Lorenzo Cesa (PPE).– Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, mi permetta di fare gli auguri di pronta guarigione all'Alto rappresentante Mogherini, che quest'oggi non è qui con noi, ma colgo l'occasione per ringraziarla di cuore per il rispetto e la disponibilità che ha per questa Istituzione, Parlamento e commissione AFET di cui io sono componente.
Oggi parliamo di Libia, ma diciamo con franchezza, paesi come Libia, Somalia, Yemen ed altri purtroppo sono oggi privi di una propria statalità. Non esistono più governi in questi paesi con cui poter seriamente interloquire ed è questa la causa dei problemi di questi paesi. Sulla Libia il contesto è molto più complesso a causa di scontri tra fazioni, etnie e tradizioni popolari, che si sono rese responsabili di un lungo e sanguinoso conflitto civile. In una situazione del genere non è semplice trovare interlocutori affidabili. Il parlamento di Tripoli è di fatto ostaggio di un numero importante di deputati oltranzisti e sottoposto ad influenza esterna, tipo Turchia, i leader militari rivendicano la propria legittimazione al potere e il governo di Tobruk è gestito di fatto da Egitto e Arabia Saudita. Ci troviamo purtroppo ad interloquire adesso non con un dittatore, ma con più dittatori.
In questa grave situazione l'ONU ha fatto la sua parte con Bernardino León che con perseveranza ha avviato una serie di importanti incontri tesi a ricucire il tessuto politico dilaniato da una guerra fratricida. Occorre in questo momento che l'Europa dia un sostegno ancora più deciso all'iniziativa dell'ONU cercando di raggiungere l'obiettivo di formare un governo. I delicati accordi raggiunti alla fine di settembre per essere duraturi devono essere monitorati giorno per giorno. Per questo dobbiamo lavorare come Europa per far proseguire se possibile i lavori di León.
Se poi, come Europa, vogliamo davvero essere protagonisti per dare stabilità e sicurezza in Libia dobbiamo fare lo sforzo di mettere intorno allo stesso tavolo, non solo gli attori locali, ma soprattutto paesi come Egitto, Turchia, Arabia Saudita, che insieme alle potenze occidentali, Stati Uniti e Russia pongano fine ad una crisi da troppo tempo in corso.
Presidente, mi rivolgo a Lei che presiede anche l'Euromediterraneo, cerchiamo di far tornare in quest'Aula un dibattito serio e rimettiamo al centro della nostra politica anche la questione dell'Euromediterraneo.