Presidente. – Onorevoli deputati, all'apertura di questa nuova sessione, siamo costretti ancora una volta a ricordare vittime innocenti della furia omicida del terrorismo internazionale. A nome di tutti noi, condanno con la più assoluta fermezza questi atti di inumana violenza ed esprimo la nostra vicinanza e la nostra solidarietà alle famiglie delle vittime degli attentati di Barcellona, di Cambrils e di Turku.
Purtroppo, anche altri attentati hanno avuto luogo fuori dei confini dell'Unione europea e siamo vicini anche ai paesi non europei che sono oggetto di tale barbarie.
Oggi, 11 settembre, ricorre il sedicesimo anniversario degli attentati alle Torri gemelle. In questi anni molti paesi sono stati vittime di ripetuti attacchi: eppure, ciascuno di essi rafforza la nostra determinazione a combattere uniti il terrorismo e consolida la nostra unità e fortifica la nostra ostinata speranza in un mondo migliore.
Siamo orgogliosi e fieri della nostra vita, della nostra libertà e fieri della nostra democrazia, che difenderemo senza cambiare il nostro sistema di vita. Non intendiamo affatto chinare la testa di fronte al terrorismo.
Ma, purtroppo, oggi dobbiamo anche commemorare altre vittime innocenti che hanno perso la vita in occasione degli ultimi tragici eventi naturali che hanno colpito quest'estate, fino a ieri, regioni dell'Unione europea, paesi del Mar dei Caraibi e anche gli Stati Uniti d'America.
In memoria di tutte queste vittime innocenti, vi invito ad unirvi a me in un minuto di silenzio.
(L'Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)
Nicola Danti (S&D). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, ieri notte nella città di Livorno è caduta in poche ore la stessa quantità d'acqua che è caduta negli ultimi otto mesi. Purtroppo, ciò ha provocato sei vittime, tra cui una famiglia intera e due sono ancora i dispersi.
Io vorrei, signor Presidente – Lei lo ha già fatto con questo minuto di silenzio, dove ha ricordato tutte le vittime, oltre che del terrorismo, anche delle catastrofi naturali –che arrivasse il segno di vicinanza, di solidarietà e di cordoglio del Parlamento europeo, di tutti i cittadini europei, alla città di Livorno, così duramente colpita per le difficoltà materiali che ci sono in questo momento, e vorrei che arrivasse attraverso un impegno rinnovato di questo Parlamento contro il cambiamento climatico, a favore delle politiche ambientali nuove, per far sì che non si ripetano questi tristi avvenimenti, che hanno caratterizzato ieri la mia regione, ma che caratterizzano l'Europa e anche altre parti del mondo.
Vorrei che questa attestazione di solidarietà arrivi con un rinnovato impegno contro il cambiamento climatico.
Presidente. – Onorevole Danti, mi associo alle sue parole e mi pare che l'impegno del Parlamento europeo e dell'intera Unione europea nella lotta contro i cambiamenti climatici sia molto chiaro e, purtroppo, le vicende che accadono in Europa e fuori dell'Europa ci spingono a rinforzare il nostro impegno.
Gianni Pittella (S&D). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, condivido le Sue parole, signor Presidente. Lei ha parlato delle tragedie delle ultime ore e ha ricordato il drammatico attentato terroristico alle Torri gemelle.
Io vorrei ricordare che 44 anni fa, l'11 settembre, moriva bombardato, nella "Casa Rosada", a Santiago del Cile, un grande leader democratico e socialista: Salvador Allende. Io avevo 14 anni quando ascoltai questa notizia alla radio. Le sue parole rimasero e rimangono impresse nella mia mente: "Voi potete uccidere me ma non ucciderete mai i miei ideali e i miei valori".
Siano un monito le parole di Salvador Allende, perché noi si possa combattere tutti insieme ogni attentato alla democrazia, alla libertà, alla dignità delle persone. Ecco perché crediamo nell'Unione europea; ecco perché amiamo e sosteniamo un'Europa più forte e una più forte integrazione europea.
Franck Proust (PPE). – Monsieur le Président, merci pour cette minute de silence à l’égard de l’ensemble des victimes des ouragans, notamment d’Irma, qui ont sévi dans les Caraïbes et sur les territoires européens de Saint-Martin et de Saint-Barthélemy. Mais je voudrais que l’on y associe également tous nos vœux de courage, qui doivent accompagner les forces de secours et de sécurité, pour que les pertes humaines ne soient pas plus nombreuses et que l’ordre soit rétabli rapidement.
Je voudrais aussi profiter de cette intervention pour saluer la mobilisation de l’Union européenne, et notamment le travail de l’équipe de la DG ECHO, sous l’impulsion du commissaire Stylianides, tant à Bruxelles, au centre de réponse d’urgence, que sur le terrain.
Ces efforts doivent être intensifiés. C’est pourquoi j’appelle aujourd’hui solennellement à la mobilisation rapide du Fonds européen de solidarité pour envisager, dès à présent, une stratégie de réparation et de reconstruction dans ces territoires. Cette crise majeure démontre qu’il est prioritaire d’accroître la coordination et la réflexion au niveau européen pour définir des scénarios liés aux nouveaux types de risques et envisager des stratégies de gestion de crise plus adaptées à l’ampleur des catastrophes auxquelles les citoyens peuvent être confrontés, en valorisant notamment notre savoir-faire et nos infrastructures de protection et de sécurité civiles qui existent en Europe.
Presidente. – Grazie onorevole Proust. Come lei ben sa, tocca agli Stati inviare una relazione e presentare una richiesta di attivazione del Fondo di solidarietà. Quindi, credo che la Repubblica francese chiederà alla Commissione europea di intervenire.
Noi, in questa sessione, voteremo anche l'erogazione di 1 200 000 000 EUR per il terremoto che ha colpito l'Italia centrale. Quindi, mi sembra che, per quanto riguarda il Fondo di solidarietà, ci sia sempre stata una risposta rapida da parte della Commissione, e credo che anche in questa occasione non mancherà una reazione rapida, che permetta di inviare un messaggio di solidarietà concreta ai cittadini francesi, anche quelli d'oltremare, che sono stati colpiti dagli ultimi cataclismi.
Il Parlamento, come nel caso dell'Italia, farà il suo dovere e voterà, nel più breve tempo possibile, tutte le proposte della Commissione riguardo all'erogazione del Fondo di solidarietà, qualora ne ricorrano i requisiti, per i paesi colpiti dall'ultimo cataclisma.
Sajjad Karim (ECR). – Mr President, I will make two very brief points. Firstly, today I read a report issued by EU citizens in the United Kingdom, highlighting the discrimination that they are now beginning to face in a variety of forms. This has been taken up by the British Government Minister. May I ask you, through your office, to provide the necessary assistance that the British Government may need in order to make sure that this matter is stamped out immediately and that such discrimination cannot be tolerated? Certainly it reminded me of a bygone era when adverts would be placed stating ‘no blacks and no dogs’. We will not tolerate any such discrimination.
Secondly, what powers do you have in your office, Mr President, in terms of the award of a Sakharov Prize, when the holder of such a prize is then blatantly conducting activities, speaking words and carrying out actions which go against the very spirit on which such awards are given? How can we revisit the awards that have previously been given in such circumstances?
Presidente. – È difficile poter intervenire su decisioni già prese; valuteremo se il comportamento di qualche vincitore del premio Sacharov va nella direzione contraria allo spirito del premio stesso. Attendo, tuttavia, maggiori informazioni da parte Sua. Poi avrà una risposta. Mi pare difficile poter intervenire ex post su quello che accade.
James Carver (EFDD). – Mr President, I wanted to echo Mr Proust’s words. His words were understandably with regard to the tragedy that has befallen the French Territories across the Caribbean, but I would also like to remind colleagues that, of course, there are British Overseas Territories also disastrously affected by this terrible hurricane Irma, and also many independent sovereign countries, so please can we get to the mindset of support for all the Caribbean nations, irrespective of whether they are French, British or independent sovereign territories. Many people across that region have been affected very badly, so let’s make this as unpolitical as we possibly can.
Presidente. – Per quanto mi riguarda non esiste differenza sull'appartenenza… Abbiamo osservato un minuto di silenzio per ricordare tutte le vittime, in tutte le località d'Europa e fuori dell'Europa, che sono state provocate da eventi climatici, oltre a quelli terroristici. Quindi, naturalmente non c'è distinzione tra vittima e vittima. Poi per quanto riguarda il Fondo di solidarietà, toccherà ai singoli Stati membri prendere le debite decisioni.
Teresa Jiménez-Becerril Barrio (PPE). – Señor presidente, ya sé que usted ha recordado a todas las víctimas y que, como muy bien ha dicho, no hay diferencias entre ellas, pero creo que hay que hacer también una mención a las víctimas del terremoto ocurrido en México, que ya suma más de cien víctimas. Son socios y amigos, país hermano de la Unión Europea y, por tanto, de este Parlamento. Y, por tanto, yo creo que es importante darles en estos momentos un apoyo a los mexicanos y a su Gobierno.
Presidente. – In qualità di presidente della delegazione per le relazioni con il Messico, ha fatto bene a ricordarlo. Ma nel minuto di silenzio che ho dedicato alle vittime erano comprese anche le vittime del terremoto in Messico, avendo citato tutti i cataclismi che hanno colpito il mondo in questa tremenda estate.
3. Iepriekšējās sēdes protokola apstiprināšana (sk. protokolu)
Presidente. – Nel corso della sua riunione del 12 luglio la commissione giuridica ha proceduto, ai sensi del regolamento, all'esame della compatibilità con l'Atto del 20 settembre 1976 della missione temporanea affidata dal Primo Ministro francese all'on. Arnaud Danjean, che verteva sull'avvio dell'elaborazione di una revisione strategica della difesa e della sicurezza nazionale e ha deciso che tale missione è compatibile con l'Atto.
La commissione giuridica mi ha altresì comunicato che, in ragione dell'elezione dell'on. Marie Le Pen all'Assemblea nazionale francese, la richiesta di revoca dell'immunità presentata nei suoi confronti non ha più ragione di essere. La procedura è stata pertanto sospesa.
Bruno Gollnisch (NI). – Monsieur le Président, sur ce sujet, je pense que ce «sans objet» est inadéquat car les propos qui ont été reprochés à Mme Le Pen l’ont été dans l’exercice de ses fonctions, plus ou moins, ou, en tout cas, lorsqu’elle exerçait la fonction de parlementaire européen. Or, l’immunité parlementaire n’est pas destinée à protéger le député. Elle est destinée à protéger l’institution, notre institution.
Par conséquent, je considère personnellement, pour avoir siégé pendant très longtemps à la commission dite du règlement, de la vérification des pouvoirs et des immunités, du temps où elle existait, que le fait que Mme Le Pen ait été élue ensuite au Parlement français ne dispense pas notre institution, si elle le souhaite – et elle devrait le faire –, de protéger l’immunité de l’un – en l’occurrence, de l’une – de ses membres, qui était député européen en exercice lorsque ont été commis les faits qui lui sont, à tort, reprochés.
Presidente. – Io mi sono limitato a comunicare una decisione della commissione giuridica: oggi l'onorevole Le Pen è coperta dall'immunità del sistema francese. Se ha delle obiezioni, può scrivere una lettera, motivando giuridicamente il Suo dissenso, che trasmetteremo alla commissione giuridica perché la esamini.
8. Pieprasījums aizstāvēt imunitāti (sk. protokolu)
Der Präsident. – Als nächster Punkt der Tagesordnung folgt die Aussprache über den Zwischenbericht von Christine Revault D'Allonnes Bonnefoy und Anna Maria Corazza Bildt im Namen des Ausschusses für bürgerliche Freiheiten, Justiz und Inneres sowie des Ausschusses für die Rechte der Frau und die Gleichstellung der Geschlechter über den Vorschlag für einen Beschluss des Rates über den Abschluss des Übereinkommens des Europarats zur Verhütung und Bekämpfung von Gewalt gegen Frauen und häuslicher Gewalt durch die Europäische Union (COM(2016)0109 - 2016/0062(NLE)) (A8-0266/2017).
Christine Revault D’Allonnes Bonnefoy, rapporteure. – Madame la Présidente, Madame la Commissaire, Mesdames et Messieurs, les violences à l’encontre des femmes et la violence domestique sont des fléaux qui sévissent dans toute l’Europe et il faut agir en urgence.
Une femme sur trois a subi au moins une forme de violence physique et sexuelle depuis l’âge de 15 ans. Une femme sur vingt a été violée. Une femme meurt tous les trois jours en France, suite à des violences domestiques.
Derrière ces nombres, il y a des drames et des tragédies qui ont fait voler en éclats la vie de nombreuses femmes et de leurs enfants. Laissez-moi vous relater une histoire vraie. Une jeune femme de 35 ans, soutenue par l’association SOS Femmes de son département pendant plusieurs années, a déposé une plainte contre son compagnon pour menaces de mort, en novembre 2015. La plainte a été classée sans suite. Puis, alors qu’elle avait entamé une procédure de divorce, elle a été tuée en novembre 2016 par son compagnon, qui l’a poignardée de 24 coups de couteau. Leur aîné de 11 ans, présent lors du meurtre, a tenté de s’interposer pour protéger sa mère et a été blessé.
Voilà une des réalités des violences fondées sur le genre et, quand cette violence menace la moitié de notre population, nous devons prendre toutes nos responsabilités. C’est ce que l’Union européenne fait par l’adhésion à la convention d’Istanbul. C’est un engagement fort pour protéger les femmes partout où elles vivent en Europe.
La convention d’Istanbul est le premier instrument international juridiquement contraignant sur les violences faites aux femmes. La convention poursuit une approche globale qui conjugue prévention des violences, protection des victimes et poursuite des responsables.
Pour éradiquer la violence contre les femmes, il ne s’agit pas seulement de combattre la violence en elle-même, mais il faut également un changement profond des mentalités de notre société. Cette violence s’enracine dans un cadre plus large des discriminations et des inégalités persistantes entre les hommes et les femmes.
Encore aujourd’hui, les femmes sont toujours confrontées au sexisme dans la sphère privée et professionnelle, sont plus touchées par la précarité et gagnent moins que les hommes, sont moins représentées dans les instances politiques et dans les exécutifs des entreprises, et les médias ou les publicités continuent de véhiculer des stéréotypes et des images dégradantes. Ce sont ces racines profondes, très ancrées dans nos sociétés, que nous devons combattre.
Il n’y a aucun fatalisme de ma part dans ces propos, mais mettre des mots sur ces violences et discriminations et prendre conscience de l’ampleur du phénomène est une première étape indispensable.
Nous pouvons agir. Je pense à l’éducation, principal vecteur de changement dans une société. Dès le plus jeune âge, les filles et les garçons doivent être éduqués à l’égalité des sexes et au respect de la dignité et des droits fondamentaux de chacun. Seule l’éducation peut durablement instaurer des nouveaux comportements plus justes.
Je voudrais ajouter que ce rapport indique clairement que le refus d’un avortement sûr et légal est une violence envers les femmes, et je ne suis pas la seule à le dire. La convention de l’ONU sur l’élimination de toutes les formes de discrimination à l’égard des femmes a affirmé récemment que le refus d’un avortement sûr est une forme de violence basée sur le genre et peut même, dans certains cas, s’apparenter à de la torture.
Le Parlement ne cesse de s’élever contre les initiatives réactionnaires et répressives de certains gouvernements qui portent atteinte au droit à disposer de son corps. Si certains pensent qu’ils peuvent décider à la place d’une femme, ils ont tort. Nous faisons, ici, honneur à la lutte exemplaire de milliers de femmes européennes, qu’elles soient espagnoles, en 2014, ou polonaises, en 2016. Je les félicite encore une fois, pour leur courage et leur engagement. C’est un message d’espoir. La mobilisation citoyenne peut faire plier les gouvernements les plus conservateurs et les projets de lois les plus régressifs et dégradants.
Je suis fière d’avoir porté ce rapport si important contre les violences faites aux femmes, la moitié de l’humanité, je le rappelle. Je remercie très chaleureusement la corapporteure, Mme Corazza Bildt, ainsi que tous les rapporteurs fictifs, qui ont fait un travail admirable sur ce dossier. Mais ce n’est qu’une première étape et il y a encore beaucoup de chemin à parcourir. Je serai particulièrement attentive à la mise en œuvre de la convention, car c’est le réel enjeu. Il faut les moyens financiers et humains nécessaires pour que ces mesures aient un impact sur la vie des femmes.
Ainsi, j’en appelle à la Commission pour qu’elle présente une stratégie européenne globale, avec un acte législatif sur la prévention et la lutte contre les violences envers les femmes. Il est urgent de ne pas attendre. Toutes les femmes d’Europe ont le droit absolu à vivre sans violence.
Anna Maria Corazza Bildt, rapporteur. – Madam President, today many women and girls live in fear and despair, bleeding in body and mind, hurt and crushed by shame. Today with our report we give a voice to the millions of women whose lives are devastated by violence, saying loud and clear: You are not alone. We care.
We also send a message of support to all those committed to protect women and girls – authorities, civil society – and we pay tribute to their work and tell them that the aim, with the accession of the Istanbul Convention, of the European Union is to give them more tools, a better legal framework to prevent and combat violence against women and domestic violence, and protect victims. Violence against women is a terrible crime and should be punished as such.
In Europe today, at home, women continue to be beaten, and often in front of their children. In public places women risk being harassed and raped going to a swimming pool, a music festival, a beach, and more and more young women are harassed and persecuted on the net. On social media it has become a global phenomenon. I think about Tiziana, a young woman who committed suicide because of spreading her intimate videos by her ex-boyfriend, and Maria Rashidi, disfigured with acid by her husband, who, like Lucia, had the courage to denounce him and became a women’s rights activists.
Many teenagers are raped: too drunk to defend themselves, with friends taking videos and publishing them on social media, thinking it is funny. It is new forms of violence – revenge pornography, sex extortion, voyeurism. Violence is now trivialised and victims are mocked. Freedom from violence, dear colleagues, is a fundamental right, and the Istanbul Convention is the first and only international legally-binding act that criminalises violence against women and recognises gender-based violence as a breach of human rights and a form of discrimination. Let us be clear: we are talking about men’s violence against women out of jealousy, revenge, frustration, alcohol. Often they cannot accept women to be strong, independent, modern, making their own choices and daring to live them. Often the culture clash for families coming from other countries and young women who just want to live like their schoolmates, in a dress, in a western way of living is too strong for their own families to accept. Is there really any honour in killing a girl just because she has decided to take off her scarf? It happened in Sweden two weeks ago. She thought she was in Europe and she could be free. Violence against women is too often tolerated and seen as a private issue, and we need to ensure more convictions of perpetrators.
The Convention provides for strict sanctions to combat impunity and extend measures to protect victims, such as restraining orders, shelters, medical and psychological assistance, prevention measures, training of officials, education programmes, responsible media and combating stereotypes. It recognises that, in order to eradicate violence against women, we need to improve equality between women and men, change mentality, combat sexism, and empower women. It is time to shift the guilt from the victim to the perpetrator. Women must feel that it is not worth going through the painful process of telling the terrible stories, the shame, the embarrassment unless there is a credible judicial follow-up.
Member States have to criminalise by law gender-based violence and also ensure that perpetrators are brought to justice. I visited shelters in Sweden, Italy, Malta, Greece, and many dedicated people who help women victims. More resources have to be given to them. I would like to finish by saying that I welcome the historical step forward of the EU’s signing of the Istanbul Convention in May this year. Now all the Member States need to ratify it and implement it, and we have to continue to join forces also in this Parliament.
Věra Jourová,Member of the Commission. – Madam President, I am honoured to speak, once again, to you about gender-based violence. Your interim report is forceful and ambitious and thus reflects the urgency to take more and concrete actions against this tragedy, affecting millions of women and girls individually and society as a whole, all over Europe. I am grateful to both rapporteurs, Madam Anna Maria Corazza Bildt and Madam Christine Revault D’Allonnes Bonnefoy, for the huge and joint effort made in preparing the document, informed by a number of hearings that allowed gaining better insights into the phenomenon and the many challenges, both legal and practical, in combating it.
I would also want to extend my thanks to the Members of the Committee on Legal Affairs (JURI) for the valuable input that the process received through the opinion adopted by this Committee. The Commission welcomes very much the report’s strong recognition of the Istanbul Convention as the best available to step up, together with the Member States, the European Union’s efforts in tune with our existing policy and legal framework and the Union’s international human rights agenda. Firmly rooted in international human rights instruments on gender equality, the Istanbul Convention is, on the one hand, the most comprehensive and holistic convention for the time being, and on the other hand, a highly pragmatic instrument. It requires precise actions to be taken and parties to be accounted for.
Therefore, I am glad that the EU signed the Istanbul Convention in June as part of the Commission’s efforts in this year of focused actions to eliminate violence against women. The Commission will continue to push the progress towards the EU ratification in the ongoing Council discussions on the terms of conclusion. Still, let me recall the mixed character of the Convention, which includes areas that are not covered by Union exclusive competence. This will continue to raise difficult and sometimes sensitive questions that we will need to reconcile with the political ambitions that are widely shared with the vast majority of Member States.
Beyond the strong support for the Union’s accession expressed in the report, we are also grateful for the many concrete indications on how to arrange the EU’s future implementation of the Convention’s obligations, both in organisational and substantive terms. We will give them thorough consideration. The report rightly emphasises the need to give particular attention to vulnerable groups to address their specific needs, such as female refugees, and to enable all victims to actually use support facilities, as well as the links between violence and economic dependence and empowerment and the related need to see our efforts to combat violence as part of our overall strategy to achieve full and genuine gender equality in the European Union.
I would like to use this opportunity to inform you that this year, the annual European Commission colloquium on fundamental rights, led by first Vice-President Timmermans and myself, will be dedicated to women’s rights, and that violence against women is one of the key topics on its agenda. It will take place on 20 and 21 November. I am pleased that the parliamentary event on violence against women will also take place on 21 November. These initiatives from the Commission and the Parliament will bring the issue of violence to the forefront of the political agenda in the EU: a place where it deserves to be.
Jiří Maštálka,zpravodaj Výboru pro právní záležitosti. – Paní předsedající, ze smutných dat a průzkumů vyplývá, že za svého dospělého života se setká s projevy fyzického nebo sexuálního násilí v Evropě každá třetí žena. Každá pátá žena v Evropě se pak setkala s obtěžováním on-line nebo nebezpečným pronásledováním, takzvaným stalkingem.
Roční náklady Evropské unie v souvislosti s násilím páchaným na ženách a násilím na základě pohlaví se odhadují na dvě stě dvacet osm miliard eur. V České republice, odkud pocházím, se podle odhadů každoročně odehraje až šest tisíc případů znásilnění, přičemž pomoc vyhledá jen asi desetina obětí. To jsou alarmující čísla.
Istanbulská konvence, o které zde dnes hovoříme, zakotvuje především povinnost prevence, zásadu ochrany a podpory obětí, jakož i stíhání pachatelů násilí a domácího násilí. Ve Výboru pro právní záležitosti jsme jednoznačně podpořili přistoupení Evropské unie k Istanbulské konvenci. Domníváme se, že potřebujeme účinný a vymahatelný nástroj na evropské úrovni, který povede k vymýcení domácího násilí.
Barbara Matera, a nome del gruppo PPE. – Signora Presidente, onorevoli colleghi, volevo innanzitutto congratularmi con la Presidenza di turno maltese, che ha spinto molto per ottenere la firma della convenzione, e ringraziare le mie colleghe relatrici per l'ottimo lavoro svolto.
Seppure si tratta di una relazione interlocutoria, è importante che il Parlamento europeo ribadisca la sua posizione ferma e decisa contro la violenza nei confronti delle donne. La violenza contro le donne è una piaga sociale endemica, radicata, che non conosce confini, in Europa come in ogni altra parte del mondo: le donne subiscono quotidianamente abusi e violenze, con conseguenze fisiche e psicologiche devastanti. Le statistiche devono essere aggiornate ogni ora, ogni minuto, ogni secondo.
L'Unione europea ha fatto dell'uguaglianza di genere uno dei suoi principi fondanti ma spesso le donne in ogni settore devono impegnarsi molto di più degli uomini affinché siano tutelati i propri diritti e sono, al tempo stesso, fortemente discriminate nella partecipazione alla vita economica, sociale, politica e culturale, oltre ad essere sottorappresentate nei diversi processi decisionali. Se a queste condizioni sfavorevoli si aggiunge la violenza, il principio di uguaglianza perde ogni senso.
Cari colleghi, queste ragioni hanno guidato il mio operato negli otto anni che mi hanno vista deputata al Parlamento europeo: ho partecipato a innumerevoli iniziative per chiedere l'adesione dell'Unione europea alla convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne. La convenzione, attraverso il suo quadro giuridico globale per prevenire, perseguire ed eliminare la violenza, invierà un forte messaggio politico sull'impegno dell'Unione per combattere questo fenomeno.
Ma non potendo l'Unione europea rivendicare la primazia del proprio diritto in questo campo, la repressione di questi fenomeni discriminatori e violenti, basati proprio sul genere, è stata finora competenza dei vari diritti interni, con inevitabili ripercussioni sul piano delle differenze, non solo di risposta sanzionatoria verso chi si macchia di questi crimini, ma anche nel confronto del sostegno verso le donne stesse.
Die Präsidentin. – Ich weiß, da gibt es leider sehr, sehr viel zu sagen in diesen Bereichen.
Iratxe García Pérez, en nombre del Grupo S&D. – Señora presidenta, hace tiempo que llevamos exigiendo la necesidad de considerar la violencia de género como un problema de orden público, como una responsabilidad compartida por toda la sociedad, y no un problema que deba resolverse en el ámbito de la familia o en el ámbito de las casas.
Creemos que es importante por lo tanto —y por ello nos felicitamos— el tener hoy este debate sobre la ratificación del Convenio de Estambul. Porque el Convenio de Estambul es el instrumento jurídico de mayor impacto en estos momentos para poder actuar sobre la violencia de género.
Hablamos de una lacra social, hablamos de mujeres que están siendo asesinadas a manos de los hombres por el mero hecho de vivir en sociedades desiguales, por el mero hecho de ser mujeres. Y hablamos de la responsabilidad compartida de todas las instituciones, también de las instituciones europeas, para acabar con esta realidad.
Ha hecho referencia la comisaria también a los grupos más vulnerables. Y, en este sentido, queríamos hacer una referencia específica a la situación de un grupo vulnerable, como son los menores de las familias donde se ha sufrido la violencia de género. Anuncio hoy aquí que nuestro Grupo presentará para el próximo debate con la Comisión Europea —y esperamos que con el apoyo de otros grupos parlamentarios— un debate sobre esta cuestión, sobre la protección de los derechos de los menores que han sido víctimas también de la violencia de género en las familias. Porque hay posibilidad de recurrir a la cooperación reforzada, como ha hecho la Unión Europea con el Reglamento de Lisboa o con el Reglamento de Roma en este sentido. Y es necesario hablar de los derechos de los menores; es necesario hablar de la protección de los menores, porque son las víctimas más vulnerables.
No podemos permitir más silencios cómplices contra la violencia de género, porque hablamos de la mitad de la población. Hablamos de las mujeres, que tienen que reivindicar estar en igualdad de condiciones con el resto de la sociedad.
Helga Stevens, namens de ECR-Fractie. – Geweld tegen vrouwen en gendergerelateerd geweld wordt nog steeds zwaar onderschat en geminimaliseerd. Geweld tegen vrouwen, maar evengoed tegen mannen en kinderen kunnen we niet aanvaarden, is ontoelaatbaar. Volgens de recente studie van het EU-bureau voor de grondrechten heeft in de EU één op vijf vrouwen al te maken gehad met fysiek geweld door een ander dan hun partner sinds hun 15e. En vrouwen met een beperking lopen naar schatting nog anderhalf tot 10 keer meer risico op misbruik.
Schrijnende cijfers.
Uiteraard moet de EU tot het Verdrag van Istanbul toetreden. We moeten op alle mogelijke manieren een einde maken aan geweld tegen vrouwen en tegen meisjes. Slechts 14 EU-landen, waaronder België, hebben tot nu toe het Verdrag van Istanbul geratificeerd. De lidstaten moeten natuurlijk ook hun deel doen. Maar de EU kan hier wel aanvullend werken, bijvoorbeeld in verband met de rechten van slachtoffers en op het gebied van gerechtelijke samenwerking in strafzaken. Het is hoog tijd dat we van de bestrijding van gendergerelateerd geweld een absolute prioriteit maken.
Angelika Mlinar, im Namen der ALDE-Fraktion. – Frau Präsidentin! Als Verteidigerin von Menschenrechten und Frauenrechten begrüße ich natürlich den Beitritt der Europäischen Union zur Istanbul-Konvention. Diese ist ein wirkungsvolles Instrument, um die Vorreiterrolle der Europäischen Union im Kampf gegen Gewalt an Frauen noch weiter zu verstärken. Der verbindliche Rechtsakt ist ein wichtiger Zusatz zu den bestehenden Verträgen, den Normen und Standards im Bereich der Frauenrechte weltweit und sollte als goldener Standard angesehen werden. Aus diesem Grund bedaure ich auch die Entscheidung des Rates, der Konvention nicht im größtmöglichen Umfang beizutreten, sondern sich lediglich auf einige wenige Kapitel zu beschränken.
Unser erklärtes Ziel muss es sein, dass der EU-Beitritt zur Istanbul-Konvention einen spürbaren Unterschied in der Bekämpfung der Gewalt an Frauen macht. Dafür wäre es notwendig, den ehrgeizigsten und nicht den einfachsten Weg zu wählen. Meine Erfahrung als Politikerin hat gezeigt, dass wir Rechte – vor allem Frauenrechte – niemals als selbstverständlich ansehen dürfen. Wir müssen konsequent und unermüdlich für diese Rechte kämpfen und unsere Stimme erheben, bis hoffentlich irgendwann eine Generation junger Europäerinnen und Europäer Gewalt gegen Frauen als vollkommen untolerierbar ansieht – als Vergehen, für das es niemals eine Rechtfertigung geben kann.
Κωνσταντίνα Κούνεβα, εξ ονόματος της ομάδας GUE/NGL. – Κυρία Πρόεδρε, κάθε λεπτό που εμείς σιωπούμε μια γυναίκα γίνεται θύμα: θύμα βίας ψυχολογικής, σεξουαλικής, λεκτικής, έμφυλης, ενδοοικογενειακής. Η σύμβαση της Κωνσταντινούπολης μπορεί να σπάσει την εκκωφαντική σιωπή. Πώς; Βάζοντας τέλος στην ατιμωρησία, προστατεύοντας τα θύματα, προλαμβάνοντας τις διάφορες μορφές βίας.
Συνάδελφοι, αρκεί η επικύρωση της σύμβασης όπως αυτονόητα ζητάμε; Φυσικά και όχι. Χρειάζεται γρήγορα η εφαρμογή της και η θέσπιση καινοτόμων μέτρων. Προτείνω να δημιουργηθεί μία πανευρωπαϊκή γραμμή για την υποστήριξη των θυμάτων έμφυλης και ενδοοικογενειακής βίας, κάτι αντίστοιχο με την τηλεφωνική γραμμή 112. Καλώ την Επίτροπο να εξετάσει την πρόταση. Πρέπει να μην ξεχνάμε ότι η κοινωνία προετοιμάζει το έγκλημα και ο εγκληματίας το διαπράττει. Το είπε και ο Βίκτωρ Ουγκώ στους ‘Άθλιους’. Αν θέλουμε λοιπόν μια κοινωνία και έναν πολιτισμό της ειρήνης, κανείς δεν πρέπει να είναι θύμα, κανείς δεν πρέπει να είναι δράστης αλλά, πάνω απ’ όλα, κανείς δεν πρέπει να μένει παρατηρητής.
Terry Reintke, on behalf of the Verts/ALE Group. – Madam President, a month ago I was walking home from a night out with friends. As I was approaching Duisburg main station, a guy came up to me very suddenly from behind, without me seeing him, and grabbed me between my legs. I turned around – I was in complete shock and was outraged – and tried to run after him and scream and curse at him with only one thought in my head: that if I scared him enough, he would not do this to any other woman again in his life. After a couple of blocks, I lost him in the dark and I called the police. The police came straight away with three cars. They interrogated me and asked me if I was feeling fine, and whether I needed psychological support. They called for a search to find this guy and even took my jacket and my dress to find traces. I felt safe again. They brought me home and I felt that I was taken seriously at this time.
I know that I owe this police reaction to the debates that we had in the last month around the Istanbul Convention. That is why I now want to give my thanks to all the women in this Chamber, and also in the Member States and all over the world, who have fought for this to happen. But still, even though I had this positive experience, there are tens of thousands of women who do not get this treatment when they are harassed or face sexualised violence. They still face being ridiculed and not being taken seriously.
Without the millions of women who fought for this Convention and for other steps that were taken against violence against women, this would not have been possible. So without these pioneers and without documents like the Istanbul Convention, the fight against violence against women is still not a given. The fact that I could feel safe and that we are struggling to have every single woman in the world feeling safe needs to be our motivation to continue and to exceed the Istanbul Convention in its full scope and not to let one day pass without fighting against violence against women. So we need to take this step now. This will certainly not be the last step, but a very important and historic step on the way to a society without violence against women.
(Applause)
Margot Parker, on behalf of the EFDD Group. – Madam President, violence against women, and indeed all kinds of violence against any gender is something that all sides of the political spectrum can unanimously condemn. The UK has for many years played a leading role in protecting women, and this has statistically led to a decrease in domestic violence cases. Despite this improvement, it is reported that in 2016 alone there were at least 1.3 million female victims of domestic abuse in the United Kingdom. This is quite simply unacceptable in the 21st century and more must be done to tackle this worrying statistic.
Many Member States in this Union, including the United Kingdom, are working towards making the necessary legislative changes to meet the criteria of the Istanbul Convention to allow full ratification. The EU accession to this Convention therefore serves to provide the political leverage for the EU to further control the implementation of this Convention in Member States. National legislation, tougher judicial punishments and a greater emphasis on educating citizens is the best way to significantly combat violence against women across Europe.
Mylène Troszczynski, au nom du groupe ENF. – Madame la Présidente, la proposition d’adhésion de l’Union européenne à la convention sur la prévention de la violence faite aux femmes, dite convention d’Istanbul, pose de nombreux problèmes tant juridiques que politiques.
La violence faite aux femmes, quelle que soit son origine ou sa forme, doit être combattue, et ce férocement. La femme est ce que nous avons de plus cher sur cette terre: c’est elle qui donne la vie. Aucune société civilisée ne saurait tolérer la moindre violence à l’égard de ces femmes, à l’égard des femmes du monde entier.
La France, comme tous les pays de l’Union européenne, lutte quotidiennement contre toutes les violences qui affectent les femmes. Si nos dirigeants manquent parfois de clairvoyance sur les nouvelles menaces qui pèsent sur elles – je pense notamment à l’islamisme radical qui les enferme à tous points de vue –, ils sont les seuls à disposer des instruments de droit pénal pour lutter contre ces violences.
L’Union européenne n’est en aucun cas légitime pour adhérer à la convention et encore moins pour la ratifier. Seuls les États souverains le peuvent et il ne vous aura pas échappé que seuls 14 États membres sur 28 l’ont fait.
Comment ne pas interpréter votre demande de ratification comme une nouvelle tentative de passer outre l’avis des peuples et comme l’instauration d’un processus décisionnel supra-étatique? En effet, une fois ratifiée par l’Union européenne, la convention d’Istanbul pourra être imposée aux États qui n’ont pas souhaité la ratifier.
Ça c’était pour la forme; venons-en au fond. Si le texte de la convention et votre justification pour la ratifier étaient bons, nous aurions pu repenser la manière de procéder et nous attacher au fond du problème: la violence contre les femmes.
Pourquoi certains États membres refusent-ils, avec raison, de ratifier une convention qui a pour vocation la lutte contre la violence faite aux femmes? Certainement parce qu’ils ont conscience de vos travers communautaristes et de l’aspect idéologique de cette convention. Une fois la convention ratifiée et finalement imposée à tous les États membres, toute critique en matière – je cite – de sexe, genre, race, couleur, langue, religion, fortune, naissance, orientation sexuelle, identité de genre, âge, statut de migrante ou de réfugiée, opinion politique, opinion tout court et origine nationale ou sociale sera condamnable.
Votre texte n’a pas vocation à protéger concrètement les femmes victimes de violences. Il vise surtout à instaurer le communautarisme. Le seul point commun de ces communautés est qu’elles seront opprimées par le coupable de tous les maux: le mâle blanc, hétéro, raciste, homophobe, xénophobe, transphobe et j’en passe.
Mesdames les rapporteures, parce qu’à aucun moment dans votre texte vous ne l’évoquez, je souhaiterais terminer en insistant sur le danger qui pèse aujourd’hui sur les femmes européennes menacées dans leur corps et dans leur âme par des hordes de migrants incontrôlables. L’actualité nous en donne malheureusement régulièrement de sordides exemples et ce danger ne doit son existence qu’à la politique migratoire suicidaire que vous soutenez.
Votre vision étriquée et rabougrie de la femme est une insulte au génie dont elles sont capables. Sainte Geneviève, Jeanne d’Arc et Marie Curie n’ont, grâce à Dieu, pas eu besoin de vos politiques d’assistanat, ni de vos quotas pour montrer toute leur valeur et tout leur courage.
Ελευθέριος Συναδινός (NI). – Κυρία Πρόεδρε, αναγνωρίζω διά λόγω και έργω ότι πρόκειται για παραβίαση ανθρωπίνων δικαιωμάτων και ότι είναι απαραίτητη η ύπαρξη μέτρων προστασίας των θυμάτων καθώς και η πρόληψη, δίωξη, καταπολέμηση και εξάλειψή της. Όμως, η υπερπροβολή συγκεκριμένων ιδεολογικών αντιλήψεων με διφορούμενες τύποις ανθρωπιστικές διατυπώσεις ενισχύει στερεότυπα και αποπροσανατολίζει τους πολίτες. Η σύσταση επιτροπών και ομάδων ανεξάρτητων ειδικών με την υποχρεωτική υποστήριξη ΜΚΟ που θεσμοθετεί επικίνδυνες εξαιρέσεις στην επαναπροώθηση λαθρομεταναστών ή ποινικοποιεί την καθημερινότητα μέσω αφηρημένων εννοιών περί ηθικής παρενόχλησης θα περιπλέξει τα εθνικά νομικά πλαίσια για τους αντίστοιχους ποινικούς κώδικες.
Αν πράγματι ο επιδιωκόμενος σκοπός είναι ο περιορισμός της βίας και όχι η κενολογία, προτείνω οι δεσμευτικές υποχρεώσεις προς τις γυναίκες που υφίστανται ενδοοικογενειακή βία να επεκταθούν δίχως διακρίσεις και στους άνδρες και η Επιτροπή να περιοριστεί στη διασφάλιση της έμπρακτης διεθνούς συνεργασίας. Κάθε μορφής σωματική και σεξουαλική βία, αλλά και συναφή εγκλήματα, απαιτούν αυστηρότατη ποινική αντιμετώπιση, υπό την πλήρη δικαιοδοσία των κρατών μελών.
Anna Záborská (PPE) – Ďakujem pani podpredsedníčka, pani komisárka, veľa ľudí pozná moju angažovanosť v boji proti násiliu, ktoré je páchané na ženách a deťoch. Do emailovej schránky som však dostala tisíce mailov od občanov zo Slovenska, ktorí nesúhlasia s tým, aby sa EÚ pripojila k Istanbulskému dohovoru.
Dovoľte mi krátky citát z týchto mailov:
„Boj proti násiliu na ženách, pomoc jeho obetiam, ako aj výchova ako súčasť prevencie proti násiliu patria medzi výlučné právomoci členských štátov EÚ. Pristúpením k tzv. Istanbulskému dohovoru by Európska únia porušila Lisabonskú zmluvu a prekročila svoje právomoci.“
Celý text listu, ktorým sa aj na vás obracajú tisíce Európanov, ste dostali aj vy. Nájdete ho však ukrytý v priečinku nevyžiadanej pošty.
A toto považujem za nehoráznosť. Európsky parlament jednoducho nemôže prijať pravidlá, ktoré žiadosť podpísanú tisícmi občanov EÚ automaticky ukryjú a potom potichu vymažú.
Každý poslanec musí mať možnosť sám sa rozhodnúť, ako naloží s korešpondenciou od svojich voličov. Preto žiadam predsedu Tajaniho, aby ešte pred hlasovaním zabezpečil, že všetky tieto maily budú premiestnené do tzv. Inboxu. Inak budeme ťažko vysvetľovať, že tento Parlament naozaj zaujímajú názory občanov Európskej únie, ktorých má zastupovať.
Josef Weidenholzer (S&D). – Frau Präsidentin! In den letzten Jahren erleben wir auch in Europa einen sehr bedauernswerten Trend: Gewalt, vor allem körperliche Gewalt, wird immer mehr bagatellisiert. Das trifft auch und im Besonderen auf Frauen zu. Das ist schockierend. Es passiert überall, in allen Gesellschaftsschichten, in allen Altersgruppen und in allen Mitgliedstaaten. Ja, und es ist auch wieder salonfähig geworden, sich in sexistischer Weise über Frauen lustig zu machen. Bekanntlich beginnt alles mit Worten.
Die Istanbul-Konvention ist der Versuch der Staatengemeinschaft, diesen Tendenzen einen Riegel vorzuschieben: Sie sagt klar und deutlich, dass Gewalt gegen Frauen und häusliche Gewalt eine Verletzung der Menschenrechte darstellen und entsprechend zu verfolgen sind. Das Europäische Parlament hat sich in allen Phasen dafür stark gemacht und sich immer wieder dafür eingesetzt, dass wir heute so weit sind. Ohne unsere Mitwirkung hätte es wahrscheinlich länger gedauert. Und man kann mit Recht darüber klagen, dass alles so furchtbar lange dauert. Aber es ist wichtig, dass es nicht bei Sonntagsreden bleibt. Und es geht vor allem um die Implementierung, es geht darum, dass bestehendes Recht dann auch wirklich umgesetzt wird.
Die Entschließung des LIBE- und des FEMM-Ausschusses zeigt in die richtige Richtung. Sie zeigt, wie es weitergehen soll. Besonders wichtig ist, dass entsprechende Bildungs- und Aufklärungsmaßnahmen gesetzt werden. Es kann doch nicht sein, dass bei jungen Menschen Gewalt als „cool“ erlebt wird. Es geht um eine breite Sensibilisierung auch bei den staatlichen Organen wie Polizei und Justiz. Hier muss eine klare Sensibilisierung vorhanden sein, sonst bleibt alles nur Papier und Wunschdenken, und das darf nicht sein.
(Der Redner lehnt es ab, eine Frage von Herrn Jurek nach dem Verfahren der „blauen Karte“ gemäß Artikel 162 Absatz 8 der Geschäftsordnung zu beantworten.)
Julie Girling (ECR). – Madam President, violence against women and domestic violence are inexcusable acts that achieve nothing other than undue suffering, misery and inequality on an unjustifiable scale. Both have existed for far too long and have claimed too many victims. Both constitute a gross violation of human rights and it cannot be clearer that action is urgently needed.
The Istanbul Convention, the first legally binding instrument on preventing and combating violence against women and domestic violence at the international level, opens the door to fundamental change. It provides the recognition and the tools needed to put an end to the long history of such appalling violence, which has devastating consequences for individuals, families and society. As a whole, I therefore urge all Member States that have not already done so to work towards the swiftest possible ratification of this Convention.
However, unfortunately some aspects of the interim report go way beyond the scope of the Convention and encroach upon the competences of the Member States themselves. I want to be absolutely clear that it is for this reason and this reason alone, that I do not support this report. Unfortunately, because other Members have not listened to those of us who had that reservation, I will have to abstain on this report.
Beatriz Becerra Basterrechea (ALDE). – Señora presidenta; gracias, señora comisaria Jourová por su trabajo incansable. El Convenio de Estambul es un hito legal y un logro esencial para proteger de la violencia a las mujeres de toda Europa. Sin embargo, que solo la mitad de los Estados miembros de la Unión lo hayan ratificado... pues, no sé qué pensar, ni qué se puede hacer. Yo no encuentro ningún argumento, ni creo que podamos admitirlo.
Ni siquiera en los países que ya lo han ratificado podemos estar satisfechos. En mi país, en España, la ratificación se produjo hace tres años y, sin embargo, no se ha traducido en medidas concretas. Aunque recientemente se ha firmado un pacto de Estado contra la violencia de género entre los principales partidos españoles, ese pacto se queda corto en comparación con el Convenio de Estambul.
No necesitamos más pactos, no necesitamos más fotos ni más palabras. Necesitamos que el Convenio de Estambul se convierta en medidas concretas. Solo el cambio legal conduce verdaderamente al cambio cultural. Dotémonos de la mejor herramienta integral contra la violencia de género; es más, contra todas las violencias, contra la violencia intrafamiliar, la que va contra los más vulnerables.
Yo me dirijo a los gobernantes de toda Europa: hagan, por favor, su trabajo.
João Pimenta Lopes (GUE/NGL). – Senhora Presidente, a violência contra as mulheres, como a violência doméstica, tem na sua génese uma complexa teia de causas de ordem económica, social, política e cultural que não podem ser ignoradas, que permanecem e que se agravam na nossa sociedade.
Estas causas associam-se e interligam-se com dinâmicas psicológicas que levam muitas mulheres a becos sem saída em resultado de sentimentos de culpabilização, do medo e da vergonha, de responsabilização pela manutenção da unidade familiar a todo o custo, da pressão familiar e social.
O êxito da prevenção, combate e erradicação da violência sobre as mulheres nas suas múltiplas formas é indissociável da efetivação dos direitos das mulheres na lei e na vida, da garantia da participação em igualdade, tanto na esfera privada e familiar como na laboral, social, política e desportiva, da alteração de conceções milenares assentes na subalternização do papel das mulheres na família, no trabalho e na sociedade, da promoção de uma cultura assente nos valores da liberdade, da democracia, da igualdade, da justiça e do progresso.
Daniela Aiuto (EFDD). – Signora Presidente, onorevoli colleghi, oggi l'Unione europea aderisce ufficialmente alla convenzione di Istanbul, sebbene limitatamente alle aree di cooperazione giudiziaria in materia penale e di richieste di asilo e di respingimento. La convenzione, nonostante alcune ambiguità e controversie ancora da definire, è senz'altro uno strumento utile a fermare il grande fiume di violenza che ogni giorno investe le donne europee. L'adesione parziale, tuttavia, e la mancata ratifica da parte di numerosi Stati membri, non consentono ancora di valutare l'effettiva efficacia delle misure in essa previste.
Con questo atto, l'Unione prende coscienza della grave piaga che affligge le donne. Ma questo non deve essere il punto di arrivo, bensì l'inizio di una nuova stagione fiorente di atti non puramente teorici con cui combattere concretamente la violenza sulle donne; perché nonostante la ratifica in diversi Stati membri, negli stessi non accenna a diminuire l'ondata di violenza e le cronache quotidiane ce lo ricordano.
A tal proposito vi vorrei citare la sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo dello scorso marzo, con la quale l'Italia, uno dei primi Stati membri a firmare e ratificare la convenzione, è stata dichiarata inadempiente nel proteggere una vittima di atti di violenza domestica e pertanto condannata al risarcimento. Con ciò intendo affermare che il mero atto di ratifica non può ovviamente da solo fermare le violenze. Occorre invece una sinergia tra i sistemi legislativo e giudiziario, coinvolgendo le forze dell'ordine e i servizi di assistenza. La giustizia deve essere più amica delle donne e quindi deve essere rapida e certa.
Occorre inoltre implementare le risorse economiche di tutte le strutture preposte ad assistere e aiutare le donne, anche e soprattutto nei centri minori, dove è ancora più difficile denunciare le violenze subite, specie se domestiche. Il mio auspicio è quello di gettare le basi di un futuro in cui mia figlia e le nostre figlie possano camminare per le strade d'Europa senza avere paura di essere vittime di violenza.
Franz Obermayr (ENF). – Frau Präsidentin! Der Beitritt zur Istanbul-Konventionen ist sicherlich eine gute Sache oder eine interessante Sache – allerdings löst der Beitritt zu einer Konvention alleine die in Europa mittlerweile aufgestauten Probleme natürlich nicht. Lassen sie mich ein dunkles Segment dieser Probleme aufzeigen: Was vor 10 bis 15 Jahren in Europa noch undenkbar war, ist heute in vielen Städten der Union bereits bittere Realität. Die religionskonforme Gewalt gegen Frauen in Teilen der Gesellschaft, die von der Scharia geprägt ist, ist nicht nur eine Tatsache, sondern wird leider zunehmend nicht einmal mehr von unseren Gerichten verfolgt. Ehrenmorde an Frauen der zweiten und dritten Generation von Migranten werden oft im vollen Einklang und mit Einverständnis von der Familie und deren Clans durchgeführt.
Die Dunkelziffer von Kinderehen ist rapide steigend: Sie werden im Ausland geschlossen und von unseren Behörden meist hilflos abgesegnet. Ich frage mich, wo da unsere vielbeschworenen europäischen Werte bleiben. Oder wenn ich exemplarisch an Silvester 2015/2016 in Köln und in der Folge an zahlreiche österreichische und deutsche Städte an Silvester denke, wo es massenhaft zu sexuellen Übergriffen auf Frauen kam, dann zeigt das diese schlimme Entwicklung deutlich auf: nämlich die Verachtung des westlich-europäischen Frauenbildes durch einen wachsenden Teil der fundamental-islamischen Bevölkerung – nicht zuletzt auch durch die Masseneinwanderung 2015. Ich glaube, die Union ist hier zunehmend blind und untätig und ignoriert diese sozio-religiös bedingten Probleme.
Die Anhebung des Gender-Budgets würde uns da nicht viel weiterbringen. Es muss der Teufelskreis des Schweigens und dem Teufelskreis der Einsamkeit ein Ende gesetzt werden. Gewalt gegen Frauen, da gebe ich Ihnen natürlich recht, ist keine Privatsache. Sexuelle Übergriffe und Missbräuche sind nicht durch Berufung auf Tradition, Sitte oder „man habe eine andere Kultur“ zu entschuldigen.
Carlos Coelho (PPE). – Senhora Presidente, quero começar por felicitar a minha colega Anna Maria CORAZZA BILDT por toda a sua intervenção neste combate e todas as colegas que ergueram a sua voz. O combate contra a discriminação deve ser uma causa de todos, sejam homens ou mulheres, mais novos ou mais velhos. É um desígnio comum que é parte integrante do que nos une enquanto europeus.
A violência contra as mulheres, em particular violência doméstica, é infelizmente causa e efeito da discriminação de que muitas – demasiadas! - mulheres ainda são alvo. Prevenir e punir esta prática, absolutamente intolerável, deve ser também um desígnio de todos: comunidades locais, Estados-Membros, e da própria União Europeia.
A Convenção de Istambul é naturalmente um excelente instrumento para este fim. É por isso que apelo àqueles Estados—Membros que ainda não aderiram à Convenção para o fazerem rapidamente, e concordo que a União deve igualmente aderir para que nas áreas onde é competente possa atuar plenamente na aplicação desta Convenção e no combate à discriminação.
Caros colegas, é nosso dever combater este sofrimento e criar condições para que as mulheres europeias possam viver em liberdade e sem medo. Coloquemos de parte o acessório e centremo-nos no que realmente interessa. Há mulheres europeias que ainda sofrem e isso tem de acabar!
Maria Noichl (S&D). – Frau Präsidentin, sehr geehrte Frau Kommissarin! Liebe Evelyn, es freut mich ganz besonders, dass Du heute den Vorsitz hast, denn ich weiß, dass Du Dich seit Jahrzehnten für das Thema einsetzt und gegen Gewalt an Frauen in Europa kämpfst. An der Stelle ganz herzlichen Dank dafür.
Ich sage deswegen „seit Jahrzehnten“, um nochmals auf den Vorredner Bezug zu nehmen. Wenn er glaubt, das Thema Gewalt gegen Frauen sei erst neu mit dem Thema Flüchtlinge nach Europa gekommen, dann war er wohl in den letzten Jahrzehnten in einem anderen Europa, als ich es war. Das Thema Gewalt ist – unabhängig von Flüchtlingen – seit Jahrzehnten Thema bei uns in Europa. Ich bringe die Ungeduld heute mit, Sie hören es in meiner Stimme. Sie hören in meiner Stimme die Ungeduld, dass es endlich aufhören muss, dass wir immer nur darüber reden, sondern wir müssen endlich etwas tun, dass etwas passiert. Es muss etwas passieren, damit Täter benannt werden und bestraft werden, damit Opfern geholfen wird, damit deutlich gemacht wird, dass sexuelle Gewalt auch in christlichen Ehen stattfindet. Da brauche ich nicht auf die Scharia zu schauen, sondern da brauche ich nur zu schauen, was in den eigenen Schlafzimmern passiert. Da heißt es hinschauen, da heißt es etwas zu verändern.
Frau Kommissarin, bei Ihnen ist das Thema in guter Hand. Bitte, bitte, bitte, bringen Sie etwas vorwärts in Europa!
Branislav Škripek (ECR) – Vážená pani predsedajúca, vážená pani komisárka, Istanbulský dohovor má bezpochyby niektoré vznešené ciele ohľadne boja proti násiliu voči ženám, ale má aj niektoré vážne problémy. Akékoľvek násilie, a to nielen na ženách, ale aj na fyzicky a mentálne znevýhodnených ľudí, na deťoch, na ženách či starších, je odsúdeniahodné. A preto vítam takéto legislatívne i nelegislatívne nástroje, ktoré formu odporného násilia – každú formu – pomáhajú riešiť. Zvlášť, ak sú adresované v samotných členských štátoch, ktoré dokážu zasiahnuť najefektívnejšie.
Žiaľ, nedá sa to povedať o tomto Istanbulskom dohovore, ktorý obsahuje množstvo nechcenej agendy, ktorá podkopáva základy Európskej únie. O to viac som sklamaný z pozície Európskeho parlamentu, ktorý ide ďaleko za svoje kompetencie a dokonca rozširuje pôsobenie dohovoru. V texte možno sledovať odkazy na pofidérnu genderovú ideológiu, ktorá sa nepochopiteľne snaží vykresliť biologické rozdiely medzi mužom a ženou ako sociálny konštrukt a iné zvláštne nezmysly.
Vyzývam poslancov parlamentu, aby hlasovali proti.Nie kvôli obsahu, ale samotnému faktu, že ide o chybný právny inštrument, ktorým členské štáty odovzdávajú časť svojich právomocí Rade Európy.
Izaskun Bilbao Barandica (ALDE). – Señora presidenta, gracias a las ponentes y a la comisaria Jourová por todo su trabajo. La violencia de género afecta en Europa a 250 millones de mujeres y nos cuesta al año 230 000 millones de euros, cifras que justifican la adhesión de las instituciones comunitarias al Protocolo de Estambul.
Esta medida nos ayudará a disponer de un marco legal coherente en todos los Estados miembros, mejorará las medidas de prevención y lucha contra esta lacra, y nos ayudará a proteger y reparar mejor a las víctimas de lo que muchos calificamos de terrorismo doméstico.
Las amenazas y gritos que oímos al otro lado del tabique son un problema de todas y todos. Los valores que impulsan a los maltratadores son corrosivos. Los estereotipos que transmitimos en la educación o en los medios matan.
Por eso, el combate contra esta lacra comienza en cada uno de nosotras y nosotros. Y esa acción individual necesita y merece el máximo respaldo institucional.
Ángela Vallina (GUE/NGL). – Señora presidenta, desde luego que celebramos la ratificación del Convenio de Estambul y, además, hacemos un llamamiento urgente a esos Estados miembros que aún no lo han ratificado para que así lo hagan.
Este Convenio reconoce la violencia contra las mujeres como una violación de los derechos humanos y es importante este reconocimiento en el papel, pero hoy, yo creo que por respeto a las víctimas de la violencia machista, no debemos ni podemos tampoco hacer declaraciones triunfalistas.
Tenemos que redoblar los esfuerzos por trasladar lo escrito en el papel a los hechos. Por eso también mi apoyo a la Resolución del Parlamento, que hace un llamamiento a los Estados para destinar recursos financieros y humanos, necesarios para prevenir y combatir la violencia y para la protección y asistencia a las víctimas.
Lo hemos visto en mi país estos meses con el caso de Juana Rivas, obligada a entregar a sus hijos a un padre maltratador, condenado ya por ello y pendiente de otra denuncia. Y es que, en mi país, la ley contra la violencia de género no recoge la retirada de la custodia a los padres maltratadores. Ningún maltratador es un buen padre.
Por eso, hay que seguir yendo más allá de este Convenio, porque es una necesidad urgente dotarnos de una Directiva europea de lucha contra la violencia contra mujeres y menores, que sea de obligado cumplimiento para todos los Estados.
John Stuart Agnew (EFDD). – Madam President, my country, the UK, is I think sliding backwards into medieval times. In my childhood the following five crimes were virtually unheard of and now they are commonplace: female genital mutilation; breast ironing; forced marriage, which is effectively legalised rape; honour violence, which includes killing; and sexual grooming of vulnerable white girls by Asian men. There is an enormous reluctance to prosecute the perpetrators of these crimes because they are either from ethnic minorities or adherents of Islam and it is considered politically incorrect to criticise such groups generically. It is called racism.
Political correctness is the cornerstone of this European Union and it is doing enormous damage to the safety of women. We now have a situation where perceived racism is a more serious crime than actual rape. We have got to stop political correctness and defend women.
Die Präsidentin. – Alle Verbrechen müssen verfolgt werden. Das ist wohl klar, das ist im Rechtsstat eine Normalität.
Pavel Svoboda (PPE). – Paní předsedající, vítám návrh rozhodnutí Rady, aby Evropská unie přistoupila ke konvenci Rady Evropy o prevenci a potírání násilí na ženách a domácího násilí, a to v rozsahu výlučných pravomocí Evropské unie. Toto téma je velmi důležité, důležité je také, aby Evropská unie dodržovala princip subsidiarity. Dovolte mi proto vyjádřit pochybnosti o textu předložené rezoluce.
Návrh rezoluce se totiž z mého pohledu dotýká témat, která náleží do pravomocí členských států. Občané očekávají efektivní Evropskou unii založenou na důsledném uplatňování principu subsidiarity. Nejsem přesvědčen o tom, že hlasováním pro předložený text tato očekávání našich občanů naplníme.
Je mi líto, že návrh rezoluce nerespektováním principů subsidiarity rozmělňuje podporu, kterou si Istanbulská konvence sama o sobě zasluhuje. Upozorňovat na násilí na ženách je důležité, jakékoliv násilí je neakceptovatelné, násilí rozkládá společnost. Oběti násilí se již nikdy nemusí plnohodnotně zapojit do společnosti. Násilí na ženách stejně jako jakékoliv jiné násilí je proto jednáním trestným podle předpisů každého státu. Již dříve jsem nepodpořil rezoluce, jejichž text se dotýkal záležitostí spadajících do kompetencí národních států, a bohužel tak budu muset učinit i v případě této rezoluce.
Soraya Post (S&D). – Fru talman, fru kommissionär! Rådande könsmaktsordning är en global struktur som innebär att män som grupp är överordnade kvinnor som grupp. Denna struktur bärs upp av normer om manlighet, där rätten att utöva kontroll är en viktig del. Följden blir att män till mer än 90 procent är förövare av det totala våldet i världen. Därför behöver vi omformulera den övergripande säkerhetsagendan.
Den traditionella säkerhetspolitiken är patriarkal och bygger på att det är män med militära medel som ska försvara nationen, dess kvinnor och barn. Vi skyddar hellre en flagga än kvinnan som blir ekonomiskt kontrollerad av en man. En feministisk analys av säkerhet utgår från mänsklig säkerhet, där hot mot individer och inte stater är centralt.
Detta skulle jag vilja ha sett att betänkandet tog upp: ett erkännande av att ett samhälle fritt från våld måste ha en helt annan säkerhetspolitisk agenda. Självklart stöder jag detta betänkande som kollegerna Christine och Anna Maria har tagit fram.
Jadwiga Wiśniewska (ECR). – Pani Przewodnicząca! Każda przemoc wobec kobiety jest patologią, z którą trzeba walczyć. Nie udawajmy jednak, że konwencja stambulska jest czarodziejską różdżką, która uwolni nas od tego problemu. Konwencja stambulska w swej istocie to niestety ideologiczny łom, który pod pozorem wspierania ofiar przemocy sprawia, że stosunki społeczne padają ofiarą ideologii gender i radykalnego feminizmu. Czy głosujący jutro europosłowie naprawdę chcą podpisać się pod stwierdzeniem, że przemoc wobec kobiet jest utrwalonym elementem struktury europejskiego społeczeństwa? A taki jest właśnie jej sens. Spójrzmy prawdzie w oczy. Ideologia nie przestaje być zagrożeniem tylko dlatego, że czasem staje po stronie bezbronnej ofiary. Przystąpienie do ideologicznej konwencji będzie kolejną tragiczną pomyłką Unii Europejskiej, dlatego apeluję o jej odrzucenie.
Csaba Sógor (PPE). – Elnök Asszony, az európai nők egyharmadát legalább egyszer érte felnőtt életében fizikai erőszak. Ezek a statisztikák azonban nem feltétlenül tükrözik a realitást, hiszen csupán az áldozatok bejelentésein alapulnak. A valós számok sokkal magasabbak lehetnek, ha az áldozatok félelmére, illetve a bántalmazó féltől való függőségre gondolunk. Ha családom nőtagjaira gondolok, nem fordíthatom el a fejem. A nők elleni erőszak nem magánügy, hiszen a nők alapvető emberi jogainak és méltóságának súlyos és szisztematikus megsértéséről van szó. Bűncselekmény, amelyet szankcionálni kell. Az állampolgárok közti egyenlőség az Unió egyik alapértéke. Ezért üdvözlendő az Uniónak az Isztambuli Egyezményhez való csatlakozása, annál is inkább, mivel bár minden tagállam aláírta, csupán 14 ratifikálta az egyezményt.
A nők elleni erőszak az Unióban évente több milliárd eurós költséget jelent a társadalom számára. Nemcsak az erőszak elleni küzdelemre, hanem a megelőzésre, a tudatosításra, illetve a tájékoztatásra is hangsúlyt kellene fektetni. Ebben kulcsszerepe van a médiának és a reklámoknak. Ezek a felületek civil szervezetekkel együttműködve aktív szerepet kell vállaljanak tájékoztató, oktató kampányok lebonyolításában, hiszen ez előfeltétele a nemek közti egyenlőség elérésének.
Liliana Rodrigues (S&D). – Senhor Presidente, Senhora Comissária, não vou falar dos dados e dos danos sociais e pessoais da violência de género que são bem conhecidos de todos nós. Outros custos financeiros também são públicos, mas os custos sobre o corpo e a alma destas mulheres não são quantificáveis.
A violência de género afeta os 500 milhões de cidadãos que vivem nesta União. Daí que seja fundamental a real execução da Convenção de Istambul, acompanhada por outras medidas, nomeadamente que se ponha fim de uma vez por todas às políticas de austeridade que tanto promoveram e promovem a desigualdade. Daí, Sra. Comissária, que seja urgente apresentar uma proposta de ato jurídico destinado a apoiar os Estados—Membros na prevenção e supressão de todas as formas de violência contra mulheres e raparigas.
Trata-se de direitos humanos e isto é uma competência da União Europeia. Mas também isto não se faz sem educação. Por outro lado, sinto que chega a ser indigno esperar pela cláusula passerelle para que esta União avance no combate à violência de género. Deveríamos estar muito mais unidos nesta luta. Muito obrigada.
Rikke Karlsson (ECR). – Hr. formand! Kære kolleger! I min verden har vi alle et fælles ansvar for at tage afstand fra den vold og mishandling, som kvinder udsættes for hver eneste dag. Vi bør gå forrest med enhver foranstaltning, der kan forhindre, at kvinder får tæsk, bliver voldtaget og i værste fald slået ihjel i deres eget hjem. Derfor bakker jeg naturligvis også op om den gode og stærke betænkning, vi har liggende foran os i dag. Jeg bakker op om, at vi laver en stærk og effektiv lovgivning, der kan komme volden til livs, mens ofrene og de tusindvis af børn, som hver eneste dag lever i skyggen af volden, også i fremtiden beskyttes så godt som overhovedet muligt. I EU er vores sammenhold bygget på fælles værdier og tillid. Som medlemmer af et fælles Europa mener jeg, at vi altid skal tage afstand fra vold, uanset i hvilken afskygning den måtte vise sig. Uanset om det er medlemsstaterne selv, der skal bekæmpe volden, er det vigtigt, at vi herfra sender et stærkt signal om, at vold ikke er i orden, uanset hvor man kommer fra, eller hvilken religion man bekender sig til.
Péter Niedermüller (S&D). – Elnök Úr, azt gondolom, hogy valahol szomorú, hogy még mindig arról kell vitatkoznunk, hogy érvényt kell szerezni az Isztambuli Egyezménynek. Pontosan tudjuk, hogy a nemek közötti egyenlőség, a női egyenjogúság a demokrácia egyik alapvető mércéje. A nők elleni erőszak egyáltalán nem csak a nők ügye, szó sincs róla, hogy magánügy lenne, hanem olyan közügy, amely mérgezi, sérti és rombolja a demokráciát. Olyan társadalmi probléma, amely komplex jogi, szociális, egészségügyi, oktatási és kulturális intézkedéseket követel meg, és azok végrehajtását. Éppen ezért kell minden fenntartás nélkül minden tagállamnak ratifikálnia az Isztambuli Egyezményt. Nagyon sajnálom, hogy épp a magyar kormány az, amelyik erre nem hajlandó, sőt, éppen ellenkező irányba megy azáltal, hogy korlátozni próbálja a nők reproduktív jogait, orosz mintára lebeszélő központokat, abortuszról lebeszélő központokat akar létrehozni. Azt gondolom, ez egyetlen európai tagállamban sem engedhető meg, ezért kell ratifikálnunk az Isztambuli Egyezményt.
Ulrike Trebesius (ECR). – Herr Präsident! Eine erschreckend hohe Anzahl an Frauen gibt an, Opfer von häuslicher Gewalt geworden zu sein. Dazu kommen in den letzten Jahren mit dem Zustrom aus islamischen Kulturen noch ganz neue Formen der Gewalt, wie zum Beispiel die Beschneidung von Mädchen, Ehrenmorde, aber auch Mehrfachehen beziehungsweise Kinderehen – alles Formen von Gewalt und Unterdrückung, die in meinem Land eigentlich verboten sind und die trotzdem oft in Parallelgesellschaften für Frauen und Mädchen zum Alltag gehören. Dass dies bedrohlich für alle Frauen in Mitteleuropa ist, zeigen die jüngsten Gerichtsurteile aus Deutschland, die erschreckenderweise die kulturelle Prägung des männlichen Täters höher werten als die Rechte der Frauen. Aber dass eine vollkommen verfehlte Zuwanderungspolitik – insbesondere meines Landes – die Probleme für Frauen noch zusätzlich verschärft, ist schon tragisch.
Auf meinem heutigen Weg zum Flughafen in Hamburg fuhr ich durch mehrere Stadtteile, wo in einer großen Mehrzahl Frauen in Nikab und Burka unterwegs sind und junge Frauen im Minirock oder in Jeans quasi nicht zu sehen waren. Für mich ist das ein eindeutiges Zeichen, dass hier allen Repressalien entgegengewirkt werden muss. Aus diesen Gründen begrüße ich das Abkommen von Istanbul.
Marc Tarabella (S&D). – Monsieur le Président, Madame la Commissaire, d’abord félicitations aux deux corapporteures, Mmes Revault D’Allonnes Bonnefoy et Corazza Bildt, pour leur excellent travail. Comme vous, toutes et tous, je reste consterné par ces situations dramatiques que vivent encore au quotidien de trop nombreuses femmes et leurs enfants.
Alors que nous prônons les droits humains, ils sont encore trop souvent refusés à ces femmes victimes de la violence domestique. Comment se fait-il qu’aujourd’hui encore, nous lisons qu’une femme sur vingt, entre 19 et 28 ans, a été violée en Europe, qu’une femme sur trois a été victime de violences physiques dans son jeune âge et en tant que jeune adulte? Il est impératif de réagir individuellement mais aussi ensemble afin de définir une stratégie commune permettant une protection égale de nos concitoyennes sur le territoire de l’Union européenne.
Ce qui me choque aujourd’hui, c’est notamment le comportement de certains de nos collègues très conservateurs de différents groupes politiques qui se retranchent derrière la subsidiarité pour rejeter ce texte, comportement qui est vraiment conservateur, coupable de ne pas progresser vers une situation meilleure que serait la ratification par tous les États membres de la convention d’Istanbul.
Caterina Chinnici (S&D). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, signora commissaria, la violenza contro le donne purtroppo continua. I numeri sono impietosi: un terzo delle donne europeo ha subito atti di violenza fisica, e non solo, almeno una volta nella vita. In questo scenario la convenzione di Istanbul offre strumenti giuridici utili non solo a perseguire gli autori dei reati, ma anche a prevenire le violenze sulle donne e l'adesione dell'Unione alla convenzione è un segnale forte e unitario nei confronti delle tante, troppe donne vittime di violenza.
Mi auguro quindi che tutti gli Stati membri vogliano dare effettiva applicazione alla convenzione, come ad esempio ha fatto il mio paese, l'Italia, dove pochi giorni fa sono state approvate delle linee guida che prevedono strumenti preventivi di carattere educativo, programmi di protezione e di sostegno alle vittime e una più stretta collaborazione tra il ministero della Giustizia e i tribunali per punire i colpevoli.
Occorre, in tutti i paesi europei, una politica integrata contro ogni forma di violenza nei confronti delle donne, un fenomeno rispetto al quale di certo non ci si può voltare dall'altra parte.
Biljana Borzan (S&D). – Gospodine predsjedniče, cijeli proces ratifikacije Istanbulske konvencije traje predugo. Prošlo je već godinu i pol dana, a mi još uvijek raspravljamo. To je poražavajuće.
U EU-u sedam žena umre od posljedica nasilja svaki dan. Posebno me zabrinjavaju istraživanja koja pokazuju da je kod djece školske dobi nasilje postalo nešto prihvatljivo. Postalo je normalno djevojčicu ili djevojku verbalno ili fizički napasti ako se ne ponaša u skladu s očekivanjima okoline.
Žene se svakodnevno susreću s diskriminacijom i nasiljem, a posebno je teško ukoliko se radi o osobama s invaliditetom ili ako pripadaju LGBTI skupini.
Šokirana sam što neki i u ovakvom dokumentu, čija bi se važnost trebala podrazumijevati, traže način da zatiru rodnu ravnopravnost ili, štoviše, tvrde da ratifikacija Istanbulske konvencije ugrožava prava žena.
Podržavam ovo izvješće jer traži sveobuhvatnu ratifikaciju Konvencije, ali prije svega hitnu ratifikaciju.
Anna Hedh (S&D). – Herr talman! Istanbulkonventionen utgör en milstolpe i kampen mot mäns våld mot kvinnor. Dess utgångspunkt är att våld är ett uttryck för ojämlika maktförhållanden mellan kvinnor och män och slår fast att våld mot kvinnor är könsrelaterad på strukturell nivå. Nu är det väldigt viktigt att alla medlemsländer ratificerar Istanbulkonventionen, tar sitt ansvar och på allvar tacklar mäns våld mot kvinnor.
Konventioner som bara förblir vackra ord på papper hjälper ingen. Konventionen måste genomföras fullständigt. En väldigt viktig del i parlamentets text är att den fastslår att nekanden av tjänster med anknytning till sexuell och reproduktiv hälsa, inklusive säker och laglig abort, utgör en form av våld mot kvinnor och flickor.
Vad som dock förvånar mig är hur EPP nu försöker urholka texten. Det verkade enligt min åsikt finnas en samsyn om textens viktiga punkter på utskottsnivå. Jag är väldigt besviken på dig, Anna Maria Corazza Bildt, som är fördragande för EPP att du nu har tillåtit EPP att bryta ut skrivningar om HBTQ-personer, sexism och hatbrott. Hemåt låter du påskina något helt annat. Jag undrar om EPP verkligen vill bekämpa könsbaserat våld.
Anna Maria Corazza Bildt (PPE), fråga (”blått kort”). – Jag vill vända mig till min kära kollega Anna Hedh. Jag tillhör EPP och ville driva det här betänkandet. Det är jag som bad kommissionär Jourová i hennes utfrågning 2014 att lägga fram förslag för att EU skulle ha tillgång till Istanbulkonventionen.
Betänkandet har inte gått till omröstning än, så jag förstår inte hur du kan angripa EPP-medlemmarna om du inte vet hur de ska rösta. Det handlar om att bekämpa och förbygga våld mot kvinnor och våld i nära relationer och om att skydda offer. Det är vad betänkandet handlar om. Vi är enade i EPP om att stödja betänkandet med nolltoleranspolicy.
Anna Hedh (S&D), svar (”blått kort”). – Det är många – väldigt många – som har efterfrågat ett arbete från EU mot mäns våld mot kvinnor i flera år. Det jag lyfter fram är att jag är besviken på att få höra att EPP nu vill lyfta ut många viktiga saker som vi kommit överens på utskottsnivå. Det gör mig orolig att vi börjar bryta ut saker nu när vi fått fram ett bra dokument. Det är det jag är besviken på, dvs. att EPP nu hotar med att göra det.
Zgłoszenia z sali
Michaela Šojdrová (PPE). – Pane předsedající, Evropský parlament se bude průběžně vyjadřovat k přistoupení Evropské unie k Úmluvě Rady Evropy o prevenci a potírání násilí na ženách a domácího násilí. Násilí je smutná realita a nevyhýbá se ani tak kulturně vyspělé společnosti, jako je ta evropská. A my bychom neměli strkat hlavy do písku před tímto jevem.
Podporuji návrh Rady, která navrhuje, aby se Evropská unie připojila k úmluvě v oblastech, které Evropské unii přísluší, například v oblasti azylu či soudní spolupráce. Evropská unie by členských státům měla pomáhat v boji proti násilí na ženách formami, které mohou být v členských státech úspěšně realizovány a mohou se lišit. Česká republika má například zákon na ochranu proti domácímu násilí z roku 2006, kdy úmluva ještě ani neexistovala. Souhlasím s kolegyní Corazzaovou Bildtovou, že skupina Evropské lidové strany je pro nulovou toleranci násilí na ženách.
Kolegyně a kolegové, podle toho, jak budeme hlasovat o pozměňovacích návrzích, se připojím k návrhu zprávy.
Olga Sehnalová (S&D). – Pane předsedající, tématu domácího násilí a násilí na ženách se zde věnujeme opakovaně. Nějakou formu násilí zažila v Evropské unii každá třetí žena. Zvláště závažné a odsouzeníhodné je, že oběťmi domácího fyzického nebo psychického násilí se stává až osmdesát procent žen se zdravotním postižením, které mají podstatně menší schopnost se útočníkovi bránit. Stále přitom zůstává potrestáno pouze malé procento pachatelů, protože oběti se často nemohou nebo nechtějí obrátit na policii. I to je součást problému.
Jediným právně závazným mezinárodním nástrojem k prevenci a potírání násilí vůči ženám je Istanbulská úmluva. Zavazuje státy k tomu, aby pracovaly na prevenci násilí, ochraně jeho obětí a stíhání pachatelů, a navrhuje k tomu i konkrétní kroky. Je dobře, že Rada i všechny členské státy Evropské unie již úmluvu podepsaly. Teď je ale důležité, aby naše odhodlání neskončilo pouze u tohoto podpisu. Před námi je skutečně dlouhá cesta.
Νότης Μαριάς (ECR). – Κύριε Πρόεδρε, συζητούμε σήμερα το κορυφαίο γεγονός της ενδοοικογενειακής βίας και της βίας κατά των γυναικών. Μάλιστα, στις 23 Νοεμβρίου 2016 είχα την ευκαιρία να μιλήσω εδώ, στο Στρασβούργο στην ολομέλεια του Ευρωπαϊκού Κοινοβουλίου, για την προσχώρηση της Ευρωπαϊκής Ένωσης στη Σύμβαση της Κωνσταντινούπολης. Και όλα αυτά σε μια φάση που η οικονομική κρίση, η φτώχεια και η ανεργία αποτελούν λίπασμα για την ανάπτυξη της ενδοοικογενειακής βίας στην Ευρώπη. Ταυτόχρονα, η σεξουαλική παρενόχληση, o βιασμός, αλλά και ο ακρωτηριασμός των γεννητικών οργάνων ελέω Σαρίας συνεχίζονται ακόμη πιο έντονα, οδηγώντας σε σοβαρή παραβίαση των ανθρωπίνων δικαιωμάτων.
Θεωρώ ότι η προσχώρηση της Ευρωπαϊκής Ένωσης στην υπό συζήτηση στη Σύμβαση του Συμβουλίου της Ευρώπης θα συμβάλει αποφασιστικά στην προστασία των ανηλίκων και των γυναικών από κάθε μορφή βίας και θα οδηγήσει και στην ποινική δίωξη των θυτών. Ταυτόχρονα όμως, η Σύμβαση της Κωνσταντινούπολης δεν θα πρέπει να αξιοποιηθεί ως μηχανισμός παραμονής και μη επαναπροώθησης των παρανόμων μεταναστών, καθώς και ως μηχανισμός νομιμοποίησης της μουσουλμανοποίησης στην Ευρώπη.
Gesine Meissner (ALDE). – Herr Präsident! Ich möchte mich auch ganz herzlich bedanken bei der Kommissarin und bei den beiden Berichterstatterinnen. Es ist wirklich ganz wichtig, dass jetzt die Istanbul-Konvention von der EU auch mit unterstützt wird. Alle Mitgliedstaaten sollten nicht nur unterschreiben, sondern auch ratifizieren. Das ist schon gesagt worden. Und es ist auch wieder richtig, was gesagt worden ist, dass allein die Unterschrift und auch die Ratifizierung noch nicht die Gewalt gegen Frauen aus der Welt nimmt. Aber wir müssen etwas tun in allen Bereichen.
Gesagt wurde auch, dass das bei uns in Europa angeblich eben erst eine Rolle spielt, seit wir die Flüchtlinge haben. Das ist vollkommen falsch, das gab es immer. Aber durch die Flüchtlinge haben wir eine besondere Gruppe von besonders verwundbaren Frauen, nämlich die Flüchtlingsfrauen. Ich finde es darum sehr gut, dass schon die maltesische Ratspräsidentschaft sich um die Gewaltprävention und um Schwangerschaften gekümmert hat. In Deutschland haben wir ein Projekt von Gewaltprävention für geflüchtete Frauen und Kinder und Migrantinnen, das wird von der Bundesregierung unterstützt. Da geht es nämlich auch darum, die Männer mit heranzuziehen – die Männer, die diese Gewalt ausüben – und zu versuchen, sie entsprechend zu schulen, dass sie das lassen sollen. Also kein kultureller Schutzmantel über die Männer, wie das die Kollegin gesagt hatte. Und das ist gut so.
Maria Lidia Senra Rodríguez (GUE/NGL). – Senhor Presidente, saudamos a ratificação da Convenção de Istambul mas, Sra. Comissária, pensamos que a União Europeia deve passar das palavras às ações.
Nós, as mulheres, queremo-nos vivas, queremos viver uma vida sem violência, por isso aguardamos sem perda de tempo uma diretiva europeia para reforçar a luta e o combate contra a violência machista.
Pedimos aos Estados—Membros que avaliem em profundidade a aplicação das leis para ver o que não funciona. Parece-nos imprescindível que todas as pessoas que têm de implementar a legislação contra a violência de género tenham formação em matéria de género. É a única forma de o machismo não se colar também à implementação das leis.
Queremos que se garanta que casos como o de Joana Rivas não aconteçam nunca mais e que nenhuma mulher tenha que enfrentar a prisão por não querer entregar os seus filhos, as suas filhas, aos pais agressores.
Marijana Petir (PPE). – Gospodine predsjedniče, najoštrije osuđujem nasilje nad ženama, smatram ga u potpunosti neprihvatljivim i pozivam da se instrumenti za borbu protiv nasilja nad ženama dosljednije primjenjuju.
Istanbulska konvencija u mnogim svojim dijelovima oštro krši načelo supsidijarnosti ne donoseći istovremeno učinkovit i inovativan instrument za borbu protiv nasilja.
To je prvi međunarodni ugovor Vijeća Europe u čijem sastavljanju nisu sudjelovale države članice. Polovica država članica Europske unije nije ratificirala Konvenciju i morali bismo se pitati zašto je tome tako.
Definicija roda kako stoji u ovoj konvenciji pretpostavlja da se čovjek ne rađa kao muško ili žensko, već da je njegov „rod” stvar njegova osobnog izbora. To je u suprotnosti s Rimskim statutom Međunarodnog kaznenog suda koji kaže da se rod odnosi na dva spola – muški i ženski – što je do danas jedina međunarodna pravno obvezujuća definicija.
Nasilje nad ženama možemo suzbiti primjerenim odgojem u obiteljima, obrazovanjem u školama i poduzimanjem konkretnih mjera u državama članicama, a ne uvođenjem novih ideologija.
Tibor Szanyi (S&D). – Elnök Úr, először is szeretném kiemelni, hogy mélyen egyetértek a Bizottság azon javaslatával, amely szerint az EU-nak csatlakoznia kellene az Isztambuli Egyezményhez. Az időközi jelentés helyesen arra kéri a tagállamokat, hogy ratifikálják ezt az egyezményt, amit már valamennyi tagállam aláírt, de csak 14 ratifikálta azt. Sajnálatos módon hazám, Magyarország sem tette még ezt meg, mivel a kormány megannyi magyar parlamenti kezdeményezés dacára nem tűzi napirendre ezt a kérdést. Tehát, többet kell tennünk. Az EU-ban évek óta ezernél is több nőt ver halálra a férje, élettársa vagy valamelyik rokona. És ez csak a családon belüli erőszak száma, ami több mint – döbbenetes, de muszáj mondanom – több mint az ugyancsak borzalmas terrorizmus áldozatainak a száma. Végezetül legyen – és Biztos Asszony, Önhöz fordulok – ennek a mai vitának világos a fő üzenete: legyen zéró tolerancia a nők elleni erőszakkal kapcsolatban, legyen ez az első lépés ezen az úton, és hogy személy szerint én még tovább is mennék, legyen zéró tolerancia a nők, a gyermekek és az idősek elleni erőszakkal kapcsolatban. Végezetül egy személyes mondat: örömömre szolgál, hogy ezt a beszédemet imádott feleségem, Xénia születésnapján mondhattam el.
Ruža Tomašić (ECR). – Gospodine predsjedniče, obitelj je temelj društva. Nažalost, u nekim se slučajevima obiteljski dom iz utočišta pretvori u tamnicu. Žrtvama obiteljskog nasilja, neovisno o spolu ili dobi, moramo jamčiti pomoć i sigurnost. Kao policijska službenica intervenirala sam kod nasilja u obitelji i zagovaram nultu stopu tolerancije.
Isto vrijedi i za nasilje nad ženama. Žena mora imati pravo izabrati kad će i s kim stupiti u spolni odnos te kako će se zaštititi. Dok odlučuje samo o svom tijelu, a ne i o životima drugih, žena treba imati punu kontrolu nad svojim odlukama.
Sve ostalo u izvješću – od zagovaranja pobačaja, promoviranja rodne ideologije do nametanja političke korektnosti – ne služi prevenciji i sankcioniranju nasilja, nego širenju liberalne agende i ušutkivanju onih koji se ne slažu.
Ideologija kojoj je glavni cilj rušenje tradicionalnog kršćanskog društva ne može imati moju podršku, a nadam se ni podršku Vlade Republike Hrvatske.
Teresa Jiménez-Becerril Barrio (PPE). – Señor presidente, la violencia contra las mujeres constituye una forma brutal de discriminación y una violación de los derechos humanos que se produce en todos los países de Europa.
Una de cada tres mujeres en la Unión Europea ha sido víctima de violencia física o sexual desde los quince años; una de cada veinte mujeres ha sido violada; más de la mitad de las mujeres han sufrido acoso sexual; una de cada tres mujeres ha sufrido abuso psicológico por parte de su pareja; una de cada tres mujeres ha sufrido violencia física o sexual por un adulto durante la infancia. Y las que peor suerte han tenido han sido asesinadas, en muchos casos junto a sus hijos.
En el nombre de todas ellas, de las víctimas, felicito a la comisaria, a mi colega Anna Maria y a todas las que hemos trabajado para conseguir la adhesión de la UE al Convenio de Estambul, un eficaz instrumento para prevenir la violencia, para proteger a las víctimas y para enjuiciar a los agresores; un gran paso de los muchos más que tenemos que seguir dando a nivel nacional y europeo y darlo todas unidas.
Me gustaría decirle a la colega que, con motivo de este informe, se quejó de los diputados del PP que —como ha dicho Anna Maria— no sabe que hay muchas diputadas en esta Cámara del Partido Popular como yo, como Anna, como Barbara, que llevamos muchísimos años trabajando aquí por la defensa de las mujeres y no permito que se ponga en duda ni a mi partido ni a nosotras.
Julie Ward (S&D). – Mr President, after years of talking and endless calls for the EU to accede to the Istanbul Convention, I am very glad the time has finally come. However, beyond tomorrow’s vote, we must call for the Convention to be implemented in full and without reservations and also call for all EU Member States to do the same, including my own country, the UK, which has been dragging its heels.
It is, colleagues, more urgent than ever to tackle gender-based violence. Sadly, we have seen a recent wave of attacks, intimidation and harassment of women in politics and in the public sphere, from the tragic murder of Labour MP Jo Cox in the UK last year to the torrents of online abuse against women in public life that have now become routine. We must address the root cause of violence against women and girls and that is the culture of misogyny, sexism and objectification which, frankly, allows violence to prevail.
We must follow up the ratification with an ambitious European-wide strategy on gender-based violence and encourage sex- and relationship-education for mutual, respectful relationships.
Marek Jurek (ECR). – Panie Przewodniczący! Panie i Panowie! Dzisiejsza debata na temat ratyfikacji konwencji stambulskiej była ważna, bo pokazała intencje i możliwe konsekwencje, jakie ta – mam nadzieję, że do niej nie dojdzie – ratyfikacja może przynieść. Wnioskodawca ratyfikacji, pani poseł Revault d’Allonnes Bonnefoy, mówiła wprost o tym, że to ochrona życia przed urodzeniem, zakaz tak zwanej aborcji, jest formą przemocy, którą ta konwencja powinna zwalczać. To samo mówił poseł Peter Niedermüller, który był bardziej konkretny, dlatego że powiedział wprost, że ma nadzieję, że ta konwencja będzie narzędziem do presji na jego własne państwo, żeby nie chroniło życia przed urodzeniem. W tym kontekście ja chcę zwrócić się do pani komisarz Jourovej o złożenie tutaj jasnej deklaracji szacunku dla państw, które w swoim prawodawstwie chronią życie przed urodzeniem. Mamy do tego prawo na mocy traktatów i taka deklaracja powinna dzisiaj tutaj paść.
Nicola Caputo (S&D). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, il 74% dei cittadini europei pensa che la violenza di genere sia un fenomeno comune nel proprio paese. Nell'Unione europea circa il 25% delle donne ha subito violenza fisica o sessuale. Più di un europeo su quattro ritiene che un rapporto sessuale non consensuale sia giustificabile.
La situazione, dunque, è molto grave. Eppure oggi esistono diverse politiche nazionali di contrasto alla violenza sulle donne, esistono strumenti giuridici singoli e, dopo la ratifica della convenzione di Istanbul, abbiamo a disposizione uno strumento fondamentale per prevenire e contrastare tutte le forme di violenza contro le donne, indipendentemente dalla loro età e da tutte le altre forme di categorizzazione. Vanno stanziati adeguati fondi per mettere in atto i più efficaci sistemi di protezione dalla violenza per le donne, soprattutto per le ragazze.
Ora più che mai c'è bisogno di concretezza. Senza indugio, quindi, si deve provvedere al trasferimento dei principi della convenzione all'interno delle apposite normative nazionali e al reperimento dei mezzi finanziari per renderle effettive.
(Koniec zgłoszeń z sali)
Věra Jourová,Member of the Commission. – Mr President, every time we speak here about discrimination and violence against women I have a strong feeling that we can never do enough. But we have to continue what we are doing and I am convinced that the accession of the EU to the Istanbul Convention is an important step forward.
This is the way that we can better join forces – the EU and the Member States – to come up with a truly efficient and balanced mixture of preventative measures and repressive measures. I want to emphasise that yes, we have to speak also about repression because we speak about crime, we speak about the need to come with an efficient response from the side of the law enforcement authorities in the Member States and to better protect women and children.
The Istanbul Convention and accession to the Convention will give us, among many other new things and opportunities, a better way of collecting data and of analysing the root causes of violence against women. Through that we will be able to better understand the role played by women’s economic dependence and this will encourage us to do more in this respect.
What is the impact of the passivity of our society? We see that part of our society thinks that it is normal to beat women, that domestic violence is something we cannot eliminate, that violence against women is something that the victims in many cases deserve. This is unacceptable and we have to convince all our society that this is not normal.
We will understand better how to assess the influence of alcohol because this is not discussed very often but we see that this is also a big issue. We will understand better how to encourage the victims to go and report to the police, how to get them to trust more the institutions which have been established and which are in the EU to help the victims, because still we see that only about 15-20% of the victims report such violence. We will understand better how to achieve better law enforcement, and here again I speak about criminal law in the Member States.
We have to better understand and come up with appropriate action to address violence stemming from bad traditions and so-called culture, which was also discussed here. No culture can be the excuse for violence against women and children.
We should do much more to explain to young boys and girls that this is not normal to accept violence, that it is not normal that their fathers beat their mothers, in many cases.
We will understand better and we will be better able to measure the trend, because you see that in European society violence is on the rise in general, and we see this trend online. We see the rise of violence against women and bullying and sexual harassment. We see this trend and we need to be able to better measure and to come up with the proper reaction.
I strongly disagree that this is an ideological issue. I cannot understand how somebody can look at it from this point of view because violence is a crime, unacceptable according to the law. Murdered women are often victims of sexually-motivated crime. What is ideological about our effort to eliminate this from Europe?
I must say in reaction to what Mr Niedermüller said, yes, I am worried about the development in some Member States which are looking at Russia as an example of the way forward. In Russia there is a law which says that the first blow in domestic violence does not count. This is not the way the EU should go in the 21st century.
Very often when I speak about how to combat violence against women I have in my speeches the horrifying figure of how much it costs. Some of you mentioned EUR 230 million a year. I am always embarrassed to mention this figure because this is not about the money, this is about the life and health of women and children.
Ladies and gentlemen, I can confirm today that I shall remain fully committed to keeping you informed on our progress in this endeavour, but also to sharing the state and results of our on-going actions, including the achievements and experiences from the still-unfolding year of focus actions on fighting violence against women.
Christine Revault D’Allonnes Bonnefoy, rapporteure. – Monsieur le Président, tout d’abord mes premiers remerciements iront à Anna Maria Corazza Bildt pour cette coopération réussie. Il était très utile que les deux commissions FEMM et LIBE s’associent pour l’aboutissement de ce rapport exigeant. Je remercie également l’ensemble des rapporteurs fictifs pour leur travail. Nous avons, à nous tous, abouti à un texte ambitieux à la hauteur de l’enjeu.
C’est un dossier fondamental qui aura un impact direct sur la vie de millions de femmes, la moitié de notre population. Dans ce climat de défiance, ce rapport prouve que l’Union européenne protège ses citoyens. Je vous remercie également, Madame la Commissaire, pour votre engagement robuste et clair et je demande aussi à l’Estonie d’accélérer la ratification de la convention d’Istanbul par l’Union, sous sa Présidence.
Il y a néanmoins encore beaucoup de chemin à parcourir, à commencer par le postulat que rien n’excuse les violences faites aux femmes et utiliser telle ou telle religion pour détourner l’attention des causes réelles de ce fléau est tout simplement scandaleux.
L’engagement de l’Union européenne dans cette convention d’Istanbul est une valeur ajoutée indéniable et doit jouer un rôle de coordination essentiel. L’égalité entre les femmes et les hommes et le respect de l’état de droit font partie de nos principes fondamentaux. Le combat va continuer à tous les niveaux, et cela a été dit par beaucoup des intervenants. Il est très important que l’ensemble des États de l’Union ratifient cette convention.
Et au-delà – et je le répète –, je suis convaincue qu’un acte législatif sur la prévention et la lutte contre les violences envers les femmes est la prochaine étape incontournable. Une directive fournirait des définitions communes au niveau européen des crimes perpétrés envers les femmes et permettrait de renforcer la mise en application de la convention et de traduire en mesures concrètes ces dispositions qui relèvent des compétences de l’Union.
Anna Maria Corazza Bildt, rapporteur. – Mr President, I am really glad that we have actually reached a broad consensus across political groups. I thank Christine and all the other shadow rapporteurs. Together we are saying: stop violence against women. We share this common goal: this report is about achieving and increasing more, stronger tools. Our report is a wake-up call to the Member States to do more. The time has come to move from words to action.
Member States have to overcome their reservations and speed up the EU’s accession and ensure a broader scope, not only in terms of cooperation in justice and criminal law, asylum and non-refoulement. Some points raised by colleagues: cooperation in criminal law is an EU competence foreseen by the Lisbon Treaty. We already have tools at EU level to deal with serious crimes, trafficking, sexual abuse, protection of victims, and recently even the directive to combat terrorism. I would like to join the call to the Commission to propose a legislative act on violence against women as a way to strengthen our capabilities.
I also understand, colleagues, the concerns and the controversy surrounding the word ‘gender’. You know how much, throughout the process, I reached out with genuine goodwill to clarify, bridge the gap and leave no misunderstanding. A definition of gender-based violence, in the Commission, according to the Council of Europe, is ‘violence done to a woman or a girl, just because she is a woman or a girl.’ It is not an ideology; it has no hidden agenda; there is definitely nothing against Christian or family values. I do ask the Commission again to clarify, together with the Council of Europe, this misleading interpretation and engage in dialogue with the Member States on the issues that prevent the full ratification and implementation. And I fully support the work of the Council of Europe GREVIO, but they should speed it up.
My last point, Mr President, raised by colleagues, is the issue of migrants also having rights and duties, and having to respect our laws, and religious culture never being an excuse to oppress women. Respect for women should become a social norm, but we can never stigmatise migrants for violence in Europe. Women and girls on the move are actually victims of violence – the slavery of our time. Let us, colleagues, have a special focus on children and continue to put pressure on the Member States. The European Parliament and the EPP will continue to commit to zero tolerance against violence against women, and to keep it at the top of the EU agenda.
Przewodniczący. – Zamykam debatę.
Głosowanie odbędzie się we wtorek 12 września 2017 r.
Oświadczenia pisemne (art. 162)
Miriam Dalli (S&D), in writing. – ‘Fighting violence against women’ should no longer remain a phrase, but it should be acted upon. Now we have the tools to do so. The Istanbul Convention has the potential to bring about the change in mentality that we need to effectively fight violence against women. Violence against women is not female genital mutilation alone. It is not forced marriage only. It is domestic violence. It is sexual abuse. It is rape. It is emotional violence. It is also what some would not even consider: cyber-harassment, which unfortunately is still belittled as ‘not serious enough.’ This attitude completely ignores the scars left by this kind of harassment. This is also an issue of gender equality. We need legislation and policies that promote equality across the board. We need to publicly debate the topic. We have to stress that harassing, attacking or hitting women is not manly and it is definitely not acceptable.
Viorica Dăncilă (S&D), în scris. – Pentru a crește eficiența și coerența politicilor de combatere și prevenire a violențelor împotriva femeilor în Europa, precum și a violenței pe criterii de gen, este necesară ratificarea Convenției de la Istanbul de către Uniunea Europeană.
Astfel, se va asigura o mai bună aplicare a legislației Uniunii, a programelor și fondurilor UE aprobate în acest sens, se va contribui la realizarea unor obiective precum egalitatea de gen, combaterea antisemitismului, sănătate publică, dar și a celui de creștere economică. Pentru transpunerea în practică a obiectivelor propuse susțin numirea unui coordonator al Uniunii Europene ca reprezentant al acesteia în Comitetul Părților din cadrul Consiliului Europei, precum și înființarea unui Observator al violenței de gen, după modelul actual al Institutului European pentru Egalitate de Gen.
De asemenea, este necesară promovarea bugetării de gen ca instrument de combatere și prevenire a violenței de gen, precum și asigurarea resurselor și finanțării pentru acces la justiție pentru victime.
Jill Evans (Verts/ALE), in writing. – The European Parliament is sending an important message to the world by supporting the EU’s accession to the Istanbul Convention - the first legally binding instrument to prevent and combat violence against women on an international level. Women and girls have a right to live free from violence and the threat of violence. The Istanbul Convention provides a framework to raise standards and improve protections, and will make a huge difference to the lives of so many. I represent Wales, where figures show that reported domestic violence increased by at least 23% between 2013 and 2015. Estimates by the Welsh Government in 2014 show that domestic abuse affects 11% of women each year in Wales. The situation requires urgent action and I urge the Estonian Presidency of the EU to facilitate ratification without delay.
María Teresa Giménez Barbat (ALDE), por escrito. – Las últimas décadas evidencian un cambio substantivo en las actitudes sociales tradicionales sobre la violencia ejercida contra las mujeres con el fin de coaccionar su libertad, y la Convención de Estambul representa una manifestación legal de esta revolución por los derechos. Me preocupa, sin embargo, que este planteamiento, que cuenta con un consenso político tan amplio, siga subestimando la violencia doméstica dirigida contra los hombres y los chicos. El reconocimiento tímido que hallamos en el preámbulo de la Convención de que «los hombres también pueden ser víctimas de violencia doméstica» no se desarrolla en los documentos e iniciativas. Esto contrasta con los hallazgos de los estudios científicos, algunos financiados por la Unión Europea –como el proyecto DOVE– que muestran una proporción similar por sexo de víctimas y perpetradores en abusos domésticos. También me preocupa que el informe provisional omita o no subraye adecuadamente la violencia doméstica dirigida contra los chicos, refiriéndose por tres veces a «mujeres y niñas» en ámbitos donde también encontramos rutinariamente víctimas masculinas.
Ελισσάβετ Βόζεμπεργκ-Βρυωνίδη (PPE), γραπτώς. – Η βία κατά των γυναικών δυστυχώς ακόμα δεν έχει εκλείψει από τις κοινωνίες μας. Τα στοιχεία μιλούν από μόνα τους, καθώς το ένα τρίτο του συνόλου των γυναικών στην Ευρώπη έχει υποστεί σωματική ή σεξουαλική βία τουλάχιστον μια φορά στην ενήλικη ζωή τους, το 20% έχει υποστεί παρενόχληση μέσω διαδικτύου, μία στις είκοσι γυναίκες έχει πέσει θύμα βιασμού και ποσοστό μεγαλύτερο από το ένα δέκατο έχει υποστεί σεξουαλική βία με χρήση σωματικής βίας. Η Σύμβαση της Κωνσταντινούπολης ακολουθεί συνολική και στοχευμένη προσέγγιση για την αντιμετώπιση της βίας κατά των γυναικών, που συνιστά παραβίαση των ανθρωπίνων δικαιωμάτων και ακραία μορφή διάκρισης. Θέτει στο επίκεντρο τα ζητήματα βίας κατά των γυναικών και των κοριτσιών, συμπεριλαμβανομένης της ενδοοικογενειακής βίας, ενώ παράλληλα προάγει τα δικαιώματα των θυμάτων. Η προσχώρηση της ΕΕ στη Σύμβαση της Κωνσταντινούπολης εξασφαλίζει ένα συνεκτικό ευρωπαϊκό νομοθετικό πλαίσιο για την πρόληψη και καταπολέμηση της βίας κατά των γυναικών, ωστόσο δεν αποτελεί πανάκεια, καθώς δεν απαλλάσσει τα κράτη μέλη από την υποχρέωση να κυρώσουν τη Σύμβαση σε εθνικό επίπεδο. Θα πρέπει άμεσα να αποτάξουμε κάθε μορφή έμφυλης βίας, αλλιώς οι κοινωνίες μας θα έχουν αποτύχει να εκπληρώσουν το ύψιστο καθήκον τους, που είναι η προστασία των πολιτών και των δικαιωμάτων τους.
Tadeusz Zwiefka (PPE), na piśmie. – Konwencja Rady Europy o zapobieganiu i zwalczaniu przemocy wobec kobiet i przemocy domowej (zwana konwencją stambulską) rodzi w różnych społecznościach wiele kontrowersji. Przestańmy jednak przypisywać poszczególnym artykułom konwencji podteksty ideologiczne. Kobiety maja prawo do wyboru takiego życia, jakiego chcą, nie powinny być przez to stygmatyzowane, wytykane i obrażane. Mają prawo do decydowania o swoim ciele i swojej przyszłości. Każdy od razu przyzna, że jest przeciwko przemocy wobec kogokolwiek, jednak pewne stereotypy wciąż determinują życie kobiet, wtłaczając je w ustalone odgórnie role społeczne. Przemocy fizycznej, psychicznej czy ekonomicznej wobec kobiet nie można przemilczać. Pomoc ofiarom przestępstw na tle seksualnym, ściganie sprawców oraz edukacja i działania przeciwdziałające przemocy, to kompleksowe rozwiązania, które daje konwencja i które zostały uznane na forum ONZ jako złote zasady polityki antyprzemocowej.
Dlatego popieram przystąpienie Unii Europejskiej do zapisów konwencji, które dotyczą jej kompetencji, czyli współpracy w dziedzinie wymiaru sprawiedliwości i azylu. Mam też nadzieje, że państwa, które już zadeklarowały lub ratyfikowały konwencję, jak na przykład Polska, nie wycofają – pod wpływem rożnych ideologii – swego poparcia dla tego tekstu i będą jego treść wdrażać w życie.
20. ES emisijas kvotu tirdzniecības sistēma (ES ETS): pašreizējo darbības jomas ierobežojumu saglabāšana attiecībā uz aviācijas darbības darbībām un sagatavošanās globālā tirgus pasākuma ieviešanai no 2021. gada (debates)
Przewodniczący. – Kolejnym punktem porządku dnia jest sprawozdanie sporządzone przez Julie Girling w imieniu Komisji Ochrony Środowiska Naturalnego, Zdrowia Publicznego i Bezpieczeństwa Żywności w sprawie unijnego systemu handlu uprawnieniami do emisji (EU ETS): kontynuowanie obecnego ograniczenia zakresu działalności lotniczej i przygotowanie do wdrożenia globalnego środka rynkowego od 2021 r. (COM(2017)0054 - C8-0028/2017 - 2017/0017(COD)) (A8-0258/2017).
Julie Girling, rapporteur. – Mr President, aviation accounts for approximately 2.1% of global CO2 emissions. In the EU, direct CO2 emissions from aviation account for approximately 3% of the total. With the anticipated growth in air traffic, emissions in 2050 are expected to be seven to ten times higher than in 1990. This is according to the International Civil Aviation Organization (ICAO) and their projections. Clearly such a growth necessitates a policy response. In this Parliament we have taken the view that we must reduce the carbon impact of the growth in air travel. We all know the history of how we arrived where we are with ‘stop the clock’, so I do not intend to expand on that, but I do want to emphasise Parliament’s commitment to working with ICAO to find a mutually acceptable position.
To this end, during 2016, I led three separate delegations from Parliament to ICAO in Montreal. This represents an unprecedented level of commitment from the Committee on the Environment, Public Health and Food Safety and we were very pleased to see an agreement in October 2016 to establish an offsetting system to deliver carbon neutral growth in the aviation sector. As a consequence, the Commission was required to adopt a proposal for a regulation amending the 2003 Emissions Trading System (ETS) Directive with respect to aviation and this was presented earlier this year.
Since then we have moved at a fast pace in Parliament with a view to reaching an agreement between co-legislators before the end of this year. Under the EU ETS aviation provisions – they have never applied in their original international scope due to legal challenges by third countries on the applicability of EU legislation to their airlines – only intra-EEA flights are fully covered.
In its proposal, the Commission extends this derogation beyond 2017 and there is clarity about the new ICAO offsetting scheme and how it should apply to international flights when it enters into force in 2021. Moreover, the Commission text includes a review clause requiring it to report to Parliament and the Council on relevant developments in ICAO’s work and, if appropriate, propose to amend, delete or extend the derogation.
In my report I fully support the Commission’s approach, namely that we await progress on the global market-based measure (the GMBM). It is untrue and misleading to imply that my report does not take this position. As the rapporteur, I have proposed to augment the original proposal by adding a time limit on the latest derogation, aligned to fit with ICAO’s own decision—making deadlines. This reflects legitimate concern over the GMBM and whether it will deliver on its commitment to ensure carbon neutral growth from 2020.
At present, based on the current negotiations within ICAO – and they are very current and going on as we speak – progress on the offsetting provisions has been painfully slow, with some parties – and I mention China in particular – now objecting to ICAO’s role in setting the rules for the GMBM.
I believe it would be remiss to make a decision on the future of the ETS in support of a GMBM that is, for the time being at least, vague and imprecise in its framework. A time—limited derogation is therefore required to maintain political pressure on the Council, and indeed the Commission, to develop a long—term regulatory solution. We must learn from the issues encountered with previous iterations of the legislation and provide the sector with much needed investor certainty as soon as work is completed on the GMBM’s reporting provisions on the transparency and the environmental integrity of the offset registry.
The Environment Committee’s report also provides for the designation of revenues generated by auctioned allowances to climate finance, aircraft design and fuel-efficient technologies, plus a schedule for the Commission’s review report and what it needs to include as a minimum, as well as stressing the need for enhanced transparency of ICAO’s work in preparing and implementing the scheme. The report carries over amendments pertinent to the aviation sector in the wider ETS Phase IV proposal, including an increase in the number of auctioned allowances, provisions already voted on in this House.
For all these reasons, I think it is vital that Parliament pursue the time limit on the derogation. Details of the scheme from ICAO are not well enough advanced to be able to say with any certainty that they will be exactly as we currently see them. ICAO is a large international organisation with almost 200 member states and their internal negotiations are not yet complete. I do not believe that Parliament should be complicit in undermining our own negotiating position and recommend that we vote accordingly.
Miguel Arias Cañete,Member of the Commission. – Mr President, it is a pleasure to be here today and to take part in your deliberations on the proposal on the European Union emissions trading system for aviation. I appreciate the hard work of the rapporteur Ms Girling on this proposal and would like to thank her for her efforts. I would also like to thank the shadow rapporteurs for their valuable contributions and their support for a swift and a smooth process.
Aviation greenhouse gas emissions are growing sharply and clearly have the potential to put at risk the achievement of the climate targets we committed to in Paris two years ago if they are not adequately addressed. The European Union has taken the lead in addressing these emissions by covering them under its Emissions Trading System and is also working hard at the International Civil Aviation Organization (ICAO) for effective global measures. Precisely, this Commission proposal we are debating today follows the adoption by the ICAO Assembly in October last year of a resolution on the so-called CORSIA (Carbon Offsetting and Reduction Scheme), a global measure to offset aviation emissions beyond 2020 levels after many years of efforts and following up on the Paris Agreement sealed a year before.
As we already recognised, this was an important and welcome first development to address aviation emissions globally, despite being below the European Union ambition. We must acknowledge, however, that a lot of work is still needed to make CORSIA operational by 2021, namely, agreeing the CORSIA rule book in the form of standards and recommended practices presently under negotiation in Montreal and then the adoption of national measures for its concrete implementation.
The Commission proposal duly takes this dynamic context into account. First, to facilitate the operationalisation of CORSIA, it maintains the intra—EEA scope for aviation from 2017 onwards. On the other hand, the proposal foresees a new review once there is more clarity as regards international developments for the operationalisation of the global scheme, namely, ICAO rules and how they will be implemented. And finally, it contains an empowerment to adopt delegated acts on monitoring, reporting and verification of emissions in order that the European Union is ready to implement CORSIA in that regard.
I want to remind you all of the imperative need for swift progress on this file, paving the way for a final text before the end of the year. If the amendment to the Directive does not enter into force by early 2018, the full scope, covering all flights to and from third countries, will kick off again, and this situation will be problematic.
I would like to underline as well that, in our view, extension of the intra-EEA scope, combined with a review, will allow the European Union to rightly deal with the situation we will face in the coming years. On the one hand, we need to facilitate international developments and get ready to implement CORSIA. On the other hand, we will have to discuss the future rules for the European Union ETS in a context where CORSIA becomes a reality.
I am glad to see that the report you are voting on today shares this basic approach of continuing the intra-EEA scope, to then undertake a new review once there is more clarity on international developments. Let me, however, provide some comments on two key aspects of the rapporteur’s final proposal which raise some concerns on our side.
First, I would like to warn against an automatic return to the full scope right after 2020 in the absence of a new review. That threat could create difficulties with third countries which are now positively involved in ICAO negotiations and are a priori committed to CORSIA implementation. Let’s face it. ICAO has been given little time to complete the negotiation process and it will need to be followed by domestic implemented measures.
We in the European Union are well equipped since it will have to take place through the ETS, but others have much more to develop domestically. So one cannot exclude some delay in the operationalisation, but this would not by itself be enough in our view to trigger an automatic return to full scope and thereby lose years of efforts in the ICAO.
In addition, the automatic snap-back to full scope as soon as in 2021 would put the European Union in a difficult and time-constrained situation again when we undertake the necessary review, making it more difficult to duly take into account and discuss all the intricacies of the post-2020 period.
Even in the best case scenario, let us remember that compliance with the so-called ‘pilot phase’ obligations will only happen in 2024, at least if all goes as planned and there are no delays. We may need, therefore, some time to have a clear picture of how CORSIA performs and delivers. We have to bear in mind as well that in the context of the future review we can always decide to go back to a wider scope or cover certain routes to third countries in the light of the international situation at that moment. But this is something that would deserve appropriate analysis and decision at the right time once we know whether and how CORSIA is implemented.
My second comment is on the rules for the period up to 2020. We understand the willingness to strengthen the system and bring it closer to the regime for stationary installations. That said, our view is that these aspects should be addressed in the next review, taking due account of the need for aviation to contribute its fair share at European Union level. Anticipating this now could be premature. In that context, we welcome the amendments aiming at better framing the review. We believe that this is the right way of addressing some of the concerns over the future regime.
The Commissioner is encouraged by the quick progress achieved on this file and is confident that an agreement on this proposal could be reached this year. I look forward to continuing to work with you on the ETS aviation proposal and bringing it to a successful conclusion.
Werner Langen, Verfasser der Stellungnahme des mitberatenden Ausschusses für Industrie, Forschung und Energie. – Herr Präsident! Der Industrieausschuss hat sich mit dem Thema befasst und unterstützt weitgehend die Haltung der Kommission. Wir haben einige Änderungsanträge eingebracht, aber den wesentlichen Punkt, dass wir Wettbewerbsverzerrungen zu Lasten der europäischen Luftfahrt verhindern wollen und deshalb auf internationale Vereinbarungen setzen, unterstützen wir voll und ganz. Wir sind auch dagegen, dass 2020 – falls die Verhandlungen nicht ausreichend schnell vorankommen – das alte System wieder in Kraft tritt. Insofern unterstützt der Industrieausschuss die grobe Linie.
Wir wollen allerdings auch sicherstellen, dass die Kommission bei der Umsetzung der weiteren Rechtsvorschriften nicht einfach einen delegierten Rechtsakt erlässt, sondern, dass das Parlament weiterhin voll und ganz beteiligt wird, um die Einzelheiten vorzuschlagen. Und wir wollen prüfen, ob im Falle des Scheiterns neben dem europäischen System möglicherweise auch CORSIA gleichzeitig in Kraft treten kann. Das ist ein Versuch, ich weiß nicht, ob es gelingt. Aber wenn wir den Druck erhöhen, kann dieser Bericht einen vorübergehenden Fortschritt für die europäische Luftfahrtwirtschaft bringen und gleichzeitig wird der Druck auf die internationalen Verhandlungen erhöht. Insofern hat der Industrieausschuss mit 51 Jastimmen und 5 Neinstimmen bei 0 Enthaltungen seine Stellungnahme verabschiedet.
Jacqueline Foster, rapporteur for the opinion of the Committee on Transport and Tourism. – Mr President, first I would like to thank my shadow rapporteurs on the Transport Committee and other Members who have been extremely supportive of our position. The Committee on Transport and Tourism (TRAN) has supported for many years a single, global emissions scheme. It is imperative, Commissioner, that the EU allows time for the ground-breaking International Civil Aviation Organisation (ICAO) negotiation discussions to be concluded. As we know, constructive talks are already underway and it is vital that countries such as the US, China, India and others are included as they are major players in this field.
I would note that the US can still be part of CORSIA as neither the aviation nor the maritime sectors are included in the COP. To avoid duplication and excessive bureaucracy, the global scheme must include all international intra-EEA and domestic flights. To date, as you know, more than 70 countries have voluntarily signed up to the scheme, which between them emit nearly 90% of aviation CO2 emissions worldwide. We believe that all future revenues should be ring-fenced by Member States, and must be reinvested by an R&D project, such as Single European Sky, Clean Sky, SESAR and others.
To avoid the risk of a future snapback to the EU emissions trading system (ETS), which severely damaged our international relations and our aerospace industries, it is vital that our proposed TRAN text amendments be supported. This will be the best opportunity that we have had for the European Union to be part of a global solution, supported by Member States, the Commission, including Commissioner Bulc, and industry, and bringing all key world players onside. Of course, Commissioner, it is absolutely vital that we stop the clock.
Peter Liese, im Namen der PPE-Fraktion. – Herr Präsident, Herr Kommissar, liebe Kolleginnen und Kollegen! In den letzten Tagen hatten wir leider wieder traurigen Anlass, über den Klimawandel zu sprechen. Man kann nicht sagen, dass einzelne Naturkatastrophen direkt durch den Klimawandel hervorgerufen werden, aber die Überschwemmungen in Südasien und die Wirbelstürme in der Karibik und den USA zeigen, dass wir hier ein Problem haben, denn alle seriösen Forscher sagen: Solche Ereignisse nehmen zu, wenn wir nichts gegen den Klimawandel tun. Und nun sagt man beim Flugverkehr, das seien ja nur zwei Prozent oder in der EU nur drei Prozent. Aber erstens wächst der Anteil, und zweitens muss man das mal ins Verhältnis setzen: Wenn man die Emissionen der 129 Staaten, die sich in Paris verpflichtet haben – und dazu gehören durchaus auch die Mitgliedstaaten der Europäischen Union und andere Industriestaaten – addiert, dann kommt man auf den gleichen Wert wie beim internationalen Flugverkehr. Wir haben hier also ein Problem, und deswegen müssen wir es anpacken, am besten international. Aber dieses Parlament hat sich schon vor einigen Monaten zu CORSIA geäußert und gesagt: Das ist enttäuschend, es ist noch nicht das, was wir brauchen, um wirklich das Problem anzupacken. Aber jetzt den ursprünglichen Anwendungsbereich wieder herzustellen, würde dieses zarte Pflänzchen zerstören und wäre auch nicht umsetzbar.
Deswegen danke ich Julie Girling für ihre Arbeit und für den aus meiner Sicht in vielen Teilen ausgewogenen Bericht. Wir als EVP wollen das aber gerne noch ausgewogener machen. Wir haben zum Beispiel mit Änderungsantrag 36 einen Kompromiss zwischen ENVI auf der einen Seite und ITRE und TRAN auf der anderen Seite vorgelegt. Und ich bitte die Kolleginnen und Kollegen, der EVP-Linie zu folgen, dann haben wir einen guten Kompromiss.
Zum Schluss ein Wort zu Änderungsantrag 47: Hier dreht es sich um den Brexit. Wir wollen natürlich keinen harten Brexit. Wir wollen, dass Großbritannien möglichst im Binnenmarkt bleibt, auf jeden Fall im ETS. Aber wir müssen leider vorbereitet sein, was man im Moment hört, ist nicht so positiv. Deswegen wollen wir mit Änderungsantrag 47 hier eine Vorbereitung treffen und bitten Sie auch da, uns zu unterstützen.
IN THE CHAIR: PAVEL TELIČKA Vice-President
Seb Dance, on behalf of the S&D Group. – Mr President, I would like to also join in thanking Rapporteur Girling for the excellent work that has taken place amongst all the groups. I think we have here a very balanced report and something that reflects the consensus on an issue as serious as this. As Mr Liese has just pointed out, we are no longer in a position where we can pretend that climate change isn’t happening. We are all very privileged in this place to be able to do something about it and we will not be thanked by future generations if we stand idly by.
The truth of course is that many, many sectors are reducing their emissions but it is not the case in the aviation sector. The global-based market solution does make sense on paper and as many of the colleagues here who joined me and others on the trip to Montreal will know, the International Civil Aviation Organisation (ICAO) is very good at handling this process and we have a lot of faith in its ability to take us forward, but we do need that added pressure. We cannot just sit back and hope for the best and think that the carbon neutral growth proposed from 2020 will be sufficient. We have to see what the proposals will look like in concrete terms, and that is what this report does, of course, it gives the Commission the criteria to judge the success or otherwise of ICAO’s process and it does, of course, send a strong signal that we do not want to undermine Parliament’s existing stance on Phase 4 of the Emissions Trading System.
Our group supports this proposal and I hope very much that Parliament’s vote will reflect the strong consensus that we have been able to achieve.
Mark Demesmaeker, namens de ECR-Fractie. – Om de doelen van het Klimaatakkoord van Parijs te bereiken moeten alle sectoren een inspanning leveren, ook de luchtvaartsector. En mijn delegatie is altijd voorstander geweest van de opname van de luchtvaart in het emissiehandelssysteem. Met de uitzondering voor internationale vluchten waren we veel minder tevreden. Deze uitzondering is immers nadelig voor het klimaat, is nadelig voor het milieu. Vandaag zijn er echter twee nieuwe belangrijke elementen in dit dossier die een laatste verlenging van de uitzondering voor internationale vluchten rechtvaardigt. Ten eerste is er inderdaad het ICAO-akkoord van oktober 2016 dat we alle kansen op slagen willen geven. En ten tweede maakt het Parlement eindelijk duidelijk dat deze laatste uitzondering voor internationale vluchten uiterlijk in 2020 stopt. Zo houden we de druk op de ketel en de stok achter de deur. Ik wil collega Julie Girling feliciteren met haar doordachte aanpak en we zullen haar verslag voluit steunen.
Gerben-Jan Gerbrandy, on behalf of the ALDE Group. – Mr President, what a moment to discuss this important file. As we speak, the results of climate change are hitting the Caribbean with unprecedented force. The central question today is of course: how do we judge the ICAO decision to tackle the problem of climate change? Is it the strong and decisive step of the aviation sector to freeze its emissions globally at 2020 levels and compensate for all additional emissions, or is it a cunning attempt by the aviation industry to buy more time and to accommodate unlimited growth in the future?
I think it is neither of the two. My judgment is that it is a promising step forward, but at this stage, it is still limited to an intention. It is based on a resolution, and in the coming years it will be implemented on a voluntary basis. Rules on the global trading registry, criteria for offsets and monitoring of emissions still have to be agreed and implemented by participating countries. It is clearly promising, but at a very early stage. A lot of work and conviction is still necessary to make it a success. Political pressure will be greatly needed, and the question is whether that is by a time limit on the derogation or an indefinite limit on the derogation. I strongly support Julie Girling’s report on this. We very badly need a time limit on the derogation in order to make the ICAO process a success.
Merja Kyllönen, GUE/NGL-ryhmän puolesta. – Arvoisa puhemies, hyvät kollegat, lämpimät kiitokset hyvästä yhteistyöstä monessa valiokunnassa. Pidän tärkeänä, että me kykenemme löytämään globaalin, yhteisen ratkaisun lentoliikenteen hiilidioksidipäästöjä koskevaan asiaan. Miksi näin? Koska maailmanlaajuisen päästöjen hyvitysjärjestelmän CORSIAn yksityiskohdista sopimisesta kansainvälisen siviili-ilmailujärjestön ICAOn neuvotteluissa on kuitenkin asia, joka johtaa potentiaalisesti parhaaseen lopputulokseen niin ilmaston, ihmiskunnan kuin lentoliikenteenkin osalta.
Olen itse päässyt mukaan muutamiin neuvotteluihin ICAOn osalta ja todennut sen, että mitä useammasta suunnasta haastetaan positiivisella tavalla, sitä paremmassa hengessä mennään eteenpäin. Kaikki erilaiset painostusliikkeet ovat tahtoneet johtaa siihen, että syntyy erilaisia blokkeja, jotka estävät prosessin kunnollisen etenemisen.
Järkevintä on tässä tapauksessa mennä eteenpäin yhdessä CORSIAn hengessä. Kansainvälisestä hyvitysjärjestelmästä tulee saada mahdollisimman laaja-alainen, syrjimätön, ympäristöllisesti ja ilmastollisesti tehokas, ja sitä työtä meidän kaikkien on fiksua tukea.
Bas Eickhout, on behalf of the Verts/ALE Group. – Mr President, it feels a bit like Groundhog Day here, since we are discussing aviation and climate change again and again. For those who are not aware, back in 2008 the EU promised – with unanimous support from the Council – to get aviation to fall within the scope of the Emissions Trading System (ETS) by 2012. This is for those who say that we have to take our time, and to the Commissioner who said: ‘well, let’s see how we judge the International Civil Aviation Organisation’s (ICAO) progress.’
In 2012, we had already said that it would fall within the scope of the ETS. Then we were promised by ICAO that there would be a global deal in 2016. Yes, that global deal is there, but we have not seen anything yet on how it will work. It is carbon-neutral growth, so that is far from being enough for implementation of Paris. For those who say that aviation is not falling within the scope of the Paris Agreement: that is nonsense, because the Paris targets are economy-wide. Every sector has to work, and until now we have had discussions on many sectors that needed to deliver, aviation was always out and they are still out.
What we are seeing now is that it is finally time for ICAO to live up to its promises, but then they really have to make sure that their so-called compensation projects are really compensation and not just fake, as the case could be. In that sense, it is about time for aviation to pay for its emissions like all the other sectors. We have given them enough time, and now we are going to do it again until the end of 2020? How long are we going to have that debate and give them a free ride?
Λάμπρος Φουντούλης (NI). – Κύριε Πρόεδρε, το γεγονός πως διεξάγεται αυτή τη στιγμή συζήτηση για τη μείωση των εκπομπών διοξειδίου του άνθρακα από τις αεροπορικές μεταφορές είναι από μόνο του εξαιρετικά θετικό. Με την αλματώδη αύξηση των αεροπορικών μεταφορών τα τελευταία χρόνια έχει δημιουργηθεί ένας επιπλέον σοβαρός κίνδυνος για το περιβάλλον και δυστυχώς δεν υπάρχουν εύκολες λύσεις. Όλες οι εκτιμήσεις προβλέπουν προς το άμεσο μέλλον ο αριθμός των πτήσεων να αυξηθεί ακόμη περισσότερο, ενώ η τεχνολογία δεν μας προσφέρει προς το παρόν κάποια βιώσιμη εναλλακτική.
Σχετικά με το σύστημα εμπορίας εκπομπών, έχω επαναλάβει πολλές φορές, πως δεν αποτελεί πραγματική λύση. Στην πραγματικότητα, απλά μεταφέρει το πρόβλημα και αναβάλλει την αντιμετώπισή του. Επιπλέον, με τον ρυθμό ανάπτυξης που έχουν οι περισσότερες από τις τρίτες χώρες, σύντομα το συγκεκριμένο σύστημα θα καταστεί άνευ ουσίας. Στην πράξη, καθίσταται ένα καθαρά εισπρακτικό μέσο, χωρίς ιδιαίτερες περιβαλλοντικές επιπτώσεις. Μόνο μία τεχνολογική επανάσταση θα λύσει το πρόβλημα. Έτσι θέλω να πιστεύω πως τα ποσά που θα προκύψουν από τους πλειστηριασμούς δικαιωμάτων θα δοθούν στην έρευνα και την ανάπτυξη τεχνολογιών. Μέχρι τότε όμως καλό θα ήταν να περιορίσουμε όλοι μας τις αεροπορικές μεταφορές στο ελάχιστο δυνατό, επιλέγοντας τρόπους μεταφοράς φιλικότερους προς το περιβάλλον.
Ivo Belet (PPE). – Julie Girling heeft het perfect samengevat: de luchtvaart is op weg naar grote exponentiële groei van de emissies ten gevolge van de grote expansie de komende jaren. Dus ik denk dat we het er allemaal over eens zijn dat luchtvaart onvermijdelijk een grotere milieu-inspanning moet leveren. Maar we moeten dat uiteraard niet blind doen. De maatregelen die nu voorliggen, garanderen dat de concurrentiekracht van de Europese luchtvaartbedrijven overeind blijft en ze creëren – dat is hier eigenlijk nog niet veel gezegd – misschien ook wel ruimte om die industriesectoren die op het terrein wel inspanningen moeten doen en die geconfronteerd worden met die zware concurrentie internationaal, om die misschien ook wel wat te ontlasten. Het is ook een boodschap aan de consumenten. Sommigen zeggen dat de ticketprijzen de pan zullen uitswingen. Ik denk dat we met z’n allen weten dat dat niet het geval is. Men spreekt over 1 à 2 % extra kost voor de reizigers, voor de tickets. Dus ik denk dat we weten dat ook de reizigers, dat ook de consumenten ervan overtuigd zijn dat de luchtvaart en dat we met z'n allen een inspanning moeten leveren, precies om dat Akkoord van Parijs tot een succes te maken. De luchtvaart kan daar niet langer aan ontsnappen.
Miriam Dalli (S&D). – Mr President, the Paris Agreement requires action from all sectors and aviation should be no exception. This is amply evident at this point in time with all the natural events happening around us right now.
The emission reduction and efforts that different EU industries make should be brought in line and the aviation sector has to take its share. A sound comparison of the overall ambition of the Carbon Offsetting and Reduction Scheme for International Aviation (CORSIA) with the EU Emissions Trading System (ETS) is required and this can only be done against definite and agreed criteria. Only through this can we ensure and determine an adequate scope for 2019. It is high time also for the International Civil Aviation Organisation (ICAO) to prove that it is a proactive stakeholder, that can adopt effective climate measures that can be implemented by the industry and will really make a positive difference.
Here is a sincere appeal for more transparency. Only full transparency can ensure trust and put everyone’s mind at rest on the reliability and quality of the information provided. I understand that the airline industry, like many other industries, operates on thin margins and obviously needs to stay on top of any financial risk. This is the balancing act that needs to be achieved as more industries understand that they need to act and invest now to be prepared for the upcoming challenges.
Gesine Meissner (ALDE). – Herr Präsident! Es ist etwas ungewöhnlich, dass eine Liberale bei der Argumentation einer linken Kollegin ansetzt. Aber ich muss sagen, was Merja Kyllönen gesagt hat, kann ich voll unterstreichen. Merja hat gesagt: Wir brauchen ein effizientes, umweltfreundliches, globales – globales hat sie nicht gesagt, das habe ich hinzugefügt – System, und es lohnt sich, dafür zu kämpfen. Ich glaube, das sehen wir alle so, dass wir das brauchen – auch für den Luftverkehr, für die Emissionen – gerade jetzt angesichts dessen, was in der Karibik den Menschen an schlimmen Dingen passiert. Das ist eine Klimawandelauswirkung, die wir bekämpfen müssen – vollkommen richtig.
Die EU ist seit 10 Jahren Vorreiter bei einem EU-ETS-System und hat damit auch jetzt diese globale Diskussion ausgelöst. Wir haben aber gemerkt, dass es nichts bringt, die anderen zu zwingen. Es gab die Moskau-Erklärung 2012, bei der sich sogar Obama und der US-Kongress und Russland dagegen gewehrt haben, dass die EU hier diktiert, wie es weitergehen soll. Wir müssen doch jetzt sehen: Dem Klima ist am besten geholfen, wenn wir tatsächlich ein globales System haben. Ich befürchte, genau wie der Herr Kommissar, dass wir das gefährden, wenn wir jetzt zu stark versuchen, den anderen Daumenschrauben anzulegen. Darum bin ich für die ITRE- und TRAN-Variante.
Kateřina Konečná (GUE/NGL). – Pane předsedající, snižování emisí z letecké dopravy je jednou z největších výzev, kterým evropská environmentální politika v současnosti čelí. Tento sektor je totiž tím, který se z hlediska podílu emisí nejvíce rozrůstá, a to z 1,5 % v roce 1990 na 4,5 % v roce 2015.
Evropská unie totiž nebrala na leteckou dopravu v rámci vytváření efektivní klimatické strategie zřetel a navíc se snažila tento sektor co nejvíce liberalizovat. Jak úspěšné mohou být politiky Evropské unie, když neřeší takové významné problémy komplexně, ale vybírají si, kterými se chtějí zabývat a kterými ne?
Pokud nezačneme konat, a to v tuto chvíli a ihned, hrozí, že se emise z letecké dopravy zvednou do roku 2050 až o 300 %. Potom budeme horko těžko naplňovat klimatickou dohodu z Paříže, do které sama Evropská unie a my všichni jsme vložili tolik práce a nadějí. Prosím, už konečně přestaňme pouze mluvit a začněme něco dělat. Letectví musí být součástí systému, letectví musí být součástí environmentální strategie Evropské unie.
Wim van de Camp (PPE). – Wij praten vanavond over een gevoelig maar ook ambitieus dossier, zeker als het gaat over de transportsector. Wij hebben elkaar beloofd dat we de uitstoot zullen reduceren of transport nu wel of niet onder COP21 valt. Wij willen die ambitie waarmaken. Maar we zitten met een moeilijke verhouding tussen Europa en de rest van de wereld. Aan de ene kant stimuleren wij ICAO met de CORSIA-aanpak. Aan de andere kant willen wij dat vluchten uit derde landen in de EU de eigen EU-regels niet verstoren. En voorzitter, laat ik duidelijk zijn, mag de EU vooroplopen? Graag. Mag de EU ICAO stimuleren, zelfs forceren? Prima, maar uiteindelijk geen Europese Alleingang. Ik heb geen mooier woord dan dit Duitse woord: geen Alleingang en dat is ook de manier waarop wij binnen de Transportcommissie het stop-de-klok-dossier hebben behandeld. Laten we ambitieus zijn, laten we duidelijk zijn, maar ook bijvoorbeeld naar de Golfstaten toe, geen Alleingang, om ervoor te zorgen dat Europa niet lijdt, maar een voortrekkersrol op zich blijft nemen.
Isabella De Monte (S&D). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, la riduzione globale delle emissioni nazionali di gas a effetto serra è un obiettivo fondamentale della politica dell'Unione europea. In tal senso il sistema ETS è uno strumento essenziale per una riduzione economicamente efficiente di tali emissioni.
È necessario approvare in tempi rapidi il regolamento, viste le attuali incertezze all'interno dell'ICAO circa l'adozione di una misura mondiale volta ad affrontare a livello globale l'aumento delle emissioni.
Dobbiamo dare certezza e chiarezza di diritto agli operatori aerei e al contempo rispettare gli obblighi di conformità previsti dal sistema ETS dell'Unione europea.
Sarà inoltre importante la piena realizzazione del cielo unico europeo per il raggiungimento degli obiettivi fissati dall'accordo di Parigi e per la riduzione del 40% dei gas a effetto serra entro il 2030. Ciò è essenziale per evitare la frammentazione dello spazio aereo e per ottimizzare il flusso del traffico, con conseguenti benefici per l'ambiente.
Markus Ferber (PPE). – Herr Präsident, Herr Kommissar, liebe Kolleginnen, liebe Kollegen! Ich bin doch etwas überrascht, dass für den Luftverkehr nur ein System der Reduktion von CO2-Emissionen heute im Mittelpunkt steht, nämlich der Zertifikatehandel, obwohl im Luftverkehr ja auch eine Reihe von anderen Möglichkeiten zur Verfügung stehen, die auch in der Vergangenheit schon genutzt wurden. Also bitte belügen wir uns nicht gegenseitig, dass ohne ETS im Luftverkehr nichts gehen würde. Neue Triebwerkstechnologien, neue Flugzeuge mit ganz neuen Flügeltechniken, die geräuschärmer und emissionsärmer sind: Ein europäischer Luftraum würde viel dazu beitragen, dass wir weniger CO2-Emissionen haben. Oder Investitionen in Infrastrukturen, wie ich das jetzt in Frankfurt erlebe: Früher hat man Frankfurt von allen Seiten bewundern dürfen, wenn man angeflogen ist. Durch den Bau einer neuen Start- und Landebahn ist es deutlich reduziert worden. Alles das sind Maßnahmen, die CO2-Emissionen reduzieren.
Außerdem müssen wir schon aufpassen, dass wir als Europäer nicht soviel Vorbild sind, dass gar keiner mehr folgen will. Und wir haben ja deswegen die Uhr angehalten, weil die Drittstaaten nicht folgen wollten und weil wir ihnen ein System aufstülpen wollten, das eben nicht dazu beiträgt, Emissionen wirklich zu reduzieren im Verhältnis zu den Maßnahmen, die ich benannt habe. Deswegen ist es richtig, die Uhr weiter anzuhalten, bis alle mitmachen, aber natürlich auch sich anzustrengen, dass alle mitmachen. Das ist der Ansatz, den wir im Verkehrsausschuss vertreten haben, und ich hoffe, dass er morgen bei den Abstimmungen auch die notwendige Mehrheit findet. Verantwortung übernehmen, aber international!
Gilles Pargneaux (S&D). – Monsieur le Président, Monsieur le Commissaire, grand absent de l’accord de Paris, le transport aérien est pourtant le mode de transport le plus polluant par passager et par kilomètre parcouru. En effet, un vol aller-retour Londres-New-York représente autant d’émissions de CO2 que le chauffage par l’énergie fossile d’une maison pendant une année.
Avec un taux de croissance du trafic de 5 % par an, les émissions polluantes du transport aérien pourraient être multipliées au minimum par trois d’ici à 2050. Il nous faut donc adopter un mécanisme mondial de régulation pour compenser l’augmentation de ces émissions de CO2 des compagnies aériennes. Hélas, le mécanisme CORSIA ne sera juridiquement contraignant qu’à partir de 2027.
Face à cette urgence climatique, nous devons ainsi, Monsieur le Commissaire, limiter la prolongation du «Stop the clock» à 2020, il y va – je crois – de la défense en matière de lutte contre les changements climatiques des Européennes et des Européens et, au-delà, de l’ensemble de celles et de ceux qui subissent ces changements climatiques.
Damiano Zoffoli (S&D). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, il settore del trasporto aereo deve contribuire in maniera adeguata ed efficace al conseguimento degli obiettivi climatici dell'accordo di Parigi. Il trasporto aereo è attualmente responsabile del 4,5% delle emissioni all'interno dell'UE, emissioni che continueranno a crescere se non si interviene.
Il sistema CORSIA proposto dall'ICAO, peraltro di carattere volontario, ad oggi presenta molti limiti e aspetti sconosciuti. Serve più trasparenza: bene, perciò, la proposta della relatrice Girling, che fissa date precise e modalità per aggiornare periodicamente il Parlamento. Fondamentale è la richiesta alla Commissione di proporre misure per affrontare gli effetti del trasporto aereo sul clima dovuti agli ossidi di azoto e alle scie di condensazione, oltre che alla CO2.
Inoltre, si chiede alla Commissione di incoraggiare la ricerca sull'uso nel settore aereo dell'energia fotovoltaica e sui combustibili...
(Il Presidente interrompe l'oratore)
Catch-the-eye procedure
Franc Bogovič (PPE). – Letalstvo je sektor, kjer je rast izpustov toplogrednih plinov najhitrejša.
Če govorimo o dveh do treh procentih v svetovnem merilu, petih procentih v evropskem merilu, se moramo zavedati, da je to približno četrtina ali pa celo tretjina tistega, kar ustvarja kmetijstvo, ki prehranjuje celotno človeštvo.
Zato je nujno, da tudi letalski sektor pristopi k zmanjševanju izpustov toplogrednih plinov, kot pa je bilo že danes v razpravi in tudi kot je v poročilu zapisano in kakor je stališče Komisije zelo jasno, Evropa kot tista, ki na okoljskem področju vodi to pionirsko bitko, sama na tem področju ne more zmagati.
Zato podpiram usmeritev poročila, usmeritev Komisije, da poskušamo s svojim zgledom in z aktivnim delom pridobiti na našo stran tiste, ki so največji onesnaževalci na tem področju, se pravi Združene države Amerike, Kitajska in Indija. Skupaj smo lahko uspešni, sami pa moramo biti v tem vodilni.
Tibor Szanyi (S&D). – Mr President, I would also like to remind you that aviation activities are an important factor in greenhouse gas emissions and their level is constantly increasing, despite some good practices by some major airlines.
Various reports, such as the one on the aviation strategy for Europe in 2016, and the connected opinions, such as the opinion of the Committee on the Environment, Public Health and Food Safety, recall that any amendment to the existing legislation on including aviation in the EU ETS can only be considered if the so-called global market—based measure is ambitious and if it can be carried out as soon as possible.
In my opinion, any kind of derogation from extra EEA flights should be limited, for example in time, and the environmental integrity of the new scheme has to be properly assessed before any further derogations from the EU ETS are granted.
Nicola Caputo (S&D). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, il trasporto aereo è responsabile del 4,5% delle emissioni di CO2 prodotte nell'Unione europea. La misura globale proposta dall'ICAO è un primo punto di partenza per 191 paesi ma molti aspetti di essa restano sconosciuti.
Per questo non ritengo opportuna un'ulteriore proroga dell'esenzione per i voli da e verso l'Europa in vista dell'adozione di uno schema di provvedimento globale. Se ne potrà discutere quando saranno più chiari dettagli i fondamentali, quali la qualità di compensazione, la trasparenza e l'applicabilità della nuova misura, la cosiddetta CORSIA.
Va aumentata almeno al 50% la quota di emissioni messe all'asta, visto che al momento il trasporto aereo riceve gratuitamente l'85% delle sue quote di emissioni, nonostante la valutazione d'impatto ammetta che il settore non presenti rischi di riallocazione delle emissioni di carbonio.
Mantenere il trasporto aereo in un sistema ETS riformato costituisce uno strumento efficace per garantire che il settore contribuisca alle politiche climatiche dell'Unione europea, così come sono tenuti a fare tutti gli altri settori.
Maria Grapini (S&D). – De la bun început vreau să spun că apreciez munca făcută de cele două comisii (eu fac parte și din Comisia TRAN), poziția raportoarei, prudența cu care a finalizat acest raport. Eu cred că nimeni dintre cei ce suntem în Parlamentul European, dar nici din afara Parlamentului, nu conștientizează că protecția mediului reprezintă una dintre cele mai importante probleme. Însă trebuie să ne gândim cum să facem. Sigur, fiecare sector de activitate este responsabil pentru emisii, deci nici sectorul aviatic nu poate să fie exceptat. Dar cred că, până nu găsim o posibilitate de a corela puterea noastră de negociere cu țările non-europene, pentru că aici este o problemă globală, nu europeană, nu putem să ne stabilim niște măsuri prin care să punem din nou în dificultate sectorul aviației din Uniunea Europeană. Și, de aceea, eu cred că raportul, așa cum este făcut și sper să și fie votat, să aducă schimbări importante, însă în ritmul în care putem să facem negocierea globală, altfel vom fi într-o situație necorespunzătoare …
(Președintele întrerupe vorbitorul)
Νότης Μαριάς (ECR). – Κύριε Πρόεδρε, το 1/3 των παγκόσμιων εκπομπών διοξειδίου του άνθρακα προέρχονται από τις διεθνείς αερομεταφορές. Μάλιστα, καθώς αυξάνονται οι αερομεταφορές, οι παγκόσμιες εκπομπές διοξειδίου του άνθρακα θα αυξηθούν κατά 700 % μέχρι το 2050. Η παγκοσμιοποίηση του τομέα των αεροπορικών μεταφορών επιβάλλει στη διεθνή κοινότητα να διαμορφώσει ένα παγκόσμιο σύστημα ρύθμισης των εκπομπών του CO2 στον τομέα αυτόν. Μέχρι στιγμής όμως, Ηνωμένες Πολιτείες, Κίνα και οι άλλοι διεθνείς ρυπαντές κωφεύουν και δεν προσέρχονται σε μια διεθνή δέσμευση και μάλιστα σε μια φάση που στις Ηνωμένες Πολιτείες έχουμε σημαντικές φυσικές καταστροφές, ακριβώς λόγω της υπερθέρμανσης του πλανήτη. Απαιτείται λοιπόν μια συνεκτική διεθνής στρατηγική και τα ποσά που θα καταβάλλουν οι αεροπορικές εταιρείες λόγω της εμπορίας των ρύπων θα πρέπει να πάνε στην έρευνα και στη δημιουργία καθαρών τεχνολογιών. Επιπλέον, δεν θα πρέπει οι αεροπορικές εταιρίες να μετακυλίσουν τα κόστη τους στους καταναλωτές, καθώς έτσι θα βρεθούν σε δυσμενή θέση απομακρυσμένες χώρες της Ένωσης, όπως είναι η Ελλάδα η οποία εξαρτάται τουριστικά από τα τσάρτερ.
(End of catch-the-eye procedure)
Miguel Arias Cañete,Member of the Commission. – Mr President, I have listened very carefully to the debate today and I appreciate the engagement of the Members of Parliament and their commitment to bring this proposal forward in a swift manner. Political pressure has been mentioned by many of you – Ms Girling, Mr Lange, Mr Gerbrandy, Mr Eickhout, amongst others – and it is our intention to keep an ambitious position in the International Civil Aviation Organisation (ICAO). The outcome of ICAO does not fully meet European ambitions. An offsetting mechanism was not Europe’s first option for aviation and we would have preferred a carbon-trading system. But the ICAO process is a complex one and an offsetting mechanism was the maximum our international partners were ready to accept.
We are very well aware of the weaknesses of international credits. However, we are working hard in ICAO to define robust eligibility criteria for emission units so only those that deliver real and additional reductions can be used under the Carbon Offsetting and Reduction Scheme for International Aviation (CORSIA).
We have nevertheless to give CORSIA an opportunity to deliver, and some implementing rules which are still being finalised from several aspects such as monitoring, verification, transparency and eligibility of units or alternative fuels are key for ensuring environmental performance.
We need to know the final features of the scheme first and then see whether and how it is implemented by third countries before carrying out a final assessment. As foreseen in our proposal, we will come up with a new review at a new time when there is more clarity on the operation of CORSIA. In that review we will address the post-2020 situation in detail.
There was a very specific remark made by Mr Zoffoli related to non-CO2 gases from aviation and their impact on climate. Climate impacts from aviation’s non-CO2 gases are relevant. However, we will still need some research to better know how they operate and what the magnitude is. NOx emissions, water vapour or contrails may have different effects that could result in warming effects, but the magnitude depends also on the altitude or atmospheric conditions. That makes it also difficult to quantify their impact and to address them through market measures.
In any case, we remain committed to continue studying the effects of those emissions and assess measures to address them in the most effective manner.
I would like finally to thank all of you for taking this important step in Parliament which provides crucial political momentum for this proposal. I am glad to say that the discussions have progressed well in the Council as well, so we should be ready to start the trilogue soon, and the Commission stands ready to engage in the discussions and will do its best to facilitate an agreement before the end of the year.
Julie Girling, rapporteur. – Mr President, it is often said that we are united by more than that which divides us. I think that is the case here, despite two very clear points of view. There is a broad consensus on the need for climate change action in the aviation sector. That is clear. Nobody stood here and said that we should do nothing.
The main bone of contention seems to be the timing of – and indeed the confidence in – the ICAO process. So for those of you here who say that we should be cutting ICAO some more slack – and there do seem to be a number of ambassadors for ICAO here with us today – let me just say this. ICAO have known since 2008 that the EU wants to take action and we have been waiting for them to catch up. We have been doing exactly what we have been urged to do today: not leading too fast and making sure that there is time for details to be sorted out. We have been doing that since 2008.
In 2013, they said they would be ready by 2016. In February 2016, I and many colleagues here went to Montreal and they were talking about 2021. By September 2016, when we went back to Montreal, they were talking about a voluntary scheme in 2021 and a possible mandatory scheme five or so years later. Do not underestimate their ability to procrastinate. Please do not throw away our leverage. We have to hold onto it. It would be – and I use this term which I hear all the time in the UK – an act of self-harm to do so. Please, I appeal to colleagues, do not do it. It really will not get us anywhere. We must be firm.
President. – The debate is closed.
The vote will take place on Wednesday, 13 September 2017.
21. Zemes izmantošanā, zemes izmantošanas maiņā un mežsaimniecībā radušos siltumnīcefekta gāzu emisiju un piesaistījumu iekļaušana klimata un enerģētikas politikas satvarā laikposmam līdz 2030. gadam (debates)
President. – The next item is the report by Norbert Lins, on behalf of the Committee on the Environment, Public Health and Food Safety, on the inclusion of greenhouse gas emissions and removals from land use, land use change and forestry into the 20130 climate and energy framework (COM(2016)0479 – C8-0330/2016 – 2016/0230(COD)) (A8-0262/2017).
Norbert Lins, Berichterstatter. – Herr Präsident, Herr Kommissar, liebe Kolleginnen und Kollegen! Heute Abend geht es ein weiteres Mal um Europas Beitrag zur Bekämpfung des Klimawandels. Es geht um den europäischen Beitrag zur Umsetzung des Pariser Klimaschutzabkommens – dies alles im Lichte eines amerikanischen Präsidenten, der das selbige gekündigt, hat und im Lichte der Ereignisse der letzten Tage. Beim Klimaschutz spielen die Wälder eine herausragende Rolle. Die nachhaltige Waldbewirtschaftung ist absolut positiv. Vereinfacht gesagt: Der Wald geht uns alle an.
Was ist seit Paris passiert? Wir haben begonnen, das Pariser Klimaschutzabkommen umzusetzen, es mit Leben zu erfüllen. Darin nehmen der Wald und sein gewaltiger Beitrag zur Bekämpfung der Erderwärmung eine gewichtige Rolle ein. Aus diesem Grund debattieren wir hier und heute Abend das LULUCF. Hinter dieser Abkürzung verbirgt sich ein Verbuchungssystem für die CO2-Aufnahme und -Abgabe in der Forst- und Landwirtschaft. Welchen Beitrag leistet der Wald? Um den Klimaschutzbeitrag der Wälder verlässlich darstellen zu können, sind seriöse und robuste Verbuchungsregeln für CO2-Aufnahme und -Abgabe von Nöten.
Nicht zuletzt kommt Europa als Vorreiter auf diesem Gebiet eine sehr gewichtige internationale Vorbildfunktion zu. Nur so können wir dies auch von anderen Ländern – zum Beispiel Brasilien und anderen – verlangen. Die EU steht unter besonderer Beobachtung – vor allem auch im Hinblick auf die Weltklimakonferenz in Bonn im November dieses Jahres. Im LULUCF-Bereich gibt es kein Reduzierungspotential, sondern im Gegenteil ein gewaltiges Potenzial, dem Klimawandel entgegenzuwirken. Die Leistung unserer Wälder ist absolut großartig und muss entsprechend positiv kommuniziert werden. Ein aktives und nachhaltiges Forstmanagement muss so angelegt sein, dass es gleichzeitig gut für den Wald, für das Klima und nicht zuletzt auch für den Forstwirt ist. Das darf durch dieses Gesetz nicht verteufelt werden. Gerade durch weitsichtige und verantwortungsvolle Bewirtschaftung sind unsere Wälder in den letzten 25 Jahren um eine Fläche so groß wie Portugal gewachsen. Das sind immerhin neun Millionen Hektar.
Warum hat der Wald einen doppelt positiven Klimaeffekt? Ein Baum nimmt während seines Wachstums CO2 aus der Atmosphäre auf und lagert den Kohlenstoff ein. Insgesamt nehmen unsere Wälder zehn Prozent der gesamten EU—Treibhausgasemissionen auf. Zum Zweiten liefert der Wald Holz zur Stärkung der Bioökonomie – Holz, das beispielsweise beim Hausbau für Möbel und bei der Energiegewinnung verwendet wird.
Nun zu meinem Bericht: Wie deutlich geworden ist, begrüße ich den Vorschlag der Europäischen Kommission ausdrücklich, ich habe jedoch einige Änderungen vorgenommen, insbesondere bei der Erstellung des sogenannten Forst-Referenzwertes. Ich habe die Referenzperiode in die Jahre 2000 bis 2012 verändert, die Rolle der Mitgliedstaaten zur Kommission verändert, Flexibilität entsprechend eingebaut, die Kredite für die Waldwirtschaft verdoppelt und jetzt vor allem einen Plenaränderungsantrag gestellt, der versucht, die Referenzperiode mit den zukünftigen angenommenen Politiken in den Mitgliedstaaten zu vereinbaren. Ich glaube, das ist ein ausgewogener Kompromiss, der es verdient, die Mehrheit bei der Abstimmung am Mittwoch zu bekommen. Ich darf mich bei allen bedanken: Der Kommission, den Mitarbeiterinnen und Mitarbeitern, den Kollegen Schattenberichterstattern für die intensive und gute Zusammenarbeit in den letzten Monaten, und ich freue mich jetzt auf die Diskussion.
Miguel Arias Cañete,Member of the Commission. – Mr President, it is a pleasure to be here today in the plenary on the LULUCF proposal. This is an important initiative to implement the European Union commitments under the Paris Agreement and to contribute to the domestic European Union 2030 greenhouse gas emissions reduction target. The European Council’s guidance from October 2014 states that the EU target is ‘an economy-wide absolute reduction from base—year emissions’, reaching ‘at least 40% domestic reduction’ and covering all of the EU’s emissions. Contribution from land use and forests in reaching the long—term climate mitigation objectives is critical because of their potential for anthropogenic removal of carbon from the atmosphere. Forests alone currently cover more than 42% of the European Union land surface and have a huge potential for climate change mitigation through additional sequestration and storage of CO2 and through the potential to substitute fossil-based energy and materials.
This debate and the vote this week show that the European Union is serious about its international climate commitment under the Paris Agreement. By doing so, Parliament is also making swift progress on one of the key legislative priorities of the Union: under the Joint Declaration of the European Union’s legislative priorities for 2017, the three institutions have agreed that the 2030 climate action proposals are given priority treatment in 2017.
I appreciate the hard work of the rapporteur, Mr Lins, on this proposal and would thank him for the excellent cooperation. Many of the key elements of what you are proposing for vote in this House are in line with the Commission proposals, notably on the need to ensure the robustness of the accounting rules, in particular for forestry, and the sustainable management of forests. This is encouraging, as – like in the Commission proposals – this maintains a careful balance between the need to respond to an increasing demand of biomass availability and climate mitigation objectives. I also note your efforts to further strengthen the environmental integrity of the framework by introducing additional safeguards.
Let me offer a few comments on the key aspects of the rapporteur’s final proposal. First, the report adopted by the Environment Committee retains the main principles of the Commission proposal on the construction of Forest Reference Levels. However, it modifies the reference period to a more recent one – 2000 to 2012. This period would include policies promoting increased harvesting in the benchmark and risk hiding real emissions of forest biomass. We should instead be incentivising sustainable forest management and we are open on how to address this challenge. However, the use of a more recent reference period risks compromising the environmental integrity of the LULUCF accounting framework.
Second, we understand the concerns of some over the proposal’s language on management intensity, especially that of harvests. The Commission proposal is a way to acknowledge that the management intensity of forests must vary, in accordance with the national characteristics of the forest. If forests become older, more trees will reach maturity and increased harvest may be needed. The Commission proposal acknowledges that the future forest dynamics need to be captured in a forward-looking, projected forest reference level and does not fix the harvest to that of the past. The Commission has, for example, even shown that a harvest increase of up to two per cent may be justified in the projected forest reference level, averaged across the European Union.
Third, we must also consider this treatment of biomass emissions vis-à-vis the other legislative proposals. Emissions from combustion of biomass under the ETS and the ESR are zero rated. If instead the accounting of biomass emissions is done downstream in these sectors, the administrative and technical burden would be extreme. We need therefore to be pragmatic. A credible, robust approach compatible with the other pillars of the policy is required.
Fourth, I note with interest the proposal to give more visibility to harvested wood products. We see that this aspect of LULUCF is positive, not only for the climate, but also for jobs and the economy. That is why it deserved a special place in our proposal, as the only carbon pool with specific rules and a specific article.
Fifth, I welcome the specific improvements enhancing environmental integrity, such as the progressive inclusion of wetlands in the accounting scope, as of 2026, and the safeguard discussed of ensuring that the Union’s forest sink does not decrease, compared to the 1990 to 2009 average.
Lastly, I note that the report closely tracks the Commission proposal in respect of agricultural land accounting. We are pleased to see that a proportioned and balanced approach seems to have been found in determining flexibility towards the Effort Sharing sectors.
The Commission fully supports the efforts of Parliament and the Council to agree on the ETS and non-ETS proposals before the end of the year. On the ETS file we are in trilogue negotiations, and I welcome the renewed efforts to progress there.
I look forward to continuing to work with you on the LULUCF proposal and bringing it to a successful conclusion.
Florent Marcellesi, ponente de opinión de la Comisión de Desarrollo. – Señor presidente, después de uno de los veranos más calurosos de la historia, de los macroicendios y de los actuales huracanes, seamos realistas: hay que ser ambiciosos en nuestra lucha contra el cambio climático.
Según los científicos, no superar un grado y medio y, al mismo tiempo, proteger a la población más empobrecida de este mundo supone generar emisiones negativas, aparte del uso de la tierra y de los bosques, que no solo hay que utilizar como mecanismo de compensación.
Basado en ese principio, este Reglamento, pionero en el mundo, puede marcar un precedente y convertirse en un modelo para las negociaciones internacionales. Para ello es necesario que el Reglamento, en primer lugar, establezca claramente que las tierras tienen diferentes objetivos y que la producción de alimentos, sobre todo en los países del sur, tiene que ser compatible con los sumideros de carbono; y, en segundo lugar, que integre los derechos de tenencia de la tierra y de los pueblos indígenas.
Por último, llamo a respetar la posición de la Comisión de Medio Ambiente: cualquier intento de rebaja es ir en contra del Acuerdo de París y hacerle el juego a Trump.
Marisa Matias, relatora de parecer da Comissão da Indústria, do Comércio Externo, da Investigação e da Energia. – Senhor Presidente, as alterações climáticas estão cada vez mais presentes nas nossas vidas. Tivemos os verões mais quentes, como foi referido, incêndios trágicos, inundações, furacões, enfim, é o centro da nossa vida que está em causa.
Enquanto relatora da comissão ITRE procurei sempre que colocássemos a garantia de uma monitorização adequada, robusta, sólida e justa para podermos avançar com os objetivos do Acordo de Paris. Tivemos imensas dificuldades no que diz respeito, especialmente, em relação ao período de referência. Mantivemos uma divisão quase até ao final, embora com um acordo na generalidade das questões. Mas a verdade é que é inaceitável que os interesses da indústria de apenas um país do Norte da Europa possam pôr em causa, ou possam pôr-se à frente, dos interesses de todos os países da Europa e dos seus cidadãos e do bem comum. Por isso, apelo a que se vote favoravelmente o relatório do senhor Lins. Ele é claramente mais favorável do que aquele que se aprovou na ITRE, em relação ao qual eu próprio votei contra e devo dizer, Senhor Comissário, que preferia ainda a versão da Comissão quanto aos períodos de referência, mas isso, infelizmente, não pode avançar.
Franc Bogovič,Pripravljalec mnenja Odbora za kmetijstvo. – Uredba LULUCF govori o pomenu rabe kmetijskih zemljišč in gozdov za podnebne spremembe.
Kmetijstvo oziroma rastlinstvo prek fotosinteze, prvič, ne uporabijo zelo veliko CO2, po drugi strani pa se v gozdovih tudi kopičijo zaloge, ki so na koncu lahko kvaliteten vir za gradbeni material ali pa tudi za energetsko izrabo.
Pri tem dokumentu podpiramo usmeritve, ki jih je dal tudi ENVI, v tej smeri, da je treba biti zelo pozoren pri trajnostni rabi gozda, kajti gozd, ki se stara, ki ga tudi ni dovolj posekanega, lahko igra ravno obratno vlogo.
Prihajam iz Slovenije, kjer je bila v obdobju 2000-2009 sečnja zgolj 37 % od prirasta. Zato je takšna rešitev, ki tu omogoča tudi povečanje sečnje, trajnostna, kajti s takšno rabo, kot je bila doslej, bi bil ravno nasprotni učinek.
Podpiram takšen fleksibilen pristop in da se tudi država in pa Komisija dogovorita o posamezni rabi, kot je v amandmajih tudi omogočeno.
Peter Liese, im Namen der PPE-Fraktion. – Herr Präsident, Herr Kommissar, liebe Kolleginnen und Kollegen! Alle Sektoren müssen bei unseren Anstrengungen gegen den Klimawandel mitmachen, natürlich auch die Land- und Forstwirtschaft. Deswegen mutet es auf den ersten Blick überraschend an, dass wir hier keine Reduktionsziele haben bei den Emissionen, wie wir das in der Industrie und in anderen Sektoren haben. Aber es liegt eben daran, dass nachhaltige Forstwirtschaft schon heute einen Beitrag zum Klimaschutz leistet. Waldbewirtschaftung ist aus Klimaschutzsicht und aus vielerlei anderer Sicht etwas Positives, und diesen Beitrag wollen wir anerkennen. Gleichzeitig müssen wir aufpassen, dass es nicht zu Buchungstricks kommt. Es ist nicht ganz leicht, das Ganze so zu berechnen, dass da auch wirklich alles sauber ist. Und wir wollen auch kein schlechtes Beispiel geben für andere Regionen, andere Länder der Welt.
Wenn man den Sektor des Waldes komplett anerkennt, dann könnte es in einem Land wie Brasilien dazu kommen, dass man sagt: Ihr braucht eure Kraftwerke, eure Stahlwerke und viele andere Anlagen überhaupt nicht mehr mit Klimazielen in irgendeiner Form zu belasten, und das wäre für das Klima schlecht. Es wäre aber auch für die Wettbewerbsfähigkeit der europäischen Wirtschaft schlecht, wenn wir da zu großzügig sind.
Deswegen brauchen wir einen guten Kompromiss. Die Anstrengungen müssen gewürdigt werden, aber gleichzeitig brauchen wir auch eine Begrenzung. Ich bin sehr dafür, dass die Kommission eine Referenzperiode vorgeschlagen hat. Aber ich bitte Sie, wie Norbert Lins, um Unterstützung des Änderungsantrags der EVP, dass wir das bei Beibehaltung des Ziels ein bisschen flexibler handhaben.
Paul Brannen, on behalf of the S&D Group. – Mr President, in July in the Committee on the Environment, Public Health and Food Safety we voted on LULUCF and here the central debate in the committee was around whether we supported the Commission’s proposal to have a historic reference level, or we supported a different proposal coming from a minority of countries and a minority of MEPs for a future reference level. The S&D supported the Commission position and the Environment Committee went on to support the position of the Commission. And now we find ourselves in a strange situation because, having lost the argument about historic reference levels, the minority of countries and the minority of MEPs have come back with a wrecking amendment – a wrecking amendment that would remove the guts, the heart, from the Commission’s proposal. If you remove the word ‘intensity’ from what is in front of us tonight, what is it that you would be measuring in relation to European forests? The whole purpose of the accounting system proposed by the Commission is to measure the intensity with which we use our forests in the future compared to how we used them in the past. So if this amendment goes through, then you take the heart out of what it was that we at the Environment Committee and at the Commission level were trying collectively to achieve.
So, please, when it comes to the vote on Wednesday, support the motion as it is, produced by the rapporteur from the EPP. It is a compromise but it is fine, we all agreed it, we can work on it, but there is only one amendment, notice, only one amendment, and that amendment must be opposed because it represents narrow-minded individual country interests. Support the Commission proposal which is for an EU-wide climate change response in line with the Paris Agreement, keeping the word ‘intensity’.
(The speaker agreed to take a blue-card question under Rule 162(8))
Fredrick Federley (ALDE), blue-card question. – Mr President, it is with some surprise that I hear strong words about a few countries. The few countries you are talking about are the few countries that have been managing their forests in a sustainable way for years. I would like to compare the way we have been managing our forests to the way that your country has been performing with your forests. Again we come down to this issue. When colleagues from other countries – which do not have bears, do not have wolves – want to decide what we in Sweden should do with our forests, please explain how your model is better than ours.
Paul Brannen (S&D), blue-card answer. – This is a debate that we have had throughout the LULUCF discussion. There are two things on the table: there is how we manage our forests, which admittedly is a nation-state responsibility, but there is also how we tackle climate change – and that is an EU-wide responsibility. You have to decide, ultimately, which is more important: individual country plans for forests, or how we tackle climate change collectively at an EU level. I know which is more important. I know which is more important for our children and the future of this planet. I hope that you would realise.
Jadwiga Wiśniewska, w imieniu grupy ECR. – Panie Przewodniczący! Koleżanki i Koledzy! Porozumienie paryskie było możliwe głównie z tego powodu, że z jego ostatecznego tekstu wykreślono dekarbonizację. Nie promuje ono zatem na ślepo radykalnego zmniejszania emisji CO2, zamiast tego dąży do zapewnienia neutralności emisyjnej, czyli równowagi między emisjami a zdolnością do ich pochłaniania. Zdolność do pochłaniania zapewniają w ogromnej mierze lasy. Jeśli zatem chcemy być wierni duchowi porozumienia paryskiego, to musimy rozwijać polityki, które promują rozwój lasów i odpowiedzialne gospodarowanie zasobami leśnymi. Dlatego tak ważne jest, żeby LULUCF umożliwiało takie prowadzenie gospodarki leśnej, które z jednej strony zapewnia utrzymanie i rozwój zasobów leśnych pochłaniających dwutlenek węgla, a z drugiej strony nie ogranicza tych gałęzi gospodarek, które od leśnictwa są uzależnione.
Pamiętajmy, że lasy od wieków były przedmiotem działalności ludzkiej. Utrzymywanie zrównoważonej gospodarki leśnej absolutnie nie stoi w sprzeczności z możliwością rozwoju potencjału pochłaniania lasów, dlatego grupa ECR poprze poprawkę sprawozdawcy dotyczącą poziomów referencyjnych dla lasów, ponieważ zmierza ona do zapewnienia koniecznej elastyczności.
Nils Torvalds, ALDE-ryhmän puolesta. – Arvoisa puhemies, joskus käy politiikassa sillä tavalla, että joku yksittäinen asia nousee koko keskustelun keskiöön ja unohdetaan, mistä kokonaisuudesta on kyse. Näin on käynyt myöskin ympäristökeskustelussa. Näyttää siltä, että unohdamme, että kysymyksessä on todellinen iso kokonaisuus, josta päästökauppa on yksi osa, toinen on taakanjako, jossa Suomen taakka on kohtalaisen iso eli 39 prosenttia, ja kolmantena jalkana tässä kokonaisuudessa on LULUCF.
Panin ilolla merkille, että komission jäsen Arias Cañete painotti, että komissionkaan tarkoitus ei ole vähentää jäsenmaiden mahdollisuuksia hoitaa asiansa vastuullisella metsäpolitiikalla. Ennen tätä keskustelimme myös siitä, millä tavalla pystymme tulevaisuudessa vähentämään lentokoneiden hiilidioksidipäästöjä. Ainoa tapa edetä sillä tavalla on käyttää metsän resursseja hyväksemme luodaksemme sellaista polttoainetta, joka ei saastuta meidän maailmaamme. Silloin puhutaan meidän – Suomen, Ruotsin, Saksan, Puolan, Espanjan ja Ranskan – metsäresursseista. Englantilaisilla oli metsää joskus 1500-luvulla – Sherwood Forest – mutta jos ystäväni Paul Branning käy katsomassa, missä kunnossa Sherwood Forest on tänä päivänä, niin hän pettyy. Niin kuin on syytäkin pettyä.
Merja Kyllönen, GUE/NGL-ryhmän puolesta. – Arvoisa puhemies, tulevien sukupolvien näkökulmasta teemme ilmastopolitiikan suhteen isoja ratkaisuja. Voisin ajatella vain kotimaatani, mutta ilmastopakolaisuuden riskit pakottavat katsomaan laajemmalle. Nyt käsittelyssä olevan esityksen erimielisyys tuntuu olevan aikajänne ja hakkuuintensiteetti. Minulle haastavinta on kokonaisuus ja sen hallinta, tasapainotetaanko vai ei maapallon hiilitase lyhyellä ja pitkällä aikavälillä. En usko, että komissio halusi esityksellään estää metsien kasvun järkevää käyttöä. Ratkaisevaa lienee, mihin metsän kasvua käytetään. Kestävän metsätalouden hiiltä sitoviin ratkaisuihin vai kokonaispäästöjä lisääviin ratkaisuihin?
Olisin toivonut meiltä keskustelua metsittämisvelvoitteesta, kokonaishiilinielun kasvattamisesta niin EU:ssa kuin maailmalla, laajemman analyysin siitä, millä fossiilitalous korvataan, mikä tuottaa enemmän päästöjä ja mikä vähemmän. Meidän on yksinkertaisesti kyettävä luomaan Eurooppaan uskottava ilmasto-ohjelma yhteistyössä. Vain niin tämä planeetta voi olla elinkelpoinen myös lapsille ja lapsenlapsille.
Benedek Jávor, a Verts/ALE képviselőcsoport nevében. – Elnök Úr, tisztelt Kollégák a LULUCF szabályozás az európai klímaszabályozásnak az egyik kulcskérdése, hiszen tudjuk, hogy az elmúlt 100-150 évben a globális kibocsátásoknak kb. 40%-áért az erdészet, illetve a földhasználatváltás volt felelős. Így kell tekintenünk erre a szabályozásra, mint aminek döntő jelentősége van a klímaváltozás szempontjából. Ugyanakkor sokszor úgy látom, hogy amikor a LULUCF szektorról beszélünk, akkor a megközelítésünk valahogy furcsán a visszájára fordul. Ahelyett, hogy azt néznénk meg, hogy végső soron a légkör szempontjából, amelyiknek a változásaira hatást gyakorlunk, abból a szempontból vizsgálnánk meg az erdőknek és a földhasználatnak a szén-dioxid-kibocsátását, technikai kérdéseken vitázunk, technikai elszámolási kérdéseken vitázunk ahelyett, hogy azt néznénk, hogy a végén hogyan járulunk hozzá a klímaváltozás megelőzéséhez.
Az Európai Bizottság javaslata azt gondolom, hogy egy jó kísérlet a kompromisszum megteremtésére különböző nézőpontok között, azzal együtt, hogy számos hibáját tudnám sorolni. Messze nem megy elég messze az én megítélésem szerint, ugyanakkor egy lehetőség arra, hogy valamiben közösen megállapodjunk. Az ENVI bizottság állásfoglalása még egy lépéssel tovább megy a Bizottsághoz képest, és további kibocsátásokat engedélyez ezen a területen. Ezzel együtt ez is egy lépés előre. Azt gondolom, hogy az ENVI bizottság álláspontja a végső minimum, ameddig el lehet menni, és semmiféle változást e nehezen kiizzadt kompromisszumhoz képest nem tudunk támogatni az Európai Parlamentben, és azt kérem, Önök se támogassák.
Eleonora Evi, a nome del gruppo EFDD. – Signor Presidente, onorevoli colleghi, vent'anni fa il primo rapporto dell'IPCC sulle conseguenze del riscaldamento globale dipingeva il quadro che vediamo oggi: fenomeni metereologici sempre più estremi e distruttivi. Continuiamo a ripetere che vogliamo contenere l'aumento di temperatura entro i 2° C, possibilmente 1,5° C, così come sottoscritto a Parigi, e questo è un tentativo lodevole e necessario ma diventa ogni giorno meno credibile.
L'incertezza è totale e non soltanto perché gli impegni, gli accordi politici e gli obiettivi di riduzione sono inadeguati, ma anche perché potrebbero sopraggiungere elementi di rischio fino ad oggi ignorati: dalla fusione del permafrost, ad esempio, che rilascerebbe i gas precedentemente intrappolati, di cui nessuno può quantificare la portata; oppure proprio dal suolo, che insieme alle foreste, è oggetto del regolamento in discussione oggi. Un recente lavoro pubblicato su Nature descrive un processo di accelerazione del rilascio di CO2 dal suolo, come conseguenza della maggiore attività dei microrganismi, stimolata proprio dall'aumento delle temperature medie. I ricercatori stimano che entro il 2050 potrebbero liberarsi dal suolo almeno 55 miliardi di tonnellate di CO2 non previsti dagli scenari di emissione.
In quest'Aula io ho sentito centinaia di voci preoccupate dai cambiamenti climatici sollevarsi da tutti i gruppi politici: quando però si tratta di tradurre i proclami in azioni legislative conto ancora tanti, troppi gruppi, troppi colleghi che continuano a difendere lo status quo, a rimandare, a diluire gli impegni, a inserire flessibilità e scappatoie.
Il testo approdato in Aula rappresenta già un compromesso al ribasso rispetto a quanto le evidenze scientifiche e il buonsenso richiederebbero. Per il Movimento 5 Stelle è un testo comunque accettabile ma che non deve essere indebolito da emendamenti pericolosi, come quello proposto dal gruppo PPE, che aumenta la flessibilità per le foreste gestite, consentendo di fatto un aumento delle attività di taglio. Io invito tutti a garantire coerenza tra i provvedimenti che votiamo qui in Aula e gli impegni politici che ci assumiamo.
(L'oratrice accetta di rispondere a una domanda "cartellino blu" (articolo 162, paragrafo 8, del regolamento))
Miapetra Kumpula-Natri (S&D), blue-card question. – You also mentioned a scientific basis for the LULUCF with which I very much agree: we have to look at the whole forest in the world and in Europe. So how can you say that this proposal, which would give for some countries the reference of their yearly increment to remain at 85% and for some countries it is around 40%? What is the scientific reason for that? I do not see there any basis on which we can make this difference between the Member States.
Eleonora Evi (EFDD), Risposta a una domanda "cartellino blu". – Forse non mi sono spiegata molto bene o forse non ci siamo capiti: l'evidenza scientifica riguarda quello che è attualmente il cambiamento climatico in atto e l'urgenza che i dati scientifici ci propongono sull'azione politica che deve essere fatta: e l'azione politica che deve essere fatta, ahimè, è sempre troppo debole. Ed è questo il punto cruciale, che secondo me dobbiamo riuscire a risolvere, e invito quindi tutti nuovamente ad aumentare l'ambizione delle azioni politiche che stiamo intraprendendo.
Pilar Ayuso (PPE). – Señor presidente, señor comisario, desde que se aprobó el Acuerdo de París, usted nos ha hecho varias propuestas muy importantes para la lucha contra el cambio climático. Por ejemplo, la Directiva de comercio de emisiones es importante, o la Directiva de sectores difusos. Pero esta que nos ocupa es particularmente importante porque afecta a la silvicultura y a la agricultura y, por lo tanto, al medio rural.
Quiero felicitar al ponente, en primer lugar, por el gran trabajo y por haber podido llegar a un acuerdo que no era nada fácil, porque hay posiciones antagónicas dentro de esta Cámara y dentro de nuestro propio grupo. Y, además, ha sabido respetar las diferentes tipologías de bosques de la Unión Europea.
Las absorciones que se hacen por agricultura, usos de la tierra y silvicultura tienen que ser reales y tienen que ser comparables. Tienen que ser reales para respetar los esfuerzos realizados por otros sectores y para evitar que se haga una contabilidad creativa, lo que, además, sería un desprestigio para la Unión Europea en el ámbito internacional. Y tienen que ser comparables porque es necesario poder cuantificar las absorciones de cada Estado miembro y de la Unión Europea en su conjunto. Los periodos de referencia son totalmente necesarios, y es preciso que sean racionales y consistentes. Por todo eso, es conveniente que la Unión Europea —la Comisión— tenga un control sobre las cifras de los Estados miembros.
Considero que este Reglamento es muy importante para las actividades económicas sostenibles en el mundo rural, y tenemos que apoyarlo.
Miriam Dalli (S&D). – Mr President, we can all agree that forests are clean and they clean the air. They provide oxygen, raw materials and energy and they are a crucial element to tackle climate change. On the one hand they can cool the climate, but at the same time intensive felling and deforestation can have serious negative climate impacts. We are aware of the important role that forests, land and ecosystems have if we want to reach our Paris Agreement targets.
I could not help but follow the negative campaign that has been going on before the vote will be taken during this plenary, and I saw also amendments attacking the delicate position that was achieved in the Committee on the Environment, Public Health and Food Safety (ENVI) on this legislation, and I believe that if we end up adopting a future reference level rather than one based on what is well documented and known, we will end up with a system which will not work and will not address our climate change concerns.
The report of the Parliament’s Environment Committee is a step towards a better climate policy. It aims at a robust and transparent accounting system for forestry emissions rather than one which will have the potential to hide emissions from increased forest cutting. Once again we need a strong parliamentary position on LULUCF: one that gives proof of our climate commitment and ensures the capacity of our forests to store carbon.
Mark Demesmaeker (ECR). – Ik kom uit Vlaanderen, collega's, en dat is een regio die in vergelijking met andere EU-lidstaten veel minder bosrijk is, maar we hebben wel enkele mooie bosparels en we weten hoe belangrijk ze zijn. In mijn eigen stad hebben we het Hallerbos. En ook het Zoniënwoud, dat afgelopen zomer door de Unesco werd erkend als werelderfgoed, ligt mij nauw aan het hart. De bossen zijn zo waardevol, weten we. Ze vormen een bron van rust, van recreatie, ze zijn een habitat voor fauna en flora. Hun duurzaam beheer heeft een economische dimensie en ze dragen bij tot een beter klimaat en een betere luchtkwaliteit. Om de 2030-doelstelling van 40 % minder CO2 te behalen zijn inspanningen van alle sectoren nodig. En ook mijn partij N-VA is ervan overtuigd dat bosbouw een belangrijke bijdrage kan en moet leveren aan het klimaatbeleid door te zorgen voor minder CO2 in de lucht. Daarom steunen we de ambitie om tegen 2030 de netto-uitstoot van bosbouw tot nul te herleiden en nadien verder te evolueren naar een positieve balans, een noodzakelijke bijdrage aan een koolstofarme samenleving.
Gerben-Jan Gerbrandy (ALDE). – Mr President, LULUCF is awfully complex, almost as complex as its abbreviation, but it is very important for all of us. Almost one fifth of all global greenhouse gases come from it. The LULUCF Regulation is not a policy that prescribes in detail what Member States should do with their forests. It does not even regulate whether a government or private company can start or stop harvesting a forest.
LULUCF is an accounting policy. By correctly checking the exact amount of emissions released or absorbed by forests, agricultural land and other forms of land use, we know how much emissions budget is left for other types of emissions. Member States can, on the basis of the account, decide themselves what specific measures they want to take on forest and land use, or on other sectors of the economy such as transport and energy.
Let’s not fool ourselves by tweaking the rules though. LULUCF is like managing your financial budget. It is extremely boring and complicated but crucial to avoid bankruptcy.
Ángela Vallina (GUE/NGL). – Señor presidente, vaya por delante que yo creo que aquí todos decimos que defendemos la lucha contra el cambio climático y que esta lucha, además, tiene que ser desde todos los sectores, como también se está haciendo desde la Comisión de Desarrollo Regional respecto al papel de las ciudades y regiones.
Pero la solución para conseguir una reducción de gases de efecto invernadero no está en hacer malabares con los números y forestar las tierras agrarias, sino en cambiar el modelo de producción agraria actual, reducir los abonos nitrogenados, prohibir la ganadería industrial y la agricultura y evitar los cambios en los usos del suelo que favorecen el modelo industrial este insostenible, y poner fin a la transformación también de los alimentos durante su transporte.
Una abundante masa forestal es necesaria por muchos motivos aquí expuestos ya, pero es necesaria también una cantidad suficiente de superficie agraria para garantizar la seguridad y soberanía alimentaria. Se debe llevar a cabo un cambio real y urgente hacia una producción alimentaria basada en la agroecología y los circuitos cortos de comercialización de alimentos.
Molly Scott Cato (Verts/ALE). – Mr President, last week I was invited by the Polish Greens to take action against logging in Białowieża forest, Europe’s oldest forest and a vital carbon sink. Whilst the EU is trying to protect this particular forest, it is simultaneously incentivising logging elsewhere in Europe through failing to control land use and biofuels.
Enhancing carbon sinks through sustainable land and forestry management has long been recognised as an important pillar of carbon reduction, but the sloppy carbon accounting put forward in this regulation on land use management leaves a gaping loophole which would allow for increased logging in the EU. At the same time, the biofuel industry are pushing for high targets and renewables that would also increase deforestation.
We need the EU to show leadership and take our Paris climate targets seriously. When will we wake up to the stark reality of climate change, start protecting our forests and begin to see the wood for the trees?
Christofer Fjellner (PPE). – Herr talman! EU har inte och ska inte ha någon beslutanderätt över skogspolitiken. Ärligt talat tror jag nämligen inte ens att vi i det här rummet är överens om vad en skog är för någonting. EU fattar dock många beslut som påverkar skogen, inte minst i klimatpolitiken. Detta är kanske det allra viktigaste av de besluten. När vi utformar klimatpolitiken måste vi använda skogens otroliga potential för att bekämpa klimatförändringarna, men det gör vi inte idag.
De flesta av mina kolleger som nu har sagt hur man ska använda skog och vad vi ska besluta och inte vet nog inte ens de mest grundläggande fakta om tillståndet i Europas skogar – att vi inte ens avverkar 60 procent av tillväxten, att skogarna i Europa växer nästan motsvarande ett Cypern varje år. Man kan alltså öka mängden skog och öka mängden avverkning. Det har vi gjort i Sverige i över hundra år. Det är därför vi aldrig får sätta tak för intensiteten i skogsbruket.
Till min socialdemokratiska kollega från Storbritannien vill jag säga följande: Ni högg ner era skogar för tusen år sedan och har fortfarande inte kommit på hur man ska få dem tillbaka. Jag tycker det borde vara läge för lite ödmjukhet när man ska försöka komma med lektioner till dem som har vårdat och utvecklat skogarna och fått tillbaka dem, just under de senaste hundra åren. Lyssna och lär istället!
Daciana Octavia Sârbu (S&D). – Sectorul exploatării terenurilor are un efect profund asupra emisiilor de gaze cu efect de seră și poate juca un rol uriaș în eliminarea lor din atmosferă. Contabilizarea impactului acestui sector este, deci, un element cheie în politica privind clima. Fără această componentă nu putem implementa Acordul de la Paris. Nu putem nici măcar să-i monitorizăm progresul. Această legislație va contribui la angajamentele noastre internaționale și, în plus, va arăta și va cuantifica valoarea reală a pădurilor, a zonelor umede și a altor resurse naturale. Legislația propusă ar trebui să încurajeze statele membre să-și protejeze absorbanții de carbon, dar flexibilitatea este, la rândul ei, importantă. Ar trebui să fie permis ca emisiile dintr-un sector să fie compensate de absorbțiile de carbon din alte sectoare sau comercializate între statele membre, atâta timp cât efectul cumulativ al acestor elemente de flexibilitate este acela de reducere a emisiilor totale.
Hannu Takkula (ALDE). – Arvoisa puhemies, EU:n ja eri jäsenmaiden metsälait varmistavat, että Euroopan metsiä hoidetaan kestävästi luonnon monimuotoisuutta kunnioittaen, mikä on erittäin tärkeää. Siksi myös Euroopan puuvarat ovat kasvaneet pitkään ja tulevat kasvamaan myös tulevaisuudessa ilmastoa viilentäen.
Euroopan on mahdollista yhdistää metsävarojen kasvattaminen ja lisääntyvä puunkäyttö. Voimme korvata monet ilmastolle haitalliset fossiiliset tuotteet, kuten betonin, öljyn ja polttoaineet, uusiutuvilla puuperäisillä tuotteilla. Tulevassa LULUCF-äänestyksessä ratkaistaan Euroopan biotalouden tulevaisuus. Komission ja ympäristövaliokunnan esitykset metsien hiilinieluista kannustaisivat jäädyttämään puunkäytön menneisyyden tasolle, mikä ei ole järkevää. Tällainen laskentatapa tekisi esimerkiksi Suomen hiilinielusta ilmastolaskennoissa päästön. Joutuisimme tuomaan puuta Euroopan ulkopuolelta, missä metsää ei välttämättä hoideta kestävästi.
Meidän on parlamentissa ymmärrettävä katsoa eteenpäin ja nähtävä lisääntyvien puuvarojen suomat mahdollisuudet. PPE-ryhmän tarkistus 65 antaa tähän mahdollisuuden varmistaen, että metsävarat kasvavat myös tulevaisuudessa. Se kannustaa myös jäsenmaita kestävään puunkäyttöön ja metsätalouteen.
Martin Häusling (Verts/ALE). – Herr Präsident! Ich darf mich zunächst bei Herrn Lins bedanken. Die Vorlage der Kommission ist verbessert worden. Natürlich muss Land- und Forstwirtschaft ihren Beitrag leisten. Aber wir müssen darauf schauen, was für eine Landwirtschaft wir denn einbeziehen. Eine Intensivlandwirtschaft ist eher ein Problem. Auch eine Landwirtschaft, die zum Beispiel weiterhin intensiv Moorböden nutzt, ist ein Problem, oder eine Landwirtschaft, die dazu beiträgt, Grünland zu zerstören. Auch das setzt riesige Mengen an CO2 frei.
Dasselbe gilt natürlich auch für die Forstwirtschaft. Nur eine nachhaltige Forstwirtschaft kann zur Problemlösung beitragen. Eine Forstwirtschaft, die auf schnell wachsende Bäume wie zum Beispiel Eukalyptus im Süden Europas setzt, ist kein Beitrag zum Klimaschutz. Da müssen wir sehr differenzieren. Deshalb ist es wichtig, dass wir nachhaltige Systeme unterstützen.
Eines dürfen wir jedenfalls nicht machen: Wir dürfen die LULUCF-Vorlage nicht zur Verrechnungsstelle nutzen und uns nicht in anderen Bereichen die Welt schön rechnen, während dann zum Beispiel im Verkehrsbereich Emissionen nicht reduziert werden. Dafür ist LULUCF nicht gemacht. Wir müssen hier sauber trennen und LULUCF nicht als Verrechnung benutzen.
Marijana Petir (PPE). – Gospodine predsjedniče, čestitam kolegi Linsu na izvješću, zahvaljujem mu na trudu koji je uložio u izradu ovog izvješća kao i na odličnoj suradnji. U vrednovanju doprinosa šuma europskim energetskim i klimatskim politikama potrebno je pažljivo procjenjivati mogućnosti i kapacitete država članica, pogotovo ako se u obzir uzimaju povijesni kriteriji gospodarenja šumama.
Hrvatska ima gotovo 50 % državnog teritorija prekrivenog šumom i svake godine ostvaruje značajan prirast šumske biomase. Prema podacima Eurostata vidljivo je kako su države članice koje su pristupile Europskoj uniji 2004. godine i poslije podigle razinu gospodarenja šumama. Hrvatska nije bila u mogućnosti ostvariti višu razinu gospodarenja šumama na svom cijelom teritoriju već samo na teritoriju kojim je mogla u potpunosti upravljati. Naime, Hrvatska od 1991. do 1998. godine zbog okupacije dijela teritorija, zbog Domovinskog rata koji je uslijedio, nakon toga i proces mirne reintegracije, nije mogla upravljati svojim šumama. Posljedice velikosrpske agresije još i danas osjećamo zbog zaostalih minskih sredstava.
Hrvatska je do sada uložila preko 680 milijuna eura za razminiranje minski sumnjivih područja. Taj posao razminiranja je doista bio intenzivan, ali je ostalo još 425 km2, i to neće biti gotovo prije sredine 2019. godine. Preko 90 % te preostale minirane površine upravo čine šume te stoga zahvaljujem kolegi Linsu koji je uvažio sve ovo i omogućio iznimku za Hrvatsku.
Miapetra Kumpula-Natri (S&D). – Arvoisa puhemies, meidän on vastattava kolmeen haasteeseen yhtä aikaa: hillitä ilmastopäästöjä, uudistaa taloutta ja teollisuutta sekä korvata fossiilisia raaka-aineita uusiutuvilla, myös kestävän metsänhoidon biomassoilla. Kokonaisuus johtaa parempaan ilmastonmuutoksen torjuntaan.
Olin LULUCF:n varjoesittelijä ITRE-valiokunnassa. Lisäsimme hiilinielujen kirjanpidossa oman kategorian puutuotteille. Näihin varastoituu hiiltä, ja niillä voi korvata edelleen fossiilisia materiaaleja. ENVI-valiokunta huomioi tämän, kiitos siitä.
Keskeisessä kysymyksessä metsänkäytön vertailujaksosta ITRE-valiokunta halusi ottaa huomioon kaiken, myös tuoreimman tiedon. Valitettavasti nyt pöydällä oleva esitys rajoittuu vanhaan ajanjaksoon metsien vuotuisen käytön osalta ja mielivaltaisiin eroihin EU-maiden kesken.
Euroopan tasolla metsien tulee olla nielu. Tällaista esitystä EU-maiden kesken on mahdoton hyväksyä. Esittelijän äänestykseen tekemä tarkistus mahdollistaisi tämän korjaamisen. Pyydän kollegoitani äänestämään ENVI-valiokunnan mietinnön, mutta myös tarkennuksen puolesta. Katse Eurooppaan ja hiilinielujen luomiseen, mutta ei jäsenmaiden eriarvoisuuden pohjalta.
Fredrick Federley (ALDE). – Herr talman! Den som följer denna debatt kanske tror att det finns jättemånga härinne som är emot att vi skulle ha beräkningsgrunder för skogens klimatpåverkan. Så är det inte alls, utan vad vi pratar om är tekniska detaljer där vi skiljer oss i det förslag som har kommit från kommissionen.
Jag vill också påminna mina kolleger i miljöutskottet som helt verkar ha glömt att också industriutskottet och jordbruksutskottet har behandlat detta betänkande genom att avge yttranden. Där var resultatet helt annorlunda. Så om man försöker få det att framstå som att det är några få ledamöter från några få länder som har en annan syn på några av beräkningsgrunderna, stämmer det alltså inte alls. Det är en förkrossande majoritet i industriutskottet och jordbruksutskottet som har en annan inriktning.
När det gäller referensnivåer och varför de är särskilt viktiga är det klart att om vi sätter beräkningsgrunder på historisk grund, innebär det att om vi skulle titta på tandborsttillverkning och den skulle gälla efter hur vi fick tillverka tandborstar på 1800-talet, så är det klart att vi får fram helt andra resultat än modern teknik idag.
Heidi Hautala (Verts/ALE). – Arvoisa puhemies, ilmaston kannalta hiilinielun pieneneminen on sama asia kuin päästö. Paras ja helpoin tapa sitoa hiilidioksidia ilmakehästä on kasvattaa hiilinieluja eli metsiä. Euroopan kansanpuolueen uusi kompromissiesitys on epäselvä. Luen sitä itse niin, että koko metsänkasvu olisi hakattavissa, ja metsän hiilinielun annettaisiin pienentyä vuoteen 2049 saakka. Tähän ei ole aikaa. Pariisin ilmastosopimuksen toimeenpanolla on kiire, ja maan ja metsän käytöllä on keskeinen rooli.
Ilmastonmuutosta ei ratkaista päästöjä piilottamalla. Kirjanpidon on oltava läpinäkyvää ja rehellistä. Ympäristövaliokunnan mietinnössä ei rajoiteta hakkuiden määrää. Mutta mietintö ohjaa oikeaan suuntaan taloudellisin kannustimin eli hiilinielujen kasvattamiseen ja kestävämpään puunkäyttöön. Kestävää sen sijaan ei ole havitella lisähakkuita metsäpohjaisen bioenergian ylenpalttiseksi lisäämiseksi. Järkevää kiertotaloutta on saada vähemmästä enemmän ja kestävää, pitkäikäisiä puurakennuksia, uusia innovaatioita, muovin korvaamista puulla.
Krišjānis Kariņš (PPE). – Priekšsēdētāja kungs! Eiropā mūsu galvenais klimata mērķis ir samazināt CO2 izmešus. Mums ir dažādi resursi, kas var palīdzēt: saule, vējš, ūdens un arī meži. Ja Eiropas dienvidos ir daudz saules, Eiropas ziemeļos ir maz saules, bet ļoti daudz mežu. No mežiem mēs iegūstam visdažādākos produktus: protams, papīru, dēļus, bet arī mūzikas instrumentus, rotaļlietas, mēbeles. Ļoti bagātīgi. Un tieši no atkritumiem, tātad no zāģskaidām un no šķeldas, mēs arī iegūstam kurināmo, no kā mēs ražojam siltumu un elektrību. Tātad atjaunojamie energoresursi visam pa virsu. Kolēģi, mums nevajag izpostīt Eiropas mežu industriju, mums vajag tā vietā veicināt, lai tā attīstās ilgtspējīgi, kas nozīmē — katrreiz, kad nocērt koku, ir obligāti un nekavējoties jāstāda jauns. Nocirsts koks nenozīmē noteikti izpostītu mežu.
Francesc Gambús (PPE). – Señor presidente, señor comisario, los entornos forestales y sus necesidades difieren entre los Estados miembros. Así lo quisimos hacer constar en el informe de esta casa sobre la nueva Estrategia Forestal Europea. Los bosques europeos crecen en el norte pero retroceden en el sur y, ante el cambio climático, los bosques mediterráneos corren el peligro de desaparecer entre cenizas.
Sin embargo, hay algo común alrededor de Europa, y es la convicción de que una gestión activa de los bosques desarrolla unos beneficios, tanto para la economía como para el fomento de la vida rural y la lucha contra el cambio climático. Por ello, quiero agradecer el trabajo del ponente, nuestro colega Lins, que ha hecho un esfuerzo ingente para hallar el no fácil equilibrio entre el compromiso insobornable con los Acuerdos de París —de los que la Unión debe ser líder y ejemplo— y la gestión activa de los bosques, que, al final, son dos caras de la misma moneda.
Henna Virkkunen (PPE). – Arvoisa puhemies, metsillä on tärkeä rooli ilmastonmuutoksen torjunnassa, ja tämä tiedetään erityisen hyvin kotimaassani Suomessa, joka on ylivoimaisesti Euroopan metsäisin maa. Suomen pinta-alasta yli 75 prosenttia on metsää. Metsällä on myös kansantaloudessamme erittäin suuri merkitys, ja se tarkoittaa sitä, että meidän kaikkien intressissä on myös huolehtia metsistä kestävällä tavalla. Suomessa metsät ovat aina kasvaneet enemmän kuin niitä on hakattu, ja näin tulee olemaan myös jatkossa.
Tämä komission ehdotus on herättänyt hyvin paljon huolta ja jopa suuttumusta metsäisissä maissa, koska ehdotus laskentamekanismista ja erityisesti referenssivuosista asettaa jäsenmaat hyvin eriarvoiseen asemaan keskenään ja jopa rankaisee niitä jäsenmaita, jotka ovat huolehtineet kestävästi omista metsistään.
Metsien käyttöä on voitava myös lisätä niillä alueilla, joilla se voidaan tehdä kestävällä tavalla ja siten, että metsät jatkossakin säilyvät hiilinieluina. Haluan kiittää esittelijä Linsiä erinomaisesta työstä, jossa hän on hakenut hyvää kompromissia, ja ehdotan, että kaikki lähtevät laajasti tukemaan esittelijä Linsin tarkistusta, joka mahdollistaa myös kestävän metsänhoidon kehittämisen.
Elżbieta Katarzyna Łukacijewska (PPE). – Panie Przewodniczący! Lasy, jak wiemy, spełniają wiele funkcji, które mają bardzo pozytywny wpływ na funkcjonowanie ekosystemów, na nasze życie, ale także na ograniczenie emisji CO2. Według szacunków każdego roku lasy w Europie pochłaniają jedną dziesiątą całkowitej emisji gazów cieplarnianych, co stanowi wielki potencjał absorpcyjny, który niewątpliwie powinien być utrzymany i rozwijany.
Z drugiej zaś strony nie możemy zapominać, że sektor leśnictwa musi również zaspokajać rosnący popyt na drewno. Ostateczny kształt przepisów, które zostaną więc przez nas uchwalone, odegra kluczową rolę w kontekście kształtowania gospodarki leśnej, a także rzutować będzie na przyszłość i działalność wielu podmiotów funkcjonujących w jej obrębie i korzystających z jej obrotów. Dlatego też warto pamiętać, że postrzeganie zasobów leśnych jako efektywnego sposobu, który ma się przyczynić do redukcji emisji dwutlenku dwutlenku węgla, może także spowodować odciążenie innych wysokoemisyjnych sektorów poszczególnych gospodarek.
Należy również mieć na uwadze występujące różnice pomiędzy poszczególnymi krajami członkowskimi i należy opowiedzieć się za stanowiskiem, które w sposób wyważony i kompleksowy doprowadzi do realizacji porozumienia paryskiego i zapobiegnie zmianom klimatu. Cel ten może być z pewnością osiągnięty poprzez integrację polityki leśnej, klimatycznej, gospodarczej oraz tworzenie długofalowych planów i strategii dla europejskiego leśnictwa.
Cieszę się bardzo, że znaczna część złożonych poprawek skupia się na znalezieniu właśnie kompromisu pomiędzy dalszym rozwojem lasów, ale także pomiędzy dostępnością surowca drzewnego.
José Inácio Faria (PPE). – Senhor Comissário, esta proposta determina a forma como as emissões dióxido de carbono provenientes do setor agrícola e florestal devem ser incorporadas na política climática europeia, por forma a contribuir para a redução das emissões da União Europeia e reveste-se de grande relevância no contexto das negociações internacionais sobre as alterações climáticas pelos sinais políticos que emite relativamente à ambição e à determinação da União Europeia no combate às alterações climáticas.
As florestas estão intimamente relacionadas com as alterações climáticas. Estima-se que o impacto climático das alterações passadas do solo e da sua cobertura tenham sido responsáveis por cerca de 40 % do total do aquecimento entre 1850 e 2010, um valor astronómico. É, pois, essencial, que as florestas sejam geridas de forma sustentável, mantendo a sua diversidade biológica, a sua produtividade, a sua capacidade de regeneração, a sua capacidade de satisfazer, no presente e no futuro, as funções ecológicas, económicas e sociais ao nível local, nacional e mundial.
Depois de um dos verões mais quentes da história e dos graves incêndios que atingiram a Europa - muito em particular o meu país - é importante realçar a importância das florestas no quadro do combate às alterações climáticas.
Acredito que a presente proposta - alinhada com uma política climática que reconheça o papel das florestas e do solo no seu papel-chave no combate às alterações climáticas - pode ser a única forma de caminharmos, de forma segura, para uma união energética resiliente dotada de uma política em matéria de alterações climáticas virada para o futuro que sustenta a sua dimensão de descarbonização.
PRÉSIDENCE DE MME Sylvie GUILLAUME Vice-présidente
Interventions à la demande
Stanislav Polčák (PPE). – Paní předsedající, já samozřejmě souhlasím se svými předřečníky, že lesy plní důležitou roli při ochraně klimatu. Jejich absorpční kapacita je skutečně nezpochybnitelná. Chtěl bych zdůraznit nejen hodnotu environmentální, ale i hodnotu ekonomickou. Nechci vůbec zpochybňovat Pařížské dohody, to je naprosto jasný závazek Evropské unie a já jsem za něj rád. Ale myslím si, že musíme v těchto oblastech, kde kompetence leží zejména na členských státech, hledat co nejširší kompromisy.
I z tohoto důvodu bych se chtěl přiklonit k návrhu kompromisu, který předložil právě kolega zpravodaj Norbert Lins z toho důvodu, že vlastně hledá rovnovážnou roli mezi tím, co je naše zodpovědnost ve vztahu k Pařížské dohodě a co je náš respekt k členským státům, které kompetenci ve vztahu k lesnictví mají.
Nicola Caputo (S&D). – Signora Presidente, onorevoli colleghi, mancano poche settimane alla COP 23 di Bonn e penso che la proposta LULUCF, di cui discutiamo questa sera possa, rappresentare un importante passo avanti per la lotta al cambiamento climatico.
L'obiettivo della proposta può essere raggiunto solo con la contabilizzazione rigorosa e credibile a livello dell'Unione europea per il periodo 2021-2030 e se l'obiettivo del non debito e i possibili crediti sono conseguiti in maniera comparabile e rigorosa. I nostri obiettivi climatici a lungo termine si basano sugli assorbimenti netti nel settore LULUCF ma ciò non deve condurre ad una riduzione del livello di ambizione in altri settori.
Occorre anche distinguere tra emissioni verdi di CO2 del settore LULUCF ed emissioni provenienti dalla combustione di fossili. E a tale scopo è fondamentale la coerenza tra le varie politiche dell'Unione europea. La flessibilità proposta dal regolamento LULUCF è uno strumento utile per valorizzare, premiare e incentivare la silvicoltura e l'agricoltura per le loro azioni intelligenti sul piano climatico, ma non dobbiamo abbassare la guardia e dobbiamo essere ambiziosi
Νότης Μαριάς (ECR). – Κυρία Πρόεδρε, τα δάση καλύπτουν περισσότερο απ’ το 42 % της χερσαίας επιφάνειας της Ευρωπαϊκής Ένωσης και συμβάλλουν έτσι καθοριστικά στο μετριασμό της κλιματικής αλλαγής. Κι’ αυτό μάλιστα αναγνωρίζεται και από τον κανονισμό LULUCF. Όμως αυτό σημαίνει ότι πρέπει να ληφθούν μέτρα για την προστασία των δασών, για τη στήριξη της βιώσιμης δασοκομίας και της βιοποικιλότητας. Το τελευταίο διάστημα είχαμε καταστροφικές φωτιές στην Ελλάδα, την Πορτογαλία και σε άλλες χώρες του Νότου. Επομένως, οι μηχανισμοί πυρόσβεσης χρειάζονται ενίσχυση αλλά πρέπει να γίνουν και αναδασώσεις. Ταυτόχρονα, οι δασικοί χάρτες δεν θα πρέπει να συντάσσονται αυθαίρετα και θα πρέπει να καταγραφούν επίσης οι χορτολιβαδικές εκτάσεις και οι υδροβιότοποι. Η λογιστική καταγραφή διαχειριζόμενων δασικών εκτάσεων είναι αναγκαία, όπως επίσης και τα προϊόντα υλοτομίας.
Anneli Jäätteenmäki (ALDE). – Arvoisa puhemies, kestävä metsänhoito ja vastuullinen metsänkäyttö ovat parasta ilmastopolitiikkaa. Se myös mahdollistaa vastuullisen metsänkäytön. Siksi metsäiset maat hoitavat myös metsiään. Tätä taustaa vasten komissaarin puheenvuoro tuntui aika kummalliselta, kun hän puhui vain hallinnollisista ongelmista. Hienoa, että on tasapaino ja hieman joustoa. Kuitenkin komission alkuperäinen esitys oli erittäin eriarvoinen eri jäsenmaita kohtaan. Siinä rangaistiin nimenomaan niitä jäsenmaita, jotka ovat hoitaneet metsiään ja osanneet niitä vastuullisesti käyttää.
Metsäpolitiikka ei ole hallinnollinen ongelma, vaan metsäpolitiikka on vastuullista metsänhoitoa niin, että sitä voidaan käyttää, mutta luonnosta voidaan myös nauttia ja täyttää ilmastopolitiikan ehdot.
Linnéa Engström (Verts/ALE). – Fru talman! Inkluderandet av markanvändning och skogsbruk i LULUCF, EU:s klimat- och energiramverk, är mycket positivt, men det måste göras på ett sådant sätt att ambitionen i ramverket inte minskas. En central fråga är hur referensnivån för skogsbruk sätts. Regelverket ska vara transparent och robust, samtidigt som jag fortfarande vill se ett nationellt självbestämmande i skogsfrågorna.
Vi bör minska produktionen av kortlivade skogsprodukter och prioritera långlivade produkter. Vi måste också minska energiförbrukningen och konsumtionen av papper. Vi ska satsa på energieffektivisering och återanvändning. Jag vill fasa ut kalhyggesbruket och återgå till naturnära kalhyggesfria skogsbruksmetoder. Vi bör också främja naturlig föryngring och öka andelen blandskogar med mer lövträd.
Jag vill tacka Norbert Lins för hans ändringsförslag, och jag är absolut beredd att rösta för dem.
Γεώργιος Επιτήδειος (NI). – Κυρία Πρόεδρε, τα δάση τα οποία, όπως ήδη έχει αναφερθεί, αποτελούν το 42 % της επιφανείας της Ευρωπαϊκής Ενώσεως, αποτελούν σημαντικό παράγοντα για την αντιμετώπιση της αλλαγής του κλίματος και τον μετριασμό των επιπτώσεών της, διότι απορροφούν και αποθηκεύουν το 10 % περίπου από το διοξείδιο του άνθρακος που αποτελεί ένα από τα αέρια του θερμοκηπίου και, με αυτόν τον τρόπο, αντιμετωπίζεται, όπως είπα και προηγουμένως, η επίπτωση από την κλιματική αλλαγή. Επιπλέον, το δάσος βοηθά τη γεωργία να αντιμετωπίσει τις συνεχώς αυξανόμενες ανάγκες σε τρόφιμα και ζωοτροφές και παρέχει την ξυλεία, η οποία αποτελεί πρώτη ύλη για τη βιοοικονομία. Για όλους τους παραπάνω λόγους, θα πρέπει τόσο τα κράτη σε ατομικό επίπεδο όσο και η Ευρωπαϊκή Ένωση συνολικά να εξετάζουν και να αντιμετωπίζουν με τρόπο ορθολογιστικό τη γαστρονομία και τη δασοκομία, ούτως ώστε να παίρνουν τα μεγαλύτερα πλεονεκτήματα, να μην καταστρέφονται τα δάση και να εκπληρωθούν οι στόχοι μέχρι το 2030 για την αντιμετώπιση κλιματικής αλλαγής.
Seán Kelly (PPE). – Madam President, I think the Paris Agreement has had the effect of creating more awareness amongst Member States, businesses, individuals, of the part they need to play in meeting our commitments. I think the agricultural sector is a case in point. A couple of weeks ago I attended an open day in my own country, in Gurteen College, called ‘Energy in Agriculture’, where the amount of innovation that is taking place in relation to trying to reduce emissions and create renewable energies in agriculture was breathtaking.
Forestry is a case in point. I think the important aspect is that, while we all know it is a carbon sink and the forests can be used for various products – especially for renewable energy – once we have a policy of increasing (not decreasing) the amount of land under forestry, we can work everything out from there.
Bronis Ropė (Verts/ALE). – Ačiū pirmininkė, gerbiami kolegos. Klimato kaitos stabdymas, be didelių abejonių, yra vienas svarbiausių šios dienos uždavinių. Miškų naudojimas kaip anglies dvideginio surinkimo priemonės, net ir pačiais kukliausiais vertinimais, atsieis pigiau ir bus efektyvesnis nei bet kokie šiandien įmanomi angliavandenilius naudojančių variklių tobulinimai.
Šiandien svarstomas Reglamentas turi padėti ir tapti puikia priemone, teigiama miškų poveikio klimato kaitos stabdymui. Padėtų labiau, jei Komisija nebūtų padariusi keleto klaidų. Visų pirma nuostatos, kad, jos siūlymu, istoriniu referenciniu laikotarpiu devyniasdešimtais–du tūkstančiai devintais metais augę miškai buvo neutralūs klimato kaitos atžvilgiu.
ENVI komitete pavyko šiek tiek patobulinti šį dokumentą ir jį jau galima palaikyti. Kartu turėtume nepamiršti, kad europinio reguliavimo šioje srityje tikslu turi tapti stiprinimas motyvacijos tiek valstybėms narėms, tiek ir likusiam pasauliui auginti daugiau miškų, kaip priemonės stabdyti klimato kaitai. To šiame dokumente dar pasigendu.
Ačiū.
Petri Sarvamaa (PPE). – Arvoisa puhemies, tässä on vain minuutti aikaa, ja se on ehkä parhaiten käytetty hiukan tunteellisella puheenvuorolla. Tässä on varmasti ajettu ihan hyvää ja oikeaa asiaa. Me kaikki tässä salissa haluamme pysäyttää ilmastonmuutoksen. Mutta en voi mitenkään ymmärtää, miten jotkut tässä talossa, erityisesti ympäristövaliokunnassa, voivat niin täydellisesti sulkea silmänsä tosiasioilta.
Jos ympäristövaliokunnan tahto menisi läpi, Euroopan metsäisimpiä jäsenvaltioita, jotka pitävät huolen nimenomaan hiilinieluistaan ja ilmastonmuutoksen estämisestä, rankaistaisiin. Uskon vahvasti, että tässä talossa on riittävästi järkeä äänestää esittelijä Norbert Linsin – jonka työtä todella kiitän – esittämän PPE:n tarkistuksen puolesta, jolloin saamme tähän jotain tolkkua.
(Fin des interventions à la demande)
Miguel Arias Cañete,Member of the Commission. – Madam President, I have listened carefully to the debate today and I am encouraged by the engagement of the Members of this House. I appreciate your commitment to maintaining the European Union’s role as a path-breaker in the area of international climate action.
Following the debate I would like to clarify two issues. The first one relates to what Mr Brannen said. It is correct that the Commission proposal mentioned the term ‘intensity’. However it was never meant to be a static historical value. Forest management will have to flexibly adapt to the age—class structure of the forest and this means that the intensity will not necessarily stay constant over time but might change in a forward—looking forest reference level.
The second one relays that the Commission is very much aware of the specific situation of the forest-richest Member States. They have a particular potential for a flourishing bio-economy and this can help in replacing emissions from many sectors, especially through harvested wood products and also biofuels, while at the same time maintaining, or even raising, the forest sinks. This is very much appreciated and will be acknowledged in the accounting system.
Finally allow me to state that discussions on the two non-ETS proposals have progressed well in the Council and the technical work is nearly finalised. I would like to thank you for taking this important step in Parliament, which provides crucial political momentum for this proposal. I am convinced that the Council, under the leadership of the Estonian Presidency, will be able to move forward swiftly before the next climate conference in Bonn in November.
The European Union, as a driving force behind the High Ambition Coalition cannot come to Bonn empty-handed.
Norbert Lins, Berichterstatter. – Frau Präsidentin, Frau Kommissarin, liebe Kolleginnen und Kollegen! Ich danke für die lebhafte und kontroverse Diskussion, die wir in der letzten Stunde geführt haben. Ich will ein bisschen auf ein paar Wortmeldungen eingehen. Zum einen vom Kollegen Brennan, aber auch von der Kollegin Hautala. Ich glaube, dass wir da zumindest in Teilen einem Irrglauben aufsitzen, wenn wir – vereinfacht gesagt – der Auffassung sind, dass weniger Holzeinschlag mehr Klimaschutz bedeutet. Das ist definitiv nicht das, was die Wissenschaft mir in den letzten Monaten vorgetragen hat. Nein, es geht um einen klugen Ansatz, es geht um die Frage: Wann ist der beste Zeitpunkt, um Holz einzuschlagen? Denn ist es klar, dass ein Baum lange Zeit immer mehr CO2 aufnehmen kann, aber dann einen Zenit erreicht und dann ab diesem Zeitpunkt weniger aufnehmen kann. Um es mal ein bisschen zuzuspitzen: Ein Nationalpark, der vor allem gemacht wird, um mehr Biodiversität zu gewährleisten, ist bestimmt kein Wald, der Klima schützt, sondern im Gegenteil: Man kann vereinfacht sagen, dass ein Nationalpark auf lange Sicht ein Klimafrevler ist, weil er natürlich eben auf Dauer weniger CO2 aufnehmen kann.
Und dann Bioökonomie: Auch im Pariser Klimaschutzabkommen ist ganz klar festgelegt, dass wir das steigern müssen. Das heißt also, wir müssen versuchen, mehr Wald hinzubekommen. Es geht auch um die Frage: welche Altersklasse? Da gibt es unterschiedliche Situationen in den Mitgliedstaaten; der Kommissar hat es dargestellt. Das heißt also, ich kann im Zweifel meinen Holzeinschlag deutlich ausweiten, habe trotzdem immer noch eine Senkenwirkung, sogar eine höhere Senkenwirkung auf Dauer, wenn ich die richtige Altersklasse einschlage.
Insofern wäre es richtig und gut, den EVP-Änderungsantrag im Plenum am Mittwoch zu unterstützen und damit einen realistischen Ansatz hinzubekommen. Und dann, wenn wir am Mittwoch hier eine Mehrheit haben – was ich mir wünsche –, ist der Rat am Zug. Ich bin der Auffassung, dass er sehr schnell zu einem Ergebnis kommen muss, damit wir in die Debatte, in den Trilog eintreten können, um den guten Kommissionsvorschlag am Ende zu verbessern, damit am Ende alle mit diesem Kompromiss leben können.
La Présidente. – Le débat est clos.
Le vote aura lieu mercredi, le 13 septembre 2017.
Déclarations écrites (article 162)
Nicola Danti (S&D), par écrit. – Monsieur le Président, Chers collègues Ce rapport législatif propose de mettre en place un cadre pour la prise en compte des émissions et des absorptions de gaz à effet de serre dans le secteur de l’utilisation des terres et de la foresterie. Il constitue l’un des trois piliers du cadre d’action de l’Union européenne pour le climat et l’énergie à l’horizon 2030. C’est une pièce maitresse du plan de mesures de l’Union européenne pour atteindre les objectifs de l’Accord de Paris. Dans les négociations au sein du Parlement, j’ai milité pour la reconnaissance de la gestion active et durable des forêts, en accordant la possibilité aux acteurs de la filière bois d’exploiter le plein potentiel des ressources forestière, tout en assurant la croissance des puits de carbone de nos forêts. Je considère que cette proposition respecte la compétence nationale en la matière et permet aux États membres de mettre en œuvre des politiques ambitieuses, adaptées aux ressources locales. Pour ces raisons, je vous invite à soutenir ce rapport. Je vous remercie
György Hölvényi (PPE), írásban. – Tisztelt Elnök Úr! A földhasználathoz, a földhasználat-változáshoz és erdőgazdálkodáshoz kapcsolódó üvegházhatásúgáz-kibocsátások és -elnyelések 2030-as klíma- és energiapolitikai keretben történő kezelésére vonatkozó jogszabályjavaslat nagy vonalakban eleget tesz az Európai Tanács 2014. október 23–24-i következtetéseiben foglaltaknak. A kiindulás tehát megfelel a kormány- és államfők által megszabott politikai kereteknek. A párizsi klímacélok eléréséhez vezető úton nagyon fontos, hogy a LULUCF-szektor betartsa az ún. „negatív egyenleg tilalmát”, hogy a legrosszabb esetben is csak semleges hatást gyakoroljon a 2030-as -40%-os kibocsátáscsökkentési célra. A részletszabályok szintjén azonban szeretném felhívni a figyelmet a gazdálkodás alatt álló erdőterületek elszámolására vonatkozó rendelkezésekre. A referenciaszinteket úgy kell meghatározni, hogy az alapul vett gazdálkodási időszak minél közelebb legyen a jelenlegi adatokhoz, mutassa ki egy adott ország erdőgazdálkodási trendjeit, és ne korlátozza az adott tagállam jövőbeli erdészeti politikáit. Az Európai Bizottságnak pedig nem adható meg az a jog, hogy önkényesen felülírhassa a tagállam által meghatározott erdő-referenciaszinteket, hanem a felülvizsgálatokhoz hasonlóan szakértők véleményét is vegye figyelembe. Úgy gondolom, hogy a kollégám, Norbert Lins által kialkudott kompromisszum közelebb áll ezen elképzelésekhez, mint az eredeti bizottsági javaslat, ezért támogatom a jelentését.
Carolina Punset (ALDE), por escrito. – Los bosques europeos y el buen manejo del suelo son responsable de fijar más de 300M de toneladas de CO2, casi el 10 % de las emisiones producidas por la UE. El uso del suelo ocupará pronto un lugar en la política climática de la Unión y sus Estados, que deberán cumplir unas reglas contables para equilibrar las emisiones y las absorciones de GEI. No obstante, estas normas no contabilizan las emisiones de la energía generada mediante biomasa. Esto resta peso a la capacidad de absorción y de sumidero de bosques y suelos, frente a su explotación como biomasa o madera, un factor que no debería excluirse. Las políticas energéticas de algunos Estados incluyen el uso de biomasa para alcanzar los objetivos de renovables gracias a los bosques, provocando dos consecuencias negativas: a) extraer biomasa con niveles más permisivos puede hacer perder la capacidad de fijación forestal del CO2, y b) todas las emisiones de esta quema quedan fuera del cómputo, es decir, contribuyen al calentamiento sin ser contabilizadas. Europa no puede ni debe autoengañarse con una política energética que reste la importancia que se merecen sus bosques y sus suelos como actores determinantes en la reducción del carbono emitido.
La Présidente. – L’ordre du jour appelle le rapport de Sven Giegold sur la transparence, la responsabilité et l’intégrité au sein des institutions européennes (2015/2041(INI))(A8-0133/2017).
Sven Giegold, Berichterstatter. – Frau Präsidentin, Herr Kommissar, liebe Kolleginnen und Kollegen! Zunächst möchte ich mich bei allen Kolleginnen und Kollegen für die Zusammenarbeit bedanken. Zum Teil war es ja eine schwere Geburt, aber letztlich hatten wir eine starke Mehrheit im AFCO-Ausschuss für diesen Bericht, und ich hoffe, dass wir das jetzt hier im Plenum entsprechend fortsetzen.
Es ist wichtig, sich mit der Frage der Demokratie in den europäischen Institutionen auseinanderzusetzen. Demokratische Institutionen brauchen zweierlei: starke Beteiligung und Entscheidungsfähigkeit im Sinne der Mehrheit unter Achtung der Grundrechte und Grundfreiheiten.
In immer mehr Bereichen hängt Demokratie daran, dass wir Entscheidungsfähigkeit auf europäischer Ebene nur noch international herstellen können. Entscheidungsfähigkeit gibt es nicht mehr nur national, wenn wir sehen, dass immer mehr Fragen letztlich global oder zumindest kontinental sind. Deshalb ist entscheidend, dass wir die Bürgerinnen und Bürger auf diesem Weg zu mehr europäischer und internationaler Demokratie mitnehmen. Und dazu müssen wir uns auch die Frage der Beteiligung stellen, denn nur durch beides zusammen – Beteiligung und Handlungsfähigkeit – erreichen wir Legitimation.
Jetzt hat Europa in vielen Bereichen schon Großes geleistet, um zu zeigen, dass Demokratie mit starker Beteiligung und Transparenz international möglich ist und eben nicht nur national geht. Wir zeigen schon vieles, gerade hier im Europäischen Parlament, aber über uns steht weniger in der Zeitung. Deshalb ist unsere effektive Transparenz und Rechenschaftspflicht für viele Bürgerinnen und Bürger noch nicht optimal ausgeprägt. Und wir sollten als Ziel setzen, ein Maximum an dem herauszuholen, was im Sinne von Transparenz, Rechenschaftspflicht und Integrität möglich ist.
Deshalb formuliert unser Bericht einige Wünsche an die Kommission: Wir möchten, dass die Regeln zur Lobbytransparenz nicht nur für die Kommissare und die höchsten Beamten gelten, sondern für weitere Mitarbeiter. Wir möchten, dass im Bereich der Handelspolitik das, was bei TTIP angefangen wurde, endlich effektiv für alle Handelsverträge gilt, dass dort mehr Transparenz einzieht. In Expertengruppen sollten die Protokolle auch Minderheitenstandpunkte darstellen. Wir brauchen einen europäischen Rechtsrahmen für Whistleblower, und schließlich, wenn es um die Beurteilung von Interessenkonflikten in der Kommission geht, sollte nicht mehr die Kommission ihre Richter selbst bestimmen, sondern in dem Vorschlag für einen neuen Code of Conduct brauchen wir unabhängige Richterinnen und Richter zu dieser Frage. Und zu guter Letzt wünschen wir uns einen Vorschlag der Europäischen Kommission, damit wir starke Transparenz- und Beteiligungsrechte für alle EU-Agenturen bekommen und nicht, wie heute, nur für einige.
Aber wenn wir Wünsche an den Rat und auch an die Kommission formulieren, dann sollten wir auch bei uns selbstkritisch hingucken. Was nicht funktioniert, ist, wie leider einige Kollegen das hier möchten, dass wir starke Lobbytransparenz bei der Kommission und beim Rat einfordern, aber bei uns selbst sagen: Hier muss alles nur auf Freiwilligkeit beruhen. Vielmehr brauchen wir auch in den Augen der Bürgerinnen und Bürger volle Transparenz hier im Parlament. Und das sollte eben letztlich zumindest für alle gelten, die hier eine Funktion ausüben – also als Berichterstatter, als Schattenberichterstatter oder als Ausschussvorsitzende. Diejenigen sollten den Bürgerinnen und Bürgern zeigen, mit wem sie geredet haben, wie es in Kanada schon ganz normal ist. Warum ist das im Europäischen Parlament nicht möglich? Die Kommission ist da vorangegangen, wir als Parlament sollten folgen. Wir haben gute Gelegenheit, das am Donnerstag bei der Abstimmung klarzustellen.
Interventions à la demande
György Schöpflin (PPE). – Madam President, this report has been a long time in the making, meaning that, as shadow, I have had very fruitful engagement with Mr Giegold, to whom I give my congratulations. It is an important report and, in a way, I think the time taken underlines this. Transparency is the central part of democracy, and this has to be the starting point. The problem is that there is a point where transparency comes into conflict with privacy and confidentiality, so any regulation of transparency has to establish an equilibrium between the two: between openness and confidentiality. At the same time, it must also pay heed to security and to those seeking to breach that security. I think the report achieves this. I am very much in favour of it. My thanks to Mr Giegold.
Jo Leinen (S&D). – Frau Präsidentin! Die Sozialdemokraten in diesem Haus sind für Transparenz bei der Interessensvertretung gegenüber den europäischen Institutionen. Wir haben in den vergangenen Monaten sehr intensiv mit dem Berichterstatter Sven Giegold an diesem Bericht gearbeitet – Dank für seinen Einsatz, er war hartnäckig. Es gab viele Widerstände, wie Herr Schöpflin schon gesagt hat – aber: Was wir am Donnerstag verabschieden, bringt etliche Fortschritte bei der neuen Offenheit in der Europapolitik, für die Kommission, für dieses Haus und hoffentlich auch für den Rat, weil der Rat bisher die Blackbox ist, und dort muss es wirklich eine neue Beweglichkeit geben, sich mehr zu öffnen.
Im Mittelpunkt steht das Transparenzregister, was wir jetzt wirklich nochmal nach vorne bringen. Wir sind da besser als viele der Mitgliedstaaten, da gibt es das ganz oft gar nicht. Wir sagen jetzt: Keiner kommt mehr in unser Haus, wenn er sich nicht registriert hat, wir empfehlen allen Abgeordneten, auch niemanden zu treffen, der nicht registriert ist. Finanzen und Kunden müssen offengelegt werden, also ein wichtiger Schritt und eine wichtige Etappe, weitere werden sicherlich auch noch folgen.
Νότης Μαριάς (ECR). – Κυρία Πρόεδρε, διαφάνεια και λογοδοσία αποτελούν θεμέλια της Δημοκρατίας και θα πρέπει να χαρακτηρίζουν τη λειτουργία της Ευρωπαϊκής Ένωσης και ιδίως της Επιτροπής. Πρέπει επιπροσθέτως να απαγορεύεται ρητά η σύγκρουση συμφερόντων όπως είναι το ενδεχόμενο επιχειρήσεις αξιωματούχων της Ευρωπαϊκής Ένωσης να υποβάλλουν αιτήσεις για κονδύλια της Ένωσης ή να αναλαμβάνουν υπεργολαβίες. Επιπροσθέτως, χρειάζεται μια θέσπιση νομοθεσίας για νομικές ευθύνες των μελών της Επιτροπής, αντίστοιχες με τις ποινικές ευθύνες που έχουν οι υπουργοί των κρατών μελών. Η ακεραιότητα και η ισορροπία στη σύνθεση των ομάδων των εμπειρογνωμόνων πρέπει να τεθεί στην ημερήσια διάταξη και να δημοσιεύονται τα βιογραφικά τους. Πλήρης διαφάνεια και πρόσβαση στα έγγραφα. Όχι αυτό το αίσχος που είχαμε με την TTIP. Σημαντικός είναι ο ρόλος της διαμεσολαβήτριας, ιδίως σε σχέση με το ζήτημα των ‘revolving doors’ (περιστρεφόμενες θύρες), καθώς δεν μπορούν μέλη της Επιτροπής όταν φεύγουν να απασχολούνται σε ιδιωτικές επιχειρήσεις που ήταν υπό τον έλεγχό τους. Διαφάνεια και στην ΕΚΤ και στις εθνικές κεντρικές τράπεζες, ιδίως σε σχέση με το τι αγοράζουν στο πλαίσιο του προγράμματος ποσοτικής χαλάρωσης (QE).
Jan Philipp Albrecht (Verts/ALE). – Frau Präsidentin! Vielen Dank vor allem an Sven Giegold für diesen Bericht, der für mehr Transparenz in den europäischen Institutionen absolut wichtig ist. Ich möchte denjenigen beipflichten, die hier extra nochmal dazu aufgerufen haben, dass insbesondere der Ministerrat und die Regierungen der Mitgliedstaaten daran arbeiten müssen, dass die Argumente und die Abstimmungsergebnisse und die Unterlagen zu den Abstimmungen auch in den Arbeitsgruppen des Rates auf den Tisch gelegt werden, damit Journalistinnen und Journalisten in der Lage sind, darüber Bericht zu erstatten.
Wir sind in einer politischen Union. Wir sind keine diplomatische Verhandlungsrunde mehr, in der man erstmal Argumente intern austauscht und irgendwann im Nachhinein auch die Öffentlichkeit davon mitbekommt. Es muss Einflussmöglichkeiten geben, und das geht nur, wenn der Rat seine Dokumente offenlegt, seine Verhandlungen öffentlich macht. Ansonsten hat der Rat in der Gesetzgebung der Europäischen Union auch in Zukunft nichts mehr verloren, sondern dann ist es nur das Europäische Parlament, das über diese Fragen abstimmen sollte.
Γεώργιος Επιτήδειος (NI). – Κυρία Πρόεδρε, αποτελεί κοινό μυστικό το γεγονός ότι στη συνείδηση της μεγάλης πλειοψηφίας των λαών των εθνών της Ευρωπαϊκής Ενώσεως τόσο ο ηγετικός κύκλος όσο και όσοι αποτελούν τα θεσμικά όργανα της Ενώσεως έχουν απαξιωθεί. Δυστυχώς, αυτή η θέση είναι δικαιολογημένη, διότι πολλοί από τους προαναφερθέντες έχουν επιδείξει με τη συμπεριφορά τους ότι μόνο για τα συμφέροντα της Ενώσεως δεν ενδιαφέρονται. Ενδιαφέρονται μόνο για τον εαυτό τους, για το πώς θα παρανομήσουν, πώς θα δωροδοκηθούν, πώς θα δημιουργήσουν τραπεζικούς λογαριασμούς σε χώρες με φορολογικούς παραδείσους και, γενικά, πώς θα εξυπηρετήσουν τα δικά τους συμφέροντα και όχι τα συμφέροντα του συνόλου. Αυτή η απαράδεκτη κατάσταση πρέπει να αλλάξει, πρέπει να επιλέγονται και να προωθούνται άνθρωποι οι οποίοι διακρίνονται για τις γνώσεις, το ήθος και, κυρίως, τη διάθεσή τους να προσφέρουν στο γενικό σύνολο. Εάν δεν συμβεί αυτό, τότε δεν πρέπει να διερωτώμεθα γιατί στα μάτια των λαών της η Ευρωπαϊκή Ένωση έχει απαξιωθεί τόσο πολύ.
Christofer Fjellner (PPE). – Fru talman! Språket är ibland ganska avslöjande. Notera att man gärna kallar dem man inte håller med för lobbyister, medan man ofta kallar dem man håller med för viktiga samhällsintressen. Faktum är dock att alla som försöker påverka oss faktiskt är lobbyister. Det är bra. Det kallas för demokrati. Det är nästan en mänsklig rättighet att få kontakta dem som är beslutsfattare.
Några av de mest aktiva, och enligt min mening framgångsrika, lobbyisterna är våra miljöorganisationer. Därför tror jag att det är viktigt att vi inte försvårar för människor att kontakta oss. Därför ska man inte införa en massa byråkratiska register som gör det knepigare, eftersom det ju är vi som ledamöter som alltid har ansvaret för allt vi föreslår och allt vi röstar om.
Om man är rädd för att ens Europaparlamentariker ska bli lurad av lobbyister, då har jag en tydlig rekommendation: Välj bättre Europaparlamentariker!
Julie Ward (S&D). – Madam President, it is excellent to see this comprehensive report on transparency and accountability in the EU institutions. If we expect to represent our constituents properly in a democratic EU, we need to make sure our constituents can see what we are doing and know that we have their best interests at heart. When former Commissioner Barroso announced his job with a big bank last year, I joined many colleagues to call for the Commission’s rules on conflicts of interest to be tightened, and I am glad to see that demand being made once again in this report. That should accompany greater transparency in this House, too, including an effective mandatory transparency register. There is more work to do, but at least we can demonstrate that we will keep on pushing forwards for more ethical politics.
Stanislav Polčák (PPE). – Paní předsedající, já souhlasím s tím, že Evropská unie udělala pro transparentnost skutečně mnohé, pro to srdce demokracie, jak řekl můj kolega. V té jedné minutě nechci hovořit pouze o tom kladném, co udělala Evropská unie, ale o tom, co nás čeká. Pan zpravodaj používá termín „efektivní odpovědnost“. Já s ním velmi souhlasím. Myslím si, že právě na úrovni toho lobbismu bychom měli regulovat lobbistické kontakty právě v těch nižších patrech, protože ta nejvyšší patra už jsou poměrně snad i dost nasvícená. Ale v těch nižších patrech to vypadá tak, že pokud tam není tma, tak je tam minimálně mlha. To si myslím, že je vhodné změnit tak, jak navrhuje i zpráva. Pokud jde o střet zájmů, jsme svědky velkých skandálů, které se skutečně dotýkají dobrého jména Evropské unie, které nás svádí do hlubin politiky, a bylo by dobré, kdyby se k tomu i Evropská komise postavila čelem, zejména například při jmenování soudců, to si myslím, že je jedna z palčivých otázek.
(Fin des interventions à la demande)
Miguel Arias Cañete,Member of the Commission. – Madam President, I wish to thank the rapporteur, Mr Giegold, and the rapporteurs of the five committees who have given an opinion on this file for this important and wide-ranging report.
The Juncker Commission has committed to lead by example when it comes to transparency. At the very beginning of our mandate, the College committed to high transparency standards. This lies at the heart of the Democratic Change priority in the Political Guidelines for this Commission. Being transparent about the way European institutions work, including how they interact with interest representatives, is essential to ensuring public trust.
The Report recognises that the Commission is a very transparent public administration. Let me give you four examples of recent improvements. Firstly, as far as transparency of interest representation is concerned, since December 2014, Commissioners, Members of their Cabinet and Directors—General have been publishing information on their websites on the meetings they have with lobbyists. Information on more than 14 000 meetings has been published to date. The rule ‘not on the Transparency Register, no meeting’ applies as well. These were simple but major and unprecedented steps forward, which illustrate the high standards that we apply. Secondly, we have made registration in the Transparency Register a requirement in order for stakeholder organisations and individual experts representing a common interest to be appointed as members of expert groups advising the Commission. Thirdly, we have boosted transparency in trade negotiations. This is essential to ensure the legitimacy of European Union trade policy and public trust, as the report rightly recognises. Fourthly, the Commission’s Better Regulation policy also contains a series of important new transparency features with open public consultations and other opportunities for feedback at each stage of the policy cycle. For the first time, the public can provide feedback on draft delegated and implementing acts.
So the Commission has led by example in terms of transparency, and we believe it is now time for other institutions to make a similar effort so that we can together strengthen the transparency of European Union law—making, which is a shared responsibility of the Parliament, Council and Commission.
This is why the Commission has presented a proposal for a mandatory European Union Transparency Register, in the form of a draft interinstitutional agreement covering the Parliament, the Commission and, for the first time, the Council. We welcome the adoption of Parliament’s negotiating mandate in June. A first tripartite political meeting took place on 6 September 2017, and we look forward to the start of the formal negotiations.
The objective is to have the highest standards in place in the three institutions for their interactions with interest representatives. The Commission is of the view that meetings of interest representatives – including meetings with MEPs – should be made conditional on these interest representatives being in the Transparency Register. If all three institutions adopt the ‘not registered, no meeting’ approach, which the Commission already applies, registration will become a precondition for exercising lobbying activities vis-à-vis EU institutions. This is why an interinstitutional agreement is the most pragmatic and efficient way to achieving a mandatory Register. It would be a major step forward towards the transparency that citizens rightly expect.
I would also like to share some first observations about other key points raised in the report. Regarding ethics, the Commission’s Code of Good Administrative Behaviour for staff in their relations with the public reflects the values of service, independence, responsibility, accountability, efficiency and transparency, to which the Commission as an institution is committed. The Commission strongly supports the objective of protecting whistleblowers, underlined by the European Parliament. The results of the recent public consultation and a study will enable the Commission to take an informed decision on the need for further horizontal or sectorial action at EU level. As far as the work of agencies in providing scientific advice for policymaking is concerned, the Commission supports their approach to effectively preventing conflicts of interest, while maintaining their ability to access the best available expertise.
Finally, I would like to reassure you that the Commission will examine carefully all the proposals for legislative and non-legislative initiatives put forward by Parliament in this report and will express its opinion in the formal follow-up procedure following the adoption of the report. We look forward to continued good cooperation between our institutions, so that, together, we can reinforce further the transparency and integrity framework of the European institutions.
La Présidente. – Le point est clos.
Le vote aura lieu jeudi, le 14 septembre 2017.
Déclarations écrites (article 162)
Ana Gomes (S&D), por escrito. – A adoção deste relatório é crucial para garantir um mandato forte do Parlamento Europeu para as negociações com a Comissão e os Estados—Membros sobre o Registro de Transparência da UE para os lobistas. É fundamental que o comité de ética da Comissão Europeia, que analisa violações do código de conduta, seja escolhido e possa decidir de forma independente, e que o período de nojo entre o fim do mandato e a aceitação de empregos no setor privado seja alargado.
Defendemos também que todo o staff relevante da Comissão deve apenas reunir com entidades inscritas no Registo de Transparência e que se proceda à publicação desses encontros. Espero também que o Parlamento aprove as alterações propostas esta semana pelo relator, que dizem respeito à publicação obrigatória por relatores e relatores-sombra de todas as reuniões com representantes de interesses e à determinação de um período de nojo que se prolongue enquanto durar o pagamento do subsídio temporário de transição, devendo qualquer decisão sobre posições assumidas no setor privado após o mandato ser avaliada por uma autoridade independente.
É o mínimo que podemos fazer para corresponder às exigências de ética e integridade dos cidadãos.
La Présidente. – L’ordre du jour appelle le rapport de Constanze Krehl sur une stratégie spatiale pour l’Europe (2016/2325(INI))(A8-0250/2017).
Constanze Krehl, Berichterstatterin. – Frau Präsidentin! Ich möchte mich bei der Kommission für den Vorschlag für eine neue Weltraumstrategie und bei den Schattenberichterstattern für die wirklich hervorragende Zusammenarbeit bei diesem nicht unwichtigen Thema bedanken. Im Weltraum liegt für uns alle ein unglaubliches Potenzial, das klug genutzt werden muss. Der Weltraum ist eben nicht weit weg, sondern berührt mittlerweile unser tägliches Leben. Ein aktuelles Beispiel für den, der es noch nicht weiß: Copernicus-Daten werden aktuell bei der Hurrikan-Katastrophe in der Karibik und Florida benutzt, um vor Ort besser helfen zu können.
Es gibt aber auch viele weitere Anwendungsgebiete, wie den Klimawandel, die Beobachtung der CO2- oder Methan-Emissionen, die Landwirtschaft, Fischerei, große Bauvorhaben – beispielsweise wurde die Brücke zwischen Dänemark und Schweden unter anderem auch mit Daten von europäischen Satelliten unterstützt, damit die beiden Enden der Brücke sich auch tatsächlich treffen. Moderne Verkehrssysteme werden unterstützt, auch das Navigationssystem – bei dem wir im Moment noch von den Vereinigten Staaten abhängig sind –, aber auch die Konnektivität, die Erschließung entlegener Regionen für ein leistungsfähiges Internet bis hin zur Bewältigung der Flüchtlingskrise: All das kann besser gemanagt werden oder überhaupt erst realisiert werden mit Unterstützung aus dem Weltall.
Dazu bedarf es einer klugen Strategie, in welchen Bereichen was und wie investiert wird. Die Vorschläge der Kommission liegen auf dem Tisch. Wir haben unseren Bericht im Parlament diskutiert und die Vorschläge weiter präzisiert und ausgedehnt. Wir brauchen in der Europäischen Union eine breite Anwendung der Daten aus dem Weltraum. Wir müssen auch dafür werben – sowohl in der Gesellschaft als auch in der Wirtschaft. Die Kommunikation dazu muss ebenso verbessert werden wie die entsprechende Ausbildung, weil für viele noch völlig unbekannt ist, welche Möglichkeiten die Weltraumprojekte der Europäischen Union uns überhaupt bieten.
Die bereits vorhandenen Projekte müssen weitergeführt und ausgebaut werden. Wir müssen die Möglichkeiten, die Galileo, EGNOS und Copernicus bieten, besser nutzen, nicht nur im gesellschaftlichen Bereich, sondern auch im wirtschaftlichen Bereich. Im Verkehrsmanagement zu Wasser, zu Land und in der Luft könnte wesentlich stärker auf Daten aus dem Weltraum zurückgegriffen werden, aber auch in der Entwicklung von neuen Anwendungen im Bereich von Startups und in den kleinen und mittleren Unternehmen ist es möglich, diese Daten wirtschaftlich zu nutzen.
Die KMU müssen dabei entsprechend unterstützt werden, nötigenfalls müssen wir auch gesetzgeberisch tätig werden. Gebietskörperschaften sollten ebenfalls stärker angeregt und unterstützt werden, Möglichkeiten der Weltraumtätigkeit der EU zu nutzen – beispielsweise in der Stadtentwicklung, bei der Verkehrsplanung oder im Katastrophenschutz.
Die Finanzierung solcher Projekte könnte von der EIB übernommen werden, aber auch die Strukturfonds können eine größere Rolle spielen. Bei diesen Aufgaben muss einerseits sichergestellt werden, dass unser Space Factor global wettbewerbsfähig ist und eine faire Behandlung auf dem Markt erfährt, was unter anderem die finanzielle Ausstattung unserer Programme betrifft. Wir brauchen auch in Zukunft ein europäisches Budget für die space policy, das nicht geringer werden darf – im Gegenteil: Satelliten haben nur eine begrenzte Lebensdauer und zurzeit sind die öffentlichen Investitionen beispielsweise in den USA wesentlich höher. Wichtig sind aber auch eine effiziente, pragmatische Zusammenarbeit zwischen der EU, der ESA und den Mitgliedsländern und die effiziente Nutzung von europäischen Programmen, beispielsweise dem Forschungsprogramm Horizon. Die Space-Programme sind zivile Programme, aber es kann sinnvolle Synergien zum Beispiel mit dem europäischen Aktionsplan für Verteidigung und im Kampf gegen Terrorismus geben.
Sicherheit ist natürlich auch für die im All befindlichen Systeme wichtig. Zunehmender Weltraummüll, eine zunehmende Zahl von großen und kleinen Satelliten, aber auch Cyberattacken können große Schäden ausrichten. Hier müssen wir noch aktiver werden. Für eine friedliche Nutzung des Weltalls brauchen wir eine starke EU und eine gute internationale Verflechtung. Die Zusammenarbeit von Kommission, Rat, Europäischem Auswärtigem Dienst und ESA ist deshalb von großer Bedeutung. Das Parlament wird dies begleiten und fordert die Kommission auf, einen konkreten Fahrplan für die einzelnen Programmteile zu liefern und eine Kommunikationsstrategie zu entwickeln.
Interventions à la demande
Stanislav Polčák (PPE). – Paní předsedající, já také vítám návrh Evropské komise, který učinila ve strategii pro kosmický rozvoj. Zároveň chci říci, že agentura, která se zabývá právě tímto rozvojem, sídlí v Praze. Myslím si, že technologie, které používáme a které mají svůj zdroj nebo původ ve vesmíru, kde působí, tak jejich použití je skutečně každodenní, ovlivňuje naše životy, jak velmi správně řekla paní zpravodajka. Mně se líbí, jak ve zprávě vyzdvihuje právě otázku start-upů. A nejen start-upů, ale i malých středních podniků a využívání právě těchto technologií těmito příjemci.
Chtěl bych velmi ocenit, že paní zpravodajka zdůraznila roli právě obcí a měst a regionů při plánování jejich rozvoje a využití těchto technologií, které mají svůj zdroj ve vesmíru. Myslím si, že to je velmi inovativní přístup a já bych jí chtěl za to poděkovat.
Nicola Caputo (S&D). – Signora Presidente, onorevoli colleghi, la relazione che approveremo domani contribuisce all'elaborazione di una strategia spaziale per l'Europa, settore strategico e di fondamentale importanza, sebbene spesso ignorato dall'opinione pubblica.
In realtà il settore spaziale non rappresenta un costo per i cittadini, bensì un investimento: i programmi spaziali e i relativi servizi costituiscono risorse fondamentali per molti settori economici come l'energia, l'ambiente, la difesa, la salute, l'agricoltura, i trasporti, il mercato digitale, le comunicazioni mobili e molti altri ancora.
Per rispondere alle sfide attuali e future, il prossimo quadro finanziario pluriennale dovrebbe includere un'adeguata dotazione per il settore spaziale. È fondamentale assicurare la continuità dei programmi e riflettere sulla futura evoluzione di Galileo e Copernico, in particolare allo scopo di creare un clima positivo per gli investimenti nel settore.
Tuttavia, particolare attenzione va posta sulla vulnerabilità delle infrastrutture spaziali a interferenze o attacchi. È importante garantire la sicurezza delle infrastrutture e dei mezzi di comunicazione critici, nonché sviluppare tecnologie resilienti.
Νότης Μαριάς (ECR). – Κυρία Πρόεδρε, το διάστημα δεν δύναται σήμερα να αντιμετωπιστεί απλώς σαν μια ακόμη αγορά για τους ιδιώτες επενδυτές. Κάτι τέτοιο θα ήταν ανεύθυνο. Οι αποφάσεις που αφορούν το διάστημα επηρεάζουν άμεσα την ασφάλεια των χωρών, αλλά ενδέχεται να έχουν και μακροπρόθεσμες συνέπειες στο φυσικό περιβάλλον. Δεν δύναται λοιπόν να γίνει το διάστημα μια αγορά όπως όλες οι άλλες. Οι διαστημικές τεχνολογίες έχουν προστιθέμενη αξία για πολλούς τομείς, όπως οι τηλεπικοινωνίες και οι μεταφορές. Έτσι, η Ευρωπαϊκή Ένωση πρέπει να πάψει να αντιμετωπίζει το διάστημα με τις ίδιες ιδεοληψίες που αντιμετωπίζει και τους υπόλοιπους τομείς κοινής δράσης. Πρώτα απ’ όλα, η πολιτική του διαστήματος συνεπάγεται έρευνα, δηλαδή ανάπτυξη του ανθρώπινου δυναμικού. Τέλος, η Ευρωπαϊκή Ένωση οφείλει να συνεργαστεί στον τομέα του Διαστήματος όχι μόνο με τις Ηνωμένες Πολιτείες και την Ιαπωνία αλλά και με άλλες διαστημικές δυνάμεις, όπως η Κίνα, η Ινδία και η Ρωσία, ώστε να μεγιστοποιηθούν τα αποτελέσματα στη διαστημική τεχνολογία αιχμής και, επίσης, να τεθούν όλα αυτά στην υπηρεσία της ανθρωπότητας.
Ivan Jakovčić (ALDE). – Gospodine predsjedniče, još daleke 1967. godine Ujedinjeni narodi bili su pokrovitelji Međunarodnog ugovora o svemiru, koje je istaknulo da praktički to postaje domena cjelokupnog čovječanstva. U međuvremenu se puno toga promijenilo, tehnologije su otišle daleko naprijed i, naravno, sve ono što je u izvješću rečeno ima moju kompletnu podršku, naročito programi kao što su Galileo, Copernicus i naravno da ja zagovaram, isto tako, da predvidimo nova sredstva, jer sve ono što pruža svemir, sve resurse koje ima, samo da spomenemo satelitska praćenja, itekako pomažu našem životu na našoj planeti.
Međutim, ja bih išao korak dalje. I želim upozoriti da je Federal Aviation Administration iz SAD-a najavila da će potaknuti privatni sektor u cilju komercijalnih aktivnosti te u vidu dobivanja ekskluzivnog prava na dijelove teritorija na Mjesecu. Isto tako i Kina ima ambicije, na neki način, odlaska na Mjesec. Zato sam svojedobno 2015. postavio pitanje Komisiji na koje nisam dobio zadovoljavajući odgovor: što će učiniti da se zaštite interesi Europske unije i na Mjesecu?
Γεώργιος Επιτήδειος (NI). – Κυρία Πρόεδρε, το διάστημα έπαψε πλέον να αποτελεί έναν άγνωστο χώρο που δημιουργεί φόβο και δέος στον άνθρωπο. Έχει πλέον προσεγγιστεί, έχει ερευνηθεί και αξιοποιείται προκειμένου να προσφέρει πλεονεκτήματα στην κοινωνία. Το διάστημα επηρεάζει την καθημερινή μας ζωή, παρέχει πρόσβαση σε τεχνολογικά επιτεύγματα, μας τροφοδοτεί με πληροφορίες μέσω των δορυφόρων που είναι εγκατεστημένοι σ’ αυτό και, γενικά, θα μπορούσε να δημιουργήσει και θέσεις εργασίας αν χρησιμοποιηθεί με τον κατάλληλο τρόπο.
Πάνω απ’ όλα όμως, το διάστημα επηρεάζει και την πολιτική και, γι’ αυτόν ακριβώς τον λόγο, πρέπει να γίνει μία προσεκτική στρατηγική σχεδίαση για την εποικοδομητική αξιοποίησή του απ’ την Ευρωπαϊκή Ένωση σε συνεργασία με άλλες χώρες οι οποίες έχουν τη δυνατότητα να αναπτύξουν τεχνολογία, να εκμεταλλευτούν τα πλεονεκτήματα αυτού του σχεδιασμού και γενικώς να προωθήσουν τη διάσταση της επιτυχίας και της προοπτικής σε ζητήματα που αφορούν τη σχέση του με τον κόσμο.
(Fin des interventions à la demande)
Miguel Arias Cañete,Member of the Commission. – Madam President, first of all I would like to thank Ms Krehl for her excellent report and support. Last October the Commission adopted the Space Strategy for Europe. It is the first comprehensive strategy in this sector at European level. We sent a clear signal: space is a priority for the Commission, and the Strategy represents a clear ambition to make Europe a leading actor in space. We are therefore glad that the report to be adopted supports this level of ambition and goes even further in some respects.
The report fully endorses the vision of the Commission and puts on the table several very concrete and constructive suggestions in relation to the four priority objectives of the Strategy: maximising the benefits of space for society and the economy, and the creation of a European market for space-based applications; fostering a competitive and innovative European space sector and a new space approach in Europe; ensuring Europe’s autonomous and secure access to space; and strengthening Europe as a global actor.
The implementation of the Strategy has already started and is already delivering benefits. All our space programmes are operational. The latest Copernicus Sentinel 2B satellite was successfully launched and the data is already being used, for instance, to direct rescue teams during the recent earthquakes in Italy or the follow-up to hurricane Harvey in Texas. Galileo’s initial services went live last December. The market uptake is the key to success. Leading chipset companies are producing Galileo-compatible products and, at present, already 13 models of smartphones can work with Galileo signals.
EGNOS has also demonstrated its added value: today, 424 procedures for aircraft approach and landing have been developed at 288 European airports, allowing passengers to easily access regional airports. The European Union Space Surveillance and Tracking, or SST, support framework started in July 2016 to monitor debris in space to protect European critical space and ground infrastructure, paving the way towards less dependence in this domain.
This is a good start, but we cannot stop there. This year, and the next two, will be crucial. We are committed to implement the actions announced in the Space Strategy, and our intention is to use the same inclusive process as the one we used for the preparation of the Strategy.
Our priorities are clear. First, on the market uptake, several actions have started to foster space-based applications in relation to Copernicus and Galileo. Second, we need to boost space start-ups, for instance through discussions with the European Investment Bank. The Commission is ready to look at different options to increase the efficiency of space research spending, including by exploring the options of possible public-private partnerships. Third, we need to prepare the continued evolution of Copernicus and Galileo. This starts by an evaluation of what has been done so far. Fourth, the synergies between the security and the defence dimension need to be reinforced, for instance through the link with the European Defence Fund. The work on the GovSatCom initiative and on the reinforcement of the SST will take this dimension into account. Fifth, the autonomous access to space needs to be guaranteed, and we are working on a smart strategy for launchers.
Finally, we do not forget the governance aspects and the need to cooperate closely between all European actors, in particular with the European Space Agency. We take this very seriously. These priorities will be likely reflected in legislative proposals in the coming years. But the future will also depend on the budgetary aspects. Adequate financing and resources are necessary to meet the current and future challenges.
As the report rightly outlines, space applications serve many European policies and actions: space is not a cost but an investment. Let us work together to ensure that Europe benefits from a true return on this investment. Let us work together towards achieving a strong Europe in space – a domain where no single European actor can succeed alone. Europe is at its best when it is ambitious.
La Présidente. – Le point est clos.
Le vote aura lieu mardi, le 12 septembre 2017.
Déclarations écrites (article 162)
Françoise Grossetête (PPE), par écrit. – Il s’agit de la première stratégie spatiale européenne, c’est donc un moment important pour l’avenir de l’Europe et cela pour plusieurs raisons. Garantir un accès européen indépendant à l’espace est essentiel si nous voulons une Europe plus forte et plus libre sur la scène internationale. Le spatial est dans toutes les politiques publiques, à commencer par les questions environnementales, de défense, d’agriculture, du numérique...c’est un secteur transversal!
Notre industrie et notamment nos PME doivent avoir les moyens de nos ambitions, nous devons donc les soutenir pour qu’ils puissent développer leurs activités, produire en Europe et avoir une visibilité de long terme, notamment pour les lanceurs européens. Nous devons offrir tout particulièrement aux PME la possibilité de mieux utiliser les données spatiales pour développer les services et les applications concrètes.
Pour cela, il faudra un budget ambitieux pour la recherche, pour les infrastructures et pour les programmes spatiaux, Galileo et Copernicus en particulier. Nous devons enfin, de toute urgence, former les jeunes européens aux compétences spécifiques que requiert le secteur spatial. De nombreux emplois seront créés pour l’avenir!
Barbara Kappel (ENF), schriftlich. – Im Zeitraum 2014 bis 2020 investiert die EU über 12 Milliarden Euro in Weltraumaktivitäten. Diese Mittel sind gut angelegt, denn Europa entwickelt damit Weltklasse-Weltraumsysteme wie das Copernikus-Satellitenprogramm für die Erdbeobachtung, sowie EGNOS und Galileo für Satellitennavigation und Geopositionierung. Derzeit befinden sich 18 Satelliten aus europäischen Weltraumprogrammen in der Umlaufbahn, in den nächsten 15 Jahren soll diese Zahl auf 30 aufgestockt werden. Die europäische Weltraumwirtschaft einschließlich Fertigung und Dienstleistung beschäftigt über 230 000 Fachleute und erzielte 2014 eine Wertschöpfung von 54 Milliarden Euro, das entspricht 21 % des globalen Sektors. Bereits heute sind die vom europäischen Raumfahrtsektor bereitgestellten Technologien, Daten und Dienstleistungen in unserem täglichen Leben unentbehrlich. Der Weltraum ist ein Teil der globalen Wertschöpfungskette geworden. So wurden weltweit Produkte und Dienstleistungen, wie beispielsweise der Klettverschluss, die Solarzelle, verbesserte Wettervorhersagen, Navigationsprogramme usw. entwickelt und der Allgemeinheit zur Verfügung gestellt. Ein weiterer Grund für die Notwendigkeit einer Stärkung der europäischen Weltraumwirtschaft ist die zukünftige Gewährleistung einer strategischen Autonomie Europas. Ebenso wird durch eine Stärkung der europäischen Weltraumwirtschaft auch eine Stärkung der Schlüssel- und Hochtechnologie gefördert. Hochtechnologiesektoren müssen in Europa gehalten und weiter ausgebaut werden, sie tragen dazu bei, die Wettbewerbsfähigkeit des Standorts Europa zu erhalten.
25. Starptautiskās tirdzniecības un ES tirdzniecības politikas ietekme uz globālajām vērtības ķēdēm (īss izklāsts)
La Présidente. – L’ordre du jour appelle le rapport de Maria Arena sur les répercussions du commerce international et des politiques commerciales de l’Union européenne sur les chaînes de valeur mondiales (2016/2301(INI) (A8-0269/2017).
Maria Arena, rapporteure. – Madame la Présidente, notre système économique globalisé repose sur des processus de production fragmentés et de masse. La plupart des biens que nous consommons aujourd’hui sont le résultat d’un assemblage de diverses opérations effectuées aux quatre coins du monde. Parfois pour le meilleur: des recherches de complémentarité, des partenariats d’innovation, des ressources et des matières premières qu’il faut aller chercher de manière respectueuse. Parfois pour le pire: une main-d’œuvre bon marché, sans protection, des destructions environnementales, de l’évasion fiscale.
Ces opérations sont souvent coordonnées par des entreprises internationales par le biais de partenariats contractuels ou de sous-traitances multiples. L’Union européenne, en tant que première exportatrice et importatrice mondiale de biens et de services peut – et je dirais même doit – faire de sa politique commerciale un véritable levier pour faire de ces chaînes de valeur mondiale des outils au service d’un développement durable pour tous et ainsi contribuer à une mondialisation plus juste et plus équitable.
Actuellement, le manque de transparence et la dilution des responsabilités tout au long de ce processus augmentent les risques d’exploitation des travailleurs, le non-respect des droits fondamentaux et favorisent la concurrence déloyale sur un plan social, sur un plan environnemental, mais également sur un plan fiscal.
Ce rapport s’inscrit aussi dans un contexte où la politique commerciale européenne fait l’objet de vives critiques des citoyens qui demandent une mondialisation plus juste et plus transparente. Il demande donc à la Commission de prendre toute une série de mesures afin de rendre les chaînes de valeur mondiale plus responsables et plus transparentes.
Pour n'en citer que quelques-unes, je ciblerai, par exemple, l’inclusion dans les accords commerciaux d’un chapitre «développement durable» contraignant mais aussi exécutoire, ainsi que la clause contre l’évasion fiscale et la fraude fiscale. Il y a également la prise d’initiatives inspirées par la législation sur les minerais des conflits ou le devoir de vigilance de l’entreprise dans un cadre contraignant de devoir de vigilance tel qu’énoncé par l’OCDE, ou encore la mise en place d’un système de labellisation qui garantit un mode de production respectueux des normes internationales du travail et/ou des normes environnementales. Je citerai, par exemple, l’initiative prise par l’Italie, aujourd’hui même, en ce qui concerne la labellisation de l’origine des tomates produites de manière respectueuse.
Bien d’autres éléments importants se retrouvent également dans ce rapport comme les initiatives et le rôle du secteur privé, le multilatéralisme et la prise en charge de la fin de vie des produits.
Ce rapport est le fruit de longues négociations entre les différentes visions de la façon de maîtriser cette mondialisation. Nous avons trouvé, il me semble, un bon équilibre dans la recherche d’un objectif commun, qui est de faire du commerce un outil d’émancipation pour tous. Un de nos collègues citait récemment les paroles sages de Simone Veil, qui disait: «La recherche des compromis doit nous conduire vers une solution plus élevée que la position particulière de chacun». Ce rapport, selon moi, illustre cette recherche.
Je remercie les rapporteurs fictifs, particulièrement M. Ruas, ici présent, d'avoir trouvé effectivement les compromis qui pouvaient tous nous satisfaire. J’espère que nous serons nombreux à voter ce rapport demain.
Interventions à la demande
Seán Kelly (PPE). – Madam President, I listened very carefully to what the rapporteur had to say and I think, by and large, it was a very balanced and sensible contribution. As a Member of the INTA Committee, I take a huge interest in trade, and trade is very important, because if you produce a good, you must sell it, and obviously, if you are the European Union, being able to make trade deals around the world has had a huge positive impact overall on the economy in all our Member States. The Korean agreement is probably the best, being hugely successful, growing exports by almost 50 per cent in the space of four years. But where there are problems, as the rapporteur pointed out, they must be looked at and dealt with in package with all the other issues. So I think the solution is to go ahead and have our trade agreements, but look at the downside and consult with the stakeholders to ensure that any negative aspects are minimised.
Nicola Caputo (S&D). – Signora Presidente, onorevoli colleghi, la politica commerciale dell'Unione, in particolare sul versante internazionale, è diventata ultimamente una delle grandi preoccupazioni per l'opinione pubblica. Trattati come il CETA non sono il modo corretto di impostare una politica commerciale.
Le proteste e le reazioni che si sono viste in tutta Europa dimostrano innanzitutto che le PMI costituiscono l'elemento centrale della catena globale del valore: i trattati di libero scambio, se non opportunamente modulati, affossano i piccoli produttori europei, mettendoli in competizione con aziende che non rispettano gli stessi standard di qualità e che risparmiano sulle materie prime e sul lavoro.
L'Unione europea, nello stabilire la sua agenda di politica e di commercio, deve rimanere fedele ad alcuni principi irrinunciabili, rispondendo in modo efficace al dumping sociale e ambientale, combattendo le pratiche commerciali sleali e assicurando la dignità e i diritti dei lavoratori, ma allo stesso tempo deve ricordarsi di tutelare le sue specificità e le sue eccellenze. Non si può continuare a svenderle appena possibile.
Νότης Μαριάς (ECR). – Κυρία Πρόεδρε, οι Συμφωνίες Ελευθέρων Συναλλαγών επί της ουσίας διάλυσαν τις οικονομίες των αναπτυγμένων κρατών και ταυτόχρονα άνοιξαν αγορές όπου εκεί επικράτησε η εκμετάλλευση των λαών για ένα κομμάτι ψωμί από τις πολυεθνικές. Και αυτό είναι ξεκάθαρο και αντιληπτό. Ήρθε η ώρα λοιπόν να ληφθούν μέτρα. Πρέπει επομένως να έχουμε σημαντικές πιέσεις στις χώρες όπου παράγονται τα προϊόντα από τις πολυεθνικές, προκειμένου πρώτα απ’ όλα να τηρούν την εργατική νομοθεσία, να έχουν προσχωρήσει στις συμβάσεις της Διεθνούς Οργάνωσης Εργασίας.
Δεύτερον, θα πρέπει να υπάρξει ρήτρα για την προστασία των ανθρωπίνων δικαιωμάτων. Επιπλέον, πρέπει να υπάρχει μία ρήτρα για την τήρηση των περιβαλλοντικών όρων. Δεν θα πρέπει να επιτρέπουμε την παιδική εργασία και την εκμετάλλευση και την αναγκαστική εργασία. Νομίζω ότι αυτά είναι απαραίτητα στοιχεία, προκειμένου να μπορέσουμε να έχουμε μία διαφορετική αντίληψη σε σχέση με το διεθνές εμπόριο.
Ivan Jakovčić (ALDE). – Gospođo predsjednice, htio bih prije svega čestitati izvjestiteljici gospođi Areni na ovom sjajnom izvješću zato što, stavimo ruku na srce, samo Europska unija ima tu moralnu snagu uspostavljanja jednog vrijednosnog lanca na našoj planeti. Nitko drugi osim Europske unije. I to je, mislim, vrlo važna poruka koju moramo poslati na ovoj raspravi i sutra kod glasanja.
Želim istaknuti tri ključna momenta kako ih ja vidim, a to je zaista izrabljivanje u mnogim državama radnika, jeftine radne snage, prejeftine radne snage, želim istaknuti problem utaje poreza, poreznih oaza i svega onoga drugoga što znamo što se tiče poreza, problem zaštite okoliša i uopće uništavanje okoliša u nekim državama. Sve to na kraju najčešće opet plaćamo mi, jer je Europska unija najveći donator i najviše pomaže raznim zemljama u razvoju, drugim zemljama s kojima imamo trgovinske sporazume. U tom kontekstu, mislim da je ovo jedno vrlo cjelovito izvješće, i još jednom se želim zahvaliti kolegici Areni na njemu.
(Fin des interventions à la demande)
Miguel Arias Cañete,Member of the Commission. – Madam President, let me first thank the European Parliament, the Committee on International Trade (INTA) and the rapporteur, Ms Maria Arena, for the attention, work and time that they have invested in this report. The Commission shares with the European Parliament concerns and goals regarding sustainable development and the 2030 Agenda, both of which are central to many European Union policies, including the trade and investment policy.
The European Union policy on corporate social responsibility and responsible business conduct is implemented through initiatives by businesses and by their stakeholders, complemented where necessary by adequate regulatory measures. I would like to recall that corporate social responsibility is mostly a voluntary process, and enterprises are responsible for the impact they have on society.
Let me just briefly recall some of the many actions we take in the area of global value chains. As regards European Union trade and investment policy, recent European Union trade agreements contain rules of origin that support the integration of the industry in the global value chains. In all trade negotiations, the Commission is promoting provisions on public procurement and intellectual property rights. In this context, we aim at developing solid procurement tools against corruptive practices and promoting sustainable procurement.
These agreements also contain provisions on corporate social responsibility and responsible business conduct, together with binding commitments on core labour standards and international environmental conventions which are subject to dispute settlement. We also work with the OECD in developing due diligence guidelines and on their implementation. Under the unilateral Generalised Scheme of Preferences, corporate social responsibility is indirectly addressed via the requirements and dialogues on labour standards and environmental conventions.
And as regards the gender dimension, the Commission is developing further its trade-related policies. Following the Gender Forum hosted by the Commission earlier this year, more will be done on promoting gender equality and integration into bilateral and multilateral instruments, such as the trade negotiations with Chile or the WTO Ministerial Conference in December 2017. Also, as regards other policies, the Commission takes numerous actions linked to global value chains: there are capacity—building and outreach programmes which help developing countries to promote reforms for effective enforcement of social, environmental and labour standards. Support is given to European Union small and micro enterprises, taking on board the United Nations Guiding Principles on Business and Human Rights.
The Commission cooperates closely with the International Labour Organization on decent working conditions in global supply chains, but also on occupational safety and health, social dialogue, child labour and forced labour in supply chains. With regard to jurisdiction rules, work is done within the Hague Conference on Private International Law, and we are negotiating a worldwide convention on recognition and enforcement of judgments by indirect jurisdiction rules with third states.
The European Union also has legislation in place for corporate social responsibility and responsible business conduct. Let me give you just two examples. The 2014 Non-Financial Disclosure Directive for large European Union companies requires companies with more than 500 employees to disclose information on policies, results and risks concerning environmental aspects, social and labour-related matters, respect for human rights, anti—corruption and bribery issues. And the 2015 Anti-Money Laundering Directive puts in place rules that reinforce the vigilance by banks, lawyers, accountants and other professionals as regards, among other things, the identification of beneficial owners of companies and trusts.
We are addressing all these sustainable development issues – and many more – on a regular basis, and the Commission will continue to work closely with the European Parliament on them.
La Présidente. – Le point est clos.
Le vote aura lieu mardi, le 12 septembre 2017.
26. Akadēmiska tālākizglītība un tālmācība kā daļa no Eiropas mūžizglītības stratēģijas (īss izklāsts)
La Présidente. – L’ordre du jour appelle le rapport de Milan Zver sur la formation universitaire continue et à distance dans le cadre de la stratégie européenne d’apprentissage tout au long de la vie (2016/2142(INI)) (A8-0252/2017).
Milan Zver,Poročevalec. – Julija je Odbor za kulturo s 24 glasovi za in samo enim proti sprejel poročilo z naslovom Academic further and distance education as part of the European lifelong learning strategy. Izpostavil bi rad plodno sodelovanje s skoraj vsemi političnimi skupinami. Očitno izobraževanje povezuje, še zlasti, če gre za tako dobre teme kot sta ti dve, ki ju združujem v poročilu.
Ni posebno posebej poudarjati, da je izobraževanje in usposabljanje ogledalo družbe. Prispeva ne le k dozorevanju posameznic in posameznikov, ampak tudi k oblikovanju človeškega kapitala in družbe nasploh. Edukacija je že vrsto let visoko na evropski agendi, čeprav je splošno znano, da spada v okvir suverenih politik članic.
Evropska unija že dolga leta spodbuja kakovost in učinkovitost šolskih sistemov v državah članicah. Zato je pripravila vrsto mehanizmov, ki delajo šolstvo bolj primerljivo in kvalitetnejše, ter vrsto programov, s katerimi finančno podpira izobraževanje in usposabljanje. Posebej naj opozorim na zgodbo o uspehu, ki ji rečemo Erasmus+, a o njem bomo na tej plenarki še govorili.
Koncept vseživljenjskega učenja je utemeljen na spoznanju, da je v sodobni dinamični, kompleksni in tehnološko vse bolj zahtevni družbi, polni tveganj sicer, nujno izobraževanje ves čas življenja, pa najsi gre za formalno, neformalno ali priložnostno.
V poročilu posebej izpostavljam nujnost nadaljnjega akademskega izobraževanja na področju poklicnega izobraževanja in usposabljanja. Vsem, ki so uspešno zaključili šolo, morajo biti na voljo dodatne izobraževalne poti, na katerih lahko udeleženci še izpolnijo svoje sposobnosti.
Kolegice in kolegi, slab dostop do izobraževalnih možnosti lahko povzroči manjše konkurenčnosti ljudi na trgu dela, težave v zasebnem življenju, lahko tudi trajno pasivnost, izključenost iz družbenega okolja in tudi, kakor je mogoče zaslediti v zadnjih letih, nasilno radikalizacijo, zlasti mladih, ki so ranljivi v rizičnih okoliščinah.
Dostop do izobraževanja je torej standard, ki mora biti uveljavljen povsod, v praksi pa ni tako. Mnogi imajo pri tem tovrstne težave, npr. mlade matere težko uskladijo svoje družinske, morda celo delovne, obveznosti z izobraževalnimi. Ljudje iz nižjih slojev si težko privoščijo želeni študij, še posebej, če je ta predrag. Nekdo iz obrobnih regij si prav tako težko privošči študij na želenih univerzitetnih destinacijah, ki niso dovolj blizu.
Tudi za posameznike, ki jih uvrščamo v skupino ljudi s posebnimi potrebami, je udeležba v klasičnem t. i. rezidenčnem načinu študija mnogokrat nemogoča.
Zato je učenje na daljavo tako pomembno pri zagotavljanju lažjega dostopa za vse, kar je eden od najpomembnejših ciljev izobraževanja in usposabljanja nasploh. Skratka, učenje na daljavo lahko izboljša dostopnost za vse, brez diskriminacije glede na državo, regijo, socialni položaj, starost ali spol. Učenje na daljavo pa bistveno zmanjša tudi stroške za ponudnika in udeleženca. Torej učenje na daljavo omogoča tudi večjo personalizacijo študija, saj je manj uniformno in bolj prilagojeno potrebam in potencialom študenta. S tem pa prispevamo k večji učinkovitosti in k zmanjšanju osipa, ki je v Evropi še vedno velik problem.
Proces digitalizacije je nezadržen tudi v edukaciji, še posebej pri učenju na daljavo. V tem kontekstu je zelo pomembna tudi pomoč Evropske unije pri razvoju enotne in prijazne digitalne platforme oz. digitalne učilnice. Danes v svetu obstajajo odprte univerze, ki združujejo takšne digitalne učilnice po sto tisoč udeležencev iz več deset držav sveta. Tudi v Uniji bi morali hitreje prevzemati dobre prakse, ki so že uveljavljene v svetu.
In še zadnji stavek. Pravzaprav govori to poročilo o prihodnosti edukacije z dveh pomembnih vidikov: če hočemo ekonomijo, ki temelji na znanju in posledično družbo znanja, se morajo šolski sistemi v državah članicah nujno odpreti za nove izzive.
Interventions à la demande
Michaela Šojdrová (PPE). – Paní předsedající, já bych chtěla poděkovat panu zpravodaji jednak za předložení zprávy a také za velmi podrobné a fundované zdůvodnění zde na plénu. Jak řekl, distanční a další vzdělávání je prostě příležitostí, kterou zatím nevyužíváme dostatečně.
Tato zpráva připomíná velmi rychlé změny na trhu práce, v podstatě od roku 2025 můžeme předpokládat, že téměř polovina všech pracovních míst v Evropské unii bude potřebovat vysokoškolské vzdělání, téměř čtyřicet procent bude vyžadovat střední vzdělání a pouze jedenáct procent bude s nízkým vzděláním nebo bez kvalifikace. Jde tedy o rozvoj lidského kapitálu, který bychom měli touto cestou podpořit. Je to také příležitost k rozvoji univerzit. Na úrovni Evropské unie navrhujeme lepší sdílení zkušeností a zvýšení srovnatelnosti kvalifikací, větší flexibilitu těchto programů a také přípravu a rozvoj učitelů.
Nicola Caputo (S&D). – Signora Presidente, onorevoli colleghi, per effetto della trasformazione digitale i sistemi d'istruzione si trovano a dover affrontare sfide significative, e la formazione accademica continua e a distanza apporta un contributo significativo alla formazione. Tale tipo di formazione deve diventare parte integrante della strategia europea per l'apprendimento permanente; di fatto rappresenta un possibile approccio nel contesto della formazione accademica continua, che può contribuire a garantire un equilibrio tra studio, vita professionale e vita privata.
Secondo recenti stime appena un quarto degli alunni, in Europa, ha insegnanti in possesso di un'adeguata familiarità con gli strumenti digitali. È evidente che ogni strategia in materia debba fare i conti innanzitutto con questo divario digitale. Né va però messo in secondo piano l'aspetto qualitativo dell'insegnamento: l'esigenza di garantire standard elevati nella formazione a distanza e l'importanza di sviluppare nuovi modelli d'insegnamento e di apprendimento devono essere considerati parte del processo di innovazione e della graduale digitalizzazione dell'istruzione.
Νότης Μαριάς (ECR). – Κυρία Πρόεδρε, η εκπαίδευση και η κατάρτιση είναι πάρα πολύ σημαντικοί παράγοντες για την ίδια την κοινωνική και οικονομική αλλαγή. Ταυτόχρονα, στηρίζουν την ίδια την αναπτυξιακή διαδικασία. Μάλιστα, η δια βίου μάθηση, σε συνδυασμό με την εξ αποστάσεως κατάρτιση, αποτελούν σημαντικά εργαλεία προκειμένου να εφοδιαστούν οι γυναίκες με δεξιότητες και έτσι να έχουν την ευκαιρία να επιστρέψουν στην ίδια την απασχόληση και να βελτιώσουν τις δυνατότητές τους κατά τη διαδικασία της εργασίας. Μάλιστα, η εξ αποστάσεως εκπαίδευση είναι σημαντική και για τα άτομα με ειδικές ανάγκες, τα οποία δεν είναι εύκολο να μετακινηθούν. Ταυτόχρονα, η εκπαιδευτική διαδικασία, η οποία είναι προσαρμοσμένη στις ανάγκες των ίδιων των μαθητών, συμβάλλει στο να αντιμετωπιστεί το φαινόμενο της εγκατάλειψης του σχολείου. Επιπλέον, θα πρέπει να υπάρξουν διαδικασίες για τη στήριξη των δεξιοτήτων των ίδιων των εκπαιδευτών και, τέλος, θα πρέπει να βρούμε ένα σύστημα το οποίο να συμβάλλει στην αναγνώριση των επαγγελματικών προσόντων σε επίπεδο Ευρωπαϊκής Ένωσης.
Ivan Jakovčić (ALDE). – Gospođo predsjednice, danas nam tehnologije omogućavaju gotovo sve, pogotovo kada govorimo o digitalnim tehnologijama, stvaranjem digitalnih platformi, što je jako dobro prepoznato u ovom izvješću gospodina Zvera, koji ide za tim da ukaže na sve što je važno za cjeloživotno učenje i učenje na daljinu. Pogotovo moram podržati činjenicu prepoznavanja osoba s osobnim potrebama.
Ono što bih htio istaknuti na jedan drugi način je upravo potreba povezivanja europskih sveučilišta. Imamo vrlo zanimljive, dobre programe povezivanja, ali mislim da su oni još uvijek nedovoljni. Istaknut ću dobar primjer povezivanja sveučilišta na Jadranu koje je poznato kao ADRION, gdje sveučilišta međusobno surađuju, razmjenjuju programe, profesore i studente, ali mislim da upravo stvaranjem konkretnih digitalnih platformi između raznih sveučilišta, suradnjom sveučilišta, možemo postići zajednički još veću kvalitetu.
Miguel Viegas (GUE/NGL). – Senhora Presidente, a digitalização representa um processo imparável na sociedade. Como é evidente, esta realidade representa um desafio crucial com o ensino universitário e a formação profissional. Neste sentido, importa, no entanto, sublinhar que, apesar destes avanços, uma parte significativa da população não tem ainda acesso a estas tecnologias.
Importa, também, referir que existem ainda barreiras económicas que condicionam o acesso à tecnologia, ou promovem um acesso diferenciado entre cidadãos. Mas, acima de tudo, queremos aqui sublinhar que, não obstante sermos favoráveis ao avanço tecnológico em geral e ao digital em particular, há que criar um modelo que coloque esses avanços ao serviço da humanidade e não ao serviço de uns poucos oligopólios.
Infelizmente, a realidade demonstra que a digitalização da economia tem alimentado a precariedade no trabalho. A digitalização do ensino pode ajudar, mas não pode substituir a presença do professor, nem alimentar despedimentos em massa e mais exploração e, sobretudo, não pode substituir o papel do Estado em garantir o acesso de todos os cidadãos ao ensino universitário em condições de igualdade.
Davor Škrlec (Verts/ALE). – Gospođo predsjednice, pozdravljam izvješće kolege Zvera i smatram da su u njemu dane sve ključne činjenice koje trebaju potaknuti i Komisiju i države članice na uspješno implementiranje novog moderniziranog sustava obrazovanja, sustava cjeloživotnog učenja i obrazovanja na daljinu. Globalna konkurentnost Europske unije neće se mjeriti samo u tome koliko će biti uspješno digitalizirana naša industrija, digitaliziran naš promet, digitalizirana energetika, nego kako će uspješno biti digitaliziran obrazovni sustav.
Ne samo što to treba biti na razini sveučilišta, to treba biti na razini struke, treba pomoći u tome da je obrazovanje prisutno u našim udaljenim planinskim krajevima, otocima, gdje ljudi često nemaju prilike putovati na kopno i sudjelovati u svojem cjeloživotnom obrazovanju koje je jako važno za njihovu prekvalifikaciju i nalaženje pozicije na tržište rada.
Seán Kelly (PPE). – Madam President, I think my colleague Mr Zver, the rapporteur, ticked all the boxes in relation to this very important topic. Indeed, I remember when I came here first as an MEP in 2009, I was struck by the emphasis, in the Committee on Culture and Education in particular, on lifelong learning. It is a concept that is well established now and recognised by almost everybody: you just have to keep on learning to keep up to speed. You could be an expert today, but should you not keep up to speed on what is happening in your chosen area, you could be out of date tomorrow. I think that distance learning and technological improvements, etc., are a major challenge, not just to individuals, but also to third-level institutions, to be able to provide the expertise that is needed to keep up with what is happening in the world. I also think it is very important that emphasis is put on people with disabilities and people from the lower socio-economic areas. Everybody is entitled to education, and everybody is entitled to have lifelong learning.
(Fin des interventions à la demande)
Miguel Arias Cañete,Member of the Commission. – Madam President, thank you for giving me the opportunity to comment on this draft resolution, which is very much in line with the Commission’s own policy and strategy.
On 30 May, we published an education package, which contains actions spanning from early childhood education and care to higher education, and which includes a strong focus on both digital and lifelong learning. The package takes account of developments and issues that have a direct impact on education – such as globalisation, digitalisation, diversity and exclusion – and considers how best to support people of all ages in developing the skills that they will need to thrive both personally and professionally. Many of the actions are very relevant to the recommendations in the draft resolution.
The Commission Communication on ‘School development and excellent teaching for a great start in life’ starts from the assumption that high-quality education for all will help Europe achieve its economic and social objectives while fostering the personal and professional developments of European citizens.
I would like to thank you for highlighting the importance of Erasmus+ and Horizon 2020 for enhancing lifelong learning, and for the call to bridge technological gaps between educational institutions across Europe and to connect schools to ultra-fast Internet, thus addressing the digital divide and ensuring equal opportunities for all students.
I would also like to thank you for your acknowledgment in your report of the work done through the eTwinning and School Education Gateway platforms. In order to improve learning outcomes, inclusiveness and equity in school education, the Commission plans to further promote participation in those online platforms.
Further actions planned of particular relevance include a digital capacity self-assessment tool based on the Digital Competence Framework and called ‘Selfie’, which enables schools in the European Union, on a voluntary basis, to self-evaluate where they stand in relation to common criteria on the effective use of technologies for digital age learning, and how they can further improve. In addition, through Erasmus+, we will support improvements in school-level education in science, technologies, engineering and maths by promoting best practice in developing links and cooperation between higher education, research, businesses and schools at European Union level.
I would also like to highlight three initiatives within our renewed European Union agenda for higher education that are relevant to your draft resolution.
We will develop and implement a digital readiness model to help higher education institutions, their staff and students to implement digital learning strategies and exploit the potential of technology.
We will provide support through Erasmus+ for higher education teachers, doctoral candidates and postdoctoral graduates to develop pedagogical and curriculum design skills, including in digital learning.
Also through Erasmus+, we will promote the development and testing of flexible and modular course design.
Let me also mention the Commission’s support for research and innovation projects under Horizon 2020, developing ICT applications for education and training, making learning more effective, engaging and collaborative.
We are also conscious of the importance of youth work in supporting young people from disadvantaged backgrounds in developing digital skills and competences. The Commission welcomes, therefore, the reference to recognising competences gained outside the formal education system.
Last but not least, we should emphasise the important role of Erasmus+ and Horizon 2020 in supporting innovation in all sectors of education, and for people of all ages.
For the next three years (2018-2020) Erasmus+ will implement the ‘Digital Opportunity Scheme’, supporting internships to develop digital skills. Through our Horizon 2020 stakeholders, as well as through the Digital Skills and Jobs Coalition, we have been mobilising companies to offer more internships in this field, strengthening Europe’s innovation capacity.
One of the EU’s most successful programmes, Erasmus+ contributes to promoting growth and jobs, developing skills and promoting European values and social cohesion. Over the last 30 years, it has had an impact on the personal and professional lives of more than nine million participants, within and outside Europe. Among others, it funds eTwinning, promoting cooperation between schools through distance learning.
There are clear and strong messages at the highest political level regarding the crucial role of Erasmus+ in supporting the goals of the Rome Declaration, specifically ‘a Union where young people receive the best education and training and can study and find jobs across the continent’.
The recommendations within this draft resolution will provide us with much inspiration in our continued work to provide the best possible support to people of all ages on their lifelong learning journey.
La Présidente. – Le point est clos.
Le vote aura lieu mardi, le 12 septembre 2017.
Déclarations écrites (article 162)
Dominique Bilde (ENF), par écrit. – Ce rapport était l’occasion de mettre tout le monde d’accord. Qui peut nier le besoin de davantage permettre la formation à distance à l’aide du numérique ? Personne. Mais comme trop souvent, la thématique de la proposition a été kidnappée pour servir des fins idéologiques. Pourquoi y introduire les questions de genre ? Pourquoi tant de mesures à l’égard des réfugiés quand on attend de véritables propositions pour la majorité de la population ? Pourquoi autant dicter aux États leurs politiques éducatives alors que cela relève de leurs compétences ? Est-ce si dur de porter une analyse juste sur la situation générale et de proposer des solutions pour tous ? À quoi me sert que mon couvreur me dise comment doit être ma porte d’entrée ? De quel droit peut-il demander à ce que je change mon intérieur ? Manifestement, il est impossible pour certains de se mettre en quête du bien commun. Alors qu’ils devraient travailler à trouver des solutions pour les citoyens, ils dépensent toute leur énergie dans la lutte pour leurs combats personnels. C’est ainsi qu’ils créent de nouveaux problèmes au lieu de les résoudre. Ils avancent leurs pions pendant que les citoyens attendent.
Antanas Guoga (PPE), in writing. – I want to thank the rapporteur for this own-initiative report. The topic of e-learning is very important in Europe. It gives a lot of opportunities to people, regardless of their age, sex or social status. Easier access to education should be the standard universally applied, but in practice that is not the case, unfortunately. For example, it is hard for poorer people to obtain access to education. Working mothers might face difficulties juggling their family responsibilities, work and education. Furthermore, people with specific needs finds it hard to participate in traditional education. That is why I see e-learning as an optimal solution which can make access to education much better and more efficient, as well as reduce the social gap between different classes of societies in Member States. I believe that e-learning will become the new traditional form of education due to digitalisation of all spheres of our lives.
Bogdan Brunon Wenta (PPE), in writing. – I would like to thank Mr Zver for his work on this report. Lifelong learning is not only a mandatory part of every human life, but it is highly integrated into our traditional educational system. Since it is imperative by today’s standards to hone ones knowledge, experience and skills, the educational system has to acknowledge rapid changes in circumstances and adapt accordingly. Poor access to education can be a cause for uncompetitive workforces, social exclusion and even violent radicalisation. With the help of e-learning and distance education, even people who cannot access classical education because of insufficient funds, disabilities or other hindering factors are not being excluded from the learning process. Increasing unemployment rate in Europe could be held in check and dropout rates from schools may shrink if these new methods of education were properly implemented and access to them was ensured. Further and distance education framework in Europe should be built upon a cooperation of the Member states also in the area of digital skills. More teachers need to be acquainted with digital competences and an EU-wide online platform to exchange good practices should be created.
27. Vienas minūtes runas par politiski svarīgiem jautājumiem
La Présidente. – L’ordre du jour appelle les interventions d’une minute sur des questions politiques importantes (article 163 du règlement).
Andrea Bocskor (PPE). – Elnök Asszony, szeptember 1-jén teljes körűen életbe lépett az Ukrajna és Európai Unió közötti társulási megállapodás. Ennek 4. cikkelye magában foglalja az állampolgári és kisebbségi jogok védelmét, a diszkriminációmentességet. A szeptember 5-én elfogadott oktatási törvénnyel azonban Ukrajna megszegte ezeket az elveket és kötelezettségeket, hiszen annak 7-es cikkelye megszünteti az ukrajnai magyarok, románok, bolgárok, lengyelek, szlovákok azon jogát, hogy anyanyelvükön tanuljanak az oktatási rendszer minden szintjén. A törvény ezáltal ellentmond Ukrajna alkotmányának és nemzetközi kötelezettségeinek. Megrontja a viszonyt az őt támogató szomszédos országokkal, kétségbe vonja Európa integrációs törekvéseinek őszinteségét. Ez a jogszabály súlyos következményekkel jár majd az Ukrajnában élő nemzeti kisebbségekre, több tízezer gyermek, szülő és tanár válik jogfosztottá, másodrangú polgárrá. Arra kérem az Európai Bizottság és az Európai Parlament vezetőit, vessék latba befolyásukat, hogy az államelnök ne írja alá ilyen formájában a törvényt, és utalja vissza a 7-es cikk átdolgozására, hisz ezzel 120 román, 100 magyar és 5 lengyel tannyelvű iskola felszámolása fog bekövetkezni.
Emilian Pavel (S&D). – Dragi colegi, în această săptămână, printre alte subiecte extrem de importante, discutăm și despre viitorul programului Erasmus+ și despre noua Agendă pentru competențe în Europa. Este un cadru bun să reafirmăm în Parlamentul European sprijinul nostru pentru educație care să ofere tinerilor șanse reale pentru o viață profesională de succes.
Cred, alături de mulți alți deputați și de mulți cetățeni, că în economia globală, singurul avantaj competitiv al Europei va veni ca rezultat al unui focus și al unor investiții masive în educație sub toate formele sale. O viață profesională de succes depinde, în foarte multe cazuri, de stagiile de pregătire, de programele de ucenicie și practică prin care tinerii europeni pot învăța, se pot forma și își pot crește șansele de angajare sau gradul de pregătire.
Aș vrea să accentuez, însă, faptul că nu toți tinerii dispun de resursele necesare și că, pentru destui dintre ei, un stagiu de practică, un internship plătit, reprezintă singura șansă de a se susține.
Vreau să ne gândim cu toții în dezbaterile din această săptămână la modul în care votul nostru și pozițiile adoptate de noi pot face o diferență decisivă în viețile multor tineri europeni care, cu doar un pic de sprijin și susținere, pot avea șansa de a-și atinge adevăratul potențial.
Urszula Krupa (ECR). – Pani Przewodnicząca! Omawiając ważne kwestie społeczne, chciałam zapytać zwłaszcza tych, którzy troszczą się tak bardzo o praworządność w Polsce: gdzie jest holenderska i belgijska praworządność, która umożliwiła zatrucie Europy fipronilem, który stosowano szczególnie w holenderskich, belgijskich, a także niemieckich fermach kurzych. Incydentem nazwany przez przedstawicielkę Komisji Europejskiej skandal trwa od roku, gdyż belgijska Agencja Bezpieczeństwa Żywności ma dokumenty, które wskazują na obecności fipronilu w holenderskich jajach pod koniec listopada 2016 roku, a pierwsze próbki były pobrane w maju tego roku. Informacja do państw członkowskich dotarła dopiero w lipcu 2017 roku, przez co miliony jaj i kurzego skażonego mięsa zostały dostarczone na rynki albo skonsumowane czy też wykorzystane do produkcji gotowych dań, stwarzając zagrożenie dla zdrowia publicznego i środowiska.
Ivan Jakovčić (ALDE). – Gospođo predsjednice, dame i gospodo, UNESCO-va svjetska baština je na mnogim mjestima ugrožena. Samo na području gdje ja živim, gdje obitavam, gdje se krećem u Hrvatskoj, na Plitvicama, u Dubrovniku, u Veneciji, u Ohridu, u Kotoru, nekim drugim dijelovima, UNESCO-va baština je ugrožena i to zbog ničeg drugog, nego zbog nas, zbog turizma.
Turizma koji nam je itekako bitan, turizam u kojem radi svaki deseti građanin Europske unije, turizam koji donosi velike prihode, ali i turizam o kojemu mi ovdje u ovom Europskom parlamentu gotovo nikada ne govorimo. Kao da ne postoji, kao da ne donosi prihode Europi i kao da u ovom slučaju ne ugrožava UNESCO-vu baštinu. Dakle, još jednom se želim ovdje jasno založiti da nam treba krovna turistička organizacija unutar Europske unije, kako bi se zaista moglo kvalitetno baviti turizmom i kada govorimo o kulturnoj baštini.
Patrick Le Hyaric (GUE/NGL). – Madame la Présidente, chers collègues, je veux vous parler d’un jeune homme de 32 ans. Il est franco-palestinien, il habite à Jérusalem et il vient de devenir avocat. Quelques jours après avoir obtenu son diplôme d’avocat, il a été arrêté le 23 août chez lui sans raison et, après beaucoup de tergiversations de la justice israélienne, il est placé, comme des millions de Palestiniens, en détention administrative – paraît-il sur la base d’un dossier secret parce que totalement vide. Il s’appelle Salah Hamouri.
Cela révèle l’acharnement et l’absence totale de respect du droit par un État qui se proclame sans cesse un de nos partenaires les plus proches. Notre service d’action extérieure ne peut pas laisser faire et doit réclamer la libération de Salah Hamouri sans condition et sans délai. Il est grand temps que l’Union européenne conditionne sa coopération avec l’État d’Israël au respect des droits fondamentaux, du droit et des conventions internationales, comme elle le fait avec tant d’autres États. Dans l’immédiat, liberté pour Salah Hamouri.
Piernicola Pedicini (EFDD). – Signora Presidente, onorevoli colleghi, io questa sera ho portato qui in Aula un prodotto eccezionale: la passata di pomodoro. Questo è un prodotto che proviene dall'Italia del Sud, ma lo stesso discorso si potrebbe fare per la Grecia, per la Spagna, per tutti quei paesi che hanno tanto sole. È un prodotto sano ed è un ingrediente fondamentale per alimenti come la pasta, la pizza, le lasagne, ed è quindi una vera e propria ricchezza dei nostri territori e per le nostre produzioni locali: non lo chiamiamo "l'oro rosso".
Eppure ci chiediamo come sia possibile che l'Unione europea non sia in grado di impedire, di bloccare le importazioni di concentrato cinese, che è un prodotto scadente e di bassa qualità, che fa concorrenza sleale alle nostre produzioni e, soprattutto, che è nocivo perché pieno di pesticidi. Ci chiediamo come sia possibile che non esista un'etichetta precisa e chiara per distinguere il pomodoro italiano dallo Xinjiang cinese, in modo che i cittadini possano scegliere liberamente e consapevolmente che cosa mangiare.
Mario Borghezio (ENF). – Signora Presidente, onorevoli colleghi, è incredibile che debbano essere i parlamentari a difendere i prodotti e la dignità dei cittadini europei e della loro cultura. Negli Stati Uniti, animata dal peggiore revisionismo storico, è in corso la campagna vergognosa contro due figure molto importanti della nostra tradizione, molto care agli italiani, agli europei e in particolare agli italoamericani.
La prima ha preso di mira, pensate un po', niente di meno che la figura di Cristoforo Colombo: si chiede di eliminare ogni riferimento a tale personaggio, abbattere statue, ecc. La seconda riguarda un altro personaggio, anch'esso importante, un eroe dell'aviazione italiana, grande trasvolatore, Italio Balbo, che è un'altra figura storica anch'essa importante.
Io chiedo che, di fronte al silenzio grave dell'Alto rappresentante, che non difende mai gli europei, i valori europei e la dignità dei cittadini europei, anche minacciata, oltraggiata come in questo caso, provveda il Parlamento europeo, e rivolgo un pressante invito al Presidente perché faccia sentire la voce in difesa di Cristoforo Colombo e di Italo Balbo.
Janusz Korwin-Mikke (NI). – W tej chwili Unia Europejska zajmuje się z sytuacją w Polsce, bo mówi, że dba o demokrację i rządy prawa. Otóż nie można mieć jednego i drugiego. Albo jest demokracja, albo są rządy prawa. Nie ma tu kompromisu. Jeśli konstytucja wymaga, żeby zrobić „A”, a lud i parlament domagają się, żeby zrobić „B”, to funkcjonariusz musi wiedzieć czy ma wykonać „A”, i wtedy są rządy prawa, czy ma wykonać „B”, i wtedy jest demokracja. Nie można mieć jednego i drugiego. W obecnej chwili w Polsce mamy do czynienia z atakiem demokracji na rządy prawa. Większość ma większość i zmienia sobie prawo jak chce. To właśnie jest demokracja. Jestem wrogiem demokracji, nienawidzę demokracji, natomiast chcę, żeby rządziło prawo.
Dubravka Šuica (PPE). – Gospođo predsjednice, večeras bih željela progovoriti o šumskim požarima i ukazati na potrebu zaštite od šumskih požara. Najgora sezona požara je iza nas. U Hrvatskoj je ove godine bilo otvorenih 4907 požara. No, nisu samo zahvatili Hrvatsku nego Španjolsku, Portugal, Italiju, Grčku. U svakom slučaju, sedam pitanja sam postavila u vrijeme ovog mandata Europskoj komisiji kako bismo ukazali na bolju zaštitu europskih šuma od požara. Ne treba zanemariti ni klimatske promjene i globalno zatopljenje. Dok smo se mi ovdje u Europi borili s požarima, imamo najveće uragane i tornade u srednjoj Americi, što na neki način ukazuje na promjene u globalnoj klimi.
Ono što želim reći ovim današnjim izlaganjem jest da Fond solidarnosti koji postoji, nažalost, vrlo sporo se može mobilizirati. Ono što tražimo od Komisije je da se omogući brža mobilizacija Fonda solidarnosti koji upravo služi da bi pomogao kod ovih prirodnih katastrofa. Ja vas, u tom smislu, molim da reagirate.
Wajid Khan (S&D). – Madam President, it is not the first time that crimes against humanity have taken place against the Rohingya community. This Parliament has previously passed two resolutions on Myanmar last year, and yet the brutality and even atrocities continue against the Rohingya Muslims. How many more women will be raped? How many more children will be tortured? How many more villages will be burnt? What will it take for this genocide and ethnic cleansing to be stopped?
The resolution on Thursday needs to go further than any previous resolution, including economic and political sanctions against the Myanmar government. The international community needs to move faster. We need urgent action and impact now. We will need to recognise the Rohingya Muslims and support humanitarian efforts – not just now, immediately, but in the long term. This institution – the EU – is based on the values of peace and cooperation. It is only right that we show solidarity and play our part in bringing peace, justice and prosperity in Burma.
Marek Jurek (ECR). – Panie Przewodniczący! Po serii ataków na Polskę na tle różnic między władzą wykonawczą i władzą sądowniczą – a trzeba powiedzieć, że napięcia między tymi władzami są wpisane w samą logikę podziału władz – przyszedł czas najzupełniej dla nas nieoczekiwany: Polska jest atakowana dlatego, że chce gwarantować kobietom prawo do wcześniejszego odpoczynku emerytalnego.
Otóż chcę uświadomić Komisji Europejskiej, mówiłem już o tym wiceprzewodniczącemu Timmermansowi, że 15 lipca 2010 roku polski Trybunał Konstytucyjny wyraźnie powiedział, że prawo kobiet do wcześniejszego odpoczynku emerytalnego jest częścią konstytucyjnych praw kobiety wynikających z macierzyństwa, wynikających z rodzenia dzieci, wynikających często z pomocy dzieciom w starszym okresie życia. Oczywiście inne kraje mogą przyjmować inne rozwiązania konstytucyjne, ale nie można mówić o obronie Trybunału i porządku konstytucyjnego w Polsce, jednocześnie atakując jego zasady sprecyzowane właśnie przez Trybunał Konstytucyjny, i dla tego porządku konstytucyjnego domagamy się szacunku.
Jasenko Selimovic (ALDE). – Madam President, Bosnia and Herzegovina has the lowest financial support per capita from the EU, not only among the Balkan candidate countries but also among the accession countries. This is not consistent with EU ambitions to strive for international cooperation and support these Balkan countries ravaged by the war, socialism, and nationalism, especially since Bosnia and Herzegovina’s constitution – the Dayton Agreement, mainly the result of western pressure – does not allow the country to progress.
Therefore I welcome the Commissioner’s answer to my question: that he is considering increasing the financial support to Bosnia through the Instrument for Pre—Accession. This will enable the country to take the necessary action crucial for Bosnia’s integration into the European Union and further development. I think the country should also be compensated for the lack of support in previous times.
Miguel Viegas (GUE/NGL). – Senhora Presidente, Portugal enfrenta uma situação de seca sem precedentes que requer apoios urgentes. Os últimos dados disponibilizados pelo Instituto Português do Mar e da Atmosfera referem que, no final de junho, 80 % de Portugal Continental estava em seca severa ou extrema. Acresce que 18 das 60 barragens do Continente iniciaram um verão com menos de metade da água que conseguem armazenar.
Segundo o índice meteorológico de seca, em 30 de julho, mantinha-se a situação de seca meteorológica em quase todo o território de Portugal Continental, verificando-se, em relação ao mês anterior, o agravamento da sua intensidade.
Para além dos incêndios, os prejuízos provocados pela diminuição drástica da produtividade das colheitas e pela falta de água e de ferragens para os animais de criação começam já a ser estimados em várias centenas de milhões de euros em vários setores da agricultura e agropecuária.
Neste quadro gravíssimo, afirmamos que não chegam apenas as antecipações dos pagamentos das ajudas da PAC aos agricultores. É necessário ir mais longe, acionando o fundo de solidariedade da União Europeia, adaptando o seu regulamento para poder acudir já, por forma a minimizar uma catástrofe iminente, que será social, económica e ambiental.
Gilles Lebreton (ENF). – Madame la Présidente, l’Union européenne a perdu la confiance des peuples. Les partis de gauche, de droite et du centre qui la soutiennent voient arriver les élections européennes de 2019 avec angoisse. C’est pourquoi ils sont en train d’imaginer un système électoral susceptible de fausser les résultats en leur faveur.
Leur idée – soutenue par Emmanuel Macron – est de créer, à côté des listes nationales, des listes transnationales qui seraient soumises au vote de l’ensemble des Européens.
Des candidats français en difficulté dans leur pays pourraient ainsi se faire élire par les électeurs des autres États européens. C’est une véritable bouée de sauvetage pour les Verts, qui ont quasiment disparu de la scène politique française.
Il suffisait d’y penser: puisque le peuple français vote mal, l’eurocratie change le peuple. Le subterfuge est scandaleux. Toute honte bue, l’Union tente une fois de plus de contourner les résultats du suffrage universel comme elle l’a déjà fait pour anéantir le référendum français de 2005. Mais le groupe ENL s’y opposera.
Iuliu Winkler (PPE). – Elnök Asszony, minden nemzeti kisebbségnek joga van az anyanyelvű oktatáshoz, óvodától egyetemig, Európa bármelyik országában, az Unión belül, vagy ennek a szomszédságában. Ez az alapvető jog megilleti az ukrajnai magyar és román közösségeket is. Kisebbségellenes és az európai értékeknek ellentmond Ukrajna új oktatási törvénye. A Romániai Magyar Demokrata Szövetség európai parlamenti képviselőjeként elhibázottnak tartom az ukrán parlament döntését és szolidaritásomat fejezem ki a kárpátaljai magyar és az ukrajnai román közösséggel. Természetes a szolidaritás, különösen, amikor a romániai magyarságot is jogtiprás fenyegeti. Utcára kellett vonulni a magyaroknak Marosvásárhelyen, tanévkezdés előtt alig pár nappal azért, hogy egy magyar iskola folytathassa a működését. Felkérem az ukrán államfőt: ne hirdesse ki az oktatási törvényt, utalja vissza a parlamentnek újratárgyalás végett.
Nicola Caputo (S&D). – Signora Presidente, onorevoli colleghi, da 48 ore l'Italia è colpita da violenti nubifragi che hanno causato danni ingentissimi e purtroppo vittime, come a Livorno.
L'ondata meteorologica avversa ha colpito la notte scorsa anche le regioni del Sud, in particolar modo la Campania, con le province di Napoli, Caserta e Salerno. Mai l'Italia è stata flagellata da tempeste così devastanti con la frequenza di questi ultimi anni, in cui il cambiamento climatico sta mostrando i suoi effetti.
Va affrontata con urgenza la difficile situazione del dissesto idrogeologico ed è evidente l'assoluta necessità di investimenti in termini di prevenzione e messa in sicurezza. Servono interventi pubblici e serve anche l'aiuto dell'Europa se non vogliamo che queste emergenze continuino a ripetersi in modo ormai ciclico.
In queste ore si valuta la possibilità di chiedere il riconoscimento dello stato di calamità naturale, verificando l'accessibilità al Fondo europeo di solidarietà e ad altre misure per le quali l'Europa, se chiamata, sono certo non farà mancare il proprio sostegno.
Paloma López Bermejo (GUE/NGL). – Señora presidenta, hoy se conmemora el aniversario de la muerte del presidente chileno Salvador Allende un 11 de septiembre de 1973, tras un golpe de Estado fascista. Se instauró una dictadura de terror en Chile durante casi veinte años, abriendo un largo periodo de aplicación de políticas en contra de los trabajadores y del movimiento obrero.
Allende, como muchos otros, murió defendiendo un sistema para el pueblo, un sistema en el que la persona prime sobre el capital, en el que las vidas sean más importantes que las multinacionales y el mercado.
Cuarenta y cuatro años después de esa muerte, su legado toma más fuerza que nunca: frente a la pérdida sistemática de derechos y libertades, desde la izquierda seguimos luchando por instituciones realmente democráticas; por que los trabajadores sean el centro de las políticas; por erradicar la desigualdad; por avanzar, en resumen, hacia el socialismo. Hoy igual que ayer, como decía Allende, «la historia es nuestra y la hacen los pueblos».
Dariusz Rosati (PPE). – Pani Przewodnicząca! Za kilka dni na terytorium Białorusi odbędą się wielkie manewry wojskowe Zapad organizowane przez Federację Rosyjską. Według doniesień w manewrach tych weźmie udział ponad sto tysięcy żołnierzy, kilkaset czołgów, artyleria i lotnictwo. To największe manewry od czasu upadku Związku Radzieckiego. Zgromadzenie tak dużych sił przy wschodniej granicy Unii Europejskiej musi budzić wielki niepokój, ponieważ bezpośrednio zagraża bezpieczeństwu Unii Europejskiej. Uważam, że Unia Europejska powinna wyrazić stanowczy sprzeciw wobec tych zachowań Federacji Rosyjskiej.
Chciałbym zauważyć, że również za kilka dni, 17 września, mija 78. rocznica zdradzieckiej barbarzyńskiej napaści Związku Radzieckiego na Polskę w 1938 roku. Organizowanie manewrów wojskowych w tych właśnie dniach ma charakter prowokacji. Apeluję do Parlamentu Europejskiego, do Rady i do Komisji o to, aby zareagować w sposób właściwy na te zachowania Federacji Rosyjskiej.
Julie Ward (S&D). – Madam President, when I was elected in 2014, I decided to be a voice for people who did not have a voice. This Parliament offers a powerful platform and we should be mindful to draw attention to ethnic minorities and indigenous people, whose rights are trampled over by voracious global interests or who are marginalised by poor public policy and a lack of investment.
Whether it is the Xikrin people of Amazonia whom I visited last month, whose lives are unsustainable because of mineral extraction, deforestation, land grabs and political corruption, or the Roma population of Europe who were victims of the Nazi Holocaust and who continue to suffer terrible discrimination, we should remember them in our political discourse, cherish their cultural distinctiveness and speak out against those who abuse them.
When we do so, we can be a force for good. I am glad therefore that ahead of Roma Pride on 1 October, the Czech Government has announced they will end the scandal of the pig farm Lety on the site of a Roma genocide. Meanwhile, the Xikrin have won an important injunction to halt the Onca Puma Mining Project and will receive full compensation for its poisonous effects. We can do good.
Martina Anderson (GUE/NGL). – Madam President, on 10 March 2016, Tony Taylor, a Republican from my home town of Derry, was detained and interned on the instructions of the then British Secretary of State for the North, Theresa Villiers. Today, over a year later, no evidence has been produced to justify his detention, nor indeed his arrest. If evidence exists, it should be presented to the courts.
His continued detention is a breach of human rights and an affront to justice. This is why Sinn Féin has been calling for his immediate release from Maghaberry Prison and why I, along with the newly elected MP for the North, Elisha McCallion, will visit Tony Taylor on Friday. The refusal to release him raises serious concerns about political interference in the criminal justice system in the North. Internment was wrong in the 1970s and it is still wrong.
This is Tony Taylor.
(The speaker held up a photograph of Mr Taylor).
He should be immediately released.
Csaba Sógor (PPE). – Elnök Asszony, Romániában a mai napon elkezdődött a tanév, ám egy fele-fele arányban románok és magyarok által lakott városban ezt a szokásosnál is nagyobb káosz előzte meg. Ennek oka, hogy lassan egy éve bizonytalan a római katolikus egyház által alapított helyi magyar iskola sorsa, az egyház saját épületében kialakított intézmény a különböző állami hatóságok sorozatos zaklatásai miatt gyakorlatilag megszűnt, a több száz gyerek pedig csak egy másik iskola szárnyai alatt kezdhette el a tanévet. Beszéltem itt már róla hónapokkal ezelőtt, de kérem, képzeljék el azt a helyzetet, hogy egy néhány évvel ezelőtti adminisztratív hiba miatt a rettegett korrupcióellenes ügyészek vizsgálódnak a helyszínen, kihallgatásra idézve be szülőket, akiktől azt tudakolják, miért íratták katolikus iskolába gyerekeiket. Igen, ez az Unióban történik, nem valahol a harmadik világban. Ha jogállamiságról beszélünk, akkor tudatában kell lennünk, hogy a marosvásárhelyi szülők ennyit éreznek ma a jogbiztonságból az Európai Unióban.
Claudiu Ciprian Tănăsescu (S&D). – Mă bucură faptul că semnalele de alarmă trase de mine în acest plen cu privire la situația tragică a unuia dintre cele mai vechi și experimentate institute de producere a vaccinurilor din Europa, adică institutul Ioan Cantacuzino din București, au avut un răspuns prompt și pozitiv din partea actualului Guvern al României.
Premierul României, domnul Mihai Tudose, a anunțat zilele trecute pregătirea documentelor legislative necesare trecerii Institutului Ioan Cantacuzino din subordinea Ministerului Sănătății în cea a Ministerului Apărării, pornind de la ideea că Institutul Cantacuzino face parte din rețeaua strategică de care depinde reacția promptă a Europei în fața unei epidemii generalizate sau a unui atac cu armă biologică. Conform prim-ministrului României, există intenția ca Institutului Ioan Cantacuzino să devină principalul centru regional european de producere a vaccinurilor, atât de necesare programelor de imunizare a cetățenilor europeni.
Merg mai departe și vă cer sprijinul pentru găsirea unei formule acceptabile pentru Comisia Europeană, prin care finanțarea dotărilor și funcționării institutului Ioan Cantacuzino, dar și a instituțiilor similare din alte state membre, să fie făcută de la bugetul european.
José Inácio Faria (PPE). – Senhora Presidente, a 23 de agosto passado, o Governo brasileiro publicou um decreto que previa a extinção da Reserva Nacional do Cobre e Associados, um território na Amazónia com cerca de 4 milhões de hectares que engloba nove áreas protegidas entre florestas estaduais, reservas ecológicas e terras indígenas, o que, de imediato, deu origem ao massacre de índios isolados na Amazónia por conta da prospeção de ouro e ao abate de aves, como relata a Fundação Nacional do Índio (Funai).
A suspensão posterior desse decreto por um juiz federal tem um carácter meramente provisório e o segundo decreto do Governo, que revogou o primeiro, apenas abre mais brechas para a exploração em alguns desses locais.
Caros Colegas, num momento de grande dinamização das negociações entre a União Europeia e o Mercosul - que poderão conduzir a um acordo político antes do final deste ano - a União Europeia não pode deixar de instar as autoridades brasileiras a preservarem as reservas ambientais indígenas de uma das maiores faixas contínuas de floresta tropical do planeta.
Os índios brasileiros e a Amazónia, também apelidada de “pulmão do mundo”, não podem continuar a ser constantemente ameaçados por interesses económicos.
László Tőkés (PPE). – Elnök Asszony, két magyar vonatkozású botrányos jogsérelmi esetre kívánom felhívni a Tisztelt Ház figyelmét. A legsötétebb sztálini időkre emlékeztet az ukrajnai oktatási törvény nemrégen megszavazott módosítása, mely megfosztaná a kisebbségeket – köztük a magyarokat és a románokat – az anyanyelvükön való tanulás alapvető jogától. Ez ellen mind a magyar, mind a román kormány élesen tiltakozik. A marosvásárhelyi magyar nyelvű római katolikus gimnázium jogellenes és diszkriminatív megszüntetése a nacionálkommunista Ceausescu-diktatúra asszimilációs politikájának a szellemét és módszereit idézi. Románia nem alkalmazhat kettős mércét a hazai, valamint az ukrajnai kisebbségi oktatás viszonylatában! Kérem a Parlamentet és az Elnök Urat, az Elnök Asszonyt, hogy járjon közben az ukrajnai nyelvi jogok biztosítása és a romániai iskola helyzetének rendezése érdekében.
Francesc Gambús (PPE). – Señora presidenta, señor comisario, he pedido poder hacer uso de la palabra para expresar mi gratitud con la presidencia de esta Cámara, en primer lugar, y con el resto de colegas que esta tarde, al inicio de los trabajos de esta sesión plenaria, han guardado un minuto de silencio, no solo respetuoso, sino también emocionado para las víctimas de las catástrofes naturales o los ataques terroristas acaecidos estas últimas semanas.
Atacar Barcelona, la ciudad donde vivo y donde nací, o atacar Cambrils o atacar Turku es en el fondo lo mismo: un ataque a nuestra civilización, a nuestra forma de vida, a nuestras democracias, a nuestros derechos y a nuestras libertades. Termino acordándome de nuevo de todas las víctimas de estos ataques y de todos los otros que desgraciadamente han ocurrido en suelo europeo y más allá, así como reiterando el agradecimiento por el trabajo desarrollado por las fuerzas y cuerpos de seguridad y de emergencia, en especial al Cos deMossos d’Esquadra, que con tanta diligencia y saber hacer trabajaron en aquellas horas dramáticas del 17 de agosto. No tenim por!
Tomáš Zdechovský (PPE). – Paní předsedající, v létě italské úřady ukázaly, že některé neziskové organizace spolupracovaly s pašeráky a jezdily si pro ekonomické migranty přímo k libyjským břehům. Tam dokonce pašerákům umožnily to, aby si vzali od lodí, kterými tam přivezli migranty, motory, odvezli si je zpátky a přivezli další.
Já bych chtěl u této příležitosti vyzvat Evropskou komisi, aby nebyla laxní, aby pomohla právě italské vládě zmobilizovat síly a zasáhnout proti těmto skupinám a případně, pokud se tyto skupiny nebo neziskové organizace nepodřídí tomu kodexu, kterým je italská vláda vyzvala ke spolupráci, abychom jim zastavili veškeré financování a odmítli jejich spolupráci na záchranných akcích. Myslím si, že nejvíce na celém tomto byznysu nevydělávají lidé, kteří jsou přesunuti do Itálie, vydělávají na něm pašeráci.
Seán Kelly (PPE). – Madam President, I read with great interest the recent position papers on Brexit that were released by the United Kingdom Government and, indeed, I followed the latest round of negotiations closely. Allow me to state the obvious, which is that something is evidently missing: solutions. One area in particular, in which solutions are needed quickly, is the Ireland-Northern Ireland border. The referendum was 15 months ago but I have yet to read anything really concrete on the border issue. What is the holdup? Does the United Kingdom take its citizens in Northern Ireland seriously? The time for buzzwords is over. I have lost count of how many times I have read in the position papers buzzwords like ‘streamlined’, ‘innovative’, and ‘imaginative solutions’ for the borders of the United Kingdom, but without any details of what these solutions would look like. This is bureaucratic speak for ‘we haven’t a clue’. The onus is on the United Kingdom to come up with something substantive and workable, that does not put a hard border back on the island of Ireland. The United Kingdom made a decision to leave; now it must solve the problem it has caused for Ireland.
La Présidente – Ce point de l’ordre du jour est clos.