Lorenzo Cesa (PPE), per iscritto.– Concordo pienamente con il Presidente Juncker, non possiamo discutere oggi dello Stato dell'Unione senza affrontare il tema della crisi migratoria e dell'ininterrotto afflusso di rifugiati all'interno dei nostri confini. Risolvere questa situazione deve diventare la priorità sulla quale concentrare tutte le nostre energie. L'Unione europea deve dare prova di avere raggiunto quella maturità politica che fino ad oggi ancora le è mancata. Non è possibile che, di fronte a migliaia di persone che muoiono in mare cercando di scappare dagli orrori della guerra, noi facciamo ancora prevalere i nostri egoismi nazionali. Ci deve essere una comune volontà politica di aiutare questi uomini, donne e bambini che non hanno nessuna colpa tranne quella di abitare in territori insanguinati da conflitti e martoriati dal terrorismo. Gli Stati che oggi dicono no all'accoglienza o che costruiscono muri lungo le proprie frontiere si dovrebbero ricordare che, a suo tempo, anche le loro popolazioni sono state accolte in Europa. Deve essere approvata la ripartizione delle quote vincolanti così come proposta dalla Commissione, ma si deve anche andare alla radice del problema: l'Unione europea deve impegnarsi politicamente per risolvere il conflitto in Siria, così come in Libia e nelle altre regioni in guerra.