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Resoconto integrale delle discussioni
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Mercoledì 12 giugno 2013 - Strasburgo Edizione rivista
1. Apertura della seduta
 2. Servizi finanziari: mancanza di progressi in seno al Consiglio e ritardo della Commissione nell'adozione di determinate proposte (discussione)
 3. Preparazione della riunione del Consiglio europeo (27-28 giugno 2013) (discussione)
 4. Benvenuto
 5. Turno di votazioni
  5.1. Nomina di un membro della Commissione europea - Neven Mimica
  5.2. Calendario delle tornate del Parlamento - 2014
 6. Seduta solenne
 7. Rettifiche (articolo 216 del regolamento): vedasi processo verbale
 8. Turno di votazioni (proseguimento)
  8.1. Composizione numerica delle commissioni permanenti (B7-0268/2013) (votazione)
  8.2. Nomina di un membro della Corte dei conti - Neven Mates (A7-0182/2013 - Inés Ayala Sender) (votazione)
  8.3. Nomina di un membro della Corte dei conti - George Pufan (A7-0181/2013 - Inés Ayala Sender) (votazione)
  8.4. Pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (A7-0144/2013 - Raül Romeva i Rueda) (votazione)
  8.5. Stabilire norme per l'accoglienza dei richiedenti protezione internazionale (rifusione) (A7-0214/2013 - Antonio Masip Hidalgo) (votazione)
  8.6. Domanda di protezione internazionale presentata in uno degli Stati membri da un cittadino di paese terzo o da un apolide (rifusione) (A7-0216/2013 - Cecilia Wikström) (votazione)
  8.7. Riconoscimento e revoca della protezione internazionale (rifusione) (A7-0217/2013 - Sylvie Guillaume) (votazione)
  8.8. Fondo di aiuti europei agli indigenti (A7-0183/2013 - Emer Costello) (votazione)
  8.9. Istituzione del sistema "Eurodac" per il confronto delle impronte digitali (A7-0432/2012 - Monica Luisa Macovei) (votazione)
  8.10. Ripristino temporaneo del controllo di frontiera alle frontiere interne (A7-0200/2012 - Renate Weber) (votazione)
  8.11. Istituzione di un meccanismo di valutazione per verificare l’applicazione dell'acquis di Schengen (A7-0215/2013 - Carlos Coelho) (votazione)
  8.12. Bilanci annuali, bilanci consolidati e relative relazioni di taluni tipi di imprese (A7-0278/2012 - Klaus-Heiner Lehne) (votazione)
  8.13. Obblighi di trasparenza riguardanti le informazioni sugli emittenti i cui valori mobiliari sono ammessi alla negoziazione in un mercato regolamentato (A7-0292/2012 - Arlene McCarthy) (votazione)
  8.14. Fissazione del tasso di adeguamento dei pagamenti diretti di cui al regolamento (CE) n. 73/2009 per l'anno civile 2013 (A7-0186/2013 - Luis Manuel Capoulas Santos) (votazione)
  8.15. Modifica del codice frontiere Schengen e della convenzione di applicazione dell'accordo di Schengen (A7-0206/2013 - Georgios Papanikolaou) (votazione)
  8.16. Progetto di decisione del Consiglio europeo che stabilisce la composizione del Parlamento europeo (A7-0213/2013 - Rafał Trzaskowski, Roberto Gualtieri) (votazione)
  8.17. Investire nel settore sociale a favore della crescita e della coesione (B7-0255/2013) (votazione)
  8.18. La politica regionale nel quadro di regimi di aiuti di Stato più ampi (A7-0204/2013 - Oldřich Vlasák) (votazione)
  8.19. Relazione annuale sulla politica di concorrenza (A7-0143/2013 - Antolín Sánchez Presedo) (votazione)
  8.20. Preparazione della riunione del Consiglio europeo (27-28 giugno 2013 - Processo decisionale democratico nell'UEM (B7-0271/2013, B7-0272/2013, B7-0277/2013) (votazione)
  8.21. Preparazione della riunione del Consiglio europeo (27-28 giugno 2013) - Lotta alla disoccupazione giovanile (RCB7-0270/2013, B7-0270/2013, B7-0273/2013, B7-0275/2013, B7-0276/2013, B7-0278/2013, B7-0279/2013, B7-0280/2013) (votazione)
  8.22. Situazione di stallo della revisione del regolamento n. 1049/2001 (RCB7-0256/2013, B7-0256/2013, B7-0257/2013, B7-0259/2013, B7-0261/2013, B7-0265/2013, B7-0266/2013) (votazione)
 9. Dichiarazioni di voto
  9.1. Nomina di un membro della Commissione europea - Neven Mimica
  9.2. Calendario delle tornate del Parlamento - 2014
  9.3. Composizione numerica delle commissioni permanenti (B7-0268/2013)
  9.4. Nomina di un membro della Corte dei conti - Neven Mates (A7-0182/2013 - Inés Ayala Sender)
  9.5. Nomina di un membro della Corte dei conti - George Pufan (A7-0181/2013 - Inés Ayala Sender)
  9.6. Pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (A7-0144/2013 - Raül Romeva i Rueda)
  9.7. Stabilire norme per l'accoglienza dei richiedenti protezione internazionale (rifusione) (A7-0214/2013 - Antonio Masip Hidalgo)
  9.8. Domanda di protezione internazionale presentata in uno degli Stati membri da un cittadino di paese terzo o da un apolide (rifusione) (A7-0216/2013 - Cecilia Wikström)
  9.9. Riconoscimento e revoca della protezione internazionale (rifusione) (A7-0217/2013 - Sylvie Guillaume)
  9.10. Fondo di aiuti europei agli indigenti (A7-0183/2013 - Emer Costello)
  9.11. Istituzione del sistema "Eurodac" per il confronto delle impronte digitali (A7-0432/2012 - Monica Luisa Macovei)
  9.12. Ripristino temporaneo del controllo di frontiera alle frontiere interne (A7-0200/2012 - Renate Weber)
  9.13. Istituzione di un meccanismo di valutazione per verificare l’applicazione dell'acquis di Schengen (A7-0215/2013 - Carlos Coelho)
  9.14. Bilanci annuali, bilanci consolidati e relative relazioni di taluni tipi di imprese (A7-0278/2012 - Klaus-Heiner Lehne)
  9.15. Obblighi di trasparenza riguardanti le informazioni sugli emittenti i cui valori mobiliari sono ammessi alla negoziazione in un mercato regolamentato (A7-0292/2012 - Arlene McCarthy)
  9.16. Fissazione del tasso di adeguamento dei pagamenti diretti di cui al regolamento (CE) n. 73/2009 per l'anno civile 2013 (A7-0186/2013 - Luis Manuel Capoulas Santos)
  9.17. Modifica del codice frontiere Schengen e della convenzione di applicazione dell'accordo di Schengen (A7-0206/2013 - Georgios Papanikolaou)
  9.18. Progetto di decisione del Consiglio europeo che stabilisce la composizione del Parlamento europeo (A7-0213/2013 - Rafał Trzaskowski, Roberto Gualtieri)
  9.19. Investire nel settore sociale a favore della crescita e della coesione (B7-0255/2013)
  9.20. La politica regionale nel quadro di regimi di aiuti di Stato più ampi (A7-0204/2013 - Oldřich Vlasák)
  9.21. Relazione annuale sulla politica di concorrenza (A7-0143/2013 - Antolín Sánchez Presedo)
  9.22. Preparazione della riunione del Consiglio europeo (27-28 giugno 2013 - Processo decisionale democratico nell'UEM (B7-0271/2013, B7-0272/2013, B7-0277/2013)
  9.23. Preparazione della riunione del Consiglio europeo (27-28 giugno 2013) - Lotta alla disoccupazione giovanile (RCB7-0270/2013, B7-0270/2013, B7-0273/2013, B7-0275/2013, B7-0276/2013, B7-0278/2013, B7-0279/2013, B7-0280/2013)
  9.24. Situazione di stallo della revisione del regolamento n. 1049/2001 (RCB7-0256/2013, B7-0256/2013, B7-0257/2013, B7-0259/2013, B7-0261/2013, B7-0265/2013, B7-0266/2013)
 10. Correzioni e intenzioni di voto: vedasi processo verbale
 11. Approvazione del processo verbale della seduta precedente: vedasi processo verbale
 12. Atti delegati (articolo 87 bis del regolamento): vedasi processo verbale
 13. Misure di attuazione (articolo 88 del regolamento): vedasi processo verbale
 14. Presentazione di documenti: vedasi processo verbale
 15. Situazione in Turchia (discussione)
 16. Revisione 2013 dell'organizzazione e del funzionamento del SEAE (discussione)
 17. Libertà della stampa e dei media nel mondo - Relazione annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo nel 2012 e la politica dell'Unione europea in materia - Promozione e protezione della libertà di religione o di opinione
 18. Partenariato transatlantico più ampio (discussione)
 19. Ricostruzione e democratizzazione del Mali (discussione)
 20. Accordo di partenariato e cooperazione con l'Afghanistan (discussione)
 21. Ordine del giorno della prossima seduta: vedasi processo verbale
 22. Chiusura della seduta


  

PRESIDENZA DELL’ON. ROBERTA ANGELILLI
Vicepresidente

 
1. Apertura della seduta
Video degli interventi
 

(La seduta è aperta alle 8.30)

 

2. Servizi finanziari: mancanza di progressi in seno al Consiglio e ritardo della Commissione nell'adozione di determinate proposte (discussione)
Video degli interventi
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  Presidente. − L’ordine del giorno reca la discussione sulle interrogazioni orali al Consiglio sulla mancanza di progressi in seno al Consiglio sui fascicoli relativi ai servizi finanziari, di Sharon Bowles, a nome della commissione per i problemi economici e monetari (O-000063/2013 - B7-0208/2013), e alla Commissione sul ritardo nell'adozione, da parte della Commissione, di proposte di servizi finanziari, di Sharon Bowles, a nome della commissione per i problemi economici e monetari (O-000065/2013 - B7-0209/2013).

Informo prima di iniziare il dibattito che per questa discussione non è prevista la procedura del cartellino blu, quindi do subito la parola all’on. Bowles per 5 minuti.

 
  
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  Sharon Bowles, author. − Madam President, during this mandate we have had a deluge of financial services legislation from the Commission: starting with AIFMD and the establishment of the European Supervisory Authorities, progressing through numerous banking and market measures, depositor and investor protection, and with the Single Resolution Mechanism still awaited. In all, there are over 40 initiatives that have been completed, are under way or are expected soon.

The Committee on Economic and Monetary Affairs (ECON) has long demanded an impact assessment on the financial legislation, and as much of it is now completed I remind the Commission of its commitment to do a cost-benefit analysis on the proportionality and effectiveness of the legislation adopted since the beginning of the financial crisis. This should be launched now and completed before the end of this mandate. You may also be aware, Commissioner, that the ECON Committee has launched its own second investigation and is collecting evidence now.

Concerning the flow of work, two things have been characteristic. First, that many proposals have taken the Commission longer than expected or hoped. There are some excuses, but it remains a fact that there have been long delays, such as for the resolution mechanism which Parliament wanted at the same time as the ESAs back in 2009, and also the long-awaited Securities Law Directive. Yes, these issues have difficult legal problems. That is all the more reason why we should have them early so that the co-legislators can get to work.

The second characteristic is that Parliament has worked both fast and diligently, providing input to the Commission in advance of legislation and in response to consultations – and much faster than the Council, so now there is a backlog with important proposals that stand little chance of getting to trialogue. There are others where, for lack of consensus in the Council, the Council is eating up all the time, for example on MiFID and central securities depositories. Harry Potter may have to battle death-eaters. Here in Parliament we seem to have to battle time-eaters in the Council.

So we urge the Council now to make the necessary progress so that trialogues can begin. And I give advance warning to look at the Parliament positions, because we will not yield to the oft-played line that it is ‘a delicate balance in the Council’. Indeed, the more we are disappointed by proposals being stuck in the Council, the more we will be determined to press our points in those that do reach trialogue.

In our ECON coordinators’ meeting yesterday, it was agreed that there would be no wind-down or slackening, despite the forthcoming elections. We will continue to work on all the dossiers as they come along, in addition to completing first readings on all the proposals that are currently on the table. I do understand prioritisation and that doing a little bit of everything and completing nothing is not the thing to do in this latter part of the mandate, but we do expect redoubled efforts from the Council on pending proposals, to get as many as possible agreed before the end of the current Parliament’s term.

Banking union is, of course, a priority for stability of both banks and sovereigns and so we urge the Commission to adopt quickly its proposals for establishing a single resolution mechanism. And to complete work on the banking side, following capital requirements and resolution, we also ask for the follow-up to the recommendations of the Liikanen Group on bank structural reform. Again, I reference the missing link of the Securities Law Directive.

But finally, and as I have already confirmed several times to the Lithuanian Presidency-in-waiting, access to basic bank accounts is a high priority for many citizens. We have spent thousands of hours on high finance and big business matters. Now is the time to show that we will look after everyone in our society by giving access to this vital tool of modern life: a bank account. It would be reprehensible for the Council to push that to one side as less important. It must be done.

 
  
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  Lucinda Creighton, President-in-Office of the Council. − Madam President, I am very grateful for the opportunity to take part in this discussion today, and in particular to clarify a number of points.

I hope that this will enable all of us to move on and improve our co-operation in this area. Firstly, I cannot agree with the underlying premise on which the question is based. It is neither reasonable nor correct to say that there is a lack of progress in Council in the financial services sector. Quite the contrary – the Council is continuing to make significant progress in very complicated negotiations on some very important files.

So far we have given particular priority to those legislative files related to the banking sector. This is fully justified, given the importance of this sector and the need to break the link between the banks and sovereign debt.

I would like to clearly set out the significant progress we have made in the financial services area in just a few short months. First, we have reached political agreement on two fundamental building blocks in reforming the banking sector and the future banking union: the agreement on the banking supervision package as well as the Capital Requirements Directive and Regulation. I have referred on several occasions to the importance of these legislative acts and they have been highlighted as key priorities for us from the very beginning of our Presidency programme.

I note that the European Parliament has postponed its vote on the SSM package to the September plenary. I hope very much that this timetable change will not complicate completion of this work.

On CRD IV, which will be formally adopted by both institutions in the next few days and published before July, the negotiations have been long and difficult.

In April we reached political agreement on the Mortgage Credit Directive, which will allow for rapid implementation of the new rules benefiting mortgage holders and consumers across Europe. I expect that this directive will be adopted at first reading, if the European Parliament continues to respect the terms of the 2011 Joint Political Declaration on explanatory documents.

We have also recently reached political agreement on the Transparency Directive, which will increase the attractiveness of regulated markets for small and medium-sized issuers. Let me thank you in the Parliament for your excellent co-operation on this dossier and indeed on other dossiers.

It is only fair, however, to also refer to some of the difficulties and challenges we face. Today we have around twenty legislative proposals in the financial services sector on the table and as we reach agreement on some, new proposals come to the table. Commissioner Barnier said recently that there is no valid reason to stop issuing new proposals. He is right, given the circumstances – but it is also true that some of the Commission’s proposals, as well as the amendments proposed by the European Parliament; require further elaboration. They benefit from open discussion and debate and this helps to improve them. For this we need to draw on the expertise in Member State governments. Our main objective has been to deliver high-quality legislation which is realistic, effective and operational. We should aim to deliver fast, but not sacrifice quality as a result. I think this is a reasonable approach and it has served us well.

One example is the MiFID/MiFIR review process. This is the cornerstone of the EU’s implementation of the G20 commitments on the way financial markets operate. MiFID (the Markets in Financial Instruments Directive) needs to be adapted to keep up with technological developments and financial innovation. The impact of the new rules cannot be underestimated and it is vital to get them right. The Council has been working extremely hard to achieve a better and more balanced text. This is something that cannot be done overnight, clearly.

Another example is the negotiation on the deposit guarantee schemes (DGS). The approach we have taken is to complete the financing arrangements in the bank recovery and resolution (BRR) proposal as there are obvious overlaps with financing of deposit guarantee schemes where Member States decide to have one fund for both BRR and DGS or a separate fund for each.

It makes sense to put the DGS proposal on hold until then, since the funding of Member State deposit guarantee schemes is complementary to their resolution funds. On this, Parliament itself chose to vote its opinion at first reading on the text in February 2012, while the Council was working hard to continue the negotiations in trialogues.

On the Investor Compensation Schemes Directive, given its link with the Deposit Guarantee Schemes Directive, these negotiations will need to wait for an agreement on that file.

On Solvency II, we recognise the importance of ensuring that prudential requirements in the insurance business rely on risk-based methodologies. But we will not be able to provide our contribution immediately. This is because the negotiations are awaiting the outcome of an ex-ante impact assessment requested by the European Parliament during the negotiations last year with the Council.

Progress overall has been impressive, contrary to what is suggested in your question. Of course we can always improve and do better. The Council for its part will keep up the necessary pace and quality. I hope Parliament will continue to do the same.

Looking forward, we are looking to agree a general approach in the Council on the Bank Recovery and Resolution Directive and on the legislative proposal relating to packaged retail investment products.

The European Council has called for the adoption of the forthcoming proposal on a single resolution mechanism by the end of this parliamentary term. We aim to respect this timeframe. This will be yet another priority file.

We had hoped to reach political agreement on the Market Abuse Regulation but we are not sure now of the prospects following the Parliament's cancellation of tomorrow’s trialogue.

On the Central Securities Depositories Regulation, we have made good progress and are aiming to reach a general approach this month, in order to start trialogues with the Parliament as soon as possible.

We will also continue to work hard on other files, such as UCITS and the Commission proposals to improve the existing rules on anti-money laundering and fund transfers, in accordance with the guidelines given by the European Council.

These objectives are achievable, and will require the support of the Commission and the European Parliament so we can continue to cooperate constructively with the aim of reaching an acceptable compromise.

By way of conclusion, I do not accept that there has been a lack of progress in the Council on the financial services files. In fact, as outlined above, there has been huge progress on these files, many of which are extremely complex and detailed. We are aiming for rapid results, but we are also aiming for an outcome in terms of quality – and sometimes that does take time.

So we look to Parliament also to play its role, and I look forward to hearing from you on how you intend to do that over the coming months.

 
  
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  Michel Barnier, membre de la Commission. − Madame la Présidente, bonjour à chacune et chacun d'entre vous. Tout d'abord, je remercie Sharon Bowles et la commission économique et monétaire de cette question.

Je pense qu'en effet, Madame la Présidente, un peu plus de trois après le début de cette législature, cinq ans après le début de cette crise financière terrible venue des États-Unis, qui s'est propagée en Europe, et dont les conséquences sont loin d'être terminées, le moment est venu, cette année, en 2013, de vérifier si nous avons bien fait ce que nous avions dit, d'évaluer ce que nous avons fait et de nous demander en toute lucidité: "comment devons-nous aller plus loin, notamment pour tenir compte de la situation économique et sociale et faire davantage?".

Je remercie beaucoup votre Parlement de me donner l'occasion, à travers cette question, de faire le point. Je suis heureux de le faire aussi en présence de Lucinda Creighton et de la Présidence irlandaise. Je veux dire mes remerciements personnels, au nom de toutes mes équipes, à la Présidence irlandaise, aux équipes du ministre Michael Noonan pour leur très grande détermination et la grande compétence avec laquelle ils travaillent actuellement.

Nous avons lancé ensemble, Mesdames et Messieurs les députés, il y a maintenant trois ans puisque je suis là depuis trois ans, un agenda – Sharon Bowles parlait de déluge tout à l'heure, je ne sais pas si c'est le mot correct – de régulation financière résolument nouveau. Je vais résumer dans ce petit document que vous connaissez, qui présente l'état de la situation, à savoir où nous en sommes dans les mesures déjà votées, celles qui sont en cours de vote, celles qui sont devant nous.

Pourquoi avons-nous fait cela? Parce qu'évidemment, cette crise financière a des raisons et des causes. La principale de ces causes, à mes yeux, est l'absence de régulation mondiale, l'absence de supervision correcte des banquiers à qui nous avons tout permis et qui se sont crus tout permis, avec des bonus insensés; encourageant la prise de risque pour que, finalement, les contribuables paient les risques; des banques sous-capitalisées; aucun ratio de liquidité. Nous avons fait toutes ces listes sans parler de tous les autres acteurs. Nous traitons, comme le G20 nous l'a demandé, comme nous en avons besoin au niveau mondial et au niveau européen, chaque acteur, chaque produit, chaque secteur, aucun d'entre eux ne va et ne doit échapper à une régulation publique et à une supervision intelligente. C'est le sens de notre travail.

Mesdames et Messieurs les députés, il n'y a aucune place aujourd'hui pour la fatigue, pour la pause, comme je l'entends quelquefois. Il y a une place – c'est d'ailleurs l'esprit de cette question orale de Mme Sharon Bowles – pour de la vigilance, pour de la détermination et pour du pragmatisme sur chacun de nos textes.

Je voudrais évoquer nos priorités pour les six prochains mois au-delà de ce qui a déjà été fait avec vous.

S'agissant de l'Union bancaire, dont Lucinda Creighton a parlé, nous souhaitons aboutir très rapidement sur la proposition que je vous ai faite, il y a plus d'un an maintenant, concernant la résolution. Je remercie Gunnar Hökmark et la commission des affaires économiques et monétaires de son vote le mois dernier. Nous travaillons beaucoup pour que lors du prochain Conseil ECOFIN, le 21 juin, le Conseil soit capable d'avoir une position commune et que tout de suite après, nous puissions engager le travail en commun avec le Parlement.

Je veux dire aussi qu'à propos de la dernière pièce de ce paquet "résolution", je travaille avec toutes mes équipes pour présenter dans les toutes prochaines semaines, dans les prochains jours, la proposition concernant le mécanisme de résolution unique en Europe. Nous présenterons cette proposition et elle fera l'objet d'un travail avec la Présidence lituanienne.

Dans le même élan, j'espère que nous pourrons reprendre très rapidement – j'en ai parlé hier avec Peter Simon – le texte sur les garanties de dépôt puisque les choses sont liées s'agissant de la solidité et de la prévention dans les banques, notamment pour protéger les déposants.

Concernant le deuxième chantier, toutes ces lois, pour l'essentiel, Mesdames et Messieurs – vous le savez –, sont des lois réparatrices, des lois préventives. Des lois parfois répressives – je pense à la directive sur les abus de marché. La ministre parlait tout à l'heure d'un texte auquel je tiens beaucoup, qui est celui de la lutte contre le blanchiment d'argent et l'argent du crime. Toutes ces lois font partie de la réaction nécessaire et de la prévention obligatoire, désormais, par rapport à la crise financière. Il faut terminer cet agenda de régulation "réparatrice", et je cite télégraphiquement le travail de Markus Ferber sur la MiFID. Les discussions progressent maintenant au Conseil avec un accord qui est proche, je pense, sous la Présidence irlandaise et nous pourrons engager les trilogues sous Présidence lituanienne.

S'agissant de l'abus de marché, avec Arlene McCarthy, nous ne sommes pas loin d'un accord qui devrait être formalisé en parallèle avec la MiFID. J'ai évoqué récemment aussi avec Burkhard Balz les négociations sur Omnibus, qui vont pouvoir reprendre très prochainement sur la base de l'étude complémentaire que j'avais demandée en accord avec vous à EIOPA – l'Autorité européenne des assurances et des pensions professionnelles.

Concernant le troisième chantier, je vous l'ai dit souvent, nous devons passer maintenant de cette régulation réactive et préventive, en la terminant sérieusement, à une forme de régulation – j'allais dire pro-growth regulation – plus proactive et plus dynamique, pour encourager et faciliter la reprise de la croissance au-delà de toutes les mesures qui sont prises dans chaque pays et au niveau collectif.

C'est le sens de plusieurs propositions que j'ai faites dans cet agenda: les fonds d'entrepreneuriat social européens; le passeport pour le capital-risque; la réflexion que nous engageons pour soutenir et encadrer intelligemment le crowdfunding, cette nouvelle forme de financement participatif; le texte que M. Klute connaît bien, et dont il va s'occuper, concernant le compte bancaire de base sur la transparence, la mobilité bancaire et la transparence des frais bancaires; puis, plus globalement, le chantier auquel je tiens beaucoup sur le livre vert concernant le financement à long terme.

Mesdames et Messieurs, nous serons jugés sur notre méthode de travail aussi, au-delà de la substance. Sur ce point, nous sommes fidèles à l'exigence que nous nous sommes imposée de ne pas improviser, de travailler néanmoins rapidement, sérieusement, et de réguler de manière plus intelligente.

Pour chaque proposition, nous consultons, nous ouvrons des débats. J'attache beaucoup d'importance à ces études d'impact et, en effet, Madame Bowles, le temps est venu de faire une étude plus globale, même si j'avais eu l'idée de la faire sérieusement avant d'avoir des textes qui, d'ailleurs, sont assez différents quelquefois à la fin du processus législatif, souvent améliorés par vous, par rapport aux textes initiaux que je présente. Sur la base des textes qui sont à peu près maintenant tous arrivés à maturité, nous en connaissons la réalité et la précision, le moment arrive de faire l'étude globale d'impact et je cherche le meilleur moyen de la faire rapidement et objectivement pour évaluer l'importance de tous ces textes pour la régulation mais aussi pour l'économie.

Je veux aussi redire qu'à maintes reprises, le Parlement européen a amélioré ces textes et a permis de les consolider.

Pour finir, je voudrais dire un mot, très rapidement, au sujet des deux points que vous avez spécifiquement évoqués, Madame la Présidente.

S'agissant de la législation concernant le droit des titres, c'est un sujet très complexe, au cœur du droit civil et du droit de propriété national. Il y a beaucoup de divergences entre les vingt-sept ou vingt-huit États membres dans ce domaine. Voilà pourquoi nous avons examiné toutes les règles nationales sur le droit des titres. C'est un examen qui a pris beaucoup de temps mais il était une obligation, un préalable avant d'aboutir à un texte.

La Commission a organisé une consultation publique sur les aspects juridiques du droit des titres en 2011. Nous avons participé aux groupes de travail internationaux sur le cadre réglementaire pour les prêts et les prises en pension de titres. Nous sommes désormais à un stade très avancé de notre étude d'impact. Ces travaux vont encore se poursuivre avant que la Commission soit en mesure de présenter une proposition législative, ce que j'espère pouvoir faire sur ce sujet, Madame la Présidente, à l'automne prochain.

Concernant la directive sur les services de paiement (PSD), le marché des paiements de détail a connu beaucoup d'innovations significatives au cours des dernières années, notamment dans le cadre des paiements par carte, internet et mobile. Cette révolution n'est pas terminée. La directive existante date de 2007. Elle n'est plus adaptée, en effet, aux conditions actuelles.

La Commission a procédé en 2012 à une consultation publique avec un livre vert sur les paiements par carte, par internet et par téléphonie mobile. Le Parlement européen a apporté – je veux le dire – une contribution très utile avec cette résolution portée par Sampo Terho, au sein de la commission des affaires économiques et monétaires, et Sergio Gaetano Cofferati, au sein la commission du marché intérieur et de la protection des consommateurs. Nous en tenons compte. Nous travaillons intensément à la révision de cette directive sur les services de paiement. L'une des mesures prioritaires de l'acte pour le marché unique, un rapport sur la mise en œuvre de la PSD a été élaboré et une étude d'impact finalisée. Nous envisageons, Madame la Présidente, Mesdames et Messieurs, d'adopter un "paquet paiements" à la mi-juillet, c'est-à-dire le mois prochain, qui contiendra aussi le rapport d’application de la PSD, prévu par la directive.

Je pense que nous avons continué sur ces sujets précis, comme sur tous les autres, à travailler avec résolution, avec beaucoup de détermination, mais aussi sans improvisation.

Je vous remercie de m'avoir permis de le confirmer devant vous ce matin.

 
  
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  Jean-Paul Gauzès, au nom du groupe PPE. – Madame la Présidente, Madame la Présidente en exercice du Conseil, Monsieur le Commissaire, le Parlement n'est pas l'adversaire du Conseil. Il n'est pas non plus son concurrent. Il est, avec le Conseil, le colégislateur, à égalité avec lui. Et c'est à ce titre que le Parlement intervient aujourd'hui pour constater et fustiger les retards qui s'accumulent dans l'adoption des textes indispensables.

La Commission s'est efforcée de proposer les textes qu'exigeait la situation, cette situation grave que connaît l'Union européenne, et mes propos ne seront pas dirigés contre la Commission parce que j'estime que la Commission, et notamment le commissaire Barnier, a fait tout le travail qui était nécessaire, avec les moyens dont il dispose et qu'il doit en être remercié.

Bien sûr, le calendrier électoral et le renouvellement de la Commission rendent difficile l'adoption, avant la fin du mandat, de propositions qui vont encore venir et qui sont, elles, si nécessaires. Mais ce qui est en cause, ce sont les textes qui ont déjà fait l'objet d'un accord au Parlement et qui sont bloqués au Conseil.

Alors j'ai bien entendu vos propos, Madame la ministre. Le Conseil travaille beaucoup, il travaille bien. Quant au Parlement, vous attendez de voir ce qu'il est capable de faire. Je crois qu'il vous l'a prouvé. Je ne vais pas refaire la liste des textes qui sont actuellement en souffrance. J'ose espérer que le Conseil – vos collaborateurs – aura les quelques minutes nécessaires pour prendre connaissance de la motion qui sera votée jeudi.

Je souhaite surtout insister sur les conséquences catastrophiques de la situation actuelle. En premier lieu, entre nos institutions. Je l'ai dit tout à l'heure, le Parlement et le Conseil sont à égalité. Et ce qui se passe actuellement, c'est la négation d'une collaboration loyale entre ces deux institutions colégislatrices. Pourquoi le Conseil ne peut-il se mettre d'accord, alors qu'au Parlement, avec sa diversité politique, dans sa diversité de nationalités, nous trouvons des solutions aux divergences qui peuvent nous opposer? Voilà la première question que je pose.

Pour la résolution de la crise que nous connaissons toujours, en dépit des propos lénifiants des chefs d'État et de gouvernement chaque fois qu'ils se réunissent, c'est le blocage. Ces blocages au Conseil accréditent l'idée que l'Union européenne n'est pas réactive et que si nous mettons plus de temps que d'autres pays – notamment les États-Unis –, pour sortir de la crise, c'est parce que nous avons un modèle qui ne fonctionne pas. Or, ce modèle communautaire, nous y sommes attachés. Et donc il faut que le Conseil prenne sa part de responsabilité et donne à notre Union européenne la réactivité nécessaire.

Ces blocages créent une insécurité juridique et maintiennent dans l'attente l'industrie, les investisseurs, qui souhaitent savoir à quelle sauce ils seront mangés, pour parler clairement. On ne peut pas vivre en attendant en permanence que des décisions soient prises et vivre au gré des propos qui sont tenus par les lobbyistes qui obtiennent des documents que nous-mêmes n'avons pas. Chacun souhaite, avant de s'engager, savoir quelle sera sa situation.

Ces blocages alimentent les propos, certes irresponsables, mais efficaces, de tous les eurosceptiques de tout bord qui fustigent, là aussi, l'Union européenne, comme on l'entendra certainement dans cette Assemblée sur d'autres bancs. Ces blocages créent une confusion profonde sur les orientations réelles finales de la réglementation européenne et paralysent un financement efficace de l'économie réelle.

Le Conseil doit se ressaisir. Je n'ai écouté que la traduction, mais j'ai confiance dans les interprètes, et je ne ferai pas de remarques sur ce que j'ai cru être une légère nuance de doute ou de mépris, mais peut-être ai-je mal compris. Il est temps, Madame la Présidente, de donner de l'Europe une autre image que celle d'un ballet de voitures qui se réunissent le soir, dans la cour du Conseil, pour des réunions de chefs d'État et de gouvernement qui n'aboutissent à aucune solution. On l'a vu encore récemment sur les problèmes de la fraude fiscale et de l'évasion. Nos concitoyens en ont assez. Ils ne nous croient plus. Ils ne vous croient plus, ils ne nous croient plus non plus. Il est temps de tenter de réparer les dommages gravissimes causés par des décisions mal annoncées sur la crise de Chypre, qui ont abouti à un fiasco médiatique. Nous naviguons entre effets d'annonce des gouvernements, interprétation de sommets et négociations inefficaces.

Il nous reste quelques mois, Madame la Présidente, parce qu'il y aura des élections et ces élections, ce n'est pas le problème du renouvellement de tel ou tel, c'est le problème de l'image de l'Europe. Il nous reste quelques mois pour redresser une image. Nous comptons sur le Conseil pour faire le nécessaire. Nous, nous y sommes prêts, et nous l'avons prouvé.

 
  
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  Elisa Ferreira, on behalf of the S&D Group. – Madam President, the banking and financial sector has been the epicentre of the crisis, and the achievement of reforms currently under way is a precondition for ending the crisis and ensuring sustainable financing of the real economy for growth. We keep repeating sentences like this one. But now we should deliver; we should deliver tangible results to our citizens.

We have started a lot of work, we have to finish it, and we have to deliver. We call on the Council and the Commission. We welcome the news just presented to us by Commissioner Barnier on the delivery of pending proposals on financial banking services as soon as possible, in a very close timeline: single resolution mechanisms, banking structure, money market funds linked to shadow banking, Securities Law Directive. But we want to put pressure on the Council to act swiftly on key dossiers on which Parliament has already adopted its position and is therefore waiting for negotiations with the Council to start.

On deposit guarantee schemes, I understand the point made by the Minister, but this has been sitting there since February 2012. On the resolution framework, we are still waiting for the Council, even if the European Council has already announced this dossier as a key priority. And MiFID.

We emphasise especially the need to speed up progress on all dossiers related to the achievement of banking union. This is a masterpiece for the future. The adoption of the proposals for the single supervisory mechanism and CRD IV, for a single rule book for banks to strengthen prudential requirements, are essential steps towards banking union. But to provide stability and protect taxpayers and depositors, this should be complemented by a well-funded single European deposit guarantee mechanism, and the resolution framework with the single resolution fund for banks.

Clear rules for the bailout and bail-in of banks in the event of bank failures should be defined to fully protect all depositors in all Member States.

Finally, Parliament has always taken seriously its responsibility to deliver concrete results on time. On CRD IV and the single supervision mechanism, the EP acted within a very short timeline and still we had to wait for the Council. On resolution, deposit guarantee schemes, MiFID, we are still waiting for the Council to negotiate and conclude. So my message to the Council is: please stop making statements and promises; we need concrete actions, and we trust you, Madam Minister, to speed up the process and finish the dossiers.

 
  
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  Sven Giegold, on behalf of the Verts/ALE Group. – Madam President, I want to be very clear here. We can list all the files which again have not been dealt with yet by the Council and I would appreciate a direct exchange. The list is very clear and nobody can deny that there is a problem. The Commission has swiftly drafted a long list of proposals needed and many of them are not being dealt with in the Council. To be very clear: I do not think that is the responsibility of the Irish Presidency. The Irish Presidency is doing a good job – and therefore please do not misunderstand our criticism – but, just because you are doing a good job, do not move to denial. The reality is you do not achieve consensus and a common position on enough files.

What should you do from our perspective? I think that in order not to put the good image of Europe at risk, you should change your working method. Stop listening to the industry in the respective countries and find consensus in an intergovernmental mode which is not the basis of the European treaties. Start voting as we do, not shadow voting until you have achieved some sort of a balance. Move to real votes if you cannot move fast. Move to a truly European method; that is what we citizens expect. It is not acceptable that the Lithuanian Presidency now coming in is demanding help from Parliament in prioritising, which means that important issues of consumer protection – such as UCITS V, PRIPS, ICS – will fall off the legislative agenda.

Therefore, the real question is: how will the Council change its working methods so that you are able to achieve consensus or a position at least on all the different issues which are on the table and needed by citizens. That is the question you have to answer. The list is here in the resolution. Please bring us a solution, do not move to denial, accept that there is a problem and, as the Presidency, on the basis of your experience and with the good work you have done in the structures you have, propose a solution to these problems. We cannot accept that financial services files will not be finished during this mandate.

 
  
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  Kay Swinburne, on behalf of the ECR Group. – Madam President, the financial crisis necessitated legislative action. It was needed for customer and investor confidence, needed for the flow of capital into and within the EU – which is critical for economic growth – and needed for EU companies and foreign direct investment, which need confidence in our system.

However, incomplete legislation does not give a signal of confidence. It creates uncertainty and will deter companies, individuals and global companies from our markets. We have been working on regulating global derivatives since the G20 conference in Pittsburgh. Although we have completed EMIR level 1, we are a long way off making level 2 work in a global context, and even further away from meeting the trading obligation, which is now buried in the highly politicised MiFID and MiFIR dossiers in Council.

If we begin legislation we need to be able to complete it in a timely way. For example, the CSDR file should send a positive message; it should further the single market in post-trade services and standardise key infrastructure and processes in readiness for T2S, a major European project to be launched in 2015. It has unanimous support in the European Parliament and is supported by the industry and investors across the EU, but still seems to be stuck in the Council.

We need to make sure we have processes in place for recovery and resolution, not just for our banks but also for all our critical market infrastructure, including the newly enlarged CCPs and CSDs.

A perceived lack of progress on key files results in a lack of confidence and a lack of certainty for businesses in a global marketplace, and it certainly results in a lack of confidence from our citizens in our ability to deliver a safer, more efficient financial system for them. Let us do less, but do it better.

 
  
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  Godfrey Bloom, on behalf of the EFD Group. – Madam President, as a matter of fact, I am not without some sympathy with the Council on this because you are trying to do the impossible. I think Parliament is trying to make you do the impossible.

The long and short of it is – as well known in Austrian economics – that, in order to regulate financial services, you would need perfect knowledge of the market. That is impossible and cannot be done. It is sometimes know as the fatal conceit. What we need to go back to is liberty of contract so that the individual, the investor, can contract under law in a property-owning democracy with whomsoever banker or investment manager he wants, without the interference of the state and the implicit guarantee of the taxpayer that goes with it.

Central bankers and retail bankers hide behind regulation. They are not dominated or guided by regulation. It is what keeps these people out of prison when they cheat the general public. You are part of the conspiracy. For goodness sake, move away from prescriptive regulation and let the law of the land take its course.

 
  
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  Jürgen Klute, im Namen der GUE/NGL-Fraktion. – Frau Präsidentin, Kolleginnen und Kollegen! Wenn man vor Ort mit Bürgerinnen und Bürgern, mit Wählerinnen und Wählern spricht, dann fragen die im fünften Jahr der Krise schon einmal, was wir als Politiker gemacht haben, um endlich im fünften Jahr aus der Krise herauszukommen. Dann kann man darauf verweisen, dass wir im Europäischen Parlament etliche Dutzend Dossiers bearbeitet haben. Ich glaube, dass das Parlament in vielen Fällen – auch wenn wir im Detail unterschiedlicher Meinung sind – durchaus brauchbare und auch im Interesse der Bürgerinnen und Bürger liegende Lösungsvorschläge erarbeitet hat. Dann verstehen die Bürgerinnen und Bürger nicht, warum das denn bei ihnen noch gar nicht angekommen ist. Dann sage ich ihnen: Naja, das meiste von dem, was wir im Parlament ausgearbeitet haben, hängt im Rat fest. Das verstehen sie erst recht nicht, warum das im Rat festhängt.

Das ist ein Problem, das wir dringend lösen müssen. Vielleicht hat diese Verzögerung, mit der wir es hier zu tun haben und über die wir heute Morgen reden, etwas zu tun mit der Intransparenz der Arbeit des Rates. Mit mehr Transparenz in der Ratsarbeit würden ja vielleicht auch die Gründe für die Verzögerung, offengelegt werden. Das würde vielleicht auch für die Bürgerinnen und Bürger nachvollziehbar machen, was passiert, und es würde die Möglichkeit eröffnen, die Ursachen dieser Verzögerung zu bekämpfen. Ich hoffe, dass wir zu einer guten und schnellen Lösung kommen, und es wäre auch aus unserer Sicht gut, wenn die noch offenen Dossiers wirklich bis zum Ende der Legislaturperiode abgeschlossen werden und endlich in Kraft treten könnten.

 
  
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  Michel Barnier, membre de la Commission. − Madame la Présidente, Mesdames et Messieurs les députés, naturellement je ne vais pas reprendre le débat quant au fond, mais juste, au point où nous sommes, confirmer deux choses.

D'abord, la disponibilité qui est la mienne, de même que celle de mon cabinet, celle de ma direction générale, qui fait un formidable travail depuis de longues années avec des équipes limitées mais extrêmement compétentes, pour faciliter – au-delà de porter des projets comme c'est le rôle de la Commission de porter des stratégies, de vous proposer des stratégies, de faciliter aussi le travail du Conseil des ministres, auquel je participe naturellement régulièrement – le travail du Parlement, en respectant votre autonomie et votre souveraineté, puis, finalement, pour participer aussi utilement aux trilogues qui sont tellement importants.

Je confirme cette disponibilité pour faire ce que vous demandez tous, c'est-à-dire terminer ce que nous avions annoncé. C'est une question d'efficacité pour la stabilité financière, pour construire des bases plus saines, plus transparentes, pour mettre aussi, au-delà de la transparence et de la responsabilité, un peu de morale et un peu d'éthique là où elle avaient disparu, et remettre les marchés financiers au service de l'économie réelle plutôt que d'être à leur propre service, comme on l'a vu depuis trente ans. Nous faisons cela.

C'est aussi une question de crédibilité pour le G20, pour le Conseil européen, pour nous, en tant qu'institution européenne que de faire ce que nous avons dit et que nous savons indispensable pour construire des bases plus saines pour l'économie financière sur notre continent.

S'agissant du deuxième point, je ferai écho à Mme Swinburne, qui l'a évoqué, en mentionnant le level playing field. Nous avons affaire à une crise mondiale sur le plan financier, même si elle a des conséquences ou des prolongements qui sont évidemment plus européens avec la dette souveraine. Mais la crise financière est venue des États-Unis. Elle est liée à un manque de gouvernance et de régulation globale dans le monde et c'est précisément le G20 qui a fixé cet agenda que nous suivons. Il faut veiller à ce qu'avec les grands partenaires du G20, dont le premier pour nous sont les États-Unis – 80 % des transactions financières sont transatlantiques –, nous suivions bien, en parallèle, chacun avec nos propres lois, le même agenda.

Mesdames et Messieurs les députés, je passe beaucoup de temps – je vais retourner aux États-Unis dans quelques jours pour la huitième fois, je crois, depuis trois ans – à construire et à vérifier ce level playing field également avec les autres grands partenaires, notamment d'Asie.

Je vous remercie et vous confirme le total engagement de la Commission européenne.

 
  
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  Lucinda Creighton, President-in-Office of the Council. − Madam President, the EU’s overriding priority is to foster a sustainable and a job-rich economic recovery and that is our common objective. In order to succeed in achieving that goal, we must have active engagement and partnership between all of the institutions, between the Commission, Parliament and Council and, indeed, directly with Member States.

Good legislation is a joint effort between all three institutions, and it is often a matter of delicate compromise that can be challenging to reach. You can take it from me, having spent five and a half months in the role of Presidency, it can be painstaking at times to achieve that delicate compromise, both within and between the institutions. Smooth and constructive cooperation is the key to delivering on those desired results; that is the challenge that faces all of us.

In drawing up our priorities, we sought to balance the necessity to respond to urgent new needs that became apparent as a result of the crisis and the ongoing need to work on structural issues – which policy-makers need to address by looking beyond the immediate – to help shape the choices that can deliver a sustainable recovery leading to growth and to higher levels of employment, which we all hope for.

We have had a strong record working with Parliament and with the Commission in achieving results in the important area of financial services, and we will continue to work hard on these files. We are already cooperating with our colleagues from the incoming Lithuanian Presidency, as I know many of you are, and we will ensure a continuity of Council approach to the various files, which I consider to be very important.

I know that my colleague in the Irish government, Minister Michael Noonan, will attend the ECON Committee on 24 June for an end-of-Presidency assessment and review. This will afford a good opportunity to review the considerable progress which has been made on these files, which I outlined in more detail in my introductory remarks.

I can absolutely assure this Parliament that we will continue to do everything that we can to progress the financial services agenda in the second half of 2013 and everything we can possibly do to ensure that we maintain the momentum which we have achieved over the last number of months and which I outlined in my opening remarks.

I would like to conclude by thanking Sharon Bowles and the ECON Committee particularly for their excellent cooperation. We have achieved a lot, and I would like to thank Commissioner Michel Barnier and his team in the Commission for excellent cooperation. It is not easy, we have had our challenges, but I think that we have made substantial progress. There is still a lot of work to be done, there is no doubt about that, many Members have mentioned it.

It behoves all of us in our respective institutions to redouble our efforts and to work hard in a constructive and a cooperative fashion over the months ahead to ensure that we achieve all of our common goals and objectives, particularly in advance of the European elections next year.

 
  
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  Presidente. − Comunico di aver ricevuto una proposta di risoluzione conformemente all'articolo 115, paragrafo 1, del regolamento.

La discussione è chiusa.

La votazione si svolgerà domani, 13 giugno, alle 12.00.

(La seduta è sospesa per alcuni istanti)

 
  
  

VORSITZ: MARTIN SCHULZ
Präsident

 

3. Preparazione della riunione del Consiglio europeo (27-28 giugno 2013) (discussione)
Video degli interventi
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  Der Präsident. − Als nächster Punkt der Tagesordnung folgt die Aussprache über die Erklärungen des Rates und der Kommission zur Vorbereitung der Tagung des Europäischen Rates (27.-28. Juni 2013) (2012/2807(RSP)).

 
  
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  Lucinda Creighton, President-in-Office of the Council. − Mr President, I am very grateful for this opportunity to discuss the preparations for the next meeting of the European Council. The Irish Presidency will be working, as always, very closely with President Van Rompuy to ensure the best possible preparation for this important meeting.

The June European Council will continue our focus on the goal of improving competitiveness, returning to strong and sustainable growth, and creating jobs. President Van Rompuy has therefore decided to focus the debate on the European Semester, the fight against youth unemployment, improving access to finance and further deepening EMU.

On the European Semester, the June meeting will bring this year’s exercise to a close through the endorsement of the country-specific recommendations. The European Council is expected not only to underline the need to continue with fiscal consolidation, but also to acknowledge the importance of extending certain EDP deadlines, given the current economic situation. This is part of a renewed effort to accelerate and consolidate structural reforms.

The discussion should help create ownership of the recommendations at the highest level. This will in turn contribute to ensuring their swift and effective implementation at national level.

In our preparations for the Presidency, we identified effective management of this third European Semester cycle as a key focus, and an instant contribution which we could make towards enhancing European stability. We felt it important to work very closely with others, ensuring that the lessons learned from last year’s exercise were fully taken on board, and building on the stronger bilateral dialogue now in place between the Commission and the Member States.

What is important is that relevant Council formations work in a coordinated and consistent manner towards a thorough preparation for the June European Council. Our work will continue over the coming weeks, particularly in terms of streamlining committee work under the aegis of EPSCO and ECOFIN, recognising their overlapping responsibilities on issues such as pension reforms, wage indexing, and the tax wedge on labour. The June European Council will then set clear country-specific orientations for the national budget cycles across the Union in the second half of the year.

It is crucial that we keep up the momentum behind national-level reforms, underpinned by the goals of the Europe 2020 Strategy. This means restoring competitiveness, and unlocking the necessary investments across the Union in growth that is smart, sustainable and inclusive. It is also appropriate that I acknowledge again on behalf of the Presidency the crucial work Parliament has been doing towards strengthening the democratic legitimacy of the European Semester.

Parliament has been in the vanguard in highlighting that these must be open and inclusive processes, supporting meaningful engagement with all relevant stakeholders at both the national and European levels.

Stepping up our efforts to fight youth unemployment remains, of course, a top priority. There is a very strong focus at the top political level on the importance of confronting this enormous challenge, and its significance to all of our societies. I know it is of particular concern here in this Parliament.

It is very welcome therefore that President Van Rompuy has given such prominence to this issue for the June European Council meeting and it is why getting agreement on the Youth Guarantee at EPSCO in February – that every young person should be in education, training or work within four months of leaving school – will rank amongst the most important Presidency achievements for us.

I expect that early proposals for national-level implementation must now be the key next step. This is of course an issue which is primarily the responsibility of individual Member States, but one where there is clear added value at EU level, both in terms of support and learning.

We should also acknowledge that different Member States face very different implementation issues. This is where the EUR 6 billion Youth Employment Initiative, as part of the new MFF, can make a crucial contribution. We look forward to Parliament’s cooperation in making sure it is ready to go from the beginning of next year.

And we also need to explore the other options, such as better mobilising structural funds to tackle youth unemployment. EU support will also be key to helping increase the mobility of young workers, and among other measures, the Commission has made considerable efforts to develop EURES into an effective tool for recruitment at European level, and plans to expand this further.

It has also put forward a directive to tackle the remaining barriers to the freedom of movement of workers. We hope that both the Council and Parliament will be able to reach a rapid agreement on this.

Let me now turn to the issue of access to finance. Financial fragmentation and the lack of access to credit are seriously undermining growth and must be tackled urgently. All the economic indicators are telling us that we need to redouble our efforts here: further contraction this year for both the EU and the euro area, and unemployment up nearly two million on a year ago.

The key to bringing down unemployment across Europe will, of course, be recovery in the real economy: companies growing their businesses and creating new jobs.

The Compact for Growth and Jobs, agreed last June, represents an important reinforcement of political commitment to doing what is necessary to support recovery. There will be a full review of the Compact in June, one year on from its adoption. A top priority is to facilitate the take-up of financing instruments by companies, in particular SMEs, which constitute the backbone of the economy in most Member States and which are absolutely key to creating jobs.

Rapid agreement on the COSME programme is a particular priority in this context, given its importance to SMEs. I would like to thank Parliament for its cooperation on this extremely important file. But more needs to be done to encourage private investment and the European Council is expected to decide on further action.

The EUR 10 billion increase in the EIB’s paid-in capital that was agreed as part of the Compact is now in place and will support a 40 % increase in lending capacity over the 2013-2015 period.

It is also welcome that President Draghi has made clear the ECB’s commitment to working closely with the other institutions, including the European Commission and the EIB, to improve business lending conditions.

Europe will have recovered from the current crisis only when its economies are growing again and creating jobs. This means, above all, unlocking new business investments in the real economy: successful firms expanding their activities at home and abroad, including new firms and new growth areas.

There are a number of further issues that arise in June in the context of the Compact, including industrial competitiveness and smart regulation. In the current difficult economic climate, a strong EU industrial base is absolutely crucial. The European Council is expected to discuss action needed to assist recovery of European industry in the short and medium term and to ensure its long-term competitiveness and sustainability.

Focus will be on those strategic sectors which have the potential to underpin growth and create jobs. This will help to prepare for a more substantive discussion which is planned for the February 2014 European Council.

Finally, on smart regulation, the Heads of State and Government will take stock of progress, in particular the Commission’s ongoing work on the most burdensome regulations for SMEs and on regulatory fitness. The focus of the discussion will again be on competitiveness and job creation, in particular through avoiding unnecessary burdens on SMEs and micro-enterprises. All institutions have a part to play in this work.

The other major issue on the agenda, of course, is economic and monetary union. Although the situation on financial markets is less volatile than a year ago, we must continue to make progress on completing EMU. The June European Council will take stock of work so far, and will place particular emphasis on the top priority of completing the banking union, which has been advanced through the agreements on CRR/CRD IV and the SSM.

Banking union is intended to break the vicious circle between banks and sovereigns, and minimise the risk to taxpayers of having to deal with failed financial institutions.

Our earlier debate showed broad agreement and I think that more has yet to be done. We must agree quickly on the directives on bank recovery and resolution and deposit guarantee schemes. We must also concentrate on the single resolution mechanism. The discussions in the European Council are certainly not the end of the story.

I am very pleased to note that the European Council is also expected to hold a discussion on Latvia’s application to adopt the euro as its currency. The recent positive Commission convergence report on Latvian accession to the euro was hard-earned, and is testament to a country which has shown huge determination in confronting enormous economic challenges in recent years.

The European Council may also take decisions on the opening of accession negotiations with candidate countries, but this will of course depend on progress in the Council in the run-up to the meeting. And the European Council will also formally adopt the decision establishing the future composition of this Parliament, based on a proposal from Parliament, provided that you have given your consent.

The June European Council will be a further step in our efforts to return to growth, embed stability, create jobs and improve competitiveness in Europe.

This is part of a process which is absolutely essential for the future well-being of our societies and for the good of Europe as a whole. I want to thank Parliament for its support in working towards this shared goal.

 
  
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  José Manuel Barroso, President of the Commission. − Mr President, the next European Council takes place in a very challenging context. Several years of very weak or negative growth have led to very high levels of unemployment. Youth unemployment and poverty are rising in many parts of Europe.

We need to go further with our efforts for growth at European level and in the Member States. And I see this European Council mainly focused on two issues: employment, particularly youth employment, and financing the economy, particularly SMEs.

The June European Council is expected to endorse the country-specific recommendations which the Commission presented two weeks ago under the third European Semester of economic policy coordination at European level. Our analysis has shown that, in spite of all the difficulties, the European Union and its Member States are making progress in meeting many of the challenges.

A rebalancing of the European Union economy is taking place on the back of wide-ranging reforms but is not yet finished. Significant adjustments are under way simultaneously across Europe and need to be completed, also because of the interdependence of our economies.

Fiscal consolidation is ongoing and releasing pressure from the markets. This is precisely why it must continue in order to ensure a return to sustainable growth. We have seen, we have learned the hard way, that growth fuelled by high levels of debt, public debt or private debt, is simply not sustainable.

Reforms for competitiveness have been undertaken, particularly to improve the resilience and flexibility of the labour markets. This must be complemented by further urgent action to address the unacceptably high levels of unemployment and increasing poverty rates in a number of our Member States. We must support the young so they succeed in the transition from education to work.

Restoring lending to SMEs, indeed to the economy in general, remains an absolute priority. Lending conditions remain tight and the supply of credit limited in spite of massive support given to the banking sector. We need solutions for businesses with solid business plans that cannot get financing.

Above all, we need to accelerate these structural reforms. We need to step up their pace across the European Union to secure recovery and ensure the rebalancing of the economy. ‘Deficit’ countries need to boost their competitiveness. ‘Surplus’ countries need to remove the structural obstacles to the growth of their domestic demand.

The Commission’s country-specific recommendations clearly say that Member States can, and should, do more to help themselves get back to growth and move Europe beyond the crisis. Employment creation and measures that will restore lending to SMEs were already highlighted as priorities in our Annual Growth Survey and are now at the core of our European Semester.

Let me focus on the first point. 26 million Europeans are unemployed, of whom over six million are young people. We must deliver effective measures to tackle this social crisis here and now. To this end, the Commission will leave no stone unturned in its efforts.

The Commission and Parliament have long been pushing for concrete action in terms of employment. Indeed, as some of you remember, it was already in 2009 that I first proposed that the European Council should meet specifically to address the issue of employment. Frankly, at the time, there was little interest in this idea. Instead of a special European Council, there was a meeting of the trio of Presidencies and in Prague we met with the Prime Minister of the Czech Republic, the Prime Minister of Sweden and the Minister of Labour of Spain. I welcome the fact that now we have a consensus among Member States to move this forward as a priority and that different Member States are now taking initiatives nationally and bilaterally. It is important that all these initiatives are integrated in the European Framework and momentum.

The forthcoming European Council should give a new impulse, building on what has already been set in motion.

Almost a year and a half ago the Commission established Youth Employment Action Teams for those Member States where youth unemployment was at its highest. Over EUR 16 billion from the Structural Funds have been reallocated. This has allowed eight Member States to establish national youth action plans backed by real resources and we are seeing the first results on the ground.

For example, in Ireland an education and training fund, ‘Momentum’, will provide skills training to 6 500 long-term unemployed. The ESF will contribute 50 %, around EUR 10 million, to this fund.

In Slovakia projects worth EUR 70 million from the ESF are being implemented with micro-enterprises and SMEs. To date 6 200 new jobs have been created.

In Latvia the focus is on upgrading vocational education schools in order to double the supply of vocational training to cover 40 % of young unemployed people.

And in Portugal a major initiative called ‘Impulso Jovem’ aims to promote youth employment and job creation, as well as targeted support for the private sector. Some 90 000 young people and 4 500 SMEs are expected to benefit by 2015.

In Greece a major reprogramming has allowed the creation of a national youth action plan with European Union funding of EUR 571 million.

And while these programmes took time to start in some countries, there will be hundreds of thousands of young people across Europe who will benefit.

But more work is needed and more work is already under way, because unemployment affects not hundreds of thousands but millions across Europe.

So we need more to make the Youth Guarantee a reality. The Youth Employment Initiative should make a real difference in parts of Europe where the youth unemployment rate is above 25 %. From our side we are working to frontload this initiative to hit the ground running at the very start of 2014. That means concentrating the financing in the very first years of the next programming period. By this I mean 2014, 2015 and 2016. These efforts need to be complemented with an appropriate allocation from the ESF. It is therefore essential to assure a significant minimum share of the European Social Fund within the overall Structural Funds.

Programmes for education and mobility of young people, such as the proposed ‘Erasmus for all’, are crucial. The ‘Your First EURES Job’ programme will be strengthened by using the European Social Fund to support mobility of young jobseekers across Europe.

Well-established apprenticeship systems are a feature of the Member States with a better performance in terms of youth employment: for instance, Austria and Germany. Therefore the Commission is launching on 2 July 2013 the ‘European Alliance for Apprenticeships’ to improve the quality and supply of apprenticeships all over the European Union, by bringing together national authorities, social partners, companies and relevant stakeholders.

Addressing skills mismatch in sectors with recognised job creation potential is also a priority. The Commission has launched a multi-stakeholder partnership, the ‘grand coalition for digital jobs’ to tackle the challenge of the anticipated 900 000 vacancies in the ICT sector.

Action for employment is a focus of the measures set out for the four programme countries. Our proposed country-specific recommendations include youth employment-related recommendations for a further 17 Member States: recommendations ranging from improving vocational training and effective employment services to reducing skills mismatches and expanding apprenticeships.

We will support the Member States wherever we can with the instruments that we have at European level and we will intensify the work with the social partners, which have a vital role to play in this matter.

To create jobs we need growth, and for growth we need investment, smart investment – at European level, in the Member States. The first point I want to make here is that Europe can have a growth fund, a fund with almost EUR 1 trillion, if the multiannual financial framework is adopted.

That is why I urge all the Member States to cooperate with the Irish Presidency and to make a move in accepting Parliament’s justified requests, for example on flexibility. As the Commission has always said, the difference between commitments and payments in the European Council conclusions makes flexibility indispensable to a final agreement for the MFF. If the MFF is to have the desired impact on investment and growth it should be completed as soon as possible. Some of our Member States have a dramatic need for the investment it will bring. And all Member States – I stress, all Member States – have to realise there is no time to lose.

Ahead of the European Council I will report, together with the European Investment Bank, on possible short-term measures to restore lending to the economy. Our focus will be first of all on the financing of SMEs. SMEs in particular are feeling the pinch as bank loans dry up. SMEs, in fact all our companies, need a return to normal lending conditions. The need is most acute in those Member States which have been hardest hit by the crisis.

Excessively tight access to credit remains a key obstacle to the revival of economic activity – especially in the most vulnerable Member States. The differential in lending spreads across the Union implies a wide variation in financing conditions for companies in the single market and, particularly, in the euro area. These spreads seem to relate less to the intrinsic credit quality of the borrower and more to their geographical location! This is absurd in an economic and monetary union. SMEs are particularly affected by these constraints in the credit supply.

Here is the vicious circle which we need to break. Those countries most in need of investment and of a return to a normal financial sector are those where national actions alone are unlikely to achieve this result in the short term. If there is no confidence, banks will not lend and firms will be reluctant to borrow.

A European consensus will help restore confidence, break the vicious circle and boost economic activity. Let me give you some examples. The net savings rate in Portugal, in spite of all the extreme difficulties that country is facing, is higher than at any time in the last decade. In France, in Ireland, in Slovakia, in Sweden and in the UK, savings rates post-crisis are above – sometimes well above – pre-2008 levels. Yet savers are not prepared to invest their funds, nor is there a willingness to consume. That shows that confidence is key to growth.

We are also exploring other ways to improve access to finance. We need to provide companies with alternatives to bank loans – for example, private equity, risk-sharing instruments with the European Investment Bank. We will soon come forward with a proposal for a regulatory framework for long-term investment funds.

The Commission was at the forefront of the successful efforts to increase the capital of the EIB. We now hope that the EIB will be able to contribute to our efforts to improve access to finance. We are working actively with the EIB to that end.

Three types of ‘joint instrument’ are currently under consideration. All three involve pooling of resources from the Structural Funds, Horizon 2020, COSME and the EIB/EIF and other public banks to increase lending to SMEs by providing guarantees to banks. In every case the provision of public support will be conditional on the benefits being passed through to SMEs in the form of increased lending.

Restoring this confidence by setting out a vision of where the European economy is headed is the reason for working towards deeper economic and monetary union. The progress of Latvia towards joining the euro area is a sign of confidence in the euro. It is a concrete message. Contrary to what some have predicted, what is happening is not that countries are leaving the euro, but new countries are joining the euro.

Creating a banking union is essential. It is the most important short-term action in the process of deepening economic and monetary union and our efforts towards the banking union cannot be relaxed.

Next week the Council should reach a general approach on the Bank Recovery and Resolution Directive. The single supervisory mechanism will be formally adopted before the summer. This paves the way for the Commission’s proposal for a single resolution mechanism which will be ready in the coming weeks.

At the same time, the Commission is working on the other dimensions of EMU; on the ex-ante coordination of major economic reforms; on the Competitiveness and Convergence Instrument and most importantly on the social dimension of EMU. In all of these areas the Commission will come forward with specific proposals.

We must also do more on implementation. For this, we need to complete and fully enact the Compact for Growth and Jobs which also includes the important measures to strengthen the internal market, presented as Single Market Acts I and II.

Let me take just one example, an example that we discussed yesterday in the College of Commissioners: the digital market, and telecommunications specifically. One of the main problems we have is that we do not have a digital market in Europe at this time of digital transformation. Indeed, instead of one single market for the digital field, we have 27 mini-markets, or even micro-markets. I would even say nano-markets, when you compare them to the other big markets in the world, like the United States or China. This is why we need to address this issue, and the Commission will put forward new proposals in early September.

We have also worked on proposals to develop an industrial policy which delivers industrial competitiveness. The Steel Action Plan which we adopted yesterday shows that we are responsive to the difficulties which European industries face.

The Commission is also working to reduce the overall burden of regulation, especially on SMEs. Our forthcoming Communication on the top ten burdensome regulations is an example of how we are working to make life easier for European firms.

At the same time, the work on fair burden-sharing between all parts of society is continuing. Just yesterday, the Commission adopted a proposal for the automatic exchange of information on savings taxation. We will continue to deliver on the tax agenda, and in the G8 in Northern Ireland next week we will push forward this priority at global level. Indeed, we will work on the other priorities set out by the British G8 Presidency: transparency and trade.

As a conclusion, let me tell you that this is the time to develop what I could call a European consensus: if we do not pull together, we will be pulled apart. We need a consensus built on practical steps to resolve the crisis. A consensus not just on the need for growth and jobs, but on the means to achieve this. A consensus for an economically more competitive Europe and a socially more inclusive Europe.

Such a consensus is not just a political formula. It is of critical importance for economic confidence for investors and for consumers.

Because divisions and contradictory messages coming from different capitals are counterproductive and undermine confidence – confidence we need from financial markets, from businesses, and particularly from our citizens!

In a nutshell the consensus has three elements:

First, on-going fiscal consolidation should continue at a pace that reflects the situation in each country and is focused on structural rather than nominal deficits.

Second, Member States should intensify in parallel their efforts on the implementation of structural reforms for competitiveness.

Third, because many of these structural measures take time before delivering concrete results in terms of employment creation, specific focused action should be taken to deliver short-term results for the unemployed, and especially for the young.

We need action to build on the foundations we have put in place. In the European Council I will urge the Member States to assume their responsibilities, implement what we have already agreed and commit to effective action for the future. I know the Commission can count on the support of this Parliament for our agenda for growth and jobs.

 
  
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  Γεώργιος Τούσσας (GUE/NGL). - Κύριε Πρόεδρε, η σημερινή συζήτηση στο Ευρωκοινοβούλιο για τις προπαρασκευαστικές εργασίες εν όψει του συνεδρίου του Ευρωπαϊκού Συμβουλίου στις 27 και 28 Ιουνίου είναι πάρα πολύ σημαντικές για τους λαούς στα κράτη μέλη της Ευρωπαϊκής Ένωσης, για όλους τους λαούς. Δυστυχώς, όμως, δεν ισχύει αυτό για τους Έλληνες. Χθες βράδυ η τρι-κομματική κυβέρνηση αποφάσισε να κλείσει την ελληνική δημόσια τηλεόραση και τους ραδιοφωνικούς σταθμούς απολύοντας ταυτόχρονα 2.650 εργαζόμενους. Αυτό πλήττει βάναυσα τις λαϊκές ελευθερίες, τα δημοκρατικά δικαιώματα του λαού και πρέπει να τοποθετηθείτε και εσείς και το Συμβούλιο και η Επιτροπή.

 
  
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  Der Präsident. − Herr Kollege, ich verstehe, dass Sie das hier ansprechen wollen. Es hat aber nichts mit unserer Debatte zu tun. Es tut mir Leid. Sie können hier nicht die Geschäftsordnung missbrauchen, um Ihre politischen Botschaften abzusetzen. Ich habe Verständnis dafür, dass Sie gegen eine Maßnahme Ihrer Regierung protestieren wollen, aber Sie können hier nicht einfach so das Wort ergreifen. Das geht nicht. Sie müssen sich auch an Mindeststandards in diesem Hause halten.

 
  
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  Joseph Daul, au nom du groupe PPE. – Monsieur le Président, Monsieur le Président de la Commission, Madame la représentante du Conseil, Mesdames et Messieurs, chers collègues, c'est vrai que je suis un peu fatigué de répéter toujours la même chose. Mais j'espère qu'à force de répéter toujours la même chose, nous allons tout de même arriver à aboutir un jour.

Il est vrai que le chômage est à l'agenda du prochain Conseil européen. Cette question nous concerne tous et, en particulier, le chômage des jeunes qui atteint des sommets. Dans certains pays, un jeune sur deux n'a pas accès au travail. 10 % des ménages en Europe sont totalement sans emploi. On dit que notre époque est la plus prospère, la plus pacifique et nous faisons face à de telles difficultés.

Chers collègues, le nombre de Conseils européens réunis pour résoudre la crise me laisse songeur. Les réunions s'enchaînent, les décisions sont là mais elles tardent à être appliquées. Et quand elles le sont, certains déclarent que l'Europe n'a pas à nous dicter ce que nous devons faire. J'ai vraiment du mal à comprendre. On ne peut pas négocier à Bruxelles, pour ensuite rentrer et contester. Je crois que cette époque, si nous voulons réussir, est révolue. L'Europe n'est pas une puissance étrangère et arbitraire. L'Europe qui prend des décisions, c'est vous, c'est nous! Il faut être responsables et donc tenir nos engagements.

Dans une période de crise, il faut tirer sur la même corde. Si nous tirons chacun dans une autre direction, ce n'est pas possible. Les engagements sont clairs. Nos gouvernements sont d'accord pour engager les réformes nécessaires à la relance économique. Je suis partisan d'une Commission européenne forte pour une raison très simple: dans un club à vingt-sept ou vingt-huit, nous avons besoin d'un arbitre qui nous aide à coordonner. Je préfère cela à un directoire où des plus grands imposent leur volonté aux plus petits.

Permettez-moi de vous encourager, José Manuel, vous avez raison, la Commission doit jouer son rôle d'arbitre et de gardien à l'égard de tous les membres et taper sur la table quand ils sont réunis.

Dans votre dernier rapport sur l'économie, vous avez fait des propositions concrètes. Les États membres ont une feuille de route précise à suivre. Ce n'est pas un diktat. C'est ce que nous avons décidé ensemble et ce dont nous avons besoin.

Chers amis, nous voulons une Europe qui fonctionne mieux. Il faut pour cela de vraies réformes: sur la régulation des marchés financiers – nous en avons parlé ce matin; sur le partage des informations fiscales entre les États membres; il faut un cadre financier crédible. Que voulons-nous au Parlement? De la flexibilité, de la réactivité, une clause de révision et des ressources propres. Ces conditions sont importantes, mes chers collègues, pas seulement pour que le prochain Parlement ait son mot à dire, mais aussi pour faire face aux imprévus.

Trois éléments nouveaux sont survenus de façon imprévisible sans que le Conseil n'ait pu les anticiper. Et c'est normal, mais il faut de la réactivité. Trois éléments que le cadre rigide proposé par le Conseil ne pouvait pas traiter. Je vais vous en faire la démonstration.

Tout d'abord, le plan de sauvetage de Chypre qui doit comporter un supplément de fonds de cohésion à hauteur de 300 millions. Si l'on s'en tient aux règles actuelles, il faudrait retirer cette somme à un autre État membre du Fonds de cohésion, ou alors jouer la solidarité entre tous. Mais il faut le décider.

S'agissant des inondations qui ravagent toute l'Europe centrale, il n'y a plus de crédits disponibles dans le Fonds de solidarité. L'Europe n'a-t-elle pas le devoir, dans les moments difficiles que vivent nos citoyens, de faire preuve d'un tout petit peu de solidarité? Le Conseil du 8 février trouve que ce fonds est trop élevé et propose de le réduire de moitié pour les sept années à venir. Si je comprends bien, le Conseil est capable de prévoir les calamités naturelles en 2020 en disant: "Nous avons besoin de moins de fonds de solidarité", mais n'est pas capable de gérer celles d'aujourd'hui.

Enfin, concernant le niveau dramatique du chômage des jeunes, dans beaucoup de pays de l'Union, il faut accélérer la mise en place du programme sur la croissance de l'emploi et des jeunes. Ce cadre est trop rigide. Il faut plus de flexibilité sinon c'est impossible.

Sans la flexibilité, les malheureux Chypriotes, les victimes des inondations, les jeunes chômeurs attendront et feront le champ très facile à tous les populismes.

J'ai entendu avec plaisir ce matin, mon cher Président, que vous avez pris en compte le problème des PME dans les pays les plus en difficulté. Je l'ai déjà dit dans cette salle: il est impossible de garder les emplois avec des taux d'intérêt entre 10 et 15 % dans certains pays. C'est un chef d'entreprise qui parle. J'ai vu un chef d'entreprise à qui il fallait 100 000 euros pour remplacer une machine. Il était prêt à donner sa maison en garantie à la banque. Mais la banque ne lui accorde pas de prêt en lui disant que ce n'est pas une garantie sûre. Nous avons besoin, là, d'une réaction au niveau financier.

Monsieur Olli Rehn – je vous regarde –, il faut soutenir les petites et moyennes entreprises, ce sont elles qui ne délocalisent pas leurs emplois, celles-là même qu'il faut aider aujourd'hui et pas demain si nous ne voulons pas de chômeurs supplémentaires.

Mes chers collègues, le monde change. Nous avons une grande responsabilité, celle d'offrir à nos concitoyens une Europe plus forte, plus sûre et plus efficace. Mais il faut que nous existions dans le cœur de nos citoyens.

(Applaudissements)

 
  
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  Hannes Swoboda, im Namen der S&D-Fraktion. – Herr Präsident! Überall, wo man heute in Europa mit ganz normalen einfachen Menschen spricht, scheint Wut und Ärger über Europa auf. Ob es der griechische Taxifahrer war, mit dem ich zum Flughafen gefahren bin, um in die Niederlande zu fliegen, ob es die Niederländerin war, die mich in Utrecht durch ein Problemviertel geführt hat – Ärger über nationale Regierungen, aber letztendlich auch über Europa. Ich bin überhaupt nicht der politischen Meinung des griechischen Kollegen, der sich vorhin gemeldet hat. Aber ich bin schockiert darüber, dass in Griechenland von heute auf morgen öffentliche Radio- und Fernsehstationen geschlossen werden, und schockiert darüber, dass das wieder auf die Troika zurückzuführen ist, zumindest in den Augen der Öffentlichkeit.

(Beifall)

Therefore, Vice-President Rehn, stop the Troika. Stop the Troika, this is the best thing you can do for Europe and for the image of Europe. Stop it now.

Der IWF entschuldigt sich ohnedies immer mehr für das, was Sie in der Troika machen. Wozu haben Sie noch die Troika? Sie haben doch eh keine Einigkeit, Sie haben doch eh unterschiedliche Meinungen! Hören Sie doch auf damit! Übernehmen Sie die Verantwortung, Sie sind der verantwortliche Kommissar, Sie sind dem Parlament gegenüber verantwortlich! Das hat nichts mit Demokratie zu tun. Ich sage noch einmal: Ich bin solidarisch mit den Leuten, die heute in Griechenland auf die Straße gehen wegen dieser Schließung. Was hat das mit Demokratie zu tun, wenn die Leute mehr oder weniger das Gefühl haben, da kommen welche aus Brüssel und sperren uns Radio und Fernsehen zu? Das ist aber die Realität, die Sie sehen müssen, die Sie aber leider nicht sehen wollen!

Aber es gibt ein anderes Europa! Das ist ein Europa, das eine soziale Dimension hat. Ich hoffe, dass die Kommission in wenigen Tagen auch mit sehr konkreten Vorschlägen kommt. Denn es ist nur dieses andere Europa, das zusätzlich zur Wirtschafts- und Währungsunion auch eine soziale Dimension hat, das den Menschen wieder Hoffnung gibt, dass ein Europa kommt, das ihnen auch die Wünsche befriedigt, die sie berechtigterweise haben.

Der Präsident hat einige Dinge über die Jugendarbeitslosigkeit gesagt. Ja, da sind einige gute Dinge drin. Wir brauchen mehr. Wir müssen den Menschen das Gefühl geben, dass wir nicht nur Budgetdefizite betrachten, dass wir nicht nur die ökonomischen und makroökonomischen Gleichgewichte und Ungleichgewichte betrachten – das ist wichtig –, sondern dass es auch soziale Ungleichgewichte gibt. Europa ist heute sozial ungleichgewichtiger, als es noch vor fünf Jahren war. Das ist auch ein Grund, Herr Präsident Barroso, warum die Leute mehr sparen, weil sie keine Hoffnung und kein Vertrauen in Europa haben, dass ihnen Europa hilft, wieder zu Wachstum und zu Beschäftigung zu kommen. So überraschend ist das auch gar nicht.

Dies müssen wir in den nächsten Tagen angehen. Ich bedaure auf der einen Seite, dass der Rat nicht fähig ist – man wusste ja, dass in Deutschland Wahlen anstehen –, diese Tagesordnung zu erfüllen im Zusammenhang mit der Wirtschafts- und Währungsunion. Aber es gibt zumindest die Möglichkeit, dass wir, wenn wir wirklich dazu kommen, auch die soziale Dimension integrieren können und auch die Frage der Beschäftigungspolitik entsprechend integrieren können. Denn eine wirkliche Wirtschafts- und Währungsunion ohne soziale Dimension ist nicht machbar!

In this connection I want to address the Irish Presidency. They are not listening now, but perhaps they could listen, because I want to address the Irish Presidency, not you personally but as a representative.

We are deeply disappointed by the way the budget discussion is taking place. We are also deeply disappointed by the Irish Presidency. Perhaps it is not your personal mistake, perhaps there are some Member States which do not give you the leverage and the possibility to act.

Yesterday was the same old story: the Irish Presidency wanted to adopt a conclusion and we said at the beginning that it is not possible. You are not moving towards a compromise with the European Parliament; that is true. We accept the numbers, we accept so many conditions against our resolutions, but you are not moving. You have to move if you want to finalise negotiations; you have to move otherwise there can be no agreement. There can certainly be no agreement on the basis of what you have presented until now. This Parliament cannot accept, for example, youth unemployment, a subject so dear to us all. I agree with the President: there are many meetings being held now, but where is the action?

So we demand a frontloading, we demand that special funding is given for 2014 and 2015, but we have to have flexibility for the subsequent period. We cannot say that we will spend all of this small sum of EUR 6 billion in two years, and then for the rest say ‘we will see’. We need the flexibility, we need a revision clause to ensure funding for the subsequent period, because I cannot believe – and nor can you – that after two years we will no longer have major unemployment in Europe. What we are doing now is just a drop in the ocean – important drops maybe – but we need a real fight against youth unemployment, and therefore we need a real budget.

Be sure of one thing: this Parliament will not find a majority. I must say that you do a good job with many legislative acts, but until now you have failed on the budget. I hear that there will be last chance on 18 June, let us take it, and let us do so very seriously.

There are many other issues, and I agree with Mr Daul and the President with regard to banking union. We have an important job to do here because we have to provide credit to the SMEs, the EIB has to make a real change, and we have to have a reasonable budget, in particular for the fight against youth unemployment. Otherwise, all we will do to fight against youth unemployment is make yet more declarations. We do not want words; we want action. Many citizens feel that Europe is broken, but we have to fix it. We can fix it, but only with a reasonable budget.

We are ready. I hope that the Council is ready too.

 
  
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  Guy Verhofstadt, on behalf of the ALDE Group. – Mr President, let me start by recalling what the French President said a few days ago in Japan. He declared that the euro crisis was over. I really like the French President, I like his style and I would like to think he was right. But this time we have to contradict him:

Non, Monsieur Hollande, la crise n'est pas derrière nous.

The crisis – and this crisis – is not over. I think that we have to tell our citizens the truth. We are not at the end of a crisis. We are in the middle of one. We are in the middle of what is more and more becoming – and I think I can compare it in fact with what happened in Japan because he was speaking in Japan – a long period of stagnation for the moment. You can compare it with the Japanese situation and what the Japanese faced in the 1990s. For more than 13 years they tried to kick-start their economy with more austerity, then with more solidarity, then with both these things, and it did not work. It did not help.

The reason was simple. The reason was that they could not solve their banking crisis. It was only after a recapitalisation in the Japanese financial institutions of more than USD 500 billion that the Japanese economy was kick-started again. That is exactly what is happening now. I hear all the proposals about youth unemployment and about giving cheap loans to SMEs, but that is not where the real problem lies. We cannot recover if we do not first of all restore the transmission mechanism between the banks and the real economy which is blocked today, which is blocked in the real world of today. SMEs have to pay 8 %, 9 % or 10 % on their loans, on their investment, a sum which it is impossible for them to earn. I think you would have to be involved in criminal activity to have an 8 %, 9 % or 10 % return.

I would say to Mr Barroso that the only way to restore this transmission mechanism is to have banking union. That is the priority of priorities. Could we perhaps do something in this Council, because the only way that I can see we can make progress – beyond youth unemployment and over and above more symbolic things – is by coming to an agreement on this banking union.

But you have already come to an agreement on the banking union three times inside the Council and what is happening? We do not have an agreement on the Single Supervisory Mechanism because there is still a discussion outstanding with the European Central Bank on the fact that we, as the European Parliament, are asking for accountability from the ECB on this supervisory task – which is normal.

On the resolution fund, we are still waiting. Mr Barroso has announced there will be a proposal on the resolution mechanism in a few weeks, but that is a stillborn proposal because it has already been shut down by some of the Member States – by Mrs Merkel and Mr Hollande, who are joining together and in fact wanted a patchwork of national resolution authorities. We have been there before. This is exactly the same mistake that we made three years ago. You will remember that: when we talked about financial supervision and said that, with Parliament, we need one single European supervisor and not a coordination of national supervisors. Three years ago they refused to accept it and after the Spanish crisis, what happened? They had to accept a European single supervisor.

Well, exactly the same mistake is being made now with the resolution fund. They have already said ‘No’ to the proposal which is not stillborn, but is being discussed at the moment in the College of the European Commission. They say ‘No’ to it, although they know very well that their proposal cannot work and that we will again lose three years on the discussion about how it has to be coordinated nationally with a patchwork of national authorities doing it. Well, I think that if you can do anything with the Irish Presidency, it would be to make things clear on the 27 June and to stop this fighting by Member States who are asking for national solutions when everybody knows that only a European solution can solve this problem.

This is not the only standstill we can see in Europe at the moment. Mr Swoboda spoke about the MFF. There is no progress here. The Council is simply not listening to Parliament’s request and, I am sorry, Mr Barroso, this is not only about flexibility, although flexibility is important. There is also the question of own resources and the question of the revision clause. It is unthinkable. We cannot accept that the next Parliament, elected in 2014, will have no say on the budget for a period of seven years. It is like Mr Hollande coming to power in France and having to accept Mr Sarkozy’s seven-year budget. Would that work? That is exactly what you are saying to us for the moment: that you do not want a real revision clause.

The same is happening with economic and monetary union. Together with Mr Gualtieri and Mr Brok, I am a Sherpa for the economic and monetary union. We went to the Sherpas’ meeting. Do you know what the conclusion of the Sherpas’ meeting was? Everything was postponed until the end of the year. That was the conclusion of the meeting and the same is happening with the European Central Bank, which for the moment is struggling before the Constitutional Court. I think that Mr Schäuble is absolutely right. It is not in fact the ECB which is overstepping its mandate, but it is the Court which is overstepping its mandate at the moment in Germany.

So my conclusion is that this crisis is not over. We need a firm wake-up call, President Barroso, in your Council of 27 June. We also need a wake-up call to the Commission. The Commission should now come forward with the package on your blueprint and not wait any longer for the Council’s conclusions which will never come.

(The speaker agreed to take a blue-card question under Rule 194(8))

 
  
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  Marianne Thyssen (PPE), "blauwe kaart"-vraag. – Collega Verhofstadt, ik deel met u de zorg dat we vooruitgang moeten boeken met de bankenunie en dat één van de eerste dingen waarvoor we moeten zorgen is dat het Europees toezicht effectief in werking treedt. Maar als barrière hiervoor noemt u alleen het uitblijvende interinstitutioneel akkoord met de centrale bank. Dat zullen we vanmiddag verder bespreken en ik hoop dat uw fractie helpt om daarin vooruitgang te boeken. Dat is één.

Maar ten tweede, de grootste hinderpaal is het feit dat het Duits parlement volgens de Duitse grondwettelijke regels nog een go moet geven aan minister Schäuble om ervoor te zorgen dat er op de Ecofin een consensus kan zijn. Het gaat hier immers om een dossier waarover met consensus beslist móet worden. Bent u bereid, meneer Verhofstadt, om bij uw Duitse collega's in de Duitse Bundesrat – want de liberalen maken deel uit van de coalitie daar – ervoor te zorgen dat ze de agenda in juni met twee, drie daagjes vervroegen? Dan kunnen wij in juni dit dossier afwerken. Dat betekent twee maanden winst om het bankentoezicht in werking te laten treden.

 
  
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  Guy Verhofstadt (ALDE), "blauwe kaart"-antwoord. – Voorzitter, ik zal antwoorden in het Nederlands.

Ik denk niet dat het voor de FDP enig probleem is om de single supervisor, om het bankentoezicht vooruit te helpen. Integendeel, zij zijn altijd een groot voorstander daarvan geweest. Er zijn misschien andere thema's waarover we het minder eens zijn.

Maar het feit dat u noemt, het feit dat we dus niet vooruit kunnen vanwege het feit dat één land zijn goedkeuring nog moet geven op basis van zijn grondwettelijke regels, bewijst eigenlijk een andere zaak. Niet zozeer het wel en wee van de Duitse regering of van de Duitse coalitie, maar wel de onmogelijkheid om Europa vandaag op een intergouvernementele manier te besturen en afhankelijk te zijn van de goedkeuring van zeventien ministers van financiën, of afhankelijk te zijn van de goedkeuring van zevenentwintig ministers en eerste ministers. Een onmogelijkheid!

Wat het bewijst is dat wij zo snel mogelijk die bankenunie nodig hebben en – laten we daar samen voor vechten – een bankenunie zoals de Commissie die wil. Een resolutiefonds onder de controle van de Commissie, niet van de zeventien ministers van financiën, want anders zal het elke keer zijn, als er een probleem is met een bank, zal er unanimiteit nodig zijn en zal met andere woorden de Duitse grondwet worden ingeroepen om het een of het ander te blokkeren.

 
  
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  Rebecca Harms, im Namen der Verts/ALE-Fraktion. – Herr Präsident, Frau Präsidentin, meine sehr verehrten Kollegen! Es scheint, als hätten sich die Fraktionsvorsitzenden verabredet, tatsächlich konsequent Schluss zu machen mit der Inszenierung des Kaisers neue Kleider im Europäischen Parlament. Der Satz „die Krise ist vorbei”, den haben wir oft gehört. Ich glaube seit 2008, seit dem Lehman-Crash dutzendfach, und keiner hier kann diesen Satz unterschreiben. Die Frage ist, ob das nicht wirklich einmal grundsätzlich beim Rat aufgegriffen werden muss, was diese falschen Botschaften bedeuten.

Ich will nicht das wiederholen, was Kollege Verhofstadt gerade gesagt hat. Ich will zur politischen Krise der Europäischen Union sprechen, aber auch ein Stück weit einen Außenblick wagen, weil die Unfähigkeit, sich nach innen auf den Weg der Integration auf mehr gemeinsame Wirtschaftspolitik zu einigen, in völlige Verantwortungslosigkeit nach außen mündet. Wir sind als Europäer schon in Libyen nicht in der Lage gewesen, uns auf eine Mehrheitsposition und ein gemeinsames Handeln zu verständigen. Wir sind in Syrien erneut gescheitert. Wir sind nicht fähig, gemeinsame europäische Politik nach außen zu vertreten.

Es gibt diese ganzen bigotten Klagen über Herrn Erdogan, seit er gegen Demonstranten wirklich autoritär vorgeht. Was ist die Bilanz der Europäer, die sich aus der Verantwortung gegenüber der Türkei seit Jahren einfach stiekum herausgeschlichen haben? Was bedeutet eigentlich diese Kritik an Erdogan, die ich jetzt aus vielen Hauptstädten höre, wenn man sich gleichzeitig – was humanitäre Hilfe für Flüchtlinge aus Syrien angeht – auf Herrn Erdogan verlässt? Was bedeutet, wenn ich Ihre Botschaften aus Moskau höre vom Gipfel mit Russland, dass alles prima gelaufen ist, und gleichzeitig der wichtigste Nachbar, der größere Nachbar auf diesem Kontinent sich mehr und mehr in ein autoritäres Regime verwandelt und – um diese ganze Linie dann innenpolitisch europäisch durchzudeklinieren – dass die Polizei gestern Abend nach einer überraschenden Entscheidung in Griechenland sämtliche Frequenzen des öffentlichen Rundfunks stillgelegt hat?

Mein Gott, ich denke bei solchen Bildern, die ich aus Griechenland gesehen habe, nicht daran, dass die Krise vorbei ist, sondern ich denke, dass wir immer tiefer in die Krise steuern und aus der Unfähigkeit, die Schritte in die wirtschaftliche Integration zu gehen, die tiefste europäische politische Krise seit langem entstanden ist.

(Beifall)

Was soll ich eigentlich an dieser Stelle sagen? WWU. Diese Zauberformel für die tiefere wirtschaftliche politische Integration der Europäischen Union versteht kein Mensch außerhalb des europäischen Orbits. Worum geht es? Es geht immer noch darum, dass wir uns jenseits der Austeritätspolitik darauf verständigen, dass wir unsere wirtschaftlichen Entscheidungen in gemeinsamer Verantwortung treffen müssen, und dass wir die Bankenunion seit Monaten diskutieren und als Signal aus Paris von Hollande und Merkel eigentlich ein ganz klares Stoppsignal bekommen. Was soll das eigentlich bedeuten? Was bedeutet das für den Rat, wenn er wieder brav über diese fully fledged european monetary union diskutiert, aber sich die wichtigsten Führer der Europäischen Union schon wieder darauf verständigt haben, dass sie eigentlich mehr Intergouvernementalität und weniger Europa wollen.

Ich habe über Frau Merkel und ihre Strategie in den letzten Jahren sehr oft nachgedacht. Manchmal dachte ich, ich verstehe sie. Heute denke ich, ich habe keinerlei Verständnis mehr dafür, dass es in Deutschland niemanden gibt – weder an der Spitze der Regierung noch in der Regierung –, der den Deutschen klarmacht, dass sie, wenn sie sich von der gemeinsamen Verantwortung in der Europäischen Union zurückziehen, dann nicht nur die Europäische Union auseinanderdividieren und die großen Leistungen der Europäischen Union in Frage stellen, sondern dass sie konsequent auch die deutschen Erfolge, also auch die politischen Erfolge, den Ist-Zustand der deutschen Gesellschaft, das, was wir in Europa an Demokratie als Deutsche erreicht haben, genauso wie den wirtschaftlichen Erfolg der Europäischen Union in Frage stellen.

Die deutsche Regierung, aber auch andere, sägen bei der Vorbereitung dieses Gipfels an dem Ast, auf dem wir alle sitzen. Ich werde morgen in Griechenland sein. Ich werde mit den Journalisten in Griechenland gegen das vorgehen, was Samaras entschieden hat.

 
  
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  Martin Callanan, on behalf of the ECR Group. – Mr President, three years ago Mr Barroso’s Commission, as part of the Troika, predicted that Greece would grow by 2.1% in 2012. In the real world of course we know that this was completely fallacious and Greece in fact contracted by 6.4% in 2012. This forecast sums up much of what is wrong in Europe today. Of course the prediction was nonsense – many people said at the time that it would be – yet our leaders keep insisting on promising us things that they cannot deliver, guaranteeing us benefits and payments that have not been earned through productivity, with the bill of course being passed to our children and grandchildren.

In Greece the IMF confirms that the policies being pursued there by the Troika have been nothing short of disastrous. Youth unemployment is now at 58.3%. Surely, Commissioner Rehn, it is time to stop trying to blame everyone else. Take some responsibility yourself and try and find a different course. Likewise when it comes to the growing problem of youth unemployment – many people have mentioned it today – what is our answer? To once again promise what effectively we cannot deliver. Mr Swoboda of course has the right intentions when he talks about a youth guarantee but how are we going to create all these extra new jobs? More taxes, more regulation, more Europe seems to be offered to us today. Socialists believe that governments can create jobs and growth. Well they cannot. This attitude is part of the reason for the current debt mountain that we have in many of our Member States.

The much vaunted European social model is failing to deliver its core objectives of providing employment and adequate social conditions. As the former British Prime Minister Tony Blair – I think a member of your affinity, Mr Swoboda – said in 2005: what type of social model is it that has 20 million people unemployed? I wonder what he would say today now that figure has risen to 26 million people unemployed.

So we need a completely new model in the EU: one based on freedom, based on liberalism, based on open markets and based on free trade. Instead of tackling the symptoms of our economic woes, let us tackle the causes. Instead of timid efforts to open up markets, we need bold and ambitious proposals. At present every forward step on completing the single market or on signing a free trade agreement is countered by one backwards from the Commission’s Socialist Affairs Directive in league with this Parliament’s Unemployment Committee.

Frankly it is irresponsible to promise a job for every young person in Europe. What we can do is say that we will tear up the legislation that discourages work, that drives up energy prices, that ties entrepreneurs and businesses down in bureaucracy and that closes our markets. We should also say that we will do what we can to cut the taxation which depresses growth in so many of our economies.

On the issue of taxation, I read at the weekend that the Commission is demanding that Spain increase VAT on food. I ask myself: what alternative reality does the Commission live in? People in Spain are trying to feed themselves and the Commission is trying to make it harder for them. With such warped priorities is it any wonder that according to the latest polls 72% of Spanish people no longer trust the EU?

Throughout history Socialist policies, centralised economies have failed. Economies based on personal freedom and responsibility have thrived. Socialism is all about promising people things that can never be delivered. We only have to look at France for our example. President Hollande was elected pretending that things could go on as normal, as if governments could somehow create jobs and wealth out of thin air, and workers can have limitless social protection if only we could erect some kind of economic Maginot line around Europe’s borders! Well, of course, we know he has been mugged by reality. French unemployment is now at its highest for 15 years and yet, as other speakers have said, this weekend he told us that the crisis in Europe is now over, as if we needed further proof of how out of touch he is.

So, instead of more Socialism, let us allow businesses to do what they do best: create wealth. Let us stop trying to start a pointless trade war with China and instead seek to lead the world in opening up trade access. Let us be honest that free trade is about concentrated losses, but it is also about dispersed gains, so in the long run everybody gains although one or two people may lose. So let us drop this futile effort to protect the uncompetitive French film industry in the US trade deal. Let us start trusting people again to take responsibility for their own destinies.

(The speaker agreed to take a blue-card question under Rule 149(8))

 
  
  

PRESIDE: ALEJO VIDAL-QUADRAS
Vicepresidente

 
  
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  Graham Watson (ALDE), blue-card question. – Mr President, Mr Callanan and his UK Conservative colleagues are determined to paint a picture of a European Union that does not work. But, Mr Callanan, one of your party’s members, Lord Tebbit, once said to people: ‘get on your bikes and look for work’. Would you not welcome the initiative by the German Labour Minister Ursula von der Leyen, who is going to Rome in two days’ time to meet with her counterparts from Spain and France and Italy and advertise the opportunity of work places in Germany, where there are one million jobs vacant, where there are 33 000 vocational training places and where EUR 140 million is being invested in teaching people the German language?

Surely this is precisely the kind of cooperation that we need and a sign that the European Union is indeed working in the way that some in your party would once have recognised that it should?

 
  
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  Martin Callanan (ECR), blue-card answer. – If the Germans wish to have other people go into their labour markets and take available jobs, of course that is entirely a matter for the German Government. It is, however, the German Government that is doing this; it has nothing to do with the EU. Individual governments are quite able to speak for themselves. I am sure Spanish people are perfectly able to travel to Germany to work. Many British people used to travel to Germany to work even before we were members of the EU, so I am not quite sure what point you are trying to make. However, I welcome this excellent initiative if that is what the German Government wishes to do.

(The speaker agreed to take a blue-card question under Rule 149(8))

 
  
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  Sylvie Goulard (ALDE), blue-card question. – Mr Callanan, do you really want a free-trade agreement on data protection?

 
  
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  Martin Callanan (ECR), blue-card answer. – Apologies if we got Ms Goulard’s name wrong; she is probably another French protectionist. The reality is that free trade is always a good thing; free trade with China has been a good thing. One of the best things that we can do in the EU for the development of its economy to create more jobs and more wealth – something we all say we want – is to have a free-trade agreement with the United States of America: the two largest economies in the world coming together to trade freely to generate prosperity for everyone.

I am afraid everybody should welcome that, and we should not let French protectionists try and prevent us from reaching that agreement.

 
  
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  Lorenzo Fontana, a nome del gruppo EFD. – Signor Presidente, onorevoli colleghi, c'è un evidente problema di credibilità nelle parole che abbiamo sentito dal Presidente Barroso, perché io sono convinto che lui abbia fatto un discorso con le migliori intenzioni. Il problema è che si è visto negli ultimi anni quale è stata la politica europea e anche in Italia, come in tanti altri paesi – penso alla Grecia o alla Spagna – ci siamo adeguati a quelle che erano le politiche europee, pensando che questa fosse la strada migliore.

Abbiamo avuto un governo che si faceva paladino dell'Europa, il risultato, dopo un anno e mezzo, è stato più disoccupazione, imprese che sono fallite, quelle che non sono fallite sono fuggite in paesi terzi al di fuori dell'Europa e quindi è evidente che se si vuole risolvere il problema della disoccupazione, mi auguro che le politiche siano differenti, rispetto a quelle che sono state in passato, perché la disoccupazione – soprattutto quella dei giovani impedisce – il futuro dell’Europa.

Se i giovani non hanno un lavoro è evidente che non ci saranno le famiglie, che sono e devono essere la base del futuro dell’Europa. Io tra l'altro, visto che non l'ho sentito dire da nessuno, mi porrei anche una domanda: non è che per caso l'Unione monetaria non sia stata una delle cause di questa crisi? Magari no! Però, una riflessione io la farei, perché forse è stata costruita un po' male e come un albero quando cresce un po' male, poi rischia di cadere.

Mi sentite? Ho nominato l'euro ed è successo un disastro, evidentemente non bisogna nominarlo.

E quindi chiedo anche magari una cosa che potrebbe fare l'Europa, perché, per esempio, non tentare di tutelare le nostre produzioni? perché se vogliamo creare più occupazione non contano tanto i progetti, bisogna salvare le imprese e per salvare le imprese bisogna tutelare prima di tutto le nostre produzioni! Le nostre produzioni sono fondamentali e quindi evitare la concorrenza sleale di altri paesi, che sacrificano le nostre imprese.

Bisogna sicuramente cercare di ridurre le tasse; le tasse sul lavoro nel mio paese sono oltre il 50%; è evidente che in questo modo non si può andare da nessuna parte, però è evidente anche che se uno Stato ci chiede l'austerità poi è difficile diminuire le tasse. E se non si diminuiscono le tasse, è evidente che le imprese o delocalizzano – e quindi bisogna tentare di evitare le delocalizzazioni – oppure chiudono.

E mi chiedo anche se la questione della continua apertura nei confronti dell'immigrazione non sia un problema. Se abbiamo 26 milioni di disoccupati, gli immigrati che arrivano che cosa gli diamo da fare? Li facciamo rientrare nei ranghi della criminalità, perché questa è l'unica soluzione che avranno. Quindi attenzione anche su questo campo.

 
  
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  Gabriele Zimmer, im Namen der GUE/NGL-Fraktion. – Herr Präsident! Ohne übertriebene Polemik möchte ich fragen, meine Damen und Herren von Rat und Kommission, ob Sie eigentlich überhaupt noch ruhig schlafen können. Denn so gut wie alles, was in den letzten Monaten und Jahren getan worden ist, um aus der Krise herauszukommen, ist doch schiefgelaufen. Es ist schiefgelaufen, ist gegen die Wand gefahren worden, es ist gescheitert. Davon zeugt zum Beispiel der IWF-Bericht zum Scheitern der Arbeit der Troika in Griechenland vor dem Hintergrund falscher Annahmen, falscher Daten, falscher Prognosen und einer völlig falschen Politik, die zu einer Verschärfung von Armut und sozialer Ausgrenzung geführt hat. Davon zeugt auch gerade – und das ist symbolisch zu verstehen – das Ausschalten der staatlichen Sender in Griechenland. Das ist doch mehr als nur ein Vorgang, wo halt mal irgendetwas geschlossen wird. Ich finde, die Solidarität mit Journalisten, mit Beschäftigten der Sender und auch mit der Bevölkerung in Griechenland, die vor dieser Katastrophe steht, tut unserem Parlament gut, und die möchte ich hier auch im Namen meiner Fraktion aussprechen.

Aber auch die Klage gegen die EZB in Karlsruhe ist doch verdammt ernst zu nehmen! Wir haben doch immer gefordert, wir wollen, dass die EZB als lender of last resort wirkt. Wenn sie aber nicht die entsprechende vertragsrechtliche Grundlage bekommt, dann ist das in erster Linie auch ein Versagen der politischen Institutionen. Das wird weitreichende Folgen haben; es ist nicht eine Klage, die einfach mal so ausgesessen werden kann. Ich frage mich, ob sich der Rat genau diesen Fragestellungen auch stellen wird, ob er sich genau damit befassen wird, um letztendlich auch Politik zu korrigieren.

Hinzukommt, dass es eine Zuspitzung zwischen dem Europäischen Parlament und dem Rat gibt. Es ist doch nicht mehr nachzuvollziehen, dass wir eine beständige Ausweitung der Unionsmethode haben. Frau Merkel kann erklären, was sie will. Sie kann über die Rolle des Europäischen Parlaments parlieren, wie sie möchte. Fakt ist, auch im Hollande-Merkel-Papier ist davon die Rede, dass es um die Ausweitung der zwischenstaatlichen Kooperation geht, und die geht nun mal am Europaparlament vorbei! Wir merken das doch auch mit Blick zum Beispiel auf den Mehrjährigen Finanzrahmen. Da wird so getan, als sei der Beschluss vom Februar eine Gesetzesgrundlage! Das ist aber nichts mehr als eine Entscheidung des Rates, über die wir jetzt miteinander verhandeln müssen. Stattdessen werden wir ständig mit neuen Erpressungsvorlagen und Verhandlungsblockaden konfrontiert. Das ist keine Kooperation mehr, das ist eine Machtausstattung, eine Machtfülle des Rates, die sich jeglicher politischer und demokratischer Kontrolle entzieht. Das ist Faktum, und damit müssen wir uns auseinandersetzen!

Ich sage Ihnen auch noch deutlich: Sie reden auch von der Schaffung von neuen Mechanismen für Anreizfonds. Ja, woher kommen die Gelder? Werden die aus dem laufenden MFR genommen? Woher kommen die? Womit konfrontieren Sie uns hier ständig? Sie zwingen uns als Parlament, dass wir einer Defizitunion zustimmen! Damit zwingen Sie uns, dass wir etwas tun, was vertraglich überhaupt nicht gerechtfertigt ist. Das kann nicht sein! Und diese Form der Kooperation ist nicht mehr auszuhalten. Was werden Sie also konkret tun, auch mit Blick auf die soziale Dimension der WWU?

Es geht um die Beibehaltung der Vertragsfreiheit der Sozialpartner, es geht um die Frage – und davon lese und höre ich leider überhaupt nichts – der Aufnahme der sozialen Fortschrittsklausel in die Verträge. Es werden keine Empfehlungen mehr abgegeben werden an die Länder, die zu einer Vertiefung von Armut führen werden. Das kann und darf einfach nicht mehr sein!

Wir brauchen eine klare Abkehr von der Austeritätspolitik! Die Eingriffe in die Lohn- und Sozialpolitik sind zurückzunehmen! Die Empfehlungen im Hollande-Merkel-Papier, einen gemeinsamen Arbeitsmarkt auf einem niedrigen Level zu schaffen, sind eine Unverschämtheit! Stattdessen muss die Bundesrepublik Deutschland endlich etwas dafür tun, dass die unteren Löhne endlich hochgezogen werden und dass Schluss ist mit dem Lohndumping in der Bundesrepublik Deutschland! Es gibt ein schönes deutsches Sprichwort, das da sagt: „Auf eines Fremden Arsch ist gut durch Feuer reiten“, dass also die Bundesrepublik Deutschland auf Kosten Anderer durch die Krise kommt!

 
  
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  Nicole Sinclaire (NI). - Mr President, I contend that the EU is the sick man of the developed world, as much mentally ill as physically. The EU leaders meet for another late-night supper, then adjourn to the drawing room for their usual game of economic bluff, while quislings put together some incoherent mumbo-jumbo communiqué.

The idea of the game is simple: to let all 27 leaders leave with some credibility and be able to say that something has been won for their countries. In the UK we know that the game is EU deception: a game our last eight Prime Ministers have played in Brussels. The real losers are the people of Europe, who pay for this late-night folly.

Some ex-players of the game, such as former Chancellor of the Exchequer Nigel Lawson, have now said that it is time the UK left the EU. Of course he was rounded on by Europhile business leaders coming out with the usual tripe about UK trade being affected. I wholeheartedly agree with his response on the BBC this week, when he called them economic illiterates. We know about these scaremongering stories; during the single currency debate of the late 1990s, Nissan warned that they would remove their investment from the UK if we did not join the euro. Well, they did not. In fact they invested more.

I suggest a new game for Thursday night called ‘reality’, where Europe’s leaders realise that their beloved Europe federal project has failed and that the single currency is unsustainable without the express consent of the people of Europe to federalising steps, and understand that the people of the UK no longer wish to subsidise your pie-in-the-sky projects whilst they are suffering crippling cut-backs at home. I understand that the best treatment for mental illness is accepting the illness and accepting reality. I commend it to you.

 
  
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  Gay Mitchell (PPE). - Mr President, if we are serious about growth, there are two things we can do. First of all, we could ensure that the free market is actually free, and secondly we could challenge the attitude in our companies’ boardrooms which thinks that you can socialise debt and privatise profits. I am afraid that both of those issues still need some attention.

The supposedly free economic system has been anything but free. It has been manipulated and abused. The same man who carried out the inquiry into the crisis in the United States gave evidence to Parliament’s Committee on Economic and Monetary Affairs. He stated that, when some senior businesspeople went to their bosses in America and said that they could not justify their actions in taking these bonuses and that the whole thing was almost, if not downright, criminal, they were told, ‘IWBH, YWBH – I won’t be here, you won’t be here’.

We had thought we had changed that attitude with the regulations that we have passed. I do not think it has changed. It would serve Europe well if the Commission spent a considerable amount of its time trying to re-educate people in the boardrooms of Europe to help them understand that the businesses they are in are legitimate and profit-making, but that they can also incur losses. An OECD report from 2011 shows how the level of inequality in the 22 member nations it studied increased by 10% since the mid-1980s, with conditions deteriorating in 17 of them.

However, it is important to note that no other economic system in history has generated as much wealth and progress as capitalism. Global GDP increased by a factor of seven over the first 1800 years of the Common Era, and since then has multiplied 70 times, indicating that the capitalist social market economy can bring extraordinary benefits for the common good. But it must be free of state dictatorship and free of manipulation. That requires good and balanced regulation.

 
  
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  Roberto Gualtieri (S&D). - Signor Presidente, onorevoli colleghi, il Consiglio europeo di giugno ha suscitato grandi aspettative: i cittadini europei aspettano misure concrete per la crescita e l'occupazione giovanile e attendono di capire se l'Unione intende dotare la propria moneta di un vero governo economico. Temiamo che saranno delusi!

I progressi sull'Unione bancaria sono importanti, ma il meccanismo di risoluzione deve essere europeo e guidato dalla Commissione – il che è perfettamente possibile sulla base dei trattati. L'attenzione che sarà dedicata all'occupazione giovanile è positiva, ma al di là dell'anticipo a gennaio dei 6 miliardi dell'iniziativa per la gioventù serve un chiaro impegno all'aumento di quella cifra, e invece il negoziato sul bilancio è bloccato per colpa del Consiglio e degli imperativi di politica interna degli Stati membri.

Anche lo scorporo di una parte degli investimenti del deficit strutturale rischia di essere molto modesto. Infine della tanto attesa roadmap per l'autentica Unione economica e monetaria si è persa traccia e si va verso una seconda proroga. Tutti gli elementi più ambiziosi come il Fondo di redenzione del debito, la capacità fiscale, sono spariti dall'orizzonte, persino su contratti e meccanismo di solidarietà, il Consiglio europeo non è in grado di procedere e dice la Commissione di presentare una seconda comunicazione.

Potremmo gioirne visto che i contratti non ci piacciono e abbiamo proposto un modello alternativo, ma invece consideriamo lo stop a una proposta legislativa preoccupante. È chiaro che il tanto sbandierato metodo dell'Unione non funziona, il Consiglio europeo sembra ostaggio degli Stati membri e delle loro scadenze elettorali, e al tempo stesso vuole tenere in ostaggio la Commissione dicendo ad essa cosa può o non può fare.

Per questo il Parlamento voterà una risoluzione molto critica, in cui ribadisce le proprie proposte, a cominciare da un forte pilastro sociale dell'UE con stabilizzatori automatici, e in cui chiede di agire presto e sulla base del metodo comunitario, cioè dell'unico metodo che consenti di realizzare progressi solidi e duraturi e di dotare il governo dell'euro di quel carattere democratico indispensabile per la sua efficacia e per la sua legittimità.

 
  
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  Marielle de Sarnez (ALDE). - Monsieur le Président, évidemment la crise est encore là et ses effets, malheureusement, se feront encore sentir demain.

Monsieur Barroso, vous avez parlé d'un consensus européen. Si c'est un consensus européen pour agir, alors oui, c'est une bonne chose. Et je propose qu'on agisse dans deux directions.

Évidemment, d'abord les questions économiques et sociales: agir pour l'investissement, agir contre le chômage des jeunes, agir pour la réindustrialisation du continent européen, mais aussi agir d'urgence pour libérer le crédit pour les petites et moyennes entreprises européennes. Je pose la question suivante: est-il normal qu'aujourd'hui, la BCE prête aux banques européennes à un taux qui est absolument limité et que cet argent ne soit pas versé dans l'économie européenne? C'est une vraie question à laquelle j'aimerais que le Conseil européen réponde.

Deuxième point dans la perspective de ce Conseil: la question politique et la question démocratique. On ne pourra pas avoir demain une gouvernance de la zone euro approfondie, plus intégrée, plus forte, plus unie, sans davantage de démocratie. Il faut que les chefs d'État et de gouvernement posent sur la table le sceau institutionnel et le sceau démocratique nécessaires pour faire en sorte que demain, les peuples se retrouvent et se reconnaissent dans leurs dirigeants européens.

 
  
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  Ivo Strejček (ECR). - Pane předsedající, dopoledne tady mluvíme o nezaměstnanosti mladých. To je vážné téma, ale myslím, že bychom měli mluvit o nezaměstnanosti lidí s minimální kvalifikací, že bychom měli mluvit o nezaměstnanosti handicapovaných, že bychom měli mluvit o nezaměstnanosti lidí, kteří jsou několik let před odchodem do důchodu.

Měli bychom si položit otázku, co jsou příčiny nezaměstnanosti všech těchto skupin obyvatel? Je to jednoznačně strnulost podnikatelského prostředí.

Já se velmi pravidelně setkávám s mladými lidmi, s podnikateli a ptám se na jejich problémy. Zkusili jste se někdy zeptat, kolik razítek, formulářů je potřeba k tomu, abyste si otevřeli malé bistro na rohu? Kolik je potřeba formulářů k tomu, abyste zaměstnali jednoho člověka, a když vám to prostě nejde dohromady, tak abyste ho propustili, což je téměř nemožné? V tom hledejme problém.

Co se stalo s evropským podnikatelským duchem, když 4 % mladých lidí v 18 letech chtějí podnikat na rozdíl od 26 % mladých lidí ve Spojených státech?

 
  
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  Rolandas Paksas (EFD). - Kol kas apačios dar gali gyventi „po senovei“, o viršūnės vis dar nori valdyti „po senovei“. Čia aš perfrazuoju garsųjį teoretiką, kuris prieš daug dešimtmečių taip paaiškino revoliucinės kilmės teoriją, tačiau šiandienos Europa susiduria ne su teorija, o su praktika, kuri į konkrečias socialines ir ekonomines problemas žiūri 25 mln. Europos bedarbių akimis. Penktadalis jų (5 mln.) – jaunimas iki 30 metų.

Europos Komisijos iniciatyvos davė per mažą rezultatą. Čia sakau labai diplomatiškai. Nesugebama identifikuoti nedarbo priežastis, jas šalinti. Problemas tikimasi spręsti vykdant naujus ar didinant senus mokesčius, bet nekuriant darbo vietų, kurios tuos mokesčius ir mokėtų. Bendra aktyviosios darbo priemonių aprėptis ir atskiromis priemonėmis skiriamas finansavimas yra nepakankami, o priemonės yra prastai orientuotos. Ypač didelis jaunimo ir nekvalifikuotų darbuotojų nedarbo lygis. Turime sukurti pramonės ir verslo tinklą, kuriantį naujas darbo vietas ir išlaikantį senąsias. Privalome siekti glaudesnio mokslo įstaigų ir verslo bendradarbiavimo, kad kiekvienas ugdymo įstaigą baigiantis jaunuolis jau būtų užsirekomendavęs per profesines praktikas ir žinotų, kokioje firmoje jis dirbs.

Europos Komisija ir valstybės narės turi įdėti gerokai daugiau pastangų, siekdamos atkurti socialinę gerovę, o ne tik orientuotis į geografinį judrumą, taip skatinant masinę emigraciją iš Europos pietų į jos šiaurę.

 
  
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  Francisco Sosa Wagner (NI). - Señor Presidente, bienvenidos sean los debates y los acuerdos del próximo Consejo Europeo, como bienvenidos sean también estos debates que celebramos habitualmente antes de los de los Jefes de Estado y de Gobierno. Son una muestra de la sensibilidad de esta Cámara y de su deseo de hacer oír su voz en los grandes asuntos que agitan Europa.

Como digo, todo eso está muy bien, pero estaría mejor que, de una vez por todas, proclamáramos que Europa no se va a construir a base de mirar lo que hacen y lo que dicen los presidentes de los Estados miembros, sino lo que hacen y lo que dicen las instituciones comunitarias propiamente dichas, es decir, este Parlamento y la Comisión Europea.

Por eso, yo quiero oír más a la Comisión y ver a su Presidente anunciando políticas y decisiones; quiero, también, polémica en torno a sus palabras. No quiero que su papel sea suplantado por ninguna canciller ni ningún presidente. Y quiero, igualmente, que el trabajo de este Parlamento salga alguna vez a la luz pública y sea invitado permanente en los medios de comunicación europeos.

 
  
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  Herbert Reul (PPE). - Herr Präsident! Sehr geehrte Kolleginnen und Kollegen! Wenn man aus Krisen herauskommen will, dann hilft es auf jeden Fall nicht, wenn man hier jetzt Debatten über die Türkei führt oder Wahlkampf in Deutschland macht oder über den griechischen Rundfunk redet, sondern da geht es nur darum, was der Kommissionspräsident eben ausgeführt hat, nämlich ganz konkret zu überlegen, welche Maßnahme hat etwas gebracht und wo muss man nachsteuern? Die Leute wollen keine Sprüche, neue Programme und immer mehr Forderungen nach mehr Geld. Das ist alles dummes Zeug. Die wollen ganz konkrete Maßnahmen. Die Wahrheit ist doch, das, was bisher beschlossen worden ist, hat Erfolge gezeigt! Nicht so schnell wie wir wollen, aber das ist auch nicht ganz überraschend, denn wenn man sparsam sein will, wenn man Strukturpolitik macht, wenn man Strukturreformen macht, dann dauert das doch ein bisschen. Das ist doch normal!

Dass man sich jetzt um konkrete Punkte kümmert, nämlich, wie kriege ich mittelständische Unternehmen an günstige Kredite, dann muss man das praktisch machen und nicht über die Türkei reden oder über Griechenrundfunk, so ein Quark! Das ist doch wirklich absurd, was hier veranstaltet wird. Wir verwirren die Menschen mehr anstatt ihnen Hoffnung zu machen. Konkrete Hilfen: Wie kommen die Unternehmen an Kredite? Konkrete Hilfen: Wie sehen denn solche Jugendarbeitslosigkeitsprogramme aus? Wie kriegen wir es denn hin, dass Ausbildung verbessert wird? Was können wir denn tun beim Erasmus-Programm? Was tun wir denn zum Beispiel bei transnationalen Netzen im Bereich von Internet und Energiepolitik? Machen wir da etwas? Sorgen wir dafür, dass die Gelder möglichst früh freigesetzt werden, dass wir bei der mittelfristigen Finanzplanung endlich zu Potte kommen, damit da etwas gemacht werden kann. Dann hat das ganz konkrete Folgen!

Aber dieses ewige Reden, wie schlimm die Welt! Über irgendwelche Probleme, die es irgendwo auf der Welt gibt, zu reden, das tut mir Leid, das ist unverantwortlich. Es geht leider nur Stück für Stück, Projekt für Projekt!

(Der Redner ist damit einverstanden, eine Frage nach dem Verfahren der „blauen Karte” gemäß Artikel 149 Absatz 8 der Geschäftsordnung zu beantworten.)

 
  
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  Reinhard Bütikofer (Verts/ALE), Frage nach dem Verfahren der „blauen Karte“. – Herr Kollege Reul! Weil Sie so sehr auf das Konkrete abgehoben haben, möchte ich Sie konkret fragen: Um Mittelständlern Zugang zu Finanzierungen zu erleichtern, sind Sie dafür, dass generell in Europa die Grenze für Projekte bei Crowd Funding auf eine Million erhöht wird? Sind Sie dafür, dass die EIB und andere Infrastrukturbanken sich an Structured Covered Bonds beteiligen und das damit verbinden, dass die Banken sich dann dazu verpflichten, ihre Mittelstandsfinanzierung auszuweiten?

 
  
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  Herbert Reul (PPE), Antwort auf eine Frage nach dem Verfahren der „blauen Karte“. – Herr Bütikofer, ich bin sehr dafür, dass wir alle Instrumente ausreizen, mit denen wir ganz konkret helfen können, dass Mittelständler schnell und möglichst unkompliziert an Mittel kommen. Da bin ich hundertprozentig bei Ihnen. Da spielt unsere Europäische Zentralbank eine wichtige Rolle. Ich glaube, dass da Manches flotter gehen und verbessert werden kann. Da können auch zwischenstaatliche Möglichkeiten ausgebaut werden. Da habe ich auch überhaupt kein Problem, wenn zu dem, was wir auf europäischer Ebene vorantreiben, auch zwischen den Staaten ganz konkrete Verabredungen getroffen werden, etwa darüber, wie man sicherstellen kann, dass solche Refinanzierungsmöglichkeiten eröffnet werden. Da bin ich total offen.

 
  
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  Alejandro Cercas (S&D). - Señor Presidente, señor Barroso, usted sabe, como lo sé yo, aunque no lo haya dicho, que los ciudadanos europeos están dolorosamente hartos de las respuestas y de la falta de respuestas de las instituciones europeas frente a la mayor crisis económica, social y política de Europa desde su creación.

Y usted sabe, señor Barroso, igual que yo también, que los ciudadanos piden un cambio profundo y un pilar social digno de tal nombre que reconcilie la economía con la sociedad, que reconcilie la economía real con la economía financiera y que reconcilie a las instituciones europeas con sus ciudadanos, y un pilar social que sea real, que no sea ficticio, que no sea solamente retórico ni solamente verbal.

Y usted sabe, igual que yo, señor Barroso, que todas las instituciones tenemos una alta responsabilidad y que no basta solamente con echar en el pasivo del Consejo el que haya allí morosidad.

Conocemos las dificultades que usted tiene; conocemos las dificultades que hay en el Consejo. Pero ahora sabemos también que, de la misma manera que el Consejo es renuente a equilibrar la zona económica con la zona social, esas resistencias están también en el Colegio, y usted es responsable de esas resistencias. Veo, ahí, además, como sienta de una manera preeminente al señor Rehn frente al señor Andor, lo que es una manera, también, de señalar cuáles son el grado y el gradiente de responsabilidades y el gradiente de confianza que existe también en el Colegio.

No puede ser que la economía prevalezca frente a la sociedad, frente a los temas económicos. Pedimos un pilar social fuerte, señor Barroso. Nos falta esa comunicación de la Comisión. Usted tiene que hacer esa comunicación de la Comisión, transmitiéndosela también al Presidente del Consejo. Y nos faltan indicadores, y nos falta una hoja de ruta que no existe.

Señor Barroso, se nos acaba el tiempo, se acaba también la paciencia de los ciudadanos. Yo confío en usted, pero tiene usted que cambiar porque los ciudadanos piden un cambio profundo y real.

 
  
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  Andrew Henry William Brons (NI). - Mr President, the implementation of the Compact for Jobs and Growth is to be discussed. If only words were deeds, if only wishes were achievements.

The impact of tight budgetary constraint was to be monitored, but it did not act on what it saw. You cannot make a population richer by making it poorer. It promised to promote growth and competitiveness. How do the high-wage economies of Europe compete with the slave-labour wages of the so-called ‘emergent economies’? How do countries with an over-valued currency that cannot be changed unilaterally become more competitive without devaluation?

The single market is seen as a panacea for all ills, but it has facilitated the export of jobs from higher-wage economies to lower-wage economies. Improving training for the unemployed will make individuals better able to compete with their fellows. It might also marginally improve the efficiency of industry and commerce. However, it will not increase the total number of jobs immediately.

Mr Barroso believes confidence is a key to growth. It will be effective only if that confidence is soundly based. However, investors can see that the EU’s embrace of the ideology of globalism will destroy European industry and reward the emergent economies, and they will invest accordingly. Individuals might prefer to invest in their own countries, but their investment funds are, unfortunately, profit maximisers.

 
  
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  Giovanni La Via (PPE). - Signor Presidente, signor Commissario, signor ministro Creighton, onorevoli colleghi, il Consiglio del 27 e 28 giugno sarà un'occasione fondamentale per dare risposte concrete ai nostri cittadini, fino ad oggi la sottovalutazione degli effetti collaterali delle misture di austerità e rigore è stata evidente.

Non ci siamo resi conto e le istituzioni europee, in termini generali, non si sono rese conto degli effetti che questi avrebbero determinato e oggi ci ritroviamo con un livello di disoccupazione, con un rallentamento o annullamento della crescita che dobbiamo ovviamente invertire in termini di tendenza. Per questo chiediamo al Consiglio risposte forti a questa riunione.

Abbiamo sentito qui parlare di un piano per la ripresa economica e dell'occupazione, ma ci rendiamo conto delle difficoltà che in Consiglio ci sono per attuarlo concretamente, perché non possiamo pensare che ci siano centinaia di migliaia di istanze, di piccole e medie imprese, che attraverso alcuni programmi comunitari come il programma SIP chiedono una riduzione del costo del denaro e non siamo in grado di rispondere semplicemente perché il Consiglio non è in grado di coprire le spese per gli impegni presi. La copertura integrale del bilancio rettificativo è un obbligo che ha il Consiglio, non possiamo pensare di rinviare questo a data da destinare. Le imprese, così come i giovani hanno bisogno di risposte concrete e immediate.

 
  
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  Elisa Ferreira (S&D). - Senhor Presidente, Senhor Comissário, a política de austeridade chegou ao seu limite. A Europa não sofreu um tsunami. A Europa optou e insistiu em políticas erradas e autodestrutivas. Claro que há quem ganhe, quando o capital e a mão-de-obra qualificada fluem da periferia da Europa para o centro. Há quem ganhe quando os ativos dos países, mesmo aqueles que são rentáveis – entre eletricidade, correios, companhias de aviação, portos, água –, são vendidos a preço de saldo, mas a Europa como um todo perde. Os desequilíbrios agravam-se no seu interior como nunca e a União desagrega-se, económica, social e politicamente.

O próximo Conselho só tem de tomar uma decisão – sair da negação e inverter a política. A agenda de curto prazo é conhecida. Ela obriga a abrir a procura nos países que têm excedentes, a concretizar pelo menos uma das várias iniciativas de investimento já repetidamente anunciadas, a criar uma iniciativa para o combate ao desemprego com a consciência de que sem crescimento ela será apenas um paliativo. Obriga a criar um pilar social de emergência, porque onde a ação social é mais necessária é onde os países não têm condições para a exercer. É preciso ainda garantir que a união bancária não leva a uma situação em que os depósitos dos bancos das periferias são menos seguros que os depósitos dos bancos dos países do centro, e é preciso preparar a gestão em comum da dívida soberana, e aguardamos a iniciativa da Comissão sobre a criação do grupo de alto nível.

Por último, e para terminar, Sr. Presidente, o mais importante é que se acabe com as troicas. Porque está aqui o Conselho, está aqui a Comissão… Qual dos senhores responde pelos abusos, pelos erros e pela violência que as troicas estão a impor aos países que estão debaixo do seu controlo? Temos de voltar à democracia, e isso aumentará a confiança.

 
  
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  Anneli Jäätteenmäki (ALDE). - Arvoisa puhemies, seuraava huippukokous ei ratkaise talouskriisiä eikä nuorisotyöttömyyttä. Toivon, että EU-johtajat eivät myöskään anna julkisuuteen sellaista kuvaa, että nyt asia on ratkaistu ja tässä ovat keinot. Kansalaisille ja nuorille on kerrottava totuus, että kriisi jatkuu ja että on mahdollista – ja itse tätä pahoin pelkään – että nuorisotyöttömyys tästä vain kasvaa.

EU pystyy tekemään jotain, mutta tärkeintä olisi, että huippukokouksessa myös kerrottaisiin, mikä on jäsenvaltioiden vastuu ja mikä on EU:n vastuu, niin että ei anneta todellakaan sellaista kuvaa, että EU:n tasolla ja ottamalla yhteinen valokuva tämä asia ratkaistaan. Ei pidä pistää EU:n vastuulle sellaisia asioita, joita se ei yksinkertaisesti pysty ratkaisemaan. Pieniä askeleita ja vähän apua se pystyy tarjoamaan, mutta se ei tätä asiaa nyt ratkaise.

 
  
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  Jean-Paul Gauzès (PPE). - Monsieur le Président, Monsieur le Vice-président de la Commission, Madame la Ministre, j'ai déjà parlé ce matin sur un autre sujet, je ne dirai pas les mêmes choses.

Je formulerai simplement deux observations. Premièrement, je souhaiterais vous voir endosser un rôle pédagogique, Madame la Ministre, et que vous expliquiez aux chefs d'État et de gouvernement, notamment au gouvernement français, ce qu'est le semestre européen et comment se déroule ce processus qui amène les chefs d'État et de gouvernement eux-mêmes à prendre des décision qu'ensuite ils doivent appliquer, et qu'il ne s'agit pas d'un diktat de la Commission.

Ma deuxième observation porte sur le chômage: il est facile de parler de toutes les mesures qui devraient être prises, mais avec le budget que nous avons, on ne peut pas faire grand chose. La vraie solution, et ce n'est pas facile, consiste à créer de l'activité, parce qu'on ne résorbera pas le chômage par des mesures sociales. On résorbera le chômage par la création d'activité. Et pour la création d'activité, que faut-il? Il faut un cadre prévisible et solide. Il ne s'agit pas seulement de la question du crédit. Là encore, il ne faudrait pas qu'on soit contradictoire. On impose aux banques des règles de sécurité, légitimes, et par ailleurs, on craint le credit crunch. Il faudrait, là aussi, faire preuve d'équilibre.

Je crois que la vraie question qu'il faut engager, et il faudrait être courageux pour cela, est celle de la voie de l'harmonisation sociale, qui permet d'éviter le dumping, et de l'harmonisation fiscale, qui permet d'éviter l'évasion fiscale. C'est sur ces mesures-là que nous devons nous engager si nous voulons faire une Europe qui soit véritablement comprise de nos concitoyens.

 
  
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  Udo Bullmann (S&D). - Herr Präsident, Frau Ministerin, die Herren Kommissare, werte Kolleginnen und Kollegen! Das ist nicht das erste Mal, dass wir in dieser Weise miteinander sprechen. Wir werden zwei bis drei Stunden hier zusammensitzen, aber noch nie haben Sie so deutlich aus allen Fraktionen gehört, dass die Kolleginnen und Kollegen unzufrieden sind. Diese Unzufriedenheit ist sehr deutlich auf diesen Gipfel gerichtet. Es wird mit nichts vorangehen, nicht mit dem Kampf gegen die Jugendarbeitslosigkeit, nicht mit mehr Investitionen, nicht mit einer Vertiefung der Wirtschaftspolitik.

Ich fürchte eines: Wenn Sie nachher antworten, dann werden Ihre Antworten nichts mit dem zu tun haben, was wir hier besprochen haben, sondern Sie werden das vortragen, was Ihre Dienste Ihnen aufgeschrieben haben. Sie werden uns wieder eine Antwort verweigern. Ich bitte Sie heute um ein bisschen mehr Mut. Sagen sie uns einfach: Warum geht es nicht voran? Wer blockiert? Wer trägt die Verantwortung dafür, dass wir Monat um Monat über eine Politik zum Kampf gegen die Jugendarbeitslosigkeit reden und wir dann vielleicht nach eineinhalb Jahren dahin kommen, sie zu implementieren, sie umzusetzen.

Sagen Sie uns die Wahrheit, denn ansonsten hat das nichts mit Demokratie und mit der Kontrolle der Regierenden zu tun. Sagen Sie uns außerdem – Sie kennen die Forderungen des Europäischen Parlaments –, wann wir endlich zu mehr Demokratie kommen. Wir wollen mitentscheiden über die Wirtschaftspolitik in Südeuropa, die die Troika oktroyiert. Wir wollen mitentscheiden über das, was wir an Semesterplanungen festlegen und an Anforderungen an die Mitgliedstaaten richten. Erst dann wird die Politik wirklich greifen. Sagen Sie uns ein Wort dazu! Sind Sie damit einverstanden, dass dieses Parlament eine neue Rolle einnimmt, oder sind sie damit nicht einverstanden? Dann haben wir einen Gegner mehr in der Auseinandersetzung vor der nächsten Europawahl, weil wir wissen, dass die Mehrheit im Rat gegen die Demokratie in Europa kämpft.

 
  
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  Danuta Maria Hübner (PPE). - Mr President, as a citizen of the Union I expect a lot from this summit and from those that will follow. We have to look ahead, and the good thing about this crisis is that it has mobilised us to embark on unprecedented reforms. But crisis-driven reforms also come with the risk of a specific moral hazard.

The moment that impatient politicians announce the end of the crisis, the appetite for reforms will vanish. The political momentum will be lost, and there is a risk that post-crisis Europe will abandon the path of reform and return to simply administering the Union. We cannot afford such a risk.

Let me also say that, if all reforms are not carried out, those implemented so far will be weakened. The lack of fiscal union will undermine the monetary union, and an incomplete banking union will put the reputation of the ECB under pressure. Equally important risks are generated by this continuous swinging back and forth between the Community method and transnational arrangements along the path to reform. This generates institutional confusion which additionally widens the existing legitimacy gap.

We have to be clear about where we want to go. If we act without a coherent vision and take a piecemeal approach to reforms, we will be unable to get citizens on board for the reforms. We all know what a powerful machine citizens’ support can be.

 
  
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  Catherine Trautmann (S&D). - Monsieur le Président, chers collègues, ce qui me frappe dans les recommandations de la Commission, dans le cadre du semestre européen, c'est la direction qu'elles empruntent, détaillant de façon si précise des recettes libérales qui ont pourtant fait la preuve de leur inadéquation.

En ces temps de crise, le fait de baisser l'impôt sur les sociétés ou de réduire les cotisations sociales patronales et de demander toujours plus d'efforts aux citoyens revient à jeter de l'huile sur le feu. Et malgré tous les signaux d'alerte envoyés, y compris par le FMI, la Commission semble déterminée à nous emmener dans le mur. Tout juste ralentit-elle l'allure, accordant un peu de répit à certains États, dans le rythme de rétablissement des comptes publics.

Le mécanisme du semestre européen n'a pas été conçu pour donner des compétences nouvelles à la Commission. Il s'agit de combler un déficit de coordination entre les politiques économiques et budgétaires décidées souverainement par les États mais qui, dans la zone euro, ont des impacts mutuels considérables. Galvauder cette coordination, c'est prendre le risque d'alimenter chez nos concitoyens une allergie à l'Europe qui fera la joie des eurosceptiques l'an prochain.

Je dirai encore un mot sur la démocratisation de ce semestre. Il s'agit d'en faire un cadre de coopération sincère et proactive avec les parlementaires européens et nationaux plutôt qu'une punition collective.

Enfin, concernant l'avenir de l'Union, notre débat d'aujourd'hui a rappelé la place de la jeunesse et son rôle essentiel pour assurer le futur de nos économies, ainsi que le futur social de l'Union. Mais si cette jeunesse n'a pas de réponse précise, et si notre budget ne nous donne pas les moyens d'offrir une réalité à la "garantie jeunesse", nous aurons échoué. Nous aurons perdu le pari des fondateurs de l'Union.

 
  
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  Luis de Grandes Pascual (PPE). - Señor Presidente, desde el inicio de la crisis los Estados miembros han llevado a cabo importantes esfuerzos de consolidación presupuestaria, para garantizar la sostenibilidad de sus cuentas públicas, y han adoptado programas de reforma muy ambiciosos. Sin embargo, la zona del euro es todavía la única área económica del mundo que estará en recesión este año. Sin crecimiento económico, Señorías, no es posible la creación de empleo.

Por ello, es necesario y urgente revertir la situación de estancamiento de Europa con todos los instrumentos a nuestro alcance. No es suficiente con el trabajo que hacen los Estados miembros. De la misma forma que estos aplican reformas estructurales con grandes sacrificios, la Unión Europea debe hacer un mayor esfuerzo.

La Unión debe afrontar con urgencia dos grandes problemas: la fragmentación de los mercados financieros y el desempleo, especialmente el juvenil. No es aceptable ―como bien ha reseñado aquí el Presidente Barroso― que empresas de la Unión Europea con la misma situación financiera y económica tengan que pagar un diferencial más alto para financiarse únicamente debido a su localización geográfica.

Para solucionar la fragmentación de los mercados de crédito y de la deuda, la Unión Europea necesita la unión bancaria. La Unión Europea no puede permitirse mayores retrasos en su puesta en funcionamiento. Hay que avanzar sin demora en la integración de un supervisor único, la recapitalización directa de los bancos, un mecanismo de resolución único y un sistema de garantías de depósito común.

El mecanismo de transmisión de la política monetaria no funciona. El Banco Central Europeo debe tomar medidas para solucionar la fragmentación de los mercados de capitales, tanto de la deuda pública como del crédito, especialmente el destinado a las PYME.

En cuanto al desempleo, es necesario que se aplique sin más dilación un plan europeo para apoyar el empleo juvenil. Mucho se ha hablado aquí de medidas, pero lo cierto es que están todas encima de la mesa. Hay que pasar a la acción.

 
  
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  Άννυ Ποδηματά (S&D). - Κύριε Πρόεδρε, κύριε Αντιπρόεδρε της Επιτροπής, κύριε Επίτροπε, πριν από λίγο ο επικεφαλής της ομάδας μου, ο Hannes Swoboda, δήλωσε σοκαρισμένος από την αιφνιδιαστική απόφαση της κυβέρνησης στην Ελλάδα να κλείσει τη δημόσια ραδιοτηλεόραση εν μία νυχτί. Σοκαρισμένη δήλωσε και η συμπρόεδρος των Πρασίνων, η κ. Rebecca Harms. Mπορείτε να φανταστείτε υποθέτω πως αισθάνονται οι έλληνες πολίτες που ξαφνικά, με μία απλή υπουργική απόφαση, χωρίς καμία συζήτηση στη βουλή, βρίσκονται από χθες το βράδυ χωρίς δημόσια ραδιοτηλεόραση.

Ξέρετε που αποδίδεται αυτή η απόφαση κύριε Αντιπρόεδρε της Επιτροπής; Αποδίδεται στις πιέσεις της Τρόικα για να υπάρξει εδώ και τώρα αποτέλεσμα στο αίτημα για 2.000 απολύσεις στο δημόσιο μέχρι το τέλος του μήνα. Δεν μπόρεσε, δυστυχώς, η κυβέρνηση να υλοποιήσει ένα αξιόπιστο σχέδιο ουσιαστικής αναδιάρθρωσης και για να αποφύγει εμπλοκές με την χρηματοδότηση και τις δόσεις, έκλεισε εν μία νυχτί τη δημόσια ραδιοτηλεόραση.

Θέλω λοιπόν να σας ρωτήσω ευθέως: συμφωνεί η Επιτροπή, ως μέλος της Τρόικα, με το κλείσιμο της δημόσιας ραδιοτηλεόρασης στην Ελλάδα; Μπορεί -κατά την Επιτροπή- η δημοκρατία να εντάσσεται σε ένα πρόγραμμα δημοσιονομικής εξυγίανσης; Γίνονται περικοπές στη δημοκρατία; Σας ζητώ να πάρετε θέση, γιατί στην Ελλάδα ο ξαφνικός θάνατος της δημόσιας ραδιοτηλεόρασης, έρχεται να επιβεβαιώσει τον αργό θάνατο της δημοκρατίας και αυτό δεν είναι ελληνικό, είναι ευρωπαϊκό πρόβλημα.

 
  
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  Corien Wortmann-Kool (PPE). - Voorzitter, we bevinden ons in een testfase van het nieuwe economisch bestuur. Ik wil vicevoorzitter Olli Rehn en voorzitter Barroso danken voor de aanbevelingen aan lidstaten.

De begrotingsdoelstellingen houden rekening met het slechte economisch tij. De aanbevelingen zijn verregaand en ambitieus als het gaat om structurele hervormingen. Terecht wijst u op het grote risico van lastenverzwaring. Juist in structurele hervormingen in de lidstaten, ligt een belangrijke sleutel voor economisch herstel, voor herstel van concurrentiekracht en groei van werkgelegenheid. Tegen onze socialistische collega's hier zou ik willen zeggen: "Problemen los je niet op door ze te negeren." François Hollande is daar helaas het levende bewijs voor.

Voorzitter, het is belangrijk dat de regeringsleiders gezamenlijk de aanbevelingen ondersteunen en ieder voor zich ook daadkracht toont. De goede voorbeelden zijn, hoe moeilijk ook, de regeringsleiders in Ierland, Spanje, Portugal, Letland. En ik hoop dat anderen, ook Nederland, volgen.

Maar met mijn Spaanse collega zeg ik inderdaad: "Europa moet méér doen, óók Europa." Ik heb daarom zorg over de recente Frans-Duitse verklaring. Ook op het punt van de bankenunie. Vertraging dreigt, terwijl we juist moeten versnellen, want de fragmentatie op de financiële markten levert grote problemen als het gaat om toegang tot financiering voor het midden- en klein bedrijf. Er moet snel duidelijkheid komen over de vraag waar de zwakke plekken in de bankensector zitten en hoe herkapitalisatie en herstructurering moeten worden aangepakt.

Wat ik nog tot slot wil zeggen is: "Commissie, kom met een ambitieus voorstel voor het Single Resolution Mechanism. Op onze steun kunt u rekenen.

 
  
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  Paulo Rangel (PPE). - Senhor Presidente, Senhor Comissário, Senhora Representante da Presidência irlandesa, eu queria basicamente fazer aqui dois apelos. O primeiro apelo para o Conselho é o de que o Conselho Europeu esteja ciente da situação que se vive hoje em dia em todo o espaço europeu. Os povos europeus, os povos dos diferentes países, esperam não apenas decisões burocráticas ou mais um passo, ainda que pequeno, na resolução da crise – os povos europeus esperam uma resposta, e eu creio que há sinais hoje, em diferentes países, de que, se nós não formos capazes de dar esta resposta, haverá consequências políticas e sociais extremamente graves.

O segundo ponto é muito focado, muito dirigido, para uma matéria na qual tenho trabalhado, e trabalhei muito, na Comissão dos Assuntos Constitucionais, e que tem a ver com a união bancária. É absolutamente essencial nós darmos um passo final na união bancária. Aqui já foi dito várias vezes, por vários colegas, mas nunca é demais dizer… Aliás, dizer a partir de um país que tem uma crise que não tem propriamente uma conotação bancária. Mas nós estamos conscientes de que, sem resolver este problema, não haverá possibilidade de dar outros passos para ultrapassar a crise. Portanto, peço ao Conselho, por um lado, uma visão política já, e, por outro lado, uma resolução tão rápida quanto possível da questão da união bancária.

 
  
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  Μαριέττα Γιαννάκου (PPE). - Κύριε Πρόεδρε, όπως πάντα θα συζητήσουμε και σήμερα, ή συζητούμε, για το πως βλέπουμε να εξελίσσεται το Συμβούλιο των επομένων ημερών. Όμως, τι γίνεται τελικά με το Συμβούλιο κύριε Πρόεδρε; Η Επιτροπή έχει χάσει τον πραγματικό, βαθύτερο, ουσιαστικό της ρόλο ως εισηγητής και το Ευρωπαϊκό Συμβούλιο αποφασίζει ταχύτατα, ενώ το Ευρωπαϊκό Κοινοβούλιο αγνοείται.

Μιλούμε όλοι για ανάπτυξη και ανταγωνιστικότητα. Πιστεύει κανείς ότι θα υπάρξει ανταγωνιστικότητα με τους "BRICS", με τις συνθήκες εργασίας και την κατάσταση που υπάρχουν εκεί; Χρειάζονται νέα δεδομένα, χρειάζεται έρευνα και καινοτομία, χρειάζεται να αποφύγουμε τη διπλή εργασία στα κράτη μέλη για τα ίδια συγκεκριμένα θέματα. Χρειάζεται ν' αλλάξουμε προσανατολισμούς και - πάντως - όχι μόνο διακηρύξεις. Οι κατευθυντήριες γραμμές της Λισαβόνας απέτυχαν παταγωδώς και τώρα είναι πιθανότατο ότι η στρατηγική 20-20 θα αποτύχει, με ένα πολυετές δημοσιονομικό πλαίσιο το οποίο πάσχει και για το οποίο ακόμα δεν έχουμε βρει λύση μεταξύ μας.

Κύριε Πρόεδρε, εκτός από τα χρήματα για την ανάπτυξη και τη δημιουργία θέσεων εργασίας, χρειάζεται και διάθεση, χρειάζονται νέες ιδέες και χρειάζεται, κυρίως, οι αποφάσεις που λαμβάνονται να εφαρμόζονται, γιατί πρόκειται για πρωτοφανή υπόθεση να αποφασίζονται πέρσι για τα τραπεζικά θέματα από το Συμβούλιο, συγκεκριμένα πράγματα και, εν συνεχεία, σε λίγους μήνες το Συμβούλιο να τα αρνείται.

 
  
 

Intervenciones con arreglo al procedimiento de solicitud incidental de uso de la palabra («catch the eye»)

 
  
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  Roberta Angelilli (PPE). - Signor Presidente, onorevoli colleghi, uno dei punti all'ordine del giorno del prossimo Consiglio è la lotta alla disoccupazione giovanile: un problema gravissimo, in progressivo aumento: un giovane su 4 in Europa è senza lavoro. Nel mio paese, l'Italia, abbiamo superato il 40%! Sono dati inaccettabili!

Cosa dobbiamo fare? Sicuramente dobbiamo fare di più – e non penso solo alle risorse finanziarie – bene ha fatto la Commissione a stanziare 6 miliardi di euro. Sono pochi? Forse, l'ILO ci dice che ne servirebbero almeno 21 per avere dei risultati concreti. Ma non è questo il punto: il punto è la programmazione! Ma ci rendiamo conto che degli 82 miliardi di euro di risorse comunitarie non utilizzate, riprogrammate proprio ad hoc per la disoccupazione giovanile, ne sono stati spesi soltanto 16 miliardi? Ci vuole più programmazione! Lo dico alla Commissione, altrimenti non ci saranno risultati concreti, trasparenti e misurabili.

 
  
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  Csaba Sándor Tabajdi (S&D). - A válság alatt a tagállamok ahelyett, hogy az európai munkavállalókba ruháztak volna be, a pénzügyi szférát segítették ki. Csak Spanyolországban 100 milliárd eurót hagytak jóvá tavaly a bankrendszer megsegítésére, most pedig hét évre az európai ifjúsági garanciára mindössze 6 milliárd eurót akarnak elkülöníteni a tagállamok. Ez szégyen!

Ez a hozzáállás csalódást kelt a fiatalok körében egész Európában, így hazámban, Magyarországon is, ahol az ifjúsági munkanélküliségi ráta eléri a 28%-ot, ezzel a 9. legrosszabb az Unióban. Felszólítom az Európai Tanácsot, hogy a nemzetközi munkaügyi szervezet becslésének megfelelően legalább 21 milliárd eurót különítsen el az ifjúsági garanciára, és a programok nagy részét sürgősséggel indítsa el.

 
  
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  Izaskun Bilbao Barandica (ALDE). - Señor Presidente, debemos luchar contra el paro juvenil e insisto en cuatro ideas.

La primera es que el desempleo juvenil nos priva de la capacidad y la creatividad de la generación mejor formada de la historia de Europa y no hay indicador capaz de medir semejante coste.

La segunda es que, en consecuencia, formación y apoyo a la economía real son las mejores recetas contra el paro.

La tercera es que necesitamos hechos concretos con urgencia. Iniciativas como la Garantía Juvenil necesitan 21 000 millones de euros para ponerse en marcha y esas cantidades se llevan muy mal con la racanería que atasca el debate sobre el marco financiero plurianual y la resistencia a que la Comisión Europea tenga ingresos propios y mucha más autonomía económica para impulsar políticas como esta.

Por último, echo de menos una apuesta más decidida por asociar el empleo juvenil con la economía y la innovación social. Esta forma de emprendimiento, por su capacidad para convertir la actividad laboral en algo más que un trabajo, fija mejor el empleo al territorio. Es, además, impermeable a malas prácticas como el autoempleo ficticio.

En resumen, los valores de la economía real son la mejor respuesta a la voracidad del sistema financiero que nos ha traído hoy hasta aquí.

 
  
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  Ildikó Gáll-Pelcz (PPE). - Örömteli esemény történt Magyarországon. A Bizottság úgy ítélte meg, hogy 9 év után végre Magyarország kikerülhet a túlzottdeficit-eljárás alól. Ez jó hír Magyarországnak, és jó hír az Európai Uniónak. Jó hír Magyarországnak, a magyar polgároknak, mert a kohéziós források nincsenek veszélyben, és jó hír mindazoknak, akik szolidaritást vállaltak ebben a folyamatban: nagyvállalatoknak, bankoknak.

Jó hír az Európai Uniónak, mert Magyarország megbízható partner, és képes a pénzpiacokról finanszírozni magát. Rendkívül nehéz helyzetben vette át a magyar kormány 2010-ben ezt a kormányzási lehetőséget, bebizonyította ez a döntés, ez a bizottsági ajánlás, hogy Magyarország jó úton jár. A magyar kormány következetesen megfogadja mindazokat a javaslatokat, amelyek ahhoz szükségesek, hogy visszakerüljön megérdemelt helyére, és amelyek ahhoz szükségesek, hogy a gazdaság megerősítését tudják szolgálni.

Azonban a helyzet nem ilyen rózsás. Tisztelt Biztos Urak! Tisztelt Elnök Úr! A kérdésem a következő: Mit gondolnak Önök, a tények alkalmasak-e arra, hogy meggyőzzék a kétkedőket, és az elfogultan támadókat, hogy Magyarország megfelelő úton jár?

 
  
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  Véronique De Keyser (S&D). - Monsieur le Président, j'ai bien écouté les discours ce matin et, parfois, je me demande si je rêve. En effet, les mesures qui sont proposées aujourd'hui en faveur de l'emploi des jeunes sont vraiment très proches de ce que la stratégie de Lisbonne avait déjà imaginé, dans une méthode intergouvernementale qui demandait à chacun des États de faire des plans pour les jeunes, de l'activation du chômage, de la formation, de l'accompagnement individualisé, etc.

C'était la stratégie de Lisbonne. Elle a d'ailleurs échoué et, aujourd'hui, nous avons 30 millions de chômeurs en Europe. Nous avons 15 millions de désœuvrés qui ne sont même pas des chômeurs et qui sont là, sans formation, sans emploi. Nous savons qu'aujourd'hui, les plus diplômés n'échappent pas non plus au chômage et que les veilles recettes que nous avons appliquées, avec notamment des plans d'activation, ne fonctionnent plus.

Alors, les 6 milliards qui vont peut-être servir à un fonds de garantie de jeunesse suffisent-ils? Non, tant que nous n'aurons pas effectivement une relance de l'emploi et que nous ne lierons pas le problème des jeunes à la relance de l'emploi et à la création d'emplois nouveaux en Europe avec une politique industrielle sérieuse.

 
  
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  Paul Murphy (GUE/NGL). - Mr President, it is almost six months now since the Irish Presidency promised to place youth unemployment at the centre of its agenda. How has that worked out? Well, youth unemployment has increased. Now one in four young people across the EU do not have a job. Youth unemployment stands at 60 % in Spain and over 60 % in Greece, and the army of 120 000 young people who have left Ireland tells its own story there.

Now we have the youth employment initiative. It reminds me of what Edmund Burke said about hypocrisy – that ‘it can afford to be magnificent in its promises, for never intending to go beyond promise, it costs nothing’. This initiative is an attempt to create the impression that you are doing something about the crisis, but is completely underfunded, with EUR 6 billion rather than the EUR 21 billion which even the ILO said was the minimum required. It places the blame on young people, who are being told that they do not have enough training or experience.

We do not need more schemes – free labour schemes like the JobBridge scheme in Ireland – just providing free labour for big business. We need an end to austerity and we need massive investment to create jobs, put people back to work and redevelop our economies.

 
  
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  Andreas Mölzer (NI). - Herr Präsident! Frankreichs Staatspräsident Hollande hat bekanntlich verkündet, dass die Krise bereits vorbei sei. Es ist ja wirklich anzunehmen, dass in der Tat bis zu den Wahlen in Deutschland so getan wird, als ob diese Krise bewältigt wäre. Die Wahrheit wird wohl sein, dass nach den bundesdeutschen Parlamentswahlen auf jeden Fall die Krise umso heftiger ausbricht und es sich zeigen wird, dass die EU – auch der diesmalige Rat wird nichts daran ändern – dieser Krise relativ hilflos gegenübersteht. Wahrscheinlich wird man den Weg in eine stärkere Zentralisierung der Union wählen, und mit der Bankenunion dürfte man natürlich anfangen.

Was die Jugendarbeitslosigkeit betrifft, so gibt man sich in der EU ja der Illusion hin, dass das nur ein soziales Problem sei. Es ist aber, wenn wir die Vorgänge in Schweden und in anderen Vorstädten europäischer Städte betrachten, auch ein Problem der Migrationsgesellschaft. Es sind nicht nur europäische Jugendliche, die hier arbeitslos sind, es sind häufig Jugendliche mit Migrationshintergrund. Diese kulturelle Dimension wird von der EU geleugnet, und auch der Rat wird wahrscheinlich darauf keine Antwort finden.

 
  
 

(Fin de las intervenciones con arreglo al procedimiento de solicitud incidental de uso de la palabra («catch the eye»))

 
  
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  Olli Rehn, Vice-President of the Commission. − Mr President, many thanks for a very substantive and wide-ranging debate. The European Council is taking place at a critical juncture where we have to do whatever it takes to overcome the unemployment crisis in many parts of Europe. As was said by somebody like Ms Jäätteenmäki, the European Council may not be able to solve all Europe’s problems but the European Council must definitely be able and willing to give a strong boost and strong support to effectively tackling the serious problem of youth unemployment and enhancing the access to finance for small and medium-sized enterprises which is so vital for economic growth.

Let me comment on some key issues related to the growth and investment agenda and then László Andor will comment on funding for fighting youth unemployment and the social dimension of the EMU.

The excessively tight credit conditions for SMEs are a very serious bottleneck to growth today, especially in southern Europe. As President Barroso explained, we are now working hard and intensively with the European Investment Bank and the ECB to find a viable, really workable solution to this problem.

The European Investment Bank is the public development bank of the European Union and it must be used to the maximum extent for these public objectives that are so essential from the European standpoint. Therefore I call on the European Council to give a very strong boost and very strong political guidance to the EIB, where Member States play a key role in decision-making.

On banking union it is not correct to say that the Commission would be delaying it. On the contrary: overall we have made sound and steady progress on banking union, which is a cornerstone of the future economic and monetary union, and the Commission has been the driver of this work together with Parliament.

I trust the ECOFIN Council will arrive at a general approach on the Bank Resolution Recovery Directive next week in order to pave the way for rapid political agreement by Parliament and the Council on bank resolution recovery and deposit guarantee schemes. We certainly need to maintain the pace and momentum for completion of the banking union. Before the summer recess, the Commission will make an ambitious proposal for a single resolution mechanism. We definitely need to ensure its adoption during the current parliamentary cycle, before the European elections and campaign take place.

Finally, I am pleased to be coming to the Committee on Economic and Monetary Affairs next week to discuss country-specific recommendations and economic policy more in general.

I will just refer to one issue which is a key issue on the agenda of the European Council. This concerns the adoption of the euro by Latvia.

Last week, the Commission concluded in the convergence report that Latvia has achieved a high degree of sustainable economic convergence and is ready to adopt the euro on 1 January next year. I warmly invite the European Council to endorse the Commission’s proposal and welcome Latvia into the euro area as its eighteenth member. Latvia has come a long way. Determined policy implementation has helped Latvia to return to robust growth and emerge much stronger economically than before the crisis.

The prospective adoption of the euro by Latvia sends a very strong signal to the region, to the euro area and to the global community and the world economy at large. It emphasises the integrity of the euro and proves that determined policy action for sustainable public finances and sustainable growth and job creation do generate concrete results.

 
  
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  Daniel Cohn-Bendit (Verts/ALE). - Monsieur le Président, j'aurais une question à M. Rehn. Est-ce que la Commission, le représentant de la Commission …

(Le Président retire la parole à l'orateur)

 
  
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  László Andor, Member of the Commission. − Mr President, I very much regret that we are overrunning, but I would like to answer the questions which have been raised in the discussion about unemployment. Unemployment in the EU is indeed at a dangerously high level; it is 11% of the workforce in the EU and 12% in the eurozone which is about 20 million people, and it is true that one in five unemployed are 25 years old or younger.

In some countries it was high before the crisis too and there is also a dangerous polarisation inside the EU and inside the eurozone. The Commission adopted one year ago an ambitious employment package to address this situation, and we also use the proposals and initiatives of this package in the country-specific recommendations during the European Semester. As the President said in his introduction, we can leave no stone unturned in this effort, and that also applies to the Member States.

Why are we specifically focusing on young people when the young, as you know, are only a minority among the total of the unemployed? It is for three reasons: first of all because young people have been disproportionately hit by the rise of unemployment; because the associated risk is enormous in terms of economic losses, social and political instability; and also because now we have the possibility to promote an EU-level solution in the form of a youth guarantee. The youth guarantee is not only an emergency relief; it is also a structural reform which will improve school-to-work transition but also the performance of training and the number and quality of apprenticeships in the Member States.

Everybody knows that the EUR 6 billion in the youth employment initiative is not enough but the EUR 6 billion is a very important top-up in the regions where the situation is the worst and much bigger sums will have to come as also in the past from the European Social Fund. That is why it is very important, as the President said, that a significant minimum share for the European Social Fund will have to be ensured in the next MFF.

We are also working on further initiatives, for example in the area of mobility, as many young people will find more easily a new job or apprenticeship in another Member State. That is why forthcoming proposals will focus on the reinforcement of EURES and further support for mobility in the European labour market.

We very much welcome the efforts, the actions, the contributions of national politicians for implementation, whether they are in election campaigns or not; this is very welcome. We also welcome the support of social partners who also have worked on youth employment and have come forward with their contributions. The social partners will also have to play a role in a newly reinforced social dimension of the economic and monetary uunion.

In this area, as you know, the Commission is working on a new communication. The rationale and the justification for a stronger social dimension comes from the divergence of employment and social conditions in the eurozone, the increasing imbalances in this area which can be detected and monitored through an employment and social scoreboard. These proposals will hopefully strengthen the social dimension and will lead to a better functioning of the EMU.

 
  
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  Le Président. - Monsieur Cohn-Bendit, vous avez soulevé un point d'ordre et vous avez posé une question. C'est contraire au règlement. Si vous voulez poser une question, demandez-moi si vous pouvez poser votre question au Commissaire. C'est à moi de décider si je vous autorise ou non à le faire. Ainsi, si vous souhaitez poser une question au Commissaire, merci de me le demander.

 
  
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  Daniel Cohn-Bendit (Verts/ALE). - Monsieur le Commissaire, comme tout le monde ici, vous savez que la télévision publique grecque a été fermée hier sur ordre du gouvernement grec.

Le gouvernement grec dit que c'était une condition de la troïka. Étant donné que dans la troïka, il y a un représentant de la Commission européenne, je demande au commissaire responsable de ce représentant: est-il vrai que la Commission européenne a chargé son représentant dans la troïka de demander la fermeture de la télévision et de la radio publiques en Grèce? Si cela est vrai, c'est un scandale dont nous devrons discuter dans ce Parlement.

Monsieur le Commissaire, je vous demande humblement de nous donner une réponse claire à cette question très claire.

(Applaudissements)

 
  
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  Olli Rehn, Vice-President of the Commission. − Mr President, I should like to thank Mr Cohn-Bendit for this question on a very important matter.

My practice is always first to establish the facts, and I have had to do this because this was not a Commission decision. I was at the Dutch Parliament yesterday – I had a full day in The Hague – and this morning I was preparing for this very important debate on the European Council, so I am only able to give you a very preliminary response at this point in time, in full respect of the evolving European democracy and the European Parliament.

The Commission has taken note of the decision by the Greek authorities to close down ERT, the Hellenic Broadcasting Corporation, which is a decision taken in full autonomy by the Greek Government.

The Commission did not seek the closure of ERT, but nor does the Commission question the Greek Government’s mandate to manage the public sector in Greece. The Greek authorities’ decision was taken in the context of the major efforts that they are making to modernise the Greek economy.

The Commission understands the difficult situation of ERT staff and we expect that the announced dismissals will be carried out in full accordance with the applicable legal framework.

The Commission supports the role of public broadcasting as an integral part of European democracy. The Amsterdam Protocol makes it clear that governance and strategic choices on public service broadcasting lie with the Member States. So, while the Commission cannot prescribe how Member States should organise their public service broadcasters, we would like to underline the role of public service broadcasters regarding European values in all economic circumstances. Greece, like all European countries, needs media pluralism, media freedom and media quality.

We welcome the commitment of the Greek Government to launch a media actor that fulfils the important role of public broadcasting and is financially sustainable.

 
  
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  Lucinda Creighton, President-in-Office of the Council. − Mr President, honourable Commissioners, I am very grateful to everybody who has participated in this debate. I have taken good note of and have listened carefully to all of the different comments that have been made. As this is my last time of having the pleasure of addressing Parliament on behalf of the Council, I would like to convey my thanks to you, as a Parliament, for the very intense ...

(Loud applause from the floor)

I would like to thank you for the very intense and the hugely productive engagement that we have enjoyed over the last six months and in this, of course, I would like to include the many plenary meetings in relation to which I would like to thank the President and all of the Vice-Presidents for their support, the multiple meetings in smaller formats with committees, with the Conference of Committee Chairs, with rapporteurs, with political groups, contact groups, and so on. I would also like to put on record the Presidency’s appreciation of the support that we have received from the Parliamentary services and, of course, separately I would like to acknowledge the huge support that the Council services have offered to me, in particular, but also to the Presidency as a whole, in the discharge of our responsibilities.

We are, I should stress, not at the end of our Presidency just yet, there is still much that we can deliver together, but it is fitting that a Presidency styled on stability, growth and jobs will effectively come to an end at a European Council when the subjects for discussion are exactly those: the European Semester Process, EMU and, in particular, banking union.

While the European Council is still more than two weeks away, and the preparations have yet to be finalised, the determining issue of the discussions will be how to increase our competitiveness and to stimulate growth. This is the main priority for the European Union, and we therefore fully support President van Rompuy in his focus on that at the European Council at the end of the month.

We all know that improving our competitiveness will lead to economic growth and that growth creates jobs, jobs which are badly needed. It is the only way to escape the scourge of unemployment, and particularly youth unemployment, which has been mentioned here repeatedly by Members today and which saps all of the energy and dynamism from our citizens, from our populations. So that is the big challenge for all of us.

A number of you today referred to the need to assist in particular young people who are not able to find a job. As I said in my opening remarks – and Commissoner Andor has also mentioned it – the Youth Guarantee Scheme must be implemented rapidly. We look forward to further measures to increase labour mobility, which is also key to tackling unemployment. This is the challenge of the European Union, it the challenge of our time. There are no easy solutions, but I genuinely and strongly feel that together we can and we must use all of our resources to tackle the scourge of youth unemployment.

One of the aspects to this is the hugely important Multiannual Financial Framework, and I know a number of speakers today have raised the issue of the Union’s seven-year budget and the ongoing negotiations. I think many of us would agree that the most significant contribution that our institutions can make in the short term, in terms of growth and jobs, is agreement on the MFF. I have to say that I do reject suggestions that Europe would be somehow better off without a solid basis to budget its activities for the next seven years. I do not think that Parliament genuinely believes in such a proposition or such a suggestion.

I say this because, not only would it undermine the effectiveness of the very necessary programmes which we are co-legislating, but it would also send a very negative signal more widely about our Union’s ability to organise our business and to deal with the challenges that have been outlined here today.

I am sorry to say that the Council – and indeed the Presidency – has been sharply criticised here today for lack of progress in the negotiations. I reject this criticism very robustly. Council has not been lacking in any way since the European Council reached its agreement in February. We have not cancelled meetings or trialogues. We have proactively put forward texts and, in the light of the ongoing negotiations, we have amended texts and have put forward new texts, covering all of Parliament’s four priority areas and on several other issues that Parliament has introduced along the way. We have been happy to do so in the spirit of negotiation.

As a Presidency, we have moved extremely quickly to seek and obtain political agreement on an early draft amending budget, in response to Parliament’s resolution linking the two – you will recall that I participated in the debate here on the MFF and on the resolution in March. This was a very considerable move by the Council, one which was not without difficulty for Member States and which required careful negotiation and leadership from our Presidency.

On the key question of flexibility, which was raised by Mr Swoboda, Mr Daul and by many others, including President Barroso himself, the Council has noted the importance that Parliament attaches to this issue. We are doing our best to move closer to you. Importantly, we have responded. The Council has offered very considerable flexibility on several fronts. Most significantly, I believe, we have offered flexibility on payments, allowing the carrying forward, within limits, of unused margins to allow far greater room for manoeuvre for budget management over the lifetime of the MFF. This is a hugely significant move. Indeed Commissioner Lewandowski, the Commissioner responsible for budgets, described it as a breakthrough. It is new ground for the MFF and we are very proud that we are in a position to move that forward. Of course this is not all that we have achieved. On the flexibility instrument, the most significant of such instruments, there is an increase of 130% and, beyond that, we have offered greater flexibility on the Emergency Aid Reserve and on the contingency margin that has lapsed has been restored.

So, all in all, there is a significant package which is being put together in response to the very legitimate demands of Parliament. It is one which will allow the Commission, I believe, to manage the budget more effectively for all of our benefit and indeed, most crucially, for the benefit of our citizens.

I do not think that any of us should be surprised that the negotiations on the MFF are tough. I think this is only to be expected. It is surely the nature of such negotiations that they present difficulties, but last night I had the pleasure, with the Tánaiste, our Deputy Prime Minister, of negotiating with the excellent European Parliament team, lead by Alain Lamassoure and his colleagues from the contact group, and indeed Commissioner Lewandowski, where we went on until late in the evening. I believe we have genuine momentum in these negotiations on the MFF. With goodwill on all sides we can, and we will, reach an agreement and, quite frankly, we need an agreement because of the direct translation into jobs and growth.

In conclusion, I want to thank all of you for the varied and the very important contributions that you have made in this debate on the European Council. I will ensure that they are conveyed to colleagues in Council and, of course, to President Van Rompuy. Once again, it has been an honour and a pleasure for me to represent the Irish Presidency and the Council here in the Chamber.

 
  
  

VORSITZ: MARTIN SCHULZ
Präsident

Der Präsident. – Die Aussprache ist geschlossen. Schriftliche Erklärungen (Artikel 149 GO)

 
  
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  Minodora Cliveti (S&D), in writing. – 22.8% of young people in the EU are currently unemployed, with youth unemployment exceeding 50% in some Member States. 8.3 million Europeans under 25 years and an additional 6.5 million young people aged 25–29 are neither in employment nor in education or training. We should start to work on the creation of automatic stabilisers at the EU level, starting with the Youth Guarantee schemes, which should be accompanied by a quality framework in order to ensure that the education, training and jobs offered include appropriate pay, working conditions and health and safety standards. The Member States should improve cooperation between businesses and the educational sector at all levels, with a scope of better linking curricula to the demands of the labour market, more flexible curricula are needed in order to better adapt to future labour market developments. Social investment can go hand in hand with efficient incentives, such as employment subsidies or insurance contributions for young people that will guarantee decent living and working conditions, in order to encourage public and private employers to hire young people, invest in both quality job creation for young people and continuous training and upgrading of their skills during employment, and support entrepreneurship among youth.

 
  
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  Corina Creţu (S&D), în scris. – Este evident că proiectul european a intrat într-un mare impas. UE era văzută drept un model alternativ de globalizare, tocmai datorită aspectelor sociale ale proiectului. Acum, în loc să vedem care sunt cauzele situaţiei în care ne aflăm, căutăm vinovaţi. Elemente care trebuiau să ne unească - moneda comună, extinderea UE, circulaţia forţei de muncă - au ajuns să fie cauze ale dezbinării lor. Cred că problema esenţială o reprezintă decalajele istorice de dezvoltare între diversele zone ale continentului, pe care criza le-a scos în evidenţă şi pe care austeritatea le accentuează. Fără un efort consistent şi sistematic de reducere a decalajelor de dezvoltare, problemele despre care vorbim acum se vor agrava. Relansarea proiectului european ar trebui să înceapă cu adâncirea integrării politice. Ar fi primul semn că se înţelege nevoia reducerii deficitului de democraţie şi a implicării cetăţenilor în deciziile care îi privesc, inclusiv prin sporirea puterilor Parlamentului European, care să exercite cu adevărat suveranitatea cetăţenilor europeni.

 
  
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  Tamás Deutsch (PPE), írásban. – A jelen pénzügyi és gazdasági válság hozadéka a munkanélküliség magas aránya, főleg ami a fiatal munkanélküliséget illeti. Ezt a rendkívül fontos problémát kezelni kell azért, mert nem csupán szociális és politikai veszélye van, hanem ezzel gazdasági erőt is veszítünk, és a fiatal generációk csalódnak a jelenlegi rendszerben, bennünk és az Unió egészében. A munkanélküliség problémájának megoldására számos programot említettek képviselőtársaim, a biztos urak és miniszter asszony is (a Youth Guarantee kezdeményezéstől egészen az Erasmus for All projektig) többek között a kkv-k támogatását, azok hitelekhez való könnyebb hozzáférését (például az EIB tőkésítésével), versenyképességük javítását. És valóban, nemcsak Magyarországon, hanem az Európai Unió egészében a munkaerőpiac jelentős részét (az európai vállalkozások 99%-át, így a munkahelyek 85%-át, a magánszektor munkahelyeinek kétharmadát) a kkv-k adják. Stratégiai jelentőségű az említett két probléma kezelése annak érdekében, hogy Európa kilábaljon a gazdasági válságból, az európai gazdaságba vetett hit és bizalom helyreálljon, valamint teljesíteni tudjuk az Európa 2020 Stratégia célkitűzéseit. Felelősek vagyunk mindannyian, beleértve az ír elnökséget, a Tanács egészét is, azért, hogy az említett problémák megoldódjanak, éppen ezért mindannyian sokat várunk a június 27–28-i Európai Tanács találkozójától.

 
  
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  Monika Flašíková Beňová (S&D), písomne. – Medzi témy nadchádzajúceho summitu patrí zvýšenie konkurencieschopnosti, rastu a zamestnanosti v rámci EU. Miera nezamestnanosti v krajinách EU sa ale napriek tomu v máji 2013 pohybovala na úrovni 11%! Miera nezamestnanosti mladých ľudí presiahla v roku 2011 napr. V Grécku a Španielsku hranicu 55%. V rámci EU vzrástla už na 21%, čo zodpovedá 5.5 miliónu ľudí! Protikrízové opatrenia sú neúčinné! Škrtanie a zle zamerané sociálne investície majú negatívny dopad najmä na tých obyvateľov EÚ, ktorí sú krízou najviac postihnutí! Členské štáty musia účinnejšie nastaviť štrukturálne reformy, potrebujeme systémové opatrenia a nie len krátkodobé riešenia, ktoré iba odďaľujú nevyhnutné a v konečnom dôsledku majú negatívny dopad na zamestnanosť. Musíme cielene investovať a posilniť financovanie hospodárstva, musíme byť rozhodní pri prijímaní pro rastových opatrení. Je preto nevyhnutné aby členské štáty pokračovali v zavádzaní reforiem a naďalej posilňovali sociálne investície s cieľom vytvoriť účinný systém sociálneho zabezpečenia, ktorý by mal byť samozrejmosťou v modernej Európe. Vlády jednotlivých členských štátov by sa mali zamerať na podporu malých a stredných podnikov, ktoré sú najväčšmi zasiahnuté hospodárskou a sociálnou krízou. Musíme zabrániť narastajúcim sociálnym nepokojom, ktoré sú dôsledkom neefektívnych a v praxi často nefungujúcich opatrení zo strán najma pravicovych vlád členských štátov, ale aj inštitúcií EU.

 
  
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  Liem Hoang Ngoc (S&D), par écrit. – D’aucuns pensent que le sommet de juin ne sera pas un événement. Pourtant, la suspension concertée du pacte de stabilité, qui y sera entérinée, est une étape importante de la mise en place d’un véritable gouvernement économique, appelé à mettre en œuvre des instruments de convergence et de compétitivité.

Au mépris de la méthode communautaire, la Commission propose pour cela la contractualisation bilatérale avec chaque État, tandis que les États membres, au Conseil, voudraient s’en tenir à des arrangements purement intergouvernementaux. Cela est inacceptable, à l’heure où nos concitoyens s’élèvent à raison contre les politiques d’austérité et le déficit de démocratie en Europe.

Le Parlement, élu au suffrage universel et dépositaire de la volonté générale des citoyens européens, est pour le moment exclu de cette nouvelle étape de l’UEM. Il est urgent que le Parlement européen se dote d’une structure propre dédiée à la zone euro, pour peser face à l’Eurogroupe, dont les choix discutables sont trop souvent restés indiscutés.

 
  
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  Lívia Járóka (PPE), in writing. – One of the most definitive issues challenging the future of the European Union is the life prospects of the marginalised millions in our Union, among them the 10 million Roma. The stumbling of the world economy and the debt crisis strangling our Union have accelerated those harmful tendencies, due to which fewer and fewer people are able to maintain a proper standard of living and, for more and more European citizens, even everyday subsistence represents an insoluble challenge. We must not leave our most vulnerable citizens unprotected and we must not underestimate the crucial importance of social inclusion for retaining and developing the European economy. Boosting employment and social inclusion must therefore remain a priority and Member States must step up their efforts to tackle the social consequences of the crisis and to fight poverty and social exclusion.

 
  
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  Filip Kaczmarek (PPE), na piśmie. – Bezrobocie wśród młodzieży jest bardzo wysokie i niepokojące. Cieszę się, że instytucje europejskie od kilku miesięcy bardzo intensywnie pracują nad ograniczeniem tego niekorzystnego i niechcianego zjawiska. Długotrwałe bezrobocie młodzieży jest niebezpieczne, bo obniża dynamikę społeczną i grozi poważnymi konsekwencjami. Walka z tym złem warta jest angażowania funduszy europejskich. Zgadzam się z prezydencją irlandzką, że właśnie dlatego tak ważne jest przyjęcie wieloletnich ram finansowych. Zapewnią one stabilizację i jasną perspektywę, również w zakresie walki z bezrobociem wśród młodzieży. Żałuję, że to właśnie Parlament Europejski opóźnia zawarcie porozumienia międzyinstytucjonalnego w sprawie WRF. Polityczne ambicje niektórych kolegów posłów mogą niestety być szkodliwe dla realizacji tego ważnego wyzwania, jakim jest ograniczenie bezrobocia.

 
  
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  Tunne Kelam (PPE), in writing. – The coming Council meeting will conclude the Irish presidency and move towards the Lithuanian one. The EU has demonstrated progress managing the acute debt and financial crisis. On the other hand a certain fatigue can be noticed among Member States who only few months ago were firmly committing to more Europe, notably to stricter fiscal supervision, banking union etc.

Today we see loosening the grip as some governments seem to think that the need to reform is over. This loosening on rules is exactly what brought us to the crisis in the first place. I call upon the Council not to give in when it comes to banking union. We need common rules and coordination to avoid collapses and domino effects. We need the single supervision to set rules and enforce those rules, also a resolution mechanism to act when needed. To regain trust with our citizens, the Member States cannot give in on a euro-wide guarantee on deposits. Also, the Council needs to find a solution on how to include non-eurozone governments and banks in the banking union.

 
  
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  Jan Kozłowski (PPE), na piśmie. – Uważam, że decyzja poświęcenia najbliższego szczytu Rady Unii Europejskiej w znacznej mierze zwiększaniu zatrudnienia i konkurencyjności gospodarki europejskiej jest w pełni uzasadniona. Mimo wielu wysiłków i inicjatyw sytuacja na europejskim rynku pracy jest wciąż zła. Najnowsze dane wskazują, że bezrobocie w Unii Europejskiej utrzymuje się na stale wysokim poziomie 11%, a poziom bezrobocia wśród młodzieży jest często kilkakrotnie wyższy. W tym kontekście warto zwrócić uwagę na inicjatywy płynące bezpośrednio ze środowisk młodzieżowych.

Młodzież z Europejskiej Partii Ludowej zaproponowała konkretny program – trzy kroki na rzecz nadania dynamiki zatrudnieniu młodzieży. Propozycja obejmuje wprowadzenie ulg podatkowych dla przedsiębiorstw zatrudniających młodych ludzi, lepsze dostosowanie programów edukacyjnych do wymogów rynku pracy, w tym wprowadzenie praktyk zawodowych jako integralnej części kształcenia, a także tworzenie inkubatorów biznesu, klastrów i wsparcia kapitałowego dla młodych przedsiębiorców. Młodzież kładzie nacisk na to, że obciążenia biurokratyczne, nadmierne opodatkowanie i brak dostępu do kapitału stanowią poważne bariery dla młodych przedsiębiorców.

Warto wsłuchać się w głos młodych, którzy podkreślają, że nie chcą wyłącznie wsparcia socjalnego i inicjatyw zapobiegających wykluczeniu społecznemu. Młodzi oczekują od Unii Europejskiej i państw członkowskich przede wszystkim dobrej, wspierającej przedsiębiorczość, dynamicznej polityki zatrudnienia sprzyjającej powstawaniu nowych miejsc pracy.

 
  
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  Petru Constantin Luhan (PPE), în scris. – Reintroducerea pe agenda Consiliului a dezbaterilor referitoare la crearea locurilor de muncă, punând accent pe tineret, arată încă o dată situația alarmantă în care se regăsesc tinerii europeni. Tocmai de aceea avem nevoie mai mult ca niciodată de reforme structurale la nivel național și la nivel comunitar pentru crearea de locuri de muncă concentrate pe forța de muncă tânără. Aceste eforturi trebuie sa fie orientate către: corelarea strategiilor comunitare de ocupare a forței de muncă și necesitățile viitoare ale economiei europene, reducerea presiunii fiscale pentru companiile care angajează tineri sub 30 de ani, și către programe de sustinere a dezvoltării spiritului antreprenorial în rândul tinerilor prin crearea unor incubatoare de afaceri speciale pentru tineret, acces sporit la fonduri europene și la consiliere în afaceri.

 
  
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  Franz Obermayr (NI), schriftlich. – Nicht die unsichtbare Hand der EU, sondern die des Marktes ist weit geeigneter für mehr Wachstum und die Bekämpfung der Jugendarbeitslosigkeit. Mit Gießkannen-Verteilung von Geldern und Masterplänen durch ein Zentralkomitee wird – historisch oft genug bewiesen – wenig erreicht. Bei mehr Wachstum hat die EU beinahe alles Pulver verschossen. Die EZB hat die Geldpolitik durch eine zu lange Nullzins-Doktrin nachhaltig wirkungslos gemacht. Die Staaten sind pleite. Expansive Fiskalpolitik ist so auch kaum noch möglich. Und legislative Änderungen struktureller Art werden aus Mangel an Mut nicht angepackt. Die vermeintliche Rettung wird bei den USA in der TTIP gesucht. Das alles sind Zeichen der Ratlosigkeit des Rates. Ich sehe hier folglich wenig Potenzial für eine zentralisierte Induktion von Wachstum. Es braucht eben auf nationaler Ebene diesen Mut für strukturelle Änderungen. Dieser Handlungswille wird aber durch die vermeintliche EZB-Rettungs- oder besser Verschleppungspolitik unterdrückt. Der Rat spielt hier naturgemäß kräftig mit. Also: Stoppen Sie die Rettungspolitik, bauen Sie nationalen Handlungszwang auf, dann kommen die notwendigen Reformen von ganz alleine!

 
  
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  Nuno Teixeira (PPE), por escrito. – No sentido de combater o grave flagelo social verificado nas camadas mais jovens da população derivado ao elevado valor do desemprego jovem, o Presidente do Conselho, Herman Van Rompuy, propôs que fosse criado uma Iniciativa de Emprego Jovem para vigorar em 2014-2020 devendo existir um adiantamento das verbas aos países com maiores dificuldades de empregabilidade. Além disso, entendo que outras propostas para combater o desemprego jovem devem ser analisadas pelos líderes europeus, tais como: as organizações de juventude europeias chegaram ao consenso sobre 3 medidas a implementar e que já têm sido defendidas também a nível nacional, nomeadamente ao nível da diminuição dos impostos pagos pelas empresas quando contratem jovens e eliminar o fosso existente entre a formação ministrada no Ensino Superior e o mercado de trabalho, através da introdução de programas de formação e estágios curriculares na formação superior. Por fim, entendo ainda que é necessário e importante promover o empreendedorismo jovem, através da criação de incubadoras de empresas destinadas à criação do próprio emprego, melhoria das condições de fomento das empresas de capital e risco e business angels.

 
  
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  Silvia-Adriana Ţicău (S&D), în scris. Consiliul European din iunie se va axa pe politica economică, abordând trei chestiuni principale: încheierea semestrului european din acest an (coordonarea politicii economice şi fiscale a statelor membre), inclusiv recomandările specifice fiecărei ţări; evaluarea eforturilor de stimulare a competitivităţii, a locurilor de muncă şi a creşterii economice, cu accent pe iniţiativele de ameliorare a ocupării forţei de muncă în rândul tinerilor şi a finanţării economiei; progresele înregistrate în finalizarea uniunii economice şi monetare a UE, în special a uniunii bancare. Solicităm Consiliului să pună accent pe stimularea competitivităţii, a locurilor de muncă şi a creşterii economice. UE trebuie să îşi dezvolte o politică industrială capabilă să refacă industria europeană, într-o manieră eco-eficientă. Dezvoltarea industrială a UE trebuie acompaniată de măsuri de finanţare a economiei europene, astfel încât să se asigure atât locuri de muncă pe teritoriul UE, cât şi competitivitatea UE pe plan mondial. În final, consider că UE trebuie să investească în păstrarea Modelului Social European. Fără investiţii în educaţie şi în sănătate, în asigurarea de locuri de muncă decente şi în garantarea unei pensii decente, UE nu are viitor. Cel mai important capital al UE sunt cei 500 de milioane de cetăţeni şi, de aceea, este momentul ca UE să investească în prezentul şi viitorul acestora.

 
  
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  Angelika Werthmann (ALDE), in writing. – The upcoming Council meeting is in my view a crucial one – we still do not have a solution to our budgetary situation: there is no progress concerning the MFF! Yes, we need flexibility and own resources, but we also need the revision clause. How can the next Parliament be expected to accept not having a say on the budget for the next seven years? Our priorities, also those of the Council, should be to deal with the still high unemployment rate in the European Union and therefore to create jobs and invest in growth and education, and to tackle the standstill in the European Union. If anyone is of President Hollande’s opinion, I am convinced this is the wrong message. The euro crisis is not behind us. It is of crucial importance to stand together. Now we all have to solve the problems in the individual Member States, and this starts in my view with balanced budgets.

 

4. Benvenuto
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  Der Präsident. − Meine Damen und Herren! Ich heiße auf der Ehrentribüne den neu gewählten Präsidenten des Europäischen Wirtschafts- und Sozialausschusses, Herrn Henri Malosse, herzlich willkommen.

Herzlich willkommen, Herr Malosse!

(Beifall)

 

5. Turno di votazioni
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  Der Präsident. − Als nächster Punkt der Tagesordnung folgt die Abstimmungsstunde.

 

5.1. Nomina di un membro della Commissione europea - Neven Mimica
 

(Der Präsident gibt einige technische Hinweise zum Ablauf der geheimen Abstimmung.)

– Nach der Abstimmung:

 
  
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  Olli Rehn, Vice-President of the Commission. − Mr President, in line with Article 21 of the Treaty concerning the Accession of Croatia, the Council has consulted the European Parliament and the vote that you have just carried out expresses Parliament’s positive opinion with regard to the Council’s intention to appoint Mr Mimica. The Commission welcomes the result and it now falls to the Council, in common accord with the President of the Commission, to take the final steps.

We would like to thank the European Parliament for making sure that the consultation procedure was carried out with diligence and very effectively. This should enable the Commission to be fully constituted upon Croatia’s accession at the beginning of July.

 

5.2. Calendario delle tornate del Parlamento - 2014
 

– Vor der Abstimmung:

 
  
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  Astrid Lulling (PPE). - Monsieur le Président, je souhaite brièvement expliquer pourquoi j'ai déposé cet amendement avec d'autres collègues et informer les collègues sur sa portée, afin d'éviter de voter un calendrier illégal. Cet amendement est d'ordre juridique et non politique. Il ne s'agit pas de voter pour ou contre l'opportunité de séances additionnelles à Bruxelles, mais pour tout simplement se conformer aux traités et aux arrêts de la Cour, notamment l'arrêt de décembre 2012.

Si vous regardez le projet de calendrier, qui est devant vous, vous verrez qu'il comporte onze plénières à Strasbourg. Les traités fixent ce nombre à douze, c'est vrai, mais dans la pratique, au cours d'une année électorale, nous pouvons avoir onze sessions. Cela est autorisé par la Cour sous la forme d'une dérogation expresse. Il n'y a donc pas de difficultés à ce niveau-là.

En revanche, et c'est là où réside le problème, l'arrêt de décembre 2012 de la Cour rappelle, en son point 57, que les séances additionnelles ne peuvent être organisées que si les douze plénières ont eu lieu. C'est logique, puisqu'on n'ajoute des séances supplémentaires que si elles sont nécessaires, le Parlement ne peut donc pas à la fois dire que douze sessions, c'est trop pour une année électorale, et décréter des sessions additionnelles à Bruxelles. Cela ne va pas.

Nous avons donc le choix: soit nous organisons onze sessions plénières, et dès lors, nous n'avons plus besoin de séances additionnelles, soit nous organisons douze sessions plénières et, à ce moment-là, nous pouvons prévoir trois séances additionnelles. C'est donc onze plénières et aucune additionnelle ou douze plénières et trois additionnelles.

Ainsi, afin que les collègues comprennent, par souci de simplification, nous avons proposé la première solution. Nous aurions aussi pu proposer la deuxième. Si cet amendement n'est pas voté, Monsieur le Président, le calendrier de 2014 pourrait à nouveau être contesté devant la Cour. Et pour éviter une telle mésaventure, je me permets de vous expliquer la portée de l'amendement et de demander de le voter, parce que je crois que c'est une clarification nécessaire.

 
  
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  Der Präsident. − Frau Lulling, ich habe Ihren Ausführungen aufmerksam zugehört. Wir haben selbstverständlich über der Zulässigkeit dieses Änderungsantrags lange gebrütet. Ich habe ihn auch für zulässig erklärt. Die von Ihnen in Rede gestellten zwölf Sitzungen waren im Jahr 2012 vor dem Europäischen Gerichtshof nicht Gegenstand der Beratungen in Wahljahren. Der Gerichtshof hat sich im Jahr 1997 in Artikel 33 seines Urteils zu den Sitzungen in Wahljahren geäußert. Dort hat der Gerichtshof eindeutig festgestellt, dass elf Sitzungen zulässig sind, weil die fünf Tage, die als Wahltage betrachtet werden, dem Parlament zugute gehalten werden dahingehend, dass es in diesen Jahren in Straßburg nur elf Sitzungen abhalten muss. Deshalb sind in solchen Wahljahren durchaus zusätzliche Sitzungen in Brüssel zulässig. Das ist geklärt.

 
  
 

(Die Sitzung wird für einige Augenblicke unterbrochen.)

 

6. Seduta solenne
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  Der Präsident. − Es ist mir eine große Ehre, liebe Kolleginnen und Kollegen, den Präsidenten der Republik Portugal bei uns willkommen zu heißen, Aníbal Cavaco Silva. Herr Staatspräsident, herzlich willkommen im Europäischen Parlament!

Meine Damen und Herren! Wir haben die außergewöhnliche Situation, dass wir zwei der Persönlichkeiten, die maßgeblich daran beteiligt waren, Portugal in die Europäische Union zu führen, und die in der ersten Dekade der Mitgliedschaft Portugals in der Europäischen Union einen enormen Einfluss auf die Integration des Landes in unsere Union hatten, heute in anderen Funktionen, als sie damals hatten, bei uns zu haben. Aníbal Cavaco Silva war damals der Premierminister Portugals, und José Manuel Durão Barroso zunächst Staatssekretär, später Außenminister und später eben auch Premierminister Portugals. Beide Männer waren in einer Phase der europäischen Integration, die von besonderer Bedeutung war, verantwortlich in Ihrem Land. Es ist deshalb sicher für beide eine Freude, sich in unterschiedlichen Funktionen hier in der Völkervertretung Europas wieder zu treffen.

Herzlich willkommen, Herr Staatspräsident Cavaco Silva! Herzlich willkommen, Herr Kommissionspräsident. Herzlich willkommen, meine Damen und Herren aus der Delegation des Staatspräsidenten Cavaco Silva!

(Beifall)

 
  
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  Aníbal Cavaco Silva. − Senhor Presidente do Parlamento Europeu, Senhor Presidente da Comissão Europeia, Senhoras e Senhores deputados, agradeço o convite, que muito me honra, para me dirigir a esta Assembleia. Tenho um profundo respeito pelo Parlamento Europeu e pelo seu papel no seio da União Europeia. Como referi nesta Instituição em setembro de 2007, conheço bem a ação e o contributo do Parlamento para o processo de integração europeia. Não esqueço o apoio franco e leal que dele recebi na qualidade de primeiro-ministro, durante os meses em que liderei a primeira Presidência portuguesa do Conselho, em 1992.

Assinalo com satisfação a grande evolução do Parlamento desde os tempos de Maastricht. O Tratado de Lisboa consolidou muito justamente o seu papel de colegislador, a par do Conselho. Trata-se de uma opção que favorece a legitimidade democrática das decisões da União e contribui para o aprofundamento da cultura cívica europeia. Não haveria, assim, local mais apropriado para partilhar algumas considerações sobre os desafios que considero mais atuais e prementes para os nossos Estados e cidadãos nesta fase do projeto europeu.

Nas últimas décadas, a União Europeia materializou-se numa construção política extraordinária e num modelo para muitos. Eliminaram-se fronteiras, estabeleceu-se a livre circulação de pessoas, de conhecimento, de cultura, instituiu-se o mercado único, criou-se o maior bloco económico do mundo e a moeda única, reforçou-se uma comunidade de pertença. No entanto, somos hoje, infelizmente, levados a constatar que a inspiração e as conquistas que alcançámos desde os Pais Fundadores não podem ser tomadas por adquiridas.

O crescimento económico na Europa é débil e vários países encontram-se em recessão, e o desemprego é uma realidade dramática. Estes são os dois maiores desafios que vivemos atualmente e para os quais ainda não encontrámos uma resposta eficaz. Não surpreende, por isso, que a eles se junte o divórcio crescente entre decisores e cidadãos.

Há precisamente 28 anos que, em 12 de junho de 1985, Portugal subscreveu, nos claustros do Mosteiro dos Jerónimos, o seu compromisso formal de adesão às Comunidades Europeias. A adesão às Comunidades Europeias culminou a consolidação do processo democrático português e contribuiu, de forma decisiva, para o desenvolvimento do meu país.

Desde então, Portugal participou ativamente na consolidação do projeto europeu. Portugal trouxe à Europa o legado da sua História, a marca do diálogo atlântico, o universalismo da sua língua e da sua cultura. Os nossos laços especiais de amizade com África e com a América Latina, a diáspora presente em todos os pontos do mundo, e a crescente afirmação internacional da Comunidade dos Países de Língua Portuguesa são fatores que contribuem para a projeção global da União Europeia, dos nossos valores, do nosso projeto.

Atualmente, como sabem, os Portugueses sentem com particular incidência a crise económica e financeira, com todas as graves consequências sociais que daí advêm. Os últimos anos têm sido dos mais complexos que temos vivido na nossa História recente. Desde meados de 2011 que Portugal tem vindo a realizar um importante esforço de ajustamento económico e financeiro e de reformas estruturais no quadro do programa acordado com instituições internacionais. O processo de consolidação tem vindo a avançar, apesar de um contexto económico externo muito mais desfavorável do que inicialmente previsto pelas instituições envolvidas e do choque assimétrico a que fomos sujeitos.

No meu país, a dureza da recessão manifesta-se há 10 trimestres consecutivos, a taxa de desemprego atingiu 17,7 %, sendo o desemprego jovem de 42 %. Assistimos a um preocupante aumento do risco de pobreza. Estão a ser exigidos sacrifícios muito pesados aos Portugueses, que têm manifestado um admirável sentido de responsabilidade, reforçando laços de solidariedade e de entreajuda que permitem minorar algumas das situações mais dramáticas.

Senhor Presidente do Parlamento Europeu, Senhoras e Senhores deputados, esta crise veio tornar evidente o grau de interdependência entre os Estados-Membros da União Europeia em geral e da Zona Euro em particular. É o resultado lógico do nível de integração que alcançámos. Não é hoje possível dissociar a situação num Estado-Membro do contexto geral europeu. Em suma, somos uma União e não um mero somatório de Estados e de mercados, e isso faz uma enorme diferença quando se trata de compreender a situação atual e de definir as respostas mais adequadas.

Nos últimos dois anos, há que reconhecer os esforços da União Europeia no que respeita ao apoio às necessidades de financiamento dos Estados-Membros em maiores dificuldades, ao reforço das regras de disciplina e supervisão orçamental e ao aprofundamento da coordenação das políticas económicas.

O Banco Central Europeu, pelo seu lado, anunciou a possibilidade de intervir ilimitadamente no mercado secundário da dívida soberana. Tratou-se de um marco importante para combater os ataques especulativos que vinham minando a Zona Euro.

Apesar destes desenvolvimentos positivos, temos de admitir que esta crise veio expor sérias fragilidades da União. Para além da lentidão e tibieza na resposta à crise do euro, o maior fracasso da União Europeia residiu, e reside, no capítulo da promoção do crescimento económico e da criação de emprego.

Em 2012, a Zona Euro registou uma contração do produto de 0,6 %, e as previsões apontam para que a situação continue a evoluir negativamente neste ano de 2013. A taxa de desemprego na União subiu consecutivamente nos últimos 5 anos, 26 milhões de pessoas estão desempregadas, das quais 5 700 000 são jovens. A Zona Euro encontra-se no sexto trimestre consecutivo de queda do produto e no oitavo trimestre consecutivo de queda do investimento. É clara a divergência em relação à tendência verificada nos Estados Unidos e no Japão.

Durante demasiado tempo, a atenção esteve concentrada na austeridade para correção dos desequilíbrios das contas públicas, relegando para um plano secundário o crescimento económico. O atraso na concretização das reformas estruturais pôs em causa a competitividade. Em vários Estados-Membros as empresas enfrentam condições de financiamento muito negativas. A quebra de confiança prejudicou, e continua a prejudicar, o investimento. A contração da procura interna no conjunto da Zona Euro, ao agravar o impacto das medidas que Portugal teve de adotar para alcançar as metas do défice orçamental, contribuiu para acentuar a recessão e elevar o desemprego para níveis socialmente inaceitáveis.

Quando aos países que executam programas de consolidação dos défices públicos se juntam políticas contracionistas nos outros Estados-Membros, a consequência é uma recessão no conjunto da União, como agora se está a verificar. A situação contrasta de modo flagrante com a opção por políticas mais expansionistas noutros blocos da economia mundial. Importa, no entanto, reconhecer que não foi por falta de visão ou de alguns alertas da Comissão Europeia e deste Parlamento que o objetivo do crescimento económico e criação de emprego não assumiu mais cedo a prioridade ao mesmo nível que o das correções dos desequilíbrios orçamentais.

Em dezembro de 2011, o Presidente da Comissão, dirigindo-se a este Parlamento, afirmou, e passo a citar: Não podemos construir a nossa União Económica sobre disciplina e sanções. Precisamos também de uma Europa de crescimento e emprego.

E não preciso de recordar o número incontável de ocasiões em que, desde o início da crise, nesta Casa se fizeram ouvir vozes de deputados das mais variadas famílias políticas, incluindo de deputados portugueses, incluindo a sua, Sr. Presidente Schulz, alertando para a necessidade imperiosa de não esquecer esta prioridade.

As hesitações e os constrangimentos políticos dos Estados-Membros fizeram com que se levasse demasiado tempo a reconhecer que os problemas financeiros, verificados em alguns países, a todos afetam e que a crise na Zona Euro não se resolve apenas com a imposição de políticas de austeridade aos Estados com défices excessivos.

No caso dos países sujeitos a programas de ajustamento, por exemplo, poder-se-ia ter reconhecido mais cedo a vantagem de deixar funcionar plenamente os estabilizadores automáticos. Isto é, não insistir no aumento dos esforços de consolidação orçamental só porque a recessão económica reduz as receitas fiscais.

A situação de grande interdependência económica e financeira, a que aludi anteriormente, exige dos Estados-Membros uma coordenação reforçada das suas políticas. Os países já não são capazes de, isoladamente, resolverem os seus problemas. Mas, por outro lado, a nível europeu, ainda não estamos totalmente equipados para o poder fazer eficazmente. Encontramo-nos numa situação de transição. Os instrumentos do passado não são suficientes para a Europa responder às questões do presente nem para preparar o futuro. Precisamos, pois, de avançar para uma verdadeira União Económica e Monetária nas suas várias vertentes: bancária, orçamental, económica. Este deve ser um elemento essencial da estratégia da União Europeia.

Tem havido alguns contributos de grande relevância para o debate sobre a nova fase da integração europeia, com destaque para o blueprint para uma profunda e genuína união económica e monetária, apresentado pela Comissão. Também aqui o Parlamento Europeu é chamado a desempenhar um papel central. Estou certo de que saberá estar à altura das suas responsabilidades e das expectativas dos cidadãos.

Senhor Presidente do Parlamento Europeu, Senhoras e Senhores deputados, assim como o sucesso da Europa é fundamental para Portugal, também o sucesso de Portugal é fundamental para o sucesso da Europa. Portugal conta com o apoio das instituições e dos seus parceiros. Desde logo, na promoção do crescimento económico e da criação de emprego. Várias áreas são decisivas para este objetivo. Por um lado, é fundamental melhorar as condições de financiamento da economia, em especial das pequenas e médias empresas, para o que quer o Banco Europeu de Investimento quer os Fundos Estruturais são particularmente importantes. Paralelamente, é fundamental uma resposta por parte do Banco Central Europeu que reponha o normal funcionamento dos mecanismos de transmissão monetária em toda a Zona Euro. A rápida operacionalização da União Bancária é também ela absolutamente essencial para combater a fragmentação dos mercados de crédito e superar o contágio do risco das dívidas soberanas ao sistema bancário, favorecendo o financiamento das economias em condições equilibradas e concorrenciais.

É imperativo desonerar o custo excessivo do crédito às empresas que pesa sobre as economias de alguns Estados, como Portugal. O custo do crédito suportado pelas empresas portuguesas é muito superior ao das suas congéneres europeias, o que prejudica a sua competitividade, afeta as decisões de investimento e promove sentimentos justificados de injustiça. Por outro lado, seria muito relevante que os países sujeitos a programas de ajustamento pudessem contar com incentivos e apoios europeus às reformas estruturais que terão de levar a cabo para melhorar a sua competitividade no mercado global, e também para assegurar a sustentabilidade da dívida pública. Por exemplo, beneficiarem temporariamente de acesso a um regime especial que lhes permitisse concederem incentivos fiscais ao investimento no setor dos bens transacionáveis.

Uma palavra quanto ao Quadro Financeiro Plurianual. Mais do que compreender, partilho a frustração de muitos neste Parlamento com a falta de ambição do Conselho Europeu. No entanto, nas atuais circunstâncias, o meu apelo vai agora no sentido de uma rápida obtenção de um acordo nas negociações com o Conselho.

Uma outra exigência do sucesso de Portugal consiste no pleno regresso aos mercados de financiamento externo. Este aspeto constituirá igualmente um marco no reforço da confiança e, consequentemente, do investimento no meu país. Os primeiros passos foram dados com sucesso, nas emissões de dívida a 5 e a 10 anos já este ano realizadas, mas o apoio das instituições europeias e dos nossos parceiros continua a ser necessário. A extensão das maturidades da dívida da República Portuguesa é um contributo positivo, tal como o será a elegibilidade do meu país para as intervenções do Banco Central Europeu no mercado secundário da dívida pública.

Recordo o compromisso firmado pelos Chefes de Estado e de Governo da Zona Euro na declaração de julho de 2011 reiterada em outubro seguinte, e passo a citar: Estamos decididos a continuar a prestar o apoio aos países sujeitos a programas até que estes recuperem o acesso ao mercado, desde que executem com êxito esses programas.

A clarificação sobre a forma como este compromisso pode ser concretizado contribuirá para aplanar o caminho de regresso aos mercados.

Senhor Presidente do Parlamento Europeu, Senhoras e Senhores deputados, a identidade cultural europeia foi construída há muitos séculos através da partilha de ideais e de valores comuns, daquilo que nos distingue enquanto civilização defensora da liberdade e da democracia. A Europa é o lugar que muitos procuram, e não apenas por razões económicas. Somos um lugar de dignidade humana, um destino de liberdade e justiça. No entanto, só após uma guerra mundial que devastou este continente e custou milhões de vidas se tornou possível uma união mais profunda entre os diversos Estados e povos que o integram. Se essa União não existisse, os riscos de emergirem novos conflitos e tragédias nunca estariam afastados do nosso horizonte. A União da Europa é um projeto de paz, como recordava ainda recentemente o Comité Nobel. A partir do sonho dos pais fundadores desse projeto de paz, estabilidade e bem-estar percorremos juntos um longo caminho. Um caminho de muitas décadas. De um mercado comum, a Europa avança agora rumo a uma genuína União Económica e Monetária, e deram-se passos significativos no sentido de uma união política.

A Europa é hoje o destino coletivo dos nossos jovens, que sempre circularam num território sem fronteiras. As novas gerações europeias nasceram e cresceram assim e já não admitem viver de outro modo. Em nome da paz decidimos juntar esforços na construção de uma Europa aberta e livre, mais forte porque mais coesa e solidária. Somos europeus pela História, mas foi por livre escolha que construímos a União a que nos orgulhamos de pertencer. Chegarmos onde já chegámos não foi um caminho fácil. Seria um grave retrocesso para a Europa se abandonássemos o espírito de uma União firme nos seus ideais e solidária nos seus fundamentos e abdicássemos, desse modo, de tudo quanto esta União nos assegura na relação com outros espaços económicos e políticos do mundo globalizado.

Neste contexto, a solidariedade constitui um imperativo político e moral dos diversos Estados-Membros. Mas é também, acima de tudo, um princípio essencial à defesa do interesse comum. Estamos juntos, somos uma União, somos uma União em tempos de abundância e nas alturas difíceis. Esta crise europeia tem uma dimensão económica e financeira, mas, ao mesmo tempo, configura-se como uma crise de legitimação democrática.

Cada vez mais os povos da Europa se distanciam das suas lideranças, e existem sinais preocupantes de que o projeto de uma União já não mobiliza vontades nem suscita o entusiasmo de outrora. A crise fez renascer egoísmos nacionais que julgávamos ultrapassados, contrários ao espírito com que, ao longo de décadas, se arquitetou a União e se sonhou um espaço de liberdade e justiça sem paralelo em todo o mundo.

Na situação atual, com 26 milhões de desempregados, a crise da Europa reclama uma solução verdadeiramente europeia. Uma solução europeia não é meramente económica ou financeira. Exige-se, antes de mais, uma resposta social, cultural e política que vá ao encontro dos legítimos anseios dos povos da Europa, única forma de vencer a crise de confiança e de reforçar a legitimidade democrática dos decisores europeus.

Em 2013 assinalamos o Ano Europeu dos Cidadãos. Em 2014 irão ser realizadas eleições para o Parlamento Europeu, que constituirão certamente um teste à mobilização dos cidadãos. Para reconquistar a confiança dos povos da Europa, não bastam proclamações retóricas ou declarações de intenções. Para que os cidadãos acreditem e confiem nas instituições europeias, é urgente que sejam tomadas decisões corajosas que revelem a autenticidade deste projeto coletivo, dos seus interesses e dos seus valores, do método comunitário. Não podemos perder mais tempo. É agora, em 2013, que temos de dar razões de esperança para os quase 6 milhões de jovens que não têm emprego. Celebrar o ano da cidadania europeia é apostar decisivamente no crescimento económico e no combate ao flagelo do desemprego. Só assim poderemos reconquistar a confiança cívica no projeto de uma Europa unida.

Senhor Presidente do Parlamento Europeu, Senhoras e Senhores deputados, como afirma a Declaração Schuman, e passo a citar: A Europa não se fará de uma só vez nem numa construção de conjunto. Far-se-á por meio de realizações concretas que criem em primeiro lugar uma solidariedade de facto.

Não encontraria hoje melhor forma de descrever a natureza dos desafios que temos diante de nós e a forma de os encarar. Em nome de uma solidariedade autêntica, este é o tempo de mostrar realizações concretas aos cidadãos para que a Europa seja o espaço de esperança que todos somos chamados a construir.

(Aplausos)

 
  
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  Der Präsident. − Vielen Dank, Herr Staatspräsident, für Ihre Worte. Meine Damen und Herren, ich darf mich in Ihrer aller Namen noch einmal bei Herrn Cavaco Silva bedanken.

Herr Staatspräsident, Sie haben Verständnis geäußert für die Kolleginnen und Kollegen im Europäischen Parlament im Verhältnis zu der Immobilität, die es im Augenblick bei den Haushaltsverhandlungen mit dem Rat gibt. Ich möchte Ihnen im Namen vieler Kolleginnen und Kollegen dafür danken. Das ist für uns auch deshalb eine Ermutigung, weil hier ein Staatsoberhaupt auch die Rechte eines Parlaments als Haushaltsinstitution ausdrücklich anerkennt. Wir würden uns wünschen, es gäbe im Europäischen Rat selbst mehr Ihrer Kolleginnen und Kollegen, die die gleiche Einsicht hätten.

(Beifall)

 
  
  

PRZEWODNICZY JACEK PROTASIEWICZ
Wiceprzewodniczący

 

7. Rettifiche (articolo 216 del regolamento): vedasi processo verbale
Video degli interventi
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  Przewodniczący. − Kolejnym punktem porządku dnia są sprostowania(1).

 
  
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  Nicole Sinclaire (NI). - Mr President, it is wonderful that Heads of Government and Heads of State come here to set out their agenda, and dialogue is never a bad thing. However, I think there is one notable exception, or rather one person who has not come here who has a lot to say about Europe. That is the UK Prime Minister David Cameron, who reckons he can renegotiate, for example, the Social Chapter. Is it not about time that he came to this Chamber and explained what he really meant, so that we, the elected representatives of people across Europe, could see whether the UK actually could renegotiate its terms of membership?

 
  
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  Przewodniczący. − Dziękuję bardzo pani Sinclaire. Przyjmujemy tę uwage do wiadomości.

 
  

(1) Patrz protokół


8. Turno di votazioni (proseguimento)
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  Przewodniczący. − Kolejnym punktem porządku dnia jest kontynuacja głosowania.

(Wyniki i inne szczegóły dotyczące głosowania: zobacz protokół)

 

8.1. Composizione numerica delle commissioni permanenti (B7-0268/2013) (votazione)

8.2. Nomina di un membro della Corte dei conti - Neven Mates (A7-0182/2013 - Inés Ayala Sender) (votazione)
 

– Przed rozpoczęciem głosowania:

 
  
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  Inés Ayala Sender, Ponente. − Señor Presidente, muy rápidamente: en relación con la votación a la que vamos a proceder ahora sobre los dos candidatos al Tribunal de Cuentas, y como ponente de la Comisión de Control Presupuestario para estas candidaturas, querría deplorar que, una vez más, los Gobiernos hayan propuesto al Parlamento Europeo solamente candidaturas de hombres, a pesar de la recomendación que este Parlamento les ha hecho de que tengan en cuenta la necesidad de incrementar la presencia de candidatas y miembros mujeres en el Tribunal de Cuentas, con el fin de reconducir a la normalidad una representación equilibrada en cuanto al género.

Yo tampoco estoy contenta con mi Gobierno, que también ha hecho lo mismo, como la mayoría de los Gobiernos de los aquí presentes.

También deploro que haya habido, una vez más, alguna escaramuza o intento de utilización de estas candidaturas europeas para atizar controversias o pugnas nacionales, en vez de concentrarse en criterios e intereses y objetivos europeos, además de en la idoneidad de la persona. Por eso, agradezco de manera especial los esfuerzos de diputados y grupos para superar este problema, y espero que se refleje en la votación de hoy.

Y puedo anunciarle a esta Cámara que hay ya un informe en marcha de la Comisión de Control Presupuestario sobre el futuro del Tribunal de Cuentas para poder ofrecer alternativas y medidas positivas para resolver estos problemas, entre otros.

Y ahora, pues, confío, como siempre, en que esta Cámara votará hoy con la sabiduría que la caracteriza.

 
  
  

– Po zakończeniu głosowania:

 
  
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  Bruno Gollnisch (NI). - Monsieur le Président, je n'ai peut-être pas très bien compris, mais le rapport de Mme Ayala Sender – si je ne me trompe pas – recommandait de voter contre la nomination de M. Neven Mates. Je suis en faveur de cette nomination, j'ai donc voté contre le rapport de Mme Ayala Sender. Le fait qu'une majorité de contre se soit dégagée à l'égard de ce rapport implique nécessairement que la conclusion contraire du rapport soit adoptée et donc que M. Neven Mates soit nommé.

 
  
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  Przewodniczący. − Niestety źle Pan zrozumiał w takim razie zasady głosowania. Myśmy nie głosowali nad treścią sprawozdania, tylko nad rekomendacją dla konkretnej kandydatury i ta kandydatura Nevena Matesa nie uzyskała rekomendacji Parlamentu Europejskiego.

 

8.3. Nomina di un membro della Corte dei conti - George Pufan (A7-0181/2013 - Inés Ayala Sender) (votazione)

8.4. Pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (A7-0144/2013 - Raül Romeva i Rueda) (votazione)

8.5. Stabilire norme per l'accoglienza dei richiedenti protezione internazionale (rifusione) (A7-0214/2013 - Antonio Masip Hidalgo) (votazione)

8.6. Domanda di protezione internazionale presentata in uno degli Stati membri da un cittadino di paese terzo o da un apolide (rifusione) (A7-0216/2013 - Cecilia Wikström) (votazione)

8.7. Riconoscimento e revoca della protezione internazionale (rifusione) (A7-0217/2013 - Sylvie Guillaume) (votazione)

8.8. Fondo di aiuti europei agli indigenti (A7-0183/2013 - Emer Costello) (votazione)
 

– Przed rozpoczęciem głosowania:

 
  
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  Emer Costello, rapporteur. − Mr President, as rapporteur, I would just ask you to allow me a brief technical remark concerning the vote on the Fund for European Aid to the Most Deprived. Members wishing to support the position which was adopted by an overwhelming majority in the Committee on Employment and Social Affairs should vote against Amendment 71, Amendment 72 and the second part of Amendment 73.

 
  
 

– Przed rozpoczęciem głosowania nad projektem rezolucji ustawodawczej:

 
  
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  Pervenche Berès (S&D). - Monsieur le Président, je voudrais sur cette base connaître l'avis de la Commission.

 
  
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  Olli Rehn, Vice-President of the Commission. − Mr President, the Commission always answers when asked. We take note of your vote on the amendments and we do indeed appreciate Parliament’s report on the creation of a Fund for European Aid to the Most Deprived. Yesterday Commissioner László Andor outlined the Commission’s position on the main elements of Parliament’s report, both on political and technical grounds. Now that you have a position, the Commission agrees that we now need to start discussions with the Council and we need to conclude them swiftly so that the fund can be operational on 1 January 2014.

 
  
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  Pervenche Berès (S&D). - Monsieur le Président, je remercie la Commission pour son état d'esprit favorable au vote très important qui vient d'intervenir, ici, au Parlement européen, dont nous nous réjouissons, et qui constitue une bonne base pour ouvrir les négociations avec le Conseil.

En conséquence, je vous demande de reporter le vote final sur la proposition législative pour permettre l'ouverture des négociations, que nous espérons les plus conclusives possible.

 
  
 

(głosowanie końcowe zostało odroczone)

 

8.9. Istituzione del sistema "Eurodac" per il confronto delle impronte digitali (A7-0432/2012 - Monica Luisa Macovei) (votazione)

8.10. Ripristino temporaneo del controllo di frontiera alle frontiere interne (A7-0200/2012 - Renate Weber) (votazione)
 

– Przed rozpoczęciem głosowania nad projektem rezolucji:

 
  
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  Renate Weber, rapporteur. − Mr President, it is about including in this report the same reference to the joint statement by the three institutions as in Mr Coelho’s report. Since the two reports make up a package, it makes sense to have the same reference in both reports.

 

8.11. Istituzione di un meccanismo di valutazione per verificare l’applicazione dell'acquis di Schengen (A7-0215/2013 - Carlos Coelho) (votazione)

8.12. Bilanci annuali, bilanci consolidati e relative relazioni di taluni tipi di imprese (A7-0278/2012 - Klaus-Heiner Lehne) (votazione)

8.13. Obblighi di trasparenza riguardanti le informazioni sugli emittenti i cui valori mobiliari sono ammessi alla negoziazione in un mercato regolamentato (A7-0292/2012 - Arlene McCarthy) (votazione)
 

– Przed rozpoczęciem głosowania:

 
  
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  Arlene McCarthy, rapporteur. − Mr President, I will be brief. I just wanted to share the news that where Europe leads, the rest of the world follows and that is the case for greater transparency for the extractive industries. Yesterday the Swiss National Federal Council passed a resolution on introducing transparency for the extractive industries, the Canadian mining companies have now reached an agreement, and I hope that this will serve as a call for action for next week’s G8 for greater transparency across all industries in the world.

But it is important that we acknowledge the role of citizens and NGOs, such as Publish What you Pay, Global Witness, and the One Campaign, the role they have played over the last ten years in campaigning for change, for communities to reap the benefits from the natural resources of which for too long they have been robbed. So I want colleagues to join me in welcoming them today in the tribune. They are here to witness what for them is a historic vote and they are joined by representatives from the Democratic Republic of Congo and from Niger: Ali Idrissa and Jean-Claude Katende.

(Loud applause)

 

8.14. Fissazione del tasso di adeguamento dei pagamenti diretti di cui al regolamento (CE) n. 73/2009 per l'anno civile 2013 (A7-0186/2013 - Luis Manuel Capoulas Santos) (votazione)

8.15. Modifica del codice frontiere Schengen e della convenzione di applicazione dell'accordo di Schengen (A7-0206/2013 - Georgios Papanikolaou) (votazione)

8.16. Progetto di decisione del Consiglio europeo che stabilisce la composizione del Parlamento europeo (A7-0213/2013 - Rafał Trzaskowski, Roberto Gualtieri) (votazione)

8.17. Investire nel settore sociale a favore della crescita e della coesione (B7-0255/2013) (votazione)

8.18. La politica regionale nel quadro di regimi di aiuti di Stato più ampi (A7-0204/2013 - Oldřich Vlasák) (votazione)
 

– Przed rozpoczęciem głosowania:

 
  
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  Oldřich Vlasák, rapporteur. − Mr President, I would like to ask you to change the final vote to a roll-call vote.

 
  
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  President. − Mr Vlasák, I am sorry but according to our rules we cannot accept that request, because there was a certain deadline to ask for a roll-call vote and that final deadline has just passed.

 

8.19. Relazione annuale sulla politica di concorrenza (A7-0143/2013 - Antolín Sánchez Presedo) (votazione)

8.20. Preparazione della riunione del Consiglio europeo (27-28 giugno 2013 - Processo decisionale democratico nell'UEM (B7-0271/2013, B7-0272/2013, B7-0277/2013) (votazione)

8.21. Preparazione della riunione del Consiglio europeo (27-28 giugno 2013) - Lotta alla disoccupazione giovanile (RCB7-0270/2013, B7-0270/2013, B7-0273/2013, B7-0275/2013, B7-0276/2013, B7-0278/2013, B7-0279/2013, B7-0280/2013) (votazione)

8.22. Situazione di stallo della revisione del regolamento n. 1049/2001 (RCB7-0256/2013, B7-0256/2013, B7-0257/2013, B7-0259/2013, B7-0261/2013, B7-0265/2013, B7-0266/2013) (votazione)
 

– Po zakończeniu głosowania:

 
  
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  Carl Schlyter (Verts/ALE). - Mr President, this is just to say that I thought my name would be among the signatures on this resolution. I would like to have it added there, please.

 
  
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  Przewodniczący. − Niniejszym zamykam głosowanie.

 

9. Dichiarazioni di voto
Video degli interventi

9.1. Nomina di un membro della Commissione europea - Neven Mimica
  

Pisemne wyjaśnienia dotyczące głosowania

 
  
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  Luís Paulo Alves (S&D), por escrito. Aprovo o presente relatório, considerando o Ato de Adesão da Croácia, e em especial a proposta apresentada pelo Governo croata, em 25 de abril de 2013, tendo em vista a nomeação de Neven Mimica como um membro da Comissão. Tendo, ainda, em conta a audiência de Neven Mimica em 4 de junho de 2013, liderado pela Comissão do Mercado Interno e da Proteção do Consumidor, com a associação da Comissão do Ambiente, da Saúde Pública e da Segurança Alimentar, e da declaração de avaliação elaborado na sequência que a audição, aprovo a nomeação de Neven Mimica como um membro da Comissão para o período remanescente do mandato da Comissão de escritório, até 31 de Outubro de 2014.

 
  
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  Sophie Auconie (PPE), par écrit. – J'ai voté en faveur de la nomination de Neven Mimica, le nouveau Commissaire croate. Actuellement vice-Premier ministre de la Croatie, M. Mimica sera en charge de la protection des consommateurs jusqu'aux élections européennes de 2014.

 
  
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  Nora Berra (PPE), par écrit. – Bien que son audition du 4 juin n'ait pas convaincu les députés, approuver sa nomination, c'est envoyer un signal fort et positif à la Croatie à la veille de son entrée dans l'Union européenne. En raison de ces éléments, je me suis prononcée pour la nomination de M. Neven Mimica.

 
  
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  Philippe Boulland (PPE), par écrit. – J'ai voté en faveur de la nomination de M. Mimica pour qu'il devienne le commissaire croate de la Commission européenne. Il sera désormais en charge de la politique de consommation, à laquelle nous avons décidé d'accorder une place centrale dans la législation européenne. Conformément à la procédure officielle, tout nouveau membre de l'UE est autorisé à faire siéger un commissaire à la Commission européenne. La Croatie rejoignant l'UE au 1er juillet 2013, le Parlement européen a auditionné le candidat en juin. Après ce vote de confiance du Parlement, il sera officiellement nommé lors du Conseil européen de juin, par un vote à la majorité qualifiée.

 
  
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  Alain Cadec (PPE), par écrit. – J'ai voté en faveur de M. Neven Mimica en tant que Commissaire européen croate en charge de la protection des consommateurs, dans la perspective de l'adhésion de la Croatie à l'Union européenne le 1er juillet. M. Mimica est un homme politique intègre, éminemment respecté dans son pays et qui a été l'une des chevilles ouvrières de l'adhésion de la Croatie à l'Union ces dernières années. Ayant néanmoins été déçu des réponses apportées par M. Mimica lors de son audition devant la commission IMCO du Parlement européen le 4 juin dernier, je soutiens pleinement la démarche du groupe PPE de demander à M. Mimica des précisions écrites sur certains points relatifs à la politique de la Commission sur la protection des consommateurs.

 
  
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  Monika Flašíková Beňová (S&D), písomne. − Hlavnými prioritami pána Mimicu by mali byť záujmy európskych spotrebiteľov, a to v širších politických a ekonomických súvislostiach. Mal by klásť dôraz najmä na skupinu spotrebiteľov ovplyvnených súčasnou hospodárskou situáciou. Je veľmi dôležité klásť dôraz na plnenie cieľov európskeho spotrebiteľského programu. Dôraz treba klásť aj na bezpečnosť potravín. Spotrebiteľská politika je prierezovou politikou. Spotrebiteľom musíme poskytnúť lepšie cielené informácie a zabezpečiť presadzovanie ďalekosiahleho spotrebiteľského acquis, ktoré už bolo prijaté v rámci EÚ. To by mali byť základné priority mandátu pána Mimicu.

 
  
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  Constance Le Grip (PPE), par écrit. – Nous avons soutenu la nomination de Neven Mimica, candidat croate au poste de Commissaire à la protection des consommateurs. Suite aux réserves que nous avons émises après l'audition de M. Mimica, le candidat a répondu à nos interrogations. Cet élargissement du collège de la Commission européenne intervient dans le cadre de l'entrée de la Croatie au sein de l'Union au 1er juillet prochain. Afin de respecter l'équilibre institutionnel où chaque Etat membre a le droit de nominer un ou une Commissaire, M. Mimica intègrera le collège de la Commission en tant que 28ème membre, jusqu'aux élections de 2014.

 
  
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  David Martin (S&D), in writing. − I voted for the appointment of Mr Neven Mimica as a Commissioner and wish him well in his new post.

 
  
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  Jean-Luc Mélenchon (GUE/NGL), par écrit. – Je me suis toujours opposé en bloc à cette Commission et à sa politique qui est le fruit de l'accord entre le PPE et le PSE. Le changement d'un Commissaire ne saurait en rien modifier ma position. Je vote contre cette nomination.

 
  
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  Alexander Mirsky (S&D), in writing. − I voted against since I dislike the imprecise views expressed by the candidate.

 
  
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  Andreas Mölzer (NI), schriftlich. Ich habe für die Berufung von Herrn Neven Mimica zum neuen Kommissar gestimmt, nachdem er die Anhörung im Europäischen Parlament erfolgreich absolviert hatte, er von Kroatien für dieses Amt nominiert worden wäre und keine anderen Gründe gegen seine Berufung ins Treffen geführt worden waren.

 
  
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  Olga Sehnalová (S&D), písemně. − Podpořila jsem jmenovaní nového chorvatského komisaře, Nevena Mimici, neboť na veřejném slyšení v rámci jednání Výboru pro vnitřní trh a ochranu spotřebitele konaného dne 4. 6. 2013 prokázal předpoklady pro vykonávání funkce komisaře odpovědného za spotřebitelskou politiku. V jeho vystoupení jsem zejména uvítala prohlášení, že spotřebitelská práva jsou bezcenná, pokud nejsou uplatňována, a také stanovené priority – věřím, že deklarované posílení spolupráce s Evropským parlamentem povede konečně k věnování větší pozornosti tématu dvojí kvality výrobků na vnitřním trhu. Dále souhlasím s tím, že je nutné více přiblížit konkrétní obsah spotřebitelské politiky občanům, a to zejména v těch zemích, kde povědomí spotřebitelů o vlastních právech a také kultura podnikatelského prostředí ještě nejsou na uspokojivé úrovni.

 
  
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  Marc Tarabella (S&D), par écrit. – Félicitations et bonne chance au premier commissaire croate de l'histoire.

 
  
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  Nuno Teixeira (PPE), por escrito. O Governo Croata apresentou, a 25 de abril de 2013, uma proposta com vista à nomeação de Neven Mimica como Membro da Comissão Europeu, sendo assim o representante oficial da Croácia no colégio de Comissários. Voto favoravelmente a sua nomeação, devido ao facto da audição realizada a 4 de junho de 2013, conduzida pela Comissão do Mercado Interno e da Proteção dos Consumidores em associação com a Comissão do Ambiente, da Saúde Pública e da Segurança Alimentar ter sido favorável à sua nomeação.

 
  
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  Bernadette Vergnaud (S&D), par écrit. – J'ai voté en faveur de la nomination de Neven Mimica, candidat croate au poste de commissaire européen à la protection des consommateurs. Dans le contexte de l'adhésion de la Croatie à l'Union européenne au 1er juillet 2013, le Parlement européen a délivré un message décisif et amical au peuple croate en soutenant son candidat au poste de commissaire. Nous avons pu constater lors de son audition en commissions parlementaires que Neven Mimica a de bonnes compétences générales dans le domaine de la protection des consommateurs : marché intérieur, dispositifs médicaux, sécurité alimentaire, etc. En outre, même si le candidat croate a besoin d'approfondir ses connaissances dans le détail, il a par le passé fait preuve d'une véritable volonté d'intégration européenne en occupant la fonction de ministre aux Affaires européennes d'une part, et en négociant les conditions d'adhésion de la Croatie à l'Union d'autre part. Enfin, le commissaire désigné Neven Mimica nous a fait l'effet d'une personnalité très franche, très déterminée et très humble. J'espère que le sommet des chefs d'Etats et de gouvernement des 27 et 28 juin prochains suivra l'avis du Parlement sur la nomination du commissaire désigné.

 

9.2. Calendario delle tornate del Parlamento - 2014
Video degli interventi
 

Ustne wyjaśnienia dotyczące głosowania

 
  
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  Roberta Angelilli (PPE). - Signor Presidente, onorevoli colleghi, la votazione di oggi è l'occasione per ricordare che la doppia sede è uno spreco di almeno 180 milioni di euro l'anno. Io penso che potremmo utilizzarli meglio, è ora davvero di dire basta, anche perché ce lo chiedono milioni di cittadini europei, anche quelli che hanno raccolto online le firme contro la doppia sede.

Aggiungo, non esiste un altro parlamento al mondo che ha due sedi! È veramente una cosa incredibile, l'unico segno più, che possiamo registrare è l'aumento di quasi il 150% dei prezzi durante la sessione di Strasburgo. Quindi, dobbiamo riflettere e dobbiamo lanciare un messaggio chiaro ai cittadini, sappiamo che non è semplice, ma dobbiamo trovare una soluzione.

 
  
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  Ewald Stadler (NI). - Herr Präsident! Ich möchte mich meiner Vorrednerin, der Kollegin Angelilli, anschließen. Wir können vor der europäischen Öffentlichkeit, vor den Bürgern nicht mehr rechtfertigen, dass wir einen Sitz hier in Straßburg haben, aber die gesamten europäischen Institutionen in Brüssel konzentriert sind. Wenn wir also die politische Bedeutung dieses Parlaments aufwerten wollen, dann müssten wir gleich damit beginnen, den Sitz in Brüssel zu konzentrieren. Ich halte es für einen absoluten Anachronismus, der ausschließlich auf die staatlichen Interessen Frankreichs Rücksicht nimmt, dass wir immer noch mit einem riesigen Wanderzirkus zwischen Brüssel und Straßburg hin- und herwandern, der unglaublich teuer und eine einzige Verschwendung ist. Da hat die Kollegin Angelilli völlig Recht. Ich plädiere daher dafür, immer deutlicher zu machen und der französischen Regierung klarzumachen, dass dieser Sitz hier in Straßburg auf Dauer nicht aufrechtzuerhalten sein wird.

 
  
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  Daniel Hannan (ECR). - Mr President, this report is emblematic. It is not so much important in itself as symbolic of the powerlessness of democracy and of popular will in Europe. In every Member State there is a majority of people who are against the waste of money involved in this monthly peregrination between two seats.

For what it is worth, I am pretty relaxed about which one we choose. I would be very happy to meet in Strasbourg all the time. It is a reminder of the days when the European Union was still a club of nations sharing out the institutions rather than having a federal capital, but my point is not really about the ‘one seat’ issue. It is about the way in which, repeatedly, this Chamber votes to do something about it and nothing happens.

The reason nothing happens is because of what Milton Friedman calls ‘the tyranny of the status quo’, the sheer volume of vested interests which have grown up around the established dispensation from the authorities of the two towns, down to the removal men and lorry drivers who bring the empty trunks – or empty but for the occasional wash-bag or rattling pair of shoes – back and forth every month in that huge fleet of lorries emitting all the carbon emissions which we are always lecturing everybody else about. It does not matter how you vote because the system carries on unchanged.

 
  
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  Syed Kamall (ECR). - Mr President, this is surely one of those issues that unites people across the spectrum in this Parliament. There are different views on many issues, but on this particular issue of having to make that monthly trek to Strasbourg, surely it is time that the governments of the EU listened to the parliamentarians in this Chamber.

What hypocrisy this demonstrates. On the one hand we talk about cutting CO2 emissions, yet on the other we are perfectly happy to maintain two parliaments and come here once a month, with all the waste of CO2 emissions that involves. We talk about better use of resources and even ask for an increase in the budget, yet we waste money on maintaining this Parliament here. Surely if we are to show that we are in touch with the people, particularly at this difficult time, it is time to close down one of the parliaments and make sure that we have one seat for European parliamentarians.

 
  
 

Pisemne wyjaśnienia dotyczące głosowania

 
  
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  John Bufton (EFD), in writing. − For. I voted in favour of this report as it aims to re-establish mini plenary sessions in Brussels. This clearly demonstrates that votes, and indeed parliamentary work as a whole, can be easily executed from one seat here, thus eliminating the need to travel to Strasbourg every month which is both expensive and time-consuming.

 
  
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  Anna Maria Corazza Bildt (PPE), skriftlig. − Jag välkomnar att kalendern för 2014 antogs och att vi fortsatt kommer att ha sammanträdesperioder i Bryssel. Jag röstade emot ändringsförslaget som syftade till att ta bort sammanträdesperioderna i Bryssel i april, oktober och november, och endast ha sammanträdesperioder i Strasbourg. Jag anser att ändringsförslaget skulle bidra till att avlägsna Europaparlamentet från Bryssel och därmed försvaga ledamöternas demokratiska kontroll och möjlighet att agera fullt ut som medbeslutande institution, enligt Lissabonfördraget. Jag kommer att fortsätta engagera mig aktivt för ett enda säte för Europaparlamentet – i Bryssel – och sätta stopp för flyttkarusellen!

 
  
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  Mark Demesmaeker (Verts/ALE), schriftelijk. − Vandaag stemmen we over wanneer we volgend jaar plenaire vergaderingen houden. Deze jaarlijkse verhuizing van Brussel naar 'Stressburg' zal een slordige 180 miljoen euro en een CO2-uitstoot van zo'n 19.000 ton kosten. Uit studies blijkt dat meer dan 90 procent van de parlementsleden en hun gevolg dat reizende EU-circus niet meer ziet zitten. Minder geld, beter voor het milieu en een aangenamer gezinsleven voor alle betrokkenen. Een permanente zetel in Brussel zou een pak voordelen opleveren. Compensatiemogelijkheden voor 'Stressburg' zijn er zeker. Zo zou een verhuizing van het Comité van de Regio's en het Europees Sociaal en Economisch Comité naar Straatsburg een goede investering zijn. Een win-winsituatie voor iedereen: een optimalisering van de huidige infrastructuur, een erkenning van de historische rol van Straatsburg, en vooral een betere samenhang tussen de Europese instellingen. Schattingen tonen aan dat we over de periode van het volgend meerjarig Europees budget 2014-2020 ongeveer 1,2 miljard euro verspillen omdat wij van Brussel naar Straatsburg (en terug) moeten trekken, voor in totaal (slechts) 48 dagen per jaar. Als er dan toch bespaard moet worden, dan hebben wij een uitgelezen kans om het goede voorbeeld te geven en dit rondreizend circus te stoppen.

 
  
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  Diogo Feio (PPE), por escrito. Votei favoravelmente o calendário proposto. Conheço a dificuldade de compor um calendário equilibrado, em especial em ano eleitoral. Faço votos que a presente formulação permita que a câmara desenvolva um labor constante e de qualidade de modo a contribuir para a resolução dos problemas concretos dos cidadãos. A questão das sessões plenárias em Estrasburgo mantém-se mas esta apenas poderá ser resolvida com uma alteração dos Tratados que, devo salientar, é para mim claro que, no presente, Estrasburgo simboliza os custos desnecessários, a ineficiência e a lentidão na tomada de decisões na União Europeia. Pelo que se deve repensar como sede do PE.

 
  
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  Elisabetta Gardini (PPE), per iscritto. − La votazione di oggi sul calendario dei lavori del Parlamento fornisce l´occasione per parlare di un'altra questione che mi sta a cuore. La presenza di due sedi per i lavori del Parlamento europeo rappresenta uno schiaffo nei confronti dei nostri cittadini. È inutile ricordare il momento di estrema difficoltà economica che stiamo vivendo. L'Eurostat ad aprile ha registrato un continuo incremento del tasso di disoccupazione nell´Eurozona, che si è elevato all´12,2 %. I portafogli delle famiglie si fanno sempre più esigui, con un potere di acquisto in calo dell´1,9 % rispetto al 2012. Il trasferimento, una volta al mese, a Strasburgo per la sessione plenaria rappresenta il simbolo dello spreco dei soldi di fronte ai nostri cittadini. Il gioco della doppia sede costa 180 milioni di euro l'anno, senza contare le 19000 tonnellate di Co2 create dagli spostamenti Bruxelles - Strasburgo e ritorno. E tutto questo per utilizzare un edificio per 48 giorni all´anno. Tengo a ricordare che il 23 ottobre scorso il 75% dei deputati ha votato una posizione che invitava i Governi dell'Unione a risolvere questo problema. Parlo da eurodeputata e da cittadina europea: non possiamo continuare a farci del male. Come possiamo pretendere fiducia quando noi per primi non diamo esempio di efficienza e di credibilità?

 
  
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  Gerald Häfner (Verts/ALE), schriftlich. Ich stimme dem vorgeschlagenen Sitzungskalender nicht zu. Was uns hier vorgelegt wird, ist kein Sitzungsplan, wie er sich aus den Arbeitsnotwendigkeiten eines modernen Parlamentes ergibt. Er beantwortet weder, wie wir bestmöglich effizient, transparent, bürgernah und demokratisch arbeiten können, noch, warum wir weiterhin zu Tausenden zwischen zwei voll ausgebauten Parlamentssitzen hin- und herpendeln sollen Er perpetuiert das unsinnige Pendeln zwischen Straßburg und Brüssel. Das verursacht unverhältnismäßige Kosten, hat erhebliche Umweltauswirkungen und wird von Bürgern wie Abgeordneten mehrheitlich abgelehnt. Er schnürt auch unsere Arbeit unerträglich ein. Statt zwischen verschiedenen Sitzungsorten hin- und herzureisen sollten die Abgeordneten besser mehr Zeit für Begegnungen mit Bürgern und für gute legislative Arbeit haben. Und statt unflexibler Fraktions- und Ausschusswochen in Brüssel sowie Plenarwochen in Straßburg sollte das Parlament seine Tagesordnung nach sachlichen Notwendigkeiten ausrichten und wenn nötig auch innerhalb einer Woche Ausschuss-, Fraktions- und Plenarsitzungen abhalten können. Auch das Abstimmungsverfahren wird demokratischen Standards nicht gerecht. Nach Ablehnung des Änderungsantrages Lulling erklärt der Präsident den Sitzungsplan ohne Abstimmung für angenommen. Warum? Aus Angst vor Ablehnung? So können wir nicht arbeiten. Wir sind das Europäische Parlament! Die frei gewählten Vertreter der Bürger! Wir sollten anfangen, uns selbst, unsere Aufgabe und den Auftrag unserer Bürger ernst zu nehmen.

 
  
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  Brice Hortefeux (PPE), par écrit. – Le Parlement européen s'est prononcé mercredi 12 juin sur le calendrier des sessions plénières en 2014. Au-delà de la dimension organisationnelle, ce vote prend une direction politique regrettable puisque les élus ont décidé d'organiser des mini-sessions plénières à Bruxelles au mépris des décisions de la Cour de Justice de l'Union européenne et des Traités. Je déplore la manipulation des élus qui n'hésitent pas à publier des chiffres et des donnés erronés et à diffuser ces mensonges pour s'attacher le soutien de leurs opinions publiques. Strasbourg est le symbole et l'Histoire de la construction européenne. Dénier cette portée symbolique et historique, c'est renier le sens de cette construction et les liens qui nous unissent. Je regrette qu'en ces temps où l'Europe est conspuée, les élus du Parlement européen n'aient plus la mémoire de l'héritage laissé par nos pères fondateurs et cèdent aux intérêts personnels au détriment d'une unité nécessaire et urgente.

 
  
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  Constance Le Grip (PPE), par écrit. – Je me suis prononcée en faveur du calendrier concernant les périodes de session plénières du Parlement européen en 2014. Il n'y aura donc que 11 sessions plénières en 2014, au lieu des douze sessions prévues par les Traités, selon la coutume en année d'élections. Toutefois, je m'interrogeais sur la présence de trois sessions additionnelles à Bruxelles puisque les Traités ainsi que les arrêts de la CJUE de 1997 et 2012 ont affirmé qu'il ne peut y avoir de sessions additionnelles à Bruxelles si le Parlement n'a pas tenu 12 sessions plénières ordinaires à Strasbourg. Pour éviter toute possibilité de nouveaux recours contre le Parlement européen, alors même que le dernier jugement de la Cour a été rendu en décembre 2012, j'avais déposé un amendement de plénière. Malheureusement, il n'a pas recueilli la majorité des voix.

 
  
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  David Martin (S&D), in writing. − I voted against the EPP amendment attempting to remove Brussels sessions from the calendar.

 
  
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  Véronique Mathieu Houillon (PPE), par écrit. – J’ai voté en faveur du calendrier 2014 qui organise le travail législatif pour l’année 2014, année électorale. J’ai voté en faveur de l’amendement de suppression des mini-sessions plénières à Bruxelles, qui ne sont pas nécessaires et pèsent sur l’efficacité du travail parlementaire.

 
  
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  Willy Meyer (GUE/NGL), por escrito. − He votado en contra del presente informe debido a que aún no se han podido fijar las sesiones plenarias en Bruselas. Este parlamento, que tiene dos costosísimas sedes, no es capaz de fijar un calendario que reparta el trabajo de las sesiones plenarias entre ambas. Se trata de una cuestión simbólica que refleja el propio funcionamiento de la institución, que continúa desaprovechando los recursos de los que dispone para dar continuidad al debate y la elaboración de la política europea. Disponer de dos sesiones mensuales permite repartir las temáticas a debate y dar continuidad a la decisión política que el Parlamento debe tomar sobre una variedad enorme de temáticas y cuestiones de primer orden en la vida de los europeos. Es por esto por lo que he votado en contra de este informe.

 
  
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  Alexander Mirsky (S&D), in writing. − The order of part-sessions is unclever and irrational, which will lead to significant unjustified expenses. I voted against!

 
  
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  Claudio Morganti (EFD), per iscritto. − Fortunatamente oggi abbiamo bloccato un nuovo, assurdo tentativo per cercare di preservare gli assurdi privilegi di cui gode Strasburgo in quanto sede "ufficiale" di questo Parlamento. Si volevano infatti eliminare le minitornate di Bruxelles, per costringerci a venire altre volte in Alsazia, e aumentare così uno spreco incredibile, valutabile ogni anno in circa duecento milioni di euro. I cittadini europei non possono più sottostare a questo ricatto egoistico francese, spalleggiato anche dalla vicina Germania: nessun paese al mondo è dotato di due parlamenti, mentre noi abbiamo sia Bruxelles che Strasburgo, e addirittura tre sedi istituzionali se consideriamo anche il Lussemburgo. Devo ammettere che c'è da vergognarsi a chiedere sacrifici ai cittadini europei, quando non si riesce a risparmiare una cifra considerevole solo a causa dell'ottusità e della testardaggine di qualche governante. Il Parlamento ha manifestato chiaramente la volontà di avere un'unica sede di lavoro, voglio proprio vedere quanto ancora dovremmo aspettare per realizzare questo "sogno".

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), in writing. − In favour. As this is election year, we will have only 11 Strasbourg part-sessions. However, I insist once again on the absurdity of keeping two seats for Parliament, particularly at a time when we are asking enormous efforts of people because of the crisis. This should be an opportunity to rethink the double (or, in fact, triple) seat of the European Parliament.

 
  
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  Marc Tarabella (S&D), par écrit. – J'ai voté en faveur du calendrier 2014. Je regrette néanmoins que l'investiture se déroule à Strasbourg et non à Bruxelles.

 

9.3. Composizione numerica delle commissioni permanenti (B7-0268/2013)
  

Pisemne wyjaśnienia dotyczące głosowania

 
  
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  Philippe Boulland (PPE), par écrit. – J'ai voté en faveur du changement de la composition numérique des commissions permanentes. Le nombre de parlementaires siégeant dans les commissions devait être augmenté du fait de l'arrivée prochaine des députés croates. Toutes les commissions ne sont pas affectées par ces changements, le calcul a été fait de manière à garantir le respect de l'équilibre politique au sein des commissions et leur charge de travail respective.

 
  
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  João Ferreira (GUE/NGL), por escrito. É evidentemente natural, positivo e desejável que se proceda a alterações na composição das comissões permanentes do Parlamento Europeu para criar os lugares necessários à entrada dos deputados da Croácia, após a adesão deste país. Como é desejável que estes possam integrar as comissões pelas quais manifestem interesse. O mesmo procedimento deve ser desenvolvido relativamente às delegações para as relações com países terceiros, criando novos lugares. Com a entrada de novos membros do Parlamento Europeu, vindos de um novo Estado-membro, falando uma nova língua, outras questões práticas deverão ser igualmente cuidadas, nomeadamente o seu direito ao pleno respeito pelo multilinguismo, criando as condições para que os deputados croatas se possam expressar e ouvir a interpretação na sua língua, para além de ler e escrever textos oficiais no seu idioma. Estas preocupações são tanto mais relevantes quanto o atual contexto de fortes restrições orçamentais, resultantes dos cortes nestes serviços, estar a pôr em causa o respeito pelo princípio do multilinguismo, de uma forma inaceitável.

 
  
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  Constance Le Grip (PPE), par écrit. – J'ai voté en faveur du projet sur la composition numérique des commissions permanentes. Au Parlement, le travail est réparti par commissions qui traitent les divers champs de compétence de l'institution. Pour ma part, je suis membre de la commission du marché intérieur et de la protection des consommateurs (IMCO), de la commission des affaires constitutionnelles (AFCO) et de la commission des droits de la femme et de l'égalité des genres (FEMM). Au 1er juillet 2013, la Croatie deviendra le 28ème Etat de l'UE et douze nouveaux députés européens croates intégreront le Parlement européen. Dans cette perspective, nous avons décidé d'une nouvelle répartition numérique des commissions afin d'accueillir nos collègues croates.

 
  
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  David Martin (S&D), in writing. − I voted for this proposal to adjust committee membership which was sensible and logical.

 
  
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  Nuno Melo (PPE), por escrito. O número de deputados que compõe cada comissão permanente deve ser o adequado, face à sua produção legislativa. Concordo com a composição numérica agora proposta, daí o meu voto favorável.

 
  
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  Willy Meyer (GUE/NGL), por escrito. − He votado a favor del presente informe, en consonancia con el voto de mi grupo parlamentario, por suponer una buena distribución de los europarlamentarios para poder afrontar las temáticas políticas que trata cada comisión del Parlamento. La distribución numérica de las comisiones parlamentarias presentada por este informe distribuye a los nuevos eurodiputados de Croacia en una manera racional entre las existentes comisiones del parlamento. Se trata de incluir a los nuevos miembros en las comisiones que tienen una mayor intensidad de trabajo y una mayor importancia en las decisiones y debates que deberán afrontar en lo que queda de legislatura. El informe no presenta ningún punto problemático sino que obedece a la cuestión técnica de la inclusión de los nuevos miembros del parlamento, es por esto que he votado a favor de este informe.

 
  
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  Alexander Mirsky (S&D), in writing. − The numerical strength of EP committees is to be changed, due to the accession of Croatia to the EU on 1 July. I voted in favour.

 
  
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  Maria do Céu Patrão Neves (PPE), por escrito. Votei favoravelmente a presente proposta de decisão do Parlamento Europeu sobre a composição numérica das comissões permanentes que visa acomodar os Eurodeputada Croatas que iniciam formalmente funções em 1 de julho de 2013.

 
  
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  Paulo Rangel (PPE), por escrito. Votei favoravelmente a presente decisão que, na sequência da proposta para o efeito apresentada pela Conferência dos Presidentes, fixa a composição numérica das comissões parlamentares permanentes, com efeitos a partir de 1 de julho de 2013.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), in writing. − In favour. There is nothing controversial in the change of composition in terms of numerical distribution in committees.

 
  
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  Nuno Teixeira (PPE), por escrito. Devido à adesão da Croácia à União Europeia a 1 de julho de 2013 e aos novos Eurodeputados eleitos, será necessário ajustar a composição das Comissões do Parlamento Europeu. Neste sentido, voto favoravelmente à proposta apresentada, considerando que permitirá manter a qualidade dos trabalhos até ao momento realizados.

 
  
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  Angelika Werthmann (ALDE), schriftlich. Der Bericht setzt sich mit der Einführung eines (verbesserten) Evaluierungsmechanismus für den Schengenraum auseinander. Die geplante Entwicklung wäre in der vom Berichterstatter ausgeführten Form sehr zu begrüßen, da er sich auf Vertrauen, Transparenz, Konsequenz und eine Stärkung der Gemeinschaft im Sinne der Ziele der Europäischen Union stützt.

 
  
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  Jacek Włosowicz (EFD), na piśmie. − Rozporządzenie zmieniające kodeks graniczny Schengen w celu ustanowienia wspólnych zasad tymczasowego przywracania w wyjątkowych okolicznościach kontroli granicznej na granicach wewnętrznych oraz rozporządzenie w sprawie ustanowienia mechanizmu oceny i monitorowania stanowią podstawę do zacieśnienia współpracy między państwami członkowskimi w strefie Schengen. Nowy system oceny jest mechanizmem unijnym, który będzie wymagać uczestnictwa ekspertów z państw członkowskich, Komisji i ze stosownych agencji UE. Zmodernizowane mechanizmy mają być skuteczniejsze, surowsze i podlegać kontroli demokratycznej.

 

9.4. Nomina di un membro della Corte dei conti - Neven Mates (A7-0182/2013 - Inés Ayala Sender)
  

Pisemne wyjaśnienia dotyczące głosowania

 
  
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  Luís Paulo Alves (S&D), por escrito. Aprovo a nomeação do novo Membro do Tribunal de Contas Neven Mates, representando a Croácia, pois o Acordo de Adesão da União Europeia com a Croácia obriga uma representação deste país nesta Instituição. Tendo ainda em conta a sua experiência e passado profissional, acredito que será uma mais valia para o Tribunal de Contas.

 
  
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  Sophie Auconie (PPE), par écrit. – J'ai voté contre la nomination de M. Neven Mates, candidat croate au poste de membre de la Cour des Comptes (organisme de l'UE qui a pour but d'améliorer la gestion financière de l'UE et de rendre compte de l'utilisation de l'argent public). En effet, l'audition de M. Mates n'a pas été concluante. Celui-ci n'est pas apparu particulièrement motivé par le poste en question.

 
  
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  Philippe Boulland (PPE), par écrit. – J'ai voté contre la nomination de ce candidat croate à la Cour des comptes. Mon choix a été motivé par sa prestation décevante pendant son audition, nous l'avons perçu comme manquant d'intérêt pour la position de membre de la Cour. Il aurait été le premier Croate membre de la Cour des comptes, il fallait donc valider la candidature d'une personne compétente mais aussi très motivée par cette opportunité offerte à la Croatie.

 
  
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  John Bufton (EFD), in writing. − I voted against Mr Mates becoming a member of the Court of Auditors as, as found by the Budgetary Control Committee, he will not gain the approval of the Parliament. I am particularly concerned about his connection with IMF and his lack of experience on sensu largo European soil.

 
  
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  Tamás Deutsch (PPE), írásban. − A horvát kormány jelöltjét az Európai Parlament Költségvetési Ellenőrző Szakbizottsága 2013. május 27-én hétfőn hallgatta meg. A szakbizottsági meghallgatást követően a titkos szavazáson a képviselők többsége úgy döntött, hogy nem támogatják a horvát jelölt számvevőszéki taggá történő kinevezését. A néppárti munkacsoportülés és a frakcióülés is ezt a döntést hagyta jóvá és a 2013. június 22-i plenáris szavazáson a néppárti képviselők nem támogatták Neven Mates jelölt kinevezését az Európai Számvevőszék tagjává.

 
  
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  Diogo Feio (PPE), por escrito. Na importante tarefa para a qual é indicado, desejo a Neven Mates um mandato com todo o sucesso, estando convicto de que exercerá as funções para as quais é agora nomeado com toda a dedicação e competência.

 
  
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  Monika Flašíková Beňová (S&D), písomne. − Medzi oblasti profesného záujmu pána Matesa patrí fiškálna politika, rozpočtové riadenie, politika makroekonomických úprav, otázky menovej politiky, ako aj centrálnej banky vrátane otázok rozpočtovania orientovaného na výsledky a efektívne vynakladanie vládnych výdavkov. Odborná spôsobilosť pána Matesa je nepopierateľná, dôležité však je, aby bol zachovaný hlavný aspekt, a to je úplná nezávislosť člena Dvoru audítorov. Dvor audítorov je povinný pomáhať Európskemu parlamentu pri výkone jeho právomocí v oblasti kontroly plnenia rozpočtu. Všetci členovi Dvora si musia byť vedomí tejto úlohy a snažiť sa čo najlepšie spolupracovať s Európskym parlamentom.

 
  
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  Constance Le Grip (PPE), par écrit. – Mercredi, j'ai voté contre la nomination du candidat croate, Monsieur Neven Mates, à la Cour des comptes européenne. Pour ce poste, au sein de l'institution en charge d'améliorer la gestion financière de l'Union européenne et de rendre compte de l'utilisation de l'argent public, nous avons considéré que M. Mates ne disposait pas des compétences requises. Cet avis défavorable du Parlement intervient à la suite d'un examen approfondi de la candidature de M. Mates ainsi que d'une audition devant les députés européens.

 
  
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  David Martin (S&D), in writing. − Not having been involved in the hearings, I followed the advice of the rapporteur in relation to the appointment of Mr Neven Mates to the Court of Auditors.

 
  
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  Véronique Mathieu Houillon (PPE), par écrit. – J’ai voté contre la candidature de N.Mates au poste de membre de la Cour des comptes européenne car le candidat ne présentait pas toutes les compétences nécessaires à la fonction.

 
  
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  Jean-Luc Mélenchon (GUE/NGL), par écrit. – Je suis d'accord avec l'avis du Parlement qui, lors de la consultation sur la nomination à la Cour des comptes de Neven Mates, a rendu un avis défavorable. M. Mates a effectué toute sa carrière au service d'institutions dont la ligne s'inscrit pleinement et exclusivement dans les logiques libérales d'austérité.

 
  
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  Nuno Melo (PPE), por escrito. O Tribunal de Contas é uma instituição fiscalizadora, que verifica a legalidade e regularidade das receitas e despesas da União Europeia, bem como a boa gestão financeira, exercendo as suas funções com total independência. Dentro deste espírito a nomeação das individualidades que o compõe tem se reger por critérios de competência e independência. O candidato apresentou o seu Curriculum Vitae, respondeu a um questionário escrito e foi ouvida na Comissão do Controlo Orçamental, não tendo apresentado argumentos suficientes para justificarem a nomeação para o Tribunal de Contas para aí desempenhar as suas funções de forma competente e independente. Votei assim desfavoravelmente o nome de Neven Mates.

 
  
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  Willy Meyer (GUE/NGL), por escrito. − He votado a favor del presente informe por posicionarse en contra del nombramiento de Neven Mates como miembro del Tribunal de Cuentas de la Unión Europea. El Señor Mates no dispone de un conocimiento suficiente sobre la actividad del tribunal de cuentas y durante su presentación tan solo hizo referencia a su experiencia en el FMI en Washington. Se trata de un nuevo "hombre de negro" de marcada ideología neoliberal que ocupa una posición estratégica más en el control de las acciones presupuestarias de la Unión Europea. Sin disponer de una experiencia específica en el campo de la auditoría ni en los fondos europeos, su rol en dicho cargo será fundamentalmente ideológico y político para garantizar decisiones que promuevan el carácter neoliberal de los fondos europeos. Es por su posicionamiento en contra de la elección del Sr. Mates por lo que he votado a favor de este informe.

 
  
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  Alexander Mirsky (S&D), in writing. − Mr. Mates is a trained economist, with lots of international experience. However, I voted against, since he seems to lack the technical knowledge about audit, audit standards and issues like performance/compliance audits.

 
  
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  Maria do Céu Patrão Neves (PPE), por escrito. Nada tendo a opor ao parecer da Comissão do Controlo Orçamental que ouviu o candidato indigitado pelo Conselho para membro do Tribunal de Contas e votou por unanimidade no sentido de considerar que não tem o perfil adequado para o cargo. Neste contexto, votei favoravelmente o presente relatório que dá parecer negativo à nomeação de Neven Mates para o cargo de membro do Tribunal de Contas.

 
  
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  Paulo Rangel (PPE), por escrito. De acordo com o artigo 286.° do TFUE, os membros do Tribunal de Contas devem ser escolhidos de entre personalidades que pertençam ou tenham pertencido, nos respetivos Estados, a instituições de fiscalização externa ou que possuam uma qualificação especial para essa função e devem oferecer todas as garantias de independência. São nomeados por um período de seis anos, sendo que é ao Conselho, após consulta do Parlamento Europeu, que compete aprovar a lista de membros estabelecida em conformidade com as propostas apresentadas por cada Estado-Membro. O relatório da Comissão do Controlo Orçamental dá parecer negativo sobre a nomeação de Neven Mates para membro do Tribunal de Contras, uma vez que quer o questionário escrito, quer as audiência feitas ao economista, denunciaram a falta de interesse do mesmo na posição como membro do Tribunal de Contas. Votei, por isso, a favor da decisão do Parlamento Europeu que dá parecer negativo à nomeação do Conselho de Neven Mates para o cargo de membro do Tribunal de Contas.

 
  
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  Catherine Stihler (S&D), in writing. − I voted for this appointment as his professional background and experience would be an asset to the current composition of the ECA.

 
  
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  Marc Tarabella (S&D), par écrit. – Notre choix s'est porté sur M. George Pufan. Il ne s'agit pas de remettre en question les qualités de M. Mates, mais il ne s'agissait pas pour nous du meilleur candidat.

 
  
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  Nuno Teixeira (PPE), por escrito. A secção 7 do Tratado sobre o Funcionamento da União Europeia estabelece o Tribunal de Contas como uma das instituições europeias. Criado em 1975, tem como objetivos a fiscalização das contas e melhoraria da gestão financeira da União Europeia (UE). O Tribunal de Contas poderá realizar auditorias junto de qualquer pessoa ou organização que seja responsável pela gestão de fundos da UE, sendo as suas conclusões apresentadas por escrito sob a forma de relatórios, que são transmitidos à Comissão e aos governos dos países da UE. Os Estados-membros apresentam uma proposta ao Conselho que, após consulta do Parlamento Europeu, aprova a lista de membros do Tribunal de Justiça. Devido ao facto de ter sido designado pelo Governo Croata, apresentar todas as credenciais para desempenhar o cargo e ter explicado bem as suas intenções na Comissão Parlamentar de Controlo Orçamental, decidi votar a favor da sua nomeação.

 

9.5. Nomina di un membro della Corte dei conti - George Pufan (A7-0181/2013 - Inés Ayala Sender)
  

Pisemne wyjaśnienia dotyczące głosowania

 
  
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  Luís Paulo Alves (S&D), por escrito. Aprovo a nomeação de George Pufan para Membro do Tribunal de Contas como representante do Estado-Membro da Roménia, na medida em que a sua experiência e passado profissional são uma mais valia para a composição do Tribunal de Contas, tendo sido ainda recebido Parecer favorável do Comité de Controlo Orçamental do Parlamento Europeu.

 
  
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  Sophie Auconie (PPE), par écrit. – J'ai voté en faveur de la nomination de M. George Pufan, candidat roumain au poste de membre de la Cour des Comptes. La Cour des Comptes est un organisme de l'UE qui a pour but d'améliorer la gestion financière de l'UE et de rendre compte de l'utilisation de l'argent public.

 
  
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  Philippe Boulland (PPE), par écrit. – J'ai voté contre la nomination de ce candidat roumain à la Cour des comptes, qui démontrait une relative expérience dans l'audit. Il fait l'objet en Roumanie d'allégations d'incompétence et de suspicions sur l'obtention de son diplôme. Même si son audition devant le Parlement s'était bien passée, j'ai préféré désapprouver sa nomination du fait des nombreuses méfiances et allégations de corruption dans son pays.

 
  
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  John Bufton (EFD), in writing. − Against. Although the Budgetary Control Committee approved the candidacy of Mr Pufan, I am not convinced that he would be a good auditor in cases involving the UK, especially since he seems to have very little experience outside Romania.

 
  
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  Minodora Cliveti (S&D), în scris. − Salut votul de astăzi al colegilor mei şi îl felicit pe compatriotul meu George Pufan. Funcţia de membru al Curţii de Conturi este o poziţie de extremă importanţă pentru fiecare stat membru, ea asigurând transparenţa, combaterea fraudei, precum şi premizele unei cât mai eficiente administrări a fondurilor europene. Acest lucru este cu atât mai important acum, când Europa este lovită de un val important de euroscepticism, iar criza încă afectează multe din statele sale membre. Este aşadar foarte important să ne asigurăm că orice nou membru în cadrul Curţii de Conturi deţine atât competenţa profesională, cât şi calităţile necesare desfăşurării unei astfel de activităţi. Sunt convinsă că experienţa de mai bine de 10 ani ca Secretar General în cadrul Curţii de Conturi din România, independenţa politică, precum şi integritatea şi profesionalismul de care a dat dovadă în exercitarea acestei poziţii îl vor ajuta să răspundă provocărilor pe care poziţia de Membru al Curţii de Conturi i le va oferi.

 
  
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  Tamás Deutsch (PPE), írásban. − A román kormány jelöltjét az Európai Parlament Költségvetési Ellenőrző Szakbizottsága 2013. május 27-én hétfőn hallgatta meg. A szakbizottsági meghallgatást követően a szakbizottság néppárti képviselői úgy döntöttek, hogy nem támogatják a román jelölt számvevőszéki taggá történő kinevezését. A néppárti munkacsoportülés és a frakcióülés is ezt a döntést hagyta jóvá és a 2013. június 22-i plenáris szavazáson a néppárti képviselők nem támogatták George Pufan jelölt kinevezését az Európai Számvevőszék tagjává.

 
  
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  Diogo Feio (PPE), por escrito. Na importante tarefa para a qual é indicado, desejo a George Pufan um mandato com todo o sucesso, estando convicto de que exercerá as funções para as quais é agora nomeado com toda a dedicação e competência.

 
  
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  Monika Flašíková Beňová (S&D), písomne. − Výbor pre kontrolu rozpočtu dôsledne posúdil kvalifikáciu pána Pufana, a to v súlade s podmienkami, ktoré sú uvedené v článku 286 ods. 1 Zmluvy o fungovaní Európskej únie. Kandidát bol dňa 27. mája 2013 riadne vypočutý. Opäť treba klásť dôraz najmä na nezávislosť kandidáta, a to bezpodmienečne a za každých okolností.

 
  
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  Béla Kovács (NI), írásban. − A jelentés George Pufan számvevőszéki taggá történő kinevezéséről szól. George Pufan több mint 15 éven át vezetői beosztásokat töltött be a Román Számvevőszéknél és 2002 óta a szervezet főtitkára. A román anyanyelvén kívül franciául és angolul beszél.

A meghallgatásán feltett kérdésekre uniós szellemben válaszolt, például, hogy tevékenységében független lesz a delegáló országtól és egyéb esetleges befolyásoktól. A Tanács javasolja számvevőszéki taggá történő kinevezését.

Sajnos általánosan nincsenek jó tapasztalataink a román tisztségviselőkkel kapcsolatban, de ez elmondható a többi volt Antant-tagországból származókra általánosságban is. Szakmai alapon viszont el kell őt fogadni, ezért megszavaztam.

 
  
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  Constance Le Grip (PPE), par écrit. – Je me suis prononcée contre la nomination du candidat roumain, M. George Pufan, à la Cour des comptes européenne. Pour ce poste, au sein de l'institution en charge d'améliorer la gestion financière de l'Union européenne et de rendre compte de l'utilisation de l'argent public, la délégation PPE a considéré que M. Pufan ne disposait pas des compétences requises. Toutefois, une petite majorité l'a emportée au Parlement en faveur du candidat roumain (334 voix pour et 290 contre). Nous attendons désormais la décision finale du Conseil.

 
  
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  David Martin (S&D), in writing. − I am happy to have voted for Mr George Pufan to become a member of the Court of Auditors.

 
  
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  Véronique Mathieu Houillon (PPE), par écrit. – J’ai voté contre la candidature de G.Pufan au poste de membre de la Cour des comptes européenne car le candidat ne présentait pas toutes les compétences nécessaires à la fonction.

 
  
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  Jean-Luc Mélenchon (GUE/NGL), par écrit. – Georges Pufan est un technocrate roumain qui s'engage à accomplir sa mission à la Cour des comptes dans le respect des exigences de cette dernière. Son entretien fait toutefois nettement apparaître qu'il est satisfait du traité de Lisbonne et son argumentaire est un argumentaire néolibéral : "économie, efficacité, efficience" et "audits de performance". Je vote donc contre le rapport qui soutient sa nomination.

 
  
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  Nuno Melo (PPE), por escrito. O Tribunal de Contas é uma instituição fiscalizadora, que verifica a legalidade e regularidade das receitas e despesas da União Europeia, bem como a boa gestão financeira, exercendo as suas funções com total independência. Dentro deste espírito a nomeação das individualidades que o compõe tem se reger por critérios de competência e independência. O candidato apresentou o seu Curriculum Vitae, respondeu a um questionário escrito e foi ouvida na Comissão do Controlo Orçamental, tendo apresentado argumentos suficientes para justificarem a nomeação para o Tribunal de Contas para aí desempenhar as suas funções de forma competente e independente. Votei assim favoravelmente o nome de George Pufan.

 
  
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  Willy Meyer (GUE/NGL), por escrito. − He votado a favor del presente informe porque da un voto favorable para George Pufan, candidato que cumple todos los requisitos establecidos en la legislación para formar parte del Tribunal de Cuentas. El Sr. Pufan tiene una sólida experiencia en el ámbito, habiendo sido presidente hasta ahora del Tribunal de Cuentas de Rumania, donde empezó a trabajar desde 2002, lo que avala su sólida experiencia en el sector de la auditoría. Este candidato reúne los requisitos establecidos para desempeñar éste cargo con una responsabilidad profesional e independiente que permita reforzar el papel de ésta institución en el control y supervisión de los gastos de los diferentes fondos de la Unión Europea. Es por apoyar el perfil profesional de éste candidato por lo que he votado a favor de este informe.

 
  
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  Alexander Mirsky (S&D), in writing. − During the last ten years Mr Pufan has served as the Secretary General of the Romanian Court of Auditors. He is fully qualified for the job and showed a lot of technical knowledge from his work. However, due to the high level of corruption in Romania, I voted against.

 
  
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  Maria do Céu Patrão Neves (PPE), por escrito. Todos os dados apresentados e que fundamentaram a minha decisão indicam o respeito dos critérios estabelecidos no n.º 1 do artigo 286.º do Tratado sobre o Funcionamento da União Europeia pelo que votei favoravelmente o presente relatório relativo à nomeação de George Pufan para o cargo de membro do Tribunal de Contas.

 
  
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  Paulo Rangel (PPE), por escrito. De acordo com o artigo 286.° do TFUE, os membros do Tribunal de Contas devem ser escolhidos de entre personalidades que pertençam ou tenham pertencido, nos respetivos Estados, a instituições de fiscalização externa ou que possuam uma qualificação especial para essa função e devem oferecer todas as garantias de independência. São nomeados por um período de seis anos, sendo que é ao Conselho, após consulta do Parlamento Europeu, que compete aprovar a lista de membros estabelecida em conformidade com as propostas apresentadas por cada Estado-Membro. Tendo o mandato do membro romeno do Tribunal de Contas Europeu expirado em 31 de Dezembro de 2012, é necessário agora designar um outro membro deste país. A Comissão do Controlo Orçamental avaliou, por isso, as credenciais do candidato indigitado pela Roménia, George Pufan, dando parecer favorável à sua nomeação. Contudo, discordei da recomendação, votando contra a proposta de decisão do Parlamento Europeu que dá parecer favorável à proposta do Conselho de nomeação de George Pufan para o cargo de membro do Tribunal de Contas.

 
  
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  Catherine Stihler (S&D), in writing. − I voted for Mr Pufan’s candidature as he is well-qualified for the job and shows a lot of technical knowledge pertaining to the Court of Auditors.

 
  
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  Marc Tarabella (S&D), par écrit. – Nous saluons la nomination de M. Pufan à la Cour des Comptes.

 
  
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  Nuno Teixeira (PPE), por escrito. A secção 7 do Tratado sobre o Funcionamento da União Europeia estabelece o Tribunal de Contas como uma das instituições europeias. Criado em 1975, tem como objetivos a fiscalização das contas e melhoraria da gestão financeira da União Europeia (UE). O Tribunal de Contas poderá realizar auditorias junto de qualquer pessoa ou organização que seja responsável pela gestão de fundos da UE, sendo as suas conclusões apresentadas por escrito sob a forma de relatórios, que são transmitidos à Comissão e aos governos dos países da UE. Os Estados-membros apresentam uma proposta ao Conselho que, após consulta do Parlamento Europeu, aprova a lista de membros do Tribunal de Justiça. Devido ao facto de ter sido designado pelo Governo Romeno, apresentar todas as credenciais para desempenhar o cargo e ter explicado bem as suas intenções na Comissão Parlamentar de Controlo Orçamental, decidi votar a favor da sua nomeação.

 

9.6. Pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (A7-0144/2013 - Raül Romeva i Rueda)
Video degli interventi
 

Ustne wyjaśnienia dotyczące głosowania

 
  
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  Peter Jahr (PPE). - Herr Präsident! Da ich gestern im Plenum nicht zu Wort kommen konnte, hier meine Stimmerklärung: Das Parlament hat sehr gute Beschlüsse in Bezug auf eine nachhaltige Fischerei, auch in internationalen Gewässern gefasst. Aber wenn das System funktionieren soll, dann müssen sich alle gleich gerecht behandelt fühlen. Dazu gehört auch, dass natürlich gegen illegale Fischerei konsequent vorgegangen wird. Ansonsten gilt das alte Sprichwort: Der Ehrliche ist dann der Dumme in dem System. Das geht nicht. Das heißt, das System muss nachvollziehbar sein. Es muss gerecht sein. Kontrollen sind möglich.

Ich habe gestern verstanden, dass es besonders schwierig ist, Sanktionen mit Drittstaaten durchzusetzen. Ich möchte noch einmal ausdrücklich die Kommission auffordern, bilaterale Verhandlungen zu führen und, wenn das alles nicht hilft, Mittel wie die Mobilisierung der Öffentlichkeit einzusetzen, damit diese Dinge nicht mehr im Verborgenen stattfinden. Illegale Fischerei schädigt die ehrlichen Fischer und auch die Natur und die Fischbestände.

 
  
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  Julie Girling (ECR). - Mr President, here in the EU we spend large amounts of our time, energy and resources setting out a myriad of complicated rules on the governance of fishing activities in our own European waters and beyond through a series of complicated agreements with non-EU states.

All this activity is utterly pointless if illegal fishing is allowed to thrive. It is vital that every possible measure is taken to combat illegal activities. Although this report is largely technical, it is through these technical measures and the detailed activities that they support, or outlaw, that we are able to move forward. I wholeheartedly support them.

 
  
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  Seán Kelly (PPE). - A Uachtaráin, bhí áthas orm tacaíocht a thabhairt don tuarascáil seo mar a bhí gach duine eile beagnach sa Seomra comh maith. Vótáil 668 i bhfabhar agus ní raibh ach seachtar i gcoinne, agus deichniúr ag staonadh. Taispeánann sé sin go bhfuil Feisirí sa Seomra seo bréan den iascaireacht mhídhleathach trasna an domhain ar fad. Luaigh mo chomhghleacaí Éireannach, Pat the Cope Gallagher, aréir cad atá ag tarlú in sna hOileáin Fharó san Íoslainn. Caithfimid rud éigin fiúntach a dhéanamh faoi sin. Tá sé ag tarlú in a lán tíortha eile, taobh amuigh den Aontas Eorpach agus caithfimid níos mó ná cárta buí a bhronnadh orthu.

Dúirt an Coimisinéir aréir go raibh sé ag bronnadh cárta buí. Tá sé in am di cárta dearg a thabhairt dóibh agus smachtbhannaí a chur orthu chun an rud seo a chosc.

 
  
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  Daniel Hannan (ECR). - Mr President, I love the way we talk about illegal and unregulated fishing. I have noticed in the fourteen years that I have been in this Chamber that ‘illegal’ and ‘unregulated’, in the minds of the Eurocrats, are virtually synonymous concepts. Again and again you find yourself saying, why do we need a new law on so-and-so? Why do we need a new European policy in this area? And the answer comes back: because there isn’t one! Because the system is currently unregulated!

The idea that that is the natural state of affairs – that if there is not a problem, you do not need to fix it – is alien to the thinking of this Chamber. The fisheries policy which we are talking about is a very good demonstration of that precept. If you look at successful sustainability in the Falkland Islands, in Iceland, in Norway, in New Zealand, they are based on the principle of private ownership. The more laws and the more quotas and the more intrusive regulation we have had in North Sea waters, the more we have eliminated the fish stocks and left empty and sterile the oceans that once contained a great renewable resource.

 
  
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  Syed Kamall (ECR). - Mr President, it is quite clear that policy we call ‘the common fisheries policy’, or others looking from afar would call ‘the communist fisheries policy’, where we use central planning to decide quotas and fishing rights, has clearly failed. In any system like that it is clear that people will resort to illegal means and game the system.

Surely we should look at some of the more successful systems of the world, ones based on property rights, on tradable quotas, where you actually have an incentive to make sure that you sustain fish stocks but you also have an incentive to make sure that those stocks and those quotas are protected because your livelihood depends on it. Surely we should learn the lessons of a free market solution to the sustainability of fishing stocks, rather than relying on a policy of 1950s communist central planning, which has actually led to failure. If we could learn those lessons then maybe the citizens of our various EU countries would understand that we have learnt the lessons from the Cold War and it is time to set the market free.

 
  
 

Pisemne wyjaśnienia dotyczące głosowania

 
  
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  Luís Paulo Alves (S&D), por escrito. É hora de mudar o rumo da atual política que conduziu à sobrepesca generalizada e à preocupante fragilidade dos recursos, bem como à sobrecapacidade das frotas, ou disfunções nos mercados, situações que a reforma da política comum de pescas em curso tem definitivamente que resolver. Para isso, a pesca deve fazer-se em cada região de acordo com a disponibilidade dos recursos, acompanhada cientificamente, e dando prioridade às comunidades dessas regiões que desde sempre aí pescaram e a quem a sustentabilidade futura da atividade nas suas águas mais interessa. Para salvar assim o setor do seu esgotamento, prevenindo, impedindo e eliminando a pesca ilegal, não declarada e não regulamentada, importa que haja fiscalização permanente. A proposta da Comissão vai no sentido de reforçar as suas competências e de clarificar a lista de não cumpridores. É importante que os dados científicos e uma avaliação regular assegurem a utilidade da sua ação, no sentido de se perceber se a monitorização das capturas é eficaz. Os pescadores agradecem.

 
  
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  Sophie Auconie (PPE), par écrit. – J'ai voté en faveur de ce texte portant sur la pêche illicite. Le texte en question vient aligner un règlement de 2008 sur les dispositions du traité de Lisbonne, notamment en ce qui concerne les actes que la Commission européenne peut prendre pour limiter la pêche illégale, non déclarée et non réglementée. De manière générale, l'ensemble des députés était en accord avec la proposition de la Commission malgré certaines modifications apportées notamment concernant l'utilisation d'actes délégués par la Commission.

 
  
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  Zigmantas Balčytis (S&D), raštu. − Balsavau už šį siūlymą dėl neteisėtos, nedeklaruojamos ir nereglamentuojamos (NNN) žvejybos. Siūlymu siekiama tam tikras reglamento nuostatas pritaikyti prie Lisabonos sutartyje nustatytų sprendimų priėmimo procedūrų. NNN žvejyba yra viena didžiausių grėsmių jūrų biologinei įvairovei ir dėl jos gali kilti apsirūpinimo maistu problemų daugelyje pakrantės ir besivystančių šalių. Pakeitus reglamentą, Komisija galėtų nustatyti iškrovimo ir perkrovimo operacijų, kurias atlieka trečiųjų šalių žvejybos laivai, inspektavimo standartus, pritaikyti sugautų žuvų kiekio sertifikavimo sistemą tam tikriems mažų žvejybos laivų sužvejotiems žuvininkystės produktams, iš dalies keisti produktų, kuriems netaikomas šis reglamentas, sąrašą, sugautų žuvų kiekio sertifikato pateikimo terminą pritaikyti atsižvelgdama į žuvininkystės produkto tipą ir kt. Pritariu Komisijos siūlomiems pakeitimams. Pritariu siūlymui, jog tuo atveju, kai siūloma priimti deleguotuosius aktus, įgaliojimų suteikimo laikas turi būti ribojamas, kad būtų galima nuolat vertinti, kaip jais naudojamasi.

 
  
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  Erik Bánki (PPE), írásban. − Az Unió és más tengerrel rendelkező országok nemzetközi szerződések és általános nemzetközi jogi szabályok alapján felosztották a nemzetközi vizeken való halászatot. Olyan esetben, amikor valamely ország halászai túlmerészkednek a meghatározott nemzetközi vizeken található övezeteken, ahol már nem volna joguk halászni, vagy olyan halból halásznak többet, amire már nem lenne kvótájuk, akkor történik meg a jogellenes, nem bejelentett halászat, ami tulajdonképpen halászati kalózkodásnak is felfogható. A jogszabály ezekre a helyzetekre igyekszik megoldási javaslatokat adni, főleg azáltal, hogy a Bizottságot hatalmazná fel többletjogosítványokkal a jogszabály végrehajtási aktusaival kapcsolatban a gyorsabb intézkedés végett. Álláspontom szerint az Uniónak minden lehetséges eszközzel vissza kell szorítania a jogellenes, nem bejelentett és szabályozatlan halászatot.

 
  
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  Elena Băsescu (PPE), în scris. − Am votat în favoarea acestui raport, pentru că reprezintă un pas firesc și necesar al alinierii Regulamentului la noile norme din TFUE. În aceeași ordine de idei doresc să atrag atenția asupra rolului important pe care îl are Uniunea în combaterea pescuitului ilegal, nedeclarat și nereglementat. Este nevoie de coerență în politicile Uniunii pentru realizarea obiectivelor privind dezvoltarea. Aproximativ 60% din stocurile europene de pește sunt exploatate peste limita maximă a sustenabilității. De asemenea, este necesară o ameliorare în ceea ce privește guvernarea pescuitului la nivel internațional, iar pentru realizarea acestui lucru este esențială coordonarea dintre politica exterioară și cea de cooperare. UE este în continuare cel mai mare importator de peste la nivel mondial, și de aceea trebuie să își intensifice constant eforturile de a asigura folosirea durabilă a mediului marin și a resurselor sale.

 
  
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  Nora Berra (PPE), par écrit. – Dans ce rapport sont précisées les compétences de la Commission dans la lutte contre la pêche illicite non déclarée et non réglementée. La Commission pourra adopter des actes délégués, notamment pour établir des périodes de notification différentes, pour amender la liste des produits non concernés par la réglementation, pour modifier les dates limites de soumission d'autorisation de pêche en fonction du type de produit pêche, la distance vers la zone de pêche, le type de bateau utilisé, etc. La Commission pourra adopter des actes d'exécution concernant les dispositions techniques de la réglementation. Au regard de la répartition entre actes délégués et actes d'exécution, je me suis prononcée en faveur du rapport.

 
  
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  Mara Bizzotto (EFD), per iscritto. − Ho votato a favore della relazione Romeva I Rueda volta a contrastare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata – una piaga per gli operatori del settore e per l'ambiente.

 
  
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  Vilija Blinkevičiūtė (S&D), raštu. − Balsavau už šį pranešimą, kadangi yra labai svarbu užkirsti kelią neteisėtai ir nereglamentuojamai žvejybai, nustatyti taisykles, kurios sukurtų bendrą sistemą, ir užtikrinti, kad susiję dokumentai būtų vienu metu, laiku ir tinkamai perduoti Europos Parlamentui ir Tarybai. Svarbu paminėti, jog ES pritaikius Reglamentą Nr. 1005/2008 nebuvo pasiekta gerų rezultatų. Būtent todėl, jog pagal šiame reglamente pateiktus pasiūlymus sumažėtų pelnas arba atsirastų prekybos su svarbiomis ES prekybos partnerėmis kliūčių. Trumpai tariant, dauguma valstybių narių skundėsi, kad jis trukdys prekybai arba kad bus pernelyg brangu ir sudėtinga jį įgyvendinti. Tačiau neteisėta žvejyba yra viena iš didžiausių grėsmių jūrų biologinei įvairovei ir dėl jos gali kilti apsirūpinimo maistu problemų daugelyje pakrantės ir besivystančių šalių. Verta pažymėti, jog neseniai JAV paskelbė trečiąjį savo kas dvejus metus sudaromą šalių, kurių laivai, kaip nustatyta, vykdo neteisėtą žvejybą, sąrašą. Į amerikiečių sąrašą, priešingai nei į kuklų ES sąrašą, įtraukta keletas stambesnių neteisėta žvejyba besiverčiančių šalių – ES šito nėra padariusi – pvz., Korėja, Meksika. Taigi, svarbu užtikrinti, kad visos Komisijos tarnybos dirbtų kartu, rastų būdų, kaip užtikrinti ir palengvinti veiksmingą reglamento taikymą ri įgyvendinti Sąjungos politiką ir teisės aktus.

 
  
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  Sebastian Valentin Bodu (PPE), în scris. − Pescuitul ilegal, nedeclarat şi nereglementat constituie un flagel mondial, reprezentând aproximativ o treime din capturile din anumite zone importante de pescuit, precum cele de ton, peşte spadă, cod sau peştii din specia Dissostichus eleginoides. Prin natura sa, pescuitul ilegal nu ţine cont de măsurile de conservare a stocurilor de peşti, punând astfel în pericol resursele şi reprezentând unul din principalele obstacole împotriva punerii în aplicare a unui pescuit durabil la nivel mondial. În plus, tendinţa acestuia de a nu respecta nici o regulă contribuie la degradarea mediului marin, la fragilizarea pisciculturii şi la un dumping social îngrijorător. Pescarii ilegali acţionează în principal în larg datorită discreţiei pe care o oferă imensitatea oceanelor şi în zonele economice exclusive a ţărilor în curs de dezvoltare care nu dispun de mijloace eficiente de monitorizare a apelor.

 
  
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  Philippe Boulland (PPE), par écrit. – J'ai voté en faveur de ce rapport qui vise à classer les pouvoirs de la Commission en termes d'actes délégués et actes d'exécution dans le domaine de la pêche illicite. La procédure des actes délégués permet à la Commission de pouvoir adopter elle-même des actes contraignants sans attendre l'aval du Parlement et du Conseil, ce qui lui permet d'être plus réactive et d'avoir plus de marge de manœuvre. La Commission est désormais l'organe classifiant les Etats tiers dans la liste des Etats ne coopérant pas avec l'UE en termes de pêche, cette délégation de pouvoir est cependant limitée dans le temps afin de ne pas dénaturer les pouvoirs du Parlement en la matière.

 
  
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  John Bufton (EFD), in writing. − Abstain. This report amends existing legislation in order to try and stop various states paying lip-service to rules while continuing to flout them – this is very important if we are to ensure that fish stocks are raised by third country fleets. In my opinion, this change is certainly a good thing. However, the best choice for the UK, and especially Wales, would be to get back to the Montego Bay convention and withdraw from common fisheries policy.

 
  
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  Alain Cadec (PPE), par écrit. – J'ai voté en faveur du rapport de Raul Romeva i Rueda, qui prévoit un alignement sur les dispositions du traité de Lisbonne du règlement établissant un système communautaire destiné à prévenir, à décourager et à éradiquer la pêche illicite, non déclarée et non réglementée. La classification proposée des compétences de la Commission entre actes délégués et actes d'exécution ne pose pas de problème, et les changements introduits ne confèrent pas à la Commission des compétences disproportionnées. Tout comme le rapporteur, je suis très attaché à ce que la délégation de pouvoirs à la Commission européenne ne soit pas illimitée dans le temps, afin de permettre une évaluation régulière de ses prérogatives par le Parlement.

 
  
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  Lara Comi (PPE), per iscritto. − La pesca illegale è un grave danno sia per le economie più fragili sia per le riserve di pesce. A mio parere servono delle leggi più severe e dei controlli alle attività delle imbarcazioni da pesca e ai loro scambi con navi mercantili. Ritengo importante sanzionare gli Stati membri che non rispettino gli accordi della politica comune della pesca, come è essenziale monitorare le imbarcazioni e seguire le attività illegali di pesca, solo così si potrà limitare e eliminare questo grave fenomeno in futuro. Concordo infine con le proposte di cambiamento della Commissione ed esprimo voto favorevole a questa proposta.

 
  
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  Rachida Dati (PPE), par écrit. – Ce texte permet à la Commission de prendre les mesures nécessaires pour faire face aux conséquences de la pêche illicite, non déclarée et non réglementée pour la biodiversité et la sécurité alimentaire. C'est une avancée importante, mais la Commission devra rester vigilante pour que ces mesures n'entraînent pas une augmentation des prix, des ruptures d'approvisionnement ou une perte de bénéfices pour les exploitants.

 
  
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  Christine De Veyrac (PPE), par écrit. – J'ai voté en faveur de ce texte en ce qu'il permettra de lutter efficacement contre la pêche illégale sans pour autant déstabiliser l'économie européenne. Les pêcheurs illicites vendent du poisson à moindre coût alors que les pêcheurs respectueux des règles européennes et des quotas sont obligés de vendre leur poisson plus cher afin de rentrer dans leurs coûts. Cette concurrence déloyale ne peut être acceptée et l'Union européenne se doit de protéger les pêcheurs légaux et ainsi d'assurer la qualité et le suivi du produit. Ce texte permettra en outre de sauvegarder certaines espèces menacées par le non respect des quotas.

 
  
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  Jill Evans (Verts/ALE), in writing. − I voted in favour of this report on an EU system to combat illegal, unreported and unregulated fishing. Fishing is important to Wales and we need to ensure that the livelihoods of those involved are protected, as well as ensuring that the produce we eat is safe. Putting a stop to illegal, unreported and unregulated fishing is essential in achieving this. This is an important piece of legislation which has widespread support.

 
  
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  Diogo Feio (PPE), por escrito. A pesca ilegal é um flagelo que atinge todos os Estados-Membros costeiros. A sua natureza ilícita torna difícil estimar o seu impacto mas esta coloca indubitavelmente em perigo a sobrevivência das espécies haliêuticas ameaçadas e a própria sobrevivência do setor. Será importante que os pescadores europeus que recorrem à pesca ilegal compreendam que põem em causa a sua própria atividade e o meio de subsistência das suas famílias. A União Europeia, o setor das pescas, os consumidores e os ecossistemas têm muito a ganhar com uma efetiva redução da pesca ilegal. Os Estados-Membros e as instituições europeias devem mobilizar-se no combate à pesca ilegal e responsabilizar Estados terceiros que não mostrem a devida cooperação quanto a este combate.

 
  
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  João Ferreira (GUE/NGL), por escrito. A proposta da Comissão Europeia visa alinhar o Regulamento INN, relativo à pesca ilegal, não declarada e não regulamentada (Regulamento n.º 1005/2008), com o TFUE, nomeadamente no que diz respeito aos atos delegados e atos de execução. Propõe-se a atribuição de poder para adotar atos delegados, entre outros, nos seguintes domínios: isentar os navios de pesca da obrigação de notificação de informações ou fixar prazos de notificação diferentes; determinar os indicadores para a inspeção das operações de desembarque e de transbordo por navios de pesca de países terceiros; adaptar o regime de certificação das capturas a certos produtos da pesca obtidos por pequenos navios de pesca; alterar a lista de produtos não incluídos no âmbito de aplicação do regulamento; adaptar o prazo de apresentação do certificado de captura ao tipo de produto da pesca, à distância relativamente ao local de entrada ou ao meio de transporte utilizado. Propõe-se poderes de execução, entre outros, para o estabelecimento de formulários de notificação prévia, o estabelecimento de procedimentos e formulários de declaração relativa ao desembarque e transbordo. O relator apoia globalmente a proposta da Comissão. Contudo, propõe limitar no tempo o poder da Comissão para adotar atos delegados, para permitir uma avaliação regular da sua utilidade. Votámos favoravelmente.

 
  
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  Monika Flašíková Beňová (S&D), písomne. − Nezákonný rybolov je vykonávaný bez ohľadu na životné prostredie, sociálne a iné normy. Ryby sú týmto spôsobom ulovené nezákonne. Boj proti nezákonnému rybolovu nie je ľahký. Komisia predložila prvý návrh nariadenia už v roku 2007. Nezákonný rybolov je pre naše oceány mimoriadne škodlivý. Treba proti nemu účinne bojovať. Komisia musí pokračovať v tomto procese. V kontexte zosúladenia nariadenia (ES) č. 1005/2008 s novými pravidlami ZFEÚ Komisia pripravila návrh, v ktorom sa právomoci v súčasnosti prenesené na Komisiu uvedeným nariadením rozdeľujú na opatrenia delegovanej povahy a opatrenia vykonávacej povahy. Vo všeobecnosti sa navrhované zmeny týkajú len druhov prijímaných aktov a nemenia obsah opatrení.

 
  
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  Lorenzo Fontana (EFD), per iscritto. − Con tale relazione si mira ad effettuare una piccola modifica al regolamento (CE) n. 1005/2008 contro la pesca illegale. Si specificano i casi in cui la Commissione può adottare atti delegati, esprimo quindi voto favorevole al riguardo.

 
  
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  Elisabetta Gardini (PPE), per iscritto. − La pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata, costituisce una minaccia costante per la pesca europea. La crisi economica si sta facendo sentire pesantemente anche su uno dei comparti più redditizi per l’Unione Europea, e per l’Italia in particolare, ed è quindi necessario stabilire in maniera chiara quali misure l’Europa intenda adottare per contrastare questo fenomeno. Accolgo con favore le proposte che mirano a rafforzare la sorveglianza delle attività in mare per identificare chi non rispetta le regole. E’ necessario anche garantire un più efficace modello sanzionatorio delle infrazioni.

 
  
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  Catherine Grèze (Verts/ALE), par écrit. – Aujourd'hui, le Parlement européen vient d’approuver une nouvelle procédure concernant la liste des pays qui ne coopèrent pas dans la lutte contre la pêche illégale, non réglementée et non déclarée (INN). C’est une bonne nouvelle, et j’ai voté en faveur de ce texte, car cette liste noire est un outil essentiel pour réprimer la pêche illégale. Nous nous devions de donner notre feu vert à une procédure plus rapide pour ajouter des pays à cette liste. Cela permettra à la Commission d’ajouter d'autres pays à la liste actuelle des États qui ne coopèrent pas, et de publier la liste des navires impliqués. Avec la pêche INN, une grave menace pèse sur les stocks de poissons vulnérables. La transparence des États et des bateaux impliqués est une mesure cruciale pour s'attaquer à ce problème. Si les pays figurant sur la liste ne font pas de progrès rapides, la Commission doit proposer des sanctions.

 
  
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  Marian Harkin (ALDE), in writing. − I supported the rapporteur because curbing illegal fishing, though a difficult task, will ultimately lead to an improved market for EU fishermen and consumers alike. A necessary next step is the identification, naming, and eventual building of a case against those countries involved in illegal fishing. I agree with the rapporteur that ‘the case to identify such countries must be solid, in order for the identification to be legally irrefutable, which takes time and resources’. It is in the interests of all maritime nations to have a properly functioning trading system for the buying and selling of fish. It is also in our environmental interests, as illegal fishing is one of the most dangerous threats to marine biodiversity. The Parliament has adopted numerous reports and resolutions pushing the Commission to pursue the fight against illegal fishing, and this is in that same vein.

 
  
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  Juozas Imbrasas (EFD), raštu. − Vertinant ekonominiu požiūriu, neteisėtai sugautos žuvys gali atrodyti patrauklios. Kadangi jos gaudomos nepaisant aplinkos apsaugos, socialinių ir kitų standartų, žvejai paprastai jas gali parduoti pigiau. Todėl, didmenininkų ir mažmenininkų nuomone, labiau apsimoka pirkti tokias žuvis. Tai paaiškina, kodėl daugelis reglamentą, pagal kurį draudžiama neteisėta, nereguliuojama ir nedeklaruojama (NNN) žvejyba, vertina be didelio entuziazmo. Iš principo lengva nepritarti neteisėtai žvejybai – šiaip jau būtų sunku jai pritarti. Bet, jei dėl nepritarimo neteisėtai žvejybai sutriktų žuvų tiekimas ES rinkai, sumažėtų pelnas arba atsirastų prekybos su svarbiomis ES prekybos partnerėmis kliūčių, kovoti su neteisėta žvejyba pasidarytų daug sunkiau. Parlamentas yra priėmęs ne vieną pranešimą ir rezoliuciją, kuriomis Komisija buvo raginama kovoti su NNN žvejyba pasinaudojant visais savo turimais ištekliais ir visais įmanomais būdais, įskaitant, be kita ko, atgrasymą nuo laivų perregistravimo kitoje šalyje, informacijos apie privačius susitarimus rinkimą, geresnį produktų atsekamumą ir tvirtesnį tarptautinį bendradarbiavimą bei keitimąsi informacija. Pritariu tam, kad visos Komisijos tarnybos turi dirbti kartu, kad rastų būdų, kaip užtikrinti ir palengvinti veiksmingą reglamento taikymą, įgyvendinti Sąjungos politiką ir teisės aktus. Trumpai tariant, kalbėti apie kovą su NNN žvejyba gerai, tačiau imtis veiksmų – visai kas kita. Esu už tai, kad būtų nustota naikinti mūsų visų išteklius ir imtasi veiksmų jų apsaugai bei išsaugojimui.

 
  
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  Philippe Juvin (PPE), par écrit. – J'ai soutenu le rapport de mon collègue Raül Romeva i Rueda lors de la séance plénière du 12 juin. Ce rapport portait sur la classification des pouvoirs actuellement conférés à la Commission par le règlement N°1005/2008 comme compétences déléguées ou compétences d'exécution. Comme le réclamait le rapport, il était important de limiter dans le temps cette délégation la où les compétences déléguées étaient proposées. Il s'agissait d'un vote unique et ce rapport a été adopté par 668 voix pour, 7 contre et 10 abstentions. Je m'en félicite.

 
  
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  Michał Tomasz Kamiński (ECR), in writing. − I voted in favour of this report. I am pleased with the changes that have been proposed to establish a Community system within fishing. The report effectively highlights the necessity for the modifications to Regulation No 1005/2008. In addition, I am happy to see that the changes made in this regulation will be in line with the new rules of the TFEU.

 
  
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  Elisabeth Köstinger (PPE), schriftlich. Durch das Inkrafttreten des Vetrages von Lissabon müssen bestimmte Rechtsakte an den Vertrag über die Arbeitsweise der Europäischen Union angepasst werden. Ich setze mich für eine nachhaltige Bewirtschaftung unserer Meere ein und habe dem Bericht somit zugestimmt.

 
  
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  Constance Le Grip (PPE), par écrit. – J'ai voté pour le rapport du Parlement sur la pêche illicite, non déclarée et non réglementée. Ces activités illégales sont lucratives puisqu'elles permettent à leurs auteurs de vendre du poisson moins cher en évitant les quotas et les critères environnementaux. Elles ont un coût important pour les professionnels du secteur de la pêche qui respectent les règles européennes et qui se trouvent ainsi, en situation de concurrence déloyale. Le Parlement a donc adopté de nouvelles règles pour renforcer les opérations d'inspection lors des débarquements et transbordements des navires, notamment des pays tiers. Un ensemble de sanctions, au niveau européen, sont également prévus dans ce texte.

 
  
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  David Martin (S&D), in writing. − I welcome this further development in tackling illegal, unreported and unregulated fishing. Fish caught illegally can often appear economically attractive. But it is caught by disregarding environmental, social and other standards and the fishermen can usually sell it for less money.

 
  
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  Jean-Luc Mélenchon (GUE/NGL), par écrit. – Le présent rapport vise à rendre compatible les compétences de la Commission prévues dans le règlement avec la nouvelle réglementation sur le fonctionnement de l’Union européenne. Les propositions confortent les dispositions destinées à prévenir, à décourager et à éradiquer la pêche illicite, non déclarée et non réglementée dans un cadre juridique consolidé. En ce sens, aucune autorité n’est retirée au Parlement européen. Je vote pour.

 
  
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  Nuno Melo (PPE), por escrito. O peixe capturado de forma ilegal é a maior parte das vezes mais interessante do ponto de vista económico. Dado que essas capturas não respeitam as normas ambientais ou sociais, entre outras, os pescadores podem, geralmente, vendê-lo a preços mais reduzidos. Os grossistas e os retalhistas consideram, desse modo, ser menos dispendioso comprar este peixe, embora nem sempre saibam que ele foi capturado de forma ilegal. Temos então que lutar com todo o tipo de pesca ilegal. Apesar de face aos grandes benefícios económicos para os intervenientes, essa luta nem sempre ser fácil.

 
  
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  Willy Meyer (GUE/NGL), por escrito. − He votado a favor del presente informe por suponer una buena propuesta encaminada a la mejora de los sistemas de información en la pesca que garantizan el origen y el respeto a la reglamentación del sector. Son numerosos los agentes económicos que sacan partido de la pesca ilegal, al suponer un menor coste para los distribuidores, es por esto que existen reticencias a emprender una efectiva reforma en este sector. El informe pretende mejorar el reglamento de manera que se deba producir información que mejore el conocimiento de dichas actividades así como pretende establecer límites temporales en los actos de delegación con el fin de evaluar periódicamente la efectividad. Es por estos aspectos que pretenden mejorar la información en el sector pesquero por lo que he votado a favor de este informe.

 
  
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  Louis Michel (ALDE), par écrit. – La pêche illicite, non déclarée et non réglementée (INN) constitue une grande menace pour l'exploitation durable de la biodiversité aquatique en appauvrissant les stocks de poissons, en détruisant les habitats marins et en entrainant une distorsion de concurrence pour les pêcheurs honnêtes. Il est donc nécessaire de limiter l'accès au marché européen aux seuls produits issus de la pêche certifiée et conforme aux règlements en vigueur. Ce texte, que je soutiens entièrement, a pour but de prévenir, d'éradiquer et de décourager toute pêche INN dans les eaux de l'UE et internationales.

 
  
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  Ana Miranda (Verts/ALE), por escrito. Estabelecer um regime comunitário para prevenir, impedir e eliminar a pesca ilegal, não declarada e não regulamentada é o único caminho possível para garantir o futuro setor das pescas. A atividade de pesca deve ser racionalmente regulada e apoiada por relatórios científicos rigorosos e atualizados, buscando a preservação dos recursos marinhos, garantindo rendimentos máximos sustentáveis de pesca e ao mesmo tempo facilitar o desenvolvimento socioeconómico do setor das pescas, particularmente naqueles territórios onde existe uma forte dependência de atividade produtiva como o caso da Galiza. Neste sentido, é inaceitável que alguns países, como os mencionados neste relatório, tolerem, por ação ou omissão, práticas de pesca ilegais ou sem regulamentar que têm um custo óbvio em termos ambientais, e também uma pena para aquelas frotas que, como a galega, realizam uma pesca sustentável.

 
  
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  Alexander Mirsky (S&D), in writing. − Our actions have to be consistent with our proposals on CFP Reform and our wider renegotiation of Fisheries Partnership agreements. We have to put sustainability at the heart of our action both for fish caught in our waters and for fish caught in other waters. Therefore I voted in favour.

 
  
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  Claude Moraes (S&D), in writing. − At Billingsgate, my constituency of London hosts one of the largest fish markets in the country. Fishing is a vital part of trade in London, unsustainable fishing is damaging to the environment, our trade and our children’s future. I support this report because we have to put sustainability at the heart of our action, both for fish caught in our waters and for fish caught in other waters.

 
  
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  Rareş-Lucian Niculescu (PPE), în scris. − Am votat în favoarea raportului, având în vedere necesitatea alinierii la prevederile Tratatului de la Lisabona, precum şi importanţa subiectului pescuitului ilegal. Solicit Comisiei să aplice efectiv şi eficient competenţele care îi sunt încredinţate prin acest raport, în vederea combaterii braconajului în Marea Neagră, care a atins un nivel îngrijorător. Ţinând cont de faptul că majoritatea ambarcatiunilor de braconaj din acest spaţiu provin din Turcia şi Ucraina, state non-UE, Comisia trebuie să intensifice dialogul cu aceste state în cadrul organismelor bilaterale de gestionare a pescuitului.

 
  
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  Rolandas Paksas (EFD), raštu. − Neteisėta, nedeklaruojama ir nereglamentuojama žvejyba yra pasaulinė problema, sukelianti ekonominių sunkumų žvejų bendruomenėms, vartotojams ir visam sektoriui. ES yra didžiausia pasaulyje žuvininkystės produktų importuotoja ir viena didžiausių pasaulio žvejybos veikėjų. Jai tenka pagrindinis vaidmuo sutelkiant tarptautinės bendruomenės jėgas kovai su NNN žvejyba. Siekiant užkirsti kelią neteisėtai, nedeklaruojamai ir nereglamentuojamai žvejybai, tikslinga Komisijai suteikti įgaliojimus priimti deleguotuosius teisės aktus. Tačiau įgaliojimų laikas turėtų būti apribotas ir nustatytas reikalavimas reguliariai teikti ataskaitas dėl įgaliojimų suteikimo. Tokiu būdu bus stiprinamas bendradarbiavimas tarp ES institucijų, gerinamas informacijos rinkimas bei užtikrintas griežtas ir skaidrus Sąjungos žuvininkystės teisės aktų taikymas. Be to, griežta kontrolės sistema užtikrins veiksmingą kovos su NNN žvejyba strategijos įgyvendinimą, efektyvesnį išteklių valdymą ir sumažins neteisėtą, nedeklaruojamą ir nereglamentuojamą žvejybą.

 
  
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  Antigoni Papadopoulou (S&D), in writing. − Fisheries provide an important source of food, employment, income and recreation for people throughout the world. Millions of people depend upon fish for their livelihoods. Illegal, unreported and unregulated (IUU) fishing is a serious global problem and one of the main obstacles to the achievement of sustainable world fisheries.

Valued at between USD 10 billion and USD 23.5 billion per year, IUU fishing represents a major loss of revenue, particularly to some of the poorest countries in the world where dependency on fisheries for food, livelihoods and revenues is high.

IUU fishing puts unsustainable pressure on fish stocks, destroys marine habitats, distorts competition, puts honest fishers at an unfair disadvantage, and weakens coastal communities – particularly in developing countries. IUU fishing respects neither national boundaries nor international attempts to manage high seas resources. It thrives where governance is weak and where countries fail to meet their international responsibilities.

We must therefore work hard in order to close the loopholes that allow illegal operators to profit from their activities by preventing and eliminating IUU fishing. I voted in favour of this report because it aims to do just that.

 
  
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  Maria do Céu Patrão Neves (PPE), por escrito. O presente relatório teve por objetivo alinhar o Regulamento (CE) n.º 1005/2008, que estabelece um regime comunitário para prevenir, impedir e eliminar a pesca ilegal, não declarada e não regulamentada, em função da nova hierarquia de atos definida pelo Tratado de Lisboa. Neste contexto de harmonização do presente regulamento com as novas regras do TFUE, a proposta da Comissão reclassificou os poderes que lhe são conferidos em atos delegados e atos de execução. A Comissão tem utilizado dois pesos e duas medidas conforme se reporta à frota europeia ou às de países terceiros. Em relação a estes últimos, a aplicação deste regulamento tem-se limitado à listagem de países terceiros não cooperantes no combate à pesca IUU, sem sanções comerciais adequadas e dissuasoras; em relação aos operadores europeus, a Comissão tem sido extremamente zelosa, querendo ser mais ambientalista, protecionista e restritiva da pesca que os restantes operadores a nível global, inclusive estabelecendo regulamentos que ameaçam a sua sustentabilidade e competitividade, prejudicando severamente os operadores europeus que cumprem integralmente os exigentes padrões definidos pela UE. Votei favoravelmente este relatório, pois considero que as alterações introduzidas no regulamento contribuem para um combate mais efetivo ao flagelo que constitui a pesca IUU.

 
  
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  Aldo Patriciello (PPE), per iscritto. − Considerando che la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata costituisce una delle più gravi minacce alla biodiversità marina e può provocare problemi a livello di sicurezza alimentare in molti paesi costieri e in via di sviluppo e concordando con il relatore sulla necessità di combattere la pesca illegale, ho espresso il mio voto favorevole alla proposta.

 
  
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  Paulo Rangel (PPE), por escrito. No contexto do alinhamento do Regulamento (CE) n º 1005/2008 sobre a pesca ilegal, não declarada e não regulamentada (INN) com as novas regras do TFUE, a Comissão elaborou uma proposta que classifica os poderes atualmente atribuídos por este Regulamento à Comissão, tendo em conta a distinção entre atos delegados e atos de execução. Em geral, as alterações propostas referem-se apenas aos tipos de atos a adotar, não modificando o conteúdo das medidas. Há apenas uma mudança significativa no procedimento aplicado para a inclusão ou remoção de países terceiros identificados numa lista de países terceiros não cooperantes. O relator acolhe a proposta da Comissão, observando contudo que, sempre que se avance com a proposta de atos delegados, a delegação deve ser limitada no tempo, a fim de permitir uma avaliação regular da sua utilização. Pelas razões supramencionadas, votei favoravelmente a proposta de regulamento.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE), in writing. − In favour (it was my report). The EU’s illegal fishing blacklist is a crucial tool for clamping down on illegal fishing and MEPs have today given the go-ahead to a rapid procedure for adding countries to this list. With IUU fishing a major threat to vulnerable fish stocks, transparency of those states and boats involved is a crucial measure for tackling the problem. These proposals will clear the way for the EU to add other countries (like South Korea) to the list of non-cooperating states, with listed countries facing possible sanctions. The Commission must expand the current list to include other countries for which there is clear evidence of illegal fishing, notably South Korea. With repeated cases of illegal fishing and related human rights abuses, notably in West African waters, the European Commission must add South Korea to the blacklist. It must also finally publicly list those vessels engaging in IUU fishing: this would be crucial to support efforts to address the problem.

 
  
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  Sergio Paolo Francesco Silvestris (PPE), per iscritto. − Nonostante l’entrata in vigore del regolamento (CE) n. 1005/2008, le attività di pesca illegale non sono state ridotte e numerose specie marine sono in sofferenza. Tale regolamento ha posto l’attenzione su quanto sia difficile contrastare la pesca illegale ed ho votato favorevolmente alla sua modifica perché ritengo necessari maggiori sforzi per deprimerla ed eliminarla. Nonostante l’impegno per contrastare la pesca INN, l’UE non ha ancora raggiunto livelli di contrasto soddisfacenti e sarebbero auspicabili azioni più forti per individuare e sanzionare i Paesi non cooperanti nella lotta alla diffusione di tale pratica. Ritengo che siano importanti maggiori azioni di monitoraggio delle navi in mare, anche nelle operazioni di trasbordo, così da assicurare un livello di allerta comunitario maggiore e sono favorevole alle proposte della Commissione, ma ritengo fondamentale una maggiore austerità nei controlli per stilare gli elenchi dei Paesi non cooperanti e una maggiore incisività nell’applicazione delle dovute sanzioni che mirino alla salvaguardia della biodiversità del sistema marino. La Commissione può intervenire quindi con atti delegati ma ritengo necessaria una valutazione periodica sulle sue evoluzioni.

 
  
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  Bart Staes (Verts/ALE), schriftelijk. − Ik stemde vandaag voor een rapport van mijn groene collega Raoul Romeva dat beoogt om de illegale en ongereguleerde visserij tegen te gaan. Die vorm van visserij is goed voor ongeveer een derde van de mondiale visvangst en haalt immers elke vorm van beleid om visserij duurzamer te maken onderuit. En precies dat probeert het Europees Parlement samen met de Europese Commissie, milieuorganisaties en sommige lidstaten voor elkaar te krijgen. De vandaag goedgekeurde tekst voorziet in een snelle procedure om landen die niet meewerken om illegale visserij te bestrijden, op een zwarte lijst te zetten. Voortaan kan de Europese Commissie andere landen sneller bij de reeds bestaande lijst van acht landen plaatsen (Belize, Cambodja, Fiji, Guinea, Panama, Sri Lanka, Togo en Vanuatu). Dit is een drukmiddel om landen die niets lijken te geven om duurzame visserij, zoals Zuid-Korea in de juiste richting te duwen, omdat ze eens op de lijst mogelijke sancties opgelegd krijgen. Hoewel de EU zelf strenge regels heeft opgesteld blijft de illegale visserij een probleem, met bijvoorbeeld Zuid-Koreaanse schepen die in Afrikaanse wateren vissen, maar ook binnen delen van de Europese vloot. Sommige Europese reders hebben schepen onder een vlag van landen op de zwarte lijst en doen aan illegale praktijken.

 
  
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  Catherine Stihler (S&D), in writing. − I voted for this report as it emphasises the pressing issue to put sustainable fishing as our priority, not only in EU waters but also for fish caught in waters outside of the EU.

 
  
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  Marc Tarabella (S&D), par écrit. – D'un point de vue économique, la capture illicite de poisson peut souvent attirer les convoitises.

Étant capturé sans respecter les normes écologiques et sociales, entre autres, il est habituellement vendu par les pêcheurs à un prix plus bas. Les grossistes et les détaillants préfèrent acheter à bas prix, bien qu'ils ne sachent pas toujours que le poisson a été capturé de manière illicite. C'est pourquoi l'opposition est relativement forte à l'égard du règlement relatif à la pêche illicite, non déclarée et non réglementée.

Sur le principe, il est facile d'être opposé à la pêche illicite. Toutefois, la pêche illicite devient beaucoup plus difficile à contrer lorsque le fait de s'y opposer peut entraîner des interruptions d'approvisionnement en poisson du marché de l'Union, une diminution des bénéfices ou une ingérence dans les échanges avec des partenaires commerciaux "importants" de l'Union.

Je suis dans l'ensemble satisfait des choix opérés par la Commission dans ce dossier lorsqu'elle propose des modifications. Néanmoins, je considère que, dès lors qu'il est proposé de recourir aux actes délégués, la délégation de pouvoirs devrait être limitée dans le temps pour qu'il soit possible de procéder régulièrement à une évaluation de son utilisation.

 
  
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  Nuno Teixeira (PPE), por escrito. Em linha com o Regulamento n.º 1005/2008, a Comissão preparou uma proposta para classificar os poderes conferidos à Comissão em atos delegados e em atos de execução. A proposta diz respeito apenas ao tipo de atos e não modifica o conteúdo de tais medidas. O Parlamento acolheu as propostas da Comissão, ressalvando, todavia, que, no caso dos atos delegados, a autorização de delegação deve ser limitada temporalmente para assim permitir uma avaliação regular do desempenho. Votei, assim, a favor do documento no Parlamento Europeu.

 
  
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  Angelika Werthmann (ALDE), schriftlich. Die Bekämpfung und Verhinderung illegaler, nicht gemeldeter und unregulierter Fischerei ist von zentraler Bedeutung, um die Biodiversität der Meere zu schützen und zu erhalten. Die von der Kommission vorgeschlagenen Änderungen ergänzen und verbessern die bereits bestehende Verordnung, erreichen zusätzliche und zeitnahere Handlungsfähigkeit der EU-Organe und verhelfen somit den Regelungen zur Fischerei zu zusätzlicher Durchsetzungskraft. Eine zeitliche Begrenzung der Befugnisübertragung und eine regelmäßige Evaluierung von deren Nutzen erscheint sinnvoll; dementsprechend ist dem Bericht zuzustimmen.

 
  
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  Jacek Włosowicz (EFD), na piśmie. − Sprawozdawca opowiedział się za poprawkami wprowadzonymi do rozporządzenia Komisji w sprawie nielegalnego połowu ryb. Proponowane zmiany mają usprawnić system walki z nielegalnymi połowami oraz doprowadzić do szerszego konsensu między Unią a państwami zobowiązanymi do przestrzegania rygorów w zakresie połowów. Zapewnieniu temu ma służyć między innymi ujednolicenie przepisów oraz stworzenie systemu konsultacji Komisji na poziomie ekspertów, w celu uzyskania obiektywnych, rzetelnych i aktualnych informacji. Istotne jest także zagwarantowanie przez Komisję terminowego przekazywania dokumentów Parlamentowi Europejskiemu i Radzie.

 
  
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  Iva Zanicchi (PPE), per iscritto. − La pesca illegale può sembrare interessante sotto il profilo economico: infatti, il pesce catturato ignorando le norme ambientali, sociali e di altro tipo, può normalmente essere venduto dai pescatori a un prezzo inferiore. I commercianti all'ingrosso e al dettaglio comprano il pesce ad un prezzo meno elevato, sebbene non sempre sappiano che è stato catturato illegalmente. Il regolamento dell'Unione europea sulla pesca illegale risulta quindi utile solo nel caso di una sua piena applicazione: per questo è necessario adoperarsi per evitare che le norme siano eluse o raggirate e per porre fine ad una delle più gravi minacce alla biodiversità marina, che può provocare problemi a livello di sicurezza alimentare in molti paesi costieri e in via di sviluppo.

 

9.7. Stabilire norme per l'accoglienza dei richiedenti protezione internazionale (rifusione) (A7-0214/2013 - Antonio Masip Hidalgo)
Video degli interventi
 

Ustne wyjaśnienia dotyczące głosowania

 
  
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  Charles Tannock (ECR). - Mr President, I am extremely proud to represent my London constituency, which is widely recognised as being one of the most multicultural and diverse cities in the world.

However, I stand firm in my opposition to the creation of a harmonised European asylum and immigration system. I strongly believe that, while cooperation in asylum and migration issues may undoubtedly be sometimes necessary, it is paramount that this remains primarily a Member State competence. Large-scale immigration to the UK in recent years is placing unsustainable pressure on Britain’s public resources. I cannot support a directive that would jeopardise Britain’s sovereignty to regulate in this priority policy area.

Nevertheless, I recognise that there are indeed certain beneficial aspects in the proposed directive: its focus on enhancing the quality of legislation cannot be questioned, for instance, and it does well to detail improved measures for the protection of unaccompanied minors, whilst also going some way in the direction of recognising the competence of Member States in regulating their own labour markets.

Tougher immigration controls are at the top of the political agenda in the UK right now, so I cannot support this directive as currently framed.

 
  
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  Guido Milana (S&D). - Signor Presidente, onorevoli colleghi, con il voto di oggi si è adottata la struttura del sistema comune d'asilo europeo, passo importante e innovativo rispetto alle articolazioni comunitarie dei singoli Stati membri. La dimensione del fenomeno dell'asilo necessita assolutamente di un sistema di gestione comune per la gestione delle domande e dei richiedenti, che nel 2012 sono state oltre 330.000, tale da garantire parità di trattamento in qualunque punto dell'approdo dell'Unione europea. Se da una parte si rimuove l’odiosa spina della direttiva sul rimpatrio, dall'altra il Parlamento poteva usare di più candidandosi a essere davvero al culla dei diritti umani a livello universale. Ha ragione comune il nostro collega Hidalgo quando sostiene che si è comunque mosso un passo verso pace e libertà.

 
  
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  Joseph Cuschieri (S&D). - Din id-direttiva approvata llum tgħin biex jitjieb il-livell ta' trattament tal-immigranti b'mod partikolari l-kundizzjonijiet ta' fejn jinżammu; kif wara kollox kull bniedem uman jixraqlu. Dan kulħadd jaqbel fuqu u Malta dejjem stmat lil kull persuna bid-dinjità li jixirqilha. Imma dak li ġie approvat illum mhuwiex biżżejjed. Mhux aċċettabbli aktar li Malta tibqa' terfa' waħedha l-problema tal-influss kontinwu ta' immigranti li jidħlu illegalment f'Malta sempliċiment għax tinsab ġeografikament fuq il-fruntiera bejn iż-żewġ kontinenti.

Sena ilu kont wissejt f'dan il-Parlament li din hi l-isfida tal-Ewropa kollha. Il-Patt Ewropew dwar l-Immigrazzjoni kien falliment, missu qatt ma sar u Malta missha qatt ma ffirmatu. Il-burden sharing volontarju, u mhux obbligatorju, ma ħadimx. L-Istati Membri fallew milli joffru volontarjament jerfgħu parti mill-piż kbir li qed ikollha terfa' Malta. Il-Maltin u l-Għawdxin qed jistennew li, b'sens ta' obbligu u f'ġieħ is-solidarjetà, l-Istati Membri jimxu pass 'il quddiem billi jiddaħħlu regoli stretti u li jkunu ġusti għal kulħadd, billi aktar Stati Membri għandhom jerfgħu parti akbar mir-responsabbiltà tal-isfida tal-immigrazzjoni b'mekkaniżmu li jorbot lil kulħadd u li jerfa' parti ġusta mill-piż kollu. Għandu, mingħajr aktar dewmien, jinħoloq l-imsemmi mekkaniżmu leġiżlattiv u effettiv.

 
  
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  Daniel Hannan (ECR). - Mr President, immigration and asylum policy have to rest on a measure of public consent. Most people accept that there is bound to be a measure of net inward migration into Western developed countries, but they want a sense of roughly whom they are admitting and roughly in what numbers. In the field of asylum policy, above all, they feel they have lost that sense because it is increasingly determined by human rights codes, by judges and by unaccountable bureaucracies. There are all sorts of cases of people who plainly have entered many Member States illegally on forged documents, but are then allowed to remain as asylum seekers because of some interpretation, some interpretive and expansive view taken by judges.

I would go in completely the opposite direction: instead of harmonising asylum processes across the EU, I would give each Interior Minister or Home Secretary a discretionary right to admit 1 000 people every year to their Member State. I would not pretend that it was anything other than discretionary, but that would be a way, it seems to me, of bringing this policy back within the orbit of public opinion.

 
  
 

Pisemne wyjaśnienia dotyczące głosowania

 
  
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  Luís Paulo Alves (S&D), por escrito. Aprovo o presente relatório, tendo em mente que o principal objetivo da Diretiva é assegurar os mais elevados parâmetros de dignidade para o tratamento de pessoas que buscam asilo, no que respeita a suas condições de acolhimento, de modo a garantir-lhes uma vida digna, em linha com o Direito Internacional. Aprovo igualmente a intenção desta Diretiva de harmonizar as políticas nacionais no que respeita a condições de acolhimento de modo a limitar o movimento de pessoas que buscam asilo entre Estados-Membros e diminuir os encargos administrativos.

 
  
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  Sophie Auconie (PPE), par écrit. – Antonio Masip Hidalgo a recommandé d'approuver la position du Conseil en première lecture pour ce texte qui vise à améliorer les conditions d'accueil des demandeurs d'asile en Europe et à aligner la législation de l'UE sur les standards européens en la matière. Le texte initial de la Commission propose notamment de faciliter l'accès à un emploi pour un demandeur d'asile et interdit la mise en détention d'une personne pour le motif unique que celle-ci cherche la protection internationale. Comme la majorité de mes collègues, j'ai approuvé cette recommandation.

 
  
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  Zigmantas Balčytis (S&D), raštu. − Balsavau už šį siūlymą dėl normų dėl tarptautinės apsaugos prašytojų priėmimo nustatymo. Šiuo siūlymu siekiama užtikrinti griežtesnius ir nuoseklesnius tarptautinės apsaugos suteikimo ir panaikinimo tvarkos reikalavimus, kuriais būtų užtikrinama, kad trečiųjų šalių piliečių arba asmenų be pilietybės apsaugos poreikiai būtų nagrinėjami tinkamai, pagal valstybių narių tarptautinius ir ES įsipareigojimus. Siūlymu nustatomos naujos Europos prieglobsčio taisyklės, kurios suvienodins prieglobsčio prašymo procedūrą, jų nagrinėjimo terminus, taip pat nustatys pagrindines prieglobsčio prašytojų teises ir leis išvengti krizių. Siūlymu siekiama padidinti sprendimų priėmimo veiksmingumą ir skatinti valstybes nares per pagrįstą laiką pateikti pagrįstus pirmosios instancijos sprendimus. Būtų sparčiau atskiriami prieglobsčio prašytojai ir kiti migrantai, kai jie atvyksta kartu, ir taip būtų racionaliau naudojami administraciniai ištekliai. Prieglobsčio srities darbuotojai įgis galimybę geriau nustatyti atvejus, kai prašymai nepagrįsti ir pateikti piktnaudžiaujant; taip pat turėtų sumažėti valstybių narių priėmimo išlaidos, joms turėtų būti lengviau iš teritorijos pašalinti prieglobsčio prašiusius, bet jo negavusius asmenis. Tikri pabėgėliai turės galimybę greičiau pasinaudoti jiems suteiktomis teisėmis.

 
  
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  Elena Băsescu (PPE), în scris. − Existenţa unui set de norme comune la nivelul Uniunii pentru acordarea de azil face parte din eforturile de creare a unui Spaţiu unic de libertate, securitate şi justiţie. Vreau să subliniez importanţa respectării termenelor de informare a solicitanţilor, dar şi de rezolvare a cererilor acestora. De asemenea, furnizarea informaţiilor trebuie să fie făcută într-o limbă pe care solicitanţii de azil o înţeleg. Totodată, consider importantă acordarea de asistenţă juridică şi medicală necondiţionată. În cazul în care se aplică măsura reţinerii solicitantului de azil, este nevoie ca minorilor neînsoţiţi să nu li se aplice o astfel de măsură. Nu în ultimul rând, dacă se acordă protecţie de către statul membru, atunci trebuie garantată integrarea azilantului în acel stat. Accesul la piaţa muncii, la servicii de educaţie sau formare profesională trebuie să fie prioritare.

 
  
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  Nora Berra (PPE), par écrit. – Les objectifs visés par le rapport sont de plusieurs ordres. Dans un premier temps, il s'agit d'assurer aux personnes demandant la protection internationale les meilleures conditions (accès au marché du travail, durée de traitement de la demande d'asile, détention et conditions de détention, etc. ) de traitement répondant aux normes internationales. Dans un deuxième temps, il s'agit de procéder à une harmonisation des règles d'accueil afin de limiter le phénomène de mouvement des personnes demandant la protection internationale à l'intérieur de l'UE pour bénéficier d'une meilleure protection. En raison des éléments avancés par le rapport, j'ai voté pour ce dernier.

 
  
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  Mario Borghezio (NI), per iscritto. − Le modifiche introdotte riguardano, in particolare, le garanzie per i richiedenti asilo in stato di trattenimento, le condizioni di accoglienza nei centri di trattenimento, i termini per l'accesso al mercato del lavoro, il livello dell'assistenza sanitaria fornita alle persone che hanno esigenze di accoglienza particolari e i meccanismi per identificare tali esigenze, l'accesso al sostegno materiale e, infine, anche gli obblighi di informazione destinati a garantire un migliore monitoraggio delle disposizioni fondamentali della direttiva. Se, da un lato, l'accesso all'occupazione potrebbe impedire l'esclusione dei richiedenti asilo dalla società ospite e promuoverne l'autosufficienza, è però evidente che tale disposizione si impatta con una realtà socio-economica dei Paesi di approdo dei richiedenti asilo estremamente precaria. Si vuole, forse, ignorare questa dura realtà?

 
  
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  John Bufton (EFD), in writing. − Against. While the UK would not be bound by this new directive, I voted against it as the Parliament’s claim that it aims to ban the ‘unnecessary and disproportionate’ documentation requirements for asylum-seekers to obtain benefits is essentially shorthand for the fact that asylum-seekers would be granted access to employment after having waited nine months for a first-instance decision, instead of the 12 months at present.

 
  
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  Françoise Castex (S&D), par écrit. – J'ai voté en faveur du "paquet asile" qui, même s'il ne remplit pas toutes les attentes du groupe socialiste, permet de moderniser et de rendre plus justes les règles relatives au droit d'asile en Europe. Nous enjoignons désormais au Conseil à renoncer à sa vision comptable de l'asile et à adopter des règles minimales applicables dans toutes l'Europe. Le système actuel est injuste pour les demandeurs d'asile, dans la mesure où la chance que leur demande a d'aboutir varie considérablement en fonction du pays dans lequel elle est déposée. Par ailleurs, les conditions d'accueil et de traitement des demandes sont parfois indignes des valeurs que l'Europe défend. Les textes adoptés par le Parlement européen permettent une première amélioration en créant des normes communes. Je souhaite mentionner en particulier: - la fixation d'un délai de 6 mois pour l'examen des demandes, et le droit à un recours effectif, - le meilleur accès à l'information pour les demandeurs, - le renforcement des droits des mineurs non accompagnés et des personnes les plus vulnérables.

 
  
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  Carlos Coelho (PPE), por escrito. Esta iniciativa faz parte do pacote de propostas que visam estabelecer um sistema europeu comum de asilo. Pretende alterar a Diretiva de 2003, de forma a assegurar um nível mais elevado de tratamento dos requerentes de asilo e harmonizando as condições de receção, procurando evitar o fenómeno dos movimentos secundários gerados pela existência de políticas de receção divergentes entre Estados-Membros. Altera ainda o seu âmbito de aplicação de forma a incluir os requerentes de proteção subsidiária. Estabelece um conjunto de princípios comuns, ao nível da delimitação das razões para detenção, que deverá ser excecional e respeitar o princípio da necessidade e proporcionalidade, numa avaliação caso a caso; das condições de detenção (deverão ser colocados em estabelecimentos de detenção específicos, salvo raras exceções que deverão salvaguardar, no entanto, um determinado número de condições. A detenção de menores só será feita em último recurso e por um reduzido período de tempo, no caso de estarem desacompanhados só o poderão ser em casos muito excecionais e nunca em prisões); de garantia de uma maior flexibilidade em relação ao seu acesso ao mercado de trabalho. Este foi o acordo possível no sentido de tentar harmonizar as regras de tratamento e receção dos requerentes de asilo, procurando alinhá-las com as regras e princípios básicos de direitos humanos.

 
  
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  Anna Maria Corazza Bildt (PPE), in writing. − I voted in favour of the directive laying down common standards for the reception conditions of asylum seekers. The new rules will provide higher and more harmonised standards of living for applicants of international protection across the EU, irrespective of which Member State in which the application was made. I am particularly happy about the new rules concerning the special reception needs for vulnerable persons such unaccompanied minors and victims of torture. This new directive, together with the other instruments of the asylum package, is an historic step forward to increase the protection of asylum seekers and refugees in Europe and to provide consistency, legal certainty and humanity dignity across the EU.

 
  
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  Rachida Dati (PPE), par écrit. – J'ai voté en faveur d'une nouvelle structure pour la politique européenne d'asile. Ce texte introduit des règles communes de traitement des demandes et assure des droits minimum aux demandeurs d'asile entrant dans l'Union. Plus de lisibilité et de simplicité, c'est une évidence si nous voulons vraiment aider ceux qui en ont le plus besoin et sont dans une situation d'urgence et de détresse. Un système plus efficace, c'est aussi et surtout un système mieux capable de gérer correctement le flux des demandes et apte à garantir que l'ensemble des règles et critères que nous posons soient respectés.

 
  
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  Christine De Veyrac (PPE), par écrit. – J'ai voté pour ce texte en ce qu'il permet une clarification et un renforcement des normes d'accueil des demandeurs d'asile à l'échelle européenne. En effet, ce texte met en place des normes minimales d'accueil afin que les demandeurs puissent vivre dignement, et de manière égale dans chaque Etat membre. Cette mesure met en place un système de solidarité clair et raisonnable, et permettra à l'UE de s'affirmer dans son rôle de défenseurs des droits humains.

 
  
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  Ioan Enciu (S&D), în scris. − Am votat în favoarea acestui raport, întrucât cred că reprezintă un mare progres faţă de regulile existente. Noul pachet agreat de Parlament şi de Consiliu aduce nişte ameliorări importante atât în ceea ce priveşte procedurile, cât şi condiţiile de recepţie şi de examinare a solicitărilor de azil. Noua Directivă agreată de Parlamentul European şi de Consiliu stabileşte un regim de protecţie a solicitanţilor de azil prin care drepturile acestora vor fi mai bine protejate, inclusiv în ceea ce priveşte detenţia, care se va aplica doar în ultim resort şi în condiţii mai umane. Subliniez, totuşi, că legislaţia existentă nu a fost niciodată problema principală a sistemului european de azil, ci, mai degrabă, aplicarea sa incorectă de către statele membre. De aceea, Comisia trebuie să asigure o monitorizare atentă a implementării viitoarei legislaţii privind azilul.

 
  
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  Jill Evans (Verts/ALE), in writing. − I voted against the report on the minimum standards for the reception of asylum seekers. The Common European Asylum System is a package of different measures and, even after five years of negotiation, the overall result is disappointing and the system has not improved. It is important to my constituents in Wales, as it is to countries throughout the EU, to address this crucial issue that is under so much scrutiny at the moment. We have a duty to offer protection to those that are fleeing persecution and ensure that there are high standards for the way in which applications are treated.

 
  
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  Diogo Feio (PPE), por escrito. Mandam os mais elementares princípios de humanidade que a União Europeia procure acolher os requerentes de asilo com respeito e preocupação pelo seu bem-estar e que adote padrões elevados nesse acolhimento a quem dele necessita. A máxima faz aos outros o que gostarias que te fizessem tem aqui aplicação cabal. Não obstante, são sobejamente conhecidas as dificuldades práticas na triagem daqueles que efetivamente têm direito a asilo e os que recorrem a esta figura para abandonarem os respetivos países sem que aí corressem qualquer risco específico. O acolhimento indiscriminado de todos aqueles que solicitassem entrada na União Europeia colocaria os sistemas de segurança social ainda sobre mais tensão e acarretaria a imediata titularidade de direitos a uma série de prestações sociais a quem não contribuiu para os sistemas nem se enquadrava nas respetivas comunidades nacionais. Todas estas questões e a sua seriedade impõem necessariamente a obrigação de que, não esquecendo a humanidade devida a quem pede asilo que desde logo invoquei, a concessão de asilo obedeça a requisitos rigorosos e evite generalizações abusivas e fraudulentas.

 
  
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  João Ferreira (GUE/NGL), por escrito. Este relatório altera a proposta de diretiva que estabelece as condições mínimas para o acolhimento dos requerentes de asilo, nomeadamente em relação à habitação, educação e saúde, apoios financeiros, liberdade de movimento e acesso ao trabalho. O texto também inclui disposições relativas à proteção de pessoas vulneráveis como menores, menores não acompanhados, mulheres grávidas e vítimas de tortura e violência. As alterações introduzidas por este relatório não nos satisfazem. O relatório fica aquém de uma muito necessária melhoria das condições proporcionadas aos requerentes de proteção internacional. Não é evitada uma certa visão que encara os imigrantes, em geral, como abusadores ou mesmo delinquentes potenciais. Continuam a ser muitas as possibilidades para deter os requerentes de asilo, incluindo em instalações prisionais, não havendo proibição de detenção de menores não acompanhados. Os níveis de apoio financeiro fornecidos são muito insuficientes, o acesso ao emprego pode ser adiado e as pessoas vulneráveis não são adequadamente consideradas.

 
  
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  Carlo Fidanza (PPE), per iscritto. − Tutti i Paesi dell’UE sono vincolati dal regolamento di Dublino. L’applicazione di tale regolamento ha come conseguenza che alcuni Paesi, tra cui l’Italia, debbano trattare un numero di domande di asilo che supera le loro capacità. L'Italia, con Malta e Grecia, è la nazione di ‘primo arrivo’ più scelta da chi richiede asilo e vi arriva per mare. Riterrei opportuno, quindi, istituire all’interno del regolamento una clausola di salvaguardia dei Paesi di ‘primo arrivo’ più penalizzati, per garantire anche maggiore sicurezza ai Paesi che accolgono. Infatti, solo in Italia nel 2012 sono state prese 22.160 decisioni, di queste, 8.260 persone hanno ottenuto una forma di protezione, mentre i restanti 13.900 richiedenti asilo hanno ottenuto il diniego. Con quali criteri vengono prese tali decisioni? Le inevitabili lungaggini burocratiche dovute ai rimpalli da un Paese a un altro creano ancor più confusione lasciando fuori dai Paesi UE brava gente a scapito di gente pericolosa. La mancata revisione della clausola di solidarietà del regolamento da parte dei Paesi UE in un’ottica di reale condivisione degli oneri -‘burden sharing’ - dimostra la poca, per non dire inesistente, solidarietà tra Stati che dovrebbe essere il presupposto per la creazione di un sistema europeo veramente comune.

 
  
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  Monika Flašíková Beňová (S&D), písomne. − V roku 2012 bolo v EÚ zaregistrovaných približne 330 000 žiadostí o azyl. Právo na azyl stanovuje článok 18 Charty základných práv Európskej únie v zmysle Ženevského dohovoru z 28. júla 1951 a Protokolu z 31. januára 1967 o právnom postavení utečencov. Právo na azyl teda patrí medzi základné práva. Európska únia je spoločenstvom hodnôt, medzi ktoré predsa patrí najmä rešpektovanie a ochrana základných práv. Každý jeden demokratický štát musí právo na azyl uznávať a rešpektovať. Musíme mať nevyhnutne určené minimálne štandardy, ktoré musia všetky členské štáty dodržiavať.

 
  
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  Lorenzo Fontana (EFD), per iscritto. − La proposta mira a modificare le garanzie a tutela dei richiedenti asilo che si trovino nei centri di accoglienza. Cerca inoltre di migliorare l'accesso al mondo del lavoro e il livello di assistenza medica. Si sottolinea che agevolare l'occupazione degli stranieri comporta effetti positivi non solo per questi ultimi, ma anche per lo Stato ospitante. Vengono tipizzate le cause che comportano il trattenimento della persona e si afferma che nessuno può essere trattenuto per il solo fatto di chiedere protezione internazionale. Non si possono, inoltre, imporre restrizioni allo spostamento. Esprimo quindi voto contrario alla relazione.

 
  
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  Kinga Gál (PPE), írásban. − A több éve húzódó folyamat végére tett pontot a mai szavazás, hiszen az egymással is összefüggő menekültügyi jelentések a Közös Európai Menekültügyi Rendszert teszik teljessé.

Az eredmény a jelentéstevők és az elmúlt évek uniós elnökségei, köztük a magyar elnökség erőfeszítéseinek köszönhető, akik munkájukkal hozzájárultak ahhoz, hogy a felek számára elfogadható kompromisszumok jöhessenek létre.

A befogadási irányelv módosításának köszönhetően egy egyszerűbb és átfogóbb rendszer jön létre (összhangban a többi elfogadott közösségi vívmánnyal) arra vonatkozóan, hogy milyen feltételeket kell biztosítani egy menekült számára a státusz „elnyerését” követőn. Az irányelv továbbra is szem előtt tartja a menekültkérők alapvető jogainak megfelelő védelmét is.

Fontos, hogy a módosítás jobb lehetőséget nyújt a tagállamok számára, hogy orvosolják a befogadási rendszereiket érintő esetleges visszaéléseket. Az irányelv elfogadása kapcsán külön kiemelendő a kiskorúakra és a kísérő nélkül utazó gyerekekre vonatkozó megközelítés is, amelynek köszönhetően a menekült gyerekek jobb védelmet kapnak, érdekeik szem előtt tartása az eljárás egészét meghatározza.

 
  
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  Ildikó Gáll-Pelcz (PPE), írásban. − Az Európai Uniónak mint szervezetnek egyik alappillére az emberi jogok tiszteletben tartása. Kötelessége, hogy garantálja a menedékkérők számára a tisztességes és méltányos eljárást.

Az előadóhoz hasonlóan támogatom a Bizottságnak azt a szándékát, hogy a menedékkérőknek minden tagállamban biztosítva legyen a szükséges színvonalú ellátás, és sajnálatosnak tartom, hogy a korábbi irányelv alkalmazása nem volt túl sikeres.

Rendkívül fontosnak tartom a fogvatartással kapcsolatos elvárásokat, ennek a kérdésnek a rendezése az egyik leglényegesebb a menekültüggyel kapcsolatban. A jogi segítségnyújtás szintén fontos eleme a szabályozásnak. Jogállami keretek között elképzelhetetlen, hogy a menekültek ne kapják meg a megfelelő jogi segítséget.

Véleményem szerint a jelentés kellően átfogóan és kellő részletességgel határozza meg a menekültek kezelésével kapcsolatos elvárásokat. Azt remélem, hogy ennek az irányelvnek a végrehajtása már hatékonyabb lesz, mint a korábbié.

 
  
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  Nathalie Griesbeck (ALDE), par écrit. – Après plus de quatre années de négociations rudes avec le Conseil, ce vote sur les 4 dossiers restant du Paquet Asile marque une avancée remarquable et donne enfin le feu vert à la mise en place d'un véritable régime d'asile européen. Le nouveau système prévoit des délais communs pour le traitement des demandes d’asile, des règles plus strictes concernant la formation du personnel, un meilleur accès à l'information, un meilleur encadrement du placement en détention, la généralisation du recours suspensif, des réponses adaptées aux personnes vulnérables, comme les victimes de torture ou encore les mineurs non accompagnés, etc. - autant d'améliorations qui permettront de répondre aux défaillances constatées et d'aller plus loin dans le processus d'harmonisation en matière d'asile. Si je déplore que nous ne soyons pas parvenus à une réforme encore plus ambitieuse et protectrice (car plusieurs points ont été perdus lors des négociations avec les Etats), je me félicite de ces votes qui marquent une avancée historique! Il faudra désormais être vigilant quant à la transposition de ces règlements et directives et quant à l’application effective de ces droits des demandeurs de protection internationale. Car nous avons le devoir d'accueillir ces personnes au sein de l'Union européenne, en respectant leur dignité et les droits fondamentaux

 
  
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  Sylvie Guillaume (S&D), par écrit. – Je me suis prononcée en faveur de la révision de la directive sur les conditions d'accueil. Aujourd'hui, les conditions d'accueil et de vie des demandeurs d'asile sont extrêmement disparates en Europe, il était donc indispensable de procéder à une réforme de la législation en vigueur. A l'issue des discussions, le texte approuvé n'est pas aussi ambitieux que le Parlement l'avait espéré et défendu auprès du Conseil. Mais face aux fortes oppositions des États, nous avons réussi à faire pencher la balance du côté d'une harmonisation à la hausse des normes de protection. La directive révisée introduit des règles claires sur le placement en rétention et les conditions applicables. Le vide juridique qui perdurait jusqu'à présent a permis à certains États d'avoir des pratiques tout à fait scandaleuses en matière de détention. Outre ce meilleur cadrage sur la détention, la directive amendée établit qu'il incombera désormais aux États d'identifier les personnes vulnérables, de déterminer la nature de leurs besoins et d'y satisfaire dans leur régime d'accueil. Ceci étant dit, il nous faudra être particulièrement vigilant à la transposition de la directive amendée au niveau national afin de contrôler qu'aucune interprétation abusive ou incorrecte de ces dispositions n'est mise en œuvre.

 
  
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  Brice Hortefeux (PPE), par écrit. – Le Parlement européen a adopté mercredi 12 juin le paquet asile, cinq ans après le Pacte européen sur l'immigration et l'asile que j'avais proposé et défendu sous la Présidence française et qui fut adopté par le Conseil européen du mois d'octobre 2008. Nous avions alors reconnu que les migrations internationales pouvaient être une chance dans le cadre d'une approche globale mais qu'une immigration mal maîtrisée pouvait porter atteinte à la cohésion sociale des pays de destination qui n'étaient pas toujours bien armés face à des flux croissants de migrants, parmi lesquels les demandeurs d'asile. La France est le deuxième pays à recevoir des demandes d'asile en Europe avec plus de 60 000 demandes en 2012. Ce n'est pas un phénomène mineur. C'est pourquoi je souhaite que les normes qui ont été retenues soient équilibrées et compatibles avec les capacités d'évolution de nos systèmes nationaux d'asile. Le fonctionnement efficace de notre système et la meilleure coopération européenne possible ne serviront pas uniquement l'intérêt de nos Etats mais aussi celui des demandeurs d'asile pour lesquels les normes minimales d'accueil se trouvent désormais clarifiées.

 
  
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  Juozas Imbrasas (EFD), raštu. − Pritariau pasiūlymui, nes juo iš dalies keičiama 2003 m. Priėmimo sąlygų direktyva, nustatanti minimalias normas dėl prieglobsčio prašytojų priėmimo, ir siekiama užtikrinti tobulesnes ir labiau suderintas elgesio normas. Visų pirma jame nagrinėjamas sulaikymo priežasčių klausimas ir pateikiamas išsamus taisyklių ir garantijų sąrašas. Sustiprinama teisė į darbą, materialinę paramą, sveikatos priežiūrą, teisinę pagalbą, nelydimiems nepilnamečiams numatomos geresnės galimybės būti atstovaujamiems, nustatomi specialūs poreikiai ir supaprastinamas Komisijos vaidmuo prižiūrint įgyvendinimą.

 
  
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  Lívia Járóka (PPE), in writing. − I would like to welcome this report aiming at the better harmonisation of protection under the Common European Asylum System, with special regard to the objective of providing higher standards of treatment for asylum seekers in reception. The provisions laid out in this proposal – e.g. those regarding persons with special needs, establishing the opportunity to contact social workers and religious visitors, or providing free legal assistance – represent an important step forward in the asylum package, harmonising national rules on reception conditions in line with international law. It is very important that according to the new rules Member State authorities must rapidly direct victims of torture to a care centre that is appropriate to their situation. The proposal also contains a guarantee for the access of minor asylum seekers to education and for unaccompanied minors to be supervised by legal guardians who advise and protect the child as well as ensure that all decisions are taken in the child’s best legal, social, health, psychological, material and educational interests.

 
  
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  Philippe Juvin (PPE), par écrit. – J'ai soutenu la recommandation de mon collègue Antonio Masip Hidalgo lors de la séance plénière du 12 juin. Cette recommandation portait sur l'élévation des normes de traitement pour les conditions d’accueil des demandeurs d'asile. Elle portait également sur l'harmonisation des règles nationales sur ces conditions d'accueil afin de limiter les mouvements de demandeurs d'asile entre les Etats membres. Bien que le rapport initial fût quelque peu irréaliste, les compromis trouvés ultérieurement étaient pleinement satisfaisants et je me réjouis de l'adoption de ce texte par le Parlement.

 
  
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  Agnès Le Brun (PPE), par écrit. – En moyenne, l'Union européenne doit faire face à environ 300 000 demandes d'asile par an et ce nombre ne cesse de croître d'année en année. Il est alors nécessaire d'établir une législation commune et effective concernant l'accueil des demandeurs de protection internationale. Je me suis prononcée en faveur de ce texte car il vise à mettre en place des standards minimaux d'accueil des demandeurs d'asile partout dans l'Union européenne afin de leur garantir un niveau de vie digne tout en évitant le phénomène d'asile-shopping ainsi que des charges administratives trop lourdes pour les Etats membres.

 
  
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  Constance Le Grip (PPE), par écrit. – Mercredi, j'ai voté pour l’établissement d’une politique d’asile européenne. Celle-ci prévoit des normes communes à tous les Etats membres en matière de traitement des demandeurs d’asile entrant dans l’Union européenne. Ces règles harmonisées devraient améliorer la gestion des flux aux frontières de l’Union, en évitant les abus liés à des systèmes nationaux divergents. Ainsi, tenant compte des difficultés rencontrées par plusieurs Etats membres lors des afflux massifs de migrants durant ce que l’on a appelé le « printemps arabe », le Parlement européen, dans la droite ligne du Pacte européen pour l’asile et l’immigration, initié par Brice Hortefeux, sous présidence française de l’Union européenne, prend ses responsabilités.

 
  
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  Monica Luisa Macovei (PPE), în scris. − În anul 2012, în UE s-au primit circa 300 000 de cereri pentru azil (protecţie internaţională), cu 7,8% mai mult decât în anul precedent. Există însă diferenţe mari între nivelul de asistenţă pe care o acordă statele membre, diferenţe pe care această Directiva încearcă să le reducă. O prevedere importantă este cea privind reducerea perioadei în care azilanţii nu au acces la piaţa muncii. Directiva o reduce de la 12 la 9 luni. Statele membre decid în continuare condiţiile în care solicitanţii de protecţie internaţională primesc dreptul de muncă, însă trebuie să le asigure un acces efectiv la piaţa muncii. De asemenea, susţin această Directivă pentru că permite accesul solicitanţilor de azil la sistemul de educaţie în maximum 3 luni de la depunerea cererii şi garantează accesul la sistemul de sănătate. Astfel, este asigurat un tratament decent şi demn solicitanţilor de protecţie internaţională în statul membru unde a fost depusă cererea.

 
  
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  David Martin (S&D), in writing. − I welcome this recast proposal for laying down standards for the reception of applicants for international protection.

 
  
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  Véronique Mathieu Houillon (PPE), par écrit. – L'adoption du paquet asile nous permet d'avoir d'avoir des règles communes pour garantir un traitement décent des demandeurs d'asile tout en mettant en place des règles claires pour prévenir et dissuader les abus de notre système d'asile. Ces normes communes nous garantissent un traitement digne de chaque demandeur d'asile partout en Europe. Mais ce socle commun nous permet également de mieux lutter contre l' « asylum shopping », pratique consistant à choisir le pays dont les conditions d'accueil sont les plus favorables pour déposer une demande d'asile. En uniformisant les conditions d'accueil, nous prévenons de telles pratiques.

 
  
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  Nuno Melo (PPE), por escrito. Com esta proposta pretende-se reformular a Diretiva 2003/9/CE do Conselho, de 27 de janeiro de 2003, que estabelece normas mínimas em matéria de acolhimento dos requerentes de asilo nos Estados-Membros. O relatório de avaliação da Comissão sobre a aplicação da diretiva relativa às condições de acolhimento nos Estados-Membros, identificou uma série de deficiências relativas ao nível das condições de acolhimento dos requerentes de asilo, que decorrem principalmente do facto de a diretiva dar aos Estados-Membros ampla margem de manobra no que se refere ao estabelecimento destas condições a nível nacional. O objetivo da alteração desta diretiva é o de garantir normas de tratamento mais exigentes e uniformes no domínio das condições de acolhimento dos requerentes de asilo durante a segunda fase de aplicação do Sistema Europeu Comum de Asilo (SECA). Daí o meu voto favorável.

 
  
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  Alexander Mirsky (S&D), in writing. − In my view, a clear and necessary objective of the directive is to ensure higher standards of treatment for asylum seekers with regard to reception conditions that guarantee a dignified standard of living, in line with international law. It also harmonises national rules on reception conditions in order to limit the secondary movements of asylum seekers between Member States, and it lessens the administrative burden. Therefore, I voted in favour.

 
  
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  Andreas Mölzer (NI), schriftlich. Die „Richtlinie über Aufnahmebedingungen“, die Richtlinie 2003/9/EG vom 27. Januar 2003 zur Festlegung von Mindestnormen für die Aufnahme von Asylbewerbern in den Mitgliedstaaten soll neugefasst werden. Die Kommission kritisiert, die ursprüngliche Richtlinie würde derzeit den Mitgliedstaaten bei der Festlegung der im Rahmen der Aufnahme gewährten Vorteile auf nationaler Ebene einen großen Ermessensspielraum einräumen. Gerade angesichts der unterschiedlich starken Ausprägungen der Sozialsysteme ist dies indes vor allem in Zeiten der Finanz- und Wirtschaftskrise essentiell, um ein imminentes Zusammenbrechen selbiger zu verhindern. Die Entscheidung über die Höhe und das Ausmaß von Unterstützungen für Asylantragsteller ist ebenso wie die Entscheidung hinsichtlich der Erfüllung entsprechender Voraussetzungen ureigene nationale Kompetenz. Die EU darf diese nicht über die Hintertüre an sich reißen und wichtige bisherige Grundsätze, die den Asyltourismus verhindern sollen, aufweichen. Der vorliegende Vorschlag ist deshalb strikt abzulehnen.

 
  
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  Claudio Morganti (EFD), per iscritto. − È sicuramente giusto e doveroso fornire protezione e rifugio ai cittadini che fuggono da situazioni di crisi e scenari di guerra, ma purtroppo dietro a questi si nascondo a volte anche traffici di esseri umani causati da gente senza scrupoli, pronta ad arricchirsi sulle spalle della gente in difficoltà. Bisogna quindi distinguere accuratamente tra coloro che sono in reale pericolo di vita e colore che invece vogliono introdursi in Europa per altri scopi, che possono essere più o meno legittimi, ma per i quali valgono regole ben differenti. Mi domando però se non sia utopistico promettere ai richiedenti asilo alcune garanzie che purtroppo non hanno nemmeno i nostri connazionali: mi riferisco ad esempio all'alloggio e al lavoro, diritti che sono diventati sogni anche per migliaia di italiani. Ben vengano quindi tutele e garanzie, ma nelle giuste misure e considerando l'intero quadro complessivo della realtà attuale.

 
  
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  Elisabeth Morin-Chartier (PPE), par écrit. – Le rapport proposé par Mr Hidalgo donne précisément les conditions d’accueil pour les demandeurs d’asile. Le rapport propose une augmentation des fonds européens pour les États membres qui ont à gérer des arrivées importantes, qui font peser des pressions disproportionnées de demandeurs d’asile sur leurs services d’accueil. Ce rapport prévoit aussi d’unifier les règles européennes en la matière, ce qui est tout à fait conforme au souhait du Parlement européen. Je suis donc toute disposée à ce que ce rapport poursuive sa route jusqu’à son application, c’est pour cela que j’ai donné une direction positive à mon vote.

 
  
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  Younous Omarjee (GUE/NGL), par écrit. – Si ce texte a pour but d' « établir des normes plus harmonisées et plus humaines pour l'accueil et le traitement des demandeurs d'asile par les États membres de l'Union européenne », il en est cependant très loin.

Au contraire, en légiférant sur les conditions et motifs de rétention, ce rapport accepte et légitime l'enfermement comme mode de gestion des personnes demandant refuge dans l'Union européenne.

Il banalise ainsi l'enfermement dans des centres et des prisons des demandeurs de protection internationale, parmi lesquelles se trouvent des mineurs et des personnes en situation de grande détresse, particulièrement vulnérables.

Pour ma part, je plaide pour humaniser les conditions d’accueil des demandeurs d’asile. La demande d'asile est un droit, et il est particulièrement choquant qu'un individu soit privé de sa liberté, au seul motif qu'il demande une protection internationale. Je m'oppose donc à ce rapport.

 
  
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  Rolandas Paksas (EFD), raštu. − Pritariu pateiktam direktyvos projektui. Tai yra žingsnis į priekį siekiant efektyviai funkcionuojančios bendros Europos prieglobsčio sistemos. Pažymėtina, kad naujasis reguliavimas turi būti pagrįstas valstybių narių solidarumo ir teisingo atsakomybės, įskaitant finansinę naštą, pasidalijimo principais. Visoje ES būtų taikomas vienodas asmenų, kuriems suteikta tarptautinė apsauga, statusas ir lygiateisės priėmimo sąlygos. Pagalbos prašytojams turi būti taikomi aukšti apsaugos standartais ir teisingos bei veiksmingos procedūros. Kiekviena valstybė narė turėtų užtikrinti reikalingą materialinės pagalbos lygį, aukštas ir vienodas elgesio sąlygas, taip pat garantuoti orumo nežeminantį gyvenimo lygį. Ypatingas dėmesys turi būti skiriamas vaiko gerovės ir šeimos vienovės svarbos principų įgyvendinimui.

 
  
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  Maria do Céu Patrão Neves (PPE), por escrito. A proposta altera a Diretiva Condições de Acolhimento, de 2003, que estabelece normas mínimas em matéria de acolhimento dos requerentes de asilo, e tem por objetivo garantir normas de tratamento melhores e mais harmonizadas. Em especial, aborda a questão das razões para a detenção e inclui uma lista extensiva de regras e garantias. Sublinha o acesso ao emprego, ao apoio material, aos cuidados de saúde, e à assistência judiciária, à disponibilidade de representação dos menores não acompanhados, à identificação de necessidades especiais, bem como à facilitação do papel da Comissão no acompanhamento da execução. Havendo finalmente consenso entre o Parlamento Europeu e o Conselho em matérias importantes como condições materiais de acolhimento e cuidados de saúde, votei favoravelmente a presente proposta.

 
  
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  Paulo Rangel (PPE), por escrito. A diretiva do Parlamento Europeu e do Conselho pretende assegurar elevados padrões de tratamento dos requerentes de asilo, no que diz respeito às condições de acolhimento que permitam um nível de vida digno, de acordo com o direito internacional. Esta proposta faz parte de um primeiro pacote de propostas que visam garantir um maior grau de harmonização e melhores condições de proteção para o Sistema Europeu Comum de Asilo (SECA). A proposta inicial da Comissão prevê disposições relativas ao acesso facilitado ao emprego para os requerentes de asilo, ao garante de condições materiais de acolhimento (ao nível da assistência social concedida aos nacionais), e ao princípio subjacente de que nenhum requerente de asilo deve ser mantido em detenção pelo simples estatuto da sua condição. Votei favoravelmente por concordar com a proposta, com as modificações introduzidas pelo Parlamento, que clarificam e flexibilizam as normas de acolhimento, de modo a facilitar a sua transposição para os sistemas jurídicos nacionais, mantendo, ao mesmo tempo, os elementos-chave da proposta de 2008.

 
  
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  Licia Ronzulli (PPE), per iscritto. − Il nuovo sistema europeo di asilo stabilisce procedure comuni per la gestione delle domande e diritti di base per i richiedenti che arrivano nell'UE. Da adesso il regime europeo comune bloccherà anche i trasferimenti di richiedenti asilo verso gli Stati membri che non sono in grado di garantire loro condizioni di vita dignitose.

 
  
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  Marie-Thérèse Sanchez-Schmid (PPE), par écrit. – 330 000 demandes d'asile ont été enregistrées dans l'Union en 2012. Pour faire face à ces demandes, j'ai voté en faveur des nouvelles règles proposées dans ce rapport, qui demande un traitement plus humain mais aussi des mesures plus rigoureuses dans la gestion des dossiers. Ces règles prévoient des délais communs de procédures de demandes d'asile qui ne devront pas durer plus de six mois, ou encore des droits à minima pour les demandeurs, en matière de logement et d'allocations de subsistance et de santé. En cas de doute sur l'âge d'un jeune isolé, ce dernier sera considéré comme mineur, pour lui permettre de disposer d'un représentant qui l'accompagne dans ses démarches. En revanche, il sera permis de garder en détention les demandeurs sous certaines conditions, notamment lorsqu'un risque de fuite existe. Enfin, pour lutter contre le crime organisé, la police pourra avoir accès au fichier Eurodac qui stocke les empreintes digitales des demandeurs d'asile âgés de plus de 14 ans et des migrants irréguliers appréhendés sur le territoire d'un Etat-membre ou lors du franchissement d'une frontière. L'Europe pourra ainsi défendre ses valeurs humanistes tout en protégeant ses citoyens d'une immigration incontrôlée.

 
  
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  Catherine Stihler (S&D), in writing. − I voted for this report as it provides for a fairer and better system of asylum decisions across the EU.

 
  
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  Marc Tarabella (S&D), par écrit. – Je ne suis pas totalement en accord avec le texte relatif à la position du Conseil en première lecture en vue de l'adoption de la directive du Parlement européen et du Conseil établissant des normes pour l'accueil des personnes demandant la protection internationale. Néanmoins, il comporte des avancées. Nous approuvons donc la position du Conseil en première lecture

 
  
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  Nuno Teixeira (PPE), por escrito. Este relatório faz parte do Pacote de Asilo que pretende harmonizar e melhorar os critérios de proteção dentro do Sistema Europeu Comum de Asilo. Este documento, em particular, tem o objetivo de uniformizar as condições de receção dos requerentes de asilo, de forma a lhes proporcionar condições de vida dignas e de reduzir o fenómeno de movimentos secundários entre Estados-membros. Gostaria de sublinhar importantes alterações apresentadas por esta proposta, nomeadamente o acesso ao mercado laboral, o acesso à educação no caso de menores, e a similaridade nas condições de receção no que diz respeito ao nível de assistência social oferecidas aos nacionais. Apesar de a política de imigração da União estar revestida de interesses nacionais, este documento aponta o acordo possível entre os 27 Estados-membros. Por estas razões, voto a favor do relatório.

 
  
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  Γεώργιος Τούσσας (GUE/NGL), γραπτώς. – Το ΚΚΕ καταψηφίζει τις οδηγίες και τους κανονισμούς που συγκροτούν το λεγόμενο "Σύστημα Ασύλου" της ΕΕ, γιατί κάνουν ακόμη πιο σκληρή την αντιμεταναστευτική πολιτική της. Περιορίζονται ασφυκτικά τα δικαιώματα των προσφύγων και των μεταναστών και γίνονται ακόμη αυστηρότερες οι προϋποθέσεις χορήγησης ασύλου. Ο κανονισμός "Δουβλίνο ΙΙ" παραμένει σε ισχύ, κρατώντας εγκλωβισμένο στις χώρες εισόδου ένα πολύ μεγάλο αριθμό μεταναστών που θέλουν να μετακινηθούν σε άλλες χώρες της ΕΕ.

Με την αναβάθμιση της ηλεκτρονικής βάσης δακτυλικών αποτυπωμάτων "Eurodack" φακελώνονται όλοι οι μετανάστες και οι πρόσφυγες σε όλα τα κράτη μέλη της ΕΕ. Τα προσωπικά δεδομένα τους καθίστανται διαθέσιμα στις εθνικές αστυνομικές αρχές και την "Europol", δημιουργείται ένας γιγάντιος ευρωενωσιακός μηχανισμός παρακολούθησης και καταστολής σε βάρος των μεταναστών.

Σε μία περίοδο που ο ιμπεριαλισμός γίνεται επιθετικότερος, οι ιμπεριαλιστικές επεμβάσεις ΕΕ-ΗΠΑ-ΝΑΤΟ ξεριζώνουν εκατομμύρια ανθρώπους από τις χώρες τους που προσπαθούν απελπισμένα να επιβιώσουν, και η ΕΕ αναβαθμίζει τους κατασταλτικούς μηχανισμούς έτσι ώστε - και από κοινού με τις κυβερνήσεις στα κράτη μέλη της - να ανοιγοκλείνουν την στρόφιγγα της εισόδου μεταναστών ανάλογα με τις ανάγκες των μονοπωλίων για πάμφθηνη ξένη εργατική δύναμη και την ένταση της εκμετάλλευσης της εργατικής τάξης στο σύνολό της.

 
  
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  Thomas Ulmer (PPE), schriftlich. Ich habe dem Bericht zugestimmt, weil endlich eine Mindestvereinheitlichung für Asylbewerber in Angriff genommen wird. Es geht nicht darum, Asylbewerber abzulehnen, sondern in allen Ländern eine gleiche oder ähnliche Empfangskultur zu entwickeln und die Lebensbedingungen für die Asylbewerber so zu vereinheitlichen, dass es in der Union keine bevorzugten Länder gibt.

 
  
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  Derek Vaughan (S&D), in writing. − I voted in favour of this resolution, which will ensure that a fairer and more harmonised system will be put in place to protect asylum seekers in EU Member States. Under current EU law it is not required to make a decision regarding an asylum seeker’s application within a specific timeframe, leaving applicants vulnerable to long-term insecurity. This new package will change this system, implementing a new six-month deadline for handling applications, which will also help resolve disparities between different frameworks across the Member States. Furthermore, these new regulations will ensure that asylum seekers cannot be transferred to EU Member States where they may be at risk of being treated in a degrading manner. Reform of EU asylum rules is essential and this legislative package will lead to a fairer and better system, with a sharper focus on the human rights of asylum seekers.

 
  
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  Bernadette Vergnaud (S&D), par écrit. – Je suis très satisfaite du résultat du vote sur le système européen d'asile, qui crée un véritable régime commun à tous les Etats membres. La législation antérieure était souvent qualifiée de "loterie de l'asile". En effet, selon la nationalité du demandeur d'asile et selon l'Etat où la demande était déposée, les chances de reconnaissance du droit d'asile variaient de 1 à 90 %. Nous avons créé un délai maximum de 6 mois pour examiner les demandes d'asile alors qu'il n'y en avait pas auparavant. Les administrations ne pourront donc plus se réfugier dans le silence et refuser de répondre à une demande d'asile. De plus, les demandeurs d'asile vulnérables comme les mineurs non accompagnés, les femmes enceintes ou les victimes de torture seront davantage protégés. Enfin, le placement en détention des demandeurs d'asile sera plus encadré. La rétention administrative ne pourra intervenir que dans certains centres spécialisés et dans des cas particuliers. Les demandeurs pourront bénéficier d'une évaluation médicale et psychologique. Ils auront aussi un accès plus rapide à l'emploi. En fin de compte, ce nouveau régime européen d'asile n'est pas aussi ambitieux que je le souhaitais. Il comporte cependant d'excellentes avancées par rapport aux disparités existantes dans les législations nationales.

 
  
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  Jacek Włosowicz (EFD), na piśmie. − Wstrzymałem się od głosu w sprawie przekształconego wniosku dotyczącego ustanowienia norm dotyczących przyjmowania wnioskodawców ubiegających się o ochronę międzynarodową. Powodem wstrzymania się było utrzymanie w mocy większości postanowień przed przekształceniem wniosku.

 
  
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  Inês Cristina Zuber (GUE/NGL), por escrito. A posição inicialmente defendida no texto do Parlamento Europeu (apesar de alguns aspetos igualmente negativos) foi diluída pelo Conselho, especialmente no que se refere aos menores não acompanhados, a pessoas vulneráveis, ao direito à assistência jurídica, às inúmeras possibilidades de procedimentos acelerados nas fronteiras. Igualmente se retrocedeu relativamente a outros procedimentos de pedidos infundados e inadmissíveis que refletem uma visão xenófoba e racista dos requerentes de asilo como potenciais abusadores do sistema de asilo. O conceito de país terceiro seguro é mantido e a noção de afluxo massivo é introduzida. Em comparação com a atual diretiva procedimentos, esta diretiva de reformulação permite, no entanto, algumas melhorias, como um melhor acesso aos centros de detenção e instalações de asilo pelas ONGs e organizações internacionais. Mas muito mais poderia e deveria ter sido feito. Nada do que foi obtido neste processo altera o caráter repressivo e explorador da política de imigração da UE, mantendo-a como Europa fortaleza que continua a utilizar os imigrantes ao sabor dos interesses dos grupos económicos e das relações de exploração de mão-de-obra, deixando os imigrantes nas mãos das redes de tráfico e não assumindo a sua quota-parte de responsabilidade nesta situação que é causada também pela sua política externa.

 

9.8. Domanda di protezione internazionale presentata in uno degli Stati membri da un cittadino di paese terzo o da un apolide (rifusione) (A7-0216/2013 - Cecilia Wikström)
Video degli interventi
 

Ustne wyjaśnienia dotyczące głosowania

 
  
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  Carmen Romero López (S&D). - Señor Presidente, con la Directiva que hemos aprobado sobre el Reglamento de Dublín hemos consolidado una situación absolutamente injusta, sobre todo para los países fronterizos, como Grecia y Malta especialmente. En los países europeos, como media, un sospechoso de ser delincuente no puede estar detenido más de 48 horas, o de 72, con autorización del juez. Después, o está procesado o está en libertad.

Nuestros demandantes de asilo están tres meses, y hasta seis, esperando la resolución de su estatuto de refugiado o su protección internacional. Y cuando pasan seis meses, que es el plazo máximo legal, y no hay resolución, salen de los centros de detención para volver a ser detenidos. Esta situación no va a cambiar a causa del Reglamento de Dublín.

Las Naciones Unidas acaban de pedir a Alemania y a otros Estados miembros que acojan a diez mil refugiados sirios. ¿Tenemos que esperar a que lo digan las Naciones Unidas? ¿Por qué no hemos decidido ya dar acogida como se merecen a todos estos refugiados que están en esos centros de detención?

 
  
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  Roberta Angelilli (PPE). - Signor Presidente, onorevoli colleghi, non ho potuto farlo oggi perché eravamo in seconda lettura, ma in commissione ho votato contro questo compromesso di regolamento, perché ha troppe lacune. Innanzitutto il meccanismo è incompleto perché privo di una clausola che consenta, in situazioni eccezionali e ovviamente limitate nel tempo, di sospendere i trasferimenti.

Il problema è che gli Stati che sono situati alle frontiere esterne ed esposti al più forte afflusso di immigrati – penso per esempio all’Italia – non devono essere lasciati soli ad affrontare le situazioni straordinarie. Occorre la massima cooperazione intercomunitaria e condivisione delle responsabilità, in un pieno spirito di reciproca fiducia tra gli Stati membri. Ma questo provvedimento purtroppo non prevede tutto ciò.

 
  
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  Oreste Rossi (EFD). - Signor Presidente, onorevoli colleghi, io concordo con quello che ha appena detto la collega: purtroppo gli Stati che si trovano sulle frontiere vengono lasciati soli! Come Italia, abbiamo pagato e abbiamo già dato. Purtroppo l'abbandono dell'Europa, la carenza anche di una politica europea comune estera, è un danno per il sistema Europa.

Io credo che sarebbe giusto dare delle regole uguali per tutti, ma sarebbe giusto farlo nel momento in cui non avremo più un insieme di Stati attaccati con la colla all'Unione europea, ma avremo una confederazione di Stati, avremo gli Stati Uniti d'Europa, avremo un Presidente direttamente eletto dal popolo. Allora sì, che potremo darci le norme comuni uguali per tutti, in caso contrario semplicemente non facciamo altro che danneggiare i cittadini.

 
  
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  Mario Borghezio (NI). - Signor Presidente, onorevoli colleghi, ho sentito molte parole che Pareto avrebbe definito vertuiste. Il popolo che parla più semplicemente dice che le strade dell’inferno sono lastricate di buone intenzioni. Si dice che chi richiede asilo, chi arriva, non deve essere trattenuto. Se avessero trattenuto nei centri di accoglienza il richiedente asilo signor Kabobo, avrebbe evitato di uccidere a picconate a Milano tre cittadini milanesi, fra l'altro anche un vigile urbano del tutto innocenti.

Quindi dobbiamo porci il problema del controllo, magari preventivo se possibile, di coloro che sotto l'usbergo di un istituto nobile come il diritto dell'asilo entrano clandestinamente e vengono tutelati spesso da organizzazioni che tutelano gli immigrati e i richiedenti asilo per tornaconto diretto personale su cui sarebbe bene fare un'inchiesta approfondita, perché ci sono i professionisti dell'antimafia nel mio paese ma ci sono anche certi noti professionisti dell’assistenza pelosa agli immigrati e ai clandestini.

 
  
 

Pisemne wyjaśnienia dotyczące głosowania

 
  
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  Luís Paulo Alves (S&D), por escrito. Aprovo o presente relatório, tendo em consideração que o objetivo deste Regulamento é aumentar a eficiência do sistema de Dublim e assegurar parâmetros elevados na proteção de pessoas que se encontram sob o processo Dublim.

 
  
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  Sophie Auconie (PPE), par écrit. – Cecilia Wikström a recommandé d'approuver la position du Conseil en première lecture ainsi que la déclaration commune du Parlement européen, du Conseil et de la Commission annexée à la résolution. La proposition de la Commission porte sur le règlement Dublin II qui permet d'identifier rapidement les Etats membres responsables de l'examen d'une demande d'asile et d'empêcher que certaines personnes puissent abuser des procédures en place. La Commission propose notamment d'étendre le champ d'application du règlement et apporte certaines modifications pour que les procédures soient plus efficaces. Comme la majorité de mes collègues, j'ai approuvé cette recommandation.

 
  
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  Zigmantas Balčytis (S&D), raštu. − Balsavau už šį siūlymą dėl valstybės narės, atsakingos už trečiosios šalies piliečio arba asmens be pilietybės vienoje iš valstybių narių pateikto tarptautinės apsaugos prašymo nagrinėjimo, nustatymo kriterijų ir mechanizmų. Šiuo siūlymu siekiama užtikrinti griežtesnius ir nuoseklesnius tarptautinės apsaugos suteikimo ir panaikinimo tvarkos reikalavimus, kuriais būtų užtikrinama, kad trečiųjų šalių piliečių arba asmenų be pilietybės apsaugos poreikiai būtų nagrinėjami tinkamai, pagal valstybių narių tarptautinius ir ES įsipareigojimus. Siūlymu nustatomos naujos Europos prieglobsčio taisyklės, kurios suvienodins prieglobsčio prašymo procedūrą, jų nagrinėjimo terminus, taip pat nustatys pagrindines prieglobsčio prašytojų teises ir leis išvengti krizių. Siūlymu siekiama padidinti sprendimų priėmimo veiksmingumą ir skatinti valstybes nares per pagrįstą laiką pateikti pagrįstus pirmosios instancijos sprendimus. Būtų sparčiau atskiriami prieglobsčio prašytojai ir kiti migrantai, kai jie atvyksta kartu, ir taip būtų geriau naudojami administraciniai ištekliai. Prieglobsčio srities darbuotojai įgis galimybę geriau nustatyti atvejus, kai prašymai nepagrįsti ir pateikti piktnaudžiaujant; taip pat turėtų sumažėti valstybių narių priėmimo išlaidos, joms turėtų būti lengviau iš teritorijos pašalinti prieglobsčio prašiusius, bet jo negavusius asmenis. Tikri pabėgėliai turės galimybę greičiau pasinaudoti jiems suteiktomis teisėmis.

 
  
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  Elena Băsescu (PPE), în scris. − Am votat în favoarea recomandării deoarece se știe foarte bine că unele statele membre, în special din cauza poziției lor geografice, sunt expuse fluxurilor migratorii. Este important să se asigure un grad mai ridicat de solidaritate între statele membre, precum și standarde de protecție mai ridicate. Schimbul de bune practici și de personal ar trebui să devină un lucru normal la nivelul Uniunii. De asemenea, dacă solicitanții nu pot avea o protecție corespunzătoare într-un stat membru atunci ar trebui să se garanteze reinstalarea lor în alte state membre. Bineînțeles că o astfel de măsură trebuie să fie aprobată și de persoanele asigurându-se totodată respectarea drepturilor fundamentale ale acestora. Normele comune din domeniu pot contribui la o eficiență mai mare în soluționarea cererilor de azil și la identificarea unei soluții cât mai potrivite solicitanților.

 
  
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  Nora Berra (PPE), par écrit. – L'évaluation de la mise en œuvre de Dublin II a montré qu'il existait un certain nombre d'insuffisances auxquelles le rapport propose de répondre pour assurer l'efficience et l'efficacité du système. Des améliorations ont ainsi été apportées : la répartition des procédures entre Etats membres, la précision du seul motif de détention - le risque sérieux de fuite - l'extension des possibilités de regroupement familial pour les mineurs non accompagnés aux frères et sœurs, oncles et tantes et grands-parents (dans le même temps, une clarification de la définition de "membre de la famille" est apportée), un nouveau mécanisme d'alerte précoce et l'assistance juridique gratuite en cas de contestation de la décision de transfert vers un autre Etat membre. En raison des améliorations proposées par le rapport, j'ai voté pour ce dernier.

 
  
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  Mario Borghezio (NI), per iscritto. − In base a questa relazione il diritto di ricongiungimento familiare risulterà notevolmente potenziato ampliando il campo di applicazione del regolamento. Sarà infatti reso obbligatorio il ricongiungimento di parenti a carico e sarà vietato, a determinate condizioni, respingere un richiedente per il quale si possano applicare uno o più criteri di unità familiare al momento della domanda più recente. Inoltre, nel processo di determinazione dello Stato membro competente si dovrà anche tener conto della situazione personale di ogni richiedente. Dopo i terribili fatti di cronaca nera che, a Milano, hanno visto protagonista un richiedente asilo, autore di un efferato, triplice omicidio, lascia perplessi il fatto che non si è pensato minimamente a garantire anche il diritto dei popoli 'ospitanti' alla sicurezza.

 
  
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  Philippe Boulland (PPE), par écrit. – J'ai voté en faveur de la révision des accords de Dublin II qui déterminent le pays responsable de traiter la demande d'asile. La réforme vise à garantir qu'un demandeur d'asile ne pourra plus se voir transféré dans un des pays de l'UE où existe un risque de traitement inhumain ou dégradant. Le nombre de demandeurs d'asile est en augmentation dans l'UE, il était primordial de s'assurer de bonnes conditions d'accueil et de traitement de leurs demandes.

 
  
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  Arkadiusz Tomasz Bratkowski (PPE), na piśmie. − Poparłem sprawozdanie dotyczące wniosku w sprawie zapewnienia międzynarodowej ochrony złożonego w jednym z państw członkowskich przez obywatela kraju trzeciego lub bezpaństwowca. Celem dokumentu jest zwiększenie efektywności systemu azylowego oraz zapewnienie maksymalnej ochrony dla wnioskujących o przyznanie azylu. Wspólna polityka azylowa, w tym wspólny europejski system azylowy jest niezwykle istotnym elementem w ramach realizacji kluczowego celu Unii Europejskiej, jakim jest ustanowienie przestrzeni wolności, bezpieczeństwa i sprawiedliwości. Wierzę, że prowadzone działania przyczynią się do zapewnienia na terenie Unii Europejskiej dostępu do skutecznego i przejrzystego systemu azylowego umożliwiającego obywatelom państw trzecich lub bezpaństwowcom otrzymanie stosownej pomocy i ochrony, przy jednoczesnym zagwarantowaniu odpowiednio wysokiego poziomu bezpieczeństwa na terenie Europy.

 
  
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  John Bufton (EFD), in writing. − I am against the asylum package as a whole as I see it as little more than an unnecessary burden to Member States.

 
  
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  Maria Da Graça Carvalho (PPE), por escrito. A recomendação para segunda leitura da Comissão das Liberdades Cívicas, da Justiça e dos Assuntos Internos sobre a posição do Conselho em primeira leitura tendo em vista a adoção de um regulamento do Parlamento Europeu e do Conselho que estabelece os critérios e mecanismos de determinação do Estado-Membro responsável pela análise de um pedido de proteção internacional apresentado num dos Estados-Membros por um nacional de um país terceiro ou um apátrida (reformulação) - O relatório da Monica Luisa Macovei, em nome da Comissão das Liberdades Cívicas, da Justiça e dos Assuntos Internos, sobre a proposta alterada de regulamento do Parlamento Europeu e do Conselho relativo à criação do sistema Eurodac de comparação de impressões digitais para a efetiva aplicação do Regulamento (que estabelece os critérios e mecanismos de determinação do Estado-Membro responsável pela análise de um pedido de proteção internacional apresentado num dos Estados-Membros por um nacional de um país terceiro ou um apátrida) e solicitar comparações com os dados EURODAC pelas autoridades policiais dos Estados-Membros e pela Europol para fins de aplicação da lei e que altera o Regulamento (UE) n º 1077/2011 que cria a Agência Europeia para a gestão operacional de sistemas informáticos de grande escala no domínio da liberdade, segurança e justiça (reformulação).

 
  
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  Carlos Coelho (PPE), por escrito. Esta iniciativa faz parte do pacote de propostas que visam estabelecer um sistema europeu comum de asilo. Deverá, assim, alterar o Regulamento Dublin, de 2003, que estabelece os critérios para determinar qual o Estado-Membro que deverá ser responsável pela análise de um pedido de asilo apresentado num dos Estados-Membros da UE, de forma a evitar que os requerentes de asilo multipliquem os seus pedidos em países diferentes. Garante um nível mais elevado de proteção dos requerentes de asilo, consagrando um conjunto de direitos básicos, como é o caso do direito a uma entrevista pessoal de forma a determinar qual o Estado-Membro responsável pelo tratamento do pedido; em caso de transferência deverá haver possibilidade de recurso dessa decisão, com possibilidade de acesso a assistência legal, e suspensão provisória dessa transferência. Os requerentes de asilo terão um maior acesso a informação, nomeadamente no que diz respeito aos seus direitos. São igualmente reforçados os direitos dos menores e, em especial, dos menores não acompanhados. É introduzido um sistema de aviso prévio e gestão de crises, de forma a que o Estado-Membro em questão possa responder de forma rápida a uma determinada situação, nomeadamente com a apresentação de um plano de gestão da crise, cuja aplicação deverá ser monitorizada pela Comissão e pelo EASO.

 
  
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  Anna Maria Corazza Bildt (PPE), in writing. − I voted in favour of the revision of the Dublin Regulation, because in its new form the mechanism to determine which Member State is responsible for an asylum application will be more effective and simplified. Moreover, the new rules will increase the protection of asylum seekers and provide for better legal certainty and human dignity. I think that the new early warning mechanism introduced in the revision will help to prevent crisis situations and assist Member States by better using the instruments that we already have. The new Article 3 that refers to a risk of serious violation of the fundamental rights of the person concerned is also important for speeding up decisions, whereas before there was the need to wait for a court ruling to stop a transfer. This regulation, together with the other instruments of the asylum package, is an historic step forward that will increase the protection of asylum seekers in Europe and allow better responsibility-sharing among Member States.

 
  
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  Emer Costello (S&D), in writing. − The new regulation is an important part of the asylum package agreed by MEPs and Member States’ Ministers earlier this year, as an important first step towards a common European asylum system. The 2003 Dublin Regulation lays down the criteria and mechanisms for determining the Member States responsible for examining an application for asylum lodged in a Member State by a third country national or a stateless person., The purpose of the recast regulation is to make this system more efficient and, crucially, to ensure higher standards of protection for persons coming under its scope. We must put an end to the system of moving asylum-seekers around three or four Member States and ensure that they have decent accommodation, healthcare, and means of subsistence, information on their rights in a language they understand and access to a qualified lawyer, and extend the possibility for unaccompanied minors to reunite with family members. In line with Protocol 21 to the EU Treaties, Ireland was not automatically covered by the 2003 regulation but did decide to opt-in. I welcome the fact that the Irish Government has decided to continue Ireland’s opt-in to EU legislation in this area.

 
  
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  Rachida Dati (PPE), par écrit. – Je me félicite de ce texte, qui permettra d'améliorer le fonctionnement de notre système d'asile tout en renforçant la protection des personnes concernées. L'accent mis sur la protection des mineurs non accompagnés me semble en la matière particulièrement important.

 
  
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  Ioan Enciu (S&D), în scris. − Am votat în favoarea acestui raport, întrucât cred că reprezintă un mare progres faţă de regulile existente. Noul pachet agreat de Parlament şi de Consiliu aduce nişte ameliorări importante atât în ceea ce priveşte procedurile cât şi condiţiile de recepţie şi de examinare a solicitărilor de azil. Salut în mod special ameliorarea mecanismelor de solidaritate dintre statele membre, dar cred că este încă loc de progres în acest domeniu. De asemenea, noul regulament aduce îmbunătăţiri importante şi în ceea ce priveşte dreptul la informaţii şi dreptul la apel al solicitanţilor de azil şi, în acelaşi timp, oferă o mai bună protecţie categoriilor de persoane vulnerabile. Subliniez, totuşi, că legislaţia existentă nu a fost niciodată problema principală a sistemului european de azil, ci mai degrabă aplicarea sa incorectă de către statele membre. De aceea, Comisia trebuie să asigure o monitorizare atentă a implementării viitoarei legislaţii privind azilul.

 
  
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  Diogo Feio (PPE), por escrito. A União Europeia deve usar procurar usar critérios e meios mais eficientes para fazer face às principais questões e problemas que se lhe colocam. No caso de pedidos de proteção internacional que comportam necessariamente questões de elevada sensibilidade, esta exigência é obviamente reforçada. É, por isso, legítimo esperar que a União Europeia promova a adoção de critérios claros e rigorosos de proteção internacional mas que estes sejam permeados de humanidade e respeito pelas situações concretas dos peticionários e que os critérios empregados permitam um tratamento uniforme destes últimos no quadro da União Europeia. A particular vulnerabilidade destas pessoas constitui um fator que deve estar sempre presente quer ao nível dos decisores num plano mais abrangente quer ao dos executores que contactam diretamente com os peticionários. Ninguém deve ser eximido desta ponderação ainda que esta não possa ser feita sem rigor, critério e responsabilidade.

 
  
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  João Ferreira (GUE/NGL), por escrito. Este Regulamento determina o Estado-Membro responsável pela análise de um pedido de asilo individual. Pretende-se com este Regulamento evitar vários requerimentos por uma mesma pessoa em vários Estados-Membros, estabelecendo uma série de critérios que, em geral, atribuem a responsabilidade pela análise de um pedido de asilo para o Estado-Membro que permitiu ao requerente entrar ou residir na União Europeia. O Estado-Membro responsável pela análise do pedido é, de acordo com a sua legislação nacional, obrigado a receber de volta os candidatos que estão irregularmente em outro Estado-Membro. Das disposições aqui previstas sobressai uma visão criminalizadora da imigração e dos imigrantes ou requerentes de asilo. Uma visão que procura esconder que a manutenção destas pessoas num limbo de incerteza e de precariedade as sujeita aos esquemas mais abjetos de exploração do seu trabalho. Os imigrantes e requerentes de asilo continuarão a enfrentar um calvário de repressão e de incerteza.

 
  
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  Monika Flašíková Beňová (S&D), písomne. − Táto správa je súčasťou tzv. azylového balíka. Cieľom nariadenia je najmä zvýšiť účinnosť dublinského systému a ustanoviť vyššie štandardy ochrany tých osôb, ktoré patria do tohto systému. Návrh celkovo prispieva k zlepšeniu riešenia prípadov, najmä s ohľadom na jednotlivé azylové systémy. Dôraz kladie na včasné varovanie, pripravenosť a mechanizmus krízového riadenia. Je nevyhnutné poskytnúť právnu istotu, dbať na právo na informácie a na zvýšenú ochranu obzvlášť zraniteľných osôb, napríklad maloletých bez sprievodu.

 
  
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  Lorenzo Fontana (EFD), per iscritto. − La proposta ha quale obiettivo garantire più tutela ai soggetti sottoposti alla procedura Dublino, che identifica lo Stato Membro competente a esaminare la domanda di asilo. Si vuole altresì potenziare il diritto al ricongiungimento familiare e si stabilisce il diritto di ricorso contro una decisione di trasferimento. Nessuno può essere trattenuto per aver chiesto di ottenere protezione internazionale. Considerata la proposta nel suo complesso, esprimo voto contrario.

 
  
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  Kinga Gál (PPE), írásban. − A több éve húzódó folyamat végére tett pontot a mai szavazás, hiszen az egymással is összefüggő menekültügyi jelentések a Közös Európai Menekültügyi Rendszert teszik teljessé.

Az eredmény a jelentéstevők és az elmúlt évek uniós elnökségei, köztük a magyar elnökség erőfeszítéseinek köszönhető, akik munkájukkal hozzájárultak ahhoz, hogy a felek számára elfogadható kompromisszumok jöhessenek létre.

A dublini irányelv módosítása üdvözlendő, hiszen orvosolja a rendszer hiányosságait, biztosítja szabályainak összhangját az időközben elfogadott közösségi vívmányokkal, és próbálja majd orvosolni azon helyzetek kezelését, ahol egy tagállam menekültügyi rendszerére kivételesen nagy nyomás nehezedik.

Az irányelv elfogadása kapcsán külön kiemelendő a kiskorúakra és a kísérő nélkül utazó gyerekekre vonatkozó megközelítés, amelynek köszönhetően a menekült gyerekek jobb védelmet kapnak, érdekeik szem előtt tartása az eljárás egészét meghatározza.

 
  
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  Ildikó Gáll-Pelcz (PPE), írásban. − Szavazatommal támogattam a jelentés elfogadását. Úgy vélem ugyanis, hogy a jelentésben szereplő javaslatok megfelelően javítják ki a dublini rendszer hiányosságait. Egyetértek azzal, hogy fenn kell tartani a dublini rendszer alapelveit, ugyanakkor a tapasztalatok alapján javítani kell annak működésén. A javaslat a megfelelő pontokon módosít a korábbi rendszeren. Ezzel azt gondolom, hogy az egy harmadik ország állampolgára által a tagállamok egyikében benyújtott menedékjog iránti kérelem kérdésében sikerülhet előrelépést elérnünk.

Kiemelten fontosnak tartom az olyan helyzetek kezelését, amikor nyomás nehezedik egy-egy ország befogadóképességére és menekültügyi rendszereire. A menekültügyi kérdésekben szoros nemzetközi együttműködésre van szükség. A javaslat reagál arra a változásra, amely a kiegészítő védelmet kérők fogalmának a korábbi rendszer elfogadása után állt elő. Az is pozitívum, hogy a Bizottság javaslatában a Parlament számos javaslatát figyelembe vette. Azt viszont problémának tartom, hogy a jelentés elfogadása ilyen hosszú ideje húzódik.

 
  
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  Elisabetta Gardini (PPE), per iscritto. − Le nuove norme potrebbero avere delle conseguenze negative per tutti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Secondo il regolamento sarà il Paese d’arrivo a farsi carico interamente della domanda d’asilo e i richiedenti non potranno più essere trasferiti verso Paesi che non siano in grado di farvi fronte. Considerando il numero di immigrati che ogni anno arrivano sulle coste mediterranee dell’Europa il sistema di accoglienza potrebbe rivelarsi inadeguato.

 
  
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  Nathalie Griesbeck (ALDE), par écrit. – Après plus de quatre années de négociations rudes avec le Conseil, ce vote sur les 4 dossiers restant du Paquet Asile marque une avancée remarquable et donne enfin le feu vert à la mise en place d'un véritable régime d'asile européen. Le nouveau système prévoit des délais communs pour le traitement des demandes d’asile, des règles plus strictes concernant la formation du personnel, un meilleur accès à l'information, un meilleur encadrement du placement en détention, la généralisation du recours suspensif, des réponses adaptées aux personnes vulnérables, comme les victimes de torture ou encore les mineurs non accompagnés, etc. - autant d'améliorations qui permettront de répondre aux défaillances constatées et d'aller plus loin dans le processus d'harmonisation en matière d'asile. Si je déplore que nous ne soyons pas parvenus à une réforme encore plus ambitieuse et protectrice (car certains plusieurs points qui ont été perdus lors des négociations avec les Etats), je me félicite de ces votes qui marquent une avancée historique! Il faudra désormais être vigilant quant à la transposition de ces règlements et directives et quant à l’application effective de ces droits des demandeurs de protection internationale. Car nous avons le devoir d'accueillir ces personnes au sein de l'Union européenne, en respectant leur dignité et les droits fondamentaux.

 
  
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  Juozas Imbrasas (EFD), raštu. − Pritariau šiam pasiūlymui, kadangi bendroji pozicija atitinka pagrindinį Komisijos pasiūlymo tikslą. Visų pirma ja pagerinami dabartiniai elgesio su prašytojais, kuriems taikoma Dublino procedūra, standartai. Ja garantuojama teisė į informaciją ir veiksmingą teisinę gynybą, kai priimamas sprendimas dėl perdavimo, taip pat nustatomos aiškios taisyklės dėl sulaikymo ir galimybės pasinaudoti nemokama teisine pagalba – šie klausimai dabartiniame dokumente nesprendžiami. Joje nustatyta labiau nuspėjama valstybių narių tarpusavio santykių aplinka ir palankesnės pažeidžiamų asmenų, visų pirma nelydimų nepilnamečių, susijungimo su šeimos nariais ar giminaičiais sąlygos.

 
  
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  Philippe Juvin (PPE), par écrit. – J'ai soutenu la recommandation pour la 2ème lecture de ma collègue Cecilia Wikström lors de la séance plénière du 12 juin. Cette recommandation visait à augmenter l'efficacité du système de Dublin et à assurer des plus hauts standards de protection pour les personnes tombant sous la procédure de Dublin. Parallèlement elle avait pour objectif de faire face aux situations dans lesquelles les capacités d'accueil et les régimes d'asile sont soumis à une pression particulière. Les compromis trouvés avec les autres formations politiques étaient satisfaisants. Je me réjouis donc de l'adoption de ce texte par le Parlement.

 
  
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  Agnès Le Brun (PPE), par écrit. – Le règlement Dublin II établit les critères de détermination de l'Etat membre responsable de l'examen d'une demande de protection internationale. Néanmoins, il arrive que l'application de ce règlement soit complexe à tel point qu'une révision est aujourd'hui nécessaire. J'ai alors voté ce texte car il prévoit plus de clarté sur la répartition des procédures entre Etats membres et un motif unique pour la détention (un risque sérieux de fuite). Je salue également le texte en ce qu'il garantit des droits procéduraux pour les demandeurs qui sont notamment l'extension des possibilités de regroupement familial pour les mineurs non accompagnés ou encore une assistance juridique gratuite en cas de contestation de la décision de transfert vers un autre Etat membre.

 
  
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  Monica Luisa Macovei (PPE), în scris. − Regulamentul aduce îmbunătăţiri semnificative la sistemul comun de azil. Modificările aduse sistemului Dublin prin acest regulament şi prin raportul EURODAC permit gestionarea cererilor multiple de protecţie internaţională, introducând în acelaşi timp şi noi măsuri care îi protejează pe solicitanţii de azil. Până acum, solicitarea de azil era tratată în statul membru în care era depusă, iar solicitantul de azil era transferat în primul stat membru în care a intrat pe teritoriul Uniunii. Regulamentul votat astăzi introduce excepţii de la aceste transferuri pentru cazurile în care solicitantul are familie care trăieşte într-un alt stat membru sau dacă se află într-o situaţie dificilă, de exemplu din cauza unei boli. O altă noutate se referă la supraveghere şi monitorizare, care va face posibilă detectarea mai rapidă a elementelor care pot genera crize, în special în statele membre de la frontiera Uniunii, pentru a se evita degenerarea unor situaţii în care aceste state nu pot face faţă unui val de emigranţi în cazuri de conflicte armate sau alte situaţii care determină grupuri mari de persoane să îşi părăsească ţările în mod subit.

 
  
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  David Martin (S&D), in writing. − I voted for this recast proposal detailing criteria and mechanisms for determining the Member State responsible for the application for international protection lodged in one of the Member States by a third-country national or a stateless person.

 
  
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  Véronique Mathieu Houillon (PPE), par écrit. – L'adoption de cette révision du règlement de Dublin II est fondamentale. Elle permet plus de clarté quant à la répartition de l'examen des demandes de protection internationale entre Etats membres. Je salue également la mise en place d'un mécanisme d'alerte précoce qui nous permettra de détecter en amont des problèmes pouvant se poser à la suite de fortes pressions migratoires afin que nous puissions les anticiper et si nécessaire apporter notre aide aux pays concernés.

 
  
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  Nuno Melo (PPE), por escrito. Com esta proposta pretende-se reformular o Regulamento (CE) n.º 343/2003 do Conselho, de 18 de fevereiro de 2003, que estabelece os critérios e mecanismos de determinação do Estado-Membro responsável pela análise de um pedido de asilo apresentado num dos Estados-Membros por um nacional de um país terceiro (a seguir designado Regulamento de Dublim). No Relatório sobre a avaliação do sistema de Dublim publicado pela Comissão em 6 de junho de 2007 foram identificadas diversas deficiências relacionadas principalmente com a eficácia do sistema instituído pelas atuais disposições legislativas e com o nível de proteção proporcionado aos requerentes de proteção internacional sujeitos ao procedimento de Dublim. Tal como anunciado no Plano de Ação em matéria de asilo, esta proposta faz parte de um primeiro pacote de propostas destinadas a assegurar uma maior harmonização e níveis mais elevados de proteção no âmbito do Sistema Europeu Comum de Asilo. Daí o meu voto favorável.

 
  
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  Alexander Mirsky (S&D), in writing. − The so called early warning, preparedness and crisis management mechanism is introduced for defence and guarantees of civil rights and to address the root causes of malfunctioning of national asylum systems or problems stemming from particular pressures. It introduces a number of improvements on the protection level, provides more legal clarity, extends the rights to information and extends the possibility for unaccompanied minors to reunite with family members. Therefore I am in favour.

 
  
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  Andreas Mölzer (NI), schriftlich. Die Dublin-Verordnung funktioniert nur auf dem Papier. Wie sonst lassen sich die Unmengen an gestellten Asylanträgen in jenen EU-Staaten mit ausgeprägtem Sozialsystem erklären, die allein von EU-Staaten umgeben sind? Und das System wird zudem noch von einzelnen Staaten torpediert. Wenn etwa Italien sich seiner lästigen Asylantragsteller, derer es angesichts der Migrantenflut nicht mehr Herr werden kann, über die irreguläre Ausstellung von Touristenvisa und die Finanzierung der Weiterreise in andere EU-Staaten entledigt, zeigt dies deutlich die Grenzen des Abkommens auf. Ebenso wenig funktioniert in vielen Fällen die Rücksendung in das Land der Erstantragstellung. Die Dublin-Verordnung entpuppt sich damit immer mehr als reine Beruhigungspille für das gemeine heimische Volk. Auch wird über EU-Umwege immer mehr versucht, die Türen der EU für Massenzuwanderung noch weiter zu öffnen, sämtliche der eh schon spärlichen Rückführungsmöglichkeiten zu torpedieren und den Nationalstaaten noch mehr Kompetenzen zu entreißen. In diesem Sinne widerspricht der vorliegende Vorschlag einmal mehr den Interessen der autochthonen Bevölkerung, weshalb er, ebenso wie ähnliche Vorschläge, rigoros abzulehnen ist.

 
  
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  Rolandas Paksas (EFD), raštu. − Pritariu Tarybos pateiktai pozicijai. Visose valstybėse narėse tarptautinės apsaugos prašytojams turi būti suteikta vienoda apsauga. Būtina visapusiškai įvertinti tarptautinės apsaugos prašytojų poreikius. Visų pirma, jiems turi būti užtikrinta teisė į informaciją ir veiksmingą teisinę gynybą. Turi galioti aiškios ir griežtos taisyklės dėl sulaikymo ir galimybės pasinaudoti nemokama teisine pagalba. Atkreiptinas dėmesys į tai, kad pasiūlyme numatytų priemonių kūrimas ir įgyvendinimas turi neprieštarauti valstybių narių interesams, strateginiuose dokumentuose įtvirtintiems tikslams bei uždaviniams bei nesukurti nepagrįstai didelės naštos valstybės finansams. Be to, turi būti užkirstas kelias galimiems administraciniams bei techniniams nesklandumams.

 
  
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  Γεώργιος Παπανικολάου (PPE), γραπτώς. – Η συγκεκριμένη έκθεση που αφορά κρίσιμα για την Ελλάδα θέματα στον τομέα Ασύλου (Κανονισμός Δουβλίνο), υιοθετήθηκε χωρίς ψηφοφορία από την Ολομέλεια του ΕΚ και με απλή ανακοίνωση του προεδρείου, επειδή ακολουθείται η διαδικασία, σύμφωνα με τον Κανονισμό, της πρόωρης δεύτερης ανάγνωσης (early second reading). Κατά την χθεσινή παρέμβαση μου στην ολομέλεια δήλωσα, ότι καθώς δεν θα υπάρξει δυνατότητα ονομαστικής ψηφοφορίας, η ψήφος μου για την αναθεώρηση του Κανονισμού του Δουβλίνου είναι αρνητική - όπως ήταν και στην Επιτροπή LIBE σε όλες τις ψηφοφορίες - το ίδιο ισχύει επίσης και για την ψήφο των συναδέλφων Ελλήνων ευρωβουλευτών της Νέας Δημοκρατίας στο Ευρωπαϊκό Κοινοβούλιο. Παράλληλα, τόνισα για άλλη μια φορά την ανάγκη θέσπισης μηχανισμού εσωτερικής (εντός της Ε.Ε.) μετεγκατάστασης μεταναστών, ο οποίος θα βασίζεται σε ρήτρα ανακατανομής σύμφωνα με ποιοτικούς και ποσοτικούς δείκτες που θα ισχύουν για κάθε κράτος μέλος.

 
  
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  Maria do Céu Patrão Neves (PPE), por escrito. A presente proposta altera o Regulamento de Dublim de 2003, que estabelece os critérios (quais critérios?) e pretende dar uma melhor resposta às situações de pressão extraordinária a nível das infraestruturas de acolhimento e dos sistemas de asilo dos Estados-Membros e às situações em que não existe um nível adequado de proteção dos requerentes de proteção internacional. As negociações foram longas e a posição comum adotada pelo Conselho e o Parlamento Europeu, substituiu as disposições de suspensão das transferências (fechar as fronteiras) pela criação de um mecanismo de alerta rápido, estado de preparação e gestão de crises. Este sistema visa sobretudo detetar e solucionar as causas fundamentais dos problemas com potencial para gerarem crises de asilo. Reforça igualmente a mensagem transmitida em matéria de solidariedade e proteção dos direitos fundamentais.

 
  
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  Paulo Rangel (PPE), por escrito. O relatório da Comissão sobre a avaliação do sistema de Dublin concluiu que em geral, os objetivos do sistema, particularmente, estabelecer um mecanismo claro e eficaz para determinar a responsabilidade pelos pedidos de asilo, foram, em grande medida, alcançados. Permaneceram, no entanto, algumas preocupações, tanto no que diz respeito à aplicação prática como à eficácia do sistema. Além disso, as respostas ao Livro Verde sobre o futuro do Sistema Europeu Comum de Asilo SECA identificaram ainda um número significativo de deficiências, relacionadas, principalmente, com a eficiência do sistema, bem como com o nível de proteção dos requerentes de proteção internacional sujeitos ao sistema de Dublin. Por isso, e com o objetivo de corrigir as deficiências acima mencionadas, a Comissão decidiu apresentar a proposta de reformulação do Regulamento (CE) n º 343/2003/CE. O principal objetivo da proposta é aumentar a eficiência do sistema e garantir padrões mais elevados de proteção para os cidadãos que se enquadram no procedimento de Dublin. Votei favoravelmente, esperando que a proposta venha a contribuir, de facto, para uma melhor resposta às situações de pressão extraordinária nas infraestruturas de acolhimento e sistemas de asilo dos Estados-Membros.

 
  
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  Mitro Repo (S&D), kirjallinen. − Unionimme yhtenä ydinajatuksena on etsiä ratkaisuja ja toimintamalleja jäsenvaltioita koskeviin yhteisiin haasteisiin. Silti Euroopasta on puuttunut yhtenäinen lähestymistapa Eurooppaan tulevien turvapaikanhakijoiden vastaanotolle. EU-maissa rekisteröitiin pelkästään vuoden 2012 aikana noin 330 000 turvapaikanhakijaa. Oli siis jo korkea aika äänestää yhteisistä säännöistä turvapaikkahakemusten käsittelylle ja käsittelyajoille sekä sopia unioniin saapuvien turvapaikanhakijoiden oikeuksista.

Vaikka pyhänä päämääränä on saada luotua Eurooppaan järjestelmä, joka takaisi turvapaikanhakijoille samanlaisen kohtelun kaikissa EU-maissa, on todellisuus yhä varsin toinen. Uusien ns. Dublin-sääntöjen mukaan turvapaikanhakijaa ei saa siirtää tai palauttaa sellaiseen EU-maahan, jossa hakijaa voidaan kohdella epäinhimillisesti. Suomen osalta tämä voisi tarkoittaa sitä, ettei Suomeen ilmestynyttä mutta Kreikassa turvapaikkapäätöstä odottavaa voida palauttaa Kreikkaan, vaan käsittelyn päätöstä tulee odotella Suomessa. Tämä voi johtaa vaikeisiin eettisiin kysymyksiin. Vaikka tuemme eurooppalaista solidaarisuutta, emme halua kannustaa turvapaikkaturismiin. Lähtökohtana on ja tulee olla, että se maa on vastuussa turvapaikkahakemuksesta, jonka kautta EU:hun on saavuttu.

 
  
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  Νικόλαος Σαλαβράκος (EFD), γραπτώς. – Ο Κανονισμός Δουβλίνο καθιστά την Ελλάδα μία χώρα που αναγκάζεται να αντιμετωπίσει μονάχη ένα τεράστιο κύμα παράνομης μετανάστευσης, χωρίς να υπάρχουν μηχανισμοί πραγματικής ευρωπαϊκής κοινοτικής αλληλεγγύης. Η εφαρμογή της «Συνθήκης του Δουβλίνου ΙΙ» της ΕΕ, προβλέπει την επιστροφή των παρανόμων μεταναστών, στην χώρα εισόδου τους, που δυστυχώς, σε συντριπτικό ποσοστό, είναι η Ελλάδα. Ως εκ τούτου καταψήφισα την έκθεση της Κας Ουιλστρομ, με την οποία διαφωνώ επί της ουσίας για τους ανωτέρω λόγους.

 
  
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  Catherine Stihler (S&D), in writing. − I voted for this report as it calls for the possibility of assessing whether any illegal checks are being carried out at internal borders, namely through the possibility of making completely unannounced visits.

 
  
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  Marc Tarabella (S&D), par écrit. – Je ne suis pas totalement en accord avec le texte relatif à la position du Conseil en première lecture en vue de l'adoption de la directive du Parlement européen et du Conseil établissant des normes pour l'accueil des personnes demandant la protection internationale. Néanmoins, il comporte des avancées. Nous approuvons donc la position du Conseil en première lecture.

 
  
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  Nuno Teixeira (PPE), por escrito. Este relatório faz parte do denominado Pacote do Asilo, que engloba 4 relatórios. O relatório de avaliação do Sistema de Dublim, apresentado pela Comissão Europeia, apontou um conjunto de falhas e ineficiências no nível de proteção internacional pedido por um nacional de um país terceiro ou apátrida. Por estas razões, a CE apresentou esta proposta que pretende tornar o sistema mais eficiente e aumentar o nível de proteção internacional. O sistema comum de Asilo Europeu não é um tema consensual no seio da União, no entanto este documento apresenta um mecanismo de alerta precoce, que identifica caso um país sofra de um afluxo anormal de migrantes, refugiados e/ou pessoas com pedido de proteção internacional devido a acontecimento externos, o caso da Primavera Árabe. Este alerta permite que a União acione os instrumentos Schengen e que haja uma cooperação e solidariedade reforçada entre os Estados da União. Por as razões acima expostas, sou favorável a este relatório.

 
  
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  Jacek Włosowicz (EFD), na piśmie. − Wstrzymałem się od głosu w sprawie przekształconego wniosku dotyczącego zapewnienia międzynarodowej ochrony, złożonego w jednym z państw członkowskich przez obywatela kraju trzeciego lub bezpaństwowca. Powodem wstrzymania się było utrzymanie w mocy większości postanowień przed przekształceniem wniosku.

 
  
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  Inês Cristina Zuber (GUE/NGL), por escrito. Este regulamento visa determinar o Estado-Membro responsável pela análise de um pedido de asilo individual. O seu objetivo seria evitar vários requerimentos por uma mesma pessoa em vários Estados-Membros, estabelecendo uma série de critérios que, em geral, atribuem a responsabilidade pela análise de um pedido de asilo para o Estado-Membro que permitiu ao requerente entrar ou residir no território dos Estados-Membros da União Europeia. O Estado-Membro responsável pela análise do pedido é, de acordo com a sua legislação nacional, obrigado a receber de volta os candidatos que estão irregularmente em outro Estado-Membro. Continuam a olhar para os imigrantes como criminosos, como terroristas, como potenciais abusadores da esmola que em muitos casos constitui a ajuda que lhe é atribuída na UE - caso a venham a conseguir. Apontam o dedo aos imigrantes para esconder da sociedade que os querem manter neste limbo de incerteza e precariedade para dessa forma os sujeitarem aos esquemas mais abjetos de exploração do seu trabalho. Os imigrantes continuarão a ser reprimidos, colocados em prisões como se de criminosos se tratasse, continuarão a esperar durante longos meses ou anos sem saber se alguma vez terão uma resposta e se ela será positiva para muitas vezes serem expulsos e obrigados a voltar à origem.

 

9.9. Riconoscimento e revoca della protezione internazionale (rifusione) (A7-0217/2013 - Sylvie Guillaume)
  

Ustne wyjaśnienia dotyczące głosowania

 
  
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  Luís Paulo Alves (S&D), por escrito. Aprovo o presente relatório, tendo em conta que o objetivo da Diretiva é combater as deficiências nos procedimentos no fornecimento e na retirada de estatuto de proteção internacional, de modo a assegurar uma maior harmonização ao nível da União Europeia, de proteção. Saliento ainda que estou a favor da linha definida neste relatório de modo que a retirada de estatuto de proteção internacional seja feita através de entrevistas pessoais em todos os casos, que seja dada melhor informação, maior claridade legal, regras claras no que respeita ao acesso ao procedimento, identificação de pessoas vulneráveis e das suas necessidades procedimentais especiais, bem como regras mais claras no que respeita aos limites de tempo e maior compreensão relativamente as regras.

 
  
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  Sophie Auconie (PPE), par écrit. – Sylvie Guillaume a recommandé d'approuver la position du Conseil en première lecture. La proposition de la Commission sur l'octroi et le retrait de la protection internationale a pour but de répondre à certaines défaillances du système qui ont pu être relevées. Comme la majorité de mes collègues, j'ai approuvé cette recommandation.

 
  
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  Zigmantas Balčytis (S&D), raštu. − Balsavau už šį siūlymą dėl tarptautinės apsaugos suteikimo ir panaikinimo. Šiuo siūlymu siekiama užtikrinti griežtesnius ir nuoseklesnius tarptautinės apsaugos suteikimo ir panaikinimo tvarkos reikalavimus, kuriais būtų užtikrinama, kad trečiųjų šalių piliečių arba asmenų be pilietybės apsaugos poreikiai būtų nagrinėjami tinkamai, pagal valstybių narių tarptautinius ir ES įsipareigojimus. Siūlymu nustatomos naujos Europos prieglobsčio taisyklės, kurios suvienodins prieglobsčio prašymo procedūrą, jų nagrinėjimo terminus, taip pat nustatys pagrindines prieglobsčio prašytojų teises ir leis išvengti krizių. Siūlymu siekiama padidinti sprendimų priėmimo veiksmingumą ir skatinti valstybes nares per pagrįstą laiką pateikti pagrįstus pirmosios instancijos sprendimus. Būtų sparčiau atskiriami prieglobsčio prašytojai ir kiti migrantai, kai jie atvyksta kartu, ir taip būtų racionaliau naudojami administraciniai ištekliai. Prieglobsčio srities darbuotojai įgis galimybę geriau nustatyti atvejus, kai prašymai nepagrįsti ir pateikti piktnaudžiaujant; taip pat turėtų sumažėti valstybių narių priėmimo išlaidos, joms turėtų būti lengviau iš teritorijos pašalinti prieglobsčio prašiusius, bet jo negavusius asmenis. Tikri pabėgėliai turės galimybę greičiau pasinaudoti jiems suteiktomis teisėmis.

 
  
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  Elena Băsescu (PPE), în scris. − Am votat in favoarea recomandării deoarece consider că doar îmbunătățirea și armonizarea procedurilor și a garanțiilor vor permite realizarea unui sistem comun de azil la nivel european. Așadar, avem nevoie ca toate statele membre să aplice reguli similare cererilor de azil. Vor trebui create garanții speciale pentru solicitanții vulnerabili precum minorii, femeile însărcinate sau persoanele care au fost supuse unor acte de violență. Introducerea referirilor la interesul superior al copilului sunt de salutat în contextul în care există multe mame sau tați care decid să plece în alte țări împreună cu copiii, fără a cere acordul celuilalt părinte. De asemenea, serviciile de consiliere și cele de expertiză vor avea un rol important căci astfel vor fi identificate mai rapid aplicările nemotivate sau abuzive. Nu în ultimul rând, aplicarea unor norme comune va crește încrederea între statele membre.

 
  
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  Nora Berra (PPE), par écrit. – Le rapport s'inscrit dans le projet de création d'un système européen d'asile commun aux Etats membres. Ainsi, afin de permettre aux Etats membres de répondre et de traiter les demandes d'asile qui leur sont adressées, les règles actuellement en vigueur ont été modifiées sur la durée maximale des procédures d'asile, sur la clarté de la procédure à suivre, etc. Eu égard aux objectifs visés par ces améliorations, je me suis prononcée en faveur de ce rapport.

 
  
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  Philippe Boulland (PPE), par écrit. – J'ai voté en faveur d'un nouveau système européen d'asile, qui fixera les procédures et délais communs pour traiter les demandes d'asile ainsi que les droits minimums pour ceux qui arrivent dans l'Union européenne. A l'heure actuelle, aucun délai n'est imposé aux Etats membres pour rendre une décision sur une demande d'asile, il nous fallait réguler cette zone de vide juridique en imposant des délais communs sur le traitement des demandes d'asile et des règles plus strictes sur la formation du personnel en contact avec les demandeurs d'asile. Le nombre de demandeurs d'asile est en augmentation dans l'UE, il était primordial de s'assurer de bonnes conditions d'accueil et de traitement de leurs demandes.

 
  
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  John Bufton (EFD), in writing. − This regulation within the Asylum Package was approved without a vote – I firmly believe that this is against the principle of democracy. Moreover, I believe that granting and withdrawing international protection should, in the UK’s case, be dealt with by our national regulations and, of course, international treaties. The very high standards of UK humanitarian law should not be spoiled by EU legislation.

 
  
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  Carlos Coelho (PPE), por escrito. Esta iniciativa faz parte do pacote de propostas que visam estabelecer um sistema europeu comum de asilo, que se espera possa começar a funcionar no segundo semestre de 2015, estabelecendo procedimentos e prazos comuns. Pretende, assim, alterar a Diretiva de 2005 com vista a harmonizar as garantias processuais no âmbito dos procedimentos de asilo. Essas garantias deverão ter em conta as necessidades específicas das pessoas mais vulneráveis, nomeadamente através da criação de um mecanismo compulsório de identificação que deverá permitir reconhecer os casos que necessitam de uma atenção especial e garantir o apoio necessário. São igualmente reforçadas as regras relativas aos menores não acompanhados, para os quais deve ser nomeado um representante. É garantido aos requerentes de asilo o direito de recurso, com a possibilidade de acesso a assistência jurídica, em que o seu advogado terá acesso a áreas restritas, como o caso dos centros de detenção ou zonas de trânsito. Passarão a existir prazos concretos para que uma decisão possa ser tomada em relação a um pedido de asilo, em que o prazo de 3 meses só poderá ser prolongado num número reduzido e estritamente definido de casos. Foram igualmente reforçadas as regras relativas à formação das autoridades que têm contacto direto com os requerentes de asilo.

 
  
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  Anna Maria Corazza Bildt (PPE), in writing. − I am glad that we have adopted today new common rules on asylum procedures in the EU. There are still too many differences in the national asylum systems across Europe today and we need common rules to ensure more consistency and legal certainty. The new Procedure Directive simplifies and harmonises definitions and time limits, reducing the divergences and margins of error in the interpretation by Member States. I supported in particular the improvements achieved for unaccompanied minors. The best interest of the child is the first priority throughout the whole package. This directive, together with the other instruments of the asylum package, is an historic step forward that will increase the protection of asylum-seekers in Europe and allow a better responsibility-sharing among Member States.

 
  
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  Emer Costello (S&D), in writing. − The new Asylum Procedures Directive is a key part of the asylum package which was agreed by MEPs and Member States’ Ministers earlier this year, as an important first step towards a common European asylum system. The recast Asylum Seekers Directive seeks to address deficiencies that have come to light in the 2005 directive. I welcome the new commitments on personal interviews in all cases, better access to information, and the more precise rules on time limits (six months maximum). I also very much welcome the fact that the new directive commits Member States to ensuring that, when considering an asylum application, they must now assess whether the application is in need of special procedural guarantees due to the applicant’s age, gender, sexual orientation and gender identity. In line with Protocol 21 to the EU treaties, Ireland was not automatically covered by the 2005 directive but decided to opt in. Regrettably, that decision has not been repeated in relation to the revised directive. I would strongly urge the Irish Government to give very serious consideration to opting into this new directive so that its enhanced protections apply in Ireland.

 
  
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  Rachida Dati (PPE), par écrit. – Grâce à ce texte, nous mettons fin à certaines faiblesses de notre système actuel d'octroi et de retrait de la protection internationale. Désormais, nos normes de protection seront plus claires et plus uniformes, c'est donc un premier pas vers une procédure d'asile commune, qui simplifierait grandement les procédures pour ceux qui en ont un besoin urgent. Je me félicite tout particulièrement de l'accent mis sur l'accélération des procédures et la protection des mineurs.

 
  
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  Christine De Veyrac (PPE), par écrit. – J'ai voté pour ce texte qui vise à combler les déficiences observées dans les procédures sur l'octroi et le retrait du statut de réfugié. La mise en place d'une procédure claire et simple est à la fois bénéfique pour les demandeurs d'asile et pour les Etats membres. Afin d'améliorer la situation des demandeurs d'asile en Europe et de respecter leurs droits, ces derniers doivent pouvoir bénéficier d'une procédure équitable, rapide et efficace. L'harmonisation au niveau européen de la procédure permet par ailleurs de renforcer la capacité des Etats membres de déclarer les potentiels abus de notre système d'asile.

 
  
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  Anne Delvaux (PPE), par écrit. – Je me réjouis de l'adoption de la refonte du système de procédures communes pour l'octroi et le retrait de la protection internationale des demandeurs d'asile. Le nouveau texte permettra une harmonisation plus grande des procédures dans chaque Etat membre en assurant des droits et des garanties identiques à chaque demandeur d'asile, quel que soit le pays dans lequel il introduit sa demande. Par exemple, le délai d'enregistrement des dossiers sera limité à 3 ou à 6 jours selon le profil du demandeur et l'examen de la demande ne pourra excéder 6 mois. Nous prévoyons également une harmonisation des règles en matière de logement, d'allocation de subsistance et de santé. De quoi rendre plus humaines les procédures d'accueil.

 
  
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  Ioan Enciu (S&D), în scris. − Am votat în favoarea acestui raport, întrucât cred că reprezintă un mare progres faţă de regulile existente. Noul pachet agreat de Parlament şi de Consiliu aduce nişte ameliorări importante atât în ceea ce priveşte procedurile, cât şi condiţiile de recepţie şi de examinare a solicitărilor de azil. Cred că este esenţial ca persoanelor care au nevoie de protecţie internaţională să le fie facilitat accesul la procedurile de azil şi, de asemenea, să aibă în permanenţă acces la informaţii şi la asistenţă juridică şi medicală. Subliniez, totuşi, că legislaţia existentă nu a fost niciodată problema principală a sistemului european de azil, ci, mai degrabă, aplicarea sa incorectă de către statele membre. De aceea, Comisia trebuie să asigure o monitorizare atentă a implementării viitoarei legislaţii privind azilul.

 
  
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  Diogo Feio (PPE), por escrito. Um sistema europeu comum de asilo terá como consequência uma maior uniformização dos procedimentos no momento de ser avaliada a concessão do estatuto de proteção internacional a quem o requeira e poderá contribuir para diminuir a pressão sobre determinados Estados-Membros julgados mais lenientes na aplicação dos critérios da sua concessão. A eficiência e a qualidade deste sistema será particularmente relevante atendendo às situações de conflito que presentemente eclodem junto das fronteiras europeias e que poderão contribuir para um aumento do número de pedidos de proteção internacional. Faço votos que as parcerias que a União vem estabelecendo com os seus vizinhos e a exigência em torno das questões de direitos humanos que vem imprimindo nesse relacionamento contribuam para diminuir a pressão para a entrada no espaço da União e para o desenvolvimento destes países.

 
  
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  João Ferreira (GUE/NGL), por escrito. A posição inicialmente defendida no texto do Parlamento Europeu – que não estava, recorde-se, isento de vários aspetos negativos – foi enfraquecida pelo Conselho, especialmente no que respeita aos menores não acompanhados, a pessoas vulneráveis, ao direito à assistência jurídica, às inúmeras possibilidades de procedimentos acelerados nas fronteiras. Igualmente se retrocedeu relativamente a outros procedimentos de pedidos infundados e inadmissíveis, que refletem uma certa visão xenófoba relativamente aos requerentes de asilo, encarando-os à partida como potenciais abusadores do sistema de asilo. O conceito de país terceiro seguro é mantido e a noção de afluxo massivo é introduzida. Em comparação com a atual Diretiva, esta proposta de reformulação permite, no entanto, algumas melhorias, como um melhor acesso aos centros de detenção e instalações de asilo pelas ONGs e organizações internacionais. Mas muito mais poderia e deveria ter sido feito. Nada do que foi obtido neste processo altera o caráter repressivo da política da UE nesta matéria. Persiste a visão da Europa-fortaleza, que continua a utilizar os imigrantes ao sabor dos interesses dos grupos económicos e das relações de exploração de mão-de-obra, deixando-os nas mãos das redes de tráfico e não assumindo a sua quota-parte de responsabilidade nesta situação, desde logo fruto da sua política externa (e não só).

 
  
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  Monika Flašíková Beňová (S&D), písomne. − Správa je opäť súčasťou azylového balíka. Cieľom smernice je odstránenie nedostatkov konania o priznávaní a odnímaní medzinárodnej ochrany osôb. Cieľom je zabezpečiť vyššiu, harmonizovanú úroveň ochrany. Prepracované znenie prináša nový inštitút tzv. osobného pohovoru, prináša lepší prístup k informáciam a poskytuje väčšiu právnu istotu. Rovnako prináša jasnejšie pravidlá, identifikáciu zraniteľných osôb a ich osobitných potrieb, ako aj jasnejšie pravidlá v súvislosti s procesnými lehotami.

 
  
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  Lorenzo Fontana (EFD), per iscritto. − Tramite questa direttiva, che afferma di voler contrastare i potenziali abusi del sistema di asilo configurati dalla presentazione di domande strumentali, s'intende in realtà garantire il principio del non respingimento e consentire al soggetto di riproporre la domanda se, nel frattempo, la sua situazione è cambiata. L'assistenza dovrebbe essere fornita anche ai valichi di frontiera e nei centri di accoglienza e il tempo di esame della domanda non dovrebbe essere superiore ai 6 mesi (prorogabili di altri 6 mesi una sola volta). Esprimo quindi voto negativo.

 
  
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  Kinga Gál (PPE), írásban. − A több éve húzódó folyamat végére tett pontot a mai szavazás, hiszen az egymással is összefüggő menekültügyi jelentések a Közös Európai Menekültügyi Rendszert teszik teljessé.

Az eredmény a jelentéstevők és az elmúlt évek uniós elnökségei, köztük a magyar elnökség erőfeszítéseinek köszönhető, akik munkájukkal hozzájárultak ahhoz, hogy a felek számára elfogadható kompromisszumok jöhessenek létre. Az eljárási irányelv módosítása – a befogadásihoz hasonlóan – egy egyértelműbb és leegyszerűsítettebb rendszert hoz létre, amely továbbra is lehetővé teszi a menekültkérők számára a hatékony és tisztességes eljáráshoz való jogot és tovább bővíti annak tartalmát.

Nem elhanyagolható az sem, hogy a most elfogadott szöveg költséghatékonyabb tagállami alkalmazást tesz lehetővé. Az irányelv elfogadása kapcsán külön kiemelendő a kiskorúakra és a kísérő nélkül utazó gyerekekre vonatkozó megközelítés is, amelynek köszönhetően a menekült gyerekek jobb védelmet kapnak, érdekeik szem előtt tartása az eljárás egészét meghatározza.

 
  
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  Ildikó Gáll-Pelcz (PPE), írásban. − Támogattam a jelentés elfogadását, mivel a javaslatnak köszönhetően a tagállamok menekültügyi eljárásainál magasabb fokú harmonizáció fog megvalósulni. A tagállamoknak már régóta célja a menekültügyi kérdésekben való fokozott együttműködés, ez a javaslat egy újabb lépés ennek a célnak az eléréséhez.

Véleményem szerint nagy szükség van az eljárások egyszerűsítésére is, amit ez a dokumentum szintén elősegít. A hatékonyság különösen fontos ezekben az években, amikor az államoknak minden kiadást meg kell fontolniuk. Úgy gondolom, hogy ebből a szempontból is támogatható a kezdeményezés.

Fontosnak tartom, hogy enyhítsük azt a nyomást, amely néhány tagállam menekültügyi rendszerére hárul. A visszaélések megelőzése szintén szükséges, reményeim szerint a javaslat ebben is előrelépést jelent majd. Annak is örülök, hogy ez a dokumentum rendezi a különleges igényű kérelmezők védelmét. Úgy vélem, hogy megfelelő kompromisszum jött létre ennél a javaslatnál.

 
  
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  Nathalie Griesbeck (ALDE), par écrit. – Après plus de quatre années de négociations rudes avec le Conseil, ce vote sur les 4 dossiers restant du Paquet Asile marque une avancée remarquable et donne enfin le feu vert à la mise en place d'un véritable régime d'asile européen. Le nouveau système prévoit des délais communs pour le traitement des demandes d’asile, des règles plus strictes concernant la formation du personnel, un meilleur accès à l'information, un meilleur encadrement du placement en détention, la généralisation du recours suspensif, des réponses adaptées aux personnes vulnérables, comme les victimes de torture ou encore les mineurs non accompagnés, etc. - autant d'améliorations qui permettront de répondre aux défaillances constatées et d'aller plus loin dans le processus d'harmonisation en matière d'asile. Si je déplore que nous ne soyons pas parvenus à une réforme encore plus ambitieuse et protectrice (car certains plusieurs points qui ont été perdus lors des négociations avec les Etats), je me félicite de ces votes qui marquent une avancée historique! Il faudra désormais être vigilant quant à la transposition de ces règlements et directives et quant à l’application effective de ces droits des demandeurs de protection internationale. Car nous avons le devoir d'accueillir ces personnes au sein de l'Union européenne, en respectant leur dignité et les droits fondamentaux.

 
  
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  Juozas Imbrasas (EFD), raštu. − Pritariau šiam pasiūlymui, kadangi siekiama užtikrinti griežtesnius ir nuoseklesnius tarptautinės apsaugos suteikimo ir panaikinimo tvarkos reikalavimus, kuriais būtų užtikrinama, kad trečiųjų šalių piliečių arba asmenų be pilietybės apsaugos poreikiai būtų nagrinėjami tinkamai, pagal valstybių narių tarptautinius ir Bendrijos lygmens įsipareigojimus. Pasiūlymu siekiama padidinti sprendimų priėmimo veiksmingumą ir pagerinti jo kokybę sutelkiant dėmesį į paslaugas, patarimus ir specialiąsias žinias ir skatinant valstybes nares per pagrįstą laiką pateikti pagrįstus pirmosios instancijos sprendimus. Numatytomis priemonėmis tikimasi padidinti ES prieglobsčio dokumentų suderinamumą, supaprastinti, racionalizuoti ir įtvirtinti atitinkamą tvarką visoje Europos Sąjungoje, taip pat pasiekti, kad pirmosios instancijos sprendimai būtų labiau pagrįsti, ir taip užkirsti kelią piktnaudžiavimui ir padidinti prieglobsčio proceso veiksmingumą.

 
  
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  Philippe Juvin (PPE), par écrit. – J'ai soutenu la recommandation pour la 2ème lecture de ma collègue Sylvie Guillaume lors de la séance plénière du 12 juin. Cette recommandation avait pour objectif de simplifier et clarifier les règles sur le droit d'asile tout en garantissant des normes d'accueil de meilleure qualité et plus uniformes des demandeurs d'asile dans toute l'Union. Elle visait également à mieux lutter contre les abus potentiels et à améliorer la qualité des décisions dès le début de la procédure. Je m'en félicite

 
  
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  Giovanni La Via (PPE), per iscritto. − Il concetto di un Sistema europeo comune di asilo fu introdotto per la prima volta dal Consiglio europeo di Tampere nel 1999 e da allora sono stati fatti molti passi avanti. In Europa, infatti, nel 2012 i richiedenti asilo sono stati 330.000. Ho espresso voto favorevole alla presente relazione affinché si possa migliorare ulteriormente il sistema europeo di asilo, non solo attraverso nuove regole che migliorino la gestione delle domande di asilo, ma anche rendendo libero alla polizia degli Stati membri e all'Europol, l'accesso della banca dati dei richiedenti asilo, in modo da contrastare la criminalità organizzata e combattere il terrorismo.

 
  
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  Agnès Le Brun (PPE), par écrit. – Afin d'éviter les divergences de législation entre les Etats membres, l'Union européenne peut adopter des directives qui fixent un cadre à respecter tout en laissant une marge de manœuvre aux Etats pour y parvenir. En matière de demande d'asile, chaque Etat dispose encore de sa propre procédure ce qui créé des divergences manifestes au sein de l'Union européenne. J'ai alors voté ce texte car il vise à combler ces déficiences observées dans les procédures pour l'octroi et le retrait de statut de réfugié en mettant en place des standards minimaux qui améliorent considérablement la situation de tous les demandeurs d'asile.

 
  
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  Monica Luisa Macovei (PPE), în scris. − Am votat în favoarea acestei directive, deoarece îmbunătăţeşte condiţiile de primire a solicitanţilor de azil. Noutatea este că statele membre pot primi un ajutor financiar pentru a implementa standardele trasate de faza a doua a Sistemului European Comun de Azil. În cazul în care un stat membru primeşte un număr prea mare de solicitanţi de azil, în comparaţie cu resursele şi populaţia sa, statul poate beneficia imediat de ajutor financiar, administrativ si tehnic prin Fondul european pentru refugiaţi şi Biroul European pentru Susţinerea Azilului. De exemplu, acest ajutor tehnic poate permite ca interviul pentru solicitarea de azil să se desfăşoare într-o limbă cunoscută de solicitantul de azil. Astfel, statele membre pot oferi solicitanţilor de azil acces la un procedeu adecvat şi rapid de primire de azil.

 
  
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  David Martin (S&D), in writing. − I voted for this proposal, which sets out common procedures for granting and withdrawing asylum.

 
  
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  Véronique Mathieu Houillon (PPE), par écrit. – En adoptant le paquet asile, nous nous dotons de règles communes européennes afin de garantir un traitement décent des demandeurs d'asile tout en mettant en place des règles claires pour prévenir et dissuader les abus de notre système d'asile. Je salue la mise en place d'interview individuelle de chaque demandeur d'asile et l'identification des demandeurs d'asile les plus vulnérables. C'est une étape importante. Mais nous nous sommes aussi donné les moyens de mieux prévenir les abus des systèmes d'asile. Des procédures accélérées de traitement des demandes d'asile sont possible en cas de demande manifestement inadmissible ou non fondée, ou lorsque de faux documents ont été présentés.

 
  
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  Nuno Melo (PPE), por escrito. Com esta proposta pretende-se reformular a Diretiva 2005/85/CE do Conselho, de 1 de dezembro de 2005, relativa a normas mínimas aplicáveis ao procedimento de concessão e retirada do estatuto de refugiado nos Estados-Membros. O relatório de avaliação apontou a proliferação de procedimentos díspares a nível nacional e deficiências ao nível das garantias processuais dos requerentes de asilo, que resultam principalmente do facto de a diretiva em vigor dar aos Estados-Membros uma ampla margem de discricionariedade. Assim, a presente directiva não tem condições para complementar de forma adequada a Diretiva Qualificação e garantir uma apreciação rigorosa dos pedidos de proteção internacional, em conformidade com as obrigações internacionais e comunitárias dos Estados-Membros no que se refere ao princípio da não repulsão. Esta proposta faz parte das iniciativas que se destinam a garantir, em toda a União, um nível mais elevado de harmonização e normas de melhor qualidade no domínio da proteção internacional. Esperamos que as medidas