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Procedure : 2018/2055(INI)
Stadium plenaire behandeling
Documentencyclus : A8-0265/2018

Ingediende teksten :

A8-0265/2018

Debatten :

PV 10/09/2018 - 25
CRE 10/09/2018 - 25

Stemmingen :

PV 11/09/2018 - 6.14
Stemverklaringen

Aangenomen teksten :

P8_TA(2018)0331

Volledig verslag van de vergaderingen
Maandag 10 september 2018 - Straatsburg Herziene uitgave

25. Maatregelen ter voorkoming en bestrijding van pesterijen en seksuele intimidatie op het werk, in openbare ruimten en in het politieke leven in de EU (korte presentatie)
Video van de redevoeringen
Notulen
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  Presidente. – L'ordine del giorno reca la breve presentazione della relazione di Pina Picierno, a nome della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere, sulle misure per prevenire e contrastare il mobbing e le molestie sessuali sul posto di lavoro, nei luoghi pubblici e nella vita politica nell'UE (2018/2055(INI)) (A8-0265/2018).

 
  
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  Pina Picierno, relatore. – Signor Presidente, onorevoli colleghi, signora Commissario, noi abbiamo lavorato in commissione per più di un anno a questa relazione, e vado particolarmente fiera del risultato che abbiamo ottenuto.

Fiera perché con questo testo, io credo, facciamo un grande passo in avanti nella lotta contro le molestie e il mobbing nei confronti delle donne. Fiera perché, grazie a questo testo, possiamo finalmente portare al centro di questo dibattito e anche dell'opinione pubblica un problema che per decenni è stato minimizzato, per decenni è stato evitato in nome di una presunta possibile diversità di sensibilità, e che invece, grazie a quel movimento globale che è stato denominato "MeToo" e che ha portato al centro la denuncia di tante donne, finalmente è diventata una questione centrale. Ogni giorno donne e ragazze subiscono violenze, subiscono molestie, vengono mobbizzate sul luogo di lavoro, al bar, al cinema, al parco, in palestra, e questo lungo elenco di luoghi potrebbe davvero continuare all'infinito, purtroppo.

E a questi luoghi noi dobbiamo aggiungere, purtroppo, un altro luogo pubblico nuovo, che è il luogo pubblico virtuale, sono i social network, sono le chat, sono i siti web, sono i blog, sono quei luoghi virtuali in cui, purtroppo, le violenze verbali e psicologiche si concretizzano drammaticamente sempre di più.

Allora in sede di commissione FEMM abbiamo voluto porre l'attenzione su queste vicende, su questi nuovi fatti che avvengono, porre l'accento su questo aspetto che appare sempre di più nelle nostre cronache quotidiane. Perché ogni tipo di violenza, ogni tipo di molestia ha delle conseguenze gravissime, ha delle conseguenze psicologiche o fisiche, come dimostrano appunto i casi di suicidio di ragazze che sono state vittime, molto spesso, di revenge porn o di bullismo digitale online, e che non ce l'hanno fatta a reggere il peso della vergogna di quello che avevano subito.

È per loro, per tutte le donne che sono state molestate, per tutte le donne che vengono molestate, che stiamo portando avanti questa battaglia. E alla Commissione chiediamo uno sforzo maggiore, signora Commissario, in quanto esecutivo europeo. Noi vogliamo che venga finalmente proposta una direttiva che uniformi la lotta alla violenza di genere, e vogliamo che in questa direttiva ci sia una definizione chiara, omogenea, di quello che significa essere molestata o mobbizzata.

Vogliamo soprattutto una definizione chiara di quello che significa oggi un luogo pubblico perché, come dicevamo prima, le tecnologie hanno modificato questo concetto creando nuove piazze virtuali, dove la violenza verbale non ha più controllo, principalmente perché le persone si sentono praticamente invincibili e impunibili in questi ambienti virtuali, dove ci si può facilmente nascondere dietro un nickname per sentirsi intoccabili.

Allora chiediamo anche più educazione, chiediamo maggiore attenzione anche su questo aspetto, perché è proprio dalla scuola, che è il primo luogo pubblico dove i bambini iniziano a confrontarsi con la realtà, con i propri compagni di scuola, che dobbiamo iniziare, educando alla parità di genere, educando all'uguaglianza, al rispetto e alla consapevolezza, perché il rispetto è dovuto a tutti e perché il sesso della persona non la può fare migliore o peggiore di un'altra.

Allora io chiudo ringraziando ancora una volta tutti i colleghi e le colleghe che hanno lavorato a questo testo. Siamo sicuri che ci consentirà di fare un passo in avanti importante.

 
  
  

PRZEWODNICTWO: BOGUSŁAW LIBERADZKI
Wiceprzewodniczący

 
  
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  Przewodniczący. – Dobry wieczór, witam Państwa serdecznie. Witam Państwa zwłaszcza po wakacjach. Rozumiem, że jesteście Państwo pełni werwy do pracy.

Zgłoszenia z sali

 
  
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  Anna Záborská (PPE). – V prvom rade by som chcela poďakovať za prácu pani spravodajkyni Picierno. Najmä vďaka nej máme pred sebou text, ktorý môžu podporiť všetky politické skupiny. Osobitne chcem vyzdvihnúť, že správa upozorňuje aj na šikanovanie tehotných žien a matiek na pracovisku. Výsledný text je vyvážený, pretože sa opiera o imperatív ľudskej dôstojnosti zakotvený v Charte základných práv Európskej únie, ktorý vychádza z kresťanského chápania človeka. Ak chceme skutočne raz a navždy odstrániť sexuálne obťažovanie a šikanovanie na pracovisku, musíme viac hovoriť o tom, že ako ľudia sme si vo svojej dôstojnosti rovní.

Tento etický postulát je skutočným dôvodom, prečo nikto nemá právo obťažovať alebo šikanovať druhého človeka. Nie Istanbulský dohovor, zákony alebo firemné pravidlá.

 
  
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  Caterina Chinnici (S&D). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, le molestie e gli abusi sessuali rappresentano ancora oggi una delle più odiose forme di violenza e di violazione dei diritti umani. Si verificano sul posto di lavoro, come nella vita pubblica e anche nella sfera digitale. Secondo uno studio dell'agenzia FRA, infatti, una donna su cinque di età compresa fra i diciotto e i ventinove anni ha subito molestie sessuali online.

Le istituzioni europee, signora Commissario, devono quindi dare un forte impulso affinché gli Stati membri diano piena attuazione alla Convenzione di Istanbul, armonizzando le proprie normative in materia di violenza di genere per affrontare anche le nuove forme dilaganti di molestie sessuali e di bullismo nello spazio virtuale, che causano alle vittime conseguenze psicologiche di lungo periodo e che in alcuni casi hanno spinto giovanissime vittime a togliersi la vita.

Sono necessarie inoltre campagne educative e di prevenzione nelle scuole per diffondere una nuova cultura incentrata sul rispetto delle donne e per preparare i più giovani a un utilizzo responsabile di Internet e dei social media. Sono altresì necessarie forme di collaborazione con i fornitori di servizi Internet affinché adottino misure concrete per proteggere i consumatori e permettere loro di segnalare i casi di abusi e persecuzioni.

 
  
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  Ruža Tomašić (ECR). – Gospodine predsjedavajući, brojne su osobe, pogotovo na internetu, izvrgnute zlostavljanju zbog drukčijeg mišljenja, a da bi ih se ponizilo cilja se na njihov spol ili fizička obilježja. Takvo je ponašanje nedopustivo pa edukacijom, prevencijom i adekvatnim zakonskim rješenjima moramo raditi na njegovoj eliminaciji. No s druge se strane pod najezdom radikalnih feministkinja toliko proširuje definicija zlostavljanja i uznemiravanja da svako udvaranje postaje nepoželjno. Čak su i neke svjetski poznate feministkinje progovorile o ovome problemu. Granicu je važno postaviti, mora se znati što je doista za svaku osudu i treba biti zakonski sankcionirano, a što spada u normalnu ljudsku komunikaciju koja u određenom momentu može biti naporna ili dosadna, ali svakako, nije riječ o zlostavljanju. Ne bude li ova granica jasna ljudi će se pod pritiskom loše zakonske regulative i sudske prakse dodatno udaljavati što će ostaviti ozbiljne posljedice na naša društva.

 
  
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  Γεώργιος Επιτήδειος (NI). – Κύριε Πρόεδρε, η σεξουαλική παρενόχληση και η επιβολή, κυρίως στους χώρους εργασίας, είναι μία απαράδεκτη και καταδικαστέα νοοτροπία και πρακτική, η οποία όμως είναι συνυφασμένη με τη φύση του ανθρώπου. Ίσχυε, ισχύει και θα ισχύει και στο μέλλον, εκτός και αν ληφθούν τα απαραίτητα μέτρα. Κυρίως, αυτή η νοοτροπία εκφράζεται και βασίζεται στη φιλοσοφία ορισμένων ανδρών, ότι, ενεργώντας με αυτό τον τρόπο, είτε αυτοεπιβεβαιώνονται, είτε κυριαρχούν επί του θύματός τους. Βεβαίως, αδιαφορούν τόσο για την καταπάτηση των ανθρωπίνων δικαιωμάτων του, όσο και για τη μείωση της προσωπικότητάς του. Πολύ περισσότερο όμως, αδιαφορούν για τα συναισθηματικά και τα ψυχολογικά τραύματα που δημιουργούν στο θύμα τους. Πρέπει λοιπόν να αντιμετωπιστεί αυτό και, για να αντιμετωπιστεί, πρέπει να εκπαιδευτούν οι νέοι άνδρες ώστε να μη θεωρούν ότι αυτή η ενέργεια είτε προσδίδει κύρος, είτε είναι δείγμα επιβολής. Είναι στην πραγματικότητα μία συγκεκαλυμμένη μορφή δειλίας. Εάν δεν κινηθούμε προς αυτή την κατεύθυνση, όσους ορισμούς και αν δώσουμε, όσες αναλύσεις και αν κάνουμε, δεν πρόκειται να επιτύχουμε το επιθυμητό αποτέλεσμα.

 
  
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  Michaela Šojdrová (PPE). – Pane předsedající, kolegyně a kolegové, já považuji za důležité to, aby ponižování pracovníků v žádném případě nebylo tolerováno. Různé formy šikany, mobbingu, ty se vyskytují i v zaměstnávání v rámci veřejné správy či politiky. A já jsem ráda, že Evropský parlament se snaží různé případy, které se i zde vyskytly, řešit. Chci za to poděkovat také naší kolegyni Elisabeth Morin-Chartierové, která se o řešení takovýchto velmi nepříjemných a smutných případů zasadila.

Nakonec v České republice jsme měli ministra, který za ponižování svých zaměstnanců nakonec musel odstoupit, ale nějaké měsíce to trvalo. Za důležité považuji to, aby společnost zůstala citlivá k tomu, co to je ponižování lidí, a tady je potřeba právě prevenci, o které hovořila také předřečnice Anna Záborská, tzn. vzdělávání, etickou výchovu, zkrátka zůstat citlivý k těmto otázkám.

 
  
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  Maria Grapini (S&D). – Domnule președinte, doamna comisar, stimați colegi, vreau să felicit raportoarea și să spun de la bun început că susțin în mod deosebit punctul 17, și anume acela de a avea o directivă, doamna comisar, pentru că, sigur, nu începem noi acum să lucrăm împotriva hărțuirii, dar rezultatele nu sunt și datele statistice care au fost arătate aici și sunt cuprinse și în raport, sigur, nu sunt cele reale, pentru că există o sub-raportare.

Să ne gândim mai ales la mediul rural, la sate, unde femeile suportă violență și nu au curajul să raporteze violența din familie sau violența de la locul de muncă pentru că nu există după aceea posibilitatea de a fi protejate, nu există adăposturi, nu există posibilitatea de a nu se continua în formă permanentă această violență.

De aceea, cred că acest raport este binevenit, dar trebuie să aibă o finalitate. Pe de o parte, să avem programe, programe școlare, educație, este evident, dar trebuie să avem sancțiuni, pentru că orice lucru degeaba îl înscriem într-o directivă sau într-o lege dacă nu vor exista sancțiuni foarte aspre și în situația hărțuirii sexuale, și în situația hărțuirii morale.

Mă bucur că există un capitol cu viața politică, pentru că trebuie să fim corecți cu noi - și în viața politică există hărțuire, și atragem atenția pe această cale liderilor politici.

 
  
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  Pirkko Ruohonen-Lerner (ECR). – Arvoisa puhemies, kiitos esittelijälle hyvästä mietinnöstä ja monista tärkeistä näkökulmista, joita olette ottaneet esiin. Vaikka Suomessa naiset ovat saaneet äänestää yli sata vuotta eri vaaleissa, on meilläkin paljon parantamisen varaa naisten ja miesten tasa-arvossa, myös politiikassa.

Olen toiminut luottamustehtävissä yli kolmekymmentä vuotta. Ennen valintaani Euroopan parlamenttiin toimin kansanedustajana Suomen eduskunnassa kahdeksan vuotta. Virallisesti naisten ja miesten tasa-arvo tunnustetaan, mutta edelleen naisista tehdään politiikassa näkymättömiä. Meilläkin on sovinisteja, erityisesti vanhempia miehiä, jotka jopa julkisesti väheksyvät ja pilkkaavat politiikassa uransa tehneitä naisia, jopa heidän henkilökohtaisia ominaisuuksiaan, väittäen heitä esimerkiksi kylmiksi, kyynisiksi ja huumorintajuttomiksi.

Miehet suomalaisessa politiikassa lyöttäytyvät helposti yhteisiin harrastuksiin, kuten esimerkiksi golfin pariin ja erilaisiin saunaseuroihin, joissa asioista sovitaan etukäteen miesten kesken. Pelkäänpä, että näin toimitaan monessa muussakin maassa, joten tasa-arvon eteen tehtävä työ ei meiltä lopu.

 
  
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  Krisztina Morvai (NI). – Elnök Úr! Sajnos az úgynevezett politikailag korrekt beszéd annyira elterjedt, és annyira zavaró, hogy sokszor olyankor is legyintenek az emberek, hogy már megint ez a politikai korrektség, amikor nagyon súlyos jelenségekről, és valós jelenségekről van szó: ilyen a szexuális zaklatás is.

Ha nem a politikai korrektségnek a zavaró és hamis világában élnénk, akkor például a „Me too” kampánynak lehetett volna olyan következménye – jó következménye, amire kedves kollégám is mellettem itt utalt –, hogy a férfiak kezdtek volna el gondolkodni azon, hogy milyen is lenne a modern világban a korszerű férfiszerep. Hogy egy valódi férfi nem szorul rá arra, hogy zaklasson egy nőt, és egy igazi férfi különbséget tud tenni a konszenzuális, egyetértésen alapuló bókolás, flörtölés, udvarlás, és a megalázás, az erőszak, az emberi méltóságnak a sérelme között. Erről kellene végre beszélni, és végre a férfitársainknak is témává kellene tenni ezt a dolgot. Köszönöm szépen!

 
  
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  Maria Gabriela Zoană (S&D). – Mr President, sexual harassment is a form of violence and it is the most extreme form of gender—based discrimination. Up to 55% of women have been sexually harassed in the EU. This is totally unacceptable and intolerable. We must adopt and ensure the full implementation of legal instruments, including the Istanbul Convention, to eliminate gender—based violence across Europe. Unfortunately, because of the low awareness, social stereotyping, fear and shame associated with talking to other people, women are always reluctant to report these cases.

One point I would like to raise is the importance of education, which I believe should be a fundamental tool in avoiding and eliminating this misconduct, changing mindsets and reducing cultural tolerance of sexism and sexual harassment. Education programmes and debates should be introduced for both girls and boys, as should information about prevention and measures against sexual harassment, and victims’ rights – such as how to seek legal aid – must be extended to our children at an early stage.

 
  
 

(Koniec zgłoszeń z sali)

 
  
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  Corina Crețu, Member of the Commission. Mr President, on behalf of the Commission, I would like to thank Parliament and, of course, the rapporteur for this excellent report and for keeping this topic high on the agenda.

Unfortunately sexual harassment and mobbing are an unacceptable, yet widespread, form of behaviour in our European society. As has been said, we know this happens everywhere: at work, in schools and universities, on the street, in public transport, online, at festivals and at sport and other events. The world woke up last year with the ‘Me Too’ movement and it was literally a wake—up call. People finally saw the huge extent of sexism, harassment, abuse and violence that women and girls are facing every day in society. Around half of the women in the European Union experience verbal, physical or online sexual harassment. In the case of women in higher management or professional occupations, such as lawyers and doctors, the proportion balloons to 75%.

We have to change the perception in our societies that harassing a woman is normal, acceptable behaviour. We all have this responsibility, whether we are politicians, police officers, teachers, employees or operators of internet platforms. Women should not feel that it is unsafe for them to travel, to go to work, to be out in the street or to be active online. How many of you are ready to go on foot to your hotels tonight when we finish at 11 o’clock? I do not feel safe doing so even though it would be healthy.

Having said this, it is worth reminding you that our efforts to end violence and harassment against women have not just started recently. More than 20 years ago, Parliament was instrumental when we set up the Daphne Programme. Besides, we have been working for decades in the European Union to develop legislation, policy and concrete grassroots actions to prevent violence and to support victims. We have to continue on this path, which includes the European Union’s signing of the Istanbul Convention last year and the current process of conclusion. Having been a Member of the European Parliament for eight years, and now a Commissioner for three years, I can tell you that this journey is slow and long. We in the Commission are working closely with the Council towards EU accession to the Convention, but we really call on those Member States which have not yet ratified it to proceed to do so without further delay.

To conclude, I would like to mention that the Commission has had an anti—harassment policy in place since 2006. It combines prevention and information to all staff, as well as training, with reactive measures to deal with the situation of workplace conflict and harassment. I want to reiterate that the Commission is fully committed to the fight against all forms of gender—based violence, including sexual harassment. Let me be very clear: even a single case of harassment will always be one case too many.

Thank you for your attention and for your hard work. Hopefully, our daughters, our nieces and we ourselves will be safer from now on.

 
  
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  Przewodniczący. – Dziękuję bardzo Pani Komisarz. Bardzo proszę o pozostanie z nami, bardzo Pani potrzebujemy do następnego punktu.

Zamykam debatę.

Głosowanie odbędzie się we wtorek 11 września 2018 r.

Oświadczenia pisemne (art. 162)

 
  
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  María Teresa Giménez Barbat (ALDE), por escrito. – En los últimos tiempos la sensibilización social contra el acoso sexual y psicológico en el trabajo ha aumentado considerablemente. Campañas exitosas, como #MeToo, se han centrado en las víctimas femeninas, pero no debemos asumir que los perpetradores de acoso son siempre hombres o que las víctimas son siempre mujeres. La evidencia internacional muestra que el porcentaje de víctimas masculinas de acoso no es trivial y muy posiblemente supera el 10 % (por ejemplo, el 17 % de las quejas recogidas por la Equal Employment Opportunity Commission de los EE. UU. son hombres; y, según una encuesta francesa citada por la OIT, el 8 % de las mujeres y el 7 % de los hombres informaron de acoso en el trabajo). Los expertos también indican que las víctimas masculinas de acoso tienden a reportar menos sus experiencias debido a los estereotipos sociales, y que faltan estudios centrados en la victimización masculina. El cambio positivo en las actitudes sociales, hacia una menor tolerancia por el acoso y un mayor reconocimiento de los derechos de las mujeres, debe ser aprovechado para extender el reconocimiento a todas las víctimas con independencia de género u orientación sexual. Lamento, en este sentido, que este informe ignore la victimización masculina.

 
Laatst bijgewerkt op: 9 november 2018Juridische mededeling - Privacybeleid