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Procedura : 2015/0093(COD)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento : A8-0305/2015

Testi presentati :

A8-0305/2015

Discussioni :

PV 28/10/2015 - 4
CRE 28/10/2015 - 4

Votazioni :

PV 28/10/2015 - 7.5
CRE 28/10/2015 - 7.5
Dichiarazioni di voto
Dichiarazioni di voto

Testi approvati :

P8_TA(2015)0379

Resoconto integrale delle discussioni
Mercoledì 28 ottobre 2015 - Strasburgo Edizione rivista

4. Uso di alimenti e mangimi geneticamente modificati (discussione)
Video degli interventi
Processo verbale
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  Presidente. – L'ordine del giorno reca la relazione di Giovanni La Via, a nome della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n. 1829/2003 per quanto concerne la possibilità per gli Stati membri di limitare o vietare l'uso di alimenti e mangimi geneticamente modificati sul loro territorio (COM(2015)0177 - C8-0107/2015 - 2015/0093(COD)) (A8-0305/2015).

 
  
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  Giovanni La Via, relatore. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario Andriukaitis, il tema degli OGM suscita sempre un acceso dibattito nell'opinione pubblica, principalmente sulle possibili conseguenze per la salute umana. Ad oggi non ci sono prove sufficienti per dimostrare che il consumo di cibi OGM possa avere delle conseguenze sulla salute umana e per l'ambiente. L'EFSA esprime la sua posizione, ma come lei ben sa in Europa applichiamo il principio di precauzione e quindi ovviamente abbiamo una posizione estremamente attenta sul tema.

Prima di entrare nel merito della proposta, però, mi consenta di ringraziare i colleghi che hanno lavorato con me per quanto fatto fino ad oggi.

Il 22 aprile la Commissione europea ha presentato la sua proposta di modifica del regolamento relativo agli alimenti e ai mangimi geneticamente modificati, che prevede la possibilità per gli Stati membri di adottare decisioni nazionali dirette a limitare o vietare l'uso di OGM negli alimenti o nei mangimi, una volta che tale uso sia stato autorizzato a livello dell'Unione, il cosiddetto "opt-out".

La Commissione ENVI si è espressa a gran voce contro la proposta, seppur con diverse motivazioni alla base del rigetto. La maggioranza comunque è stata ampia, con 47 voti a favore.

Nel corso di questi mesi sono state espresse serie preoccupazioni per quanto concerne la mancanza di una valutazione d'impatto, la compatibilità delle misure adottate dagli Stati membri con il mercato interno, nonché la praticabilità della proposta.

La proposta, infatti, non è stata preceduta da una valutazione di tutte le possibili conseguenze e delle opzioni alternative disponibili. Non abbiamo quindi strumenti per giudicare con certezza le conseguenze che la proposta potrebbe comportare per il funzionamento del mercato interno degli alimenti e dei mangimi e per la competitività del settore agricolo dell'Unione.

Credo infatti che la proposta possa danneggiare gravemente la produzione zootecnica e anche incidere negativamente sull'agricoltura nell'Unione europea, posto che l'Unione europea è tuttora fortemente dipendente dall'approvvigionamento di proteine provenienti da fonti geneticamente modificate, e considerando che la proposta è suscettibile di provocare un effetto negativo indiretto sulle importazioni.

Ho inoltre seri dubbi, già espressi in più occasioni di confronto con la Commissione, sull'implementabilità della proposta, vista l'assenza di controlli alle frontiere dell'Unione europea. La reintroduzione di tali controlli interni, con barriere fra gli Stati membri, equivarrebbe a cancellare le conquiste economiche dell'Unione doganale europea e del mercato unico. E non possiamo pensare di avere un mercato interno a macchia di leopardo, dopo tutti gli sforzi che ci hanno consentito negli anni di eliminare le barriere interne, le frontiere interne dell'UE.

Non è chiaro, inoltre, in che modo gli Stati membri che si avvalgono della deroga ("opt-out") possano garantire a livello pratico il rispetto delle misure nel loro territorio.

Oggi quindi ci troviamo in plenaria per prendere una decisione in questo Parlamento e la richiesta del relatore ai colleghi è quella di rigettare la proposta. Avremo anche da votare alcuni emendamenti alla risoluzione legislativa: alcuni richiedono la formulazione di una nuova proposta da parte della Commissione e altri chiedono una moratoria fino a quando non ci sarà una nuova proposta. Come relatore chiedo di votare anche contro questi emendamenti, perché credo che la legislazione vigente sia una buona legislazione, ma gli Stati membri devono avere il coraggio di applicarla. Gli Stati membri devono ovviamente prendersi la loro responsabilità.

Con il voto di oggi diamo quindi un grande segnale alla Commissione e spero che nel corso del dibattito i colleghi possano manifestare ampiamente le ragioni della nostra contrarietà.

 
  
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  Vytenis Povilas Andriukaitis, Member of the Commission. Mr President, honourable Members of Parliament, I am pleased to have this opportunity to set out the aims and substance of the Commission’s proposal to amend the Regulation on genetically modified food and feed prior to the vote later today. Let me recall that this proposal derives directly from the set of political guidelines on the basis of which this Commission was appointed, especially under the heading of a Union of democratic change – this is very important, a Union of democratic change.

We are in a very paradoxical situation and our proposal aims to solve it. On the one hand, European Union citizens seem to be sceptical about GMOs in many Member States, and yet GMOs are authorised in the European Union only after a comprehensive risk assessment which confirms a high level of safety. But part of European Union society is still against GMOs and this creates a democratic deficit in the European Union. On the other hand, EU livestock protein producers are extremely dependent on imports of protein crops, which are mostly genetically modified soya. These GMOs are widely used to feed animals, even in the Member States who vote against GMO products, and European Union livestock producers need a legally sound authorisation mechanism.

Let me recall that before the Commission takes its decision on GMO authorisation it consults Member States, first in a Standing Committee and then, if there is no clear opinion from the Standing Committee, in the Appeal Committee. In this way the Member States twice have the possibility to express their views. Under comitology rules, if Member States reach a qualified majority in favour of a draft Commission authorisation, the Commission adopts it. If the Member States reach a qualified majority against the draft, the Commission cannot adopt its draft authorisation. In case of no opinion, GMO and comitology legislation requires the Commission to adopt a decision alone.

In the specific case of GMOs, Member States have never reached a qualified majority either in favour or against the draft authorisation proposed by the Commission. The result has been a ‘no opinion’ for the 67 GM food and feed authorisations granted. Most of the Member States who voted against or abstained did not challenge the risk assessment, but instead openly invoked national political reasons. Therefore, by failing to draw the line between yes and no, Member States leave the final decision solely to the Commission.

This situation is indeed unique because thousands of other decisions are adopted without difficulty under the comitology procedure in other sectors. This situation creates tensions and deepens a democratic deficit in the European Union. It is highly unsatisfactory as it contributes to a climate of distrust against the European Union and its institutions.

Mr President, honourable Members, the time has come for everyone to step up and take their full responsibilities. The Commission’s proposal sets out a pragmatic and legally—sound way forward, consistent with the subsidiarity principle. Member States are already using the Directive on GMO cultivation – thanks to this House, because the directive was adopted here – and it shows that this model provides a workable framework to give the possibility to Member States to better take account of national circumstances. Today’s proposal follows the same logic. The legislative proposal on GM food and feed would give clear roles to the Commission and Member States. The Commission would retain responsibility for granting European marketing authorisations for safe GMOs, while Member States would hold full responsibility for deciding whether or not to use them on their territory in respect of their national political reasons.

I am not aware of an alternative approach that could properly address the challenge at stake and respect at the same time the European Union institutional framework. For example, changing the Comitology Regulation just for GMOs would clearly pose a problem of equal treatment compared with other systems of pre-authorisation. This would also run the risk of not allowing the Commission to take a decision, be it an approval or a rejection, on an application. Changing the voting rules would also be problematic. These rules are set out in the Treaty to ensure the democratic balance between the respective weights of the 28 Member States.

Some suggested that what is needed is not to change the system of authorisation but to improve the risk assessment of GMOs. Let me recall that continuous efforts are made by the Commission and EFSA to ensure that GMO risk assessments are based on the very highest standards of science and independence. The most recent development was the adoption two years ago of a regulation reinforcing and clarifying the requirements of GM food and feed applications. It was supported by a qualified majority of Member States, but this adoption had no influence on the voting behaviour of the same Member States which continue to invoke political reasons.

Mr President, honourable Members, I am well aware of the questions this House has raised regarding this proposal, and that Members are considering the adoption of a resolution to reject it. I would regret that very much. I believe an open and serious debate would be beneficial to our institutions and would bring the European Union closer to its citizens and solve problems of democratic deficit.

Should you choose to reject this proposal, the Commission will continue to apply the legislation which was adopted by the European Parliament and by the Council. The Member States will still not take a clear position, they will remain led by national political considerations and, without challenging the European Union risk assessment or demonstrating that GMOs are unsafe, they will not give a clear vote but leave full responsibility for this decision only to the Commission.

Farmers will continue using GMOs to feed their livestock, willingly or unwillingly, and European citizens will be sceptical about GMOs in many Member States.

This would be a last opportunity to give a concrete answer to genuine and legitimate concerns of European citizens, which undermine not just the GMO authorisation system but also confidence in the European Union itself.

I therefore urge you to reflect again very carefully on the full consequences of your decision before proceeding to vote. We are proposing an additional democratic mechanism to reinforce the legitimacy of the European Union decisions on GMOs.

 
  
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  Albert Deß, Verfasser der Stellungnahme des mitberatenden Landwirtschaftsausschusses. Herr Präsident, sehr geehrter Herr Kommissar, liebe Kolleginnen und Kollegen! Die Kommission hat vorgeschlagen, dass die Mitgliedstaaten für den Import von Lebens- und Futtermitteln bei gentechnischen Veränderungen zuständig sein sollen.

Herr Kommissar, einem solchen Vorschlag können wir nicht zustimmen. Ich war 1957 bei der Unterzeichnung der Römischen Verträge zehn Jahre alt. Eine der großen Errungenschaften der Europäischen Union ist ein freier Binnenmarkt. Wenn wir hier wieder nationale Zulassung zulassen würden, dann würden in Europa im Grunde genommen wieder Grenzkontrollen notwendig. Es reicht schon die andere Diskussion über Grenzkontrollen in Europa. Wir brauchen nicht noch Grenzkontrollen beim Import von Futtermitteln.

Der Agrarausschuss hat mit großer Mehrheit diesen Vorschlag abgelehnt. Ich bin dafür, dass die EVP-Fraktion, für die ich hier auch spreche, in aller Deutlichkeit sagt, dass wir diesen Kommissionsvorschlag ablehnen, weil wir nicht wollen, dass die Produktion aus Europa in andere Länder, in andere Erdteile verlagert wird. Wir sind auf Importe von Futtermitteln angewiesen. Wir haben bei Eiweißfuttermitteln nur 30 % Selbstversorgung. Ihr Vorschlag würde die Tierhaltung in Europa gefährden, deshalb bin ich dafür, dass wir diesen Vorschlag ablehnen.

 
  
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  Peter Liese, im Namen der PPE-Fraktion. Herr Präsident, Herr Kommissar, liebe Kolleginnen und Kollegen! Herzlichen Glückwunsch, Giovanni La Via!

Natürlich unterstützt die EVP-Fraktion den Bericht, und wir unterstützen ihn so, wie ihn ENVI und AGRI beschlossen haben, das heißt, ohne Änderungsanträge. Der Vorschlag der Kommission geht gegen alle Prinzipien, die sich diese Kommission und die wir uns in der Europäischen Union selbst gegeben haben. Er hat kein impact assessment, er ist auch nicht durchführbar.

Ich unterstütze das, was Albert Deß gesagt hat: Wir wollen auch keine neuen Grenzkontrollen einführen. Aber ohne Grenzkontrollen wäre der Vorschlag nicht durchführbar. Wir werden riesige Probleme mit Drittstaaten bekommen. Oder, diese Frage steht natürlich auch im Raum, ist der Vorschlag am Ende gar nicht ernst gemeint? Sind die Begrenzungen für die Mitgliedsstaaten, die auch enthalten sind, so streng, dass es am Ende keiner machen könnte? Dann wäre es aber auch nicht seriös. Deswegen werden wir ihn ablehnen.

Ich finde es besonders absurd, dass die Kommission immer noch an diesem Vorschlag festhält und uns andererseits erzählt, beim Klonen von Tieren seien die Forderungen des Europäischen Parlaments undurchführbar. Sie weigern sich, eine Regelung für re—produktives Material, Samen und Embryonen zu akzeptieren. Sie weigern sich sogar, eine Kennzeichnung für die erste Generation zu akzeptieren, weil Sie sagen, das ist nicht umsetzbar.

Das ist ein Kinderspiel im Vergleich zu dem Vorschlag, den wir heute Morgen diskutieren. Natürlich kennen die Züchter das reproduktive Material und sie können auch sagen, ob das von geklonten Tieren ist oder nicht. Sonst würden sie ja nicht dafür bezahlen, wenn sie nicht wüssten, dass das besonders gutes Material ist.

Also, liebe Kommission, ziehen Sie diesen GVO-Vorschlag zurück und gehen Sie bei anderen Vorschlägen auf das Parlament zu, dann sind Sie auf dem richtigen Weg!

 
  
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  Guillaume Balas, au nom du groupe S&D. Monsieur le Président, Monsieur le Commissaire, il y a – vous le voyez bien – une unanimité aujourd'hui qui va se faire contre votre proposition. En tout cas, nous nous dirigeons dans ce sens. Alors évidemment, cela indique deux choses: d'une part, qu'il faut que la Commission retravaille ce sujet, qu'elle ne peut pas s'arrêter là. D'autre part, s'il y a unanimité, c'est aussi que les raisons peuvent être différentes selon les différents groupes pour rejeter cette proposition. Mais il est vrai qu'aujourd'hui, renationaliser des politiques commerciales au sein de l'Union dans un contexte plus général où l'on voit bien qu'il y a une menace, une fragilité sur la question de la libre circulation, que ce soit celle des êtres humains ou celle des marchandises, ne correspond pas à l'idée que nous nous faisons, nous en tout cas sociaux-démocrates, de ce que doit être l'Union européenne.

Et j'avoue que j'ai été quelque peu stupéfait tout à l'heure quand, en appui de votre argumentation, vous avez évoqué la question démocratique. Car si nous en sommes aujourd'hui, au niveau européen, à considérer qu'on ne peut pas établir des règles démocratiques pour faire des choix, notamment sur des éléments aussi importants que les OGM et leur commercialisation, et faire en sorte que ces choix puissent être compris par les peuples, et que pour cette raison, nous devrions renationaliser nos politiques, Monsieur le Commissaire, nous nous engouffrons là dans une voie qui est promue par beaucoup ici, en tout cas en face de moi, mais pas de ce côté-ci de l'hémicycle, et qui n'est pas la tradition pro-européenne dans laquelle nous, nous nous inscrivons. C'est bien au niveau, justement, de l'Union européenne et de la Commission qu'il faut savoir aujourd'hui construire les choix démocratiques pour qu'ils puissent être affirmés.

En ce sens, la proposition que vous faites aujourd'hui ne peut pas être acceptée, mais on ne peut pas non plus en rester là, et c'est pour cette raison, Monsieur le Commissaire, que nous, les sociaux-démocrates – et sans doute d'autres ici –, vous demanderons instamment qu'une nouvelle proposition soit préparée à partir, évidemment, de ce qui a déjà été fait, à partir des travaux du Parlement; mais on ne peut pas rester en l'état.

Je termine en disant que la question du modèle agricole est quand même posée. Il ne s'agit pas de rêver à une autosuffisance complète, par exemple en ce qui concerne les aliments pour animaux. Néanmoins, on le voit bien, on ne peut pas être aujourd'hui dans un système agricole qui pousse à la production, et donc à l'importation massive d'OGM, sans même que les populations ne soient au courant. C'est le cas, par exemple, dans le pays que je connais le mieux, la France. Je crois que bien des citoyens seraient surpris de savoir que les animaux qu'ils mangent mangent eux-mêmes des OGM; je ne suis pas sûr qu'ils soient au courant.

Ainsi donc, et pour conclure, Monsieur le Commissaire, nous vous demandons non pas de vous arrêter, aujourd'hui, en cours, mais au contraire de continuer le travail. Et prenez donc notre position plutôt comme, j'allais dire, un encouragement à approfondir le travail avec nous, pour qu'une nouvelle proposition puisse être faite rapidement sur ce sujet de la commercialisation des OGM.

 
  
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  Zbigniew Kuźmiuk, w imieniu grupy ECR. Panie Przewodniczący! Zabierając głos w debacie dotyczącej umożliwienia państwom członkowskim ograniczenia lub zakazu stosowania genetycznie modyfikowanej żywności i paszy na swoim terytorium, chciałbym zwrócić uwagę, że grupa ECR będzie głosowała za odrzuceniem wniosku Komisji Europejskiej w tej sprawie. Uważamy jednak, że w zakresie genetycznie modyfikowanej żywności i pasz należy wprowadzić podobne rozwiązania jak w zakresie upraw genetycznie modyfikowanych roślin. Dyrektywa dotycząca upraw GMO, uzgodniona przecież przez wszystkie unijne instytucje, daje właśnie państwom członkowskim możliwość zakazania lub ograniczenia upraw na ich terytorium pod warunkiem spełnienia pewnych wymogów opisanych w dyrektywie.

Jeżeli chcemy stosować zasadę pomocniczości – tak przecież znaną w Unii Europejskiej – to podobne rozwiązania należy zastosować w odniesieniu do żywności i pasz GMO. Mam nadzieję, że Komisja w krótkim czasie przedstawi odpowiednie rozwiązania w tym zakresie.

 
  
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  Gesine Meissner, im Namen der ALDE-Fraktion. Vielen Dank, Herr Präsident! Herr Kommissar, ich weiß, das ist keine leichte Sache, die Sie jetzt mit diesem Vorschlag eben gemacht haben.

Sie haben versucht, eine Situation zu lösen, die anscheinend sehr schwierig ist. Wenn es um gentechnische Verfahren geht, ist es im Moment so, dass grundsätzlich die EFSA im Auftrag der Kommission eine Lösung herbeiführen und wissenschaftlich prüfen muss, ob etwas unbedenklich ist oder nicht. Das ist im Moment so geregelt. Dann müssen die Mitgliedsstaaten sagen, ob sie dem Rat folgen wollen. Und genau, Sie haben es angesprochen, im Ständigen Ausschuss gibt es nie eine qualifizierte Mehrheit. Es ist meistens so: ein Drittel ist dafür, ein Drittel ist dagegen und ein Drittel enthält sich.

Das ist ein Problem für Sie, weil Sie dann Lösungen finden und halt eine Entscheidung treffen müssen. Sie haben selbst gesagt, das ist für die Kommission unbefriedigend, das ist auch einzigartig – gerade nur bei gentechnisch veränderten Organismen –, und Sie wollen eine Lösung haben.

Nun hat Präsident Juncker uns, dem Parlament, versprochen, er wird versuchen, das Abstimmungsverhalten im ständigen Ausschuss zu verändern. Das genau ist aber hierbei nicht passiert. Wenn man da eine bessere Lösung hätte, dann kann es sein, dass wir jetzt schon weiter wären. Und das ist eben genau in diesem Fall nicht gegeben. Sie haben gesagt, es ist problematisch, das Prozedere bzw. das Abstimmungsverhalten zu verändern. Es ist aber so, dass man sich im Moment weiter im Kreis dreht, und es geht, fast darum, wer den Schwarzen Peter haben soll. Die Kommission möchte nicht den Schwarzen Peter haben, wir es auf Deutsch sagen. Aber sie muss eine Lösung finden.

So liegt es wieder bei den Mitgliedsstaaten oder bei uns, beim Parlament. Wir sind der Meinung, der Vorschlag, den Sie gemacht haben, bringt uns nicht weiter. Aber auch die Situation, die wir Moment haben, ist nicht gut. Es ist eine ziemlich festgefahrene Geschichte. Darum denke ich wirklich, Sie sollten noch einmal darüber nachdenken, ob Sie nicht einen neuen, besseren Vorschlag machen können, der tatsächlich keine Grenzkontrollen mehr erfordert, der den Binnenmarkt zulässt und der auch die wissenschaftlichen Erkenntnisse, die die Kommission ja befördern will, durchaus mit in den Raum stellt, damit man es umsetzen kann.

Ich weiß, es ist eine schwierige Aufgabe für Sie. Aber ich glaube nicht, dass sie unlösbar ist. Deswegen werde ich für meine Fraktion dafür eintreten, dass wir Sie um einen neuen Vorschlag bitten. Einfach deswegen, weil wir denken, dieser Vorschlag ist kein richtiger Lösungsweg, den man gehen kann.

(Die Rednerin ist damit einverstanden, eine Frage nach dem Verfahren der „blauen Karte“ gemäß Artikel 162 Absatz 8 der Geschäftsordnung zu beantworten.)

 
  
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  Tibor Szanyi (S&D), Kékkártyás kérdés. Képviselő asszonyhoz fordulnék. Egyetértünk abban, hogy ezen a javaslaton még tovább kell dolgozni, viszont én jobb szeretném, hogyha adnánk is egy irányt a Bizottságnak mi mint Parlament. Egy irányt, amelyik megmutatja, hogy milyen módokat keressen. Én az Ön felszólalásából nem igazán vettem ki, hogy Ön most tiltaná vagy engedélyezné a genetikailag módosított anyagokat?

 
  
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  Gesine Meissner (ALDE), Antwort auf eine Frage nach dem Verfahren der „blauen Karte“. Es geht nicht darum, GVO zu verbieten oder zu gestatten. Es geht hier darum, eben wirklich eine Umsetzung der Entscheidungen hinzubekommen, die jetzt von der Kommission vorgeschlagen werden. Das genau ist nicht der Weg. Ich habe gesagt, wir brauchen vor allen Dingen eben das, was Juncker versprochen hat: ein Abstimmungsverfahren für den ständigen Ausschuss, das wirklich zielführend ist. Das haben wir im Moment nicht. Es geht also nicht darum, Gentechnik zu verbieten oder zu erlauben. Das genau ist ja auch der Punkt, der uns jetzt hier spaltet – das weiß ich –, der auch die Mitgliedstaaten spaltet. Es geht darum, ein Verfahren zu haben, das dem Binnenmarkt tatsächlich gerecht wird.

 
  
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  Lynn Boylan, on behalf of the GUE/NGL Group. Mr President, in July 2014 the then candidate for the Commission Presidency, Jean-Claude Juncker, promised Parliament that he was going to address the democratic deficit in relation to EU GM authorisations, and he stated that he would not want the Commission to take a decision where the majority of Member States had not encouraged it to do so.

Here we are – fast forward one year – and the promise to tackle the issue has been well and truly fudged. I welcome the votes by the Committee on the Environment, Public Health and Food Safety and the Committee on Agriculture and Rural Development to reject this half-baked proposal, and I call on all MEPs now to do the same.

However, I urge colleagues not to allow the Commission off the hook on this issue. It must go back to the drawing board and come up with a new proposal which is fit for purpose. Citizens and environmental groups have genuine concerns surrounding GM foods, including about their environmental impact and their implications for food sovereignty, and these are clearly reflected in the decision by 19 Member States to opt out of GM cultivation. With this weak proposal the Commission has missed a good opportunity to address one of the weak spots – namely in relation to the authorisation procedure and the European Food Safety Authority’s risk assessment procedure, which must be reformed.

Parliament itself, in its resolution on GM product 1507, called for a freeze on any new authorisations until the risk assessment procedure had been improved. It is a rarity when biotech companies and environmental NGOs are in agreement.

This proposal has more legal loopholes than a string vest, and I believe that the only people willing it to pass are the lawyers who will be cleaning up in the aftermath.

(The speaker agreed to take a blue-card question under Rule 162(8))

 
  
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  John Stuart Agnew (EFDD), blue-card question. You are obviously from Ireland. I would like to ask you whether you would like to ban the use of GM protein for Irish livestock, bearing in mind that your country is very heavily dependent on livestock for its own livelihood? Most of your cows are fed GM protein, as are all your pigs and most of your poultry. Is it your wish to stop that happening?

 
  
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  Lynn Boylan (GUE/NGL), blue-card answer. Our wish, certainly in my party, is that the risk assessment for approving these products stands up to scrutiny. I do not believe it does that at the moment. This is about Member States’ ability to choose whether or not they want that feed coming into their country or not.

 
  
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  Bart Staes, namens de Verts/ALE-Fractie. – Commissaris, net zoals mevrouw Boylan wil ik met u eventjes 15 maanden terug in de tijd, toen kandidaat-commissievoorzitter Juncker hier plechtig beloofde dat hij het besluitvormingsproces rond ggo's zou democratiseren. Later zijn daar de politieke richtlijnen op gevolgd. Ik lees ze eventjes voor: "It is simply not right that under the current rules the Commission is legally forced to authorise new organisms for import and processing even though a clear majority of member states is against."

Commissaris, het voorliggende voorstel voldoet niet aan die belofte. Uw voorstel vormt gewoon een renationalisering van beleid. Dat is geen democratisering van het besluitvormingsproces. Bovendien is uw voorstel gewoonweg niet toepasbaar. Stel u eens voor: een boot met 55 000 ton soja komt de haven van Antwerpen binnen. Een vrachtwagen wordt volgeladen. Frankrijk heeft gekozen voor een opt-out. Hoe gaat u dan verhinderen dat die vrachtwagen vanuit Antwerpen Frankrijk binnenrijdt?

Ik heb geprobeerd uw redenering te verstaan. Ik heb een beroep gedaan op de Wet van openbaarheid van bestuur, heb alle documenten opgevraagd die uw diensten hebben gebruikt, en ben nagegaan welke ontmoetingen ze allemaal hebben gehad om te begrijpen wat uw redenering was. Twaalf opties lagen op tafel. Ik heb dit pak papier gekregen. Maar in deze documenten is alles gewoonweg zwart gemaakt. Je ziet niet eens wat de voorstellen zijn. Dit is belachelijk, dit is geen openbaarheid van bestuur. Ik vraag u uw voorstel in te trekken. Ik vraag u de discussie opnieuw te starten en samen met het Europees Parlement te bekijken wat die twaalf opties waren en wat een goede oplossing zou zijn, om zo de voorstellen waar te maken die mijnheer Juncker heeft gedaan om tot een democratisering van de besluitvorming te komen.

 
  
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  Eleonora Evi, a nome del gruppo EFDD. Signor Presidente, onorevoli colleghi, anch'io mi associo agli appelli che sono stati fatti dai colleghi Boylan e Staes. Commissario Andriukaitis, il Presidente Juncker l'anno scorso si è impegnato per rendere più democratico il processo di autorizzazione degli OGM. Questa proposta non sta in piedi, manca l'impact assessment. È mancata quindi una volontà politica di impegnarsi seriamente per risolvere questa situazione.

Il Parlamento si sta esprimendo nel suo testo. Abbiamo cercato di proporre degli emendamenti per dare dei suggerimenti su come risolvere questa situazione, alimentare un dibattito. Noi, come Movimento 5 stelle, crediamo che eventualmente la gestione del rischio potrebbe essere demandata nuovamente agli Stati membri, in modo tale che possano essere liberi di gestire il rischio sanitario eventualmente dovuto all'immissione nell'ambiente di questi organismi geneticamente modificati. Oppure potremmo accogliere la proposta dei Verdi di modificare le regole di comitologia tramite il regolamento (UE) n. 182/2011.

Quindi vi sono delle possibilità e delle soluzioni da poter mettere in piedi, che noi chiediamo con forza alla Commissione di ascoltare per poter arrivare finalmente ad una proposta il più possibile democratica che consenta agli Stati membri e a chi vuole ottenere e commercializzare OGM di avere OGM sul proprio mercato, e a chi non li vuole di avere finalmente una certezza del diritto.

 
  
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  Jean-François Jalkh, au nom du groupe ENF. Monsieur le Président, chers collègues, le processus d'autorisation de la culture des OGM piétine, et c'est tant mieux! Mais nous ne faisons que gagner du temps contre une logique implacable: celle du droit à vendre et à produire sans limite et surtout sans précaution. Le rapport de force est encore favorable au parti de la prudence, parce qu'il s'appuie sur l'opinion publique.

Il n'empêche que les soutiens à l'agriculture comme au commerce des OGM sont d'une importance redoutable, que leur influence dans les lieux de décision et chez les faiseurs d'opinion s'accroît. Rappelons-nous le chercheur Gilles-Eric Séralini, qui, en 2012, démontrait la nocivité des OGM après avoir nourri des rats pendant plusieurs semaines; une polémique animée par les grands groupes industriels l'avait désavoué. Ce n'était pas pour des raisons scientifiques mais pour des raisons d'intérêt commercial, et les interrogations de santé publique n'ont pas trouvé d'autres réponses que celles des industriels.

Il n'y aura donc pas de statu quo, ni de juste milieu. Nous devons exiger l'interdiction des OGM – commerce comme culture – sous peine de les voir bientôt déversés et cultivés dans toute l'Europe. La Commission avance plus lentement, mais dans le même sens que les grands vendeurs d'OGM: ce qui est favorable au commerce mondialisé trouve fatalement une tendresse et une faveur coupables dans cette institution.

Soyons donc clairvoyants et regardons où nous allons. L'enjeu est le contrôle absolu de la production alimentaire et de la chaîne du vivant. Que plus un fruit ou un légume ne soit produit par la nature, plus une graine, plus un pain sans redevance à l'industrie: voilà l'enjeu. Le but est d'en finir avec la gratuité de la culture qui produit des récoltes sans la chimie, la génétique et la banque. Voilà le projet OGM: une colonisation mondiale par les détenteurs de brevets et les propriétaires du vivant contre l'intérêt des peuples!

 
  
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  Zoltán Balczó (NI). A génmódosított élelmiszerek és takarmányok tagállami tiltására benyújtott bizottsági javaslatot a GMO-pártiak elutasítják. Ők a nagyüzemi mezőgazdaság, állattenyésztés képviselői. Számukra a gazdasági teljesítmény, a profit az elsődleges. A GMO-takarmányok korlátozásával ők a versenyképességük csökkenésétől tartanak. A másik oldal, ahová én is tartozom, elkötelezett a minőségi, GMO-mentes európai mezőgazdaság, élelmiszerek mellett.

A Bizottság javaslata nem adja meg a valódi tiltás lehetőségét. A tiltás nem sérthet nemzetközi szerződést, például WTO-t, vagy ne adj'isten TTIP-et – ha megkötik –, és tudományos bizonyítékok is kevesek a tagállami indokláshoz. Kényszerítő erejű, nyomós indokok kellenek! Ez egy gumi jogszabály! Valódi tagállami tiltásra lenne szükség, hogy a tagállamok élhessenek a lehetőséggel Ez a megoldás ezt nem elégíti ki.

 
  
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  Françoise Grossetête (PPE). Monsieur le Président, Monsieur le Commissaire, la question des OGM revient, une nouvelle fois, sur la table. C'est un sujet particulièrement important qui inquiète nos concitoyens et divise totalement les États membres.

Je tiens à soutenir fermement la position de mon groupe et celle de notre rapporteur – notre collègue La Via –, c'est-à-dire le rejet de la proposition de la Commission, parce que nous ne sommes pas satisfaits. Après l'instauration d'un système à deux vitesses pour les autorisations de culture qui menace de créer une réelle distorsion de concurrence entre nos agriculteurs, voilà que la Commission récidive avec les autorisations de commercialisation. Nous voyons pourtant les résultats: un nombre impressionnant d'États membres ont déjà demandé l'interdiction des cultures OGM sur leur territoire. La Commission veut définitivement renvoyer la patate chaude aux gouvernements nationaux, afin de sortir de l'impasse.

Mais nous faisons fausse route. Pour fuir un débat difficile, nous allons mettre en place un système hybride illisible, dans lequel des produits OGM, même jugés sûrs par l'EFSA, pourraient être commercialisés dans un État membre, mais pas dans un autre. Cela pose, à mes yeux, un problème majeur de sécurité juridique. Il y a une cinquantaine de produits OGM importés qui sont commercialisés dans l'Union européenne. Nous portons ainsi atteinte à la cohésion du marché unique, alors qu'en réalité, nous aurions besoin de mener un débat serein et de sortir du piège du débat passionné, prisonnier d'un principe de précaution souvent inadapté qui nous empêche d'avancer.

Ce qui est important, c'est que l'évaluation des risques, confiée à l'Autorité européenne de sécurité des aliments, reste basée sur la science et continue d'être conduite au niveau européen pour assurer une protection harmonisée des consommateurs. C'est en somme l'intérêt du marché unique, de la protection des consommateurs et de la recherche qui nécessite que nous ayons des règles communes, en tout cas certainement pas la renationalisation. Monsieur le Commissaire, il va falloir une nouvelle proposition.

(L'oratrice accepte de répondre à deux questions "carton bleu" (article 162, paragraphe 8, du règlement))

 
  
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  Bronis Ropė (Verts/ALE), pakėlus mėlynąją kortelę pateiktas klausimas. Gerbiamos kolegės norėčiau paklausti: kokia būtų Jūsų nuomonė dėl privalomo ženklinimo visos produkcijos, užaugintos naudojant genetiškai modifikuotus pašarus?

 
  
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  Gesine Meissner (ALDE), Frage nach dem Verfahren der „blauen Karte“. Liebe Kollegin Grossetête! Es ist schon gesagt worden, wir wissen das auch: Die Mitgliedstaaten sind gespalten. Es ist ja nicht die Mehrheit, die etwa gegen GVO wäre, dann hätten wir ja eine klare Mehrheit. Es ist ja wirklich sehr unentschieden.

Sie haben gerade davon gesprochen, dass die EFSA ja wissenschaftlich entscheidet. Danach sind ja auch schon GVO mit berücksichtigt, bei Futtermitteln zum Beispiel, das hat der Kollege Deß vorhin gesagt. Nun wurde vorgeschlagen, ein Moratorium zu machen, bis eben ein neuer Vorschlag da ist. Was glauben Sie, was das für Auswirkungen hätte?

 
  
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  Françoise Grossetête (PPE), réponse "carton bleu". Monsieur le Président, on voit bien combien ce débat sur les OGM est extrêmement sensible, et les questions de mes collègues en sont la preuve.

Sur la première question relative à l'étiquetage, nous souhaitons bien sûr la transparence. Le consommateur doit être informé, c'est fondamental qu'il y ait un étiquetage. Nous avons, d'ailleurs, déjà une réglementation qui concerne les OGM sur ce sujet.

En ce qui concerne la deuxième question, je n'en ai pas tout à fait compris la teneur, j'aurais donc un peu de mal à y répondre. Je me contenterai de rappeler que sur cette question des OGM, je pense qu'il est important que nous ayons une réflexion approfondie fondée sur la science, parce que l'idéologie ne peut pas mener à des réponses intéressantes et pragmatiques. Basons-nous donc sur la science, faisons confiance à l'Autorité européenne de sécurité des aliments, afin d'avancer sur cette question des OGM. Mais ce qui est important aujourd'hui, comme nous parlons du marché unique, c'est de dire que nous sommes véritablement en présence d'une atteinte à ce marché unique.

 
  
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  Carlos Zorrinho (S&D). Senhor Presidente, Senhor Comissário, a proposta de atribuir aos Estados-Membros a possibilidade de limitarem ou proibirem a utilização de organismos geneticamente modificados, autorizados pela União Europeia, em géneros alimentícios ou alimentos para animais no seu território é um grave erro e um retrocesso político e, por isso, deve ser rejeitada.

Esta proposta exemplifica bem um exemplo onde o princípio da subsidiariedade não é aplicável, dada a impossibilidade prática de delimitar fronteiras territoriais num quadro de mercado único, em que a livre circulação de pessoas e bens constitui um princípio basilar. E essa impossibilidade de delimitar fronteiras, mesmo que fossem desenvolvidos onerosos sistemas de controlo, conduziria a uma quebra de transparência e de certeza que, em última análise, prejudicaria gravemente a competitividade do setor agrícola na União Europeia e enfraqueceria a confiança dos consumidores, quer no espaço europeu, quer fora dele.

A política europeia em relação a organismos geneticamente modificados deve ser isso mesmo, uma política europeia, e nesse sentido a Comissão deverá apresentar uma proposta que reveja a política europeia de autorização destes organismos e não é neste domínio de desresponsabilização que precisamos. Precisamos de mais Europa e de todo o conhecimento disponível para proteger o nosso setor agrícola e os consumidores.

 
  
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  Richard Ashworth (ECR). Mr President, providing food for a growing world population is going to be a big challenge, and it is clear that new technology, including GM, will have to be a significant part of the solution.

But I am not persuaded by the Commission’s proposal as it stands. Commissioner, if you allow approval or rejection to be based at individual Member State level you will create two problems. First, we would be allowing food policy to be based on emotion, not on sound, evidence-based science. Second, we would expose some sectors – and I am thinking particularly of the livestock sector here – to exclusion to much of the single market. Those two points of principle must prevail: the Single Market and sound evidence-based policymaking. I therefore support Mr La Via and his rejection of the Commission proposal.

(The speaker agreed to take a blue-card question under Rule 162(8))

 
  
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  Molly Scott Cato (Verts/ALE), blue-card question. I welcome Mr Ashworth’s decision to reject this proposal but, as a fellow British MEP, I would like to draw his attention to the fact that it was actually a British ruse to break the Single Market and to allow GMOs to be registered in particular Member States and rejected in other Member States, in the case of feed, that led us to exactly this problem.

We have heard from Mr Andriukaitis that this proposal will bring us closer to the citizens, but many speakers have rejected that and have said that, in fact, it is an anti—democratic move and part of an attempt to steamroll us into accepting GMOs when we do not wish to do so. So I would like to ask Mr Ashworth whether his rejection of the Commission proposal is consistent with the position the British Government has taken on GMOs and whether this is driven more by a desire to feed the world’s poor or a by a Eurosceptic approach to European policy—making.

 
  
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  Richard Ashworth (ECR), blue-card answer. I repeat comments which I made earlier: that decision-making must be sound, scientific and evidence-based. Contrary to your comments, it has nothing to do with my political views or thoughts of the European Union. My thoughts, particularly as a farmer myself, are the challenge of feeding a growing world. Science, technology and GM have to be part of that solution.

 
  
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  Jan Huitema (ALDE). In de EU hebben we een interne markt met vrij verkeer van goederen. Ook ggo-producten vallen daaronder. Het nieuwe voorstel van de Commissie zou het vrije verkeer van ggo-producten aan banden leggen. Dat zou bijvoorbeeld kunnen betekenen dat er weer grenscontroles moeten worden ingevoerd en dat vrachtauto's sommige lidstaten zouden moeten omzeilen.

Nog veel te vaak zien we dat dossiers worden lamgelegd om juridische of procedurele redenen, waardoor bedrijven en eindgebruikers hinder ondervinden. Ik denk hierbij aan de nieuwe plantveredelingstechnieken, bijvoorbeeld cisgenese. Daarbij wordt in tegenstelling tot ggo-technieken alleen gebruik gemaakt van soorteigen genen. Dit werkt eigenlijk hetzelfde als klassieke veredeling, alleen vele malen sneller. Voordelige gewaskenmerken zoals ziekte- en droogteresistentie kunnen daardoor sneller en beter ingekruist worden. Hierdoor kan het gebruik van gewasbeschermingsmiddelen flink worden teruggedrongen. In 2012 concludeerde de Europese voedselwaakhond EFSA al dat cisgenese even veilig is als klassieke veredeling en dat wanneer alleen soorteigen genen bij de veredeling worden gebruikt, er geen sprake is van ggo. Toch valt cisgenese helaas nog steeds onder de strenge ggo-wetgeving, waardoor deze veelbelovende techniek nog steeds niet toegepast kan worden.

Terug naar het voorstel dat ter tafel ligt. De consequenties van het nieuwe voorstel voor de import van ggo's zijn zeer schadelijk. Het zou goed zijn als zowel de Commissie als de lidstaten hun verantwoordelijkheid nemen en het huidige systeem werkbaar maken. Ik ben ervan overtuigd dat het Europees Parlement zijn verantwoordelijkheid zal nemen door het voorstel te verwerpen.

 
  
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  Luke Ming Flanagan (GUE/NGL). Mr President, I found it interesting that MEP Ashworth does not think emotion is important in this debate. Well, when it comes to marketing and selling your food around the world, emotion is important, especially when you are trying to sell your products as clean and green and to use the fact that people are concerned about that. That is done. In Ireland, if we cannot live up to that image – if we are using GM food to feed our cattle, etc. – that damages it.

An interesting point was made by the UKIP MEP, Mr Agnew: would we want to stop it, in the morning? Do we want to stop farmers feeding this in Ireland? I would like to see that happen. Obviously it cannot happen overnight, but I think we should have that goal and that target. We talk about democracy in here, but democracy is about listening to the people, and the people of Europe have consistently expressed the opinion that they do not want GM foods. Please do not tell me you want to feed the world: GM companies want to feed their fat bosses with foie gras and champagne. They do not give a damn about feeding the world; they care about feeding their bloody pockets.

 
  
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  José Bové (Verts/ALE). Monsieur le Président, Monsieur le Commissaire, je ne vais pas revenir sur les raisons du refus puisqu'aujourd'hui, tous les groupes refusent. Cela peut paraître étonnant, mais c'est ainsi, aujourd'hui, nous sommes face à cette réalité. Donc, tournons-nous de suite vers l'avenir. Demain, il faut proposer une nouvelle législation. Cette nouvelle législation doit se baser sur trois éléments.

Premier élément, la remise à plat de l'évaluation: évaluation scientifique, évaluation par rapport à la santé, évaluation par rapport aux risques environnementaux, évaluation socioéconomique. Ce n'est que cette évaluation globale qui a un sens.

Deuxième élément, le changement des règles au niveau européen. Il faut une majorité simple pour refuser les OGM au niveau européen, et pas cette complexité d'une majorité qualifiée.

Troisièmement, l'étiquetage obligatoire de tous les produits animaux, les œufs et les produits laitiers issus d'animaux qui ont consommé des OGM.

En attendant, je vous demande solennellement d'interdire tout renouvellement d'anciens OGM, ainsi que toute adoption de nouvelles autorisations. Il n'est pas possible de continuer comme si de rien n'était, comme si ce Parlement n'allait pas voter contre la proposition de la Communauté européenne.

 
  
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  Julia Reid (EFDD). Mr President, we support the proposal for a revision of current EU regulation on the authorisation system of GMOs in Europe. However, we reject the rapporteur’s view on GMOs as we believe that each Member State should have the power to opt out and decide if it wishes to restrict or prohibit the use of genetically modified food and feed in its own country.

We do not agree with the restrictions put in place by the Commission with respect to the right of opting out. In particular, we think that each Member State should have the right to ban a product if its representatives believe that the product could be a danger to human and animal health or to the environment. Similarly, we do not consider that a prior decision in this instance from the European Food Safety Authority (EFSA) is sufficient, due to the inexcusable lack of transparency and the impossibility of accessing data for independent research and, to be honest, the dubious test method used both for GM and feed. In short, we believe that the prior risk assessment method used by EFSA is too short and risky. All documents used for the prior evaluation should be available for independent research, and each Member State should be able to take such crucial decisions without interference by unelected bureaucrats in Brussels.

 
  
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  Mara Bizzotto (ENF). Signor Presidente, onorevoli colleghi, con le sue folli decisioni l'Europa ci sta togliendo tutto, anche il diritto di scegliere cosa mangiare e cosa mettere nel piatto.

L'Europa ascolta le grandi multinazionali che dettano le regole del mercato alimentare e che pensano ai loro interessi, non certo alla nostra salute, quelle multinazionali che non vogliono l'etichettatura d'origine obbligatoria, quanto mai fondamentale ora che la carne rossa e la carne lavorata sono sotto accusa. Ben vengano iniziative come questa, ma non è abbastanza, visto che l'Europa con il TTIP e gli accordi commerciali spalanca le porte all'invasione dei prodotti contraffatti e di scarsa qualità.

L'Europa deve scegliere, voi dovete scegliere, cari colleghi, se stare dalla parte del consumatore, e quindi dell'agroalimentare di qualità, oppure dalla parte dei grandi interessi economici. Io ho scelto: io dico "no" agli OGM. L'Europa deve dire "no" agli OGM in modo chiaro e non lasciare agli Stati membri la possibilità di produrre e vendere prodotti geneticamente modificati. Questo vogliono i cittadini europei, l'ha detto anche lei, Commissario, e io starò sempre dalla parte dei cittadini.

 
  
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  Λάμπρος Φουντούλης ( NI). Κύριε Πρόεδρε, κατ’ αρχάς, με την ευκαιρία της σημερινής ιστορικής εθνικής επετείου για την 28η Οκτωβρίου 1940, θα ήθελα να ευχηθώ σε όλους τους Έλληνες στην Ελλάδα αλλά και σε ολόκληρο τον κόσμο. Τότε οι Έλληνες είπαν όχι στον ξένο εισβολέα. Τότε όμως το όχι το είπε ένας μεγάλος πολιτικός άνδρας και ακολούθησε ο ελληνικός λαός. Σήμερα το όχι το λέει ο λαός, αλλά οι πολιτικοί το ξεπουλάνε, το εκλαμβάνουν σαν ναι και υπογράφουν νέα μνημόνια που υποδηλώνουν τον ελληνικό λαό στους οικονομικούς εισβολείς.

Όσον αφορά το θέμα της συζήτησης, γινόμαστε μάρτυρες εδώ και μερικούς μήνες μιας προσπάθειας της Επιτροπής να περάσει στην κυριολεξία με πλάγιο τρόπο την απελευθέρωση της εκτροφής και της καλλιέργειας γενετικώς τροποποιημένων οργανισμών στην Ένωση. Αδιαφορεί για τις επιπτώσεις τόσο στο περιβάλλον όσο και στην υγεία των ευρωπαίων πολιτών. Αδιαφορεί επίσης για την άποψή τους, η οποία είναι σταθερά αντίθετη ως προς τα μεταλλαγμένα τρόφιμα. Και τέλος, αδιαφορεί ακόμη και για το δικαίωμα των κρατών να προστατεύουν τους πολίτες τους και να απαγορεύουν τρόφιμα πιθανώς επιβλαβή.

Αναρωτιέμαι λοιπόν ποια συμφέροντα εξυπηρετεί η Επιτροπή και δρα κατά αυτό τον τρόπο; Ποιες μεγάλες πολυεθνικές εταιρείες έχουν κέρδος από αυτή τη στάση και κυρίως για ποιο λόγο οι εταιρείες αυτές έχουν προτεραιότητα απέναντι στους ευρωπαίους πολίτες; Πολύ θα ήθελα όλα αυτά να οφείλονται απλώς σε ανικανότητα ή επιπολαιότητα, αλλά δυστυχώς πολύ αμφιβάλλω. Δεν είναι άλλωστε μικρός ο αριθμός των αντιπροσώπων των γεωργικών εταιρειών που κατοικοεδρεύουν στις Βρυξέλλες. Πάγια θέση του κινήματος μας είναι η πλήρης απαγόρευση κάθε είδους γενετικώς τροποποιημένου ή κλωνοποιημένου οργανισμού. Το μέλλον και η υγεία των παιδιών μας είναι σημαντικότερα από κάθε άλλο οικονομικό ή μη συμφέρον. Ως εκ τούτου, συμφωνώ απολύτως με την απόρριψη της πρότασης της Επιτροπής.

 
  
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  Pilar Ayuso (PPE). Señor Presidente, señor comisario, usted tiene razón en lo que ha dicho en su discurso, pero independientemente de los sentimientos que suscitan los OMG, ajenos, por supuesto, a argumentos científicos sólidos, es lógico que la propuesta de la Comisión sea rechazada por el simple hecho de que es contraria a los principios del mercado único.

Quiero poner de manifiesto la actitud contradictoria de muchos países que, al mismo tiempo que prohíben a sus agricultores cultivar plantas modificadas genéticamente, permiten a sus ganaderos que alimenten a sus ganados con proteínas importadas y modificadas genéticamente de terceros países.

Todo esto distorsiona el debate, y es comprensible, en cierto modo, que la Comisión pretenda delegar en los Estados miembros su responsabilidad. Sin embargo, la solución que aporta la Comisión no es la más apropiada, pues dejaría la autorización del cultivo a merced de políticas nacionales ajenas a consideraciones científicas y de seguridad alimentaria la mayor parte de las veces.

La Unión Europea ya ha perdido el tren de la biotecnología y ha dejado la vanguardia a terceros países que nos venden su producción para nuestro consumo. La nueva propuesta de renacionalizar los cultivos de OMG podría, además de romper el mercado único, tener como efecto indeseado acentuar la escasez de piensos y aumentar el elevado precio que ya pagan nuestros ganaderos por tener que importar estos productos que no podemos cultivar dentro de la Unión Europea.

La autorización de los OMG no es una cuestión de democracia; es una cuestión de seguridad alimentaria y de ciencia, pero de ciencia independiente, como la que hace la Agencia de Seguridad Alimentaria Europea.

 
  
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  Paolo De Castro (S&D). Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, oggi ci apprestiamo a rigettare la proposta di lasciare agli Stati membri la possibilità di utilizzare o meno gli OGM, una proposta che non ha convinto un'ampia maggioranza di questo Parlamento. Dunque non ripeterò le numerose ragioni che portano anche il mio gruppo politico a questo rifiuto, incentrate principalmente sul rischio di compromettere il mercato unico europeo, mettendo in ginocchio la zootecnia in molti paesi.

Questo rigetto però deve essere un'occasione per aprire un dibattito più ampio e andare oltre un semplice confronto tra pro e contro OGM. Andare oltre significa innanzitutto spiegare ai nostri cittadini cosa sono le biotecnologie, specie quelle di nuova generazione, significa prendere atto che attualmente il grande fabbisogno europeo di proteine vegetali viene soddisfatto largamente da importazioni di soia geneticamente modificata, ma significa soprattutto non far perdere all'Europa il treno dell'innovazione. Solo con un maggiore impegno nella ricerca potremo scoprire come le biotecnologie di nuova generazione consentono di superare i limiti etici di quelle attuali, che soprattutto tanto preoccupano i consumatori europei.

 
  
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  Beata Gosiewska (ECR). Polska jest znana w Europie i na świecie z tego, że produkuje zdrową, bezpieczną i wysokojakościową żywność. Polskie społeczeństwo, jak i społeczeństwa wielu innych krajów Unii Europejskiej, nie życzy sobie GMO. Występując tutaj w Parlamencie w imieniu obywateli Unii Europejskiej, powinniśmy podejmować decyzje zgodne z wolą obywateli Unii. Przedłożony przez Komisję Europejską wniosek wymaga poprawy, jednak w żadnym wypadku nie zgadzam się na jego odrzucenie przez Parlament Europejski. Jeśli państwom członkowskim umożliwiono już wprowadzenie ograniczenia lub zakazu upraw organizmów zmodyfikowanych genetycznie na swoim terytorium, to konsekwencją tej decyzji powinno być również zezwolenie im na zakaz wprowadzania do obrotu genetycznie zmodyfikowanej żywności i paszy.

 
  
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  Frédérique Ries (ALDE). Monsieur le Président, que fait-on maintenant? Parce que c'est cela la question, et José Bové a raison. Je fais partie des quarante députés qui ont signé l'amendement 2, lequel vous demande, Monsieur le Commissaire, de revenir, de nous revenir, avec une proposition solide, cette fois, sur la question des importations des OGM. C'est ce que l'on attend de vous. Et en tant que rapporteure sur la législation concernant la possibilité de refus de la culture des OGM, que nous avons négociée avec vous il y a dix mois à peine, j'estime, nous estimons avoir été floués. Légiférer de la même façon, ici, sur les importations que nous l'avons fait sur la culture, c'est un non-sens. Je ne vais pas revenir là sur tout ce qui a été dit. À tous les égards, c'est un non-sens.

Monsieur le Commissaire, l'affaire des six variétés de maïs Syngenta autorisés sans avoir reçu l'aval de l'EFSA met en lumière la faillite – il n'y a pas d'autre terme – du processus actuel d'autorisation. L'exercice est difficile, nous le savons tous, mais il est urgent maintenant de tenir la promesse dite et répétée du candidat Juncker, et de revoir de A à Z un processus qui, finalement, ne satisfait plus personne.

 
  
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  Martin Häusling (Verts/ALE). Herr Präsident, liebe Kolleginnen und Kollegen! Ich glaube, die Kommission spielt an dem Punkt einfach falsch.

Wie kann man denn annehmen, dass man mit so einem Gesetzentwurf hier die Mehrheit überzeugen kann? Ich glaube, die Kommission wollte sich mit diesem Gesetzentwurf einfach dieses Themas entledigen. Der ist nicht annehmbar, der Gesetzentwurf. Man fragt sich natürlich, wie eine Kommission, die ja eigentlich in den letzten Jahren eine ganz andere Linie gefahren hat, die ein gentechnisch verändertes Futtermittel nach dem anderen in die Europäische Union lässt, nun plötzlich ihre Haltung gegenüber der Gentechnik ändern soll.

Aber es gibt das Versprechen des Kommissionspräsidenten. Der hat uns hier gesagt, dem Mehrheitswillen der Bürger und dem Mehrheitswillen der Staaten muss Rechnung getragen werden. Und dann so ein miserabler Gesetzentwurf. Also, damit kommen Sie nicht durch. Sie müssen einen neuen Gesetzentwurf auf den Tisch legen. Und wir brauchen auf jeden Fall auch eine neue Risikobewertung bei der EFSA. Die EFSA steht immer im Verdacht, dass sie alles durchwinkt, was Gentechnik betrifft, ohne eine Risikoanalyse zu machen, die wirklich den Herausforderungen gerecht wird.

Wir brauchen eine europäische Eiweiß-Strategie. Wir können Eiweiß auch in Europa erzeugen. Wir müssen nicht alles an Soja aus Übersee importieren. Wir brauchen, das ist auch ganz klar, eine Kennzeichnung von Lebensmitteln, die mit gentechnisch erzeugten Futtermitteln hergestellt werden, bei Fleisch und bei Milch. Auch das würde das Verbrauchervertrauen stärken.

(Der Redner ist damit einverstanden, eine Frage nach dem Verfahren der „blauen Karte“ gemäß Artikel 162 Absatz 8 der Geschäftsordnung zu beantworten.)

 
  
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  Doru-Claudian Frunzulică (S&D), blue-card question. Do you not think that the Commission proposal is unacceptable, especially considering the non-existence of an impact assessment, the compatibility of Member States’ opt—out measures with the internal market of the World Trade Organisation rules, the failure to ensure legal certainty and the weak chances that this proposal can actually be implemented?

 
  
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  Martin Häusling (Verts/ALE), Antwort auf eine Frage nach dem Verfahren der „blauen Karte“. Herr Kollege! Ich hatte es ja gesagt: Ich halte es einfach für eine stümperhafte Arbeit. Man fragt sich, wie die Kommission so etwas überhaupt auf den Tisch legen kann, ohne eine Risikoabschätzung, ohne den WTO-Bedenken Rechnung zu tragen. Es ist schlechte Arbeit, mehr kann ich dazu nicht sagen. Wenn die Kommission hier solide Arbeit abgeliefert hätte, hätten wir über einen Gesetzentwurf reden können, der wirklich auch dem, was hier gesagt wurde, und dem Mehrheitswillen Rechnung trägt. Wir wollen weniger Importe von Gentechnik.

 
  
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  Ivo Belet (PPE). – Ik denk dat velen onder ons het erover eens zijn dat we wel degelijk duidelijke regels voor ggo's nodig hebben, want het gaat hier uiteraard in eerste instantie over de volksgezondheid. Maar het voorstel dat nu op tafel ligt, kunnen we helaas niet steunen. Hiermee dreigt immers een situatie te ontstaan waarbij we binnen de Europese interne markt tot een lappendeken van nationale opt-outs komen. Daardoor zal de in- en uitvoer van voedsel en uiteraard ook van voeder met ggo-bestanddelen onmogelijk worden.

Bovendien, en dat is mijn tweede punt, is het absoluut niet duidelijk hoe dit voorstel in de praktijk zal werken. Welke argumenten kunnen de lidstaten bijvoorbeeld aanvoeren voor die opt-out? De regels mogen immers niet in strijd zijn met de regels van de Europese interne markt of met die van de Wereldhandelsorganisatie en bovendien moeten ze ook nog rijmen met de bevindingen van het Europees voedselagentschap. Het is dus absoluut niet duidelijk welke argumenten zij dan nog kunnen inroepen. Ook het ontbreken van een effectbeoordeling is in onze ogen in strijd met de voornemens van de Europese Commissie voor een betere regelgeving. We zouden dus graag een nieuw voorstel zien en ik neem aan dat u van plan bent daar ook voor te zorgen.

 
  
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  Susanne Melior (S&D). Herr Präsident, sehr verehrter Herr Kommissar! Sie haben darauf hingewiesen, dass wir hier im Parlament ja eine Opt-out-Regelung für den Anbau gentechnisch veränderter Organismen beschlossen und auf den Weg gebracht haben. Ich will Ihnen sagen: Es klingt erstmal plausibel, dass man das jetzt auch für die Anwendung und Verwendung von gentechnisch veränderten Organismen macht. Dennoch kann es gar nicht funktionieren. Die Kolleginnen und Kollegen haben schon darauf hingewiesen, dass die Fragen des Binnenmarktes dem klar entgegenstehen. Man müsste nicht nur jede Grenze, sondern jeden einzelnen Lkw kontrollieren. Das kann niemand wollen.

Wir reden hier – das haben Sie auch schon gesagt – vor allem über Futtermittel, gentechnisch veränderte Futtermittel wie Soja und Mais, die in der Tiermast in der EU eingesetzt werden. Die EU ist komplett abhängig davon. 30 Millionen Tonnen verfütterten Sojas führen wir ein, und wir produzieren in der EU lediglich 2 Millionen Tonnen, alles andere kommt aus Drittstaaten, die zum Teil bis zu 95 % gentechnisch verändertes Soja anbauen.

Ich erwarte einen neuen Vorschlag von Ihnen, und ich erwarte – das hat Herr Häusling eben auch gesagt –, dass wir die Eiweiß-Futtermittelproduktion in Europa klar fördern: Lupinen, Erbsen, Bohnen – das wächst auch in Europa!

 
  
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  Esther Herranz García (PPE). Señor Presidente, el debate sobre organismos modificados genéticamente suscita desde hace años una gran polémica y, personalmente, creo que los detractores no han aportado aún razones científicas sólidas que justifiquen cualquier prohibición, ya sea tanto sobre el cultivo como sobre la comercialización de estos productos para alimentación, al tiempo que, sorpresivamente, los OMG son plenamente aceptados en la industria farmacéutica sin problema, y desde hace años, para tratamientos como la diabetes o el cáncer.

A día de hoy, hay cincuenta y ocho OMG que han sido autorizados por la Unión Europea, después de haber sido sometidos a rigurosísimos controles sanitarios y de calidad. Detrás de esos cincuenta y ocho OMG hay, desde luego, años y años de investigación y de avances que permiten, por ejemplo, suministrar alimentos para el ganado y compensar así la escasez de producción de piensos que hay en la Unión Europea. Esta Unión Europea que hoy mismo necesita importar soja transgénica de países terceros para cubrir esa escasez de alimentación del ganado. Y esto es un hecho que no puede negar nadie, ni siquiera aquellos países que están prohibiendo el cultivo de OMG en su territorio, porque están incurriendo, al mismo tiempo, en una incoherencia al permitir la entrada de transgénicos en ese mismo territorio.

Así que, por encima de todo, yo creo que hoy nos debemos olvidar de los juicios de valor sobre los OMG y que nuestro objetivo debe ser legislar con coherencia. Si queremos un mercado que favorezca el libre tránsito de personas, de mercancías y de capitales, y en coherencia con esa política, creo que debemos rechazar esta propuesta de la Comisión, porque supone una ruptura del mercado único. Por todo esto, quiero manifestar mi absoluto, total apoyo al ponente, señor La Via, a favor de rechazar esta propuesta de la Comisión Europea.

 
  
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  Damiano Zoffoli (S&D). Signor presidente, onorevoli colleghi, sulla questione molto complessa e non nuova degli OGM ritengo serva un approccio meno ideologico, più equilibrato e anche con più trasparenza e un maggior coinvolgimento da parte della scienza e dei cittadini. È infatti fondamentale incoraggiare una ricerca libera e responsabile per capire quali siano gli effettivi rischi e benefici.

La proposta di regolamento in discussione è da respingere: non interviene sul vero tema, che è la contestata procedura attraverso la quale l'Unione europea autorizza gli OGM, ma concede facoltà agli Stati membri di vietarne o meno l'utilizzo sul proprio territorio, peraltro in mancanza di una vera valutazione di impatto seria e completa, con il conseguente rischio di creare più problemi che soluzioni.

La proposta del resto è impraticabile, perché porterebbe alla reintroduzione dei controlli alle frontiere, a cancellare le conquiste del mercato unico. È poi importante considerare l'impatto negativo che questa proposta avrebbe sul settore dell'allevamento dell'Unione. Se l'ambizione è di fare regole valide per tutti gli europei, serve una nuova e ben diversa proposta.

 
  
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  Paul Brannen (S&D). Mr President, regulating GMOs is a question of both reason and responsibility. Reason should dictate whether we decide to use GMOs in the first place. Some GMOs are known for their potential to contribute to tackling the challenge of global food security and can deliver positive agricultural and health impacts.

On the other hand, some GMOs can encourage farmers to use even more chemicals that cause considerable damage to biodiversity, the environment and, especially, cause climate change. Responsibility must therefore be our guiding principle with regards to EU GMO policy. The heart of our policy must be an independent, thorough, case-by-case assessment of each new GM trait by the European Food Safety Authority. In this way, incentives for further scientific research are preserved and the centralisation of the process ensures the integrity of the Single Market.

The Commission’s proposal, alas, fails on both counts and therefore should be rejected. Let our GMO policy be guided by reason and responsibility within a common European approach.

 
  
 

Procedura catch-the-eye

 
  
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  Mairead McGuinness (PPE). Mr President, I say to the Commission: thanks; you are getting a lot of abuse this morning, but you have done justice to this debate by having it. It is important that we hear all these voices on the issue of GMO.

It is wrong to say that European citizens are against GM technology. In the medical sector they welcome it with open arms. In the food sector there is scepticism, but not 99% of people are sceptical, despite the tone of this debate and the realities that have been spelled out. The European livestock sector uses GM protein for their livestock feed. One country grows GM.

I welcome the debate because it allows the facts to elevate above some of the emotion. Some of the comments here I would utterly disagree with, because I approve and accept the authorisation procedures that are in place. I am also aware that young scientists, including young Irish scientists, are leaving the European Union because there is not a welcoming environment for research in this area. I would like to compliment the former Chair of the Agriculture Commission, Paolo De Castro, and support his comments. We need a sound debate on this, not a politicised one.

 
  
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  Maria Grapini (S&D). Domnule Președinte, domnule comisar, trebuie să declar de la început, pentru că așa cred că este sincer, că nu susțin cultivarea și utilizarea organismelor modificate genetic. Nu știu ce părere aveți dumneavoastră ca medic, pentru că nu s-a desprins din punctul de vedere pe care l-ați prezentat aici. Pe mine, ca inginer, mă puteți convinge doar dacă ne prezentați aici studii științifice de impact asupra sănătății. Asta doresc și mulți cetățeni europeni. Ce mă surprinde este că domnul Juncker, abil, pasează cartoful fierbinte atunci când nu-i convine.

Uniunea Europeană și Comisia nu sunt doar pentru a împărți niște bani, nu sunt niște contabili aici. Sper că avem specialiști care să analizeze toate lucrurile importante și să le tratăm cu responsabilitate. Eu cred că sănătatea este un lucru important și, de aceea, ne trebuie o politică europeană.

Din punctul meu de vedere, trebuie să nu uităm și să nu neglijăm nici, sigur, crescătorii de animale, faptul că de zeci de ani se importă furaje cu organisme modificate genetic din alte țări. Ce faceți? Nu ne-ați spus ce puteți să faceți pentru a nu se mai importa în piața internă? Nu putem să demolăm nici industria alimentară europeană și nici crescătorii de animale.

De aceea, eu cred că trebuie să aveți o analiză responsabilă și să reveniți în fața Parlamentului cu propuneri concrete care să echilibreze situația din toate punctele de vedere.

 
  
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  Νότης Μαριάς ( ECR). Κύριε Πρόεδρε, συμφωνώ με την απόρριψη της πρότασης της Επιτροπής και με τις παρατηρήσεις του συναδέλφου José Bové, ο οποίος έθεσε πάρα πολλά θέματα που δεν αφορούν μόνο την υγεία των καταναλωτών αλλά και την περιβαλλοντική προστασία και το μέλλον της ίδιας της γεωργίας. Οι ευρωπαίοι καταναλωτές έχουν εκφράσει την πλήρη αντίθεσή τους στα γενετικώς τροποποιημένα τρόφιμα και οργανισμούς. Με την πρόταση της Επιτροπής, επέρχεται επανεθνικοποίηση της Κοινής Αγροτικής Πολιτικής, με αποτέλεσμα να οδηγούμαστε σε προβληματικές ατραπούς. Τα τρόφιμα όμως είναι καθοριστικής σημασίας για την υγεία των καταναλωτών και δεν μπορεί το θέμα αυτό να αφεθεί στις εθνικές αρχές, γιατί έχουμε εμπειρία από διατροφικά σκάνδαλα για τα οποία υπεύθυνα είναι συγκεκριμένα κράτη μέλη.

Η Επιτροπή στην ουσία αρνείται να κρατήσει σθεναρή στάση απέναντι στα μεταλλαγμένα και πετάει το μπαλάκι στα κράτη μέλη και το κάνει αυτό εν όψει της TTIP, η οποία, εάν εφαρμοστεί, θα αποτελέσει σοβαρό κίνδυνο για την υγεία των καταναλωτών, αφού επιτρέπει την ελεύθερη κυκλοφορία των ΓΤΟ.

 
  
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  Hilde Vautmans (ALDE). We hebben hier vandaag met niet zoveel leden gedebatteerd. Daarbij valt mij op dat de grote lijn duidelijk is. We vinden het absoluut geen goed idee dat de regelgeving weer genationaliseerd zou worden, omdat dat gewoon niet uitvoerbaar zou zijn. Als we weer grenscontroles zouden moeten invoeren om het vervoer van diervoeder te controleren, dan lijkt me dat helemaal tegen de interne markt in te druisen.

Bovendien, mijnheer de commissaris, zou ik u willen vragen om met een evenwichtig voorstel te komen. De ALDE-collega's hebben u daar al toe opgeroepen. Het is absoluut belangrijk dat we ook rekening houden met de leefbaarheid van onze veeteelt. Die sector is immers al heel erg getroffen. Ik vraag u dus: doe een evenwichtig voorstel dat uitvoerbaar is en dat rekening houdt met de interne markt, zodanig dat we geen 28 verschillende regelgevingen hebben.

 
  
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  Lidia Senra Rodríguez (GUE/NGL). Señor Presidente, señor comisario, usted ha dicho que la sociedad se resiste a los OMG. Entonces, ¿por qué imponerlos si no los necesitamos?

Segundo, ha dicho también que los ganaderos dependen de piensos importados. Esto es una imposición, una imposición que podría romperse, porque podrían importarse piensos convencionales, libres de OMG; o, mejor aún, Europa podría y debería romper la dependencia de la ganadería de las importaciones de proteína vegetal. Tenemos tierras, tenemos semillas no transgénicas y tenemos conocimientos para producir alimentación animal libre de transgénicos. Entonces, señor comisario, ¿qué es lo que impide poner esto en marcha?

Tercera cuestión: Europa no está llamada a alimentar al mundo. Por ética, por responsabilidad y por solidaridad, Europa debería apoyar para que cada país ejerza el derecho a alimentarse a sí mismo. No perdamos más tiempo. Dediquen su tiempo a cambiar las políticas, para responder a las necesidades reales de la sociedad y no al lobby de los transgénicos y de la alimentación animal.

 
  
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  Claude Turmes (Verts/ALE). Herr Präsident! Der Kommissionspräsident, Herr Juncker, hatte im Wahlkampf versprochen: Bei Gentechnik Demokratisierung und Transparenz!

Statt Transparenz haben wir black box, und statt Demokratisierung haben wir Renationalisierung. Dieser Vorschlag ist eine gigantische Mogelpackung. Es ist in der Praxis nicht umsetzbar, und die Kommission weiß selbst, dass er nicht WTO-kompatibel ist. Wahrscheinlich war diese Nebelbombe sehr eng mit den TTIP-Verhandlungen verknüpft, um während der TTIP-Verhandlungen die Gentechnik vom Verhandlungstisch fernzuhalten.

Lieber Jean-Claude Juncker, jetzt ist genug gespielt! Die Gentechnik ist für die Bürger eine wichtige Sache. Jetzt brauchen wir einen ernsthaften Vorschlag. Wir als Grüne haben die Linie vorgegeben: Evaluation in Europa, Futtermittel anbauen, und ein klares Labelling auch für Futtermittel.

 
  
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  Krzysztof Hetman (PPE). – Panie Przewodniczący! Popieram, tak jak większość koleżanek i kolegów, stanowisko sprawozdawcy, posła La Vii, wzywające do odrzucenia wniosku Komisji Europejskiej w sprawie ograniczenia bądź zakazania stosowania i sprzedaży na swoim terytorium paszy i żywności genetycznie zmodyfikowanej. Uważam, że przyjęcie tego wniosku mogłoby naruszyć zasady funkcjonowania wewnętrznego rynku żywności i pasz oraz mogłoby prowadzić, tak jak przed chwilą powiedział mój kolega, do renacjonalizacji polityki rolnej. Dodatkowo wyegzekwowanie takiego ograniczenia byłoby albo niemożliwe do realizacji, albo przynajmniej niezwykle kosztowne, co z kolei nie pozostałoby bez wpływu na globalną konkurencyjność europejskiego rolnictwa.

Zdaję sobie sprawę, że kwestia GMO jest sprawą trudną, co do której brak jest jednomyślności po stronie państw członkowskich. Uważam jednak, że wniosek Komisji nie byłby rozwiązaniem tej kwestii, a jedynie utrudnieniem dla obecnych, dobrze działających mechanizmów.

 
  
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  Biljana Borzan (S&D). Gospodine predsjedniče, današnje glasanje riješit će jedan problem, a to je loš i neprovediv prijedlog regulative o GMO hrani koji bi izazvao kaos na unutranjem tržištu. Osnovna svrha da države članice imaju mogućnost zbrane prodaje GMO hrane ne bi bila ispunjena i zato je dobro što će velika većina u Parlamentu biti protiv.

No, problem nepravednog sustava odobrenja GMO hrane ostaje. Države članice očito ne mogu postići dogovor oko ove teme i Komisija će zato i dalje imati ovlasti sama davati odobrenja za prodaju i upotrebu. Zaključno, želim poručiti Europskoj komisiji da ih odbacivanje ovog prijedloga ne odrješuje od obveze demokratiziranja procesa odobrenja.

To je bilo jedno od obećanja predsjednika Junckera i zato želimo da Komisija izradi novi, bolji prijedlog. Radi se o temi koja je izrazito bitna našim građanima i o obećanju koje je ključno za demokratski legitimitet Europske unije.

 
  
 

(Fine della procedura catch-the-eye)

 
  
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  Vytenis Povilas Andriukaitis, Member of the Commission. Mr President, of course I have followed very closely this controversial debate and I have taken due note of all the comments and views that the honourable Members, have expressed.

I would like to reply to some of these. Regarding the claims that the Commission proposal is not in line with the European Union single market rules, I will simply respond that this is incorrect. According to the European Union Treaties, Member States may derogate from the freedom-of-movement rule on the basis of overriding reasons related to the public interest. That is enshrined in the Treaties. This is not against the Single Market: it is about the right of Member States to see such overriding reasons. We must follow the rule of law; we must follow the Treaties; we cannot act without a legal basis – and the proposal fully respects that principle. I am in favour of supporting the single European market. I am in favour of supporting science-based assessment, because that is the only way. I believe in science – independent science.

As regards the accusation that an impact assessment was not carried out, I would say this: it is meaningless for the Commission to carry out an ex-ante impact assessment on a proposal which merely gives the Member States a legal basis on which to act. In relation to cultivation proposals, the same logic applies. The proposal does not have an impact in itself: it will be up to Member States to evaluate the possible impact of their own decisions – about which you have raised many, many questions. It is in the hands of Member States to use the opt-out mechanism if they are ready to do so. They must follow the impact assessment procedure because this is a very serious and complex matter.

I fear from the unwilling tone of the discussions that there is a real possibility of Parliament rejecting the proposal. Allow me to repeat my view: it would be preferable to continue to discuss this frankly and openly under the ordinary legislative procedure rather than to seek to close down the dialogue. I would repeat once again Jean-Claude Juncker’s promise: the Commission should be in a position to give the majority view of democratically—elected governments at least the same weight as scientific advice. It is about the Member State governments’ view, not about the scope for Treaty changes to change the voting mechanism, because that is enshrined in the Treaties.

Secondly, I would not want the Commission to be able to take a decision when the majority of Member States had not encouraged it to do so. That is our proposal: please, if Member States have reasonable opinions, that is one thing, but you cannot destroy the single market, you cannot destroy our common European agricultural policy, and you cannot act against the European Food Safety Authority (EFSA) assessment because we need a centralised EFSA opinion.

On the subject of EFSA, this risk assessment of GM food and feed is carried out by EFSA in accordance with the highest and the most up-to-date scientific standards. We have mentioned independence and scientific evidence, and I am ready to discuss all these arguments about EFSA’s transparency. We must create trust in EFSA because otherwise we will have no scientifically based instruments. We must do our job in the best way to preserve trust in EFSA. Commission Implementing Regulation No 503/2013 on applications for authorisation of genetically modified food and feed reinforces the authorisation process by clarifying the studies to be conducted by applicants and defining the protocols to be followed. It was adopted by a qualified majority of Member States.

Furthermore, EFSA carries out risk assessment in close cooperation with Member States: with all 28 Member States, with all the scientists involved. Of course, we must debate and see how to improve EFSA’s capacity but we need science.

I call on you once again, honourable Members, to reflect on the consequences of this discussion before proceeding to the vote. We need to reinforce the legitimacy of European Union decisions on GMOs.

I would like to say that I have heard some excellent proposals: to continue our debates on biotechnologies, on science, on examining ways of supporting European Union researchers, including biotechnologists, more effectively. I cannot imagine the European Union without scientific progress – that would be against logic. I am a cardiac surgeon and I know what a scientific approach to all the issues means.

I am ready to continue those debates. Maybe next year it would be good to organise debates together with the European Parliament, inviting representatives of non-governmental organisations and prominent scientists and to challenge some of our understanding of the issues.

Lastly, I would like to confirm that the Commission believes this proposal is the right way of addressing the challenges in relation to the decision-making process on GMOs at European Union level. The Commission will not withdraw its proposal.

 
  
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  Seán Kelly (PPE). Mr President, I just want to record my displeasure at not being called under catch-the-eye. I just want to say that I was in here at 8.25, before any of you arrived. I asked with the white paper to speak under catch-the-eye at the very outset and I was not called. I do not understand why; I do not need an explanation; it has happened before and it will probably happen again. It will not deter me from my work. In fact I will be here tonight around midnight as the last speaker on behalf of my group on financing for SMEs. So thank you for allowing me to make my point.

 
  
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  Presidente. – Per quanto riguarda il "catch-the-eye", ovviamente quando ci sono venti e più richieste io cerco sempre di tenere conto dell'equilibrio dei gruppi, di genere e di nazionalità. Quindi non posso mio malgrado dare la parola a tutti coloro che la richiedono.

On. Kelly, lei spesso ha ricevuto la parola da me quando aveva chiesto di partecipare al "catch-the-eye", quindi non c'è nessuna intenzione da parte mia di discriminarla. È soltanto una questione di equilibrio all'interno del "catch-the-eye".

 
  
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  Giovanni La Via, relatore. Signor Presidente, onorevoli colleghi, grazie in primo luogo a tutti i colleghi per il contributo che hanno dato a questo dibattito, e al Commissario Andriukaitis per aver difeso la posizione della Commissione.

Lei oggi ha detto: "con una certa probabilità questo Parlamento oggi respingerà la proposta della Commissione". Dopo aver sentito questo dibattito credo che abbia un convincimento profondo del fatto che, per ragioni diverse, c'è un punto che accomuna quasi tutti i gruppi politici, che è la reiezione della proposta della Commissione. Dicevo, per ragioni diverse: perché da un lato vengono addotti motivi sull'incongruenza tra una proposta di better regulation avanzata dalla Commissione e la mancanza di un impact assessment, che lei ci spiega che probabilmente non sarebbe necessario, perché saranno gli Stati membri a dover fare l'opt-out. Ma è la Commissione che si deve porre il problema di come possa funzionare un mercato a macchia di leopardo, con paesi che scelgono una posizione e paesi che ne scelgono un'altra.

Abbiamo visto, evidentemente, come lei ci ha indicato, la possibilità di una deroga al mercato unico. Certo, ma mi sembra che in questa Aula, oggi, questa deroga al mercato unico non la si voglia. Si vuole qualcos'altro e in quest'Aula abbiamo sentito anche delle proposte chiaramente positive, che lei ha accolto, ma che io vorrei sottolineare. Abbiamo bisogno di un grande dibattito, di un dibattito europeo sulle nuove tecnologie, perché l'Europa deve essere capace di conciliare la tradizione della sua grande produzione agroalimentare con la necessità impellente, non più rinviabile, di avere una produzione di qualità, di qualità adeguata a soddisfare i consumi alimentari dei cittadini europei e di quelli del mondo. E allora in questa direzione la invito anch'io a promuovere questo dibattito sulle nuove tecnologie, perché solo attraverso la conoscenza potremo sfatare alcune ombre che ci sono sulle nuove tecnologie e potremo quindi procedere nella direzione che vogliono poi i governi e i cittadini di quest'Europa.

 
  
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  Presidente. – La discussione è chiusa.

La votazione si volgerà mercoledì 28 ottobre, alle 12.00.

Dichiarazioni scritte (articolo 162)

 
  
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  Zigmantas Balčytis (S&D), raštu. Nors iš pirmo žvilgsnio, Komisijos siūlymas lyg ir buvo patrauklus valstybėms narėms, vis dėlto atidžiau susipažinus su dokumentu paaiškėjo, kad valstybių pasirinkimo sąlygos yra labai apsunkintos, teisės rinktis būtų beveik neįmanoma įgyvendinti. Ir kaip užtikrinti sienų kontrolę, kokie pašarai ar maistas vežami į šalį iš kaimyninės valstybės? Nuo 2015 metų balandžio mėnesio šalims narėms galima uždrausti auginti GM kultūras. Tačiau GMO maisto ir pašarų importo bei prekybos jais valstybės narės kol kas neturi galimybių uždrausti. Europos Komisijos pasiūlymo esmė ir buvo išplėsti valstybių galimybes, tačiau neužtikrino valstybių teisės tinkamai pasinaudoti galimybe apriboti arba drausti naudoti genetiškai modifikuotą maistą ir pašarus savo teritorijoje. Dokumentą teks tobulinti ir atsižvelgti į Europos Parlamento poziciją.

 
  
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  Jarosław Kalinowski (PPE), na piśmie. Projekt rozporządzenia 2015/0093 zaproponowany przez Komisję Europejską miał umożliwić państwom członkowskim ograniczenie lub zakazanie stosowania genetycznie zmodyfikowanej żywności i paszy na swoim terytorium. Jest to szlachetna idea kierująca się swobodą obywatelską, jednak pozostaje niemożliwa do zrealizowania w obecnie obowiązujących strukturach europejskich. W projekcie Komisji nie przedstawiono żadnych wytycznych postępowania, nie zaproponowano także kryteriów, które mogłyby usystematyzować podejmowane działania. Oznacza to, że każde z państw członkowskich miałoby „wolną rękę” we wprowadzaniu ograniczeń importu i dystrybucji, co przy braku kontroli granicznych wewnątrz Unii Europejskiej nieuchronnie spowodowałoby chaos wywołany niekontrolowanym przepływem produktów. Brak jednorodnego i usystematyzowanego planu działania doprowadziłby również do powstania napięć pomiędzy krajami popierającymi i sprzeciwiającymi się GMO.

Należy także pamiętać, że żywność modyfikowana genetycznie jest tematem stosunkowo nowym i do tej pory nie ma naukowych podstaw do stwierdzenia, że produkty takie są szkodliwe dla zdrowia lub życia człowieka. Reasumując, Unia Europejska potrzebuje w tej kwestii jednolitych przepisów zapobiegającym wewnętrznym podziałom i zapewniającym bezpieczeństwo rynkom wewnętrznym.

 
  
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  Claudiu Ciprian Tănăsescu (S&D), în scris. Propunerea Comisiei nu este deloc clară și astfel pune în pericol buna funcționare a pieței interne. Comisia trebuie să prezinte o nouă propunere care să permită statelor membre să restricționeze pe teritoriul lor utilizarea de produse alimentare și de furaje modificate genetic.

Propunerea actuală nu numai că nu are la bază un studiu de impact, dar nici nu respectă angajamentul inițial al domnul Juncker de a revizui normele de procedură existente pentru autorizarea OMG-urilor în așa fel încât Comisia să nu mai fie în măsură să autorizeze OMG-uri atunci când o majoritate clară se opune. Comisia trebuie să propună revizuirea normelor de autorizare a OMG-urilor în Europa pentru a reflecta poziția cetățenilor UE.

Ar trebui să nu mai fie posibila autorizarea de noi OMG-uri pentru cultivarea sau importul în Uniune până când această promisiune nu este respectată.

 
  
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  Владимир Уручев ( PPE), в писмена форма. Европейският парламент последователно отхвърля предложението на ЕК за нови норми, даващи възможност на държавите членки да ограничават или забраняват на своята територия употребата на ГМ храни и фуражи, за които има разрешение на ЕК. Така Парламентът защитава обществения интерес на всички европейски граждани, включително българския интерес.

Действащите норми дават възможност на държавите членки да забраняват отглеждането на своя територия на разрешени ГМО. Но при употреба (търговия) на ГМО се излиза извън националните граници заради свободното движение на стоки. Въвеждането на забрана за ГМО в отделна страна означава въвеждане на граничен контрол на вноса на храни и фуражи, което е в разрез с правилата на общоевропейския пазар. Следователно няма гаранции, че предложението ще работи в единна Европа, която се стреми да премахва ограниченията и бариерите в търговията.

Очевидно националният подход за ограничаване на ГМО не дава решения, които да избягват негативните последствия за единния пазар и за конкурентоспособността на селскостопанските производители. Застъпвам мнението, че е необходим един цялостен нов общоевропейски подход за управление на ГМО от процеса на даване на разрешения за отглеждане до крайната им употреба, който да се базира на обширна оценка на всички въздействия и да отчита рестриктивната политика, която много от страните (вкл. България) водят спрямо ГМО.

 
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