Jean-Luc Schaffhauser (NI). - Madame la Présidente, j'ai moi-même voté pour cette résolution car elle prend en compte l'impact sur la situation catastrophique de la Libye et souligne également des problèmes que nous connaissons mais qu'il fallait dire, à savoir la circulation des armes, la présence de groupes terroristes et l'arrivée massive de migrants sur les côtes italiennes.
Toutefois, nous aurions aimé qu'on souligne le rôle de la France, mon pays, et de l'Otan, qui a plongé la Libye dans cet enfer, et que l'on souligne également que la Libye est avant tout la victime de cette diplomatie hasardeuse – on ne peut pas dire plus – de l'Europe et de l'Occident et que, dans la situation actuelle, il n'y a pas de solution durable.
Written explanations of vote
Marina Albiol Guzmán (GUE/NGL), por escrito. - He votado en contra puesto que obvia que fue la intervención militar en Libia en 2011 encabezada por Francia, Reino Unido, los Estados Unidos y Canadá bajo paraguas de la OTAN la que ha conducido a Libia a la situación de Estado fallido actual. Fue la intervervención militar la que provocó la muerte de civiles inocentes y una grave destrucción, que han conducido a la desestabilización del Estado libio y la guerra civil en curso. Esos países adujeron la responsabilidad de proteger pero, en realidad, era la responsabilidad de proteger el petróleo.
Defendemos una solución en la que sean los países vecinos, la Liga Árabe y la Unión Africana quienes promuevan un proceso para el fin inmediato de las hostilidades y el diálogo entre las milicias en conflicto, iniciativa promovida por Argelia, y rechazamos una nueva intervención de la OTAN.
Andrus Ansip (ALDE), in writing. – I supported the resolution on the situation in Libya. Libya is at the moment a so called ʽfailed stateʼ and this is a considerable problem for the EU: from uncontrolled immigration to military actions and a favourable ground for all kinds of radicalism. Therefore it is important that at this moment we concentrate our attention on the creation of stable and suitable intra-state actors with whom it is possible to communicate and to plan assistance to bring this country back to a controlled state.
Hugues Bayet (S&D), par écrit. - La Libye est aujourd'hui en plein chaos et les premières victimes en sont les civils. Aucun effort ne doit être épargné par la communauté internationale pour arrêter le cycle de violence et atteindre un cessez le feu entre les différents belligérants.
La Libye doit se reconstruire sur base d'un Etat de droit, respectant les valeurs démocratiques et les droits de l'homme. Les auteurs de violation des droits de l'homme et du droit humanitaire international devront être traduits en justice.
Dominique Bilde (NI), par écrit. – La situation de la Libye depuis le « Printemps arabe » et la chute du dictateur Kadhafi reste très dégradée. Benghazi est frappée presque tous les jours par des affrontements meurtriers et de nombreux Libyens et étrangers quittent le pays (150000 entre mi-mai et fin août selon l'ONU).
Qui plus est, la situation démocratique du pays est catastrophique. Le Parlement, issu des élections de juin dernier et reconnu par la communauté internationale, est actuellement replié à Tobrouk pour des raisons de sécurité. D'autre part, à Tripoli, le Congrès général National (CGN) considère que le gouvernement actuel n'est pas légitime et la Libye risque donc de se retrouver avec 2 parlements et 2 gouvernements.
Le retour à la stabilité de la Libye empêchera aussi l'arrivée massive de demandeurs d'asiles et d'immigrés sur les côtes maltaises et italiennes.
La priorité reste donc le rétablissement de la situation politique et militaire et il est essentiel que l'UE soutienne les efforts de médiation actuellement menés sur le terrain par les Nations Unies. Pour ces raisons, je me suis prononcée pour cette résolution.
Mara Bizzotto (NI), per iscritto. - Pur condividendo molti passaggi contenuti in questa risoluzione, ritengo che la Libia stia attraversando una fase socio-politica estremamente complessa e per nulla stabilizzata, per questi motivi credo che sia più auspicabile una posizione più attendista in vista di risultati concreti nel Paese, mi sono quindi espressa con un'astensione.
Gianluca Buonanno (NI), per iscritto. - Astensione: pur avendo spunti interessanti il testo non è risultato essere convincente. La c.d. primavera araba ha fatto emergere tensioni e conflittualità prevedibili ed ora di difficile soluzione.
Alain Cadec (PPE), par écrit. - J'ai voté en faveur de la résolution sur la situation en Libye. Les violences engendrées par le conflit ont poussé des milliers de réfugiés à fuir le pays, provoquant une situation humanitaire catastrophique et difficile à gérer, notamment avec l'arrivée massive de migrants et de réfugiés en Italie et à Malte. Cette motion vient reconnaitre la Chambre des Représentants élue en juin 2014 comme le représentant légitime du peuple libyen dans sa transition politique depuis le régime de Kadhafi. L'Union européenne veut ainsi encourager la stabilité et la démocratie, pour que les citoyens libyens puissent vivre en sécurité dans le respect du droit international et des droits de l'Homme.
La prolifération d'armes dans le pays est une menace pour la stabilité de la région et pour la sécurité internationale, ainsi que la présence de groupes terroristes liés à Al-Qaeda qui doivent être combattus.
Nicola Caputo (S&D), per iscritto. - Ho votato a favore di questa risoluzione per condannare le violenze nel paese, in particolare nei dintorni delle città di Tripoli e Bengasi, imputabili ai continui combattimenti tra i gruppi armati e alla loro istigazione alla violenza.
Invito la Commissione e il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) a coordinare gli interventi degli Stati membri in Libia e a focalizzarne l'assistenza sul consolidamento dello Stato e delle istituzioni e, insieme agli Stati membri, alle Nazioni Unite, alla NATO e ai partner regionali, a coadiuvare la creazione di forze di sicurezza efficaci (forze armate e di polizia), sotto il comando e il controllo nazionale, in grado di garantire la pace e l'ordine nel paese.
Infine chiedo al governo ad interim libico e alla Camera dei rappresentanti eletta di rivolgersi a tutte le parti in causa, allo scopo di conseguire un accordo inclusivo ed evitare decisioni che potrebbero inasprire le divisioni invece di gettare ponti.
Fabio Massimo Castaldo (EFDD), per iscritto. - Spesso crediamo di rimediare ai propri errori, ripetendoli. L’operazione Odissey Dawn ha dimostrato il fallimento della strategia di alcuni stati che pretendevano di coltivare la democrazia nel paese semplicemente abbattendo Gheddafi con massicci bombardamenti.
Uno Stato di diritto non può maturare spontaneamente dal caos: 140 tribù e clan da sempre rivali tra loro, 42 anni di dittatura, due parlamenti, due governi, delle milizie territoriali di varie nature … e le prime vittime sono i cittadini libici. Il resto del conto è pagato dagli europei che si affacciano sul Mediterraneo: 140.000 migranti disperati solo quest´anno di cui 118.000 soltanto in Italia, 2.500 morti dall’inizio del 2014, 2.200 da giugno in poi. L’UE continua a tergiversare. L’Europa deve essere veramente unita non solo nella diversità, ma soprattutto in queste avversità. Dimostriamolo con fatti concreti!
Caterina Chinnici (S&D), per iscritto. - Il deteriorarsi della situazione libica pone pressanti problemi umanitari e di sicurezza sia nel territorio libico sia per i Paesi vicini e l'intera Europea.
La risoluzione richiama il "numero inaudito" di migranti richiedenti asilo che, partendo dalla Libia, arrivano sulle coste italiane o maltesi o muoiono nel Mediterraneo.
Ed è evidente in proposito che l'instabilità politica ha contribuito ad incrementare la fuga di cittadini libici soprattutto verso Malta e l'Italia; paese quest'ultimo in prima linea a gestire continui flussi migratori e a salvare in mare i profughi. L'appello della risoluzione all'Unione e ai paesi membri di supportare l'Italia nell'emergenza migratoria dimostra la consapevolezza dell'enorme sforzo sostenuto dal mio Paese.
L'altissimo numero di profughi non è l'unico problema che l'Unione e gli Stati hanno la responsabilità di affrontare, essendo indispensabile che si facciano carico della grave crisi politico-istituzionale e umanitaria (con scenari inquietanti, crescenti violenze, massicce violazioni di diritti e crimini di guerra) nel suo complesso.
La risoluzione si muove nella giusta direzione attraverso l'invito alla Commissione europea e agli altri organismi internazionali a supportare la creazione di forze di sicurezza efficaci e tra l'altro, per accompagnare il Paese nella riforma del sistema giudiziario.
Per questi motivi ho votato a favore
Alberto Cirio (PPE), per iscritto. - La situazione in Libia è allarmante: alle porte dell'Europa c'è un scenario complesso e imprevedibile che non si può sottovalutare, anche e soprattutto in termini di minaccia terroristica. Inoltre, questa situazione ha ricadute drammatiche sull'Unione europea, fra cui l'emergenza immigrazione. Quest'ultima coinvolge in modo particolare il nostro paese e la mia preoccupazione a riguardo è profonda.
Come espresso nella Risoluzione, l'Unione europea e gli Stati membri devono sostenere da un lato la Libia per risolvere la radice del problema, promuovendo la fine delle ostilità e il ripristino dei diritti umani violati per il benessere del popolo libico, e dall'altro aiutare e sostenere il nostro paese nel far fronte ai flussi migratori provenienti dalla Libia ed è per queste ragioni che ho votato a favore.
Carlos Coelho (PPE), por escrito. - A Líbia enfrenta uma escalada de combates entre grupos armados, incluindo ataques a civis e a bens privados, que envolvem a violação grosseira dos direitos humanos e do direito humanitário, onde se incluem detenções arbitrárias, raptos, execuções extrajudiciais, tortura e violência contra jornalistas, funcionários, políticos e defensores dos direitos humanos.
Os recentes combates levaram a uma degradação generalizada das condições de vida na Líbia, tendo milhares de migrantes e refugiados que fugiram da violência na Líbia morrido ao procurar atravessar o Mediterrâneo com destino à Europa, provocando uma grave crise de refugiados em Itália e Malta.
Apoio esta resolução do PE que condena a escalada de violência, em especial a dirigida contra a população e as instituições civis, e solicita a todas as partes no conflito que ponham imediatamente termo a todos os atos de violência e que cheguem a um acordo de cessar-fogo, que permita a criação de um Estado baseado no respeito dos direitos humanos, na democracia e no Estado de direito. Por outro lado, defende-se que os responsáveis pelas violações dos direitos humanos e do direito internacional humanitário sejam devidamente processados.
Lara Comi (PPE), per iscritto. - Ho votato a favore di questa importantissima Risoluzione del Parlamento europeo sulla situazione in Libia.
L'UE afferma ancora una volta con forza la supremazia della democrazia, dei diritti umani e delle libertà fondamentali. La crescente violenza va condannata con fermezza. Inoltre, è necessaria una risposta efficace dell'Unione per l'arrivo costante e continuo sulle coste italiane e maltesi di richiedenti asilo e migranti irregolari. Non possiamo più stare a guardare nell'attesa di prendere una decisione ferma. La politica europea in questo campo deve assolutamente dare risposte risolutive, stimolando anche la solidarietà tra gli Stati membri, principio cardine del processo di integrazione europea. Infine, un plauso alle donne in Libia che hanno avuto e hanno un ruolo fondamentale nella transizione e possono dare ancora un valido contributo al processo decisionale.
Therese Comodini Cachia (PPE), in writing. – The EU has an important role to play in assisting the Libyan people to follow a process of democratisation. It is of great concern to know that human rights are being violated in a gross manner and it would be crass not to act. This resolution signifies Parliamentʼs concern regarding the worrying situation in Libya. Instability in Libya also hampers border security and continues to slow down much needed cooperation between the EU, its Member States and Libya to tackle migration.
Ignazio Corrao (EFDD), per iscritto. - Al fine di condannare la crescente violenza, in particolare contro la popolazione civile e le istituzioni civili, di invitare tutte le parti belligeranti a cessare immediatamente qualsiasi violenza e a trovare un accordo su un cessate il fuoco in maniera tale da porre fine alle crescenti sofferenze della popolazione. Auspico che questa risoluzione possa avviare un dialogo politico nazionale inclusivo ai fini della creazione di uno Stato fondato sul rispetto dei diritti umani, sulla democrazia e sulla legalità. Ho prestato il mio pieno assenso alla presente risoluzione, per fare in modo altresì che i responsabili delle violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale siano chiamati a rispondere delle loro azioni.
Javier Couso Permuy (GUE/NGL), por escrito. - He votado en contra puesto que obvia que fue la intervención militar en Libia en 2011 encabezada por Francia, Reino Unido, los Estados Unidos y Canadá bajo paraguas de la OTAN la que ha conducido a Libia a la situación de Estado fallido actual. Fue la intervervención militar la que provocó la muerte de civiles inocentes y una grave destrucción, que han conducido a la desestabilización del Estado libio y la guerra civil en curso. Esos países adujeron la responsabilidad de proteger pero, en realidad, era la responsabilidad de proteger el petróleo.
Defendemos una solución en la que sean los países vecinos, la Liga Árabe y la Unión Africana quienes promuevan un proceso para el fin inmediato de las hostilidades y el diálogo entre las milicias en conflicto, iniciativa promovida por Argelia, y rechazamos una nueva intervención de la OTAN.
Andrea Cozzolino (S&D), per iscritto. - Ancora una volta ci troviamo a una escalation militare brutale che, da un lato, continua a farci sentire, come cittadini europei, assolutamente impotenti e inetti e, dall'altro, ci mostra le atrocità delle sue conseguenze che immancabilmente finiscono col coinvolgere direttamente le nostre coste e i nostri paesi. Non è ammissibile continuare a gridare rabbia e dolore per le tragedie umane che, ogni giorno, si ripetono nei nostri mari, e non fare assolutamente nulla di concreto per porvi fine. Non basta predisporre tutto ciò che è nel nostro potere di fare - e lo dico da cittadino italiano - per dare una accoglienza dignitosa a quanti fuggono da situazioni che per noi sono assolutamente inimmaginabili. Non basta ma dobbiamo continuare a farlo, dando come europei tutto il sostegno necessario agli stati che più di altri sono in prima linea nell'accoglienza. Tuttavia, il compito dell'Europa deve essere quello di andare alla fonte, di andare a scardinare all'origine quelli che sono i traffici e le attività, per lo più criminali, che fomentano queste barbarie. Massimo controllo sui canali (petrolio, armi, droga) che consentono il finanziamento delle associazioni che si oppongo alle legittime autorità, mettendone in discussione il diritto e minando i processi di democratizzazione.
Miriam Dalli (S&D), in writing. – I voted in favour of this resolution as I agree that the instability in Libya is conducive to a scenario where more criminal gangs can engage in human trafficking. The present inability of the Libyan authorities to uphold the rule of law means that there is less control over these criminal organisations, which can therefore extend their operations. The violence may also result in more Libyans wanting to flee their country. These are to be added to the tens of thousands of other migrants from the region who are already in Libya trying to earn some money to make the crossing. The result of this situation is hundreds of deaths in the Mediterranean and harsh pressure on countries like Malta and Italy. I believe that the EU should not accept this criminality and should work with the United Nations in order to end this conflict.
Rachida Dati (PPE), par écrit. – En Libye, la situation sécuritaire, politique et humanitaire s’est très sérieusement détériorée. C’est pourquoi j'ai soutenu l'appel lancé par le Parlement européen pour que toutes les parties prenantes mettent fin à la violence, engagent un dialogue national afin de construire un État démocratique fondé sur le respect des droits de l’homme et de l’État de droit. Par ce vote, j'ai aussi voulu attirer l'attention sur la double menace que fait peser la crise libyenne sur notre continent : d’un côté, l’augmentation de la pression migratoire aux frontières extérieures de l’Union, de l’autre la présence de groupes terroristes liés à Al-Qaeda sur son territoire.
Γεώργιος Επιτήδειος (NI), γραπτώς. - Καταψηφίζουμε το συγκεκριμένο σχέδιο για τον λόγο ότι τάσσεται εναντίον της FRONTEX και ζητά την κατάργησή της. Παράλληλα ζητά την χρηματοδότηση των μεταναστών από την Λιβύη με κονδύλια της ΕΕ.
José Manuel Fernandes (PPE), por escrito. - Os confrontos na Líbia têm-se intensificado nos últimos meses, destabilizando o país e a sua transição democrática, provocando o aumento do número de vítimas civis, de pessoas deslocadas internamente e de refugiados: 100 000 líbios saíram das suas casas e 150 000 abandonaram o país. Assiste-se, diariamente, a violações maciças dos direitos humanos, com dezenas de civis a serem raptados exclusivamente com base na sua tribo, família ou religião; com detenções arbitrárias, raptos, execuções extrajudiciais, tortura e violência contra jornalistas, funcionários, políticos e defensores dos direitos humanos.
É, por isso, importante que o contributo da União Europeia não se centre apenas na segurança fronteiriça, porque não se coaduna com as necessidades do país, nem com os desafios que tem que enfrentar. Recordo que já morreram mais de 1600 pessoas, quando tentavam chegar à Europa através da Itália e de Malta, sendo a sua grande maioria líbios. Das 109 000 pessoas que chegaram a Itália, 98 000 eram provenientes da Líbia, uma situação profundamente preocupante e que deverá levar a União Europeia a dar seguimento às prioridades identificadas no Grupo de Missão para o Mediterrâneo.
João Ferreira (GUE/NGL), por escrito. - O tempo deu razão aos alertas e denúncias que oportunamente fizemos quanto à agressão à Líbia.
NATO, EUA e UE promoveram a ingerência e a guerra na Líbia. A maioria deste parlamento não se preocupou, então, com as consequências dessa opção. Quando instigaram o conflito interno para procurar justificar a violação da sua soberania e independência, atacando o país a reboque da imposição de uma hipócrita zona de exclusão aérea – à qual, é bom lembrá-lo, dos partidos portugueses representados no Parlamento Europeu só o PCP se opôs, juntamente com muitas outras forças representadas no GUE/NGL – fizeram-no, diziam, para defender a liberdade, a democracia, os direitos humanos. Quanto cinismo, quanta hipocrisia. Está bem à vista o resultado.
No seu horizonte estava uma das maiores reservas de petróleo do mundo, as maiores de África. Para alcançar os seus objetivos, armaram, financiaram, abriram as portas do país à entrada de mercenários e de grupos como a Al-Qaeda, para acicatar divisões entre clãs e tribos que viviam em coexistência pacífica.
São os mesmos que se alarmam agora com a insegurança e instabilidade criadas. A resposta: mais do mesmo, com a ingerência do Serviço Europeu para a Ação Externa, uma mais ampla missão da PCSD e a militarização da presença da UE na Líbia.
Λάμπρος Φουντούλης (NI), γραπτώς. - Ψηφίζω κατά αφού ζητά την χρηματοδότηση των μεταναστών της Λιβύης με κονδύλια της ΕΕ.
Mariya Gabriel (PPE), par écrit. – J'ai voté en faveur de cette résolution car elle rappelle tout d'abord les principes essentiels qui doivent guider la recherche d'une solution et l'action de l'Union : le respect de l'État de droit, de la démocratie et des institutions légitimes, notamment la Chambre des Représentants. L'aide de l'Union et de la communauté internationale doit s'orienter vers le renforcement de l'État et de sa souveraineté sur l'ensemble du territoire, notamment au contrôle des frontières. Deuxièmement, la résolution salue à juste titre les efforts de l'Égypte et l'importance d'un dialogue régional, y compris avec la Ligue arabe, pour une solution durable à la crise libyenne. Nous insistons aussi sur une meilleure coordination parmi les différents envoyés spéciaux des organisations internationales et, en ce sens, la nomination du Représentant spécial de l'UE pour la région du Sud de la Méditerranée en tant que nouveau Représentant spécial du Secrétaire général de l'ONU en Libye peut s'avérer utile. Enfin, le Parlement appelle ici à anticiper et gérer les implications migratoires de cette crise : l'UE et l'ensemble de ses États membres doivent réagir de manière coordonnée à l'afflux des réfugiés.
Sylvie Guillaume (S&D), par écrit. - Je me félicite de l'adoption, le 18 septembre 2014, de la résolution sur la situation en Libye. Le retour à une stabilité sécuritaire et politique durable passe inéluctablement par l'instauration d'un dialogue national inclusif entre les parties libyennes et la restauration de la crédibilité du processus politique. C'est dans cette perspective que nous appelons l'ensemble des acteurs nationaux à reconnaître la légitimité du seul Parlement issu des élections du 25 juin. Nous prions ainsi la Commission et le SEAE de concentrer leur soutien sur le renforcement de l'État et des institutions. Les efforts de médiation des pays voisins ou des Nations Unies et de leur nouveau Représentant spécial doivent aussi être encouragés. Le Parlement s'inquiète également des répercussions de la détérioration de la gouvernance en Libye sur la sécurité régionale et européenne. Dans le chaos qui continue chaque jour à faire des centaines de victimes et de déplacés, un nombre important de migrants deviennent la proie de passeurs et trafiquants, avec la fin tragique que nous connaissons malheureusement trop souvent. Il est temps que l'Union européenne se dote d'une véritable politique migratoire, en renforçant notamment les synergies entre les politiques intérieure et extérieure de l'UE.
Ivan Jakovčić (ALDE), napisan. - Glasao sam Za rezoluciju jer u Libiji vlada potpuni kaos i ovom je rezolucijom Europski parlament zauzeo jasne stavove o situaciji u Libiji i pozvao na njihove rješavanje.
Marc Joulaud (PPE), par écrit. - J'ai voté en faveur de la résolution sur la Libye qui soutient le gouvernement central libyen et appelle à l'arrêt des violences entre les différentes factions ainsi qu'à la protection des populations civiles. Je me félicite de l'adoption de cette résolution.
Philippe Juvin (PPE), par écrit. - Je suis cosignataire de cette résolution justifiée par la forte dégradation de la situation sécuritaire, politique et humanitaire en Libye ces dernières semaines. Chaque jour, la Libye sombre un peu plus dans le chaos en raison de l'affrontement entre milices rivales, liées pour certaines à des groupes armés islamistes extrêmement dangereux. Au niveau politique, il est indispensable d'éviter l'apparition de deux parlements concurrents du fait de la non-reconnaissance du Parlement de Tobrouk par le Congrès général national. L'UE doit dès lors soutenir les initiatives onusiennes visant à favoriser un dialogue constructif entre les différentes parties et soutenir le renforcement de l’État libyen dans le cadre du processus de transition démocratique post-Kadhafi. Elle doit par ailleurs contribuer à la réforme du secteur de sécurité en Libye pour lutter contre le terrorisme et prendre les mesures nécessaires s'agissant de la question migratoire en coopération avec la Libye et les acteurs de la région. Comme souhaité lors de la Conférence du Caire du 25 août 2014, il est indispensable d'impliquer les pays voisins pour assurer la stabilité en Libye.
Afzal Khan (S&D), in writing. – I supported the resolution, as I am very concerned about the humanitarian crisis in Libya and extremist groups gaining a territorial foothold. The situation needs to be urgently addressed and the arms embargo to the country enforced. The EU must co-operate to support Libya in securing a ceasefire between the warring parties and putting the country on the path to peace. A partnership with regional players should be also actively promoted to help bring governance and help rid Libya of violence, terrorism and crime.
Gabrielius Landsbergis (PPE), raštu. - Šiandieninė padėtis Libijoje ypač nestabili. Nuo 2011 m., kai Libijos piliečiai išėjo į gatves, iki dabar šalies ekonominė, politinė, socialinė situacija sudėtinga – grobiami užsienio valstybių piliečiai, sulaikomi žmogaus teisių gynėjai, žurnalistai. Sutrikusi elektros, vandens, kuro, maisto tiekimo sistema, o po įvykusių rinkimų islamistai nepripažįsta išrinkto parlamento, suformavo savo vyriausybę ir parlamentą.
Ypač kelia susirūpinimą teroristinių organizacijų veikla, ginklų kontrabanda, sukelianti ne tik šalies, bet ir regiono nestabilumą. Europos Sąjunga, kaip niekas kitas, jaučia šio karo pasekmes – itin vargingomis, nežmoniškomis sąlygomis plūstantys pabėgėliai išsilaipina Maltos ar Italijos pakrantėse.
Mes, Europos piliečiai, suprasdami, kad Europa nesibaigia ties žemyno ribomis, o ES – ties valstybių narių sienomis, privalome remti ir padėti regionams, kenčiantiems nuo agresorių ir karo veiksmų.
Paloma López (GUE/NGL), por escrito. - He votado en contra puesto que obvia que fue la intervención militar en Libia en 2011 encabezada por Francia, Reino Unido, los Estados Unidos y Canadá bajo paraguas de la OTAN la que ha conducido a Libia a la situación de Estado fallido actual. Fue la intervervención militar la que provocó la muerte de civiles inocentes y una grave destrucción, que han conducido a la desestabilización del Estado libio y la guerra civil en curso. Esos países adujeron la responsabilidad de proteger pero, en realidad, era la responsabilidad de proteger el petróleo.
Defendemos una solución en la que sean los países vecinos, la Liga Árabe y la Unión Africana quienes promuevan un proceso para el fin inmediato de las hostilidades y el diálogo entre las milicias en conflicto, iniciativa promovida por Argelia, y rechazamos una nueva intervención de la OTAN.
Javi López (S&D), por escrito. - Anuncio mi voto favorable a la propuesta de Resolución sobre la situación en Libia debido a la necesidad de alzar la voz y pedir medidas para abordar la extrema inestabilidad en la que se encuentra este país. Tras las elecciones del pasado junio, Libia tiene ahora dos Parlamentos y dos Gobiernos que se disputan el poder de este país sin Estado que vive en el caos económico y social desde hace más de tres años. Los grupos armados locales han aumentado su violencia, en especial en Trípoli y Benghazi, causando la muerte de miles de civiles. A esto se le suma una situación humanitaria dramática, con miles de desplazados y de refugiados que salen de Libia para llegar a las costas de Malta o Italia arriesgando la vida y causando numerosas tragedias humanas por los naufragios de sus embarcaciones. Por todo ello, apoyo la propuesta de Resolución para pedir un alto al fuego entre las partes, un mayor diálogo que lleve a una solución política para otorgar total legitimidad al nuevo Gobierno elegido democráticamente, que se eviten nuevas tragedias humanitarias en el Mediterráneo y que se acabe con la impunidad de aquellos que han violado y continúan atacando los derechos humanos en Libia.
Andrejs Mamikins (S&D), rakstiski. - Diemžēl šī valsts vēl ir ļoti tālu no patiesas demokrātijas un harmonizētas civilās sabiedrības.
Ramona Nicole Mănescu (PPE), în scris. - Am votat în favoarea acestei rezoluții.
Consider că este necesar să cerem tuturor părților implicate în conflict să depună toate eforturile în vederea încetării focului, pentru a pune capăt suferințelor populației și pentru a permite societății să evolueze.
Este nevoie ca UE să acorde prioritate sprijinirii reformei din sistemul juridic libian, precum și altor domenii esențiale pentru existența și dezvoltarea unui stat democratic.
Proliferarea armamentului și munițiilor, explozivelor și a traficului de arme în Libia prezintă un risc pentru stabilitatea în țară și pentru populația acesteia.
Salut sprijinul și angajamentul ferm al UE pentru aspirațiile democratice ale poporului libian, mai ales în contextul actualei crize, și susțin solicitarea adresată UE de implicare mai activă în susținerea stabilității și tranziției democratice a Libiei.
Barbara Matera (PPE), per iscritto. - La decisione di votare positivamente la proposta di risoluzione sulla situazione in Libia, deriva, innanzitutto, dalla consapevolezza che l’aspirazione verso una maggiore stabilità all’interno dei confini europei non può prescindere da un attento interesse nei confronti della situazione politico – sociale vigente all’interno dei paesi limitrofi.
L’integrità dei nostri Stati membri viene spesso compromessa, come conseguenza dei tumulti in atto all’interno delle regioni confinanti.
Per questo motivo trovo giusto che, come richiesto all’interno del testo, l'UE partecipi in misura ancora maggiore al processo di stabilizzazione della Libia, imprescindibilmente collegato ad un percorso di transizione democratica.
Del documento condivido, in particolare, l’invito ad instaurare un dialogo politico nazionale, mirato alla creazione di uno Stato libico che si fondi sul rispetto dei diritti umani, della democrazia e della legalità.
Apprezzabile, inoltre, l’invito, nei confronti dell'UE, e dei suoi Stati membri, a sostenere concretamente l'Italia nella sua attività di gestione dei flussi migratori provenienti dal Nord Africa e, in particolare, proprio dalla Libia.
Jean-Luc Mélenchon (GUE/NGL), par écrit. - La Libye est livrée aux combats entre milices. De nombreux civils subissent des exactions du seul fait de leur appartenance tribale ou pour des motifs religieux. Mais comme souvent, ce texte ne cherche pas à établir la moindre responsabilité dans la fabrication de ce chaos. Quid de l’intervention de l’OTAN qui avait outrepassé le mandat de l’ONU (celui de protéger les populations) en faisant tomber le régime, de surcroît sans avoir la moindre stratégie pour la suite ? Quant aux propositions, elles se résument à des condamnations, vœux et formules pleines de bons sentiments, sans aucune espèce de solution concrète. Le texte appelle le parlement élu en juin à assumer son rôle, notamment pour doter le pays d’une constitution, sans préciser que ce parlement qui n’exerçait depuis longtemps plus la moindre influence sur la pays s’est récemment réfugié sur un ferry dans la rade de Tobrouk… Dans ces conditions, la seule mention de l’OTAN comme «partenaire» pour aider les dirigeants libyens à bâtir des forces de sécurité étatiques capables de rétablir la sécurité m’amène à voter contre ce texte dont les rédacteurs sont de pitoyables copistes de la propagande nord-américaine.
Nuno Melo (PPE), por escrito. - Desde a queda do regime de Kadhafi que a Líbia não mais encontrou a estabilidade. A Líbia enfrenta uma escalada dos combates entre os grupos armados, incluindo ataques a civis e a bens privados, que envolvem violações maciças dos direitos humanos.
Tenho que condenar a escalada de violência, em especial a que é dirigida contra a população e as instituições civis, as partes em conflito devem pôr imediatamente termo a todos os atos de violência e chegar a acordo sobre um cessar-fogo, a fim de travar a escalada de sofrimento da população e dar início a um diálogo político nacional inclusivo, para criar um Estado baseado no respeito dos direitos humanos, na democracia e no Estado de direito. É para atingir esse objetivo que a UE tem de envidar todos os esforços.
Louis Michel (ALDE), par écrit. – Je condamne avec la plus grande fermeté l’escalade de la violence en Libye et j'appelle toutes les parties à se mettre autour de la table en vue de conclure un cessez-le-feu. Les divisions politiques restent profondes, le sentiment de méfiance est palpable, et compte tenu de la prolifération des armes hors du contrôle effectif des autorités, la situation sécuritaire reste extrêmement fragile. Je soutiens l’action de l’ONU (MINUL) via sa mission d’appui en Libye, afin de favoriser le dialogue politique national libyen. La Commission et le SEAE devraient s’assurer de la coordination de l’action des États membres afin d'agir en parallèle avec l’ONU et l’OTAN. La priorité va à la création de forces de sécurité efficaces et à une réforme du système judiciaire. Enfin il est urgent que l'UE apporte une réponse coordonnée à la pression migratoire grandissante des pays du Sud, notamment de la Libye. Il s'agit de mettre en place une véritable politique européenne commune en matière d’immigration qui serait également une réponse à ce que d'aucuns appellent la "mondialisation de l'indifférence".
Marlene Mizzi (S&D), in writing. – I voted in favour of this resolution, which calls on all Libyan parties to agree to an immediate ceasefire ending the fighting, and to engage in an inclusive political dialogue. This resolution is deeply concerned by the unprecedented arrival of asylum seekers and irregular migrants to Italian and Maltese shores and calls on the EU to follow up the priorities identified in the Mediterranean Task Force and launch a political dialogue on migration issues with the Libyan Government.
Nadine Morano (PPE), par écrit. - J'ai voté en faveur de cette résolution qui condamne la montée de la violence contre les populations civiles et les institutions légitimes en Libye. À travers ce vote, le Parlement européen demande le rétablissement de l'État de droit dans le pays et la présentation devant les juridictions compétentes de toutes les personnes coupables de crimes et de crimes de guerre. La situation actuelle en Libye a des effets importants sur l'Europe et particulièrement sur la pression migratoire. L'Europe et les États membres doivent jouer un rôle important dans le rétablissement de la paix pour assurer la sécurité dans le pays et arrêter les mouvements migratoires à nos frontières au plus vite.
Younous Omarjee (GUE/NGL), par écrit. – La résolution sur la situation en Libye est biaisée sur un point crucial: elle ne mentionne aucunement les interventions de l'OTAN et des pays de l'UE qui ont incontestablement conduit à la déstabilisation actuelle du pays et sa fracturation selon des lignes ethniques. Bien que la résolution présente un point important sur l'immigration irrégulière et sur les demandeurs d'asile, qui est bien entendu un point sur lequel l'UE doit jouer un rôle primordial, la résolution me paraît occulter la responsabilité de l'Europe dans la situation du pays, et ne traite pas avec suffisamment de force la racine du problème. J'ai par conséquent voté contre ce texte.
Andrej Plenković (PPE), napisan. - Kao supotpisnik rezolucije u ime kluba zastupnika EPP-a podržao sam rezoluciju Europskog parlamenta o stanju u Libiji jer poziva strane u Libiji da postignu sporazum o trenutačnom prekidu vatre, prestanku borbi te uključivanju u sveobuhvatni nacionalni dijalog.
Trenutna situacija ne ugrožava samo Libiju nego predstavlja prijetnju već i susjedima i europskim zemljama zbog migranata, oružja i streljiva koje dolazi u ruke terorista. Potrebno je pokrenuti politički dijalog i ne poduzimati aktivnosti koje bi mogle zaoštriti postojeće podjele i potkopati demokratsku tranziciju. Istaknuo bih predanost koju EU iskazuje prema tranziciji Libije te važnost nastavka sudjelovanja EU-a u izgradnji demokratske Libije.
Pozdravljam i napore Misije potpore Ujedinjenih naroda u Libiji (UNSMIL) te se nadam da će ova misija doprinijeti razvoju nacionalnog dijaloga. Uz navedene napore pozdravljam i proširenje postojećih međunarodnih sankcija Libiji preko rezolucije Vijeća sigurnosti UN-a 2174.
Kako bi osigurali sigurnost regije važan je angažman svih aktera kako bi se stabilizirali libijska vlast i institucije te uvela vladavina prava. Kako dolazi do sve većeg broja civilnih žrtava i kršenja ljudskih prava, ovim putem pozivam libijske stranke na prestanak vatre i uključenje u cjelokupni nacionalni dijalog kako bi se izbjegle dodatne žrtve te postigao mir.
Franck Proust (PPE), par écrit. - J'ai voté en faveur de la résolution du Parlement européen concernant la situation en Libye qui ne cesse de s'aggraver. Il est ainsi du ressort du Parlement européen de pointer du doigt les atrocités qui s'y déroulent afin d'éveiller l'intérêt de l'ensemble des acteurs de la communauté internationale et d'encourager toute initiative visant à promouvoir la paix dans ce pays.
Tokia Saïfi (PPE), par écrit. - La situation actuelle en Libye est préoccupante. Malgré les élections législatives de juin 2014 et la constitution d'un gouvernement, la situation en Libye demeure critique sur les plans politiques, économiques et sécuritaires.
J'ai soutenu cette résolution pour que l'Union européenne renforce son engagement en faveur de la stabilité et de la transition vers la démocratie en Libye. Le recours à la violence à l'encontre des civils est inadmissible et un cessez-le-feu entre les différentes parties doit être établi au plus vite.
Il est également important que l'Union européenne agisse en coordination avec la communauté internationale et notamment la MANUL et l'envoyé spécial des Nations Unies en Libye, Bernardino Leon, récemment nommé.
Lidia Senra Rodríguez (GUE/NGL), por escrito. - He votado en contra puesto que obvia que fue la intervención militar en Libia en 2011 encabezada por Francia, Reino Unido, los Estados Unidos y Canadá bajo paraguas de la OTAN la que ha conducido a Libia a la situación de Estado fallido actual. Fue la intervervención militar la que provocó la muerte de civiles inocentes y una grave destrucción, que han conducido a la desestabilización del Estado libio y la guerra civil en curso. Esos países adujeron la responsabilidad de proteger pero, en realidad, era la responsabilidad de proteger el petróleo.
Defendemos una solución en la que sean los países vecinos, la Liga Árabe y la Unión Africana quienes promuevan un proceso para el fin inmediato de las hostilidades y el diálogo entre las milicias en conflicto, iniciativa promovida por Argelia, y rechazamos una nueva intervención de la OTAN.
Siôn Simon (S&D), in writing. – In the resolution on the situation in Libya the European Parliament demonstrates its wish to be more involved in supporting Libya’s stability and transition to democracy.
Branislav Škripek (ECR), in writing. -
Situácia v Líbyi je momentálne zložitá. Rôzne skupiny bojujú medzi sebou, pričom ničia životy civilistov. Podporil som uznesenie, pretože vyzýva EÚ, aby aj naďalej ponúkala humanitárnu, finančnú a politickú pomoc v krízových oblastiach, v severnej Afrike a na Blízkom východ, no s cieľom riešiť základné príčiny migrácie a humanitárnych problémov.
The situation in Libya is at this moment very difficult. Different groups are fighting to each other which destroy the life of civilians. I supported the resolution as it calls for the EU to continue to offer humanitarian, financial and political assistance in crisis areas in North Africa and the Middle East in order to tackle the root causes of migration and humanitarian pressures.
Ελευθέριος Συναδινός (NI), γραπτώς. - Καταψηφίζουμε το συγκεκριμένο σχέδιο διότι τάσσεται εναντίον της FRONTEX και ζητά την κατάργησή της, ενώ παράλληλα ζητά τη χρηματοδότηση των μεταναστών που προέρχονται από την Λιβύη με κονδύλια της Ευρωπαϊκής Ένωσης.
Marc Tarabella (S&D), par écrit. - L’UE doit collaborer avec l’envoyé spécial de l’ONU pour aider la Libye à mettre en place un cessez-le-feu entre parties combattantes, et à engager le pays dans la voie vers la paix. La communauté internationale doit se concentrer sur l’assistance à la Libye pour la mise en place d’institutions étatiques, dont des forces de sécurité nationales.
En effet, l’absence de sécurité compromet toute perspective de transition démocratique et ne peut qu’aggraver les souffrances de la population. La sécurité de l’UE est également en jeu. L’UE doit promouvoir activement un partenariat avec les acteurs régionaux, à savoir l’Égypte et la Tunisie, pour contribuer à l’instauration d’une gouvernance, à la suppression de la violence, du terrorisme et de la criminalité, ainsi qu’à la réalisation des attentes de la Révolution de février.
Ramon Tremosa i Balcells (ALDE), in writing. – I am happy to support such a resolution in order to condemn the increasing violence, in particular against the civilian population and civilian institutions. I call on all parties to the conflict to immediately cease all violence and agree to a ceasefire in order to end the escalating suffering of the population and to engage in an inclusive national political dialogue to build a State based on the respect of human rights, democracy and the rule of law. I call on those responsible for all violations of human rights and international humanitarian law to be held accountable.
I want to express my deep concern and full solidarity with the suffering Libyan civilian population and institutions.
Ángela Vallina (GUE/NGL), por escrito. - He votado en contra puesto que obvia que fue la intervención militar en Libia en 2011 encabezada por Francia, Reino Unido, los Estados Unidos y Canadá bajo paraguas de la OTAN la que ha conducido a Libia a la situación de Estado fallido actual. Fue la intervervención militar la que provocó la muerte de civiles inocentes y una grave destrucción, que han conducido a la desestabilización del Estado libio y la guerra civil en curso. Esos países adujeron la responsabilidad de proteger pero, en realidad, era la responsabilidad de proteger el petróleo.
Defendemos una solución en la que sean los países vecinos, la Liga Árabe y la Unión Africana quienes promuevan un proceso para el fin inmediato de las hostilidades y el diálogo entre las milicias en conflicto, iniciativa promovida por Argelia, y rechazamos una nueva intervención de la OTAN.
Miguel Viegas (GUE/NGL), por escrito. - A NATO, os EUA e os seus aliados da UE não se preocuparam com as consequências económicas, civis e humanitárias quando instigaram o conflito interno para procurar justificar a violação da sua soberania e independência, atacando o país a reboque da imposição de uma hipócrita zona de exclusão aérea.
O seu interesse estava obviamente centrado numa das maiores reservas de petróleo do mundo, as maiores de África. Armaram e financiaram grupos de mercenários e outros grupos como a Al-Qaeda, vindos de vários países para balcanizar, acicatar divisões entre clãs e tribos que viviam em coexistência pacífica.
A resposta das forças de direita e da social-democracia mostram-se hipocritamente alarmadas com a insegurança geral vivida e com a permanente chegada de imigrantes às costas dos países da UE, a quem continuam a criminalizar e a deixar morrer no mar ou em terra.
Inês Cristina Zuber (GUE/NGL), por escrito. - Não foi para melhorar ainda mais as condições de vida desse povo que a NATO, os EUA e os seus aliados da UE e da região promoveram a ingerência e a agressão à Líbia. Não se preocuparam com as consequências quando instigaram o conflito interno para procurar justificar a violação da sua soberania e independência, atacando o país a reboque da imposição de uma hipócrita zona de exclusão aérea. No seu horizonte, estava uma das maiores reservas de petróleo do mundo, as maiores de África, só isso importava. Para alcançar os seus objetivos, armaram, financiaram e abriram as portas do país à entrada de mercenários e outos grupos como a Al-Qaeda, vindos de vários países para balcanizar, acicatar divisões entre clãs e tribos que viviam em coexistência pacífica. O resultado está à vista.
As forças de direita e da social-democracia mostram-se hipocritamente alarmadas com a insegurança geral vivida e com a permanente chegada de imigrantes às costas dos países da UE, a quem continuam a criminalizar e a deixar morrer no mar ou em terra.
Mas a sua resposta é mais do mesmo, com a ingerência do Serviço Europeu para a Ação Externa, uma mais ampla missão da PCSD e a militarização da presença da UE na Líbia.