Dario Tamburrano, a nome del gruppo EFDD. – Signora Presidente, onorevoli colleghi, abbiamo iniziato questo percorso nella revisione della legislazione europea sull'energia a inizio legislatura. La prima proposta della Commissione è addirittura del 28 maggio 2014. Quindi, questo lavoro ha contrassegnato il lavoro mio e di tutti i colleghi in questi anni.
Devo dire, da cittadino che è entrato nelle istituzioni, che mi sento particolarmente orgoglioso di aver lavorato insieme a dei colleghi fantastici, che hanno portato sicuramente a dei risultati che io stesso mai avrei immaginato. Io sognavo che finalmente si sancissero i diritti dei produttori e dei consumatori di energia rinnovabile, che in Europa ci fosse il diritto europeo di costituire delle comunità dell'energia, era un sogno che avevo da cittadino e qui in quest'Aula, insieme ai colleghi, ho trovato persone che volevano la stessa cosa e siamo riusciti a renderla legge europea. Questa dovrebbe essere l'Europa del futuro, la stiamo scrivendo qui, perché finalmente ci si concentra su un qualcosa di reale: l'energia, la materia, l'economia circolare.
Allora l'Unione europea è nata come Comunità del carbone e dell'acciaio e stiamo in qualche maniera tornando all'origine, concentrandoci sull'energia, non più sul carbone ma su una nuova forma di energia e su una nuova forma di gestione della materia che non è più quella della semplice produzione dell'acciaio e dei manufatti. Questa dovrebbe essere l'Europa del futuro.
Si parla tanto di sovranismi, di nazionalismi. Allora io sogno un'Unione europea sovrana, non spezzettata in singoli Stati, dove ognuno vuole fare quel che vuole, perché se noi dobbiamo affrontare il cambiamento climatico e l'esaurimento delle risorse dobbiamo costruire un'Europa forte. Ho visto nelle negoziazioni che tutti i vantaggi, diciamo le cose ambiziose che noi nel Parlamento avevamo scritto, anche supportati dalla Commissione, venivano ostacolate dal desiderio e dall'interesse particolare di qualche Stato. Allora cosa vuol dire sovranismo? Vuol dire che dobbiamo proiettarci verso un'Europa diversa per combattere il cambiamento climatico e l'esaurimento delle risorse e insieme ce la possiamo fare. Questo è il nostro futuro.