Presidente. − L'ordine del giorno reca in discussione congiunta su
– la relazione di Leonardo Domenici, a nome della commissione per i problemi economici e monetari, sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n. 1060/2009 relativo alle agenzie di rating del credito (COM(2011)0747 - C7-0420/2011 - 2011/0361(COD)) (A7-0221/2012), e
– la relazione di Leonardo Domenici, a nome della commissione per i problemi economici e monetari, sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 2009/65/CE concernente il coordinamento delle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative in materia di taluni organismi d'investimento collettivo in valori mobiliari (OICVM) e la direttiva 2011/61/UE sui gestori di fondi di investimento alternativi per quanto riguarda l'eccessivo affidamento ai rating del credito (COM(2011)0746 - C7-0419/2011 - 2011/0360(COD)) (A7-0220/2012)
Leonardo Domenici, relatore. − Signor Presidente, onorevoli colleghi, volevo chiederle di prendere nota del fatto che vorrei utilizzare il mio tempo di parola nel modo seguente: cinque minuti per l'introduzione e due minuti per un breve intervento conclusivo e i doverosi ringraziamenti.
Arriviamo a questa discussione e al voto in Aula sul terzo regolamento per le agenzie di rating e sulla direttiva ad esso collegata dopo un cammino lungo, complicato e faticoso. Se consideriamo la complessità di questo percorso, gli ostacoli incontrati e la distanza iniziale, molto marcata e ampia, con le posizioni del Consiglio, possiamo dire che la conclusione cui siamo giunti è sicuramente positiva anche se, certo, alcuni di noi avrebbero preferito approvare provvedimenti più incisivi e di maggiore impatto, mentre invece abbiamo assistito a forti tentativi di limitazione e ridimensionamento di alcune delle misure di riforma proposte, in particolare a causa della volontà conservatrice espressa dal Consiglio.
Mi riferisco soprattutto a proposte importanti e innovative avanzate dalla Commissione, quali per esempio la responsabilità civile per le agenzie di rating e l'obbligo di rotazione, cioè di cambiare agenzia di rating da parte del cliente ogni tre anni, proposte di cui, grazie all'impegno del Parlamento europeo, si è evitata la cancellazione e si è mantenuto il principio nel regolamento, pur dovendo accettare una riduzione della loro portata e il cambiamento di alcuni aspetti significativi.
Si tratta indubbiamente di una situazione paradossale a mio parere: molto probabilmente non avremmo avuto questo nuovo regolamento sulle agenzie di rating, il terzo in poco più di tre anni, se non ci fosse stata la polemica sul rating dei debiti sovrani. Ma quando si è trattato di entrare nel merito, di proporre nuovi provvedimenti e di agire concretamente, molti governi hanno tirato il freno a mano e addirittura fatto retromarcia. Eppure sono stati gli stessi governi, gli stessi esponenti politici nazionali ed europei che hanno attaccato con forza le agenzie di rating, considerandole esplicitamente responsabili di favorire la speculazione sui debiti sovrani con le loro scelte, i loro comunicati e i loro comportamenti ritenuti assai poco responsabili.
Perché questa contraddizione? A meno che i nostri governi e il Consiglio non siano vittime di una sorta di sindrome di Stoccolma, credo che le ragioni siano soprattutto due: la prima è che le agenzie di rating svolgono un'attività di lobbying molto efficace; la seconda è che tutto sommato talvolta è utile avere qualcuno da criticare e attaccare quando le cose non vanno bene e ci sono dei problemi. Ma il gioco è rischioso e la tendenza a lasciare la situazione così com'è può portare a consolidare la dipendenza delle istituzioni pubbliche stesse dai giudizi delle agenzie di rating.
Tuttavia, con questo nuovo regolamento, facciamo passi in avanti anche – e non soltanto però – sulla questione dei debiti sovrani, soprattutto grazie al contributo del Parlamento europeo. La fissazione di un calendario preventivo per i rating cosiddetti unsolicited (non richiesti), sui debiti sovrani; il divieto di indicazioni volte a influenzare le politiche da attuare e perseguire da parte dei governi; una maggiore trasparenza e responsabilizzazione riguardo alle metodologie utilizzate per il rating e, soprattutto, l'avvio di un percorso per giungere a una valutazione interna da parte dell'Unione europea sull'affidabilità di credito degli Stati membri e, in prospettiva – vedremo – la possibilità dell'istituzione di un'agenzia europea pubblica per il rating del debito sovrano, sono tutte novità importanti contenute nel nuovo regolamento, novità pienamente coerenti con l'ispirazione di fondo di questo provvedimento, che è quella di favorire il rating interno, di avere una pluralità di voci affidabili e comparabili al servizio degli investitori e di mettere quindi in discussione la condizione di oligopolio che ha caratterizzato fino ad oggi l'offerta del rating.
A tutto questo bisogna aggiungere le misure per superare tutte le norme presenti nella legislazione europea che obbligano a fare riferimento al rating esterno, e ancora norme più precise sul conflitto di interessi e sulla qualità del rating prodotto, oltre alle già citate rotazioni e responsabilità civile. Il provvedimento che oggi discutiamo va dunque nella direzione giusta ma richiederà ancora molto lavoro in fase di applicazione. Abbiamo bisogno di verificare eventuali conseguenze indesiderate e di raggiungere obiettivi – che abbiamo indicato nel regolamento – che hanno lo scopo, insieme a altri tanti altri provvedimenti discussi e da discutere in questo Parlamento, di riformare i mercati e avere un sistema finanziario più trasparente, più responsabile e più democratico.
Lucinda Creighton, President-in-Office of the Council. − Madam President, since this is the first occasion at which I have had the honour and great pleasure to address the plenary session of the Parliament, allow me to say how much I am looking forward to working with you all over the next six months. I am confident that through good cooperation and indeed a spirit of trust and confidence Council and Parliament can deliver the results which I think Europe’s citizens expect from their institutions.
This afternoon’s debate concerns the agreement reached on the Credit Ratings Agency package as you know and let me from the outset express our sincere thanks to the rapporteur, from whom we have just heard, Mr Domenici, and the shadow rapporteurs for the excellent work which they have put into this file. I would also like to thank Sharon Bowles as Chair of the Committee on Economic and Monetary Affairs, as well as to particularly pay tribute to my Cypriot colleagues who have worked hard to bring this dossier to a successful conclusion in November last year.
This legislative package will be another step towards better regulation of the financial services industry. Credit ratings agencies are a very specific sector, and this set of amendments to the existing European legislative framework is an important development, especially in the current circumstances.
It is also a logical continuation of the work carried out in 2011, when the Credit Ratings Regulation was first amended in order to bring the credit ratings agencies under the supervision of the European Securities and Markets Authority. The agreement reached towards the end of last year contains a number of very important elements: firstly, there will be a reduction in the role CRAs play in sovereign risk ratings. Unsolicited sovereign ratings will have to be issued in accordance with a calendar and up to three times a year.
In order to ensure better investor protection, we have agreed on a minimum European standard, so that where there have been cases of intentional or negligent infringement of the law by CRAs, investors will be entitled to compensation for damages if investment decisions have been negatively influenced as a result.
Competition will be increased in a market which has to date been dominated by a small number of very large CRAs. This will require us to test the regime of mandatory rotation of agencies, initially only affecting a limited range of instruments, but with the possibility of extending these to cover a wider range of instruments in due course.
Transparency regarding structured finance instruments will increase. For example, issuers will be required to engage at least two different credit rating agencies to rate such instruments. Furthermore, there will be greater disclosure of information about underlying assets and this should increase the number of unsolicited ratings and so increase competition.
Where there is a risk of conflict of interest, disclosure rules on shareholdings will be enhanced. The size of direct and indirect shareholdings in CRAs will be limited. We all know that the ‘issuer pays’ model has some flaws, and that relationships between the shareholders of credit rating agencies and the rated entities risk creating conflicts of interest. This was not adequately addressed under the existing rules and we have therefore agreed to strengthen the independence of CRAs.
We have also reduced excessive reliance on credit ratings in the markets. We have agreed on safeguards that will prevent financial instruments from relying solely or too mechanically on credit ratings when they take investment decisions.
The work on reducing over-reliance on credit ratings in the European law will continue. The Council considers that this new regulation constitutes a very serious step in that direction and in the development of a wider range of alternatives to credit ratings. We are also convinced that we are making good progress in achieving greater competition in the credit ratings sector over the medium term.
In our view, the text agreed towards the end of last year constitutes a very good balance. It is the product of hard work by all concerned, and an excellent level of cooperation between our two institutions. I commend the outcome to this House, and very much hope that it will secure strong support when you vote on it tomorrow.
Michel Barnier, Membre de la Commission. − Madame la Présidente, Mesdames et Messieurs les députés, Monsieur le rapporteur, Madame la Ministre, nous allons franchir ensemble une étape supplémentaire, nécessaire, de ce grand mouvement qui veut, avec vous, et comme l'a souhaité le G20, que chaque acteur financier – et c'est bien d'acteurs financiers majeurs dont nous parlons avec l'agence de notation –, chaque secteur, chaque produit fassent l'objet le plus vite possible d'une régulation publique, et cela, pour remettre l'ensemble de ces acteurs, de ces produits, de ces secteurs au service de l'économie réelle des entreprises, de l'emploi.
Notre détermination est intacte et doit le rester, à tirer toutes les leçons des crises qui sont, nous le savons bien, successives mais aussi interconnectées les unes aux autres, et c'est bien dans cet esprit que nous avons apporté, ensemble, de premières réponses depuis deux ans. C'est particulièrement le cas, Mesdames et Messieurs les députés, pour les agences de notation de crédit, face auxquelles nous devions être aussi réactifs que possible.
Je partage le point de vue de votre rapporteur, M. Domenici, sur ce point. Ces agences ont pu contribuer à la volatilité des marchés et à la spéculation.
Je veux remercier le Parlement européen pour son travail, pour la rapidité de ce travail et pour la coopération intense que nous avons entretenue sur toutes ces nouvelles initiatives législatives.
Nous n'avons pas fini notre travail; voilà pourquoi je le dis à Lucinda Creighton: je remercie la Présidence irlandaise. Nous avons pu vérifier, jeudi dernier, sa détermination à aller de l'avant sur tous les autres textes qui sont désormais sur votre table et sur celle des ministres.
Puis, je remercie votre rapporteur, M. Domenici, les rapporteurs fictifs, Jean-Paul Gauzès, Sven Giegold, Wolf Klinz, Ashley Fox, tous ceux qui ont travaillé sur ce texte, pour leur engagement et le compromis dynamique auquel nous sommes parvenus à partir de la présentation de la proposition de la Commission.
Je voudrais insister sur six points qui viennent, d'ailleurs, d'être rappelés par la présidence et Lucinda Creighton.
D'abord, le calendrier pour la notation de la dette souveraine. Je suis, en particulier, heureux du compromis obtenu sur l'encadrement de la notation des dettes souveraines. Nous avons tous en mémoire certains épisodes regrettables observés au cours de l’année passée. Nous voulons mettre un terme aux risques de désorganisation, de déstabilisation des marchés, en réglementant les publications quelquefois intempestives, des notations souveraines.
Les agences de notations devront dorénavant établir un calendrier annuel des notations, qui comportera un maximum de trois notations non sollicitées de la dette souveraine. Ces notations seront publiées le vendredi après la clôture des marchés et au moins une heure avant leur ouverture.
Enfin, la notation de la dette souveraine se fera dans un cadre de transparence. Là encore, c'est un mot-clé pour l'ensemble de nos propositions. Les États, comme les investisseurs, auront accès aux éléments sur lesquels se base la notation.
Deuxième point, réduire la dépendance aux notations externes. Le nouveau cadre que vous allez approuver va réduire et, à terme, éliminer la dépendance au recours excessif aux notations de crédit. En pratique, les établissements financiers ne pourront plus se fier, exclusivement, et, parfois aveuglément, aux notations de crédit, pour leurs investissements. Ils devront réviser leurs règles internes pour éliminer les références aux notations, lorsque celles-ci risquent d’avoir – cela a été le cas quelquefois – des effets mécaniques.
La Commission va évaluer la situation sur le marché avant la fin 2015, particulièrement l'existence des alternatives pour les notations de crédit. Pourrons-nous aller plus loin, éliminer toutes les références aux notations externes vers 2020, s'il y a suffisamment d'alternatives disponibles? En tout cas, nous allons – je vais – travailler sur ce point avec le même volontarisme.
Troisième point, la protection des investisseurs et des émetteurs, avec un régime de responsabilité civile, qui est introduit par le compromis, au niveau de toute l'Union européenne. Il s'agit là d'une mesure essentielle, au regard de l'impact que la notation peut avoir, tant sur celui qui fait l'objet de la note – l'émetteur ou l'État – que sur les investisseurs, les marchés et l'économie européenne, en général.
Dorénavant, les agences de notation pourront être tenues pour responsables de leurs erreurs, ce qui est la moindre des choses, lorsqu'il s'agit de négligences graves ou de violations intentionnelles de la législation. C'est une avancée majeure pour la protection des investisseurs et la protection des émetteurs. Nous rendrons ainsi les agences de notation plus responsables de ce qu'elles font.
Quatrième point, la limitation de l'actionnariat. Nous savons que la composition de l'actionnariat et les participations détenues par les agences de notation peuvent être à l'origine de conflits d’intérêts. C'est un risque qui n'est pas théorique. Il peut avoir un effet négatif sur la qualité de la notation. Voilà pourquoi le règlement prévoit des obligations de transparence, mais également des limitations formelles quant à la composition de l'actionnariat.
Pour assurer l'indépendance des agences et une bonne évaluation des risques, une obligation de transparence est instituée; elle s'applique dans plusieurs situations: lorsque l'agence a des intérêts dans l'entité notée ou ses produits; lorsque l'entité notée est actionnaire de l'agence ou, enfin, dans les cas où les actionnaires de l'agence ont des intérêts dans l'entité notée ou les produits.
Une telle obligation de transparence s'imposera aux actionnaires dépassant 5 % du capital d'une agence et, au-delà du seuil de 10 %, il y aura interdiction de noter. En outre, la participation d'un même investisseur dans plusieurs agences est limitée à un seuil de 5 % par agence.
Cinquième point, l'ouverture du marché de la notation. Pour introduire davantage de concurrence – j'y tenais, je m'y étais engagé devant vous – en cas de notation multiple, les émetteurs sont encouragés à recourir à, au moins, une agence plus petite de notation, selon le principe "appliquer ou expliquer".
Une obligation de rotation après une période de quatre ans est également introduite pour une certaine forme de produits structurés, s'agissant de la retitrisation. Cette mesure constitue, à mes yeux, un premier test. Elle fera l’objet d’une évaluation par la Commission, qui vous sera soumise, et qui pourra, éventuellement, conduire à un élargissement du champ d’application du principe de la rotation.
Enfin, le sixième point, la plate-forme européenne de notation à laquelle, je le sais, beaucoup d'entre vous sont très attachés. Les notations seront publiées sur une plate-forme européenne de notation. Cette mesure va renforcer la visibilité et la comparabilité des notations des instruments financiers et aidera les investisseurs, précisément, à effectuer leur propre évaluation de solvabilité.
En outre, en raison de la complexité des instruments financiers structurés et du rôle qu'ils ont joué dans la crise financière, le projet de règlement oblige les émetteurs de produits structurés à publier davantage de données sur la performance des actifs sous-jacents.
Pour répondre à la demande du Parlement européen, la Commission présentera, fin 2016, sur la base de l'évolution du marché, un rapport au Parlement européen et au Conseil, sur le bien-fondé d'une éventuelle Agence européenne de notation de crédit, dédiée à l'évaluation de la solvabilité des États membres et de leurs dettes souveraines.
La Commission étudiera, également, l'idée alternative d'une Fondation européenne de notation du crédit pour les notations d'entreprise et les produits financiers structurés.
Mesdames et Messieurs les députés, comme l'a dit votre rapporteur et comme l'a souligné la présidence, le cadre législatif nouveau, qui vient compléter les précédents textes que nous avions mis en œuvre ensemble sur les agences de notation, répond à un engagement pris par l'Europe, dans le cadre du G20. Il propose un ensemble de mesures complémentaires – je le crois, efficaces – qui conduiront à l'un de nos objectifs, qui est de renforcer la transparence et la stabilité des marchés financiers.
Je vous remercie non seulement de votre attention, mais aussi de la part que votre Parlement a prise dans l'élaboration de ce texte et dans l'amélioration de son contenu.
Sebastian Valentin Bodu, Raportor pentru aviz Comisia pentru afaceri juridice. − În calitate de raportor din umbră al Grupului PPE, am fost de acord, împreună cu ceilalţi raportori, inclusiv cu raportorul principal pentru aviz, ca opinia comisiei noastre să se concentreze pe un singur aspect din propunerea de regulament a Comisiei, şi anume răspunderea civilă. Deşi comisia noastră putea să facă amendamente pentru orice articol din propunerea Comisiei, deşi era vorba de un simplu aviz adresat comisiei competente în fond, în speţă ECON, am hotărât, de comun acord, să renunţăm la orice fel de alte amendamente, atât noi, raportorii, cât şi ceilalţi membri ai comisiei noastre, în afara celui privind răspunderea civilă.
Motivul pentru care am luat o astfel de decizie, decizie comunicată Comisiei ECON, a fost acela de a concentra întreaga noastră preocupare şi competenţă către un aspect juridic 100% şi care, în mod normal, ar fi trebuit să fie în competenţa JURI, ca şi comisie principală. Însă, deoarece obiectul propunerii Comisiei îl constituie reglementarea unor instituţii financiare, comisia competentă în fond este ECON şi respectăm această regulă.
Aşadar, comisia noastră a renunţat, aşa cum spuneam, la a depune amendamente pe chestiuni privind rotaţia externă a agenţiilor de rating, structura acţionariatului sau conflictul de interese, chiar dacă cel puţin ultimele două aspecte ar fi fost în aria noastră de competenţă, dacă agenţiile de rating nu ar fi fost considerate instituţii financiare.
În ceea ce priveşte răspunderea civilă, comisia noastră a considerat că o răsturnare a sarcinii probei este o propunere cel puţin neinspirată din punct de vedere juridic, fiind în contradicţie cu principiul păstrat din chiar dreptul roman: cine face o afirmaţie trebuie să o demonstreze. În continuare, comisia noastră a argumentat şi alte motive pentru care o răsturnare a sarcinii probei este nefericită. Din păcate, Comisia ECON nu a ţinut de opinia Comisiei JURI, deşi se concentra pe un singur aspect, aşa cum spuneam. Desigur că, formal, este dreptul Comisiei ECON de a prelua sau nu elemente din opinia unei comisii pentru aviz.
În final, vreau să salut rezultatul trialogului, în urma căruia s-a revenit la forma tradiţională a răspunderii civile în ceea ce priveşte sarcina probei.
PRESIDE: ALEJO VIDAL-QUADRAS Vicepresidente
Cecilia Wikström, föredragande av yttrande från utskottet för rättsliga frågor. − Herr talman! Jag skulle vilja tacka föredraganden och kommissionsledamoten Barnier och berätta att vi i det rättsliga utskottet länge hade svårt att finna politisk enighet kring en text. Därför valde vi att begränsa oss till frågan om civilt skadeståndsansvar för kreditvärderingsinstituten. Det gladde mig mycket att vi till slut kunde enas kring en gemensam ståndpunkt som samlade ett i princip enigt utskott.
Därför var det med viss besvikelse jag noterade att ekonomiutskottet valt att ignorera det arbete som vi utförde i det rättsliga utskottet. Jag tror att en bättre kommunikation mellan utskotten i framtiden vore nyttigt för att undvika liknande situationer.
Trots allt är det med tillfredsställelse jag ser att överenskommelsen åtgärdat de problem som fanns med det civilrättsliga skadeståndsansvaret. Det är glädjande att den omvända bevisbördan nu har försvunnit och att förhållandet till nationell rätt och de instrument som finns på den internationella civilrättens område har blivit förtydligade. Med det tackar jag för ordet.
Ildikó Gáll-Pelcz, a PPE képviselőcsoport nevében. – Tisztelt Miniszter Asszony, Tisztelt Biztos Úr! Ez a téma nem egy új keletű téma, hanem csak újra és újra napirendre kerül. Bár látszólag az intézmények folyamatosan foglalkoznak ezzel a kérdéssel, azonban a témának a megnyugtató lezárására egyáltalán nem került sor. A hitelminősítőknek a tevékenysége, mint ahogy a „rapporteur” is már említette, köztudottan sokszor milliárdokban mérhető károkat okozott az Európai Unió gazdaságának, különösen egyes tagállamok gazdaságának. Másrészt pedig – egyetértek biztos úrral – túlértékelt szerepük miatt jelentős függőséget is eredményezett a működésük.
A jelentéstevő számos ponton innovatív ajánlásokat fogalmaz meg, amikkel maximálisan egyetértek, így például felveti a nem kezdeményezett államadósság-minősítések tilalmát, megvizsgálná, hogy az egyes hitelminősítő intézmények minősíthetnek-e egyáltalán tagállami hitelképességet, vagy a részvényesi érdekeltség kérdése, vagy a minősítések engedélyezésének kötelező jellege is. Ezért a holnap szavazásra kerülő jelentést mindenképpen támogatom, és támogatásra is javaslom.
Azonban annak érdekében, hogy a jövőben teljesen át tudjuk látni, és uralni is tudjuk ezt az európai piacokon meglévő helyzetet, nem csak megfigyelőként kell részt vennünk ebben a folyamatban, hanem aktív részesként is. Ennek a folyamatnak az első lépéseit tesszük meg ezzel a jelentéssel. Ennek nagyon dicséretes és jó kezdeményezése például a belső minősítéseknek a megteremtése, amely alapja lehet egy későbbiekben kialakítandó európai szintű, európai uniós központú hitelminősítő intézetnek. Azért fontos ez a hitelminősítő intézet, hogy ne csak rövidtávon vagy éppen önös érdekek mentén cselekedjenek a hitelminősítők, hanem kezelni is tudjuk ezeket a folyamatokat, és ne tüntessék fel rosszabb színben egyéb érdekek mentén például a pénzpiaci eseményeket. Összegezve, gratulálok a jelentéstevőnek, ez a jelentés mindenféleképpen hasznos és előremutató, egy jó út, a megkezdett folyamatot folytatni kell, és ha szükséges meg kell tenni a lépéseket az európai központú hitelminősítő intézet felállítására.
Evelyn Regner, im Namen der S&D-Fraktion. – Herr Präsident! Wir haben eine lange Liste für das Versagen von Ratingagenturen: Lehman Brothers, IKB, Hypo Real Estate, Enron und so weiter. Bei jedem dieser Debakel waren die Ratingagenturen aktiv dabei und haben für ihre Fehlentscheidungen nicht gehaftet. Die Dominanz der drei großen Bonitätswächter hält trotz dieser Skandale weiter an. Wir können Ratingagenturen nicht verbieten. Was wir aber tun können, ist, die Spielregeln zu ändern, und zwar so zu ändern, dass es Alternativen zu den drei großen Agenturen gibt.
Der Bericht vom Kollegen Domenici enthält viele positive und sehr wertvolle Elemente. So sind das Fusions- und Übernahmeverbot für Ratingagenturen, die einen Marktanteil von mehr als 20 % haben, die Beweislastumkehr und die Festlegung des Gerichtsstands als des gewöhnlichen Aufenthaltsorts des Geschädigten besonders hervorzuheben. Was ich aber bedauerlich finde, ist, dass die Haftung samt Beweislastumkehr nicht für Emittenten gelten soll. Finanzvermittler sollen ihre Kunden aber darauf hinweisen, dass bei der Bewertung der Kreditwürdigkeit eines Emittenten oder eines Finanzinstruments zwar Ratings herangezogen werden, diese jedoch nicht dazu geeignet sind, das Risiko ausreichend zu bewerten.
Nach wie vor ist unklar, welcher Anteil der Bonitätseinstufung nun tatsächliche Bilanzierung, also Mathematik, und welcher Anteil Meinung ist. Wir müssen dafür sorgen, dass diese undurchschaubaren Ratings nur als eine der vielen Informationen für die Entscheidungsfindung gelten. Sie dürfen keinen Sonderstatus genießen und die Entscheidung von Wirtschafts- und Finanzakteuren durch gefährliche prozyklische Effekte automatisch beeinflussen.
Daher hat die Idee einer internen Ratingkapazität meine volle Unterstützung. Im Übrigen bin ich der Meinung, dass wir uns trotzdem schrittweise bemühen sollten, es eines Tages zu schaffen, eine europäische, möglichst eine öffentliche Ratingagentur zustande zu bringen.
(Die Rednerin ist damit einverstanden, eine Frage nach dem Verfahren der „blauen Karte“ gemäß Artikel 149 Absatz 8 Geschäftsordnung zu beantworten.)
Hans-Peter Martin (NI), Frage nach dem Verfahren der blauen Karte. – Danke für die Ausführungen, die ja doch offengelegt haben, dass die Macht dieser so verhängnisvollen Ratingagenturen, in die wir von der Politik sie ja ursprünglich erst hineingebracht haben, weil wir ihnen die Verbindungen eröffnet haben, dass bestimmte Finanzentscheidungen je nach Abhängigkeit eines Ratings getroffen werden müssen, nicht gebrochen ist.
Woran liegt es, dass es weiterhin keine unabhängige europäische Agentur gibt, und woran liegt es, dass die Marktmacht der großen Drei nicht, wie so viele gefordert haben, von 80 auf 25 % des zu begutachtenden Volumens reduziert worden ist?
Evelyn Regner (S&D), Antwort auf eine Frage nach dem Verfahren der blauen Karte. – Sehr geehrter Herr Martin! Sie kennen die Machtverhältnisse hier in diesem Europäischen Parlament. Und ich hoffe, Sie wissen sehr genau, dass gerade die sozialdemokratische Fraktion alles tut, was nur irgendwie möglich ist, um es zu ermöglichen, dass die Ratingagenturen wichtige player zur Seite gestellt kriegen, d. h. dass es viele Ratingagenturen gibt und entsprechend Wettbewerb herrscht und dass auf der anderen Seite die Macht gebrochen wird. An der Fraktion der Sozialdemokraten wird das nicht scheitern. Wir bringen uns rund um die Uhr ein. Ich selbst habe in meiner Stellungnahme zu einem anderen Bericht zu den Ratingagenturen – weil wir ja das Thema schon schrittweise mehrfach behandelt haben – dafür plädiert, die Macht dieser Agenturen zu brechen und dementsprechend Vorschläge zu machen. Aber wie Sie wissen, gibt es eben entsprechende demokratische Mehrheitsverhältnisse, die das bisher nicht ermöglicht haben. An mir und an den Sozialdemokraten soll es jedenfalls nicht scheitern.
Wolf Klinz, im Namen der ALDE-Fraktion. – Herr Präsident, liebe Kolleginnen und Kollegen! Die Ratingagenturen haben maßgeblich zur Entstehung der globalen Finanzkrise und zu einer Verschärfung der europäischen Schuldenkrise beigetragen. Viele Anleger – institutionelle und private – haben eine Menge Geld verloren. Sie haben darauf vertraut, dass Ratingagenturen professionell arbeiten und dass auf ihr Urteil Verlass ist. Die Wirklichkeit sah anders aus. Die Ratingagenturen hatten ihr Hauptaugenmerk darauf, ihre Geschäftsbasis, so schnell es ging, zu erweitern und ihre Gewinne zu erhöhen, obwohl sie ohnehin schon über überdurchschnittliche Gewinnmargen verfügt haben. Sie sahen ihre Mitschuld anfangs überhaupt nicht ein und dann nur in kleinen Teilen. Sie haben deshalb auch darauf verzichtet, eine Selbstverpflichtung zu entwickeln, die Aussicht gehabt hätte, ihr Verhalten in Zukunft zu verändern.
Deshalb war klar, dass die Politik auf den Plan treten musste. Die Bürger und Wähler haben erwartet, dass wir hier handeln. Wir haben gehandelt. Das Paket, das wir morgen zur Abstimmung stellen, ist sicherlich ein guter und richtiger Schritt in die richtige Richtung. Er wird vieles verändern, er wird natürlich nicht alle Schwachstellen beheben. Vieles von dem, was positiv anzumerken ist, ist vom Kommissar, von der irischen Ministerin und vom Berichterstatter schon berichtet worden. Im Einzelnen können wir sagen, die Arbeit der Ratingagenturen wird transparenter, sie wird objektiv nachvollziehbar, die Methoden werden erstmals überprüfbar werden, sie werden in der Haftung stehen und die Abhängigkeit wird im Laufe der Zeit zügig zurückgehen.
Die Hauptschwäche unseres jetzigen Systems ist, dass wir zu wenig Wettbewerb haben; die Vorredner haben es erwähnt. Wir haben nach wie vor eine Oligopolstruktur, die bleibt für eine Vielzahl von Jahren. Es ist uns leider nicht gelungen, überzeugend die Basis für die Errichtung einer europäischen Ratingagentur in Form einer Stiftung zu gründen. Ich bin gegen eine öffentliche Einrichtung, weil die nicht objektiv wäre, ich bin für eine Ratingagentur in Form einer Stiftung. Da ist es leider bisher nicht gelungen, privates Kapital zu mobilisieren. Ich hoffe, dass sich das in Zukunft ändern wird.
Sven Giegold, im Namen der Verts/ALE-Fraktion. – Herr Präsident, Herr Kommissar, Herr Berichterstatter, Kolleginnen und Kollegen! Dieser weitere Schritt zu einer verstärkten Aufsicht und Reglementierung im Bereich der Ratingagenturen ist willkommen. Es ist jetzt das dritte Mal, dass wir uns seit der Krise damit befassen. Immer geht es einen Schritt vorwärts. Wir haben auch hier einige Verbesserungen. Der Kalender für Ratings ist sinnvoll, um dafür zu sorgen, dass Ratings in Zukunft nicht mehr termingerecht politisch aufgebracht werden, sondern dann, wenn sich tatsächlich in dem Land etwas ökonomisch verändert hat.
Auch ist zu erwähnen, dass wir erstmals vorgeschlagen haben, dass die Ratings, die auf Buchstaben basieren, ergänzt werden sollen durch ein System, das numerisch ist und damit, was Ausfallwahrscheinlichkeiten angeht, wesentlich rationaler ist als ein System, das an Buchstaben festgemacht ist, bei dem es scheint, als ob der Unterschied zwischen A+ und triple A riesig wäre, was in Wirklichkeit gar nicht der Fall ist. Es ist übrigens das erste Mal, dass ein Vorschlag von Finance Watch seinen Weg in die europäische Rechtsetzung gefunden hat.
Man muss allerdings auch sagen, dass einige der Vorschläge nicht so weit gehen, wie man sich das wünschen würde, etwa das Prinzip der Haftung. Viele versprechen sich viel davon, aber man muss doch erst mal sagen, dass es schwierig ist, grobe Fahrlässigkeit nachzuweisen. Man sollte nicht so tun, als ob dies sehr große Änderungen bringt. Es sind auch noch weitere positive Elemente im Bericht.
Man muss leider auch sagen, dass die Erfahrung, in diesem Trilog zu sitzen, doch eine recht bittere Geschichte war. Der Berichterstatter hat es angedeutet: Immer wieder hat das Parlament fraktionsübergreifend Vorschläge gemacht, wie man die Vorschläge verschärfen kann. Ich will auch sagen, dass das nicht an der Kommission gescheitert ist. Aber der Rat kannte nur eine Antwort, und die Antwort war nein. Ob es nun darum ging, Umweltrisiken systematisch in die Ratings einzubauen, Interessenkonflikte schärfer zu regulieren, ob es darum ging, eine gemeinsame Besteuerung in Europa zu koordinieren, um 40-prozentige Umsatzrenditen des Ratingoligopols endlich zu besteuern und dieses Geld z. B. einzusetzen, um eine europäische Ratingstiftung zu gründen: All das wurde abgelehnt.
Insofern bleibt uns nur die Hoffnung, dass wir dieses Ratingoligopol, das sich durch diese Regulierung nicht aufbrechen wird, verändern können durch die Prüfungen, die Sie, Herr Kommissar, zugesagt haben. Ich bitte Sie, gründlich zu prüfen, die Alternativen zu diesem Ratingsystem in den Blick zu nehmen, damit wir irgendwann wirklich eine andere Marktstruktur bekommen, die einer sozialen Marktwirtschaft würdig ist.
Ashley Fox, on behalf of the ECR Group. – Mr President, I wish to thank the Commissioner. This is the third piece of legislation we have discussed on credit rating agencies since the crisis. I hope it will be the last for some time, because the Commission is still implementing the first two pieces. I sometimes think we are too ready to pass legislation before we have seen the effect of the legislation we have already passed.
Let us be clear: credit rating agencies have been guilty of bad practice, especially in relation to the US subprime crisis, but they were not responsible for the current euro crisis. That was caused by the poor construction of the euro in the first place and bad and unsound economic policies pursued by Greeks and other governments. I sense in this Chamber a certain sense by which they want to pass the blame for overspending by national governments onto the credit rating agencies and in that regard I think a European credit ratings agency would be a disaster. Funded by the taxpayer, regulated by the Commission – who in the market would believe a word that it ever said?
There are some small measures in this legislation which are useful. The measures to increase competition are good, the measures to reduce over-reliance on ratings are useful and there are also the measures to prevent and deal with conflicts of interests. But I am afraid that an awful lot of this legislation is legislating for the sake of it and it will not correct the harm, which is that too many governments in Europe are spending and borrowing too much.
Godfrey Bloom, on behalf of the EFD Group. – Mr President, this is a very complicated subject. Of course the credit rating agencies were not blameless in the subprime crisis, nor in the credit crunch that followed. Lord knows I have castigated them in this Chamber enough, but since 2008 they have improved. They have been honest with the markets about the worthless government debt of Greece, Ireland, Portugal, Spain, if not yet the United Kingdom and the United States.
But are we to crush the rating agencies with regulation? Recall how they rate government debt: you require the rating agencies to get the prior approval of the regulator, ESMA, for their methodologies so that you can manipulate the calculations behind the scenes. Then, in order to control when they publicise their work, you force the rating agencies to disclose to ESMA the dates on which they are going to provide ratings on government debt and to limit those dates to three times a year. This is so that you will not suffer the embarrassment of a downgrade or negative outlook just before a critical auction of government paper. Then, to control where the rating agencies work, you insist that some of the work is done in the jurisdiction of government debt so that you can intimidate the analysts in the same way that the offices of credit rating agencies have been raided by government bodies in places such as Italy. Then, to control who does the work, you insist not only on the rotation of credit rating agencies themselves, but also on the individual analysts who work and have experience on particular debt and the assets that back them. Finally, to control the purpose of providing credit ratings, you seek to remove references to and reliance upon ratings, both within the workings of government and in private investment funds.
Much of this is actually an attack on free speech. The world is watching you, frankly. Can you be trusted? I believe that this is a regulation to castrate the rating agencies and turn them into government eunuchs to vainly protect the chastity of the euro, a currency born out of wedlock and without a dowry. I fear that we will find ourselves back exactly in the position where we started.
Marisa Matias, em nome do Grupo GUE/NGL. – Eu quero começar por felicitar o relator. Penso que algumas das matérias que foram avançadas pela proposta do Parlamento vão na boa direção, nomeadamente no que diz respeito a maior regulação e também a uma menor dependência das dotações fornecidas pelas agências de rating, e penso mesmo que esses são passos positivos numa direção certa para controlarmos o problema que temos relativamente às agências de rating.
Mas, dito isto, eu quero salientar dois problemas de fundo que me parecem continuar a persistir: o primeiro tem a ver com a própria proposta da Comissão, e já vem na proposta inicial, que é o facto de a Comissão ter decidido construir a diretiva com base no modelo do emitente pagador, o que, no meu entender, é inaceitável. Eu penso que, enquanto as agências de rating viverem do pagamento das entidades que pedem a nota, ou seja viverem do dinheiro de quem necessita da nota, são mais do que legítimas todas as dúvidas relativas à isenção e aos critérios que são aplicados por estas agências. Acho que há um exemplo muito simples que mostra isto, o que é que nós diríamos de um jogo de futebol, ou de um campeonato de futebol, onde os árbitros são pagos pelas equipas? Não achamos que é muito normal. Também aqui me parece que não é normal.
E o segundo tem a ver com as dívidas soberanas. Eu penso que a única solução legítima e verdadeira seria retirar as dívidas soberanas da notação. É porque, cada vez que uma agência de rating baixa a nota de um país, os juros aumentam, alguém ganha com o aumento desses juros e é um bocado a história do ovo e da galinha: não se sabe muito bem se é a nota baixa que provoca a crise, se é a crise que provoca uma nota ainda mais baixa.
E portanto, dito isto e terminando, Senhor Presidente, para dizer que eu penso que, infelizmente, esta proposta da Comissão o que faz é mudar alguma coisa para que tudo fique na mesma.
Hans-Peter Martin (NI). - Herr Präsident! Ich bin enttäuscht darüber, dass die Macht der Banken, der Ratingagenturen auch mit dieser Verordnung nicht gebrochen wird, dass es keine neue so richtig unabhängige Ratingagentur geben wird, und dass auch das von den drei Großen beherrschte Machtvolumen nicht von 80 auf 20 bis 25 % sinkt. Warum, habe ich gefragt. Und ich denke, da muss man über den Widerstand sprechen.
Er kommt von den so aktiven Lobbyisten der deutschen Kreditwirtschaft mit ihrem Positionspapier, das uns vorgelegt wurde. Er kommt vom European Data Protection Supervisor. Er kommt vom Zentrum für Europäische Politik (CEP) mit dessen Positionspapier. Es kommt von den so überaus aktiven Lobbyisten von Moody’s, Fitch, Standard & Poor’s hier im Haus ein Einfluss daher. Und auch im Rat und in den anderen an der Entscheidungsfindung beteiligten Institutionen, gerade der Kommission, was eben genau dazu führt, dass wir da nicht vorankommen, wo wir vorankommen wollen. Er wird ergänzt durch das Positionspapier des European Parliamentary Financial Services Forum und die Stellungnahme des Deutschen Aktieninstituts, des Bundesverbandes der deutschen Industrie und des Verbandes der deutschen Treasurer, die allesamt sehr viel Geld investieren, damit möglichst vieles so bleibt, wie es war, und eben genau dort nicht angesetzt wird, wo man gesagt hat, dass etwas zu regulieren wäre.
Das ist bedauerlich. Wir werden noch mehr solche Verordnungen bekommen. Sie gehen in die Richtung, gehen aber nicht schnell genug. Das kostet die Steuerzahler sehr viel Geld und die Europäische Union Vertrauen. Notwendig wäre nicht nur eine Kontrolle der Ratingagenturen, sondern eine viel stärkere Kontrolle der Lobbyisten.
Diogo Feio (PPE). - Eu queria começar esta minha intervenção dando os parabéns aos vários intervenientes em todo este debate, começando pela Comissão e pelo seu Comissário Barnier e terminando, de uma forma muito especial, com o meu Colega Domenici que sempre demonstrou uma enormíssima abertura para com todos debater esta matéria. A primeira grande vitória que se traz desta aprovação é o começo da mudança da forma de ver as agências de rating, elas não são mais do que meros elementos de informação para o mercado e para os investidores, elas não podem ser mais do que isto. E o problema é que, até aqui, têm sido. Mas eu não posso deixar de salientar, olhando para a proposta, que ela é uma proposta que caminha para a clareza, a clareza, por exemplo, quando se defende a ideia de data preestabelecidas para os ratings das dívidas soberanas.
Em segundo lugar, ela caminha para uma melhor e maior informação sobre a dívida soberana, através de uma instituição europeia que seja responsável por dar os dados que têm as várias dívidas para que o mercado também as possa conhecer.
Em terceiro lugar, caminha para uma situação de melhor concorrência. A questão da concorrência não se resolve por via regulamentar, mas a modificação dos critérios quanto à determinação daquilo que são as ECAI, a possibilidade de uma rede de pequenas agências, a mitigação da rotação obrigatória são decisões no bom sentido. Também o é o reforço das regras da responsabilidade civil e as medidas que retiram excesso, excesso de efeitos àquilo que são as decisões das agências de notação financeira.
Estamos todos no bom caminho!
Peter Simon (S&D). - Herr Präsident, Herr Berichterstatter! Herzlichen Dank für die gute Zusammenarbeit in den letzten Monaten. Eines haben die Krisenjahre deutlich gezeigt: Ratingagenturen haben viel zu spät vor der Krise gewarnt, diese durch fragwürdige Äußerungen immer wieder verschärft und waren zu oft im Gewand der Politik unterwegs. Es ist höchste Zeit, dass wir nun hier Konsequenzen ziehen. Ich begrüße, dass der jetzt gefundene Kompromiss beispielsweise konkrete Zeitpläne für Länderratings vorsieht, und Schluss macht mit dem blinden Vertrauen von Finanzinstituten in die Urteile der Agenturen.
Leider gibt es aber auch Bereiche, in denen die Neuregelung wegen der Mitgliedstaaten im Rat hinter dem Notwendigen zurückbleibt. So darf der Anteilseigner einer Ratingagentur auch künftig Staatsanleihen von Staaten halten, die wiederum von seiner Ratingagentur bewertet werden. Ob diese Papiere sich positiv oder negativ entwickeln, hängt also ganz erheblich von dem Rating ab, das seine Agentur erstellt. Das ist für mich ein nicht hinnehmbarer Interessenkonflikt.
Parallele Interessenkonflikte haben wir beim Rating von Unternehmen. Auch künftig darf eine Ratingagentur Unternehmen beurteilen, obwohl ihre Anteilseigner am Unternehmen bis zu 9,9 % beteiligt sind. Und Unternehmen dürfen sich von Ratingagenturen bewerten lassen, solange sie weniger als 10 % an dieser Agentur halten. Das ist viel zu viel. Das schreit nach vorprogrammierten Interessenkonflikten. Bei der für 2016 vorgesehenen Revision der Vorschriften müssen wir alles daran setzen, diese Interessenkonflikte spätestens dann endgültig gesetzlich auszuschließen.
Olle Schmidt (ALDE). - Herr talman! Att skapa ordning och reda på finansmarknaderna har varit en av de viktigaste utmaningarna under finanskrisen. Kreditvärderingsföretagens roll i finanskrisen var betydande. Man misslyckades med att rätt bedöma värdet av komplexa finansiella produkter. Jag tycker att det är huvudproblemet, vilket också kommissionsledamoten var inne på. Institutens oberoende har också ifrågasatts med rätta.
Även en marknadsliberal som jag måste erkänna att instituten var bristfälligt reglerade och övervakade. Huvudproblemet var just de strukturerade produkterna. Bankerna måste i ökad utsträckning göra egna bedömningar av kreditrisk och inte enbart förlita sig på rating-institutens bedömningar.
Att återskapa förtroendet för instituten och öka transparensen på marknaden är viktigast samt öka konkurrensen och ge större makt till Esma. Att återställa förtroendet för den finansiella marknaden är en mycket viktig del i att åter få fart på tillväxten i Europa. Det här förslaget går i rätt riktning. Tack.
Vicky Ford (ECR). - Mr President, tomorrow in Westminster the Fresh Start Group of MPs will launch its manifesto. This manifesto describes possible changes to the UK’s relationship with the EU whilst staying in the single market. Instead of sweeping generalisations, Fresh Start looks at details and options, and I welcome this. The current proposal on rating agencies is just another example of why legislation designed by the eurozone should not be cut and pasted into the UK. The UK wants international investment, and when our rating is threatened, we try to improve the credit worthiness, not gag the agency. It is these details that can drive a wedge between a free-market, trading-nation vision of the EU, and a sometimes protectionist, often inflexible European Union.
To my colleagues from other countries, I say this: if you want to use the single currency to turn the single market into a federation, then the UK cannot be part of it, but if you want to keep the single market as a free market, then you should want to keep the UK in. If you want to do that, then you need to listen to the reformists when they ask for some renegotiations.
(The speaker agreed to take a blue-card question under Rule 149(8))
Pervenche Berès (S&D), question "carton bleu". – Monsieur le Président, chers collègues, j'ai parfois l'impression qu'il vous a échappé que l'euro était la monnaie de l'Union et que sans euro, il n'y aurait plus de marché intérieur. Vous prétendez, à longueur de journée, être tellement attachés au marché intérieur. Vous devriez aussi, dans ce cas-là, vous sentir concernés par le futur de l'euro et considérer que tout ce qui est bon pour le Royaume-Uni est aussi lié au futur de l'euro.
Vicky Ford (ECR), blue-card answer. – Of course I am concerned about the future of the euro, but there are 27 Members in the European Union and 17 in the euro, and that has been true ever since the Mastricht Treaty 20 years ago. It is the anniversary now of when the UK said they would not join the euro, but our future economically is very important and it is linked. If you want to do protectionist measures – and I am afraid I view gagging rating agencies and telling them that there are limitations on how often they can issue warnings to the markets as a gag – then that should not happen across all 27 different countries. It is a little example, but yet another example. I do not want to leave the single market but, if you force us to leave it, because you try to put the rules for the euro on the whole of Europe, then you end up forcing the UK out.
(The speaker agreed to take a blue-card question under Rule 149(8))
Astrid Lulling (PPE), question "carton bleu". – Monsieur le Président, j'étais déjà membre de cette Assemblée, qui n'était pas encore élue directement, lorsque la Grande-Bretagne a finalement, en 1973, rejoint la Communauté économique. Je crois que, maintenant, nous sommes à un stade où le Royaume-Uni doit faire son choix, parce que vous ne pouvez pas éternellement revendiquer des opt-outs et être servi à la carte. Soit on participe, soit on ne participe pas, mais vous devez faire votre choix et écouter les économistes en Grande-Bretagne. Ils préconisent tous que vous restiez. Mais vous ne pouvez pas, comme disent les Allemands,
„Nur die Korinthen vom Kuchen haben und nicht den Rest.“
Alors, vous devez faire un choix.
Vicky Ford (ECR), blue-card answer. – Mrs Lulling, you are a very great friend of free markets, so it is exactly to Members like you that I address my issues. I think we need to stop making sweeping statements – in, out, with no discussion of the consequences, is exactly what feeds the fire of the UKIP voter.
What I support is a piece of work that is looking at detail, at the debate and at the options. Please, tomorrow morning, when this is launched by a large group of Conservative thinkers, will you give us the benefit of your many years of wisdom and help us see whether some of these problems can be solved with the UK still staying in the single market, but recognising that there are differences and that the rules for the euro cannot be cut and pasted across all 27 different Member States if you want to keep us in the single market.
Claudio Morganti (EFD). - Signor Presidente, onorevoli colleghi, negli ultimi anni le tre grandi sorelle americane hanno potuto fare liberamente quello che volevano, senza che nessuno chiedesse loro il conto per eventuali errori. Errori che sono stati molti: secondo alcune stime dal 2008 ad oggi la metà delle valutazioni è stata sbagliata; il punto è che le loro decisioni possono influenzare pesantemente non solo i mercati ma l'intera stabilità politica ed economica di un paese. In Italia c'è anche una Procura che sta indagando su eventuali illeciti compiuti da questi signori.
Vorrei sottolineare tuttavia un punto che desta molta preoccupazione, non solo a me ma persino ai nostri Servizi segreti: la Cina sta prendendo sempre più piede con la sua agenzia di rating, Dagong, la cui figura di riferimento, non sono in Italia, è una persona che noi tutti conosciamo bene, l'ex presidente della Commissione europea Romano Prodi; lo conoscerà anche il Commissario Barnier.
Non vorrei che saltassimo dalla padella alla brace, perché i cinesi mi preoccupano ben più degli americani, in quanto hanno interessi specifici e grandi disponibilità finanziarie. Forse è venuto il momento che anche l'Europa si svegli e non arrivi fuori tempo massimo in un settore così delicato e strategico come questo.
Jürgen Klute (GUE/NGL). - Herr Präsident! Die Ratingagenturen dienen eigentlich den Investoren und dem Verbraucherschutz. Das war ihr ursprünglicher Sinn. In der Krise allerdings haben sie sich eine desaströse politische Rolle angemaßt, die gänzlich inakzeptabel ist, wie sich gezeigt hat. Das hat allerdings seinen Grund in der Rolle, die der Gesetzgeber ihnen in der Vergangenheit zugesprochen hat. Deshalb muss eine EU-Regulierung Ratingagenturen so umstrukturieren, dass sie zukünftig keinen politischen Einfluss mehr ausüben können, wie das in der Krise der Fall war, sondern dass sie zukünftig ihrer Aufgabe als Investoren und Verbraucherschützer gerecht werden.
In dem Sinne, glaube ich, wurden mit der vorliegenden Richtlinie einige wichtige Schritte unternommen. Es ist von einigen Vorrednern gesagt worden, wo Defizite liegen. Ich möchte aber noch einmal darauf hinweisen, dass aus unserer Sicht die vorgesehene Rotation der Ratingagenturen sinnvoll ist, dass wir die Verflechtungsregelung zwar nicht für ausreichend, aber immerhin für einen Schritt in die richtige Richtung halten. Das Verbot des automatischen Verkaufs bei Abwertung halten wir für richtig, und auch die Einführung eines europäischen Ratingindexes begrüßen wir ausdrücklich.
Auke Zijlstra (NI). - Iedereen was vanochtend blij, want Nederland blijft een triple A-land, volgens Standard & Poor's, een van de ratingbureaus. Maar Nederland kent een recordlaag consumentenvertrouwen, een negatieve individuele spaarquote, een razendsnel oplopende werkloosheid, enorm gestegen belastingdruk en een regering die niets bezuinigt op onzinnige uitgaven. En dan moeten de honderden miljarden aan garanties en leningen aan Griekenland, Portugal, Spaanse banken en het ESM ook nog afgeboekt worden, want dat geld komt echt nooit meer terug.
En dat alles betekent dus een triple A, de hoogste score! En er is geen woord van kritiek hierop. Er was wél kritiek toen de ratingbureaus Griekenland failliet noemden. Dat mocht niet van Brussel en dit Parlement wil nu een eigen ratingbureau oprichten dat positief naar Europa kijkt.
Brussel wil op ideologische gronden bepalen wat de rating van een land of van een bank moet zijn en daarom is dit wetsvoorstel voor de Unie niet meer dan symboolpolitiek. De échte toestand van de Unie, dat willen wij hier niet horen.
Pervenche Berès (S&D). - Monsieur le Président, Monsieur le Commissaire, nous voilà, à nouveau, penchés sur le dossier des agences de notation où, après six mois d'intenses négociations avec le Conseil, avec le soutien et l'intelligence de notre rapporteur, nous parvenons à un bon texte. Bien sûr, il y aura d'autres réformes nécessaires, mais je crois que c'est un point de rendez-vous important. C'est un point de rendez-vous où nous vous définissons une feuille de route.
Depuis longtemps, nous avions proposé que l'Union européenne se penche sur la possibilité de se doter d'une agence de notation indépendante. Cette feuille de route est, aujourd'hui, écrite. Vous l'avez acceptée. Vous en portez la responsabilité. Nous comptons, ici, au Parlement européen, sur la détermination de la Commission à mettre cela en route. Non pas qu'il s'agisse de casser le thermomètre, comme certains l'ont pensé, mais, dans une situation de marché où la plupart des investisseurs sont des investisseurs hors Union européenne, nous avons besoin de notre capacité d'éclairer les marchés, sur une base indépendante, en tenant compte de l'ensemble des données de l'économie européenne.
Puis, je me réjouis tout particulièrement que, avec le rapport que nous allons voter sous l'autorité de Leonardo Domenici, la question de l'évaluation des dettes souveraines pour protéger les États, lorsqu'ils sont dans une situation critique, ait pu être introduite. Je crois que c'est une bonne étape même si, bien sûr, ce n'est qu'une étape.
Monsieur le Commissaire, nous attendons vos propositions en faveur de cette agence publique européenne.
Ramon Tremosa i Balcells (ALDE). - Mr President, with this reform I think that we are taking a step forward towards addressing one of our citizens’ biggest complaints since this crisis started. Three issues are relevant in this sense: firstly, with this reform we aim to break the link between regulation and credit ratings which has given too much power to the latter.
Secondly, it is good to have a clear calendar on the sovereign ratings of the agencies. It creates certainty for all the stakeholders. However, I am disappointed that the rating agencies are not yet required to spend time physically on the location rated. Thirdly, I support the idea that the Commission will produce a report on a public rating agency, but I would like it to be a foundation with a public-private partnership in order to enhance its credibility.
After three different approved laws in the last few years, I hope that this new reform is going to be the one that lasts.
Evžen Tošenovský (ECR). - Vážený pane předsedající, snaha o zavedení právních předpisů v oblasti ratingových agentur je po dramatických chvílích při ekonomické krizi asi pochopitelná. Odpovědět si však jednoznačně, že je to směr správný, vůbec není tak jednoduché a jasné.
Musíme si uvědomit, že vliv a dopad stanovisek ratingových agentur je hlavně dán jejich dlouhodobým působením na trhu a jejich tvrdou vnitřní konkurencí. Pokud bychom zavedli nějaké právní předpisy, je vážnou otázkou, zda časem nedojde k administrativnímu alibistickému chování a tím ztrátě jejich hlavní funkce jako objektivního hodnotitele. Hodnocení státního zadlužení je ve svých dopadech silně rizikovou aktivitou. Určitě je rozumná snaha o omezení subjektivního vlivu při vydání hodnocení a omezení možné kapitálové zainteresovanosti vlastníků agentury. Jestli však dodatečná pravidla budou znamenat skutečně výrazné snížení rizikovosti pro následné děje je diskutabilní.
Výsledek dohodnutých úprav je vylepšením, podle mého názoru bychom měli minimalizovat zásahy do procesu a vystavit agentury větší zodpovědnosti za jejich vyhlášení bez možnosti schovávat se za administrativní povinnosti.
Marta Andreasen (EFD). - Mr President, I must admit that my curiosity was raised by this report. Contrary to its normal strategy of centralising and seizing control as much as possible, the EU is now proposing that banks and investment firms assess for themselves the credit risk of entities or instruments in which they invest, and is asking them not to rely on external ratings. The report even proposes to take ratings out of the Financial Regulation and eliminate risk-weighting of assets through external rating or internal models.
How this would contribute to making the evaluation of risk independent or avoid conflicts of interests, is really a mystery to me. Whether we like it or not, these agencies provide an independent view, and the fact that some would find that they have become too powerful is no basis for them being muscled out in such a way. It is as if the EU wants to remove any analytical road blocks that stand in its way. I wonder why. In response to Mrs Lulling, I would like to say yes, the UK should leave the EU.
Franz Obermayr (NI). - Herr Präsident! Vielfach erhielten riskante und hochkomplexe Finanzprodukte von Ratingagenturen Bestnoten, vielfach zu Unrecht. Spekulationsblasen entstanden und wurden verschärft. Besonders schlimm ist es, wenn es sich dabei um Staatsanleihen handelt. Da ist es dringend und wichtig, einen rechtlichen Rahmen für Ratingagenturen zu schaffen. Für besonders wichtig halte ich, dass Finanzinstitute sich künftig nicht nur auf externe Ratings verlassen dürfen und auch mindestens zwei Agenturen beauftragen müssen. Und dass diese Agenturen alle drei Jahre wechseln, finde ich ebenfalls sehr positiv.
Problematisch ist für mich die Schwelle der Anteile, die eine Ratingagentur unter anderem halten darf. Für mich sind 5 % zu viel, da wird der Interessenkonflikt nicht effektiv vermieden. Wenn man die Struktur der Oligopole am Ratingmarkt brechen will, braucht man eine Vielzahl von Dingen, wenn es denn überhaupt möglich ist. Man braucht das erwähnte Rotationsprinzip, eine robuste Anwendung des Kartellrechts, Fusionskontrolle und natürlich auch – sehr hilfreich – eine europäische Ratingstiftung.
Antolín Sánchez Presedo (S&D). - Señor Presidente, esta es la tercera iniciativa legislativa sobre las agencias de rating desde el año 2009. Supone un paso adelante para cumplir los compromisos del G20 de forma consistente con los trabajos del Fondo Monetario Internacional y del Consejo de Estabilidad Financiera.
La aprobamos tras seis meses de dura negociación con el Consejo, preservando el contenido esencial, votando en la Comisión de Asuntos Económicos, y por ello felicito al equipo parlamentario negociador y, en particular, al ponente, señor Domenici.
Los errores de las agencias de calificación están en el origen de la crisis, sus efectos se han multiplicado por el exceso de confianza en las mismas, por la dependencia regulatoria, que ha desincentivado el buen manejo del riesgo. Para corregir esto, además de asentar principios para que los participantes en el mercado cuenten con sistemas sólidos de evaluación de riesgos, se prevé un proceso de transición hacia normas alternativas que debe finalizar en el año 2020.
Las instituciones democráticas no pueden ser rehenes de las agencias de calificación. Es evidente la inestabilidad y el efecto procíclico de las calificaciones sobre los riesgos soberanos.
Esta legislación establece pautas para asegurar la transparencia y poner coto a la injerencia política. Además, mandata a la Comisión a presentar informes para contar con un sistema europeo de evaluación de riesgos soberanos y hacer posible una agencia pública de calificación de riesgos soberanos.
El paquete contribuirá también a prevenir conflictos de intereses, promover la competencia y reforzar la responsabilidad civil de las agencias. Aunque no es el último, es sin duda alguna un paso importante en su reforma regulatoria.
(El orador acepta responder a una pregunta formulada con arreglo al procedimiento de la «tarjeta azul» (artículo 149, apartado 8, del Reglamento))
William (The Earl of) Dartmouth (EFD), blue-card question. – What makes you think that a public agency of the kind that you are outlining would have the confidence of the markets, or, for that matter, the confidence of anybody?
Antolín Sánchez Presedo (S&D), respuesta a una pregunta de tarjeta azul. – Como muchos parlamentarios europeos, como ha declarado el Parlamento Europeo, estamos a favor de que Europa cuente con agencias de calificación propias. Estas agencias de calificación propias pueden tener la base jurídica de una fundación o pueden ser directamente una agencia pública e independiente que, por la calidad de sus calificaciones, pueda merecer la confianza de los mercados y evitar los efectos de las calificaciones que hemos venido sufriendo hasta la actualidad.
Θεόδωρος Σκυλακάκης (ALDE). - Κύριε Πρόεδρε, ότι απέτυχαν οι οίκοι αξιολόγησης το γνωρίζουμε καλά. Τόσο το 2008, όσο και στην κρίση του ευρωπαϊκού χρέους, όσοι στηρίχτηκαν στους οίκους αποκοιμήθηκαν και έχασαν χρήματα. Πολλά χρήματα.
Δύο είναι τα χαρακτηριστικά των οίκων. Η μονοπωλιακή διάρθρωση της αγοράς τους και η έλλειψη διαφάνειας. Η αποτυχία των οίκων δεν πρέπει όμως να δημιουργεί τη φενάκη ότι τα κράτη και οι γραφειοκρατίες πέτυχαν κάτι καλύτερο. Οι οίκοι είναι κακό θερμόμετρο, αλλά το θερμόμετρο σπανίως προκαλεί πυρετό. Γι' αυτό και δεν καταλαβαίνω τις προτάσεις για τον ευρωπαϊκό δημόσιο οίκο αξιολόγησης. Τι καλύτερο θα κάνει από τις υπηρεσίες της Επιτροπής, που οι προβλέψεις τους, οι μακροοικονομικές, τα τελευταία πέντε χρόνια έχουν πέσει τελείως έξω.
Ας αξιοποιήσουμε, λοιπόν, τις καλές προτάσεις που υπάρχουν για να ρυθμίσουμε αποτελεσματικότερα αυτή την αγορά χωρίς ιδεοληψίες για τον φαντασιακό ρόλο που μπορεί να παίζει το κράτος, η πολιτική, αλλά χωρίς ιδεοληψίες και για τον ρόλο των αγορών.
Димитър Стоянов (NI). - Г-н Председател, първо искам да започна с това, че аз подкрепям и ще гласувам за този доклад, защото той разширява контрола върху кредитните агенции. Но искам да задам следния въпрос към Комисията и към всички нас, колеги. Трябва да си зададем следния въпрос: защо не приехме тези нови правила за агенциите за кредитен рейтинг още когато приехме регламента през 2009 година? Защо загубихме тези 4 години за европейските граждани, за европейската икономика?
Тук доста се говореше за допуснати грешки от страна на агенциите за кредитен рейтинг. Нима ние нямахме данни, че не става дума за грешки, а в много случаи за криминално поведение от страна на тези частни институции за нарочно подправяне на данни, за нарочно повишаване на рейтинг на големи фирми и корпорации, които са били пред фалит, което в крайна сметка докара световната икономическа криза върху цялата планета.
Затова, за да се преборим с кризата, трябва да покажем, че сме променили начина си на мислене, т.е. да вървим с по-бързи крачки към отстраняване на проблемите за нея.
Mojca Kleva Kekuš (S&D). - Komisija je pred letom dni pravilno odreagirala na alarmantno situacijo okrog moči, ki so jo bonitetne agencije imele v najhujšem času evropske gospodarske in finančne krize.
Takrat je predstavila predlog, v katerem se je odzvala na pomanjkanje konkurence v tej stroki, problem konflikta interesov in predvsem pretirano zanašanje na bonitetne ocene v primerih državnih dolžniških instrumentov.
A delo Parlamenta je v zadnjih mesecih pokazalo, da je na tem področju mogoče narediti še veliko več, kot je Komisija na začetku mislila.
Izjemno pomemben korak v osvoboditvi držav članic od njihove odvisnosti od bonitetnih agencij je bil narejen z dogovorom, da se morajo ocene suverenega državnega dolga obravnavati drugače od bonitetnih ocen podjetij in jim določiti jasne kriterije, metodologijo, predvsem pa omejeno časovno možnost objave nenaročenih bonitetnih ocen državnih dolžniških instrumentov.
Ključno je namreč, da v prihodnje bonitetne agencije ne bodo imele več moči oblikovanja izrecnih priporočil politikam posameznih vlad in s tem vmešavanja v politično agendo, tudi v evropsko politično agendo.
Na koncu želim pozdraviti pogumen predlog poročevalca, kolega Leonarda Domenicija, glede uvedbe evropske javne bonitetne agencije, saj verjamem, da na področju ocenjevanja dolgov držav članic Evropa potrebuje neodvisno avtoriteto in da te naloge preprosto ne zmore in ne sme nositi samo zasebni sektor.
George Sabin Cutaş (S&D). - Ratingurile de credit publicate de agenţii nu mai sunt simple opinii. Acestea au consecinţe semnificative asupra bunăstării unei naţiuni, având capacitatea de a agrava în mod considerabil situaţia financiară a unui stat. În prezent, unele state membre ale Uniunii Europene au intrat într-un cerc vicios: ele se confruntă cu dificultăţi în rambursarea datoriilor, ca urmare a aprecierilor formulate de agenţii de rating, confirmând, în acelaşi timp, pronosticul acestora.
Agenţiile nu ezită să elaboreze recomandări cu caracter politic, exercitând presiuni asupra deciziilor de stat. Aceste instituţii, caracterizate prin lipsă de transparenţă şi conflict de interese, au publicat adesea aprecieri eronate. Până în 2007, ele au evaluat activele toxice deţinute de băncile SUA ca fiind lipsite de risc, iar, la scurt timp, criza financiară globală a fost cauzată de aceste tipuri de active.
În acest context, doresc să salut prezentul acord privind agenţiile de rating de credit, care va stabili reguli clare în domeniu, eliberând statele membre de dependenţa faţă de aceste instituţii. Calendarul fix pentru ratingul de ţară nu va mai permite publicarea unor evaluări la scurt timp, înaintea unor evenimente politice importante, cu scopul de a le influenţa. De asemenea, agenţiile nu vor mai putea difuza recomandări referitoare la politicile publice.
Evaluarea Comisiei privind posibilitatea înfiinţării unei agenţii de rating publice europene va fi, la rândul său, binevenită. În final, doresc să îl felicit pe colegul Domenici pentru acest excelent raport.
Olle Ludvigsson (S&D). - Herr talman! Jag ser positivt på den överenskommelse som nu ligger på bordet. Den är ännu ett steg på vägen mot en sundare och mer trovärdig kreditvärderingskultur.
Den viktigaste punkten är att kraven på långivare att använda sig av externa kreditbetyg ska tas bort ur EU-lagstiftningen fram till år 2020. Långivarna ska i stället ta ett större ansvar för att göra egna bedömningar. Detta är en avgörande nyckel till framgång. Därför är det mycket viktigt att dessa förändringar i lagstiftningen verkligen genomförs. Med långivare som gör en bredare analys och tar ett större eget ansvar kommer kreditbetygen att börja spela en mer rimlig roll.
Jag anser även att de nya reglerna rörande värdering av stater och statspapper är väl avvägda:
Å ena sidan får kreditbetyg inte handla om politiskt tyckande, utan måste vara neutrala och solida bedömningar av reell kreditvärdighet. Institutens nedgraderingar under krisen har fått en alltför stark prägel av vältajmade politiska utspel.
Å andra sidan bör regelverket inte göras mer långtgående än i denna överenskommelse. Gedigna och oberoende värderingar av stater är en värdefull faktor på kreditmarknaden som behöver finnas kvar. Tack för ordet.
Saïd El Khadraoui (S&D). - Ik wil natuurlijk om te beginnen de rapporteur, mijnheer Domenici, danken voor het uitstekende werk en voor het goede resultaat.
De ratingbureaus lagen mede aan de basis van de financiële crisis, omdat zij eerst gedurende jaren rommelkredieten ophemelden als veilige beleggingen en nadien omdat de markten zo goed als blindelings de adviezen volgden van de ratingbureaus die om de haverklap de overheidsobligaties afwaardeerden, met als gevolg natuurlijk een enorme stijging van de interestkosten voor een belangrijk aantal lidstaten, die gedragen zijn door de gewone belastingbetaler. Dat heeft ook bijgedragen tot de eurocrisis.
Met andere woorden, die afhankelijkheid ten overstaan van die ratingbureaus moet absoluut stoppen. Ik ben blij vast te stellen dat de komende jaren de verwijzing naar ratings in wetgeving die wij zelf maken, zal worden geschrapt, want wij hebben eigenlijk die ratingbureaus zelf in de loop der jaren belangrijker gemaakt door aan instellingen, banken en verzekeringsmaatschappijen op te leggen producten met een bepaalde rating te kopen.
De ratingbureaus mogen ook niet zomaar eender wanneer naar buiten kunnen komen met hun ratings en met wijzigingen - dat is ook belangrijk - om interferentie met het politieke debat te voorkomen. Zij zullen aansprakelijk worden gesteld. Belangenvermenging wordt aangepakt en er wordt meer concurrentie gestimuleerd. Ook de oprichting van het Europees agentschap wordt in het vooruitzicht gesteld Allemaal zaken die wij moeten ondersteunen.
Intervenciones con arreglo al procedimiento de solicitud incidental de uso de la palabra («catch the eye»)
Mairead McGuinness (PPE). - Mr President, may I take the opportunity to welcome my colleague, Minister Lucinda Creighton, to the Chamber. I wish her well in the coming six months.
On the issue we are debating here, I want to congratulate both the Commission and the rapporteur. I know that Commissioner Barnier has been solid on this issue from the very outset, and it is interesting that our colleagues from the United Kingdom have left the Chamber. Could I remark, in good faith, that sometimes you need to stay in the meeting to make progress, and very often some of us have sat for hours in meetings and in chambers to make a point, to get our point heard and to make progress. So please stay in the room.
Could I also say to them that the IMF – not the EU, the IMF – said in 2010 that the rating agencies had contributed to financial instability in the markets, and that it recommended that regulators reduce their reliance on credit rating agencies as much as possible and increase their oversight of them. This is what Europe is doing, so let us vote on this and hope that it works. We need it to work.
Petru Constantin Luhan (PPE). - Agenţiile de rating joacă un rol deosebit de important în influenţarea comportamentului operatorilor economici şi financiari şi nu au fost puţine cazurile când lipsa de obiectivitate şi de transparenţă a agenţiilor de rating externe a condus la căderi bruşte ale ratingurilor europene şi la contagiune în întreaga Uniune Europeană.
Astfel, consider că, pentru eliminarea suspiciunilor şi a efectelor negative generate de aceste instituţii, este nevoie urgentă de publicarea rapoartelor integrale de cercetare ce însoţesc ratingul şi de elaborarea unui instrument de comparare a ratingurilor prin promovarea standardelor comune pentru treptele de rating şi prin existenţa unui indice unic european de rating.
În plus, pentru a responsabiliza aceste agenţii şi pentru a limita luarea unor decizii abuzive, consider că utilizatorii care suferă pierderi din cauza unui rating inexact publicat de o agenţie de rating trebuie să dispună de căi de recurs adecvate, pentru a lua măsuri împotriva acestor abuzuri.
Phil Prendergast (S&D). - Mr President, we can only speculate about alternative outcomes had some of the credit rating agencies’ triple-A ratings of toxic financial products not proven to be so spectacularly off the mark. Their defence speaks volumes of the credibility that they deserve. Indeed, they shrugged their shoulders and stated that their evaluations were mere opinions and that market actors should take them at their own risk. Now, given the shortcomings of our economic and monetary union, Member States have found themselves quite dependent upon the findings of these modern-day oracles.
Indeed the premiums and state borrowings from financial markets have been determined by their obscure musings. Some of those resources are used to finance public expenditure, while an increasing share is devoted to servicing debt and paying interest to financial institutions that would now be dead had the states not increased their deficits to save them. I thus wholeheartedly endorse the work done to limit unsolicited sovereign ratings, banning policy prescriptions within ratings in particular, and the proposed road map for the creation of our European credit rating agency in general.
Gay Mitchell (PPE). - Mr President, I would like to make three points, but first of all, may I thank the Commissioner and the rapporteur and welcome Minister Creighton on her first day in plenary for the Irish Presidency.
There are three points I would like to make. There seems to be a view that everything that the public sector does is bad and everything that the private sector does is good. Of course the public sector has made a lot of mistakes, but there are very few people who have done as much as Commissioner Barnier has done to try to put that right, in terms of auditing, regulation and credit rating agencies. I welcome that.
But when we look at the private sector, let us remind ourselves that when Lehman Brothers and Goldman Sachs and Merrill Lynch were partnerships, they had to be concerned about reputation. It was when they became shareholdings – when they became private companies – that reputation went out of the window and most of the problems, or certainly a good many of them, started.
Let us be very clear on that. Also, our credit rating agencies, who were supposed to be independent not only put subprime lending into triple-A-rated products – and I had them called before the Committee on Economic and Monetary Affairs for this – but one of them alone got USD 800 million as a reward for doing this and similar work. So I would be happy to see some role for European credit rating agencies, be they public or private or both.
One last point, if I may. I remain very concerned that private credit rating agencies can regulate government – that is not right. I welcome the Commissioner’s general approach.
Zigmantas Balčytis (S&D). - Noriu taip pat prisidėti prie sveikinimų pranešėjui parengus šį labai svarbų pranešimą. Nuo pat krizės pradžios buvo pradėta kalbėti apie iki šiol beveik nekontroliuojamą kredito reitingų agentūrų veiklą bei jų didžiulę ir neretai, kaip matėme, destruktyvią įtaką ne tik valstybių narių skolinimosi perspektyvoms, bet ir jų ilgalaikiam ekonominiam augimui bei atskiros valstybės ateities raidai. Džiugu, kad pamažu prieinama prie išvados, jog privaloma turėti nuosavą reitingų agentūrą ir ją tobulinti. Šiandien, manau, yra padarytas nemažas žingsnis link didesnės kredito reitingų agentūrų kontrolės, jų veiklos skaidrumo, principų ir standartų apibrėžimo. Tikiuosi, kad ateityje tai leis įsteigti ir visos Europos Sąjungos kredito reitingų agentūrą, kuri atneštų tam tikrą naudą ne tik Europos Sąjungos finansinei sistemai, bet ir vertinamoms valstybėms narėms, o surinktų duomenų pagrindu būtų galima atlikti ir tam tikras ateities prognozes.
Seán Kelly (PPE). - Mr President, I too would like to welcome my good friend and colleague Minister Creighton here today and I think you will find that she will be a very strong, knowledgeable, pro-European and effective Council Minister. Also I would like to thank the Cyprus Presidency for bringing this proposal to a conclusion within 12 months, and particularly Commissioner Barnier, whom my colleagues have said has done tremendous work.
Regarding the dossier itself, I say ‘Alleluia, alleluia, rejoice and be glad’, because the oppressed is turning on the oppressor. We have allowed the credit rating agencies to oppress our peoples and our governments for too long. Thankfully these proposals are beginning to rein them in. Not before time. I particularly welcome proposals regarding vested interests, reducing reliance on ratings and limiting their ratings of sovereigns to three times a year, and also civil liberty proposals. All great things, not before time, but a great day for European citizens and indeed for politics, because we are now doing what we have been elected to do: to rule and not be ruled by others.
Monika Flašíková Beňová (S&D). - Aktivity ratingových agentúr majú ďalekosiahly vplyv na správanie hospodárskych a finančných subjektov, ako aj na fungovanie verejných inštitúcií a ich regulácia môže dokonca pozitívne ovplyvniť fungovanie finančných trhov.
Dovolím si len pripomenúť, že v Európskom parlamente sme prísnejší regulačný rámec požadovali ešte v roku 2011 a poukazovali sme na potrebu znížiť nadmerné spoliehanie sa na ratingové agentúry.
Ratingy by sa mali považovať za informácie, ktoré treba brať do úvahy, avšak agentúry by nemali mať osobitné postavenie a ani by nemali automaticky ovplyvňovať činnosť hospodárskych a finančných subjektov a verejných inštitúcií.
Je neprijateľné, aby načasovanie a forma zverejnenia ratingov vyplynula z jednostranných rozhodnutí ratingových agentúr. Členské štáty sa musia oslobodiť od závislosti od ratingových hodnotení. Hodnotenie musí byť spojené s jasnými kritériami a jasnou metodikou.
Na záver by som chcela zdôrazniť skutočnosť, že je to prvýkrát, keď máme plán na vytvorenie európskej verejnej ratingovej agentúry. Návrh Komisie, pán komisár, očakávame do roku 2016. Do ratingového procesu by mali byť zapojené aj nezávislé verejné orgány. V delegovaní tejto úlohy na súkromný sektor už totiž nemôžeme ďalej pokračovať.
Philippe Lamberts (Verts/ALE). - Monsieur le Président, au risque de jouer un peu les "pisse-vinaigre" dans cette affaire, je ne pousse pas des cris de joie à l'adoption de cette législation.
Monsieur le Commissaire, je voudrais simplement vous soumettre trois points qui, à notre sens, restent insuffisamment résolus par cette législation.
Premièrement, les agences de notation restent très majoritairement payées par ceux qui émettent des titres et nous sommes donc clairement dans une situation de conflit d'intérêts, en ce sens que ce sont les élèves qui paient les professeurs qui sont chargés de les évaluer. Ce n'est pas vraiment sain.
Deuxièmement, nous nous trouvons toujours dans une situation d'oligopole, avec trois agences qui trustent 95 % du marché de la notation.
Troisièmement, nous n'avons pas, jusqu'ici, réussi à réduire suffisamment le rôle quasi-législatif ou réglementaire qu'ont les notations fournies par ces agences privées.
De ce point de vue, j'attends avec une certaine impatience CRA4, mais il est vrai que ce sont des problèmes difficiles à résoudre et j'aurais aimé vous entendre sur les avenues que vous comptez explorer pour les résoudre définitivement.
João Ferreira (GUE/NGL). - Dizia alguém que permitir o domínio da política pelo capital financeiro, pelo dinheiro organizado, é mais perigoso do que confiar o governo do mundo ao crime organizado. A frase ilustra bem a realidade atual. As agências de notação foram, e são, peças centrais do gigantesco processo de extorsão de recursos aos trabalhadores e aos povos dos países periféricos, nomeadamente por via da especulação sobre as respetivas dívidas soberanas, processo que tem tido na União Europeia e nas suas instituições cúmplices fiéis. O BCE contribuiu para lançar estes países nas garras dos especuladores, ao exigir a bênção das agências nos títulos acolhidos como colaterais dos empréstimos concedidos; reconheceu a autoridade do dinheiro organizado. Outra coisa não seria de esperar, de resto, de quem está afinal de contas ao seu serviço, sob a capa de uma falsa independência.
A questão essencial, que aqui não é abordada, é a da necessidade de controlo público, democrático, de todo o sistema financeiro, como condição para pôr ao serviço da economia e do desenvolvimento, da melhoria das condições de vida dos povos este mesmo sistema financeiro.
(Fin de las intervenciones con arreglo al procedimiento de solicitud incidental de uso de la palabra («catch the eye»))
Michel Barnier, membre de la Commission. − Monsieur le Président, merci à chacune et chacun des parlementaires qui se sont exprimés sur un sujet grave et important et, généralement, d'ailleurs, pour soutenir, sur le fond et sur la forme, l'approche adoptée par votre collègue Domenici, et je me joins à ses remerciements.
Mme Vicky Ford n'est plus là, mais je n'ai pas compris – je voulais le dire publiquement – le sens de son intervention. Je veux rappeler que ce que je fais avec vous, avec le Conseil, depuis trois ans, c'est de construire le single rule book pour l'ensemble de l'Union européenne et du marché unique. Only one single rule book including UK. Un seul, et, d'ailleurs, nous travaillons à des compromis réguliers avec le Royaume-Uni et les autres pays pour aboutir à une règle de régulation de transparence, qui concerne bien tous les acteurs, tous les produits, tous les secteurs financiers et, naturellement, il est très important que le principal secteur financier, qui est à la City, soit inclus et participe à cet effort de régulation intelligente.
Il ne s'agit pas de la zone euro. Nous parlons là de la notation de produits, parfois d'États, d'entreprises, présents dans l'ensemble du marché unique, avec des conséquences systémiques. Ces notations, quand elles sont bien faites ou quand elles sont mal faites, ont des conséquences dans l'ensemble du marché unique. Il ne s'agit pas de la zone euro. Et c'est tellement vrai, comme l'a rappelé M. Sánchez Presedo tout à l'heure, que nous travaillons là sur une demande précise, non pas de l'Union européenne, mais du G20, qui concerne l'ensemble du monde. Voilà, ne nous trompons pas de débat. C'est une autre question de savoir si le Royaume-Uni doit, comme je le souhaite personnellement, rester et participer à l'Union européenne ou pas. Mais c'est une autre question. Je ne voudrais pas qu'on utilise ce problème des agences de notation pour ouvrir un autre débat.
Monsieur Bodu, qui a été le premier intervenant, comme je l'ai fait moi-même, souligne l'importance de mettre en place un vrai régime de responsabilité civile. Il est en effet très difficile de nier l'existence d'une responsabilité pour ceux qui notent des produits financiers et qui contribuent ainsi au jugement des investisseurs. C'est un point, d'ailleurs, que M. Lamberts a rappelé tout à l'heure. Et voilà pourquoi je suis heureux que ce régime de responsabilité civile soit institué par le texte qui vous est soumis.
Je remercie Mme Wikström, Mme McGuinness, intervenue plus tôt, M. Mitchell, M. Kelly aussi, d'avoir souligné la bonne coopération entre la Commission, le Parlement, mais aussi la nouvelle Présidence irlandaise, qui est attachée à faire avancer beaucoup de sujets qui figurent sur notre agenda de régulation financière.
Je remercie également Mme Gáll-Pelcz de son soutien et je rappelle que le calendrier rigoureux qui est proposé dans ce texte sur la notation de la dette souveraine devrait contribuer à la stabilité, à une bonne évaluation des risques, ce que M. Giegold appelait tout à l'heure un calendrier économique, et non pas, comme on a pu quelquefois en avoir le sentiment, un calendrier politique.
Mme Regner, tout à l'heure, a, je la cite, évoqué le fait qu'il fallait changer les règles du jeu. C'est ce que nous faisons, précisément. Peut-être nous aurions pu souhaiter, et je l'avais proposé d'ailleurs, aller plus loin, mais clairement, honnêtement, objectivement, le texte qui vous est soumis va obliger à un grand changement de comportement. On peut même parler d'une certaine révolution. Et j'ajoute que cela s'ajoute à la supervision qui, désormais, s'exerce à travers l'autorité européenne des marchés (ESMA) sur l'ensemble des agences de notations.
Ce sont de vrais changements. Je le dis aussi à Mme Matias, qui s'inquiétait tout à l'heure, ou à M. Martin. Ce sont de vrais changements. Ce ne sont pas les premiers changements depuis la crise, puisque c'est la troisième régulation. Et ces régulations, je le dis à M. Fox, sont complémentaires les unes des autres. Elles ne viennent pas se perturber les unes les autres. Nous consolidons le système de régulation et d'encadrement public des agences de notation pour avoir une évaluation juste des risques et moins d'instabilité.
M. Klinz a, lui-même, souligné tout à l'heure le rôle des agences de notation dans l'amplification de la crise et, parfois, la mauvaise évaluation des risques. Nous voulons aboutir ensemble, avec ce texte, à une évaluation sérieuse des risques, à davantage de stabilité et à une bonne supervision. Je pense que ce texte, auquel vous avez beaucoup travaillé, va y contribuer.
Je veux dire à M. Giegold, à M. Feio, à beaucoup d'entre vous qui ont évoqué l'avenir, les évolutions futures, que, comme vous nous le demandez dans cette feuille de route, Mme Berès, nous allons travailler sérieusement, bien sûr, pour évaluer ces trois récentes législations d'encadrement des agences, mais pour aller plus loin. Nous allons travailler sur cette étude détaillée, précise, concernant des solutions complémentaires ou alternatives, soit une agence indépendante de notation – il ne s'agit pas que Bruxelles note; je dis cela à M. Zijlstra, ne caricaturons pas les choses –, soit, comme l'a rappelé M. Tremosa notamment, une fondation. Nous travaillons à partir des bases actuelles pour la mise en œuvre de tous ces textes, leur bonne mise en œuvre, et nous allons travailler sérieusement et rapidement à d'autres solutions complémentaires et alternatives.
Mais en attendant, toutes les agences qui travaillent en Europe – il y en a près de 23 qui sont enregistrées désormais auprès de l'ESMA – vont être soumises à cette nouvelle régulation. Et puis, nous continuerons à travailler, je le répète, à des étapes supplémentaires.
M. Ashley Fox, tout à l'heure, rappelait ces législations. Bien sûr, les agences ne sont pas à l'origine de la crise, mais il est objectif de dire qu'elles ont contribué à des bulles, qu'elles ont accentué la volatilité et l'instabilité, et c'est ce à quoi veut répondre cette série de trois législations complémentaires les unes des autres depuis la crise de 2008: un premier règlement concernant l'autorisation et l'enregistrement des agences et la diminution des risques de conflits d'intérêts, un deuxième règlement sur la supervision, qui est désormais effective avec l'ESMA et, enfin, ce troisième règlement, qui s'attaque à des problèmes de dépendance à la notation, de diversité du marché, qui est trop concentré dans trop peu de mains, et d'une meilleure notation, plus encadrée, de la dette souveraine, qui lutte encore contre les nouveaux risques de conflits d'intérêts.
M. Klute évoquait tout à l'heure la rotation qui aurait, selon lui, dû être plus ambitieuse. Je sais que cette rotation est limitée, comme ce texte le propose, à un point qui est la retitrisation. C'est un premier test pour mettre ce système à l'épreuve et la Commission, comme je l'ai rappelé, examinera pour 2015 l'éventuelle extension de cette règle à d'autres produits financiers.
Voilà, Mesdames et Messieurs, en conclusion et en m'excusant de ne pas répondre à tout le monde, mais nous avons noté l'ensemble des interventions, je veux à nouveau vous remercier, remercier la Présidence, remercier votre rapporteur qui a, vite, bien et très concrètement, travaillé à cette nouvelle régulation, qui est d'intérêt général pour la stabilité des marchés financiers.
Lucinda Creighton, President-in-Office of the Council. − Mr President, firstly I would like to thank all Members for their very kind words of welcome and to say I have really enjoyed this lively debate. I think it shows a wide range of ideas and views amongst Members which is very refreshing. I would like to thank particularly again Mr Barnier and the rapporteur, Mr Domenici, for the excellent work which has been put into arriving at this package, which I consider to be extremely necessary. I think, on the basis of this debate, I can say that I am very confident of support from this House in favour of this legislative package.
I strongly believe that European action is necessary and that it will once again contribute to positive developments in the overall investment environment. I think one of the key challenges for us is to rebuild confidence throughout the European economy – not just the eurozone, but all of the European economy. I think that the change which is proposed – phase three, if you like, in a three-step process, or at least three steps so far, is needed in the context of the wider objective of securing stronger economic growth and increased financial stability, which, irrespective of what end of the political spectrum we come from, we all want to see and we must all work together to achieve.
I do not propose to go through all of the comments and questions because of time limitations and because Commissioner Barnier has so eloquently addressed a number of them already, but there are a number of issues which have arisen repeatedly. The question of a European credit rating agency has been one that has been raised again and again. I think it is clear that there are a variety of views in terms of firstly the merits of whether it should happen and secondly the modalities. That is perhaps a question for another day.
Some of the issues which have been raised I can concur with. Mr Fox talked about the need to give the measures which have already been introduced and those contained in this package some opportunity to actually work – for us to see their impact on the markets and to see the effects. I would very strongly agree with that. We have come a long way in terms of regulating the financial markets in the last two or three years, and as we introduce new measures we have to assess their value and their positive contribution. However, he also suggested that credit rating agencies did not cause the euro crisis. I think it is fair to say that there were many contributing factors to the euro crisis, and one of them was the miscalculations by certain credit rating agencies who failed to factor in the underlying weaknesses in a range of European economies, including my own, so I think that point is perhaps a little bit general and a little bit sweeping and not necessarily fully accurate.
I think Mr Feio mentioned the need for better knowledge and better understanding and calculation of sovereign debt and of other indicators. A point that we should always remember is that the Commission has a really important role in this and I suppose in a sense this connects to the point which was made by Mr Mitchell, which is the value of public bodies, public agencies and indeed the EU institutions in this context. The role of the Commission in collecting, processing and publishing data on the economic, financial and fiscal situation and the performance in all Member States is hugely valuable and hugely important and can and should be used by investors. I think there is scope in the future for an even greater role for the Commission in that respect. So that is just an important point to note.
A number of contributors, including Ms Ford, mentioned the imperative that we do not try to gag credit rating agencies. I do not think this is a question of gagging anybody. Rather, it is about trying to ensure that we have a broad spectrum of views and opinions that are founded on facts and that we mitigate against a monopoly situation, that we have variety and choice within the European market. That is extremely important.
I am a strong believer in the market, I think that the market is a very dynamic and important force in generating growth and contributing to our recovery, but the idea that the market should not have parameters or that we cannot put in place some form of regulation is really not accurate. In fact there is an onus and a responsibility on us as legislators to put in place parameters, and we have to always be guided by the principle that the market is there to serve citizens and not the other way round. Citizens are not there to serve the market, and that is an important consideration. I believe in freedoms, I believe in the free market, but like freedom of speech, it is not an unfettered right: there are also responsibilities. When it comes to freedom of speech we talk about responsibilities in terms of upholding reputation and we accept the need for libel and defamation laws, and I think the same applies when we talk about the market. That is just a point which I consider to be important
I have many other points but I know that I am running out of time. I simply want to say that I would like to thank all Members, particularly the rapporteur, Mr Domenici, and Commissioner Barnier for the very important and time-consuming work that has gone into these negotiations. I am absolutely certain that the outcome is most definitely in the wider public interest and will benefit all European citizens long into the future.
PRÉSIDENCE DE MME ISABELLE DURANT Vice-présidente
Leonardo Domenici, relatore. − Signor Presidente, onorevoli colleghi, un ringraziamento prima di tutto a tutti i colleghi intervenuti nella discussione, indistintamente, anche all'onorevole Morganti, che viene da una città italiana dove vivono molti cinesi e quindi ne è un po' ossessionato e li vede ovunque, anche nelle agenzie di rating, magari con il ruolo di eminenza grigia di Romano Prodi.
Due sole osservazioni. La prima è che vorrei soltanto dire ai colleghi che hanno espresso critiche a questo regolamento e alla proposta di sistemi di valutazione pubblica – soprattutto ai colleghi che appartengono a forze politiche del Regno Unito – che se le agenzie di rating non avessero fatto clamorosi errori e non avessero coperto pratiche di mercato quantomeno discutibili, non ci sarebbe bisogno di questa iniziativa e di questa nuova proposta. E ha ragione il Commissario Barnier: ciò non riguarda soltanto la zona euro! Il rapporto dell'ottobre 2010 "Principle for reducing reliance on credit rating agency ratings" è del Financial stability board e da lì ha preso spunto e si è sviluppata anche la nostra riflessione.
La seconda osservazione. Come ha detto giustamente l'onorevole Berès, questa è una tappa – e riprendo anche l'osservazione dell'onorevole Lamberts – abbiamo bisogno di continuare a studiare un modello alternativo. Non è facile ma è un lavoro che dobbiamo continuare a fare. Il solo fatto che abbiamo promosso questa discussione sulle agenzie di rating, a mio parere, ha contribuito a far crescere una maggiore consapevolezza critica anche nei mercati, che non prendono più ciò che dicono le agenzie come verità assoluta.
Termino con i ringraziamenti a Jean-Paul Gauzès, a Wolf Klinz, a Sven Giegold, Ashley Fox, Marisa Matias: sono davvero riconoscente per il loro contributo come relatori ombra. Un ringraziamento a Pascal Canfin, che ha dato il suo contributo prima di assumere responsabilità nel governo della Repubblica francese; un ricordo particolare a Miguel Portas, un collega che ha cominciato il lavoro con noi e che purtroppo ora non è più fra noi; e, infine, al commissario Barnier, per la collaborazione e per la fiducia reciproca, alla Presidenza cipriota, ai miei collaboratori e alla mia assistente Giusy Viola, all'amico Vincent Bouquillon: a loro dico, il lavoro non è ancora finito.
La Présidente. - La discussion commune est close.
Le vote aura lieu mercredi, le 16 janvier 2013, à 12 heures.
Déclarations écrites (Article 149)
Emer Costello (S&D), in writing. – Moody’s is the only credit rating agency to put Ireland at ‘junk’ status and the Chief Executive of the Irish National Treasury Management Agency has said this rating is part of the reason it costs Ireland 300 basis points more than Germany to raise money on the bond markets. The revised Credit Rating Agencies Regulation is an overdue and important step in liberating Member States from their dependence on rating agencies and in bringing agencies under greater democratic supervision and control. Under the revised rules, credit rating agencies would be obliged to apply clear criteria and methodology when assessing sovereigns, there would be a ban on political prescriptions within sovereign ratings and agencies would no longer be able to interfere in the political agenda by announcing downgrades on the eve of European summits. I welcome in particular the clear road map towards the creation of a European Public Rating Agency to ensure sovereign debt ratings for Member States. Sovereign debt rating should not be the responsibility of credit rating agencies because too often agencies have exasperated market sentiment with their ratings, fuelling speculation. The Commission must now quickly move towards legislative proposals for a European Public Rating Agency.
Jaromír Kohlíček (GUE/NGL), písemně. – Ekonomika jako společenská věda hledá exaktní metody, kterými by se přiblížila objektivnímu poznání a získala možnost předpovídat budoucí vývoj. Protože se tento cíl příliš nedaří, vidíme stále intenzivnější snahu o objektivizaci některých nástrojů, které ekonomika používá. Jde o audity, ratingy a tvorbu různých souhrnných ukazatelů. Zejména krize let 2007–2008, která v různé intenzitě pokračuje ve vyspělých kapitalistických zemích, klade neodbytně otázky objektivity provedení auditů a stanovení ratingu.
Nařízení EP a Rady již potřetí přichází s vylepšením. Jde o nezávislost a objektivitu posouzení, o metodiku práce a také o povinnost řady institucí předkládat objektivní údaje. V souvislosti s krizovým vývojem periferních ekonomik eurozóny je v návrhu Leonarda Domeniciho věnována pozornost nezávislosti a objektivitě autorů, zvláště u ratingu států. Je zajímavé, že se vůbec neřeší obrovský vliv trojice největších agentur sídlících v USA. Nový je důraz kladený na vnitřní kontrolu firem i států. Autor hledá řešení v častějších kontrolách a v omezení možnosti nevyžádaných kontrol států. Zásadní je zajistit nezávislost externí agentury na kontrolovaném subjektu. Každopádně vidíme snahu dobrat se objektivní informace o „finančním zdraví“ kontrolovaného subjektu. Jsem přesvědčen, že řešení současné krize kapitalismu je třeba hledat ve změně systému, nikoliv ve snaze o dílčí zlepšení kontrolní činnosti. Přesto tento návrh podporuji.
Vladimír Maňka (S&D), písomné. – Našim cieľom musí byť vrátiť ratingové agentúry na miesto, ktoré im právom patrí. Znamená to, že ich ratingy by sa mali považovať za informácie, ktoré treba brať do úvahy. Agentúry však nemôžu mať osobitné postavenie a ani nemôžu automaticky ovplyvňovať činnosť hospodárskych a finančných subjektov a verejných inštitúcií prostredníctvom procyklických účinkov. Už sa viac nesmie stať, aby načasovanie a forma zverejnenia ratingov vyplynuli z jednostranných rozhodnutí ratingových agentúr, a to aj v prípade, ak zverejňované informácie nie sú ani nové, ani originálne, a už vôbec nie, ak sa týkajú stavu a vyhliadok štátnej správy.
Sławomir Nitras (PPE), na piśmie. – Trwający kryzys zaufania na rynkach finansowych pokazał, w jak dużym stopniu ratingi kredytowe państw oddziałują na postrzeganie wiarygodności finansowej państw. Parlament Europejski stwierdził dzisiaj, że z uwagi na doniosłe skutki dla stabilności finansowej należy działalność agencji ratingowych zdecydowanie lepiej uregulować, przede wszystkim w kontekście jakości ratingów, a także momentu i częstotliwości ich publikacji. Agencje ratingowe będą miały teraz obowiązek przedstawienia kalendarza publikacji z wyprzedzeniem, a sama publikacja ratingów będzie dozwolona dopiero po zamknięciu rynków.
Zwiększenie restrykcji dotyczących jakości metodologii oraz zobowiązanie do ograniczenia odwołań do ratingów zewnętrznych w prawie wspólnotowym powinno w przyszłości przeciwdziałać gwałtownym i kaskadowym reakcjom instytucji finansowych na zmiany oceny kredytowej formułowane przez agencje ratingowe. Warte podkreślenia jest również to, że przyjęty dzisiaj pakiet rozporządzeń wprowadza ponadto nową jakość w takich obszarach jak odpowiedzialność cywilna agencji ratingowych wobec inwestorów, ograniczenie konfliktu interesów w zakresie modelu „emitent płaci”, a także struktury własnościowej agencji ratingowych.
Pavel Poc (S&D), písemně. – Ratingové agentury přispěly k prohloubení hospodářské krize v eurozóně, a není proto možné nadále tolerovat situaci, kdy tyto agentury disponují tak významnou a nikým nekontrolovanou silou. Zhoršením ratingu agentury v několika případech podrazily nohy zemím dostávajícím se z nejhorší krize, a tím podkopaly snahy EU proti krizi zakročit. Dostali jsme se do situace, kdy soukromé ratingové agentury mají příliš velkou moc a svým chováním mohou svévolně ovlivňovat nejen rozhodování investorů, ale zejména osudy mnoha lidí. Jako odpověď nemůže přijít nic jiného, než je zavedení jasnějších pravidel, podle kterých se budou agentury nadále řídit. Tím bude v této oblasti dosaženo nejen více transparentnosti, ale zejména dojde k omezení možnosti zneužití výsadního postavení několika málo společností. Je třeba zdůraznit, že navržená pravidla v žádném případě nejsou útokem na svobodu trhu, ale bojem za její záchranu. Tento krok by měly finanční trhy jednoznačně ocenit. Jedině transparentnost a vlastní zodpovědnost může zabránit ratingovým agenturám vytvářet samo se vyplňující proroctví. Spekulace, pro kterou ratingová agentura vytvoří podmínky, není finančnictví, ale pirátství. Z výše uvedených důvodů je nezbytné, aby změny navržené Evropským parlamentem byly přijaty a co nejdříve uvedeny v platnost.
Marc Tarabella (S&D), par écrit. – C'est un texte qui va dans le bon sens. Les trois agences de notation existantes se comportent comme des dieux devant qui les États membres tremblent. À chaque prédiction, les gouvernements remplissent l'autel d'offrandes engageant souvent les destins de nombre de concitoyens. Nous ne pouvons rester plus longtemps otage de ces agences, aux mains de sociétés privées aussi peu transparentes. Elles n'ont comme pouvoir que celui qu'on leur donne, un pouvoir basé sur la peur qu'elles provoquent.
Je prône sans détour des notations plus saines, plus justes, plus transparentes et surtout plus indépendantes qui deviendraient des indicateurs plutôt que des menaces À l'heure actuelle, lorsqu'une agence de crédit dégrade la note de la dette d'un pays, ce pays doit conclure des emprunts à des taux d'intérêt plus élevés. Les coupes budgétaires qui s'ensuivent pour compenser les taux d'emprunt élevés frappent le plus durement les citoyens ordinaires.
La dégradation de la note de neuf pays de la zone euro par Standard & Poor's en janvier 2012 a amené les marchés à spéculer sur l'éclatement de la zone euro. Les nouvelles règles visent à éviter que ce scénario ne se reproduise.