Strategia dell'UE per la parità tra donne e uomini dopo il 2015 (A8-0163/2015 - Maria Noichl)
Lorenzo Cesa (PPE), per iscritto. ‒ Il mio voto sul progetto di relazione sulla strategia dell'Unione europea sull'uguaglianza uomo-donna è un voto negativo. Ed è un no sofferto, perché so perfettamente che, di fatto, la parità tra uomini e donne in tutti gli ambiti della vita progredisce troppo lentamente.
Ma questa parità non sarà mai raggiunta attraverso lo svilimento del valore della famiglia, che rappresenta, invece, un grave arretramento culturale dell'Europa. Non è attraverso il riconoscimento delle famiglie gay o dell'omoparentalità che all'uomo e alla donna verranno garantiti gli stessi diritti. Non è certo con una legge che impedisce ai bambini adottati di conoscere i propri genitori naturali che le donne saranno più simili agli uomini e nemmeno potendo abortire figli non voluti. Per tutti questi motivi non ho potuto votare a favore di questa risoluzione.
La parità tra uomini e donne si conquista con una legislazione che tutela la vita dal concepimento fino alla sua fine naturale, attraverso gli aiuti alle famiglie, alle madri lavoratrici, istituendo la parità salariale, favorendo la conciliazione tra vita privata e professionale, garantendo la parità nell'istruzione. Questo è quello che ogni Stato membro dovrebbe fare, anche senza che glielo dica il Parlamento europeo.