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Resoconto integrale delle discussioni
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Lunedì 12 marzo 2018 - Strasburgo Edizione rivista
1. Ripresa della sessione
 2. Apertura della seduta
 3. Dichiarazioni della Presidenza
 4. Approvazione del processo verbale della seduta precedente: vedasi processo verbale
 5. Composizione dei gruppi politici: vedasi processo verbale
 6. Composizione delle commissioni e delle delegazioni: vedasi processo verbale
 7. Negoziati precedenti alla prima lettura del Parlamento (articolo 69 quater del regolamento): vedasi processo verbale
 8. Richiesta di consultazione del Comitato economico e sociale europeo (articolo 137, paragrafo 2, del regolamento): vedasi processo verbale
 9. Firma di atti adottati in conformità della procedura legislativa ordinaria (articolo 78 del regolamento): vedasi processo verbale
 10. Seguito dato alle posizioni e risoluzioni del Parlamento: vedasi processo verbale
 11. Interrogazioni con richiesta di risposta orale (presentazione): vedasi processo verbale
 12. Presentazione di documenti: vedasi processo verbale
 13. Ordine dei lavori
 14. Politica della Commissione in materia di integrità, in particolare la nomina del Segretario generale della Commissione europea (discussione)
 15. Uguaglianza di genere negli accordi commerciali dell'UE (discussione)
 16. Lotta contro la violenza nei confronti delle donne e delle ragazze e ratifica della Convenzione di Istanbul da parte degli Stati membri dell'UE (discussione)
 17. Servizi di consegna transfrontaliera dei pacchi (discussione)
 18. Qualificazione iniziale e formazione periodica dei conducenti di taluni veicoli stradali, e patenti di guida (discussione)
 19. Strategia europea per i sistemi di trasporto intelligenti cooperativi (breve presentazione)
 20. Regioni in ritardo di sviluppo nell'Unione europea (breve presentazione)
 21. Il ruolo delle regioni e delle città dell'UE nell'attuare l'accordo COP 21 di Parigi sui cambiamenti climatici (breve presentazione)
 22. Interventi di un minuto su questioni di rilevanza politica
 23. Ordine del giorno della prossima seduta: vedasi processo verbale
 24. Chiusura della seduta
 25. Chiusura della sessione annuale


  

PRÉSIDENCE: ANTONIO TAJANI
Président

 
1. Ripresa della sessione
Video degli interventi
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  Le Président. – Je déclare reprise la session du Parlement européen interrompue le jeudi 1er mars 2018.

 

2. Apertura della seduta
Video degli interventi
 

(La séance est ouverte à 17 h 02)

 

3. Dichiarazioni della Presidenza
Video degli interventi
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  Le Président. – Chers collègues, il y a à peine deux semaines, lors d’un débat en session plénière, nous exprimions notre inquiétude quant à la situation dramatique en Syrie. À quelques heures d’avion de Strasbourg, les Syriens souffrent, les Syriens sont les otages d’enjeux qui les dépassent. Et loin de porter l’espoir, les récents développements ces derniers jours éloignent toute perspective d’embellie. En quelques semaines, l’offensive sur la Ghouta orientale a fait plus de mille morts: des enfants, des femmes, des personnes âgées vulnérables. Des milliers de blessés sont en situation d’urgence absolue. Enfin, la spirale de la violence laisse craindre le pire: la situation humanitaire à l’intérieur de l’enclave encerclée risque de s’aggraver rapidement. Les nouvelles qui arrivent de là-bas sont terribles. Toutes les parties doivent prendre leurs responsabilités, y compris, je le répète, les garants du processus d’Astana. Aucun intérêt, aucune cause ne peut justifier la barbarie, le nettoyage ethnique, le massacre d’innocents.

En votre nom et au nom de notre Institution, je veux lancer un appel solennel à la mise en œuvre sans délai de la résolution du Conseil de sécurité des Nations unies. Il y a urgence pour un cessez-le-feu durable, il y a urgence à ce que la protection des civils soit assurée, à ce que les blessés et les malades soient évacués, à ce que les aides puissent être acheminées. Il y a urgence à ce qu’une solution politique puisse aboutir dans le cadre du processus de Genève. Tous ceux qui ont une influence doivent agir pour que cette tragédie cesse. L’humanité est en perdition en Syrie, ne perdons pas la nôtre.

(Applaudissements)

Je pense que ce message qui part de Strasbourg est un message positif pour les citoyens qui sont au milieu des combats, entre les combattants d’un côté et de l’autre. Ils sont les victimes: sans armes, ils ne peuvent pas sortir de la ville. Espérons qu’ils y parviendront mais espérons aussi, grâce à ce message, que nous pouvons faire évoluer la situation dans la bonne direction.

 
  
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   Anche quest'anno, in occasione della Giornata dei diritti della donna, voglio riaffermare il forte impegno del Parlamento nella battaglia per assicurare la parità effettiva dei diritti tra uomini e donne.

È questa la battaglia del secolo, ma siamo ancora lontani dall'averla vinta. I dati parlano chiaro: le disparità salariali persistono, la presenza delle donne nei posti di responsabilità è ancora largamente insufficiente e si continua a registrare la mancanza di studentesse in certe filiere tecnologiche e scientifiche. Così come continua l'ineguaglianza di responsabilità in seno alla famiglia. Oggi soltanto il 24 % dei manager è donna e appena il 4,6 % è amministratore delegato.

Inoltre, vi sono 655 milioni di donne occupate in meno rispetto agli uomini. Credo che la parità di genere non sia solo una questione di civiltà, ma sia anche nell'interesse della nostra società.

Nel mondo del lavoro le donne rappresentano una risorsa inestimabile. È stato calcolato che escludere le donne dal mondo produttivo costa, a livello globale, 11 500 miliardi in termini di minore crescita da qui al 2025, il che equivale al prodotto interno lordo combinato di Giappone, Germania e Regno Unito.

Raggiungere la parità di genere nei settori chiave del mondo del lavoro, a cominciare dal salario, è essenziale per garantire più crescita e lavoro nell'intera economia. Per creare lavoro abbiamo bisogno di donne imprenditrici, professioniste, leader nella ricerca.

Il cambiamento culturale necessario sarà, ovviamente, lento e richiederà tempo, ma è già in atto. Nell'ultimo anno esso si è manifestato anche attraverso la lotta agli stereotipi del ruolo femminile, come dimostra la campagna "Me too".

Ringrazio molto gli onn. Reintke, Schlein e Martin, per aver organizzato una petizione in proposito di quasi 130 000 firme che mi è stata consegnata questo pomeriggio. Anche i funzionari e altre donne e uomini che lavorano al Parlamento europeo hanno redatto la loro petizione con oltre mille firme, li ho incontrati nel pomeriggio e ho ricevuto il testo della loro petizione.

Vi informo che, questa sera, l'Ufficio di presidenza probabilmente adotterà una serie di misure volte anche a prevenire e reprimere qualsiasi forma di molestia a carattere sessuale all'interno della nostra istituzione. Ringrazio anche la commissione FEMM del Parlamento europeo per il prezioso e instancabile lavoro a sostegno delle donne, così come saluto il premio europeo per le donne in ICT, istituito dalla commissaria Gabriel, che è un esempio da seguire.

L'Unione deve continuare a battersi per una vera parità fra uomo e donna, perché non avremo un mondo migliore senza dare il giusto valore al ruolo delle donne e al loro impegno e passione.

Questa non è una battaglia di donne per le donne o contro gli uomini. Dobbiamo combatterla insieme, uomini e donne, giorno per giorno. C'è ancora molta strada da fare, ma siamo tutti quanti determinati. Questo credo che sia il migliore messaggio del Parlamento europeo ai cittadini in occasione dell'8 di marzo.

***

 
  
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  Νότης Μαριάς (ECR). – Κύριε Πρόεδρε, επί δώδεκα ημέρες συνεχίζεται η παράνομη κράτηση δύο Ελλήνων στρατιωτικών στις φυλακές υψίστης ασφαλείας της Αδριανούπολης, στην Τουρκία. Είναι μια υπόθεση που έχει συγκλονίσει την ελληνική κοινή γνώμη. Χθες, σ’ ένα μεγαλειώδες συλλαλητήριο στην Ορεστιάδα οι γονείς των δύο παλικαριών και οι κάτοικοι ζήτησαν την άμεση απελευθέρωσή τους.

Κάνω έκκληση στο Σώμα και σε σας προσωπικά, όλοι μαζί με μια φωνή, εδώ, στο Ευρωπαϊκό Κοινοβούλιο, να απαιτήσουμε από τις τουρκικές αρχές την άμεση απελευθέρωση των δύο Ελλήνων στρατιωτικών που κρατούνται παράνομα στις τουρκικές φυλακές υψίστης ασφαλείας της Αδριανούπολης. Θέλουμε την άμεση συμπαράστασή σας, κύριε Πρόεδρε. Το αναμένει όλη η κοινή γνώμη· το αναμένουν οι γονείς των παλικαριών.

(χειροκροτήματα)

 
  
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  Presidente. – Seguirò la vicenda personalmente e chiederò notizie chiaramente all'ambasciatore turco.

 
  
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  Bruno Gollnisch (NI). – Monsieur le Président, je pense que nous avons été très attentifs aux propos que vous avez tenus relativement à l’égalité des hommes et des femmes et contre le harcèlement sexuel.

Simplement, puisque vous avez évoqué la situation des fonctionnaires de ce Parlement, je voudrais rappeler une affaire qui est extrêmement inquiétante. Une fonctionnaire française en poste au Secrétariat général avait lancé des accusations extrêmement graves, peut-être d’ailleurs totalement infondées, – le problème n’est pas là – contre un très haut fonctionnaire de ce Parlement – que je ne veux pas nommer ici. Il se trouve que le message qu’elle a adressé à tous les députés a été effacé par l’administration de ce Parlement, ce qui représente une intrusion tout à fait inadmissible dans nos courriers personnels. Je tiens tous les éléments de cette affaire à votre disposition.

Je pense que si les accusations de cette fonctionnaire française étaient infondées, il était tout à fait légitime, bien sûr, que la personne mise en cause – le très haut fonctionnaire mis en cause – répondît ou que le Président adresse une réponse aux parlementaires.

Je pense, en revanche que, quel que soit le fond de cette affaire, il était tout à fait inconvenant et inadmissible que les ordinateurs de tous les députés aient été visités afin de faire effacer le message de la plaignante. Je tenais à vous le rappeler.

 
  
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  Presidente. – Grazie on. Gollnisch, verificheremo ciò che Lei ha detto, mi faccia pervenire tutta la documentazione in suo possesso e poi vedremo.

 
  
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  Ana Miranda (Verts/ALE). – Señor presidente, solicito que este Parlamento, sobre la base del artículo 7 de su Reglamento interno, se dirija a las autoridades españolas para preocuparse por la situación del exeurodiputado Oriol Junqueras i Vies, actual preso político.

 
  
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  Presidente. – Bene verificheremo.

 
  
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  Marek Jurek (ECR). – Panie Przewodniczący! Duże grono posłów do tego Parlamentu zwracało się do Pana poprzednika, przewodniczącego Schulza, a potem bezpośrednio do Pana, Panie Przewodniczący, w sprawie malowidła, które jest wystawione w tym Parlamencie piętro niżej, naprzeciwko sali obrad, pod prowokacyjnym tytułem „Dolorosa”. Ten jednoznaczny tytuł obraża wiarę bardzo wielu z nas, ale obraża również znaki najświętsze w tradycji europejskiej. Zwracaliśmy uwagę , że to jest znak poniżenia. Nawet jeżeli są wśród nas osoby świadomie wyznające swoje poglądy duchowe czy moralne i zgadzające się na poniżenie, to niech poniża się nas, a nie tych, których kochamy najbardziej: niech nie poniża się Matki Chrystusa. Zbliża się Wielkanoc – to jest świetna okazja, żeby zdecydował się Pan położyć kres tej manifestacji. Apeluje o to do Pana w imię Pańskiego honoru, tak jak apelowałem o to bezpośrednio po Pana wyborze.

 
  
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  Presidente. – Ne parlerò con il Questore competente.

 
  
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  Carlos Iturgaiz (PPE). – Señor presidente, quisiera recordarle a la señora Miranda que en España no hay presos políticos, hay delincuentes, y hay delincuentes golpistas, como el señor que usted ha citado. Ha debido de tener un lapsus mental.

¡Sí, sí, muestre la camiseta, señora Miranda!

Delincuentes golpistas son esas personas, y no presos políticos, que no existen en una democracia como es la española.

 

4. Approvazione del processo verbale della seduta precedente: vedasi processo verbale
Video degli interventi

5. Composizione dei gruppi politici: vedasi processo verbale
Video degli interventi

6. Composizione delle commissioni e delle delegazioni: vedasi processo verbale
Video degli interventi

7. Negoziati precedenti alla prima lettura del Parlamento (articolo 69 quater del regolamento): vedasi processo verbale
Video degli interventi

8. Richiesta di consultazione del Comitato economico e sociale europeo (articolo 137, paragrafo 2, del regolamento): vedasi processo verbale
Video degli interventi

9. Firma di atti adottati in conformità della procedura legislativa ordinaria (articolo 78 del regolamento): vedasi processo verbale
Video degli interventi

10. Seguito dato alle posizioni e risoluzioni del Parlamento: vedasi processo verbale

11. Interrogazioni con richiesta di risposta orale (presentazione): vedasi processo verbale

12. Presentazione di documenti: vedasi processo verbale

13. Ordine dei lavori
Video degli interventi
 

Presidente – Passiamo ora all'ordine dei lavori. Il progetto definitivo di ordine del giorno, approvato dalla Conferenza dei presidenti il 7 marzo, a norma dell'articolo 149, è stato distribuito. Sono state presentate le seguenti proposte di modifica:

Lunedì:

Il gruppo GUE/NGL ha chiesto di concludere la discussione relativa alla dichiarazione della Commissione su "L'integrità politica della Commissione, in particolare la nomina del Segretario Generale della Commissione europea" con una risoluzione da votare giovedì.

Do la parola all'Onorevole Dennis De Jong per formulare la richiesta del gruppo GUE/NGL.

 
  
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  Dennis de Jong, namens de GUE/NGL-Fractie. – Voorzitter, het verzoek is inderdaad om een korte resolutie te verbinden aan het debat, want we zullen ongetwijfeld een aantal dingen vandaag al horen, maar niet alle feiten boven tafel kunnen krijgen. Het lijkt me buitengewoon belangrijk om als Parlement te laten zien dat we dit serieus nemen, dat we een onderzoek starten en dat we daartoe de Commissie begrotingscontrole opdracht geven om te rapporteren aan de plenaire vergadering van april naar aanleiding van een dergelijk onderzoek. Dus een korte resolutie waarin we het mandaat van het onderzoek formuleren en het Parlement aan het werk zetten.

 
  
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  Esteban González Pons, en nombre del Grupo PPE. – Señor presidente, nosotros estamos a favor del debate porque estamos a favor de la transparencia, pero no somos partidarios de una resolución por tres razones.

Primero: el nombramiento de secretario general es una competencia política del presidente de la Comisión y una resolución sería tanto como que el Parlamento le dijera al presidente de la Comisión a quién puede y a quién no puede nombrar secretario general. Eso no admitiríamos que la Comisión se lo dijera al presidente del Parlamento.

Segundo: porque esa competencia es de la Comisión de Control Presupuestario y deberíamos esperar a que la Comisión de Control Presupuestario dijera si tiene algo que decir.

Y, en tercer lugar: nosotros estamos aquí para controlar políticamente a la Comisión, no para controlar los procedimientos administrativos de la Comisión. Nosotros controlamos procedimientos políticos. No tendría sentido, sería absurdo que fuéramos más exigentes con los procedimientos administrativos de la Comisión de lo que somos con los procedimientos administrativos del Parlamento.

 
  
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  Philippe Lamberts, au nom du groupe Verts/ALE. – Monsieur le Président, nous avons discuté de cela en Conférence des présidents, jeudi dernier, et ce sont un petit peu les positions qui étaient développées. Je vous ferai une proposition de compromis.

Je pense, en effet, que c’est une compétence de la commission du contrôle budgétaire. Nous allons avoir le débat ce soir, dans quelques instants, et je pense que nous pouvons, en tant que plénière, demander – sans devoir pour autant passer par une résolution – au président de la commission du contrôle budgétaire de se pencher sur la question dès après cette plénière, sur la base du débat que nous aurons eu. Nous pourrions alors avoir une résolution bien informée et – j’espère – avec une large majorité, sur ce sujet au mois d’avril. On peut décider que cela se fasse soit dans le cadre de la procédure de décharge de la Commission européenne ou dans le cadre d’une procédure distincte, donc au moyen d’une résolution de plein exercice, mais en tout cas, on peut décider de se prononcer, en tant que plénière, sur ce sujet au mois d’avril. C’est ce que je proposerais, dans un esprit de compromis, de manière à rassembler ici une majorité large.

 
  
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  Esteban González Pons, en nombre del Grupo PPE. – Señor presidente, nosotros entendemos que la Comisión de Control Presupuestario, efectivamente, tiene que analizar este asunto como todos los que tienen que ver con la aprobación de la gestión presupuestaria.

Pero —insisto— que este Pleno haga una resolución sobre algo que es competencia política del presidente de la Comisión es como si la Comisión tomara una decisión sobre algo que es competencia política del presidente del Parlamento.

Seguimos sin entender que deba haber una resolución sobre este asunto.

 
  
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  Dennis de Jong, namens de groep GUE/NGL. – Voorzitter, ik wil in ieder geval kort reageren op wat zojuist gezegd werd. Het is voortdurend de verantwoordelijkheid van dit Parlement om de integriteitspolitiek van de Commissie te controleren. Dat doen we ieder jaar. Dus die argumenten lijken me volstrekt invalide.

Ik constateer dat we het allemaal erover eens zijn dat er een onderzoek komt van de Commissie begrotingscontrole. De manier waarop we dat verzoek doen – aan de voorzitter van de Commissie begrotingscontrole of per resolutie – dat maakt mij minder uit dan dat het verzoek zwart op wit namens u wordt gedaan.

 
  
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  Philippe Lamberts, au nom du groupe Verts/ALE. – Monsieur le Président, je prends la déclaration de M. de Jong comme un accord sur la proposition de compromis que j’ai faite. Non? Ai-je mal compris?

 
  
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  Le Président. – Si j’ai bien compris, il y a un accord entre M. Lamberts et M. de Jong sur une proposition: nous menons le débat aujourd’hui sans résolution, nous donnons mandat à la commission du contrôle budgétaire pour l’évaluation et, après le travail de celle-ci, nous présentons une résolution – je pense que ce sera déjà fait jeudi. Jeudi, la Conférence des présidents va aussi évaluer la situation et faire une proposition pour un ajout à l’ordre du jour.

Pour résumer, nous allons voter sur une proposition de débat sans résolution, mais nous chargeons la commission du contrôle budgétaire d’évaluer la situation, ensuite nous aurons une résolution et un vote en plénière et, jeudi, lors de la prochaine Conférence des présidents, nous mettrons les points sur les i.

Le vote par appel nominal est ouvert. Tout est bloqué, si M. de Jong accepte un vote à main levée on peut le faire.

 
  
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   (Addressing Mr De Jong) Are you in favour of a vote without the card, because there is a large majority?

 
  
 

(Le Parlement approuve la proposition de Philippe Lamberts)

 
  
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   Il gruppo Europa delle Nazioni e della Libertà ha chiesto di aggiungere come secondo punto all'ordine del giorno una dichiarazione della Commissione sugli "Aiuti dell'UE allo sviluppo e i casi di abuso da parte delle ONG", dopo la dichiarazione della Commissione su "L'integrità politica della Commissione".

Si richiede che, di conseguenza, sia il dibattito sia la votazione sulla relazione dell'onorevole Lundgren dal titolo "Qualificazione iniziale e formazione periodica dei conducenti di taluni veicoli stradali, e patenti di guida" siano rinviati alla sessione di aprile.

Do la parola all'Onorevole Olaf Stuger per formulare la richiesta del gruppo ENF.

 
  
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  Olaf Stuger, namens de ENF-Fractie. – Voorzitter, collega's, we hebben natuurlijk allemaal kennis genomen van de schokkende berichten over het misbruik van medewerkers van ngo's, zoals Artsen zonder Grenzen, Oxfam Novib, noem maar op. Ik denk dat het onze verantwoordelijkheid is jegens die slachtoffers, minderjarige kinderen, hulpeloze vrouwen, maar ook jegens toekomstige hulpbehoevenden en als laatsten - maar niet het minst belangrijk - jegens de belastingbetalers in onze lidstaten die dit allemaal mogelijk maken met hun zuurverdiende geld. Daarom vraag ik uw steun om hierover te praten, hierover een serieus debat te voeren en dat debat heet “EU-ontwikkelingshulp en misbruik van ngo's”.

 
  
 

Presidente – C'è qualcuno che vuole parlare contro questa proposta? Bene, la richiesta allora è messa ai voti.

(Il Parlamento respinge la richiesta del gruppo ENF)

Martedì:

Il gruppo Europa delle Nazioni e della Libertà ha chiesto di non procedere alla votazione sulle proposte di risoluzione che concludono il dibattito sulle dichiarazioni del Consiglio e della Commissione relative agli "Orientamenti sulle future relazioni tra l'Unione europea e il Regno Unito".

Do la parola all'Onorevole Janice Atkinson per formulare la richiesta del gruppo ENF.

 
  
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  Janice Atkinson, on behalf of the ENF Group. – Mr President, I want to apologise to the House because my government has not come up with a definitive document, and this is a great shame because we voted nearly two years ago to leave this sclerotic Union.

However, any document that includes ECJ oversight and doesn’t take back control of our fishing waters is unacceptable. There is another reason as well, because any document that has been produced by Mrs Merkel’s people, Mr Verhofstadt, the socialists and the communists opposite, will be totally unacceptable to the British people. So I suggest we vote on that, but do you know what? I can guess what the vote might be.

 
  
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   (Il Parlamento respinge la richiesta del gruppo ENF)

Presidente. – Il gruppo S&D ha chiesto di aggiungere, come terzo punto all’ordine del giorno di martedì pomeriggio, dopo la discussione sulla relazione dell’onorevole Viotti relativa agli "Orientamenti per il bilancio 2019 - Sezione III", una dichiarazione del Vicepresidente della Commissione/ Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza su "I progressi in materia di patti globali delle Nazioni Unite per una migrazione sicura, ordinata e regolare e sui rifugiati". La discussione dovrebbe concludersi con una risoluzione da votare ad aprile.

Do la parola all’onorevole Maria Joao Rodrigues per formulare la richiesta del gruppo S&D.

 
  
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  Maria João Rodrigues, on behalf of the S&D Group. – Mr President, the reason for this proposal from the S&D Group is very clear, namely that the United Nations is now launching a big initiative to set a global compact on migration and refugees, and Parliament should follow this initiative properly. We believe that during this session we should give the High Representative the opportunity to come here to make a statement and that this should be followed by a proper debate in our session in April.

This is our proposal. This initiative also has big implications for one of our concerns, which is to pave the way for a stronger strategic partnership with Africa. We cannot have this strategic partnership if we don’t move on this global compact on migration and refugees.

 
  
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  Cecilia Wikström (ALDE). – Mr President, I also think that the issue of the Global Compact on Migration is more or less consensual in this House. I fully agree with parts of what my colleague has just said, but we need to send a strong message that this House should be united in finding a global solution. Unfortunately, this week’s plenary agenda is already full, and I would rather have a full debate next month than only a short statement by the High Representative this week, especially as we know that the negotiations in New York are expected to continue until July. If we can put this on the agenda in April and properly prepare a strong and united response from this House, it will also strengthen the position of our own European negotiators in New York.

Let’s do the whole thing next session because this week is already so full.

 
  
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  Presidente. – On. Wikström quindi Lei propone di avere lo stesso dibattito, però nel mese di aprile. Non so se l'on. Rodrigues è d'accordo oppure se vuole mettere ai voti la Sua proposta.

 
  
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  Maria João Rodrigues, em nome do grupo S&D. – Mr President, our position is very simple. We agree that this debate should take place in April, because we need to have proper time for this. What is at stake now is some minutes just to have a first statement by the High Representative because she asks us to do so. This is a good moment for her to come with the public position in the European Parliament. But then, yes, the debate as such should take place in April.

 
  
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  Presidente. – Allora possiamo fare in questa maniera: posso chiedere, se siete d'accordo, all'Alto rappresentante, di aggiungere, nel corso del suo intervento, delle dichiarazioni sulla questione e poi, nel mese di aprile, ci sarà il dibattito e la risoluzione. Può essere una proposta che può andare bene? Siete d'accordo che io chieda? Allora chiederò alla Vicepresidente Mogherini di aggiungere qualche osservazione sulla questione sollecitata e poi la Conferenza dei presidenti deciderà come fissare, nell'ordine del giorno di aprile, anche un dibattito su questo argomento.

(Il Parlamento approva la proposta del Presidente)

Il gruppo ECR ha chiesto di aggiungere, come terzo punto all’ordine del giorno di martedì pomeriggio, dopo la discussione sulla relazione dell’onorevole Viotti relativa agli "Orientamenti per il bilancio 2019 - Sezione III", una dichiarazione del Vicepresidente della Commissione /Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza su "Le prospettive di pace nella penisola coreana, alla luce dei recenti sviluppi". La discussione dovrebbe concludersi con una risoluzione da votare giovedì.

Do la parola all’onorevole Nirj Deva per formulare la richiesta del gruppo ECR.

 
  
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  Nirj Deva, on behalf of the ECR Group. – Mr President, unusually, I am asking to add to the workload of the House because we have a chance to make a real difference to the peace process in the Korean peninsula. Last Friday, President Trump completely turned his entire policy upside down and decided to negotiate and talk rather than bomb North Korea. He is now facing huge resistance from Americans who are saying that he should not be prepared to go and talk. The South Koreans have sent out a whole delegation of people to fan out around the world to seek support for the peace process. Our Parliament generally, Mr President, is always behind the curve. If we have this debate tomorrow, we will have an opportunity to be at the point or ahead of that curve. Of course, we could have a great debate in April when everything has been settled or the dust has not been settled, but this time we have a chance because we have been talking to the North Koreans for the last two and a half years to be able to be ahead of the curve, to contribute to that process by supporting the initiatives of the President of South Korea, who has done something remarkable in trying to avoid a world war. We need to provide support and tell the people and the President of the United States that the 500 million people represented by this Parliament would like him to talk rather than bomb.

 
  
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  Cristian Dan Preda, au nom du groupe PPE. – Monsieur le Président, notre groupe a discuté de cela, et nous vous proposons d’organiser ce débat, si nécessaire, au mois d’avril, sinon tout est improvisé. D’ici jeudi, on ne peut pas élaborer une résolution solide.

 
  
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  President. – Mr Deva, do you agree to this, to have a debate in April which is possible, for example? That is my proposal, to ask Ms Mogherini to speak also for two minutes on North Korea, peace and the USA, and then to have a debate in April. It is a proposal from Mr Preda. Are you in favour or not?

 
  
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  Nirj Deva, on behalf of the group ECR. – Mr President, I hear what Mr Preda is saying, but we would be closing the stable door after the horse has bolted in April, whilst here we have a real chance to make a huge difference to that process.

 
  
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  Presidente. – Allora vuole che io metta al voto la Sua proposta? Io Le avevo fatto una controproposta: chiedere, in attesa di un dibattito in aprile, da decidersi alla Conferenza dei presidenti, all'Alto rappresentante di esprimere la posizione dell'Unione europea su questo argomento, però se Lei vuole votare io faccio votare la Sua proposta.

 
  
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  Nirj Deva, on behalf of the group ECR. – Mr President, I am happy to go with whatever the House wants. If you want to have a vote, let’s see.

 
  
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  Presidente. – Allora, faccio io questa proposta: votiamo la proposta dell'on. Deva sulla richiesta di avere domani un dibattito. Si potrebbe però nello stesso tempo, qualora venisse respinta la proposta, chiedere alla Vicepresidente Mogherini, come abbiamo fatto sulla vicenda dell'immigrazione, di informarci su quello che sta facendo l'Unione europea. Se siete d'accordo facciamo così.

(Dispositivi di voto malfunzionanti - verifica elettronica non possibile)

 
  
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  President. – There are problems with this but the vote was very clear. The large majority is against and the proposal is rejected. I ask the plenary: do you agree to a short speech in the longer speech by Ms Mogherini on this?

 
  
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   Allora chiederò alla Vicepresidente Mogherini di dedicare qualche attimo del suo intervento anche a questo problema.

(Il Parlamento approva la proposta del Presidente)

(L'ordine dei lavori, così modificato, è approvato)

 
  
  

PRZEWODNICTWO: BOGUSŁAW LIBERADZKI
Wiceprzewodniczący

 

14. Politica della Commissione in materia di integrità, in particolare la nomina del Segretario generale della Commissione europea (discussione)
Video degli interventi
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  Przewodniczący. – Kolejnym punktem porządku dnia jest oświadczenie Komisji w sprawie polityki Komisji w dziedzinie prawości, w szczególności mianowanie sekretarza generalnego Komisji Europejskiej (2018/2624(RSP)).

 
  
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  Günther Oettinger, Mitglied der Kommission. – Herr Präsident, Damen und Herren Abgeordnete, meine sehr verehrten Damen und Herren! Sie haben mich heute hierher eingeladen, um im Namen der Kommission eine Erklärung abzugeben betreffend die Integritätspolitik der Kommission und ihre Arbeitsweise, namentlich auch in Bezug auf die Ernennung des Beamten Martin Selmayr zum Generalsekretär der Kommission mit Datum des 1. März dieses Jahres. Gestatten Sie mir zunächst einige Erläuterungen zum Kontext.

Die Kommission hat am 21. Februar eine Reihe von Entscheidungen betreffend ihres Senior Managements getroffen, in einem sogenannten Paket. Warum machen wir das überhaupt? Bei einer größeren Zahl von Generaldirektionen, die wir in unseren Diensten wissen, bei einer Vielzahl von „Senior-Management“-Positionen haben wir nahezu wöchentlich eine Entscheidung. Dies würde aber in unseren Diensten Unruhe bedeuten. Deswegen machen wir dies regelmäßig im Paket. Nur so erreichen wir im Interesse unserer Institution eine ausgewogene Gesamtentwicklung, zum Beispiel betreffend die unterschiedlichen Nationalitäten. Dienstalter, Lebensalter, Pensionsreife beziehen wir dabei ein, und auch das Ziel, den Frauenanteil wirkungsvoll zu steigern, ist dabei eine Priorität.

Das letzte Paket hat meine Vorgängerin vorbereitet. Es wurde Ende Juni 2015 im Kollegium beraten und auch verabschiedet. Übrigens war damals ein Teil des Pakets neben zahlreichen Posten von Generaldirektoren und Direktorinnen, von deputies in der Kommission, die Entscheidung, dass Catherine Day ihren Dienst beendete und dass Herr Italianer neuer Generalsekretär geworden ist. Eigentlich war Ende Juni ein genau vergleichbares Paket zur Entscheidung anstehend wie vor wenigen Wochen die Entscheidung zum jetzigen Paket.

Wir haben dafür ein eingeführtes Verfahren. Gestatten Sie mir, drei Punkte zu unterstreichen: Wir treffen diese Entscheidungen auf dem Boden des Statuts der Europäischen Union. Das ist unser Recht und unsere Pflicht. Und genauso gingen wir auch diesmal wieder vor. Wir haben diese Entscheidung getroffen im Einvernehmen und unter Mitwirkung der Portfolio-Kommissare, der koordinierenden Vizepräsidenten, meiner Person und auch des Präsidenten. Alle Entscheidungen des Kollegiums vom 21. Februar erfolgten auf meinen Vorschlag, und die Entscheidung über den Generalsekretär auf direkten Vorschlag unseres Präsidenten – genauso wie es auch in der Verantwortung innerhalb der Kommission vorgesehen ist. Alle Entscheidungen – einschließlich der Entscheidung über den neuen Generalsekretär – wurden von allen Mitgliedern der Kommission einvernehmlich gebilligt. Ich darf auf das Sitzungsprotokoll der Kommissionssitzung vom 21. Februar verweisen, das wir – wie nach jeder Sitzung – im Einklang mit unseren Transparenzregeln auch öffentlich gemacht haben.

Zweitens: Für mich steht außer Zweifel – und es wurde auch bisher nicht in Frage gestellt –, dass der Beamte Martin Selmayr über alle notwendigen Qualifikationen für die Aufgabe des Generalsekretärs der Europäischen Kommission verfügt. Er hat langjährige Erfahrung in Schlüsselfunktionen in der Kommission, er ist ein hervorragender Jurist, er besitzt hohe kommunikative Fähigkeiten. Er ist mit Sicherheit uneingeschränkt für die Aufgabe geeignet. Fleiß, Begabung, Qualifikation, proeuropäische Einstellung und auch politisches Gespür sind ihm zu eigen. Hinzu kommt: Er hat das Vertrauen unseres Kommissionspräsidenten, auch mein Vertrauen und das des gesamten Kollegiums.

Was die verfahrensrechtlichen Fragen betrifft, die in den letzten Tagen öffentlich aufgeworfen wurden, kann man sagen, dass auch im Rahmen dieses Pakets und anschließend bei der Versetzung Martin Selmayrs auf den Posten des Generalsekretärs im Einklang mit Artikel 7 des Statuts das Verfahren in allen Einzelheiten und im Zeitablauf beachtet wurde. Erst die Ausschreibung des Deputy Secretary General, dann ein Assessment Center, eine externe Bewertung von Kandidaten, das Interview mit dem Beratenden Ausschuss innerhalb der Kommission und dann das Interview mit dem Präsidenten und mit mir selbst einen Tag vor der Entscheidung. Es handelte sich um eine korrekte Auswahl nach den Regeln des Statuts, die ich auch als für Personalangelegenheiten verantwortlicher Kommissar sicherzustellen hatte und sichergestellt habe.

Bei der Auswahl eines Generalsekretärs spielen weder Nationalität noch Zugehörigkeit zu einer Partei – sofern gegeben – eine Rolle. Einzig und allein die Befähigung für dieses Amt, um das Funktionieren unserer Behörde bestmöglich sicherzustellen und im Sinne der Leitlinien des Präsidenten der Kommission die Arbeit zu garantieren, darf im Mittelpunkt stehen. Und dafür halten wir den Kandidaten, den gewählten Beamten Martin Selmayr, für uneingeschränkt geeignet.

Kurzum: Wir können Ihnen dartun, dass die formalrechtlichen Regeln beachtet wurden, das Verfahren denselben entsprach und der Kandidat unseren Erwartungen hinsichtlich der Qualifikation ebenfalls in vollem Maße entspricht. Deswegen wollen wir Sie bitten, diese Entscheidung so zu kontrollieren, aber dann auch zu akzeptieren.

 
  
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  Françoise Grossetête, au nom du groupe PPE. – Monsieur le Président, Monsieur le Commissaire, il y a un principe qui est indiscutable: il est dans le pouvoir d’un président de procéder à des nominations à des postes éminemment stratégiques et politiques. C’est la conséquence, le résultat, d’une élection démocratique.

Monsieur le Commissaire, je vous remercie de nous avoir apporté toutes les explications, car toute nomination ne doit pas être une prise de pouvoir de la haute administration, au mépris des règles de procédure ou grâce à des petits arrangements entre amis, parce que dans ce cas, quoi de mieux pour nourrir le discours anti-élites, quoi de mieux pour donner du grain à moudre aux eurosceptiques et entretenir le mythe d’une Europe technocratique dirigée derrière des portes closes?

En 2014, notre groupe s’est engagé pour une Europe plus politique, moins technocratique, plus transparente, plus proche du citoyen, avec une Commission politique qui prenne le pas sur l’administration. Malheureusement, l’affaire dont nous débattons ce soir laisse croire à nos concitoyens que des fonctionnaires non élus prendraient de facto les rênes de l’institution, au nez et à la barbe de commissaires prévenus en dernière minute. Franchement, nous nous tirons une balle dans le pied!

La légitimité des hauts fonctionnaires de la Commission, dont la compétence n’est pas en doute, se verrait au contraire renforcée par des procédures de nomination transparentes et équitables. Or, cette affaire jette le discrédit sur toute une institution, dont nous savons pourtant qu’elle est composée en majeure partie de professionnels talentueux et engagés pour faire avancer le projet européen.

Les institutions européennes n’appartiennent pas aux hauts fonctionnaires, elles appartiennent aux citoyens européens. Les premiers sont là pour servir les seconds et non pas pour se servir eux-mêmes, ce dont la Commission est responsable devant ce Parlement. Il serait bon de s’en souvenir.

 
  
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  Arndt Kohn, im Namen der S&D-Fraktion. – Herr Präsident, Herr Kommissar, liebe Kolleginnen und Kollegen! Mir steht nicht zu, über die persönliche oder berufliche Qualifikation von Herrn Selmayr zu urteilen. Herr Oettinger hat eben ausführlich dargelegt, welche Qualifikationen er mitbringt und wie die Regeln bei der Berufung des neuen Generalsekretärs eingehalten wurden. Wieso sind wir aber dennoch nicht mit dieser Situation zufrieden?

Wir leben in Zeiten des Brexit, in Zeiten, in denen Populisten aller Couleur rund um die Uhr daran arbeiten, das Projekt Europa infrage zu stellen. Vorgänge wie die Beförderung von Herrn Selmayr, bei denen nach außen hin der Eindruck entsteht, dass Regularien bis aufs Äußerste gedehnt werden, um bestimmte Stellen mit bestimmten Personen zu besetzen, produzieren in den Augen der Bürgerinnen und Bürger nicht nur Fragezeichen. Nein, sie sind Wasser auf die Mühlen der Europakritiker und fördern Unverständnis und Ablehnung in der Bevölkerung.

Meine Frage an Sie, Herr Kommissar: Wie wollen Sie dieses verloren gegangene Vertrauen wieder herstellen? Wir als S&D werden in der anstehenden Entlastung für das Haushaltsjahr 2016 einen Änderungsantrag einbringen, der das Ziel hat, dass bei zukünftigen Bewerbungsverfahren die am besten geeigneten Kandidatinnen oder Kandidaten in einem fairen und transparenten Verfahren gefunden werden, um hochrangige Beamtenstellen zu besetzen. Das soll nicht nur für die Kommission gelten. Alle EU-Institutionen, auch das Parlament und der Rat, sollen dieses Verfahren zukünftig anwenden. Das ist unser Vorschlag, um Vertrauen wiederzugewinnen. Ich gehe davon aus, dass Sie, Herr Oettinger, dieselben Ziele verfolgen, und hoffe auf eine gute Zusammenarbeit mit Ihnen.

(Der Redner lehnt eine Frage nach dem Verfahren der „blauen Karte“ von Olaf Stuger ab.)

 
  
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  Jan Zahradil, on behalf of the ECR Group. – Mr President, my Group has tabled a set of questions. Unfortunately, we haven’t received sufficient responses to them from the Commissioner and I hope that he will still go back to those four questions. You have argued that everything was in compliance with the rules: rules are one thing, the other is the impression.

Let me add a few more questions to what we originally tabled. I have no special information, everything I have comes from open sources, from the media.

Is it true that on 19 February, when Heads of Cabinet met to prepare a College meeting, no mention of the appointment was on the agenda or under any other business, while on 21 February it was there? And that the whole procedure for the appointment of the Secretary-General took just nine minutes, where Mr Selmayr was first appointed Deputy Secretary-General, then the Secretary-General of the European Commission resigned, and then Mr Selmayr was appointed as the Secretary-General?

My second question: was he the only candidate, or were there more candidates?

My third question, again from the media: is it true that the minutes of the 21 February Commission meeting were amended to include a discussion about the merits of non-existent multiple candidates?

Mr Commissioner, there is a lot of interest surrounding that appointment and I think that you should do your best to come out with something which is trustworthy, and you should avoid any feeling or any impression that it was a pre-prepared, politically motivated nomination. Unfortunately, I don’t think that in this case you did your job perfectly.

 
  
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  Sophia in 't Veld, on behalf of the ALDE Group. – Mr President, Commissioner Oettinger has, quite frankly, just made matters a lot worse, coming here and taking MEPs for stupid. Telling us about the wonderful new clothes of the emperor and expecting us to believe it is a stupid strategy, and it just underlines the point that I want to make here today. Today’s debate is not about staff policy; it is about the total lack of political judgment of this Commission and that also applies to the absence of Mr Juncker, who likes to talk about his political Commission, but politics also means political accountability. He should be here to be held accountable for a political decision.

I am left completely speechless at the scene of 28 powerful politicians, selected for the political leadership of this continent but led by the nose by a civil servant. The political Commission of Mr Juncker sheepishly signing on the dotted line. Yes, Commissioner Oettinger, that is what you’ve been doing. If the Commissioners are so easily intimidated by a civil servant, if they act like helpless children when confronted with an unexpected staff decision, then how can we expect them to stand up for the European interests against Trump, for example, in a trade war, or resist pressures from powerful lobbies, or be firm with national governments that violate EU rules?

Maybe that part of the House could have the courtesy to hear me out… (Speaker is pointing to the right)

Selmayrgate destroys all the credibility of the European Union as a champion of integrity and transparency in public administration. At a time when public trust in the European project is low, this is devastating, Commissioner Oettinger, and the fact that the Commission has remained deaf to date to criticism shows how disconnected it is from reality.

In conclusion, the Commission will have to choose what is more important: the career of Mr Selmayr or the credibility of the European Union. The appointment of Mr Selmayr was a grave error and it must be corrected, and that is a precondition for our continued support for this Commission.

 
  
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  Philippe Lamberts, au nom du groupe Verts/ALE. – Monsieur le Président, chers collègues, en ce moment où le projet européen rencontre un dépit, voire une hostilité grandissants, que devons-nous attendre de la Commission, celle dont on nous dit qu’elle est de la dernière chance? Qu’elle se reconnecte aux besoins criants de nos sociétés, qu’elle s’ouvre à la diversité des approches en sortant du tout à l’économie, qu’elle quitte les dogmes de la pensée unique, dont l’échec est patent, qu’elle sorte du bunker dans lequel elle se replie jour après jour.

Comme aurait pu le dire Maria Montessori en son temps, il est urgent de mobiliser l’autonomie et l’initiative parmi les 33 000 agents de ce service public par excellence que doit être la Commission. Le parachutage d’assaut du capitaine Martin Selmayr à leur tête relève d’un aveuglement coupable de Jean-Claude Junker. Personne ne met en cause ni l’intelligence ni la capacité de travail de l’intéressé. Par contre, il est de notoriété publique que c’est d’abord et avant tout l’homme d’un parti, dont l’objectif premier est d’asseoir son hégémonie sur les affaires européennes. Martin Selmayr poursuit sur le chemin d’une centralisation autoritaire, d’une caporalisation des fonctionnaires, invités à l’obéissance, plutôt qu’à la créativité, dans le mépris total de l’esprit de collégialité avec pour objectif celui de ne plus avoir qu’une ligne, ne plus voir qu’un visage: le sien.

 
  
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  Dennis de Jong, namens de GUE/NGL-Fractie. – Voorzitter, ik moet u zeggen dat ik diep teleurgesteld ben door wat de heer Oettinger ons net in een paar minuutjes aan informatie gaf worden. We worden – net als de journalisten – als volksvertegenwoordigers hier behandeld als kinderen die zeuren over iets wat toch al lang bekend is – dat de Commissie alles goed doet, dat de sollicitatieprocedures fantastisch zijn en dat terwijl alles en alles geheim is en stinkt rondom de benoeming van de heer Selmayr. Wij willen precies weten, stap voor stap: hoe ging de eerste benoeming als adjunct-secretaris-generaal? Hoe ging de tweede benoeming als secretaris-generaal? Hoe kan het zijn dat commissaris Thyssen verrast was door het voorstel voor de heer Selmayr als secretaris-generaal? En behandel ons niet als kleine kinderen, want dat accepteren we niet!

Hetzelfde gebeurde op 28 februari door vicepresident Katainen die ook zei dat hij ons zou vertellen wat vriendschap is, toen hij met Barroso een glaasje bier ging drinken. Het had immers niets te maken met Goldman Sachs. Barroso was helemaal geen lobbyist, maar hij noteerde wel in het register dat hij met Goldman Sachs geluncht had of een glaasje gedronken had. Wat is nou het werkelijke verhaal? Heeft Barroso zijn afspraken met het ad—hoc ethisch comité dat hij niet meer zou lobbyen voor Goldman Sachs, heeft hij die niet gehandhaafd? In dat geval moeten er maatregelen genomen worden over Barroso. Twee gevallen van integriteit en daarom hebben we het onderwerp integriteitsbeleid hier op de agenda gezet. We wensen niet als kinderen behandeld te worden.

Ik moet eerlijk zeggen dat ik afgelopen weekend erg moest denken aan wat er in 1999 gebeurd is met de Commissie Santer. Ook daar was er een integriteitsprobleem met madame Cresson en werd er aan het begin arrogant gedaan. Want ja, waar bemoeien jullie je mee? Wat is er aan de hand? Het werd weggemoffeld. En u kent het lot van de Commissie Santer.

Mijn fractie staat pal om ook een motie van wantrouwen in te dienen tegen de Commissie Juncker als deze arrogante houding zo doorgaat. Tijdens het onderzoek dat de Commissie begrotingscontrole gaat instellen, willen we alle feiten op tafel!

 
  
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  Nigel Farage, on behalf of the EFDD Group. – Mr President, I would like to thank the Commission. The fast-track appointment of Martin Selmayr to a EUR 20 000 a month job was done without any openness, without any transparency. In fact, his photograph was on the Commission website before the meeting even took place, so well done on that score.

What you have done, I think, is to bring a bit more light onto the Commission. I want the citizens to know that the Commission is the government of Europe. It is unelectable. We cannot vote for them, we cannot remove them, and yet they have the sole right to make law, and people need to understand how their money is being spent. This is Juncker’s favourite bureaucrat, a fanatic, who is now the most powerful bureaucrat in the world, and all of it done without an open procedure. You have done the peoples of Europe a great service. It is the perfect stitch-up. It smacks of nepotism, unaccountable government, abuse of public funds. Thank God the UK is leaving.

 
  
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  Olaf Stuger, namens de ENF-Fractie. – Voorzitter, ik ben geschokt, maar niet door de aanstellingsprocedure van de heer Selmayr. Ik ben geschokt door het wantrouwen dat ik hier proef tegenover de heer Juncker. Want, Voorzitter, kennen wij de heer Juncker niet als een door en door integer mens, een bescheiden, nee, een onderdanig bestuurder, die zichzelf volledig wegcijfert en zich opoffert voor de Europese burger? En juist hij, het voorbeeld voor veel wereldleiders, wordt hier besmeurd. En Voorzitter, dat kan ik niet toestaan. Dat kan ik niet toestaan. Ik vraag om directe maatregelen. Mijn voorstel is, Voorzitter, om de verkiezingen van volgend jaar, de Europese verkiezingen, af te zeggen en de heer Juncker de bevoegdheid te geven op persoonlijke titel de leden van dit Parlement te kiezen en te benoemen.

 
  
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  Bruno Gollnisch (NI). – Monsieur le Président, Monsieur Oettinger, vous nous prenez vraiment pour des enfants en ne répondant pas aux vraies questions sur l’effarante nomination de M. Martin Selmayr, nommé en un seul jour secrétaire général adjoint puis secrétaire général. La Commission en a débattu longuement – nous a dit son porte—parole – lors d’une réunion, le 21 février, qui a commencé à 9 h 30, la convocation de la presse pour annoncer ladite nomination étant partie à 9 h 39, pour une réunion à 10 h 30. Moins de deux candidats, car s’il n’y avait pas eu de candidats, la nomination eût été tout à fait illégale. Il fallait un homme et une femme. On a demandé donc à une dame, Mme Clara Martínez Alberola, adjointe de M. Selmayr, d’être candidate. Elle a bien voulu le faire, elle en a été récompensée, elle a retiré sa candidature sitôt les inscriptions clôturées, afin de laisser M. Selmayr seul en piste. À qui ferez-vous croire que cette procédure est régulière?

Il reste par ailleurs une dernière question, une question très importante: comment se fait-il que les 27 commissaires aient été aussi bienveillants à l’égard de ces manipulations indécentes de la procédure? Est-ce parce que M. Selmayr a proposé d’augmenter l’indemnité de transition des anciens commissaires, en la faisant passer de 40 à 65 % du dernier salaire de base? Est-ce parce qu’il a promis à tous les anciens commissaires un bureau à la Commission, une voiture avec chauffeur, deux assistants, de telle sorte qu’ils recevraient le double ou le triple de ce qu’ils reçoivent actuellement?

Voilà une question à laquelle il est important que vous répondiez.

 
  
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  Marian-Jean Marinescu (PPE). – Domnule președinte, este evident că poziția de secretar general al Comisiei este extrem de importantă. Trebuie să asigure buna funcționare a serviciilor, echilibru, schimbul de informații între direcțiile generale, schimbul de informații cu Parlamentul și, mai ales, implementarea deciziilor politice ale colegiului comisarilor, fără să interfereze, fără să devieze, absolut deloc, de la aceste decizii politice. Funcționarul trebuie să pună în aplicare deciziile politice, nu să aibă opinii, până la urmă.

De aceea, cred eu că procedura trebuie să fie pe măsură, să fie o procedură foarte transparentă, să încurajeze participarea unui număr mare de funcționari, pentru a se putea decide o persoană, cea mai potrivită, pentru această funcție. Numai în acest fel Comisia își probează credibilitatea și cred că intervenția Comisiei pentru control bugetar este extrem de binevenită în acest caz.

 
  
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  Pervenche Berès (S&D). – Monsieur le Président, Monsieur le Vice-Président, dois-je vous relire l’article 4 du statut des fonctionnaires de l’Union européenne? «Toute vacance d’emploi dans une institution est portée à la connaissance du personnel de cette institution dès que l’autorité investie du pouvoir de nomination a décidé qu’il y a lieu de pourvoir à cet emploi».

Pourquoi le poste de secrétaire général n’a-t-il pas été publié, contrairement à ce que vous avez réaffirmé ici aujourd’hui? Pourquoi Mme Clara Martinez a-t-elle retiré sa candidature avant même d’avoir été entendue? Où est l’audition d’un homme et d’une femme dans votre procédure? Comment se fait-il que le personnel n’ait pas été informé en temps et en heure?

Vous, Monsieur le Vice-Président, qui êtes si à cheval sur le respect de toutes les règles, comment pouvez-vous vous satisfaire de cette violation manifeste de l’esprit et de la lettre de la loi? Comment pouvez-vous prendre le risque d’engager cette Commission que le président Juncker a voulue comme celle de la dernière chance, qui aujourd’hui alimente, y compris dans ses rangs, des discours eurosceptiques, alors que nous avons besoin qu’elle soit la gardienne des traités? Comment pouvez-vous violer l’esprit des institutions qui fait que ceux qui y travaillent ne sont pas là pour se servir mais pour travailler au service des citoyens – ceux que nous représentons? Être au service des citoyens, c’est ce que nous devons faire de manière exemplaire, ici face aux dérives au sein de la Commission européenne, mais nous devrons bien sûr le faire aussi avec autant de vigilance dans notre propre Institution, nous le savons bien.

Alors nous vous le disons, Monsieur le Vice-Président: cessez ces contre-vérités! Quelles que soient les qualités de M. Selmayr, il n’avait pas les qualités juridiques en termes d’emploi pour occuper ces fonctions et votre capacité à promouvoir les femmes en demandant à cette secrétaire générale adjointe de retirer sa candidature, avant même de l’avoir entendue n’est pas digne de la promotion de l’égalité des genres.

 
  
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  Peter van Dalen (ECR). – Voorzitter, Brussel heeft bij heel veel Europese burgers een negatieve klank, een klank van vriendjespolitiek en goed voor jezelf zorgen. Dat is exact wat Commissievoorzitter Juncker nu heeft gedaan. Vriendje Selmayr naar voren schuiven en goed voor hem zorgen.

Na zestig jaar Europese Unie lijkt er nog maar weinig veranderd. Heinrich Heine had gelijk: "Es ist eine alte Geschichte, doch bleibt sie immer neu". Juncker is er altijd als de kippen bij om lidstaten en anderen te beschuldigen weg te duiken voor verantwoordelijkheid en niet transparant te zijn. Hij doet nu hetzelfde en verschuilt zich achter woordvoerders die nota bene verklaren dat alles met religieuze juistheid is gedaan. Je moet het lef maar hebben!

Het verpletterend simplistische antwoord van commissaris Oettinger laat nu zien dat de Commissie iedere politieke antenne mist. En meneer Selmayr is nu "aangebrand Brussels lof" en iedereen weet dat dat niet te verteren is. Er start vandaag nog een nieuwe procedure in de opvolging van de heer Italianer. Alleen op die manier kan de schade en schande van dit nieuwe geval van Brusselse vriendjespolitiek nog ietsjepietsje beperkt worden.

 
  
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  Ramon Tremosa i Balcells (ALDE). – Mr President, first of all we should ask where President Juncker is, because he, not you, should be the best person to answer questions about the double promotion of Mr Selmayr, which was approved at the College meeting on 21 February.

But, I have some questions for you, Commissioner Oettinger. How long beforehand were you informed that Mr Selmayr was the only candidate for this post? To many observers giving Mr Selmayr a double promotion did not respect at least two articles of the Statute for EU civil servants. Article 29 requires an internal competition for the vacant post of Deputy Secretary—General. Mr Selmayr only had the grade of director and he was appointed Deputy Secretary—General. Commissioner Oettinger, for how long did he hold this post?

Article 4 requires the appointing authority and the staff of the Commission to be informed. This was not the case. So, Commissioner Oettinger, was it a fake internal competition? It seems an abuse of power. I welcome the fact that the EU Ombudsman is analysing this affair. Colleagues, such behaviours and abuses of power are fuelling anti—European sentiment all over Europe.

 
  
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  Bart Staes (Verts/ALE). – Voorzitter, collega's, commissaris, dit is een debat over ethiek en integriteit. U zegt dat alle regeltjes gevolgd zijn, maar wie het dossier nader bestudeert, weet dat dit hele dossier stinkt.

In de eerste plaats de aanstelling tot adjunct-secretaris-generaal. Die procedure is op een extreem snelle manier verlopen. Vacature: 31 januari. Externe evaluatie: 15 februari. Gesprek met het Raadgevend Comité: 16 februari. Interview met u en meneer Juncker: 20 februari. Aanstelling tot adjunct-secretaris-generaal: 21 februari. Een wereldrecord!

In de tweede plaats: de vacature is niet op een eerlijke manier behandeld. Er waren niet meerdere kandidaten.In de derde plaats: de vacature is niet open en transparant verlopen.

In de vierde plaats: de aanstelling tot secretaris-generaal op 21 februari is verlopen op een manier als een deus ex machina: niet aangekondigd, niet geagendeerd, zonder enig document op tafel voor de 28 commissarissen.

Deze zaak moet onderzocht worden, mijnheer Oettinger! En dat zal gebeuren in de Commissie begrotingscontrole! U hoeft niet te doen alsof wij kleine kinderen zijn! Wij willen weten wat er gebeurd is en aanvaarden niet dat hoge ambtenaren op zo'n manier, op zo'n oneerlijke manier snel en zomaar er doorheen gejaagd worden!

 
  
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  Isabella Adinolfi (EFDD). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, ci troviamo qui a discutere di un grigio funzionario, Selmayr, che nessun cittadino europeo però conosce. Perché? Perché Selmayr, in un attimo, si è trovato a sedere su una delle poltrone più pesanti della Commissione europea. Il problema è che noi sappiamo chi volle mettere a capo del Gabinetto dell'ufficio Juncker il tedesco Selmayr, e di chi faceva gli interessi.

Ora, io non contesto la correttezza formale della nomina stessa, ma piuttosto il ruolo politico o meno della Commissione e del suo Presidente, e soprattutto vorrei sapere la considerazione che deve avere l'etica nella vita pubblica. Io a questo punto mi chiedo e vi chiedo, a voi colleghi deputati: il Presidente della Commissione e i Commissari sono solo dei semplici tecnici oppure sono dei politici? Perché se si tratta di politici – cosa che tra l'altro il Presidente Juncker ha più volte ribadito – in che modo rispondono della loro condotta ai cittadini che non li hanno eletti ma che però subiscono le loro decisioni?

I politici, soprattutto quelli a capo delle istituzioni, devono agire con integrità, disciplina, onore, comportarsi sempre in modo eticamente irreprensibile. Tutti i loro atti devono non solo essere, ma anche apparire irreprensibili. Non possono esserci dubbi sul loro operato. Dove sono allora, in questo caso, l'etica e la trasparenza, che Lei, Commissario, prima ci ha citato? Quali sono i meccanismi di sanzione politica di fronte a questi atteggiamenti e a questi comportamenti, visto che né Lei, Commissario Oettinger, né tanto meno il Presidente Juncker, siete stati eletti direttamente dai cittadini, e non è prevista una mozione di sfiducia individuale? Soprattutto, dov'è il Presidente Juncker?

Il voto in Italia ha dimostrato che i cittadini non vogliono più questa Europa, chiusa in un fortino di raccomandati, di interessi tedeschi e di lobbisti. Dall'Italia spira forte un vento di cambiamento, che voi non potete più ignorare.

 
  
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  Nicolas Bay (ENF). – Monsieur le Président, oui, la nomination de M. Selmayr comme Secrétaire général de la Commission européenne est scandaleuse.

Scandaleuse parce que ce soutien de Mme Merkel s’ajoute à la longue liste des Allemands abusivement nommés à des postes-clés dans les instances européennes.

Scandaleuse parce que cette nomination totalement arbitraire, au mépris de toutes les règles de recrutement en vigueur dans cette institution, consacre le triomphe de la superstructure bureaucratique sur les responsables politiques que nous sommes.

Alors que l’Union européenne ne cesse de donner des leçons de droits de l’homme, de respect de l’état de droit et de démocratie à la terre entière, voilà que l’ancien premier ministre d’un paradis fiscal veut imposer son chef de cabinet à la tête de l’administration de l’exécutif européen. Au lieu de venir ici pour s’en expliquer, M. Juncker nous envoie M. Oettinger, le commissaire allemand également choisi par Mme Merkel. Quel mépris pour le Parlement et les citoyens que nous représentons!

C’est avec ce même mépris que les bureaucrates non élus de la Commission, qui disposent d’un pouvoir exorbitant, se permettent de contester les décisions à la fois légales et légitimes de gouvernements démocratiquement élus comme en Pologne ou en Hongrie.

 
  
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  Ingeborg Gräßle (PPE). – Herr Präsident, meine lieben Kolleginnen und Kollegen! Ich wusste gar nicht, wie viele von euch und von uns scharf darauf sind, sich in die Untiefen des Statuts einzuarbeiten. Ich freue mich darauf. Ich möchte uns einladen, zur Versachlichung der Debatte beizutragen. Der Haushaltskontrollausschuss wird Fragen stellen, die Sprecher werden das heute in einer Woche beschließen, und dann werden wir alle die Fragen stellen, die uns umtreiben.

Normalerweise geht der Plenarberatung die Ausschussberatung voraus. Es wäre vielleicht in dem Falle auch gut gewesen, sich daran zu halten. Jeder Mitarbeiter ist willkommen, hier Fragen zu stellen. Ich glaube, es ist dringend geboten, zur Versachlichung beizutragen. Ich möchte eine Lanze brechen für das Statut, für den Bewährungsaufstieg, für Chancengerechtigkeit – übrigens auch hier im Haus. Ich weiß, dass die Beamtinnen und Beamten sich darauf verlassen und auf uns zählen. Ich nehme deswegen die Aussage des Herrn Kommissars zur Kenntnis, dass die Regeln und Verfahren des Statuts eingehalten worden sind. Es gab sogar zwei Assessment-Center. Wir haben keine Statusänderung für ehemalige Kommissare, Herr Kommissar – es wäre wichtig, dass Sie das noch mal sagen – also kein Chauffeur, kein Büro, kein Personal und kein Übergangsgeld. Es wäre sehr wichtig, davon von Ihnen noch etwas zu hören.

Und ich nehme auch zur Kenntnis, dass niemand angezweifelt hat, dass der Ernannte es kann. Ich glaube, es ist für Beförderungen auch immer wichtig sicherzustellen, dass der Benannte es kann. Den Rest werden wir im Haushaltskontrollausschuss klären und hoffentlich dann eine Resolution zustande bringen.

 
  
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  Inés Ayala Sender (S&D). – Señor presidente, suscribo la demanda de que, ahora que estamos, además, en el marco de la aprobación de la gestión, la Comisión de Control Presupuestario haga la audiencia necesaria al señor Oettinger: tenemos la capacidad y ya lo habíamos solicitado.

Pero de todos modos, señor Oettinger, yo quería plantearle que llevo años, llevamos años pidiendo en este Parlamento — y en el contexto de la aprobación de la gestión, además — algunos cambios y algún esponjamiento de nombramientos de altos cargos sin que nos hayan hecho nunca caso.

Y cuando, por fin, esto llega, resulta que ni siquiera puedo alegrarme o podemos alegrarnos porque todo el procedimiento se ve contaminado por esa decisión exprés del nombramiento del secretario general, que resulta inadmisible aunque sea legal e, incluso, legítima, pero que se ha hecho de tal manera que ahora mismo nos ha colocado en medio de una tormenta que nos impide centrarnos en lo esencial — el brexit y sus consecuencias, los presupuestos 2020, el pilar de los derechos sociales, la política migratoria,... en fin, los temas esenciales de la Unión Europea—, y en vez de lo esencial, nos vemos en este momento hablando del funcionamiento, del mal funcionamiento, del opaco funcionamiento de las instituciones.

En vista de lo ocurrido, por lo tanto, en ese Colegio de Comisarios — que he de recordar que todos lo aprobaron, aunque después en los pasillos lloren, se quejen y digan otras cosas —, nos encontramos en el Parlamento en la necesidad de tomar en este debate estéril algunas decisiones.

Yo, desde luego, estoy de acuerdo en que, en el marco de la aprobación de la gestión y de la Comisión de Control Presupuestario, que es donde habitualmente hacemos el control, desde luego hará falta que hagamos esa audiencia y ese control en profundidad.

Y yo también le pediría, señor Oettinger, puesto que sé que usted es capaz de hacerlo, que aquí nos dijera que, antes de finales de este año — que es lo que los socialistas hemos pedido —, la Comisión nos presentará una propuesta de nombramiento de altos representantes, de altos funcionarios que sea definitivamente más transparente, que esté a la altura de los tiempos y también que respete la igualdad de derechos de los funcionarios. Yo creo que nos lo merecemos todos y también Europa para su futuro.

 
  
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  Anders Primdahl Vistisen (ECR). – Hr. formand! Man skal være både blind, stum og døv for at tro på kommissær Oettingers forsikringer om, at denne udpegning er sket både efter reglernes ånd og bogstav. Derfor har jeg faktisk også lidt ondt af kommissæren i dag. Jeg har ondt af, at formand Jean-Claude Juncker har valgt at sende en stikirenddreng for at forklare denne udpegning i stedet for at møde op i egen person og forklare til Parlamentet, hvorfor man absolut vil insistere på at miskreditere Kommissionens højeste niveau af embedsfolk med politiske udpegninger. Det er noget, der vil skade Kommissionen ikke bare i dag, hvor vi diskuterer denne udpegning, men også i årerne, der kommer. Hvis de europæiske borgere ikke grundlæggende tror på, at de øverste embedsfolk i Kommissionen er udpeget på grund af deres dygtige kvalifikationer som neutrale embedsmænd, som vogtere af traktaten og som dem, der på en neutral måde skal formidle Parlamentets og Rådets politiske visioner, så lider hele ideen om et demokratisk EU, og derfor er det en skam, at Jean-Claude Juncker ikke i dag selv vil komme her og stå på mål for sin udpegning.

 
  
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  Sven Giegold (Verts/ALE). – Herr Kommissar, liebe Kolleginnen und Kollegen! Durch das, was hier in den letzten Wochen passiert ist, macht sich die Europäische Union angreifbar. Sie macht sich angreifbar, weil es in den Augen der Öffentlichkeit nach Vetternwirtschaft riecht, es riecht nach einem Beförderungsverfahren im Expresstempo. All das, Herr Kommissar, mag den Buchstaben der Regeln entsprechen, aber in den Augen der Öffentlichkeit entspricht das eben nicht den Prinzipien Europas von Transparenz, Offenheit und klaren Verfahren mit Chancengleichheit.

Und daher: Sie erinnerten an das politische Gespür des Kandidaten. Das will ich nicht in Frage stellen, aber ich appelliere an Ihr politisches Gespür. Tun Sie nicht so, als sei nichts geschehen und als sei alles in Ordnung, wenn im Grunde in ganz Europa viele Fragen zu Recht gestellt werden! Ziehen Sie Konsequenzen aus diesem Skandal, nutzen Sie nicht länger die Ausnahmevorschriften zu Lasten der Transparenz und Offenheit des Verfahrens, die das Beamtenstatut bietet! Alle Stellen – auch hier im Parlament, in der Kommission – müssen offen und transparent ausgeschrieben werden. Die entsprechenden Entscheidungen gehören vorher auf die Tagesordnung der Gremien. Ziehen Sie bitte die Konsequenzen, damit das keine Wahlkampfhilfe für Populisten im Europawahlkampf wird!

 
  
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  György Schöpflin (PPE). – Mr President, the facts really do point in a particular direction. The Commission has made a very senior appointment without following its own procedures adequately, certainly as far as transparency is concerned. This has flawed consequences. It demonstrates that checks and balances are, shall we say, missing from the work of the Commission. Equally that when it suits the Commission, it ignores the rules, meaning the rule of law. Following procedure is a necessary part of the rule of law. If the Commission is ready to ignore its own rules, why should anyone pay a blind bit of attention to what the Commission says about flaws in the rule of law in Member States or anywhere else for that matter?

 
  
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  Mark Demesmaeker (ECR). – Commissaris Oettinger, uw toelichting toont vooral aan in wat voor soort bubbel u eigenlijk leeft. Hierbuiten stellen burgers zich vragen over deze blitzbenoeming, en u komt met een droge toelichting die op geen enkele vraag een antwoord geeft.

Het gaat voor mij niet over de persoon van Martin Selmayr. Ongetwijfeld is hij briljant. Het gaat voor mij over de manier waarop deze benoeming werd georkestreerd, de intrige, het beeld van achterkamer- en vriendjespolitiek. Het gaat over de werking van de Commissie in haar geheel. Het toont aan dat de collegialiteit in de Commissie pure schijn is. Het gaat over ongezonde concentratie van macht en invloed. En het gaat over uw communicatie.

U hebt de regels zogezegd religieus gevolgd. Wel, ik heb als kind vaak geluisterd naar de parabel van de farizeeër die de regels van Mozes naar de letter volgt, maar eigenlijk het toonbeeld is van hoogmoed en van arrogantie. U ziet de bedreigingen voor de Europese Unie vaak elders: in Rusland bij Poetin, in Amerika bij Trump, bij het populisme. Maar de echte bedreiging voor het EU—project, meneer de commissaris, moet u vooral bij uzelf zoeken.

 
  
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  Pascal Durand (Verts/ALE). – Monsieur le Président, Monsieur Oettinger, fraus omnia corrumpit, apprend-on sur les bancs des facultés de droit, la fraude corrompt tout. Lorsque vous essayez de faire croire à ce Parlement que la nomination de quelqu’un comme secrétaire général adjoint pour trois minutes pour pouvoir échapper aux règles de nomination par l’extérieur et être nommé par le tour intérieur est une procédure normale pour devenir secrétaire général à la tête de 33 000 personnes, je n’ai pas de leçon à recevoir de vous, Monsieur Oettinger, ni de conseil. Aucun.

Vous nous prenez pour des imbéciles, vous mentez. Aucune autorité indépendante, aucune autorité indépendante, celle que nous défendons, n’accepterait de se laisser traiter de la sorte. Vous devriez avoir honte! Ce que vous faites pour l’Europe, Monsieur Oettinger, et l’ensemble de votre Commission, est pire que ce que font tous les nationalistes, tous les extrémistes et tous les eurosceptiques. Vous êtes en train de détruire le projet européen et la démocratie européenne.

 
  
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  Werner Langen (PPE). – Herr Präsident! Ich habe keine Zweifel an der juristischen und wissenschaftlichen Qualifikation von Herrn Selmayr, ich habe aber Zweifel am Verfahren und an dessen fachlichen Eignung als Vorgesetzter von 33 000 Beamten. Herr Selmayr war bisher nur als Kabinettsmitglied von Luxemburger Kommissaren tätig, nicht als deutscher Beamter – das für diejenigen, die das Deutschland zuschreiben wollen. Es fehlt ihm die Erfahrung in der normalen Beamtenlaufbahn, der Bewährungsaufstieg: kein Abteilungsleiter, kein Referatsleiter, kein Direktor – nichts von alledem.

Das Verfahren war alles andere als transparent – das erinnert an die Geheimebürokratie des 19. Jahrhunderts. Und Herr Selmayr hat sich in der Vergangenheit häufig um die anderen gewählten Institutionen gekümmert. Er wollte dem Parlament erneut Herrn Schulz als Präsidenten aufdrücken, er hat in der finnischen Presse vier Kommissare als unbrauchbar bezeichnet. Warum er überhaupt noch im Amt ist, ist schon verwunderlich, meine Damen und Herren. Aber am Ende sage ich: Das ist eine unangemessene Machtübernahme in der EU, wenn man so will, durch die Hintertür. Luxemburg hat es wieder einmal geschafft. Mich erinnert das an die Augsburger Puppenkiste, wo oben einer die Fäden zieht und unten die Puppen tanzen.

 
  
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  Bas Eickhout (Verts/ALE). – Voorzitter, mijnheer Oettinger, ik denk dat het voor alle vragen tot nu toe heel duidelijk is dat uw eerste interventie totaal de plank missloeg. Het was een formalistisch antwoord waarin werd gedaan alsof alles volgens de letter is gevolgd. Maar u weet ook: je hebt regels die je volgens de letter moet volgen of die je volgens de geest moet volgen. En daar gaat het in deze kwestie om. Het gaat over transparantie. Het gaat over geloofwaardigheid. Het gaat over eerlijke procedures, iets waar de Commissie zegt voor te staan.

Dus u kunt in uw tweede antwoord wraak nemen voor uw zwakke optreden in de eerste fase. U kunt dan zelf aangeven waar ú denkt dat de regels aangepast moeten worden, zodat we een volgende keer niet meer zo'n flitsprocedure kunnen meemaken en er een open, eerlijke, transparante procedure wordt gevolgd, zodat we vertrouwen hebben in de benoemingen van de ambtenaren van de Europese Commissie. Dat vertrouwen is ongelooflijk belangrijk en het is jammer dat u blijkbaar regeltjes nodig heeft om u eraan te houden. Maar het is nu aan u om duidelijk te maken waar ú vindt dat de procedure verbeterd moet worden, anders bent u echt geen knip voor de neus waard.

 
  
 

Zgłoszenia z sali

 
  
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  Tom Vandenkendelaere (PPE). – Voorzitter, integriteit is in politiek een van de meest kostbare goederen. Je mag als politicus nog zoveel kwaliteiten hebben als je wil, zonder integriteit gelooft niemand je en ben je met die kwaliteiten uiteindelijk helemaal niets. En dat is voor de Europese instellingen bij uitstek het geval. En dus moeten wij des te meer het voortouw durven nemen juist als het aankomt op die integriteit.

Ik hoop dat het debat van vandaag dit goed aantoont. Los van de objectieve kwaliteiten is er nog zoiets als de manier waarop alles gebeurt. Daarom vraag ik ook duidelijk aan de commissaris om hier en nu formeel te bevestigen dat niet alleen de procedure correct werd gevolgd, maar ook dat de geruchten over het vertrekpakket van de commissarissen, de chauffeurs en dergelijke meer, compleet fout zijn en dus uit de lucht gegrepen zijn.

 
  
  

Elnökváltás: JÁRÓKA LÍVIA
alelnök asszony

 
  
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  Eric Andrieu (S&D). – Madame la Présidente, au moment où le monde est en pleine ébullition, au moment où les États-Unis rentrent dans leur conservatisme, dans leur protectionnisme, au moment où la Corée du Sud rencontre la Corée du Nord, au moment où Poutine et la Russie réarment, au moment où Bachar El-Assad continue à intervenir sans discernement, au moment où Erdoğan continue avec les Kurdes, nous ici, que faisons-nous? Nous parlons de l’incapacité du président de la Commission européenne de respecter les règles qu’il a lui-même édictées et je ne veux même pas parler de notre Président de l’Assemblée parlementaire, qui lui pratique le tango corse – le tango corse c’est deux pas en avant et trois pas en arrière –, puisqu’il nous disait il y a à peine six mois, «Je serai président d’un parlement et je ne serai jamais premier ministre». Il a fallu que les élections italiennes le séduisent et qu’il se propose pour occuper les fonctions de premier ministre. Le monde se rit de nous, amis parlementaires. Aujourd’hui, il est de notre responsabilité de déterminer quel rôle peut jouer le continent européen à l’échelle intercontinentale au lieu de passer des heures et des heures à débattre de sujets qui ne sont pas à la hauteur des enjeux mondiaux qui doivent nous animer.

 
  
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  Νότης Μαριάς (ECR). – Κυρία Πρόεδρε, κύριε Oettinger, ο κ. Juncker έπρεπε να είναι εδώ στη θέση σας και όχι να απαντάτε εσείς. Και έπρεπε να είναι εδώ, για να έρθει να αναλάβει τις ευθύνες του, διότι όταν βγήκε το θέμα στη δημοσιότητα είπε ότι είναι απόλυτο δικαίωμά του να διορίζει όποιον επιθυμεί αυτός ως Γενικό Γραμματέα, διότι συνέκρινε τον εαυτό του στις δηλώσεις του με τον κύριο Macron και την κυρία Merkel και είπε ότι όπως αυτοί διορίζουν όποιον θέλουν Γενικό Γραμματέα, το ίδιο μπορεί να κάνει κι αυτός στην Κομισιόν.

Επομένως, έπρεπε να έρθει εδώ, να υπερασπίσει αυτές τις απόψεις του, να υπερασπίσει αυτή την προκλητική παράνομη συμπεριφορά του, διότι αυτά είπε στις δηλώσεις του. Τώρα από τη συζήτηση και από αυτά που είπατε προκύπτουν ακόμη περισσότερες παρατηρήσεις και περισσότερα ερωτήματα, διότι είναι δεδομένο ότι ο επιλεγείς έγινε αναπληρωτής Γενικός Γραμματέας και αμέσως την επόμενη μέρα Γενικός Γραμματέας. Αυτά είναι απίθανα που συμβαίνουν, αλλά δεν έπρεπε να είστε εδώ εσείς, έπρεπε να έρθει ο κ. Juncker να υπερασπίσει τις επιλογές του.

 
  
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  João Ferreira (GUE/NGL). – Senhora Presidente, a política dita “de integridade e de transparência” da Comissão Europeia pode resumir-se nisto: a Comissão Europeia está integralmente ao serviço dos interesses económicos e financeiros que, a todo o momento, determinam a sua ação e os conteúdos das suas iniciativas. E não há constatação mais cristalina e transparente do que esta.

A incondicional defesa destes interesses exige, com frequência, a obscuridade de procedimentos que nenhum código de ética ou política dita “de transparência” pode eliminar por completo. Esta falta de integridade e de transparência não é algo de episódico, é, pelo contrário, algo de estrutural. Por muito chocantes que possam ser, e são, alguns dos episódios que vão revelando esta realidade estrutural. Mas é ela, esta realidade que deve ser combatida mais do que a sua manifestação episódica. Seja o caso do ex-presidente da Comissão Europeia e lobista da Goldman Sachs, que tenta influenciar comissários, seja o expediente, agora conhecido, que oportunamente, muito oportunamente, guindou ao topo da burocracia da União Europeia o todo-poderoso chefe de gabinete do Presidente da Comissão Europeia.

 
  
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  Ελευθέριος Συναδινός (NI). – Κυρία Πρόεδρε, επιτρέψτε μου να συγχαρώ τον κύριο Selmayr, έναν καριερίστα πολιτικό υπό τον μανδύα του δημοσίου υπαλλήλου, για το κατόρθωμα της διπλής προαγωγής, σε διάστημα μόλις ενός δεκαλέπτου. Δυστυχώς, το Κοινοβούλιο δεν έχει την τυπική αρμοδιότητα να αποπέμψει τον Γενικό Γραμματέα της Επιτροπής, ο οποίος υπηρετεί κατά την κρίση του σώματος των Επιτρόπων. Πόσο όμως υποκριτικές είναι πλέον οι νουθεσίες της Επιτροπής, όταν επιτίθεται σε κράτη μέλη με γενικόλογες διαπιστώσεις περί κράτους δικαίου, τη στιγμή που δεν τηρεί ούτε καν τα προσχήματα περί ηθικής, διαφάνειας και αξιοκρατίας στα του οίκου της;

Το έλλειμμα ακεραιότητας της Επιτροπής είναι ήδη γνωστό. Εκδηλώνεται με πρακτικές που ναι μεν τηρούν το γράμμα αλλά όχι το πνεύμα των κανονισμών: τη διαφορετική ερμηνεία και εφαρμογή των ίδιων κανόνων προς τα κράτη μέλη κατά το δοκούν, την απροκάλυπτη πολιτικοποίηση της διοίκησης θεωρητικά ουδέτερων οργάνων και μηχανισμών και τη γερμανοκρατούμενη στελέχωση καίριων θέσεων. Σε αυτή την Ένωση δεν υπάρχουν συνένοχοι, αλλά μόνο υπεύθυνοι, δεν υπάρχουν περιθώρια συνεννόησης ή αποδοχής και, αν χρειαστεί, θα υποστηρίξω πρόταση καθαίρεσης της διορισμένης Επιτροπής.

 
  
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  Agnes Jongerius (S&D). – Voorzitter, commissarissen, er zijn van die dagen dat ik mij schaam om lid te zijn van het Europees Parlement. En ik moet zeggen: dit is zo'n dag. En dat is niet omdat ik denk dat wij – onze ondersteunende diensten of de diensten van de Commissie – geen heel nuttig werk doen om onderwerpen die voor Europese burgers van belang zijn op een goede manier te regelen. Maar als ik kijk naar het beeld van Europa, dan is het beeld van Europa vandaag: Europa is van de achterkamertjes, van onduidelijke benoemingen. En er hangt ook nog een heel vraagstuk in verband met schimmige beloftes aan commissarissen boven de tafel zonder dat dat hier vandaag in het Parlement besproken is. Dus ik ben blij dat er een onderzoek komt, want ik zou mij trots willen voelen op het werk dat ik hier doe en me niet hoeven te schamen voor het Europees Parlement.

 
  
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  Pirkko Ruohonen-Lerner (ECR). – Arvoisa puhemies, on esitetty voimakkaita väitteitä, joiden mukaan komission tärkeä virkanimitys ei olisi mennyt sääntöjen mukaisesti. Eurooppalaisen veronmaksajan kannalta on tärkeintä, että kaikkiin virkatehtäviin valitaan aina hakijoista paras, ketään syrjimättä, ketään suosimatta. Vähintä mitä komissio voi tehdä tässä tilanteessa, on kertoa totuus siitä, kuinka tähän nimitykseen on päädytty, voitaisiinko asiantila korjata ja kuinka. Poliittiset virkanimitykset ovat korruptiota. Tähänkö suuntaan komissio haluaa kehittää Euroopan unionia?

 
  
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  Γεώργιος Επιτήδειος (NI). – Κυρία Πρόεδρε, ο διορισμός του κυρίου Selmayr, πολιτικού φίλου του κυρίου Juncker, ως Γενικού Γραμματέα της Ευρωπαϊκής Επιτροπής, ο οποίος έγινε αιφνιδιαστικά και με αδιαφάνεια, δεν είναι τίποτε περισσότερο από ένα πραξικόπημα στη λειτουργία του θεσμικού αυτού οργάνου. Παρακάμφθηκαν είκοσι οκτώ Επίτροποι, οι οποίοι έγιναν απλοί θεατές των γεγονότων και παραδόξως δεν αντέδρασαν, προφανώς για να αποκτήσουν προσωπικά οφέλη. Παρακάμφθηκαν επίσης και τα κράτη, από τα οποία αφαιρέθηκε η δυνατότητα να παρέμβουν. Η όλη αυτή μεθόδευση έγινε για έναν προφανή λόγο: Ο μικρός ηγετικός κύκλος της Ευρωπαϊκής Ενώσεως θέλει να διορίσει σε όλα τα θεσμικά όργανα ανθρώπους τους οποίους ελέγχει απολύτως, ούτως ώστε να χειραγωγεί τη διαδικασία και τις αποφάσεις αυτών των οργάνων.

Είναι σαφές ότι η Ευρωπαϊκή Ένωση έχει ξεφύγει από τις αρχές και τις αξίες επί των οποίων στηρίχθηκε η δημιουργία της, έχει γίνει όργανο ικανοποιήσεως των σκοπών της παγκοσμιοποιήσεως και γι’ αυτόν ακριβώς το λόγο επιλέγει μαριονέτες για να κάνουν αυτά τα οποία πρέπει να κάνουν. Αυτή η κατάσταση πολύ γρήγορα θα αλλάξει, διότι στις επόμενες ευρωεκλογές τα κράτη μέλη θα στείλουν πατριώτες στον χώρο αυτό και οι διεφθαρμένοι πολιτικοί θα μπουν στο χρονοντούλαπο της Ιστορίας.

 
  
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  Krisztina Morvai (NI). – Madam President, at the last plenary we were dealing with Mr Barroso, former Commissioner, now working for Goldman Sachs, coming back to bribe, perhaps, or perhaps just influence the present Commission. At this plenary we are talking about a political appointee becoming the Secretary-General of the European Commission, in violation of all the relevant rules.

In the meantime, the same European Union dares to have Article 7 proceedings against my country, Hungary, and against Poland for violation of the rule of law. Don’t you think that you should immediately, after this very session, stop these Article 7 proceedings and start proceedings instead against yourselves?

 
  
 

(„Catch the eye” eljárás vége)

 
  
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  Günther Oettinger , Mitglied der Kommission. – Frau Präsidentin, meine sehr verehrten Damen und Herren Kollegen! Bitte nehmen Sie mir ab, dass ich für die Kommission, aber auch persönlich vor der Bedeutung des Parlaments hohen Respekt habe, hier nicht arrogant auftrete, Sie nicht als kleine Kinder behandeln will, Ihre Fragen ernst nehme und der Untersuchung auch mit großer Ernsthaftigkeit und Gelassenheit entgegensehe. Zollen wir uns gegenseitigen Respekt.

Zum Zweiten: Betrug, Korruption, Skandal, Intrige, persönliche Vorteile: dies wurde von einigen Rednerinnen und Rednern unterstellt. Allein deswegen haben wir, habe ich allergrößtes Interesse an einer objektiven Untersuchung im und durch den Haushaltskontrollausschuss. Es werden dort alle Fragen beantwortet. Fragen, die uns bis 5. März – Datum des Poststempels – schriftlich zugingen, werden fristgerecht bis zum 14. März beantwortet, losgelöst von der heutigen relativ kurzen Beratungszeit.

Warum bin ich hier? Weil die Konferenz der Präsidenten genau dies beschlossen hat. Es war Ihr hohes Haus, es war Ihr Präsident, es waren Ihre Fraktionsvorsitzenden, die bei abweichender Meinung von ECR und GUE mit breiter Mehrheit gesagt haben „Oettingers Portfolio“, also muss der Oettinger her. Deswegen bin ich hier. Ich bin sicher, wenn die Konferenz der Präsidenten meinen Präsidenten sprechen wollte, würde er anwesend sein. Das heißt: ich bin deswegen hier, weil die Konferenz der Präsidenten, Ihre Konferenz in der Vorbereitung, genau dieses von der Kommission erwartet hat. Wir erfüllen Ihre Erwartungen.

Es wurde von dem Generalsekretär Martin Selmayr als einem grauen Bürokraten gesprochen. Dieser Deutsche Selmayr – keiner kenne ihn. Ich zitiere! Meine Bitte ist: Diskriminierung ist in Europa nicht zu akzeptieren. Es sollten auch Beamte in keiner Form diskriminiert werden. Wenn in der Presse von einem Monster geschrieben wird, ist es Sache der freien Presse. Aber ich finde, jeder Beamte, egal ob kleiner oder großer Beamter, hat ausreichend Fürsorge und Respekt von uns allen verdient.

Es wird gesagt, die Deutschen beherrschen mit dieser Entscheidung wieder Europa. Ich höre in Deutschland oft Folgendes: Warum ist jeder Mitgliedsstaat mit einem Kommissar vertreten? Warum haben auch kleinste Mitgliedsstaaten wie die großen einen Kommissar? Ich finde es richtig. Ich glaube, es sollte im Gerichtshof, im Rechnungshof, in der Kommission jeder Mitgliedsstaat auf Augenhöhe vertreten werden. Aber bitte nehmen Sie mir ab: In den großen Mitgliedsstaaten wird schon gefragt, warum nur einer von 28. Oder dass in diesem hohen Hause die kleinen Mitgliedsstaaten einen Abgeordneten haben, der neunzigtausend Einwohner vertritt, während in den großen Mitgliedsstaaten ein Abgeordneter neunhunderttausend Einwohner vertritt. One man, one vote. Ich halte es trotzdem für richtig, dass Malta und Luxemburg mit sechs Abgeordneten vertreten sind. Aber ich möchte hier klarstellen: In der Frage der fairen Vertretung unserer Mitgliedsstaaten, der Nationalität, sind wir alle…

(Zwischenruf)

Ich habe Ihnen doch auch zugehört, Frau Kollegin! Wenn Sie eine Zwischenfrage stellen wollen, gerne. Sonst bitte ich Sie, dass Sie Ihre Fragen geordnet und umfassend… Ich komme zu allen Fragen, Frau Kollegin! Es waren 20 Fragen. Sie werden auch noch merken, dass ichs Ihre Fragen zu beantworten versuche. Eines nach dem anderen, Geduld und Respekt.

Die Frage der Nationalität ist für mich völlig sekundär. Ich fühle mich als europäischer Bürger, der in der Kommission einer von 28 ist. Ich glaube, dass deswegen die Frage, wo man geboren ist, und das Passdatum eine eher geringere Bedeutung spielen sollten.

Es wurde gesagt, die Kommission sei nicht gewählt. Dem widerspreche ich ausdrücklich. Ein Kommissarsanwärter wird von seiner demokratisch gewählten Regierung vorgeschlagen. Er wird von diesem hohen Hause im Fachausschuss gegrillt. Er wird von diesem Hause gewählt. Er wird vom Europäischen Rat gewählt. Ich kenne viele Mitgliedsstaaten, in denen man nationaler Minister wird, ohne dass das nationale Parlament überhaupt mitwirkt. Wenn zum Beispiel in zwei Tagen in Deutschland die Kanzlerin gewählt wird – die Minister werden von den Parteien bestimmt und vom Präsidenten bestätigt. Keinerlei Wahl, kein Hearing, gar nichts – so wie etwa im Europäischen Parlament. Deswegen behaupte ich, die Kommission genügt demokratischen Grundsätzen mehr als viele andere Gremien auf nationaler Ebene.

Ich kann ihnen hiermit sagen, dass diese Kommission nicht die Absicht hatte und nicht die Absicht hat, für alle Kommissare nach dem Ausscheiden aus der Kommission Dienstwagen, Fahrer, Büros zu organisieren. Dies halte ich für Fake News. Wir haben es mehrfach dargelegt, und ich kann Ihnen hier versichern: Es gibt unter meiner Verantwortung keinen Vorschlag, der an diesem Thema bezüglich aller Kommissare nach ihrem Ausscheiden irgendetwas ändern soll.

Es wurde von einigen Kollegen gesagt, die Regeln mögen nach dem Buchstaben eingehalten worden sein. Ich finde, Buchstaben sind zunächst mal die Grundlage, damit man Regeln einhalten kann. Deswegen sehe ich den Überprüfungen mit Interesse entgegen. Wir haben alle Regeln nach dem Buchstaben voll und ganz eingehalten. Dies wird von einigen bezweifelt. Lassen Sie uns das prüfen. Ich stelle mich hier sehr gerne Ihren Fragen. Aber dieses Statut, wie man Beförderungen, Ernennungen in der Kommission durchführt, ist kein Statut des Präsidenten. Das Statut, auf dessen Grundlage die Ernennung von Martin Selmayr zum Generalsekretär geschehen ist, ist ein Statut, das dieses hohe Haus und der Rat beschlossen haben. Es ist Ihr Statut, es sind Ihre Buchstaben, es sind Ihre Regeln. Wenn Sie sie ändern wollen, müssen wir darüber reden. Entschuldigung, die staff regulations und das, was der Rat beschlossen hat, sind in den demokratischen Gremien Rat und Parlament entstanden! Dies kann man ändern. Aber diese Ernennungen geschehen nicht nach Willkür der Kommission, sondern auf der Grundlage, nach den Buchstaben und auch im Geiste dessen, was in den europäischen demokratischen Gremien entschieden und beschlossen worden ist.

Wir haben drei Möglichkeiten, wie man über die Besetzung von Positionen und die Ernennung dazu entscheidet: die interne Ausschreibung, die externe Ausschreibung und den Transfer innerhalb des Dienstes. Alle drei – interne Ausschreibung, externe Ausschreibung und Transfer – sind in unseren Statuten vorgesehen. Der Beamte Martin Selmayr war drei Jahre Kabinettschef unseres Präsidenten. Und genau dies, Kabinettschef, entspricht der Generaldirektorenebene, während Kabinettschef eines Kommissars der Direktorenebene entspricht. Und von daher hat er in den letzten drei Jahren mit Ihrem Wissen eine Aufgabe ausgeführt und erfüllt, die ihn dazu befähigt, nach der Methode, die wir angewandt haben, in das Amt des Generalsekretärs zu kommen. Wir sollten von Herrn Selmayr auch kein Zerrbild aufbauen. Er ist weder Parteimann, noch ist er ein Monster, noch ist er unfähig. Deswegen ist meine Bitte: Geben Sie ihm in der Aufgabenausführung in den nächsten Monaten mit ihrem strengen Blick eine Chance! Ich bin mir sicher, er wird die Aufgabe hervorragend ausführen, und dies als jemand, der Dienstleister dem Präsidenten Juncker gegenüber und der Kommission gegenüber ist. Zerrbilder halte ich hier in jeder Form für nicht angebracht.

Wenn Sie ihn nicht mögen, wenn Sie es ihm nicht zutrauen, sagen Sie es! Aber es hat hier diesem hohen Hause niemand ein negatives Urteil über seine Qualifikation und seine Arbeitsfähigkeiten und seine verschiedenen Positionen in den letzten Jahren abgegeben.

Wir stellen uns gerne dem Haushaltskontrollausschuss, werden auch schriftliche Fragen beantworten. Ich bin selbst auch bereit, in jedes Ihrer Gremien zu kommen, in Ihre Fraktionssitzungen, auch zum bilateralen Gespräch, und ich nehme mir gerne jede Zeit, um alle Ihre Sorgen und Fragen in den nächsten Wochen durch klare Antworten mit Blick auf das Europäische Statut und auf Recht und Gesetz zur Befriedigung aller Fragesteller zu beantworten.

 
  
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  Elnök asszony. – A vitát lezárom.

Írásbeli nyilatkozatok (162. cikk)

 
  
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  Indrek Tarand (Verts/ALE), in writing. – To everyone’s surprise, the EU’s executive body has turned the replacement of its Secretary-General into an absolute fiasco. The recent coup d’Etat or the so-called “selection” process, is another shameful example of bending the rules and ignoring norms. This “Blitzkrieg” method of appointing Mr. Selmayr, who orchestrated his own selection procedure, the legitimacy of which is questionable at best, is a little reminiscent of the case of former Commissioner Kallas. The latter was himself at the source of a set of transparency rules, which led to the creation of the transparency register, but a couple of months after his term as a Commissioner, he simultaneously held positions as special advisor to the Commissioner Dombrovskis and consultant at a private-sector software company Nortal, without having himself or Nortal registered in the transparency register. These, and many other Commission’s gimmicks, where they claimed having done things “by the book”, are becoming increasingly detrimental to the integrity of the EU institutions and will be scrutinised in the Parliament’s CONT Committee. But this should not remain the standard, as I call for the College of Commissioners to take collective responsibility for such administrative calamities as the abovementioned affairs.

 

15. Uguaglianza di genere negli accordi commerciali dell'UE (discussione)
Video degli interventi
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  Elnök asszony. – A következő napirendi pont az Eleonora Forenza és Malin Björk által a Nemzetközi Kereskedelmi Bizottság és a Nőjogi és Esélyegyenlőségi Bizottság nevében készített, A nemek közötti egyenlőség az uniós kereskedelmi egyezményekben, című jelentésről folytatott vita (2017/2015(INI)) (A8-0023/2018)

 
  
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  Eleonora Forenza, relatrice. – Signora Presidente, onorevoli colleghi, desidero ringraziare in primo luogo la mia collega di gruppo parlamentare Malin Björk, Azadeh Jafari e Roberta Paoletti. Questa relazione è frutto di una relazione tra donne e mi auguro che questo emerga anche dal testo.

Desidero ringraziare tutti e tutte le relatrici ombra, lo staff del segretariato della commissione, che hanno contribuito alla stesura di questa relazione, le ONG e le esperte protagoniste dell'audizione, in particolare l'associazione AIDOS e la rete Stop TTIP Italia, per il contributo che hanno dato. Desidero ringraziare moltissimo anche il collettivo Femministe Nove, il cui manifesto mi impegna a provare a fare la differenza anche in questa Istituzione, e il movimento femminista mondiale Non Una Di Meno, sceso in piazza anche lo scorso 8 marzo, per la forza che dà a tutte e a ciascuna, me compresa.

Quando è incominciata questa legislatura, una relazione che commissionammo alla commissione per il commercio internazionale definiva la politica commerciale dell'Unione europea "gender-blind", e ci forniva alcune indicazioni su come farla diventare "gender-sensitive". Nella relazione di cui sono stata relatrice nel 2016 – relazione sulle norme sociali e ambientali, i diritti umani e la responsabilità delle imprese e il loro impatto nelle politiche di commercio internazionale – già provavamo a chiedere un'inversione di rotta della politica commerciale dell'Unione, un'inversione di rotta che rendesse le clausole sui diritti umani vincolanti, e non subordinate a quelle clausole che invece tutelano il profitto e i diritti degli investitori.

Già in quella relazione invitavamo a definire i diritti umani, sociali e ambientali non semplicemente barriere non tariffarie, ma appunto elementi centrali, da salvaguardare anche nella politica commerciale. In questa relazione ci occupiamo di quei diritti umani fondamentali che sono i diritti delle donne.

L'uguaglianza di genere è un obiettivo universale previsto dagli strumenti internazionali e anche dai trattati fondamentali dell'Unione europea, che dovrebbe impegnarsi a promuovere e a garantire la parità di genere nelle sue azioni politiche, e dunque anche nella politica commerciale. Ricordo che tra gli obiettivi più ampi delle Nazioni Unite, gli obiettivi di sviluppo sostenibile, e in particolare l'obiettivo 5, stabiliscono che la parità di genere, l'emancipazione di donne e ragazze devono essere raggiunti entro il 2030.

Nulla di tutto questo è ancora presente pienamente nella politica commerciale dell'Unione europea, e questa relazione interviene in questa direzione. Stando alle stime, soltanto il 20 % degli accordi commerciali fa menzione dei diritti delle donne, mentre l'Unione europea sta ratificando negoziati o negoziando trattati che includono servizi, e quindi più dei precedenti accordi commerciali si intrecciano con i diritti umani e i diritti delle donne.

Vengo ad alcuni dei punti principali di questa relazione, che non è stata difficile anche da stendere, considerate le diverse anime politiche che hanno lavorato per trovare una sintesi. I punti, ne sono certa, saranno illustrati più nel dettaglio dalla mia collega Malin Björk; quello che voglio dire, però, con nettezza in conclusione di questo intervento, è che mi auguro che questo possa essere un tassello per cambiare da un punto di vista femminista – che è un punto di vista che chiede giustizia, non solo per le donne e per le ragazze, ma per tutte e per tutti – la politica commerciale dell'Unione europea, che non può essere disciplinata soltanto dalla logica della competizione e del profitto.

 
  
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  Malin Björk, föredragande. – Fru talman! Från vänsterns sida vill vi att handelspolitiken ska bidra till en mer rättvis fördelning av världens resurser och rikedom. Vi vill att den ska bidra till att stoppa klimatförändringarna, till att stärka demokratin – och allt detta arbetar vi med. Men med detta betänkande ville vi rikta fokus på kvinnors situation och på jämställdhet.

Den internationella handelspolitiken är en viktig del av vår ekonomiska politik. Den är en viktig del av vår utrikespolitik. Handelspolitiken rör grundläggande frågor om demokrati, om mänskliga rättigheter, om arbetstagares rättigheter, frågor om konsumentsäkerhet, frågor om folkhälsa, grundläggande bestämmelser om klimat och miljö. Alla dessa delar berör också jämställdhet och kvinnors situation. Handelspolitiken är inte könsneutral.

Kvinnor påverkas annorlunda än män beroende på deras position i ekonomin, beroende på om det är en exportorienterad ekonomi, om det är en mer jordbruksorienterad ekonomi, beroende på det arbetsrättsliga läget osv. Allt detta tar vi upp i vårt betänkande. Vi menar att det inte räcker längre med slagdängor som att vi ska exportera demokrati eller vi ska exportera jämställdhet, mänskliga rättigheter eller hållbar utveckling eller något av de områden som vi bryr oss så mycket om. Vi behöver formulera verktyg och ha styrinstrument så att det blir verklighet av det vi säger också och så att våra förhandlare fokuserar på rätt saker och vet vilka förväntningar vi har på dem.

Den internationella handelspolitiken har vilat lite grann på en förlegad syn, vilket inneburit att alla krav på miljö och mänskliga rättigheter eller jämställdhet fått svaret att ”äsch, de hör inte hemma här, dem får ni fixa någon annanstans med några andra verktyg eller i en annan förhandling”. Vi menar att den tiden måste vara slut.

Handelspolitik är en exklusiv kompetens som medlemsländerna har gett till EU. Därför är det extra viktigt och rimligt att vi diskuterar och granskar och sätter upp ramar för hur vi vill att framtida avtal ska se ut.

I detta arbete har vi haft ett enormt stöd från civilsamhället, kvinnoorganisationer och MR-organisationer. Vi har inhämtat expertis, och vi har haft överläggningar och hearings.

Jag vill varmt tacka min medföredragande Eleonora Forenza men också mina skuggföredragande. Vi har haft olika tyngdpunkt och delvis olika ingångar, men de som tog på sig detta uppdrag från sina respektive grupper var helt uppenbart de som var mest intresserade av att se och analysera effekterna på kvinnor och formulera konstruktiv kritik och förslag. För det vill jag tacka skuggföredragandena.

Jag tänker inte gå igenom alla enskilda delar av betänkandet, men jag vill lyfta fram några av de viktigaste delarna.

Precis som Forenza har sagt vill vi se ett jämställdhetskapitel med målsättningar om kvinnors rättigheter och om kvinnors ekonomiska egenmakt – målsättningar som måste bygga på Pekingplattformen som ska ha jämställdhetsexperter och civilsamhället involverat i sitt uppföljande, och vi ska ha en granskning av att detta kapitel efterlevs.

Vi vill också att EU:s handelspolitik ska bekämpa exploatering och sikta på att förbättra arbetsvillkor för kvinnor i exportindustrin, oavsett om det är inom jordbruk, textilindustri eller någon annanstans. Vi anser att ILO:s standarder och FN:s hållbarhetsmål är centrala i detta.

Vi menar också att det ska finnas bindande bestämmelser om respekt för mänskliga rättigheter, demokrati, arbetsvillkor och miljö.

Handelspolitiken får inte undergräva tillgång till offentliga tjänster, utbildning, hälsa, inklusive sexuell och reproduktiv hälsa och rättigheter. Vi menar också att FN:s kvinnokonvention SIDO ska vara med i handelsavtalen och att EU själv ska ansluta sig. Vi vill se due diligence på ett riktigt sätt för företag.

Som sagt, jag vill tacka min medföredragande, mina medarbetare och skuggföredragandena. Här är alltså några av de saker som vårt betänkande kräver om vi vill att EU:s handelspolitik ska kunna leva upp till både globala behov och förväntningar.

Nu ser jag fram mot att kommissionen går från ord till handling, också när det gäller jämställdhet i handelspolitiken.

 
  
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  Marianne Thyssen, Member of the Commission. – Madam President, let me first thank Parliament, the Committee on Women’s Rights and Gender Equality (FEMM) and the Committee on International Trade (INTA), and, of course, the co-rapporteurs Ms Malin Björk and Ms Eleonora Forenza, for the attention, the work and the time that they have invested in this report on Gender Equality in EU Trade Agreements. It makes a very valuable contribution to strengthening gender aspects in EU trade policy.

The Commission is committed to gender equality. EU trade policy already contributes to this goal through some of its instruments, for example, its sustainability impact assessments, the Generalised System of Preferences, the GSP+ and the Trade and Sustainable Development Chapters of the European Union’s free trade agreements. However, we need to do more.

To gather input from stakeholders, in June last year the Commission and the International Trade Centre organised an International Forum on Women and Trade, to which the honourable Members Mosca, Rodríguez-Piñero and Forenza kindly contributed as speakers. The Commission has already put some of the ideas that emerged from this event into practice, and I can assure you that we will continue to do so.

The report identifies a lack of adequate data on trade and gender equality when it comes to determining the impact of trade policy instruments on women. In cooperation with other international organisations, for example the World Trade Organisation (WTO), the International Trade Centre, United Nations Conference on Trade and Development (UNCTAD), the OECD or the European Institutes for Gender Equality, we are exploring how to better collect and use data on the impact of trade policy instruments on women. We are also looking to improve our analysis by using the most advanced methods, like the UNCTAD toolbox on trade and gender.

Following a suggestion from this House, the Commission and the International Trade Centre are also launching a collection of firm level data on women entrepreneurship and female employment in EU-exporting and importing firms.

Let me mention some further activities to contribute to the promotion of women’s economic empowerment: the European Union’s recently reviewed Aid for Trade strategy introduces, for all its projects, the requirement of a systematic gender analysis. We are currently working with Chile on gender-specific provisions in the context of modernisation of the existing EU-Chile Association Agreement. These provisions will include commitments to effectively implement relevant international legal instruments on gender equality, such as the Convention on the Elimination of All Forms of Discrimination against Women and a structured framework for cooperating and sharing best practices on women in international trade. The Commission will keep the INTA Committee informed about the development of the EU proposals for these provisions on trade and gender.

In the international arena, the EU actively supported the adoption of the Joint Declaration on Trade and Women’s Economic Empowerment on the occasion of the WTO Ministerial Conference in Buenos Aires in December 2017. The Declaration seeks to remove barriers to and foster women’s economic empowerment. We now need to move ahead with implementation. The Commission is ready to sponsor several follow-up actions, such as organising workshops, collecting data on women’s participation in international trade, and applying a gender lens to our trade-related technical assistance.

Finally, the Commission uses every opportunity to raise awareness of the importance of gender equality for economic growth and the opportunities that trade can provide, including through trade policy reviews in the WTO.

Last but not least, the EU’s commitment towards gender equality and women’s empowerment has been expanded by the EU Gender Action Plan too, placing gender at the heart of the European Union’s actions, from international relations to commercial agreements, and holding all of us accountable for its achievements. I look forward to hearing your views.

 
  
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  Lola Sánchez Caldentey, ponente de opinión de la Comisión de Desarrollo – Señora presidenta, los tratados comerciales de nueva generación, como el acuerdo Unión Europea-México, refuerzan el poder corporativo, perpetúan las desigualdades, la brecha salarial entre hombres y mujeres y las violaciones de los derechos humanos, a través del acaparamiento de recursos naturales. Las cláusulas de igualdad solamente maquillan la obvia incompatibilidad entre este tipo de tratados y el respeto a la vida.

¿Cómo pretende la Comisión garantizar la igualdad de género? ¿Obligarán los tratados comerciales a extender los tiempos de maternidad y paternidad remunerados, no transferibles, y a garantizar la vuelta al puesto de trabajo? ¿Obligarán a prohibir y penalizar la brecha salarial? ¿Se prohibirá la privatización de los servicios públicos para que los cuidados sean responsabilidad del Estado y no recaigan sistemáticamente sobre las mujeres? ¿Garantizarán el acceso gratuito a guarderías y escuelas infantiles? ¿Y van a prohibir la trata de mujeres y perseguir a los que pagan por la prostitución?

Los millones de mujeres que respaldaron la huelga feminista este pasado 8 de marzo nos exigen cambios políticos de calado, no solo palabras. Y ese es nuestro mandato.

 
  
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  Tokia Saïfi, au nom du groupe PPE. – Madame la Présidente, Madame la Commissaire, je remercie tout d’abord Mesdames les rapporteures pour le travail qui a été réalisé.

L’égalité entre les hommes et les femmes fait partie des valeurs de l’Europe et nous devons utiliser tous les outils à notre disposition pour la promouvoir, y compris notre politique commerciale. Le commerce international a des conséquences variables sur les hommes et les femmes, et il est fondamental qu’il bénéficie de la même manière à tous et à toutes. L’égalité hommes-femmes doit être davantage prise en compte dans la politique commerciale de l’Union européenne, et ce dès la réalisation des études d’impact, et, de plus, des données doivent être collectées sur ce sujet.

D’autre part, les instruments dont nous disposons, comme le système de préférences généralisées ou les chapitres sur le développement durable des accords, doivent mieux intégrer l’égalité hommes-femmes et nous devons veiller à leur mise en œuvre pleine et effective. En outre, je me félicite de l’initiative de la Commission européenne d’intégrer, pour la première fois, un chapitre spécifique sur ce sujet dans la modernisation de l’accord avec le Chili.

Il est fondamental que notre politique commerciale contribue à lutter contre l’exploitation des femmes, à améliorer leurs conditions de travail et à renforcer la responsabilité sociale des entreprises. Dans la lignée de la déclaration de l’OMC sur le rôle des femmes dans le commerce et quelques jours après la journée internationale des droits des femmes, je suis heureuse que le Parlement adresse un message fort sur ce sujet.

 
  
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  Maria Noichl, im Namen der S&D-Fraktion. – Frau Präsidentin, liebe Kolleginnen, liebe Kollegen! Der Handel muss den Menschen dienen. Handel ist überhaupt nur dann sinnvoll, wenn er den Menschen dient; er hat keinen anderen Zweck. Handel hat keinen Selbstzweck. Man hat das in den letzten Wochen und Monaten erlebt, dass das Thema „Handel, Handelsabkommen der EU“ Menschen auf die Straße getrieben hat, und zwar in ganz Europa. Denn die Menschen waren sich nicht mehr sicher: Dient der Handel überhaupt ihnen, oder sollen sie nur dem Handel dienen? Ich glaube, genau um diese grundlegenden Dinge geht es.

Wir haben ja nur eine Minute Zeit, deswegen möchte ich mich auf fünf Grundsätze beschränken. Erstens: Es ist Zeit, und es ist höchste Zeit, dass endlich auch Frauen im Fokus von Handelsabkommen stehen. Zweitens: Frauenrechte sind niemals Handelshemmnisse, dürfen niemals Handelshemmnisse sein. Drittens: Frauenrechte schaffen Wohlstand in allen Ländern. Viertens: Frauen gehören an den Verhandlungstisch, wenn es um Abkommen geht. Und fünftens: Frauen gehören in das Team, das die Abkommen täglich kontrolliert.

Frauen sind ein Teil der Menschheit, sind die Hälfte der Menschheit. Der Handel muss also in Zukunft nicht den Menschen dienen, sondern der Handel muss in Zukunft den Frauen und den Männern gleichermaßen dienen. Das ist unser Ziel.

 
  
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  Branislav Škripek, za skupinu ECR – Pani predsedajúca, môj pohľad je taký, že Európska únia a celá Európa čelí demografickej zime. V každom štáte Európskej únie chýbajú deti, ktoré sú našou budúcnosťou. Niet detí, lebo ľudia si často sebecky vyberajú pohodlný život bez starostí alebo tie deti boli pozabíjané ešte pred svojím narodením v mene sexuálnych a reprodukčných nadpráv. Potraty spôsobujú, že Európa má ohrozenú budúcnosť.

Ani v tomto dokumente nie je zmienka o tom, že treba podporovať rodiny s deťmi. Tým, že sa budú rodiť deti, bude v budúcnosti zabezpečený aj rozvoj našej spoločnosti. Ale častokrát je v legislatíve Európskej únie zvykom, že v tejto správe sa rieši to, aby žena mohla čo najskôr nastúpiť do pracovného procesu, bez ohľadu na to, čo chce a čo jej rodina potrebuje. Ak chce žena zostať doma a starať sa o našu budúcnosť, to znamená o ďalšiu generáciu detí, čelí predsudkom. Žena starajúca sa o deti či iného rodinného príslušníka je často diskriminovaná a čelí chudobe. Ak zostane v požehnanom stave a je bez podpory manžela či partnera, potrat býva pre ňu hrozným východiskom.

Ja myslím, že táto filozofia v Európe nefunguje, prináša nám veľké problémy, a treba to povedať: Európa umiera. Touto správou, podľa mňa, chceme vyvážať kultúru smrti do tretích krajín cez obchodné zmluvy. A tak dnes krajiny, ktoré majú dostatok detí, budú o pár rokov čeliť podobným problémom ako my v Európe. Toto je novodobá kolonizácia a krajiny tretieho sveta by nemali na toto pristúpiť, lebo im to neprinesie hospodársky rozvoj.

 
  
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  Beatriz Becerra Basterrechea, en nombre del Grupo ALDE. – Señora presidenta, señora comisaria, los liberales sabemos bien que el libre comercio es un motor muy poderoso de progreso, gracias al cual cientos de millones de personas han salido de la pobreza.

Las mujeres pueden ser las grandes beneficiarias del comercio, siempre y cuando cuenten con el poder y la protección necesarios para su talento.

Europa hace negocios con países como Irán o Arabia Saudí, donde las mujeres viven en un régimen de semiesclavitud. Solo el 20 % de los acuerdos comerciales de la Unión Europea hacen referencia a los derechos de las mujeres. En adelante, reclamo que todos los acuerdos que se firmen incorporen disposiciones vinculantes y exigibles al respecto.

Es muy significativo que los actuales enemigos del comercio, desde Trump hasta Wilders, sean también enemigos de la igualdad de género. Los reaccionarios siempre tratan de preservar ciertos privilegios. Por eso, las mejores armas que tenemos contra ellos y a favor del progreso son, precisamente, el comercio y la igualdad.

 
  
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  Margot Parker, on behalf of the EFDD Group. – Madam President, 12 million women in the EU have jobs that depend on the export of goods and services to the rest of the world. Whilst trade can liberate the poorest of nations, it is of paramount importance that women are protected by labour laws avoiding issues with precarious work, and that discrimination be eradicated, and that there are equal opportunities for men and women.

Promotion of free trade empowers people to be economically active, lifting people out of poverty, boosting education and creating higher standards of living. But I believe gender equality should be brought about by cultural change with voices of both men and women. Incorporating gender mainstreaming into policy is not the answer.

Therefore, it is an absolute priority that during the negotiations with the UK, the EU be fair. At the expense of stubbornness and bitterness at the UK’s exit, and fear of other EU countries following suit, the EU could risk jeopardising the livelihood of those women and men whose jobs are reliant upon trade. It is a clear case where politics from any source cannot be allowed to interfere with good sense and the wellbeing of women everywhere.

 
  
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  France Jamet, au nom du groupe ENF. – Madame la Présidente, chers collègues, à l’heure où le président Trump instaure des mesures protectionnistes sur l’acier et l’aluminium, à l’heure où l’on s’accorde à dire que les accords de libre-échange sont délétères pour nos filières d’élevages, agricoles, sucrières et pour la santé de nos concitoyens, vous nous présentez, chers collègues, à l’instar des religieux byzantins qui discutaient encore du sexe des anges lorsque les forces turques s’apprêtaient à faire tomber Constantinople, un rapport sur l’égalité entre les genres dans les accords commerciaux, dans une Europe qui compte près de vingt millions de chômeurs, une Europe dont la balance commerciale est négative et où nos traditions et notre environnement sont menacés.

Chers collègues, il y a, au demeurant, dans ce rapport, des mesures de bon sens et une évaluation lucide des conséquences, notamment dans les accords de libre-échange et des relations commerciales, en général. Alors, si nous sommes d’accord pour dénoncer les risques du mondialisme, sa violence sociale et économique, défendons avec la même énergie nos filières, nos traditions, notre environnement, les consommatrices et nos consommateurs.

 
  
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  Godelieve Quisthoudt-Rowohl (PPE). – Frau Präsidentin, sehr verehrte Frau Kommissarin, meine lieben Kolleginnen und Kollegen! Ich halte eine werteorientierte Handelspolitik mit dem Ziel der Schaffung eines hohen Maßes an Schutz für Arbeits-, Umwelt- und Menschenrechte mit Blick auf eine nachhaltige globale Entwicklung für sehr relevant, und ich unterstütze entsprechende Maßnahmen. Wichtig ist, dass diese Maßnahmen, wozu auch die Verankerung von Frauenrechten gehört, nicht zu einer Überfrachtung von Freihandelsabkommen und zu einer übermäßigen Beschränkung des internationalen Waren- und Dienstleistungsverkehrs führen.

Der internationale Handel trägt weltweit – mit wenigen Ausnahmen – zur Vermehrung des Wohlstandes, insbesondere zur Schaffung von Arbeitsplätzen und zur Verbesserung der Lohn- und Arbeitsbedingungen bei. Das gilt auch für Frauen. Allerdings: Bindende Kapitel, sogar verbunden mit Sanktionen, sind kontraproduktiv. Das würde per Saldo mehr schaden als Nutzen herbeiführen. Und deswegen würde die EVP das nicht unterstützen.

 
  
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  Inmaculada Rodríguez-Piñero Fernández (S&D). – Señora presidenta, en primer lugar felicito a las ponentes por su excelente trabajo, el consenso alcanzado y por recoger el contenido de las 56 enmiendas que he presentado en nombre del Grupo de los Socialistas y Demócratas. Y, gracias a la comisaria, y también a la comisaria Malmström, por su compromiso con la perspectiva de género en la política comercial, fundamental para avanzar pero todavía muy insuficiente. Porque no olvidemos que el número de años que se necesitan para conseguir la paridad sigue creciendo y ya alcanza los 52 años.

Las mujeres somos la mitad de la población, pero representamos más del 70 % de los 1 000 millones de personas más pobres del mundo. La población mundial ocupada asciende al 72 % en el caso de los hombres, frente al 47% en el de las mujeres, que ingresan solo el 77 % del salario de los hombres y realizan actividades mayoritariamente en la economía informal. Pero acabar con la brecha de género es también una cuestión de eficiencia económica, ya que permitiría aumentar el PIB mundial si se alcanzara la paridad hasta en 10 billones de euros.

Ninguna política puede combatir aisladamente la desigualdad y cambiarle a la pobreza el rostro de mujer, pero estoy firmemente convencida de que se puede hacer mucho desde el ámbito del comercio internacional. Por eso pido a la Comisión que apoye las medidas contempladas en este informe, ampliamente respaldadas por este Parlamento, y entre las que destaco las siguientes: la inclusión de un capítulo de género en todos los acuerdos comerciales, también en los que se están negociando ahora, así como de capítulos de desarrollo sostenibles ambiciosos, con medidas obligatorias efectivas y ejecutables en materia de derechos laborales y estándares laborales y medioambientales, atendiendo, por supuesto, a los derechos y libertades de las mujeres.

Son necesarias evaluaciones de impacto de género y es necesario incorporar a personas expertas en los procesos de negociación a lo largo de todo él. Y es fundamental también trabajar para que la perspectiva de género en los acuerdos comerciales sea una causa global y, por tanto, comprometer a la Organización Mundial del Comercio. Solo desde el compromiso y la implicación de todos conseguiremos que la perspectiva de género adquiera el protagonismo que necesita.

 
  
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  Joachim Starbatty (ECR). – Frau Präsidentin! Der internationale Handel vollzieht sich ohne Ansehen der Person, er richtet sich nach der jeweiligen Kaufkraft. Diskriminierung von Frauen kann in keinem Handelsabkommen festgestellt werden – warum auch! Wenn Frauen Kaufkraft haben, werden sie natürlich auch als Käuferinnen auftreten.

Es wurde hier von Gender-Blindheit gesprochen. Das ist es! Klar, Verträge sind genderblind, sie achten nicht auf die Person. Und wenn gesagt wird: nicht Wettbewerb und Profit – ja, was denn sonst? Etwa Diskriminierung und Verluste? Ein Beispiel ist angeführt worden: dass der internationale Handel die Agrarwirtschaft in Afrika schädigt, insbesondere Frauen, die dort als Bäuerinnen auftreten. Warum ist das so? Weil wir eine verfehlte Agrarpolitik haben und die Überschüsse dieser Agrarpolitik nach Afrika exportieren! Deswegen gehen doch die Farmerinnen und die Farmer zugrunde.

Und weiter: Das, was hier vorgelegt wird, ist ja kein Text zum Außenhandel, sondern man benutzt den Außenhandel als Hebel, um eigene europäische Interessen durchzusetzen. Das ist sozusagen von einer Machtposition her gesehen. Wenn wir ein kleines Land wären, würde alle Welt über uns lachen, wenn wir solche Forderungen stellen würden. Aber wir haben 500 Millionen Verbraucher hinter uns. Deswegen können wir versuchen, unsere Auffassung von Genderismus in der Welt durchzusetzen. Das ist Arroganz, das ist Machtstreben!

 
  
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  Agnieszka Kozłowska-Rajewicz (PPE). – Pani Przewodnicząca! Pani Komisarz! Przede wszystkim chciałabym podziękować sprawozdawczyniom za to sprawozdanie, które przybliża – jak się okazuje – nieoczywiste związki między handlem a równouprawnieniem. Umowy handlowe przyczyniają się do rozwoju gospodarczego świata, a tym samym do większych możliwości pracy dla kobiet i poprawy sytuacji ich gospodarstw domowych. Trzeba jednak pamiętać, że szczególnie w krajach rozwijających się kobiety są często wykorzystywane do nieomal niewolniczej pracy, za bardzo niskie stawki. Unia Europejska nie powinna się na to zgadzać. Umowy handlowe stwarzają możliwości wywierania presji na strony, tak aby przestrzegały praw człowieka i praw pracowniczych. Unia Europejska ma obowiązek promować ideę równouprawnienia także w umowach handlowych, aby zmniejszać zjawisko wykorzystywania kobiet w pracy i zwiększać ich szanse na dobrą edukację i pracę, a tym samym przyczyniać się do poprawy ich życia i do rozwoju gospodarek krajów, w których mieszkają. Podzielam też intencje wyrażone w punkcie 29 sprawozdania, w którym wzywa się Europejski Bank Inwestycyjny do kontrolowania, czy spółki uczestniczące w projektach inwestycyjnych przestrzegają zasad polityki równościowej.

 
  
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  Adam Szejnfeld (PPE). – Pani Przewodnicząca! Prawa kobiet nie są przestrzegane – zwłaszcza w aspekcie równouprawnienia – nawet w niektórych państwach członkowskich Unii Europejskiej, a cóż dopiero w państwach trzecich. Bardzo źle, tragicznie, dramatycznie wygląda to bardzo często w krajach nierozwiniętych i państwach rozwijających się. Kobiety tam bardzo często są na przykład zatrudniane niezgodnie z prawem, zwłaszcza w rolnictwie, ale także i w przemyśle. Dlatego należy podejmować wszelkie możliwe instrumenty, aby promować prawa kobiet i równouprawnienie kobiet i mężczyzn.

Natomiast w aspekcie umów handlowych trzeba działać jednak rozważnie i odpowiedzialnie. Umowy handlowe bowiem – nie tak, jak tu powiedziano – nie służą tylko i wyłącznie zyskom, i tylko i wyłącznie ekonomii, ale także rozwojowi społecznemu. Uważam, że gdyby nie umowy handlowe i współpraca Unii Europejskiej z państwami trzecimi, to sytuacja kobiet byłaby w tych państwach jeszcze gorsza. Dlatego apelowałbym trochę o obniżenie temperatury dyskusji.

 
  
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  Barbara Matera (PPE). – Signora Presidente, onorevoli colleghi, discutiamo una risoluzione che evidenzia le potenzialità che gli accordi commerciali possono rappresentare per le donne lavoratrici e imprenditrici.

Uno studio della Commissione europea mostra che una maggiore partecipazione delle donne nell'economia reale potrebbe aumentare il Pil globale di 25 miliardi di dollari entro il 2025. Una cifra impressionante, che si aggiungerebbe ai benefici della globalizzazione in termini di sradicamento della povertà ed emancipazione delle donne. Elementi importanti che, come si specifica nel testo della relazione, non devono e non possono prescindere dal rispetto dei diritti umani, che restano centrali nei rapporti commerciali.

L'Europa è il principale esportatore mondiale di beni e servizi: un potere contrattuale immenso che l'Unione dovrà continuare ad utilizzare come leva per la protezione dei diritti delle donne, senza dimenticare però gli interessi commerciali europei. Non dobbiamo però cadere nella tentazione di salire in cattedra e pretendere che i nostri partner commerciali raggiungano velocemente i nostri elevati standard di protezione dei diritti. Credo nel dialogo e nello scambio delle buone pratiche.

 
  
 

„Catch the eye” eljárás

 
  
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  Michaela Šojdrová (PPE). – Kolegyně a kolegové, obchodní dohody by měly vést k naplňování cílů Evropské unie a samozřejmě také k respektování hodnot Evropské unie. K prosazování ekonomických zájmů nesmí docházet za cenu ustoupení od evropských hodnot, ke kterým se Evropská unie hlásí. Jednou z těch hodnot je právě ochrana lidských práv a důstojnost lidského života.

Je smutnou realitou, že ženy mají v určitých sektorech slabší postavení než muži a obchodní dohody by mohly mít právě negativní dopad v těchto případech. Proto považuji za správné, aby Komise v rámci hodnocení dopadu také posuzovala i dopad na postavení žen. Oceňuji jmenování kontaktní osoby pro otázky rovnosti žen a mužů v rámci Generálního ředitelství pro obchod a přivítala bych i větší zapojení žen do vyjednávacích procesů. Domnívám se, že je správné, aby některá témata, jako je sexuální a reprodukční zdraví, zůstala záležitostí členských států a odmítám jakékoliv spekulace o dopadu obchodní politiky Evropské unie na sexuální a reprodukční zdraví žen.

 
  
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  Maria Arena (S&D). – Madame la Présidente, Madame Thyssen, je vous préfère quand vous parlez d’emploi que quand vous parlez de commerce. C’est vrai qu’aujourd’hui il y a – et Mme Malmström l’a dit – des gagnants et des perdants de la mondialisation et il y a des gagnantes et des perdantes de cette même mondialisation.

Ce rapport a pour objectif de faire en sorte qu’il y ait plus de gagnantes et moins de perdantes de la mondialisation. Il existe un outil important qui peut être mis en œuvre, à savoir le chapitre «développement durable», qui prévoit également l’application de sanctions. Aujourd’hui, il y a un chapitre «développement durable». Il ne fonctionne pas dans le cadre des accords commerciaux et donc nous prônons l’introduction d’un chapitre obligatoire assorti de sanctions pour faire en sorte que ceux qui ne les respectent pas soient effectivement sanctionnés. Nous allons donc avoir beaucoup d’accords sur la table, des accords qui sont négociés, des accords qui vont être votés. Par conséquent, il est temps de passer à l’action, même si je sais qu’aujourd’hui la Commission européenne – tout comme le PPE, d’ailleurs – ne veut pas entendre parler de sanctions, mais alors il s’agit là purement et simplement de belles paroles qui n’atteindront jamais leurs objectifs.

 
  
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  Νότης Μαριάς (ECR). – Κυρία Πρόεδρε, οι διάφορες εμπορικές συμφωνίες της Ευρωπαϊκής Ένωσης οδηγούν στο άνοιγμα των αγορών και έχουμε δει ότι πρακτικά αυτό που κάνουν είναι να διαλύουν τις μικρομεσαίες επιχειρήσεις στην Ευρωπαϊκή Ένωση, διότι οι χώρες με τις οποίες έχει συνάψει συμφωνίες η Ευρωπαϊκή Ένωση είναι χώρες που πρώτα απ’ όλα δεν τηρούν την εργατική νομοθεσία, δεύτερον, έχουν μισθούς πείνας, δεν τηρούν τα περιβαλλοντικά πρότυπα και στην πράξη οδηγούν σε έναν αθέμιτο ανταγωνισμό και έτσι λοιπόν διαλύουν τις ευρωπαϊκές οικονομίες.

Πολύ δε περισσότερο, αυτές που υφίστανται μεγαλύτερες συνέπειες είναι οι γυναίκες, που είναι το πιο ευάλωτο τμήμα της οικονομίας στην Ευρωπαϊκή Ένωση. Δείτε επίσης τι συμβαίνει: Δεν τηρούν στις αναπτυσσόμενες χώρες την ίση αμοιβή για ίση εργασία, με αποτέλεσμα να έχουν γυναίκες που κατεξοχήν δουλεύουν, ενώ φυσικά δεν αμείβονται με ίσους όρους με τους άνδρες και έτσι δημιουργείται επιπλέον αθέμιτος ανταγωνισμός. Χρειάζονται μέτρα για να στηρίξουμε τις γυναίκες και στις εμπορικές συμφωνίες της Ευρωπαϊκής Ένωσης.

 
  
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  Izaskun Bilbao Barandica (ALDE). – Señora presidenta, quiero felicitar a las ponentes y quiero romper una lanza aquí por la actitud, la capacidad y la disposición de la comisaria Malmström para incorporar la visión de género a los acuerdos comerciales de la Unión Europea.

Esta es una buena herramienta para extender el movimiento a favor de la igualdad en todo el planeta y creo que la igualdad es una cuestión de derechos fundamentales y todos ellos están interrelacionados. Y creo, además, que tener en cuenta el papel del trabajo de las mujeres en sectores como la agricultura o los servicios es una obligación y un ejercicio de coherencia con las políticas de cooperación al desarrollo que también estamos apoyando.

Gracias a ellas, muchas comunidades locales de los países del sur han comenzado a ser social y económicamente viables, pero son aún espacios frágiles que necesitan el apoyo de un sistema justo de relaciones comerciales que tenga en cuenta estas circunstancias. No podemos permitirnos romper esta llama de esperanza, que es además la llave de solución de otros muchos problemas.

 
  
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  Maria Lidia Senra Rodríguez (GUE/NGL). – Senhora Presidente, Senhora Comissária, os acordos comerciais são particularmente nocivos para as mulheres em todo o planeta. A introdução destes acordos comerciais, no Norte e no Sul, faz com que os produtos sejam colocados nos mercados a um preço abaixo dos custos de produção, deslocalizam a produção, expulsam as mulheres dos mercados locais e de proximidade - por exemplo na agricultura - e geram desemprego e condições de trabalho muito precárias, por exemplo no setor têxtil.

Se a União Europeia quer minimizar os impactos de género deve acabar com os acordos comerciais feitos por e para as multinacionais e garantir o direito à soberania alimentar dos povos e impedir todas as formas de dumping.

Senhora Comissária, a greve feminista neste dia 8 de março reforça a necessidade de medidas concretas por parte das administrações públicas.

 
  
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  Florent Marcellesi (Verts/ALE). – Señora presidenta, este 8 de marzo ha sido histórico: mujeres de todo el mundo han tomado las calles para denunciar la desigualdad y la violencia a las que se ven sometidas en el día a día. Esta desigualdad y esta discriminación también están presentes en los tratados comerciales.

Las mujeres están infrarrepresentadas en los procesos de negociación. En muchos casos los acuerdos comerciales incrementan el trabajo precario de las mujeres y negociamos acuerdos comerciales con países como Arabia Saudí, donde los derechos de las mujeres brillan por su ausencia. Sin embargo, el empoderamiento económico de las mujeres es uno de los objetivos del desarrollo sostenible a los que se ha adherido la Unión Europea. Por ello, pedimos que se hagan evaluaciones de impacto de género sobre cada tratado comercial. También celebramos que la Comisión Europea haya propuesto un capítulo sobre igualdad de género en el tratado comercial con Chile y reclamamos que a partir de ahora esto se convierta en una práctica habitual y vinculante.

 
  
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  Julie Ward (S&D). – Madam President, I wanted to make a point and speak as a woman who has been in the chamber listening to the whole debate. Sexism is a system of oppression that affects every aspect of life. It must be tackled at every level of decision-making and in every sector. Unfortunately, in many cases, the fight for gender equality and trade agreements is disregarded or left out in favour of other interests.

I am happy that this report on EU trade insists on the importance of adopting a gendered approach. Trade includes a wide variety of issues and sectors, which affect women and LGBTIQ+ people. It is absolutely crucial to properly assess the impact our commercial policy has on gender equality. I would like to thank the rapporteurs for stating that the EU’s trading commitments should never overrule human rights. This must always be our first priority.

Unfortunately, the Conservative Government’s chasing of post-Brexit trade agreements at any cost will mean that human rights, gender equality and social justice will be sacrificed on the altar of neo-liberal values. Therefore, it’s time to stop Brexit and continue the collective fight for a fairer world.

 
  
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  Ana Miranda (Verts/ALE). – Senhora Presidente, parabéns às relatoras Björk e Forenza pelo seu compromisso feminista. A ausência da proteção dos direitos humanos, e em especial da igualdade, é um clássico dos acordos comerciais europeus privatizadores e solidários.

Mulheres e raparigas são grupos vulneráveis, são discriminadas, excluídas, ausentes das decisões políticas - decisões políticas como as que levaram a 8 de março à greve feminista nas nossas ruas. Essa greve, que é já um símbolo, Senhora Comissária, da necessidade de outro mundo possível para as mulheres na Europa e no mundo em geral. Queremos mudanças no caminho com cláusulas humanas vinculativas. Por isso quero hoje lembrar as mulheres do setor têxtil de Rana Plaza, e também as mulheres mapuche, excluídas até agora dos acordos com o Chile.

 
  
 

(„Catch the eye” eljárás vége)

 
  
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  Marianne Thyssen, Member of the Commission. – Madam President, I would again like to thank honourable Members for their interest, questions and suggestions. I would like to assure Members that the Commission will take their observations and recommendations into consideration in its future work on trade and women’s economic empowerment.

As the report recognises, there are limits to the extent to which global issues can be solved through trade policy and free trade agreements alone. Domestic policies, such as those tackling gender segregation in the labour market and alleviating the disproportionate care responsibilities that women face, are clearly the key. However, we must all do our share.

Therefore, the Commission will continue to make the European Union’s trade policy more inclusive so that it contributes to women’s economic empowerment. I promise you, also in the name of my colleague, Ms Malmström, who – as you know – is a female Commissioner for Trade, that the Commission will keep you closely informed on developments, including the trade negotiations with Chile on trade and gender provisions.

 
  
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  Eleonora Forenza, relatrice. –Signora Presidente, onorevoli colleghi, ringrazio la Commissaria e ringrazio chi è intervenuto o è intervenuta in questo dibattito, che credo abbia evidenziato il tentativo di portare un punto di vista femminista, quindi di giustizia sociale, per tutte e per tutti, all'interno della politica commerciale dell'Unione europea, chiedendo un cambio di rotta, avvalendosi della elaborazione intersezionale e trasversale del movimento femminista che, appunto, è sceso ancora una volta in piazza l'8 marzo.

Chiediamo con forza che questo punto di vista sia inserito non come un elemento di maquillage, di discorso e ornamento retorico all'interno dei negoziati della politica commerciale, ma che ci sia un sostanziale cambiamento.

Nomino qui alcuni dei punti che saranno consolidati qualora questa relazione, come mi auguro, sarà approvata domani. Un capitolo di genere sul modello del mandato che è stato dato alla Commissione per la rinegoziazione e l'ammodernamento del trattato con il Cile – lo ricordava prima la collega Rodríguez-Piñero, che è stata relatrice di quella relazione del Parlamento, e relatrice ombra di questa relazione, che ringrazio.

Come ricordava la collega Arena, noi chiediamo che ci siano degli elementi vincolanti e sanzionabili nelle clausole che difendono i diritti umani e l'uguaglianza di genere; che i servizi pubblici siano sottratti ai trattati commerciali e non privatizzati; che ci siano meccanismi di composizione delle controversie che garantiscano la capacità dei singoli governi di legiferare a difesa dell'interesse pubblico e al servizio di obiettivi di politica pubblica; che ci sia un'urgenza per quanto riguarda la convenzione CEDAW – tra poco discuteremo in quest'Aula della convenzione di Istanbul – che il Parlamento europeo venga costantemente informato di tutti i passaggi negoziali; che ci siano valutazioni ex post ed ex ante per quanto riguarda gli impatti differenziati di genere; che ci sia un punto di vista di genere non solo alla fine delle negoziazioni, ma durante le negoziazioni.

Spero, e davvero mi auguro, che il Parlamento riesca ad approvare questa relazione: sarebbe una bella risposta alle manifestazioni dell'8 marzo.

 
  
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  Malin Björk, rapporteur. – Madam President, I must start by thanking my co-rapporteur, the shadow rapporteurs, my colleagues Azadeh Jafari and Roberta Paoletti, and WIDE, an organisation working with the global south and in the EU for women’s rights and which has provided expertise for us in this work.

I think some of my colleagues here have said what this report actually started with: the question of trade for whom and for what? And the answer coming back is that it is not neutral. It is certainly not neutral when it comes to women. We took it upon ourselves to formulate some of the principles, and it is true that trade polices cannot fix everything, but it cannot be free-floating, from human rights, from women’s rights, from environmental rights and public health. The bottom line has been said here over and over again, there has to be some stepping-up of the work, there has to be some binding measures. I think our report outlines some of the key elements of that.

I hear from the Commission that you welcome our report, and that is very nice, I also hear about the toolbox, the data collection, the women entrepreneurs, all important things, but I am missing the commitment that we will take this on board – the gender chapter, the binding things, the references to CEDAW, to the SDGs, etc. So we look forward to Ms Malmström, and you and the Commission, coming back and discussing these things with us.

I hope and I expect the Commission to take this on board because it also means a lot in who we are as a player on the global level. These are actions that we see for the EU as a trade partner itself, but also who we are when we negotiate global trade deals and trade policies, be it at WTO or UN level. We have to look ourselves in the eye. Nobody else is going to take gender equality further, as well as social rights, in EU trade deals if we don’t do it. So I think as some of my colleagues have said, it is time to pass to action, passer à l’action.

 
  
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  Elnök asszony. – A vitát lezárom.

A szavazásra 2018. március 13-án, kedden kerül sor.

Írásbeli nyilatkozatok (162. cikk)

 
  
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  Nessa Childers (S&D), in writing. – Our society is struggling with many unconscious biases and discriminatory norms and attitudes, in many aspects of our lives, in employment, and especially in the media sector. Our failure to address gender inequality. We need to devote resources for training, and awareness-raising campaigns to promote egalitarian practices and values. Action is essential to ensure that existing rules on equal treatment in employment are enforced. We must foster a cultural atmosphere in which women feel better supported to disclose their experiences, so that harassment and discrimination cases are not left unreported; harassment policies need to be clearly outlined and reach the highest possible standards of fairness, clarity, and transparency.

 
  
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  Sirpa Pietikäinen (PPE), kirjallinen. – Naisten ja miesten välistä tasa-arvoa ei ole saavutettu missään maassa. Naisilla ja miehillä on edelleen eri yhteiskunnallinen asema. Naiset ovat harvalukuisia monella päättäjän paikalla. Mikäli naiset ja tytöt eivät ole neuvottelupöydissä osallistumassa heitä koskevaan päätöksentekoon, vaarana on, ettei ymmärretä, miten päätösten vaikutukset naisiin ja miehiin poikkeavat toisistaan. EU:n tulisi näyttää johtajuutta sukupuolten tasa-arvon kunnioittamisessa ja työntekijöiden perusoikeuksien ja ympäristöoikeuksien korkeatasoisessa suojelussa kauppapolitiikassa. Kaikissa EU:n kauppasopimuksissa tulee olla kunnianhimoinen ja toteuttamiskelpoinen kauppaa ja kestävää kehitystä koskeva luku. Tämä on linjassa EU:n perussopimuksen kanssa, jonka mukaan ”unioni pyrkii kaikissa toimissaan poistamaan eriarvoisuutta miesten ja naisten välillä sekä edistämään miesten ja naisten välistä tasa-arvoa”.

 
  
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  Marc Tarabella (S&D), par écrit. – Cette résolution sur l’égalité des genres dans les accords commerciaux de l’UE marque la détermination du Parlement européen de moderniser et de repenser ses politiques commerciales en assurant à chacun des moyens de subsistance, de protéger l’environnement et les écosystèmes. Elle marque, également sa volonté de faire de l’article 8 du traité sur le fonctionnement de l’Union européenne une réalité plutôt qu’une simple volonté. Cependant, l’Union doit se poser la question de son efficacité quant à l’égalité femme – homme à l’intérieur même de la communauté européenne. Car même si elle a permis de nombreux progrès ces cinquante dernières années, il reste de nombreux efforts à fournir en termes d’emploi ou d’égalité salariale. En effet, bien que l’écart salarial moyen s’élève à 16,3 %, faut-il préciser que tous les pays de l’Union ne luttent pas avec la même force contre les discriminations salariales. Nous pouvons prendre l’exemple de l’Estonie avec un écart de 25,3 % alors qu’il s’élève à 5,2 % en Roumanie. De plus, l’indice moyen en matière d’égalité de l’UE (52,9 %) illustre parfaitement les efforts qu’il nous reste encore à fournir. Il est donc nécessaire d’intensifier notre travail afin d’améliorer la qualité de vie de nos citoyens et de faire de l’Union un exemple à l’échelle mondiale.

 

16. Lotta contro la violenza nei confronti delle donne e delle ragazze e ratifica della Convenzione di Istanbul da parte degli Stati membri dell'UE (discussione)
Video degli interventi
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  Elnök asszony. – A következő pont a Bizottság nyilatkozata a nők és lányok elleni erőszak elleni küzdelem és az isztambuli egyezmény uniós tagállamok általi megerősítéséről (2018/2625(RSP))

 
  
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  Andrus Ansip, Vice-President of the Commission. – Madam President, gender-based violence and harassment are persistent problems in Europe. We are all familiar with the figures: from the age of 15, one in three women in Europe has been a victim of physical violence, sexual violence or both; 55% of women are victims of sexual harassment.

Violence against women is a violation of human rights. The Commission takes the fight against this very seriously, which is why we made 2017 the year of action to combat violence against women. In June 2017 the EU signed the Council of Europe’s Istanbul Convention on the prevention and protection of victims of gender-based violence. The Commission’s intention is to conclude full EU ratification as soon as possible.

I would like to thank the European Parliament for constantly speaking out alongside the Commission about the importance of ratifying the Council of Europe Convention on prevention and protection of victims of gender-based violence.

Despite the fact that all EU countries have signed the Convention and 17 have so far ratified it, we see strong opposition against ratification in a few countries. The Convention has generated very intense public debates where there have been misconceptions and misleading arguments. For example, these concern the use and translation of the term ‘gender’. They concern the fear that ratifying the Convention would mean forcing states to allow same-sex marriage or to introduce a new refugee status for transgender or intersex persons.

Let me be very clear on this. The Convention is about preventing and combating violence against women without other hidden purposes. It is not an instrument for shaping gender perceptions or ideologies. It applies to women who become victims of violence simply because they are women. The Convention does not oblige states to allow same-sex marriage. In fact, no reference is made to the legal recognition of same-sex marriages: this subject is outside of the scope of the Convention.

It also does not oblige states to have their schools give lessons about sexual orientation or gender identity. Nowhere in the Convention is it stated that a new refugee status should be established for transgender or intersex persons or for any other group.

The Convention requires parties to introduce a gender-sensitive perspective into the examination of asylum requests to take into account why and how women experience persecution – for example, the risk of female genital mutilation.

I sincerely hope that those Member States that still have doubts about joining the Convention will consider its fundamental purpose: to prevent violence against women and to support and protect those women who fall victim to violence.

 
  
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  Anna Maria Corazza Bildt, on behalf of the PPE Group. – Madam President, six months ago, we were here adopting EU accession to the Istanbul Convention with a large majority. Today, we are here again. We are not going to quit until women are free from violence. The Convention is the only binding treaty that criminalises violence against women and domestic violence. It defines violence done to a woman just because she is a woman, based on sexism and discrimination. It is about women being harassed, beaten up, raped or killed, and girls forced to marry or mutilated. It is not about any ideology or religion.

Last June, I proudly represented Parliament at the signature of the EU accession to the Convention, a historic step towards preventing those horrible crimes, combating impunity and protecting victims. Since then, Estonia, Cyprus and Germany have ratified it, and now we urge the 11 remaining Member States to ratify it. There has been much misrepresentation of the Convention, for instance, in Bulgaria, Croatia, Poland, Slovakia, and even Ukraine. The Council of Europe Commissioner for Human Rights recently clarified that the arguments pretending that the word ‘gender’ has hidden purposes are simply not true. He said that it means the socially constructed roles and behaviours that a society considers appropriate for women and men. It is about combating stereotypes. It is not against the traditional family. It is violence that endangers families, not the Convention.

Today, we call on the EU and the Council of Europe to do more, in dialogue with Member States, on the issue of gender, engaging with civil society, religious groups and women NGOs, we call on the Presidency to put this issue on the agenda of the European Council for as long as it takes, and we call on Bulgaria to reopen the ratification process. There is no other gender equality issue worth discussing for as long as women continue to be abused. As co—rapporteur on the Istanbul Convention, I can say that we remain committed to zero tolerance of violence against women.

 
  
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  Christine Revault d’Allonnes Bonnefoy, au nom du groupe S&D. – Madame la Présidente, Monsieur le Vice-Président, Mesdames et Messieurs, pourquoi sommes-nous réunis à nouveau pour discuter de la convention d’Istanbul? J’aurais aimé répondre que nous sommes ici pour nous féliciter de la ratification par l’Union européenne et l’ensemble des États membres. J’aurais aimé dire «Oui, la lutte contre les violences faites aux femmes est une priorité absolue car il s’agit de violations graves des droits humains». Mais non, la réalité est bien plus décevante. Nous sommes ici à cause d’un mouvement de rejet et de protestation autour de cette convention. Le premier ministre slovaque déclare ouvertement qu’il refuse de la ratifier car elle serait contraire à sa Constitution et le gouvernement bulgare – alors que la Bulgarie assure la présidence du Conseil – a retiré il y a quelques jours, son projet de loi de ratification. C’est déplorable.

Les débats nationaux ont été déformés par des arguments fallacieux et de fausses idées. Non, le terme «genre» ne recèle aucune idéologie cachée, mais il permet de décrire le phénomène des violences fondées sur le genre qui ciblent des femmes parce qu’elles sont des femmes.

Ne soyons pas dupes: le refus de légiférer sur les violences faites aux femmes est un symptôme d’une régression générale de nos droits en Europe qui touche aussi les droits sexuels. Combien de barrières se dressent aujourd’hui devant les femmes qui souhaitent avorter?

Je m’adresse ici aux onze États membres qui n’ont pas encore ratifié la convention ou, pire, qui refusent de le faire. Je m’insurge contre votre choix et je dénonce vivement tout blocage ou tout retour en arrière. Tout le Parlement européen vous appelle à appliquer cette législation efficace qui a simplement pour but de protéger les victimes et de poursuivre les responsables. Le résultat en sera une société plus pacifiée, plus juste et plus protectrice.

Quant à la ratification par l’Union elle-même, les négociations n’aboutissent pas car le Conseil se retranche derrière des arguments juridiques qui ne sont pas fondés. Je vous demande, Monsieur le Vice-Président, de tenir bon afin que tout ce processus permette réellement d’aider la vie des femmes partout en Europe.

 
  
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  Jadwiga Wiśniewska, w imieniu grupy ECR. – Pani Przewodnicząca! Szanowni Państwo! Z pozoru konwencja stambulska ma służyć ochronie kobiet przed przemocą. W rzeczywistości służy przede wszystkim realizacji lewicowego światopoglądu, bo celów konwencji, jakimi są zapobieganie przemocy wobec kobiet, chronienie jej ofiar oraz ściganie sprawców, nikt nie kwestionuje. Są one jednak, Pani Przewodnicząca, osadzone w kontrowersyjnym kontekście ideologicznym skoncentrowanym wokół genderowej wizji społeczeństwa, w której płeć ma podłoże społeczno-kulturowe, a nie jest genetycznym faktem. Zachęcam do przeczytania konwencji i zapoznania się z nią. Niestety ta lewicowa potrzeba wprowadzania ideologicznej rewolucji kulturowej za nic ma poszanowanie traktatów i zasady pomocniczości. Unia kolejny raz próbuje ingerować tam, gdzie nie ma kompetencji. Te kwestie leżą w kompetencjach państw członkowskich.

 
  
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  Beatriz Becerra Basterrechea, en nombre del Grupo ALDE. – Señora presidenta, gracias, señor comisario, me duele escuchar a diputados diciendo cosas como las que acabo de oír a la señora Wiśniewska. A mí, de verdad, me resulta muy duro a estas alturas, después de los años que llevamos con este tema, desde el año 2014, escuchar algo que no tiene nada que ver con el Convenio de Estambul. El Convenio de Estambul es la mejor y más completa herramienta legalmente vinculante que se ha dado nunca contra la violencia de género e intrafamiliar. Es decir, va más allá de la violencia contra las mujeres. No pretende decir a las mujeres cómo deben vivir, solo pide medidas legales que las protejan y que persigan y penalicen a sus agresores.

Hay países de la Unión que se están inventando una historia alrededor. ¿De qué ideología hablan? ¿De qué ideología están hablando? ¿Por qué se sacan ahora de la manga hablar del género como una cosa que no es? Aquí estamos pidiendo a los países de la Unión Europea, y este Parlamento lo ha apoyado desde el principio, que demuestren que no necesitan para proteger y perseguir a los agresores un convenio como este, o que lo apoyen. Y resulta que tenemos países que no solamente no lo ratifican, sino que se están retirando. Tenemos al país que está ahora mismo ocupando la Presidencia, Bulgaria, que se retira; Polonia, Croacia, Hungría, ¿qué está pasando?

Quiero dar las gracias a Grecia por haberlo ratificado, por lo menos hay algo de sentido común.

¿De qué estamos hablando? ¿Estamos de acuerdo en que los prejuicios que tratan de mantener a la mujer subordinada al hombre y en un plano que no es de igualdad no son compatibles con los valores de la Unión? Yo creo que sí, y que tenemos que enseñar a los niños también cuáles son esos valores de respeto. Y yo les pido a todos los Gobiernos de Europa que, por favor, ratifiquen el Convenio de Estambul y demuestren que están a la altura de la Unión Europea de la que dicen ser miembros.

 
  
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  Terry Reintke, on behalf of the Verts/ALE Group. – Madam President, colleagues, let’s face it: we are experiencing a major backlash on women’s rights in the European Union. Many of us actually grew up believing that there is only one direction in which women’s rights could go, namely that we would become more and more protected and that we would gain more rights over the years. That is simply not the case anymore, because we see attacks on women’s rights all over the European Union and those who are attacking women’s rights have now chosen the Istanbul Convention as one of the battlefields in this discussion. They are doing that for purely ideological reasons. They are not doing that on the basis of any scientific or real arguments; they are doing that because they want to push forward their ideology of taking away our rights.

We will not give up; we will not be afraid of that. The suffragettes, 100 years ago, in many parts of Europe fought for the right of women to vote. We will be the generation of feminists that will make sure that women are protected from gender-based violence all over the European Union. We will ratify the Istanbul Convention all over the European Union and make sure that there is an end to gender-based violence.

 
  
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  Κωνσταντίνα Κούνεβα, εξ ονόματος της ομάδας GUE/NGL. – Κυρία Πρόεδρε, μα τι έκπληξη, λίγες ημέρες μετά την Ημέρα της Γυναίκας συζητάμε για τη σύμβαση της Κωνσταντινούπολης! Είναι λυπηρό να συζητάμε για την έμφυλη βία και τα δικαιώματα των γυναικών μόνο με αφορμή παγκόσμιες ημέρες αλλά και σκάνδαλα. Μην ξεχνάτε ότι κάθε ημέρα γίνονται επιθέσεις σε γυναίκες και νεαρά κορίτσια. Ζουν με το φόβο και προσπαθούν να κλείσουν τις πληγές τους. Σε εκείνες δεν σημαίνει πολλά ότι η Ένωση υπέγραψε τη σύμβαση.

Χρειαζόμαστε στρατηγική και πράξεις, γι’ αυτό καλώ την Επιτροπή να μας απαντήσει: πρώτον, πότε θα φέρει συγκεκριμένη στρατηγική για την εφαρμογή της σύμβασης, δεύτερον, πόσα χρήματα θα διαθέσει, τρίτον, τι προγράμματα θα σχεδιάσει και τέταρτον, εάν σκέφτεται να ορίσει ειδική αρχή για την καταπολέμηση της βίας στην Ευρωπαϊκή Ένωση.

 
  
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  Laura Ferrara, a nome del gruppo EFDD. – Signora Presidente, onorevoli colleghi, considero un bene che si torni a discutere periodicamente in quest'Aula di violenza contro le donne. Tuttavia, mentre noi discutiamo, i delitti nei confronti delle donne non accennano a diminuire. La cronaca nera si nutre di tragedie che spesso piangiamo quando ormai è troppo tardi.

Il mio paese ha ratificato la convenzione di Istanbul nel 2013, eppure continua la drammatica conta delle nuove vittime, che in virtù di essa si sarebbero dovute salvare. Parlo di donne che hanno denunciato invano i loro aguzzini, parlo di un sistema che evidentemente non è ancora in grado di mettere fine a inaccettabili forme di violenza quotidiana.

Per fortuna qualcosa si muove, quantomeno nella coscienza e nella consapevolezza delle donne, che cominciano a squarciare l'insopportabile velo della vergogna e della paura, e che trovano il coraggio di denunciare crimini odiosi, che per troppo tempo sono stati taciuti o ignorati.

Tutto questo però non è sufficiente, e occorrono evidentemente da parte dell'Unione e degli Stati membri ulteriori azioni concrete a tutela delle donne.

 
  
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  Agnieszka Kozłowska-Rajewicz (PPE). – Pani Przewodnicząca! Konwencja stambulska to najlepsze współcześnie dostępne narzędzie zwalczania przemocy wobec kobiet, złoty standard polityki antyprzemocowej, gotowa mapa drogowa do budowania krajowych programów zwalczania przemocy. Tę konwencję podpisały wszystkie kraje Unii Europejskiej, a większość ją ratyfikowała.

I ponieważ wcześniej była wymieniana Polska – mój kraj – w kontekście dyskusji o gender, chciałabym Państwa poinformować, że Polska jako jeden z pierwszych krajów podpisała i ratyfikowała konwencję. Mieliśmy dyskusję o gender, ale większość z nas była przekonana, że tę konwencję należy podpisać i ratyfikować, bo jest ona wartościowa.

Kluczową częścią konwencji, która stanowi o jej wyróżniającej się pozycji wśród podobnych dokumentów, jest rozdział o prewencji. Mówi się w nim o zapobieganiu przemocy wobec kobiet, łącząc to zapobieganie przemocy z równouprawnieniem. Ten związek jest bardzo jasny: im więcej równości, tym mniej przemocy.

Na tle wysokich ocen konwencji jako mapy drogowej w zwalczaniu przemocy, a także w kontekście wątku równouprawnienia jest dla mnie niezrozumiały fakt, że Unia Europejska, która jest światowym liderem w promowaniu równości kobiet i mężczyzn, podpisała tę konwencję w bardzo wąskim zakresie. W ten sposób Unia Europejska, reprezentowana przez Komisję i Radę, niejako sama abdykowała z funkcji strażnika i promotora równości, chociaż Traktat, szczególnie Karta praw podstawowych, daje Unii spore uprawnienia w tym zakresie.

Dlatego apeluję do Komisji Europejskiej o rewizję zakresu, w jakim Unia przystąpiła do konwencji, a konkretnie o jego poszerzenie o inne artykuły konwencji, w których Unia na podstawie przepisów prawa dzieli swoje kompetencje z państwami członkowskimi.

 
  
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  Iratxe García Pérez (S&D). – Señora presidenta, señor comisario, una de cada tres mujeres en la Unión Europea podrá ser víctima de violencia de género. Y escuchar algunas afirmaciones como las que hemos tenido que oír aquí, en este Parlamento, me parecen de una grave irresponsabilidad. Decir que el Convenio de Estambul es un arma de la izquierda, realmente, es faltar el respeto a la realidad.

El Convenio de Estambul es un instrumento jurídico internacional para comprometer la actuación de todos los países en luchar contra la mayor lacra social que existe en estos momentos, en el mundo y en Europa. Las mujeres están siendo asesinadas por el mero hecho de ser mujeres, y no podemos permitir que en Europa todavía haya once países que no han ratificado este Convenio.

El pasado 8 de marzo las calles se tiñeron de morado. Millones de mujeres y de hombres en todo el mundo, en Europa, salieron a las calles, se pararon para decir que este mundo tiene que ser más igual, para reivindicar la lucha por la igualdad, pero también para decir a las mujeres víctimas que no están solas.

Las mujeres y los hombres que salimos a la calle dimos un ejemplo de lo que los Gobiernos tienen que hacer en este momento. Por lo tanto, no permitamos que se pierda ni un minuto más. Seamos responsables, porque estamos hablando de la vida de las mujeres. Las excusas que se están poniendo en estos momentos son totalmente inaceptables. Por lo tanto, seguiremos trabajando para conseguir que no haya ni una mujer más asesinada por el terrorismo machista.

 
  
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  Jordi Solé (Verts/ALE). – Señora presidenta, estamos debatiendo aquí sobre una consecuencia, una de las consecuencias concretas, de esta ola conservadora y populista que recorre buena parte de Europa. Estamos de acuerdo en que la violencia de género es un grave problema de derechos humanos que afecta a millones de mujeres. Nos hemos dotado de un instrumento avanzado de Derecho internacional para combatir esta violencia y, sin embargo, vemos cómo hay Estados que se resisten a ratificar el mejor instrumento que tenemos. Y los que se resisten nos ponen excusas, nos hablan de ideología de género, se inventan consecuencias de la ratificación que no existen.

Señoras y señores, esto no va de ideologías, esto va de defender derechos humanos, y la defensa de los derechos humanos no es ni de izquierdas ni de centro ni de derechas, es una obligación de todos. Por lo tanto, pido a la Comisión Europea, al Consejo, a la mayoría de esta Cámara, que hagamos todo lo que podamos para conseguir la ratificación del Convenio por parte de todos los Estados miembros.

 
  
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  Malin Björk (GUE/NGL). – Madam President, violence against women and girls is an issue of democracy, but it is also a question of life and death. The Istanbul Convention is an instrument of human rights law, the best international instrument that we have to work on prevention, protection and prosecution. The EU has signed it. All the EU Member States have signed it, but there are 11 that have not ratified it, among them the country holding our Presidency – Bulgaria. It is a shame that nobody from the Presidency is here to see how they can take this forward in the Council.

Now we have some Member States that actually say that they are questioning it altogether. It is unacceptable and, as has been said, a sign of general regression for women’s rights. The Istanbul Convention is not an ideological battle, other than the one to end violence against women and girls, and that is perhaps political and ideological enough. It does not give rights to LGBTI people either. I must say that I am appalled by the homophobia that I have heard.

Those who attack the Istanbul Convention are attacking women’s rights and LGBTI rights. They attack all of us. But it will not work because we will stand up to you. We will make the world a safe place for women, girls and LGBTI people.

 
  
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  Ελισσάβετ Βόζεμπεργκ-Βρυωνίδη (PPE). – Κυρία Πρόεδρε, κύριοι συνάδελφοι, η σύμβαση της Κωνσταντινούπολης για την πρόληψη και καταπολέμηση της έμφυλης βίας αποτελεί το αρτιότερο νομοθέτημα υπερεθνικής ισχύος. Αποτυπώνει με τον καλύτερο δυνατό τρόπο τη νοοτροπία με την οποία πρέπει να γαλουχήσουμε τις επόμενες γενιές σε όλα τα μήκη και πλάτη της γης. Το σύνθημα «μηδενική ανοχή στη βία» στηρίζεται σε πολύ συγκεκριμένη λογική. Καταγγέλλουμε και καταδικάζουμε κάθε πράξη έμφυλης βίας, οδηγούμε τους δράστες στη Δικαιοσύνη, προστατεύουμε και στηρίζουμε τα θύματα.

Η Ευρωπαϊκή Ένωση οφείλει να συνεχίσει να είναι πρωτοπόρος σε θέματα ισότητας των φύλων και καταπολέμησης φαινομένων βίας, μέσα από στρατηγικές που ενημερώνουν, εκπαιδεύουν και ευαισθητοποιηθούν άνδρες και γυναίκες, αλλά και ο καθένας μας απ’ τη θέση του να γίνει φορέας ελπίδας και αφύπνισης για την πρόληψη και αντιμετώπιση επιθετικών συμπεριφορών. Πάνω απ’ όλα όμως έχουμε υποχρέωση να καταστήσουμε σαφές ότι κανένα νομοθετικό κείμενο δεν είναι αρκετό από μόνο του να αλλάξει την πραγματικότητα, αν δεν εξαλειφθούν οριστικά νοσηρές νοοτροπίες και συμπεριφορές.

 
  
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  Josef Weidenholzer (S&D). – Frau Präsidentin! Immer wieder beschäftigt uns die Istanbul-Konvention, obwohl deren Ausarbeitung bereits 2011 erfolgte. Eigentlich müsste das alles längst eine Selbstverständlichkeit sein, und eigentlich müssten wir stolz darauf sein – stolz darauf, dass sich die Mitglieder des Europarates damals darauf geeinigt haben, jegliche Form der Gewalt gegen Frauen zu ächten und konkrete Maßnahmen zu ergreifen, um sie zu bekämpfen. Offensichtlich gelingt es aber nicht, das Ganze entsprechend abzuschließen. Das kann nicht mit einem Missverständnis erklärt werden, auch nicht mit der Langsamkeit der Entscheidungsstrukturen. Es besteht der Verdacht, dass manche einfach nicht wollen, dass Frauen in jeder Hinsicht den Männern gleichgestellt sind.

Absurd sind vor allem Argumente, wonach die Konvention zur Spaltung der Gesellschaft beitragen würde. Das Gegenteil ist der Fall: Eine Gesellschaft, die Gewalt gegen Frauen zulässt, die spaltet. Und es ist besonders befremdlich, wenn ein Mitgliedstaat, der gegenwärtig den Vorsitz im Rat hat und heute nicht anwesend ist, sich weigert, die Konvention zu ratifizieren.

 
  
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  Julie Ward (S&D). – Madam President, the Istanbul Convention is a key instrument for the fight against gender-based violence. When I speak with women’s rights defenders from all over the world, I realise how lucky we are to have such an instrument in Europe. This is why I find it appalling that this Convention’s ratification is so problematic in some Member States, including my own. The fact that governments are reluctant to ratify this key instrument shows how little they care about women’s safety. In some countries the excuse is that the government cannot afford to ratify and implement the Convention. In these cases, I say that not to do so will cost women’s lives.

In Bulgaria, the use of transphobic and homophobic arguments against this Convention is very disappointing. It is therefore particularly worrying in the context of the Bulgarian Presidency of the Council. I call on the Bulgarian Government to revise its position on this crucial issue and stand by the Istanbul Convention.

 
  
 

„Catch the eye” eljárás

 
  
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  Teresa Jiménez-Becerril Barrio (PPE). – Señora presidenta, la violencia contra la mujer se ha perpetuado a través de una cultura de tolerancia y de negación.

Por ello, fue un gran paso cuando la Unión Europea adoptó el Convenio de Estambul, y lo hicimos porque es el único instrumento que da una respuesta global a la violencia de género, la única herramienta que desarrolla una estrategia para prevenir la violencia, para proteger a las víctimas y para perseguir a los criminales.

El Convenio de Estambul crea, además, conciencia sobre lo que es la violencia de género: una clara violación de los derechos humanos. Por ello, pedimos a la Comisión y al Consejo que sirvan de motor y con urgencia lleven a cabo un plan de acción para que todos los países de la Unión Europea ratifiquen el Convenio de Estambul. Mi país, España, lo hizo en 2014, pero aún quedan once países que no lo han ratificado y, señorías, tienen que hacerlo porque estamos hablando de justicia, no de ideología.

 
  
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  Nicola Caputo (S&D). – Signora Presidente, onorevoli colleghi, qualche giorno fa l'ennesimo episodio di violenza sulle donne ha sconvolto l'Italia: un uomo delle forze dell'ordine, armato della propria pistola di ordinanza, ha sparato contro la sua famiglia, uccidendo due figlie e ferendo gravemente la moglie.

Su tutti i giornali è stato scritto che ciò è accaduto perché la donna aveva chiesto la separazione. Trovo questa frase di un oscurantismo inaccettabile, che ci fa capire quanta strada ci sia ancora da fare. Ciò che è accaduto è accaduto perché quell'uomo era un violento e considerava la propria moglie come qualcosa di sua proprietà.

La convenzione di Istanbul ha fatto sicuramente tanto, ma è a livello culturale che la strada da percorrere è in salita. Nel patrimonio di conoscenza che fonda le nostre convinzioni più di quanto pensiamo, la donna non è mai rappresentata come un individuo che trova piena espressione di sé nel proprio ruolo professionale. E con la crisi economica la situazione è peggiorata, visto che le donne sono tra le categorie più colpite.

Il lavoro principale va fatto sui modelli culturali che la nostra società continua a proporci.

 
  
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  Ангел Джамбазки (ECR). – Уважаема г-жо Председател, трудна е фамилията, но се постарахте да я произнесете, уважаеми колеги, аз представлявам България и българското правителство и с неудовлетворение чух от Вас доста непремерени думи по отношение на българската позиция. А те се дължат именно на причината, която видяхме сега и в залата – по-голямата част от Вас доказаха, че разговорът за този документ е политически и става дума за леви позиции.

Разбирам, че част от колегите искат да си играят на комунизъм и на леви позиции, но просто не са живели в комунизъм. Всяко насилие е недопустимо и ние сме против насилието над жени, разбира се, и ще бъдем против. Но съвсем очевидно в този документ има идеология, джендър идеология. И тези неща трябва да бъдат изяснени и премахнати от този документ. И никой няма да бъде против. И не става дума само за България. Тук говорим за Обединеното кралство, която е сериозна западна държава. И говорим за други държави, които имат съмнения за тази ратификация.

Затова моля Ви, уважавайте вътрешния ред и правото на всяко едно общество да подрежда своя вътрешен ред.

 
  
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  João Pimenta Lopes (GUE/NGL). – Senhora Presidente, falar da implementação da Declaração de Istambul e do combate a toda e qualquer forma de violência contra a mulher exige ir bem para lá de declarações de intenções. Exige a implementação de opções políticas que a União Europeia tem contrariado. Exige a criação de equipamentos de apoio no quadro de uma política pública assente no investimento em serviços públicos e nas funções sociais do Estado. Exige olhar para a violência em todas as suas formas, seja a violência no trabalho ou os elevados índices de exploração e precariedade, seja reconhecer a violência da pobreza ou a violência que se traduz nas inaceitáveis pressões sobre a maternidade e os direitos que lhes estão associados e que são tantas vezes negados. Exige afirmar a prostituição como grave forma de violência e exploração das mulheres, que alguns agora querem legitimar e legalizar em Portugal.

Garantir a proteção das mulheres vítimas de violência exige respostas públicas que façam aumentar os meios e as respostas efetivas do Estado e intervenham na prevenção das suas causas económicas, sociais, psicológicas e culturais.

 
  
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  Ana Miranda (Verts/ALE). – Senhora Presidente, se atacam uma, atacam todas. A tragédia continua. Dia a dia, o número de mulheres mortas e que sofrem violência aumenta.

Senhoras Deputadas machistas, não servem argumentos de ideologia para tentar contornar a lei. Isso é hipocrisia política. Há um feminicídio permanente, as vítimas de violência contra as mulheres devem ser mais protegidas em toda a Europa.

Há dados segundo os quais uma em cada três mulheres sofreu assédio sexual, físico ou psíquico – é inaceitável. Por isso, a Comissão Europeia deve agir como lobby feminista, como o lobby que se fez na greve de 8 de março. O Estados-Membros devem ratificar a Convenção de Istambul com mais investimentos.

 
  
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  Ελευθέριος Συναδινός (NI). – Κυρία Πρόεδρε, η βία κατά των γυναικών αποτελεί παραβίαση ανθρωπίνων δικαιωμάτων και η καταδίκη τέτοιων περιστατικών είναι αδιαπραγμάτευτη. Τίποτα όμως δεν δικαιολογεί τη μεταχείριση νομικών εργαλείων για την προώθηση ιδεολογικών πεποιθήσεων, όπως επίσης δεν είναι αποδεκτή η παράτυπη άσκηση πίεσης προς κράτη μέλη για τη λήψη τύποις κυρίαρχων αποφάσεων, αντί να υποστηρίζονται έμπρακτα στην εφαρμογή των δεσμεύσεών τους. Η συνολική αντιμετώπιση περιστατικών βίας υποκινούμενων με βάση το φύλο, εναντίον ανδρών και γυναικών, αντιμετωπίζει προσκόμματα εξαιτίας τέτοιων αμφιλεγόμενων κειμένων. Μέσω αυτών προωθούνται μονομερείς ορισμοί, υπαγορεύονται κριτήρια απόδοσης καθεστώτος διεθνούς προστασίας και επιβάλλονται αλλαγές στα εθνικά εκπαιδευτικά συστήματα που εν τέλει βρίσκει αντίθετους τους πολίτες της Ένωσης.

Καλώ την Επιτροπή να περιοριστεί στην υποστήριξη της ενημέρωσης, της ευαισθητοποίησης και της συνεργασίας σε ενωσιακό επίπεδο και επιτέλους να επιτρέψει στα κράτη μέλη να αντιμετωπίσουν τις προκλήσεις με τις κατάλληλες μεθόδους, σύμφωνα με τις εκάστοτε ανάγκες τους.

 
  
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  Anna Záborská (PPE) – Pani predsedajúca, nebudem opakovať moje pochybnosti o konkrétnych ustanoveniach Istanbulského dohovoru. Stačí, keď poviem, že ich som mnou zdieľa aj väčšina občanov, ktorých tu zastupujem.

Boj proti násiliu na ženách, pomoc jeho obetiam, ako aj výchova ako súčasť prevencie proti násiliu, patria medzi výlučné právomoci členských štátov. Ku dnešnému dňu ratifikovalo Istanbulský dohovor len sedemnásť z nich.

Istanbulský dohovor nie je synonymom pre boj proti násiliu páchanému na ženách a dievčatách. Je to len jeden konkrétny politický nástroj, ktorý má silné stránky, ale aj nedostatky. Európske zmluvy dávajú každému členskému štátu právo samostatne posúdiť plusy a mínusy tohto dohovoru a rozhodnúť sa. Tento parlament aj Komisia by to mali rešpektovať.

 
  
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  Maria Grapini (S&D). – Doamnă președintă, domnule comisar, ați dat câteva cifre și, da, este înspăimântător să vezi că peste 55 % dintre femei sunt hărțuite sau suportă violența în familie sau la serviciu. Problema mea este dacă știm cu adevărat care este cifra, pentru că foarte multe femei suportă violența și au teamă să spună. Au teamă tocmai pentru a nu fi mai departe agresate.

Anul 2017 a fost anul combaterii violenței, avem o îmbunătățire față de anii din urmă. Este foarte important să mergem la cauză. Eu cred că, de fapt, cauza violenței este educația și cred că nu facem suficient de mult, nici unul din statele membre, pentru educație, educația mai ales în mediul rural, acolo unde femeile, cu precădere, suportă violența.

Și apoi mai avem o problemă: în foarte multe state membre nu avem protecția femeilor, a victimelor, nu avem adăposturi, nu sunt măsuri luate împotriva bărbaților care comit acte de violență împotriva femeilor. Deci acestea sunt lucrurile și eu cred că trebuie să mergem cu măsuri concrete pentru rezolvare. Nu este suficientă ratificarea. Avem suficiente directive, legi, regulamente care nu se aplică. Viața femeilor nu este negociabilă și nimeni nu trebuie să mai suporte violență. De aceea, trebuie să fim uniți, toată Europa, pentru a combate violența împotriva femeilor.

 
  
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  Elnök asszony. – Nagyon köszönöm asszonyom. És meg szeretném köszönni a férfiaknak is, nagyon fontos, hogy hozzászólnak ehhez a vitához. Nem mindenkinek van most alkalmunk megadni a szót, ne haragudjanak. És most megadom a szót Tomašić asszonynak. Parancsoljon. I know, Mr Kelly but I have to give it to the ladies also.

 
  
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  Ruža Tomašić (ECR). – Gospođo predsjednice, zaštita žena i ostalih članova obitelji od nasilja svim državama članicama mora biti visoko na listi prioriteta. No, problemi s ratifikacijom Istanbulske konvencije nisu se pojavili zbog nevoljkosti država članica da zaštite žene od nasilja, nego zbog kontroverznih dijelova same Konvencije.

Prvenstveno je problematično to što ona državne institucije koje se bave ljudskim pravima izjednačava s udrugama civilnog društva, a stručnom tijelu GREVIO-u daje prevelike ovlasti u implementaciji. Kad tome dodamo i to da države na sebe preuzimaju obvezu financiranja nevladinih organizacija u onom obujmu koje GREVIO smatra primjerenim, jasno je da gube dio suvereniteta.

Konvencija bi, vjerujem, davno bila ratificirana od svih članica Unije da se fokusirala samo na zaštitu žena od nasilja, bez promoviranja rodne teorije i pokušaja razvlašćivanja nacionalnih država.

S ovog mjesta zato još jednom pozivam hrvatske vlasti da, zbog navedenih razloga, ne ratificiraju Istanbulsku konvenciju.

 
  
  

PRESIDENZA DELL'ON. FABIO MASSIMO CASTALDO
Vicepresidente

 
  
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  Eleonora Forenza (GUE/NGL). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, credo sia importante affrontare la discussione sulla ratifica della convenzione di Istanbul pochi giorni dopo le manifestazioni dell'8 marzo, lo sciopero globale delle donne dal lavoro produttivo e riproduttivo, dai generi, dalle ruolizzazioni.

Credo che questo movimento, il movimento femminista Non Una Di Meno, abbia avuto la capacità di nominare con uno sguardo intersezionale, tenendo insieme la critica al dominio di classe, di razza e di sesso, tutte le forme della violenza maschile patriarcale contro le donne, e abbia saputo nominare, da movimento transfemminista, anche la critica al patriarcato eteronormativo.

Questo Parlamento deve dare delle risposte a questo movimento, e credo che lavorare affinché l'Unione europea e gli Stati membri ratifichino e rispettino la convenzione di Istanbul sarebbe una minima risposta a quello che questo movimento chiede.

 
  
 

(Fine della procedura "catch-the-eye")

 
  
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  Andrus Ansip, Vice-President of the Commission. – Mr President, violence against women cannot be tolerated in our society. It should be fought with every means available. The Istanbul Convention will reinforce measures to prevent this violence and to protect women from it. It will make our society a safer place for women and girls.

We have to do everything in our power to stop violence against women and to support the victims. Ratification of the Convention by the European Union is an important step and a powerful signal for all the victims, showing that the EU takes their situation seriously and is acting to end the violence.

 
  
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  Presidente. – La discussione è chiusa.

Dichiarazioni scritte (articolo 162)

 
  
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  Clara Eugenia Aguilera García (S&D), por escrito. – Una de cada tres mujeres en la Unión Europea es víctima de la violencia de género. Las mujeres están siendo asesinadas por el mero hecho de ser mujeres. No podemos permitir que todavía haya once Estados miembros que no han ratificado el Convenio de Estambul, que es el tratado internacional de mayor alcance para abordar la violencia contra las mujeres como una grave violación de los derechos humanos. Constituye el primer instrumento que hace jurídicamente vinculante la prevención y lucha contra la violencia de género y establece una tolerancia cero hacia la violencia contra las mujeres. Las declaraciones realizadas por algunos Gobiernos y por miembros de esta cámara son totalmente inaceptables porque falsean la realidad y suponen una grave irresponsabilidad. La adhesión de la Unión Europea y de todos sus Estados permitirá desarrollar un marco legislativo europeo común para combatir la violencia contra las mujeres. El pasado 8 de marzo las calles se tiñeron de morado. Millones de mujeres y de hombres se manifestaron para exigir que la sociedad sea más igual, para reivindicar la lucha por la igualdad, pero también para defender la tolerancia cero contra la violencia de género y decir a las víctimas que no están solas.

 
  
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  José Blanco López (S&D), por escrito. – Una de cada tres mujeres en la Unión Europea es víctima de la violencia de género. Las mujeres están siendo asesinadas por el mero hecho de ser mujeres. No podemos permitir que todavía haya once Estados miembros que no han ratificado el Convenio de Estambul, que es el tratado internacional de mayor alcance para abordar la violencia contra las mujeres como una grave violación de los derechos humanos. Constituye el primer instrumento que hace jurídicamente vinculante la prevención y lucha contra la violencia de género y establece una tolerancia cero hacia la violencia contra las mujeres. Las declaraciones realizadas por algunos Gobiernos y por miembros de esta cámara son totalmente inaceptables porque falsean la realidad y suponen una grave irresponsabilidad. La adhesión de la Unión Europea y de todos sus Estados permitirá desarrollar un marco legislativo europeo común para combatir la violencia contra las mujeres. El pasado 8 de marzo las calles se tiñeron de morado. Millones de mujeres y de hombres se manifestaron para exigir que la sociedad sea más igual, para reivindicar la lucha por la igualdad, pero también para defender la tolerancia cero contra la violencia de género y decir a las víctimas que no están solas.

 
  
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  Vilija Blinkevičiūtė (S&D), raštu. – Europos Sąjungai pirmininkaujančios Bulgarijos sprendimas neratifikuoti Stambulo konvencijos, skirtos kovai su smurtu šeimose ir prieš moteris, labai liūdina. Ne tik Bulgarijos, bet ir kitų ES šalių, kurios dar nėra ratifikavusios šios konvencijos, vilkinimas tai padaryti yra labai žalingas ir nepateisinamas. Smurtas prieš moteris yra vienas didžiausių žmogaus teisių pažeidimų, kuris neturi jokių geografinių, ekonominių, kultūrinių ar socialinių ribų. Be to, smurtas šeimose tiesiogiai ir netiesiogiai daro žalą visiems šeimos nariams, ypač vaikams. Apie smurto prieš moteris problemą visi kalba daug, tačiau statistika rodo, kad mums vis dar nepavyksta apsaugoti moterų nuo šių nusikaltimų. Smurto negalime nei remti, nei toleruoti ir turime prisiminti, kad visos programos ir priemonės, skirtos sustabdyti smurtą prieš moteris, pasiteisins tik tada, kai moterys bus užtikrintos, kad prabilus apie smurtą, jomis bus pasirūpinta, suteikta psichologinė ir socialinė pagalba, sveikatos priežiūra, o smurtautojai ir nusikaltėliai bus nubausti. Būtent Stambulo konvencija numato tokias priemones visa tai įgyvendinti, todėl Bulgarija ir kitos likusios valstybės narės privalo ją ratifikuoti.

 
  
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  Biljana Borzan (S&D), napisan. – Trošak nasilja nad ženama na razini EU-a iznosi 1,8 posto BDP-a EU-a ili 228 milijardi godišnje. Ali ne trebaju mi brojke da bih znala da je ljudski život i dostojanstvo najvrjednije!

Na europskoj razini još ne postoji ni strategija, a kamoli zakon kojim se osuđuje takvo nasilje. U EU-u od posljedica nasilja umire sedam žena svaki dan. Ne možemo čekati ni dana!

 
  
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  Eider Gardiazabal Rubial (S&D), por escrito. – Una de cada tres mujeres en la Unión Europea es víctima de la violencia de género. Las mujeres están siendo asesinadas por el mero hecho de ser mujeres. No podemos permitir que todavía haya once Estados miembros que no han ratificado el Convenio de Estambul, que es el tratado internacional de mayor alcance para abordar la violencia contra las mujeres como una grave violación de los derechos humanos. Constituye el primer instrumento que hace jurídicamente vinculante la prevención y lucha contra la violencia de género y establece una tolerancia cero hacia la violencia contra las mujeres. Las declaraciones realizadas por algunos Gobiernos y por miembros de esta cámara son totalmente inaceptables porque falsean la realidad y suponen una grave irresponsabilidad. La adhesión de la Unión Europea y de todos sus Estados permitirá desarrollar un marco legislativo europeo común para combatir la violencia contra las mujeres. El pasado 8 de marzo las calles se tiñeron de morado. Millones de mujeres y de hombres se manifestaron para exigir que la sociedad sea más igual, para reivindicar la lucha por la igualdad, pero también para defender la tolerancia cero contra la violencia de género y decir a las víctimas que no están solas.

 
  
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  Enrique Guerrero Salom (S&D), por escrito. – Una de cada tres mujeres en la Unión Europea es víctima de la violencia de género. Las mujeres están siendo asesinadas por el mero hecho de ser mujeres. No podemos permitir que todavía haya once Estados miembros que no han ratificado el Convenio de Estambul, que es el tratado internacional de mayor alcance para abordar la violencia contra las mujeres como una grave violación de los derechos humanos. Constituye el primer instrumento que hace jurídicamente vinculante la prevención y lucha contra la violencia de género y establece una tolerancia cero hacia la violencia contra las mujeres. Las declaraciones realizadas por algunos Gobiernos y por miembros de esta cámara son totalmente inaceptables porque falsean la realidad y suponen una grave irresponsabilidad. La adhesión de la Unión Europea y de todos sus Estados permitirá desarrollar un marco legislativo europeo común para combatir la violencia contra las mujeres. El pasado 8 de marzo las calles se tiñeron de morado. Millones de mujeres y de hombres se manifestaron para exigir que la sociedad sea más igual, para reivindicar la lucha por la igualdad, pero también para defender la tolerancia cero contra la violencia de género y decir a las víctimas que no están solas.

 
  
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  Sergio Gutiérrez Prieto (S&D), por escrito. – Una de cada tres mujeres en la Unión Europea es víctima de la violencia de género. Las mujeres están siendo asesinadas por el mero hecho de ser mujeres. No podemos permitir que todavía haya once Estados miembros que no han ratificado el Convenio de Estambul, que es el tratado internacional de mayor alcance para abordar la violencia contra las mujeres como una grave violación de los derechos humanos. Constituye el primer instrumento que hace jurídicamente vinculante la prevención y lucha contra la violencia de género y establece una tolerancia cero hacia la violencia contra las mujeres. Las declaraciones realizadas por algunos Gobiernos y por miembros de esta cámara son totalmente inaceptables porque falsean la realidad y suponen una grave irresponsabilidad. La adhesión de la Unión Europea y de todos sus Estados permitirá desarrollar un marco legislativo europeo común para combatir la violencia contra las mujeres. El pasado 8 de marzo las calles se tiñeron de morado. Millones de mujeres y de hombres se manifestaron para exigir que la sociedad sea más igual, para reivindicar la lucha por la igualdad, pero también para defender la tolerancia cero contra la violencia de género y decir a las víctimas que no están solas.

 
  
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  Agnieszka Kozłowska-Rajewicz (PPE), na piśmie. – W nawiązaniu do debaty, jaka odbyła się w dniu 12 marca 2018 r. w związku z oświadczeniem Komisji Europejskiej na temat ratyfikacji Konwencji Stambulskiej, w którym Polska była wymieniana wśród krajów sprzeciwiających się Konwencji w związku z „promowaniem ideologii gender”, chciałabym wyjaśnić, co następuje: Polska faktycznie odbyła bardzo gorącą debatę na temat Konwencji i - jak w wielu innych krajach - wątek „ideologii gender” był w niej obecny. Jednak inicjatorem podpisania i ratyfikacji Konwencji był polski rząd, wspierany przez Sejm RP i społeczeństwo obywatelskie, zaangażowane w działania antyprzemocowe, zaś głównym przeciwnikiem - hierarchiczny Kościół Katolicki, który wydawał oficjalne oświadczenia na temat „ideologii gender”, a także posłowie z prawej strony sceny politycznej. Ponieważ, jak pokazała debata, większość sejmowa i większość obywateli była za Konwencją, w 2012 roku Polska podpisała Konwencję, a dwa lata później, latem 2015, ratyfikowała ją, jako 13 z kolei państwo UE. Dlatego nie można naszego kraju wymieniać w jednej linii z Bułgarią lub Słowacją, gdzie to na poziomie rządu i parlamentu, oficjalnych reprezentantów państwa, podjęto decyzje o zawieszeniu prac nad ratyfikacją. Jednocześnie wyrażam uznanie dla wszystkich państw, które ratyfikowały ten dokument, uznany w 2013 r przez ONZ za „złoty standard polityki antyprzemocowej”, i wdrożyły jego przepisy do prawa krajowego.

 
  
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  Juan Fernando López Aguilar (S&D), por escrito. – Una de cada tres mujeres en la Unión Europea es víctima de la violencia de género. Las mujeres están siendo asesinadas por el mero hecho de ser mujeres. No podemos permitir que todavía haya once Estados miembros que no han ratificado el Convenio de Estambul, que es el tratado internacional de mayor alcance para abordar la violencia contra las mujeres como una grave violación de los derechos humanos. Constituye el primer instrumento que hace jurídicamente vinculante la prevención y lucha contra la violencia de género y establece una tolerancia cero hacia la violencia contra las mujeres. Las declaraciones realizadas por algunos Gobiernos y por miembros de esta cámara son totalmente inaceptables porque falsean la realidad y suponen una grave irresponsabilidad. La adhesión de la Unión Europea y de todos sus Estados permitirá desarrollar un marco legislativo europeo común para combatir la violencia contra las mujeres. El pasado 8 de marzo las calles se tiñeron de morado. Millones de mujeres y de hombres se manifestaron para exigir que la sociedad sea más igual, para reivindicar la lucha por la igualdad, pero también para defender la tolerancia cero contra la violencia de género y decir a las víctimas que no están solas.

 
  
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  Louis-Joseph Manscour (S&D), par écrit. – Tous les États membres de l’Union européenne ont signé la Convention d’Istanbul, mais onze doivent encore la ratifier. Le 22 février 2018, le Premier ministre slovaque, Robert Fico, déclare refuser de ratifier la Convention d’Istanbul car il considère qu’elle est contraire à la définition du mariage indiquée dans la Constitution slovaque (une union entre un homme et une femme). Le 7 mars 2018, la Bulgarie, à la tête du Conseil de l’Union européenne, décide d’emboiter le pas de son voisin slovaque. Cette opposition est d’autant plus inquiétante que les négociations pour la ratification par l’Union européenne sont en cours depuis plusieurs mois déjà. Or, la Convention d’Istanbul est le premier traité international juridiquement contraignant et le meilleur outil pour prévenir les violences, protéger les victimes et poursuivre en justice les responsables. L’impunité n’est plus tolérable, et tout blocage ou toute marche en arrière est inacceptable. Pour permettre la mise en place d’un cadre cohérent de lutte contre les violences faites aux femmes partout en Europe, tous les États membres et l’Union doivent ratifier cette Convention au plus vite.

 
  
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  Marijana Petir (PPE), napisan. – Pravo je država članica da samostalno, poštujući mišljenje vlastitih građana, prihvate ili odbiju ratifikaciju bilo koje međunarodne konvencije, pa tako i Istanbulske konvencije. Tvrditi kako je borba protiv nasilja nad ženama moguća samo i isključivo ratifikacijom Istanbulske konvencije je netočna i neutemeljena.

Hrvatska je već ugradila u svoje zakonodavstvo svih 48 mjera i mehanizama borbe protiv nasilja nad ženama predviđene Konvencijom. Stoga nema potrebe da se ona ratificira i na taj način omogući uvođenje i onih odredbi koje se ni na koji način ne odnose na borbu protiv nasilja nad ženama, nego izravno krše načelo supsidijarnosti i temeljna ljudska prava zagarantirana postojećim, pravno važećim nacionalnim i međunarodnim odredbama.

Iz tog razloga potrebno je odbiti implementaciju ideologije koja se nameće kroz nejasnu i ideološki obojanu definiciju „roda”. Rod kao pravni pojam ne postoji te se radi o neznanstvenom konceptu, stoga je krivo i neutemeljeno uvjetovati države članice na uvođenje takvog pojma jer on ne donosi ništa osim klime pravne nesigurnosti.

 
  
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  Michaela Šojdrová (PPE), písemně. – Hlásím se k prevenci a potírání násilí na ženách a vím, že jsou země, které mají potíž s ochranou důstojnosti života ženy, kde je na ženách pácháno násilí spojené navíc s historickými a kulturními tradicemi. Právě pro tyto země považuji Istanbulskou úmluvu za velmi důležitý nástroj pro prevenci a potírání násilí. Nesouhlasím však s tím, aby se tato úmluva stala klackem na ty země, které se rozhodly bojovat proti násilí jinou cestou. Např. Česká republika sice dosud neratifikovala Istanbulskou úmluvu, ale již 12 let má fungující zákon proti domácímu násilí. Dokonce jej inicioval můj bývalý stranický kolega, místopředseda Poslanecké sněmovny, Jan Kasal, ve spolupráci s Bílým kruhem bezpečí. Náš právní řád obsahuje trestné činy tak, jak je vyjmenovává právě Istanbulská úmluva. Prevence, odhalování a pomoc obětem násilí, to vše je součástí činnosti vládních i nevládních organizací. Důležitější než ratifikace Úmluvy je podle mne prosazení nulové tolerance násilí v praxi. Mělo by nám jít především o podstatu, a ne formální splnění povinnosti ratifikace. Vždyť každá členská země EU se zavázala k plnění Charty základních práv EU, která zavazuje členské státy hájit lidskou důstojnost a bezpečnost všech občanů.

 
  
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  Ivan Štefanec (PPE), písomne – Akékoľvek násilie je potrebné odsúdiť a tvrdo trestať. Na to však nie je potrebné prijímať kontroverzné medzinárodné dohody, ktoré vykazujú prvky zasahovania do vnútorných záležitostí členských štátov. Otázky rodovej rovnosti v takomto dokumente nemajú čo hľadať a každá krajina si ich musí vyriešiť sama.

 
  
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  Elena Valenciano (S&D), por escrito. – Una de cada tres mujeres en la Unión Europea es víctima de la violencia de género. Las mujeres están siendo asesinadas por el mero hecho de ser mujeres. No podemos permitir que todavía haya once Estados miembros que no han ratificado el Convenio de Estambul, que es el tratado internacional de mayor alcance para abordar la violencia contra las mujeres como una grave violación de los derechos humanos. Constituye el primer instrumento que hace jurídicamente vinculante la prevención y lucha contra la violencia de género y establece una tolerancia cero hacia la violencia contra las mujeres. Las declaraciones realizadas por algunos Gobiernos y por miembros de esta cámara son totalmente inaceptables porque falsean la realidad y suponen una grave irresponsabilidad. La adhesión de la Unión Europea y de todos sus Estados permitirá desarrollar un marco legislativo europeo común para combatir la violencia contra las mujeres. El pasado 8 de marzo las calles se tiñeron de morado. Millones de mujeres y de hombres se manifestaron para exigir que la sociedad sea más igual, para reivindicar la lucha por la igualdad, pero también para defender la tolerancia cero contra la violencia de género y decir a las víctimas que no están solas.

 
  
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  Kristina Winberg (EFDD), skriftlig. – Istanbulkonventionen har som mål och syfte att skydda kvinnor mot alla former av våld och att förebygga, lagföra och avskaffa våld mot kvinnor och våld i hemmet, så säger konventionens syfte i artikel 1.

EU anslöt sig till Istanbulkonventionen i maj 2017 och Sverige i november 2014. Trots detta har andelen utsatta kvinnor som anmält sexuella våldsbrott i Sverige, enligt Brå ökat från 1,8 % 2014 till 4,1 % 2016, och det ser ut att fortsätta att öka. Enligt uppgifter har var tredje kvinna utsatts för fysiskt, psykiskt och/eller sexuellt våld. Var tjugonde kvinna har blivit våldtagen. 55 % av kvinnorna uppger att de blivit utsatta för sexuella trakasserier. Hedersrelaterat våld ökar också, trots att många politiker länge har försökt förneka att denna typ av våld existerar. Kvinnor i Sverige och runtom i Europa klär sig idag i allt större uträckning i slöja och burka, medan kvinnor i Iran kastar sina slöjor i protest mot förtrycket, med risk för sina liv. Modiga kvinnor, men vart är Europa på väg och vad gör EU? Alla former av våld, förtryck mot kvinnor är en brutal form av diskriminering och ett brott mot de mänskliga rättigheterna, och det måste tas på allvar, nu.

 
  
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  Tadeusz Zwiefka (PPE), na piśmie. – Nie oszukujmy się i nie zasłaniajmy jakimiś ideologicznymi frazesami. Przemoc wobec kobiet jest faktem i nie mówię tu o statystkach, bo zgadzam się, że nie są one miarodajne. Dlaczego? Bo wiele kobiet nie zgłasza tych przestępstw, szczególnie gdy mają one miejsce w domu lub w rodzinie. To tylko oznacza, że przestępstw wobec kobiet jest więcej, niż wskazują na to oficjalne dane. Konwencja stambulska, która ma na celu przeciwdziałanie przemocy oraz niesienie pomocy kobietom ofiarom przestępstw, została przez niektóre środowiska zinterpretowana przez pryzmat niezrozumiałych obaw, które nie mają odniesienia w tekście. Wiele kłamstw zostało już zakorzenionych w świadomości naszych obywateli. Konwencja nie narzuca uznawania małżeństw jednopłciowych krajom, nie narzuca nawet obowiązku edukacji seksualnej. Popieram stanowisko Komisji Europejskiej i wielu moich koleżanek, które żarliwie opowiadają się za jak najszybszą ratyfikacja przez państwa członkowskie Konwencji stambulskiej. Chciałbym jednak podkreślić, ze ratyfikacja to tylko początek, najważniejsze jest późniejsze wdrożenie założeń konwencji, by w rzeczywisty i skuteczny sposób przeciwdziałać przemocy wobec kobiet i dziewcząt i by w praktyce pomagać ofiarom przestępstw. Jak pokazuje przykład Polski – ratyfikowanie i podpisanie konwencji nie przeszkadza obecnemu rządowi odbierać dofinansowanie publiczne placówkom niosącym pomoc prawną i gwarantującym opiekę kobietom, które znajdują się w dramatycznych życiowych sytuacjach.

 

17. Servizi di consegna transfrontaliera dei pacchi (discussione)
Video degli interventi
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  Presidente. – L'ordine del giorno reca la relazione di Lucy Anderson, a nome della commissione per i trasporti e il turismo, sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo ai servizi di consegna transfrontaliera dei pacchi (COM(2016)0285 - C8-0195/2016 - 2016/0149(COD)) (A8-0315/2017).

 
  
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  Lucy Anderson, rapporteur. – Mr President, I am delighted to have the chance to present to Parliament this new regulation on cross-border parcels. The regulation started out as a proposal in 2016 as part of the European Commission’s Digital Single Market Strategy, with the objective of helping to boost cross-border e—commerce by improving parcel delivery. Thanks to the hard work of many MEP colleagues and staff, the Commission and the Estonian Presidency, we have a provisionally agreed text today. I urge everyone to support this text in the form of the new cross-border parcels regulation in tomorrow’s vote.

The initial aims of the regulation were to help secure a more efficient parcel sector, increase transparency of tariffs, and assess prices where necessary. Together, I believe we have secured these aims and also added a stronger focus on consumer needs and the interests of small- and medium-sized enterprises when ordering goods from other EU countries. As emphasised in recital 2 of this regulation, Article 14 of the Treaty on the Functioning of the European Union highlights the place occupied by services of general economic interest, such as postal and parcel services, in the shared values of the Union, as well as their role in promoting social and territorial cohesion.

The main elements of the regulation are as follows: we have agreed to expand the scope of key provisions to a certain extent where necessary to all cross-border parcel delivery service providers, not just those designated as providing a universal service. This is right, especially since universal service providers do not always have a large share of the cross-border parcels market. The regulation also covers multinationals and newer players in the parcel sector, including those with alternative business models.

On the provision of information to national regulators, Article 4 applies not only to cross—order parcel operators, but to all parcel delivery companies, other than those with fewer than 50 persons working for them. Regulators can also, where justified, include smaller companies with between 25 and 49 workers. As part of this duty, parcel companies will give information each year on the employment status of workers delivering parcels, along with details of the sub-contractors they use. This, in my view, will help to expose the activities of some businesses who do not give their parcel workforce proper terms and conditions of employment, and instead require them to operate on a self-employed or precarious basis. It is encouraging that this aspect of the regulation has been particularly welcomed by trade unions.

Rules on cross-border parcel tariffs in Articles 5 and 6 empower and enable national authorities more specifically to monitor delivery prices and assess cross-border prices that they deem unreasonably high. Whilst the regulation does not impose a cap on prices, it will allow users more easily to compare domestic and cross-border tariffs. Parcel companies will have to disclose prices ,and these will be published by the Commission on a dedicated website.

Where parcel delivery is subject to universal service obligations, authorities will have a clearer power to investigate further, where necessary, taking into account the likely impact of prices, including on anyone who is disabled or who has reduced mobility, and smaller companies and citizens in remote areas.

The factors that authorities shall take into account in any assessment also include any relevant costs, quality of service standards and volumes, as well as tariffs of comparable parcel delivery services providers. The existence of price regulation and abuses of dominant market position may also be taken into account, if necessary. These provisions have been drafted, as has the regulation as a whole – and I emphasise this point with care – to make sure that the principles of the Postal Services Directive are not undermined or contradicted.

In line with the 2011 Consumer Rights Directive, Article 7 of this regulation emphasises that consumers are to be provided with proper information on delivery options and charges payable and complaints-handling policies, where applicable. Given the concrete evidence on problems with parcel deliveries in quite a few cases, I would have preferred this provision to be stronger, but it is still a good start. There is indeed plenty of evidence on problems with parcel deliveries.

Finally, I am pleased that the Commission is working with the support of Parliament on a comprehensive study on parcel delivery, and the regulation underlines that standardisation work should include environmental considerations and require a first review two years after entry into force, including on affordability, consumer protection and standards issues.

 
  
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  Biljana Borzan, izvjestiteljica za mišljenje Odbora IMCO. – Gospodine predsjedniče, svaki dan u Europskoj uniji dostavi se oko 11 milijuna paketa. Cijene dostave su netransparentne, a neki poštanski operateri i grupe potrošača u izrazito nepovoljnoj poziciji.

Ovom Uredbom se uvodi red na jedno vrlo nelogično tržište prema kojem je, primjerice, dostava u jednom smjeru bila tri puta skuplja od dostave za istu udaljenost u drugom smjeru.

Ova Uredba rezultirat će i rastom e-trgovine. Dostava je potrošačima najvažniji faktor pri online kupnji. Čak 70 % građana Europske unije žali se da im je dostava preskupa, a 50 % njih ne zna što treba učiniti u slučaju problema. Zato sam posebno zadovoljna što je usvojena obveza da potrošaču pri kupnji trgovac mora navesti sve oblike dostave koji su mu na raspolaganju, s usporedbom cijena. Isto tako, prije kupnje mora se informirati potrošača što učiniti u slučaju problema.

Želim zahvaliti svojim izvjestiteljima u sjeni u Odboru za unutrašnje tržište i zaštitu potrošača te kolegici Lucy Anderson na odlično obavljenom poslu.

 
  
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  Andrus Ansip, Vice-President of the Commission. – Mr President, I would first like to thank the rapporteur, Ms Anderson, the shadow rapporteurs and the Chair of the Committee on Transport and Tourism (TRAN). Thanks to your hard work, we were able to reach an agreement on this regulation on cross-border parcel delivery services last December. It is an important step for eCommerce and the Digital Single Markets.

Today’s rules do not support cross-border eCommerce. 68% of internet users in the European Union shopped online last year, but only 33% of these e—shoppers bought goods or services from sellers based in another EU country. 17% of SMEs in the European Union sold online in 2016, but only 7.5% of SMEs did so across borders.

High delivery prices are one of the reasons why the potential of cross-border eCommerce still remains untapped in the European Union. They are a major concern for consumers and companies, especially SMEs. Delivery prices vary a lot across Europe, often without justification. On average, someone who sends a two-kilogram parcel to another EU country pays three to five times more than the domestic price. In some cases, it is much higher – up to 22 times as high. With this new regulation, we are addressing these issues through more price transparency and a stronger role for regulators.

A month ago, I was here for the debates on the regulation against unjustified geo-blocking. Today, I am pleased that we can fill in another new and important piece of the puzzle, building on other recent agreements to simplify VAT rules for eCommerce and to strengthen consumer protection. Step by step, we are creating a Digital Single Market. Thank you for your support.

 
  
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  Markus Ferber, im Namen der PPE-Fraktion. – Herr Präsident, Herr Kommissar, liebe Kolleginnen, liebe Kollegen! Zu einem vollständig integrierten europäischen Binnenmarkt für Verbraucher gehört es auch, dass Produkte, die grenzüberschreitend gekauft werden, auch zum Kunden kommen, und zwar sicher und möglichst kostengünstig. Leider sind wir in Europa von diesem Punkt noch ein ganzes Stück entfernt. Um nur mal ein Beispiel zu nennen: Wie kann es sein, dass ein Päckchen von Brüssel nach Aachen ungefähr viermal so teuer ist wie ein Paket von München nach Berlin, obwohl das viermal weiter ist? Dabei wird schon ganz schnell offensichtlich, worum es geht. Mit nationalen Lohnstrukturen oder Transportkosten hat das jedenfalls nichts zu tun. Wir haben schon den Eindruck, dass es sich einige Anbieter zunutze machen, dass Menschen kein Gefühl dafür haben, was ein grenzüberschreitendes Paket überhaupt kosten kann. Deswegen ist es das zentrale Ziel dieser Verordnung, Preistransparenz zu schaffen, insbesondere für den Verbraucher, aber auch für kleinere und mittlere Unternehmen, die besonders unter überzogenen Preisen leiden, aber die gerade die Möglichkeiten des Binnenmarkts im Internethandel auch nutzen wollen.

Wir als EVP-Fraktion werden dieser Einigung zustimmen. Ich bedanke mich bei der Berichterstatterin. Es hat ein bisschen gedauert, bis wir uns aufeinander zubewegen konnten, aber dann haben wir eine gute Lösung gefunden, die am Ende auch den Rat weitestgehend überzeugt hat. Ich bin mir sicher, dass wir über kurz oder lang durch diese Regelung auch sinkende Verbraucherpreise bekommen werden, und das war alle Mühen wert.

 
  
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  Ismail Ertug, im Namen der S&D-Fraktion. – Herr Präsident, verehrte Kommission, Kolleginnen und Kollegen! Zunächst geht mein Dank an die Berichterstatterin Lucy Anderson und an die Schattenberichterstatter für die hervorragende Arbeit, was letztendlich zu einem guten, tragfähigen Kompromiss geführt hat. Denn es ist klar, dass der Online-Handel in den letzten Jahren deutlich zugelegt hat. Wir sehen, dass er bereits drei Prozent des BIP ausmacht, des Bruttoinlandsprodukts, und insbesondere im grenzüberschreitenden Bereich nimmt er deutlich zu. Ich glaube, der Kompromiss kann sich auch deshalb sehen lassen, weil wir einige Verbesserungen für die Kundinnen und Kunden heraushandeln konnten, zum Beispiel was die Preistransparenz anbelangt, vor allem aber auch was den Verbraucherschutz anbelangt. Versandhändler zum Beispiel müssen zukünftig eindeutig über die Preise für den Versand und für den Rückversand bei internationalen Paketsendungen informieren, was zum Beispiel die Marktaufsicht anbelangt, und die nationalen Regulierungsbehörden müssen die Paketzustellung im Rahmen der Universaldienstverpflichtungen dann letztendlich auch auf hohe Tarife hin prüfen. Rundherum ist das eine gute Lösung. Danke nochmal an alle, die mitgewirkt haben.

 
  
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  Pavel Telička, on behalf of the ALDE Group. – Mr President, the e-commerce of the 21st century is a beautiful combination of the free movement of goods and the freedom to provide services. This creates enormous opportunities, and it is important that it does so throughout the European Union. We wanted to make sure that these opportunities are not just for large companies, large operators and large—scale platforms, but also for small retailers and small craft shops that can then rely on reliable and affordable services.

So we have taken an important step in this direction, even though – if it were up to me – we would have gone even further. I am glad that the proposals that I made in terms of the scope – and that is single piece parcel services’ tariffs – has been taken on board, because that will in fact enable us to compare like with like. Every single operator, regardless of size, will have to make his or her tariffs public, and they can then be independently reviewed, if need be, by national regulators.

If anyone expected that parcels would be cheaper tomorrow, this is bad news, but we have made significant progress towards greater transparency, more competition and more clarity for consumers in the future. We have fallen short – and I am happy to say so – of price regulation, which was also in the air. I would like to thank the rapporteur, my colleagues and the shadow rapporteurs. I think that we should clearly vote ‘yes’ in favour in the coming hours.

 
  
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  Marie-Christine Arnautu, au nom du groupe ENF. – Monsieur le Président, les députés du Front national voteront contre ce rapport sur la livraison de colis entre États membres pour une raison sociale. Diminuer à tout prix le coût des livraisons se fera au détriment des conditions de travail des salariés, déjà largement victimes du travail dissimulé, du recours abusif aux prestataires de services et du travail détaché.

Contre aussi pour préserver l’équilibre financier des structures chargées du service public, qui n’est possible que grâce à la livraison concomitante de colis. Réduire les marges et accentuer la concurrence lui nuiront nécessairement. Les vœux pieux concernant le service universel serviront, bien sûr, de prétexte à la prétendue gauche ralliée au libéralisme économique généralisé pour voter favorablement.

Contre enfin puisque sur le plan écologique, l’intensification des liaisons aggravera les émissions polluantes, alors même que, dans le secteur des transports, cet argument nous est rebattu jusqu’à la nausée pour favoriser de nouvelles taxes. Encourager les circuits courts constituerait une réelle solution écologique et sociale, solution jamais abordée car contraire aux intérêts financiers des multinationales et aux dogmes du marché unique.

 
  
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  Λάμπρος Φουντούλης (NI). – Κύριε Πρόεδρε, αδιαμφισβήτητο γεγονός είναι πως οι τιμές διασυνοριακής αποστολής δεμάτων είναι σχετικά υψηλές. Η περίφημη απελευθέρωση των ταχυδρομικών υπηρεσιών δεν οδήγησε σε χαμηλότερες τιμές για τους πολίτες ή για τις μικρές και μεσαίες επιχειρήσεις. Για συγκεκριμένα προϊόντα οι πωλήσεις μέσω Διαδικτύου είναι απαγορευτικές λόγω των υψηλών τιμών των ταχυδρομικών τελών. Δυστυχώς όμως δύσκολα μπορεί να αντιμετωπιστεί το πρόβλημα αυτό. Θα πρέπει να επιστρέψουμε στο μοντέλο λειτουργίας των εθνικών Ταχυδρομείων και την αντιμετώπισή τους ουσιαστικά σαν υποδομών του κράτους. Ναι στην ιδιωτική πρωτοβουλία, αλλά χωρίς την υπονόμευση και υποβάθμιση του δημόσιου χαρακτήρα των Ταχυδρομείων υπέρ των γιγαντιαίων πολυεθνικών.

Θεωρώ απαράδεκτη την επιδότηση ιδιωτικών εταιρειών με χρήματα των φορολογούμενων πολιτών, με σκοπό να προσφέρουν υπηρεσίες τις οποίες παρείχε μέχρι προ ολίγων ετών το δημόσιο ταχυδρομείο προς όλους τους κατοίκους της χώρας, όπου και αν βρίσκονται, σε σταθερή βάση, προσιτή τιμή και καθορισμένη ποιότητα. Πρέπει να εξασφαλίζονται τα παρακάτω κριτήρια, τα οποία είναι σημαντικά στον τομέα των ταχυδρομικών υπηρεσιών: να είναι προσιτά σε όλους, να πληρούν τους κανόνες του υγιούς ανταγωνισμού, να είναι ανάλογα του κόστους παροχής των υπηρεσιών και, τέλος, να πληρούν τους κανόνες της διαφάνειας και της δημοσιότητας. Επιπλέον, οι ιδιωτικές ταχυδρομικές εταιρείες έχουν συχνά δώσει αρνητικότατα δείγματα γραφής, με καταπατήσεις των ασφαλιστικών και εργασιακών δικαιωμάτων.

Τέλος, όσον αφορά τις αποστολές δεμάτων εντός των κρατών, ήδη υπάρχουν εποπτικές αρχές και δεν χρειάζεται τίποτα παραπάνω από συντονισμό μεταξύ τους, ώστε να ρυθμίσουν και τις διασυνοριακές αποστολές.

 
  
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  Henna Virkkunen (PPE). – Arvoisa puhemies, tämä rajat ylittäviä pakettipalveluita koskeva asetus on todellakin tervetullut askel kohti tehokkaampia sisämarkkinoita ja hyvää jatkoa viimeksi hyväksytylle maarajoitusten eli geoblokkauksen kieltämiselle.

On selvää, että korkeat toimitusmaksut ovat yksi suurimmista esteistä ostosten tekemiselle verkossa toisista jäsenmaista, koska paketin lähettäminen EU-maiden välillä saattaa maksaa jopa viisi kertaa enemmän kuin maan sisäiset lähetykset. Näin ollen tällä muutoksella pystymme nyt toivon mukaan vauhdittamaan verkkokauppaa ja lisäämään läpinäkyvyyttä ja tehokkuutta EU:n sisämarkkinoilla.

Mutta samaan aikaan kun laitamme sisämarkkinoita kuntoon tässä mielessä, haluaisin nostaa esiin yhden suuren epäkohdan ja se on kiinalaisten verkkokauppojen jyllääminen Euroopan markkinoilla. Tiedän, että komissaari Ansip tuntee erittäin hyvin tämän kysymyksen ja että tässä tärkeä tekijä on ennen kaikkea kiinalaisen postin kehitysmaatariffi. Se vääristää nyt aika tavalla kilpailua verkkokaupan markkinoilla Euroopassa. Onko komissiossa suunnitteilla mitään, mitä tämän asian eteen voisi tehdä nopeasti?

 
  
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  Olga Sehnalová (S&D). – Pane předsedající, pokud chce dnes někdo poslat balík do jiného členského státu, může být nemile překvapen, ať již tím, kolik za takovou službu zaplatí, nebo způsobem doručení své zásilky. Informace o cenách a podmínkách doručování jsou bohužel často nejasné a neúplné.

Vyjednavači Evropského parlamentu v čele se sociálně-demokratickou zpravodajkou Lucy Andersonovou během trialogu s Radou dosáhli zlepšení, například pokud jde o transparentnost sazeb pro spotřebitele i podniky či pravomoci regulačních orgánů k posouzení nepřiměřenosti cen. Za úspěch považuji i to, že se nová pravidla budou vztahovat na všechny hlavní hráče v odvětví doručování balíků, včetně nakupování na internetu. Je ovšem důležité mít před sebou i pracovní podmínky lidí, kteří v tomto odvětí pracují. Cenová konkurence nemůže být na jejich úkor.

 
  
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  Georg Mayer (ENF). – Herr Präsident! Die Paketzustellung, das ist etwas, mit dem wir heute viel mehr als noch etwa vor 15 oder 20 Jahren in unserem täglichen Leben beschäftigt sind. Die Paketzustellung ist aber auch im höchsten Maße vom Wettbewerb und von einer Schnelllebigkeit geprägt, die das Internet uns heute natürlich auch aufzwingt. Es werden in Europa insgesamt vier Milliarden Pakete im Jahr verschickt. Das heißt, irgendjemand bestellt sie und irgendjemand liefert sie auch an jemanden. Wie dieser Prozess geschieht und vor allem wie sich die Preise bilden, das bleibt sehr oft im Dunkeln, und das ist vor allem auch für den Konsumenten in Europa sehr schwer zu durchschauen. Insofern stehe ich dieser Initiative auch positiv gegenüber, mit der man hier Transparenz für den Konsumenten schafft.

Auf der anderen Seite lässt sich natürlich auch trefflich darüber streiten, wie sehr man in diesen Markt eingreifen soll, denn eine Marktregulierung bedeutet auch immer, dass ich natürlich den Markt in einer gewissen Art und Weise in eine Richtung bewege. Es ist also schon auch ein massiver Eingriff in die unternehmerische Freiheit und ein erheblicher Bürokratieaufwand, bezüglich dessen noch zu bewerten bleibt, ob er sich auch wirklich lohnt.

 
  
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  Antonio López-Istúriz White (PPE). – Señor presidente, quiero sobre todo darle la enhorabuena a Lucy Anderson, porque siempre que hace un informe lo hace muy bien y ha sido un placer, como siempre, trabajar con ella.

Desde el Grupo del Partido Popular Europeo hemos querido defender, como siempre lo hemos hecho en todos los informes, a las pequeñas y medianas empresas y a los consumidores. Los consumidores tendrán precios más transparentes, podrán comprar a los proveedores y elegir los servicios estando mejor informados.

Además, este Reglamento no solo se aplica a los operadores tradicionales —los correos postales—. Hemos querido asegurar que las empresas emergentes, es decir, las nuevas plataformas de comercio electrónico, tuvieran que informar de sus tarifas. Hemos defendido que, a día de hoy, dado que los bienes adquiridos en línea llegan a los consumidores a través de numerosos agentes, hay que incluirlos a todos a la hora de dar información.

No obstante, para evitar que los pequeños operadores locales se vean desbordados de carga administra, se han excluido aquellas empresas que tengan menos de 50 trabajadores. Solo espero que eso no conlleve que los nuevos modelos de negocio con fuerte irrupción en el mercado, como Amazon, queden exentos de facilitar información.

 
  
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  Nicola Caputo (S&D). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, con l'accordo raggiunto in trilogo, le imprese di trasporto dovranno finalmente fornire alle rispettive autorità di regolamentazione una serie di dati per consentire valutazioni oggettive e individuare carenze di mercato. Allo stato, purtroppo, le autorità di regolamentazione di molti paesi non hanno accesso a tali dati, il che ostacola il monitoraggio della concorrenza nei mercati per la consegna dei pacchi.

A seguito di questo accordo, i servizi di consegna transfrontaliera dei pacchi nell'Unione europea saranno più trasparenti e meglio controllati. Una maggiore trasparenza dei prezzi e una sorveglianza più efficace contribuiranno ad aumentare l'efficienza del mercato e a determinare una riduzione delle tariffe, che fino ad oggi non sempre erano pienamente giustificate. La maggiore trasparenza favorirà sicuramente prezzi più bassi per i cittadini, in particolare coloro che vivono nelle zone rurali, e potrà consentire possibilità di sviluppo alle piccole e medie imprese che, come è noto, dispongono di potere negoziale limitato.

Questo regolamento mette ordine in un settore importante ed è fondamentale per lo sviluppo dell'e-commerce. Importante è infine la previsione di criteri di accessibilità economica nel quadro dell'obbligo di servizio universale.

 
  
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  Seán Kelly (PPE). – Mr President, four billion parcels that are ordered online across the EU each year, and this has the potential to grow much more. 44% of EU consumers buy online, but only 15% order online in another country. Why? Because of concerns about delivery, including the high delivery tariffs. A fully functional digital single market could bring the range of around EUR 415 billion to European economy.

This regulation is very important, because it brings efficiency to the sector, transparency of tariffs and terminal rates, and affordable prices. It will make markets work more effectively by making regulatory oversight of the parcels market more effective and consistent. Delivery operators will have to provide national regulatory authorities with appropriate data and transport of tariffs. This will all help consumer confidence, which will help the market to grow. That will help everybody, and we will complete the digital single market.

 
  
 

Procedura "catch-the-eye"

 
  
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  Νότης Μαριάς (ECR). – Κύριε Πρόεδρε, νομίζω ότι ο κανονισμός αντιμετωπίζει ορισμένα από τα ζητήματα τα οποία υπάρχουν, διότι η διασυνοριακή παράδοση των εμπορευμάτων πάσχει επειδή είναι πανάκριβη, και είναι πανάκριβη διότι έχουμε μία κατάχρηση της δεσπόζουσας θέσης των ιδιωτικών μονοπωλιακών επιχειρήσεων, οι οποίες στην ουσία έχουν καταλάβει το χώρο. Μετά την απελευθέρωση στον τομέα των ταχυδρομικών υπηρεσιών, αυτό που είδαμε ήταν να αναπτύσσονται πολλές ιδιωτικές επιχειρήσεις και, ενώ ο τομέας αυτός είναι μια καθολική υπηρεσία, επί της ουσίας οι ιδιωτικές αυτές επιχειρήσεις επιβάλλουν αυξημένες τιμές, με αποτέλεσμα να έχουμε μία δυσμενή μεταχείριση και των καταναλωτών και των μικρομεσαίων επιχειρήσεων.

Επειδή λοιπόν πρόκειται για καθολική υπηρεσία, είναι προφανές ότι οι αρμόδιες ρυθμιστικές αρχές πρέπει να παρέμβουν, για να μπορέσουμε να έχουμε χαμηλές τιμές στη διασυνοριακή παράδοση των εμπορευμάτων.

 
  
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  João Pimenta Lopes (GUE/NGL). – Senhor Presidente, esta discussão enquadra-se nas políticas de assalto ao serviço postal universal como serviço público, que a União Europeia, há décadas, promove. Valoriza-se a privatização e a fragmentação do serviço e elimina-se qualquer referência a serviço público. Legitima-se a desregulação e a precariedade laboral, criam-se as condições para facilitar fenómenos de concentração de serviços, por um lado, e a degradação e o aumento do custo do serviço ao utente.

As consequências das vossas políticas estão, aliás, bem patentes no processo de degradação do serviço postal universal em Portugal, bem expressa pela realidade dos CTT e evidenciada nos últimos meses.

A empresa privatizada distribui lucros milionários, desvirtua o objeto principal da sua atividade, promove o encerramento de balcões – mais de vinte –, tendo anunciado o despedimento de oitocentos trabalhadores. Encareceu o serviço, degradou a resposta, nomeadamente nas localidades de menor dimensão ou mais isoladas.

Aproveitamos, por isso, para saudar a luta dos trabalhadores dos CTT na defesa da empresa e da revogação da sua privatização, retomando o serviço postal público e universal de qualidade que sempre prestaram.

 
  
 

(Fine della procedura "catch-the-eye")

 
  
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  Andrus Ansip, Vice-President of the Commission. – Mr President, I would again like to thank Parliament for its work on this regulation, which is part of our efforts to improve cross-border parcel delivery in the European Union. The Commission is following closely and welcomes steps to improve interoperability between national networks, as well as the development of technical standards by the European Committee for Standardisation.

We are also monitoring progress on the commitments made by European universal service providers to introduce new services, such as cross-border track-and-trace and common labels.

Terminal rates are negotiated in the Universal Postal Union, where the European Union is an observer. New rules apply from the beginning of this year and are already lower for China. We are aware of the issue, but it must be agreed among 192 members.

It is essential that we support all these developments by removing obstacles and aligning rules across Europe. This is the aim of the Digital Single Market strategy where we plan to conclude all pending legislative initiatives by the end of this year.

 
  
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  Lucy Anderson, rapporteur. – Mr President, I listened with great interest to all the contributions to that debate. You could tell, particularly from the contributions from colleagues from the Committee on the Internal Market and Consumer Protection and the Committee on Transport and Tourism, that it was very much a team effort. Thank you very much to everyone for their kind comments.

It is absolutely right – and the Commissioner put this well – that this is an important step for eCommerce and for the digital single market. I absolutely agree with that and also that this regulation will go some way towards dealing with the issues around pricing. It also fits in very well with the geo-blocking regulation. In terms of price transparency, we still have some way to go. I welcome the comments from Mr Telička about small retailers and making sure this regulation works for them too.

On the point about Chinese companies and tariffs, part of that has to do with issues regarding the universal postal union rules. I do not think that point was answered by the Commission, but we should go back to it. In terms of privatisation and the impact of privatisation, I do agree in principle with the colleague from the GUE/NGL Group, Mr Pimenta Lopes. That is why I made the point at the beginning on Article 14 and the importance of services of general economic interest. We must not trample over the services and workforces that are of key importance for the functioning of the European Union and for our social cohesion. I hope that we can continue to work on this agenda together.

 
  
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  Presidente. – La discussione è chiusa.

La votazione si svolgerà domani, martedì 13 marzo 2018.

Dichiarazioni scritte (articolo 162)

 
  
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  Jill Evans (Verts/ALE), in writing. – I would like to congratulate the rapporteur on achieving a consensus on this important issue. Some aspects of it were controversial but she was able to build broad consensus. The cost of sending parcels across Europe can vary massively. Even posting the same parcel on the same journey in opposite directions can cost very different amounts to the customer. In order to better understand this market and monitor its proper functioning, the provision of information on tariffs, company structures and staffing are essential. In turn, this gives consumers more transparency and choice. There is still much work to do to improve the functioning of the single market – a market that we in Wales would very much like to remain a member of.

 
  
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  João Ferreira (GUE/NGL), por escrito. – Desde há décadas que a União Europeia vem promovendo o assalto ao serviço postal universal como serviço público, defendendo - e impondo - a sua liberalização e privatização. Esta discussão insere-se neste contexto e os termos adoptados são elucidativos quanto aos objectivos subjacentes ao relatório. Valoriza-se a privatização e a fragmentação do serviço e elimina-se qualquer referência a serviço público. Legitima-se a desregulação e a precariedade laboral. Cria-se as condições para facilitar fenómenos de concentração de serviços, por um lado, e a degradação e aumento de custos do serviço ao utente, por outro lado. Uma história bem conhecida. As consequências destas políticas estão bem patentes no processo de degradação do serviço postal universal em Portugal, olhe-se à realidade dos CTT evidenciada nos últimos meses. A empresa privatizada distribui lucros milionários, desvirtua o objecto principal da sua actividade, promove o encerramento de balcões - mais de 20 - tendo anunciado o despedimento de 800 trabalhadores. Encareceu o serviço, degradou a resposta, nomeadamente nas localidades de menor dimensão ou mais isoladas. Aproveitamos por isso para saudar a luta dos trabalhadores dos CTT, na defesa da empresa e da reversão da sua privatização, retomando o serviço postal público e universal de qualidade que sempre prestaram.

 
  
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  Beata Gosiewska (ECR), na piśmie. – Obecne opłaty za usługi międzynarodowego doręczania paczek pobierane przez operatorów świadczących usługę powszechną są nawet do pięciu razy wyższe niż opłaty za przesyłki krajowe. Ceny za dostawę przesyłek transgranicznych mogą się znacznie różnić i bywają umowne oraz mylące. Parlament Europejski pragnie, by wszyscy obywatele wiedzieli, za co płacą. Dlatego wprowadzamy przepisy mające na celu zwiększenie przejrzystości usług świadczonych przez operatorów przesyłek oraz pobieranych przez nich opłat. Nowe zasady wpłyną na poprawę transgranicznych usług doręczania paczek dzięki większej przejrzystości stawek oraz rozszerzeniu uprawnień do nadzorowania rynku przysługujących organom regulacyjnym. Nowe przepisy ułatwią konsumentom i przedsiębiorcom sprawdzenie, która firma przesyłkowa proponuje najkorzystniejsze ceny. Zachęci to konsumentów do korzystania z szerszej oferty produktów i do częstszych zakupów w internecie. Większe możliwości zyskają także sprzedawcy detaliczni, którzy do tej pory nie mieli wystarczającej siły przebicia, by negocjować lepsze stawki.

 
  
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  Ева Майдел (PPE), в писмена форма. – Отключването на потенциала на дигиталната търговия минава през намирането на работещи решения за физическата доставка на колетни пратки в целия ЕС. На практика този регламент е едно от условията за завършване на единния дигитален пазар в ЕС. Ако желаем малките и средните предприятия да се възползват от възможността да работят с клиенти в цяла Европа, нужно е да осигурим прозрачност при образуването на цените на доставките, ясна възможност за избор на доставчици на международни пратки и повече иновации и в сектора.

Териториалното и икономическо сближаване в ЕС също е пряко зависимо от услугите от общ икономически интерес, като доставката на пратки. Повече конкуренция при доставките ще даде възможности на бизнеса и клиентите от по-отдалечени региони на ЕС да получат качествена услуга при намалени разходи. Потребителите и бизнесът често не са информирани, че съществуват различни варианти за доставка. Улесняването на достъпа до тази информация и инструменти за нагледно сравняване на цените са следователно ключови.

 
  
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  Dubravka Šuica (PPE), napisan. – Sve većim rastom sektora dostave paketa javlja se potreba za transparentnošću cijena usluga.

Veća transparentnost omogućila bi potrošačima uvid u cijene usluga i odabir najpovoljnije opcije, a pružateljima usluga bi omogućila uspoređivanje s ostalim konkurentima te bi došlo do pravednog tržišnog natjecanja. Pristupačnost informacija o cijenama usluga dostave trebala bi dovesti do povećanja povjerenja građana u prekograničnu dostavu.

Također, pristupačnost informacija spada u prava potrošača koja moraju biti zajamčena. Ovom odlukom će se povećati i pristup ruralnih područja, koja dosad nisu imala veliki i isplativ izbor usluga, online trgovini. Hrvatski građani, kao i mala i srednja poduzeća, imat će direktnu korist od poboljšanja usluge prekogranične dostave paketa jer se smanjuju naknade za prekograničnu dostavu. To će imati izravan pozitivan učinak na konačnu cijenu proizvoda, a u isto vrijeme se poboljšava i kvaliteta dostave.

Cijene dostave će se izražavati i objavljivati transparentnije kako bi se spriječile moguće malverzacije. Na taj se način teži stvaranju jedinstvenog digitalnog tržišta prilagođenog potrošačima, među kojima su i građani Republike Hrvatske.

 
  
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  Romana Tomc (PPE), pisno. – Dostava paketov je konkurenčno, inovativno in hitro rastoče področje znotraj sektorja. V EU vsako leto preko spleta naročimo in dostavimo okoli štiri milijarde paketov.

Kar 44 % potrošnikov v EU kupuje znotraj lastne države, veliko manj, zgolj 15 %, pa nakupuje v drugi državi članici. Pri tem potrošniki in mala podjetja v EU izpostavljajo pomisleke predvsem, ko gre za čezmejno dostavo blaga ter razmeroma visoke poštne stroške, kar seveda veča končno ceno. Študije so namreč pokazale, da so cene čezmejnih paketov v povprečju trikrat do štirikrat višje kot domače cene.

Približno 40 % cen čezmejnih paketov ni mogoče razložiti z gospodarskimi dejavniki, kot so stroški dela. Visoke cene dostave in vračila pa so najpogosteje področje kritik, ki jo pri čezmejnem nakupovanju prek spleta izražajo potrošniki. Visoke cene dostave so tudi ovira za e-trgovce na drobno, ki prodajajo prek spleta. Bolj kot na večja podjetja vplivajo na mala in srednja.

Učinkovite rešitve za dostavo so ključnega pomena za podjetja in najpomembnejše za tiste, ki delujejo ali pošiljajo na obmejna območja. Pravni okvir, ki ustvarja preglednejši, cenovno ugodnejši in zanesljiv servis za dostavo paketov, ima potencial za povečanje spletnih nakupov blaga. Direktiva o dostavi paketov ponuja dober primer razširitve okvirjev za trgovino z malimi in srednjimi podjetji, zato take ukrepe podpiram.

 
  
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  Janusz Zemke (S&D), na piśmie. – Na rynku pocztowym w UE występują dynamiczne zmiany. Z jednej strony, zmniejsza się skala i wartość tradycyjnych usług pocztowych, a rośnie rynek przesyłek kurierskich sięgający już 47 proc. wartości ogółu usług pocztowych w UE. Z drugiej strony, stopniowo wzrasta liczba przesyłek międzynarodowych, tak że stanowią one już 11 proc. ogólnej wartości usług pocztowych w UE. Proponowane zmiany zakładają zatem słusznie pogodzenie liberalizacji rynku europejskich usług pocztowych z zagwarantowaniem powszechnej dostępności do przesyłek. Chcę silnie podkreślić, że proponowane rozwiązania nie mogą się skupiać wyłącznie na otwieranie rynku dla wszystkich podmiotów, gdyż mogą się one kierować tylko kryterium zysku. Równie ważnym kryterium musi być dostępność usług i zapewnienie ich rozsądnych cen.

 

18. Qualificazione iniziale e formazione periodica dei conducenti di taluni veicoli stradali, e patenti di guida (discussione)
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  Presidente. – L'ordine del giorno reca la relazione di Peter Lundgren, a nome della commissione per i trasporti e il turismo, sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 2003/59/CE sulla qualificazione iniziale e formazione periodica dei conducenti di taluni veicoli stradali adibiti al trasporto di merci o passeggeri e la direttiva 2006/126/CE concernente la patente di guida (COM(2017)0047 - C8-0025/2017 - 2017/0015(COD)) (A8-0321/2017).

 
  
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  Peter Lundgren, föredragande. – Herr talman! Anledningen till att jag tog på mig det här betänkandet var egentligen för att rädda den svenska utbildningsmodellen. Vi har våra transportgymnasier, där svenska elever får ta körkort, lära sig att köra lastbil och lära sig grunderna. När man fått körkortet går man ut på ett etablerat åkeri för att i vardagsarbetet följa med och lära sig hur det fungerar att vara chaufför. Det är det snabbaste sättet att lära sig yrket.

Det fanns då ett förslag från kommissionen att man inte skulle få lov att göra på detta sätt i yrkesmässiga transporter. Anledningen till det var väl att man trodde att det skulle bli en form av lönedumpning där oerfarna chaufförer skulle köra billigare. Så är dock inte fallet i den här utbildningsmodellen, utan här har man en erfaren och rutinerad chaufför som handledare som sitter vid sidan om och är med eleven hela dagarna. På så sätt får eleven också väldigt snabbt insikt i hur det fungerar att jobba som chaufför.

En annan sak som jag är väldigt glad för att jag fick igenom är det vi kallar eldrivna distributionsbilar. Det är alltså mindre lastbilar på 3,5 ton som i framtiden kommer att vara tillåtna att köra med B-körkort och en totalvikt på upp till 4 250 kg. Som jag ser det var det nödvändigt att göra detta, eftersom när man ersätter bensin- eller dieselmotorn med en elmotor och ett förhållandevis tungt batteri så har man ingen lastkapacitet kvar på dessa bilar. Nu har vi ordnat detta genom att man tillåter B-körkort upp till 4 250 kg.

Jag lade också fram ett förslag om extrema väderförhållanden, vilket det som chaufför är ganska viktigt att ha kunskap om. Jag har själv, som många vet, en bakgrund inom transportbranschen och vet hur ett besvärligt vinterväglag kan se ut. I Norge till exempel har man stora bekymmer. Det är väldigt speciella förhållanden. Det finns ett lagkrav på att man har med sig snökedjor på lastbilen. Det finns dock inget krav på att man ska veta hur man monterar snökedjorna på lastbilen. Då hjälper det ju inte mycket om man har utrustningen med sig men inte har kunskapen om hur man använder den. Det har vi alltså också fått in i det nya, uppdaterade förslaget.

Jag är också glad över att vi fick med ett förslag om att börja arbetet med att inrätta ett EU-register för att hjälpa polisen att få ett verktyg för att kunna upptäcka falska körkort. Det har blivit allt vanligare att nationella poliser i olika medlemsländer stoppar bilar och snabbt kan konstatera att det är ett förfalskat körkort. Detta är ett stort problem. Man kan via internet logga in och beställa egentligen vilken behörighet man vill ha, och till en kostnad av mellan 300 och 400 euro får man ett par veckor senare att körkort hem i brevlådan som är ganska omöjligt för en polispatrull att vid en vägkontroll kunna avgöra huruvida det är falskt eller inte. Får vi ordning på denna databas har vi gett de nationella polismyndigheterna ett verktyg för att kunna upptäcka de falska körkorten och på det viset skapa högre säkerhet också på våra vägar.

 
  
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  Violeta Bulc, Member of the Commission. – Mr President, honourable Members, the Commission very much welcomes the agreement reached on this proposal in December here in Strasbourg. I want to thank Parliament, particularly the rapporteur, Mr Lundgren, and the Committee on Transport and Tourism as well as the Council for their constructive and positive approach that allowed reaching a compromise so quickly.

I am particularly pleased that in the negotiations all sides followed the rationale and the key objective of the Commission’s proposal, primarily to strengthen the safety on our roads. We should always keep in mind, why we are doing all this. Every year, too many families have to deal with the terrible effects of the severe injuries inflicted to a quarter of a million people because of traffic accidents. Even worse, every year more than 25 000 people die on EU roads. That is a bus load every day.

The Commission is strongly engaged with the Member States and also with you, in the Parliament, to turn this situation around and stop this silent killer on our roads. This piece of legislation will be another important element in the reinvigorated road safety framework we are putting in place. We all agree that it is imperative that we have a high level of standards and requirements when it comes to professional qualifications of those that drive heavy goods vehicles (HGVs). The impact of those crashes are very severe. Our rules are already good, but they certainly will be further improved. The agreement we have reached on this proposal certainly brings these necessary changes that will make the regime even more effective.

In brief, we are satisfied that in the future our system for professional qualifications will bring the following four key benefits: first, training of professional drivers will have a much stronger road safety dimension to it, with a particular emphasis on how to take care of vulnerable road users; second, the mutual recognition of training across the EU is facilitated for the benefit of drivers and companies; third, the content and organisation of the training will be updated to take into account the ongoing technological developments and new realities such as distraction; and fourth, I also welcome the electronic exchange of information, which will facilitate the mobility of drivers and the enforcement of the training obligations.

Congratulations on arriving at such a good compromise and I look forward to a positive vote in the Plenary tomorrow.

 
  
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  Elżbieta Katarzyna Łukacijewska, w imieniu grupy PPE. – Panie Przewodniczący! Pani Komisarz! Praktyczne umiejętności kierowców, ich wyobraźnia, a także szybka reakcja na potencjalne zagrożenia zwiększają bezpieczeństwo na drogach. I to był istotny cel, którym kierowaliśmy się podczas prac nad dyrektywą dotyczącą szkoleń kierowców zawodowych oraz praw jazdy. Chcę podziękować zarówno panu sprawozdawcy, jak i sprawozdawcom cieniom za poziom dyskusji i otwartość na argumenty, bo dzięki tej współpracy udało nam się przygotować dokument, który dostosowuje treści szkoleń nie tylko do potrzeb kierowców, ale również do zmieniających się rozwiązań technologicznych oraz nowych wyzwań i zagrożeń. Duży nacisk położyliśmy na praktyczne szkolenie wsparte zajęciami z wykorzystaniem technologii informacyjno-komunikacyjnych. Zwróciliśmy uwagę na ochronę środowiska poprzez umiejętność ekologicznego prowadzenia pojazdu oraz podniesienie świadomości zagrożenia, jakie niesie ze sobą używanie urządzeń elektronicznych podczas jazdy. Rozwiązaliśmy kwestię wzajemnej uznawalności kwalifikacji kierowców przez państwa członkowskie poprzez umieszczenie kodu 95 na dokumencie prawa jazdy lub karcie kwalifikacji kierowcy. Myślę, że ważną kwestią dla naszych wyborców stanowią wyłączenia z obowiązku szkoleń. Ale ostatecznie to państwa członkowskie będą decydowały, jakie podmioty i jaka odległość będą wyłączone z dyrektywy. Podsumowując, myślę, że wynegocjowany tekst będzie miał pozytywny wpływ na jakość i poziom wykwalifikowania europejskich kierowców zawodowych

 
  
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  Maria Grapini, în numele grupului S&D. – Domnule președinte, doamnă comisar, în calitate de raportor al grupului S&D pentru modificarea celor două directive privind calificarea inițială și formarea periodică a conducătorilor auto și privind permisele de conducere, doresc să subliniez de la bun început buna colaborare cu raportorul, cu raportorii, dar și cu Comisia.

Știm bine că a fost un vot, dar am ajuns la trilog. După negocierile și votul din comisia TRAN a unor compromisuri care au calificat propunerea inițială a Comisiei Europene, la trilog Comisia a dat dovadă de înțelegere a propunerilor noastre și împreună am reușit să convingem și Consiliul, care la început nu era de acord cu punctul nostru de vedere. De aceea, doamnă comisar, vreau să vă mulțumesc pentru reprezentanții pe care i-ați trimis la negocierea noastră.

Formarea periodică a conducătorul auto este extrem de importantă, nu numai pentru siguranța transportului, dar și pentru un tratament egal pe piața muncii, pe piața internă a lucrătorilor; știm bine că există mobilitatea lucrătorilor.

Recunoașterea reciprocă a calificărilor este, de asemenea, importantă și, să nu uităm, că diminuează costurile, până la urmă, pentru companii, mai ales pentru companiile mici. Mă bucur că a fost acceptată și votată în comisia TRAN și în plen posibilitatea de a combina diferitele forme de cursuri și e-learning, dar și cursuri practice, pentru a avea siguranța transportului și, mai ales, am avut amendamente care au fost acceptate legate de instruirea privind transportul mărfurilor periculoase, transportul animalelor, transportul în condiții meteorologice nefavorabile.

Am ajuns la consens și în ceea ce privește exceptarea unor tipuri de transport și aici, eu personal, m-am gândit mai ales la cei care nu au activitate de bază transport și care lucrează în mediul rural.

Vreau să mulțumesc pentru înțelegere și cred că acest raport va aduce un plus pentru piața internă a transporturilor.

 
  
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  Mark Demesmaeker, namens de ECR-Fractie. – Voorzitter, ons verkeer moet veiliger. In 2016 verongelukten welgeteld 25 670 mensen op onze Europese wegen. Dat cijfer moet naar beneden en goed opgeleide chauffeurs kunnen daar zeker toe bijdragen.

In de eerste plaats moet de opleiding vakbekwaamheid worden aangepast aan de reële risico's van het verkeer. Praktijklessen op de weg moeten daarbij een essentiële rol blijven spelen. Geef daarbij aan de lidstaten de nodige flexibiliteit om de inhoud van die opleiding zelf te bepalen. Zij kunnen de behoeften van het lokale wegverkeer het best inschatten.

Er moet ook een einde komen aan het gesjoemel met valse opleidingen en certificaten. Een kwalijke praktijk die niet alleen nefaste gevolgen heeft voor de andere weggebruikers, maar ook voor de andere marktdeelnemers. Eerlijke transporteurs delven immers het onderspit tegen cowboys die alle regels aan hun laars lappen. Met standaardisering, bijkomende controles en een verbeterde gegevensuitwisseling moeten we die wantoestanden doeltreffend aanpakken. Vandaag geeft het Europees Parlement alvast een sterk signaal.

 
  
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  Izaskun Bilbao Barandica, en nombre del Grupo ALDE. – Señor presidente, señora comisaria, quiero agradecer al señor Lundgren su esfuerzo para llegar a un acuerdo y al resto de los ponentes alternativos el buen trabajo realizado.

Esta Directiva va a mejorar la formación de los profesionales de la conducción en el transporte profesional y acercarla a sus necesidades de hoy en un sector que está en profunda transformación gracias a la evolución de los vehículos, las carreteras y la normativa.

La incorporación de cuestiones como la conducción en condiciones meteorológicas extremas, la medioambientalmente eficiente o la que debe desarrollarse en zonas especialmente congestionadas añade, sin duda, seguridad a las carreteras. Además, aumenta la influencia de los conductores sobre la rentabilidad del servicio que prestan. Por último, va a contribuir a equiparar las condiciones de competencia en el mercado interior. Estos factores, combinados, mejorarán la posición social y laboral de estos profesionales en la cadena de valor del sector del transporte.

Nuestro objetivo principal durante las negociaciones ha sido, pues, facilitar los procesos de formación y reciclaje permanente mediante herramientas tecnológicas o procesos de formación en el vehículo. A la vez, queremos adelantarnos a las necesidades de un sector que vive ya una auténtica revolución de la mano de las nuevas tecnologías de la información y las comunicaciones y la aparición de nuevos vehículos con propulsores limpios y otras características de autonomía y de mantenimiento.

Finalmente, lamentamos no haber conseguido eliminar por completo las excepciones que van a sacar del ámbito de aplicación de esta Directiva a quienes realizan portes como parte de su propia actividad empresarial en el sector primario en trayectos inferiores a cincuenta kilómetros. La mayor parte de estos portes se realizan por carreteras secundarias y en estas vías confluyen condiciones, en general, peores que las de las redes principales, combinadas con la confianza que genera el hábito. Más formación, sin duda, añadiría seguridad vial en estas zonas que concentran más siniestros por la intensidad del tráfico.

 
  
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  Merja Kyllönen, GUE/NGL-ryhmän puolesta. – Arvoisa puhemies, ensinnäkin kiitokset Peter Lundgrenille hyvästä yhteistyöstä samoin kuin kaikille varjokollegoille tässä tärkeässä asiassa. On hyvin arvokasta, että meillä on yhtenäiset EU:n laajuiset pelisäännöt kuljettajan ammatissa toimimiseen. Näitä yhteisiä pelisääntöjä on syytä tarkastella ja päivittää kaluston teknistä ja teknologista kehitystä vastaavaksi.

Pidän käsillä olevaa uudistusta merkityksellisenä erityisesti liikenneturvallisuuden sekä ympäristön kannalta. Liikenneturvallisuus vaatii meiltä päättäjiltä jatkuvaa työtä ja hereillä oloa. Jokainen onnettomuus, pahimmassa tapauksessa liikennekuolema, on liikaa. Siksi on erinomaisen tärkeää, että meillä on EU:n tasolla yhtenäiset toimintamallit ja pätevyysvaatimukset kuljettajan ammatissa toimimiseen. Näin pystytään varmistamaan turvalliset kuljetukset maasta toiseen riippumatta siitä, missä maassa kuljettaja on koulutuksensa saanut.

Teoriaopetuksen kohdalla olisin toivonut, että olisimme uskaltaneet mennä askelia eteenpäin. Olisin nähnyt fiksumpana sen, että EU olisi hieman enemmän katsonut tulevaisuuteen sähköisten opintoympäristöjen, e-learningin, käytön suhteen. Erityisesti harvaan asutuilla alueilla, joissa on pitkät etäisyydet, sähköistä teoriaopetusta tulisi mielestäni voida jatkossa käyttää joustavammin ja laajemmin.

 
  
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  Jill Seymour, on behalf of the EFDD Group. – Mr President, I never thought I would see the day when I would stand in this Chamber and congratulate our rapporteur. Mr Lundgren has done an excellent job with this report and I thank him for all his hard work. When it comes to HGVs, I cannot think of any Member of this House better qualified for the task.

However, this does not depart from the fact that the CPC Driver Certificate of Professional Competence is a damaging piece of legislation. It has brought misery and hardship to countless drivers in the United Kingdom and across the continent of Europe and I have long campaigned against this unnecessary nonsense. Now that the European Commission has declared that it will not recognise British driving qualifications after Brexit, how short-sighted is that? This surely is an excellent opportunity for Her Majesty’s Government to do the right thing and get shot of the CPC once and for all.

 
  
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  Ivica Tolić (PPE). – Gospodine predsjedniče, izvorna direktiva usvojena je s ciljem povećanja sigurnosti prometa na cestama i sigurnosti vozača, a dodatna svrha je unapređenje profesije vozača kako bi se pobudio interes mladih za to zanimanje. Pitanje je, međutim, koliko će predložena izmjena izvorne direktive zaista dati rezultat, a koliko će biti dodatno i nepotrebno kompliciranje odnosno nepotreban administrativni, financijski i vremenski teret vozačima, djelujući pritom upravo negativno na ostvarenje dodatne svrhe.

Ni izvješće o provedbi direktive iz 2012. niti ex-post procjena učinka iz 2014. godine ne navode da je kao posljedica primjene mjera došlo do povećanja sigurnosti cestovnog prometa ili do smanjenja broja prometnih nesreća. Dvojbena je potreba za obučavanjem vozača u onome što rade svaki dan, stječući time praktično iskustvo. Sigurnost prometa na cestama zasigurno bi se unaprijedila poboljšanjem uvjeta rada vozača, višom kvalitetom vozila te boljim provjerama njihove ispravnosti, o čemu već imamo propise.

Težnja za promicanjem zanimanja profesije svakako je osnovana, no njezina uspješnost ovisi više o uvjetima rada, radnom vremenu, plaćama, mobilnosti te se može ostvariti kroz te vidove regulacije prije nego dodatnim treninzima koji opterećuju vozače i potencijalno odvraćaju mlade od ulaska u profesiju.

Na kraju, smatram da je zaista nužno još jednom razmotriti da li je ova regulativa uopće potrebna, ostvaruje li ona svoju svrhu ili pak njezini nedostaci u vidu dodatnih tereta za vozače nadilaze njezine potencijalne prednosti.

 
  
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  Lucy Anderson (S&D). – Mr President, in a competitive EU market with continuing cross—border services development and a continuous shift towards a digital economy, transport companies often tend to offer more services, but without investing enough on their drivers’ training and skills development or their working conditions. Now there is evidence that this has unfortunately caused more accidents involving trucks on EU roads.

The efficiency and safety of the road transport business rely heavily both on the quality of vehicles used and on the skills of the drivers employed by the transportation companies. It also relates to other aspects of the road package, which is why I have tabled separately an amendment to this directive in relation to hired vehicles as drivers need to be aware of the issues around that too. For this reason, the qualification and periodic training of drivers and the ability to verify these skills and enforce the legislation that regulates them across the EU must be regularly updated to match changes. Ensuring the highest possible safety standards is critical, which is why driver training must also focus on protecting vulnerable road users, such as pedestrians, cyclists and persons with limited mobility. In fact, we do need European-wide standards because we need to make sure that we are protecting workers and vulnerable road users across the piece.

 
  
 

Procedura "catch-the-eye"

 
  
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  Андрей Новаков (PPE). – Г-н Председател, когато гледам статистиката за жертвите и ранените по пътищата в Европа, вече не мисля, че това е проблем или катастрофа. Това е война и аз не мисля, че печелим тази война. В този ред на мисли обучението на професионалните шофьори е от изключителна важност и пряко засяга пътната безопасност на милиони хора в цяла Европа.

Считам, че час по-скоро трябва да предприемем действия и приветствам последното предложение на Европейската комисия в тази посока. Считам обаче, че не можем да си позволим да създаваме допълнителна бюрокрация, допълнителни изисквания или финансови тежести за сектора, който се оказва, че е част от гръбнака на европейската икономика и в него са засегнати и заети милиони граждани.

От друга страна трябва да решим няколко проблема: трябва да признаваме сертификатите за квалификация в отделните държави членки. Иначе те губят своя смисъл. От друга страна трябва да сме сигурни, че всеки шофьор, без значение от коя държава – членка на Европейския съюз, идва, покрива абсолютен минимум от изисквания и стандарти, умения и знания, така че да сме сигурни, че управлява безопасно повереното му моторно превозно средство.

 
  
  

PRÉSIDENCE: Sylvie GUILLAUME
Vice-présidente

 
  
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  Νότης Μαριάς (ECR). – Κυρία Πρόεδρε, η ασφάλεια στους δρόμους είναι κάτι βεβαίως το πολύ σημαντικό. Έχουμε χιλιάδες δυστυχήματα και, όπως αναφέρθηκε, πάνω από 25.000 άτομα χάνουν τη ζωή τους στους ευρωπαϊκούς δρόμους. Υπάρχει όμως ένα σοβαρό θέμα, κυρία Bulc, που ήθελα να θέσω και είναι τα προσόντα που έχουν οι οδηγοί τρίτων χωρών. Έχουμε πάρα πολλά φορτηγά από την Τουρκία τα οποία κυκλοφορούν στην Ελλάδα και στις υπόλοιπες ευρωπαϊκές χώρες. Το ερώτημα είναι τι είδους κατάρτιση έχουν αυτοί οι οδηγοί και αν πράγματι γίνεται έλεγχος για τα διπλώματα ή έχουμε αρκετές περιπτώσεις όπου είναι διπλώματα-μαϊμού.

Και, τέλος, θέλω να σας ρωτήσω, κυρία Bulc: Εξεδόθη η απόφαση C 590/2016 του Ευρωπαϊκού Δικαστηρίου στις 8/2, η οποία επιβάλλει στην ελληνική κυβέρνηση να σταματήσει να επιτρέπει να πωλείται, μέσω των καταστημάτων αφορολογήτων, αφορολόγητο πετρέλαιο σε φορτηγά, κυρίως τουρκικά φορτηγά και φορτηγά τρίτων χωρών. Τι μέτρα θα λάβετε για να υποχρεωθεί η Ελλάδα να εφαρμόσει αυτή την απόφαση του Δικαστηρίου της Ευρωπαϊκής Ένωσης C 590/2016, με ημερομηνία 8/2/2018;

 
  
 

(Fin des interventions à la demande)

 
  
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  Violeta Bulc, Member of the Commission. – Madam President, honourable Members, thank you for this short but very rich debate. I would once again like to thank the co-legislators for their constructive approach and flexibility shown in reaching this agreement. I am convinced that the end result will contribute to that objective and that it will address the problems we had identified in our proposals. Let me stress here that these new rules will apply to all drivers operating on our roads, including the third countries.

This is another important contribution, a step forward towards our vision of zero fatalities and serious injuries on our roads, and I am glad that in May I will be able to present to you our more comprehensive Road Safety Package, which involves the policy orientations for the future, concrete proposals on the infrastructure safety and vehicle safety, as well as a list of other tangible actions that we are working on, including the communication on autonomous mobility.

Our next target, in terms of improving the conditions for professional drivers, is already well underway in the discussions on the Road Safety Package, and I look forward to carrying the positive spirit from the Certificate of Professional Competence (CPC) into the next negotiation, and I look forward, as I said before, to a positive vote in plenary tomorrow.

 
  
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  Peter Lundgren, föredragande. – Fru talman! Jag tror att vi har tagit flera viktiga steg mot en bättre utbildningsform, som förhoppningsvis också leder till en ökad säkerhet på våra vägar, när chaufförerna får den utbildning som är nödvändig för att kunna framföra fordonen på ett säkert vis.

Jag vill passa på att tacka alla mina skuggföredragande, som har varit väldigt bra att samarbeta med och som har haft mycket konstruktiva förslag. Jag vill också tacka kommissionen, som varit väldigt tillmötesgående och förstått de problem som jag har pekat på i betänkandet. Jag vill även rikta ett stort tack till det estländska ordförandeskapet, som också har varit väldigt konstruktivt i att hitta en lösning.

 
  
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  La Présidente. – Le débat est clos.

Le vote aura lieu mardi 13 mars 2018.

Déclarations écrites (article 162)

 
  
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  Barbara Kappel (ENF), schriftlich. – Bestehende Vorschriften für die Ausbildung von Berufskraftfahrern sind in der Richtlinie 2003/59/EG geregelt. Nachdem ein Evaluierungsbericht aus dem Jahr 2012 einige Mängel aufgezeigt hatte, schlug die Kommission einen Legislativvorschlag zur Änderung der Richtlinie vor. In dem Bericht wird angeraten, den Vorschlag der Kommission in mehrfacher Hinsicht zu ändern. Der Fokus liegt beispielsweise auf effizientem Fahren, um die Treibhausgasemissionen des Verkehrssektors zu senken (Ziel 20 % weniger Emissionen bis 2030 gegenüber 2008). Die Chancen, welche intelligente Verkehrssysteme bieten, um Emissionen zu reduzieren, die Unfallrate zu senken und einen wettbewerbsfähigen europäischen Verkehrssektor zu entwickeln, werden ebenfalls anerkannt.

Den Mitgliedstaaten sollten Möglichkeiten zur Harmonisierung ihrer Ausbildungspraktiken geboten werden. Eine solche Harmonisierung sollte jedoch sensible Bereiche wie das Führen von Fahrzeugen für die Beförderung gefährlicher Güter, schwerer Güter, Tiere usw. ausschließen. Führerscheinausweise sollten in der vorgeschriebenen Form ausgestellt werden, um die gegenseitige Anerkennung zu gewährleisten. Transportunternehmer sollten den Berichterstattern zufolge die Quellen kennen, in denen sie Informationen über die vorgeschriebenen Gesetze der verschiedenen Mitgliedstaaten erhalten können, die sie betreffen. Periodisches Training mit einem Fokus auf Verkehrssicherheit ist erforderlich. Betont wird auch die Wichtigkeit eines Netzes nationaler Kooperationsdatenbanken zur Überprüfung der Gültigkeit von so genannten „Certificates of Professional Competence“ (CPC).

 

19. Strategia europea per i sistemi di trasporto intelligenti cooperativi (breve presentazione)
Video degli interventi
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  La Présidente. – L’ordre du jour appelle la brève présentation du rapport de István Ujhelyi sur la stratégie européenne relative aux systèmes de transport intelligents coopératifs (2017/2067(INI)) (A8-0036/2018).

 
  
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  István Ujhelyi, előadó. – Tisztelt Elnök Asszony! Kedves Kollégák! Igazán inspiráló olyan témában rapportőrnek lenni ebben a házban, ami a közös jövőnkről szól. Márpedig nincs területe az európai polgár vagy a hozzánk érkező vendégek mindennapjainak, amit ne érintene ez a mostani, az elmúlt egy évben általam gondozott és a shadow-rapportőrök által rendkívül jól, összeszokott csapatként létrehozott jelentés, amely az egymással együttműködő intelligens közlekedési rendszerek európai stratégiájáról szól.

Már egy előző hozzászóló is megemlítette, hogy csak 2016-ban 25 670 európai vesztette életét autóbalesetben, 130 000-en sérültek meg. A balesetek megelőzésében, elkerülésében, az emberi élet megóvásában egy forradalmi változás lehet a most tárgyalandó és a Bizottság által hozzánk behozott téma. Ugyanígy a közlekedésszervezés hétköznapjaiban, akár hogyha az elképesztő városi vagy autópályákon tapasztalható óriási dugókról, akár pedig a környezetszennyezésről beszélünk, ugyancsak forradalmi változás lehet az, ami az egymással kooperáló, intelligens közlekedési rendszerek európai stratégiájában megvalósulhat. És tegyük hozzá, hogy a hétköznapi életünket is jelentősen befolyásolhatja, javíthatja, akár a gépkocsi szervizeléséről, akárcsak a legközelebbi étel, pizza, kávézó feltalálásáról beszélünk. Minden tehát, ami majd a jövőben a gépkocsik, mi mint utasok, a gépkocsikat használók és az út menti jelzőrendszerek összekapcsolásáról szól, és majd később elvezet az automata közlekedési, önvezető rendszerekhez, az ebben a stratégiában valahol benne van.

Kedves Kollégák, a fejlődés, a technológia fejlődése sokkal gyorsabb, mintsem azt mi eddig az Európai Unióban lekövettük a magunk jogszabályaiban, stratégiáiban vagy éppen támogatási mechanizmusaiban. Ezért is használom újból azt a szót, hogy ez egy forradalmi kérdés mindannyiunk számára, hogy az egymással kooperáló intelligens közlekedési rendszereket hogyan tudjuk bevezetni. Éves szinten 30 millió autó összekapcsolhatóságáról beszélünk itt, az Európai Unióban. El tudják képzelni, milyen elképesztő fejlődés, milyen forradalmi, technológiai újdonság lesz ez mindannyiunk életében?

De hadd említsek meg egy-két dolgot, amit majd, hogy ha valaki a jelentést elolvassa, elmélyül benne, akkor talán jobban megért, hogy nekünk közben azzal is foglalkozni kell, hogy Európában milyen elképesztő digitális szakadékok tátonganak egy-egy térségen belül is, nemhogy országok között. És ebben a jelentésben hosszan foglalkozunk azzal is, hogy a járművekben található adatokhoz kik és milyen módon férhetnek hozzá, hogy akkor, amikor kialakulnak az egymással kooperáló közlekedési rendszerek, akkor a mi adatállományunk, a mirólunk szóló elképesztő mennyiségű adat kinek a kezében és milyen célból használható fel. Köszönöm szépen a kollégáknak a segítségét, akik a rapportőrségemben, akár saját titkárságomon, akár pedig az egyéb frakciókban shadow-rapportőrként közreműködtek. És azt kell Önöknek mondjam, hogy egy év alatt több mint 100 találkozót bonyolítottunk le, úgy érzem megvan az eredménye. Ha minden igaz, holnap nagy többségű támogatással el tudjuk fogadni ezt a jelentést és akkor a Bizottság folytathatja a munkáját. Köszönöm szépen, Elnök Asszony!

 
  
 

Interventions à la demande

 
  
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  Henna Virkkunen (PPE). – Arvoisa puhemies, digitalisaatio samoin kuin erityisesti nyt puheena olevat vuorovaikutteiset älykkäät liikennejärjestelmät tarjoavat todella hienoja mahdollisuuksia luoda jatkossa entistä turvallisempaa, tehokkaampaa, sujuvampaa ja puhtaampaa liikennettä. Haluan kiittää esittelijää erinomaisesta työstä samoin kuin muita varjoesittelijöitä hyvästä yhteistyöstä.

Nostan tästä mietinnöstä erityisesti esiin kaksi asiaa. Toinen koskee erilaisia teknologioita, joita meillä nyt on käsillä. Mielestäni on erittäin hyvä, että valitsimme tähän teknologianeutraalin lähestymistavan, koska meidän täytyy huomioida, että ajoneuvokanta uudistuu erittäin hitaasti ja että vielä pitkään tulemme olemaan tilanteessa, jolloin meillä on liikenteessä nykyisiä ajoneuvoja, verkottuneita ajoneuvoja ja mahdollisesti kokonaan itseohjautuvia ajoneuvoja ja näiden kaikkien pitää pystyä operoimaan liikenteessä turvallisesti. Eli meidän täytyy ottaa lähestymistapa, jossa kaikki teknologiat pystyvät toimimaan yhteen.

Toinen koskee pääsyä dataan. Tänä päivänä ajoneuvot keräävät erittäin paljon dataa, joka on arvokasta. Olen tyytyväinen, että päädyimme siihen, että komissiolta halutaan ehdotus tämän vuoden loppuun mennessä siitä, millä ehdoin tuota dataa pääsevät myös muut käyttämään ja luomaan näin innovaatioita.

 
  
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  Nicola Caputo (S&D). – Signora Presidente, onorevoli colleghi, il settore dei trasporti sta affrontando un profondo cambiamento, cui l'Unione europea deve essere in grado di dare risposte efficaci. I veicoli in uso nell'Unione europea sono per lo più vecchi, prodotti con tecnologie che non consentono l'applicazione delle tecniche più avanzate e del dialogo digitale.

Identiche osservazioni possiamo fare anche per gli attuali sistemi stradali, evidentemente non all'altezza. Le nuove tecnologie, di cui i sistemi di trasporto intelligenti cooperativi sono parte, richiedono un'armonizzazione della legislazione, finora confusa e con problematiche sempre nuove. È evidente il ritardo che la Commissione e le istituzioni europee fanno registrare: il sistema istituzionale, in sostanza, non riesce a tenere il passo della rivoluzione tecnologica, che procede a velocità molto più elevate.

C'è poi anche il problema dei costi: per l'introduzione dei servizi C-ITS, affinché cioè circa 30 milioni di automobilisti siano connessi, sono necessari circa tre miliardi di euro all'anno. È legittimo chiedersi: chi sosterrà i relativi costi? Ed è per questo che occorre coinvolgere maggiormente gli Stati membri. Occorre una condivisa ed efficace strategia europea. Cogliere questa sfida è un compito reale e urgente.

 
  
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  Νότης Μαριάς (ECR). – Κυρία Πρόεδρε, η έκθεση για την ευρωπαϊκή στρατηγική για τα συνεργατικά ευφυή συστήματα μεταφορών νομίζω ότι είναι ιδιαίτερα ενδιαφέρουσα, καθώς αντιμετωπίζει πλέον τις σύγχρονες τεχνολογικές προκλήσεις, οι οποίες βεβαίως εάν αξιοποιηθούν θα μπορούσαν να συνεισφέρουν για να έχουμε λιγότερη κυκλοφοριακή συμφόρηση, να έχουμε προστασία του περιβάλλοντος, να μη γίνεται μαζική ρύπανση, ιδίως από πλευράς φορτηγών.

Αυτό σημαίνει βέβαια ότι πρέπει να προχωρήσουμε σε μια στρατηγική σύμφωνα με την οποία η τεχνολογία θα πρέπει να είναι ουδέτερη. Θα πρέπει να δώσουμε τη δυνατότητα σε αυτούς οι οποίοι είναι ιδιοκτήτες φορτηγών και στις μικρομεσαίες επιχειρήσεις να εκσυγχρονίσουν τον μεταφορικό τους στόλο, αλλά αυτό σημαίνει κονδύλια, σημαίνει στήριξη, διότι, αν περάσουμε αυτόματα σε μία ρύθμιση όπου τα παλαιά οχήματα απλώς θα βγούνε σε αχρησία, αντιλαμβάνεστε ότι έτσι θα μείνουν πάρα πολλοί επαγγελματίες χωρίς δουλειά.

 
  
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  Kateřina Konečná (GUE/NGL). – Vážené kolegyně, vážení kolegové, systematické utváření inteligentního dopravního systému, který umožní bezpečný, plynulý, ekonomicky vyvážený a k okolnímu prostředí šetrný pohyb osob a zboží představuje velkou výzvu pro dnešní společnost. Evropská unie se snaží jít v této věci příkladem, a to zejména mají-li být splněny mezinárodní závazky v oblasti klimatu a vnitřní cíle Evropské unie.

Jsem velmi ráda, že evropské globální družicové navigační systémy Galileo a Egnos, které nyní dosáhly tak vysoké úrovně technologické kapacity, mohou pomoci. Nesmíme navíc zapomínat, že 92 % silničních nehod je způsobeno lidským selháním a používání technologií CITS je důležité pro účinné fungování některých asistenčních systémů řidiče. Evropská strategie týkající se spolupracujících inteligentních dopravních systémů má obrovský potenciál, avšak ochrana soukromí a údajů musí být na prvním místě a musí být perfektně ošetřena.

 
  
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  Merja Kyllönen (GUE/NGL). – Madam President, thanks for the innovative work we have done together with this important issue. I think the biggest thing is that we are enabling things to happen. We are enabling legislation. We do not find problems, we find solutions: together, hearing what people are asking for, what their worries are, what kind of problems there are already, and what we need to share. We need to share info, and for that we need all the platforms where we can easily share information, and also where we can share the big data, which is very important with the ICT. When we can share good practice, then we can do good work for the customers and for the environment too, so let’s find solutions with the enabling way.

 
  
 

(Fin des interventions à la demande)

 
  
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  Violeta Bulc, Member of the Commission. – Madam President, I would like to thank the Committee on Transport and Tourism (TRAN), and specifically the rapporteur Mr Ujhelyi, for taking the initiative of putting together this important report.

This report could not have come at a better time. This quick deployment of EU-wide interoperable cooperative intelligent transport systems, better known as C-ITS, is the first milestone towards cooperative, connected and autonomous mobility. And cooperative connected an autonomous mobility – and here is yet another abbreviation – CCAM as we call it, is one of the priorities of the third mobility package that is coming out on 2 May this year.

Let me pick up on a number of issues in the report that that are of particular importance for our current and future work. The report stresses that the C—ITS communication approach needs to be technology-neutral, based on hybrid communication and interoperable. I couldn’t agree more.

As I said in the beginning, rapid deployment is of the essence. The ‘day—one’ services should aim at hitting the mass market in 2019. We must, therefore, build on existing technologies and provide investment security to the early adapters.

New technologies such as 5G and satellite will become part of the hybrid communication mix as they become available. But if they are used to provide the same day-one services they must be deployed in a way that is compatible, otherwise the services wouldn’t work properly any more, and, most importantly, we wouldn’t reach our objective of making our transport system safer.

I am also very pleased that the report recognises the key coordination role of C-Roads in implementing the C-ITS strategy. Our cooperation with the Member States within C-Roads is indeed instrumental in ensuring that C-ITS services are harmonised across borders. I am therefore proud to announce that the C-Roads family is now expanding to 16 Member States and three third-party countries, including Australia.

Finally, I very much welcome the fact that the report mentions data protection and cyber security. Both are indeed required in order to make C—ITS reliable, safe and secure. This is why we intend to cover both areas in a delegated regulation based on the ITS Directive. I hope that we will be able to give you some more details on what to expect in the third mobility package, even if the adoption of the delegated regulation is only foreseen for the end of this year.

C-ITS has great potential for all of us, for all of our citizens in terms of road safety and traffic efficiency. I am very pleased to hear and read that this House agrees with me that this is an area calling for EU leadership. I therefore very much welcome the report and look forward to its adoption in plenary tomorrow.

 
  
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  La Présidente. – Le débat est clos.

Le vote aura lieu mardi 13 mars 2018.

Déclarations écrites (article 162)

 
  
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  Jarosław Wałęsa (PPE), in writing. – Currently, we are experiencing an extremely fast—moving technical and digital revolution across all European economy sectors, especially in transport. For policymakers it proves to be a difficult task to keep up with the speed of this rapid development. Therefore, it is important that the EU institutions make substantial efforts to contribute to a common European—wide perspective for the transport sector. Traffic is one of the most significant challenges faced by rapidly growing cites: congested roads are a strain on the environment, the economy and the overall quality of life. For this reason, the EU should encourage and support more research and innovation projects, including the Cooperative Intelligent Transport System (C-ITS) to be able to deal with these problems. Most of all, we should also address the challenges for the C-ITS regarding the guarantee of fair competition in the transport sector and the application of high cybersecurity standards in preventing hacking and cyber-attacks. We should draw our attention to the fact that data protection and confidentiality must be taken into account throughout the processing of data. There is no doubt that the European Strategy on C-ITS is important for the future of the transport sector.

 

20. Regioni in ritardo di sviluppo nell'Unione europea (breve presentazione)
Video degli interventi
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  La Présidente. – L’ordre du jour appelle la brève présentation du rapport de Michela Giuffrida sur les régions en retard de développement dans l’Union européenne (2017/2208(INI)) (A8-0046//2018).

 
  
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  Michela Giuffrida, relatrice. – Signora Presidente, signora Commissario, onorevoli colleghi, vorrei innanzitutto ringraziare per il sostegno e per l'appoggio dimostratomi durante la stesura di questa relazione sulle regioni in ritardo di sviluppo nell'Unione europea. Una relazione che evidenzia le gravi ripercussioni della crisi economica e finanziaria che hanno danneggiato gravemente la crescita di queste regioni: sono 47 in otto Stati membri, dove vivono ben 83 milioni di persone.

La relazione rappresenta la continuità di un'iniziativa cruciale, avviata nel 2015 dal Commissario Crețu, che ha come obiettivo quello di portare ad una migliore comprensione della complessità delle sfide cui devono far fronte queste regioni, caratterizzate da debolezza strutturale interna che le rende, o almeno dovrebbe renderle, le maggiori beneficiarie della politica di coesione.

Il percorso che abbiamo intrapreso è stato arduo, in quanto le posizioni dei vari gruppi politici differivano ampiamente, ma credo siamo riusciti comunque ad approdare a un ottimo risultato, pur sacrificando alcuni passaggi in sede di negoziati, per contemperare ovviamente l'interesse di tutti. Siamo partiti dalla consapevolezza che il quadro macroeconomico ha un impatto significativo sulla crescita regionale e che gli squilibri della crisi attuale rischiano non solo di indebolire le economie, ma anche di vanificare lo spirito di solidarietà che caratterizza il contesto europeo e lo stesso principio della politica di coesione, che vedrebbe così minimizzati i suoi sforzi, soprattutto in queste regioni.

Abbiamo cercato di porre all'attenzione della Commissione una serie di buone pratiche, che puntino a favorire e ad incrementare la crescita in queste regioni, soprattutto per quanto riguarda la specificità territoriale. Questo rientra, a mio parere, nell'ambito della rivendicazione del nostro ruolo politico, e prefigura soluzioni diverse da quelle individuate dalla Commissione.

Se vogliamo essere utili, dunque, dobbiamo superare gli steccati ideologici in cui siamo a volte intrappolati, e per questo la relazione delinea tre punti per raggiungere questo equilibrio, un equilibrio che rischia di essere compromesso altrimenti tra politica ed economia, tra coesione e governance economica.

Il vero nodo che abbiamo cercato di sciogliere è la definizione del rapporto tra politica di coesione e politica economica europea, il principio della condizionalità macroeconomica che avalla simmetrie interne ed esterne tra varie regioni, e che dovrebbe essere riformato in un'ottica positiva e costruttiva per incentivare e stimolare le riforme, con l'obiettivo proprio di investire in quei territori che presentano le maggiori difficoltà strutturali.

Discutiamo il rapporto tra politica di coesione e semestre europeo, che dovrebbe fornire raccomandazioni specifiche per paese come stimolo alla crescita e non, al contrario, sotto forma di vincolo. Dobbiamo continuare a ribadire e ad evidenziare l'importanza che ricopre la politica di coesione, strumento essenziale per correggere squilibri di competitività, e che dovrebbe continuare ad elargire finanziamenti ambiziosi a beneficio di queste regioni, rappresentando una priorità per l'Unione europea.

In quest'ottica, gli Stati membri devono giocare un ruolo fondamentale, anche adottando strategie nazionali pensate ad hoc per la crescita di queste regioni penalizzate da carenze strutturali gravi. Come afferma la relazione, bisogna quindi continuare a investire in infrastrutture e in istruzione, ampliando e migliorando le relazioni tra imprese ed istituti di educazione. Le condizionalità dovrebbero essere incentrate, prima che sul rispetto dei parametri macroeconomici, sul rispetto dei valori fondamentali della convivenza e della solidarietà. Ciò è fondamentale per creare un effettivo valore aggiunto europeo per i cittadini grazie ad azioni volte a rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale, che deve essere sempre il nostro obiettivo.

Nel ringraziarvi, e ancor prima del voto in plenaria, attendo le vostre osservazioni.

 
  
 

Interventions à la demande

 
  
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  Μαρία Σπυράκη (PPE). – Κυρία Πρόεδρε, οι υστερούσες περιφέρειες της Ευρωπαϊκής Ένωσης, όπως αυτές ορίζονται στη σχετική έκθεση της Κομισιόν, αποτελούν μια εξαιρετικά δύσκολη περίπτωση και χρειάζονται άμεσες πολιτικές πρωτοβουλίες. Προέρχομαι από μια χώρα, την Ελλάδα, για την οποία, αν δείτε τον χάρτη της παρουσίασης, θα καταλάβετε ότι όλες οι περιφέρειες περιλαμβάνονται σε αυτή την ειδική κατηγορία· χαμηλό εισόδημα, χαμηλή ανάπτυξη –και ο μόνος τρόπος να αντιμετωπιστούν αυτά τα προβλήματα είναι εξειδικευμένες στρατηγικές–, υψηλό κόστος δανεισμού, περιορισμένη πρόσβαση σε κεφάλαια για μικρές και μεσαίες επιχειρήσεις, αδυναμία των περιφερειών αυτών να έχουν υψηλής κατάρτισης δυναμικό και ανθρώπινο κεφάλαιο και ανεργία.

Τι μπορούμε να κάνουμε; Μπορούμε να εντείνουμε την προσπάθεια στο πλαίσιο της έξυπνης εξειδίκευσης, να συνδυάσουμε τις εθνικές στρατηγικές με τις ειδικές στρατηγικές ανά περιφέρεια, να αναδείξουμε τα ανταγωνιστικά πλεονεκτήματα των περιοχών αυτών, να στηρίξουμε την επιχειρηματικότητα σε επίπεδο θεσμικού πλαισίου μέσω έξυπνων παραγωγικών, ακόμη και κρατικών ενισχύσεων, και κυρίως να αξιοποιήσουμε την πολιτική συνοχής. Μόνο έτσι θα σταματήσουμε τον αναπτυξιακό κατήφορο.

 
  
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  Nicola Caputo (S&D). – Signora Presidente, onorevoli colleghi, gli squilibri macroeconomici causati dalla crisi rischiano di vanificare decenni di sforzi attuati con la politica di coesione, in particolare nelle regioni a bassa crescita e dove i livelli preoccupanti di debito pubblico e privato ne impediscono lo sviluppo. Nel difficile rapporto tra politica di coesione e politica economica europea, è necessario che la condizionalità macroeconomica, che dovrebbe vincolare i fondi di coesione al rispetto delle norme di governance economica europea, venga declinata esclusivamente in un'ottica positiva, al fine di incentivare e stimolare le riforme, con l'obiettivo di investire in territori che presentano maggiori difficoltà strutturali.

È sempre più evidente la necessità che gli Stati membri giochino un ruolo fondamentale per una migliore declinazione degli strumenti di politica di coesione, adottando, di concerto con la Commissione, strategie nazionali per la crescita delle lagging regions, penalizzate da carenze strutturali anche gravi, investendo massicciamente nelle infrastrutture, ma anche nell'istruzione, e sfruttando il potenziale delle attività tradizionali che contribuiscono a definire l'identità territoriale.

 
  
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  Νότης Μαριάς (ECR). – Κυρία Πρόεδρε, οι παρεμβάσεις που πρέπει να γίνουν για τη στήριξη των περιφερειών οι οποίες υστερούν είναι συγκεκριμένες, τις γνωρίζουμε όλοι. Το θέμα είναι να υπάρξει πολιτική βούληση και φυσικά πόροι. Η Ελλάδα είναι μια χώρα της οποίας σχεδόν όλες οι περιφέρειες υστερούν. Έχουμε πάρα πολλά προβλήματα, τα οποία έχουν ενταθεί και λόγω της μνημονιακής πολιτικής.

Θέλω όμως, κυρία Crețu, να αναφερθώ σ’ ένα ειδικό θέμα που αφορά τα νησιά Λέσβο, Χίο, Σάμο, Ικαρία και Λέρο, τα οποία έχουν πάρει, μέχρι το τέλος Ιουλίου του 2018, μια ρύθμιση για να διατηρήσουν χαμηλό φόρο προστιθέμενης αξίας. Είναι μια ρύθμιση που ίσχυε πάντα, και αυτά τα νησιά επελέγησαν να εξαιρεθούν, γιατί αντιμετωπίζουν τεράστια προβλήματα λόγω των μεταναστευτικών ροών. Το θέμα είναι όμως ότι πρέπει να συνεχιστεί αυτή η εξαίρεση για όλα τα νησιά του Αιγαίου, να έχουν δηλαδή χαμηλό φόρο προστιθέμενης αξίας, για να μπορέσουν να περάσουν στην ανάπτυξη. Είναι κάτι που πρέπει να εξετάσετε.

 
  
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  Rosa D'Amato (EFDD). – Signora Presidente, onorevoli colleghi, la relazione sulle regioni cosiddette in ritardo di sviluppo contiene diverse indicazioni positive, ma anche alcune criticità.

Positiva è la messa in evidenza della necessità di un approccio realmente solidale nell'ambito della sfida migratoria, in mancanza della quale il contributo di fondi di coesione, che già di per sé non dovrebbero essere destinati all'immigrazione, non sarà efficace. Positivo è sottolineare gli effetti estremamente negativi della crisi economica ed i relativi tagli imposti dal patto di stabilità, così come la proposta di valutare l'impatto che l'esclusione del cofinanziamento nazionale e regionale dei fondi strutturali dal calcolo del deficit avrebbe sugli investimenti pubblici.

Non possiamo però essere d'accordo con un'impostazione troppo timida e diversa dalla bozza iniziale sulle riforme strutturali. Non è possibile asserire che le riforme possono aiutare gli Stati membri e le regioni a raggiungere migliori risultati, se la Commissione prima non ne chiarisce lo scopo e la definizione. A causa dell'opposizione della maggioranza di altri gruppi, non vi è alcuna menzione sul pericolo della proposta della Commissione di usare la riserva di performance – 21 miliardi – per destinare queste risorse a privatizzazioni o a interventi di precarizzazione del mercato del lavoro.

 
  
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  Κωνσταντίνος Παπαδάκης (NI). – Κυρία Πρόεδρε, η έκθεση για τις λεγόμενες υστερούσες περιφέρειες της Ευρωπαϊκής Ένωσης εμφανίζει μια εικονική πραγματικότητα δήθεν προβληματικών εξαιρέσεων –ανάμεσά τους και η Ελλάδα– σε μια ευημερούσα κατά τ’ άλλα Ευρωπαϊκή Ένωση. Όμως το παραμύθι της λεγόμενης σύγκλισης, που για χρόνια προβάλλατε, έχει χρεοκοπήσει. Η πολιτική συνοχής σας είναι η ζούγκλα που ζουν ήδη οι εργαζόμενοι απ’ άκρη σ’ άκρη στην Ευρωπαϊκή Ένωση. Είναι οι επιδοτήσεις, όλες ιδρώτας των εργατών, για τα κέρδη των επιχειρηματικών ομίλων, με προϋπόθεση τα σκληρά αντεργατικά μέτρα διαρκείας στο όνομα της ανάπτυξης.

Στην έκθεση προκλητικά θεωρείτε ως δυσκαμψία ακόμα και τις συλλογικές διαπραγματεύσεις, δηλαδή στοχοποιείτε ακόμα και την υποψία υπογραφής συλλογικής σύμβασης εργασίας. Κριτήριό σας το Ευρωπαϊκό Εξάμηνο και το Σύμφωνο Σταθερότητας, τα μνημόνια διαρκείας της Ευρωπαϊκής Ένωσης και των κυβερνήσεων, που προβλέπονται και μετά την τυπική έξοδο από τα μνημόνια. Στις 88 νέες θυσίες-προαπαιτούμενα της τέταρτης αξιολόγησης οι εργάτες στην Ελλάδα με τα συλλαλητήρια τους στις 20 του μήνα απαντούν και διεκδικούν συλλογικές συμβάσεις με αυξήσεις στους μισθούς και βελτίωση των συνθηκών δουλειάς.

 
  
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  Fernando Ruas (PPE). – Senhora Presidente, queria apenas sublinhar o esforço de compromisso da relatora e, muito concretamente, o facto de se ter aproximado das ideias defendidas pelo PPE no que respeita às políticas direcionadas para as regiões menos desenvolvidas e ao futuro do Semestre Europeu.

Assim, a relatora fez aprovar, em sede de Comissão REGI, um relatório bastante equilibrado e de longo alcance, mas, ao mesmo tempo, afirmativo, que expressa de uma forma bem clara a posição do Parlamento Europeu relativamente à estratégia para as regiões com menor crescimento ou com menores rendimentos da nossa União, ou seja, a regiões menos desenvolvidas.

Do conteúdo do relatório, e além da inclusão da proposta relativa à criação para o período pós-2020 de um sistema de incentivos positivos, destacaria mais duas das nossas propostas, que são a ideia da necessidade de um financiamento ambicioso sobre a política de coesão, em vez da expressão inicial “financiamento adequado”, e a ideia de que deverão ser criados programas, estratégias e planos de ação específicos, ou seja, feitos à medida para estas regiões através da governação participativa e multinível, de forma a estimular com maior eficácia o emprego e o crescimento e o desenvolvimento sustentado das regiões.

 
  
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  Maria Gabriela Zoană (S&D). – Doamnă președintă, în Uniunea Europeană există mari decalaje în ceea ce privește veniturile și oportunitățile regiunilor. Un număr de 47 de regiuni din 8 state membre au fost calificate fie regiuni cu creștere economică scăzută, fie regiuni cu venituri mici, ele fiind diferențiate de nivelul PIB-ului pe cap de locuitor.

În multe din aceste regiuni, agricultura rămâne un factor economic important și o sursă de venit esențială. De aceea, politica agricolă comună reprezintă un instrument de finanțare esențial pentru impulsionarea creșterii economice și are o contribuție importantă la stimularea creșterii durabile, la crearea de locuri de muncă, contribuind în același timp la conservarea spațiului rural și la combaterea depopulării zonelor rurale.

De asemenea, o importanță deosebită o au fondurile destinate dezvoltării rurale în stimularea competitivității acestor regiuni, prin intermediul unor proiecte personalizate și bazate pe abordări ascendente.

Prin urmare, consider importantă și binevenită contribuția grupurilor de acțiune locale în dezvoltarea strategiilor locale, sprijinirea colaborării în rețea a părților interesate și validarea și aprobarea proiectelor LEADER individuale.

 
  
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  Maria Grapini (S&D). – Doamnă președintă, doamnă comisar, raportul de astăzi arată o realitate - avem, și e bine că recunoaștem, regiuni mai puțin dezvoltate. Avem chiar regiuni sărace, dacă ar fi să fim sinceri. Ce trebuie făcut?

Eu cred că raportul a arătat linii importante, pe care trebuie să le urmăm, dar cred că concluzia de astăzi, după dezbaterea raportului și sper și să fie votat, este că trebuie să păstrăm fondurile de coeziune și după anul 2020. Nu am ajuns să nu avem disparități în Uniunea Europeană, avem populație săracă, avem zone rurale unde venitul pe cap de locuitor este foarte mic. Responsabilitatea, evident, este foarte mare - a statelor membre, a responsabililor regionali și a administrației locale - însă, cred că, exemplu de bună practică, ceea ce faceți deja doamnă comisar trebuie să continue, pentru a putea să creăm aceleași condiții de viață în spațiul european.

 
  
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  Ruža Tomašić (ECR). – Gospođo predsjednice, regije koje zaostaju ne trebaju milostinju niti žele biti paraziti koji će neplanski trošiti novac tuđih poreznih obveznika. Od onih razvijenijih prvenstveno trebaju znanje i najbolje prakse na temelju kojih će se samostalno razvijati u smjeru u kojem njihovi stanovnici žele.

Nužni infrastrukturni projekti kao temelj novog rasta mogu se financirati kroz kohezijsku politiku Unije i zato je jako važno da je sačuvamo u trenutnom obliku i iza 2020.

Ključna je preporuka u ovom izvješću ona o specijalizaciji strategija za pojedine regije jer se njihove potrebe i izazovi razlikuju. Univerzalna rješenja u pravilu ne daju dobre rezultate i drago mi je da smo to konačno prepoznali.

Ova je inicijativa zasad fokusirana na 47 regija u osam država, među kojima nema Hrvatske. Budući da se i neki dijelovi naše države suočavaju s rapidnim odlaskom mladih, padom prihoda i rastućim siromaštvom, tražim, gospođo Crețu, da ih se pri definiranju regija koje zaostaju na razini NUTS III uvrsti na ovu listu.

 
  
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  Момчил Неков (S&D). – Г-жо Председател, регионите с нисък растеж или ниски доходи не трябва да бъдат възприемани като бреме за държавите членки, нито за Европейския съюз. Напротив, политиката на сближаване има много важна роля в даването на точно тези региони и на техните граждани възможност да станат по-конкурентоспособни, по-проспериращи, от което ще спечелят всички. Поради тази причина силно вярвам, че политиката на сближаване трябва да се запази в сегашния формат и със сегашния бюджет в новата многогодишна финансова рамка.

В моята страна продължаваме да виждаме несправедливости и разширяваща се ножица между столицата и почти всички останали региони и градове. За целта е необходимо държавата да застане зад хората от тези региони, като стане гарант и стимулатор за нисколихвени кредити и инвестиции: инвестиции в цифрова инфраструктура, инвестиции в бъдещето и новите възможности. Няма да има Европа на две скорости, когато няма и държави на две скорости.

 
  
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  Daniel Buda (PPE). – Doamnă președintă, doamnă comisar, regiunile cu decalaje semnificative de dezvoltare și cele cu venituri reduse se confruntă cu provocări comune, respectiv rate de productivitate, de ocupare a forței de muncă și de frecventare a școlii mai scăzute decât în alte regiuni.

De asemenea, scăderea constantă a populației în mediul rural, cauzată în special de migrația tinerilor și a forței de muncă calificate către regiunile mai atractive, a generat în principal o lipsă acută de lucrători în sectorul agricol.

Consider că reducerea decalajelor existente implică măsuri de sprijin în vederea creșterii conectivității, creșterii accesului pe piețele de desfacere, asigurării serviciilor de bază în regiunile rurale, precum și a serviciilor de consiliere profesională și financiară. Totodată, trebuie elaborate politici concentrate pe atragerea tinerilor în agricultură, concomitent cu prioritizarea investițiilor în infrastructura de bază.

Atrag însă atenția asupra consecințelor pe care Brexit-ul le poate avea asupra regiunilor rămase în urmă, deoarece posibilele tăieri ale finanțărilor vor avea efecte devastatoare din cauza vulnerabilităților cu care se confruntă aceste zone.

 
  
 

(Fin des interventions à la demande)

 
  
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  Corina Crețu, Member of the Commission. – Madam President, dear rapporteur Michela Giuffrida, first of all I would like to congratulate you as rapporteur, but also the Members of the Committee on Regional Development (REGI) for this initiative on this report. The discussion I heard here in Parliament is very meaningful to me. Firstly, because most of you know that lagging regions were one of my top priorities since I became Commissioner so I think it is very important to underline that in the Treaty we have this goal to fill the gaps to reduce disparities, and that is why we are creating these studies on lagging regions to see why so many regions are still stagnating despite the economic growth, despite the fact that we have lower unemployment. We still have regions which are not growing and we do not see results in creating jobs and growth.

I very much welcome the main finding of these reports. It favourably echoes what the Commission strives to underline in its own report on lagging regions and, after listening to the debate, I think overall we share the same views that the social and economic situation of these lagging regions is multi—faceted. It cannot be addressed through a one—size—fits—all policy. On the contrary, as you said here, it requires regionally—differentiated investments and policy responses.

This is why, as you know, in the analysis carried out, two groups of lagging regions were identified: low-income regions, mostly in the eastern periphery of the European Union, and low-growth regions in southern Europe. The pilot project we launched in parallel to complement the analytical strength, namely in test regions in Poland and in Romania, have allowed us to propose hands-on solutions to tackle structural bottlenecks. In Poland, the ‘Catching Up’ region initiative has helped, for example, to improve the conditions for starting a business, the management of financial instruments, or special planning practices. In Romania, tailor—made specialisation strategies and action plans were elaborated, as well as project pipelines in sectors like biomedicine or agro—food.

I have followed closely all the discussions REGI Committee on our report and on the results of the pilot project. I know that there was a heated debate on our recommendation to strengthen the link between European Structural and Investment Funds and the European Semester. I understand very well that some of you may think that we are demanding too much but, on the other hand, we all know that challenges in the quality of governance hinder the performance of public investments. So if we manage to ensure a link with the European Semester, which is more proportionate and more operational, I believe it will help foster the essential structural changes in the areas which have been targeted with our pilot actions, such as business environment, innovation ecosystems, vocational education or training.

This also means going towards a structural reform system based on incentives. For the next Multiannual Financial Framework we are reflecting on a mechanism which would provide positive incentives to the Member States. In the meantime, the work continues. The pilot actions tested in some regions, as I said, will be extended this year to other regions of both countries and in other countries. I fully agree with you that we need more cohesion than ever because, as I said, reducing disparities is our main goal.

To the idea that you raised, I do not need to underline once again my support for the equal development of all the regions. I fully agree that we are side by side with all the regions. We were with the island of Lesbos, with Madeira, after the earthquake in Italy, so we are with the Solidarity Fund wherever it is needed. You raised a point about EMU and taxes which is not under my responsibility, but I stand ready to come to Parliament every time to provide information on the outcome of the actions we have on the ground everywhere in Europe in all the 290 regions.

 
  
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  La Présidente. – Le débat est clos.

Le vote aura lieu mardi 13 mars 2018.

Déclarations écrites (article 162)

 
  
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  Laurenţiu Rebega (NI), în scris. – Consider că politica de coeziune trebuie să aibă un rol esențial în promovarea unei dezvoltării armonioase a întregii Uniuni, prin reducerea disparităților dintre nivelurile de dezvoltare ale diferitelor regiuni. Mare parte din teritoriul României se află printre cele 47 de regiuni rămase în urmă identificate în raportul Comisiei Europene. Pentru a asigura dezvoltarea acestor zone, este nevoie de măsuri și programe specifice, adaptate pentru fiecare regiune, care să țină seama de tendințele și disparitățile subregionale.

În acest sens, Comisia Europeană trebuie să renunțe la impunerea de condiționalități macroeconomice și de reforme structurale, iar PIB pe cap de locuitor trebuie să rămână în continuare principalul indicator pentru alocarea fondurilor în cadrul politicii de coeziune, în condițiile în care regiunile cu întârzieri în dezvoltare se confruntă deja cu dificultăți în ceea ce privește accesul la finanțare, precum și cu întârzieri birocratice și administrative care împiedică absorbția fondurilor UE.

 
  
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  Adam Szejnfeld (PPE), na piśmie. – Polityka spójności – realizowana za sprawą Europejskiego Funduszu Rozwoju Regionalnego, Europejskiego Funduszu Społecznego (EFS) i Funduszu Spójności – jest główną polityką Unii Europejskiej w dziedzinie inwestycji, wzrostu i rozwoju. Jej celem jest redukcja rozbieżności gospodarczych, społecznych i terytorialnych pomiędzy regionami Wspólnoty. Szczególnie ważny jest fakt, iż polityka spójności urzeczywistnia jedną z najbardziej fundamentalnych wartości Unii Europejskiej, czyli solidarność europejską. W przededniu rozpoczęcia negocjacji nt. kolejnych wieloletnich ram finansowych UE należy podkreślić z całą stanowczością, iż polityka spójności w dalszym ciągu powinna stanowić priorytet Unii i być odpowiednio wspierana przez ambitne finansowanie, nawet w świetle presji na budżet UE. Polityka spójności to główne narzędzie europejskiej polityki gospodarczej na rzecz inwestycji publicznych i prywatnych uwzględniających terytorialną, społeczną i gospodarczą specyfikę regionów.

 
  
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  Claudiu Ciprian Tănăsescu (S&D), în scris. – Cunoscut este faptul că există în UE regiuni cu întârziere în dezvoltare (adică „regiuni cu creștere economică scăzută” și „regiuni cu venituri scăzute”), datorită impactului negativ asupra creșterii economice la nivel regional al crizei economice și al celei financiare prelungite. Aceasta situație se manifestă chiar dacă politica de coeziune a contribuit cu aproximativ o treime din bugetul UE pentru a favoriza creșterea și ocuparea forței de muncă și a reduce disparitățile dintre regiunile UE.

În acest context, se impune o analiză a cofinanțării regionale și naționale din cadrul fondurilor structurale și de investiții europene (fondurile ESI), precum și a impactului acesteia asupra deficitelor naționale. Regiunile cu întârziere în dezvoltare se caracterizează adesea prin lipsa reformelor structurale, stagnarea economică fiind cauzată de scăderea investițiilor publice și private.

De asemenea, suntem de acord cu faptul că aceste regiuni se confruntă adesea cu exodul tinerilor și al forței de muncă calificate, ambele fiind resurse necesare pentru revitalizarea economică și socială a zonelor respective, făcând ca aceste regiuni să devină și mai puțin atrăgătoare în ceea ce privește ocuparea forței de muncă și investițiile.

 

21. Il ruolo delle regioni e delle città dell'UE nell'attuare l'accordo COP 21 di Parigi sui cambiamenti climatici (breve presentazione)
Video degli interventi
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  La Présidente. – L’ordre du jour appelle la brève présentation du rapport de Ángela Vallina sur le rôle des régions et des villes de l’Union dans la mise en œuvre de l’accord de Paris de la COP 21 sur le changement climatique (2017/2006(INI)) (A8—0045/2018).

 
  
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  Ángela Vallina, ponente. – Señora presidenta, señora comisaria, el cambio climático es una evidencia incontestable y una realidad ya cotidiana. Y estamos siendo testigos de un aumento en las temperaturas extremas, los incendios forestales, las sequías, las inundaciones y las tormentas, así como también de la proliferación de especies exóticas invasoras y la pérdida de biodiversidad, y, por otro lado, de la competencia por el agua y la demanda de energía.

Las evidencias sobre la responsabilidad humana en el cambio climático están fuera de toda duda y tienen ya efectos medioambientales devastadores y elevados costes socioeconómicos, en especial sobre las poblaciones más vulnerables. El cambio climático también está acentuando las disparidades sociales en toda nuestra Unión. Algunos grupos sociales están más expuestos que otros debido a la mala salud, los bajos ingresos, la vivienda inadecuada, la falta de movilidad o por cuestiones de género, entre otros factores.

Pero la ciudadanía al completo está ya sufriendo graves problemas de salud debido a la contaminación, con cánceres, alergias, muertes prematuras, etc. Un verdadero drama social que además implica tremendos costes en sanidad. El dinero que no gastamos en invertir para corregir el problema se multiplica después en gasto sanitario. Por eso, el informe que presento deplora, en primer lugar, la retirada de los Estados Unidos del Acuerdo de París y presenta alternativas y respuestas desde la perspectiva del papel de las ciudades y los municipios en la lucha contra el cambio climático.

La Unión Europea tiene mucho trabajo por delante y contribuye —hay que decirlo— con un 9 % de las emisiones mundiales y sus ciudades generan el 75 % de ellas. Más del 70 % de los europeos y el 73 % de los empleos se encuentran en zonas urbanas. Las ciudades tienen una gran responsabilidad en el calentamiento global y a la vez constituyen un gran potencial para las soluciones.

Como no puede ser de otra manera, de verdad quiero agradecer el esfuerzo realizado por los demás eurodiputados y eurodiputadas, ponentes alternativos, llegando a un consenso mayoritario de todos los grupos políticos. Ha sido mucho el trabajo en equipo, en el que han participado varios expertos en la materia y en el que hemos recogido una demanda social importante: poner en la agenda política la lucha contra el cambio climático, una vez más y de manera contundente.

El informe puede constituir un verdadero referente político sobre cuál debe ser el papel de las regiones y ciudades europeas en el cambio climático. Pido también a todas y a todos los miembros de esta Cámara que mañana voten a favor y, por lo tanto, el Parlamento Europeo dé un paso importante en el tema del calentamiento global. Sería un verdadero y definitivo paso de verdad en la lucha contra el calentamiento.

No hay que olvidar que el Parlamento Europeo representa la voz de la ciudanía, y en este informe subraya la urgencia y la extrema importancia de luchar contra el calentamiento global. Para ello es necesario que la Comisión Europea recoja y asuma las propuestas de este informe, aunque a veces yo, como española, tengo que lamentar profundamente que precisamente el comisario de Acción por el Clima y Energía, el señor Arias Cañete, sea conocido en mi país por las medidas contra las energías renovables practicadas en nuestro país. Ustedes lo saben bien: impuesto al sol, etc. Y, por si fuera poco, el Gobierno de España lleva años practicando una política de recortes de competencias y recursos económicos a las autoridades locales, limitando de forma inaceptable su capacidad de implementación de medidas contra el calentamiento global.

Es hora de que asumamos la responsabilidad política que nos ha sido encomendada por la ciudadanía. No nos quedemos en medias tintas. Tomemos medidas contundentes. Y por eso me gustaría que mañana este informe saliese adelante, y con esa enmienda importantísima que se ha presentado aparte.

 
  
 

Interventions à la demande

 
  
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  Μαρία Σπυράκη (PPE). – Κυρία Πρόεδρε, ως σκιώδης εισηγήτρια εκ μέρους του Ευρωπαϊκού Λαϊκού Κόμματος σε αυτή την έκθεση θα ήθελα να ευχαριστήσω την εισηγήτρια και να θυμίσω στο Σώμα ότι 359 εκατομμύρια Ευρωπαίοι πολίτες, σχεδόν το 72,5% του πληθυσμού της Ευρωπαϊκής Ένωσης, μένουν σε πόλεις. Εκεί είναι ορατές οι επιπτώσεις της κλιματικής αλλαγής, τα ακραία καιρικά φαινόμενα, οι καταιγίδες, οι πλημμύρες, οι ξηρασίες, η διάβρωση του εδάφους. Στη χώρα μου, την Ελλάδα, είχαμε 23 νεκρούς πριν από λίγο καιρό, μετά από καταστροφικές πλημμύρες. Θα μπορούσε να είχε αποφευχθεί αυτή η καταστροφή, αν υπήρχε ο κατάλληλος σχεδιασμός και οι κατάλληλες υποδομές.

Είναι λοιπόν απαραίτητο να ακούσουμε την τοπική αυτοδιοίκηση, να ενθαρρύνουμε τις επενδύσεις στις πόλεις, στην ενεργειακή αποδοτικότητα, στην καινοτομία για καθαρές πηγές ενέργειας και στις ανανεώσιμες πηγές, αλλά και σε έργα υποδομής. Οφείλουμε, τώρα που μειώνονται οι πόροι, να προσπαθήσουμε να έχουμε τη χρήση των πρόσθετων χρηματοδοτικών εργαλείων από το Ευρωπαϊκό Ταμείο Στρατηγικών Επενδύσεων, καθώς και από το Connecting Europe Facility αλλά και από το Horizon 2020.

 
  
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  Maria Gabriela Zoană (S&D). – Doamnă președintă, în prezent, una dintre cele mai mari provocări cu care se confruntă umanitatea sub aspectele dezvoltării durabile, sănătății și economiei mondiale este procesul de încălzire globală. Fără implicarea tuturor actorilor la nivel local și regional, statele nu vor fi în măsură să-și îndeplinească angajamentele asumate prin COP 21.

Credibilitatea angajamentelor asumate de către părți va depinde de implicarea reală și fermă a orașelor și regiunilor, precum și a întreprinderilor și a investitorilor. În acest context, consider că Uniunea Europeană și statele membre trebuie să acorde o atenție sporită Convenției primarilor, menținând acest gen de cooperare pe termen lung, până în 2030 sau chiar 2050, pentru a stimula dinamica celor 6 500 de orașe și regiuni europene semnatare, care s-au angajat să îndeplinească obiectivele Uniunii Europene de reducere a emisiilor de gaze cu efect de seră pentru 2020 și chiar să le depășească.

Pe de altă parte, trebuie subliniat faptul că regiunile și orașele implicate în aplicarea COP 21 au nevoie de investiții hotărâte și inovatoare, care să se orienteze către proiecte durabile, mai ales în domeniul energiei ... (oratorul a fost întrerupt de către președinte)

 
  
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  Νότης Μαριάς (ECR). – Κυρία Πρόεδρε, ο ρόλος των περιφερειών και των πόλεων είναι ιδιαίτερα σημαντικός για να υλοποιηθεί η συμφωνία του Παρισιού, η COP 21 για την κλιματική αλλαγή, και φυσικά αυτό αφορά όλη την Ευρώπη, αφορά και την Ελλάδα, όπου δυστυχώς δεν υπάρχει συνεργασία ανάμεσα στην κεντρική διοίκηση και στην τοπική αυτοδιοίκηση και στις περιφέρειες. Είδαμε ότι είχαμε τεράστιες φυσικές καταστροφές πρόσφατα στη Μάνδρα, με 23 νεκρούς, και ακόμη μέχρι τώρα διαμαρτύρεται η τοπική αυτοδιοίκηση για να γίνουν τα περίφημα έργα. Αυτό ισχύει για όλη την Ελλάδα.

Το επιπλέον στοιχείο που πρέπει να λάβουμε σοβαρά υπόψη, και έχει σχέση πάλι με την Ελλάδα, είναι ότι έχει μπει σε μια διαδικασία, λόγω των μνημονιακών επιλογών, που περιλαμβάνει την ιδιωτικοποίηση και το ξεπούλημα της ΔΕΣΦΑ, της ΔΕΠΑ, των ΕΛΠΕ και κυρίως μονάδων της ΔΕΗ. Δεν μπορεί να υπάρξει μία πολιτική στήριξης του περιβάλλοντος όταν γίνονται αυτές οι μαζικές ιδιωτικοποιήσεις.

 
  
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  Julie Ward (S&D). – Madam President, implementing the COP 21 objectives must be a joint effort at all levels; therefore, cities and local authorities have a great role to play. In Greater Manchester – in my constituency – the Labour Mayor, Andy Burnham, is holding a Green Summit on 21 March, as part of an initiative to make Manchester the greenest city in Europe. Manchester vote to remain, by the way.

The Green Summit follows extensive stakeholder consultation and brings together environmental experts, interest groups, partner agencies, academics and local people to accelerate Greater Manchester’s green ambitions.

Young people are absolutely key to tackling climate changed, as proved by the Eco Group from St Christopher’s High School in Accrington, also in my constituency. These informed, passionate and creative young people are the leaders of the future. They came to the European Parliament for Child Rights Day in November and met with Michel Barnier’s Brexit team. They know that the UK cannot tackle climate change alone. The fight against climate change is a global challenge that we must keep fighting together with our European partners.

 
  
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  Tibor Szanyi (S&D). – Tisztelt Elnök Asszony! Valóban rendkívül fontos a régióknak, illetve a városoknak a szerepe a károsanyag-kibocsátásnak a megfékezésében és egyáltalán az éghajlatváltozással kapcsolatos küzdelemben. Ugyanakkor nem szabad elmennünk amellett a tény mellett, hogy bár az európai lakosság 75%-a városlakónak mondja magát, azonban ennél több, 44%-nyi ember kötődik így vagy úgy a mezőgazdasághoz. És ezért látnunk kell, hogy a mezőgazdaság önmagában, Európában is a legnagyobb egyedi szennyezéskibocsátó. Így gondolom, valamennyien megfontolhatjuk és megszívlelhetjük az úgynevezett „okosfalvak” koncepciót, aminek a lényegét illetően, bizony a gondolat közepében, pontosan a környezetvédelem, illetve általában is a környezetünket megvédő, a precíziós mezőgazdaságot lehetővé tevő technikák.

 
  
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  Maria Grapini (S&D). – Doamnă președintă, doamnă comisar, nu știu dacă așa s-a vrut să fie, dar raportul vine foarte bine după celălalt raport dezbătut. Rolul regiunilor și al orașelor în aplicarea acordului de la Paris nu poate fi contestat, așa cum nu putem să contestăm schimbările climatice. Cetățenii, până la urmă, suportă consecințele schimbărilor climatice. De aceea, cred că trebuie să se pună accent pe educația privind protecția mediului.

S-a vorbit aici, sigur, că este nevoie și au un rol important administrațiile locale și regiunile, dar eu cred că ar trebui, concret, să existe capitole speciale de buget pentru educația cetățenilor. Pe de altă parte, sistemul de educație trebuie să cuprindă cunoștințe despre încălzirea globală, despre schimbările climatice. Fără o educație a cetățenilor, nu o să putem să ajungem la rezultate foarte bune.

Folosirea energiilor regenerabile este doar una dintre multiplele măsuri ce trebuie luate. Avem altele - împăduriri, interzicerea tăierii pădurilor sunt măsuri indispensabile. Apoi, inovarea și cercetarea sunt necesare pentru a avea tehnologii nepoluante. Iată de ce văd legătura cu dezvoltarea regiunilor mai sărace, pentru că acolo se întâmplă și încălcarea, posibila încălcare, a acordului de la Paris.

 
  
 

(Fin des interventions à la demande)

 
  
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  Corina Crețu, Member of the Commission. – Madam President, Madam rapporteur, honourable Members, on behalf of the Commission I would like to thank you all at the European Parliament for preparing this important report. When I say important, I mean mostly politically important, because it calls for further mobilisation in the battle against climate change and because it puts some national actors on the front line, of course alongside the Member States. This is, indeed, where regions and cities should be when it comes to finding solutions for climate change mitigation and adaptation. They have proved to be ambitious, forward-looking and innovative, so we need all of them on board. This is why is the Commission welcomes Parliament’s call to national governments to further support climate and energy initiatives at local and national level. It mirrors the efforts made at European level to ensure that low carbon and climate-resilient targets are well embedded in all our policies.

As a matter of fact, it seems these efforts have paid off. Climate mainstreaming: the target of at least 20% of the EU budget has helped us to deliver on the Paris Agreement and on our climate and energy objectives. For instance, in the 2014-2020 programming period, close to 25% of the European Structural and Investment Funds will be dedicated to climate-related actions such as energy efficiency, renewables and water retention measures. We take good note of your call for the next Multiannual Financial Framework to be even more ambitious in achieving the objectives of the Paris Agreement.

I can assure you, on behalf of the Commission, that we will do our utmost to ensure that projects financed by the EU budget are in line with these objectives. There will be no place for ‘business as usual’. In the meantime, the Commission will continue to support cities and regions through the several ongoing initiatives. I have in mind, for example, the EU Covenant of Mayors, which has been contributing to our climate and energy objectives since 2008. Indeed, EU Covenant cities have already reduced their emissions by 23% and have pledged to reach –27% by the year 2020. I also have in mind the Urban Agenda for the European Union, which was mentioned here by Ms Spyraki and other honourable Members of the European Parliament. As you may know, twelve partnerships have been put in place under the Urban Agenda, including on climate adaptation and energy transition. Here, cities, regions, Member States and the European institutions are currently working together on action plans to improve legislation, increase knowledge and use European funds more effectively in this area. I had the pleasure, for instance, Ms Ward, to meet the mayor of Manchester last week, and I was very impressed by his pro-European approach and by his active enthusiastic work, hand-in-hand, alongside other cities. Congratulations to all the cities. I think it is very important. He was present at another initiative we had last week on regions in transition, and Manchester was selected as one of these industrial transitions.

To conclude, I would like to mention that this year is the year of so-called Talanoa Dialogue. This word is from Fiji, describing an inclusive and open exchange, and, in preparation for the next UN Climate Conference (COP24), which will take place in Poland in December, local and regional authorities have this opportunity to share their successful policies and good practices through this Talanoa Dialogue. I encourage all stakeholders to use this platform, and I think it will be a valuable contribution to our collective work.

Thank you to Ms Vallina for this report and thank you for your views and for your attention.

 
  
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  La Présidente. – Le débat est clos.

Le vote aura lieu mardi 13 mars 2018.

Déclarations écrites (article 162)

 
  
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  Fabio Massimo Castaldo (EFDD), per iscritto. – Le città hanno una grandissima responsabilità in materia di riscaldamento globale e quindi possono potenzialmente giocare un ruolo di primo piano per combatterlo. Le innovazioni in materia di energia pulita e i progetti su piccola scala di energie rinnovabili sono fondamentali nel raggiungimento degli obiettivi dell'accordo COP 21 di Parigi. Ciò, insieme ad un trasporto pubblico locale realmente sostenibile e più in generale, ad una consapevolezza e ad una corretta e completa informazione della cittadinanza dell'importanza delle conseguenze del cambiamento climatico. La proposta richiama poi, ed è centrale, l'opportunità di considerare la riduzione delle emissioni di gas serra, i lavori di bonifica e le attività volte a rigenerare e decontaminare i siti industriali inquinati come elemento importante nella valutazione della performance dei Programmi Operativi previsti nell'ambito della politica di coesione.

 

22. Interventi di un minuto su questioni di rilevanza politica
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  La Présidente. – L’ordre du jour appelle les interventions d’une minute sur des questions politiques importantes (article 163 du règlement intérieur).

 
  
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  Pál Csáky (PPE) – Pani predsedajúca, ako občan Slovenskej republiky sa chcem vyjadriť k situácii na Slovensku. Chcel by som upriamiť Vašu pozornosť na skutočnosť, že občania Slovenskej republiky dnes majú vyššiu dôveru v inštitúcie Európskej únie ako v orgány Slovenskej republiky. Je to vážna kríza dôvery, predovšetkým k vláde Slovenskej republiky.

Pozor ale: po tom, čo sme poslali delegáciu poslancov Európskeho parlamentu na Slovensko, časť občanov Slovenska si myslí, že týmto krokom sme zobrali na seba aj spoluzodpovednosť za budúci vývoj v krajine. Základom udalostí je veľmi hlboká korupcia, aj korupcia v súvislosti s fondami Európskej únie. Chcem upozorniť na tento moment a požiadať zodpovedných za Európsku komisiu a OLAF, aby sa venovali dostatočne intenzívne tejto problematike.

Samozrejme, vražda novinára musí byť vyšetrená pod medzinárodným dohľadom, a to čím skôr.

 
  
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  Virginie Rozière (S&D). – Madame la Présidente, je voudrais attirer l’attention de mes collègues sur les événements prévus dans le cadre de l’article 17 du traité.

Cet article organise le dialogue, qui est censé être ouvert et transparent, entre nos institutions, d’une part, et les organisations confessionnelles, d’autre part, mais aussi les organisations philosophiques et non confessionnelles. Si j’insiste sur ces dernières, c’est parce qu’elles sont de plus en plus marginalisées au sein de notre Parlement. Je remarque avec inquiétude que les défenseurs de l’humanisme, de la libre pensée, de la liberté de conscience ne sont que très rarement invités à intervenir dans ces événements, alors que, dans le même temps, sont nombreux les rassemblements où on demande aux représentants des trois grands monothéismes de commenter la politique extérieure de l’Union.

C’est d’autant plus problématique qu’on sait que les religions sont parfois utilisées dans certains des États concernés pour opprimer, voire persécuter les populations. Je pense évidemment aux femmes, aux minorités sexuelles, mais aussi aux athées et aux apostats, qui peuvent risquer leur vie de ce simple fait. Nos valeurs de paix, de liberté, d’égalité, n’ont pas besoin du modèle de la foi pour être intégrées. Elles peuvent même parfois être combattues par les formes les plus extrêmes de toutes les religions.

C’est pourquoi je demande solennellement que ce Parlement cesse de privilégier les hiérarchies religieuses et s’attache à garantir la liberté de conscience de chacun.

 
  
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  Arne Gericke (ECR).(Beginn des Redebeitrags bei ausgeschaltetem Mikro)… Wissen Sie was das ist? Das sind Jodtabletten. 45 Millionen Stück davon hat Belgien gekauft, damit sich die Bürger des Landes bei einem Atomunfall besser vor radioaktiver Strahlung schützen können. Reine Vorsichtsmaßnahme? Das bröckelnde Kernkraftwerk in Tihange spricht eine andere Sprache: fingerdicke Risse im Reaktor, immer mehr Störfälle, kaum Dialog mit den Nachbarstaaten, kein grenzübergreifendes Katastrophenschutzkonzept. Und da verordnet Belgien bloß Jod gegen den maroden Meiler. Mit Verlaub, diese Pillen sind ein Beruhigungsmittel für die Tonne.

Ich appeliere an die belgische Regierung, gemeinsam mit meinen Freien Wählern in NRW und Rheinland Pfalz, gemeinsam mit Millionen Bürgern im Dreiländereck: Schließen Sie Tihange, sofort! Ich appeliere an die Kommission: Machen Sie Druck auf die belgische Regierung, im Namen der Sicherheit! Ich appelliere an die deutsche Regierung: Schluss mit dem Schweigen! Aus für Tihange! Nochmal: Stoppen Sie Tihange jetzt, bevor es zu spät ist!

 
  
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  Thierry Cornillet (ALDE). – Madame la Présidente, le principe de listes transnationales aux prochaines élections européennes a été rejeté par notre Parlement.

C’est une occasion manquée de faire émerger un débat transnational qui aurait été disjoint de nos débats nationaux. C’est aussi une occasion manquée de mettre en avant un symbole, celui que l’Union est un tout et pas seulement l’addition des pays.

Nous pouvons ne pas en rester là. Profitons de ce que les citoyens européens vont être appelés en mai 2019 à choisir leurs représentants pour ajouter à cette élection une consultation populaire sur notre avenir commun. Cette consultation pourrait prendre la forme d’une question ou d’une proposition à réponse «oui» ou «non» et elle ferait l’objet d’un deuxième vote en même temps, le même jour, dans une deuxième urne qui y serait consacrée. Ainsi l’ensemble des citoyens européens pourraient être consultés et auraient à cœur, je crois, collectivement, de répondre à une question concernant leur avenir commun.

Je propose donc que notre Parlement soit à l’initiative et que le sujet de cette consultation ou de cette question soit discuté en premier lieu dans notre enceinte.

 
  
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  Ana Miranda (Verts/ALE). – Senhora Presidente, a minha primeira intervenção como eurodeputada nesta parte do plenário é de apoio aos movimentos populares na defesa das pensões, da habitação, da saúde pública, da escola, da igualdade e da liberdade de expressão. Movimentos em defesa da democracia.

No caso da Galiza e do Estado espanhol, os movimentos populares surgem pela passividade e contra as reformas estruturais do Partido Popular, que visam nivelar por baixo as condições de vida presentes e futuras.

Sobre as pensões, sabe o que está a fazer o governo do Sr. Rajoy? Uma subida de miséria, mentindo, porque o gasto para manter o sistema é inferior ao gasto no conjunto da UE, pelo que se poderia incrementar o esforço, se houvesse vontade política. As diferenças entre homens e mulheres também são grandes e, no caso da Galiza, as pensões são as segundas mais baixas do Estado. E sabem qual é a resposta social? Uma revolução de avós que saíram às ruas exigindo pensões dignas.

Outro movimento é o da habitação, hoje aqui presente. A plataforma de afetados pelas hipotecas, premiada neste Parlamento, quer discutir a lei relativa à habitação no Parlamento Europeu, e o Partido Popular não o permite.

 
  
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  Κώστας Χρυσόγονος (GUE/NGL). – Κυρία Πρόεδρε, η αρπαγή Ελλήνων στρατιωτικών από την τουρκική στρατοχωροφυλακή, στα σύνορα του Έβρου, την 1η Μαρτίου και η συνεχιζόμενη έκτοτε ομηρία τους συνιστά παραπέρα κλιμάκωση στην επιθετικότητα του τουρκικού καθεστώτος απέναντι σε κράτη μέλη της Ένωσης, όπως η Ελλάδα και η Κύπρος. Είχαν προηγηθεί η πειρατική παρεμπόδιση του γεωτρύπανου στην κυπριακή ΑΟΖ, ο εμβολισμός σκάφους του ελληνικού λιμενικού και άλλα.

Οι ενέργειες αυτές της Τουρκίας, σε συνδυασμό με την εισβολή τουρκικών στρατευμάτων στη Συρία και την πολιορκία της πόλης Αφρίν παραβιάζουν το διεθνές δίκαιο και αποδεικνύουν ότι η χώρα αυτή δεν έχει καμία πρόθεση να εκπληρώσει έστω και τις στοιχειώδεις υποχρεώσεις που απορρέουν από την ιδιότητά της ως υποψήφιου κράτους για ένταξη στην Ένωση. Είναι αναγκαία η διακοπή της καταβολής προενταξιακής χρηματοδοτικής βοήθειας προς την Τουρκία και η απαγόρευση εξαγωγής ευρωπαϊκών οπλικών συστημάτων που χρησιμοποιούνται εναντίον αμάχων.

 
  
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  Laurenţiu Rebega (NI). – Doamnă președintă, astăzi vă voi prezenta mesajul primit de la un cetățean european, care se numește Florin Coman și este elev în județul Gorj, România, care este îngrijorat de situația educației și lipsa școlilor profesionale.

Citez: „Toată lumea dă vina pe tineri pentru felul în care merge țara. Ni se spune că suntem leneși, mileniali, fulgi de zăpadă, și mai știu eu cum. Dar e vina noastră că suntem așa? Nu toți suntem născuți în familii de elită și nu suntem toți genii. Ce oportunități ne oferă nouă țara? Plecăm prin Europa să facem muncă necalificată pentru că acasă avem numai facultăți una și una, dar școli profesionale ba. Părinții își împing copiii să meargă la facultate ca să fie în rândul lumii, dar și aceștia ajung tot la munca de jos. Aș vrea să știu de ce voi, conducătorii țării și ai Europei, nu recunoașteți lipsurile din educație și nu le tratați luând în considerare nevoile reale pe care noi le avem?”Am încheiat citatul.

Sper să primesc și să facem auzite din ce în ce mai multe astfel de mesaje, deoarece trebuie să nu uităm că Uniunea Europeană este pentru și despre cetățenii ei.

 
  
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  László Tőkés (PPE). – Elnök Asszony! Romániában kezdettől fogva hatósági zaklatásnak, retorzióknak és szankcióknak vannak kitéve a székely autonómiamozgalom képviselői, illetve a Székely Nemzeti Tanács által szervezett Székely Szabadság Napjának szervezői és résztvevői.

Ennek egyik legutóbbi, kirívó esete Dabis Attilának, az SZNT külügyi megbízottjának Romániából való indoklás nélküli kiutasítása. A Ceausescu-időkre emlékeztető jogfosztás ellent mond Románia törvényeinek, és megszegi az európai állampolgárok szabad mozgására vonatkozó alapvető szabadságelvet.

Tiltakozom a bírói végzés nélküli kitiltása és nem kívánatos személlyé való nyilvánítása ellen, hiszen Dabis Attila semmi törvénytelenséget nem követett el, hanem csak a romániai magyar nemzeti közösség jogait és érdekeit védelmezi.

 
  
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  Maria Grapini (S&D). – Doamnă președintă, doamnă comisar, vă mulțumesc că la așa o oră târzie stați aici, în Parlament, să ascultat declarațiile noastre politice și, sper, să și duceți mesajul. Doresc să vorbesc, a nu știu câta oară, în cadrul declarației mele politice, despre prevederea din tratat privind libera circulație a lucrătorilor, despre tratamentul egal al cetățenilor europeni. Dar se întâmplă, în fapt, aceste lucruri?

Săptămâna trecută m-am deplasat la Graz, în Austria, cu mașina mea, din orașul Timișoara, aflat în vestul României. Am putut vedea cozi de zeci de kilometri de camioane, care așteptau la controlul de frontieră la intrarea în Ungaria, apoi la intrarea în Austria. Cetățenii și firmele de transport din țara mea sunt discriminate, stau zile sau chiar săptămâni șoferii și dorm în cabină.

Pe de altă parte, noi discutăm aici, în Parlamentul European, și țări ca Germania, Franța și Belgia amendează șoferii care dorm în cabină în parcare. Dar, oare, a sta o săptămână în frontieră și a dormi în cabină sunt condiții sociale mai bune? Eu cred că trebuie să primim un răspuns și vreau să știu de ce România nu este în Schengen, deși, de ani de zile, respectă, tehnic, toate condițiile? Este doar o marginalizare politică?

 
  
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  Jasenko Selimovic (ALDE). – Madam President, for 13 years Macedonia has been blocked on its EU path because of the name issue with Greece – 13 wasted years. Why? Well, apparently there is a problem because there is the country of Macedonia and the province of Macedonia in Greece. Is that really a problem? As far as I know, there is a province of Luxembourg and the country of Luxembourg. No problems. There is the state of Azerbaijan and the region of Azerbaijan in Iran. There is Georgia in the USA and Georgia on the outskirts of the EU. Nobody makes a problem out of it. So is this really a problem? No, nobody cares. The problem is that we allow one Member State to block accession countries and that we tolerate these expressions of nationalism. I am aware how sensitive this issue is, but we have neither the energy nor the time for these almost childish name games. So please let us stop it.

 
  
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  Miroslavs Mitrofanovs (Verts/ALE). – Madam President, on Saturday, 10 March, a protest rally was held in Riga, the capital of Latvia. Five thousand participants expressed their deep concern regarding the decision of the Latvian authorities to destroy the system of minority education.

I promised to inform the EU institutions about this disaster. Thirteen years ago, when Latvia joined the EU, the Latvian authorities agreed and incurred obligations to respect and protect national minorities. The recent decision to prohibit the use of minority languages as a tool of instruction in secondary schools is a flagrant violation of these basic principles of the EU. The Russian—speaking minority of Latvia comprises up to 40% of the population of the country.

The ongoing destruction of Russian minority schools undermines the peace and mutual confidence in the society. On behalf of my voters and on behalf of the Russian minority in Latvia, I ask the EU institutions to intervene in this situation and ensure the protection of human rights in Latvia. Let us say it together: stop killing minority schools.

 
  
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  Miguel Urbán Crespo (GUE/NGL). – Señora presidenta, en el Estado español existen actualmente al menos tres millones de viviendas vacías. Mientras tanto, el número de desahucios sigue siendo insoportable: un desahucio cada ocho minutos.

Son dos caras del desarrollo económico especulativo sobre el que se ha basado la economía española, un modelo económico que ha depredado nuestro territorio y ha atentado directamente contra los derechos básicos de la población, como el derecho a la vivienda.

Mientras, los movimientos sociales autoorganizados, como la Plataforma de Afectados por la Hipoteca, llevan años luchando por los derechos sociales más básicos.

El Gobierno español siempre ha preferido rescatar bancos antes que familias y ahora quiere vetar incluso que se pueda debatir en sede parlamentaria la iniciativa legislativa presentada por la PAH.

Desde Europa queremos mostrar nuestro rechazo al intento de suspender la democracia por parte del Gobierno del PP evitando tan siquiera debatir las propuestas de la PAH, a la que queremos mostrar todo nuestro apoyo desde el Parlamento Europeo. A ellos, a sus propuestas, a su lucha y a su iniciativa.

 
  
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  Anna Záborská (PPE) – Pani predsedajúca, pri príležitosti 8. marca zvykneme vyzdvihovať schopnosti žien, ich profesionálne a športové výkony a vyzývame k odstráneniu prekážok, ktoré bránia ženám realizovať ich potenciál a talenty.

No hoci majú ženy zároveň nezastupiteľnú úlohu ako matky, hoci od nich v tom najdôslednejšom zmysle slova závisí budúcnosť Európy aj sveta, spomenúť tento fakt znamená vystaviť sa obvineniam zo šírenia stereotypov. V roku 2010 dokonca správa výboru Rady Európy pre rovnaké príležitosti nazvala zobrazovanie žien v médiách v roli matiek rovnako stereotypným ako ich zobrazovanie ako pasívnych a menejcenných bytostí, či sexuálnych objektov.

Materstvo nie je stereotyp, ale výsada, zodpovednosť a výkon zároveň. Medzinárodný deň žien by to mal celému svetu hrdo pripomínať.

 
  
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  Alex Mayer (S&D). – Madam President, Anglian Water have 4.3 million customers. They generate GBP 1.2 billion in revenue and last year paid out GBP 320 million to their shareholders. Anglian Water sounds quite profitable to me but the company, with a subsidiary in the Cayman Islands, had a corporation tax bill of zero. Not a single penny to help fund our vital public services.

And now they want to replace their pension scheme with one that’s a lot worse for their workers. Local staff who have contacted me are rightly angry. I am of the firm belief that Anglian Water can well afford to pay for their staff’s pensions. It is a drop in the ocean for them.

And so my message to them is clear: don’t water down your work force’s pensions. Think again – you have the power to stop this tidal wave of anger from your workers.

 
  
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  Josep-Maria Terricabras (Verts/ALE). – Señora presidenta, lo denuncio de nuevo: esta Cámara condena con razón agresiones a los derechos humanos en todos los puntos del planeta, algunos casi desconocidos incluso para nosotros. Pero esta misma Cámara ha sido incapaz de plantearse las agresiones a los derechos humanos y a los principios democráticos que se cometen constantemente en España contra los catalanes.

Tras unas elecciones democráticas ganadas por las fuerzas independentistas, el Gobierno español no acepta el resultado y le encarga a un juez que decida quién debe ser presidente del Gobierno de Cataluña. Eso sería un escándalo mayúsculo en cualquier otro Estado y es un escándalo para cualquier alumno de primer curso de Derecho.

Mientras en España y en otros países europeos la extrema derecha avanza sin freno, esta Casa se calla. Los catalanes estamos a favor de una Europa de la libertad, de los derechos y de la justicia; lo demás nos resulta despreciable. Espero que algún día este Parlamento despierte avergonzado: que no sea demasiado tarde.

 
  
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  Martina Anderson (GUE/NGL). – Madam President, this Parliament is debating what the EU relationship with Britain will be post—Brexit. For most people, Brexit is undefined, negotiated by the unprepared, seeking unspecified outcomes which will end in an unmitigated disaster for the people of Ireland. So, if the British Government refuses to live up to its commitments on the border of Ireland and on no diminution of our rights, the Brexit negotiations should freeze. The British Government’s rejection in March of what they agreed in December is an absolute scandal but, you know, it is not new. Those of us who are used to negotiating with the British know only too well how hard it is to hold them to their commitments. They claim to support the Good Friday Agreement in all of its parts, they say there will be no denial of our rights, they say that they do not want a hard border but, from where we are standing, it looks like they are designing the uniform, training the dogs and sharpening the razor wires.

 
  
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  Ελισσάβετ Βόζεμπεργκ-Βρυωνίδη (PPE). – Κυρία Πρόεδρε, την 1η Μαρτίου δύο Έλληνες στρατιώτες φέρεται να πέρασαν κατά λάθος τα σύνορα Ελλάδας-Τουρκίας και μπήκαν σε τουρκικό έδαφος, στην περιοχή της Θράκης, που είναι και σύνορα της Ευρώπης. Τέτοια περιστατικά έχουν ξανασυμβεί και από τις δύο χώρες και πάντα λύνονταν εντός ολίγων ωρών, σε διοικητικό επίπεδο. Εν προκειμένω όμως οι στρατιώτες συνελήφθησαν, οδηγήθηκαν με χειροπέδες και καλυμμένα πρόσωπα σαν εγκληματίες στα δικαστήρια της Αδριανούπολης και ακολούθως σε φυλακές υψίστης ασφαλείας, όπου κρατούνται παράνομα, χωρίς να τους έχει απαγγελθεί κατηγορία.

Το σοβαρό αυτό συμβάν προστίθεται στη συστηματική επιθετικότητα της Τουρκίας κατά της Ελλάδας, στη σκόπιμη περιφρόνηση του κράτους δικαίου και τη συνειδητή αμφισβήτηση του διεθνούς δικαίου. Η Ευρωπαϊκή Ένωση οφείλει εδώ και τώρα να αντιδράσει στην ακραία επιθετικότητα της Τουρκίας σε βάρος κράτους μέλους της. Απαιτούμε από τον πρόεδρο Ερντογάν να υποχρεωθεί να τηρήσει σχέσεις καλής γειτονίας, ώστε να επιστρέψουν άμεσα οι Έλληνες στρατιώτες στην Ελλάδα.

 
  
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  Jonás Fernández (S&D). – Señora presidenta, hace unos días teníamos la confirmación de que la Administración Trump decidía imponer aranceles sobre el aluminio y sobre el acero, también sobre los europeos, alegando motivos de seguridad.

Ciertamente alegar motivos de seguridad con respecto a un socio, como es Europa, es una más de las disparatadas ideas que la Administración Trump nos está enseñando en estos últimos tiempos.

En mi región, en Asturias, tenemos empresas muy importantes tanto del acero como del aluminio, empresas que pueden verse perjudicadas por esta amenaza proteccionista de la Administración Trump, no tanto porque exportemos una gran cantidad a los Estados Unidos, sino por el posible efecto de desviación de comercio de esos aranceles.

Apoyo, por tanto, la respuesta firme, la respuesta rápida de la Comisión Europea y exijo que este Parlamento Europeo siga muy de cerca la actividad de la Administración Trump. Muchos creemos en unas buenas relaciones transatlánticas. Esperemos que esta decisión tenga una clara respuesta por parte de Europa.

 
  
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  Michaela Šojdrová (PPE). – Paní předsedající, dnes je to přesně devatenáct let, co došlo k rozšíření NATO na východ. Dne 12. 3. 1999 tedy vstoupily Polsko, Maďarsko a Česká republika do NATO. Poprvé v samostatné historii těchto států se jim dostalo skutečných bezpečnostních záruk a mohly zároveň přispět ke kolektivní bezpečnostní ochraně demokratického světa.

Se znepokojením ale sleduji to, že NATO je politicky oslabováno na obou březích Atlantiku. Tedy v Evropě, která zažívá sedmdesát let míru, a to nejen díky organizaci Evropské unie, ale také díky NATO. NATO je stabilizátorem pro Balkán, pro Středomoří, včetně zvládnutí migrační krize, ale také například pro vztahy mezi Tureckem a Řeckem, které by jinak mohly přerůst v otevřený konflikt. Aby NATO mohlo dále plnit svoji roli, musí všechny jeho členské státy plnit své závazky, zejména vydávat dostatečné prostředky na obranu. Evropská unie a NATO musí co nejvíce spolupracovat a posilovat tak bezpečnostní záruky pro Evropu i celý svět.

 
  
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  Tibor Szanyi (S&D). – Frau Präsidentin! In den letzten Tagen war ein Video über Wien eines Ministers von Viktor Orbán, namentlich János Lázár, das Hauptthema der öffentlichen Debatte in Österreich und in Ungarn. Als Teil einer billigen Hasskampagne versuchte der Minister von Orbán, Wien – eine der schönsten Städte Europas – so darzustellen, als gäbe es im Bezirk Favoriten apokalyptische Zustände. Er versuchte, die ungarischen Wähler davon zu überzeugen, dass die sauberen Straßen der Stadt als Folge des Zustroms von Migranten voller Müll seien, welche die sozusagen echten Einheimischen verdrängt haben – weiße Christen.

Wir, die ungarischen und europäischen Demokraten, wollen, dass unsere Freunde in Wien, Österreich und Europa wissen, dass die Mehrheit der Ungarn nicht für diese Regierung gestimmt hat. Diese Regierung ist in Ungarn aufgrund von Betrug und Korruption an der Macht. Wir schämen uns zutiefst für ihre hetzerischen Reden und entschuldigen uns nicht nur bei den Menschen in Wien, sondern auch bei allen Europäern, bei den Vertretern der Vereinten Nationen und anderen internationalen Organisationen in Wien, die schändlich von Orbáns Minister beleidigt wurden.

 
  
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  Claudiu Ciprian Tănăsescu (S&D). – Doamnă președintă, stimați colegi, de circa 4 luni România trece printr-o criză medicală acută datorată lipsei de pe piață a imunoglobulinei. Această criză, una artificială, produsă de producătorii, importatorii și distribuitorii de imunoglobulină, pune în pericol viața a circa 5 000 de pacienți. Din fericire, soluția pe termen scurt a fost găsită prin activarea mecanismului de protecție civilă la nivel european. Aici trebuie să scot în evidență beneficiul de a fi membru al Uniunii Europene, care dă o șansă la viață pacienților români afectați de criza imunoglobulinei.

Pe de altă parte, această criză ar trebui să ne dea de gândit nouă, europenilor, și să ne întrebăm dacă nu cumva ar trebui să revedem la nivel european relația dintre Uniunea Europeană și companiile producătoare de medicamente, precum și regulile de funcționare ale producătorilor și distribuitorilor. Este inadmisibil ca, în condițiile în care bugetul Uniunii Europene susține anual cercetarea farmaceutică cu sume de ordinul sutelor de milioane de euro, companiile farmaceutice să șantajeze guvernele naționale, condiționând dreptul la viață al pacienților pentru a-și maximiza profitul.

 
  
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  Julie Ward (S&D). – Madam President, this coming Sunday, the World Water Forum begins in Brasilia. It’s very ironic to consider that this high—level event on such a crucial issue takes place in Brazil, a country which is shifting to a dictatorship, where land-grabbing and disregard for environmental concerns are widespread. The recent decree putting the military in charge of Rio’s police, fire services and prisons is highly unlikely to solve the city’s security problem.

The EU and its Member States must make a much stronger reaction to the increasing state repression. Our governments should support the Alternative Water Forum set to take place next week. This grassroots platform gathers organisations from around the world, including Green Cross, who fight for water to be recognised as a human right, rather than as a commodity. I stand in solidarity with them, and in particular with the indigenous communities in Brazil and elsewhere, who are fighting against corporations trying to seize their lands and their natural resources.

 
  
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  Andrejs Mamikins (S&D). – Madam President, there are two pieces of news: good and bad. The good news is that we can see rapid GDP growth in Eastern Europe, and the main reason for this growth is the contribution from EU funds. For example, in my country, Latvia, the Cohesion Fund and other European funds give around 3% GDP growth annually. Every eighth euro in the Latvian state budget is foreign help, as my colleague, the newly-appointed Member of the European Parliament, Mr Mitrofanov, knows very well.

The bad news is that the economies of Eastern Europe have become heavily dependent on this money. Let us imagine that this money is not be available for a period after 2020. The reduction of Cohesion Fund spending might coincide with the next cyclical downturn in the world economy. This combination could lead to a very deep crisis in the economies of eastern EU countries. Let’s think about it.

 

23. Ordine del giorno della prossima seduta: vedasi processo verbale
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24. Chiusura della seduta
Video degli interventi
 

(La séance est levée à 23 h 04)

 

25. Chiusura della sessione annuale
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  La Présidente. – Je déclare close la session 2017-2018 du Parlement européen.

 
Ultimo aggiornamento: 29 maggio 2018Note legali - Informativa sulla privacy