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Potek postopka za dokument : O-000011/2017

Predložena besedila :

O-000011/2017 (B8-0209/2017)

Razprave :

PV 03/04/2017 - 12
PV 06/04/2017 - 11
CRE 06/04/2017 - 11

Glasovanja :

Sprejeta besedila :


Dobesedni zapisi razprav
Četrtek, 6. april 2017 - Strasbourg Pregledana izdaja

11. Večje interpelacije (člen 130b Poslovnika)
Video posnetki govorov
Zapisnik
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  Der Präsident. – Als nächster Punkt der Tagesordnung folgen große Anfragen (O-000011/2017) nach Artikel 130b der Geschäftsordnung (2017/2583(RSP)) (B8-0209/2017).

 
  
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  Piernicola Pedicini, autore. – Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor commissario, siamo qui per sottoporre oggi all'attenzione delle istituzioni europee – per la verità per l'ennesima volta – questo fenomeno, questo che è diventato un fenomeno, tristemente noto con il nome di "Terra dei fuochi", che in realtà è un'emergenza ambientale e sanitaria in cui sono costretti a vivere più di due milioni e mezzo di cittadini europei in un territorio compreso in 57 comuni nelle province di Napoli e Caserta, nel Sud Italia.

Da quelle parti sono stati individuati ad oggi più di 6 000 siti – in realtà questa cifra è una cifra ancora provvisoria, perché le ricerche sono ancora in corso – dove sono stati sversati oppure bruciati illegalmente rifiuti tossici, 10 milioni di tonnellate di rifiuti tossici e pericolosi, tra rifiuti sia urbani che industriali, trasformando quindi quella terra in una delle aree più inquinate dell'intera Unione europea.

Il quadro epidemiologico della popolazione residente da quelle parti presenta eccessi di mortalità e ospedalizzazione per tutte quante le patologie che possono essere riconducibili al rilascio oppure alla combustione di rifiuti tossici. La mortalità, purtroppo, per tutti quanti i tipi di tumore è superiore del 20 % rispetto alla media nazionale, in assoluta controtendenza rispetto ai trend perché, mentre in Italia questi trend sono discendenti, nella Terra dei fuochi c'è un incremento della mortalità per tutti i tipi di tumore. L'infertilità maschile è superiore del 17 % rispetto alla media nazionale. È davvero pauroso il quadro di salute dei bambini, perché c'è un eccesso di ricoveri per tutti quanti i tumori, soprattutto nel primo anno di età, e c'è un eccesso di tumori, specialmente del sistema nervoso centrale nella fascia di età che va tra gli zero e i 14 anni.

Nonostante ciò, continua l'ostracismo da parte di tutti coloro che fanno leva sulla difficoltà di stabilire una connessione scientifica fra questa esposizione ai veleni industriali e il cancro. C'è gente che addirittura arriva a negare questo nesso di causalità. Eppure non c'è famiglia che non abbia avuto un'esperienza tragica, un'esperienza drammatica di tumore, di uno o più tumori, tra i propri cari.

Negli ultimi venti giorni, per esempio, soltanto negli ultimi venti giorni, sono morti altri otto bambini per cancro. Adesso gli abitanti di quella zona hanno paura di bere l'acqua che sgorga dai propri rubinetti, hanno paura di mangiare la verdura, gli ortaggi che producono nei loro terreni. E, come se non bastasse, le economie locali, le produzioni agroalimentari hanno subito un effetto devastante dovuto alla pubblicità negativa che, naturalmente, ha indebolito le economie locali, che erano già deboli di per sé.

Abbiamo ricevuto tutti quanti il rapporto della rappresentanza permanente italiana, che dà il solito messaggio rassicurante, un messaggio rassicurante che illustra le azioni messe in campo tanto dal governo italiano, quanto dal governo regionale della Regione Campania, e che sembra finalmente indirizzato, questo programma, a risolvere definitivamente questa situazione. Il punto è che per anni, per oltre 20 anni, questa gente ha ascoltato messaggi rassicuranti e le cose non sono mai cambiate. Ad oggi ci sono ancora questi fuochi, questi fuochi sono ancora lì, e i rifiuti stanno per essere bruciati in questo momento.

Perciò noi oggi siamo qui per denunciare l'inutilità e l'inefficacia di tutte quante le soluzioni che sono state adottate dal governo italiano e dal governo regionale della Regione Campania, perché a nulla sono valse le denunce di decine nelle commissioni parlamentari, per esempio, oppure le decine di inchieste giornalistiche, gli esposti delle associazioni di cittadini e soprattutto la conta dei morti nei cimiteri di quelle terre avvelenate.

Commissario, questo è il più grande avvelenamento di massa in uno dei paesi della nostra Unione europea, e noi crediamo che le istituzioni europee abbiano il dovere di intervenire. Perciò vogliamo sapere se questa Unione ha intenzione di ridare speranza a questi cittadini, che sono pure loro cittadini europei, e se questa Unione ha intenzione di dare la giusta priorità al rispetto del diritto alla salute per i cittadini europei e quindi anche per i cittadini della Terra dei fuochi.

 
  
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  Karmenu Vella, Member of the Commission. – Mr President, honourable Members, Mr Pedicini, let me start first of all by saying that the Commission has been very deeply concerned for many years about the environmental situation from which the region of Campania is suffering due to the illegal treatment and mismanagement of waste, and of course about the impact on public health. The latest public health report issued by the Istituto Superiore di Sanità, which links the abnormally high cancer rate in some parts of Campania with the illegal treatment of waste, has been brought to our attention.

Given the systematic shortcomings in waste management in Campania underpinned by organised crime, the Commission has made full use of its powers over the past decade to address the situation. Already in 2007 the Commission initiated infringement procedures against Italy for a lack of adequate disposal facilities for waste in Campania, and this led in 2010 to Italy being condemned by the European Court of Justice. Then again in 2015 the court condemned Italy to pay a heavy fine consisting of a lump sum of EUR 20 million plus EUR 120 000 every day due to insufficient follow-up measures.

One year earlier, in 2014, the Court of Justice had already imposed heavy fines on Italy for the existence of illegal disposal of waste, including hazardous waste, throughout practically all the Italian territory, including Campania. Also in 2014, the Commission suspended EU financial assistance corresponding to the financial period 2007-2013 in respect of waste management and disposal in Campania. We cannot grant EU money if there are no guarantees that it will be spent well. When we received adequate assurances, EU funding was again made available in the current programing period.

As regards enforcement by the Commission, there was nothing more that we could possibly do according to EU law. Now it is fair to say that the overall waste management situation in Campania has improved since the waste crisis of 2007 and following the government’s appointment of several waste emergency commissioners for the region. For instance, separate collection of waste in the region is steadily improving, as well as recycling. At the end of last year, Campania adopted a new regional waste management plan which is now being examined by the Commission services.

But challenges remain, and health problems caused by past practices are still making themselves felt. The health and the environmental issues in Campania have their roots in the existence of organised crime and an enforcement system which is not coping with it. Although the main responsibility for fighting organised crime rests with the Member States, the European Union has agreed to take action on a number of instruments in the field of enforcement of compliance.

To address the eco-mafia, in 2011 Europol created a platform for experts from law enforcement agencies, the EnviCrimeNet, dealing with environmental crime. Also to improve enforcement, the Commission will adopt later this year a communication setting out an action plan with practical actions for environmental compliance assurance. This will be aimed, amongst other issues, at helping Member States to combat waste crime and offences. In addition to the enforcement actions, the Commission has urged the Italian competent authorities to address land decontamination and rehabilitation as a matter of urgency. For the latter, EUR 72 million of EU structural funds have been made available under the current financial period, that is under the period 2014-2020.

Of course the specific health-related aspects are of huge concern and I know that the signatories of this major interpellation, including my colleague Pedicini, already met with my colleague Commissioner Andriukaitis here in Strasbourg few weeks ago. As you know, health policy is essentially a national competence but there may be scope for reinforcing dialogue with national authorities. I can assure you that my services will keep monitoring the situation in Campania. Solving the problems derived from the illegal treatment of waste in Campania is dependent on all relevant actors working effectively together.

 
  
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  Jiří Pospíšil, za skupinu PPE. – Pane předsedající, já jsem velmi pozorně poslouchal odpověď pana komisaře na tuto závažnou otázku, která se týká Kampánie a obrovského znečištění tamní oblasti.

Jak jsem často kritický k tomu, jak zde vystupují zástupci Komise, tak teď musím říci, že já osobně s tou odpovědí souhlasím. Je třeba otevřeně říci, že byť se jedná o mimořádně závažnou skutečnost, a jak tady správně píší moji kolegové, jsou poškozovány životy a zdraví mnoha stovek i tisíců Evropanů, kteří v tom regionu žijí, tak primární odpovědnost za vzniklou situaci a i za řešení této situace musí mít Itálie jako taková. Protože pokud situace, která tam nastala, a je to zde jasně řečeno, je důsledkem protiprávního stavu, je důsledkem nelegálního zacházení s odpady, tak těžko asi Evropská unie primárně toto může vyřešit.

Ale já jsem velmi rád a to je zde důležité, že zde pan komisař řekl, že Evropská unie je připravena pomoci, je pro mě povzbudivé a pozitivní, že zde bylo řečeno, že jsou peníze ve strukturálních fondech, protože si myslím, jak znám situaci třeba z České republiky, kde jsme odstraňovali ekologické zátěže a stálo nás to stovky a stovky milionů korun, že bez podpory evropských peněz se těžko takto rozsáhlá ekologická zátěž dá odstranit.

Takže kdyby Evropská komise poskytla tamní regionální vládě peníze na to, aby došlo k sanaci takovýchto obrovských ekologických škod, tak já bych osobně za sebe jako poslance EP takovouto situaci vítal a podpořil bych ji. Ale musí platit ta původní teze, že primárně musí ze strany Itálie vzejít ochota, že do budoucna takové skládky nebudou vznikat, pachatelé budou postihováni, protože se jedná o závažnou trestnou činnost, a že sama italská vláda bude chtít vynaložit peníze na sanaci. Evropa k tomu může přidat.

(Řečník souhlasil s tím, že odpoví na otázku položenou zvednutím modré karty (čl. 162 odst. 8 jednacího řádu).)

 
  
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  Piernicola Pedicini (EFDD), Domanda "cartellino blu". – Onorevole Pospíšil, anche il commissario, prima, ha ripetuto tutte le procedure d'infrazione che sono state comminate all'Italia rispetto a questo tema. Io le chiedo: secondo lei il metodo della procedura di infrazione in sé, che poi è una forma di tassa che viene pagata direttamente dagli stessi cittadini che sono già vessati dal punto di vista della salute e della mancanza di tutela ambientale, è un metodo che funziona, oppure no? Gli stessi cittadini che pagano in termini di salute poi pagano anche in termini di tasse.

 
  
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  Jiří Pospíšil (PPE), odpověď na otázku položenou zvednutím modré karty. – Pane kolego, já jsem právník. Pokud je zákonný důvod pro to, aby stát byl postižen rozhodnutím Evropského soudního dvora, pak zkrátka postižen bohužel být musí.

Jde o to, zda je porušeno, či není porušeno právo. Ale také zde jasně říkám, že Itálii má být poskytnuta pomoc ze strukturálních fondů k tomu, aby se ta ekologická zátěž vyřešila, protože z národních rozpočtů se rozsáhlé ekologické zátěže v zásadě nedají vyřešit.

 
  
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  Nicola Caputo, a nome del gruppo S&D. – Signor Presidente, onorevoli colleghi, dal lontano 2003, quando comparve per la prima volta in un rapporto di Legambiente sulle ecomafie, l'espressione "Terra dei fuochi" ha caratterizzato e marchiato un'intera area della Campania che abbraccia diversi comuni della provincia di Caserta e di Napoli. Io stesso provengo da quella ricca e feconda terra, che per secoli è stata chiamata "Terra di lavoro".

"Terra dei fuochi" sintetizza ed enfatizza ciò che a cavallo tra gli anni Novanta e l'inizio del nuovo secolo si è andato verificando in queste zone: un irresponsabile ed incontrollato sversamento di sostanze tossiche, scorie e rifiuti di ogni genere, cui spesso è seguito il loro incenerimento. Un'attività di inquinamento criminale e sistematico, che ha potuto contare su una catena di negligenze ed omissioni e sulla tragica impreparazione delle autorità competenti ad arginare il fenomeno. L'ho denunciato in quest'Aula nel corso del mio primo one-minute speech di questa legislatura.

L'impatto della Terra dei fuochi è stato devastante per la vita e per la salute di decine di migliaia di persone e per l'economia dell'intera Campania. Da novembre c'è una nuova emergenza in termini di mortalità, in particolare di bambini. I dati sono simili agli anni 2012 e 2013. I roghi tossici continuano 365 giorni all'anno, 24 ore al giorno. In 32 comuni della provincia di Napoli la mortalità supera la media regionale del 10 % per gli uomini e del 13 % per le donne, mentre in 23 comuni della provincia di Caserta le percentuali sono del 4 % e del 6 %. Con i suoi 500 000 ettari di superficie agricola, la Campania, con la Puglia e la Catalogna, rappresenta uno dei tre grandi poli agroalimentari europei. Un danno economico e d'immagine incalcolabile, nonostante i siti in cui si è sversato materiale tossico non superino l'1 % del totale delle aree rurali.

Devo però dire che dopo decenni di commissariamenti, durante i quali qualcuno di noi ha chiesto più volte, talvolta anche in maniera isolata, la mappatura delle aree a rischio, l'avvio di un processo di bonifica dei suoli inquinati e l'istituzione di un registro regionale dei tumori, si inizia a registrare un'inversione di tendenza. Fortunatamente è cambiato l'approccio al problema: c'è una maggiore consapevolezza e una forte determinazione a risolvere il problema alla radice.

Recentemente la Regione Campania si è dotata di una rigorosa procedura di certificazione della salubrità delle sue produzioni agroalimentari, così da risultare una delle regioni più controllate d'Europa, e ha messo in piedi un vero e proprio piano di monitoraggio dell'intero territorio campano, con l'obiettivo di svolgere indagini tecniche per la mappatura – anche mediante strumenti di telerilevamento – dei terreni della regione destinati all'agricoltura.

A febbraio il registro tumori infantili della Regione Campania è stato accreditato dall'Associazione italiana dei registri tumori ed è stato avviato uno specifico studio da parte dell'Istituto zooprofilattico e dell'Istituto tumori di Napoli su 4 200 soggetti provenienti da 168 comuni individuati sulla base di tre modelli differenti di rischio ambientale, al fine di escludere le interferenze date dalla poca esposizione o da fattori legati fisiologicamente all'età.

Inoltre, sono stati effettuati i primi interventi di bonifica delle aree inquinate. Si è dato avvio all'operazione di rimozione delle ecoballe, ma soprattutto la Campania si è dotata di un nuovo piano per i rifiuti, che dovrà traghettare la regione definitivamente oltre l'emergenza.

Certamente è necessario fare molto di più, continuare a tenere accesi i riflettori nazionali, e non solo nazionali, su questo enorme problema che continua a mietere vittime innocenti. Le istituzioni, a cui tocca dimostrare di avere capacità di intervento, devono fare la propria parte provvedendo a bonifiche in tempi celeri, ma anche l'Europa può e deve fare la sua parte, accompagnando la Campania in questo processo.

Pochi mesi fa, in un convegno che ha visto la presenza di medici e scienziati provenienti da ogni parte d'Europa, ho chiesto ad alcuni funzionari della Commissione – e ribadisco qui la mia richiesta – l'elaborazione di un manuale di buone pratiche, da quelle igienico-alimentari a quelle mediche e di prevenzione, per dare delle valide indicazioni ai cittadini che vivono in tutte le aree ad alto impatto ambientale d'Europa.

La Terra dei fuochi, assieme alle tante aree che soffrono un'emergenza ambientale, non deve essere considerata o avvertita come un problema esclusivamente italiano o campano: è un'emergenza europea. I problemi sono molteplici, complessi e collegati tra loro, e la sinergia tra le istituzioni europee e tra gli enti locali in questi anni è stata la vera chiave per arrivare a risultati tangibili.

Ringrazio il commissario Vella per la consueta disponibilità che dimostra ogni volta che parliamo di Terra dei fuochi e della Campania e per il coinvolgimento che ha dimostrato a più riprese. Grazie anche alle associazioni e alle istituzioni del territorio campano, alle migliaia di cittadini coinvolti in questo tentativo di salvare una terra meravigliosa. Ora si tratta solo di continuare a lavorare duramente e insieme, affinché la Terra di lavoro torni il prima possibile "Campania felix".

(L'oratore accetta di rispondere a una domanda "cartellino blu" (articolo 162, paragrafo 8, del regolamento))

 
  
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  Rosa D'Amato (EFDD), Domanda "cartellino blu". – Mi perdoni, on. Caputo, ma lei sa che il governo e la Regione Campania sono dello stesso colore del suo partito, vero? Vi parlate? Avete modo di comunicare, di operare quello che lei suggerisce in maniera pratica, visto che sono vent'anni che questa emergenza è purtroppo agli onori della cronaca? Poi, una domanda sulla sua proposta: lei propone un manuale igienico-alimentare. Che vuol dire? Che vogliamo porre rimedio alla causa delle malattie dei nostri cittadini insegnando loro a mangiare meglio, piuttosto che dire che la causa vera è l'inquinamento?

 
  
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  Nicola Caputo (S&D), Risposta a una domanda "cartellino blu". – Come al solito voi del Movimento 5 Stelle vedete sempre il bicchiere mezzo vuoto. La questione è una. Innanzitutto la questione politica: è chiaro che il governo nazionale e il governo regionale sono del mio stesso partito, e ne sono orgoglioso, tant'è che gli unici fatti concreti che sono stati realizzati, sono stati realizzati soprattutto in questi ultimi anni ed i risultati sono tangibili. Anche il rapporto con la Commissione è migliorato, tant'è che ci stiamo avviando alla risoluzione anche del problema dell'infrazione.

La proposta che ho fatto, invece, al gruppo di scienziati e che non è stata essenzialmente una mia proposta – una proposta che è uscita da un tavolo, e che ho ribadito alla Commissione – è per affiancare a tutte le misure, anche di natura sanitaria, che vengono messe in campo, anche una misura di informazione. È importante superare anche l'approccio culturale che in alcune aree, purtroppo, è un po' deficitario.

 
  
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  Der Präsident. – Liebe Kolleginnen und Kollegen! Wir haben zwar heute ein bisschen mehr Luft. Frau Grapini hat nachgefragt, warum ich ihr das Wort nicht für die blaue Karte gegeben habe. Bestimmte Grundsätze halte ich aufrecht. Es ist jedenfalls bei mir nicht üblich, dass man innerhalb der gleichen Fraktion Fragen stellt, weil wir hier schon Effekte gesehen haben, dass sich Kollegen die Bälle zuwerfen. Und das ist nicht die Art von Lebendigkeit der Debatte, die wir uns bei der Einführung der blauen Karte vorgestellt haben.

 
  
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  Ivan Jakovčić, u ime kluba ALDE. – Gospodine predsjedniče, htio bih na početku solidarizirati sa talijanskim prijateljima koji su postavili ovo pitanje s onima koji su govorili, koji žive u Italiji, koji žive u Kampaniji, svjesni činjenice da živjeti u takvom okruženju nije jednostavno, odgovorno je politički, odgovorno je na svaki način pogotovo na ljudski način. Znajući da u samom našem pitanju danas, gospodine povjereniče, govorimo o tome da je la Terra dei Fuochi područje u Kampaniji u kojem se nalazi otprilike 2 000 iznimno onečišćenih lokacija koje utječu direktno na život 2 i pol milijuna stanovnika koji prema mnogim navodima umiru od raka ili su izloženi zaista toksičnim požarima. Zaista je ozbiljno pitanje na koji način mislimo sve to zajedno riješiti.

Područje obuhvaća čak 57 općina između Napulja i Caserte. Dodatni je problem da nitko ne zna gdje je taj toksični otpad uopće zakopan, je li na jednom mjestu, na drugom mjestu, godinama se to čini. Sve govori o tome da se radi o organiziranom kriminalu, ali ne samo o organiziranom kriminalu, nego i odlaganjima na zaista krajnje divlji način. Ono što naravno najviše zabrinjava je to da sve to zajedno utječe strašno na javno zdravlje. Zastrašujuće je čuti podatke koje smo slušali, a pogotovo je zastrašujuća informacija da javno zdravstvo ne može pomoći djeci, ne može pomoći onima kojima je najpotrebitije zdravlje u rastu.

Dakle mladi ljudi, djeca stradavaju zbog toga što imamo ovakve toksične požare. Ono što želim naglasiti je još nešto. Želim razgovarati o tome kako rješavati takve probleme. Moje iskustvo mi govori da se rješavanje ovakvih problema može učiniti europskim novcem. Imam konkretne primjere na kojima sam osobno radio u saniranju i identificiranju 46 divljih odlagališta koja su bila, ili jesu još uvijek djelomično, na granici između Hrvatske i Slovenije.

Zajedničkim sredstvima, europskim sredstvima, zajedničkim naporima uspjeli smo naći sva ta zajednička divlja odlagališta i početi ih sustavno rješavati da tako kažem jedan po jedan. U to treba uključiti nevladine udruge. U stvaranju katastra divljih odlagališta, osobno sam uključivao izviđače, planinare, sve one udruge koje su dobronamjerne prema okolišu i koje žele aktivno sudjelovati u svemu tome. Identificirali smo taj katastar na način da postoji GPS odredište svakoga divljeg odlagališta. I onda se može sustavno krenuti i u rješavanje takvih problema.

Naravno da ovdje želim istaknuti ne samo način prekogranične suradnje, jer u ovom konkretnom slučaju toga čak i nemamo, ali želim naglasiti potrebu suradnje s lokalnim vlastima. Bez aktivnog učešća lokalnih vlasti, niti nacionalne niti regionalne, a kamoli europske vlasti mogu nešto napraviti. Da, treba nam europski novac, jer bez europskog novca lokalne, pa ni nacionalne ni regionalne vlasti, neće lako izaći na kraj. Ali, trebaju nam dobri partneri u lokalnim vlastima, u nevladinim udrugama jer bez njih siguran sam da ćemo vrlo teško rješavati probleme.

Želim vas upozoriti i iskoristiti ovu priliku, gospodine povjereniče, i spomenuti vam mnoge crne točke kako ih mi nazivamo u Hrvatskoj koje postoje u okolišu. Postoje u okolišu ne samo u Hrvatskoj, nego i zemljama kandidatkinjama, postoji na mnogo mjesta mnogo divljih odlagališta, mnogo opasnih odlagališta. Vrijeme je da napravimo taj katastar najopasnijih odlagališta u Europskoj uniji i u našem prvom susjedstvu u zemljama koje će vrlo brzo jednog dana postati i članice Europske unije.

Dakle, želim vas upozoriti i na jedan veliki problem, a to je problem odlaganja vojnog materijala u Jadranskom moru. To je krajnje ozbiljan problem. O tome nigdje nitko ne govori i svi se nekako skrivamo i ne želimo o tome javno govoriti. Ali, to je ozbiljan ekološki problem. Dakle, mislim da su kolege koji su otvorili ovo pitanje na ovakav način pokazali svoju želju i solidarnost s građanima Kampanije. Ja želim to još jednom ovdje potvrditi, ali želim zamoliti Europsku komisiju da se ozbiljno uhvatimo posla i na primjeru Kampanije, neka to bude početak rješavanja ukupnog problema s takvim divljim odlagalištima opasnog otpada u Europskoj uniji.

Govornik je pristao odgovoriti na pitanje postavljeno podizanjem plave kartice (članak 162. stavak 8. Poslovnika).

 
  
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  Maria Grapini (S&D), Întrebare adresată în conformitate cu procedura „cartonașului albastru”. – Stimate coleg, sunt de acord cu tot ce ați spus dumneavoastră. Până la urmă, întrebarea este legată de viața oamenilor și cred că cu toții suntem de acord că trebuie să facem tot ce se poate pentru a salva vieți.

Dar vă întreb: față de ceea ce ați prezentat dumneavoastră și domnul Caputo, nu credeți că ar mai exista o posibilitate de a ajuta acea zonă și nu numai, că în Europa avem multe zone, prin Fondul strategic de investiții? Fondul acesta a fost creat exact pentru proiecte greu finanțabile din piață prin bănci și eu cred că un asemenea proiect, așa cum ar avea nevoie „Țara focurilor” și nu numai, s-ar putea preta la finanțare prin Fondul strategic. Ce părere aveți?

 
  
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  Ivan Jakovčić (ALDE), odgovor na pitanje postavljeno podizanjem plave kartice. – Poštovana gospođo Grapini, hvala na vašem pitanju. Mislim da postoji niz načina kako se može pomoći i jedan ste vi spomenuli, a to je pitanje korištenja fonda EFSU na način da se zaista pomogne u rješavanju divljih ili toksičnih odlagališta. Ali ako se taj fond ne želi upotrijebiti u te svrhe, sigurno se može upotrijebiti za jačanje konkurentnosti poljoprivrede u Kampaniji, koja je nažalost zbog ukupne situacije, zbog svog imidža došla u probleme konkurentnosti.

I u tom kontekstu, ako želimo koristiti novac za zaštitu okoliša i rješavati probleme divljeg odlagališta, možemo to tako učiniti. A „Junckerov” novac, novac Junckerovog fonda, koristiti za jačanje konkurentnosti turizma, poljoprivrede i drugoga u Kampaniji.

 
  
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  Eleonora Forenza, a nome del gruppo GUE/NGL. – Signor Presidente, onorevoli colleghi, voglio in primo luogo ringraziare i colleghi e le colleghe per aver presentato questa interpellanza. Credo che sia fondamentale che il Parlamento e la Commissione europea affrontino questa questione, che ormai non possiamo più certo chiamare una emergenza, dato l'ampio lasso di tempo da cui si protrae. E vorrei rispondere, a chi ha parlato di una competenza esclusiva degli Stati membri rispetto ai problemi di cui stiamo discutendo, che il diritto alla salute è un diritto fondamentale garantito nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, così come il principio di precauzione dovrebbe essere un principio ordinatore dell'azione di Commissione, Parlamento e Consiglio.

Qui parliamo di una questione di giustizia ambientale negata, di fronte a cui non ci si può fare nessuno schermo, non si può addurre come alibi la competenza esclusiva dello Stato membro, sebbene siamo i primi a voler nominare quali siano le responsabilità del governo italiano e del governo locale.

Parliamo appunto, come veniva già detto negli interventi che mi hanno preceduto, di un'espressione, quella di "Terra dei fuochi", che comincia negli anni Duemila a diventare di uso comune, ma in realtà il problema di cui stiamo parlando, quello dello sversamento illegale di rifiuti speciali e tossici nella zona a cavallo fra le province di Napoli e Caserta, risale almeno a metà degli anni Settanta, e investigatori come Roberto Mancini avevano già messo in luce il problema.

Vorrei ricordare che un pezzo dello sviluppo delle piccole e medie industrie del Nord Italia si è costruito anche sullo sversamento esentasse di scarti di lavorazione nei terreni della Terra dei fuochi, con la mediazione della criminalità organizzata, che utilizzava ditte di movimento di terre, cave e trasporto di rifiuti per organizzare il traffico. Ritrovarsi quindi in una situazione di emergenza ancora oggi è un fatto politicamente e moralmente inaccettabile.

Personalmente sono in contatto, come altri colleghi qui in Aula, con i comitati che si occupano di difendere la giustizia ambientale nella Terra dei fuochi, e che sottolineano l'efficacia ad oggi delle misure di mappatura, monitoraggio e bonifica previste dalla legge italiana 6/2014e e implementate dal governo e dalla Regione Campania. Mancano progetti operativi di bonifica, manca un'analisi accurata dell'inquinamento delle falde acquifere, non sono coperte dai monitoraggi intere zone come quella comprendente il parco nazionale del Vesuvio. A cava dei Molti, ad esempio, nel comune di Maddaloni, si stima che siano presenti 200 000 metri cubi di rifiuti chimici già caratterizzati, ma la situazione è ferma e manca non solo un piano di bonifica operativo, ma anche la messa in sicurezza. Mancano inoltre piani di riqualificazione agricola dei terreni inquinati, con un grave danno economico per le popolazioni.

È necessario inoltre concentrare i test epidemiologici e tossicologici sulle persone che vivono all'interno del sito di interesse nazionale e non estenderli a tutta la regione, con il rischio di minimizzare la portata dei risultati. Le mamme del comitato "Vittime della Terra dei fuochi" hanno denunciato la morte per leucemia, nei soli ultimi quattro mesi, di ben 16 bambini, di cui l'80 % residente nella Terra dei fuochi. Troviamo da questo punto di vista vergognose le parole del ministro – anzi della ministra – della salute Lorenzin del 2015, che osò affermare che il tasso di mortalità più alto in Campania era dovuto a inquinamento da veicoli, a un cattivo sistema sanitario e a stili di vita e alimentazione errati. Siamo davvero senza parole, perché questo significa ignorare la pesantezza e la gravità del problema di cui stiamo parlando.

Ringrazio quindi ancora una volta i colleghi che hanno presentato questa interpellanza, un'interpellanza più che legittima, se consideriamo che la Commissione europea ha multato l'Italia per 22 milioni lo scorso febbraio e che, dopo la condanna della Corte europea del 2015 proprio per l'emergenza rifiuti in Campania e il non rispetto delle direttive 98/2008 e altre sul trattamento e riciclo dei rifiuti, dopo tutto questo ancora si stenta ad imporre una misura risolutiva a questo problema. Allora occorre anche sopperire a quanto lo Stato membro, il governo italiano, ancora stenta a fare, proprio perché in gioco c'è la salute dei cittadini e il diritto alla salute è un diritto fondamentale.

Voglio solo aggiungere che credo non basti – anzi, credo sia profondamente sbagliato – trasformare un problema di ordine economico-sociale, di giustizia ambientale di portata nazionale, in un problema di ordine pubblico, in un problema semplicemente di repressione e gestione dei flussi di rifiuti. La militarizzazione di molti di questi siti ha semplicemente troppo spesso impedito a comitati, a militanti, a esperti di poter presidiare in maniera adeguata i siti inquinati.

Penso che le soluzioni debbano essere di fondo, debbano essere soluzioni a lungo termine, ma debbano essere anche soluzioni immediate perché, appunto, parliamo di morti, parliamo di un danno economico, parliamo di un danno sociale che insiste su una zona in cui già la disoccupazione femminile e la disoccupazione giovanile è a livelli altissimi.

Sono appunto possibili anche misure immediatamente applicabili per ridurre la portata degli sversamenti e contenere il fenomeno dei roghi. Occorre attuare protocolli per fare prevenzione secondaria, ovvero disintossicare dagli agenti inquinanti assorbiti e soprattutto fare prevenzione primaria.

 
  
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  Rosa D'Amato, a nome del gruppo EFDD. – Signor Presidente, onorevoli colleghi, la Terra dei fuochi è una delle situazioni più drammatiche del mio paese, ma anche dell'intera Europa. Parliamo di veri e propri avvelenamenti di massa a partecipazione pubblica. Sì, perché entrambi hanno una cosa in comune: lo Stato.

Sulla Terra dei fuochi dal 1991 al 2013 sono state 80 le inchieste per traffico illegale di rifiuti tossici, 2 000 le denunce, 500 le aziende coinvolte, 95 gli imputati a vario titolo, tra cui disastro ambientale e omicidio plurimo colposo. Ovviamente, prescrizione per tutti.

Tra Caserta e Napoli i decessi per tumori superano di gran lunga ogni media nazionale e straniera. Lo Stato conosce da anni la situazione: già a fine 2013, con un decreto per fronteggiare le emergenze ambientali e industriali, aveva stabilito la necessità di fare degli screening sanitari per essere certo della correlazione tra morti e Terra dei fuochi – come se ce ne fosse bisogno – screening però poi interrotti, perché le risorse sono state dimezzate. Ma il governo, nell'ambito della politica cosiddetta "svuota carceri", ha di fatto vanificato questo decreto e reso aleatoria la condanna per chi applica veri e propri roghi della morte.

Il governo dimostra così di avere ignorato che il diritto all'ambiente è un elemento costitutivo del diritto alla salute, che la Costituzione tutela in quanto diritto primario con il suo articolo 32, rendendosi così ripetutamente moroso rispetto all'adempimento sia degli obblighi comunitari che costituzionali, nonostante i numerosi moniti della Corte di giustizia europea. E i cittadini quindi pagano, e non solo con i 120 000 euro al giorno della multa europea, ma con quanto di più importante hanno: la loro vita e la vita dei loro figli. Il governo deve fornire una prospettiva diversa agli abitanti delle aree contaminate, trasformando la criticità in opportunità.

Ed ecco però la proposta: la Commissione europea si faccia promotrice – uno: della creazione di centri di ricerca internazionali, magari con sede nel Mezzogiorno d'Italia, che si occupino sia delle nuove tecnologie di bonifica che del processo decisionale per identificarle; centri guida per un settore che è in espansione. Due: poiché in Italia, e in Europa, molti siti rimangono abbandonati ed inquinati senza che il responsabile sia individuato e bonificato, chiediamo che sia istituito un fondo europeo finanziato dalle industrie inquinanti, come il superfund dell'EPA.

 
  
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  Jean-Luc Schaffhauser, au nom du groupe ENF. – Monsieur le Président, chers collègues, je me devais d’être présent. D’abord, pour accompagner nos amis italiens; ensuite, comme député strasbourgeois, c’est aussi un devoir d’être là pour rendre réelle cette session du Parlement le jeudi après-midi, ce qui semble quand même difficile quand on compare par rapport à un jeudi après-midi à Bruxelles; enfin, parce que j’aime beaucoup la région de Naples pour y avoir beaucoup navigué, et parce que c’est une région absolument splendide.

J’aimerais qu’on élève un peu le débat sur la question du détournement de fonds européens vers la mafia et qu’on se pose la question des procédures qui ont permis cela. Certes – et j’y reviendrai –, il y a une responsabilité de l’Italie dans la délégation de gestion de ces fonds, mais il y a un problème plus global. Je constate – je me tourne vers la Commission – que soit nous sommes dans des procédures extrêmement compliquées où, craignant tout détournement de fonds, nous n’arrivons plus à dépenser les fonds. Pour illustrer mon propos, je citerai le G5 Sahel, pour lequel nous avons voté 15 milliards, qui sont absolument nécessaires pour la lutte en matière de sécurité et développement dans cette zone, mais les procédures mises en place sont telles qu’on ne dépense pas l’argent par peur d’un détournement des fonds. Il y a un problème. Soit nous sommes en face de protocoles, de chartes d’éthique, de codes de bonne conduite, de principes de transparence, de divulgations de conflits d’intérêt, et j’en passe, d’appels d’offres ouverts et, malgré tout, nous constatons ce détournement de fonds permanent.

Pourquoi en est-on arrivé là? Je pense que vous devez, à la Commission, vous poser des questions. Comment adapter des procédures au monde réel et à la situation réelle? Car il est très facile de faire des appels d’offres dans lesquels il y a détournement ou dévoiement des fonds. Cela aurait dû être anticipé, car il est quand même inacceptable qu’on arrive, par des fonds européens, à soutenir la criminalité organisée. Certes, ce que vous proposez est très bien. On sanctionne, on redonne de l’argent pour contribuer à remettre les choses en place, mais cet argent donné ne sera-t-il pas à nouveau détourné?

En Italie, nous faisons face à la même situation que celle que nous avons dans des pays très difficiles – et je pense particulièrement à la mafia albanaise, au Kosovo, en Bosnie—Herzégovine ou même en Serbie, dans tous ces pays de l’élargissement –, où des fonds communautaires – et vous le savez – sont détournés également pour soutenir des mouvements de la criminalité organisée.

Nous devons repenser ces procédures. Je voudrais revenir sur mon expérience: quand j’étais en 1980 auprès du maire de Strasbourg, les services étaient publics et nous avions la maîtrise de nos déchets, ce qui évitait tout détournement de la procédure puisque la ville était responsable et gérait elle-même, en régie propre, toute la gestion de ses déchets.

Les appels d’offres généralisés, la libéralisation selon laquelle il fallait mettre en concurrence ont particulièrement conduit à pareille situation de détournement de la procédure par des sociétés fictives, par des sociétés écrans au profit d’organismes et de la criminalité organisée ou, tout simplement, de sociétés qui font des profits absolument inacceptables. Tout cela fonctionnait très bien à Strasbourg, j’en donne l’exemple, quand nous le faisions en régie propre.

Deuxième chose: l’affaiblissement de l’État, la manière dont l’État a été empêché, le retrait de sa souveraineté, l’incapacité qu’il a véritablement de pouvoir utiliser les moyens, souvent de force, à l’égard de la criminalité organisée. Il n’y a pas que des éléments de droit, il y a aussi le monopole de la force, et nous sommes rentrés dans un circuit si compliqué que nous n’en sortons pas parce que nous avons affaibli les États.

Enfin, pour terminer, la Commission doit réfléchir à des procédures liées à la réalité.

 
  
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  Seán Kelly (PPE). – Mr President, in the 1600s, when Naples was experiencing its golden age, it was known as the most fertile plain in the world. In the past 20 years, however, Naples and the Campania district have had new nicknames: ‘Land of Poison’, ‘Triangle of Death’, ‘Land of Fires’. The latter, of course, refers to the region of Campania where toxic wastes have been illegally burned and buried in a systematic fashion since the late 1980s. This is environmental sabotage on a grand scale.

From 1994 to 2008 the region of Campania in south-west Italy was under a formal state of emergency declared due to the saturation of regional waste treatment facilities. There is growing evidence, including from the World Health Organisation, that the accumulation of waste, illegal and legal, urban and industrial, has contaminated soil, water and the air with a range of toxic pollutants, including dioxins. It has even emerged that the United States Navy, whose European Command is based in Naples, conducted a USD 30 million study from 2008-2011 into local air, soil and water. They found unacceptable health risks and advised their personnel accordingly. Throughout all the research, a high correlation between incidence of cancer, respiratory illnesses and genetic malformations and the presence of industrial and toxic waste landfills has been found. Reported cases include women getting breast cancer unusually early, men developing lung cancer despite never having smoked, and children born with Down’s Syndrome to comparatively young mothers. All this is very, very worrying.

Many people say that the catalyst for this catastrophe is illegal trade and that hazardous waste is a by—product of tax dodging in a country with one of the highest levels of evasion in western Europe. Businesses massaging their income had to mask the scale of their activities and that meant hiding huge amounts of hazardous waste. Yet some people’s solution to this is to blame the European Union and, above all, the Commission. There is a phrase, ‘where there is a will, there is a way’, but you could also say, ‘where there is no political will, there is undue delay’. Commissioner Vella has pointed out the efforts they have made to help. The European Court of Justice fined Italy EUR 40 million, which they paid in 2015, and again another EUR 40 million in late 2015, again EUR 20 million, and, as has been mentioned, EUR 120 000 daily.

But all the fines in the world will not solve the problem unless there is a real, genuine effort and the political will to do so. The Commission is prepared to give EUR 172 million, but it can only act within the Treaties and the powers given to it. So I think there is need for fresh thinking and here and for cooperation so that the Land of Fires can once again become the most fertile plain in the world and a great place to live.

 
  
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  Andrea Cozzolino (S&D). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, è molto importante la discussione che stiamo facendo oggi qui, e ringrazio i colleghi Pedicini ed altri, che hanno sollecitato questa riflessione. Però non sprechiamo questa occasione e proviamo a fare insieme al commissario Vella una riflessione che ci consenta di fare qualche passo in avanti rispetto a una vicenda di cui conosciamo tutti gli aspetti.

Non c'è cosa che non sappiamo di quello che è accaduto, negli ultimi 25, 30, 35 anni, in quella nostra terra. Conosciamo l'accumulazione originaria della criminalità organizzata, che ha fatto dello scambio con le imprese del Nord l'inizio, negli anni Settanta e negli anni Ottanta, di quella che poi è diventata la Terra dei fuochi. Conosciamo le responsabilità anche di tante forze produttive di quel territorio, che hanno continuato a utilizzare quelle aree per discariche abusive. Conosciamo le responsabilità dolorosissime della politica, a cominciare dalla mia parte politica.

Ma se noi continuiamo a farci solo del male, a polemizzare, e non proviamo a cogliere le occasioni che di volta in volta le istituzioni nazionali, regionali, locali ed europee ci consentono per riaprire questo dossier e fare, di queste occasioni, occasioni per fare un passo in avanti proprio per rispondere alle esigenze che abbiamo davanti, innanzitutto le esigenze di salute, di sanità che abbiamo su quel territorio, e di rilancio anche dell'immagine produttiva e civile di quell'area, allora sprechiamo il nostro tempo. Magari conquistiamo un po' di consenso personale, ma non facciamo passi in avanti.

Noi abbiamo una conoscenza della realtà come non mai. Sappiamo dove sono i siti inquinanti, o almeno la gran parte di essi: li abbiamo monitorati, finalmente abbiamo una mappa. Abbiamo un rapporto sulla salute. Poi si può discutere delle metodologie, e c'è anche un ulteriore aggiornamento, ma sappiamo che il problema c'è e che riguarda soprattutto i nostri bambini.

E abbiamo in corso un'azione di contrasto. Se io cito solo le cose che si sono fatte negli ultimi mesi del 2016 per contrastare quello che avviene adesso su quel territorio, dagli arresti, ai controlli, alle multe che sono state fatte, al tentativo di bloccare ancora uno sversamento abusivo su quelle aree, noi ci rendiamo conto che è in corso un'azione, un'iniziativa. Abbiamo finalmente un piano di raccolta e di smaltimento dei rifiuti – so che ne stanno discutendo con lei proprio in queste settimane. E abbiamo per la prima volta – lo dico alla mia collega D'Amato –ingenti risorse a disposizione. Non era mai accaduto tutto questo. Abbiamo risorse nazionali, abbiamo risorse europee.

E allora noi dobbiamo provare a costruire le condizioni perché stavolta, davvero, questa occasione non sia un'occasione persa. Non dobbiamo più ritornare in quest'Aula nei prossimi mesi per raccontarci una sconfitta, perché avendo la conoscenza, avendo gli strumenti e avendo anche le risorse a disposizione, poi ritorniamo a denunciare l'assenza di iniziative. Allora tutto quello che si può fare: innanzitutto una più forte concentrazione delle istituzioni, ma anche un accompagnamento.

Io qui vorrei proporre tre cose semplici. D'intesa con gli altri parlamentari, torniamo ogni sei mesi qui – magari utilizziamo la commissione per l'ambiente – e facciamo un punto sulla situazione, ogni sei mesi. Perché questa questione va affrontata, non può diventare oggetto di campagna politica ogni volta. Ogni sei mesi, per individuare responsabilità e cose che non si sono fatte.

Vorrei invitare il commissario Vella a venire in Campania a incontrare le autorità e a fare un punto sullo stato dell'avvio del programma delle bonifiche, sul piano sanitario. Fare un punto reale, dello stato reale delle cose. E vedere insieme che cosa fare, perché su questo sono d'accordo con tutti i colleghi che l'hanno detto: non possiamo avere solo una Europa che commina multe e poi basta.

E infine, io sono d'accordo con la proposta della collega D'Amato: lavoriamo per un centro di ricerca. Noi abbiamo tre poli importanti di bonifica nel Mezzogiorno d'Italia: Taranto, Crotone e Terra dei fuochi. È importante avere un investimento scientifico nel territorio del Mezzogiorno, perché può essere d'aiuto a questo programma enorme, che dobbiamo fare, di bonifica di questi nostri territori, e può essere anche una scelta vincente sul terreno anche di un rapporto più forte tra scienza, innovazione e sviluppo ecocompatibile.

Ecco, io credo che questo sia un modo per affrontare e per provare a dare una risposta positiva a una sfida enorme che sta davanti a noi, e sarebbe davvero drammatico se nei prossimi mesi tornassimo qui a discutere come se nulla fosse accaduto.

 
  
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  Pina Picierno (S&D). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, voglio anch'io ringraziare il commissario e i colleghi: il collega Pedicini, i colleghi che con la loro interpellanza ci offrono quest'occasione importante di discutere anche qui, oggi, in merito a questa questione seria, annosa, grave che è la questione "Terra dei fuochi". È una questione ormai nota, colleghi, lo avete detto, ma non è per questo meno seria, non è per questo meno dolorosa.

Come avete già detto e come voglio ricordare, questa questione ha il volto delle centinaia e centinaia di persone, di donne, di bambini che in questi lunghi anni si sono ammalati a causa dello sversamento di rifiuti, che è stato operato in maniera illegale dai clan camorristici, certamente, ma anche da una certa economia sommersa, di cui dovremmo altresì discutere.

È una questione seria e dolorosa, come dicevo, perché esiste una correlazione evidente e riconosciuta tra lo sversamento illegale dei rifiuti e queste patologie tumorali: non citerò qui tutta la letteratura scientifica che ci ricorda questa correlazione – l'abbiamo sostenuto tutti, lo avete detto prima di me – e quindi mi limito soltanto a richiamarla. Dicevo, è una questione nota perché – colleghi, presidente, commissario – di questa questione noi discutiamo ormai da vent'anni.

L'operazione "Adelphi", che accertò per la prima volta il ruolo del clan Bidognetti attraverso Gaetano Cerci, attraverso la figura controversa, pericolosissima, di Cipriano Chianese, è del 1991. Nel 1995, durante il dibattimento del procedimento penale Avolio +19, fu ascoltato il pentito Schiavone, per la prima volta, che indicò, in quel dibattimento, i luoghi –lo ricorderete – dove dovevano essere interrati dei rifiuti che lui disse radioattivi. Ci fu poi un'azione, dopo quelle dichiarazioni, come conseguenza di quelle dichiarazioni, ci fu un'iniziativa della Criminalpol di Roma su delega della Procura napoletana, che avviò una serie di ispezioni, una serie di sopralluoghi nei siti indicati da Schiavone. Ma i rifiuti radioattivi non sono stati mai trovati, non sono stati mai identificati, come ha ribadito a più riprese Federico Cafiero De Raho, che al tempo, lo voglio ricordare, era il capo della DDA di Napoli.

Venti anni, dunque. In questi venti anni sono state dette tante cose, forse non tutte a proposito: abbiamo ascoltato molte cose approssimative, fino ad assistere a una specie di corto circuito pernicioso, a un certo punto – ho ricordato il caso dei rifiuti radioattivi mai identificati. Un corto circuito pernicioso, che a un certo punto sembrava inseguire più una richiesta di sensazionalismo a tutti i costi che non la ricostruzione reale, precisa, doverosa dei fatti. E in alcuni casi, colleghi, siamo arrivati addirittura al parossismo – io lo voglio ricordare – con camorristi pentiti che accusavano magistrati di dire bugie. Anche questo è accaduto.

E allora, colleghi, ci dobbiamo imporre, in questa discussione, perché sia veramente utile, perché sia costruttiva, intanto il rispetto dei fatti, la ricostruzione precisa, puntigliosa, doverosa della verità. E la verità ci impone di dire che la questione è molto seria e molto grave, la più grande mattanza di vittime innocenti che si sia mai verificata in quell'area del paese, certamente.

Ma non possiamo non dire che i passi in avanti sono tali e tanti, insomma dobbiamo riconoscere che finalmente, dopo anni di silenzi colpevoli, dopo anni di incapacità di azione, il governo italiano, le autorità locali, mi piace dire "lo Stato italiano" stanno lavorando bene, anche in collaborazione con la Commissione europea. Voglio ricordare le cose più importanti. La legge 68 del 2015, che ha introdotto nel codice penale un nuovo titolo dedicato ai delitti contro l'ambiente, sta funzionando, sta funzionando perché i dati elaborati dalla commissione ecomafie ci dicono che funziona. Così come possiamo riconoscere che il territorio è presidiato, che si sta lavorando in maniera seria alle bonifiche, a partire dalle zone più delicate.

Insomma, tanto si sta facendo e tanto bisogna continuare a fare, come stiamo facendo, lasciandoci alle spalle questi venti anni di incapacità e di silenzi e continuando sulla strada che abbiamo intrapreso e che io credo ci porterà finalmente alla risoluzione di questo problema serissimo per l'Italia e per l'Europa.

 
  
 

Catch-the-eye-Verfahren

 
  
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  Maria Grapini (S&D). – Domnule președinte, domnule comisar, nu vreau să mai reiau din dezbaterile colegilor mei. Sunt de acord că deșeurile afectează viața oamenilor și o afectează pe termen lung și pe generații. Vreau să ne gândim la soluții.

Eu am fost surprinsă când am văzut că, iată, Comisia, în directiva pentru deșeuri a lăsat o portiță pentru ca deșeurile periculoase să nu fie înregistrate. Transporturile mai mici de două tone de deșeuri periculoase și douăzeci de tone de deșeuri nepericuloase pot să treacă fără să fie înregistrate. Noi avem nevoie de o trasabilitate exactă, pentru că poate fi un transportator cu două tone de deșeu periculos, dar pot fi o mie de transportatori cu două tone pe an și atunci, gândiți-vă că mutăm focarele de infecție dintr-o țară în alta. Eu cred că aici trebuie să ne gândim la soluții pe termen imediat, cum putem să stopăm, dar mai ales pe termen lung.

Domnule comisar, poate vă gândiți să dedicați o sumă de cercetare țintită pe tehnologia pentru distrugerea deșeurilor, pentru că nu cred că avem acum o evidență foarte clară: ce tipuri de deșeuri avem și ce tehnologie avem pentru a le distruge și să nu afecteze viața oamenilor.

 
  
 

(Ende des Catch-the-eye-Verfahrens)

 
  
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  Karmenu Vella, Member of the Commission. – Mr President, I agree with my colleagues that this was a very good opportunity to discuss this great, huge, alarming, chronic problem – and I call it chronic because we act, we discuss, we act and discuss, and the problem goes on and on. The Commission is very much aware of the worrying situation caused by the sub-standard and illegal waste management in Campania over the years and has already acted consequently and comprehensively, for over more than 10 years now. The Commission has done its maximum within its legal powers and will continue to do its utmost to curb the situation. However, strict enforcement of relevant legislation by the Italian competent authorities is paramount to eradicate an environmental and health problem which is instigated by organised crime, and maybe some MEPs know more than others and accept and admit more than others what is actually going on.

I agree with those who said that the citizens are not only paying with their taxes, but more so, they are paying with their health. Mr Pedicini asked whether the infringement procedure works and I must say, yes, it does work. It works in other Member States. It also works in other sectors in Italy itself, so why should it not work in Italy for this sector? I have to say that even here, as I mentioned before, there was progress in this sector, there was improvement, as a colleague mentioned, that the Italian authorities in December presented a management plan which my services are assessing. I was also a bit surprised that, in this letter that we signed, we talk about waste, we talk about health, but very little about the root of the problem, the criminal activity for which the state and the citizens are paying and against which we all have to act.

We talked about funding. I do not think that we are addressing an issue of lack of funds here. Funding was available. I also mentioned that EUR 72 million was provided in the current financial framework, but funding alone will not do the job. We also need the political goodwill of all the authorities, of all the parties, to fight the root cause of these problems. We have only heard about what the EU should do when the EU has already done a lot, without naming and shaming the illegal activities. If we continue to discuss only the Commission and the EU without addressing and shaming what the real cause is, I think this will only encourage the illegal activities to go on.

And let us not underestimate the scale of this illegal activity because the waste problem in the Campania region has been characterised by illegality, inefficiency, irresponsibility and indecision. It is a much more complex phenomenon than it seems and unfortunately it has been inadequately addressed by policymakers.

As I said before, I can assure you that my services and all the Commission will keep monitoring the situation in Campania to verify that the Italian authorities are taking the necessary measures to ensure that the waste is managed without endangering human health and the environment in accordance with EU waste legislation. I need to stress again, however, that the solution to the acute health problems derived from the illegal treatment of waste in Campania is dependent on all relevant actors working effectively together. It is paramount that the Italian competent authorities take a firm hold of the situation and clamp down on organised crime in order to dissociate it from waste management. I think we can all be of service to our citizens not only by discussing the problem, but by actively working together to address again the root cause of it all. We know what the problem is, we know what we have to do so, let us do it. Let us act to solve the problem and not continue discussing it in aeternum.

 
  
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  Der Präsident. – Damit ist die Aussprache geschlossen.

 
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