Index 
 Anterior 
 Seguinte 
 Texto integral 
Processo : 2016/2079(INI)
Ciclo de vida em sessão
Ciclo relativo ao documento : A8-0179/2017

Textos apresentados :

A8-0179/2017

Debates :

PV 12/06/2017 - 16
CRE 12/06/2017 - 16

Votação :

PV 13/06/2017 - 5.11
CRE 13/06/2017 - 5.11
Declarações de voto

Textos aprovados :

P8_TA(2017)0255

Relato integral dos debates
Segunda-feira, 12 de Junho de 2017 - Estrasburgo Edição revista

16. Estado das unidades populacionais de peixes e situação socioeconómica do setor da pesca no Mediterrâneo (debate)
Vídeo das intervenções
Ata
MPphoto
 

  Președinte. – Următorul punct de pe ordinea de zi este dezbaterea privind raportul lui Marco Affronte, în numele Comisiei pentru pescuit, referitor la starea stocurilor de pești și situația socioeconomică a sectorului pescuitului din zona mediteraneeană (2016/2079(INI)) (A8–0179/2017).

 
  
MPphoto
 

  Marco Affronte, relatore. – Signor Presidente, onorevoli colleghi, ogni anno la Commissione europea prepara la relazione sulle opportunità di pesca dell'anno successivo e ogni anno leggiamo dei dati, per quello che riguarda il Mediterraneo, che purtroppo si assomigliano. Vediamo che ci sono alcuni stock in ripresa in alcune parti d'Europa e altri che stanno raggiungendo il massimo rendimento sostenibile, e continuiamo a leggere che però nel Mediterraneo circa il 90 % degli stock ittici sono sovrasfruttati e sono quindi ben oltre il limite del massimo rendimento sostenibile.

Devo riconoscere – e l'ho fatto personalmente anche pochi giorni fa a New York alla Conferenza delle Nazioni Unite sugli oceani – al Commissario Vella che è riuscito nell'ultimo anno e mezzo a portare finalmente il focus dell'attenzione proprio sul Mediterraneo, con una serie di iniziative, e di questo siamo molto contenti. Abbiamo cominciato a Catania, dove finalmente ci siamo confrontati fra tecnici, politici e scienziati sulla situazione del Mediterraneo. Si è proseguito poi con gli incontri interministeriali e infine con la dichiarazione di Malta di qualche mese fa e con il progetto MedFish4Ever, lanciato proprio dalla Commissione europea.

Abbiamo pensato quindi che anche il Parlamento europeo su questa tematica così importante e così sentita e su questa situazione abbastanza complessa dovesse avere la sua posizione e la sua voce, per cui abbiamo presentato questa relazione d'iniziativa e abbiamo chiesto espressamente che ci fosse anche una discussione aperta qui in plenaria, perché è una tematica che richiede appunto uno sforzo di tante persone insieme e di tante politiche messe insieme.

La relazione è stata il frutto di un lavoro molto ben coordinato con i relatori ombra e ne è uscito un quadro abbastanza ampio. Abbiamo cercato di coprire un po' tutte le tematiche, facendo in modo che ci fosse il quadro della situazione che riguarda la pesca nel Mediterraneo, che è diverso da qualunque altro bacino europeo sia per il tipo di stock che abbiamo, sia per il bacino che abbiamo, che è condiviso con altri paesi terzi non europei, e sia anche per il tipo di pescatori, visto che l'80 % dei pescatori del Mediterraneo sono piccoli pescatori con imbarcazioni quindi minori di 12 metri. Abbiamo cercato di dipingere un quadro completo e poi abbiamo cercato di dare anche alcune idee, proposte e soluzioni per cercare di affrontare questa situazione.

I punti nella relazione sono numerosi, non li ricorderò tutti. Chi è in quest'Aula la relazione l'ha vista e la conosce bene. Ribadisco soltanto due o tre concetti. Non si può pensare a una soluzione per il Mediterraneo senza coinvolgere i paesi terzi. Per questo salutiamo veramente con molta soddisfazione gli incontri interministeriali portati avanti dalla Commissione europea, perché insistiamo sullo stesso bacino, insistiamo sugli stessi stock e i paesi terzi devono collaborare con noi per cercare di rendere questi stock sostenibili. Non esiste una pesca sostenibile dal punto di vista socioeconomico se non ci sono degli stock in buona salute. Quindi dobbiamo raggiungere questo equilibrio. La situazione adesso è molto complicata ed è per questo che le soluzioni non sono univoche, ma ce ne sono diverse.

Abbiamo affrontato anche temi un po' difficili come la pesca illegale, ancora molto presente soprattutto in alcuni Stati del bacino del Mediterraneo. Abbiamo parlato anche di possibili misure di conservazione, affrontando anche il problema delle quote, che sembra essere un tabù nel Mediterraneo, senza proporlo e senza nemmeno dimenticarcelo, ma soltanto come qualcosa che è lì e che potrebbe essere utile.

Aspetto di sentire i commenti della Commissione e dei colleghi e credo che abbiamo fatto un buon lavoro e che sia importante che domani venga votata questa relazione per avere la voce del Parlamento su questa problematica.

 
  
MPphoto
 

  Carlos Moedas, Member of the Commission. – Mr President, dear rapporteur, honourable Members, we have been making tangible progress in our efforts to improve fisheries governance in the Mediterranean. In 2016 we launched the Catania Process and this highlights the urgency in addressing precarious situations for our fisheries. It also made clear the need to join efforts across the region and to set in motion a coherent plan of action for the next ten years.

I think Mr Affronte just said that we cannot think about the solution for the Mediterranean without the third countries, and I think that is really on—spot. To do this, we organised a ministerial conference in March in Valletta and during this the ministers from 13 countries around the Mediterranean signed the Malta MedFish4Ever Declaration. This is a declaration that stresses environmental sustainability, social cohesion and viable economic perspectives.

We now have an action plan. This provides a clear set of objectives and targets, against which we can measure our progress. It addresses critical fisheries—related issues including data collection and scientific evaluation, the eco—system—based approaches in the fight against illegal, unreported and unregulated fishing and support for small—scale fisheries. The plan also deals with pollution and transport and their impact on fishing resources.

Now, the plan is in place but we must translate our words into concrete actions at three levels: at EU level, at multilateral level and across EU and non—EU countries.

At EU level we will continue to implement our Common Fisheries Policy. This will require progress on multiannual plans. The plans, like the small pelagic fisheries in the Adriatic will mark the first test on how genuine our commitments are. We are also working on a plan for demersal fisheries in the western Mediterranean and we are cooperating with the Member States on new national measures, in particular in the Gulf of Lion and the Jabuka/Pomo pit.

At a multilateral level we will strive to make further progress in the General Fisheries Commission for the Mediterranean at the plenary next October. This will include the adoption of a regional plan of action to fight illegal, unreported and unregulated fishing. It will also involve the establishment of a pilot project of an international inspection scheme in the Straits of Sicily.

Last, we must continue to ensure solidarity with non—EU Mediterranean countries. We will do this by supporting them in their structural reforms in fisheries, through the EU Neighbourhood funding instruments.

Our joint political partnership has the power to create a healthy environment, a thriving blue economy and a sustainable fishing sector in the Mediterranean. I am very pleased to see that the report by Mr Marco Affronte is going in that same direction. We would like to congratulate the European Parliament for this initiative. We see that your report is addressing issues that are also important to the Commission: the role of small-scale fishing, measures for third countries, socio-economic aspects, the need for better data and science-based allocation of fishing opportunities and impact of other human activities. The majority of the issues highlighted in your report are directly addressed in the MedFish4Ever Declaration. Both are in the interest of fishermen and citizens.

 
  
MPphoto
 

  João Pimenta Lopes, relator de parecer da Comissão do Emprego e dos Assuntos Sociais. – Senhor Presidente, a situação socioeconómica da pesca no Mediterrâneo, maioritariamente de pequena escala, tem vindo a degradar-se pela redução dos rendimentos, desvalorização do pescado, restrições à pesca de determinadas espécies, aumento do custo dos combustíveis, o que tem contribuído, entre outros, para o aumento do esforço de pesca, com o inevitável aumento do risco para os pescadores.

Exigem-se medidas que salvaguardem a pequena pesca, envolvendo nos processos de decisão os pescadores e as suas associações e sindicatos, promovendo medidas, nomeadamente por via da canalização dos fundos europeus, para a renovação e modernização das frotas, melhorando as condições laborais, contribuindo para a sustentabilidade económica e ambiental, nomeadamente por via da redução do esforço de pesca. Medidas que valorizem o trabalho e a regulação laboral, os rendimentos, a proteção social, o recrutamento de jovens e a formação profissional, bem como o papel das mulheres na pesca, que representam 12 % da força de trabalho no setor.

Exigem-se medidas que reforcem substantiva e objetivamente a segurança com vista à redução dos elevados níveis de sinistralidade.

 
  
MPphoto
 

  Verónica Lope Fontagné, en nombre del Grupo PPE. – Señor presidente, en primer lugar quería agradecer al ponente su trabajo y su comprensión, que ha permitido que llegásemos a muchos acuerdos. En primer lugar, también, quisiera recordar la situación particular que se da en el Mediterráneo. En sus aguas habitan más de diecisiete mil especies marinas y su litoral lo comparten diecinueve países, lo que hace necesario que siga recibiendo un trato diferenciado al del resto de las cuencas marinas que se encuentran bajo la política pesquera común, ya que los terceros países juegan un papel clave en el estado de sus recursos.

Pero hay que reconocer que la situación de las poblaciones dista mucho de ser la mejor. Esto se debe a un conjunto de factores, entre los que se incluyen la sobrepesca, la contaminación o el cambio climático. Esta situación nos obliga a tener que tomar medidas, pero estas tienen que estar respaldadas por unos datos científicos tangibles y fiables, algo que, lamentablemente, no existe por el momento. En cuanto a las cuotas, estas deben seguir siendo unas medidas excepcionales y respetadas por todos los países.

Los aspectos socioeconómicos son otros factores a tener en cuenta, incluyendo aquellos relativos a la pesca recreativa. La pesca artesanal representa el 80 % de la flota pesquera y el 60 % de los empleos, por lo que toda medida que se valore tiene que tener en cuenta su impacto, así como las posibles repercusiones en muchas poblaciones costeras dependientes de la pesca artesanal, ya que una mala decisión puede tener efectos reversibles. Por ello, y para alcanzar un equilibrio entre la sostenibilidad de los recursos y los aspectos socioeconómicos, hay que tener presente la opinión y la experiencia de los pescadores.

Y, por último, quisiera terminar con la necesidad de reforzar la cooperación con los terceros países pertenecientes a la cuenca del Mediterráneo. Ninguna medida que planteemos, ya sea en cuanto a restricciones espacio-temporales de pesca, lucha contra la pesca ilegal o inclusión de zonas protegidas, podrá tener éxito si los terceros países quedan excluidos.

 
  
MPphoto
 

  Renata Briano, a nome del gruppo S&D. – Signor Presidente, onorevoli colleghi, grazie al collega Marco Affronte per il prezioso lavoro che ha svolto su questo dossier. Con le sue 17 000 specie il Mediterraneo è un mare ricchissimo di biodiversità. È importante quindi che le politiche di gestione della pesca abbiano un approccio multispecie ed ecosistemico, basato sulla ricerca scientifica e sullo scambio dei dati. Non basta però. È necessario tenere conto delle particolarità locali attraverso il principio della regionalizzazione che resta, a mio avviso, il miglior strumento e su cui stiamo lavorando, in sede di commissione per la pesca, su moltissimi dossier, a partire dalle misure tecniche.

Per raggiungere il rendimento massimo sostenibile entro il 2020, occorre lavorare su più fronti, dalla salvaguardia degli ecosistemi marini al rafforzamento della cooperazione coi paesi terzi, anche per combattere la pesca illegale, da un maggior coinvolgimento dei pescatori nei processi decisionali all'investimento sull'educazione alimentare a partire dalle scuole, perché un consumatore consapevole non mangia più pesce ma mangia più pesci.

Non dobbiamo limitarci a ridurre lo sforzo di pesca, quindi, ma dobbiamo agire su tutti i comparti con politiche trasversali. Il Mediterraneo è il mare in cui il trasporto marittimo è maggiore rispetto a tutti i mari del mondo ed è quindi su questo che bisogna lavorare, sull'urbanizzazione a terra e sui rifiuti in mare. Insomma, abbiamo tantissimi argomenti da sviluppare in tantissime commissioni.

Se si parla di Mediterraneo, quindi, non si può prescindere dalla pesca artigianale che rappresenta l'80 % della flotta. Si dà lavoro a centinaia di migliaia di persone, tra cui molte donne. E poi non parliamo solo di pesca, ma dobbiamo pensare anche a chi vende il pesce, a chi fa il ristoratore, a chi lavora nella trasformazione, a chi produce e commercializza le attrezzature, e così via. Insomma, per garantire un futuro sostenibile dobbiamo coniugare gli aspetti ambientali con quelli sociali ed economici, altrimenti, tra qualche anno, saremo costretti a ritrovarci qui per scongiurare l'estinzione di un'altra specie, quella del pescatore.

 
  
MPphoto
 

  Ruža Tomašić, u ime kluba ECR. – Gospodine predsjedniče, stanje ribljih stokova u Sredozemlju nije dobro, a tomu su kumovale dosadašnje politike koje su jednodimenzionalno gledale na ribarsku problematiku. Zaokret koji se već počeo događati kad je u pitanju ribarstvena politika mora se temeljiti na znanstvenim istraživanjima, konkretnim podatcima i otvorenom dijalogu sa svim ribarima i njihovim predstavnicima.

Prošle je godine ovaj dom velikom većinom glasova uvojio moje izvješće o inovacijama i diversifikaciji malog obalnog ribolova u područjima koja ovise o ribolovu. No, Komisija se još uvijek oglušuje na apel ovog doma za izmjenom Mediteranske uredbe čija je puna primjena značajno oštetila ribarski sektor u Hrvatskoj i tisuće obitelji gurnula u tešku egzistencijalnu situaciju.

Ne možemo dozvoliti da se ribari između sebe optužuju tko je kriv za ovakvo stanje jer se tako udaljavamo od rješenja. Zato se pridružujem izvjestitelju Affronteu u pozivu da jasno definiramo određene oblike ribarstva i na temelju znanstvenih istraživanja procijenimo njihov utjecaj na stanje ribljih stokova i okoliš općenito. Samo tako ćemo moći osmisliti i provesti dobre politike koje će ostvariti ravnotežu između interesa svih ribara i, naravno, očuvanja morskih resursa.

Kolegi Affronteu čestitam na sjajnom izvješću koje ću, naravno, podržati na glasovanju.

 
  
MPphoto
 

  Jordi Solé, en nombre del Grupo Verts/ALE. – Señor presidente, quiero felicitar, en primer lugar, al colega Affronte por su informe. El requisito previo a toda acción es la toma de conciencia, y en el Mediterráneo urge tomar conciencia del estado de un mar que tiene mala salud y que padece los efectos de una gran presión humana.

Pero el Mediterráneo también es un mar de diversidad con tipos de pesca muy variados, con predominio de pequeñas empresas familiares y de la pesca artesanal y donde terceros países también juegan un destacado papel en el estado de los recursos. Cualquier iniciativa para poner fin a la sobreexplotación debe tener en cuenta la singularidad y la diversidad de la actividad pesquera en este mar, así como también el hecho de que el sector acumula años de dificultades, debido al aumento de los costes de producción, el deterioro de las poblaciones, la reducción de las capturas y una baja constante de los ingresos.

Modelos innovadores de cogestión adaptados a las peculiaridades de la pesca en cada zona y que impliquen a administraciones, pescadores, comunidad científica y otros actores en la gestión sostenible de los recursos son, sin duda, una buena vía para restablecer el equilibrio en el Mediterráneo.

 
  
MPphoto
 

  Maria Lidia Senra Rodríguez, en nombre del Grupo GUE/NGL. – Señor presidente, compartimos plenamente la necesidad de adoptar un enfoque multiespecie a la hora de tomar decisiones sobre la gestión del Mediterráneo y también la necesidad de definir lo que se entiende por pesca artesanal, pesca costera y pesca a pequeña escala en la Unión Europea.

Nos parece, igualmente, muy oportuno que se destaque que la protección y la salvaguardia de los recursos pesqueros y marinos no deben recaer exclusivamente en los pescadores y pescadoras, y aquí consideramos imprescindible que se tomen medidas, incluida la prohibición de aquellas actividades de la economía azul que pongan en peligro el futuro de los océanos y de la pesca, como, por ejemplo, la extracción de petróleo, gas, la minería, la acuicultura industrial, etcétera.

Es urgente e imprescindible abordar la limpieza y regeneración de las rías e impedir que cada año toneladas de basuras y de plásticos acaben en el mar. Igualmente, urge establecer las medidas de prevención necesarias para detectar, erradicar y prevenir especies invasoras.

Otro de los aspectos positivos de este informe es el apoyo a la necesidad de que las posibilidades de pesca se asignen en base a criterios objetivos y transparentes, que tengan en cuenta el aspecto social, económico y medioambiental, y que el reparto se haga de forma que no se discrimine a la pesca artesanal y a la pesca a pequeña escala, tanto por el nivel de empleos que generan como por su menor impacto en el medio.

 
  
MPphoto
 

  Gerard Batten, on behalf of the EFDD Group. – Mr President, the Mediterranean illustrates perfectly the flaws in the common fisheries policy. It is very different from the Baltic or the North Sea, but the EU says one size fits all. The Mediterranean is not an EU sea and the EU has to buy off non-EU countries which are either massively corrupt, dictatorships or failed states. So agreements are not worth the paper they are written on and do nothing to help ordinary people.

This report is full of the usual nonsense, with unrealistic technical measures, unworkable quotas and unworkable minimal sizes of fish. It contains lies and half-truths about the behaviour of non-Western governments. There are no proper controls on subsidies, vested interests or industrial scale fishing. There are massive incentives to simply cheat the system. They are all backed up by platitudes and mother-and-apple-pie sentiments which tell us nothing.

In short, everything here does what you should not do – it reinforces the failure of the common agricultural policy (CAP). And while we are on the subject, Britain wants its territorial waters back and we want British fish for British fish and chips.

 
  
MPphoto
 

  President. – That reminds me that Lord Nelson commanded a fleet in the Mediterranean, which were not the territorial waters of Britain, as far as I remember.

 
  
MPphoto
 

  Gabriel Mato (PPE). – Señor presidente, quiero dar las gracias al señor Affronte.

El Mediterráneo ha sido durante muchos años el gran olvidado de la política pesquera común y, por tanto, estoy especialmente satisfecho hoy de que en los últimos tiempos se hayan emprendido muchas iniciativas alentadoras para abordar los problemas y desafíos de esta cuenca.

Como decía antes Verónica Lope, el Mediterráneo es de una riqueza extraordinaria que los países ribereños tienen la oportunidad de compartir, pero esos mismos países tienen la obligación de preservar esta riqueza.

Cualquier medida que se tome en un lado del Mediterráneo está condenada al fracaso si no hay medidas similares en el otro lado. Por el contrario, las medidas serán doblemente eficaces si los pescadores sienten que no son discriminados, si sienten que hay un mismo campo de juego para todos.

Un planteamiento plurianual con medidas técnicas adaptadas y adoptadas con la plena participación del sector creo que es el enfoque correcto. En mi informe en curso sobre las medidas técnicas abogo precisamente por una regionalización real.

En el Mediterráneo el tejido socioeconómico es muy frágil, compuesto principalmente por pescadores artesanales y tradicionales que son, además, muy respetuosos con el medio marino.

Estas artes y técnicas tienen que ser preservadas como parte de la integridad y del patrimonio cultural de la región y merecen especial consideración e incentivos. También la pesca recreativa, y, en ese sentido, es importante hacer posible las actividades pesqueras relacionadas con el turismo, que, si están bien reguladas, son una fuente muy importante de ingresos.

El Mediterráneo merece toda nuestra atención. No ignoremos nuestra responsabilidad.

 
  
MPphoto
 

  Ricardo Serrão Santos (S&D). – Senhor Presidente, quero também felicitar o relator, Marco Affronte. Inerente à definição de desenvolvimento sustentável está a necessidade de não hierarquizar os três pilares que a sustentam. Portanto, ambiente, economia e sociedade têm que ser equacionados em sincronia. Nas pescas do Mediterrâneo, o pilar ambiental foi ignorado durante tempo demais Sem qualquer sucesso durante anos, testaram-se medidas técnicas, como sejam os tempos de operação ou os tamanhos das malhas das redes.

Agora é tempo de agir e proteger o pilar ambiental que acho que é o mais débil desta tríade. É absolutamente necessário respeitar um conjunto de áreas de reserva restritas e áreas de recuperação de mananciais e impor um sistema de quotas para as espécies piscícolas mais importantes do Mediterrâneo. Neste momento, o rabilo é o único recurso marinho em bom estado no Mediterrâneo, também o único com quotas aplicadas. Não aplicar com urgência um sistema de quotas será uma enorme responsabilidade que garantirá a falência dos pescadores.

 
  
MPphoto
 

  Czesław Hoc (ECR). – Panie Przewodniczący! Na wstępie gratuluję koledze Marco Affronte sprawozdania, w którym przedstawił istotne kwestie zasobów ryb i skutków społeczno-gospodarczych w regionie Morza Śródziemnego. Wiele z tych kwestii jest ważnych także dla akwenu Morza Bałtyckiego. W mojej opinii należy chronić zarówno zasoby stad ryb, jak i wspierać rybołówstwo, szczególnie rybaków działających na małą skalę. Zatem należy nade wszystko uregulować i ograniczyć połowy przemysłowe, które mają degradujący wpływ ta wrażliwe ekosystemy i ich zasoby. Trzeba wspierać i chronić rybołówstwo przybrzeżne łodziowe z zastosowaniem podejścia regionalnego. W kontekście rybołówstwa rekreacyjnego podzielam opinię sprawozdawcy – rybołówstwo rekreacyjne, również na Bałtyku, jest bardzo ważne dla armatorów, ale nade wszystko dla lokalnej społeczności i zasługuje na efektywne wsparcie.

 
  
MPphoto
 

  Werner Kuhn (PPE). – Herr Präsident! Ich danke auch Marco Affronte für seinen Bericht, denn es ist ganz wichtig, dass wir uns in der Fischerei auch mit dem mediterranen Becken auseinandersetzen. Wir haben die basic regulation, die kann nicht überall in dem vollen Umfang angewendet werden, so wie wir sie bestimmt haben. Für den mediterranen Bereich ist es notwendig, dass wir uns speziell darum kümmern. Da sind Wiederauffüllungspläne ganz wichtig, da ist die Einbeziehung der Freizeitfischerei ganz wichtig.

Alles wird geschützt, überall, ob das nun Robben sind, ob das Kormorane sind oder sonst was. Aber wer schützt eigentlich den Fischer? Das ist immer die zentrale Frage, wenn wir auf solche Veranstaltungen gehen, wo die kleine und handwerkliche Fischerei, die Kutter- und Küstenfischer dann ihre Fragen stellen: Welche Zukunft haben wir?

Wir haben heute eine interessante Debatte über die Kohäsionspolitik – eine Solidarpolitik, die es in der Europäischen Union gibt, das heißt, die Verbesserung der wirtschaftsnahen Infrastruktur. Auch für Fischereien sind da viele Dinge möglich: dass man auch die Flotte in gewisser Weise erneuern kann über den EMFF, dass man Fischereihäfen wieder attraktiver macht auch für den Tourismus. Gerade dieses Zusammenspiel spielt natürlich eine enorme Rolle.

Und wenn wir diese Dinge dann nachher in Angriff genommen haben, dann muss man einfach schauen, wie wir auch die Datenlage über die einzelnen stocks verbessern können, mit wissenschaftlicher Begleitung, so wie wir das in vielen anderen Bereichen auch machen, und die Fischer mit einbeziehen. Das ist die absolut wichtigste Frage. Wir können nicht über ihre Köpfe hinweg Entscheidungen fällen. Die kleine und handwerkliche Fischerei in der mediterranen See muss eine Zukunft haben!

 
  
MPphoto
 

  Isabelle Thomas (S&D). – Monsieur le Président, Monsieur le Commissaire, chers collègues, je voudrais à mon tour remercier le collègue Affronte.

La Méditerranée est une mer fermée aux rivages très peuplés, qui subit toutes les pressions anthropiques. Sa biodiversité est menacée, notamment par les pollutions terrestres et marines qui mettent en péril la chaîne alimentaire et donc la ressource halieutique.

Quant à la surpêche, bien sûr, il y a les pays tiers, mais il y a aussi l’Union. De ce point de vue, je crois qu’il est temps de mettre en place des quotas pour toutes les espèces que les avis scientifiques estiment en danger.

Aujourd’hui, seuls le thon rouge et l’espadon bénéficient de quotas. Il y a une contradiction entre le cœur de la politique commune de la pêche de 2013, axée sur le rendement maximum durable, et le fait de ne pas en tirer de conclusions pour la mise sous quota des espèces en Méditerranée.

Soulignons que la disparition des ressources halieutiques met en péril, sur le plan socio—économique, le secteur de la pêche en Méditerranée et, comme l’indique la résolution, la préservation des emplois des pêcheurs doit aussi être prise en compte, alors que, je le rappelle, la convention 188 concernant les pêcheurs n’a toujours pas été transposée par les États membres.

Au-delà des déclarations d’intention, nous devons trouver l’équilibre constant entre l’aspect socio-économique et l’aspect environnemental, sans les opposer, ce qu’a fait le rapporteur, et je l’en remercie.

 
  
MPphoto
 

  Sofia Ribeiro (PPE). – Senhor Presidente, Senhor Comissário, os pescadores atravessam uma crise económica gravíssima e a Comissão Europeia tem de criar medidas e mecanismos de proteção do rendimento dos pescadores. E, no meu entendimento, isso faz-se em quatro dimensões: primeiro, a nível da formação, quer nas artes, quer na ciência para a valorização do pescado.

Em segundo lugar, implica também uma aposta no reforço da posição dos pescadores na cadeia de valor. É inadmissível que os pescadores tragam cêntimos para casa e que a grande distribuição tenha grandes margens de lucro e que os consumidores paguem fortunas pelo peixe que consomem. E isso implica, e é o meu terceiro ponto, a necessidade de nós reforçarmos ainda mais as organizações de produtores.

E, por último, quarto ponto, é necessário fazermos investimento ao nível do reforço e criação de um fundo de compensação salarial, quando há uma interdição na pesca. Refiro-me não ao existente, das paragens biológicas, mas às condições climáticas adversas. Isso é fundamental. Refiro-me também às catástrofes ambientais e à contaminação por biotoxinas. Se essas medidas forem aplicadas, nós teremos mais justiça social também na pesca.

 
  
 

Procedura „catch the eye”

 
  
MPphoto
 

  Seán Kelly (PPE). – Mr President, while the topic here is about the fishing sector in the Mediterranean, fishing of course affects all areas and is important to everybody. I come from Ireland and fishing is a very important part of our economy. For that reason, I was pleased to hear Commissioner Moedas refer to the need to engage with stakeholders, and also the need to have up-to-date scientific evidence when we are making allocations, etc. That is a very important point.

I think also it was good to hear Commissioner Moedas refer to third countries, because we cannot do this on our own, even if we were perfect within the European Union in fish management, stocks, etc., we could not achieve much, and, especially in relation to climate change, the environment and the sea are very important. The amount of plastic in the sea is an absolute scandal and that is something we really have to work on, both from the point of fishing stocks but also from the point of view of climate change.

 
  
MPphoto
 

  Clara Eugenia Aguilera García (S&D). – Señor presidente, estamos en un debate importante. Es un informe de iniciativa sobre el mar Mediterráneo, y eso nos ha llevado a una reflexión importante. Yo soy de España, y uno de los mares que tenemos para nuestro sector pesquero es el Mediterráneo.

Pero yo quisiera mencionar aquí —algún colega ya se ha referido a ello— que en la situación del Mediterráneo no solo interfiere la sobreexplotación o el sector pesquero. También interfiere el incremento del transporte marítimo; también la situación urbanística del litoral y las sobreexplotaciones mineras. Es decir, hay muchas actividades, no solo la pesquera, que intervienen en el Mediterráneo y en la grave situación.

Yo estoy de acuerdo con que se deben tomar medidas en el Mediterráneo, pero se tiene que tener en cuenta todo. Hemos hablado de la pesca artesanal, pero ¿sabe, señor Moedas, cuál es el problema?

El problema es que, a la hora de aplicar un diferencial en la pesca artesanal, los Estados miembros no lo hacen. Y cuando hay que aplicar un sistema de cuotas hacen un sistema estándar y le dan más a la pesca industrial que a la artesanal, de ahí la preocupación por el sistema de cuotas. Si hay que aplicarlas en el Mediterráneo, que se apliquen. Pero hay que tener en cuenta los sectores que tienen una mayor sostenibilidad y hablar, por supuesto, con este sector.

 
  
MPphoto
 

  Νότης Μαριάς ( ECR). – Κύριε Πρόεδρε, συζητούμε για την ανάγκη να ληφθούν μέτρα προκειμένου να έχουμε ιχθυαποθέματα στη Μεσόγειο και, λίγο ως πολύ, αυτοί που εμφανίζονται ότι είναι ο αποδιοπομπαίος τράγος είναι οι ίδιοι οι αλιείς, ενώ η πραγματικότητα είναι διαφορετική. Έχουμε μια τεράστια μόλυνση στη Μεσόγειο, που οφείλεται στο ότι έχουμε εξορύξεις για πετρέλαιο και φυσικό αέριο. Έχουμε, γενικότερα, μια μόλυνση στη Μεσόγειο που επηρεάζει, οπωσδήποτε, τα ιχθυαποθέματα. Το δεύτερο είναι ότι η αλιεία παίζει σημαντικό ρόλο για τους παράκτιους πληθυσμούς, ιδίως η αλιεία μικρής κλίμακας. Οι αλιείς υποφέρουν αυτή τη στιγμή σε όλη τη Μεσόγειο, και ιδίως στην Ελλάδα με τα μέτρα που έχει λάβει η τρόικα εναντίον τους. Επομένως, αυτό που χρειαζόμαστε είναι να πάρουμε μέτρα για την προστασία του εισοδήματος των αλιέων, να σταματήσει η «φορομπηχτική» πολιτική εναντίον τους, να υπάρξει ένα Ταμείο στήριξης της ίδιας της δράσης των αλιέων και φυσικά να στηριχθεί το εισόδημά τους, μαζί και οι επενδύσεις, για να έχουν έναν σύγχρονο αλιευτικό στόλο.

 
  
MPphoto
 

  Γεώργιος Επιτήδειος ( NI). – Κύριε Πρόεδρε, η αλιεία αποτελεί για τις παράκτιες χώρες σημαντικό παράγοντα για την επιβίωση του πληθυσμού τους και, παράλληλα, σημαντικό παράγοντα της οικονομίας της χώρας, διότι η εκμετάλλευση του δευτερογενούς τομέα της μεταποιήσεως απασχολεί χιλιάδες εργαζομένους. Το ίδιο συμβαίνει και στη Μεσόγειο με τη διαφορά ότι στη Μεσόγειο υπάρχουν πάρα πολλά προβλήματα. Έχουμε, κατ’ αρχάς, υπεραλίευση. Τα αποθέματα των ιχθύων αλιεύονται σε ποσοστό μεγαλύτερο της μεγίστης βιώσιμης αποδόσεως, με αποτέλεσμα, σταδιακά, να εξαντλούνται. Επίσης υπάρχει μεγάλη μόλυνση, λόγω εξορύξεως πετρελαίου και αερίου και, τέλος, υπάρχει ο αθέμιτος ανταγωνισμός από τρίτες χώρες.

Χαρακτηριστικό παράδειγμα αυτής της καταστάσεως είναι η Ελλάδα, η οποία έχει κατακλυστεί από χιλιάδες ψάρια που προέρχονται από την Τουρκία σε πολύ φθηνές τιμές, λόγω του ότι μετά το περσινό πραξικόπημα έχει υποτιμηθεί σημαντικά η τουρκική λίρα και έτσι υπάρχει αυτός ο αθέμιτος ανταγωνισμός. Για να αντιμετωπιστούν όλα αυτά τα προβλήματα, πρέπει να συνεργαστούν οι χώρες της Μεσογείου, να μεταφέρουν την αλιευτική πολιτική στις τρίτες χώρες, να ελέγξουν τις ακτές τους και, τέλος, να μην επιτρέψουν στις ΜΚΟ να παρεμβαίνουν διότι εκείνο που κάνουν αυτές είναι να εξυπηρετούν τα συμφέροντα των διεθνών χρηματοδοτών τους.

 
  
MPphoto
 

  Nicola Caputo (S&D). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, il livello complessivo delle risorse ittiche pescate in eccedenza nel Mediterraneo è considerato doppio rispetto al livello del massimo rendimento sostenibile. Ma il Mar Mediterraneo è soggetto anche ad altre minacce, quali l'inquinamento, il traffico marittimo, il cambiamento climatico e l'estrazione di petrolio e gas. Il Mediterraneo va protetto attraverso una gestione pluriennale delle risorse in modo sostenibile, con attrezzi di pesca più selettivi, il rispetto della taglia minima, un maggior controllo sull'attività di pesca illegale e, ove e se gli studi scientifici lo richiedono, anche il fermo biologico.

Nello stesso tempo, però, va garantito ai pescatori europei un reddito dignitoso. Gli Stati membri dovrebbero creare un fondo di compensazione del reddito stabile proprio per coprire i periodi di blocco della pesca. La mancanza di un quadro normativo comune per le flotte dell'Unione europea e dei paesi terzi che operano nel Mediterraneo provoca una concorrenza sleale a scapito dei nostri pescatori. Va dunque assolutamente favorita una maggiore cooperazione con i paesi terzi che si affacciano sul Mar Mediterraneo.

 
  
 

(Încheierea procedurii „catch the eye”)

 
  
MPphoto
 

  Carlos Moedas, Member of the Commission. – Mr President, I would like to thank everyone very much for all your interventions and valuable views. The Mediterranean Sea is part of our shared heritage, part of our cultural heritage and part of our economic heritage, a veritable hub of trade and economic growth. Today, this heritage is at risk, and that is why it is of the utmost importance to protect the region’s ecological and economic wealth.

The good news is that it is not too late, and that initiatives such as the MedFish4Ever Declaration or the report that we are debating here today are crucial towards guiding us into the right direction. In order to concretely address these concerns, we should involve everyone: governments, commercial and recreational fishermen, scientists, non-governmental organisations and international and regional organisations, and together we can turn the situation in the Mediterranean around.

We look forward to working with all of you, to work with the European Parliament in the implementation of both the Common Fisheries Policy and a MedFish4Ever Declaration in the Mediterranean.

 
  
  

IN THE CHAIR: PAVEL TELIČKA
Vice-President

 
  
MPphoto
 

  Marco Affronte, relatore. – Signor Presidente, onorevoli colleghi, volevo ringraziare per la bella discussione che ci è stata e soprattutto i colleghi che hanno ricordato dei punti della relazione che io non avevo avuto il tempo, ovviamente, di ricordare prima. Ringrazio la commissione EMPL perché ha irrobustito e completato la parte socioeconomica della relazione che, nella mia prima stesura, forse per la mia estrazione, era un po' più debole del resto.

Per il resto, il dibattito è stato molto intenso e molto interessante, ma c'è comunque una visione più o meno generale di insieme e anche di accordo e siamo contenti che, come ho detto all'inizio, questa relazione porti la voce del Parlamento proprio su questa tematica così sentita.

 
  
MPphoto
 

  President. – The debate is closed.

The vote will take place on Tuesday, 13 June 2017.

Written statements (Rule 162)

 
  
MPphoto
 
 

  Norbert Erdős (PPE), írásban. – Elnök Úr! Az Affronte-jelentésben is elismerjük, hogy a Földközi-tengeren a túlhalászott halászati erőforrások szintje kétszeresen vagy háromszorosan meghaladja a maximális fenntartható hozamot. Fennáll a veszélye, hogy a Földközi-tengert sivataggá változtatják, pedig az európai kultúra bölcsőjének is számító tenger a maga 17 ezer fajával a világ egyik legnagyobb biológiai sokféleségével rendelkező területe.

Látnunk kell azt is, hogy a túlzott halászat mellett a Földközi-tengert több más tényező is fenyegeti, például a környezetszennyezés, a partvonal és az élőhelyek megváltoztatása, valamint az olaj- és gázkitermelés. A fentiekből világosan látszik, hogy a halászat mellett fokozatosan teret kell adnunk a környezetkímélő és modernizált tengeri és édesvízi haltenyésztésnek. Például a magyarországi halastavak jelentős része Natura 2000 területen fekszik.

Ezek a halgazdaságok semmilyen veszélyt sem jelentenek e területek természeti értékeire. Sőt, sok esetben éppen a zárt rendszerű halastavainknak köszönhetőek az általuk létrehozott, illetve megőrzött egyedi vizes élőhelyi társulások. A jövő európai halászati politikájában ezért a környezetkímélő haltenyésztésre, akvakultúrára a jelenleginél jóval több uniós forrást kell majd fordítani.

 
  
MPphoto
 
 

  Ivan Jakovčić (ALDE), napisan. – Sredozemno more jedno je od područja s najvećom biološkom raznolikošću na svijetu, te ima izniman socioekonomski utjecaj na obalno stanovništvo i direktno doprinosi sigurnosti opskrbe hranom. Povrh toga, veliki broj lokalnih zajednica ovisan je o malom, tradicionalnom, artizanalnom i rekreacijskom ribolovu koji predstavljaju veliku društveno-ekonomsku i turističku vrijednost, te značajno utječu na zapošljavanje.

Međutim, Sredozemlje se također suočava s ozbiljnim problemima prekomjernog izlova, sve većeg pomorskog prometa, gusto naseljene obale i rastućeg onečišćenja koji zahtijevaju zajednički odgovor temeljen na suradnji na svim razinama, od međunarodne do lokalne. Mišljenja sam da posebnu pozornost treba usmjeriti ka obnovi i održavanju populacija ribljih stokova kako bi se očuvala bioraznolikost i prirodno bogatstvo Sredozemnog mora. Nastavno tome, nužno je primjenjivati ekološke, gospodarske i socijalne kriterije poštujući pristup predostrožnosti u vidu zaštite kulturno-povijesne i tradicijske baštine, socioekonomskih okolnosti, ali istovremeno spriječiti neprijavljen, nezakonit i neregularan ribolov.

Vjerujem da učinkovito primjenjivanje smjernica održivog i odgovornog upravljanja morskim resursima zahtjeva snažne sveobuhvatne mjere i politike. Stoga, smatram da se održiv sektor ribarstva može osigurati samo koordiniranim djelovanjem s trećim zemljama Sredozemlja uzevši u obzir heterogenost morskih vrsta i okoliša. Tome se naravno mora pridodati prikupljanje i razmjena znanstvenih podataka, te visoka razina odgovornosti i osviještenosti.

 
Aviso legal - Política de privacidade