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Postopek : 2010/0267(COD)
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Predložena besedila :

A7-0158/2011

Razprave :

PV 03/07/2012 - 15
CRE 03/07/2012 - 15

Glasovanja :

PV 04/07/2012 - 7.1
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Sprejeta besedila :

P7_TA(2012)0278

Dobesedni zapisi razprav
Torek, 3. julij 2012 - Strasbourg Pregledana izdaja

15. Skupna pravila za sheme neposrednih podpor za kmete - Podpora za razvoj podeželja iz Evropskega kmetijskega sklada za razvoj podeželja - Skupna ureditev kmetijskih trgov in posebne določbe za nekatere kmetijske proizvode - Financiranje skupne kmetijske politike - Ekološka pridelava in označevanje ekoloških proizvodov - Sistem financiranja Evropskega kmetijskega jamstvenega sklada (razprava)
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  Πρόεδρος. - Το επόμενο σημείο στην ημερήσια διάταξη είναι η κοινή συζήτηση με θέμα "Ευθυγράμμιση προς τη Συνθήκη της Λισαβόνας".

1. Έκθεση του Paolo De Castro, εξ ονόματος της Επιτροπής Γεωργίας και Ανάπτυξης της Υπαίθρου, σχετικά με την πρόταση κανονισμού του Ευρωπαϊκού Κοινοβουλίου και του Συμβουλίου για την τροποποίηση του κανονισμού του Συμβουλίου (EΚ) αριθ. 73/2009 σχετικά με τη θέσπιση κοινών κανόνων για τα καθεστώτα άμεσης στήριξης για τους γεωργούς στο πλαίσιο της κοινής γεωργικής πολιτικής και τη θέσπιση ορισμένων καθεστώτων στήριξης για τους γεωργούς (COM(2010)0539 - C7-0294/2010 - 2010/0267(COD)) (A7-0158/2011)

2. Έκθεση του Paolo De Castro, εξ ονόματος της Επιτροπής Γεωργίας και Ανάπτυξης της Υπαίθρου σχετικά με την πρόταση κανονισμού του Ευρωπαϊκού Κοινοβουλίου και του Συμβουλίου σχετικά με την τροποποίηση του κανονισμού (ΕΚ) αριθ. 1698/2005 για τη στήριξη της αγροτικής ανάπτυξης από το Ευρωπαϊκό Γεωργικό Ταμείο Αγροτικής Ανάπτυξης (ΕΓΤΑΑ)

(COM(2010)0537 - C7-0295/2010 - 2010/0266(COD)) (A7-0161/2011)

3. Έκθεση του Paolo De Castro, εξ ονόματος της Επιτροπής Γεωργίας και Ανάπτυξης της Υπαίθρου, σχετικά με την πρόταση κανονισμού του Ευρωπαϊκού Κοινοβουλίου και του Συμβουλίου για τη θέσπιση κοινής οργάνωσης των γεωργικών αγορών και ειδικών διατάξεων για ορισμένα γεωργικά προϊόντα («Κανονισμός ενιαίας ΚΟΑ») (COM(2010)0799 - C7-0008/2011 - 2010/0385(COD)) (A7-0322/2011)

4. Έκθεση του Giovanni La Via, εξ ονόματος της Επιτροπής Γεωργίας και Ανάπτυξης της Υπαίθρου, σχετικά με την πρόταση κανονισμού του Ευρωπαϊκού Κοινοβουλίου και του Συμβουλίου σχετικά με την τροποποίηση του κανονισμού (ΕΚ) αριθ. 1290/2005 του Συμβουλίου για τη χρηματοδότηση της κοινής γεωργικής πολιτικής και την κατάργηση των κανονισμών (ΕΚ) αριθ. 165/94 και (ΕΚ) αριθ. 78/2008 του Συμβουλίου (COM(2010)0745 - C7-0429/2010 - 2010/0365(COD)) (A7-0209/2011)

5. Έκθεση του Martin Häusling, εξ ονόματος της Επιτροπής Γεωργίας και Ανάπτυξης της Υπαίθρου, σχετικά με την πρόταση κανονισμού του Ευρωπαϊκού Κοινοβουλίου και του Συμβουλίου για την τροποποίηση του κανονισμού (ΕΚ) αριθ. 834/2007 του Συμβουλίου για τη βιολογική παραγωγή και την επισήμανση των βιολογικών προϊόντων (COM(2010)0759 - C7-0001/2011 - 2010/0364(COD)) (A7-0215/2011)

6. Έκθεση του Luis Manuel Capoulas Santos, εξ ονόματος της Επιτροπής Γεωργίας και Ανάπτυξης της Υπαίθρου, σχετικά με την πρόταση οδηγίας του Ευρωπαϊκού Κοινοβουλίου και του Συμβουλίου που αφορά την τροποποίηση του κανονισμού (ΕΚ) αριθ. 485/2008 του Συμβουλίου περί των ελέγχων, εκ μέρους των κρατών μελών, των πράξεων που αποτελούν μέρος του συστήματος χρηματοδοτήσεως από το Ευρωπαϊκό Γεωργικό Ταμείο Εγγυήσεων

(COM(2010)0761 - C7-0002/2011 - 2010/0366(COD)) (A7-0204/2011)

 
  
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  Paolo De Castro, relatore. − Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, il trattato di Lisbona abolisce il vecchio sistema di comitatologia e lo sostituisce con una struttura a due livelli, basata su atti delegati che prevedono il diritto di veto del Parlamento europeo e del Consiglio e atti di esecuzione che escludono completamente il Parlamento in ogni fase della loro approvazione. Occorreva perciò allineare il corpus legislativo in vigore alla nuova realtà giuridica. Abbiamo cominciato questo esercizio con i tre più importanti regolamenti che, signor Presidente, tratterrò tutti e tre assieme, e che costituiscono il cuore della politica agricola, il regolamento sui pagamenti diretti, quello sullo sviluppo rurale e quello sull'organizzazione comune dei mercati.

Le proposte della Commissione ci sono apparse subito piuttosto equilibrate e i cambiamenti apportati dalla commissione per l'agricoltura sono stati pochissimi. In particolare per i pagamenti diretti, gli atti delegati devono essere usati nei casi in cui si modifica l'atto di base e nei casi in cui si conferiscono diritti agli agricoltori o si possono determinare conseguenze negative per i medesimi. Inoltre, abbiamo ritenuto che alla luce dello spirito del trattato sulla politica agricola comune in materia di bilancio, la procedura di disciplina finanziaria non potesse essere più applicata senza la partecipazione del Parlamento europeo. Mantenere infatti invariato l'articolo 11, che prevede che il Consiglio deliberi su proposta della Commissione, costituirebbe un'inaccettabile continuazione della facoltà esclusiva del Consiglio di esercitare direttamente competenze di esecuzione.

Per quanto riguarda lo sviluppo rurale, riteniamo che la Commissione abbia effettuato una ripartizione accurata tra le disposizioni più generali che stabiliscono elementi complementari e che quindi richiedono atti delegati e gli elementi più tecnici, che sono strettamente legati alla discrezionalità di cui godono gli Stati membri nell'attuazione di questa misura, che richiedono quindi atti di implementazione.

La proposta di allineamento sul regolamento sull'organizzazione comune dei mercati si è invece rivelata più problematica, in particolare per gli elementi collegati all'articolo 43, paragrafo 3, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea. Questo articolo prevede che il Consiglio, su proposta della Commissione, adotta le misure relative alla fissazione dei prezzi, dei prelievi, degli aiuti e delle limitazioni quantitative. Si tratta di una deroga rispetto al paragrafo 2 dello stesso articolo che prevede il ricorso alla procedura legislativa ordinaria per la politica agricola comune. Trattandosi di una disposizione derogatoria, l'articolo 43, paragrafo 3, deve essere interpretato in modo restrittivo, soltanto cioè quando ci sono disposizioni che non fanno parte delle decisioni politiche fondamentali, che devono essere invece prese a norma dell'articolo 43, paragrafo 2 del trattato.

Riteniamo quindi che la proposta della commissione non interpreti in modo sufficientemente restrittivo l'articolo 43, paragrafo 3. La definizione delle condizioni e dei criteri per la fissazione degli aiuti delle restituzioni all'esportazione, dei prezzi minimi alle esportazioni, dovrebbe restare competenza del legislatore, quindi Parlamento e Consiglio, mentre alla Commissione andrebbe lasciata la fissazione dei relativi importi mediante atti di esecuzione.

Una volta che queste tre segnalazioni sono state approvate a larghissima maggioranza in commissione per l'agricoltura, abbiamo cominciato a negoziare con il Consiglio e la Commissione per riuscire a trovare un accordo in prima lettura. L'urgenza era dettata dall'imminente processo di riforma della politica agricola comune, che avremmo voluto non gravato da complessi negoziati su questioni di natura istituzionale. Nonostante la nostra disponibilità negoziale e a cedere qualcosa rispetto alla nostra posizione iniziale, e nonostante il grande attivismo della Presidenza polacca seguita anche dalla Presidenza danese, non siamo riusciti a trovare una soluzione di compromesso, da qui la necessità quindi della Commissione di agire con efficienza e tempestività da un lato e i nuovi e più forti poteri conferiti al Parlamento dal trattato di Lisbona dall'altro.

I principali ostacoli li abbiamo riscontrati da parte del Consiglio, che vuole in maniera sistematica e orizzontale eliminare gli atti delegati, anche quando questi sono giuridicamente necessari, per sostituirli con atti di implementazione che escludono completamente il Parlamento. Questa posizione per noi è inaccettabile, perché significa rinunciare alle nuove prerogative che il trattato ci assegna, limitando fortemente i poteri del Parlamento. Un altro elemento che ha reso più difficile il negoziato è stato l'atteggiamento della Commissione, che da una posizione vicina a quella del Parlamento si è spostata durante i negoziati su posizioni del Consiglio, lasciandoci soli nella battaglia per difendere l'interpretazione più autentica del trattato.

Ora ci aspetta il difficile negoziato sulla riforma della PAC e abbiamo pertanto deciso di chiedere alla Plenaria la conferma del voto fatto in commissione agricoltura sull'allineamento, per avere maggiore forza quando negozieremo la futura politica agricola. Solo difendendo le prerogative del Parlamento saremo infatti sicuri di rispettare lo spirito del trattato di Lisbona e rendere allo stesso tempo la PAC del futuro più democratica e più vicina ai cittadini.

 
  
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  Giovanni La Via, relatore. − Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, in seguito all'entrata in vigore del trattato di Lisbona, l'operazione di allineamento del cosiddetto regolamento orizzontale alle nuove norme del trattato è basata su una classificazione in poteri delegati e competenze di esecuzione delle disposizioni adottate dalla Commissione in applicazione al suddetto regolamento. Dopo aver esaminato con attenzione la proposta della Commissione in base ai criteri stabiliti per le due categorie di atti, rispettivamente gli articoli 290 e 291, abbiamo individuato gli ambiti in cui sono rispettate le condizioni previste per gli atti delegati, e in seguito esaminato la proposta per quanto riguarda le condizioni degli atti di esecuzione.

In commissione per l'agricoltura abbiamo proposto e votato alcuni emendamenti concernenti le condizioni della delega, la durata, il termine per sollevare obiezioni a un atto delegato, la proroga dei termini, le procedure di comitato, in conformità dell'intesa comune sulle modalità pratiche e il ricorso agli atti delegati, approvata dalla Conferenza dei presidenti il 3 marzo 2011 e del regolamento n. 182/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio che stabilisce le norme e i principi generali relativi alle modalità di controllo da parte degli Stati membri dell'esercizio e delle competenze di esecuzione attribuite alla Commissione.

In tale ambito, tra i punti di disaccordo col Consiglio, ricordo anche la volontà di utilizzo di atti di esecuzione in situazioni in cui, secondo il trattato, questi sarebbero lo strumento più logico e appropriato. Ritengo che questo Parlamento, da parte sua, non possa rinunciare ad avere un controllo su temi così importanti e sensibili come ad esempio la trasparenza, l'articolo 40A, o le sanzioni dei beneficiari.

Queste relazioni di allineamento, dobbiamo ammetterlo, sono il banco di prova di un metodo di lavoro nuovo che deve instaurarsi tra Parlamento, Consiglio e Commissione, ma che deve essere il più efficace possibile, secondo uno schema di competenze articolate che spero convergano sempre e comunque verso la messa in opera di mezzi efficaci per lo sviluppo dell'agricoltura europea. In termini procedurali, le maggioranze richieste all'interno del Consiglio per bloccare un atto di esecuzione sono esattamente le stesse che per un atto delegato. La resistenza del Consiglio all'uso di atti delegati non è quindi giustificata e, se mantenuta, potrebbe essere un inutile ostacolo alla riforma della politica agricola comune.

Debbo anche dire che abbiamo proposto alcuni elementi, secondo noi di miglioramento, ma gli stessi, così come il disimpegno sul piano nazionale, non hanno trovato il favore e il consenso della Commissione e del Consiglio, e quindi saranno nuovamente oggetto di trattativa e confronto nell'ambito del regolamento orizzontale di riforma della PAC. La mancanza di un accordo in sede di allineamento del regolamento orizzontale ci ha portato a richiedere alla Plenaria questo voto per poter avere, così come diceva il presidente De Castro, un maggior potere contrattuale e una posizione ferma del Parlamento sul punto.

Questa relazione, così come le altre affrontate finora, hanno comunque rappresentato un momento importante per questo Parlamento, che per la prima volta attraverso la codecisione è attivamente coinvolto nel processo di definizione della nuova politica agricola. Non si è trattato di un semplice processo di traslazione, come da molti indicato, ma di una seria presa di coscienza da parte dei miei colleghi della commissione AGRI di quanto gli strumenti della PAC abbiano finora funzionato, e quindi bisogna metterli in condizione per la nuova riforma attraverso strumenti adeguati e utili correzioni.

Volevo chiudere con un riferimento: abbiamo visto attraverso una lunga serie di triloghi la difficoltà di trovare un accordo sull'allineamento, è stata un'occasione persa che rischia di farci perdere del tempo nel successivo processo di approvazione della riforma della politica agricola comune.

 
  
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  Martin Häusling, Berichterstatter. − Herr Präsident, Herr Kommissar, liebe Kolleginnen und Kollegen! Wie bei den anderen beiden eben angesprochenen Themen müssen wir auch beim Organic Farming in die zweite Lesung gehen. Das ist bedauerlich, aber wir haben drei Triloge abgehalten und sind substanziell wirklich nicht viel weitergekommen. Obwohl wir insgesamt eine nette Atmosphäre hatten und uns in vielen Punkten geeinigt haben, haben wir in den Kernpunkten leider keine Einigung erzielt.

Zur Vorgeschichte: Wir haben am 1. Juni letzten Jahres im Agrarausschuss mit großer Mehrheit diesen Bericht zur Anpassung angenommen. Danach haben wir die Verhandlungen gestartet, Vorgespräche mit der polnischen Ratspräsidentschaft geführt und dann mit der Ratspräsidentschaft unter dänischem Vorsitz verhandelt. Letztendlich sind wir bei zwei Punkten nicht vorwärts gekommen, und zwar bei den Produkten und Substanzen, bei den Kriterien für bestimmte Produkte und Substanzen. Da konnten wir keine Einigung erzielen.

Wir haben uns dann nicht nur auf unsere Meinung verlassen, sondern wir haben auch die Stellungnahme des Rechtsausschusses eingeholt, wonach es sich bei diesen beiden Artikeln ganz klar um Rechtsakte handelt, die unter die delegierten Rechtsakte fallen. Es geht dabei um Artikel 290, in dem geregelt wird, worum es geht, und hier kommen eindeutig delegierte Rechtsakte zur Anwendung. Es geht dabei nicht um die Frage, wie etwas geregelt wird, sondern es wird eine Regelung verbindlich vorgenommen, die für die gesamte Europäische Union eine einheitliche Verbindlichkeit hat.

Auch wenn wir als Parlament durchaus verstehen, dass der Rat natürlich beteiligt werden will – und das haben wir auch in den Verhandlungen immer wieder betont, dass wir das verstehen, und haben auch durchaus Kompromissvorschläge unterbreitet, die in die richtige Richtung gingen, d. h. wir haben gesagt, dass die Experten auf nationaler Ebene mit einbezogen werden sollen. Wir haben Vorschläge unterbreitet, dass wir die Substanzen zu den basic acts nehmen, und wir halten es auch für durchaus nachvollziehbar, dass das geht, weil es insgesamt nur zwei Änderungen innerhalb von vier Jahren gegeben hat. Es ist also eine durchaus praktikable Lösung.

Zu diesem ganzen Verfahren möchte ich noch sagen – da kann ich mich der Kritik von Paolo de Castro anschließen –, dass die Kommission ihre Haltung während des Trilogs zu den delegierten Rechtsakten geändert und sich dann für Durchführungsrechtsakte ausgesprochen hat. Das haben wir nicht nachvollziehen können, und das hat zu sehr vielen Unstimmigkeiten geführt. Dann wurde uns vage angeboten, wir würden einfach informiert, wenn es um Änderungen geht. Das kann natürlich aus unserer Sicht nicht abschließend sein, dass wir nur informiert werden. Wir haben ein Recht auf delegierte Akte, und das werden wir mit dieser ersten Lesung hier auch bekräftigen. Wir hoffen, dass die Kommission Vorschläge unterbreitet, die praktikabel sind und mit denen wir dann in die weiteren Verhandlungen unter zypriotischer Ratspräsidentschaft eintreten können.

 
  
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  Luis Manuel Capoulas Santos, relator. − O relatório da minha responsabilidade, que neste contexto aqui hoje está a ser discutido, referente aos controlos pelos Estados-Membros das operações que fazem parte do financiamento pelo FEAGA, espelha o entendimento da COMAGRI quanto ao alinhamento deste dossiê com as disposições relativas aos atos delegados e atos de execução introduzidos pelo Tratado de Lisboa.

Relativamente aos atos de execução foram introduzidos os procedimentos nos termos do Regulamento 182/2011 que estabelecem as regras e os princípios gerais relativos aos mecanismos de controlo do exercício de competências de execução pela Comissão. Relativamente aos atos delegados procedeu-se em conformidade à evolução das negociações informais entre as três instituições. É, por isso, fundamental que o Parlamento confirme esta posição através da votação que terá lugar amanhã, esta votação que desejo que seja tão ampla quanto possível, destina-se a reafirmar a posição do Parlamento relativamente ao seu papel de co-legislador.

Gostaria, assim, de fazer um apelo à Comissão e ao Conselho para fazerem uma interpretação estrita do Tratado de Lisboa para que se torne possível progredir com os nossos trabalhos, nomeadamente no âmbito da reforma da PAC. O tempo urge. O Tratado de Lisboa transforma o antigo procedimento de comitologia para, a meu ver acertadamente, introduzir uma distinção clara entre atos administrativos, ou seja os atos de execução e, por outro lado, conferir ao Parlamento Europeu um direito de veto reforçado sobre estes últimos, em pé de igualdade com o Conselho, isto é, o direito de revogar a delegação de um ato à Comissão Europeia.

Continua a existir um procedimento institucionalizado segundo o qual a Comissão continua a ser assistida pelos comités especializados nos atos de execução e é inevitável a consulta de peritos dos Estados-Membros para a elaboração de atos delegados. É certamente necessário encontrar equilíbrios entre o que pode categorizar-se num ato de base como ato delegado ou ato de execução sempre que as fronteiras entre as diferentes provisões deixem margem de interpretação e é no sentido deste equilíbrio que reitero o meu apelo à interpretação estrita da letra do Tratado em que o Parlamento se vê investido de novos poderes.

Não reivindico para o Parlamento Europeu que se substitua ao Executivo da União, ou seja à Comissão Europeia, nem muito menos aos governos dos Estados-Membros. Reivindico apenas para o Parlamento Europeu um poder de controlo sobre a nova comitologia que, sem prometer a eficácia da tomada de decisões, seja proporcional ao seu novo papel de co-legislador.

 
  
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  Dacian Cioloş, membre de la Commission. − Monsieur le Président, Mesdames et Messieurs, je suis heureux de l'occasion qui m'est donnée à nouveau de pouvoir remercier le Parlement européen, sa commission de l'agriculture et du développement rural et l'ensemble des rapporteurs pour le travail considérable qui a déjà été accompli. Ces efforts nous ont permis d'avancer dans les dossiers sur l'alignement, que nous souhaitons tous voir aboutir.

Comme nous le savons, cet alignement de la législation agricole sur le traité de Lisbonne est d'abord une question très technique, comme il ressort aussi de ce que les rapporteurs ont présenté, et assez complexe sur le plan juridique, mais c'est aussi un travail qui revêt une grande sensibilité et une grande importance politiques, notamment pour le Parlement européen, mais aussi pour toutes les institutions qui participent de décision et de mise en œuvre de la politique agricole commune.

Je suis tout à fait conscient de l'importance politique de cette discussion d'alignement pour le Parlement européen.

Comme M. De Castro l'a mentionné, les discussions ont commencé sous la présidence hongroise et ont continué pendant presque une année. Nous étions très proches d'un accord, à un moment donné, mais nous nous sommes finalement retrouvés dans une impasse après le dernier trilogue du 20 décembre 2011, sous la présidence polonaise.

La présidence danoise a ensuite décidé d'inclure la partie "alignement" des quatre principaux règlements dans le débat sur la réforme de la politique agricole commune et de poursuivre les négociations sur les autres dossiers d'alignement séparément.

Je souhaite être clair. Je l'ai dit à plusieurs reprises devant la commission AGRI, mais je voudrais le répéter: j'ai toujours été soucieux de défendre les prérogatives du Parlement européen, telles qu'elles découlent du traité de Lisbonne, dans tous les paquets d'alignement, pour aboutir à une répartition équilibrée des pouvoirs entre le Conseil et le Parlement.

Pour chaque zone grise, et chaque fois que c'était possible juridiquement – je tiens à le souligner –, j'ai préféré une approche qui permette aux deux institutions de jouer leur rôle. En privilégiant des actes délégués et par une lecture stricte de l'article 43, paragraphe 3, du traité de Lisbonne, que M. De Castro a mentionné, j'ai essayé d'aller dans le sens du Parlement. C'est pourquoi, à titre d'exemple, j'ai privilégié, dans le règlement sur les aides directes, un rôle tant pour le Conseil que pour le Parlement dans la discipline financière. C'est pourquoi aussi, dans la définition des obligations de maintien des pâturages permanents, j'ai également privilégié des actes délégués. Les exemples sont nombreux, y compris dans le domaine très sensible des sanctions, et je vous invite à les examiner en détail: vous verrez que la Commission a fait des efforts pour aller dans le sens du Parlement.

Il n'est pas surprenant qu'à partir de ce point de départ, qui assure un rôle renforcé du Parlement européen, le Conseil n'a pas toujours été d'accord et, bien sûr, qu'il a fallu trouver des compromis. Mais, globalement, à partir de cette base que je viens de définir, le paquet global de compromis dans chaque opération d'alignement a renforcé les prérogatives du Parlement.

En tout état de cause, nous devons éviter que cet alignement ait un impact sur les discussions de fond sur la réforme de la politique agricole commune, qui sont très importantes pour nous tous. Je considère ce vote comme un signe allant dans cette direction de la part du Parlement.

En ce qui concerne plus particulièrement le règlement sur l'agriculture biologique, que M. Häusling a mentionné, nous ne nous sommes pas encore mis d'accord sur le point le plus sensible, c'est-à-dire la procédure d'autorisation du retrait des substances qui peuvent être utilisées dans cette forme d'agriculture.

Je comprends très bien que vous considérez que l'autorisation – ou non – de certaines substances ou de classes de substances revêt un caractère politique, notamment dans le cadre de l'agriculture biologique. Dès lors, vous ne pouvez pas accepter d'être exclus du processus décisionnel sur ces substances. Je le comprends très bien et je soutiens d'ailleurs cette approche.

Je crois cependant que vos hésitations sont étroitement liées à la rédaction actuelle du règlement sur l'agriculture biologique. Les critères qui encadrent l'autorisation des substances peuvent être améliorés et adaptés. Je peux comprendre que beaucoup d'entre vous pensent qu'il est souhaitable de les mettre à jour et de les rendre plus précis chaque fois que c'est possible.

C'est exactement ce que nous proposons de faire. La Commission vient d'adopter un rapport sur l'expérience acquise dans l'application du règlement "bio" depuis 2009, depuis qu'il est en vigueur. Ce rapport constitue la première étape d'un débat autour de l'amélioration du cadre juridique actuel de la production biologique. Nous venons de lancer une évaluation, une étude d'impact, qui portera notamment sur la mise à jour des critères d'autorisation des substances utilisées dans l'agriculture biologique. Cette analyse sera suivie de propositions législatives visant à améliorer le règlement de base. Le Parlement sera pleinement associé à ce processus, qui englobera aussi les critères d'autorisation des substances, qui seront inclus dans l'acte de base à la suite de l'amélioration du règlement que nous allons proposer. Le Parlement sera associé, parce que cette modification du règlement passera par la procédure législative ordinaire.

Une fois que nous aurons débattu du fond et que nous aurons trouvé un accord sur les critères, notamment, je crois que les questions de procédure qui nous occupent aujourd'hui se poseront avec beaucoup moins d'acuité, parce que cette adaptation du cadre législatif de base sera l'occasion de fixer, avec vous, des critères d'autorisation plus précis. J'espère qu'alors vos inquiétudes seront apaisées.

Pour résumer, je salue votre proposition de soumettre les dossiers d'alignement au vote en séance plénière demain. Cela permettra de fixer la position du Parlement européen. Ensuite, il sera possible de reprendre les discussions interinstitutionnelles sur une base plus claire. J'espère que nous arriverons rapidement à un accord et que nous dissiperons toutes vos inquiétudes.

Je vous le répète encore: je m'impliquerai directement et pleinement dans ce processus de discussion finale. Chaque fois que nous aurons l'occasion de prendre une décision qui ira dans le sens d'un renforcement du rôle du Parlement, tout en respectant juridiquement ce que prévoient le traité de Lisbonne et le règlement à l'examen, je ferai en sorte que le Parlement puisse assumer pleinement son rôle de colégislateur et surveiller la mise en œuvre de ces actes législatifs.

 
  
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  Iosif Matula, Raportor pentru aviz Comisia pentru dezvoltare regională. − Ca raportor pentru aviz al Comisiei REGI, în ceea ce priveşte sprijinul pentru dezvoltare rurală din FEADR îi felicit pe toţi raportorii pentru excelentele documente prezentate în această dezbatere comună. Spaţiul rural european se confruntă cu numeroase provocări: diferenţele majore dintre regiuni, zone rurale aflate în declin demografic, venit redus pe cap de locuitor, sectorul serviciilor mai puţin dezvoltat, accesul redus la internetul în bandă largă. Pentru a răspunde acestor provocări, politica de dezvoltare rurală are ca obiective majore creşterea competitivităţii sectorului agricol şi forestier, dezvoltarea zonelor rurale şi a mediului şi încurajarea diversificării economiei rurale.

Ţinând cont de aceste priorităţi, în baza competenţelor pe care le are Comisia REGI, în marginea acestui raport, susţin:

1. menţinerea echlibrului între protecţia mediului şi necesităţile în materie de dezvoltare locală;

2. implicarea în reţelele rurale naţionale a reprezentanţilor naţionali, regionali, dar şi locali;

3. încurajarea creării unor platforme de consiliere online pentru agricultori utilizând banda largă, şi, nu în ultimul rând:

4. compatibilitatea ajutorului FEADR cu obiectivele de coeziune economică şi socială, dar şi teritorială.

 
  
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  Hans-Peter Mayer, im Namen der PPE-Fraktion. – Herr Präsident! Das Europäische Parlament ist seit dem Vertrag von Lissabon umfassend mitentscheidender Gesetzgeber im Agrarbereich. Aus dieser Tatsache ergeben sich neue Rechte für das Parlament, die wir wahrnehmen werden und müssen. Daraus resultiert zusammengefasst Folgendes:

Erstens: Wir werden dafür arbeiten, möglichst viel im ordentlichen, also im Basisrechtsakt zu regeln und klare Bestimmungen zu schaffen, um den Landwirten größtmögliche Planungssicherheit zu ermöglichen.

Zweitens: Wir werden dafür arbeiten, in regelnden Fällen Flexibilität mittels delegierter Rechtsakte zu schaffen, um den Basisrechtsakt nicht zu überladen.

Drittens: Wir werden in begründeten Ausnahmen die Möglichkeit schaffen, technische Details mit Durchführungsrechtsakten anzupassen.

Dies bedeutet – viertens – vor allem, dass wir dafür kämpfen werden, unsere Rechte und Pflichten als demokratisches Organ und Mitgesetzgeber wahrzunehmen. Ich rufe den Rat auf, die starre Haltung aufzugeben und delegierte Rechtsakte bei Regelungen und Änderungen zu akzeptieren. Es handelt sich hierbei nicht um politische Entscheidungen, sondern um die Zuständigkeit des Parlaments.

 
  
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  Wojciech Michał Olejniczak, w imieniu grupy S&D. – Panie Przewodniczący! Panie Komisarzu! To jest bardzo ważna debata i podejmujemy bardzo ważne decyzje. Są to rozwiązania czysto techniczne, nad którymi dyskutujemy po wejściu w życie Traktatu z Lizbony, ale jesteśmy w przededniu reformy wspólnej polityki rolnej i od naszych ustaleń co do tego, które rozwiązania będą zawarte w aktach delegowanych, a które w aktach wykonawczych, będzie zależało, w jaki sposób będziemy realizować w przyszłości wspólną politykę rolną i o czym będziemy dyskutować – czy o technice, czy o meritum. A Parlament Europejski chciałby dyskutować o rozwiązaniach szczegółowych.

Dzisiaj, podczas poprzedniej debaty udowodniliśmy, że stoimy po stronie rolników, że walczymy o ich interes, walczymy o dopłaty bezpośrednie i o wspólną politykę rolną. Jesteśmy Pańskimi sojusznikami. Silna rola Parlamentu Europejskiego to nie tylko obrona Traktatu z Lizbony, ale przede wszystkim obrona interesu rolników.

Warto też zauważyć, że nie da się wyliczyć podziału pomiędzy akty delegowane a akty wykonawcze. Jeżeli Pan Komisarz wskazuje, że dodaliśmy tu już pewne rozwiązania do aktów delegowanych, to ja chciałbym zwrócić uwagę, że to nie jest decyzja polityczna, ale jest to decyzja stricte prawna. Taka decyzja zawsze może być zaskarżona do Trybunału Sprawiedliwości. A to będzie oznaczało, że w sytuacji zastosowania rozwiązań niezgodnych z Traktatem z Lizbony całość pakietu legislacyjnego zostanie zawieszona i przestanie funkcjonować, a wtedy rolnicy nie będą mogli korzystać ze wspólnej polityki rolnej, z wielu rozwiązań.

Apeluję więc o to, abyśmy wrócili do tych pierwotnych rozwiązań, które Komisja Europejska zaproponowała i które były dobrze przygotowane, zgodnie z literą prawa. Później na skutek interwencji Rady Państwo się z szeregu rozwiązań wycofali, a szkoda.

 
  
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  George Lyon, on behalf of the ALDE Group. – Mr President, along with my colleague Paolo De Castro and others, I have had the misfortune to have been involved in the negotiations with the Council and the Commission on the horizontal file for over 18 months and under three different presidencies of the Council, and to date we have little progress to show for all the effort that we have put in.

At the heart of the problem is the Council’s view that every decision on secondary legislation should be made through implementing acts rather than delegated acts. I must remind the Council, although there is no one representing them here tonight to hear this debate, that implementing acts should be used solely for the purpose of the uniform application of non-essential elements of policies across the EU. However, the Council’s position seems to be that Parliament should have no say whatever over what the Commission does in secondary legislation. The Council’s position seems to be that we have no say; they have no recognition that Lisbon has changed the game, that power must now be shared and that it is not business as usual.

The Commission proudly claims that it is the guarantors of the Treaties, yet time after time in the negotiations on alignment the Commission ends up siding with the Council and denying Parliament its rights under codecision. The Commission should be sticking up for the rights of Parliament and defending the correct interpretation of the Lisbon Treaty provisions.

Commissioner, tonight I hear what you say about being sympathetic to our cause, but that is not borne out by our experience in the negotiations so far. Tonight I think it is crystal clear from this debate that this Parliament will fight tooth and nail during the CAP negotiations to protect our powers under Lisbon, even if that means holding the final agreement on CAP reform to ransom until the Council and the Commission agree to a sensible compromise on this key issue of recognising this Parliament’s role in co-legislation.

 
  
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  James Nicholson, on behalf of the ECR Group. – Mr President, while the issue of alignment of the Lisbon Treaty is perhaps not the most riveting issue going through the committee at the moment, especially considering our work on the CAP reform, it is nonetheless very important. I commend the work of the rapporteurs who have worked on these dossiers. It is quite clearly extremely complex and a subject with legal difficulties. I think we recognise that.

Although we have not been able to reach agreement, the issue must be dealt with in the CAP reform. The vote tomorrow will provide a clear position for the Parliament side. We have to recognise that there is clearly a growing void between the Commission and Parliament. Granting powers to the European Parliament is one of the aspects of the Lisbon Treaty which I totally support.

In terms of delegated acts, I am in favour of Parliament being given more control and influence, because this takes that control into the hands of Parliament and elected representatives. However, I urge Parliament to use these powers, and I have no doubt it will. Especially under the leadership of the current chairman of the Committee on Agriculture, we would use those powers wisely and at least it would be more democratic.

 
  
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  John Stuart Agnew, on behalf of the EFD Group. – Mr President, the term ‘implementing act’ is enough to send the layman fast asleep. If I shouted out ‘Commission power grab’ he might wake up. The Lisbon Treaty was another remorseless shift in the removal of democracy; it is little surprise to me that the Commission is pushing things to the limit and it is clear why the EU was so desperate to avoid referendums on this subject.

Here tonight we are completing the tidying-up exercise of taking a handful of issues that were still being discussed under the old pre-Lisbon regime. One of these is organic farming. This must be one of the most pampered industries in the entire world. There are generous grants to convert into it; organic farmers have exclusive access to generously paying environmental schemes; and they are, I understand, exempt from the inconvenience of the greening measures that other farmers must endure. Despite this, the end product is still more expensive to the consumer.

Today is 3 July, and a feed compounder in Britain today is having to pay GBP 200 to have a tonne of wheat delivered to his mill. This fact alone should concentrate the minds of political leaders into removing obstructions for real farmers, rather than playing around with implementing acts and organic farming.

 
  
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  Czesław Adam Siekierski (PPE). - Traktat lizboński zwiększa kompetencje Parlamentu Europejskiego, wymaga to określonych dostosowań. Chodzi między innymi o zidentyfikowanie w obecnych rozporządzeniach uprawnień wykonawczych i delegowanych przyznanych Komisji zgodnie z art. 290 oraz art. 291 Traktatu o funkcjonowaniu Unii Europejskiej. Na pewno dostosowanie do traktatu lizbońskiego nie jest technicznym zabiegiem. Tak naprawdę jest to walka trzech instytucji o władzę. Przykładem może być dyskusja o stosowaniu art. 43.3 traktatu czy podział na akty wykonawcze i delegowane. Uważam, że wszystkie istotne kwestie dotyczące WPR powinny znaleźć się w akcie bazowym, po to, aby ustawodawcy, czyli Parlament i Rada, mieli bezpośredni wpływ na kształt zapisów. Tak naprawdę, aby zobaczyć cały obraz reformy WPR, trzeba poznać kształt aktów delegowanych i wykonawczych, które Komisja ma przedstawić. Często diabeł tkwi w szczegółach. Apeluję więc do Komisji Europejskiej o jak najszybsze przedstawienie zarysów tych aktów.

Wreszcie chcę stwierdzić, że posłowie powinni być lepiej informowani i włączeni w proces negocjacji z Radą i Komisją. Teraz to sprawozdawca i kontrsprawozdawcy decydują o wszystkim w czasie rozmów trójstronnych. Potrzeba większej transparentności. Rozmowy trójstronne powinny być otwarte dla zainteresowanych posłów z Komisji Rolnictwa, oczywiście już bez prawa głosu.

 
  
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  Marc Tarabella (S&D). - Monsieur le Président, Monsieur le Commissaire, chers collègues, avant de parler du fond, il faut parler de la technique et adapter l'outil décisionnel puisque, comme l'ont très bien dit avant moi, notamment, Paolo De Castro, George Lyon et Luis Capoulas Santos, le Conseil a tendance à éviter les actes délégués, ce qui limite le pouvoir du Parlement et, par conséquent, est contraire à l'esprit du traité de Lisbonne.

En faisant suite au vote intervenu au sein de la commission AGRI, la plénière de ce Parlement doit réaffirmer le pouvoir que nous confère le traité, ce qui n'est que justice lorsqu'on parle de la seule politique intégrée de l'Union européenne – depuis cinquante ans, puisque c'est l'anniversaire cette année –, qui mobilise, encore aujourd'hui, près de 40 % du budget de l'Union européenne.

En confiant davantage de pouvoirs au Parlement, le traité de Lisbonne instaure un rééquilibrage en faveur de la démocratie. Nous ne pouvons admettre plus longtemps "l'obstruction" du Conseil – on doit bien l'appeler comme cela –, qui semble se recroqueviller sur ses privilèges de l'"ancien régime", d'avant le traité de Lisbonne. Cela ne peut durer plus longtemps et je me réjouis de la position que nous allons prendre au sein de ce Parlement, mais aussi de celle que vous avez affirmée, Monsieur le Commissaire, car je pense que, politiquement, dans ce combat, vous devez être clairement à nos côtés dans l'application pure et simple du traité de Lisbonne.

 
  
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  Giancarlo Scottà (EFD). - Signor Presidente, onorevoli colleghi, la relazione del collega sul sostegno allo sviluppo rurale mi vede concorde nell'inserimento di alcuni elementi di semplificazione apprezzabili come la riduzione del numero delle relazioni annuali di avanzamento e di sintesi. A titolo dello sviluppo rurale è la modifica delle norme sull'uso dei servizi di consulenza, che dovrebbero contribuire a ridurre l'onere amministrativo per gli Stati membri.

Sono inoltre d'accordo con il collega De Castro sulla necessità di non escludere il sostegno alle associazioni dei produttori nel settore ortofrutticolo, nell'ambito delle misure a sostegno della costituzione e del funzionamento amministrativo delle associazioni dei produttori. Reputo inoltre essenziale, come sostenuto dal relatore, che agli Stati membri che hanno optato per programmi regionali sia consentito il calcolo del disimpegno automatico delle risorse finanziarie a livello dello Stato membro.

Concordo inoltre con la posizione dell'onorevole Capoulas Santos per quanto riguarda la relazione concernente i sistemi di finanziamento del fondo europeo agricolo di garanzia. Ringrazio anche gli altri colleghi che non ho citato per il lavoro svolto.

 
  
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  Maria do Céu Patrão Neves (PPE). - Senhor Presidente, Senhor Comissário, como relatora-sombra do regulamento relativo à produção biológica e à rotulagem de produtos biológicos felicito o meu colega Martin Häusling pela forma ponderada com que conduziu o trílogo no contexto do seu necessário alinhamento com o Tratado de Lisboa, nomeadamente no que se refere às medidas de execução e medidas delegadas, precisamente o aspeto que inviabilizou a obtenção de consenso.

Com efeito, o Conselho manteve-se irredutível no que se refere aos artigos 16.° e 21.°, reivindicando que a autorização sobre substâncias específicas constituísse um ato de implementação, e não delegado, como pretende legitimamente o Parlamento com base no artigo 290.°, ponto 3, do Tratado sobre o Funcionamento da União Europeia.

A Comissão começou por apoiar a pretensão do Parlamento para depois vir a adotar a do Conselho. Para desbloquear o impasse, o Parlamento propôs que a lista de substâncias fosse inserida no anexo do ato de base, o que também veio a ser rejeitado. A generalidade das restantes propostas do Parlamento foram consensuais.

Neste contexto, e porque o diferendo que imperou neste trílogo é comum a muitos outros relatórios do Parlamento, importa primeiro avançar para a votação para o plenário em primeira leitura, mesmo sem consenso, para testemunhar a nossa determinação nesta matéria e ganhar apoio e força política para hoje e para o futuro; segundo, promover a resolução deste problema recorrente nas várias comissões do Parlamento e penalizador para os cidadãos, ao mais alto nível do Parlamento Europeu.

 
  
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  Elisabeth Köstinger (PPE). - Herr Präsident, Herr Kommissar! Es ist äußerst bedauerlich, dass es trotz der zahlreichen Trilogverhandlungen insbesondere aufgrund der offenen horizontalen Fragen zu keiner Einigung mit dem Rat kam. Es waren Verhandlungen, die sich nun über ein Jahr hingezogen haben, die alle viel Kraft und Zeit gekostet haben und die mit ihrem Scheitern letztlich den eigentlichen Zweck verfehlt haben. Dabei ging es doch in erster Linie darum, dass man gerade den eher technischen Bereich einer formalen Anpassung unter dem Lissabonner Vertrag bereits vor den eigentlichen Verhandlungen zur Zukunft der Gemeinsamen Agrarpolitik zu einem Abschluss bringen wollte.

Ich möchte in Richtung des Rates schon eines klar festhalten: Das Parlament hat während zahlreicher Verhandlungen klar seine Kompromissbereitschaft gezeigt. Umgekehrt habe ich dies allerdings von Seiten des Rates vermisst – sofern es überhaupt möglich war zu verhandeln, da es seitens des Rates oft gar kein Verhandlungsmandat gab. Ich möchte mit Sicherheit keine Vermutungen anstellen, aber falls irgendjemand glaubt, dass dieser zentrale Bereich nun innerhalb der Verhandlungen zur Reform der Gemeinsamen Agrarpolitik seitens des Parlaments vernachlässigt wird, dann täuscht er sich. Wir werden unsere Ausschussposition morgen im Plenum bestätigen und gehen mit einem klaren Mandat in die Verhandlungen zur Gemeinsamen Agrarpolitik.

 
  
 

Διαδικασία Catch-the-Eye

 
  
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  Phil Prendergast (S&D). - Mr President, I welcome the opportunity to debate these four reports tonight because they highlight the important role of the European Parliament in the forthcoming negotiations on CAP reform. It will act and impact on the lives of many European citizens and as such it is important – imperative even – that the citizens’ representatives can speak and implement changes on their behalf.

The Lisbon Treaty envisioned a scenario where a greater role would be given to this institution. However, the Council and the Commission are constantly seeking to circumvent this role, something which is evidenced in the phenomenon of delegated acts turning into implementing acts, and we really have to fight this encroachment on our role.

I, like many other MEPs, have held public meetings around my constituency and sought the opinion of stakeholders on the CAP post-2013 and I have met many people who have lots of worries about it. But European citizens expect their opinions to be reflected in the legislation which comes from the European institutions and, as such, the role of Parliament is paramount.

 
  
 

(Τέλος της διαδικασίας Catch-the-Eye)

 
  
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  Dacian Cioloş, membre de la Commission. − Monsieur le Président, Mesdames et Messieurs, j'ai écouté avec attention vos différentes remarques. Je souhaite souligner ce que j'ai dit dans mon introduction et, notamment, répondre à M. Lyon.

La Commission soutiendra le Parlement européen chaque fois que cela sera possible juridiquement, conformément au contenu des articles 290 et 291. L'article 290 prévoit que les actes délégués s'appliquent pour modifier ou compléter des éléments non essentiels d'un acte législatif. L'article 291, comme vous l'avez dit, donne uniquement la possibilité à la Commission d'assurer une application uniforme des actes de base.

C'est dans cet esprit que nous avons travaillé et c'est dans ce même esprit que je souhaite que nous travaillions pour trouver les formules définitives ainsi qu'un accord. M. Nicholson, qui n'est plus là, a parlé des tensions croissantes entre le Parlement et la Commission. En tout cas, je peux vous assurer que je n'alimenterai pas ces tensions. Je pense que c'est dans l'intérêt de tous – des agriculteurs, comme l'a dit M. Olejniczak, mais aussi des consommateurs et des citoyens européens – de trouver un accord.

Concernant les règlements relatifs à la production biologique, auxquels Mme Patrão Neves a fait référence, je suis prêt à trouver une solution qui implique le Parlement dans le processus concernant la décision sur les substances. Mais il faut aussi évaluer l'intérêt du producteur dans l'agriculture biologique. Comment faire pour ne pas trop compliquer et prolonger un processus décisionnel sur une substance? Pour cette raison, je propose comme compromis à analyser que, dans le cadre de l'adaptation du règlement de base sur l'agriculture biologique, nous prévoyions dorénavant, de manière plus précise, les critères sur la base desquels on approuve l'introduction ou non d'une substance. Quand ces critères seront plus précis, au terme d'une procédure législative ordinaire, et seulement sur la base de ceux-ci, la Commission pourrait présenter des actes d'exécution pour limiter son rôle à la seule application des critères qui seront déjà intégrés dans l'acte de base.

Il y a aussi l'autre possibilité que vous avez mentionnée, celle de mettre la liste des substances dans l'annexe de l'acte de base, mais cela suppose que, pour chaque substance, on applique la procédure législative ordinaire, ce qui risque de beaucoup retarder le processus d'adoption.

Si nous arrivons à nous mettre d'accord sur un paquet de critères dans l'acte de base pour l'adoption de ces substances, j'espère que nous réussirons à faire en sorte que le Parlement puisse se retrouver dans cette procédure. Je vous propose de travailler sur ces options afin de trouver un compromis, et j'espère que nous y parviendrons assez rapidement après le vote de demain.

 
  
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  Paolo De Castro, relatore. − Signor Presidente, onorevoli colleghi, approfitto di questo minuto solo per ringraziare i colleghi per i loro commenti e per ringraziare anche il Commissario; prendiamo atto di questo sostegno che oggi il Commissario ci ha voluto dimostrare, la speranza è che le difficoltà di trovare un accordo con il Consiglio in materia di atti di implementazione non si trasformino in difficoltà nel raggiungere un accordo sulla riforma della politica agricola comune. Per questo mi appello al Commissario, siamo nell'era di Lisbona, bisogna che il Consiglio capisca che il Parlamento ha prerogative nuove, cui non intende rinunciare. Con il voto di domani seguiremo l'impianto della Commissione, per questo ci auguriamo che anche il Consiglio alla fine venga su queste posizioni.

 
  
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  Giovanni La Via, relatore. − Signor Presidente, onorevoli colleghi, credo che questo dibattito sia stato comunque un dibattito utile, perché attraverso l'esposizione da parte di una molteplicità dei colleghi delle loro posizioni rispetto all'allineamento dei diversi regolamenti al trattato di Lisbona è stato possibile confermare in presenza del Commissario quanto il Parlamento ci tenga a mantenere il proprio ruolo e le proprie prerogative.

È chiaro quindi che in questo contesto, al di là di quello che voteremo domani – che poi sostanzialmente non si distanzia in misura rilevante dalle posizioni inizialmente formulate dalla Commissione – rappresenta solo un altro passo nella direzione e nel percorso che dobbiamo fare, non solo per l'implementazione alla regolamentazione comunitaria di tutte le prerogative date dal trattato di Lisbona, ma anche e soprattutto nella direzione della nuova politica agricola comune.

Signor Commissario, Lei sa bene quante volte ci siamo incontrati sotto le varie Presidenze. Sa bene come questo percorso, quando poi ci siamo impantanati sulle questioni orizzontali che dovevano riguardare tutti i regolamenti e abbiamo avuto difficoltà ad andare avanti, ci sia costato tanto in termini di sforzi, di impegno e di tempo.

Abbiamo ora la necessità di riprendere questo percorso. Quella di domani è semplicemente una tappa intermedia in cui il Parlamento, attraverso il voto, vuole ancora una volta esprimere con chiarezza la propria posizione e la volontà di non rinunciare alle proprie prerogative.

Dall'altro lato, dobbiamo cominciare a lavorare perché non sia l'allineamento al trattato di Lisbona, di tutta la regolamentazione alla politica agricola comune, l'elemento di freno all'approvazione della stessa politica. Sui contenuti della politica agricola ci ritroveremo, ci confronteremo, questo Parlamento farà la sua parte, ma sull'allineamento al trattato di Lisbona credo che si possa ricominciare subito a lavorare per accelerare i tempi.

 
  
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  Martin Häusling, Berichterstatter. − Herr Präsident! Herr Kommissar, ich darf Ihnen auch noch einmal danken, dass Sie hier weitgehend Kompromissbereitschaft signalisiert haben. Ich möchte noch einmal deutlich machen, dass es hier nicht um Prinzipienreiterei von Seiten des Parlaments geht, sondern dass es klar auch um eindeutige Regelungen für die Zukunft geht, mit denen alle leben müssen, sowohl die Kommission als auch der Rat als auch das Parlament. Man kann jetzt nicht irgendwelche Kompromisse finden, die nicht über den Tag hinaus halten. Wir müssen schon sehen, dass wir den Rechtsrahmen für die nächsten Jahre sicher abstecken.

Was manchmal fehlt, ist einfach Vertrauen in die Institutionen und vielleicht auch Vertrauen von Seiten des Rates in das Parlament. Immer wieder war in den Verhandlungen zu hören – Sie haben es eben indirekt auch gesagt –, es verzögert vielleicht die einzelnen Gesetzgebungsverfahren. Ja, das kann sein, dass es hier und da Verzögerungen gibt. Aber andererseits sollte man auch den Sachverstand des Parlaments nicht außen vor lassen. Wir haben z. B. vorgeschlagen, die Substanzen in die Basisverordnung mit aufzunehmen, wohl wissend, dass es zwei Änderungen innerhalb von vier Jahren gegeben hat, die man in einem schnellen Verfahren durchaus auch von Seiten des Parlaments hätte durchwinken können. Die Befürchtung, dass das Parlament eher verzögert oder blockiert, ist ungerechtfertigt.

Wir müssen schon mit der ersten Lesung ein deutliches Zeichen setzen, dass wir auf unsere Rechte bestehen. Das Signal muss dann auch beim Rat ankommen, dass wir nicht mit uns handeln lassen und faule Kompromisse schließen, und dass wir am Ende auch nicht Juristen allein entscheiden lassen können, auf welche Basis wir uns begeben. Da muss ein fairer politischer Dialog mit allen Institutionen geführt werden. Ich danke Ihnen ausdrücklich, dass Sie noch einmal einen Kompromiss angeboten haben. Auf den gehen wir gern noch einmal ein. Wenn wir uns irgendwo auf dieser Linie so nahe kommen, dass es nur noch ein kleiner Schritt ist, denke ich, dass wir diese Verordnung dann auch wirklich so anpassen können, dass alle damit einverstanden sind.

Uns geht es auch darum, dass wir an dieser Stelle zügig zu Verfahren kommen, die allen Beteiligten entgegenkommen, und dass nicht irgendjemand sagt, hier blockiert das Parlament. Das wollen wir auf keinen Fall. Aber wir müssen wirklich in dem Rahmen auch unseren Interessen gerecht werden, und es kann kein Deal sein, der uns am Ende nicht passt. Ich sage auch noch einmal deutlich: Der Kompromiss kam bisher immer von Seiten des Parlaments, vom Rat habe ich selten einen Kompromissvorschlag gehört.

 
  
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  Luis Manuel Capoulas Santos, relator. − Depois de tudo o que foi dito obviamente que pouco mais tenho a acrescentar, apenas referir que o conjunto de intervenções que acabámos de escutar permitiram confirmar, sem qualquer dúvida, a posição coesa do Parlamento quanto a esta matéria e tornaram também evidente a necessidade de chegarmos rapidamente a um acordo urgente. Estou certo de que a Comissão está tão empenhada quanto nós no alcance deste objetivo e desejo sinceramente que tal seja possível no mais curto espaço de tempo possível.

 
  
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  Πρόεδρος. - Η κοινή συζήτηση που είχε στο επίκεντρο κρίσιμες πτυχές της διαθεσμικής συνεργασίας έληξε.

Η ψηφοφορία θα διεξαχθεί την Τετάρτη 4 Ιουλίου 2012.

Γραπτές δηλώσεις (άρθρο 149)

 
  
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  Jarosław Kalinowski (PPE), na piśmie. Płatności bezpośrednie są jednym z najważniejszych elementów wsparcia realizowanym w ramach Wspólnej Polityki Rolnej, która stanowi znaczącą część budżetu UE, dlatego też należy zapewnić, by środki te zostały odpowiednio wykorzystane. Modulacja ma na celu zwiększenie efektywności dofinansowania sektora rolnego - poprzez redukcję płatności bezpośrednich więcej środków zostanie przeznaczonych na wsparcie w ramach II filaru, umożliwiając rozszerzenie liczby programów rozwoju obszarów wiejskich. Popieram dostosowanie modulacji na niższym poziomie w dziesięciu nowych państwach członkowskich, gdyż prowadzi to do stopniowego wyrównywania stawek tych płatności, co jest kluczowe dla zagwarantowania równych warunków konkurencji na rynku rolnym UE. Dopłaty bezpośrednie pomagają rolnikom, ale są też korzystne dla konsumentów. Dzięki nim ceny żywności są nie tylko bardziej ustabilizowane, ale przede wszystkim niższe. Dopłaty powinny być kierowane faktycznie do rolników, a nie właścicieli ziem, gdyż tylko w ten sposób będą prawidłowo wykorzystane. Niezmiernie ważną kwestią jest ustalenie wysokości rezerwy kryzysowej na lata 2014-2020, która zabezpieczy sektor żywności. Dyscyplina finansowa jest w nadchodzących latach niezbędna, lecz należy zwrócić uwagę, że ochrona sektora żywności jest priorytetem dla unijnej polityki. Dlatego też uważam, że planowana rezerwa powinna być utrzymana przynajmniej na obecnym poziomie.

 
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