita de alimentos aos cidadãos mais desfavorecidos da UE, criado em 1987 no âmbito da Política Agrícola Comum (PAC), fornece atualmente ajuda alimentar a 18 milhões de pessoas que vivem em situação de pobreza em 20 Estados-Membros da UE. A crise económica atual, juntamente com as condições climáticas difíceis, tem tido um forte impacto nos pobres. Quase 18 milhões de pessoas na Europa beneficiam atualmente do programa Ajuda alimentar a carenciados. Votei favoravelmente, para que este programa prossiga até final de 2014, com um orçamento máximo de 500 milhões de euros por ano, destinado a ajudar 18 milhões das pessoas mais carenciadas da UE em 20 Estados-Membros.

 
  
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  Carlos Coelho (PPE), por escrito. Apoio esta proposta de alteração do Regulamento (CE) n.º 1234/2007 que pretende aperfeiçoar as regras gerais para o fornecimento a determinadas organizações de géneros alimentícios provenientes das existências de intervenção para distribuição às pessoas mais necessitadas na Comunidade. Esta reforma é essencial não só devido ao aumento da procura devida aos recentes alargamentos da UE, mas também às dificuldades acrescidas devido aos elevados preços dos géneros alimentícios praticados na Europa e aos custos do seu fornecimento. Para assegurar que o fornecimento de géneros alimentícios continue, pelo menos, a abastecer aqueles que já beneficiavam deste apoio, houve já uma alteração de prioridades, consagrando uma maior ênfase à sustentabilidade da agricultura a longo prazo em detrimento do objetivo primário de aumentar a produção de alimentos.

Das propostas apresentadas, saliento duas de maior importância. Agora mais do que nunca, deve haver uma perspetiva a longo prazo no planeamento dos esquemas de distribuição por parte das autoridades nacionais. Por esta via serão implementados programas de distribuição na ordem dos três anos para melhorar os níveis de eficiência e flexibilidade. Em segundo lugar, concordo com a necessidade de haver uma melhor definição das prioridades. Os Estados-Membros terão de elaborar os seus pedidos de apoio com base em programas de distribuição alimentar nacionais objetivos e pré-estabelecidos e as prioridades para os mais desfavorecidos.

 
  
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  Emer Costello (S&D), in writing. − I supported the recommendation because it guarantees the continuation of the food aid programme, which currently provides food to more than 18 million people across Europe, for 2012 and 2013. However I am opposed to the position of the conservative German and French Governments to discontinue this programme after 2013. The Commission should come forward with proposals that comply with the Court of Justice’s April 2011 ruling to allow the continuation of the programme from 2014 onwards. I welcome the Irish Government’s support for this stance. The subsidiarity argument should not be used to suggest there is no role for measures such as a food aid programme at European level. In reality, we need a much stronger social dimension to Europe and a greater emphasis on growth and jobs to ensure that citizens do not have to depend on food aid to help them make ends meet. We can only consider ending this type of programme when there is no demand from the public for it.

 
  
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  Andrea Cozzolino (S&D), per iscritto. − La relazione segue la controversa conferma del programma europeo di assistenza ai poveri. Il testo rappresenta il compromesso fra quanti erano favorevoli alla prosecuzione del programma e chi voleva chiuderlo. Il compromesso raggiunto ha scongiurato, quindi, il rischio di un brusco arresto del programma che avrebbe messo a rischio la sopravvivenza di quella parte di popolazione che dipende da questi aiuti alimentari. Recenti statistiche hanno mostrato quanto la crisi stia mordendo zone sempre più ampie e centrali del continente. Questo significa che segmenti sempre più ampi di popolazione di paesi ricchi rischiano di trovarsi in condizioni di indigenza. In questo quadro, appare ancora più miope e controproducente l'atteggiamento di quanti, in nome di un'inutile austerità, si ostinano a contrastare interventi tanto importanti, quanto limitati nel loro impatto sul bilancio comunitario. Ben venga questo compromesso e soprattutto ben venga un nuovo accordo che garantisca anche per il futuro il finanziamento del programma. Tuttavia, l'auspicio è quello di approfondire la possibilità di integrare la lotta allo spreco alimentare con una programmazione capace di utilizzare gli alimenti recuperati attraverso forme di distribuzione e di utilizzo razionale, per redistribuirli alle fasce più deboli e a maggior rischio di indigenza.

 
  
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  Vasilica Viorica Dăncilă (S&D), în scris. − Consider că este vital ca acest ajutor să continue şi pe viitor şi consider necesară susținerea europeană a persoanelor defavorizate la un nivel comparabil cu cel din acest an, ştiind că politica agricolă comună are şi componente sociale, iar persoanele nevoiașe trebuie în continuare să fie asistate. În baza principiului solidarității europene, statele membre care se opun trebuie să dea dovadă de înțelegerea situației categoriilor sărace şi să accepte continuarea programului la parametrii necesari, aceasta fiind, în același timp, şi o dovadă de solidaritate la nivelul Uniunii.

 
  
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  Arnaud Danjean (PPE), par écrit. – J'ai voté en faveur du maintien des fonds du programme européen d'aide aux plus démunis (PEAD), pour deux années supplémentaires (2012 et 2013). En effet, il est de notre responsabilité d'assurer la survie d'un tel programme venant en aide à plus de 18 millions de personnes démunies, dans dix-neuf Etats membres de l'Union européenne, depuis 1987 (dans le cadre de la PAC). Ainsi, ce programme continuera à fournir en denrées alimentaires de nombreuses associations caritatives luttant contre la faim, avec un plafond annuel de 500 millions d'euros. A présent, notre nouveau combat, dans lequel je souhaite pleinement m'engager, est d'assurer la pérennité à long terme de cet important programme de solidarité en garantissant son financement au delà de 2013.

 
  
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  Michel Dantin (PPE), par écrit. – Voila l'aboutissement d'un travail diplomatique intense de la part de Bruno Lemaire, ministre français de l'agriculture, au niveau du Conseil et des parlementaires européens au niveau de notre institution. L'Europe démontre ainsi qu'elle sait être un espace de solidarité vis-à-vis des citoyens européens.

 
  
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  Rachida Dati (PPE), par écrit. – Par mon vote, j'ai approuvé la position du Conseil qui permettra de prolonger le PEAD à son niveau de financement actuel pour encore deux ans. Il aurait été inconcevable de le diminuer, alors que la crise a accru le nombre de personnes dépendantes des distributions alimentaires. Cette solution reste toutefois provisoire. Deux ans, c'est la durée de validité du compromis en faveur duquel nous avons voté. Deux ans, c'était nécessaire pour les plus de 13 millions d'européens pour qui ce programme est vital. Mais deux ans, ce n'est pas assez : je resterai mobilisée pour qu'une solution pérenne soit trouvée, pour maintenir ce programme essentiel à la solidarité dans le budget européen.

 
  
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  Christine De Veyrac (PPE), par écrit. – J'ai voté en faveur de ce texte permettant de maintenir le Programme Européen d'Aide aux plus Démunis et d'assurer son financement pour 2012 et 2013. Je reste mobilisée au Parlement européen, notamment en interpellant la Commission européenne et le Conseil de l'UE, afin qu'une solution soit trouvée pour poursuivre, après 2013, ce programme qui fournit une aide alimentaire à plus de 18 millions de nos concitoyens et dont nous avons plus que jamais besoin en ces temps de crise.

 
  
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  Ioan Enciu (S&D), in writing. − I voted in favour of the Council position at first reading because the distribution of food products to the most deprived persons is too urgent an issue to be delayed any further. A second reading procedure would only have meant more suffering for the people in need, a scenario which is simply unacceptable. Therefore, I think that the position voted for, by overcoming the stalled situation in the Council, has to be considered as a valid transitional solution for the remaining years of the current MFF. I would also like to express my desire for such a crucial programme to be maintained, or even enhanced, after 2013. Too many people still depend on food distribution in Europe and we – as representatives of the European people – must undertake this as a personal commitment.

 
  
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  Edite Estrela (S&D), por escrito. Votei favoravelmente o relatório sobre a distribuição de géneros alimentícios para as pessoas mais necessitadas na União porque considero que era fundamental encontrar um acordo que permitisse desbloquear o impasse que se verificava há dois anos no Conselho sobre esta matéria e garantir a continuidade deste programa no próximo quadro financeiro. Em tempos de crise, a solidariedade europeia para com os mais desprotegidos é ainda mais necessária. A maioria de direita do Conselho revelou uma grande insensibilidade social.

 
  
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  Göran Färm, Anna Hedh, Olle Ludvigsson, Jens Nilsson, Marita Ulvskog och Åsa Westlund (S&D), skriftlig. − Vi socialdemokrater ställer oss negativa till att förlänga programmet för livsmedelsutdelning till de sämst ställda i unionen då vi anser att kampen mot fattigdom och utslagning i samhället bör ske inom det sociala området och inte inom ramen för EU:s jordbrukspolitik.

Programmet infördes under en period då det fanns stora lager av jordbruksprodukter och det ansågs vara en rättfärdig lösning att distribuera dessa livsmedel till behövande. I takt med att EU:s jordbrukspolitik har marknadsanpassats har dessa lager krympt, och möjligheten att lagra råvaror med EU-medel har avskaffats för flera produkter.

Vi hade gärna sett andra former av stöd till de mest utsatta i samhället, då EU och medlemsstaterna i tider av ekonomisk kris måste ta ett ansvar, inte bara för de ekonomiska institutionerna, utan även för sin befolkning.

 
  
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  Diogo Feio (PPE), por escrito. Segundo dados da Comissão Europeia, há 43 milhões de pessoas na União Europeia que se encontram em risco de pobreza alimentar, o que implica que os programas de ajuda sejam determinantes para lhes assegurar um mínimo de subsistência. Por isso mesmo, não é compreensível, nem defensável que, num momento em que a crise ameaça aumentar o número das situações de pobreza, a questão da distribuição de alimentos aos mais necessitados tenha estado bloqueada mais de dois anos. Também não é compreensível, nem defensável que a decisão que hoje aprovamos seja no sentido de manter o programa de ajuda alimentar só até 2013. É preciso um programa para lá de 2013. Volto, uma vez mais, a reiterar que a necessária redução da despesa não pode justificar a insensibilidade social, sobretudo face aos mais pobres e aos mais vulneráveis da nossa sociedade.

 
  
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  José Manuel Fernandes (PPE), por escrito. A presente recomendação para segunda leitura, elaborada por Czeslaw Adam Siekierski, refere-se à posição do Conselho em primeira leitura tendo em vista a adoção do regulamento do Parlamento Europeu e do Conselho que altera o Regulamento (CE) n.º 1290/2005 do Conselho no que respeita à distribuição de géneros alimentícios aos cidadãos mais carenciados da União Europeia. Depois de um compasso de espera na resolução deste problema, foi finalmente possível obter um consenso e desbloquear o montante de 500 milhões de euros para apoiar as pessoas carenciadas através dos bancos alimentares. Congratulo-me com a viabilização deste apoio e faço votos para que o mesmo continue depois de 2013.

 
  
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  João Ferreira (GUE/NGL), por escrito. A pobreza e a exclusão social têm vindo a crescer na União Europeia. O seu crescimento acompanha a violenta regressão social em curso. Os últimos dados do Eurostat referentes a 2010 revelam uma situação dramática - 26,9% das crianças até aos 17 anos e 19,8% dos idosos estão em risco de pobreza. No total, 115 milhões de pessoas na UE estão em risco de pobreza, o que equivale a 23,4% da população. Hoje, estes números serão certamente maiores devido ao impacto da dita austeridade, e especialmente dos sórdidos pactos de agressão FMI-UE (em Portugal, na Grécia e na Irlanda). Há mais desemprego e salários mais baixos. Por outro lado, a diminuição dos direitos sociais, o aumento dos preços dos serviços públicos, a sua privatização, veio ainda agravar mais este quadro.

É neste contexto que se torna ainda mais premente prosseguir e reforçar o programa do regime de distribuição dos géneros alimentícios às pessoas mais carenciadas, de forma a garantir que as pessoas dependentes de ajuda alimentar - e as muitas outras que agora passaram a estar - não sofram de pobreza alimentar. Por isso apoiámos este relatório. Por isso é inaceitável a posição, no Conselho, de países como a Alemanha de bloqueio à continuação deste programa.

 
  
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  Monika Flašíková Beňová (S&D), písomne. − Nariadením Rady (EHS) č. 3730/87 sa ustanovili všeobecné pravidlá upravujúce dodávky potravín pre najodkázanejšie osoby v Únii. Toto nariadenie bolo následne zrušené a začlenené do nariadenia o vytvorení spoločnej organizácie poľnohospodárskych trhov a o osobitných ustanoveniach pre určité poľnohospodárske výrobky. Rastúce ceny potravín v súčasnosti nepriaznivo ovplyvňujú potravinovú bezpečnosť najodkázanejších osôb a okrem toho zvyšujú náklady na poskytovanie potravinovej pomoci. I preto medzi ciele spoločnej poľnohospodárskej politiky patrí stabilizácia trhov a najmä zabezpečenie dodávok spotrebiteľom za primerané ceny. Schéma Európskej únie, pokiaľ hovoríme o rozdeľovaní potravín, ale nemôže byť jedinou odpoveďou na rastúce potreby potravinovej pomoci v Únii. Z hľadiska zabezpečenia potravinovej bezpečnosti sú nutné aj vnútroštátne politiky vykonávané verejnými správami a mobilizácia občianskej spoločnosti. Schéma by však mohla slúžiť ako vzor na distribúciu potravín pre najodkázanejšie osoby, mohla by pomáhať povzbudzovať verejné a súkromné iniciatívy zamerané na zvyšovanie potravinovej bezpečnosti osôb v núdzi.

 
  
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  Elisabetta Gardini (PPE), per iscritto. − Secondo le statistiche più recenti, circa il 16,3 % della popolazione dell'Unione europea vive sotto al limite della soglia di povertà. Con il perdurare della crisi, la situazione è addirittura destinata a peggiorare: si stima, infatti, che milioni di europei, da un giorno all'altro, potrebbero ritrovarsi senza più neanche i soldi per mangiare. Grazie al voto di oggi, il Programma europeo di aiuti alimentari resterà operativo almeno fino al 2013, fornendo un sostegno concreto e diretto ai cittadini bisognosi che non dispongono di risorse sufficienti per alimentarsi.

Ritengo doveroso oggi più che mai e alla luce del preoccupante scenario economico, finanziario e sociale, garantire il diritto al cibo a tutti gli europei e continuare ad assicurare un finanziamento adeguato a questo programma, che oggi fornisce aiuti alimentari a circa 18 milioni di persone in 20 Stati Membri. Mi auguro dunque che, anche dopo il 2013, si possa migliorare questo strumento, accrescendone l'efficacia.

 
  
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  Bruno Gollnisch (NI), par écrit. – Il y a 25 ans, Coluche était allé voir Jacques Delors, alors Président de la Commission, pour lui demander son soutien pour les "Restos du Cœur". Par souci de son image, la Communauté européenne avait accepté de mettre à disposition d'organisations caritatives une partie des stocks agricoles dont elle disposait afin que celles-ci puissent distribuer des repas à ceux qui, victimes déjà des politiques de Bruxelles, n'avaient plus les moyens de se nourrir. Elle s'achetait une conscience à bon compte.

Aujourd'hui, cette aide représente 500 millions d'euros. C'est dire à quel point la pauvreté a explosé. Mais le démantèlement systématique de la politique agricole commune a mis à mal les stocks, et, crise économique aidant, certains États membres ont souhaité faire des économies sur un poste budgétaire qui ne représente pourtant qu'une infime partie des 150 milliards du budget européen.

Saisie, la Cour de justice de Luxembourg a voulu supprimer 80 % de l'aide. Cette décision a soulevé un tel tollé dans l'opinion que nous nous retrouvons aujourd'hui à voter le prolongement pour deux ans de ce dispositif, sans aucune assurance de sa pérennité au delà de 2013. Cela ne règle pas le problème! Pour nous qui avons voté en faveur de cette aide, ce n'est qu'un pis-aller.

 
  
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  Louis Grech (S&D), in writing. − This agreement is to be welcomed as it will ensure that we avoid the abrupt halting of the European food aid scheme, and the suffering that would entail for those dependent on food aid. It is vital to ensure that food aid continues to reach the most vulnerable Europeans, and that they are not subject to crippling food poverty. Making food available to those most in need will help them better their lives and in turn better the community around them. After a two-year deadlock, I am glad that the Member States at last came together to continue this worthwhile programme for 2012 and 2013. Nevertheless, we must now find a solution within the forthcoming financial framework to safeguard the long-term future of the European food aid scheme. Such a worthy scheme should not be subject to disruptions due to political disputes within the Council.

 
  
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  Nathalie Griesbeck (ALDE), par écrit. – C'est une grande réussite pour les députés européens, qui ont sauvé le 15 février dernier le programme alimentaire fournissant aux 18 millions de citoyens européens les plus démunis de 20 Etats membres une aide alimentaire. En avril dernier, il avait été estimé, sous l'égide de certains Etats membres, que le programme devait réduire son financement de 500 millions d'euros en 2011 à 133 millions en 2012, ce qui aurait été catastrophique en ces temps de crise pour des millions de citoyens européens dont la survie dépend de ce programme. Nous nous sommes donc opposés à cette décision et déjà en juillet dernier, le Parlement européen avait demandé une solution provisoire afin de sauver le programme et d'éviter une réduction de l'aide alimentaire. Grâce à l'intervention du Parlement, le programme sera effectif jusqu'à la fin de l'année 2013 et il bénéficiera d'un budget annuel de 500 millions d'euros.

 
  
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  Mathieu Grosch (PPE), schriftlich. Die EU-Nahrungsmittelhilferegelung für Bedürftige befürworte ich sehr, da sie es Mitgliedstaaten ermöglicht, Erzeugnisse aus öffentlichen Interventionsbeständen für Zwecke der Nahrungsmittelhilfe zu entnehmen.

Wohltätigkeitsorganisationen und vor allem die Bedürftigen, denen sie helfen, sind auf dieses laufende Programm angewiesen. Es ist von größter Bedeutung, diese Hilfe auch nach 2013 zu gewährleisten und somit eine Fortsetzung der Arbeit von Wohltätigkeitsorganisationen zu ermöglichen.

 
  
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  Sylvie Guillaume (S&D), par écrit. – J'ai voté en faveur de ce rapport qui donne l'accord du Parlement européen à la poursuite, en 2012 et en 2013, du programme européen d'aide alimentaire pour les plus démunis, en raison de la situation d'extrême urgence à laquelle les associations caritatives et les banques alimentaires sont confrontées.

Cependant, je ne peux me contenter de la poursuite pour seulement deux années de ce programme et je regrette amèrement l'accord franco-allemand qui, certes, a conduit à un déblocage de la situation à moyen terme mais qui menace ce programme de disparition dès 2014. Cela est simplement inacceptable alors que la crise économique et sociale plonge toujours plus d'Européens dans la précarité et la pauvreté.

Mes collègues socialistes et moi répéterons que nous devons construire une Europe plus sociale. Il est de notre devoir d'agir pour que nos citoyens puissent se nourrir et vivre dans la dignité. C'est pourquoi il nous faut d'ores et déjà travailler et nous mobiliser pour garantir la poursuite du programme d'aide alimentaire en l'appuyant sur une base juridique appropriée dans la prochaine période financière 2014-2020. Le temps presse.

 
  
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  Brice Hortefeux (PPE), par écrit. – Le programme européen d'aide aux plus démunis a suscité des réactions vives et passionnées tout au long de l'année 2011, suite à la décision de la Cour de Justice de l'Union européenne d'annuler les dispositions autorisant, au bénéfice des associations redistributrices, l'achat sur les marchés de denrées alimentaires au titre de la Politique agricole commune. Ce dispositif avait été mis en place en 1987 car il existait des excédents agricoles, ce qui n'est plus le cas aujourd'hui. A la suite de cette décision qui avait été introduite par l'Allemagne, la France et les députés de la majorité parlementaire s'étaient mobilisés afin de préserver ce programme essentiel à l'approvisionnement en vivres de plus de 13 millions de personnes. Au mois de novembre, un compromis avait finalement été trouvé entre les Etats membres, qui garantissait l'existence de ce programme pour les années 2012 et 2013. Cet accord, le Parlement européen l'a à son tour soutenu le 15 février, bien conscient de l'urgence à débloquer les fonds pour relancer le processus d'approvisionnement dans une période particulièrement difficile qui conjugue une crise financière et économique sans précédent et des conditions météorologiques extrêmes.

 
  
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  Juozas Imbrasas (EFD), raštu. − Pritariau balsuodamas, nes dėl nepaprastos padėties, susidariusios dvejus metus Taryboje blokuojant pasiūlymą, Europos Parlamentas nebeturi realios veikimo laisvės vesti išsamias derybas siekiant iš dalies pakeisti Tarybos poziciją. Taip pat reikėtų priminti, kad Europos Parlamentas savo 2011 m. liepos 7 d. rezoliucijoje paragino Komisiją ir Tarybą parengti pereinamojo laikotarpio sprendimą, kuris būtų taikomas likusiais dabartinės daugiametės finansinės programos galiojimo metais, siekiant išvengti staigaus pagalbos maistu sumažinimo dėl to, kad finansavimas buvo sumažintas nuo 500 mln. EUR iki 113 mln. EUR, ir užtikrinti, kad nuo pagalbos maistu priklausomi žmonės nekentėtų dėl maisto stygiaus. 2011 m. gruodžio 6 d. surengtame trišaliame dialoge Europos Parlamento derybinės grupės dauguma pripažino, kad atsižvelgdama į pirmininkaujančios valstybės narės ir Komisijos atstovų pateiktus paaiškinimus, jog nėra geresnio sprendimo šioje itin sudėtingoje situacijoje, ji laiko save įpareigota sutikti su Tarybos kompromisiniu variantu kaip vienintele priemone pereinamojo laikotarpio sprendimui, kuris būtų taikomas likusiais dabartinės daugiametės finansinės programos galiojimo metais, pasiekti. Atsižvelgdamas į šiuos argumentus, su kuriais sutiko ir dauguma EP narių 2011 m. gruodžio 12 d. specialiajame AGRI komiteto posėdyje, pritariau pranešėjo pasiūlymui be pakeitimų priimti Tarybos poziciją, kad Europos Parlamento plenariniame posėdyje būtų galutinai priimta dabartinė jos redakcija (vadinamasis išankstinis antrasis svarstymas).

 
  
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  Lívia Járóka (PPE), in writing. − The economic crisis and the resulting rise in food prices are having a serious negative impact on the food security of the most deprived EU citizens. I therefore welcome the fact that Parliament opted to accept the Council’s position without amendments since, following a two-year obstruction, any further delay would worsen the situation and undermine the credibility of the programme. Both the Commission and the Council have taken on board most of the EP’s recommendations at first reading, so the scheme will be based solely on food of Community origin, purchased on a competitive basis, with preference given to locally-produced fresh products, and with a clear obligation for distribution points to advertise the EU’s involvement. It is also very important that storage costs incurred by charitable organisations will be reimbursed and that, by doubling the sources of supply, distribution will no longer be limited to products to which intervention applies, so Member States in cooperation with civil society can make their choices on the basis of nutritional balance. Further issues, such as the review of the 100 % ratio of EU funding and the introduction of co-financing, might be discussed again later, given the possibility of reviewing the plan in exceptional circumstances.

 
  
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  Anne E. Jensen (ALDE), skriftlig. − Venstre kan acceptere, at man nu har et lovgrundlag for denne budgetlinje i 2012 og 2013, men vi mener principielt ikke, at EU skal drive socialpolitik ved at gå ud på det fri marked og købe fødevarer, som uddeles til fattige. Derfor er det positivt, at aftalen udløber ved udgangen af 2013.

 
  
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  Philippe Juvin (PPE), par écrit. – Le vote de ce jour est un succès pour l’Europe et permettra d’aider 18 millions d’Européens démunis pour 2 années supplémentaires. Il ne faut cependant pas baisser les bras et rester solidaire afin de continuer à soutenir les personnes dans le besoin. La France s’engage d’ailleurs à maintenir l’aide alimentaire nationale auprès des associations. L'aide alimentaire aux plus démunis était condamnée. C'est grâce à l'action de la France que le Parlement européen vient de la sauver. Avec Nicolas Sarkozy, l'Europe, c'est aussi la solidarité !

 
  
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  Elisabeth Köstinger (PPE), schriftlich. Nach langer Diskussion konnten sich Befürworter und Gegner des Programms nun endlich auf einen Kompromiss einigen. Ohne diesen könnten die derzeit eingeplanten Programme an Bedürftige nicht fortgeführt werden. Der Beschluss ist nun eine Reaktion auf das Urteil des Europäischen Gerichtshofes. Es sollte bestimmt darüber nachgedacht werden, ob der Landwirtschaftsfonds der geeignete Bereich ist, um die Zielvorgabe dieses Programms wirklich zu erfüllen, oder ob es nicht kohärenter wäre, die Programme im Sozialfonds anzusiedeln.

 
  
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  Giovanni La Via (PPE), per iscritto. − Ho espresso voto favorevole alla relazione dell’On. Siekierski, con la quale abbiamo raggiunto un ottimo risultato a difesa dei milioni di cittadini europei che incontrano difficoltà nella vita di tutti i giorni. Sono lieto di sottolineare che il Parlamento europeo ha svolto un ruolo fondamentale per giungere a questo risultato, nel pieno rispetto della decisione della Corte di Giustizia, per trovare una soluzione-ponte che potesse sbloccare gli aiuti alimentari agli indigenti per quest’anno e quello a seguire, evitando così un pericoloso taglio dei fondi, passando dagli attuali 500 milioni annui ai circa 113 previsti dalla riduzione. Chiaramente questa risposta, che rappresenta un successo a difesa delle fasce meno abbienti della popolazione, era per noi imprescindibile, visto soprattutto il periodo di crisi globale che stiamo vivendo. E' di tutta evidenza, però, che questo risultato non pone fine alla questione del finanziamento del programma di aiuto agli indigenti per il post 2013, che ci vedrà impegnati in parallelo ai negoziati sul nuovo Quadro Finanziario Pluriennale per il periodo 2014-2020.

 
  
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  Agnès Le Brun (PPE), par écrit. – Je me réjouis que le Parlement européen ait entériné l'accord trouvé au Conseil en décembre dernier qui prolonge le financement du programme européen d'aide aux plus démunis (PEAD) pour les années 2012 et 2013 avec effet rétroactif au 1er janvier 2012. Le PEAD est indispensable pour aider les associations caritatives à assurer leurs missions. Aussi, son maintien est un grand soulagement. Néanmoins, il ne faut pas se satisfaire de ce compromis. Une solution d'urgence a été trouvée, la priorité doit désormais être de trouver une solution pérenne. Nous ne pouvons nous contenter de cet accord partiel. Il importe que le Conseil de l'Union prenne ses responsabilités et cesse de se retrancher derrière des arguments juridiques.

 
  
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  Constance Le Grip (PPE), par écrit. – J'ai voté en faveur du rapport de notre collègue Czesław Adam Siekierski approuvant la décision prise au sein du Conseil de l'UE, le 23 janvier 2012, permettant de maintenir les fonds du Plan européen d'aide aux plus démunis (PEAD) pour deux années supplémentaires en 2012 et 2013.

Je me félicite qu'une solution ait pu être trouvée afin de débloquer la situation et ne pas priver les associations et les plus démunis de ce soutien primordial. Il aurait été complètement incompréhensible, surtout au regard de la grave crise économique que nous traversons, que nous ne puissions trouver une solution pour maintenir ce programme européen, symbole de la solidarité européenne envers les plus démunis. Mais le combat n'est pas encore gagné, il nous faut maintenant pérenniser ce fonds au-delà de 2013.

 
  
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  Marine Le Pen (NI), par écrit. – Alors que l'Union Européenne rassemble des pays développés, près de 20% de sa population vit sous le seuil de pauvreté et ce n'est pas la suppression de l'aide alimentaire aux plus démunis dès 2014 qui va améliorer la situation.

L'abandon de ce programme, qui ne représente pourtant que 1% du budget total de la PAC, ne fera qu'accélérer la paupérisation croissante des populations. Cette conception est révélatrice de la situation actuelle de l'Europe. Quand il s'agit de soutenir les banques, on arrive à des accords mais quand il s'agit de pauvreté, la solidarité européenne n'existe plus, réduisant à 23 centimes par personne la contribution.

Pourtant rien d'étonnant, puisque l'Union Européenne apparait égale à elle-même, dominée par les volontés de l'Allemagne, dont les politiques ultralibérales laissent des milliers de personnes dans une misère insupportable. Comme en son temps Jean Ier de France, l'Europe sociale est morte-née et ne restera que dans l'imaginaire des Eurobéats qui s'acharnent à croire à cette utopie sociale.

Je vote pour cette recommandation et la prolongation de cette aide mais, persuadée de sa suppression en 2014, je demande que les sommes destinées à la France dans le cadre du PEAD (73 millions d'euros) soient déduites de notre contribution.

 
  
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  Bogusław Liberadzki (S&D), na piśmie. – Głosowałem za tym sprawozdaniem, mając na uwadze m.in. duży wkład sprawozdawcy, pana posła Czesława Siekierskiego. Przedłużenie programu o dwa lata jest słuszną decyzją. W tym kontekście chciałbym, aby Komisja przedłożyła w krótkim czasie propozycję sposobu rozdziału żywności oraz główne cele, w sensie geograficznym oraz grup społecznych. Pomoc ta, przynajmniej do końca kryzysu, adresowana do ubogich i wykluczonych, jest szczególnie ważna.

 
  
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  Petru Constantin Luhan (PPE), în scris. − De-a lungul timpului, s-a dovedit că stocurile de intervenție puse la dispoziție de Comunitate au reprezentat o sursă sigură şi stabilă de aprovizionare cu produse alimentare a persoanelor celor mai defavorizate. Necesitatea de a furniza produse alimentare a crescut ca urmare a creșterii substanțiale a populației nevoiașe şi a prețurilor produselor alimentare ce afectează securitatea alimentară a acestor persoane.

Consider că sunt necesare atât politici naționale adecvate, cât și mobilizarea societății civile pentru a oferi securitate alimentară tuturor persoanelor. În plus, modificarea programului comunitar va genera un puternic element de coeziune şi va servi ca model pentru distribuirea de produse alimentare către persoanele cele mai defavorizate. Această propunere dorește menținerea finanțării integrale din partea Uniunii, pentru program. Nivelul maxim de finanțare comunitară se va menține în viitor însă, pentru a asigura stabilitatea bugetară, se prevede un plafon anual al contribuției financiare a UE de 500 milioane EUR.

 
  
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  Elżbieta Katarzyna Łukacijewska (PPE), na piśmie. − Z pełnym przekonaniem głosowałam za przyjęciem zalecenia dotyczącego dystrybucji darmowej żywności wśród najbardziej potrzebujących obywateli UE. Od dawna wspieram działania banków żywności, komitetów społecznych i organizacji pozarządowych działających w Polsce, zwłaszcza na Podkarpaciu. Unijny program to cenna inicjatywa, która powinna być kontynuowana i rozwijana, dlatego uważam, że musimy prowadzić dalsze rozmowy z wszystkimi instytucjami unijnymi, aby program nie zakończył się w 2013 roku.

 
  
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  David Martin (S&D), in writing. − In July 2011 I supported the Parliament’s Committee on Employment resolution calling on the Commission and the Council for a transitional solution for 2012 and 2013 and a new programme beyond. I do not like the fact that co-financing has been removed from the proposal, as it would ensure that Member States spend the money efficiently and effectively. We also understand and share concerns of our Scandinavian colleagues. However, at a time of economic crisis, it is important that we have a mechanism at European level to ensure that we are able to get food to those most in need. Furthermore it is a good thing that money from the agricultural budget is being used to meet the needs of all citizens, not just farmers.

 
  
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  Clemente Mastella (PPE), per iscritto. − Il finanziamento del programma di distribuzione delle derrate alimentari agli indigenti deve necessariamente rimanere interamente a carico del bilancio dell'Unione europea. Riteniamo opportuno garantire – per il futuro – l'attuale tasso del 100% di finanziamento UE del programma ma, onde garantire la stabilità finanziaria, è previsto un massimale annuo di 500 milioni di EUR per il contributo finanziario dell'Unione.

Accogliamo con favore l'inclusione di alcune modifiche sostanziali proposte dagli emendamenti del Parlamento europeo, segnatamente: la nozione di origine UE dei prodotti alimentari; l'obbligo di indicare chiaramente la partecipazione dell'Unione al programma nei punti di distribuzione; la necessità che le derrate alimentari vengano acquistate tramite procedure competitive; il rimborso delle spese di magazzinaggio sostenute dagli enti caritativi.

 
  
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  Barbara Matera (PPE), per iscritto. − Sostengo con il mio voto favorevole una procedura che può prendere delle misure importanti per quei cittadini europei che vivono in una condizione d'indigenza. Le istituzioni europee hanno il dovere di intervenire finanziariamente a sostegno delle organizzazioni di carità che si occupano di quella fetta di popolazione svantaggiata e bisognosa. A causa dell'inverno rigido sono tanti gli esempi di morti causati dalla combinazione letale di freddo e malnutrizione. Di fronte a tali decessi non si può restare inerti e inattivi. Ed è per questo motivo che sono soddisfatta del fatto che siano stati approvati dal Consiglio alcuni emendamenti rilevanti presentati dal Parlamento ed in particolare l'emendamento che predispone l'integrale finanziamento della distribuzione di derrate alimentari interamente a carico delle istituzioni europee.

 
  
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  Marisa Matias (GUE/NGL), por escrito. A União Europeia enfrenta um grave problema a nível da pobreza e da exclusão social. Com o impacto da crise económica e social e da austeridade que está a ser implementada, este problema agrava-se, refletindo-se em mais desemprego, cortes nas pensões, baixos salários, mais vulnerabilidade, mais pobreza. Neste âmbito torna-se essencial o apoio e o reforço do programa de distribuição de géneros alimentícios às pessoas mais necessitadas. Assim, votei favoravelmente este relatório.

 
  
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  Iosif Matula (PPE), în scris. − Necesitatea distribuirii ajutorului constând în alimente pe teritoriul UE are la bază creșterea numărului persoanelor aflate în situație precară, pe măsură ce au aderat state noi, dar și ca urmare a creșterii prețului la alimente. Fiecare cetățean al Uniunii are dreptul să i se garanteze accesul la mâncare. Astfel, trebuie alocate fonduri pentru a acoperi în mod adecvat costul achizițiilor de pe piață destinate stocului de intervenție. Este responsabilitatea UE să asigure resurse alimentare și să reducă insecuritatea în rândul cetățenilor săi. A investi în bunăstarea oamenilor reprezintă o componentă esențială în dezvoltarea sănătoasă a fiecărui individ, contribuind la prosperitatea Uniunii. Valul de frig care a lovit în această perioadă centrul și sud-estul continentului, inclusiv țara mea, România, atestă importanța implementării unui plan riguros de distribuție alimentară. Măsurile preventive, ca cea pe care o dezbatem astăzi, pot reduce suferința celor aflați în situație precară și, pe termen lung, pot înlătura din barierele în calea dezvoltării, la capacitate deplină, a UE. Acestea sunt câteva motive pentru sunt în favoarea raportului privind distribuția de alimente către persoane aflate în situație precară.

 
  
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  Mario Mauro (PPE), per iscritto. − Come sottolineato da molti colleghi deputati durante la discussione, il futuro del Programma rimane insoluto dopo il 2013. Ritengo quindi che, insieme a Commissione e Consiglio, il Parlamento europeo dovrebbe iniziare subito a lavorare a delle proposte concrete che consentano di continuare il Programma e dimostrino che l´Europa è solidale nei confronti dei cittadini più deboli.

 
  
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  Mairead McGuinness (PPE), in writing. − The food distribution programme for the most deprived persons in the Union provides food aid for nearly 18 million Europeans with an aid package of EUR 500 million per year. I voted in favour of this report and welcome this important step towards assisting the 40 million people currently living in poverty in Europe.

 
  
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  Jean-Luc Mélenchon (GUE/NGL), par écrit. – La décision prise par le Conseil sous la pression de certains gouvernements est parfaitement inadmissible. Alors même qu'il impose des restrictions inouïes aux peuples européens, le Conseil détruit l'un des rares mécanismes de solidarité de l'Union européenne. Il retire même la charité à celles et ceux qu'il affame. C'est honteux. Aujourd'hui, il a laissé aux députés un seul choix: laisser de braves gens mourir de faim dans les jours à venir ou accepter l'aide pour aujourd'hui et sa disparition pour demain. Cette Europe ne vaut plus rien. Nous allons la reconstruire.

 
  
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  Nuno Melo (PPE), por escrito. O regime de distribuição de géneros alimentícios às pessoas mais necessitadas, criado em 1987 no âmbito da PAC, fornece atualmente ajuda alimentar a 13 milhões de pessoas em situação de pobreza em 19 Estados-Membros e envolve cerca de 240 bancos alimentares e organizações de beneficência nas cadeias de distribuição. Na UE, 43 milhões de pessoas encontram-se em risco de pobreza alimentar, segundo estimativas da própria Comissão, número que tenderá a aumentar devido à crise económica e financeira e ao forte aumento dos preços dos alimentos. Assim, temos que tentar evitar uma redução imediata e drástica da ajuda alimentar em consequência da redução do financiamento do programa de 500 milhões para 113 milhões de euros. A interrupção deste programa de ajuda sem aviso prévio nem preparação tem graves repercussões nos cidadãos mais vulneráveis da UE. Revela-se, assim, necessário encontrar uma forma de prosseguir o regime de distribuição de géneros alimentícios às pessoas mais necessitadas, em 2012 e 2013 (os restantes anos do atual período de financiamento) e também no novo período de financiamento 2014-2020. Após os vários impasses do Conselho que levaram ao atraso deste programa, urge ultrapassar os problemas, para que os cidadãos que necessitam de ajuda não continuem a ser prejudicados.

 
  
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  Willy Meyer (GUE/NGL), por escrito. − Con este informe se envía una señal política positiva a las personas más desfavorecidas que están sufriendo en primera persona la crisis. Debido a esta crisis en Europa ha aumentado exponencialmente el número de personas que están en el límite del umbral de la pobreza; por ese motivo he votado a favor de este informe, por entender que puede ser una ayuda coyuntural para esas personas. Ahora bien, la solución no es la caridad, la solución pasa por cambios estructurales que abandonen las políticas neoliberales que han llevado a esas personas a la pobreza, y se apueste por una Europa social, una Europa que ponga a sus ciudadanos y ciudadanas en el centro de sus preocupaciones, y que ponga los recursos europeos al servicio del bienestar de sus ciudadanos, y no de las grandes empresas y del sector financiero.

 
  
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  Louis Michel (ALDE), par écrit. – En cette période de crise économique, sociale et financière, l’UE doit être solidaire envers les plus démunis, qui se chiffrent en Europe à plus de 18 millions de citoyens. C’est pourquoi j’ai voté pour la prolongation de ce programme d’aide qui a plus de 25 ans d’âge. Cette décision est juste, car l’UE est bien plus qu’un projet économique, c’est un projet de vivre ensemble, c’est une communion de valeurs. Sans solidarité, l’Europe perd toute légitimité. Une stratégie de croissance n’a de sens que si elle s’accompagne d’une stratégie sociale. Il nous faut penser à l’après 2013. Il faut établir une stratégie européenne pour aider les 3 millions de sans-abri européens. Le modèle européen est social. Pour preuve, la Stratégie Europe 2020 fait de la lutte contre la pauvreté et l’exclusion sociale l’une de ses cinq priorités. Il ne faudra pas oublier nos engagements lors de l’établissement du nouveau cadre financier qui sera mis en place à partir de 2014. Une solution pérenne devra être trouvée pour ne laisser personne au bord du chemin.

 
  
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  Alexander Mirsky (S&D), in writing. − If there is a possibility of market purchases of food products in the event of unavailability of suitable intervention stocks for food distribution, then it is important to guarantee continuation of the food aid programme, on the most appropriate legal basis, in the next financial period. I voted in favour.

 
  
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  Andreas Mölzer (NI), schriftlich. Obwohl die EU eine der reichsten Regionen der Welt ist, leben etwa 16% der Menschen in der EU an der Armutsgrenze oder nur knapp darüber. Das bedeutet, dass 43 Millionen Menschen in der Europäischen Union von Ernährungsarmut betroffen sind und sich nicht einmal jeden zweiten Tag eine vollwertige, ausgewogene Mahlzeit leisten können. 18 Millionen Menschen sind auf das EU-Programm „Kostenlose Lebensmittel“ angewiesen. Deutschland, Großbritannien, Schweden, Dänemark, die Niederlande und die Tschechische Republik haben am Europäischen Gerichtshof gegen die Rechtsgrundlage des Programms geklagt und im vergangenen April Recht bekommen. Der Grund dafür liegt darin, dass dieses Thema laut Urteil nicht in die Kompetenz der Agrarpolitik falle sondern in den Bereich der Sozialpolitik. Diese sei wiederum einzelstaatlich geregelt. Die EU muss nun das Nahrungsmittelhilfsprogramm für Bedürftige – mangels eines neuen Beschlusses der Mitgliedsstaaten – beenden. Während in den vergangenen Jahren noch 480 Millionen Euro p.a. für das Programm zur Verfügung standen, sind es heuer nur mehr 113 Millionen und ab 2013 gar nichts mehr. Der Bericht hat meine Stimme erhalten, da ich mit dem Berichterstatter konform gehe, dass ein weiteres Zögern zu Lasten bedürftiger EU-Bürger gehen würde und dies in keinem Fall ein verantwortungsvolles Handeln bedeuten würde.

 
  
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  Elisabeth Morin-Chartier (PPE), par écrit. – En votant pour ce texte, j'ai appuyé la nécessité de rassurer les bénéficiaires du PEAD. La minorité de blocage a cédé devant la nécessité de ne pas priver les associations et les plus démunis qu'elles aident d'un soutien primordial. Mais il ne faut pas se satisfaire de ce compromis. Il était nécessaire de trouver une solution d'urgence mais la priorité est désormais de trouver une issue à long terme. Nous ne pouvons nous contenter de cet accord partiel et il appartient au Conseil de l'Union européenne de ne pas se retrancher derrière des arguments juridiques. Entre la crise économique que traverse l'Europe et les rigueurs hivernales particulièrement difficiles cette année, nos concitoyens doivent trouver dans l'Europe la réponse de solidarité qu'ils attendent.

 
  
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  Tiziano Motti (PPE), per iscritto. − La proposta di distribuzione delle derrate alimentari agli indigenti è rimasta bloccata in Consiglio per ben due anni. Due mesi, due settimane, o due giorni sarebbero stati comunque troppi per persone che vivono nella miseria. Va inoltre considerato che la proposta modificata della Commissione del 3 ottobre 2011 e la posizione del Consiglio all'esame in Aula hanno integrato tutti gli emendamenti sostanziali approvati dal Parlamento in prima lettura, sostenendo il finanziamento del programma, che rimane interamente a carico del bilancio dell'Unione. Abbiamo mantenuto per il futuro l'attuale tasso del 100% di finanziamento UE del programma ma, per garantire la stabilità finanziaria, è previsto un massimale annuo di 500 milioni di EUR per il contributo finanziario dell'Unione; Altre modifiche sostanziali del PE sono state accettate nel loro contenuto essenziale, come la nozione di origine UE dei prodotti alimentari, l'obbligo di indicare chiaramente la partecipazione dell'Unione al programma nei punti di distribuzione e la necessità che le derrate alimentari vengano acquistate tramite procedure competitive. Ed ancora, il rimborso delle spese di magazzinaggio sostenute dagli enti caritativi. Un compromesso che riteniamo finalmente condivisibile e che ci auguriamo venga sbloccato in tempi rapidi.

 
  
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  Мария Неделчева (PPE), в писмена форма. − Гласувах в подкрепа на "Доклада относно разпределянето на хранителни продукти на най-нуждаещите се лица в Съюза" на Czesław Adam Siekierski, защото смятам, че той е важна крачка напред към подобряване на състоянието на най-уязвимите граждани на ЕС. Смятам, че именно тези хора са най-пряко повлияни от икономическата криза и именно сега е моментът да изпратим важен политически сигнал и да покажем, че ЕС прави всичко възможно да подпомогне най-затруднените хора в един от най-трудните моменти. Програмата е потвърждение, че ЕС е отговорен към своите граждани не само в условията на прогрес и стабилност, а това е важно послание не само за нас, но и за целия свят. Тя осигурява реална подкрепа по сходен начин като "схема за плодове в училищата" и "схема за мляко в училище" на над 18 милиона души в 19 държави-членки. Това е не е малък дял от населението на ЕС и смятам, че всяко по-нататъшно забавяне ще се отрази отрицателно на всички, които се ползват от програмата, а ние най-малко трябва да им причиняваме това. В заключение бих искала да кажа, че е необходимо да бъдем по-амбициозни в намеренията си и да намерим начин да гарантираме, че нуждаещите се ще получават помощ и след 2013 г.

 
  
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  Rareş-Lucian Niculescu (PPE), în scris. − Am votat în favoarea raportului şi salut majoritatea extraordinară a voturilor favorabile. Acest program este unul dintre cele mai importante programe de protecţie socială derulate de Uniunea Europeană, iar majoritatea exprimată astăzi ne permite să sperăm că Parlamentul, Consiliul şi Comisia vor găsi în cursul acestui an soluţii pentru continuarea sa după anul 2013. Faptul că fiecare al treizecilea cetăţean european depinde de acest program este suficient pentru a ne da de gândit în această privinţă, iar demersurile la nivel parlamentar ar trebui să înceapă încă de pe acum.

 
  
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  Franz Obermayr (NI), schriftlich. In der Erwägung, dass laut Schätzung ca. 43 Millionen Bürger in der EU von Ernährungsarmut bedroht sind und dass wegen der Wirtschafts- und Finanzkrise, sowie aufgrund des drastischen Anstiegs der Nahrungsmittelpreise immer mehr Menschen von Ernährungsarmut bedroht sind, befürworte ich den Bericht und alle vorgeschlagenen Maßnahmen. Für mich steht dabei vor allem die Schaffung von Arbeitsplätzen und vernünftigen Sozialsystemen im Vordergrund.

 
  
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  Rolandas Paksas (EFD), raštu. − Balsavau už šią rezoliuciją. Teisė į maistą yra viena iš pagrindinių žmogaus teisių, ir ji užtikrinama, kai visi žmonės visą laiką turi fizinių ir ekonominių galimybių gauti tinkamo, saugaus ir maistingo maisto. Pagalbos maisto produktais priemonės yra viena iš sudėtinių integruotos kovos su skurdu politikos dalių. Atsižvelgiant į dabartinę ekonomikos, finansų ir socialinę krizę, pagalbos teikimas Europos lygmeniu labiausiai pažeidžiamiems ir labiausiai nepasiturintiems visuomenės nariams yra gyvybiškai svarbus ir negali būti staigiai sumažintas ar nutrauktas. Tik bendrų pastangų dėka, įgyvendinant koordinuotas ir veiksmingas priemones, mes galėsime užtikrinti, kad nuo pagalbos maistu priklausomi žmonės nekentėtų nuo maisto stygiaus vien dėl to, kad buvo žymiai sumažintas pagalbos maistu finansavimas.

 
  
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  Justas Vincas Paleckis (S&D), raštu. − Pagalbos maistu programa naudojasi 18 milijonų ES piliečių. Jos reikšmė dar labiau išaugo krizės laikotarpiu. Vien Lietuvoje paramos maistu prašo daugiau kaip pusė milijono mažas pajamas gaunančių gyventojų. Augant energijos kainoms dėl didelių šildymo išlaidų skurdo naguose atsiduria vis daugiau dirbančių ir vaikus auginančių šeimų. Skursta bedarbiai, dalis pagyvenusių, neįgalių žmonių ir vienišų vaikus auginančių mamų. Todėl šios programos pratęsimas yra gyvybiškai svarbus. Sveikintina, kad Europos Komisija ir Taryba rado sutarimą dėl programos pratęsimo 2012–2013 m. ir numatė 500 milijonų eurų jos įgyvendinimui. Šis ES institucijų sprendimas įrodo, kad Europos solidarumas nėra popierinis principas. Pritariu šiam pranešimui, kuris pabrėžia maisto kilmės iš ES, tinkamo ir skaidraus maisto produktų pirkimo ir paskirstymo svarbą. Būtina ir po šio kelių metų pereinamojo laikotarpio užtikrinti programos ir tokių nevyriausybinių organizacijų, kaip „Maisto bankas“, veiklos tęstinumą.

 
  
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  Alfredo Pallone (PPE), per iscritto. − Ho votato a favore del testo sull'adozione del regolamento relativo alla distribuzione di derrate alimentari agli indigenti nell'Unione perché realizza uno degli obiettivi principali della PAC. Il testo, redatto in piena sintonia con le posizioni del Consiglio, delinea la responsabilità della Commissione per il completo finanziamento del programma. Con un budget di 500 milioni di Euro l'UE finanzierà il progetto dal 1° Gennaio 2012 a tutto il 2013, con particolare interesse all'ampliamento dei finanziamenti futuri in linea con il progetto Europa 2020. Inoltre si stabilisce un altro importante obiettivo, ossia che gli alimenti da distribuire siano di origine comunitaria.

 
  
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  Γεώργιος Παπανικολάου (PPE), γραπτώς. – Υπερψήφισα την σύσταση. Η συμφωνία η οποία επετεύχθη στο Συμβούλιο μεταξύ των κρατών μελών για την επαναφορά του ύψους χρηματοδότησης του προγράμματος διανομής τροφίμων στους άπορους στα 500 εκατομμύρια ευρώ ετησίως (από 113 εκ. ευρώ που είχε αρχικά προταθεί από συγκεκριμένα κράτη μέλη) είναι βεβαίως ευπρόσδεκτη. Σε μια πολύ δύσκολη οικονομική περίοδο, όπου η ανέχεια διευρύνεται σε πολλά κράτη μέλη και ιδίως σε εκείνα που πλήττονται από την οικονομική κρίση, όπως η Ελλάδα, θα πρέπει οι κυβερνήσεις και οι εθνικοί φορείς να εφιστούν την προσοχή τους στην πλήρη αξιοποίηση των σχετικών πόρων. Παρατηρήθηκαν τα προηγούμενα έτη φαινόμενα αναποτελεσματικής απορρόφησης εξαιτίας ελλιπούς ενημέρωσης των εμπλεκόμενων φορέων, γραφειοκρατίας ή άλλων σχετικών παραγόντων. Είναι ντροπή για το κοινωνικό πλαίσιο της Ευρώπης, χρήματα τα οποία υπάρχουν για ένα τόσο ευαίσθητο θέμα και για τα οποία δεν απαιτείται εθνική συμμετοχή προκειμένου να αξιοποιηθούν, να χάνονται λόγω αμέλειας.

 
  
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  Maria do Céu Patrão Neves (PPE), por escrito. Votei favoravelmente este relatório, para permitir a viabilidade do programa em 2012 e 2013 com uma taxa de 100 % de financiamento europeu. O conjunto de alterações substanciais sugeridas pelo PE e aceites pelo Conselho justifica também o meu voto positivo. Refiro-me particularmente ao conceito de origem UE dos géneros alimentícios, à obrigatoriedade de se indicar claramente nos pontos de distribuição a participação da União no programa, à aquisição de produtos alimentícios mediante procedimentos competitivos, ao reembolso dos custos de armazenagem suportados pelas organizações caritativas. Não posso aqui deixar de manifestar a minha profunda preocupação pelo futuro deste programa, quando se verifica atualmente no Conselho um acordo para que este programa seja suprimido gradualmente após a conclusão do plano anual de 2013. Este programa tem sido fundamental para mitigar as dificuldades de muitos dos nossos pobres, e, na atual situação de crise económica generalizada em que o número de pobres tem vindo lamentável e dramaticamente a aumentar, não se pode aceitar a "morte anunciada" do programa.

 
  
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  Aldo Patriciello (PPE), per iscritto. − Vista l'urgenza che si è creata per il blocco della proposta in sede di Consiglio, durato due anni, per quanto riguarda la distribuzione delle derrate alimentari e considerando, inoltre, che il Parlamento, nella sua risoluzione del 7 Luglio 2011, ha invitato la Commissione e il Consiglio a elaborare una soluzione transitoria per gli ultimi due anni del periodo di finanziamento, ovvero il 2012 e il 2013, al fine di evitare un calo immediato e considerevole dell'aiuto alimentare in seguito alla riduzione del finanziamento da 500 milioni a 113 milioni di euro e a garantire che le persone dipendenti dagli aiuti non si trovino in condizioni di povertà alimentare, esprimo il mio voto favorevole alla proposta che il Parlamento accetti, senza apportarvi emendamenti, la posizione del Consiglio approvata in prima lettura il 23 gennaio 2012.

 
  
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  Alojz Peterle (PPE), pisno. − Uredbo sem podprl, ker menim, da je v sedanjih okoliščinah tak izraz solidarnosti na evropski ravni do ljudi v stiski upravičen, nujen in dobrodošel. Vesel sem odločitve, da mora iti pri zadevnem razdeljevanju hrane za hrano s poreklom iz Evropske zveze.

 
  
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  Franck Proust (PPE), par écrit. – Je tenais à clairement me positionner en faveur de cette réforme, afin de juridiquement garantir l’aide aux plus démunis pour 2012 et 2013. Un temps menacé par l’Allemagne et les pays nordiques, un compromis a été trouvé l’année dernière. Je tiens à saluer l'action décisive de la France et des autres pays. C'est une étape importante. Mais nous devons rester mobilisés et inscrire l’aide dans la durée. Les mêmes pays qui l’ont mise en péril une première fois veulent sa disparition pure et simple dès 2014. La solidarité et l’unité sont aux racines de l’Europe. Ces pays adressent un message à contre-sens des réalités vécues par des millions de nos concitoyens. Dans le Gard, pour les associations qui accompagnent au quotidien les plus démunis, cette aide est précieuse, voire vitale. Je continuerai à défendre ces valeurs.

 
  
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  Crescenzio Rivellini (PPE), per iscritto. − Oggi, durante la sessione plenaria del Parlamento europeo di Strasburgo abbiamo votato la relazione del collega on. Siekierski. Il programma europeo "Cibo per i bisognosi" sostiene circa diciotto milioni di europei che sono senza casa, senza lavoro, anziani o portatori di handicap, ma anche famiglie numerose e genitori singoli. Tale programma continuerà a fornire alimenti per i cittadini europei in stato di necessità per altri due anni grazie all'accordo raggiunto in seno al Consiglio e grazie al voto di oggi. Ciò ha permesso di evitare un taglio netto degli aiuti alimentari nel momento in cui cresce il numero delle persone che ne hanno bisogno a causa degli effetti della crisi globale.

 
  
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  Robert Rochefort (ALDE), par écrit. – Depuis maintenant 25 ans, le programme européen d'aide aux plus démunis aide chaque année 18 milliards de citoyens européens. En raison d'un blocage qui a duré deux ans au Conseil, une décision devait être prise de toute urgence pour assurer la prolongation des financements, et ainsi aider les personnes dans le besoin, en sortant les associations concernées d'une situation délicate. J'ai donc voté pour la recommandation de Czeslaw Adam Siekierski, qui reprend le compromis dégagé avec le Conseil. Ce texte contient des points essentiels, tels le maintien des financements jusqu'en 2013 inclus et la rétroactivité de la décision au 1er janvier 2012. De plus, la position du Conseil suit les principales recommandations formulées par le Parlement européen, que je soutiens fortement : le financement de l'Union à hauteur de 100%, la possibilité de privilégier les produits en provenance de l'UE, l'affichage de la participation de l'UE - disposition primordiale pour augmenter la lisibilité de la valeur ajoutée de l'action européenne -, ainsi que le remboursement des frais de stockage supportés par les associations. J'espère désormais que les débats continueront afin d'assurer un avenir à ce programme après 2013 et que la Commission jouera son rôle en publiant prochainement une proposition.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), in writing. − In favour. The current vote offers a solution for the coming two years, so that the 18 million people who are dependent on the programme are not suddenly left without food. The two years are meant to be used as a transition period, in which the foodbanks can prepare themselves for a future without direct food aid from the EU. However, the debate is polarised between those who want to see it continue indefinitely and those who would like it to stop as soon as possible. The danger is that foodbanks will do nothing and we will be faced with the same problem in two years’ time. The Greens advocate a constructive alternative. For the longer term, we want structural solutions to food security and alleviating food poverty. Ultimately the aim is that foodbanks are redundant, because poverty would have been eradicated.

 
  
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  Licia Ronzulli (PPE), per iscritto. − Ho votato a favore di questo documento perché considero prioritario accettare la posizione approvata dal Consiglio il 23 gennaio 2012, in quanto ha integrato le modifiche proposte dal Parlamento europeo in prima lettura. Ritengo quindi che andrebbe approvato senza presentare ulteriori emendamenti, per raggiungere rapidamente un accordo in seconda lettura. L'obiettivo finale deve essere quello di aiutare, nel più breve tempo possibile, i cittadini indigenti dell'Unione europea, beneficiari di questo programma per la distribuzione delle derrate alimentari.

 
  
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  Tokia Saïfi (PPE), par écrit. – À ses premières heures, l'Europe est une aventure économique passionnante ; par la suite elle connaît un ancrage politique fort ; enfin elle développe son volet social et s'implique dans l'amélioration des conditions de vie de ses citoyens. L'Union européenne, fidèle à son histoire et à ses principes fondateurs, s'est donc orientée vers la protection des plus faibles, ceux qui luttent pour survivre, ceux qui ont faim. Comme certains de mes collègues l'ont avancé, il est vrai que l'aide alimentaire relève de la compétence des Etats membres, qui subviennent, du mieux qu'ils peuvent, aux besoins des plus démunis. Toutefois, étant donné les lourdes conséquences sociales, voire humanitaires, des situations de précarité extrême, l'Europe ne peut se priver d'un programme de distribution de denrées alimentaires. Pourtant, cela a été le cas au cours des deux dernières années (distribution bloquée pour des raisons juridiques) et c'est, très certainement, des milliers d'Européens qui en ont payé le prix. Ainsi, j'ai accueilli avec satisfaction la nouvelle d'un compromis relançant le programme pour la période 2012-2013, compromis en faveur duquel j'ai voté en session plénière.

 
  
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  Marie-Thérèse Sanchez-Schmid (PPE), par écrit. – La mobilisation de la société civile, de certains gouvernements - notamment celui de la France - et l'action du Parlement européen a payé, et nous devons nous en réjouir. Le PEAD sera reconduit au moins jusqu'en 2013, permettant aux organisations caritatives partout en Europe d'obtenir un peu de répit en ces temps de grave crise économique, et nous laissant le temps de convaincre ceux qui bloquent encore le renouvellement du programme après 2013 que l'Europe n'a de sens que si elle promeut aussi une solidarité envers ses citoyens les plus fragiles. Plus de 18 millions de sans-abri, de chômeurs, de personnes âgées ou handicapées, de familles nombreuses ou de parents célibataires dépendent de cette aide européenne. Pouvons-nous décemment leur dire : profitez-en, cela ne va pas durer? Le nouveau règlement du Fonds Social Européen prévoit de compléter les manques issus de la disparition des stocks agricoles disponibles pour continuer de venir en aide aux plus pauvres. Actuellement en codécision, ce règlement sera l'occasion pour le Parlement européen de montrer que l'intérêt de certains Etats ne peut aller à l'encontre de l'intérêt de tous et de la vision que nous avons d'une Europe sociale et solidaire.

 
  
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  Vilja Savisaar-Toomast (ALDE), kirjalikult. − Lugupeetud juhataja, lugupeetud kolleegid! Toetasin täna liidus enim puudustkannatavatele isikutele toiduainete jaotamist käsitleva raporti teise lugemise lõpetamist. Leian, et käesolev raport on äärmiselt oluline, arvestades viimaste aastate majandusolusid ning suurenenud vajadust toiduabi järele. Olen raportööriga ühel meelel, et käesolev raport on vaja kiiremas korras ning ilma muudatusteta vastu võtta, et tagada toiduabi kiire, tõhus ja jätkusuutlik jätkumine. Mul on hea meel, et pärast kahte blokeerimise aastat on nõukogu otsustanud edasi liikuda ning arvestanud ka mitut parlamendis varem välja toodud seisukohta. Positiivsena võib esile tuua, et komisjon ja nõukogu on nõustunud 100-protsendilise rahastamistasemega ning samas sätestanud toetuste kogusummaks 500 miljonit eurot. Ühe olulise punktina tahan välja tuua, et toetan igati liidu päritolu toiduainete jagamist, mis leiab toetust ka nõukogu seisukohtades. Aitäh!

 
  
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  Sergio Paolo Francesco Silvestris (PPE), per iscritto. − Dopo l'avallo del voto in commissione agricoltura sul testo del Consiglio, senza modifiche, l'Aula è chiamata questa mattina ad esprimersi sull'adozione del regolamento in merito alla distribuzione di derrate alimentari agli indigenti nell'Unione. Una volta approvato, il regolamento avrà effetto retroattivo: si applicherà infatti dal 1º gennaio 2012 fino al completamento del piano annuale per il 2013.

Il finanziamento del programma, interamente a carico del bilancio dell'Unione, è previsto un massimale annuo di 500 milioni di euro. La proposta tiene conto della nozione di origine degli alimenti dall'Unione europea, l'obbligo di punti di distribuzione per visualizzare chiaramente la partecipazione dell'UE al piano, l'acquisto di prodotti alimentari effettuata su procedure competitive e il rimborso delle spese di stoccaggio sostenute da organizzazioni caritative.

Da parte nostra, a nome del Parlamento europeo,, noi deputati siamo a chiedere ora il sostegno incondizionato per la prosecuzione del programma oltre il 2013, in vista di future proposte della Commissione sul quadro finanziario pluriennale 2014-2020.

 
  
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  Bogusław Sonik (PPE), na piśmie. – Poparłem kontynuowanie unijnego programu dystrybucji żywności wśród osób najbardziej potrzebujących. Programy pomocowe są teraz bardzo potrzebne. Unia w dobie kryzysu gospodarczego, który najbardziej uderza w biednych, powinna jak najlepiej zabezpieczyć interesy najuboższych. Współfinansowanie z budżetów krajowych nie jest dobrym rozwiązaniem, ponieważ mogłoby ograniczyć lub nawet wykluczyć niektóre państwa z udziału w tym programie, zwłaszcza te kraje, w których dochód na mieszkańca jest niski. Z unijnego programu dystrybucji żywności najczęściej korzystają bezdomni, bezrobotni, osoby starsze, ale także rodziny wielodzietne czy osoby samotnie wychowujące dzieci. Statystycznie ponad 18 mln ubogich w 20 państwach członkowskich korzysta z tego programu.

 
  
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  Michèle Striffler (PPE), par écrit. – Je me félicite de l'approbation par le Parlement européen du maintien des fonds du Programme Européen d'Aide aux plus Démunis (PEAD) pour deux années supplémentaires en 2012 et 2013, accord qui avait été trouvé en octobre au sein du Conseil de l'Union européenne. La minorité de blocage au Conseil a cédé devant la nécessité de ne pas priver les associations et les plus démunis d'un soutien primordial. Pour autant, il ne faut pas se satisfaire de ce compromis. Il était nécessaire de trouver une solution d'urgence mais il est désormais prioritaire de trouver une issue à long terme. Nous ne pouvons nous contenter de cet accord partiel, et j'en appelle à la responsabilité du Conseil de l'Union européenne de ne pas se retrancher derrière des arguments juridiques. Les États européens doivent désormais prouver leur volonté d'agir.

 
  
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  Claudiu Ciprian Tănăsescu (S&D), în scris. − Salut faptul că, în urma negocierilor cu Consiliul, s-a hotărât continuarea distribuirii de alimente către persoanele cele mai defavorizate pentru perioada 2012-2013. Doresc însă să subliniez faptul că acest vot pozitiv acordat textului de compromis nu reprezintă deloc o susținere pentru statele membre care au în vedere o eliminare completă a acestui ajutor până la sfârșitul anului 2013. Consider că, din contră, mai mult ca niciodată, situația economică actuală ne arată cât de importantă este continuarea acestui program și pentru perioada următoare, respectiv pentru 2014-2020.

 
  
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  Nuno Teixeira (PPE), por escrito. Nesta recomendação, o Parlamento propõe aprovar a posição do Conselho em primeira leitura, adotada em 23 de janeiro de 2012, tendo em vista à adoção do Regulamento do Parlamento Europeu e do Conselho que altera os Regulamentos (CE) n.º 1290/2005 e (CE) n.º 1234/2007 do Conselho no que respeita à distribuição de géneros alimentícios às pessoas mais necessitadas na União. Por a posição do Conselho incluir a totalidade das alterações substanciais propostas pelo PE em primeira leitura, e por considerar, nomeadamente, que o financiamento total do programa por parte da União deve ser mantido, votei a favor.

 
  
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  Silvia-Adriana Ţicău (S&D), în scris. − Am votat pentru proiectul de recomandare pentru a doua lectură referitoare la poziția în primă lectură a Consiliului în vederea adoptării unui regulament pentru continuarea distribuirii de produse alimentare către persoanele cele mai defavorizate din Uniune. Având în vedere caracterul urgent al situației create de blocarea propunerii în cadrul Consiliului timp de doi ani, considerăm că orice întârziere în adoptarea acestui regulament ar avea ca efect doar prelungirea suferinței celor mai defavorizați cetățeni ai UE, care ar putea beneficia de programul de distribuire de alimente.

În propunerea modificată a Comisiei din 3 octombrie 2011 și în poziția Consiliului aflată în curs de examinare, au fost incluse toate amendamentele substanțiale ale Parlamentului din primă lectură privind menținerea finanțării integrale din partea Uniunii pentru program. Nivelul actual al finanțării de către UE de 100 % se menține, iar pentru a asigura stabilitatea bugetară, se prevede un plafon anual de 500 milioane EUR. De asemenea, a fost preluată ideea ca alimentele să provină din UE.

Subliniem necesitatea continuării acestui program de distribuire de alimente către persoanele cele mai defavorizate și după 2013 și solicităm Comisiei să prezinte rapid o propunere legislativă în acest sens. În 2010, peste 18 milioane de persoane au beneficiat de acest program.

 
  
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  Thomas Ulmer (PPE), schriftlich. Das Europäische Parlament hat das Lebensmittelhilfeprogramm für die bedürftigsten der Mitbürger gerettet und ich habe mit Freude zugestimmt. Nahezu 20 Millionen Mitbürger sind zumindest teilweise auf das Nahrungsmittelhilfeprogramm der EU angewiesen. Bis Ende 2013 ist das Programm mit 500 Millionen Euro ausgestattet und somit handlungsfähig. Eine Verringerung der Mittel auf ein Viertel, wie vom Rat vorgesehen, konnte verhindert werden.

 
  
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  Viktor Uspaskich (ALDE), raštu. − Gerbiami kolegos, remiantis praeitą savaitę publikuota „Eurostat“ ataskaita, 20 proc. lietuvių gyvena „ties skurdo riba“. Tai vienas didžiausių rodiklių Europoje. Pavyzdžiui, Graikijoje šis rodiklis siekia 11,6 proc., o Čekijos Respublikoje – 6,2 proc. Lietuvoje skurdo rizikos rodiklis yra daug didesnis nei ES vidurkis (8,1 proc.). Šeimose, kuriose tik vienas iš tėvų augina vaikus, šis rodiklis Lietuvoje siekia 46 proc. Todėl savaime suprantama, jog negalime smarkiai sumažinti maisto skirstymo tada, kai skurstančių žmonių skaičius auga. Aš pritariu pranešėjui, jog reikia siekti kompromiso su Taryba dėl „maisto skirstymo labiausiai nepasiturintiems“ programos, nes gėda, jog pasiūlymas net dvejus metus buvo blokuojamas Taryboje. Kompromisas gal ir laikina priemonė, tačiau išspręstų sunkią nuo programos priklausančių asmenų situaciją ir suteiktų pakankamai laiko tolimesnėms deryboms dėl programos vykdymo po 2014 m. Pranešime teigiama, jog 18 mln. ES labiausiai nepasiturinčių žmonių yra priklausomi nuo šios maisto programos. Mes negalime leisti, kad biurokratinės procedūros sutrukdytų mums padėti tiems, kuriems mūsų pagalba labai reikalinga.

 
  
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  Derek Vaughan (S&D), in writing. − I fully support this resolution to continue the distribution of food to those most in need in our society. The programme supports almost 18 million people, including the unemployed, the homeless, single parents and the disabled. This important resolution will enable these people to continue benefiting from the scheme at least until the end of 2013. In the current economic climate schemes such as this are vital in helping to guarantee the welfare of EU citizens.

 
  
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  Angelika Werthmann (NI), schriftlich. Aufgrund der Wichtigkeit des Programms zur Abgabe von Nahrungsmitteln an Bedürftige sollte die Verordnung umgehend erlassen werden, um weitere Verzögerungen zu vermeiden. Mit der verpflichtenden Kennzeichnung der EU-Beteiligung an dem Programm, der Beschaffung der Nahrungsmittel im Rahmen wettbewerbsorientierter Verfahren und dem Konzept des Unionsursprungs der Nahrungsmittel wurden die wesentlichen Änderungsvorschläge des Europäischen Parlaments übernommen. Ich habe daher zugestimmt.

 
  
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  Marina Yannakoudakis (ECR), in writing. − While I recognise that this scheme has helped many needy people across Europe, I do not believe that the common agricultural policy should be spending money on social actions. We must do more to stop food wastage and we must also ensure that the most deprived members of society receive the help that they need. However, I am not persuaded that this is a job for the European Union and I am certainly not convinced that this is a job for the common agricultural policy.

 
  
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  Roberts Zīle (ECR), rakstiski. − Es aicinu atbalstīt panākto vienošanos par Regulu, jo tai saprotams un skaidrs mērķis — turpināt sniegt ES atbalstu vistrūcīgākajām personām Savienībā. Ir atbalstāma arī pieeja Regulu pieņemt t.s. agrīnajā otrajā lasījumā, lai novērstu pārtikas programmas aizkavēšanos, kas pasliktinātu trūcīgo cilvēku stāvokli. Programmu ir svarīgi turpināt arī no tā viedokļa, ka eirozonas krīze un nebūt ne spožās ES ekonomiskās situācijas prognozes neļauj mums cerēt uz ekonomiskās aktivitātes un cilvēku labklājības pieaugumu tuvākajos gados. Gribu uzsvērt, ka, raugoties no Latvijas sociāli ekonomiskās situācijas, būtu politiski nepareizi likvidēt pārtikas programmu, balstoties uz tīri teorētiskiem apsvērumiem par tās atbilstību vai neatbilstību subsidiaritātes principam. Latvijas iedzīvotāji krīzes rezultātā cieta milzīgus zaudējumus un reālu dzīves līmeņa krišanos, nabadzīgākie kļuva vēl nabadzīgāki. Daļēji tas notika arī izvēlētās krīzes risināšanas metodes dēļ, Latvijas nodokļu maksātājiem uzņemoties privātu parādu segšanu un vienlaikus nesamazinot nacionālās valūtas vērtību, kas noveda pie ļoti ievērojama valsts budžeta tēriņu samazinājuma un dramatiska IKP krituma. Latvijas iedzīvotāji, un īpaši visnabadzīgākie, faktiski glāba Skandināvijas un Eiropas banku sistēmu no ievērojamiem satricinājumiem. Līdz ar to būtu tikai loģiski, ja ES parūpētos par viņu likteni vismaz nepieciešamāko pārtikas produktu paciņu veidā.

 
  
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  Inês Cristina Zuber (GUE/NGL), por escrito. Os últimos dados do Eurostat, referentes a 2010, revelam-nos uma situação dramática ao nível da pobreza e exclusão social - 26,9% das crianças entre os 0 e os 17 anos e 19,8% dos idosos estão em risco de pobreza. No total, 115 milhões de pessoas na União Europeia estão em risco de pobreza, o que equivale a 23,4% da população. Hoje, estes números serão certamente maiores devido aos impactos das chamadas medidas de austeridade, com mais desemprego, salários mais baixos para os trabalhadores. Por outro lado, a diminuição dos direitos sociais, o aumento dos preços dos serviços públicos, a sua privatização, veio ainda agravar mais este quadro.

Neste contexto, é ainda mais determinante prosseguir e reforçar o programa do regime de distribuição dos géneros alimentícios às pessoas mais carenciadas, de forma a garantir que as pessoas dependentes de ajuda alimentar - e aquelas muitas que agora passaram a estar - não sofram de pobreza alimentar. Nesse sentido, votámos favoravelmente o relatório, mas consideramos essencial que seja decidido de imediato que no próximo período de financiamento 2014-2020, este apoio seja mantido, pelo menos, nas condições atuais, ou seja, um financiamento anual de 500 milhões de euros assegurado na totalidade pela União Europeia.

 
  
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  Milan Zver (PPE), pisno. − Po dvoletnem zastoju smo končno odločili o programu razdeljevanja hrane. Vesel sem, da sta v končnem kompromisnem predlogu dva parlamentarna predloga, in sicer glede 100-odstotnega financiranja s strani EU in obveznost, da se na razdelilnih mestih navede sodelovanje Unije v programu. Vrsta evropskih držav se sooča s proračunskimi težavami. Z zahtevo po sofinanciranju držav bi se lahko zgodilo, da bi marsikatera država obseg programa zmanjšala ali celo iz njega izstopila. Od lanskega marca se je število brezposelnih v EU povečalo za dober milijon, zaskrbljujoče je tudi povečanje števila tistih, ki živijo v revščini. Predlog o navedbi sodelovanja Unije se morda na prvi pogled zdi bolj kot kozmetični dodatek. Toda v današnjih težkih časih, ko se soočamo z gospodarskimi težavami in z dvomi in nezaupanjem v evropsko povezovanje, je izjemnega pomena, da najšibkejši in najranljivejši člani naše družbe vedo, da niso sami. Da vedo, da EU ni le sinonim za skupni notranji trg, ampak da EU pomeni tudi solidarnost in skrb za posameznike, še posebej tiste, ki so se znašli v stiski. Zaskrbljujoče pa je, da se bo shema po zaključku letnega načrta 2013 postopoma odpravila. Trdno upam, da bomo do tedaj našli ustrezno rešitev, da pomagamo najšibkejšim.

 
  
  

Recomendación para la segunda lectura: Gunnar Hökmark (A7-0019/2012)

 
  
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  Damien Abad (PPE), par écrit. – A l'ère du numérique, la demande en ondes radio s'accroit. Il est donc indispensable que l'Union se dote d'une véritable politique en la matière. C'est pourquoi j'ai apporté mon approbation au premier programme européen commun en matière de spectre radioélectrique. La disparition progressive d'ici à 2013 des télévisions analogiques au profit du numérique libérera des fréquences radio qui pourront bénéficier à l'internet mobile. Ce programme prône également un accès à l'internet à haut débit dans les régions isolées.

 
  
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  Luís Paulo Alves (S&D), por escrito. Neste período de crise económica, há que ressalvar, a importância do setor das comunicações, pois é atualmente o setor mais associado ao crescimento económico, contribuindo igualmente para a criação permanente de novos serviços para os cidadãos europeus e sendo ainda um valor acrescentado a explorar na União Europeia. O Grupo S&D defende uma gestão inovadora do vasto espetro da União Europeia, com o objetivo do bem-estar económico, social e cultural. Com a aprovação deste relatório, vai ser reforçada a cooperação entre Estados-Membros, com tendência para a harmonização, com um único instrumento estratégico no espetro radioelétrico a nível da União Europeia, o que permitirá solucionar falhas, diminuir as diferenças entre Estados-Membros e encontrar as melhores soluções económicas, sociais e culturais.

 
  
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  Laima Liucija Andrikienė (PPE), raštu. − Balsavau už šią teisėkūros rezoliuciją dėl Radijo spektro politikos. Pritariu rezoliucijos antrajam skaitymui, kurioje įtvirtinami tokie svarbūs pakeitimai, kaip tai, jog iki 2013 m. sausio 1 d. visose valstybėse narėse turės būti atlaisvinta 800 MHz dažnių juosta plačiajuosčiam belaidžiam internetui, iki 2020 m. turi būti užtikrintas greitesnis mažiausiai 30 Mbps mobiliojo plačiajuosčio ryšio visiems ES piliečiams vystymas ir kt. Pritariu pranešėjui, jog pasiekus šį politinį susitarimą bus atvertas kelias vystymuisi, kuris leis ES tapti pasauline lydere plačiajuosčio ryšio greičio, mobilumo, aprėpties ir pajėgumų srityse. Šis susitarimas taip pat bus itin svarbus kuriant lanksčią ir suderintą Europos spektro politiką.

 
  
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  Sophie Auconie (PPE), par écrit. – J’ai soutenu la recommandation qui vise à mettre à disposition des opérateurs de télécoms la bande de fréquences 800 mégahertz. Aujourd’hui utilisée pour la télévision, elle servira demain à élargir et à rendre beaucoup plus performants nos accès internet à haut débit sans fil, et ce, dès le 1er janvier 2013. Cette ressource rare est un facteur de progrès économique au profit des citoyens, puisque la planification stratégique et l'harmonisation de l'utilisation du spectre sera utilisée dans de nombreux domaines, y compris dans les transports maritimes, la santé, l’environnement ou encore la défense. Ce programme « nous offrira des opportunités aussi bien pour l'industrie européenne que pour de nouveaux services et une nouvelle croissance», a rappelé mon collègue suédois Gunnar Hökmark du Parti Populaire Européen, tout en précisant qu'il « ne s'agit pas seulement des télécommunications mais aussi d'offrir une nouvelle dynamique économique à l'UE » pour retrouver sa compétitivité dans une nouvelle économie mondiale qui comprend désormais des concurrents de taille comme la Chine et l'Inde.

 
  
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  Sergio Berlato (PPE), per iscritto. − Nel 2010, la Commissione europea ha presentato una proposta che istituisce il primo programma relativo alla politica in materia di spettro radio e che definisce gli orientamenti e gli obiettivi politici per la pianificazione strategica e l'armonizzazione dell'uso dello spettro fino al 2015. Dopo cinque triloghi informali, il Parlamento e il Consiglio dell'UE hanno raggiunto un accordo politico sulla proposta legislativa in oggetto. Valuto positivamente tale intesa politica, che pone le basi per uno sviluppo che consentirà all'Unione europea di assumere la guida globale per quanto concerne la velocità, la mobilità, la copertura e la capacità della banda larga. A mio avviso, essa rappresenterà un tassello fondamentale per realizzare una strategia europea flessibile e coordinata dello spettro radio, mediante la quale sarà possibile soddisfare la crescita esponenziale del traffico mobile di dati. Inoltre, il sostegno degli Stati membri e del Parlamento alla proposta della Commissione intesa a liberare, entro il 1° gennaio 2013, la banda fino a 800MHz per i servizi delle comunicazioni elettroniche contribuirà a creare un mercato paneuropeo delle telecomunicazioni in cui i nuovi servizi potranno generare opportunità di lavoro e crescita per un mercato con 500 milioni di consumatori.

 
  
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  Vilija Blinkevičiūtė (S&D), raštu. − Balsavau dėl šio pranešimo, nes pritariu, kad šiais ekonominio sunkmečio laikais turime tobulinti ir vystyti telekomunikacijų sektorių, nes tai yra vienas iš sektorių, kuriame yra sukuriama daugiausia darbo vietų, tuo ženkliai prisidedant prie ekonomikos augimo. Tai taip pat vienas iš tų sektorių, kuriame greičiausiai pritaikomi inovatyvūs technologiniai sprendimai ir žmonėms yra pasiūloma daugiausiai naujų paslaugų. Šio dokumento tikslas yra įtvirtinti bendrą visoje ES radijo spektro valdymo sistemą. Išties, tai yra viešasis išteklius, nepavaldus valstybių sienoms, ir jo valdymas Europos Sąjungos lygiu leistų subalansuoti tiek transliuotojų, tiek ir piliečių interesus ir užtikrinti Europos kultūros įvairovę. Praktinė šio koordinuoto valdymo išraiška leis radijo dažnį, kuris iki šiol buvo naudojamas analoginės televizijos, naudoti sparčiam bevieliam internetui. Dėl to sumažės dabar naudojamų „trečiosios kartos“ tinklų apkrovimas, pagerės plačiajuosčio ryšio paslaugų teikimas atokiose vietovėse ir paspartės naujoviškų paslaugų diegimas visoje Europoje.

 
  
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  John Bufton (EFD), in writing. − I voted for this report as it intends to reject a new attempt by the EU to introduce new legislation and take over control of part of the telecommunications market. I oppose the new strategic planning and unnecessary harmonisation of spectrum use/radio frequencies. I believe that the development and control of the radio spectrum should remain in the hands of democratically elected Member States, which should solely regulate in this area and decide upon what strategies to pursue to ensure the promotion of the development of broadband connectivity and availability.

 
  
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  Maria Da Graça Carvalho (PPE), por escrito. Votei a favor deste texto, porque irá incentivar o uso da banda larga móvel e estimular o crescimento económico nos nossos territórios. Congratulo-me ao saber que um mercado de telecomunicações pan-europeu irá criar novas oportunidades, abrirá novos territórios e estimulará o crescimento num mercado com 500 milhões de consumidores. A acessibilidade ao espetro radioelétrico é essencial para uma vasta gama de atividades, desde as telecomunicações, das energias, das investigações e, sobretudo, do desenvolvimento global. Irá também permitir que todos os cidadãos europeus, urbanos e rurais, possam desfrutar dos benefícios da tecnologia digital e das conexões de banda larga. Por todas estas razões, apoiei este relatório em plenário.

 
  
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  Carlos Coelho (PPE), por escrito. Temos vindo a trabalhar no sentido de promover uma abordagem comunitária coordenada de forma a evitar distorções de mercado, permitir maximizar os benefícios da utilização do espetro e garantir uma utilização ótima sob o ponto de vista social, económico e ambiental. Esta iniciativa no domínio do espetro radioelétrico reveste-se de importância crucial na Agenda Digital e na Estratégia Europa 2020, uma vez que a utilização do espetro tem uma influência cada vez maior no crescimento sustentável, na competitividade e na produtividade no mercado interno ao nível de diversas políticas setoriais importantes da UE.

Tendo em conta que o espetro radioelétrico é um recurso escasso, esta iniciativa deverá permitir que se definam orientações e objetivos políticos para o planeamento estratégico e a harmonização da utilização do espetro até 2015, contribuindo assim para a existência de uma política europeia flexível e coordenada, que assegure uma atribuição e uma utilização, eficiente e eficaz, das radiofrequências. Cumprimento o relator, Gunnar Hökmark, por ter conseguido alcançar um acordo político com o Conselho, permitindo que se abra caminho para um desenvolvimento que deverá proporcionar à UE a possibilidade de se tornar o líder global em matéria de débitos de banda larga, mobilidade, cobertura e capacidade.

 
  
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  Christine De Veyrac (PPE), par écrit. – J'ai voté en faveur de ce texte sur la réorganisation et la libération de bandes de fréquence du spectre radioélectrique, qui permettra à tous nos concitoyens, en milieu urbain comme en milieu rural, de mieux profiter des avantages des technologies numériques et des connections rapides à haut débit.

 
  
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  Anne Delvaux (PPE), par écrit. – Depuis le passage à l’ère numérique, les bandes de fréquences sont libres et peuvent répondre à la demande croissante de nouvelles technologies et nouveaux services. En raison de la rareté du spectre et de sa valeur économique, sociale et culturelle, il convient, au niveau européen, de fixer des priorités pour l’attribution et l’utilisation du spectre radioélectrique. Ce programme prévoit des principes réglementaires généraux et des mesures politiques ainsi que des conditions communes pour renforcer l’efficacité et la flexibilité, préserver et encourager la concurrence, et appelle un inventaire et une surveillance des besoins actuels et émergents du spectre. Le rapport insiste également sur une utilisation efficace du spectre, sur une plus grande flexibilité pour promouvoir l’innovation et les investissements et garantir des conditions de concurrence équitables dans l’Union et sur la nécessité de consolider la proposition d’inventaire des utilisations actuelles du spectre et des besoins émergents. Le PE est parvenu à imposer un inventaire à grand échelle de l'utilisation actuelle du spectre entre 400 MHz et 6 GHz, afin de mettre en place une politique flexible et coordonnée du spectre en Europe, permettant de corriger l'inefficacité dans l'utilisation du spectre et de faire face à l'augmentation exponentielle des échanges de données sans fil par de futures réattributions de fréquences.

 
  
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  Edite Estrela (S&D), por escrito. Votei favoravelmente o relatório sobre a política do espetro radioelétrico porque inclui medidas para reforçar o quadro normativo europeu em matéria de espetro radioelétrico e, assim, tirar maior partido dos benefícios económicos, sociais e culturais que lhe estão associados.

 
  
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  Diogo Feio (PPE), por escrito. O acesso ao espetro elétrico é essencial para garantir que todos os cidadãos europeus, tanto de áreas rurais como urbanas, possam aceder às tecnologias digitais e ligações de banda larga, representando o volume total deste setor aproximadamente 200 mil milhões de euros. Deste modo, e dado o valor que o espetro radioelétrico representa, urge definir as prioridades da União na sua atribuição e uso. Assim, a Agenda Digital, a economia digital e este primeiro programa político de 5 anos visam estimular a nossa economia e tornar o mercado interno real para todas os componentes que a integram. Almeja-se reconquistar a liderança global para a indústria de telecomunicações europeia e criar um ímpeto para maior produtividade, coesão, competitividade e acesso a um mercado único.

 
  
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  José Manuel Fernandes (PPE), por escrito. No passado, a União Europeia era líder no respeitante à inovação tecnológica, nomeadamente nas comunicações móveis. Com o passar dos anos, tanto os Estados Unidos da América como o Japão, bem como alguns países com economias emergentes, têm assumido a liderança nesta matéria. Chegou a altura de a UE voltar a liderar neste campo, aproveitando as novas oportunidades que a Internet oferece. Trata-se de uma nova dinâmica que poderá ajudar a relançar a economia europeia. O texto em votação constitui uma recomendação para segunda leitura sobre a posição do Conselho, em primeira leitura, e visa a adoção da decisão do Parlamento e do Conselho sobre um programa plurianual da política do espetro radioelétrico. Atualmente, verifica-se um aumento exponencial da transmissão de dados online. Todavia, as condições de transmissão em virtude da frequência radioelétrica não têm acompanhado a procura – apesar da instalação de cabos de fibra ótica. Votei favoravelmente esta recomendação, pois estou certo das mais-valias do plano plurianual para o aumento das frequências, nomeadamente, 800 mhz, até 2013, e 1.200 mhz, até 2015. A economia do futuro será uma economia digital e, com estas medidas, a UE dá um passo em frente na sua competitividade.

 
  
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  João Ferreira (GUE/NGL), por escrito. Esta proposta define as orientações e objetivos políticos para o planeamento estratégico e a harmonização da utilização do espetro radioelétrico até 2015. Concordando com a necessidade de haver um planeamento e organização do espetro radioelétrico, consideramos essencial que tal seja feito no âmbito da cooperação entre os Estados-Membros, preservando-o enquanto bem público e preservando-o das orientações que visam colocar o espetro radioelétrico ao serviço das estratégias UE 2020, da agenda digital para a Europa e do ato para o mercado único. As políticas que dizem almejar uma melhoria do mercado, da competitividade e concorrência para o lançamento do denominado mercado digital único, muito têm contribuído, na realidade, para o agravamento da crise do capitalismo e das suas consequências negativas para as populações. O espetro radioelétrico, de baixas a muito altas-frequências, vai sendo disputado e preenchido para múltiplos fins, abrindo caminho ao negócio dos futuros serviços digitais ao nível da União e estimulando a concorrência efetiva. Contudo, é essencial preservar e defender o espaço para acesso público e impedir o seu total comprometimento para fins comerciais, caminho para o qual se inclinam as políticas da União Europeia.

 
  
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  Monika Flašíková Beňová (S&D), písomne. − V septembri 2010 Európska komisia predložila návrh rozhodnutia o vytvorení prvého programu politiky rádiového frekvenčného spektra, vychádzajúc z článku 114 Zmluvy o fungovaní Európskej únie a na základe § 8a ods. 3 smernice 2002/21/ES Európskeho parlamentu a Rady zo 7. marca 2002, ktorou sa stanovuje, že Komisia môže predložiť legislatívny návrh, ktorým sa ustanovuje viacročný program politiky rádiového frekvenčného spektra. Predkladaný návrh stanovuje politické smerovanie a ciele pre strategické plánovanie a harmonizáciu využívania frekvenčného spektra až do obdobia roku 2015. Predkladaný návrh umožní Európskej únii prevziať prvenstvo, čo sa týka rýchlosti širokopásmového pripojenia, mobility či pokrytia. Je predpokladom na vytvorenie flexibilnej a koordinovanej európskej politiky rádiového spektra. Sprístupnenie 800MHz pásma pre elektronické komunikačné služby od 1. januára 2013 bude prispievať k vytváraniu celoeurópskeho telekomunikačného trhu, nové služby môžu zase vytvárať príležitosti pre trh spotrebiteľov. V čase ekonomickej krízy je práve telekomunikačný sektor jedným z tých, ktorý je schopný pričiniť sa o rast a aktivitu a dostupnosť nových služieb pre európskych občanov, pokiaľ bude existovať snaha využiť jeho potenciál, zamerajúc sa najmä na hospodárske, sociálne a kultúrne blaho spoločnosti.

 
  
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  Lorenzo Fontana (EFD), per iscritto. − La proposta in esame definisce gli orientamenti e gli obiettivi politici per l´armonizzazione dell´uso dello spettro radio, che interessa oggi innumerevoli servizi, pubblici e privati, in una vasta gamma di settori. La regolamentazione di cui questa proposta si occupa pone le basi per uno sviluppo che consentirà all´Unione di assumere la guida globale per quanto concerne la velocità, la copertura e la capacità della banda larga, con conseguenze positive notevoli in ambiti quali l´economia, la sicurezza, la salute, la cultura, la scienza, l´ambiente e la tecnologia. Per questi motivi il mio voto è stato positivo.

 
  
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  Françoise Grossetête (PPE), par écrit. – J'ai voté en faveur de ce texte qui encouragera l'utilisation du haut débit mobile et stimulera la croissance économique dans nos territoires.

En mai 2011, nous avions approuvé des mesures visant à accélérer le développement du haut débit mobile pour tous, utilisant le spectre radioélectrique libéré en raison du passage de la télévision analogique à la télévision numérique.

L'attribution des radiofréquences est du ressort des autorités nationales et non de l'UE, mais les règles sur la manière de partager le spectre entre les fournisseurs Internet et les utilisateurs doivent être décidées au niveau européen. Conformément à l'accord, les États membres de l'UE devraient libérer la bande de fréquences de 800 MHz pour les services à haut débit sans fil d'ici le 1er janvier 2013.

Un marché de télécommunications paneuropéen verra ainsi le jour, où les nouveaux services pourront créer de nouvelles possibilités pour désenclaver les territoires et stimuler la croissance sur un marché qui compte 500 millions de consommateurs.

 
  
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  Juozas Imbrasas (EFD), raštu. − Pritariu nuostatai, kad pasiekus šį politinį susitarimą bus atvertas kelias vystymuisi, kuris leis ES tapti pasauline lydere plačiajuosčio ryšio greičio, mobilumo, aprėpties ir pajėgumų srityse. Šis susitarimas bus itin svarbus kuriant lanksčią ir suderintą Europos spektro politiką, kurią įgyvendinant eksponentinį mobiliųjų duomenų srauto augimą bus galima kontroliuoti ateityje perskirstant spektrą, taigi neveiksmingas spektro naudojimas liks praeityje. Valstybės narės, pritardamos Parlamento ir Komisijos pasiūlymui iki 2013 m. sausio 1 d. pradėti naudoti 800 MHz dažnių juostą elektroninių ryšių paslaugoms teikti, padės kurti Europos masto telekomunikacijų rinką, kurioje teikiant naujas paslaugas galima sudaryti naujas galimybes ir užtikrinti 500 mln. vartotojų vienijančios rinkos augimą. Tačiau dėl ekonominės krizės ir sunkios finansinės padėties valstybės narės gali ne visos pajėgti laiku įgyvendinti užsibrėžtus tikslus, o tai gali tapti joms ne tik papildoma finansine našta. Taip pat manau, kad valstybės narės turėtų turėti daugiau veikimo laisvės įgyvendinant užsibrėžtus tikslus, kadangi valstybių narių techninės ir finansinės galimybės skiriasi.

 
  
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  Philippe Juvin (PPE), par écrit. – À la demande du Parlement européen, la Commission avait publié en septembre 2010 son programme pluriannuel en matière de spectre radioélectrique. Ce programme définit les orientations politiques et les moyens à mettre en œuvre pour une utilisation harmonisée du spectre radioélectrique dans l'Union européenne pour la période 2011-2015. Il prévoit par ailleurs des mesures communes pour renforcer l'efficacité et la flexibilité, pour promouvoir l'innovation et encourager la concurrence. Enfin, il demande la mise en œuvre d'un inventaire des besoins actuels et émergents du spectre. L'accès au spectre radioélectrique est essentiel pour une large gamme d'activités allant de la téléphonie et de la diffusion à haut débit au transport, à l'énergie, à la recherche et au développement et aux applications spatiales. Il permet aussi à tous les citoyens européens, en milieux urbain et rural, de profiter des avantages des technologies numériques et des connections rapides à haut débit. J'ai, pour toutes ces raisons, soutenu ce rapport en plénière.

 
  
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  Edvard Kožušník (ECR), písemně. − Podporuji dohodu, které se podařilo dosáhnout na trialozích vedených mezi Evropským parlamentem a Radou EU. Jsem rád, že se v rámci kompromisu podařilo uhájit přidělení nejméně 1200 MHz spektra mobilnímu přenosu dat do roku 2015. Za stejně zásadní pro občany zemí EU považuji urychlení rozvoje mobilního širokopásmového připojení o rychlosti nejméně 30 Mb/s, které by mělo být dostupné v horizontu následujících osmi let. Zároveň si vědomuji omezenost rádiového spektra a nutnost nakládat s ním velmi efektivně. Dovolím si proto apelovat, aby politika rádiového spektra nebyla vnímána jako čistě unijní politika, ale aby probíhala na základě dohody s členskými státy. Nedodržení tohoto postupu by mohlo narušit či omezit hospodářskou soutěž v některých zemích EU.

 
  
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  Giovanni La Via (PPE), per iscritto. − Ho espresso voto contrario alla presente relazione che punta ad una liberalizzazione delle frequenze radio nell’ottica di una nuova assegnazione delle frequenze. Seppur favorevole ad un mercato liberalizzato e all’introduzione di nuovi concorrenti nel settore, nutro profondi dubbi circa l’adottabilità delle nuove frequenze e la loro distribuzione a livello europeo. Una roadmap su tempistiche e modalità, infatti, deve essere definita in modo tale da garantire una regolamentazione adeguata del settore, considerando che, questo in particolare, influisce direttamente sul campo dell’informazione generando ricadute spesso importanti sul sistema sociale ed economico. Ritengo, pertanto, che l`obiettivo dell’agenda digitale, debba essere raggiunto percorrendo strade diverse e rivedendo scelte che, allo stato attuale, non consentono all’Unione europea di poter migliorare significativamente la politica del settore radiofonico.

 
  
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  Petru Constantin Luhan (PPE), în scris. − Accesul la spectrul de frecvenţe radio este esenţial pentru o gamă foarte largă de activităţi, de la telefonie şi radiodifuziune până la transporturi şi aplicaţii spaţiale. Pentru ca cetăţenii europeni, atât din zonele urbane, cât şi din cele rurale, să poată beneficia de toate avantajele tehnologiei digitale, este extrem de important să se asigure accesul larg şi echitabil la spectrul de frecvenţe radio. De asemenea, mai buna utilizare a spectrului poate constitui un impuls pentru economia europeană, deoarece serviciile wireless de mare viteză vor favoriza competitivitatea şi dezvoltarea economică.

În urma raportului de astăzi, va fi pusă la dispoziţie banda de 800 MHz pentru serviciile de comunicaţii electronice în toate statele membre UE până la 1 ianuarie 2013 şi se va aloca un spectru adecvat pentru serviciile wireless, însumând cel puţin 1200 MHz până în 2015, oferind, astfel, cea mai bună capacitate pentru industriile europene. Economia digitală este cheia viitorului, iar liniile trasate prin acest raport vor asigura succesul economic în viitor.

 
  
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  David Martin (S&D), in writing. − I voted for this report which seeks to ‘make sufficient and appropriate spectrum allocated for mobile data traffic, amounting to at least 1200 MHz by 2015 to best meet the increasing demand for mobile data traffic, thereby allowing the development of commercial and public services’. It hopes to bridge the ‘digital divide’ and ‘realise the objectives of the Digital Agenda, ensuring that all Union citizens have access to broadband, not less than 30 Mbps by 2020 and making it possible for the Union to have the highest possible broadband speed and capacity’. In doing so it hopes to secure opportunities for both the commercial sector as well as public services by means of increased mobile broadband capacities. It also aims to ‘reduce the fragmentation and fully exploit the potential of the internal market in order to establish a pan-European level playing field in order to foster economic growth and economies of scope and scale at Union level’. It further aims to ‘reduce the Union's carbon footprint by enhancing the technical efficiency of wireless communication networks and applications’.

 
  
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  Mario Mauro (PPE), per iscritto. − Il mio voto alla relazione del collega Hökmark è favorevole. L’intesa raggiunta pone le basi per uno sviluppo che consentirà all'Unione europea di giocare un ruolo da leader globale per quanto concerne la velocità, la mobilità, la copertura e la capacità della banda larga. Si tratta di un passo importante per la realizzazione di una strategia europea flessibile e coordinata dello spettro radio.

 
  
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  Nuno Melo (PPE), por escrito. No atual cenário, em que as novas tecnologias têm um papel cada vez mais importante, é essencial que todos os cidadãos europeus tenham as mesmas condições de acesso às tecnologias digitais e ligações de banda larga, independentemente de residirem em áreas rurais ou urbanas. Assim, a Agenda Digital, a economia digital e este primeiro programa político de 5 anos, agora aprovado, são essenciais para o desenvolvimento da economia e contribuem para o desenvolvimento do mercado interno. É objetivo a reconquista da liderança global da indústria de telecomunicações europeia e o incremento da produtividade, da coesão, da competitividade e do acesso a um mercado único. A aprovação, por parte dos Estados-Membros, da proposta do Parlamento e do Conselho para abrir a faixa de 800 MHz para serviços de comunicações eletrónicas, até janeiro de 2013, irá contribuir para a criação de um mercado pan-europeu de telecomunicações, em que novos serviços poderão criar oportunidades e crescimento para um mercado de 500 milhões de consumidores.

 
  
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  Alajos Mészáros (PPE), írásban. − Az Európai Unió rendelkezik a világ egyik legnagyobb gazdaságával. A tévhitekkel ellentétben sem az USA, sem pedig Kína gazdasága nem nagyobb, csak jobb feltételeket tud biztosítani a versenyképesség, az új szolgáltatások és az innováció számára. A digitális napirend és a digitális gazdaság lehet a kulcsa annak, hogy világszinten mi is vezető szerepet vállaljunk a széles sávú informatikai szolgáltatások sebessége, a mobilitás, a lefedettség és a kapacitás vonatkozásában. A most elfogadott megállapodás biztosítja az internetes és a szélessávú alkalmazások esetében a legnagyobb kapacitáshoz és a legnagyobb sebességhez való hozzáférést. Mihamarabb nyitnunk kell az új szolgáltatások és a megnövekedett mobilforgalom felé.

A szélessávú szolgáltatások keretében meg kell teremtenünk a kultúra és a tartalom, a műsorterjesztők és a közszolgáltatások új lehetőségeinek alapjait. Napjainkban lassan már természetes lesz, hogy az interneten videokonferenciákat, megbeszéléseket tartanak, és a jövőben ezek száma csak növekedni fog. Ezért biztosítanunk kell a mobil széles sáv fejlesztésének felgyorsítását, hogy 2020-ig minden uniós polgár legalább 30 Mb/s sebességű internet-hozzáféréssel rendelkezzen, áthidalva ezáltal a digitális megosztottságot, és hozzájárulva az európai digitális menetrend célkitűzéseinek megvalósításához. Szavazatommal én is ehhez próbáltam hozzájárulni.

 
  
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  Alexander Mirsky (S&D), in writing. − The first radio spectrum policy programme promotes technology neutrality, innovation and investment. It is thus a very important programme.

 
  
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  Andreas Mölzer (NI), schriftlich. Der gemeinsame Ausbau von Breitbandnetzen und digitalen Infrastrukturen soll zur Steigerung der Wettbewerbsfähigkeit der europäischen Wirtschaft beitragen, den Verbund und die Interoperabilität der nationalen Netze sowie den Zugang zu diesen fördern und die weitere Entwicklung eines digitalen Binnenmarktes fördern. Für die Finanzierung kommen die Instrumente in Betracht, die im Rahmen der Fazilität "Connection Europe" zur Verfügung stehen. Engpässe sollen beseitigt werden, was bedeutet, Netzanbindung und Zugänge zu einer Infrastruktur digitaler Dienste auch grenzüberschreitend zu ermöglichen. Der Bericht hat meine Stimme erhalten, da es für die Bürger der EU-Mitgliedstaaten sowie für die europäische Wirtschaft nur Vorteile bringen kann, wenn eine qualitativ wie auch quantitativ gute Vernetzung gewährleistet ist.

 
  
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  Radvilė Morkūnaitė-Mikulėnienė (PPE), raštu. − Kaip ne sykį galėjome įsitikinti, teisėkūra dažnai atsilieka nuo progreso jos reguliuojamuose santykiuose. Tai ypač pasakytina, pvz., apie skaitmenines technologijas. Todėl sveikintinas Europos Parlamento šiame dokumente išsakytas požiūris, jog bent jau duomenų perdavimo skaitmeniniais ir radijo tinklais klausimu turėtume ne vytis technologinę pažangą, bet ją pralenkti ir nustatyti veikimo kryptis bent dešimtmečiui į priekį.

 
  
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  Katarína Neveďalová (S&D), písomne. − Prístup k rádiovému spektru je nevyhnutný pre široký okruh od telekomunikačných služieb a vysielania po dopravu a vesmírne aplikácie. Význam širokého a rovnakému prístupu k rádiovému spektru spočíva v tom, že občania budú môcť naplno využívať výhody digitálnej technológie. Lepšie využívanie spektra by tiež mohlo podporiť európske hospodárstvo, keďže zavádzanie rýchlych bezdrôtových služieb posilní konkurencieschopnosť a rast. Táto politická dohoda pripraví pôdu na rozvoj, ktorý umožní EÚ prevziať globálnu pozíciu v rýchlosti širokopásmového pripojenia, mobilite, pokrytí a kapacite. Súhlas členských štátov a návrh Európskeho parlamentu a Komisie na sprístupnenie frekvenčného pásma 800 MHz pre elektronickú komunikáciu od 1. januára 2013 prispeje k vytvoreniu paneurópskeho telekomunikačného trhu, kde nové služby môžu vytvárať príležitosti a rast pre 500 miliónový spotrebiteľský trh.

Je taktiež potrebné si uvedomiť, že urýchlenie rozvoja mobilného širokopásmového pripojenia najmenej na 30 Mbps do roku 2020 pre všetkých občanov EÚ prispeje k dosiahnutiu cieľov Digitálnej agendy pre Európu.

 
  
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  Franz Obermayr (NI), schriftlich. In diesem Vorschlag werden die politischen Orientierungen und Ziele für die strategische Planung und Harmonisierung der Frequenznutzung bis 2015 dargelegt. Das soll den weiteren Weg für eine Entwicklung ebnen, damit die EU weltweit eine Spitzenposition einnehmen kann, was Breitbandgeschwindigkeiten, Mobilität, Versorgungsgrad und Kapazität anbelangt. Dies stellt einen wichtigen Baustein für die Schaffung einer flexiblen und koordinierten europäischen Frequenzpolitik dar, wo neue Dienste für neue Möglichkeiten und vor allem Wachstum für einen Markt von 500 Millionen Verbrauchern sorgen können. Deswegen habe ich dafür gestimmt.

 
  
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  Rolandas Paksas (EFD), raštu. − Manau, kad radijo spektro politika turi būti paremta veiksmingo ribotų išteklių valdymo ir naudojimo, technologinio neutralumo, funkcinio lygiavertiškumo, proporcingumo, skaidrumo ir nediskriminavimo principais. Be to, siekiant šios politikos efektyvaus įgyvendinimo reikėtų užtikrinti šios srities kiek galima mažesnį būtiną reguliavimą, teisinį tikrumą kintančioje rinkoje bei tinkamai atsižvelgti į ekonominės plėtros, veiksmingos konkurencijos užtikrinimo, vartotojų teisių apsaugos, sąlygų ir procedūrų objektyvumo kriterijus. Atsižvelgiant į radijo spektro politikos svarbą ne tik ES, bet ir kiekvienai valstybei narei atskirai bei į praėjusios finansų krizės padarinius, privalome vengti skubotų sprendimų dėl radijo spektro dažnių skyrimo. Pažymėtina, kad ne visos valstybės gali būti tinkamai pasiruošusios ir turėti pakankamai išteklių iki 2013 m. įgyvendinti technines 800 MHz juostos radijo dažnių skirstymo sąlygas. Taigi siekiant apsisaugoti nuo konkurencijai žalingų veiksmų ir nuo antivisuomeninių priemonių, ES lygiu turėtų būti užtikrintas tik minimalus reglamentavimo lygis, o esminių klausimų sprendimai turėtų priklausyti valstybių narių kompetencijai.

 
  
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  Maria do Céu Patrão Neves (PPE), por escrito. O acordo político alcançado com o presente relatório sobre um programa plurianual da política do espetro radioelétrico abrirá caminho a um desenvolvimento que permitirá à União Europeia assumir a liderança global em matéria de débitos da banda larga, mobilidade, cobertura e capacidade. Votei o relatório favoravelmente por considerar que este poderá constituir-se como um alicerce essencial na criação de uma política europeia flexível e coordenada em matéria de espetro radioelétrico, permitindo obter um crescimento exponencial do tráfego de dados móveis por meio de reatribuições futuras e remeter para o passado a utilização ineficiente do espetro. Os estudos indicam que a aprovação, por parte dos Estados-Membros, da proposta do Parlamento e do Conselho para abrir a faixa de 800 MHz para serviços de comunicações eletrónicas, até janeiro de 2013, irá contribuir para a criação de um mercado pan-europeu de telecomunicações, em que novos serviços poderão criar oportunidades e crescimento para um mercado de 500 milhões de consumidores.

 
  
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  Alojz Peterle (PPE), pisno. − Pred leti sem dal Evropski komisiji pobudo za znižanje cen gostovanja pri mobilnih operaterjih v tujini, kar je rezultiralo v znatnem znižanju cen. Seveda podpiram nadaljevanje skupne politike v tej smeri in podpiram vzpostavitev večletnega programa politike radijskega spektra. Odprtje frekvenčnega pasu 800 MHz za storitve elektronske komunikacije v vseh državah članicah do 1. januarja 2013, pospešitev razvoja mobilnih širokopasovnih storitev hitrosti do vsaj 30 Mbps do leta 2020 za vse državljane Evropske zveze ter dodelitev spektra 1200 MHz za mobilni prenos podatkov do leta 2015 so resnično strateške odločitve, ki so bistvene za vzpostavitev vseevropskega trga telekomunikacij.

 
  
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  Paulo Rangel (PPE), por escrito. O procedimento legislativo de adoção de um programa plurianual no domínio da política do espetro radioelétrico foi iniciado com a proposta de decisão apresentada pela Comissão Europeia em 20 de Setembro de 2010. Assim, o Parlamento Europeu veio a aprovar, em 11 de Maio de 2011, a sua posição em primeira leitura, propondo uma série de alterações. Entretanto, na sequência de cinco trílogos informais, o Parlamento Europeu e o Conselho chegaram a acordo quanto à proposta legislativa. Na sequência dos trabalhos realizados, resultantes de um procedimento de cooperação entre as diversas instituições, votei em sentido favorável a posição do Parlamento Europeu em segunda leitura, na esperança de que a regulação alcançada contribua para a vitalidade e o dinamismo da economia europeia.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), in writing. − In favour of the recommendation for second reading on the Council position at first reading with a view to the adoption of a decision of the European Parliament and of the Council establishing a multi-annual radio spectrum policy programme (2010/0252(COD)).

 
  
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  Licia Ronzulli (PPE), per iscritto. − Ritengo fondamentale che Parlamento europeo e Consiglio dell'Unione raggiungano un accordo per pianificare una strategia comune per l'utilizzo dello spettro fino al 2015. In questo modo, sarà possibile porre le basi per permettere all'Unione europea di raggiungere il primato nella velocità, nella mobilità, nella copertura e nella capacità della diffusione della banda larga. Realizzare un'efficace strategia per l'utilizzo dello spettro radio permetterà infine di far fronte alla crescita esponenziale del traffico mobile di dati.

 
  
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  Oreste Rossi (EFD), per iscritto. − Finalmente, in seconda lettura, si è trovato un accordo sugli orientamenti e gli obiettivi politici per la pianificazione e l'armonizzazione dell'uso dello spettro radio. Tali decisioni interessano settori e servizi importanti dalle attività scientifiche, ai trasporti, alle comunicazioni mobili e televisive, le radio e le apparecchiature mediche. Non dimentichiamo quanto la gestione accurata sia indispensabile ai servizi di sicurezza e di protezione civile.

Altri elementi fondamentali sono: diffusione di Internet a banda larga senza fili in tutti gli Stati membri e incremento della potenza entro il 2020 e valutazione della Commissione, di concerto con gli Stati membri, per assegnare una più ampia disponibilità di frequenze non soggette a licenze per i sistemi di accesso senza fili, reti locali in radiofrequenza e wi-fi. Particolare attenzione va posta alla ventilata ipotesi della Commissione, non riportata in questo testo, di considerare l'uso di fondi europei finalizzati alla banda larga non come aiuti comunitari ma come aiuti di Stato. È evidente che tale nefasta scelta andrebbe contro lo spirito di questo provvedimento.

 
  
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  Sergio Paolo Francesco Silvestris (PPE), per iscritto. − Reputo la Radio Spectrum Policy" un elemento cruciale per la creazione di un mercato digitale unico europeo, specialmente in relazione al suo obiettivo di definire gli orientamenti politici e gli obiettivi di pianificazione strategica e armonizzazione nell'uso dello spettro radio, al fine di garantire il funzionamento del mercato interno.

Secondo l'accordo che abbiamo approvato in Aula questa mattina, entro il 1° gennaio 2013 gli Stati membri dell'UE dovrebbero rendere le frequenze sulla banda 800 MHz disponibili per i servizi a banda larga senza fili. Almeno 1200 MHz di spettro dovrebbero essere assegnati al traffico dati mobile, dopo il 2013 ma prima del 2015, come richiesto dai noi deputati al Parlamento europeo.

Sono certo che questo provvedimento creerà un mercato paneuropeo delle telecomunicazioni in cui i nuovi servizi saranno in grado di creare opportunità e crescita per un mercato di 500 milioni di consumatori. In questo modo l'Europa sarà in prima linea per garantire Internet a banda larga ai suoi cittadini e promuovere gli sviluppi futuri della rete.

 
  
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  Nuno Teixeira (PPE), por escrito. Em setembro de 2010, a Comissão Europeia adotou três medidas complementares destinadas a facilitar a implantação e adesão à banda larga rápida e ultra rápida na União Europeia. Em maio de 2011, o Parlamento Europeu aprovou o seu parecer em primeira leitura, tendo efetuado 88 alterações à proposta apresentada pela Comissão Europeia. Entre as alterações adotadas, salienta-se a expansão das atribuições de espetro não licenciado para permitir uma maior utilização da tecnologia Wi-Fi e a garantia de todos os cidadãos da UE terem acesso à banda larga com uma velocidade não inferior a 30 Mbps até 2020. Subscrevo o projeto de segunda leitura apresentado pelo Parlamento Europeu, pois entendo que é um meio importante para a UE assumir a liderança global em matéria de débitos da banda larga, mobilidade, cobertura e capacidade de rede. Considero ainda que será obtido um crescimento exponencial de tráfego de dados móveis potenciador da criação de um mercado pan-europeu de telecomunicações que beneficiará cerca de 500 milhões de consumidores.

 
  
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  Silvia-Adriana Ţicău (S&D), în scris. − Am votat pentru rezoluția legislativă referitoare la poziția în primă lectură a Consiliului în vederea adoptării unei decizii privind instituirea unui program multianual pentru politica în domeniul spectrului de frecvențe radio. Uniunea are nevoie de un program prin care să acopere piața internă în toate domeniile de politică ale Uniunii care implică utilizarea spectrului radio, precum politicile privind comunicațiile electronice, cercetarea, dezvoltarea tehnologică, spațiul, transporturile, energia și audiovizualul. Printre obiectivele de politică pe care statele membre și Comisia trebuie să le pună în aplicare se numără: asigurarea în măsură suficientă a disponibilității spectrului, maximizarea flexibilității spectrului, creșterea eficienței utilizării spectrului prin intermediul autorizațiilor generale și al flexibilității spectrului, evitarea distorsionării concurenței, evitarea interferențelor prejudiciabile și a perturbărilor, armonizarea condițiilor tehnice, asigurarea protecției sănătății populației.

Prin acest program, se asigură crearea unui inventar cu un domeniu de aplicare foarte extins al utilizării în prezent a spectrului cuprins între 400 MHz şi 6 GHz, pentru a crea o politică europeană flexibilă şi coordonată în domeniul spectrului de frecvențe. De asemenea, Comisia, în cooperare cu statele membre, evaluează oportunitatea şi fezabilitatea extinderii alocărilor de frecvențe fără licență pentru sistemele de acces wireless, inclusiv rețele radio locale, pentru a permite, de exemplu, utilizarea sporită a tehnologiei WiFi, de exemplu.

 
  
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  Thomas Ulmer (PPE), schriftlich. Ab 2013 gibt es mehr freie Frequenzen, wodurch das mobile Surfen im Internet schneller und einfacher wird. Zunächst werden die 800-Mhz-Frequenzen freigegeben, ab 2015 dann die 1200-Mhz-Frequenzen. Die neuen Bandbreiten werden erforderlich, um schnelle Datenübertragung in allen Teilen Europas für alle Bürger möglich zu machen. Eine effektive Kostenkontrolle wird weiterverfolgt. Insofern ist der Beschluss mit meiner Zustimmung ein weiterer positiver Baustein für eine internet- und datenorientierte Zukunft.

 
  
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  Angelika Werthmann (NI), in writing. − This political agreement will pave the way for the development of a flexible and coordinated European spectrum policy in which the exponential growth of mobile data traffic can be met by future re-allocations and inefficient use of spectrum belongs to the past. The proposal opens up the 800MHz band for electronic communications services by 1 January 2013 and will help to create a pan-European telecommunications market where new services can create opportunities and growth for a 500 million consumer market.

 
  
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  Inês Cristina Zuber (GUE/NGL), por escrito. Esta proposta define as orientações e objetivos políticos para o planeamento estratégico e a harmonização da utilização do espetro radioelétrico até 2015. Concordando com a necessidade de haver um planeamento e organização do espetro radioelétrico, consideramos essencial que tal seja feito no âmbito da cooperação entre os Estados-Membros, preservando-o enquanto bem público e livre das orientações da Comissão, nomeadamente aquelas que se referem a colocar o espetro radioelétrico ao serviço das estratégias UE 2020, da Agenda Digital para a Europa e do Ato para o Mercado Único.

As políticas que dizem visar uma melhoria do mercado, da competitividade e da concorrência para o lançamento do denominado mercado digital único, muito têm contribuído, na realidade, para o agravamento da crise do capitalismo e das suas consequências negativas para as populações. O espetro radioelétrico, de baixas a muito altas-frequências, vai sendo disputado e preenchido para múltiplos fins abrindo caminho ao negócio dos futuros serviços digitais ao nível da União e estimulando a concorrência efetiva. Contudo, é essencial preservar e defender o espaço para acesso público e impedir o seu total comprometimento para fins comerciais, caminho para o qual se inclinam as políticas da União Europeia.

 
  
  

Informe: James Nicholson (A7-0262/2012)

 
  
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  Damien Abad (PPE), par écrit. – Face à la crise qui a durement frappé le secteur laitier en 2008-2010 et la fin des quotas en 2015, des mesures, que j'ai soutenues, ont été prises pour renforcer le pouvoir de négociation des producteurs, rendre les contrats entre producteurs et acheteurs obligatoires, et accorder une meilleure visibilité aux organisations professionnelles. Je me félicite de ces avancées majeures dans le domaine laitier.

 
  
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  Luís Paulo Alves (S&D), por escrito. Abstenho-me neste relatório, porque entendo que é uma oportunidade perdida. Abarca elementos positivos como o reforço do papel das organizações de produtores e das organizações interprofissionais e aspetos contratuais, mas podia ter-se ido mais longe e aproveitado para conseguir outro ordenamento para as fileiras do leite na UE. É preciso ir mais além do que o melhoramento da condição de autorregulação no relacionamento entre atores da área. Este setor deve estar sobretudo enquadrado em termos de uma agricultura que queremos que tenha, na Europa, acesso à distribuição justa do valor na cadeia alimentar, e que não se transforme numa agricultura das grandes explorações intensivas, concentradas nuns poucos Estados-Membros.

 
  
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  Laima Liucija Andrikienė (PPE), in writing. − I voted in favour of this resolution because the European dairy sector is extremely sensitive and economically important to the EU. The milk and milk products sector faced exceptional events between the years 2007-2009 which, combined with the effects of the financial and economic crisis, resulted in farm-gate prices crashing in 2009. Europe’s dairy sector will experience a major shift after the expiry of quotas in 2015. The Commission identified three key elements: the bargaining power of producers, contractual relations and inter-branch organisations. In its report, the Committee on Agriculture also highlighted the need for PDOs (protected designations of origin) and PGIs (protected geographical indications) to be able to manage the volume of their production. I agree with the proposal that, in order to secure a stable future for the sector, the bargaining power of producers needs to be strengthened. However, still further negotiations between the institutions are needed to define the best rates and quotas to maintain competition among farmers, but also to protect consumers and the European market.

 
  
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  Elena Oana Antonescu (PPE), în scris. − Piaţa europeană a produselor lactate a fost şi este caracterizată de un dezechilibru pronunţat şi o predictibilitate redusă, datorate în primul rând practicilor comerciale neloiale existente în procesul de producţie, prelucrare şi distribuţie. Principalii actori care suferă de pe urma acestui fenomen sunt, pe de o parte, fermierii, care, aşa cum am văzut, de multe ori se întâmplă să nu cunoască preţul pe care îl vor primi pentru laptele lor, dar şi consumatorii finali, cei care nu plătesc preţul care porneşte de la producător, ci suma impusă de toţi ceilalţi factori implicaţi în procesul de procesare şi distribuţie. Consider că este nevoie de o responsabilizare a operatorilor din lanţul produselor lactate, iar această ţintă poate fi atinsă prin utilizarea contractelor oficiale scrise. Cred, de asemenea, în consolidarea puterii de negociere a producătorilor cu unităţile de prelucrare. Nu în ultimul rând, un alt motiv pentru care votez acest raport este scopul său: promovarea unor bune practici şi transparentizarea pieţei în general. Pentru că, în opinia mea, doar aşa putem vorbi la timpul viitor despre sectorul produselor lactate din UE. Am votat în favoarea acestui raport.

 
  
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  Sophie Auconie (PPE), par écrit. – J'ai voté cette semaine un texte qui concerne directement les producteurs de produits laitiers. Le secteur a connu une grave crise, prolongée et aggravée par la crise économique globale. L'instabilité des prix qui en découle est profondément déstabilisante pour nos producteurs, qui doivent déjà faire face à la fin programmée des quotas laitiers d'ici 2015. Ce texte modifie les règles contractuelles en vue d'accroître le pouvoir de négociation des producteurs laitiers, de leur garantir l'obtention de prix plus équitables pour le lait cru qu'ils produisent et les aider à se préparer à la fin des quotas. Comme l'ensemble des partis, excepté le groupe des Verts, nous avons pris nos responsabilités! Les organisations de producteurs pourront négocier en nom collectif jusqu'à 33 % de la production laitière d'un Etat ou jusqu'à 3,5 % de la production européenne. Ce texte va également permettre d'améliorer la transparence et l'analyse approfondie des données relatives à la production laitière de l'Union, ce qui devrait permettre de retrouver la relative stabilité d'autrefois. Même si, pour le rapporteur James Nicholson, ce texte aurait pu être plus ambitieux, ce compromis représente néanmoins une avancée considérable pour nos producteurs laitiers et vise à protéger le sort des plus vulnérables.

 
  
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  Zoltán Bagó (PPE), írásban. − Csatlakozva azon véleményemhez, melyet a pán-euromediterrán származási kumulációs rendszerrel kapcsolatban tettem, támogatom nemcsak a diagonális kumulációs rendszer kiterjesztését, de annak gyakorlati bevezetését és integrálását az uniós szabályozási rendszerbe is. Egyetértek a megállapodás megkötésével, mivel az a barcelonai folyamat betetőzését jelenti. Az EU ezzel a megállapodással hatékonyan tud reagálni a földközi-tengeri partnerekkel már létező bilaterális szabályozások kapcsán felmerült, túlzottan összetett mechanizmusokra, valamint azokra az új lehetőségekre, ugyanakkor kihívásokra is, melyek az arab tavasz kapcsán jelentkeztek. Külön kiemelendő számomra az egyezménnyel kapcsolatban az a törekvés, mely egyik távolabbi célként a diagonális kumulációs rendszert a Nyugat-Balkán országaira is kiterjeszthetővé teszi, ezzel is könnyítve az ebből a térségből származó majdani új tagokkal történő megállapodásokat.

 
  
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  Elena Băsescu (PPE), în scris. − • Am votat pentru raportul redactat de colegul Nicholson, pentru că sectorul lactatelor reprezintă o componentă esenţială a reformei PAC. • Dezbaterea este necesară în contextul evenimentelor care au afectat profund acest domeniu în anii 2007 - 2009, precum şi al obstacolelor prezente în lanţul de distribuţie alimentar. • În prezent, fermierii sunt dezavantajaţi financiar în relaţiile contractuale pe care le au cu industria produselor lactate. • De aceea, consider că măsurile specifice promovate prin reforma PAC pot corecta acest dezechilibru. • Totodată, includerea produselor lactate în domeniul de aplicare al politicii de calitate este deosebit de utilă. • În acest fel, se pot obţine protecţia şi conservarea reţetelor tradiţionale şi regionale, în special a celor din zonele izolate sau periferice. • De asemenea, noua măsură va susţine activitatea exploataţiilor agricole de mici dimensiuni, precum şi diversitatea culturală locală.

 
  
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  Sergio Berlato (PPE), per iscritto. − Il cosiddetto “pacchetto latte” contiene norme specifiche per il settore lattiero che riguardano: la costituzione delle organizzazioni di produttori per la vendita collettiva del latte; il riconoscimento delle organizzazioni interprofessionali che potranno svolgere attività di informazione e valorizzazione dei prodotti del settore lattiero e disposizioni per la definizione di contratti di compravendita della materia prima lattiera. Il compromesso sul regolamento era stato raggiunto durante il “trilogo” comunitario dello scorso dicembre e contiene numerosi elementi migliorativi rispetto alle precedenti proposte, accogliendo le richieste del settore lattiero-caseario italiano ed europeo di mantenere una flessibilità nella definizione dei contratti, i cui elementi di base previsti nella proposta della Commissione (prezzo, volume, calendario delle consegne e durata del contratto) potranno essere liberamente negoziati dalle parti. L’impegno del Parlamento europeo in sede di negoziazioni ha consentito di ottenere l’inserimento della programmazione produttiva per i formaggi DOP/IGP nel testo del regolamento, che non era contemplata nella proposta iniziale della Commissione europea. Si tratta di uno strumento essenziale, che potrà essere utilizzato dai Paesi, a determinate condizioni, per allineare l’offerta e la domanda dei prodotti, prevenendo le fluttuazioni derivanti dalla formazione di possibili eccedenze per i formaggi DOP italiani a lunga stagionatura.

 
  
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  Vilija Blinkevičiūtė (S&D), raštu. − Balsavau dėl šio pranešimo, nes juo siekiama padidinti pieno sektoriuje dirbančių ūkininkų derybinę galią, taip užtikrinant teisingesnes pieno kainas ir įgalinant ūkininkus įgyvendinti nustatytas pieno produkcijos kvotas. Šio reglamento priėmimą inicijavo Europos Parlamentas, reaguodamas į 2008 ir 2009 metais įvykusį pieno kainų kritimą ir siekdamas stabilizuoti pieno produktų rinkas. Remdamosi šiuo reglamentu, pieno sektoriaus ūkininkų organizacijos galės derėtis dėl pieno pardavimo sąlygų, pavyzdžiui, kainų, parduodamos produkcijos kiekio, sutarčių galiojimo laikotarpių ir pan. Iš tiesų, pieno tiekėjų koncentracija yra maža, todėl tiekimo grandinėje sutrinka ūkininkų ir pieninių derybinės galios pusiausvyra. Dėl to atsiranda nesąžininga komercinė veikla, nes ūkininkai dažnai net nežino, kokia bus jų pristatomo pieno kaina, kadangi dažnai kainą pieninės nustato daug vėliau, remdamosi pridėtinės vertės kriterijais, kurių ūkininkai negali kontroliuoti nesusibūrę į kooperatyvus.

 
  
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  Philippe Boulland (PPE), par écrit. – Ce texte répond en partie à la terrible crise connue par le secteur en 2008-2010, où les prix payés aux producteurs s'étaient dramatiquement effondrés. Les producteurs désormais vont pouvoir se regrouper pour peser davantage lors des négociations avec les transformateurs et les distributeurs. De nouveaux outils, prévus par la législation européenne, sont à leurs disposition pour faire valoir au mieux leurs intérêts et participer au pilotage de leurs marchés. Le Parlement européen restera attentif au secteur laitier, notamment à l'approche d'autres étapes à venir, comme la question de la contractualisation tout au long de la chaine ou d'un mécanisme permettant de ne pas "vider" les zones défavorisées de leur production laitière dès la suppression des quotas, prévue pour 2015. Nous veillerons à ce que les rapports d'étape prévus en 2014 et 2018 soient l'occasion de faire de nouvelles propositions pour éviter que le secteur laitier ne connaisse un choc insurmontable.

 
  
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  John Bufton (EFD), in writing. − I voted against this report, as I cannot support further EU regulation over the dairy sector, especially interventionist legislation that fails to satisfy the needs of UK farmers. The weakening of the position of Welsh farmers within the dairy sector, rendered unable to oppose aggressive behaviour exhibited by retailers and price-fixing cooperatives within the dairy supply chain, has led to the majority of milk being sold at lower than cost price. The UK Government in cooperation with the National Farmers Union and other directly representative bodies should have the freedom to develop legislation in the dairy sector in harmony with our agrarian needs that generates best-fit policies for maximum output, while ensuring an economically viable product and while protecting the industry and the farmers involved.

 
  
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  Udo Bullmann (S&D), schriftlich. Die SPD-Europaabgeordneten hätten es sehr begrüßt, wenn die EU auf Ebene der Mitgliedstaaten eine obligatorische Vertragspflicht eingeführt hätte. Der Rat und die Kommission haben sich jedoch kategorisch dagegen gewehrt. Der jetzt gefundene Kompromiss ermöglicht allerdings, dass sich Milcherzeuger in ganz Europa in Erzeugerorganisationen zusammenzuschließen. Für uns ist von zentraler Bedeutung, die Verhandlungsmacht der Milcherzeuger gegenüber Molkereien und Einzelhandel zu stärken. Neben der verbindlichen Vertragspflicht haben wir uns ausdrücklich für höhere Bündelungsgrenzen für Erzeugerzusammenschlüsse eingesetzt, weil auch das zu einer zusätzlichen Verbesserung der Verhandlungsposition der Milcherzeuger in Europa geführt hätte. Aber auch hier zeigte sich in den Trilogverhandlungen deutlich, dass der Rat sich auch in einer weiteren Lesung hierzu nicht bereit gefunden hätte. Für die deutschen Milcherzeugerinnen und -erzeuger bietet die Möglichkeit, sich zu Erzeugerorganisationen zusammenzuschließen keine Neuerung, denn dank des Marktstrukturgesetzes ist dies auf nationaler Ebene bereits möglich.

Nachdem ein besseres Ergebnis gegen Rat und Kommission nicht durchsetzbar war, ist es für uns umso wichtiger, dass bei der anstehenden Reform der Gemeinsamen Agrarpolitik gerade die Interessen kleinerer und mittlerer Milcherzeuger berücksichtigt werden. Für diese Betriebe müssen in der GAP Rahmenbedingungen geschaffen werden, die Milcherzeugung auch in weniger begünstigten Regionen weiterhin ermöglichen. Nur so können wir unserem Hauptanliegen, eine flächendeckende, nachhaltige und multifunktionale Landwirtschaft in Europa sicherzustellen, gerecht werden.

 
  
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  Alain Cadec (PPE), par écrit. – J'ai voté en faveur du rapport Nicholson car j'estime qu'il apporte un certain nombre de réponses à la crise traversée par le secteur du lait en 2009. Je suis satisfait des solutions apportées par la commission AGRI, qui amènent à une plus grande stabilité du secteur laitier. Il me parait urgent de réglementer l'offre et de garantir un niveau de prix convenable, alors que nous nous dirigeons vers la disparition des quotas laitiers à l'horizon 2015. C'est indispensable pour en finir avec les pratiques commerciales déloyales qui mettent en difficulté les producteurs laitiers. Deux propositions du rapport ont particulièrement retenu mon attention: l'instauration d'un nouveau cadre juridique européen relatif aux organisations interprofessionnelles, et l'obligation d'établir des contrats fixant dans la durée les volumes et les prix. C'est une bonne nouvelle pour les producteurs laitiers qui voient leur protection renforcée.

 
  
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  Maria Da Graça Carvalho (PPE), por escrito. Este relatório é importante porque visa sobretudo não prejudicar o funcionamento eficaz das cooperativas, e por razões de clareza, importa especificar que, caso um produtor, por pertencer a uma cooperativa, esteja sujeito à obrigação, relativamente à totalidade ou a parte da produção de leite desse produtor, de entregar leite cru para o qual tenham sido estabelecidas condições nos estatutos da cooperativa ou nas regras e decisões neles baseadas, essas condições não deverão ser objeto de negociação através de uma organização de produtores. Além disso, a fim de manter uma concorrência efetiva no mercado do leite e dos produtos lácteos, é conveniente que esta possibilidade fique sujeita a limites adequados expressos em percentagem da produção da União e da produção de qualquer Estado-Membro coberta pelas negociações. O limite expresso em percentagem da produção nacional deverá aplicar-se, em primeiro lugar, ao volume de leite cru produzido no Estado-Membro de produção ou em cada um dos Estados-Membros de produção. O mesmo limite deverá aplicar-se igualmente ao volume de leite cru fornecido a um Estado-Membro de destino.

 
  
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  Andrea Cozzolino (S&D), per iscritto. − La crisi ha messo in luce la scarsità di orientamento al mercato del settore lattierocaseario, rendendo urgenti norme per stabilizzare i redditi degli allevatori e per migliorare la trasparenza nella filiera commerciale. Il lungo periodo di quote fisse e di prezzi istituzionali elevati - creando sbocchi garantiti - ha irrigidito il mercato: i soggetti della catena produttiva non sono stati stimolati a rispondere ai segnali del mercato e non sono stati incentivati all'innovazione e agli incrementi di produttività. Occorre, però, predisporre al meglio una transazione morbida alla completa abolizione delle quote, evitando un impatto troppo rigido e violento che potrebbe accrescere i rischi per il settore e per i produttori. In questo senso, il ricorso a contratti per la consegna di latte crudo, stipulati in anticipo, tra produttori e latterie appare in grado di riequilibrare i poteri contrattuali, soprattutto perché consente la negoziazione collettiva, tramite organizzazioni degli allevatori, delle condizioni. Analogamente, si plaude alla possibilità - voluta dal Parlamento - di programmare e gestire i volumi produttivi dei prodotti caseari di qualità certificata (Dop). È, pertanto, fondamentale che l'urgente riforma del sistema non generi difficoltà ai produttori di quanto di meglio il territorio è capace di esportare.

 
  
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  Corina Creţu (S&D), în scris. − Am votat în favoarea acestui raport, pentru că eliminarea cotelor pentru produsele lactate în UE în 2015 impune creşterea puterii de negociere a producătorilor, prin încheierea de contracte scrise ferme pentru consolidarea responsabilității operatorilor din lanțul produselor lactate, precum și prin încurajarea producătorilor să se organizeze. Exemplul Elveţiei, care a renunţat la cote în 2009, este util pentru a înţelege impactul noului sistem şi pentru a-i anticipa efectele negative. Scăderea cererii şi menținerea unei producții stabile a dus, în ultimii ani, la prăbușirea prețurilor pe piaţa europeană a laptelui. Scumpirea materiilor prime din ultimii ani a dus la mărirea costului hranei pentru animale și a costurilor de producție, inclusiv al energiei.

Cred, aşadar, că e nevoie, în acest condiţii, de o creştere a puterii de negociere a producătorilor cu unităţile de prelucrare, pentru o distribuție mai echitabilă a valorii adăugate de-a lungul lanțului de aprovizionare. Acest fapt ar asigura o dezvoltare rațională a producției şi ar contribui la menţinerea unor condiții de viață echitabile pentru agricultorii din sectorul produselor lactate.

 
  
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  Arnaud Danjean (PPE), par écrit. – J'ai voté en faveur de la proposition de règlement sur les négociations contractuelles dans le secteur laitier. En effet, elle vient répondre en grande partie à la terrible crise connue par le secteur laitier en 2008-2010, où les prix payés aux producteurs se sont dramatiquement effondrés. De plus, elle permet de préparer les producteurs laitiers à la fin programmée des quotas laitiers en 2015. Dans cet objectif, elle vise à accroître le pouvoir de négociation des producteurs laitiers, afin de leur garantir des prix plus équitables pour leurs produits, sans toutefois enfreindre le droit à la concurrence. Pour ce faire, la nouvelle réglementation prévoit, entre autres, que les producteurs laitiers pourront rejoindre des associations de producteurs pour créer un véritable contrepoids face aux transformateurs, et ainsi assurer une répartition plus juste de la valeur ajoutée d'un bout à l'autre de la chaîne d'approvisionnement. A long terme, cette démarche vise à offrir des conditions de vie plus équitables aux producteurs laitiers. Aujourd'hui, j'encourage donc les producteurs laitiers à se saisir pleinement de ces nouveaux outils issus de la législation européenne pour faire primer leurs intérêts, trouver leur place sur le marché et se préparer à 'l'ère post-quotas'.

 
  
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  Michel Dantin (PPE), par écrit. – Il faut saluer l'adoption de ce texte car les motifs de satisfaction sont réels. Si tout n'est pas parfait, les inflexions politiques par rapport aux décisions prises ces dernières années sont substantielles, notamment en ce qui concerne le pouvoir donné aux producteurs de se regrouper pour peser davantage lors des négociations avec les transformateurs et les distributeurs. L'interprofession fait désormais partie intégrante du vocabulaire européen, et la nécessité d'autoriser les producteurs de fromages sous AOP/IGP à gérer leurs volumes de production a enfin été reconnue.

D'autres avancées comme, par exemple, une contractualisation tout au long de la chaîne ou un mécanisme permettant de ne pas "vider" les zones défavorisées de leur production laitière dès la suppression des quotas, devront être réalisées dans les années à venir. Il faut que "l'atterrissage en douceur" promis par la Commissaire de l'époque, Mme Fischer Boel, soit bel et bien une réalité pour les producteurs européens. Les producteurs devront désormais se saisir pleinement des nouveaux outils prévus par la législation européenne afin de faire valoir au mieux leurs intérêts et de participer au pilotage de leurs marchés.

 
  
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  Christine De Veyrac (PPE), par écrit. – J'ai voté en faveur de ce rapport qui permet d'accroître le pouvoir de négociation des producteurs laitiers afin qu'ils obtiennent des prix plus équitables pour leurs produits. Il permettra de rompre avec les pratiques commerciales déloyales ayant un impact sur le prix final payé par les consommateurs.

 
  
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  Anne Delvaux (PPE), par écrit. – Tout le monde garde encore en mémoire l'effondrement des prix du lait survenu entre 2007 et 2009 ainsi que le désarroi des producteurs. Suite aux difficultés rencontrées par le secteur des produits laitiers, un groupe d'experts de haut niveau (GHN) a été constitué pour examiner les dispositions applicables à long et à moyen terme au secteur. Dans son rapport, soutenu par la commission AGRI, le GHN signale, entre autres recommandations, qu'il convient d'agir pour améliorer la concentration de l'offre, qui demeure faible et qui entraîne un déséquilibre en termes de pouvoir de négociation entre agriculteurs et laiteries. Afin d'assurer la stabilité future du secteur, le GHN préconise de renforcer le pouvoir de négociation des producteurs, ce qui devrait entraîner une répartition plus équitable de la valeur ajoutée tout au long de la chaîne. J'accueille également favorablement la proposition qui consiste à créer un cadre juridique européen autorisant la constitution d'organisations interprofessionnelles dans le secteur du lait.

 
  
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  Edite Estrela (S&D), por escrito. Votei favoravelmente o relatório sobre as relações contratuais no setor do leite e dos produtos lácteos porque inclui propostas positivas no que se refere designadamente ao reforço do poder de negociação dos produtores. No entanto, estas são insuficientes na perspetiva da futura sustentabilidade do setor, pelo que considero necessário garantir instrumentos eficazes de gestão da oferta.

 
  
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  Diogo Feio (PPE), por escrito. A profunda crise que assola o setor leiteiro torna urgente a adoção de medidas mais eficazes de apoio aos produtores e, continuo a defendê-lo, uma reflexão muito profunda sobre a eliminação das quotas leiteiras, em 2015. Como sempre dissemos, trata-se de um erro e não é tarde para emendar a mão. A estabilização do mercado do leite e dos produtos lácteos não será alcançada apenas com medidas pontuais, mas com soluções de médio-longo prazo para manter a produção de forma sustentada, sem descurar o direito dos consumidores a um preço justo. É fundamental dar mais poder aos produtores e garantir a necessária estabilidade dos preços. Relevo, neste tocante, a situação de particular fragilidade competitiva das regiões ultraperiféricas fortemente centradas na atividade leiteira, como é o caso dos Açores.

 
  
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  José Manuel Fernandes (PPE), por escrito. A reforma da PAC que introduziu uma política de quotas na produção leiteira não surtiu os efeitos desejados e temos, na penúria, agricultores que investiram na aquisição de quotas. Com o anunciado fim das mesmas - a que alguns Estados-Membros se opõem – torna-se imperioso a adoção de medidas reguladoras que assegurem o normal funcionamento do setor e garantam aos produtores um rendimento justo para não abandonarem a sua atividade. Embora consciente de que esta legislação não vai resolver todos os problemas dos agricultores, votei favoravelmente este Relatório sobre a proposta de regulamento do Parlamento Europeu e do Conselho que altera o Regulamento (CE) n.º 1234/2007 do Conselho no que respeita às relações contratuais no setor do leite e dos produtos lácteos, por considerar que os agricultores veem as suas posições reforçadas em relação à negociação com os distribuidores, podendo negociar, diretamente, 33% da produção nacional. Além disso, os Estados-Membros poderão optar por um contrato europeu, com uma validade mínima de seis meses, negociado individualmente ou por cooperativas.

 
  
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  João Ferreira (GUE/NGL), por escrito. Esta proposta de regulamento não vem resolver os problemas atualmente registados neste setor. Milhares de explorações leiteiras continuam a encerrar, com o preço do leite pago à produção a não compensar os elevados custos de produção. É uma ilusão pensar-se que este regulamento - cujos pressupostos assentam na mirífica ideia da convivência pacífica entre o leão e o cordeiro - vai resolver os problemas criados pela decisão de eliminar as quotas leiteiras, que determinou o seu aumento, visando a dita aterragem suave - que tem sido tudo menos suave para milhares e milhares de agricultores. O que se impõe é a reversão da decisão de acabar com as quotas de produção em 2015, adaptando-as às necessidades de cada país e ao nível relativo de desenvolvimento da sua capacidade produtiva (permitindo a evolução relativa dos Estados-Membros mais deficitários). É lamentável o artifício argumentativo usado pelo Comissário dizendo que a crise leiteira de 2009 ocorreu com o regime de quotas em vigor, o que demonstra a sua inutilidade. Na verdade, a crise decorre de uma situação que, em certa medida, já antecipa o fim das quotas, tendo em conta a decisão de as aumentar. Assim, a crise é o resultado da decisão de acabar com as quotas e não o contrário!

 
  
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  Carlo Fidanza (PPE), per iscritto. − Ho votato a favore del pacchetto latte poiché le misure introdotte influenzeranno positivamente il settore lattiero-caseario, che sta vivendo un periodo di crisi dal 2009. L'approvazione del Regolamento premia il lungo lavoro del Parlamento, soprattutto durante il Trilogo con Commissione e Consiglio. Sono inoltre molto soddisfatto per le ricadute positive che il voto di oggi potrà avere per l'Italia e per la sua produzione di eccellenza: mi riferisco ad esempio ai 37 formaggi nazionali a denominazione di origine (Dop), ancora di più tutelati dall'introduzione della programmazione delle produzioni di prodotti caseari tutelati da Denominazione d’origine protetta (Dop) e Indicazione geografica protetta (Igp).

 
  
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  Monika Flašíková Beňová (S&D), písomne. − Postupné reformy spoločnej organizácie trhov týkajúce sa mlieka a mliečnych výrobkov boli trhovo orientované, aby sa tak podporila konkurencieschopnosť sektoru mlieka a mliečnych výrobkov a jeho udržateľnosť v kontexte globalizovaného obchodu. V rokoch 2007 až 2009 došlo v sektore mlieka a mliečnych výrobkov k mimoriadnemu vývoju. Najprv spôsobili extrémne poveternostné podmienky v Oceánii značný pokles dodávok, čo viedlo k rýchlemu a významnému zvýšeniu cien. Hoci svetové dodávky sa začali obnovovať a ceny sa vrátili na obvyklejšiu úroveň, následná finančná a hospodárska kríza negatívne ovplyvnila producentov mlieka v EÚ, čo ešte viac prispelo k nestálosti cien. Vzhľadom na vážnu situáciu v sektore mlieka na trhu skupina odborníkov v súlade s výsledkami preskúmania stavu reformy spoločnej poľnohospodárskej politiky mala pracovať na regulačnom rámci, ktorý sa má realizovať s cieľom prispieť k stabilizácii trhu a príjmom výrobcov a zvýšiť transparentnosť. V snahe zabezpečiť racionálny vývoj produkcie, a tým zaistiť primeranú životnú úroveň poľnohospodárov chovajúcich dobytok na mlieko, by sa mala posilniť ich rokovacia sila voči spracovateľom, čo by mohlo viesť k spravodlivejšiemu rozdeleniu pridanej hodnoty v rámci dodávateľského reťazca.

 
  
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  Elisabetta Gardini (PPE), per iscritto. − Il settore lattiero-caseario è tradizionalmente considerato un vanto del settore alimentare europeo. Purtroppo, negli ultimi due anni è stato costretto a notevoli sforzi, nel tentativo di preservare funzionalità ed evitare il fallimento.

Con il voto di oggi, l'Unione europea dà il suo contributo per cercare di impedire una nuova crisi di questo settore, con tutte le conseguenze del caso in termini di perdita di competitività dei piccoli produttori e perdita di posti di lavoro. Ritengo dunque necessaria l'approvazione delle proposte contenute nella relazione, in particolar modo il mantenimento del principio della flessibilità al momento della contrattazione, provvedimento che permetterà ai piccoli produttori una maggiore flessibilità produttiva.

 
  
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  Béla Glattfelder (PPE), írásban. − Az európai tejágazat 2008-as válságának egyik legfőbb oka a tejkvóták emelése, amelyet az előző szocialista kormány megszavazott a Tanácsban. A FIDESZ európai parlamenti delegációja ellenezte mind a kvóták emelését, mind a kvótarendszer későbbi, 2015-től való megszüntetését. Álláspontunk szerint a kvótarendszer megszűnése esetén is szükség lenne kínálatkorlátozó intézkedésekre.

Az Európai Bizottság jelenlegi tejpiaci javaslatai következtében azonban az egységes belső tejpiac tagállami piacokra töredezhet, ahol eltérő, nemzeti szintű szabályozás vonatkozhat a tej értékesítésére. A termelők érdekében módosító indítványt nyújtottam be. Ennek értelmében határon átnyúló szállítási szerződés esetén a gazda székhelye szerinti szabályozás lenne érvényes, ez a javaslatom azonban nem kapott többséget.

 
  
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  Bruno Gollnisch (NI), par écrit. – L'Union européenne a décidé que l'agriculture était un secteur comme les autres, qui devait être soumis aux aléas du marché mondial. C'est pourquoi elle a décidé de supprimer les quotas laitiers, qui pourtant aidaient à réguler le marché du lait et à soutenir si peu que ce soit les prix payés aux agriculteurs, à l'heure où de grands pays producteurs souhaitent au contraire que le lait soit considéré comme un produit stratégique et, comme tel, soustrait aux accords de l'OMC.

La solution qu'elle a trouvée, pour remplacer cette régulation honnie: la contractualisation des relations entre des associations de producteurs et les laiteries. Or, cela ne résout absolument aucun des problèmes du secteur, du moins au niveau des agriculteurs. Elle ne garantit ni les prix qui leur seront payés, ni le renforcement de leur position dans les négociations avec les grands groupes laitiers, ni même leur survie.

Faite et pensée pour les industriels de l'agro-alimentaire dans une logique financière, elle mènera, de l'avis de l'immense majorité des professionnels, à une concentration de la production dans d'immenses installations industrialisées, implantées dans des régions faciles d'accès, aux dépens des exploitations enracinées et de taille modeste. Et ce sans aucun avantage pour les consommateurs. Nous avons donc voté contre ce rapport.

 
  
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  Nathalie Griesbeck (ALDE), par écrit. – J'ai voté en faveur de ce texte car il renforce le rôle des organisations de producteurs de lait dans les négociations des prix et des volumes avec les entreprises. Si cela constitue une première réponse à la crise du lait, il convient d'aller plus loin pour éviter que ne se reproduise la grave crise qu'a connue le secteur ces dernières années. Alors que les négociations sur la réforme de la PAC pour l'après 2013 se poursuivent, nous devons concentrer nos efforts pour que les agriculteurs et les éleveurs bénéficient des outils suffisants pour mener à bien leur production et bénéficient de revenus plus équitables.

 
  
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  Mathieu Grosch (PPE), schriftlich. Ich begrüße den Bericht zu den Vertragsbeziehungen im Milchsektor, da er die Erzeuger im Milchsektor in ihrer Verhandlungsmacht stärkt. Den Milchbauern soll es ermöglicht werden, mit den Molkereien gemeinsame Vertragsbedingungen, einschließlich der Preise auszuhandeln.

Zwar bin ich der Auffassung, dass förmliche schriftliche Verträge unter anderem zur Sensibilisierung der Akteure sinnvoll sind, jedoch begrüße ich in diesem Zusammenhang die Tatsache, dass es den Mitgliedstaaten selbst vorbehalten ist, ob sie diese Verträge als verbindlich ansehen wollen oder nicht.

Zudem begrüße ich die Stärkung der Branchenverbände, da diese den Dialog zwischen den Akteuren im Milchsektor erleichtern können und auch vorbildliche Praktiken fördern bzw. Marktransparenz schaffen.

 
  
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  Brice Hortefeux (PPE), par écrit. – Le Parlement européen a soutenu à une large majorité l'adoption du "paquet lait". Cette décision était nécessaire après la grave crise que le secteur laitier a traversée en 2008-2010. Elle permettra de préparer suffisamment en amont la sortie du secteur laitier du système des quotas prévue en 2015. Le "paquet lait" tel qu'il ressort des négociations entre le Conseil et le Parlement marque une vraie avancée pour les producteurs laitiers, qui se voient conférer un pouvoir de négociation bien plus substantiel qu'ils n'en avaient jusqu'ici. Ils auront en effet la possibilité de se regrouper afin de peser davantage face aux transformateurs et aux distributeurs. D'autres mesures ambitieuses ont été retenues, et je m'en félicite. Je pense à la reconnaissance des organisations interprofessionnelles, qui permettra de faciliter le dialogue entre tous les acteurs de la chaîne d'approvisionnement. Je pense également aux producteurs de fromages sous appellation d'origine protégée (AOP) ou qui ont une indication géographique protégée (IGP), auxquels l'Union européenne a reconnu la possibilité de gérer leurs propres volumes de production. Voici une disposition qui contribuera, à n'en pas douter, à la vitalité économique de nos territoires ruraux.

 
  
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  Ian Hudghton (Verts/ALE), in writing. − I regretfully had to vote against this report. Mr Nicholson’s original report was a much stronger document; the new regulation has however been watered down to such an extent by negotiations that it provides insufficient contractual guarantees for dairy farmers, and as a result I was unable to support it.

 
  
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  Juozas Imbrasas (EFD), raštu. − Pritariau šiam dokumentui, kadangi akivaizdu, kad tarp valstybių narių pieno gamybos ir perdirbimo sektorių esama daug skirtumų. Be to, pačiose valstybėse narėse labai skiriasi padėtis, susijusi su operatoriais ir operatorių rūšimis. Tačiau daugeliu atveju tiekėjų koncentracija yra maža, todėl tiekimo grandinėje sutrinka ūkininkų ir pieninių derybinės galios pusiausvyra. Tai gali paskatinti nesąžiningą komercinę veiklą; pavyzdžiui, ūkininkai dažnai nežino, kokia bus jų pristatomo pieno kaina, nes dažnai kainą pieninės nustato daug vėliau, remdamosi pridėtinės vertės kriterijais, kurių ūkininkai negali kontroliuoti nesusibūrę į kooperatyvus. Manau, kad panaikinus kvotas jos galėtų padėti didinti informuotumą ir pieno grandinės subjektų atsakomybę atsižvelgti į rinkos signalus, geriau derinti kainas grandinėje, derinti paklausą ir pasiūlą, taip pat padėti išvengti nesąžiningos komercinės veiklos. Siekiant užtikrinti racionalią gamybos plėtrą ir tinkamą pieno ūkininkų gyvenimo lygį, turėtų būti padidinta jų derybinė galia perdirbimo įmonių atžvilgiu, kad pridėtinė vertė tiekimo grandinėje būtų tinkamiau pasiskirstyta. Tarpšakinės organizacijos taip pat gali būti naudingos siekiant užtikrinti tiekimo grandinės šalių dialogą, padėtų skatinti geriausią patirtį ir rinkos skaidrumą. Tikiuosi, kad Europos pieno sektorių laukia didelės permainos, kai 2015 m. nustos galioti kvotos.

 
  
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  Philippe Juvin (PPE), par écrit. – Le rapport Nicholson relatif au "paquet lait" vient d'être adopté à une très large majorité aujourd'hui en plénière et je m'en félicite. Ce texte répond en grande partie à la terrible crise qu'a connue le secteur laitier en 2008-2010, période durant laquelle les prix payés aux producteurs s'étaient dramatiquement effondrés. Certes, ce rapport n'est pas parfait mais il constitue une première étape de l'adaptation du secteur laitier à la sortie des quotas. Mes collègues de la délégation française du PPE sont particulièrement impliqués sur cette question. Leur implication sans relâche a permis aux producteurs du secteur laitier de bénéficier désormais de nouveaux outils prévus par la législation européenne. Ces outils leur permettront de faire valoir au mieux leurs intérêts et de participer au pilotage de leurs marchés.

 
  
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  Karin Kadenbach (S&D), schriftlich. Ich begrüße den Kern der Verordnung zu den Vertragsbeziehungen im Milchsektor, die Verhandlungsmacht der Erzeuger zu stärken. Mein oberstes Ziel bei diesem Gesetzespaket war, dass wir auf Ebene der Mitgliedstaaten eine Vertragspflicht einführen. Der Rat und die Kommission haben sich leider gegen diese wichtigste Verbesserung erfolgreich gewehrt. Der jetzt gefundene Kompromiss ist tragbar, aber auf jeden Fall nicht genug. Eine spürbare Verbesserung wird es nur in den EU-Staaten geben, in denen eine Vertragspflicht beschlossen wird. Daher müssen wir dafür sorgen, dass bei der anstehenden Reform der Gemeinsamen Agrarpolitik gerade kleine Milcherzeuger berücksichtigt werden. Konkret sehe ich hier Verbesserungsmöglichkeiten bei der aktuellen Neugestaltung der Gemeinsamen Marktorganisation. Es ist schade, dass Genossenschaften von der Pflicht, Verträge zu verhandeln, ausgenommen wurden. Eine bestehende Ungerechtigkeit ist und bleibt, dass Landwirte Produkte an die Molkerei liefern und die Handelsketten erst Wochen später zahlen können. Da muss eine Regelung gefunden werden. Es war wichtig, dass wir die Milcherzeuger nach dem Auslaufen der Milchquote 2015 nicht im Regen stehen lassen, um keine neue europaweite Milchkrise, wie die 2009, heraufzubeschwören. Gerade kleine Unternehmen sind darauf angewiesen, dass sie nicht den Milchabnehmern und dem Einzelhandel schutzlos ausgeliefert sind.

 
  
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  Elisabeth Köstinger (PPE), schriftlich. Das vorliegende Maßnahmenpaket für den sensiblen Milchsektor ist ein Kompromiss, dem lange und intensive Verhandlungen vorhergingen. Die heutige Entscheidung ist ein erster Schritt und ein wichtiges Signal für die Milchproduzenten. Die Probleme angesichts des Ungleichgewichts in der Produktionskette werden ernst genommen. Ich begrüße, dass die Gesetze die Verhandlungsmacht der Hersteller stärken, neue Regeln und Mindeststandards für die Vertragsbeziehungen schaffen und einen Rechtsrahmen für die Gründung von Branchenverbänden festlegen. Der Mut zu greifenden Lösungsansätzen fehlt aber noch und die Kommission ist aufgefordert, weitere Maßnahmen für den Milchsektor nach Auslaufen der Quote 2015 auszuarbeiten.

 
  
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  Giovanni La Via (PPE), per iscritto. − Mi sono epresso in maniera favorevole alla proposta sul pacchetto di interventi sul comparto lattiero - caseario. Ricordo che sin dall`inizio di questa legislatura il Parlamento europeo si è subito attivato per trovare una soluzione alla crisi che perdurava già dal 2007. L`annunciata abolizione delle quote latte nel 2015 ha rappresentato per le istituzioni lo sprone per l`individuazione di soluzioni per riorganizzare il comparto lattiero-caseario, tale da affrontare un siffatto radicale cambiamento. Venne allora costituito il Gruppo di Alto Livello sul latte (GAL), nell`Ottobre 2009, e il dibattito sul da farsi ha avuto ufficialmente il via in un contesto difficile caratterizzato da una perdurante eccessiva volatilità dei prezzi del latte. Concordo pienamente con quanto presente nel testo approvato che è in linea con i temi da tempo proposti dai produttori di latte europei e dagli altri stakeholders del comparto. Andiamo quindi verso un potenziamento del potere di contrattazione dei produttori che è perseguibile attraverso condizioni contrattuali nuove che servano a responsabilizzare maggiormente gli operatori della filiera lattiero-casearia, affinché, tenendo conto dei segnali del mercato, migliorino la trasmissione dei prezzi, adeguino l'offerta alla domanda e contribuiscano ad evitare talune pratiche commerciali sleali.

 
  
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  Petru Constantin Luhan (PPE), în scris. − Prin raportul votat astăzi de către Parlament, producătorii de lapte vor avea o mai mare putere de negociere pentru a obține prețuri echitabile pentru laptele neprelucrat, ceea ce-i va ajuta să se pregătească pentru cotele de lapte din 2015. Actualele prevederi vor permite organizațiilor de fermieri să negocieze singure prețurile pentru laptele neprelucrat, fără a încălca legea concurenței. Am susţinut acest raport întrucât, prin amendamentele sale, Parlamentul European a solicitat Comisiei să întocmească două rapoarte de evaluare a situației producătorilor de lapte din zonele defavorizate, unul până în iulie 2014 și celălalt până la sfârșitul anului 2018.

 
  
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  Astrid Lulling (PPE), schriftlich. Ich unterstütze den im Trilog gefunden Kompromiss, der die Verhandlungskraft der Milchbauern gegenüber der verarbeitenden Industrie stärken soll, obschon er nicht alle Probleme löst.

Das vorgelegte Milchpaket versteht sich als Schlussbericht der High-Level-Group, der den Milchquotenausstieg zu einer sanften Landung bringen soll. Erstaunlich, dass von Milchquoten in diesem Bericht an keinem Punkt die Rede ist!

Die jungen und ehrgeizigen Landwirte in Luxemburg und in vier anderen Mitgliedstaaten, die versuchen, sich auf die Liberalisierung des Milchmarktes vorzubereiten, können dies nur, indem sie auch jetzt, so kurz vor dem Ende des Milchquotensystems, noch Quoten hinzukaufen. Dies bedeutet einen enormen zusätzlichen und unnötigen Kapitalaufwand, der sie gegenüber ihren Berufskollegen in 22-Mitgliedstaaten benachteiligt. Fünf Mitgliedstaaten sind deshalb auch im Rat gegen den Kompromiss, der seiner Vorgabe als Soft-landing-Instrument nicht gerecht wird.

Die Europäische Kommission hat das Initiativ-Monopol, was legislative Vorschläge angeht!

Ich fordere sie hiermit auf, ihre Verantwortung zu übernehmen und dem Rat und dem Europaparlament noch 2012 einen legislativen Vorschlag zu unterbreiten, um diesen offensichtlichen und kostspieligen Fehler im System zu beheben.

Eine lineare Absenkung der Superabgabe bis 2015, die für jedes überlieferte Kilo Milch anfällt, oder die Abschaffung der Fettkorrektur könnten die negativen Auswirkungen der auslaufenden Regelung zumindest abschwächen, ohne die nicht betroffenen Mitgliedstaaten zu schädigen.

 
  
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  David Martin (S&D), in writing. − I supported this report and, although I have some reservations, agree with the proposal as a whole. The core elements of the package will give milk producers the opportunity to organise themselves better into producer organisations, thus strengthening their position in the dairy supply chain – especially in relation to large processors.

 
  
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  Clemente Mastella (PPE), per iscritto. − Negli ultimi anni è stata sensibile la crisi del settore lattiero-caseario in Europa. Un cambiamento sostanziale si verificherà certamente dopo l'abolizione delle quote latte, prevista nel 2015. Al fine di garantire un futuro stabile per il settore, riteniamo che il potere di contrattazione dei produttori abbia bisogno di essere migliorato. Auspichiamo che tale obiettivo possa essere conseguito tramite l'utilizzo di contratti ed incoraggiando i produttori a riunirsi in organizzazioni di produttori.

Le organizzazioni interprofessionali, infatti, possono svolgere un ruolo utile nel facilitare il dialogo fra i diversi soggetti della filiera e nella promozione delle buone pratiche e della trasparenza del mercato. Per garantire, invece, lo sviluppo razionale della produzione, ed assicurare così un equo tenore di vita ai produttori di latte, occorre rafforzarne il potere contrattuale nei confronti dei trasformatori, ai fini di una più equa distribuzione del valore aggiunto lungo la filiera. Le misure volte al miglioramento della trasparenza e dell'analisi globale dei dati sulla produzione di latte nell'UE dovrebbero permettere di sostituire la relativa stabilità ottenuta in passato grazie alla gestione dell'offerta.

 
  
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  Mario Mauro (PPE), per iscritto. − Sono d’accordo soprattutto quando si specifica che “esistono regioni svantaggiate che dipendono fortemente dalla produzione di latte, rispetto alle quali è necessario procedere ad una valutazione degli orientamenti stabiliti per il settore del latte e dei prodotti lattiero-caseari, come riconosciuto dai trattati, in modo che il sostegno e l'applicazione di queste politiche continuino ad essere adeguati alle loro caratteristiche specifiche. Per questo il mio voto è favorevole.

 
  
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  Mairead McGuinness (PPE), in writing. − I voted in favour of this report as it provides solutions for farmers in some Member States that face particular problems in the dairy sector. While this report does not look at the ‘soft-landing’ issue, I would ask the Commission to consider the position of Member States, where penalties are being imposed on producers for supplying a product for which there is a market. The penalty is extremely severe, despite the fact that the EU is not filling its entire quota over all of the Member States.

 
  
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  Jean-Luc Mélenchon (GUE/NGL), par écrit. – Je suis partisan de la gestion prévisionnelle de la production. Les quotas laitiers remplissent cette fonction, en permettant ainsi de maîtriser les volumes et donc de réguler les marchés et d'assurer des prix rémunérateurs aux producteurs. Ce texte propose exactement le contraire. Il avalise la suppression progressive des quotas laitiers d'ici à 2015. Malgré les conséquences terribles que cette dérégulation produit déjà sur les producteurs laitiers partout en Europe, rien n'est proposé ici pour stopper le désastre. Non seulement la contractualisation des livraisons proposée ne fera que refléter les rapports de force existants, mais elle n'est pas obligatoire. Je vote contre ce texte.

 
  
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  Nuno Melo (PPE), por escrito. Entre 2007 e 2009 registaram-se ocorrências excecionais no setor do leite e dos produtos lácteos. Numa primeira fase, condições climáticas extremas na Oceânia provocaram uma quebra significativa da oferta, que conduziu a um rápido e importante aumento dos preços. Acresce que, embora a oferta a nível mundial tivesse começado a recuperar e os preços a normalizar, a crise económica e financeira que se seguiu afetou negativamente os produtores de leite e produtos lácteos da UE, agravando a instabilidade dos preços. Primeiro, os custos de alimentação e de outros fatores de produção, nomeadamente a energia, aumentaram significativamente, como reflexo dos preços mais elevados das matérias-primas. Em outubro de 2009, tendo em atenção a difícil situação do mercado leiteiro, foi constituído o Grupo de Peritos de Alto Nível no Setor Leiteiro, com a finalidade de debater medidas de médio e longo prazo para o setor do leite e dos produtos lácteos, devido à abolição das quotas leiteiras, em 2015. Respeitando os resultados do exame de saúde, o grupo de alto nível devia trabalhar na elaboração de um quadro regulamentar suscetível de estabilizar o mercado e os rendimentos dos produtores e reforçar a transparência. Sendo este setor de grande importância para o meu país, dou o meu voto favorável.

 
  
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  Willy Meyer (GUE/NGL), por escrito. − He votado en contra de este informe porque la reforma propuesta no proporciona soluciones a los problemas que originaron la crisis del 2009. Sin regulación pública de la producción, no se reforzará el poder negociador de los productores y las productoras. La producción va a seguir concentrándose en granjas más y más grandes, más y más industrializadas, en detrimento de una producción familiar sostenible y de mantener la producción en todas las regiones lecheras de Europa. Con esta reforma, el dumping de nuestros excedentes lecheros hacia países terceros va a continuar. Es el momento de la regulación, no de una contractualización al servicio de la industria en un mercado desregulado. Otra política lechera es indispensable, una política que le dé la prioridad a la regulación de la producción –condición necesaria para un precio de la leche estable y justo– y a una producción lechera sostenible en base a la producción de forrajes en las diferentes regiones y ligada a la tierra.

 
  
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  Alexander Mirsky (S&D), in writing. − This is a very important regulation, requested by the EP after the dairy price collapse of 2008 and 2009. It aims to boost dairy farmers’ bargaining power, to ensure fairer milk prices and to help farmers cope with the ending of milk quotas. I voted in favour.

 
  
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  Andreas Mölzer (NI), schriftlich. Mit diesem Vorschlag für eine Änderung der Verordnung versucht man, den derzeitigen schweren Zeiten im Milchsektor Rechnung zu tragen. Es ist nicht üblich, längerfristige Verträge zu machen, und mit dieser Verordnung will man das auf europäischer Ebene erzwingen. Hervorgehoben wird, dass den Branchenverbänden in Zukunft eine wichtigere Rolle zukommen muss, da sie nach Meinung des Berichterstatters für die Transparenz und Organisation eine wichtige Rolle spielen. Transparenz bedeutet, dass alle Akteure der Erzeugerkette relevante Informationen zur Analyse des Marktes weiterzugeben haben. Dies bedeutet einen erheblichen Mehraufwand für kleinere Bauern.

Zusammenfassend kann man sagen, dass es einen deutlichen Trend dahingehend gibt, die Vormachtstellung von Großbetrieben zu stärken, und zwar vor allem auf Kosten der kleineren Betriebe. Die gängigen Praktiken, die funktioniert haben, will man verändern, damit sich auch noch die letzten unabhängigen Milchbauern Konglomeraten anschließen müssen. Aus diesem Grund stimmte ich gegen die Änderung der Verordnung.

 
  
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  Claudio Morganti (EFD), per iscritto. − Negli ultimi anni abbiamo assistito a numerose problematiche riguardanti il settore lattiero-caseario in Europa: pericolose oscillazioni della domanda, estrema volatilità dei prezzi, squilibri nella filiera produttiva, il tutto senza dimenticare il vero problema che sta alla base di tutti i guai del settore: ovvero la presenza delle ormai celebri quote latte.

Questo sistema è risultato profondamente sbagliato ed ingiusto, particolarmente punitivo soprattutto nei confronti dei produttori: fortunatamente anche la Commissione si è accorta dell'errore, seppur con colpevole ritardo, e il regime sarà finalmente abolito nel 2015. La relazione in esame propone delle giuste e doverose modifiche, volte principalmente a tutelare i produttori del settore lattiero-caseario, soprattutto i più piccoli, incentivando anche la creazione di consorzi a tutela delle eccellenze e dei prodotti di qualità. Per tutti questi motivi ho quindi deciso di dare il mio sostegno a questa proposta.

 
  
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  Rareş-Lucian Niculescu (PPE), în scris. − Am votat în favoarea raportului. Măsurile propuse sunt, cu siguranţă, utile, însă trebuie să recunoaştem că nu sunt suficiente. Contractele, consolidarea organizaţiilor profesionale etc. nu vor ajuta la consolidarea sectorului laptelui în lipsa unei politici agricole comune puternice şi bine finanţate după anul 2014. În acelaşi timp, UE trebuie să continue şi să pună în practică demersurile Parlamentului în ceea ce priveşte asigurarea unui echilibru de-a lungul întregului lanţ de aprovizionare cu alimente, aşadar între producători, distribuitori, procesatori şi comercianţi, în beneficiul consumatorilor europeni.

 
  
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  Franz Obermayr (NI), schriftlich. Die Milchwirtschaft innerhalb der EU wird sich nach dem Auslaufen der Milchquoten 2015 deutlich verändern. Ich bin daher der Meinung, dass in Zukunft die Verhandlungsmacht und Meinung der Bauern und tatsächlichen „Erzeuger“ mehr gestärkt werden muss. Die Milcherzeuger sollten dazu ermutigt werden, sich aktiver in Erzeugerverbänden zu organisieren. Es muss unbedingt die Ungleichbehandlung entlang der Lebensmittelkette vom Rohstofflieferanten bis zum Konsumenten beseitigt werden. Die Forderungen der Milchbauern liegen am Tisch, werden aber wie es scheint, noch immer von der EU ignoriert. Meine Forderungen nach einer Monitoring-Stelle, die bei Marktungleichheiten reagieren könnte, sind überhaupt nicht aufgenommen worden. Die neuen Vorschläge der Kommission zielen leider viel zu wenig auf naturnahe, biologische Milchproduktion, Tierschutz und nachhaltige Landschaftspflege im Sinne einer EU-flächendeckenden regionalen Versorgung durch Milchbauern ab, deswegen habe ich gegen den Bericht gestimmt.

 
  
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  Rolandas Paksas (EFD), raštu. − Balsavau už šią rezoliuciją, kadangi būtina stiprinti pieno gamintojų padėtį pieno tiekimo grandinėje. Gamintojai turi būti tinkamai pasirengę rinkos sąlygų pokyčiams panaikinus kvotų sistemą. Atsižvelgiant į šio sektoriaus sudėtingas rinkos sąlygas, ištikusią kainų griūtį, kuri daugelį Europos pieno ūkininkų pastūmėjo pasitraukti iš verslo, o kitų pieno gamintojų gyvavimui gresia didelis pavojus, gamintojai turi būti tikri, kad rinkoje jiems bus pasiūlyta teisinga kaina ir jie galės toliau vykdyti savo veiklą, o sektorius išliks gyvybingas ir konkurencingas. Pažymėtina, kad sutartiniai santykiai, gamintojų derybinė galia, tarpšakinės organizacijos ir skaidrumas yra vienas kitą papildantys elementai, kurių visuma užtikrins efektyvų tiekimo grandinės veikimą. Rašytinės pieno gamintojų ir perdirbimo įmonių sutartys užtikrins skaidrumą, sąžiningumą ir teisinį tikrumą. Sustiprinus gamintojų derybines galias, padidės šio sektoriaus bendras našumas, konkurencingumas ir tvarumas. Be to, gamintojai turėtų būti skatinami susivienyti į gamintojų organizacijas, taip pat nuolat remiamos skaidrumą skatinančios priemonės.

 
  
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  Alfredo Pallone (PPE), per iscritto. − Dopo la crisi del settore del latte nel 2008 - 2009 e l'abolizione delle quote latte a partire dal 2015 è stato creato un Gruppo ad Alto livello per lo studio dei problemi del settore lattiero caseario. La relazione che ho votato positivamente modifica, in linea con le raccomandazioni del Gruppo ad Alto livello, il regolamento esistente relativamente ai rapporti contrattuali nel settore del latte e dei prodotti lattiero caseari. Si rafforza il potere contrattuale dei produttori di latte crudo e si da la possibilità, attraverso la programmazione produttiva, di immettere sul mercato formaggi DOP e IGP, prodotti in gran quantità dalla filiera italiana.

 
  
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  Aldo Patriciello (PPE), per iscritto. − Premesso che nel settore lattiero caseario si verificherà un cambiamento sostanziale dopo l'abolizione delle quote latte nel 2015, esprimo il mio voto favorevole all'uso di contratti formali scritti che potrebbero servire a sensibilizzare e responsabilizzare maggiormente gli operatori della filiera lattiero-casearia affinché tengano conto dei segnali del mercato, migliorino la trasmissione dei prezzi, adeguino l'offerta alla domanda e contribuiscano ad evitare alcune pratiche commerciali sleali.

 
  
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  Alojz Peterle (PPE), pisno. − Uredbo sem podprl v prepričanju, da lahko prispeva k izboljšanju statusa proizvajalcev mleka s tem, da okrepi njihovo pogajalsko moč v odnosu do trgovcev, s tem pa do bolj poštene razdelitve dodane vrednosti na poti od proizvajalca do potrošnika. Uredbo podpiram tudi zato, ker se je treba pripraviti na leto 2015, ko bodo v mlečnem sektorju odpravljene kvote.

 
  
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  Franck Proust (PPE), par écrit. – Les producteurs laitiers européens ont connu ces toutes dernières années une baisse aussi inattendue que dramatique de leurs revenus. Le secteur laitier était frappé de plein fouet par la crise. En tant que représentants du peuple européen, nous devions dégager des solutions correctes pour tout le monde. Mais seulement à condition de bien en comprendre les causes. C'est pour cela que j'ai voté en faveur de ce texte car il répond, bien qu'en partie, aux maux du secteur. Surtout, il vient renforcer le pouvoir de négociations des producteurs dans leurs relations contractuelles avec les distributeurs. Les professionnels pourront s'associer plus facilement afin de peser plus fort. Cette crise a au moins le mérite de démontrer que tout déréguler n'est pas bénéfique pour l'agriculture européenne. Il y a des secteurs que nous devons préserver. Tâchons de nous en souvenir dans le modèle que nous voulons imposer pour la PAC de l'après 2013.

 
  
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  Paulo Rangel (PPE), por escrito. À semelhança do que se verifica no setor agrícola, em geral, o setor do leite e dos produtos lácteos tem deparado com diversas dificuldades, tendo-se sentido, nos últimos anos, não só uma quebra na procura, como uma clara descida de preços. Deste modo, foi constituído, em outubro de 2009, o Grupo de Peritos de Alto Nível no Setor Leiteiro, reunindo profissionais dessa área, tendo em vista encontrar soluções que permitissem recuperar o equilíbrio do setor. Neste contexto, um dos pontos que reclama mais rápida correção passa pela reposição do equilíbrio negocial entre produtor e distribuidor. Na verdade, a profunda disparidade de poder económico entre ambas as partes leva, em muitos casos, à asfixia dos produtores de leite. Será de equacionar, neste contexto, a introdução da possibilidade de celebração de instrumentos de regulação coletiva, à semelhança do que se verifica no Direito do Trabalho, entre associações de produtores e distribuidores. Assim, urge encontrar soluções que permitam repor o normal funcionamento de mercado, sob pena de, com a abolição das quotas em 2015, as atuais fragilidades se agravarem de modo muito substancial. Sendo este o sentido da Resolução apresentada, votei favoravelmente.

 
  
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  Crescenzio Rivellini (PPE), per iscritto. − Oggi, durante la sessione plenaria del Parlamento europeo di Strasburgo abbiamo votato la relazione del collega on. Nicholson, che rafforza il potere contrattuale dei produttori lattiero caseari. Tale legislazione permetterà alle organizzazioni di produttori lattiero-caseari di negoziare il prezzo per il latte crudo, per ottenere il miglior prezzo possibile per il loro latte.

Le organizzazioni di produttori dovrebbero aiutare gli agricoltori ad organizzarsi meglio, rafforzando la loro posizione nella catena alimentare, soprattutto in quegli Stati membri dove tale sistema è limitato o inesistente. Ci sarà più potere contrattuale senza violare però la concorrenza: infatti per evitare la concorrenza sleale, il volume del latte crudo non potrà superare il 3,5% della produzione totale dell'UE.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), in writing. − Against. The idea of increasing the bargaining power of farmers in the food chain vis-à-vis ever more concentrated market power of processors was good in principle. Also the proposal to increase transparency of costs of production in the various sectors and regions was positive. However, the negotiations within the Committee on Agriculture for a first reading agreement step by step dropped the more concrete ideas of making a fair contracting framework obligatory in the Member States and limiting the market power and unfair price policy throughout the EU. We made a number of proposals to strengthen the position of milk farmers and to introduce measures against the market power of the milk processors and supermarkets like the price monitoring agency and specific support for local and SME processing, but without success. The measures and contracts as suggested in this report will not solve the imminent new milk crisis.

 
  
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  Licia Ronzulli (PPE), per iscritto. − Ho votato a favore di questo testo perché ritengo che esso evidenzi in maniera adeguata le problematiche dell'aumento ingiustificato dei prezzi lungo la filiera lattiero-casearia. È necessario responsabilizzare maggiormente tutti gli operatori interessati, sensibilizzandoli sulla necessità di mantenere i prezzi finali competitivi rispetto a quelli del mercato. Bisogna ora proseguire in questa direzione: interventi come il riconoscimento delle organizzazioni di produttori potrebbero infatti risultare insufficienti a far fronte alle difficoltà dell'intero settore.

 
  
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  Oreste Rossi (EFD), per iscritto. − Nel 2009, considerata la crisi del mercato lattiero, è stato istituito un gruppo di esperti per discutere di accordi a medio-lungo termine per il settore, in vista dell'abolizione delle quote latte entro il 2015. Questo gruppo ha segnalato uno squilibrio del potere di contrattazione nella filiera tra produttori e latterie, con la possibilità di pratiche commerciali sleali. In particolare, gli agricoltori spesso non sanno quale prezzo otterranno per il loro latte in quanto questo è fissato dalle latterie dopo la consegna.

Preso atto quindi del fallimento del sistema delle quote latte e vista la crisi che ha subito questo settore, sono state previste una serie di modifiche nel regolamento. La proposta prevede la possibilità di ricorrere a contratti tra agricoltore e latteria, in cui si dovrà specificare prezzo, volume delle consegne e durata. Le organizzazioni di produttori potranno supportare gli agricoltori nella negoziazione dei contratti e fissare limiti quantitativi adeguati. I produttori saranno così su un piano di parità con le latterie o i caseifici e si manterrà un'adeguata concorrenza per quanto riguarda la fornitura di latte crudo. Verranno monitorati i volumi dei formaggi DOP e IGP che entrano nel mercato e riconosciuti i consorzi, punti voluti fortemente dalla Lega a tutela dei formaggi di qualità.

 
  
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  Antolín Sánchez Presedo (S&D), por escrito. − La crisis de 2009, junto a la volatilidad de precios y las distorsiones en el funcionamiento del mercado lechero detectadas en los últimos años, me llevaron a plantear la necesidad de reformas profundas en el funcionamiento de la cadena de valor del sector y la responsabilidad de la Eurocámara para promoverlas, dada su condición de colegislador en agricultura tras el Tratado de Lisboa.

La aprobación hoy del Reglamento sobre las relaciones contractuales en el sector de la leche es un importante paso en la buena dirección y adelanta la reforma de la PAC. Reconoce a los productores, a través de sus organizaciones, la posibilidad de negociar colectivamente y favorece las organizaciones interprofesionales. Los nuevos contratos proporcionarán más estabilidad y lealtad en la competencia. El nuevo marco posibilitará que las explotaciones más eficientes puedan crecer en el futuro e impulsará también la diversificación de productos y la mejora de la calidad.

En el caso español, permite la plena efectividad del Decreto Lácteo del pasado abril que anticipa esta orientación. Los efectos beneficiosos del nuevo modelo se perciben en Galicia, donde el 45 % de la producción lechera ya se comercializa mediante contratos homologados que han contribuido a avanzar en la equiparación de precios.

 
  
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  Sergio Paolo Francesco Silvestris (PPE), per iscritto. − Controllare la volatilità dei prezzi dei prodotti lattiero-caseari dell'Unione è una delle prerogative di questo voto. Già dal 2009 il settore, in vista dell'abolizione delle quote latte a partire dal 2015, si è dotato di un gruppo di esperti di alto livello, il GAL, che ha rilevato grosse differenze tra gli Stati membri per quanto riguarda i settori di produzione e trasformazione dei prodotti lattiero-caseari.

È stato accertato che c'è un problema di trasmissione del prezzo lungo la filiera, dovuto essenzialmente alla mancanza di una normativa dell'Unione sui contratti che non sono obbligatori in tutti gli Stati membri. Al fine di garantire un futuro stabile per il settore, il potere di contrattazione dei produttori deve essere migliorato. Si auspica che tale obiettivo possa essere conseguito tramite l'utilizzo di contratti e incoraggiando i produttori a riunirsi in organizzazioni di produttori.

 
  
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  Francisco Sosa Wagner (NI), por escrito. − A pesar de las mejoras que el nuevo marco regulador aporta para remediar los defectos del sector lácteo europeo, he votado en contra porque siguen existiendo muchas lagunas que no permitirán resolver el desequilibrio de los poderes de negociación en la cadena de suministro entre ganaderos y centrales lecheras.

La reforma legislativa se inscribe en la expiración del régimen de cuotas en 2015, opción que no es de nuestra preferencia, ya que existen otros modelos en países de situación similar al mercado europeo donde el sistema de cuotas y la gestión de la oferta funcionan satisfactoriamente y benefician a productores, industria y consumidores de manera más equilibrada, evitando las concentraciones de poder en un sector de la cadena.

 
  
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  Nuno Teixeira (PPE), por escrito. Os setores da produção e da transformação de leite e produtos lácteos na União Europeia apresentam diferenças consideráveis de um Estado-Membro para outro e, em cada Estado-Membro, existem grandes variações entre operadores e tipos de operadores. A concentração da oferta é reduzida, do que resulta um desequilíbrio entre produtores e centrais leiteiras, a nível do poder de negociação na cadeia de abastecimento, o qual pode conduzir a práticas comerciais desleais. O relator avançou, assim, propostas relativamente aos contratos, ao poder de negociação dos produtores, às organizações interprofissionais e à transparência para melhorar o poder de negociação dos produtores.

 
  
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  Silvia-Adriana Ţicău (S&D), în scris. − Am votat pentru propunerea de regulament al Parlamentului şi al Consiliului de modificare a Regulamentului (CE) nr. 1234/2007 al Consiliului privind relaţiile contractuale din sectorul laptelui şi al produselor lactate. Între 2007 şi 2009 au avut loc evoluţii deosebite în sectorul laptelui şi al produselor lactate. O serie de condiţii climatice extreme au provocat o scădere semnificativă a ofertei, ceea ce a dus la o creştere rapidă şi considerabilă a preturilor. Ulterior, criza financiară şi economică a afectat în mod negativ producătorii de produse lactate din UE şi a accentuat volatilitatea preţurilor.

Consider că utilizarea unor contracte scrise care respectă anumite condiții de formă, conţin elemente de bază şi sunt încheiate înainte de livrare ar putea permite sporirea sensibilizării şi consolidarea responsabilităţii operatorilor din lanţul produselor lactate pentru a ţine seama într-o mai mare măsură de semnalele pieţei, pentru a îmbunătăţi repartiţia preturilor, pentru a adapta oferta la cerere, precum şi pentru a contribui la evitarea practicilor comerciale neloiale. Pentru a asigura un viitor stabil al sectorului produselor lactate după eliminarea cotelor în 2015, trebuie crescută puterea de negociere a producătorilor cu unităţile de prelucrare, ceea ce ar duce la o distribuţie mai echitabilă a valorii adăugate de-a lungul lanţului de aprovizionare.

 
  
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  Thomas Ulmer (PPE), schriftlich. Ich habe dem Beschlussvorschlag zugestimmt. Die heute verabschiedete Verordnung bringt Milchbauern in eine bessere Ausgangssituation in den Verhandlungen mit ihren Abnehmern. Sie ermöglicht den Zusammenschluss in Preisverhandlungsverbänden, um bessere Rohmilchpreise auszuhandeln, ohne in Konflikt mit dem Kartellrecht zu geraten. Preise können in einem akzeptablen Rahmen verhandelt und festgelegt werden, die Mitgliedstaaten haben einen ausreichenden Ermessensspielraum. Gleichzeitig wird die Qualitätskäseproduktion auf regionaler Ebene gestärkt und verbessert.

 
  
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  Viktor Uspaskich (ALDE), raštu. − Gerbiami kolegos, man džiugu, jog pranešime aptariamos problemos dėl kainų kintamumo ir derybų pusiausvyros sutrikimo tarp ūkininkų ir stambių pieninių. Tai labai susiję su padėtimi Lietuvoje. Nors Lietuva tarp Baltijos valstybių užima pirmą vietą pagal pieno gamybą (apytikriai 1,9 mln. tonų kasmet, atitinkamai 23,4 proc. visos žemės ūkio produkcijos), tačiau Lietuvos pieno pramonė yra blogai struktūruota. Todėl pieno kainos yra didesnės nei Europos vidurkis. Neseniai atliktas tyrimas atskleidė, jog šiandien Lietuvos vartotojai už pieną moka 40 proc. daugiau nei 2004 metais. Tokia situacija iš dalies susijusi su tuo, kad 60 proc. lietuviškų pieno produktų eksportuojami, o perdirbimo lygmenyje dabartinę pieno pramonę sudaro tik keturios stambios įmonės. Pranešime teigiama, kad šis disbalansas gali privesti prie nesąžiningos komercinės veiklos. Todėl, norint užtikrinti tinkamą pieno ūkininkų gyvenimo lygį, turėtų būti padidinta jų derybinė galia perdirbimo įmonių atžvilgiu. Tai leistų sukurti tinkamą paskirstymą tiekimo grandinėje. Būtinas didesnis stabilumas, ypač kai Europos pieno sektorius susidurs su didelėmis permainomis 2015 m. nustojus galioti kvotoms.

 
  
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  Marie-Christine Vergiat (GUE/NGL), par écrit. – J'ai voté contre le rapport du Parlement européen sur les relations contractuelles concernant les produits laitiers. Ce rapport ne remet aucunement en cause l'idée d'une suppression totale des quotas laitiers d'ici à 2015 et ce, alors que l'on constate pourtant les effets dramatiques des politiques d'abandon progressif des quotas déjà mises en place sur les revenus des agriculteurs.

Nous refusons une politique qui se fonde sur la loi de la jungle de la concurrence libre et non faussée sur un produit de base comme le lait, et qui laisse aux industries laitières le pouvoir d'imposer leurs conditions aux producteurs. Nous défendons au contraire une politique de régulation de l'offre qui soit respectueuse des revenus des agriculteurs et de la souveraineté alimentaire.

Il ne suffit pas de reconnaître le déséquilibre de la chaîne et l'inégalité de pouvoir de négociation des uns et des autres, encore faut-il se donner les moyens de maintenir des exploitations laitières sur tout le continent européen et d'assurer aux producteurs une rémunération juste.

 
  
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  Angelika Werthmann (NI), in writing. − Despite the improvements that the new regulatory framework contributes to remedy the defects of the European dairy sector, I voted against it because, in our view, there are still many gaps that will not resolve the imbalance of bargaining power in the supply chain between farmers and dairies. This legislative reform is part of the quota regime that will expire in 2015, an option that is not our preference because there are other models in countries like the European market situation where the system of quotas and supply management function satisfactorily and benefit both producers, industry and consumers in a more balanced way, avoiding concentrations of power in a sector of the chain.

 
  
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  Marina Yannakoudakis (ECR), in writing. − It is not a widely known fact that nearly 9% of land in my constituency of London is still used for agriculture. In fact, London produces 27 tonnes of honey and meat, milk and eggs a year. And it is milk that we are talking about today. I supported my colleague Jim Nicholson’s report because it strengthens the bargaining position for dairy farms – in particular the smaller farms – and promotes greater transparency in the milk market. What is most significant about the report is that it does not include mandatory EU contracts and leaves the important decision-making up to Member States. If we are to help farmers we need to make it easier for them to do business not lumber them with compulsory EU quotas and contracts. Farmers have to deal with enough meddling from the EU.

 
  
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  Inês Cristina Zuber (GUE/NGL), por escrito. Este regulamento não vai resolver os problemas criados pela decisão de eliminar as quotas leiteiras que afetou milhares e milhares de agricultores. Milhares de explorações leiteiras continuam a encerrar, com o preço do leite pago à produção a não compensar os elevados custos de produção. O que se impõe é a reversão da decisão de acabar com as quotas de produção em 2015, adaptando-as às necessidades de cada país e ao nível relativo de desenvolvimento da sua capacidade produtiva.

 
  
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  Milan Zver (PPE), pisno. − Analize kažejo, da bi naj večina držav bila na dobri poti do „nežnega pristanka“, ko bodo mlečne kvote dokončno odpravljene. Ne glede na to pa prinaša prehod v obdobje brez mlečnih kvot mlečnemu sektorju številne izzive, še posebej proizvajalcem mleka. Zato je prav in dobro, da se čim bolje pripravijo na te spremembe in da se izboljša njihova pogajalska pomoč. V tem oziru pozdravljam predlagane ukrepe, kot so možnost uvedbe obveznih pogodb, širitev pravil za povezovanje pridelovalcev in ukrepe za celostno in pregledno spremljanje odkupljenih količin mleka. Še posebej pa postavlja novi sistem pred izzive proizvajalce mleka na območjih z omejenimi dejavniki za kmetovanje (tudi v Sloveniji). Ti bodo morali dobro razmisliti, kako naprej, in žal je ena od neželenih možnosti tudi opustitev mlečne proizvodnje in/ali kmetovanja. Po mojem mnenju predlagani ukrepi v teh regijah in območjih ne zadostujejo. Zato pozivam, da se razmisli o uvedbi dodatnih ukrepov za ta območja, bodisi v okviru enotne skupne ureditve trgov ali v okviru politike razvoja podeželja. Ker se leto 2015 hitro približuje, z velikim zanimanjem pričakujem naslednje poročilu o dogajanju v mlečnem sektorju konec tega leta.

 
  
  

Informe: Stanimir Ilchev (A7-0399/2011)

 
  
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  Luís Paulo Alves (S&D), por escrito. Aprovo o presente relatório dada a fraca consideração que as instituições europeias têm atualmente pelos relatórios de iniciativa do Parlamento Europeu, visto não serem processos legislativos ordinários. De acordo com este relatório, reforça-se o papel dos relatórios de iniciativa, sendo estes considerados como relatórios estratégicos e devendo-se melhorar a forma de tratamento dos mesmos.

 
  
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  Laima Liucija Andrikienė (PPE), in writing. − I voted in favour of this resolution proposing the amendment of Rule 48(2) with a view to improving the treatment of own-initiative reports, in particular at the plenary stage, and to examining the question of whether Rules 163 and 167 should apply to INI reports. I agree with the rapporteur’s proposal to reduce the necessary quorum for tabling amendments in plenary from one-tenth to 40 Members, to extend the application of Rule 163 (split voting) and Rule 167 (roll-call voting) to INI reports and to amend the last sentence of Rule 48(2) to endorse the COP (Conference of Presidents) recommendation according to which the decision on whether an INI report is ‘strategic’ or not should be carried out by the COP at the authorisation stage. These amendments will make Parliament’s work more efficient and dynamic.

 
  
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  Sophie Auconie (PPE), par écrit. – Au sein de l’Union européenne, l'initiative législative appartient à la Commission européenne. Toutefois, le traité de Lisbonne est venu renforcer les droits du Parlement européen en matière de droit d'initiative législative, ce qui nous permet de demander à la Commission européenne de soumettre une proposition. Dans le souci d'améliorer le traitement des rapports d'initiative, en particulier au stade de la plénière, j’ai approuvé la décision de la Conférence des Présidents, qui a estimé que les rapports d'initiative élaborés sur la base de rapports annuels d'activité et de rapports de suivi doivent être traités comme des rapports stratégiques.

 
  
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  Elena Băsescu (PPE), în scris. − • Am votat în favoarea acestui raport, deoarece apreciez că modifică în mod oportun Regulamentul de procedură al Parlamentului European privind rapoartele din proprie iniţiativă. • Fără a afecta relevanţa rapoartelor de acest gen şi dezbaterile utile pe marginea lor, articolul 48 alineatul (2) în forma sa amendată va permite o mai mare concentrare a activităţii Parlamentului European asupra procesului legislativ. • Aceasta este necesară, inclusiv din perspectiva îndeplinirii noilor misiuni şi competenţe ce revin Parlamentului în urma Tratatului de la Lisabona. • În acelaşi timp, definirea mai clara a caracterului fiecărui raport din proprie iniţiativă încă din stadiul autorizării va genera o mai mare eficacitate în procesul de elaborare, amendare şi adoptare a textului. Va fi reafirmat, astfel, rolul comisiilor de specialitate drept cadru central pentru negocieri în vederea găsirii unui compromis. • Nu în ultimul rând, subliniez utilitatea clarificărilor privind criteriile pentru determinarea caracterului strategic al unui raport din proprie iniţiativă. Ele sunt de natură să asigure efectele pozitive ale acestei modificări de regulament.

 
  
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  John Bufton (EFD), in writing. − I voted against this proposal, as it restricts the use of roll-call voting (RCV), only allowing RCV to be applied to final votes on own-initiative reports from Parliament. I believe RCV should be utilised in every situation to ensure democratic control, not just in final reports but on crucial amendments as well. Information on how each individual elected Member of Parliament voted should also be made available for constituents to monitor, yet this proposal appears to further limit the application of roll-call voting to only certain elements of Parliamentary decision-making.

 
  
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  Alain Cadec (PPE), par écrit. – Les modifications de l'article 48, paragraphe 2, du règlement du Parlement européen envisagées par la commission AFCO ne me semblent pas toutes opportunes. Si j'approuve l'idée qu'il faille améliorer le traitement des rapports d'initiative, il convient également de ne pas surcharger l'ordre du jour avec des rapports non législatifs. C'est la raison pour laquelle j'ai voté en faveur de l'amendement numéro 6 qui maintient le vote par division (art. 163) et le vote par appel nominal (art. 167) pour les amendements déposés en plénière et les résolutions des commissions parlementaires. J'approuve la proposition de ne pas appliquer le vote par division aux résolutions alternatives. Je partage l'idée de laisser la Conférence des Présidents décider du caractère stratégique des rapports d'initiative.

 
  
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  Maria Da Graça Carvalho (PPE), por escrito. Votei favoravelmente esta alteração porque irá incorporar no seu Regimento a alteração seguinte: as propostas de resolução contidas nos relatórios de iniciativa serão apreciadas pelo Parlamento em conformidade com o procedimento de breve apresentação, definido no artigo 139.º. Só serão admissíveis alterações a essas propostas de resolução para apreciação em sessão plenária se forem apresentadas pelo relator, a fim de ter em conta novas informações ou, no mínimo, por um décimo dos deputados ao Parlamento. Os grupos políticos podem apresentar propostas de resolução alternativas nos termos do n.º 4 do artigo 157.º. Os artigos 163.º e 167.º aplicar-se-ão à proposta de resolução da comissão e às alterações à mesma. O artigo 167.º aplicar-se-á igualmente à votação única de propostas de resolução alternativas. O presente número não se aplicará quando o tema do relatório justificar um debate prioritário em sessão plenária, quando o relatório for elaborado em conformidade com os direitos de iniciativa referidos nos artigos 41.º ou 42.º, ou quando o relatório tiver sido autorizado como relatório estratégico.

 
  
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  Carlos Coelho (PPE), por escrito. De forma a dar resposta à necessidade de melhorar o tratamento dos relatórios de iniciativa, especialmente no que diz respeito à fase da sessão plenária, foram adotadas pela Conferência dos Presidentes várias recomendações. A presente iniciativa visa introduzir as alterações necessárias ao Regimento do PE, de forma a incorporar a Decisão tomada pela Conferência de Presidentes segundo a qual os relatórios de iniciativa elaborados com base nos relatórios anuais de atividades e nos relatórios de acompanhamento (anexos 1 e 2 do Anexo XVIII do Regimento) deverão ser considerados como relatórios estratégicos, de acordo com os critérios estabelecidos pela Conferência dos Presidentes.

Em relação à questão da aplicação do artigo 163.º (votações por partes) aos relatórios de iniciativa, fica estabelecido que este artigo não é aplicável, exceto no caso dos relatórios previstos na parte final do artigo 48.º, n.º 2, ou seja, quando incida sobre um assunto que deverá ser alvo de um debate-chave no plenário, quando o relatório tenha sido elaborado nos termos do artigo 41.º ou 42.º, ou quando o relatório tenha recebido uma autorização para se tornar um relatório estratégico. É igualmente clarificado que os pedidos de votação nominal, artigo 167.º, apenas devem ser autorizados para a votação final, sendo consagrada a mesma exceção que tinha sido prevista para o artigo 163.º.

 
  
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  Diane Dodds (NI), in writing. − One of the many valid criticisms often levelled at this Parliament – and at the EU institutions as a whole – is that its actions lack transparency and real accountability and are not subjected to the necessary level of scrutiny. For any MEP who is a proponent of a more open Europe and of effective parliamentary scrutiny, the Ilchev report is unacceptable. The ability to request and partake in roll-call votes is an essential part of the process by which this Parliament conducts its business and is an important part of the transparency for Parliament which we MEPs should encourage and not seek to suppress.

 
  
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  Diogo Feio (PPE), por escrito. Os relatórios de iniciativa constituem uma importante modalidade de exercício da função parlamentar e têm permitido ao Parlamento debruçar-se em maior detalhe sobre assuntos que, de outra forma, escapariam à sua apreciação. Apesar destas qualidades inequívocas, esta câmara deve resistir à tentação de ocupar a maior parte do seu tempo com relatórios não-legislativos. A presente resolução procura melhorar o enquadramento desta figura em sede regimental e a sua ligação à Conferência de Presidentes. Faço votos que as alterações propostas possam ter o resultado pretendido e que o regimento do Parlamento seja cada vez mais um importante instrumento jurídico que potencie e enforme a ação dos deputados e, consequentemente, cada vez menos um obstáculo burocrático a esta ação que se quer livre, ativa e bem informada.

 
  
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  José Manuel Fernandes (PPE), por escrito. O relatório presente, elaborado por Stanimir Ilchev, versa sobre a alteração do n.º 2 do artigo 48.º do Regimento do Parlamento Europeu no que se refere aos denominados relatórios de iniciativa. Esta proposta de alteração surge na sequência da Conferência dos Presidentes, realizada no dia 7 de abril de 2011, na qual, tendo em vista melhorar o tratamento dos mesmos, foi decidido que os relatórios de iniciativa baseados nos relatórios anuais de atividades e nos relatórios de acompanhamento (Anexos 1 e 2 do Anexo XVIII do Regimento - Decisão de 202) deviam ser tratados como relatórios estratégicos na aceção da última frase do n.º 2 do artigo 48.º do Regimento.

 
  
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  João Ferreira (GUE/NGL), por escrito. Estas alterações ao Regimento do Parlamento, promovidas pela maioria que o domina - a santa aliança entre a direita e a social-democracia - não traduzem um reforço democrático da instituição. Bem pelo contrário. A alteração do n.º 2 do artigo 48.º, por exemplo, procura limitar as possibilidades de intervenção dos grupos políticos na apresentação de alterações, nos pedidos de votação em separado e nas votações nominais de pontos incluídos nos relatórios de iniciativa, quando estes apenas têm uma breve apresentação.

O objetivo é afirmar o Parlamento na disputa interinstitucional na UE, procurando que os relatórios de iniciativa aparentem um consenso, que é, assim, um consenso forjado. É lamentável e condenável que tentem limitar a intervenção dos grupos políticos e, em especial, do Grupo da Esquerda Unitária/Esquerda Verde Nórdica - que corporiza indiscutivelmente um projeto alternativo a esta UE: o da Europa social, dos trabalhadores e dos povos.

 
  
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  Monika Flašíková Beňová (S&D), písomne. − S cieľom zlepšiť posudzovanie iniciatívnych správ Konferencia predsedov rozhodla, že správy INI vypracované na základe výročnej správy o činnosti a monitorovacej správy by sa mali považovať za strategické správy v zmysle poslednej vety článku 48 ods. 2 rokovacieho poriadku. Konferencia predsedov sa tiež rozhodla vyzvať Výbor pre ústavné veci, aby sa zaoberal otázkou, či by sa mali na správy INI uplatňovať články 163 a 167. Keďže z odporúčaní prijatých Konferenciou predsedov vyplýva, že „o tom, či správa INI je alebo nie je v zmysle poslednej vety článku 48 ods. 2 rokovacieho poriadku strategická, rozhodne Konferencia predsedov v štádiu schvaľovania tak, že uplatní politickejší výklad rozhodnutia Konferencie predsedov z 12. decembra 2002 v zmysle zmien a doplnení (príloha XVIII k rokovacieho poriadku)”, je na mieste poslednú vetu článku 48 ods. 2 primerane upraviť. Pokiaľ ide o otázku, či by sa články 163 a 167 mali uplatňovať na správy INI, zo správy vyplýva, že by sa hlasovanie po častiach malo umožniť iba v prípade iniciatívnych správ, ktoré sú uvedené v poslednej vete článku 48 ods. 2. Žiadosti o hlasovanie podľa mien by sa malo vyhovieť iba pri záverečnom hlasovaní okrem správ, ktoré sú uvedené v poslednej vete článku 48 ods. 2.

 
  
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  Philippe Juvin (PPE), par écrit. – Ce rapport vise à améliorer le traitement des rapports d'initiative, qui sont des rapports non législatifs, en particulier au stade de la plénière. L'idée est d'éviter de surcharger l'ordre du jour des sessions plénières avec ces rapports tout en préservant le droit à la rédaction de rapports d'initiative pour les députés, établi par le règlement intérieur du Parlement européen. J'ai soutenu ce rapport en plénière

 
  
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  David Martin (S&D), in writing. − I voted for this report in order to make the Parliament's voting sessions more efficient.

 
  
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  Mario Mauro (PPE), per iscritto. − Il mio voto è favorevole. Concordo con le motivazioni espresse dal relatore e con la proposta di modifica del testo dell’articolo 48. Occorre adeguare il testo considerando in maniera adeguata l’interpretazione della Conferenza dei presidenti sulla fase di autorizzazione.

 
  
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  Jean-Luc Mélenchon (GUE/NGL), par écrit. – Ce rapport refuse d'élargir les possibilités de demander des votes nominaux et les votes par division à chaque disposition des rapports d'initiative. Ces instruments permettent aux députés de rendre des comptes des positions qu'ils prennent sur des questions importantes. Il n'y a pas lieu d'empêcher cela même sur des rapports d'initiative qui, avec les résolutions et autres textes déclaratifs, forment le gros de ce qui se vote dans cet hémicycle. Ce parlement sans pouvoir d'initiative législative, sans parole spontanée, sans droit réel d'amendement veut-il n'être qu'une simple machine à dire "oui" aux folies libérales?

 
  
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  Nuno Melo (PPE), por escrito. Votei a favor da alteração do n.° 2 do artigo 48.º do Regimento do Parlamento Europeu, referente aos relatórios de iniciativa, clarificando-se, assim, o procedimento de votação das propostas de resolução da Comissão, e das respetivas alterações, definindo ainda o que deve ser considerado como relatório estratégico.

 
  
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  Willy Meyer (GUE/NGL), por escrito. − Los informes de propia iniciativa son un instrumento importante para, en los casos en los que el Parlamento Europeo no aplica la codecisión, pueda dar su parecer al resto de instituciones europeas. En este caso, he votado en contra del informe Ilchev porque el ponente propone unos cambios que limitan la posibilidad de los diputados de participar en pie de igualdad en estos informes. Y me refiero en concreto a la limitación para pedir votaciones por separado y votaciones nominales en este tipo de informes, y a la condición necesaria que impone el informe para presentar enmiendas, es decir, que estas sean firmadas como mínimo por una décima parte de los diputados.

 
  
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  Alexander Mirsky (S&D), in writing. − In April 2011 the Conference of Presidents approved a series of recommendations concerning the treatment of own-initiative reports. With a view to improving the treatment of own-initiative reports, in particular at the plenary stage, the report following the recommendations by the COP decided that own-initiative reports drawn up on the basis of annual activity and monitoring reports should be handled as strategic reports within the meaning of the last sentence of Rule 48(2) of the Rules of Procedure.

 
  
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  Radvilė Morkūnaitė-Mikulėnienė (PPE), raštu. − Pritardama tam, kad savo iniciatyva rengiami pranešimai turėtų turėti didesnę strateginę reikšmę – ypač tais klausimais, kuriais EP atkreipia Komisijos dėmesį ypač svarbiais klausimais, noriu pažymėti kitą aspektą. Dažnai nutinka taip, kad EP pranešimus savo iniciatyva rengia vieną po kito ir tais pačiais klausimais. Deja, nors ir išreiškiame savo poziciją svarbiais klausimais (tokiais kaip demografinė padėtis ar biologinės įvairovės išsaugojimas), dažnai tokie pranešimai tik atkartoja vienas kitą, ir juose nepasakome nieko naujo, o juo labiau, nepriartiname problemos sprendimo. Todėl norėčiau atkreipti Parlamento vadovybės dėmesį į būtinybę tvirtinant rengiamų pranešimų temas daugiau orientuotis ne į temos svarbumą, o į pranešimų savo iniciatyva temų aktualumą ir originalumą.

 
  
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  Rolandas Paksas (EFD), raštu. − Atkreiptinas dėmesys į tai, kad Europos Parlamentas – tai institucija, atstovaujanti valstybių narių piliečiams. Išrinkti Europos Parlamento nariai veikia vadovaudamiesi „laisvo mandato“ principu, kuris yra parlamentinės demokratijos fundamentalusis dėsnis. Atsižvelgiant į tai, neturėtų būti ribojama pranešimų savo iniciatyva teisė. Be to, nemanau, kad balsavimą dalimis ir vardinį balsavimą yra tikslinga taikyti tik komiteto pasiūlymams dėl rezoliucijų ir jų pakeitimams, o vardinį balsavimą – tik vieną kartą per galutinį balsavimą dėl alternatyvių pasiūlymų dėl rezoliucijų.

 
  
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  Maria do Céu Patrão Neves (PPE), por escrito. Votei favoravelmente o presente relatório que visa adaptar o Regimento do Parlamento Europeu à decisão da Conferência de Presidentes de melhorar o tratamento dos relatórios de iniciativa, nomeadamente na fase de sessão plenária. De facto, a Conferência dos Presidentes decidiu que os relatórios de iniciativa elaborados com base nos relatórios anuais de atividades e nos relatórios de acompanhamento (constantes dos Anexos 1 e 2 do Anexo XVIII do seu Regimento) devem ser tratados como relatórios estratégicos na aceção da última frase do n.º 2 do artigo 48.º do Regimento e solicitou à Comissão AFCO que assegurasse o adequado acompanhamento da decisão em causa. Concordo com o relator que considera que a última frase do n.º 2 do artigo 48.º do Regimento deve ser adaptada no sentido da alteração proposta pela Conferência de Presidentes.

 
  
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  Aldo Patriciello (PPE), per iscritto. − Nella decisione adottata oggi, Il Parlamento: "prende atto della decisione della Conferenza dei presidenti in data 7 aprile 2011, secondo la quale le relazioni d'iniziativa elaborate sulla base delle relazioni annuali di attività e di monitoraggio elencate negli allegati 1 e 2 della decisione della Conferenza dei presidenti del 12 dicembre 2002, figurante nell'allegato XVIII del proprio regolamento ("la decisione del 2002"), devono essere considerate relazioni strategiche ai sensi dell'articolo 48 paragrafo 2, ultima frase, e incarica il suo segretario generale di inserire la decisione nell'allegato XVIII;". Inoltre il Parlamento "ritiene che l'articolo 2, paragrafo 4, della decisione del 2002 sia diventato obsoleto a seguito della propria decisione del 13 Novembre 2007 sulla modifica del regolamento del Parlamento alla luce dello statuto dei deputati, e incarica il suo Segretario generale di adeguare di conseguenza l'allegato XVIII;". Esprimo il mio voto favorevole alle modifica di tale articolo al fine di migliorare l'iter delle relazioni di iniziativa.

 
  
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  Paulo Rangel (PPE), por escrito. A Conferência dos Presidentes adotou, a 7 de abril, uma decisão sobre os relatórios de iniciativa. Com a presente decisão, pretende introduzir-se no Regimento do Parlamento Europeu algumas alterações referentes aos relatórios de iniciativa, precisando que a votação nominal e a votação por partes têm aplicação nestes casos.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), in writing. − In favour. Own-initiative reports that are not subject of a key debate are currently not considered strategic or to have been drawn up pursuant to EP’s right of initiative and may only be amended in Plenary by the rapporteur to take account of new, objective information or by one tenth of the Members of the EP (74). Groups may only table alternative resolutions. Whether groups may or may not table split, separate and roll-call votes has been a contentious issue and is the reason why this question has been referred to the Committee on Constitutional Affairs. Our group has taken the line that it believes that the tabling of split, separate and roll-call votes should remain possible for groups. We wanted to maintain the possibility for split, separate and roll-call votes for all own-initiative reports, and we got this.

 
  
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  Nuno Teixeira (PPE), por escrito. Considerando que a Conferência dos Presidentes decidiu que os relatórios de iniciativa elaborados com base nos relatórios anuais de atividades e nos relatórios de acompanhamento (constantes dos Anexos 1 e 2 do Anexo XVIII do seu Regimento) devem ser tratados como relatórios estratégicos na aceção da última frase do n.º 2 do artigo 48.º do Regimento e que, de acordo com as suas recomendações, a decisão quanto a considerar se um relatório de iniciativa é estratégico ou não, na aceção da última frase do n.º 2 do artigo 48.º do Regimento, será adotada pela Conferência dos Presidentes na fase de autorização, votei favor das alterações propostas no documento.

 
  
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  Silvia-Adriana Ţicău (S&D), în scris. − Am votat pentru Raportul privind modificarea articolului 48 alineatul (2) din Regulamentul de procedură al Parlamentului privind rapoartele din proprie inițiativă, deoarece consider necesară îmbunătăţirea regimului aplicabil acestui tip de rapoarte, în special în stadiul ședințelor în plen. Propunerile de rezoluție conținute în rapoartele din proprie inițiativă sunt examinate de Parlament în conformitate cu procedura prezentării succinte. Amendamentele la acestea sunt admisibile în vederea examinării în plen doar dacă au fost depuse de raportor pentru a fi luate în considerare informații noi sau au fost depuse de cel puțin o zecime dintre deputați. Totodată, grupurile politice pot prezenta propuneri de rezoluție de înlocuire, în conformitate cu articolul 157 alineatul (4) privind admisibilitatea amendamentelor. Astfel, un grup politic sau cel puțin 40 de deputați pot depune o propunere de rezoluție pentru înlocuirea unei propuneri de rezoluție fără caracter legislativ conținute într-un raport al unei comisii, fără însă a depăşi lungimea rezoluţiei comisiei competente. Propunerea se supune fără amendamente aprobării Parlamentului printr-un vot unic. Aceste dispoziţii nu se aplică în cazul în care obiectul raportului necesită o dezbatere prioritară în plen, în cazul în care raportul este întocmit în temeiul dreptului de inițiativă sau în cazul în care raportul a fost desemnat drept raport strategic.

 
  
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  Marina Yannakoudakis (ECR), in writing. − At the last Brussels plenary I was prevented by the President of the European Parliament from voting on individual clauses in a report ‘in the interests of efficiency’. I voted against this report because it also proposes to sacrifice democracy in the name of efficiency. We must be able to table split votes and roll-call votes on all items in all reports. Our constituents have the right to know how their elected representatives are voting and Members deserve the right to express their approval or disapproval of individual clauses in a report. The fact that this report was passed with a large majority is another testament to the ‘stitch-up’ between the largest groups in the European Parliament. Sunshine is the best disinfectant; the larger political groups should not fear transparency. They should end the stranglehold they have on this Parliament and open it up to true democratic principles.

 
  
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  Inês Cristina Zuber (GUE/NGL), por escrito. As alterações ao Regimento do Parlamento Europeu promovidas pela maioria que o domina, direita e social-democracia, sucedem-se, mas nem por isso traduzem um reforço democrático da instituição. A prová-lo aqui está a alteração do n.º 2 do artigo 48.º que limita as possibilidades de intervenção dos grupos políticos na apresentação de alterações, nos pedidos de votação em separado e de votação nominal de pontos incluídos nos relatórios de iniciativa, quando estes apenas têm uma breve apresentação. Ambicionam afirmar o PE na disputa interinstitucional na UE, procurando a sua maioria que os relatórios de iniciativa forjem um consenso, limitando a intervenção de alguns grupos políticos para fazer passar a ideia de que o PE está unido em torno de objetivos comuns. É o Grupo Político mais consequente do PE, o GUE/NGL, e a sua ação em defesa de alternativas à UE do grande capital e das grandes potências de que ainda é portador, a defesa da paz e contra a militarização da UE que são aqui visados.

 
  
  

Propuesta de resolución: B7-0016/2012

 
  
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  Luís Paulo Alves (S&D), por escrito. Tendo em conta a situação única atual da zona euro, com os Estados-Membros a partilharem uma moeda sem política orçamental comum e sem um mercado obrigacionista único com a acrescida preocupação das tensões permanentes nos mercados obrigacionistas de dívida soberana da zona euro, refletidas em spreads de amplitude crescente e numa enorme volatilidade, aprovo este Relatório, considerando que a perspetiva de obrigações de estabilidade pode impulsionar a estabilidade a médio prazo na Zona Euro, sendo fundamental a ratificação de um Tratado MEEF e/ou as euro-obrigações, assim como a gestão conjunta de emissões de títulos de dívida soberana.

 
  
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  Roberta Angelilli (PPE), per iscritto. − Ho sostenuto la proposta di risoluzione sulla fattibilità dell'introduzione degli stability bond nell'Unione europea. In un simile momento di crisi la creazione di un mercato 'eurotitoli' ed in particolare di stability bond, potrebbe costituire una valida alternativa al mercato obbligazionario in dollari statunitense. Tuttavia, gli Stati membri devono essere responsabilizzati ed assicurare la stabilità a lungo termine dell'euro. Una rigorosa disciplina di bilancio e il rispetto erga omnes delle regole devono essere garantiti. Inoltre, mi preme sottolineare che un quadro fiscale sostenibile si pone come condizione necessaria per l'emissione congiunta di obbligazioni e deve essere finalizzato sia ad una governance economica rafforzata che alla crescita economica dell'area euro. Accolgo pertanto con piacere la presentazione del Libro Verde in materia, il quale ritengo possa costituire un punto di partenza valido per le successive riflessioni e sviluppi su tale argomento, soluzione che merita un attento esame della Commissione in merito all'impatto, alla fattibilità e all'efficacia.

 
  
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  Sophie Auconie (PPE), par écrit. – Mes collègues du PPE et moi avons voté en faveur de l'introduction d'obligations de stabilité qui pourraient favoriser la stabilité de la zone euro à moyen terme. Notre décision s'est fondée sur le Livre vert de la Commission européenne. Cette résolution appelle à la mutualisation de la dette souveraine des pays de la zone euro, selon une proposition d'un groupe d'économistes allemands. Cependant, le texte rappelle que d'autres instruments financiers doivent être mis en place rapidement pour répondre aux besoins à court terme, et qu'il ne faut pas s'imaginer que des obligations de stabilité résoudraient nos problèmes. J'ai voté en faveur d'une résolution qui, pour l'instant, a pour objectif de faire réfléchir aux éventuelles conditions de mise en place d'un tel dispositif. Enfin, je suis partisane d'une coordination des politiques budgétaires plus poussée en Europe, ce que l'instauration d'obligations de stabilité imposerait.

 
  
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  Zigmantas Balčytis (S&D), raštu. − Balsavau už šią rezoliuciją, kuria išreiškiama preliminari Europos Parlamento pozicija į Komisijos Žaliąją knygą ir vėliau bus parengta išsamesnė rezoliucija arba pranešimas šiuo klausimu. Euro zona ir jos valstybės narės privalo užtikrinti ilgalaikį valiutos, kuria naudojasi daugiau kaip 330 milijonų žmonių ir daugelis įmonių bei investuotojų, stabilumą, nes tai netiesiogiai daro įtaką visam pasauliui. Pritariu, kad stabilumo obligacijos galėtų būti papildoma priemonė, skatinanti laikytis Stabilumo ir augimo pakto. Tačiau ir toliau būtina spręsti tokius svarbius klausimus kaip biudžetinė drausmė ir konkurencingumo didinimas, paskolų teikimo valstybėms narėms kriterijai ir gebėjimas vykdyti skolos įsipareigojimus, išmatuojamos ir įvykdomos skolos mažinimo programos ir kt. Numatomos stabilumo obligacijos gali padidinti euro zonos stabilumą vidutinės trukmės laikotarpiu, tačiau Komisija kuo greičiau turėtų pateikti pasiūlymus, kuriuos taikant būtų efektyviai sprendžiama dabartinė valstybių skolos krizė.

 
  
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  Regina Bastos (PPE), por escrito. Considerando o momento único em que a zona euro se encontra, a crise das dívidas soberanas e as elevadas taxas de juro com que as economias mais frágeis se deparam, as obrigações de estabilidade reúnem consenso quanto à sua importância como um elemento de estabilização, aumento de confiança, convergência e crescimento da zona euro. As obrigações de estabilidade iriam permitir partilhar os riscos das dívidas soberanas, diminuir a volatilidade dos mercados e refundar a zona euro num caminho de maior integração, que será a base para o relançamento do crescimento económico. E teriam outras vantagens, nomeadamente, no que se refere à diminuição do custo da dívida, afirmação do euro como moeda de referência a nível mundial, eficiência dos mercados e diminuição dos ataques especulativos. A presente resolução, que apoiei, enfatiza a necessidade de medidas céleres para a resolução da crise da dívida soberana, solicitando à Comissão Europeia ações concretas.

 
  
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  Vilija Blinkevičiūtė (S&D), raštu. − Balsavau už šią rezoliuciją, nes pritariu, kad turime išsamiau svarstyti pasiūlytą obligacijų eurais idėją, ieškodami būdų, kaip užtikrinti stabilumą euro zonoje, ir siekdami, kad euras vėl taptų stipria valiuta ir prisidėtų užtikrinant tarptautinės valiutų sistemos stabilumą. Bendros obligacijos emisijos idėją esame priversti svarstyti, nes nuolatinė įtampa euro zonos valstybių obligacijų rinkose, kurią atspindi per pastaruosius dvejus metus išaugę pirkimo ir pardavimo kainų skirtumai, sąlygoja didelius svyravimus ir neatsparumą spekuliaciniams puolimams. Visgi Europos Parlamentas atkreipia Komisijos ir valstybių narių dėmesį dar kartą pakartodamas, kad bendros obligacijų emisijos sąlyga yra tvarios fiskalinės sistemos, kuria būtų siekiama stiprinti ekonomikos valdyseną ir skatinti ekonomikos augimą euro zonoje, sukūrimas ir kad labai svarbu nustatyti tinkamą veiksmų seką, taip pat parengti privalomojo pobūdžio veiksmų planą.

 
  
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  John Bufton (EFD), in writing. − I voted against this report as it is an economically illiterate attempt to introduce Eurobonds by the back door, prioritising collective euro area debt over the restructuring and recovery of national debts. National debt should remain one of the most important aspects of national economies and is the burden of the domestic government involved. At a time of economic hardship, the UK cannot afford the introduction of so-called stability bonds, which are supposed to foster stability in the euro area in the medium term and would be achieved by the use of Member State contributions, including a sizeable British contribution to the budget. I cannot agree to the use of Welsh taxpayers’ money to support the failing single currency when constituents are suffering economic hardships of their own. It is not right that the UK should be contributing towards paying off the debts of bankrupt euro area economies in order to resuscitate the EU’s single currency ambitions.

 
  
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  Antonio Cancian (PPE), per iscritto. − Ho votato con entusiasmo a favore della proposta di risoluzione sulla fattibilità dell'introduzione degli stability bonds, nella piena consapevolezza che i tempi di crisi straordinaria che stiamo attraversando richiedono il coraggio di attuare misure e strumenti finanziari innovativi. Austerità fiscale e disciplina di bilancio sono certamente necessarie e indispensabili: infatti uno dei fattori maggiormente destabilizzanti è proprio la frammentazione del mercato azionario, ad oggi sottoposto a 27 discipline e regolamentazioni differenti. Ma se ci fermiamo qui il rischio della recessione è molto concreto.

Contestualmente, per risollevare l'economia europea, è necessario sostenere la crescita, lo sviluppo e l'occupazione. Credo, come è stato fatto oggi, che aprire il dibattito sulla possibilità di emettere obbligazioni congiunte a livello europeo sia un passo che non possiamo esimerci dal compiere, se vogliamo arrivare ad un mercato con maggiore liquidità e tassi d'interesse inferiori. Dobbiamo assolutamente superare le riserve da parte di qualcuno perché il debito che si creerebbe verrebbe finalizzato alla realizzazione delle infrastrutture europee, che rappresentano la chiave per il rilancio dell'economia e della competitività dell'Europa in questo mondo globalizzato, che non ci permette assolutamente di restare indietro.

 
  
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  Maria Da Graça Carvalho (PPE), por escrito. Votei favoravelmente esta proposta de resolução por ser um contributo para a atual discussão sobre as obrigações de estabilidade e pela sua pertinência como uma componente importante na resolução da crise na zona euro. Apresenta considerações sobre a importância da implementação das obrigações de estabilidade, bem como algumas notas acerca do Livro Verde sobre as obrigações de estabilidade apresentado pela Comissão Europeia. Considerando o momento único em que a zona euro se encontra, a crise das dívidas soberanas e as elevadas taxas de juro com que as economias mais frágeis se deparam, as obrigações de estabilidade reúnem consenso quanto à sua importância como um elemento de estabilização, aumento de confiança, convergência e crescimento da zona euro.

 
  
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  Corina Creţu (S&D), în scris. − Susţin acest raport, pentru că obligațiunile de stabilitate pot constitui un mijloc suplimentar de stimulare a respectării Pactului de stabilitate și de creștere, în special în contextul noilor norme privind aplicarea eficientă a supravegherii bugetare în zona euro. Ca emitent al celei de-a doua monede internaționale, zona euro are un rol esenţial în menținerea stabilității sistemului monetar internațional, dar şi interesul strategic să-şi valorifice întregul potențial, pentru ca euro să poată deveni o monedă de rezervă la nivel mondial. Dar obligațiunile de stabilitate pot juca un rol important în sensul implementării interne şi afirmării globale a politicii monetare a zonei euro numai cu condiţia existenței unui cadru bugetar sustenabil, bazat pe creştere economică, şi nu în contextul fragil al ultimilor doi ani, marcaţi de atacuri speculative, instabilitate şi o guvernanţă economică defectuoasă.

 
  
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  George Sabin Cutaş (S&D), în scris. − Am votat în favoarea rezoluţiei privind fezabilitatea introducerii obligaţiunilor de stabilitate, deoarece sunt de părere că este absolut necesară punerea în funcţiune a unui sistem de euro-obligaţiuni, pentru a asigura stabilitatea monedei unice, pentru a creşte lichiditatea şi a reduce costurile de împrumut cu care se confruntă în prezent statele membre ale Uniunii. Prin urmare, apreciez pasul făcut de executivul european prin lansarea Cărţii verzi pe această temă şi aştept o foaie de parcurs privind următorii paşi de făcut pentru lansarea noilor obligaţiuni.

 
  
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  Edite Estrela (S&D), por escrito. Votei favoravelmente esta resolução por defender que a introdução de obrigações de estabilidade irá contribuir para a eficiência do mercado obrigacionista e do sistema financeiro da zona euro em geral. As euro-obrigações não são a receita para todos os males, no entanto, são uma componente importante das soluções a médio prazo. Para a emissão comum de obrigações será também necessário uma maior coordenação orçamental com vista a uma melhor governação económica.

 
  
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  Göran Färm, Anna Hedh, Olle Ludvigsson, Jens Nilsson, Marita Ulvskog och Åsa Westlund (S&D), skriftlig. − Vi svenska socialdemokrater ser med viss tveksamhet på formuleringarna i punkt 12 om att kräva av kommissionen att snabba förslag ska läggas fram när det gäller en pakt för skuldinlösen och/eller att system för euro-statsskuldväxlar. Det handlar om planer som i det här läget bara finns på idéstadiet och som behöver arbetas igenom mycket noggrant innan de eventuellt kan sättas i verket.

Samtidigt har vi som representanter för väljare i ett icke-euroland inget intresse av att hindra euroländerna från att gå snabbt fram på dessa områden om de anser att det är nödvändigt. Så länge som den inre marknaden och det breda EU-samarbetet inte påverkas negativt måste det vara upp till euroländerna själva att välja de lösningar som de finner lämpliga för att hantera statsskulder och rädda den gemensamma valutan.

 
  
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  José Manuel Fernandes (PPE), por escrito. A proposta de resolução em análise, apresentada, nos termos do n.º 5 do artigo 115.º do Regimento, na sequência da pergunta com pedido de resposta oral feita por Sharon Bowles e Sylvie Goulard, em nome da Comissão dos Assuntos Económicos e Monetários, versa sobre a viabilidade da introdução das obrigações de estabilidade. A possibilidade de introdução das obrigações de estabilidade deu origem a vários estudos, nomeadamente o Livro Verde da Comissão, de 23 de novembro de 2011, e o relatório intercalar do Presidente Van Rompuy, de 6 de dezembro de 2011, intitulado Para uma união económica mais forte. A zona euro é a emissora da segunda maior divisa internacional, e os Estados-Membros devem aproveitar todos os benefícios das emissões em euros, uma vez que tem condições para se tornar moeda de reserva a nível global. Considerando que estas obrigações podem contribuir para a estabilidade da zona euro e para a eficiência do seu sistema financeiro, atualmente vulnerável a ataques especulativos, votei favoravelmente a presente proposta de resolução pois contribuirá, ainda, para o relançamento da economia europeia.

 
  
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  João Ferreira (GUE/NGL), por escrito. A designação agora atribuída pela Comissão Europeia aos (há muito) chamados eurobonds - obrigações de estabilidade - denota o pré-requisito que lhes está inerente: o aprofundamento da governação económica e orçamental, nos moldes em que tem vindo a ser defendida e posta em prática pelo diretório que comanda a UE. Ou seja, com inaceitáveis limitações à soberania dos países e dos povos em áreas essenciais à determinação do seu dever coletivo. O objetivo estratégico aqui assumido não é o do crescimento económico, da criação de emprego e de combate às desigualdades sociais, mas a afirmação do euro como moeda de reserva mundial, elemento que é contrário aos interesses dos povos dos países da periferia. Este mecanismo não garante o fim dos ataques especulativos, mantendo também diferenciações nas taxas de juro no financiamento de cada um dos países.

O que é necessário não são medidas que há anos atrás, no quadro de uma discussão de uma profunda alteração das políticas económicas da União Europeia, poderiam ter servido de amortecedores ao choque especulativo. O que é necessário, neste momento, é a inversão do caminho percorrido e a revogação da governação económica, do Pacto para o Euro Mais, do novo Tratado Europeu.

 
  
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  Monika Flašíková Beňová (S&D), písomne. − Parlament požiadal, aby Komisia predložila správu o možnosti zavedenia európskych cenných papierov, ktoré sú neoddeliteľnou súčasťou dohody medzi Parlamentom a Radou o balíku šiestich legislatívnych návrhov o správe ekonomických záležitostí. Eurozóna je v ojedinelej situácii, keď členské štáty eurozóny majú jednotnú menu bez spoločnej fiškálnej politiky a jednotného trhu s dlhopismi. Vydávanie dlhopisov na základe spoločnej a nerozdielnej zodpovednosti by si však vyžadovalo proces hlbšej integrácie. Eurozóna ako emitent druhej najväčšej medzinárodnej meny na svete má spoločnú zodpovednosť za stabilitu medzinárodného menového systému. Je v jej dlhodobom strategickom záujme, aby využila všetky možné výhody pri vydávaní eura, ktoré má potenciál stať sa celosvetovou rezervnou menou. Eurozóna a jej členské štáty sú zodpovedné za zabezpečenie dlhodobej stability meny, ktorú používa viac než 330 miliónov ľudí, ako aj mnohé spoločnosti a investori, čo nepriamo ovplyvňuje zvyšok sveta. Práve stabilizačné dlhopisy by prispeli k uľahčeniu prevodu menovej politiky eurozóny a podporovali by efektivitu na trhu s dlhopismi a v širšom finančnom systéme eurozóny. Zároveň som toho názoru, že nevyhnutnou podmienkou na spoločné vydávanie dlhopisov je zavedenie udržateľného fiškálneho rámca, ktorý bude zameraný na lepšiu správu ekonomických záležitostí a hospodárskeho rastu. Rovnako sa domnievam, že perspektíva stabilizačných dlhopisov môže stabilitu v eurozóne posilniť.

 
  
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  Louis Grech (S&D), in writing. − I support Parliament’s resolution on the feasibility of stability bonds. Recent attempts by Member States to address the economic crisis have been almost universally short-sighted and half-baked. We must do better – Europe needs a credible, long-term route out of the crisis, involving a series of interlocking measures. One such initiative could be stability bonds, or Eurobonds. In my view, stability bonds deserve serious consideration because, if properly implemented, they could help to insulate the euro area’s 330 million citizens from the type of instability that has dogged us in recent years, costing us jobs and reducing people’s quality of life. A well-designed stability bond system would address these problems in the following way: firstly, by creating a single market for euro area bonds, stability bonds would be a formidable tool in our arsenal against the ongoing crisis. Stability bonds would improve liquidity in the bond markets, reduce volatility and prevent speculative attacks on euro-area Member States. Secondly, stability bonds could support sustainable and responsible budgetary practices by including requirements for budgetary discipline. Such a solid economic framework could result in improved economic governance and, crucially, could spur economic growth, which has been hampered by the atmosphere of uncertainty on financial markets.

 
  
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  Sylvie Guillaume (S&D), par écrit. – L'adoption d'une feuille de route pour la mise en place des conditions permettant d'émettre en commun une partie de la dette souveraine sous forme d'euro-obligations est une demande de longue date du groupe des Socialistes et Démocrates.

C'est pourquoi j'ai soutenu l'adoption de cette résolution, car les euro-obligations instaurent non seulement un système de responsabilité et de solidarité entre les États membres, en venant en aide aux pays les plus fortement endettés pour leur donner accès à des crédits à un prix réduit, mais également car elles engagent à un approfondissement de l'union économique et monétaire. De plus, elles sont un moyen permettant, sur le long terme, de renforcer la stabilité et la résistance de la zone euro. Les euro-obligations constituent donc une alternative durable aux mesures drastiques d'austérité imposées aux citoyens et apportent une réponse européenne commune à la crise de la dette souveraine qui affecte les États et leurs populations.

 
  
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  Carl Haglund (ALDE), in writing. − I, Carl Haglund, decided to abstain from supporting the resolution on the feasibility of introducing stability bonds following my firm conviction that a system of permanent joint liabilities for sovereign debt is no solution for the eurozone. In addition to this there are a number of issues concerning moral hazard, wrong incentives, impacts on the interest rates and legal constraints that as yet have not been appropriately tackled in my view. The rapporteur has made a great effort in tackling these and other inherent issues, which is the reason for my not voting against the resolution even though the fundamental question on joint liabilities led me to abstain from supporting the resolution.

 
  
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  Juozas Imbrasas (EFD), raštu. − Pritariau šiai rezoliucijai, nes manau, kad stabilumo obligacijos galimai galėtų būti papildoma priemonė, skatinanti laikytis Stabilumo ir augimo pakto, su sąlyga, kad bus sprendžiamas moralinės žalos ir bendros atsakomybės klausimas. Tai viena iš galimų priemonių galinti padėti išspręsti šiandieninę situaciją. Pritariu nuostatai, kad Komisija kuo greičiau turėtų pateikti pasiūlymų, kuriuos taikant būtų ryžtingai sprendžiama dabartinė valstybių skolos krizė. Euro zona ir jos valstybės narės privalo užtikrinti ilgalaikį valiutos, kuria naudojasi daugiau kaip 330 milijonų žmonių ir daugelis įmonių bei investuotojų, stabilumą, nes tai daro įtaką ne tik ES, bet ir visam pasauliui. Turime būti atviri diskusijoms, aktyviai aptarti visus klausimus – tiek pranašumus, tiek ir trūkumus – dėl galimybių leisti stabilumo obligacijas, įvertinant įvairias alternatyvias galimybes, kad rastume tinkamą atsakymą, kaip išspręsti dabartinę valstybių skolos krizę.

 
  
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  Anne E. Jensen (ALDE), skriftlig. − Jeg har stemt for beslutningen om stabilitetsobligationer. Jeg mener, at vi skal afvise Kommissionens første bud på såkaldte stabilitetsobligationer. De vil nemlig betyde, at lande med orden i økonomien kommer til at betale en højere rente. Til gengæld er jeg enig i beslutningens opbakning til forslaget fra de tyske vismænd om fælles obligationer, der indebærer, at hvert land hæfter for sin egen gæld og får en kontant tilskyndelse til at føre en disciplineret politik. Det anbefales i beslutningen, at Kommissionen arbejder videre med dette forslag, og det kan jeg varmt gå ind for.

 
  
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  Kent Johansson, Marit Paulsen, Olle Schmidt and Cecilia Wikström (ALDE), in writing. − It is our conviction that a system of permanent joint liability for sovereign debt is no short-term solution for the euro area. There are a number of issues concerning moral hazard, incentives, impacts on interest rates and legal constraints that, to date, have not been investigated properly by the Commission. When the debt crisis has been resolved in the euro area and the Member States have reduced their budget deficits, such a system could be evaluated. There are, however, necessary strict preconditions that have to be met for a common issuance of bonds, for example a culture of stability must have been credibly established in the euro area and a sustainable fiscal framework needs to be in place, aimed at ensuring both enhanced economic governance and economic growth in the euro area.

 
  
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  Philippe Juvin (PPE), par écrit. – Le Parlement a demandé à la Commission de présenter un rapport sur la possibilité d'introduire des titres européens, rapport faisant partie intégrante de l'accord entre le Parlement et le Conseil sur le paquet législatif relatif à la gouvernance économique, le six-pack. Cette résolution constitue une première réponse au livre vert de la Commission du 23 novembre 2011 sur la faisabilité de l'introduction d'obligations de stabilité. Elle sera suivie d'un rapport d'initiative. J'ai voté en faveur de cette résolution, qui démontre que les obligations de stabilité pourraient être un moyen supplémentaire qui permettrait d'encourager la conformité avec le pacte de stabilité et de croissance et de favoriser la stabilité dans la zone euro à moyen terme.

 
  
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  Krišjānis Kariņš (PPE), rakstiski. − Es atbalstīju rezolūciju par stabilitātes obligāciju ieviešanas iespējamību, jo šī rezolūcija pamato nepieciešamību ieviest eirozonas vērtspapīrus un skaidro nepieciešamos pasākumus, kas veicami, lai tos ieviestu. Skaidrs ir tas, ka Eiropā notiek pārmaiņas, bet vispirms tās notiek Eiropas monetārajā savienībā, proti, valstīs, kas ir ieviesušas eiro. Katrai no šīm valstīm ir atšķirīga ekonomiskā situācija, parāda līmenis, izaugsmes perspektīvas utt. Taču Eiropas monetāro savienību pārraugošajai Eiropas Centrālajai bankai nav pilnvaru, lai izdotu eirozonas vērtspapīrus ar augstāko kredītreitingu. Stabilitātes obligācijas jeb eirozonas vērtspapīri nozīmētu visu eiro valstu atbildību par kopējo parādu. Protams, šādu vērtspapīru ieviešana pašreizējā situācijā nav iespējama, jo nepieciešami stingrāki fiskālie noteikumi eirozonas valstīm, lai samazinātu risku, kad kāda dalībvalsts nespēj parādu atdot. Latvijai pēc pievienošanās eirozonai būs izdevīga Eiropas stabilitātes obligāciju jeb Eiropas vērtspapīru ieviešana, jo tiem būtu visaugstākais kredītreitings, proti, eirozonas valstis varētu aizņemties ārkārtīgi lēti zemo procentu likmju dēļ.

 
  
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  Alexander Graf Lambsdorff (ALDE), in writing. − The FDP Delegation has abstained in today’s vote on the motion for a resolution on the feasibility of introducing stability bonds. We believe that the introduction of Eurobonds would set the wrong incentives. Since the introduction of the euro, low interest rates have led to a substantial increase in debt levels in many eurozone countries. Eurobonds would take the pressure off highly indebted eurozone Member States to consolidate their budgets and introduce much needed structural reforms. Therefore, we believe that Eurobonds would aggravate, rather than alleviate, the current crisis. However, we did not vote against the resolution as many of our concerns have been taken on board by the rapporteur.

 
  
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  Constance Le Grip (PPE), par écrit. – J'ai voté en faveur de la résolution du Parlement européen sur la faisabilité de l'introduction d'obligations de stabilité, faisant suite au livre vert lancé par la Commission européenne sur ce sujet.

Ces fameuses "euro-obligations" font partie des options pour favoriser la stabilité de la zone euro à moyen terme, mais elles ne sauraient être une solution unique aux problèmes auxquels nous sommes actuellement confrontés et notamment à la crise des dettes souveraines européennes. Le préalable nécessaire est bien entendu la mise en place d'une gouvernance économique renforcée, la poursuite de l'assainissement de nos finances publiques à travers la discipline budgétaire commune, et le renforcement de la convergence de nos politiques économiques et budgétaires.

C'est une fois ces principes établis et la mise en œuvre du traité sur la stabilité financière achevée, qu'une éventuelle émission commune d'obligations sera possible, utile et vue comme telle par les pays de l'Union européenne. Par ailleurs, des questions techniques, notamment sur la question de la segmentation de la dette, restent à résoudre.

 
  
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  David Martin (S&D), in writing. − I believe that the prospect of stability bonds can foster stability in the euro area in the medium term. This report calls on the Commission, however, to come forward rapidly with proposals to address decisively the current sovereign debt crisis, such as the European redemption pact proposed by the German Council of Economic Experts and/or the finalisation and ratification of an ESM treaty and/or euro bills, as well as joint management of sovereign debt issuance.

 
  
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  Mario Mauro (PPE), per iscritto. − Il mio voto alla risoluzione è favorevole. I tempi sono davvero maturi perchè, dopo l'euro, l'Europa si doti anche di una politica di bilancio comune e di un unico mercato obbligazionario che permetterebbero di puntare con maggiore forza all'obiettivo di stabilizzare il mercato del debito sovrano e consentire una riduzione del costo del finanziamento agli Stati membri. Le riserve tedesche erano inizialmente comprensibili, ma vi sono ragioni fondate per superarle, considerato che oggi è possibile concepire gli eurobond in modo che consentano ad alcuni Paesi di ridurre il costo del debito, senza aumentarlo per gli altri.

 
  
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  Jean-Luc Mélenchon (GUE/NGL), par écrit. – Cette résolution prétend que les obligations de stabilité peuvent favoriser la stabilité de la zone euro. Ces obligations favorisent pourtant la dépendance vis-à-vis des marchés financiers libres qui causent précisément l'instabilité. Elles servent en outre de justification pour contraindre les États à converger par étapes vers une politique de rigueur permanente. Ce faisant, elles occultent les solutions qu'il faudrait prendre d'urgence. Annuler la part illégitime des dettes souveraines, faire racheter une autre partie de celles-ci par la BCE, mettre sur pied une politique européenne coordonnée de relance de l’activité et de l’emploi et organiser un relèvement coordonné de l’imposition du capital et des revenus financiers, voilà ce qu'il faut faire. Je vote contre ce texte.

 
  
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  Nuno Melo (PPE), por escrito. As tensões permanentes nos mercados obrigacionistas da dívida soberana da zona euro são preocupantes e refletem-se em spreads de amplitude crescente, numa elevada volatilidade, na vulnerabilidade e nos ataques especulativos dos últimos dois anos. A zona euro, enquanto emissora da segunda maior divisa internacional a nível mundial, é corresponsável pela estabilidade do sistema monetário internacional. Assim, é do interesse estratégico a longo prazo da zona euro e dos Estados-Membros que a compõem aproveitar tanto quanto possível os benefícios de emissões em euros, uma divisa que tem potencial para se tornar moeda de reserva a nível global. De notar que o mercado de títulos do tesouro dos EUA e o mercado obrigacionista de títulos soberanos da zona euro são de dimensão comparável, mas não possuem a mesma liquidez, diversidade e formação de preços. No entanto, poderá ser do interesse da zona euro desenvolver um mercado obrigacionista comum, líquido e diversificado, e que, uma vez credivelmente estabelecida uma cultura de estabilidade na zona euro, um mercado de obrigações de estabilidade poderá oferecer uma alternativa viável ao mercado de obrigações em dólares americanos e estabelecer o euro como uma moeda de porto seguro. Daí o meu voto favorável.

 
  
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  Willy Meyer (GUE/NGL), por escrito. − Comparto la preocupación de la Comisión Europea ante las continuas tensiones en los mercados de los bonos soberanos de la zona euro, reflejadas en unos diferenciales crecientes, una alta volatilidad y la vulnerabilidad ante los ataques especulativos de los dos últimos años. E incluso podría llegar a compartir que podría ser interesante la emisión de eurobonos para la zona euro. Pero en ningún caso puedo aceptar que la emisión de los mismos se supedite, como aboga la resolución, a un marco presupuestario orientado a la gobernanza económica, a un programa vinculante similar a los criterios de Maastricht, a la disciplina presupuestaria y al aumento de la competitividad. Ni tampoco entiendo los eurobonos como un medio adicional para incentivar el cumplimiento del Pacto de Estabilidad. Por ese motivo he votado contra.

 
  
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  Alexander Mirsky (S&D), in writing. − The resolution is an answer by the European Parliament to the Commission’s Green Paper of 23 November 2011, in which the Commission offered three options for stability bonds for euro-area countries. In the resolution the European Parliament points to the necessity of conducting additional work regarding all three options.

 
  
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  Vital Moreira (S&D), por escrito. Votei a favor da resolução sobre os stability bonds, ou seja sobre a emissão de dívida pública pelos Estados-Membros da UE com garantia mútua dos demais Estados, por concordar que isso faz parte de uma genuína união orçamental. Tal como se diz na resolução, temos tido uma moeda comum sem uma política orçamental comum nem um mercado de obrigações comum. Quando estiver consolidada a integração orçamental, deixará de haver razões para não ter uma emissão de dívida pública mutuamente garantida (o que todavia carecerá de uma revisão dos Tratados). O que não se poderia ter, como alguns reivindicaram apressadamente, era eurobonds sem o prévio estabelecimento de uma união orçamental. Não se pode pedir a nenhuma Estado que se responsabilize pelo endividamento de outro se não houver um mútuo controlo dos respetivos orçamentos. O recente pacto orçamental é um importante passo em frente na direção certa.

 
  
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  Sławomir Witold Nitras (PPE), na piśmie. Trwający kryzys finansowy obnażył niedoskonałości architektury instytucjonalnej oraz zarządzania gospodarczego w strefie euro. Należy tutaj wskazać nie tylko na przewlekłość procesu decyzyjnego oraz nieefektywne egzekwowanie dyscypliny fiskalnej w ramach paktu stabilności i wzrostu, ale także na podatność na ataki spekulacyjne oraz zmienność cen aktywów na rynkach obligacji państwowych, które obniżają skuteczność wspólnej polityki monetarnej.

Wstępna propozycja wprowadzenia tzw. obligacji stabilizacyjnych, czyli formy zbliżonej do wspólnych obligacji skarbowych emitowanych w imieniu wszystkich państw strefy euro, na pewno zasługuje na uwagę. Do pogłębionej analizy skłaniają przede wszystkim potencjalne korzyści wprowadzenia tego rozwiązania. Zastosowanie jakiejś formuły „mutualizacji” długu może przyczynić się do zwiększenia efektywności, stabilności i odporności na nagłe zakłócenia europejskiego rynku papierów rządowych. W okresach podwyższonej awersji do ryzyka wspólny rynek obligacji ułatwi dostęp uczestniczących w mechanizmie państw członkowskich do rynku, a także zwiększy efektywność mechanizmu transmisji monetarnej w strefie euro.

Należy także dodać, że efekt skali obniży koszty transakcyjne oraz wzmocni rolę euro jako międzynarodowej waluty rezerwowej na globalnym rynku finansowym. Aby uzyskać obiektywną ocenę tej propozycji, której realizacja wiąże się z doniosłymi skutkami dla globalnego rynku finansowego oraz przyszłej sprawności funkcjonowania strefy euro, potrzebne jest jednak wszechstronne zbadanie wszystkich możliwych wariantów oraz sporządzenie rzetelnego bilansu ryzyka.

 
  
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  Siiri Oviir (ALDE), kirjalikult. − Jäin hääletusel erapooletuks, kuna ei ole veendunud, et võlakirjad täidavad püstitatud eesmärki. Toetan solidaarsuspõhimõtteid, kuid seda igas küsimuses ja iga liikmesriigi osas. Võlakirju väljastades soovime aidata meie riike, kes on vastutustundetult suhtunud finantsküsimustesse, aga samas põllumajandustoetusi määrates, nii tänased kui homseid, oleme solidaarsuse kahjuks kõrvale lükanud.

 
  
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  Rolandas Paksas (EFD), raštu. − Pritariu šiai rezoliucijai, kadangi būtina sukurti tvarią fiskalinę sistemą, kuri efektyviomis priemonėmis stiprintų ekonomikos valdyseną ir skatintų ekonomikos augimą euro zonoje. Visų pirma, euro zona turėtų turėti bendrą likvidžią ir diversifikuotą obligacijų rinką, kuri sukurtų alternatyvą JAV dolerio obligacijų rinkai ir padidintų euro vaidmenį pasaulinėje finansų sistemoje. Taigi, euras įgis pasaulinį „saugaus prieglobsčio“ statusą. Be to, stabilumui užtikrinti skirtos obligacijos padės išvengti skolų krizės pasikartojimo, skatins augimą vidutinės trukmės laikotarpiu ir didins rinkos veiksmingumą. Tačiau siekdami įvesti stabilumo obligacijas, mes negalime daryti skubotų sprendimų. Taigi būtinas geresnis politikos koordinavimas, kuris užtikrintų aukštą kredito kokybę ir galimybę visoms valstybėms narėms pasinaudoti stabilumo obligacijomis.

 
  
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  Γεώργιος Παπανικολάου (PPE), γραπτώς. – Υπερψήφισα την πρόταση ψηφίσματος. Με το παρόν κείμενο το Ευρωπαϊκό Κοινοβούλιο υιοθετεί επίσημα την άποψη ότι η έκδοση ομολόγων με ευθύνη από κοινού και εις ολόκληρον αποτελεί μια διαδικασία μεγαλύτερης οικονομικής ενοποίησης. Παράλληλα, υπενθυμίζεται η ανάγκη ενίσχυσης της οικονομικής διακυβέρνησης και της οικονομικής ανάπτυξης στην ευρωζώνη. Στο πλαίσιο αυτό, η Επιτροπή καλείται να υποβάλει σύντομα προτάσεις για την αποφασιστική αντιμετώπιση της τρέχουσας κρίσης δημόσιου χρέους, όπως το ευρωπαϊκό σύμφωνο απόσβεσης χρέους, η οριστικοποίηση και επικύρωση μιας συνθήκης για τον ΕΜΣ και/ή ευρωομολόγων, καθώς και η κοινή διαχείριση της έκδοσης τίτλων δημόσιου χρέους.

 
  
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  Maria do Céu Patrão Neves (PPE), por escrito. A presente resolução é uma resposta preliminar ao Livro Verde da Comissão e será seguida por uma resolução mais abrangente, sob a forma de relatório de iniciativa. Aquela apresenta-se como um contributo para a atual discussão sobre as obrigações de estabilidade e sua pertinência como uma componente importante na resolução da crise na zona euro, apresentando considerações sobre a importância da implementação das obrigações de estabilidade. Considerando o momento único em que a zona euro se encontra, a crise das dívidas soberanas e as elevadas taxas de juro com que as economias mais frágeis se deparam, as obrigações de estabilidade tornam-se inevitáveis, devendo ser conjugadas com medidas efetivas de promoção do crescimento e de aumento da competitividade da economia europeia.

 
  
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  Paulo Rangel (PPE), por escrito. A Comissão Europeia, na sequência de um pedido apresentado nesse sentido pelo Parlamento Europeu, apresentou um Livro Verde relativo à introdução de obrigações de estabilidade. Sem prejuízo de uma análise mais detida, deferida para momento posterior, deve aplaudir-se, desde já, o documento apresentado, que pode configurar uma base de trabalho relevante para momentos posteriores. Se é verdade que o euro é uma divisa central para o sistema monetário internacional e que, além do mais, apresenta potencial para se tornar moeda de reserva a nível global, é também seguro que só o poderá ser caso a governação monetária da União esteja dotada de instrumentos que permitam garantir a estabilidade da divisa. Como notam as relatoras, as obrigações de estabilidade podem ser uma das vias aptas a garantir a estabilidade a médio prazo da zona Euro. Revendo-me na análise efetuada, votei a Resolução em sentido favorável.

 
  
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  Britta Reimers (ALDE), schriftlich. In der heutigen Abstimmung zur Durchführbarkeit der Einführung von Stabilitätsanleihen habe ich dagegen gestimmt, weil ich der Meinung bin, dass die Einführung von Eurobonds das falsche Signal sendet. Seit der Einführung des Euro haben niedrige Zinssätze zu einer höheren Verschuldung in vielen Ländern der Eurozone geführt. Eurobonds würden den Druck von diesen Ländern nehmen, ihre Staatshaushalte zu konsolidieren und notwendige Reformen durchzuführen. Meiner Ansicht nach würde also die Einführung von Eurobonds die aktuelle Krise eher verschärfen.

 
  
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  Mitro Repo (S&D), kirjallinen. − Lähtökohtana eurobondikeskustelussa pidän sitä, että jokaisen valtion tulee vastata itse omista veloistaan. Euroopan talouden nykyisen kriisin selättämiseksi tarvitaan konkreettisia työvälineitä. Lisäksi tarvitaan kestäviä ratkaisuja vastaavanlaisten kriisien estämiseksi tulevaisuudessa.

Eurobondit aiheuttavat pelkoa budjettinsa hyvin hoitaneissa maissa. Pelon taustalla on uhkakuva siitä, että eurobondien myötä lainaamiskustannukset nousevat korkeimman luottoluokituksen maissa. Esimerkiksi Suomi ei ole hyväksynyt ehdotusta eurobondeista.

Yhteisesti liikkeelle lasketuista eurobondeista saattaisi komission esittämän arvion mukaan olla monia hyötyjä. Rahoitusvaikeuksissa painivat eurovaltiot voisivat saada lainarahaa helpommin ja halvemmalla. Entistä kestävämpi ja vakaampi euroalue on koko Euroopan etu. Euroopan talouden kriisin hoito tulisi ratkaista Euroopan unionin sisällä. Siksi keskustelut Euroopan kriisistä ja sen hoidosta tulisi käydä ministerineuvoston, komission ja parlamentin kesken.

Peräänkuulutan talouskuria sekä valvontaa ehtona yhteisille eurobondeille. Hyvin budjettinsa ja valtiontalouttaan hoitaneet jäsenmaat eivät saa joutua maksumiehiksi.

 
  
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  Sergio Paolo Francesco Silvestris (PPE), per iscritto. − Come molti miei colleghi, condivido le risposte alla consultazione pubblica ricevute fino ad ora e mi compiaccio con la Commissione europea per la presentazione del Libro verde sugli eurobond. Da tempo infatti qui in Parlamento europeo avevamo fatto richiesta di una presentazione della Commissione sull'analisi legate alla fattibilità dell'introduzione di stability bond secondo opzioni diverse. Mi pare che il risultato che abbiamo raggiunto possa essere considerato un utile punto di partenza per ulteriori riflessioni.

Secondo quanto contenuto nella risoluzione, gli eurobond potrebbero diventare una fonte di stabilità per l'eurozona nel medio termine mentre – già ne abbiamo discusso – serviranno altri strumenti per risolvere le questioni a breve termine. Nel testo chiediamo alla Commissione di proporre velocemente possibili strumenti per affrontare l'attuale crisi, come il patto europeo per il rimborso del debito, nonché una gestione congiunta dell'emissione di debito sovrano.

La premessa per l'introduzione degli eurobond resta a mio avviso quello di ridurre il rischio di azzardo morale e rendere il sistema Europa più attraente, rispetto sia ai paesi con un rating più alto, sia a quelli più indebitati, aumentando la competitività e introducendo meccanismi obbligatori di riduzione del debito, insieme a un maggiore coordinamento fiscale.

 
  
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  Nuno Teixeira (PPE), por escrito. Ao longo dos últimos meses, as instituições europeias têm vindo a discutir a possível introdução de obrigações de estabilidade, pretendendo assim solucionar os problemas dos vários Estados-membros que são confrontados com elevadas taxas de juro quando se pretendem financiar nos mercados internacionais. Em novembro de 2011, a Comissão Europeia publicou o Livro Verde sobre as Obrigações de Estabilidade com o intuito de avaliar a viabilidade da introdução de euro-obrigações entre os vários países da zona euro. Voto favoravelmente a presente proposta de resolução do Parlamento Europeu pois entendo que este é o caminho apropriado para fortalecer a governação económica, promover a eficiência do mercado obrigacionista e do sistema financeiro da zona euro e garantir uma superior estabilidade do sistema monetário internacional. No entanto, entendo ser primordialmente importante reforçar a sustentabilidade das finanças públicas, pois só desta forma será possível criar as melhores condições para a introdução de obrigações de estabilidade. Por fim, entendo que as obrigações poderão contribuir para uma maior estabilidade a médio prazo na zona euro, sendo agora necessário que a Comissão Europeia apresente propostas concretas para solucionar, de forma definitiva, a atual crise da dívida soberana.

 
  
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  Alexandra Thein (ALDE), in writing. − The FDP Delegation abstained in today’s vote on the motion for a resolution on the feasibility of introducing stability bonds. We believe that the introduction of Eurobonds would set the wrong incentives. Since the introduction of the euro, low interest rates have led to a substantial increase in debt levels in many euro-area countries. Eurobonds would take the pressure off highly indebted euro-area Member States to consolidate their budgets and introduce much needed structural reforms. Therefore, we believe that Eurobonds would aggravate, rather than alleviate the current crisis. However, we did not vote against the resolution as many of our concerns have been taken on board by the rapporteur.

 
  
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  Thomas Ulmer (PPE), schriftlich. Ich konnte dieser Entschließung heute nicht zustimmen, auch wenn es nur eine Entschließung ist und zahlreiche Varianten für gemeinsame Bonds eröffnet werden sollen. Ich bin grundsätzlich und ohne Ausnahme gegen Eurobonds jedweder Art, so wie auch der Vertrag von Maastricht ganz klar diese Möglichkeit ausschließt. Allerdringendste Voraussetzung für diese Ideen sind vorher eine gemeinsame Fiskalunion mit allen Mechanismen wie Schuldenbremse und vertragliche Grundlagen. Alle anderen Reihenfolgen oder Maßnahmen führen ins absolute Verderben oder in eine sozialistische Planwirtschaft.

 
  
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  Inês Cristina Zuber (GUE/NGL), por escrito. A forma eufemística como são designados os eurobonds - obrigações de estabilidade - tem por base um pré-requisito que recusamos - o aprofundamento da governação económica e orçamental, que determinará uma acentuada transferência de soberania para as grandes potências. O objetivo estratégico aqui assumido não é o do crescimento económico, da criação de emprego e de combate às desigualdades sociais, mas a afirmação do euro como moeda de reserva mundial, elemento que é contrário aos interesses dos povos dos países da periferia.

Este mecanismo não garante o fim dos ataques especulativos, mantendo também diferenciações nas taxas de juro no financiamento de cada um dos países. O que é necessário não são medidas que há anos atrás, no quadro de uma discussão de uma profunda alteração das políticas económicas da União Europeia, poderiam ter servido de amortecedores ao choque especulativo. O que é necessário neste momento é a inversão do caminho percorrido e a revogação da Governação Económica, do Pacto para o Euro Mais, do Pacto Orçamental. Não será no quadro do aprofundamento do federalismo que se romperá com o processo de extorsão, colonização, exploração que está em curso no processo de integração capitalista da União Europeia.

 
  
  

Informe: Marije Cornelissen (A7-0021/2012)

 
  
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  Damien Abad (PPE), par écrit. – Face à la crise et à l'adoption de mesures d'austérité, certaines tranches de la population sont plus durement touchées que d'autres. Les jeunes en sont les premières victimes. Alors qu'ils représentent 20% de la population totale de l'Union, 1 jeune sur 5 est au chômage. L'emploi des jeunes doit donc être une priorité. C'est pourquoi j'ai voté en faveur du rapport Cornelissen.

 
  
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  Luís Paulo Alves (S&D), por escrito. Aprovo o presente relatório, considerando que a orientação em termos de consolidação orçamental deve ser baseada na justiça social para não aumentar o risco de pobreza e deve ter em consideração os necessários esforços adicionais que as famílias envidam para combater o desemprego e mitigar os problemas sociais decorrentes da crise. O principal objetivo deve ser a promoção do crescimento a curto, médio e longo prazo.

 
  
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  Laima Liucija Andrikienė (PPE), in writing. − I voted in favour of this resolution on the Annual Growth Survey, which sets out what the Commission believes have to be the main priorities for the coming year in terms of budgetary, economic, employment and social policies and reforms. I agree that the key message should be that more efforts are needed to put Europe back on track and sustain growth and jobs. Member States should focus on five priorities: pursuing differentiated, growth-friendly fiscal consolidation; restoring normal lending to the economy; promoting growth and competitiveness; tackling unemployment and the social consequences of the crisis; and modernising public administration. Together with other Members of this Parliament, I express a general concern that fiscal consolidation was set as a general priority and that fiscal consolidation measures are a threat to people at risk of poverty and social exclusion. The crisis has had particularly dramatic consequences for the situation of young people trying to seek stable employment but who are now facing an unemployment rate of over 20 %, and of more than 40 % in certain Member States.

 
  
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  Roberta Angelilli (PPE), per iscritto. − Il tasso di disoccupazione ha raggiunto i 23 milioni di persone, ovvero il 10 % della popolazione in età lavorativa, senza contare che il 22,1 % dei giovani si trova senza un lavoro. L'Europa ha bisogno di un piano di misure concrete e immediate volte a contrastare questi dati scioccanti. Facendo seguito anche alle conclusioni del Consiglio europeo del 30 gennaio ritengo che la lotta alla disoccupazione soprattutto giovanile debba essere una priorità per l'Unione, da contrastare con riforme strutturali immediate e profonde, strategie mirate di politica occupazionale e misure volte a garantire la transizione tra istruzione e lavoro e a promuovere la flessibilità dei lavoratori. Parimenti, per permettere alla UE di guadagnare competitività, è necessario aumentare efficienza e produttività del lavoro e fornire un adeguato sostegno alle PMI. Il sistema economico europeo ha bisogno di una risposta decisa e immediata. Il futuro dell'Europa si poggia sulla capacità di invertire le tendenze attuali rilanciando la competitività e riaffermando la fiducia nelle potenzialità di crescita dell'Unione. Per tutte queste ragioni ho votato a favore della relazione della collega onorevole Cornelissen.

 
  
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  Sophie Auconie (PPE), par écrit. – Dans le cadre de l'examen annuel de la croissance, qui sera approuvé lors du Conseil européen des 1er et 2 mars, la résolution du rapporteure Marije Cornelissen, analyse plus spécifiquement les aspects sociaux et l’importance de mesurer l’impact social des politiques dans chaque pays. Cette résolution met en garde contre le risque que de nouvelles mesures d'assainissement budgétaire frappent les personnes menacées de pauvreté ou d'exclusion sociale. Or, comme vous le savez sans doute, la lutte contre la précarité en Europe est également l'un de mes chevaux de bataille. Je partage la vision développée dans la résolution d’une Union européenne qui se concentrerait davantage sur le travail décent et les démarches permettant de concilier vie professionnelle, vie familiale et vie privée. En tant que mère de famille, ces préoccupations sont les miennes. Par ailleurs, le texte insiste sur la nécessité d’élaborer des stratégies globales à destination des jeunes chômeurs, et souligne l'importance de réduire les formes d'emploi précaire chez les jeunes. Pourtant, je reste persuadée qu’il n’y a aucune contradiction entre des mesures mariant le rééquilibrage budgétaire appliquées pour le moment et les objectifs de croissance à long terme de l'Union européenne.

 
  
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  Zigmantas Balčytis (S&D), raštu. − Balsavau už šį pranešimą. ES valstybėse narėse per 10 procentų darbingo amžiaus žmonių neturi darbo ir ši tendencija didėja valstybėms narėms ėmus taikyti griežtas taupymo priemones, kas stabdo tiek valstybių narių, tiek ir visos ES ekonominį atsigavimą. Socialiniai finansinės ir ekonominės krizės padariniai paliečia vis daugiau ES piliečių ir visoje ES didėja dirbančių asmenų skurdas. Pritariu pranešime išsakytiems raginimams valstybėms narėms, kad taupymo priemonėmis nebūtų daroma žala augimo ir užimtumo skatinimui, o pirmenybė teikiama ekonomikos augimui skatinti skirtoms išlaidoms, kaip išlaidoms švietimui, mokymuisi visą gyvenimą, moksliniams tyrimams ir inovacijoms, kartu užtikrinant šių išlaidų efektyvumą.

 
  
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  Heinz K. Becker (PPE), schriftlich. Ich habe die positive Erkenntnis, der Wachstums- und Beschäftigungsbericht 2012 demonstriert als Ganzes die Rolle der Europäischen Union als Impulsgeber für die Mitgliedstaaten. Er legt den Fokus zur Bewältigung der Krisenfolgen und Erreichung neuer struktureller Wettbewerbsfähigkeit auf: Budgetkonsolidierung mit Spar- und Wachstumstangente; Wiederherstellung der notwendigen Kreditvergabe speziell für innovative Investitionen von KMUs; Steigerung der Wettbewerbsfähigkeit Europas durch neue „weiße“ – z. B. im Pflegebereich – und „grüne“ Berufe; Kampf gegen Arbeitslosigkeit, vor allem bei Jungen und Älteren, durch z. B. Bildungsoffensiven, lebenslanges Lernen, altersgerechte Arbeitsbedingungen; Verwaltungsreformen durch modernere digitale Organisation. Wir haben darüber hinaus im Ausschuss für Beschäftigung zusätzliche Eckpunkte definiert, die ich als gemeinsame Verpflichtung der Mitgliedstaaten sehe: Einhaltung der Budgetkonsolidierungsverpflichtungen, wie sie zum Beispiel im Europäischen Semester fixiert sind – ab heuer sogar mit drohenden Sanktionszahlungen; ausdrücklicher Fokus auf „dualer Ausbildung“ als erfolgreichem Reformmodell; betriebliche Gesundheitsvorsorge als Startpunkt für ein aktives Leben auch als Ältere im Beruf bis in den Ruhestand. Europa zeigt sich alternativlos als Impulsgeber – die nationalen Regierungen sind auch aufgefordert, dies auch allen Bürgerinnen und Bürgern zu vermitteln, um so dazu beizutragen, die Europa-Skepsis zu beseitigen und bei allen ein zukunftsstarkes Bild des gemeinsamen Europas zu verankern.

 
  
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  Jean-Luc Bennahmias (ALDE), par écrit. – Renforcement de la gouvernance économique, réduction des déficits publics, modernisation de l'administration publique... Est-ce suffisant pour permettre à 75 % de la population d'avoir un emploi ou encore réduire d'au moins 20 millions le nombre de personnes touchées ou menacées par la pauvreté et l'exclusion sociale d'ici 2020? Je ne le crois pas. Les questions d’emploi et de politique sociale se font de plus en plus rares dans le discours politique actuel. Assurer que les politiques de rigueur budgétaire n'entravent pas la justice sociale, n'aient pas pour effet d'augmenter la pauvreté et n’aggravent pas le chômage… bref, faire en sorte qu’aux effets sociaux de la crise ne viennent pas s’ajouter les effets sociaux de la rigueur, voilà qui est fondamental. N’avoir pour horizon politique que la rigueur n’est pas acceptable. La stratégie mise en avant par le rapport Cornelissen suppose de ré-axer les budgets sur l'emploi et le social afin de soutenir la création d'emplois de qualité, de lutter efficacement contre le chômage des jeunes et également contre la pauvreté et l'exclusion sociale. Ignorer les effets pervers des politiques d'austérité n'est pas une option. Le chemin semble encore bien long pour concrétiser cette Europe sociale tant attendue par les citoyens, mais les idées existent.

 
  
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  Sergio Berlato (PPE), per iscritto. − Lo scorso novembre la Commissione ha presentato l'analisi annuale della crescita per il 2012 in cui vengono definite le priorità dell'Unione europea per i prossimi 12 mesi in termini di riforme e politiche di bilancio, economiche, occupazionali, sociali. La recente crisi economico-finanziaria, cui ha fatto seguito il deterioramento del debito sovrano nell'Unione europea, ha evidenziato come l'UE necessiti di una governance economica europea più forte per evitare che consistenti disavanzi di bilancio e squilibri macroeconomici possano minacciare l'euro e l'economia europea. Tuttavia, sebbene il risanamento del bilancio sia necessario in molti Stati membri, ritengo che degli orientamenti politici volti a un generale incremento delle misure di austerità non siano compatibili con una forte ripresa occupazionale di cui l'Unione ha impellente necessità. La crisi ha avuto conseguenze particolarmente drammatiche per le condizioni dei giovani in cerca di un impiego stabile. Sebbene l'analisi annuale della crescita indichi l'occupazione dei giovani come una delle priorità, esprimo preoccupazione circa la qualità dei posti di lavoro, dei tirocini e degli apprendistati suggeriti tra gli orientamenti politici. Colgo l'occasione per sollecitare l'attenzione delle Commissione sulla necessità di attivarsi affinché la lotta al lavoro precario tra i giovani diventi un elemento chiave degli orientamenti politici sull'occupazione giovanile.

 
  
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  Mara Bizzotto (EFD), per iscritto. − In questa relazione la visione di fondo, per cui le misure di austerità sono una durissima medicina da imporre ai Paesi in grandi difficoltà di bilancio, è condivisibile. Il problema è la ricetta che si propone per la soluzione dell’attuale crisi. Si parla infatti di maggiore coordinamento delle politiche fiscali, e di una più profonda azione comunitaria in materia di tassazione. Inoltre, si insiste sulla protezione delle categorie considerate più vulnerabili, più esposte secondo la relatrice agli effetti della crisi, come immigrati extracomunitari e rom. Non condivido questi elementi, dal momento che per risalire dalla stagnazione economica, abbiamo bisogno di energie produttive e libertà per le nostre piccole e medie imprese, non di azioni centraliste sul fisco e sulla materia tributaria. Né tantomeno possiamo concentrarci su categorie come quella degli immigrati, quando in realtà sono prima di tutti i nostri giovani a perdere lavoro, o a non trovarlo affatto. A loro, innanzitutto, dobbiamo pensare affinché il nostro sistema produttivo possa loro offrire opportunità di lavoro e di guadagno che ora non ci sono. Il mio voto alla relazione è quindi contrario.

 
  
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  Vilija Blinkevičiūtė (S&D), raštu. − Balsavau dėl šio pranešimo dėl 2012 m. metinės augimo apžvalgos vertinimo ir sutinku, kad susirūpinti tikrai yra dėl ko, nes dabartinių nustatytų nacionalinių rodiklių nepakanka norint pasiekti pagrindinius strategijoje „Europa 2020“ numatytus užimtumo, švietimo ir skurdo mažinimo tikslus. Deja, kovos su nedarbu politikos gairės neatitinka gairių, kaip didinti užimtumą, gerinti darbo vietų kokybę ir sudaryti reikiamas aktyvesnio dalyvavimo darbo rinkoje sąlygas. Daugelis valstybių narių nesiūlo priemonių, kaip užtikrinti, kad darbas būtų padoriai apmokamas ir darbuotojai turėtų deramas darbo sąlygas. Dar svarbu pabrėžti, kad jeigu taikomos taupymo priemonės, tai jos neturėtų trukdyti laikytis socialinės apsaugos, sveikatos ir saugos standartų. Krizė labai neigiamai paveikė jaunimo užimtumą – Europoje vidutiniškai kas penktas jaunuolis neturi darbo. Daugeliui šalių tai tapo rimta darbo rinkos problema, kurią dažnai bandoma spręsti ieškantis darbo svetur. Šis reiškinys nuvertina ir valstybių investicijas į žmonių kvalifikaciją, kuri negali būti realizuota. Jaunimas bando gelbėtis tęsdamas studijas, tačiau tai tik atitolina problemos sprendimą bei mažina motyvaciją darbui. O blogiausia, kai gražiausios gyvenimo svajonės bei planai yra griaunami ilgalaikio nedarbo. Šiuo metu tokių, kurie nei dirba, nei studijuoja ES yra net 7,5 milijono. Gaila, kad šie žmonės skursta, nors jų darbo labai reikia senstančiai Europai, kuri siekia užtikrinti kartų solidarumu grįstą gerovę visiems.

 
  
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  Sebastian Valentin Bodu (PPE), în scris. − Politica socială și ocuparea forței de muncă constituie responsabilitatea de bază a statelor membre. În concordanță cu principiul subsidiarității, instituțiile europene se ocupă de acele aspecte unde soluțiile UE asigură armonizarea politicii. Astfel, de interes comun tuturor statelor membre sunt aspectele care se referă la finanțare, șomaj și probleme sociale. Până în prezent, UE a stabilit numai standarde și drepturi minime, pe baza cărora statele membre adoptă legi și reglementări care depășesc prevederile politicii sociale europene.

Criza a avut consecințe dramatice, în special în cazul tinerilor în căutarea unui loc de muncă stabil. Aceștia sunt confruntați cu o rată a șomajului de peste 20% și, în cazul unor state membre, chiar cu o rată de peste 40%. Între 2008 și 2010, numărul tinerilor șomeri în UE a crescut cu un milion. Rata tinerilor cu vârste între 15 și 24 de ani care nu sunt încadrați în muncă și care nu urmează niciun program de învățământ sau de formare a crescut cu 2 procente în timpul aceleiași perioade. Din aceste motive, consider că identificarea unor soluții trebuie să fie o prioritate a Uniunii Europene, altfel această generație de tineri va fi o generație pierdută.

 
  
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  Philippe Boulland (PPE), par écrit. – Il est urgent que les objectifs de la stratégie de l’Europe 2020 soient une priorité absolue pour la Commission européenne et pour les Etats membres. Dans le plan national pour l’emploi que chaque Etat membre va publier en avril prochain, les formations doivent être adaptées aux besoins des entreprises ; la formation continue et la reconversion doivent être obligatoirement proposées aux salariés ; des prêts facilités doivent être accordés aux nouveaux jeunes entrepreneurs via le microcrédit. Notre politique sociale dans son ensemble doit être plus adaptée, il faut plus de crèches, des incitations sociales plus avantageuses que celles liées au chômage, et un soutien actif à toutes les entreprises vertueuses socialement. Nous devons proposer aux jeunes sans qualification une formation en apprentissage ou des stages rémunérés. Il y a 23 millions de PME en Europe, nous avons 23 millions de chômeurs, et des fonds européens dédiés à l’emploi non utilisés. N’attendons plus, encourageons les initiatives et mettons en place rapidement celles dont l’évaluation est positive sur l’emploi. Il est de notre responsabilité d’exiger que la même énergie mise pour prendre des mesures économiques fortes soit mise sur des mesures sociales ambitieuses et efficaces.

 
  
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  Antonio Cancian (PPE), per iscritto. − Oggi abbiamo discusso e votato le tre relazioni Cornelissen, Gauzès e Berès relative all'analisi annuale della crescita e dell'occupazione, elaborate in coerenza con la "Annual Growth Survey per il 2012" proposta dalla Commissione nel novembre scorso.

Ho dato il mio appoggio alla relazione Cornelissen in quanto ne condivido l'approccio volto alla profusione di un impegno europeo a tutti i livelli, che punti al raggiungimento del duplice obiettivo di crescita economica e protezione sociale. Ne condivido inoltre l'auspicio che quest'azione possa essere perseguita agendo con coerenza nelle politiche fiscali e di bilancio, da un lato, e nelle politiche sociali e del lavoro, dall'altro.

Inoltre, seppure io non creda nelle "ricette miracolose", ritengo che le cinque "azioni prioritarie" per il 2012, individuate dalla ricerca della Commissione e riprese dalla relazione (consolidamento fiscale, ripristino del normale funzionamento del mercato del credito, crescita e competitività, contrasto alla disoccupazione e alle conseguenze sociali della crisi, modernizzazione della pubblica amministrazione), rappresentino la chiave per lo sviluppo economico e sociale dell'Unione europea e siano obiettivi che non possono essere rimandati.

 
  
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  Maria Da Graça Carvalho (PPE), por escrito. Votei favoravelmente este relatório porque considero que as pessoas à beira da reforma, os desempregados de longa duração, os trabalhadores nacionais de países terceiros e os trabalhadores pouco qualificados se encontram entre as pessoas mais afetadas pela crise. Sabendo que a situação do mercado de trabalho é especialmente crítica para todos os jovens, independentemente do seu grau de instrução, que estes acabam por aceitar contratos de trabalho precários e estágios não remunerados, e que a difícil situação dos jovens se deve, em parte, à desadequação entre as competências adquiridas e a procura no mercado de trabalho, apoiei o relatório em questão.

 
  
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  Νικόλαος Χουντής (GUE/NGL), γραπτώς. – Ψήφισα κατά στην έκθεση επειδή διέπεται από μια κεντρική αντίφαση στην ανάλυσή της για την οικονομική και κοινωνική κατάσταση στην Ευρώπη. Από τη μία, σωστά αναγνωρίζει ότι οι πολιτικές λιτότητας που επιβάλλονται οδηγούν σε διεύρυνση της φτώχειας, υποβάθμιση του κοινωνικού κράτους και αύξηση της ανεργίας, ιδιαίτερα στους νέους και τις γυναίκες. Από την άλλη, προτείνει την υιοθέτηση πολιτικών, όπως τη στρατηγική "Ευρώπη 2020", που περιέχουν νεοφιλελεύθερες θέσεις όμοιες με αυτές που υλοποιούνται σήμερα. Οι διαχειριστικού τύπου προτάσεις για τη μείωση της ανεργίας και την προστασία της εργασίας που εμφανίζονται στο κείμενο, λειτουργούν μόνο ως πλαίσιο διάσωσης των εργαζομένων και των ανέργων από την πλήρη εξαθλίωση. Αν η ΕΕ επιθυμεί την πραγματική βελτίωση του επιπέδου διαβίωσης των οικονομικά ασθενέστερων χρειάζεται να μεριμνήσει για την εξασφάλιση του δικαιώματος των πολιτών σε μόνιμη και σταθερή εργασία, για τη γενναία αύξηση των μισθών, τη διεύρυνση του κοινωνικού κράτους, τη φορολόγηση των μεγάλων επιχειρήσεων, τον πλήρη έλεγχο του χρηματιστηριακού κεφαλαίου, τη δημιουργία ενός εκπαιδευτικού συστήματος προσανατολισμένου στις ανάγκες της κοινωνίας και όχι στις ανάγκες της αγοράς. Δυστυχώς η έκθεση δεν κινείται σε τέτοια κατεύθυνση. Η βαθειά οικονομική κρίση δεν μπορεί να αντιμετωπιστεί με την πολιτική του "μαστιγίου και του καρότου".

 
  
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  Carlos Coelho (PPE), por escrito. A crise financeira, que posteriormente alastrou para uma crise social e da dívida soberana, reclama novas medidas de apoio ao crescimento, que até recentemente não estavam em consonância com os grandes objetivos da Estratégia Europa 2020. Os dados estatísticos mais recentes indicam, aliás, um agravamento dos números de desemprego e desigualdades na União Europeia. Apoio este relatório porque, tal como a relatora defende, é necessário implementar medidas de criação de emprego através de incentivos ao investimento e reformas fiscais. Para tal, é necessário incluir uma folga orçamental de modo a que haja um equilíbrio nas prioridades, nomeadamente entre a austeridade exigida e a necessidade de aumentar os níveis de emprego. É igualmente importante reforçar e melhorar o investimento na educação e na formação das pessoas.

Admito que seja necessário envidar esforços na adaptação das competências e perfis não só à atual conjuntura, mas também a médio/longo prazo através de monitorizações e avaliações regulares daquilo que são as tendências em termos de necessidades das empresas, estabelecimentos de formação, organizações de juventude, a fim de combater o desemprego estrutural e adaptar os trabalhadores para a transição para uma economia inteligente, sustentável e inclusiva.

 
  
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  Anna Ibrisagic (PPE), skriftlig. − I dag röstade vi för resolutionen om sysselsättning och sociala aspekter i den årliga tillväxtöversikten 2012. Vi vill dock poängtera att högre skatteutfall är bra liksom att aktivt arbeta emot diskriminering, men att detta är subsidiaritetsfrågor. Vidare är vi emot kraven på en skatt på finansiella transaktioner.

 
  
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  Emer Costello (S&D), in writing. − I welcome the emphasis in this report on the idea of a European Youth Guarantee, ensuring that within four months of leaving education or becoming unemployed, every young person is offered a job, an apprenticeship, additional training or combined work and training. The preliminary results of a recent study by the European Foundation in Dublin indicated that 13 % of all 15-24 year olds (7.5 million people) were not in employment, education or training (NEETS) in 2010. This costs all our societies EUR 100 billion annually in lost earnings and social transfers – 1 % of our combined GDP (and 2.1 % of Irish GDP). Getting just 10 % of these 7.5 million young people into the labour market would save more than EUR 10 billion annually. The social democratic parties of Austria and Finland have led the way by introducing a Youth Guarantee. Their measures are producing results. The forthcoming March European Summit should now make progress towards a European Youth Guarantee, using ESF funding. If we are to make our way out of the economic crisis, job creation, particularly for young people, has to be our first priority, and a European Youth Guarantee clearly has a role to play here.

 
  
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  Andrea Cozzolino (S&D), per iscritto. − Vorrei sottolineare gli aspetti più positivi di questa relazione, che rendono bene la posizione del Parlamento europeo nell'analisi delle politiche per crescita e occupazione. È di grande importanza che la Commissione, il Consiglio e gli Stati membri prendano ogni misura necessaria a garantire il raggiungimento dei principali obiettivi di Europa 2020 in materia di occupazione, istruzione e riduzione della povertà; in particolare, il livello della disoccupazione giovanile in Europa rende urgente l'attivazione di misure specifiche e nella relazione si propone un utile strumento di garanzia per i giovani che assicuri loro un'offerta di lavoro, di tirocinio, di ulteriore formazione dopo un periodo massimo di disoccupazione di 4 mesi; sul fronte degli strumenti di copertura finanziaria, l'introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie, che questa relazione sostiene, è uno degli elementi su cui l'Unione non può restare inerte e che questo Parlamento deve sostenere con forza. Infine, è importante rafforzare il ruolo del Parlamento nella definizione degli strumenti per la crescita e in questo senso va la chiara richiesta alla Commissione Europea di trasformare, per i prossimi anni, l'analisi annuale della crescita in "Orientamenti annuali per la crescita sostenibile", così da consentirci la presentazione di emendamenti.

 
  
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  Vasilica Viorica Dăncilă (S&D), în scris. − Criza economică şi financiară care afectează de ceva vreme Europa şi, mai ales, măsurile de austeritate luate la nivelul unor state membre nu trebuie să ducă la diminuarea standardelor de protecţie socială şi a standardele în materie de sănătate şi siguranţă. Aceste măsuri nu justifică, în niciun caz, existenţa formelor de muncă precare în rândul tinerilor, cum ar fi contractele de muncă temporare sau locurile de muncă cu jumătate de normă și stagiile neplătite. Consider că asemenea practici trebuie diminuate, pentru că tinerii, mai ales cei care nu au finalizat un ciclu complet de pregătire profesională, trebuie să fie încurajaţi să participe la programe de formare adecvate aptitudinilor fiecăruia, la programe care promovează spiritul antreprenorial, prin care se poate asigura tranziția de la educație la viața activă. Prin astfel de măsuri, Europa poate evita fenomenul pierderii potențialul tinerei generații şi poate reduce decalajul în materie de competențe de pe piața muncii.

 
  
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  Ioan Enciu (S&D), in writing. − I voted in favour of this report because it is essential, now more than ever, that the European Parliament gives itself an instrument to make its voice heard on the issue of Europe 2020 Strategy implementation, in particular given the imminent Spring European Council on 1-2 March. Despite the fact that the economic and sovereign debt crisis has clearly showed that austerity measures are not sufficient to overcome such a dramatic situation – even creating the conditions for a recession of the weaker euro area countries (the Greek case is more than emblematic) – the Commission’s approach, as expressed in the Annual Growth Survey, again identifies priorities that are not contributing to achieving the EU2020 goals in a balanced way. The motion we have adopted is a comprehensive and well-elaborated document that will clearly define the role of Parliament in the future negotiations with the Council and the Commission. I think the time has come to break down the dogmatic approach, defining job-creation and social inclusion policies as opposed to fiscal stability. The economic crisis wi