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Pirmdiena, 2019. gada 11. februāris - Strasbūra
1. Sesijas atsākšana
 2. Sēdes atklāšana
 3. Priekšsēdētāja paziņojumi
 4. Iepriekšējo sēžu protokolu apstiprināšana (sk. protokolu)
 5. Deleģētie akti (Reglamenta 105. panta 6. punkts) (sk. protokolu)
 6. Parlamenta 2020. gada sesiju kalendārs (sk. protokolu)
 7. Sarunas pirms Parlamenta pirmā lasījuma (Reglamenta 69.c pants) (veiktie pasākumi) (sk. protokolu)
 8. Saskaņā ar parasto likumdošanas procedūru pieņemto tiesību aktu parakstīšana (Reglamenta 78. pants) (sk. protokolu)
 9. Dokumentu iesniegšana (sk. protokolu)
 10. Jautājumi, uz kuriem jāatbild mutiski (iesniegšana) (sk. protokolu)
 11. Plašas interpelācijas (Reglamenta 130.b pants) (iesniegšana) (sk. protokolu)
 12. Darba kārtība
 13. ES krāpšanas apkarošanas programma (debates)
 14. Daudzgadu plāns zivju krājumiem rietumu ūdeņos un blakusesošajos ūdeņos un zvejniecībām, kas šos krājumus izmanto (debates)
 15. Partnerattiecību nolīgums zivsaimniecības nozarē starp Kotdivuāru un ES (2018–2024) - Partnerattiecību nolīgums zivsaimniecības nozarē starp Kotdivuāru un ES (2018–2024) (rezolūcija) (debates)
 16. Līguma noteikumu par ES pilsonību īstenošana - Līguma noteikumu par ciešāku sadarbību īstenošana - Līguma noteikumu par Parlamenta politiskās kontroles pilnvarām attiecībā uz Komisiju īstenošana - Eiropas Savienības Pamattiesību hartas īstenošana ES iestāžu sistēmā (debates)
 17. Noteikumi un vispārējie nosacījumi, kas reglamentē ombuda pienākumu izpildi (Eiropas Ombuda statūti) (debates)
 18. Tiesības uz miermīlīgu protestu un samērīga spēka lietošana (debates)
 19. Lielie plēsēji (debates)
 20. Stāvoklis sarunās par Eiropas nākotni (īss izklāsts)
 21. Visaptveroša Eiropas rūpniecības politika attiecībā uz mākslīgo intelektu un robotiku (īss izklāsts)
 22. Vienas minūtes runas par politiski svarīgiem jautājumiem
 23. Nākamās sēdes darba kārtība (sk. protokolu)
 24. Sēdes slēgšana


  

PRESIDENZA DELL'ON. ANTONIO TAJANI
Presidente

 
1. Sesijas atsākšana
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  Presidente. – Dichiaro ripresa la sessione del Parlamento europeo interrotta giovedì 31 gennaio 2019.

 

2. Sēdes atklāšana
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(La seduta è aperta alle 17.08)

 

3. Priekšsēdētāja paziņojumi
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  Presidente. – Oggi pomeriggio abbiamo intitolato lo studio radiofonico del Parlamento europeo a Strasburgo ad Antonio Megalizzi e a Bartosz Piotr Orent-Niedzielski, i due giovani giornalisti...

(Applausi)

... che hanno perso la vita nell'attentato dell'11 dicembre scorso a Strasburgo. Saluto a nome di tutti quanti voi le loro famiglie che sono oggi con noi.

(Applausi)

Sono passati sessanta giorni da quel vile attacco ai nostri valori e al nostro modo di vivere. La cerimonia di oggi è un segnale forte del fatto che non vogliamo dimenticare le vittime del terrorismo e che difendiamo sempre il diritto dei giornalisti, in tutto il mondo, di poter raccontare ciò che accade e di scoprire la verità.

 
  
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   También el Parlamento Europeo sigue de muy cerca lo que pasa en Venezuela. Quisiera recordar la situación de los periodistas venezolanos y extranjeros encarcelados en ese país solo por ejercer su trabajo, y pedimos que sean liberados.

 
  
 

Sono stato altresì informato del fatto che la nostra ex collega Feleknas Uca si trova in gravi difficoltà in Turchia a causa della sua attività in favore della ricerca di una soluzione pacifica del problema curdo. Voglio assicurare a tutti voi che prenderò immediatamente contatto con le autorità turche al fine di comprendere la situazione e valutare il da farsi.

(Applausi)

Domenica, ieri, ho partecipato alla commemorazione della Giornata del ricordo delle vittime delle foibe, deponendo una corona sul ciglio della foiba di Basovizza a Trieste. Si tratta di una celebrazione solenne istituita da una legge dello Stato italiano del 2004. Mi riconosco nelle parole del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, che ricalcano quelle del Presidente emerito Giorgio Napolitano, pronunciate qualche anno fa: celebrare la Giornata del ricordo significa rivivere un capitolo buio della storia nazionale ed internazionale. Non si trattò – dice Mattarella – di una ritorsione contro i torti del fascismo, perché tra le vittime italiane di un odio, comunque intollerabile, che era insieme ideologico, etnico e sociale, vi furono molte persone che nulla avevano a che fare con i fascisti e le loro persecuzioni.

Con la mia presenza ho voluto ricordare le migliaia di vittime, principalmente italiane, ma anche croate e slovene, di quella che va considerata una tra le tragedie più efferate del nostro secolo. L'orrore di migliaia di persone gettate, spesso ancora vive, nelle profondità delle cavità carsiche è un fatto storico acclarato. La Giornata del ricordo mira a ristabilire questa verità. Nel corso del mio intervento ho voluto sottolineare il percorso di pace e di riconciliazione tra i popoli italiano, croato e sloveno, e il loro contributo al progetto europeo.

Il mio riferimento all'Istria e alla Dalmazia italiana non era in alcun modo una rivendicazione territoriale. Mi riferivo agli esuli istriani e dalmati di lingua italiana, ai loro figli e nipoti, molti dei quali presenti alla cerimonia. Proprio ristabilendo la verità storica è stato possibile dare un punto di svolta alle relazioni tra Italia, Croazia e Slovenia, oggi paesi legati da una salda amicizia. La pace duratura tra i nemici di un tempo è il migliore esempio di come l'Unione europea sia una storia di successo.

Mi spiace se il senso delle mie parole è stato male interpretato. Non era mia intenzione offendere nessuno, volevo solo inviare un messaggio di pace fra i popoli, affinché ciò che è accaduto allora non si ripeta mai più.

 
  
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  Ivan Jakovčić (ALDE). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, io vorrei porre la seguente domanda in italiano per evitare ogni equivoco. Quello che ha detto adesso mi sta bene: l'odio che c'era non c'è più. Per questo è importante dire le parole giuste. Dire l'Istria italiana, la Dalmazia italiana, può avere anche altri significati. Io Le chiedo di chiarire questo, perché non è stata presa bene questa Sua dichiarazione. Potrebbe essere pericoloso. Io Le do la possibilità, signor Presidente, e La invito a chiarire queste dichiarazioni, perché è molto importante per la gente che oggi vive in Istria, per gli esuli. Io ho fatto la scuola bilingue in Istria assieme ai miei amici e voglio vivere in pace. Aiutateci, grazie.

 
  
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  Franc Bogovič (PPE). – Spoštovani predsednik, zahvaljujem se vam za pojasnitev včerajšnje izjave, kajti to, kar je bilo včeraj razumljeno tako v Sloveniji kot na Hrvaškem, kot je dejal kolega Jakovčič, je bilo povsem drugače.

In izraz italijanska Istra, italijanska Dalmacija nas je nehote vrnil ne samo v čase po drugi svetovni vojne in za dogodke, ki jih Slovenci, Hrvati, Italijani, vsi obžalujemo, ampak tudi v čase po prvi svetovni vojni, ko je italijanski fašizem zadal veliko gorja temu delu Slovenije, Hrvaške, Evrope.

Zahvaljujem se še enkrat za to pojasnilo in želim, da v tem duhu tudi zaključimo to temo, kajti sicer gre stvar v zelo napačne vode in ni v duhu 21. stoletja in vem, da si vi ne prizadevate za sovraštvo, ampak za prijateljstvo. Zato se vam še enkrat zahvaljujem za opravičilo in vas prosim za jasno pojasnilo ljudem ob meji, ki to pričakujejo.

 
  
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  Presidente. – Credo di averlo sempre dimostrato recandomi, anche durante il mio mandato, al confine tra Italia e Slovenia, quindi andando da una parte all'altra, e c'erano anche parlamentari europei con me. Io volevo soltanto ricordare le vittime di una violenza che era frutto dell'odio di quel tempo, che non esiste più.

Ho ricordato, anche in un articolo che ho scritto su un importante quotidiano italiano, che i popoli oggi vivono in pace fra di loro. Sono stato più volte in Croazia, sono stato più volte in Slovenia, come sono stato in Montenegro e in Serbia. Da parte mia non c'è assolutamente alcuna intenzione revanscista, c'era soltanto il sentimento di ricordare qualcuno che aveva perso la vita in quegli anni orribili.

 
  
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  Ruža Tomašić (ECR). – Poštovani predsjedavajući, mislim da se ipak trebate više ograditi jer cijela Hrvatska, cijela Slovenija bruje o tome. Vi jako dobro znate da su Dalmacija i Istra hrvatske regije i to one koje su teško patile pod talijanskom okupacijom i osjetile sve strahote fašističkog osvajačkog režima. Bez ikakve namjere da umanjim važnost sjećanja na žrtve komunističkih zločina jer je i moja obitelj patila pod komunističkom čizmom, smatram sramotnim da predsjednik Parlamenta zastupa imperijalističke težnje i otvoreno svojata tuđi teritorij. Vaš govor u Trstu, bar onako kako je protumačen kroz medije, gospodine predsjedniče, među Hrvatima Istre i Dalmacije probudio je mučne uspomene na fašizam, okupaciju, progon, ubojstva, zlostavljanje i sustavno nametanje talijanskog jezika i kulture hrvatskom narodu. Molim Vas da doista pojasnite jer, kao što sam rekla, cijela Hrvatska o tome bruji.

 
  
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  Presidente. – Non ho mai voluto imporre l'uso della lingua italiana a chicchessia. Ho detto soltanto che c'erano degli italiani che sono morti, e ci sono ancora tanti italiani che sono esuli di quelle terre. Però, appunto, non c'era nessuna rivendicazione territoriale, e mi riferivo a un vicenda specifica, che era quella delle foibe, non a quello che era successo in passato. Mi pare che sia molto chiara la mia posizione, tant'è che io nel mio intervento ho denunciato gli orrori di entrambi i materialismi, di entrambe le dittature del secolo passato.

 
  
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  Ramón Jáuregui Atondo (S&D). – Señor presidente, hace quince días, una delegación de este Parlamento visitó Nicaragua. Visitamos las cárceles donde prisioneros políticos están sufriendo un maltrato horrible. Hay una quiebra horrible de las libertades democráticas en ese país. Y aunque el presidente Ortega prometió a la delegación del Parlamento Europeo que haría algo para suavizar la situación de la quiebra de la democracia y de los derechos humanos en ese país, nada está ocurriendo. Al contrario, todo va a peor.

Señor presidente, voy a dirigirle, en nombre de la delegación del Parlamento Europeo que visitó Nicaragua, una carta para que usted se dirija al presidente de ese país para exigirle respeto a las libertades y respeto a la dignidad humana en las cárceles.

 
  
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  El presidente. – Así lo haré.

 
  
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  Steven Woolfe (NI). – Mr President, I didn’t want to get involved in the previous debate. You have always been a strong defender of the right of journalists to be protected, as you’ve shown in debates on the attacks on journalists in Turkey and also in Venezuela. You’ve also defended the human rights of those demonstrating for freedom in their countries.

Can we therefore have your assurance that this House will seek to have a debate and a motion about the 12 weeks of attacks by Mr Macron on people, including journalists, in France, and in particular Paris, who are seeking to exercise their demonstrating rights, and about the numbers of journalists who have suffered personal injury and damage as a result of attacks by the stormtroopers set on them by Mr Macron’s police?

 
  
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  Gabriel Mato (PPE). – Señor presidente, había pedido la palabra, aunque mi colega Jáuregui ya lo ha dicho.

Hace quince días estuvimos en Nicaragua y en aquel momento visitamos una prisión. Visitamos «La Esperanza», una prisión de presas políticas que hablaron con nosotros y nos manifestaron la injusticia de su causa y el maltrato físico y moral que estaban recibiendo.

Exigimos que no hubiera ningún tipo de represalias contra estas presas que se habían atrevido a denunciar lo que estaba sucediendo. Se lo pedimos a las autoridades penitenciarias, al viceministro y al propio presidente Ortega. Nos garantizó que no habría ningún tipo de represalia. El viernes pasado, nos confirman que diez presas de una de las celdas en la que nosotros estuvimos habían sido maltratadas, golpeadas terriblemente y que, además, les impiden ser visitadas por sus familiares.

Yo creo que la Unión Europea no puede mirar hacia otro lado, ni el Parlamento —que no lo hace— ni la propia vicepresidenta. Y hay que actuar inmediatamente. En Nicaragua, estoy convencido de que reina el terror, no hay libertad para los periodistas, se apalea a las presas, se mata a estudiantes. Yo creo que no podemos mirar hacia otro lado.

 
  
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  El presidente. – Me complace que usted comparta la posición del señor Jáuregui, que creo que es la posición de todo el Parlamento. Por eso voy a enviar la carta al presidente de Nicaragua.

 
  
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  Jean-Marie Cavada (ALDE). – Monsieur le Président, juste un point de précision. Puisqu’il s’agit de journalisme, autant être précis, exact et conforme à la réalité: ce ne sont pas les policiers qui ont attaqué les journalistes, chers collègues, ce sont des manifestants, dont on ne sait pas trop de quel bord ils venaient d’ailleurs, ou des éléments périphériques violents, avec les manifestants, qui ont attaqué des journalistes. Et je vous remercie, quand vous prendrez la parole sur ces sujets, de bien lire la presse, qui, elle, est assez précise.

 
  
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  Peter van Dalen (ECR). – Voorzitter, het is nu veertien dagen geleden dat mevrouw Asia Bibi in Pakistan definitief is vrijgesproken van een beschuldiging die tegen haar was ingebracht vanwege godslastering. Het Pakistaanse hooggerechtshof heeft haar nu eindelijk, nadat de doodstraf negen jaren boven haar hoofd hing, vrijgesproken.

Het probleem nu is dat totaal onbekend is waar zij is. Mevrouw Bibi en haar familie zouden graag Pakistan verlaten, maar ook haar advocaat heeft nu geen contact meer met haar. En ik weet dat u af en toe goede contacten hebt met de Pakistaanse regering.

Dus mijn verzoek aan u is, meneer de voorzitter – u heeft ook de advocaat gesproken en dat heeft ook collega Weber gedaan net vóór de jaarwisseling – wilt u er bij de Pakistaanse regering op aandringen dat mevrouw Asia Bibi nu echt vrijgelaten wordt en kan gaan naar het land waar ze heen wil. Bedankt.

 
  
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  Presidente. – Onorevole van Dalen, ho parlato con il Primo ministro pakistano della questione, e ho avuto delle garanzie il giorno dopo la decisione della Corte. Se voi ritenete opportuno, potrò richiamarlo e chiedere notizie di Asia Bibi e della sua famiglia. Mi sembra però che l'intento sia quello di proteggerla e di farla uscire dal paese con ogni garanzia di sicurezza per la sua incolumità, che è l'interesse di questo Parlamento.

 
  
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  Salvatore Cicu (PPE). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, porto in quest'Aula la rabbia, la disperazione, il dramma di un intero popolo, quello dei pastori della Sardegna, che in queste ore stanno riversando tutto il loro prodotto, tutto il latte, per le strade. Lo buttano per strada, un fiume bianco che viene riversato per strada. Piuttosto che essere affamati preferiscono fare la scelta di buttare il loro prodotto. È un concetto di dignità, di forza, di orgoglio di un intero popolo, quello sardo, serio, dritto, che non può essere trattato in questi termini.

Presidente, io credo che gli industriali e le multinazionali della grande distribuzione non possano, né in Sardegna né in tutte le regioni d'Europa, realizzare la condizione di imporre i loro diktat per affamare un intero popolo che produce. Allora ci vuole un intervento immediato, e soprattutto questo intervento deve guardare anche ad una certificazione dei prodotti, abbinata sicuramente ad un altro grande aspetto, quello della concorrenza leale. Noi non possiamo trasferire prodotti che vengono da fuori per dargli un marchio e un'origine diversa.

Quindi io sto con i pastori sardi. Naturalmente so che ci deve essere una mediazione, una mediazione che significa contrattazione tra domanda e offerta, e quindi chiedo a Lei, Presidente, di poter incontrare in questi giorni una delegazione degli stessi pastori.

 

4. Iepriekšējo sēžu protokolu apstiprināšana (sk. protokolu)
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5. Deleģētie akti (Reglamenta 105. panta 6. punkts) (sk. protokolu)
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6. Parlamenta 2020. gada sesiju kalendārs (sk. protokolu)
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7. Sarunas pirms Parlamenta pirmā lasījuma (Reglamenta 69.c pants) (veiktie pasākumi) (sk. protokolu)
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8. Saskaņā ar parasto likumdošanas procedūru pieņemto tiesību aktu parakstīšana (Reglamenta 78. pants) (sk. protokolu)
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9. Dokumentu iesniegšana (sk. protokolu)

10. Jautājumi, uz kuriem jāatbild mutiski (iesniegšana) (sk. protokolu)

11. Plašas interpelācijas (Reglamenta 130.b pants) (iesniegšana) (sk. protokolu)

12. Darba kārtība
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  Presidente. – Il progetto definitivo di ordine del giorno, fissato dalla Conferenza dei presidenti, ai sensi dell'articolo 149 del regolamento, nella riunione di giovedì 7 febbraio 2019 è stato distribuito. Sono state presentate le seguenti proposte di modifica:

Lunedì

Il gruppo S&D ha chiesto che l'interrogazione orale sui "Grandi predatori" diventi una dichiarazione della Commissione. La discussione dovrebbe concludersi con una risoluzione che sarà votata a marzo I.

Do la parola all'on. Noichl per presentare la richiesta del suo gruppo.

 
  
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  Maria Noichl, im Namen der S&D-Fraktion. – Herr Präsident! Herzlichen Dank für das Wort. Sie haben es gerade richtig erwähnt: Es geht darum, dass zu dem Thema „Große Raubtiere“ einerseits eine Anfrage zur mündlichen Beantwortung auf dem Tisch liegt und andererseits eine Entschließung verabschiedet werden soll.

Ich möchte hier noch mal betonen, dass dieses Thema vorher noch nicht im Agrarausschuss besprochen wurde. Es handelt sich nicht um ein normales Verfahren. Ich muss ganz deutlich sagen. dass die Mitglieder im Agrarausschuss keine Gelegenheit hatten, den Text zu studieren und darüber abzustimmen. Im Moment wurde vorgeschlagen, dass die Anfrage zur mündlichen Beantwortung heute Abend auf den Tisch kommt und dass die Entschließung am Donnerstag angenommen werden soll.

Ich beantrage hiermit, dass die Anfrage zur mündlichen Beantwortung durch eine Stellungnahme der Kommission ersetzt wird und dass die Entschließung in den März verschoben wird. Ich denke, wir haben Zeit genug, in einer richtigen Art und Weise hier mit einem richtigen, ordnungsgemäßen Verfahren vorzugehen. Es sollte nicht auf ein Schnellverfahren hingewiesen werden, das so überhaupt keine Begründung findet.

 
  
 

(Il Parlamento accoglie la richiesta)

 
  
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  Presidente. – Passiamo ora alle richieste relative alla giornata di martedì.

Martedì

I gruppi S&D e Verts/ALE hanno chiesto che un'interrogazione orale alla Commissione sul "Futuro dell'elenco delle azioni LGBTI" sia aggiunta all'ordine del giorno e sia discussa insieme all'interrogazione orale sui diritti delle persone intersessuali. La discussione sulla nuova interrogazione orale dovrebbe concludersi con una risoluzione.

Do la parola all'on. Keller per presentare la richiesta.

 
  
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  Ska Keller, on behalf of the Verts/ALE Group. – Mr President, we would like to ask that the oral question on the future of the LGBTI list of actions be added to the already existing debate on the oral question on the rights of intersex people and we would like to conclude that debate with a resolution. We would like to also ask for a roll-call vote right now.

The reason we are asking for that debate and the resolution is because we see how attacks on LGBTI people are increasing all over Europe. We see a real setback and a backlash here, and the Commission needs to stand firmly on that matter. However, the list of actions on LGBTI rights by the Commission is actually running out. It expires this year and the Commission is actually reluctant to continue having a list of actions. This is our last chance as Parliament to push the Commission to act and to do something, because LGBTI rights are human rights and that’s why we should have a debate with resolution.

 
  
 

(Il Parlamento accoglie la richiesta)

 
  
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  Presidente. – Passiamo ora alle richieste relative alla giornata di mercoledì.

Mercoledì

Il gruppo S&D ha chiesto che una dichiarazione del Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell'Unione sul "Futuro del trattato INF e il suo impatto sull'UE" sia aggiunta come primo punto nella fascia oraria 18.00-24.00. La discussione dovrebbe concludersi con una risoluzione.

Do la parola all'on. Moody per presentare la richiesta del suo gruppo.

 
  
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  Clare Moody, on behalf of the S&D Group. – Mr President, this Parliament needs to take a clear position on the future of the Intermediate-Range Nuclear Forces (INF) Treaty. Therefore, we need a debate with resolution on this matter this week.

The NATO foreign ministers in the Munich Security Conference will be discussing it this week and this Parliament should have a position before they meet given its direct and major impact on the citizens that we are all here to represent. The INF Treaty has ensured the reduction of thousands of weapons covered by the Treaty and it has increased all of our safety.

On that basis, we need to support the rules-based order and nowhere is that more important than in arms control. This Parliament needs to make its position clear this week and I therefore hope colleagues will support this addition to the agenda.

 
  
 

(Il Parlamento accoglie la richiesta)

 
  
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  Presidente. – Il gruppo S&D ha chiesto che la discussione sulla relazione dell'onorevole Zīle relativa a "Norme comuni per l'accesso al mercato internazionale dei servizi di trasporto effettuati con autobus" sia rinviata ad una fase successiva.

Do la parola all'on. Van Brempt per presentare la richiesta.

 
  
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  Kathleen Van Brempt, on behalf of the S&D Group. – Mr President, on behalf of the S&D Group I would like to ask for the postponement of the Zīle report. This is not only a controversial report where groups need some extra time to prepare themselves, but more fundamentally this report is very much connected to a very highly controversial and difficult mobility package that also has been postponed. In order to organise the access of buses and coaches it is extremely important that we make sure that the working conditions of the people working for the buses and coaches, and the truck drivers, are assured and furthermore strengthened in the future. So that’s why we ask for a postponement to a later stage.

 
  
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  Peter van Dalen (ECR). – Voorzitter, collega Zīle heeft mij gevraagd om een paar opmerkingen hierover te maken. In de eerste plaats is dit verslag gewoon besproken in de transportcommissie. Er was brede steun, inclusief van een deel van de socialistische fractie. En bovendien, als u gewoon leest wat er in het verslag staat, wordt duidelijk aangegeven dat het hier niet gaat over een totale liberalisatie van de busvervoermarkt of over het onderuithalen van rechten van mensen die werken in busvervoermaatschappijen. Integendeel, er zijn allerlei waarborgen ingebouwd in het verslag om ervoor te zorgen dat bestaande goede systemen in busvervoer overeind blijven en dat er bij nieuwe busvervoersystemen een goede check wordt gemaakt ten aanzien van de vraag welk effect dat heeft op de werknemers, welk effect dat heeft op de regio, op de kwaliteit van het vervoer. Kortom, er is een hele set van maatregelen in dat verslag vastgelegd en afgetimmerd in de transportcommissie. Ik zou dus graag zien dat dit verslag namens collega Zīle op de agenda blijft.

 
  
 

(Il Parlamento respinge la richiesta)

 
  
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  Lucy Anderson (S&D). – Mr President, in the light of that vote, this report was put on the agenda at a very late stage. Under Rule 169, Members reaching the lower threshold should be allowed to consider their position. They weren’t given sufficient time to consider their position. The deadline for amendments is currently 7 o’clock tonight. I would ask you, in the light of this rather controversial report, if you could extend it by 24 hours at least.

 
  
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  Presidente. – I termini sono stati decisi dalla Conferenza dei presidenti, quindi non credo che si possa più cambiare, non è una scelta del Presidente.

Se i gruppi sono d'accordo possiamo andare al massimo alle 13.00 di domani, ma non si può andare oltre.

 
  
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  Kathleen Van Brempt (S&D). – Mr President, if the Conference of Presidents decides to put a controversial file at such a late stage to plenary, I think it’s no more than fair for Members to be able to organise themselves. So let’s take a vote to postpone the deadline for 24 hours please.

 
  
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  Presidente. – Per i servizi il termine massimo sono le 13.00 di domani, se no non posso neanche fare la proposta. Siamo d'accordo senza fare una votazione? Mi pare che siamo d'accordo, allora rinviamo il termine ultimo alle 13.00 di domani.

Il gruppo PPE ha chiesto che le dichiarazioni del Consiglio e della Commissione sulle "Minacce per la sicurezza connesse all'aumento della presenza tecnologica cinese nell'UE e possibile azione a livello di UE per ridurre tali minacce" siano aggiunte nel pomeriggio o in serata. La discussione dovrebbe concludersi con una risoluzione da votarsi a marzo.

Do la parola all'on. Niedermayer per presentare la richiesta.

 
  
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  Luděk Niedermayer, on behalf of the PPE Group. – Mr President, the Czech authorities are not the only ones who issued security warnings concerning certain technologies, especially in the area of data mobile telephonics. I guess there are more such European governments and it is a good time to discuss whether there shouldn’t be some kind of concentrated European action on how to ensure the security of our key infrastructure. At the same time, we should take a closer look at the development of the market, the high penetration of some firms and possible implications for the future of European markets.

 
  
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  Bruno Gollnisch (NI). – Monsieur le Président, la raison pour laquelle je m’exprime contre cette proposition ne tient pas tellement au fond de la proposition elle-même. Je veux bien croire qu’il y a un danger de pénétration technologique en Europe du fait de la Chine. Mais je trouve cette proposition en quelque sorte discriminatoire. En effet, notre Parlement ne s’est jamais penché de la même façon sur l’espionnage massif méthodiquement organisé, par exemple, par les États-Unis d’Amérique. Je vous rappelle l’affaire Echelon. Je rappelle que les conversations privées de la chancelière allemande, Mme Merkel, étaient espionnées, comme celles du président de la République française. Et depuis, nous n’avons eu absolument aucune assurance que ces pratiques avaient cessé, bien au contraire.

Il semble que l’universalité prétendue du droit américain en matière de sanctions, que les manœuvres, les intimidations, et même les incarcérations de dirigeants économiques européens se poursuivent, et qu’elles aient été, comme par exemple dans l’affaire concernant la société française Alstom, un puissant moyen de chantage.

Alors je serai partisan de cette proposition le jour où nous agirons de la même façon face aux risques de l’espionnage d’origine anglo-saxonne ou américaine.

 
  
 

(Il Parlamento accoglie la richiesta)

 
  
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  Presidente. – Passiamo ora alle richieste relative alla giornata di giovedì.

Giovedì

Il gruppo ALDE ha chiesto che il titolo della discussione d'urgenza sulla situazione in Cecenia e il caso di Oyub Titiev sia cambiato in "La situazione in Cecenia", eliminando così il riferimento al caso di Oyub Titiev.

 
  
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  Marietje Schaake, on behalf of the ALDE Group. – Mr President, I wanted to draw your attention to the following. On Thursday, we have an urgency resolution and indeed it is now titled ‘The situation in Chechnya, and the case of Oyub Titiev’. For those who are not aware, he is the director of the human rights and civil society organisation Memorial, an organisation that has won the Sakharov Prize before. The persecution of Mr Titiev is of grave and great concern. It’s very important that we address it.

There have been colleagues who have added other important topics to the text. I don’t want to engage in a hierarchy of the gravity of human rights violations, but I do want to draw your attention to the risk of mismatching the title with the substance of the resolution. I think that that could be confusing with negative consequences for all involved and that would defeat our purpose. So, to avoid this kind of confusion and to realign the title and the substance, I would suggest that we simply speak about the situation in Chechnya.

 
  
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  Cristian Dan Preda (PPE). – Domnule președinte, grupul nostru politic a cerut să discutăm situația lui Titiev și am vrea să rămânem la această chestiune. Suntem în fața unui caz foarte grav; este la sfârșitul unui proces în care a fost acuzat, ca în regimurile totalitare, de posesie de droguri, pur și simplu pentru că rămâne pe poziții - vă reamintesc că el reprezintă o instituție pe care noi am premiat-o cu premiul Saharov, memorial și nu văd de ce nu am putea să discutăm despre acest caz și doar despre acest caz.

Nu înțeleg de ce celelalte grupuri vor să inunde cazul lui Titiev în cu totul alte problematici. Deci, vă propun să rămânem la acest subiect.

 
  
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  Presidente. – Onorevole Harms, io Le darei pure la parola, ma siccome dobbiamo essere equilibrati, con un intervento a favore e un intervento contro, se Lei interviene, o a favore o contro, poi devo far parlare un'altra persona. Quindi diventa scorretto il dibattito, non so se lei vuole parlare a favore o contro, però io non posso darle la parola su questo argomento. Se è per altre cose, molto volentieri.

(Il Parlamento respinge la richiesta)

(L'ordine dei lavori è così fissato)

 
  
  

PREȘEDINȚIA: IOAN MIRCEA PAŞCU
Vicepreședinte

 

13. ES krāpšanas apkarošanas programma (debates)
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  President. – The next item is the debate on the report by José Ignacio Salafranca Sánchez-Neyra, on behalf of the Committee on Budgetary Control, on the proposal for a regulation of the European Parliament and of the Council establishing the EU Anti—Fraud Programme (COM(2018)0386 – C8—0236/2018 – 2018/0211(COD)) (A8-0064/2019).

 
  
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  José Ignacio Salafranca Sánchez-Neyra, ponente. – Señor presidente, señor comisario, señorías, el debate que vamos a celebrar esta tarde versa sobre el Reglamento relativo a la al Programa de la UE de Lucha contra el Fraude y es un Reglamento que persigue dos propósitos. En primer lugar, proteger los intereses financieros de la Unión Europea y, en segundo lugar, fomentar la cooperación y la asistencia administrativa entre Estados miembros, y entre Estados miembros y la Comisión, en el ámbito de la aplicación aduanera y en el ámbito de la lucha y de la aplicación de las normas agrícolas.

Este Programa se inserta en el contexto de la continuidad del programa Hércules III y ha sido adaptado en su cuantía financiera —espero que la Comisión pueda estar satisfecha— al marco de las actuales perspectivas financieras. En ese sentido, este Programa incorpora dos sistemas fundamentales. Uno de los sistemas viene referido a los mecanismos de información antifraude, que resume las aplicaciones de la Comisión en el ámbito aduanero, y el otro al mecanismo de corrección de quejas administrativas con el que la Comisión presenta asistencia a los países terceros.

Es importante destacar que este Reglamento entrará en vigor el primero de enero del año 2021 y que no va a implicar un solapamiento con otros programas de la Unión Europea y, sobre todo, con otros programas que se manifiesten en el ámbito de la lucha contra el fraude. Me refiero al Reglamento de la OLAF, me refiero al Reglamento por el que se crea la Fiscalía Europea y me refiero también a la Directiva en el ámbito de la lucha contra el fraude.

Es importante subrayar que el Reglamento determina los supuestos prácticos en los que se va a aplicar —su ámbito de aplicación— para evitar estas duplicidades y, al mismo tiempo, que el margen de cofinanciación será un margen del 80 %, excepto en aquellos casos debidamente justificados en los que haya realmente intereses financieros de la Unión Europea que puedan verse afectados, en cuyo caso el margen se podrá incrementar hasta el 90 %.

Quisiera decir, señor presidente, que, aparte de estos dos objetivos, el informe que presentamos y el proyecto de Reglamento tienen otros tres objetivos específicos que son prevenir y combatir el fraude, la corrupción y cualquier otra actividad ilegal que afecte a los intereses financieros de la Unión Europea, apoyar la notificación de irregularidades, incluido el fraude, con respecto a los fondos de gestión compartida y a los fondos de asistencia a la preadhesión del presupuesto de la Unión Europea, y proporcionar herramientas para el intercambio de información y el apoyo a las actividades operativas en el campo de la asistencia administrativa mutua.

Y, además, con este Programa, el Parlamento considera que sería de gran utilidad que aquellas entidades de países que se encuentran unidos a la Unión en virtud de acuerdos de asociación pudiesen participar en este ámbito de cooperación aduanera.

Hemos introducido una serie de aspectos relativos a la evaluación, seguimiento y control del Programa antifraude. Hemos previsto que se incluya una descripción de las acciones que se financiarán con cargo a este Programa, un indicativo del monto asignado, la tasa máxima de cofinanciación de las subvenciones y, de alguna manera, también la obligación de introducir, como ya preveía el proyecto de Reglamento, un informe realizado para el Parlamento Europeo y el Consejo, y una evaluación final al cabo de los tres años.

Con estas iniciativas, señor presidente, hemos querido, de alguna manera, responder a algunas de las preocupaciones suscitadas por el Tribunal de Cuentas en este ámbito. Y quisiera ya, para terminar esta intervención, dar las gracias a los ponentes alternativos que se han ocupado de este informe y también a los servicios de la Cámara.

 
  
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  Karmenu Vella, Member of the Commission. – Mr President, Mr Salafranca, as rapporteur, honourable Members, I am replacing Commissioner Oettinger today, and I am grateful that I can participate in this debate on the proposal for a regulation establishing the EU Anti-Fraud Programme.

The Commission and Parliament agree on the paramount importance of protecting the EU financial interests from fraud, corruption and irregularities. These must be effectively and efficiently prevented, detected and tackled at EU and Member State level. The EU institutions have deployed significant efforts to fight against fraud in recent years, for example with the adoption of the new Directive on the protection of the EU financial interests through criminal law (PIF Directive) and the establishment of the European Public Prosecutor’s Office.

The proposed EU Anti-Fraud Programme, despite its relatively small size, fits perfectly into this picture. It combines the longstanding Hercule programme, which has successfully supported the fight against fraud since 2004, with two long-established operational activities performed by the Commission (OLAF – the European Anti-Fraud Office) in the anti-fraud area. The first is the Anti-Fraud Information System, a set of IT tools supporting Member States’ customs authorities in mutual administrative assistance between national authorities and the Commission. The second is the irregularity management system that provides an IT platform for the Member States to report fraud and irregularities affecting the EU budget. The main novelty of the EU Anti-Fraud Programme is to combine these three strands of work, on a single legal basis, in order to provide for synergies and flexibility among them.

The Commission wishes to thank Mr Salafranca for his report, which acknowledges the importance and the relevance of the proposal. The Commission takes note of the report’s proposal significantly to increase the financial envelope for the programme, and we interpret that as recognition of the success of the current programme. The amount for the programme will need to be discussed further in the context of the general negotiations on the Multiannual Financial Framework (MFF).

The Commission has chosen to table light-touch basic acts for its proposals for spending programmes in the next MFF cycle in order to achieve a high degree of flexibility, thus allowing the programmes to adapt better to new and unforeseen needs during the seven years of the next MFF. This is why the Commission has chosen, for instance, not to set up co-financing rates for grants in the proposal itself, or to fix only indicative amounts for each of the three pillars of the programme. We ask you to consider carefully the amendments that would deprive the future programme of these elements of flexibility, in particular at a time when there are significant developments in the anti-fraud area, such as the creation of the European Public Prosecutor, which might call for adaptation over time of the activities that the programme supports.

This applies also to the adoption of the work programmes, which will become the main tool for programme delivery. These are mere acts of implementation, which do not amend or supplement the legal framework and therefore do not need to be adopted by means of delegated acts. I am confident that the next phase of the procedure will bring Parliament, the Council and the Commission together in a common effort to deliver a new legal act constituting the basis for a modern, flexible, reliable and effective instrument to fight fraud against the EU budget.

The Commission wishes to stress that we very much appreciate Parliament’s interest in discussing the results of the Hercule Programme every year. We hope that it will continue this dialogue on the new Anti-Fraud Programme. I thank you for your kind attention and I look forward to a constructive debate.

 
  
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  Ingeborg Gräßle, im Namen der PPE-Fraktion. – Herr Präsident, Herr Kommissar, liebe Kolleginnen und Kollegen! Lieber Kollege Salafranca, herzlichen Dank für diese Arbeit. Wir beschäftigen uns heute mit einem kleinen, aber feinen Programm mit nur 181 Millionen Euro für sieben Jahre. Das heißt: Große Hoffnungen, dass wir dort viel erreichen, kann man sich nicht machen. Und, Herr Kommissar: Flexibilität hin oder her – ich möchte nicht, dass aus „Hercule“ ein Reiseprogramm wird für alle, die bei der Betrugsbekämpfung arbeiten und sich gelegentlich austauschen wollen. In der Gefahr sind wir.

Die nicht vorgeschlagenen Kofinanzierungshöhen halte ich persönlich für einen Fehler. Deswegen: Danke, dass wir das hineingeschrieben haben. Ich glaube, dass wir Zeichen setzen müssen, wieviel die Europäische Union bereit ist, den Mitgliedstaaten zur Erfüllung des europäischen Rechtsrahmens zu geben, der gemeinsamen Verpflichtung dessen, was an der Außengrenze, zum Beispiel im Zollbereich, gemacht werden muss.

Herr Kommissar! Ich möchte gleich darauf hinweisen, dass sich der Haushaltskontrollausschuss ausführlich damit beschäftigt hat, was eigentlich aus der in der Vergangenheit finanzierten Hardware geworden ist. Und hier kann man schon sagen, dass wir in diesem langfristigen Monitoring dieser Hardware – ob denn die Scanner einsatzbereit sind, die die EU gegen den Tabakschmuggel für die Mitgliedstaaten angeschafft hat – nicht sehr gut sind. Das heißt, hier wäre es von Vorteil, wenn die Kommission ein größeres Interesse als bisher an diesem Thema hätte.

Ich glaube, dass die Änderungsanträge, die eingebracht wurden, nämlich dass wir versuchen, Überschneidungen zu vermeiden und mangelnde Synergien bei der Förderung gleicher oder ähnlicher Maßnahmen zu bekämpfen, dass wir einen klaren Mehrwert für dieses Programm brauchen und dass wir eben Kofinanzierungssätze brauchen, dass die Monitoring-Rolle des Europäischen Parlaments gestärkt wurde: Das sind schon sehr wichtige Dinge, um diesem Programm Effizienz und Glaubwürdigkeit zu verleihen.

 
  
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  Inés Ayala Sender, en nombre del Grupo S&D. – Señor presidente, yo también quiero agradecer al señor Salafranca, con quien hemos trabajado muy bien, su informe, y también agradecerle que haya concretado algunos de los aspectos que nos parecen fundamentales desde el punto de vista del control presupuestario. Porque, si bien entendemos la petición o la propuesta de mayor flexibilidad por parte de la Comisión, yo querría preguntarle de todos modos al comisario Vella de qué manera entiende la Comisión que la propuesta actual, tal como la plantea el señor Salafranca, podría generar problemas a la futura Fiscalía Europea.

Por nuestra parte, nos parece fundamental el que exista un informe de rendimiento anual, a pesar de que el Programa sea pequeño, porque nos parece que en las acciones de tal Programa no debe haber solapamientos, no debe haber conflictos de interés y, desde luego, deben servir para complementar y reforzar otros programas del mismo tipo para luchar contra el fraude.

Y, finalmente, estamos también a favor de duplicar el presupuesto del Programa, pero necesitamos que nos aclare por qué le parece a usted, señor Vella, que puede haber problemas con la Fiscalía Europea.

 
  
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  Ryszard Czarnecki, w imieniu grupy ECR. – Panie Przewodniczący! Dziękuję panu posłowi Salafranca za bardzo ważne sprawozdanie, ale też powiem w ten sposób: ten unijny program zwalczania nadużyć finansowych mógłby – podkreślam – mógłby przyczynić się do chronienia interesów finansowych, ale my jednak nie możemy poprzeć odniesień do roli Prokuratury Europejskiej i dyrektywy PIF, jako narzędzi zapobiegania nadużyciom w Unii Europejskiej, ani też odniesień do ochrony budżetu Unii w przypadku kwestii badania praworządności w państwach członkowskich. Tego typu odniesień nie powinno być i one osłabiają potrzebną rezolucję, potrzebne sprawozdanie. Nie możemy też zgodzić się na niebezpieczne przenoszenie na Komisję Europejską uprawnień właściwych dla państw członkowskich, także gdy chodzi o stosowanie kontroli.

 
  
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  Olaf Stuger, namens de ENF-Fractie. – Voorzitter, dank u wel. Laten we het vandaag eens hebben over het duurste fiasco van de EU en dat is het btw-stelsel, het Europese btw-stelsel uit 1993.

Dat is een goudmijn, een goudmijn voor criminelen, oplichters en terroristen. Want elk jaar gaat er 50 miljard euro, 50 miljard euro, van belastingbetalers naar deze fraudeurs. Voorzitter, dat is in de afgelopen 20 jaar, meer dan 20 jaar, meer dan een biljoen euro. En dat stoort mij zo aan de EU. De mensen in de Europese Unie, de burgers, betalen zich blauw aan belastingen en de EU laat dat met alle gemak toestromen naar criminelen. De EU moet daar wat aan doen. En ze doet het niet, want ze weet dat ze dit probleem al heel lang in het vizier heeft.

Voorzitter, de EU kan het wel. De Commissie kan snel handelen. De Commissie kan procedures en regels overslaan om iets heel snel voor elkaar te krijgen. Dat heeft ze wel bewezen bij de benoeming van de heer Selmayr. Dank u wel.

 
  
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  Claudia Schmidt (PPE). – Herr Präsident, liebe Kolleginnen und Kollegen! Ein EU-Betrugsbekämpfungsprogramm – dass wir so etwas brauchen, finde ich jetzt einmal per se sehr bedauerlich, weil wir doch eigentlich davon ausgehen sollten, dass alle Mitgliedstaaten sorgsam mit den Geldern der EU-Steuerzahler umgehen. Leider ist es nicht in jedem Fall so.

Es ist immer wieder zu betonen, dass EU-Förderungen kein Geschenk sind, sondern Investitionen. Wenn die Betrugsbekämpfung nicht funktioniert, dann ist das, wie gesagt, sehr bedauerlich, und bei manchen Mitgliedstaaten ist es leider so. Es wird wirklich Zeit, dass die Mitgliedstaaten sich besser austauschen, dass sie voneinander lernen und dass sie sich auch der neuen technologischen und digitalen Möglichkeiten bedienen, die wir ja jetzt haben.

80 % des EU-Budgets – das waren 2017 125,6 Mrd. Euro – werden von den Ländern ausgegeben. Deshalb muss auch sichergestellt werden, dass bei Betrug gehandelt wird. Als Beispiel: Polen hat 2017 rund 10 Mrd. Euro an Förderungen bekommen. Die öffentlichen Stellen haben gerade mal einen Betrugsfall gemeldet, private Stellen 18.

Wenn man sich diese Zahlen anschaut, dann bin ich eigentlich sehr dafür und begeistert, dass wir so ein Programm auch endlich einmal aufgesetzt haben, und wir müssen es auch durchführen, und dazu brauchen wir ganz dringend die Unterstützung der Mitgliedstaaten.

Mit dem Steuergeld muss sorgsam umgegangen werden. Nachlässigkeiten können wir uns auf gar keinen Fall erlauben. Deshalb danke dem Berichterstatter und danke für das Programm.

 
  
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  Caterina Chinnici (S&D). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, il programma antifrode dell'Unione previsto per il periodo 2021-2027 assume particolare importanza perché è volto a finanziare una serie di misure essenziali per la tutela degli interessi finanziari dell'Unione e per la lotta alla frode e alla corruzione.

E allora, proprio per questo credo che, come indicato nel testo che ci apprestiamo a votare, i finanziamenti dovrebbero essere aumentati. La proposta della Commissione, peraltro, è stata integrata e rafforzata attraverso l'inserimento di disposizioni volte ad aumentare la trasparenza dei programmi di lavoro e dei finanziamenti, chiarire il collegamento alla protezione degli interessi finanziari che i progetti devono avere e garantire le sinergie tra i diversi strumenti di finanziamento esistenti.

Al fine di garantire una tutela più efficace degli interessi finanziari dell'Unione, il programma antifrode dovrà poi essere indirizzato a sostenere la cooperazione fra le autorità amministrative e di contrasto degli Stati membri e le competenti agenzie dell'Unione, inclusa la Procura europea di prossima costituzione. Ringrazio il collega Salafranca per il lavoro svolto.

 
  
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  Νότης Μαριάς (ECR). – Κύριε Πρόεδρε, το πρόγραμμα για την καταπολέμηση της απάτης σε επίπεδο Ευρωπαϊκής Ένωσης είναι ιδιαίτερα σημαντικό και θα πρέπει να ληφθούν μέτρα τόσο για την πρόληψη της απάτης όσο και για τη διοικητική συνδρομή και την αξιοποίηση των εργαλείων που υπάρχουν.

Έχουμε δύο επίπεδα στην απάτη: στις τελωνειακές πράξεις και —κυρίως— στον αγροτικό τομέα. Εγώ νομίζω ότι εδώ πρέπει να είμαστε αποφασιστικοί. Μια ειδική —αν θέλετε— μορφή απάτης είναι αυτό που ονομάζουμε «ελληνοποιήσεις» αγροτικών προϊόντων, δηλαδή ξένα προϊόντα που παρουσιάζονται ως ελληνικά. Έχουμε εισαγωγή γάλακτος από την Αλβανία και αυτό ονομάζεται «ελληνοποιημένο» γάλα. Έχουμε αθρόες εισαγωγές κτηνοτροφικών προϊόντων από τα Σκόπια, που παρανόμως ελληνοποιούνται. Πρέπει να ληφθεί σοβαρή μέριμνα και να υπάρξουν αποφασιστικά μέτρα και, φυσικά, άρση της καταβολής κονδυλίων προενταξιακής βοήθειας τόσο για την Αλβανία όσο και για τα Σκόπια, διότι συμμετέχουν σε αυτές τις τελωνειακές απάτες εις βάρος των καταναλωτών και εις βάρος των κρατών μελών.

 
  
 

Intervenții la cerere

 
  
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  Patricija Šulin (PPE). – Hvala za besedo, predsedujoči. Goljufije, korupcija ter ostale nezakonite dejavnosti spodkopavajo tako finančne interese Evropske unije kakor tudi zaupanje državljanov v pravno državo. Program za boj proti goljufijam je pomemben in potreben.

Evropske države vsako leto zaradi korupcije izgubijo okrog 180 milijard evrov, od tega v Sloveniji po nekaterih ocenah 3 in pol milijarde evrov.

Goljufije na področju davka na dodano vrednost, korupcija v zdravstvu, pri javnih naročilih ter v bančnem sektorju so le vrh ledene gore.

Do korupcije kot družba ne smemo biti otopeli, kot da je to nekaj samoumevnega. Proti se je potrebno boriti na vseh nivojih družbe.

Vsako leto v Evropski uniji pri črpanju iz evropskih skladov izgubljamo velikanske količine sredstev, zato zgolj pozivanje k transparentnosti ne bo dovolj, če ne bodo temu sledili tudi konkretni ukrepi.

Evropske institucije morajo zavzeti proaktivno držo, da evropske varovalke ne bodo tako pomanjkljive ter da odkrivanje korupcije ne bo več le prepuščeno dobri volji posameznih držav članic.

 
  
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  Julie Ward (S&D). – Mr President, the investment of EUR 180 million that the EU has made available to support Member States’ efforts to fight fraud, corruption and other irregularities last March, is a huge step in the right direction. This simply reinforces why each Member State needs each other and how the EU can ensure that we work across borders to root out fraudulent activity. We cannot tackle corruption on our own and that’s why Brexit would cause the UK more untold problems. We would be left at risk of becoming an offshore island for tax havens.

We have a fraud epidemic already in the UK costing us GBP 110 billion. The financial cost of fraud in 2018 estimates that the UK economy could be boosted by GBP 44 billion annually if we tackled it fully. And as the OLAF report states, to achieve better results in tackling fraud against the EU’s financial interests the auditors recommend that the Commission should put in place a robust fraud reporting and measurement system providing information on the scale, nature and root causes of fraud. We have to continue to protect the people we represent and the values we hold.

 
  
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  Ruža Tomašić (ECR). – Poštovani predsjedavajući, povlačenje europskih sredstava, ali i nadzor tog postupka, u nekolicini se država članica pokazuje pravim izazovom tako da apsolutno podržavam sve napore koji će olakšati povlačenje novca i pritom otežati ili u potpunosti onemogućiti prijevare. Pritom trebamo paziti da sami nadzor pretjerano ne zakomplicira proces povlačenja i učini ga neučinkovitijim jer nam je u interesu da sredstva budu iskorištena od onih kojima su namijenjena u za to predviđenom roku.

Bolja i učinkovitija razmjena podataka, osposobljavanje i razmjena zaposlenika te svi ostali prijedlozi koji olakšavaju razmjenu najboljih praksi bez prevelikih troškova i dodatnog administrativnog opterećenja korak su u pravom smjeru.

Nepotrebno osnivanje novih zajedničkih tijela s nedovoljno dobro definiranim nadležnostima bilo bi potpuno pogrešno i unijelo bi dodatni nered pa sam puno sklonija ovakvom rješenju.

 
  
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  Seán Kelly (PPE). – Mr President, I think this is a very important topic because, obviously, everybody dislikes and condemns fraud because it means people are getting money under false pretences and those who deserve it are being denied it. People are paying more taxes to help the fraudsters make more money.

I commend Commissioner Vella and my colleague, Mr Salafranca, on the proposals here tonight to try to get more cooperation, essentially between the Member States, so that we can come to terms with this terrible affliction. People have quoted massive figures in relation to how much economies are being denied.

I would like to see us, especially in the next Parliament and the next Commission, really setting targets for the reduction of fraud and illegal activity throughout the European Union because every cent that is saved could be given to people who deserve it, and obviously reduce taxes.

 
  
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  Maria Gabriela Zoană (S&D). – Domnule președinte, stimați colegi, domnule comisar, orice program de luptă împotriva unor infracțiuni, așa cum este și programul european de luptă antifraudă trebuie să pună accent nu numai pe partea de coerciție, ci, mai ales, pe partea de prevenție. Sunt avocat și știu că măsurile de coerciție, de sancționare ulterioară comiterii faptelor au eficiență redusă în prevenirea infracțiunilor și se implementează cu costuri mult mai ridicate decât prevenția în sine.

În opinia mea, un program de luptă antifraudă trebuie să înceapă cu măsuri concrete de prevenire, incluzând măsurile de informare a cetățenilor europeni în legătură cu diferitele situații în care pot intra sub incidența legii. Încă mai avem multe de făcut pe latură preventivă atât în lupta antifraudă la nivel european, cât și pentru combaterea altor infracțiuni care afectează, an de an, bugetul Uniunii Europene. De aceea, consider binevenite amendamentele privind propunerile prin care se subliniază necesitatea prevenirii în lupta antifraudă, dar și amendamentele privind creșterea bugetului destinat acestui program.

 
  
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  Bogdan Andrzej Zdrojewski (PPE). – Szanowny Panie Przewodniczący! To dobre sprawozdanie, choć od razu powiem, że zgłoszone poprawki były zarówno w kierunku jego poprawiania, jak i również psucia. Koledze sprawozdawcy chcę pogratulować, bo poprowadził te głosowania tak, że sprawozdanie nie zostało zepsute, a zostało w niektórych elementach poprawione. Na jedną rzecz zwrócę uwagę. Na tej sali od czasu do czasu pojawiają się wątpliwości dotyczące tej problematyki w jednej kluczowej kwestii – Prokuratury Europejskiej. Uważam, że mniej będzie tych kontrowersji, mniej różnic, lepsza akceptacja, jeżeli kompetencje zostaną – krótko mówiąc – lepiej dookreślone. A koledze gratuluję, bo sprawozdanie jest dobre.

 
  
 

(Încheierea intervențiilor la cerere)

 
  
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  Karmenu Vella, Member of the Commission. – Mr President, I would like to thank the honourable Members for sharing their views on this important topic. They are clear evidence of the continued support of the Parliament for the fight against fraud and the protection of the EU’s financial interests.

With regard to overlaps with other EU programmes, this programme is the only one specifically supporting the fight against fraud to the EU budget and, as such, does not overlap with the scope of any other programmes such as in the areas of justice and home affairs and customs. In addition, the periodical preparation of the work programmes, through appropriate inter—service consultations, will provide ample opportunity to explore synergies and detect possible overlaps. Furthermore, the Anti-Fraud Programme pursues a different objective from the customs control equipment instrument. The Anti-Fraud Programme specifically aims at the protection of the EU financial interests and therefore covers not only the revenue side, but also the expenditure side through a range of activities, of which financing the acquisition of equipment is only one aspect.

The Commission will ensure that there is no duplication between the programmes during the implementation phase, in particular when establishing the work programmes, which will be done in close consultation with the other Commission services concerned. As regards co—financing rates, the financial regulation no longer requires that co—financing rates are defined in the basic acts. Therefore, the proposal does not fix such rates, in order to provide the programme with the maximum flexibility. This is a horizontal issue across proposals.

All your remarks and the amendments that you decide to put forward in the vote tomorrow will be carefully considered for discussion during the next phase of the procedure. Some of them touch cross-cutting issues common to all proposals for spending programmes and will be part of the general negotiations for the next MFF.

The Commission remains fully committed to ensuring that the EU anti-fraud strategy is supported by a modern and flexible financial instrument capable of facing, promptly and effectively, the challenges of future years. In this vein, we look forward to supporting the negotiations between Parliament and the Council with a constructive and cooperative spirit.

 
  
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  José Ignacio Salafranca Sánchez-Neyra, ponente. – Señor presidente, quiero dar las gracias a los colegas que han participado en el debate por sus aportaciones y por el apoyo que han presentado al informe que estamos debatiendo hoy y que votaremos mañana, y también a la Comisión.

Quiero decir que celebro la coincidencia en los objetivos de la lucha contra el fraude. Me parece que este es un elemento que nos van a tomar en consideración muy seriamente los ciudadanos, porque en estos tiempos, particularmente de crisis, todo lo que afecte a la corrupción es un elemento que afecta —como se ha dicho en este debate— a la credibilidad del proyecto de construcción europea.

Celebro la coincidencia en los objetivos con la Comisión, celebro que se encuentren satisfechos con el incremento que estamos proponiendo de las cantidades asignadas a este importante Programa y entiendo que, efectivamente, la existencia de esta base jurídica va a facilitar esta lucha, que es común y que compartimos.

Señor comisario, creo que ha puesto usted claramente de manifiesto y de forma acertada que estamos al inicio de un procedimiento y entendemos los deseos de flexibilidad que presenta la Comisión. Yo le puedo asegurar que, como ponente, tengo una actitud positiva y constructiva, porque, además, entiendo que es precisamente con ese tándem armónico —Parlamento y Comisión— como avanzan las cuestiones en la Unión Europea, pero también tengo que decirle que, como representantes de los ciudadanos, vamos a estar muy atentos a que las prerrogativas y derechos que asisten al Parlamento, especialmente en el ámbito del establecimiento de las prioridades que hace la Comisión de Control Presupuestario en el mecanismo de evaluación anual de la protección de los intereses financieros de la Unión Europea, sean respetados.

Y, por lo tanto, le ofrezco desde ya esta actitud, sabiendo que, muchas veces, el hecho de que el Parlamento Europeo controle el desarrollo de estos programas y el dinero de los contribuyentes puede resultar fatigoso o puede generar trabajo adicional, pero entendemos que es importante que los ciudadanos de la Unión Europea sepan que sus instituciones ponen todos los medios necesarios para luchar contra el fraude y la corrupción y todos aquellos elementos que no satisfagan las expectativas de nuestros ciudadanos.

 
  
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  Președintele. – Dezbaterea a fost închisă.

Votul va avea loc mâine, 12.2.2019.

Declarații scrise (articolul 162)

 
  
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  Indrek Tarand (Verts/ALE), in writing. – Tackling financial fraud is an important measure for protecting the Union’s financial interests, which essentially means protecting EU taxpayers’ interests. While this objective is important in itself, the effectiveness of the EU’s approach to fighting fraud has much wider implications – namely in terms of citizens’ trust. Since the legitimacy of the European project is derived from this trust, we must do our utmost to prevent and combat fraud at every level.

Another objective of this programme is to support and promote cooperation between administrative authorities of different Member States, and cooperation between the latter and the Commission. In addition to promoting the exchange of best practices, the programme will finance the Anti-Fraud Information System, which will help tackle customs fraud. Since fraud is a crime that is not directly apparent, and needs investigative work to be uncovered, it is no secret that fighting fraud also costs money. However, these expenses are legitimate and proportional, considering what is at stake. The potential benefits clearly outweigh the cost, which is minimal in the context of the Union’s budget as a whole. That is why I call on the Council to support the Parliament’s position regarding the funding of this programme.

 

14. Daudzgadu plāns zivju krājumiem rietumu ūdeņos un blakusesošajos ūdeņos un zvejniecībām, kas šos krājumus izmanto (debates)
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  Președintele. – Următorul punct de pe ordinea de zi este dezbaterea privind raportul lui Alain Cadec, în numele Comisiei pentru pescuit, referitor la propunerea de regulament al Parlamentului European și al Consiliului de stabilire a unui plan multianual pentru stocurile de pește din apele occidentale și apele adiacente și pentru activitățile de pescuit care exploatează stocurile respective, de modificare a Regulamentului (UE) 2016/1139 de stabilire a unui plan multianual pentru Marea Baltică și de abrogare a Regulamentelor (CE) nr. 811/2004, (CE) nr. 2166/2005, (CE) nr. 388/2006, (CE) nr. 509/2007 și (CE) nr. 1300/2008 (COM(2018)0149– C8-0126/2018– 2018/0074(COD)) (A8-0310/2018).

 
  
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  Alain Cadec, rapporteur. – Monsieur le Président, la politique commune de la pêche, révisée en 2013, a instauré une nouvelle méthode de gestion de pêche, à savoir la régionalisation.

La régionalisation constitue la pierre angulaire de la politique commune de la pêche. Elle permet une gestion programmée des pêches dans le respect des spécificités des différents bassins de l’Union. En effet, des mesures qui fonctionnent en mer Baltique n’auront pas les mêmes effets en Méditerranée et inversement. Il faut donc prendre en compte ces particularités géographiques. Pour cette raison, nous mettons progressivement en place des plans de gestion pluriannuels pour chaque bassin. Deux plans de gestion ont déjà été adoptés, pour la mer Baltique et pour la mer du Nord. Le plan pour les eaux occidentales est donc le troisième plan sur lequel les colégislateurs se sont mis d’accord.

Le plan regroupe 34 stocks exploités par au moins sept États membres de l’Union européenne, opérant dans les eaux allant de l’ouest de l’Écosse aux eaux autour de Madère et des Açores, en passant par la Manche, la mer Celtique et le Golfe de Gascogne. L’aire de distribution est donc considérable.

Parmi ces stocks, nous pouvons à présent, et grâce au vote majoritaire du Parlement en octobre dernier, compter le bar. Le bar est une espèce très prisée par les professionnels, mais également par les pêcheurs récréatifs. C’est également une espèce dont le stock est en déclin. Des mesures d’urgence sont mises en place chaque année pour que la ressource se régénère. Ces mesures annuelles n’offrant pas la visibilité nécessaire tant aux pêcheurs professionnels qu’aux pêcheurs récréatifs, il était temps d’y remédier. Inclure cette espèce dans un plan de gestion constitue donc une étape primordiale vers la gestion durable de ce stock. Pour cette raison, je me félicite à la fois du vote du Parlement et de l’accord avec le Conseil. J’éprouve également une grande satisfaction, en raison de la fin de la délimitation artificielle du 48e parallèle pour la pêche du bar. Cette limite était tout simplement absurde, tant pour les pêcheurs professionnels que pour les pêcheurs récréatifs. Nous ne pouvons pas continuer à imposer des mesures de gestion différentes au nord et au sud de ce parallèle, cela ne prend en aucun cas en compte les réalités du terrain. D’autres espèces sont également couvertes par ce plan, heureusement, la daurade, le cabillaud, la sole ou encore le lieu jaune.

Pour tous ces stocks, nous aurons à présent une gestion durable et programmée, offrant une plus grande prévisibilité au secteur de la pêche. Les TAC et quotas négociés chaque année par le Conseil pour les eaux occidentales sont désormais encadrés afin d’éviter des baisses drastiques de quotas.

Ce plan revêt également une importance particulière dans le cadre du Brexit. En effet, les eaux britanniques, comme la Manche, sont directement concernées par ce plan. Donc, avec l’adoption de ce plan avant la sortie du Royaume-Uni de l’Union européenne, ce dernier fera partie des acquis communautaires pendant la période de transition et posera les bases d’une coopération future avec le Royaume-Uni dans le domaine de la pêche.

J’attends à présent, évidemment, les commentaires des collègues députés, ainsi que du Conseil et de la Commission et je les remercie par avance de leur contribution.

 
  
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  Karmenu Vella, Member of the Commission. – Mr President, I will start by warmly thanking the rapporteur, Mr Alain Cadec, the shadow rapporteurs and all those who were involved, for their excellent work and efforts to bring this very important file to a successful conclusion.

The agreement which was reached between the co-legislators is a very good result and I want to thank you, Alain, for working tirelessly to ensure a solid and sustainable result that can work in practice. I also want to thank you for ensuring a timely adoption, as you mentioned, ahead of the UK withdrawal from the European Union.

The Baltic Sea and the North Sea plans are the blueprints for the Western Waters Plan but, where it was necessary to reflect regional specificities, the co-legislators wisely agreed to find new approaches by addressing, for example, issues linked to recreational fisheries. The Western Waters Plan completes the set of multiannual plans on the Atlantic side of the Union’s waters. It continues on the path of regionalisation, allowing Member States to submit joint recommendations, for example on discard plans, to implement the landing obligations.

With this new Plan we ensure that fishermen have the necessary tools for sustainable fishing practices, for example, by adapting their gear to fish more selectively. It is now for the stakeholders of the Western Waters to put these tools into practice and to ensure tailor-made solutions to specific challenges in the different fisheries of the Western Waters.

I am happy to see that with this new plan, we are clearly going in the right direction, towards sustainable fisheries, and I am grateful for the support in this House.

 
  
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  Gabriel Mato , en nombre del Grupo PPE. – Señor presidente, querido comisario, del Programa antifraude al plan multianual, que nos gusta todavía más. Este plan plurianual, desde luego, tiene como objetivo asegurar que las existencias son explotadas de forma sostenible y que la gestión se basa en la información científica más actualizada. Y el enfoque de este plan—como ya se ha dicho— es el mismo que el del mar del Norte, el Báltico y el recientemente aprobado para el Mediterráneo.

El enfoque plurianual permitirá planificar a largo plazo el manejo de los recursos pesqueros, evitando las fluctuaciones bruscas de posibilidades de pesca, a la vez que ofrece una mayor seguridad jurídica a los operadores para planificar mejor sus negocios. También permite una mayor participación de los pescadores locales y ofrece medidas hechas a medida por cuencas y pesquerías. También permite alejarse de la microgestión de Bruselas, algo que siempre ha sido criticado.

El objetivo de lograr una explotación de las poblaciones que respete el principio del rendimiento máximo sostenible es algo que también se confirma. Y en cuanto a la pesca recreativa, que puede tener un gran impacto en la mortalidad de las poblaciones, se acordó que el Consejo podrá adoptar las medidas apropiadas si fuera necesario. Por otra parte, los Estados miembros adoptarán medidas para el seguimiento y recopilación de datos, algo importante, ya que a menudo no hay una estimación real de los niveles de capturas de esta pesca.

Por último, destacar la relación entre la regulación de medidas técnicas, que yo espero que muy pronto —pasado mañana— seamos capaces de llegar a un acuerdo la Comisión, el Consejo y el Parlamento, y los planes plurianuales. Queda muy claro: el Reglamento de medidas técnicas debería ser el marco para todas las reglas relativas a cómo, cuándo y dónde se puede pescar.

 
  
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  Ricardo Serrão Santos, em nome do Grupo S&D. – Senhor Presidente, uma saudação especial para o nosso comissário Karmenu Vella e quero, desde já, também felicitar o colega Alain Cadec e todos os que estão envolvidos no trabalho realizado no decurso das negociações. Eu acho que sim, obtivemos um bom resultado final.

Primeiro, porque se assegurou a manutenção de um dos objetivos mais ambiciosos da PCP, ou seja, manteve-se inscrito atingir até 2020 o rendimento máximo sustentável. Sei que, em alguns casos, este é um objetivo ambicioso e que ainda há um longo caminho a percorrer, mas mantivemos esta ambição inscrita no regulamento.

Segundo, porque incluímos melhorias na proteção de espécies sensíveis, recursos e habitats importantes, em particular através da possibilidade de serem definidas áreas de proteção para juvenis e para a recuperação de mananciais.

A regionalização e a proximidade de gestão, preconizadas nos Planos Plurianuais como este, são uma solução que já tem dado provas. Exemplo disso é o caso do goraz nos Açores, para o qual foram estabelecidas várias medidas de gestão específicas, resultado de medidas técnicas implementadas. Os dados científicos mais atualizados demonstram que tem havido recuperação deste recurso. O plano regional estabelecido em conjunto com os pescadores permitiu resultados positivos, tanto na recuperação da espécie, como nos proveitos financeiros obtidos. As medidas envolveram também o estabelecimento de Áreas Marinhas Protegidas e reservas de pesca. Este instrumento de gestão é incontornável e deve ser multiplicado.

Para finalizar, estes planos terão que contribuir para as obrigações de desembarque, mas temos que permitir exceções: indivíduos pescados abaixo do tamanho mínimo e que têm comprovadamente taxas de sobrevivência relevantes devem ser devolvidos ao mar. Trazer para terra pescado sem interesse e que, sobrevivendo, poderá reproduzir-se e mais tarde ser capturado com maior proveito económico é duplamente positivo. Por isso, realço de forma particular a exceção criada para a pesca do goraz e do berix nas águas ocidentais do Atlântico.

 
  
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  Ruža Tomašić, u ime kluba ECR. – Poštovani predsjedavajući, regionalni pristup regulaciji ribarskih napora osigurava da će se svakom morskom bazenu pristupiti uvažavajući njegove specifičnosti. Takav sam pristup od prvog dana zazivala i mogu ga samo podržati. To je iznimno važno želimo li dobru regulaciju koja neće biti diskriminirajuća i dovoditi ribare iz pojedinih regija u lošiju poziciju na tržištu.

Kad smo raspravljali o Jadranu, moje je stajalište kao izvjestiteljice bilo da ne trebamo univerzalna rješenja koja će slijepo favorizirati industriju ili okolišne aktiviste, nego održivu regulaciju utemeljenu na dokazanim rješenjima i znanstvenim istraživanjima.

 Isti pristup podržavam i kad je riječ o zapadnim vodama. Mogućnost znanstvenih savjeta da Komisiji predlažu promjene u regulaciji sukladno realnom stanju ribljih stokova smatram pravim iskorakom koji će osigurati kvalitetna rješenja i u budućnosti.

 
  
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  Izaskun Bilbao Barandica, en nombre del Grupo ALDE. – Señor presidente, el éxito de los planes plurianuales para las pesquerías en la Unión se basa en la seriedad de los datos científicos que avalan las decisiones que se toman y en la coherencia con que se aplican sobre áreas de pesca y especies. Y solo así tiene sentido el concepto de «rendimiento máximo sostenible». Solo así las flotas pueden beneficiarse de la estabilidad que ofrecen unas cuotas previsibles a medio plazo. Por eso, este plan, tal y como llega al Pleno, es un avance sobre la situación anterior, pero sigue presentando debilidades. Nosotros insistimos en tres cuestiones para poder eliminarlas.

Primero, definir mejor el concepto de «mejores datos científicos disponibles». Solo deberíamos considerar válidos los estudios realizados con métodos de trabajo transparentes y una certificación de neutralidad por parte de autoridades técnicas solventes.

En segundo lugar, reforzar las garantías de que deben gozar los profesionales frente a las capturas de especies de alto valor que realizan los aficionados a la pesca recreativa. Hay que ponderar el peso de las capturas recreativas sobre las poblaciones y evitar cualquier competencia en el mercado entre capturas profesionales y recreativas.

Tercero, empoderar a la Comisión Europea para que actúe cuando las autoridades nacionales no ejerzan las responsabilidades y competencias que les ofrece este Reglamento al amparo de la regionalización. Adaptar principios básicos a las situaciones específicas no debe confundirse con dejar de aplicarlas.

Finalmente, nos alegramos de que se haya eliminado la posibilidad de que el Consejo pueda suspender, aunque sea de manera breve y por razones excepcionales, las vedas de capturas decretadas para recuperar una especie. Abrir esa posibilidad hace realidad el dicho «Pan para hoy, hambre para mañana». Y en materia de poblaciones de pesca, «hambre para mañana» significa hambre para siempre.

Y quisiera agradecer al señor Cadec y al resto de los ponentes el trabajo realizado conjuntamente.

 
  
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  João Ferreira, em nome do Grupo GUE/NGL. – Senhor Presidente, senhor comissário, sem pôr em causa a utilidade de instrumentos de médio prazo para a gestão das pescarias, como é o caso dos planos plurianuais, de forma a garantir alguma previsibilidade, estabilidade e sustentabilidade ao setor, indo além das contingências associadas à distribuição anual dos TAC e quotas, a verdade é que estes planos não têm posto em causa o essencial de um modelo de gestão excessivamente centralizado, distante da realidade, que não tem em conta a diversidade de situações que caracteriza o setor das pescas, em particular, no caso da pesca de pequena escala e artesanal, e as especificidades de cada país.

Quanto ao caso específico deste plano, valorizando alguma evolução positiva nas negociações relativamente a certos aspetos, sublinhamos, no encerramento deste processo, que a Comissão Europeia não deu, ficou por dar, a resposta convincente à opção por, aparentemente cedendo a pressões nesse sentido, juntar duas realidades distintas, tanto em termos de recursos como de pescarias que exploram esses recursos, como são as realidades das águas ocidentais Norte e Sul.

 
  
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  Linnéa Engström, för Verts/ALE-gruppen. – Herr talman! Fiskar är en gemensam resurs och måste förvaltas med varsamhet. Det är ingen självklar rätt att fiska om det äventyrar beståndens överlevnad. Vi har ett ansvar att förvalta de här fiskebestånden på ett hållbart sätt för det marina ekosystemet, men också för kommande generationer så att de också ska kunna äta fisk.

Därför är det beklämmande att förvaltningsplanen för västra vatten strider mot en hållbar förvaltning av våra fiskebestånd. Det här är en i raden av förvaltningsplaner som konsekvent går emot de gemensamma reglerna för EU:s fiskepolitik, som antogs 2013.

Planen tillåter fiske över hållbara nivåer. Ett sånt agerande är väldigt kortsiktigt. Det får långsiktiga konsekvenser för våra ekosystem, där alla arter fyller sin funktion. Vi gröna kan inte acceptera detta och kommer därför att rösta emot den här planen.

 
  
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  Mike Hookem (NI). – Mr President, while Donald Tusk may be praying for a special hell for Brexiteers, what he refuses to realise is that many in the EU are already there. What form of hell can be worse than watching the descendants of our wartime enemies seize control of our economy, culture, laws, rights and employment? What special hell sees democracy ignored in the face of profit? Is Tusk’s special hell like that of the British fishers, forced to watch while EU trawlers rape UK waters? Or that of redundant British workers after the EU paid for their jobs to move to another country? And what hell must it be for Britain’s armed forces who face having to fight for a foreign flag? The fact is that many Europeans already live Churchill’s mantra of ‘When you’re going through hell, keep going’. And that is why Brexiteers, yellow jackets, Greek protesters, the Catalonian movement and Italian, Polish and Hungarian nationalists will never be silenced and are all simply keeping going through their own special hell.

 
  
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  Seán Kelly (PPE). – Mr President, after the last speech I will come back to normality. The agreement that was recently reached on the multiannual plan for fish stocks in the western waters and adjacent waters is an important one. Not only because it has proven difficult to find agreement on such plans in the past, but because it is a strong agreement that will help to ensure the sustainable exploitation of stocks in Belgian, German, French, Irish, Spanish, Portuguese and, yes, United Kingdom waters.

We are all aware of the challenges faced by the fishing sector in the western waters. Fishers in my constituency in the southern coast of Ireland face significant challenges due to the obligations of our fisheries policies targeting specific species in this region. It is difficult due to catches being mixed and this, combined with the landing obligation and inability to discard catches, makes life difficult. I am pleased, therefore, to see this agreement incorporate all relevant stocks into a single management plan, replacing the existing single species which would allow for some flexibility for fisheries. Sustainable stocks are vital and that’s what we have to include.

Finally, I welcome the agreement on recreational fisheries. Any restrictions on recreational fishing should be based on scientific evidence and objective criteria. This is a welcome inclusion in the agreement. I congratulate ‘mon ami’ Mr Cadec and the Commissioner, Mr Vella.

 
  
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  James Nicholson (ECR). – Mr President, first of all, can I commend the rapporteur for his work on this proposal, especially the strong emphasis on a science-based framework of the proposal. I have always been a strong proponent of the use of scientific evidence when formulating policy.

Independent science-led policy-making has and continues to be the most effective approach. The proposal also seeks to move closer to a policy of regionalisation. This frankly makes sense rather than adopting a blanket approach. Regionalisation has the benefit of delivering specific regulation for specific sea basins. As the UK prepares for its departure from the EU, it is vital we ensure a strong foundation for future cooperation. In this case I welcome the focus on the sustainable management of shared stocks.

While there is still much uncertainty surrounding and regarding Brexit, for the fishing communities in my constituency of Northern Ireland, I am hopeful that this proposal would at least deliver some degree of certainty for them.

 
  
 

Intervenții la cerere

 
  
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  Francisco José Millán Mon (PPE). – Señor presidente, señor comisario, yo quiero en primer lugar dar las gracias al ponente, señor Cadec, por su buen trabajo, y destacar la rapidez con la que se ha aprobado este plan tan importante de aguas occidentales. Hace once meses —recuerdo— la propuesta fue aprobada por la Comisión y en estos días prácticamente terminaremos el procedimiento de aprobación.

Voy a repetir una idea que es conocida y compartida por muchos: a mí me habría gustado que hubiera habido dos planes para aguas occidentales, uno para el norte y otro para el sur, pues son zonas muy diferentes. Pero hemos sido pragmáticos, porque tampoco se podía demorar mucho la adopción de un plan para una mejor gestión de los recursos.

Y hay otro punto que quiero subrayar y que repetí en la Comisión de Pesca: yo no he apoyado la inclusión en el Plan de la lubina. En este punto discrepo del ponente, señor Cadec. Se trata de una especie no sometida a TAC ni a cuotas, y el estado del recurso no es lo mismo en las aguas occidentales, es muy diferente. Por ejemplo, en Galicia, en mi tierra, se captura de forma selectiva, se encuentra en niveles sostenibles. Desgraciadamente, las enmiendas que formulé sobre este punto en el pasado octubre no tuvieron el apoyo de la Cámara.

La buena noticia —y termino— es que en los trílogos no ha prosperado la prohibición de la veda de esta especie en los meses de febrero a abril; no tenía sentido. Reitero la felicitación —y termino— al ponente señor Cadec.

 
  
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  Richard Corbett (S&D). – Mr President, I was stimulated to speak after I heard the somewhat outrageous, disgraceful speech by Mr Hookem who, I see, has already left, which, of course, is typical of UKIP MEPs – they come here, they spout a few words, outrageous words, and then they leave without bothering to hear anybody replying.

In fact, when he referred to Donald Tusk’s comments, fishing is a very good example of those who supported Brexit without having any plan about what to do afterwards. Of course, if we leave the European Union we will still have to negotiate fishing quotas under the UN Convention on the Law of the Sea. We have an obligation to negotiate fair quotas with our neighbouring countries. There is no escaping that under any circumstances, and spouting a few ultra-nationalistic slogans is no substitute for actually thinking through a serious policy.

 
  
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  Νότης Μαριάς (ECR). – Κύριε Πρόεδρε, το πολυετές σχέδιο για τα αποθέματα ιχθύων στα Δυτικά Ύδατα είναι ιδιαίτερα σημαντικό. Νομίζω ότι ακούστηκαν διάφορες απόψεις, οι οποίες πρέπει να ληφθούν υπόψη. Πρώτα απ’ όλα, πρέπει να λαμβάνεται υπόψη κάθε φορά η κοινωνικοοικονομική κατάσταση και οι διάφοροι κοινωνικοί παράγοντες, προκειμένου να μπορεί κανείς να αντιμετωπίσει και τα ζητήματα της απασχόλησης.

Το δεύτερο θέμα αφορά τους ερασιτέχνες αλιείς και τέθηκε επίσης από διάφορες πλευρές. Νομίζω ότι οι παρατηρήσεις, σύμφωνα με τις οποίες δεν μπορεί να έχουμε ένα σύστημα κεντρικό αλλά πρέπει να έχουμε ρυθμίσεις περιφερειακές, οι οποίες θα λαμβάνουν υπόψη τις ιδιαιτερότητες στην αλιεία συγκεκριμένων ψαριών, όπως είναι το λαβράκι, ή ρυθμίσεις που αφορούν τις ιδιαιτερότητες που έχουν οι συγκεκριμένες χώρες στα θέματα αλιείας, θα δώσουν τη δυνατότητα να ληφθούν αποφάσεις που είναι σημαντικές και πρέπει να λαμβάνουν επίσης υπόψη την αλιεία χαμηλής κλίμακας και να μην επικεντρώνονται μόνο στα γνωστά θέματα. Φυσικά, θα δημιουργηθούν προβλήματα και λόγω του Brexit, τα οποία πρέπει να αντιμετωπιστούν.

 
  
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  Bogdan Andrzej Zdrojewski (PPE). – Panie Przewodniczący! Przede wszystkim chciałbym podziękować panu Corbettowi, bo w ciągu minuty powiedział coś, co zabrałoby mi pewnie dwie minuty. Bardzo, bardzo dziękuję. Chciałbym też podziękować panu Kelly'emu, gdyż odniósł się w problematyce brexitu do bardzo ważnego zagadnienia, którym akurat się interesuje, myślę tu o amatorskich połowach i turystyce.

Chciałbym zwrócić uwagę na jeden ważny aspekt, ważny element. Otóż mamy do czynienia z przyjmowaniem sprawozdania i bardzo często z pewną wadą proceduralną sprowadzającą się do odrzucania decyzji o przystąpieniu do negocjacji międzyinstytucjonalnych z Radą. Mam nadzieję, że w takich sytuacjach ustrzeżemy się i zdążymy przed brexitem, aby rzeczywiście tę problematykę wprowadzić przynajmniej do okresu przejściowego. Mam nadzieję, że ten okres przejściowy będzie i mam nadzieję na regulacje, które będą chronić także w tej materii ten fragment rynku.

 
  
 

(Încheierea intervențiilor la cerere)

 
  
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  Karmenu Vella, Member of the Commission. – Mr President, I would like to thank all of you for your interventions and valuable views, and also for the broad support for this multiannual plan. I have taken due note of the various points raised during this debate. But let me reiterate, it is of utmost importance that the multiannual plans are made straightaway fit for purpose. To ensure this, they need to provide the tools to ensure a practical and sustainable management framework for our mixed demersal fisheries. The co-legislators have achieved this with the Western Waters Plan.

It was not only important to have a multiannual plan in place for the Western Waters but also to have the multiannual plan as soon as possible. This is the way to implement the regionalisation of the Common Fisheries Policy (CFP), which is an important feature of the latest CFP reform in 2013. It provides a tool to facilitate reaching the maximum sustainable yield (MSY) objective by defining ranges of fishing opportunities in line with MSY. This provides the necessary flexibility to reduce potential choke problems. With the 2020 deadline approaching, it is important to have this possibility in place as soon as possible. It also allows Member States to recommend, via joint recommendations, appropriate technical measures to improve the conservation of the stocks, to facilitate the landing obligations and to protect juveniles.

 
  
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  Alain Cadec, Rapporteur. – Monsieur le Président, je voudrais tout d’abord remercier mes collègues pour leur contribution à ce débat. Je remercie également, bien sûr, le Conseil et la Commission, cher Karmenu, pour le travail que nous avons fait ensemble.

S’agissant de l’intervention de notre collègue du UKIP, qui – en effet – a quitté l’hémicycle, je dirai que ce qui est excessif est insignifiant.

Dans tous les cas, pour en revenir à notre sujet, nous devons arriver le plus rapidement possible à une gestion durable des pêches. Les plans de gestion vont nous permettre, j’en suis sûr, d’atteindre nos objectifs de durabilité et de sélectivité de la manière la plus adaptée.

Vous l’avez dit, Monsieur le Commissaire, et je le rappelle: le rendement maximum durable doit être atteint, pour tous les stocks, en 2020. C’est en cela que les plans de gestion seront évidemment utiles. Toutefois, nous avons mis du temps, beaucoup trop de temps, à les mettre en place et, à présent, l’objectif du rendement maximum durable en 2020 paraît difficile à atteindre, il faut bien le dire.

Par ailleurs, nous devons parfois sortir du dogme politique pour correspondre aux réalités du terrain, je pense évidemment à nos collègues des Verts, par exemple. Il en va d’ailleurs de l’obligation de débarquement, dont la mise en œuvre s’avère, comme nous l’avions prévu, quasiment impossible pour les flottes multispécifiques.

Ceci étant dit, le plan de gestion pluriannuel pour les eaux occidentales est le résultat d’un délicat équilibre, toujours le même, entre la protection de la ressource, indispensable, et la compétitivité économique du secteur de la pêche, que nous souhaitons.

Quoi qu’il en soit, nous pouvons collectivement être fiers du travail que nous avons accompli, je pense que c’est quelque chose d’intéressant. Maintenant, continuons avec la Méditerranée.

 
  
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  Președintele. – Dezbaterea a fost închisă.

Votul va avea loc mâine, 12.2.2019.

 

15. Partnerattiecību nolīgums zivsaimniecības nozarē starp Kotdivuāru un ES (2018–2024) - Partnerattiecību nolīgums zivsaimniecības nozarē starp Kotdivuāru un ES (2018–2024) (rezolūcija) (debates)
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  Președintele. – Următorul punct de pe ordinea de zi este dezbaterea comună privind:

- recomandarea Comisiei pentru pescuit, referitoare la proiectul de decizie a Consiliului privind încheierea Protocolului privind punerea în aplicare a Acordului de parteneriat în domeniul pescuitului dintre Uniunea Europeană și Republica Côte d'Ivoire (2018-2024) (10858/2018 – C8-0387/2018 – 2018/0267(NLE)) (raportor João Ferreira) (A8-0030/2019) și

- raportul lui João Ferreira, în numele Comisiei pentru pescuit, conținând o propunere de rezoluție fără caracter legislativ referitor la proiectul de decizie a Consiliului privind încheierea Protocolului privind punerea în aplicare a Acordului de parteneriat în domeniul pescuitului dintre Uniunea Europeană și Republica Côte d'Ivoire (2018-2024) (10858/2018 – C8-0387/2018 – 2018/0267M(NLE)) (A8-0034/2019).

 
  
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  João Ferreira, Relator. – Senhor Presidente, Senhor Comissário, o objetivo do protocolo de aplicação do acordo de pescas entre a União Europeia e a Costa do Marfim, agora renovado por um período de seis anos, consiste em proporcionar possibilidades de pesca a navios de Estados-Membros da União Europeia nas águas da Costa do Marfim, com base nos melhores pareceres científicos disponíveis e no respeito das recomendações da Comissão Internacional para a Conservação dos Tunídeos do Atlântico.

Espera-se que este protocolo permita à União Europeia e à República da Costa do Marfim colaborar de forma mais estreita para promover a exploração responsável dos recursos haliêuticos nas águas da Costa do Marfim e apoiar os esforços deste país para desenvolver a economia local a partir do contributo dado pelo setor das pescas.

Em boa hora, entendeu a Comissão das Pescas, por minha proposta, proceder a uma avaliação e ponderação mais detalhadas deste acordo, do seu historial e das suas perspetivas futuras, formulando considerações e recomendações que se espera agora que a Comissão Europeia venha a ter em conta durante o período de vigência do protocolo e na sua eventual renegociação futura.

O primeiro acordo no domínio da pesca entre a Costa do Marfim e a Comunidade Europeia remonta a 1990. Apesar de terem passado 28 anos, 29 quase, os resultados obtidos até hoje no domínio da cooperação setorial são clamorosamente escassos. Esta é uma realidade que urge alterar. O acordo deve promover um efetivo desenvolvimento sustentável do setor das pescas costa-marfinense, bem como de indústrias e atividades conexas aumentando o valor acrescentado que fica no país em resultado da exploração dos seus recursos naturais.

É necessária uma melhor articulação entre o apoio setorial prestado no âmbito do acordo de pescas e os instrumentos disponíveis no âmbito da cooperação para o desenvolvimento, designadamente o Fundo Europeu de Desenvolvimento através, quer da respetiva programação nacional, quer da programação regional no âmbito da região África Ocidental.

A Comissão Europeia deve tomar as medidas necessárias, inclusive a possível revisão e aumento da componente do acordo relativo ao apoio setorial, a par da melhoria das condições para aumentar a taxa de absorção desse apoio de modo a garantir uma efetiva inversão do caminho seguido nas últimas décadas.

À semelhança do que sucede com outros países da região, considera-se necessária uma melhoria da quantidade e da fiabilidade da informação sobre capturas e em geral sobre o estado de conservação dos recursos haliêuticos, a par do desenvolvimento das capacidades próprias de aquisição dessa informação por parte da Costa do Marfim.

Resta-me agradecer aos relatores-sombra o trabalho que desenvolveram e a atenção que deram a estes relatórios e sublinhar que o Parlamento deve ser imediata e plenamente informado em todas as fases dos procedimentos relativos ao protocolo ou à sua renovação. Propomos, nomeadamente, que a Comissão Europeia faculte anualmente ao Parlamento um relatório sobre os resultados do programa setorial plurianual, bem como sobre o cumprimento do requisito da declaração das capturas.

 
  
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  Karmenu Vella, Member of the Commission. – Mr President, as Mr Ferreira mentioned, the EU and the Ivory Coast have a longstanding relationship in fisheries. The renewal of the Protocol to the Sustainable Fishing Partnership Agreement will further strengthen this relationship. Through this partnership, the Ivory Coast not only offers access to its waters to EU vessels, but it also processes the products stemming from these vessels’ fishing activities and further exports them to the EU.

This partnership will also help improve the sustainability of the fisheries sector, in particular through fighting illegal, unreported and unregulated (IUU) fishing. Combating IUU fishing is a priority for both the European Union and the Ivory Coast as IUU fishing threatens the natural resources and lives of local fishermen depending on them. This will reinforce the ongoing collaboration with the West Africa regional bodies and the European Fisheries Control Agency on monitoring, control and surveillance operations funded by PESCAO regional development programmes.

This new six—year Protocol provides increased funds to support the Ivory Coast’s fisheries policy. It will contribute to the establishment of a meaningful surveillance capacity and improved governance, and it will also support the development of the blue economy, inland aquatic resources and artisanal fisheries.

We have placed special emphasis on the benefits for local operators as Abidjan is a major port in the region. Indeed, the EU tuna fleet operating off the coast of Western Africa lands a great part of the catches in Abidjan to supply local canneries. This supports employment locally in the canneries, but also on board EU vessels as Ivorian seamen are in the first rank of non—EU nationals employed. Landings of EU vessels are also supporting the activities of small—scale economic operators. I would like to mention here the association of women organised to collect and transform such resources for local use. They have clearly expressed their needs for a supply from our vessels’ landings so that they could make a decent living from their activities.

The Commission is engaged in a dialogue with the industry to ensure that landings become a regular source of revenue for these women, as it is our conviction that EU industrial activities also need to benefit local small operators. I look forward to your remarks and trust that you will support the renewal of the Protocol to this important Sustainable Fisheries Agreement.

 
  
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  Gabriel Mato, en nombre del Grupo PPE. – Señor presidente, querido comisario, este Acuerdo es uno de los más importantes para la flota atunera comunitaria en el océano Atlántico, y el puerto de Abiyán es prácticamente el único puerto operativo de la zona. Los atuneros cerqueros lo utilizan tanto para sus operaciones de transbordos y ventas a las conserveras del país como para avituallamiento y cambio de tripulaciones, embarcando un número elevado de marineros de esta nacionalidad.

Pero, sobre todo, los acuerdos de pesca sostenible que la Unión Europea concluye con terceros países son, como su propio nombre indica, una herramienta única de la que dispone la Unión Europea para aumentar la cooperación pesquera con terceros países mediante la promoción de una política pesquera sostenible y una explotación también sostenible de los recursos pesqueros fuera de las aguas de la Unión Europea.

Y esto es en gran interés de todos. Es bueno para los operadores de la Unión Europea, es bueno para el desarrollo local, para la lucha contra la pesca ilegal, para la sostenibilidad y para la buena gobernanza de los océanos.

En las partes del mundo donde no hay acuerdos con la Unión Europea, a menudo hay flotas que no respetan los recursos pesqueros ni el medio marino. Tampoco las condiciones sociales de los trabajadores ni la sostenibilidad. Estas flotas compiten directamente con nuestros operadores de la Unión Europea y, a menudo, pescan los mismos peces y los venden a los mismos mercados, pero a precios muy inferiores.

Por esta razón, mantener este tipo de acuerdos es vital. El ya largo Acuerdo de la Unión Europea con Costa de Marfil ha venido ayudando a este país, a la economía de Costa de Marfil, a los pescadores locales, también al uso de las instalaciones del puerto de Abiyán, y, cómo no, a las conserveras.

Por todo ello, tenemos que ratificar este Acuerdo lo antes posible. Y doy las gracias, lógicamente, al ponente y a todos los ponentes alternativos.

 
  
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  Richard Corbett, on behalf of the S&D Group. – Mr President, I would like to thank the rapporteur Mr Ferreira for his report on this important agreement. This is an important step forward for fisheries cooperation and should help to promote sustainable fisheries and sustainable development of the Ivorian fisheries sector. The support offered will help Côte d’Ivoire to develop its blue economy, improve safety on board, improve fishermen’s income and enable fish markets to be built.

The commitment by Côte d’Ivoire to increase capacity for monitoring, control and surveillance is also an important step in combating illegal unreported and unregulated fishing in the region and improving scientific knowledge. Given the importance of workers’ rights for my group, I am particularly pleased to see that there is a progressive agreement here which focuses on improving working conditions, especially for women. It will also facilitate the involvement of trade unions and artisanal fishermen’s associations in the region, setting a good example for other fisheries agreements. On the EU side, it’s also an advantageous agreement, which will allow us regulated access to Ivorian waters.

 
  
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  Czesław Hoc, w imieniu grupy ECR. – Panie Przewodniczący! Jest wiele powodów, by wesprzeć to sprawozdanie. Po pierwsze, obustronne korzyści dla rozwoju floty rybackiej zarówno Wybrzeża Kości Słoniowej, jak i ekonomiczne korzyści dla floty państw Unii Europejskiej. Po drugie – i najważniejsze – otóż chodzi o roztropną i zrównoważoną eksploatację zasobów morskich opartą na dostępnych opiniach naukowych i z uwzględnieniem zaleceń Międzynarodowej Komisji ds. Ochrony Tuńczyka Atlantyckiego. Wszak na przykład tuńczyk błękitnopłetwy jest jedną z najcenniejszych ryb na świecie i należy chronić te gatunki ryb przed ponadnormatywnymi połowami. Należy zwalczać połowy nielegalne, kontrolować i nadzorować techniki połowów tuńczyka, też zmniejszać prawdopodobieństwo przełowu delfinów, które są zazwyczaj w pobliżu ławic tuńczyków. Zatem naszym obowiązkiem jest ochrona ekosystemu morskiego, zasobów cennych ryb i bioróżnorodności dla przyszłych pokoleń, ale także wsparcie innych państw, w tym Wybrzeża Kości Słoniowej.

 
  
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  Izaskun Bilbao Barandica, en nombre del Grupo ALDE. – Señor presidente, señor comisario, los acuerdos pesqueros entre Europa y terceros países han demostrado que son una herramienta fundamental para extender en todo el mundo los estándares ambientales y sociales que se aplican al sector en aguas comunitarias. Además, inducen al desarrollo en los países con los que se firman y ofrecen oportunidades de pesca a nuestros profesionales.

En este caso van a ser treinta y seis los barcos atuneros cerqueros de España, Francia y Portugal los que pescarán al abrigo de este acuerdo que estará en vigor hasta 2024; un acuerdo clave para la flota atunera vasca, cuyos buques faenan además con certificaciones independientes de buenas prácticas ambientales y sociales desde 2010, cuando fueron reconocidos como «amigos del mar».

Como se ha comentado, las aportaciones económicas que gracias al acuerdo recibirá Costa de Marfil compensan por un lado las capturas, pero la mayor parte de los recursos se destinan al desarrollo del sector pesquero local. En este capítulo un elemento central es el apoyo a las operaciones del puerto de Abiyán, afectado en su día por las sanciones del Consejo contra el régimen de Laurent Gbagbo.

La promoción de los profesionales y empresas locales se completa con una apuesta por la calidad de los estudios científicos sobre los stocks de pesca, por el establecimiento de áreas de pesca protegidas por razones biológicas y por el refuerzo de las medidas de control contra la pesca no declarada, no regulada y no reglamentada.

Subrayo también el empeño en mejorar la posición y condiciones de trabajo de las mujeres en el sector local de la pesca artesanal dedicadas al ahumado de pescado y el fomento de las organizaciones profesionales femeninas como garantía de sostenibilidad y desarrollo de la zona.

 
  
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  Linnéa Engström, för Verts/ALE-gruppen. – Herr talman! Precis som i de flesta västafrikanska länder så är fisk den främsta källan till protein för Elfenbenskustens befolkning. Konkurrens med industriella fartyg och oljeutvinning begränsar det småskaliga fiskets möjligheter. Kvinnor som arbetar i sektorn har bara tillgång till fisk under fyra månader av året. Resten av tiden måste de köpa importerad fisk, landad i hamnen i Abidjan, som säljs av mellanhänder vars enda mål är att pressa ut så hög vinst som möjligt.

Billig råvara av god kvalitet är svår att få tag i. Men det finns så kallad falsk tonfisk som landas av europeiska fartyg. Det är skadad tonfisk som inte används i konservfabrikerna. I och med det nya avtalet kommer den lokala marknaden att få tillgång till 10 000 ton falsk tonfisk. Det är högsta prioritet att kvinnornas kooperativ får tillgång till den här fisken snarare än att mellanhänderna som driver upp priserna får tillgång till den. Frågan om fisk till kvinnor i Västafrika kan verka som en liten del i sammanhanget. Men detta är väldigt, väldigt viktigt för att bygga lokal resiliens i Elfenbenskusten.

 
  
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  Ricardo Serrão Santos (S&D). – Senhor Presidente, este acordo pertence à rede de acordos de pesca de atum na África Ocidental, a que pertencem, igualmente, os acordos com a Guiné-Bissau, com Cabo-Verde e com São Tomé e Príncipe, entre outros. É um acordo de grande relevância geográfica.

O porto de Abidjan é um dos principais portos da África Ocidental, seja pelos desembarques aí ocorridos, seja pelo volume de transformação de pescado. A sua importância, em particular para o atum, demonstra a relevância que este acordo tem para a pesca da União, considerando que parte desse pescado acaba por ser destinado a este mercado.

Termino, realçando o meu apoio ao acordo, realçando a necessidade de se garantir que as verbas associadas efetivamente revertem para o desenvolvimento do setor socioeconómico da economia azul da Costa do Marfim, mas também para o controlo da atividade, em particular garantir que o pescado comercializado e transformado no porto de Abidjan não provém de pesca INN.

 
  
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  Jarosław Wałęsa (PPE). – Mr President, in the end, I think we all want the same thing –that’s responsible and sustainable fishing. This is also the case in this new protocol. As such, it provides for close collaboration to promote the sustainable exploitation of fishing resources in those waters, and it also supports the efforts of the country to develop the blue economy, in the interests of both us and them.

On one side, the Ivorian fishing industry, in particular the small-scale fisheries, need structural support from the EU to contribute more effectively to national development and food needs. On the other hand, the evaluation of the previous protocol concluded that a renewal of the protocol would help strengthen monitoring, control and surveillance and contribute to improving governance of fisheries in the region. This is a win-win situation and tomorrow we should vote in favour and give consent to the conclusion of this protocol.

 
  
 

Intervenții la cerere

 
  
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  Bogdan Andrzej Zdrojewski (PPE). – Panie Przewodniczący! To moja ostatnia aktywność w dniu dzisiejszym. Chciałbym zwrócić uwagę tylko na jedną ważną kwestię. Z jednej strony przyjęcie tekstu tego protokołu nie budzi wątpliwości, ale proszę zwrócić uwagę na jeden ważny, naprawdę ważny spór, który mamy na poziomie politycznym. Dotyczy on przede wszystkim pewnego konfliktu, pewnego sporu pomiędzy samym tekstem rezolucji a propozycją porozumienia. Mnie interesuje źródło tego typu przeciwstawień, takiego konfliktu, które ostatecznie obniża jednak autorytet Parlamentu.

 
  
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  Νότης Μαριάς (ECR). – Κύριε Πρόεδρε, το πρωτόκολλο αλιευτικής συμφωνίας της Ευρωπαϊκής Ένωσης με την Ακτή Ελεφαντοστού πρέπει να εφαρμοστεί με βάση την αμοιβαία ωφέλεια. Να μην κερδίζουν μόνο τα 36 αλιευτικά από τη Γαλλία, την Ισπανία και την Πορτογαλία, αλλά να κερδίζουν —βεβαίως— και οι ντόπιοι πληθυσμοί. Στη βάση αυτή, θα πρέπει να ληφθούν μέτρα για να στηριχθεί o τοπικός πληθυσμός και να βελτιωθεί, βεβαίως, το καθεστώς των γυναικών. Νομίζω ότι είναι σημαντικά τα μέτρα που λαμβάνονται, όπως επίσης και τα μέτρα που έχουν σχέση με την εργατική νομοθεσία. Νομίζω ότι είναι εξόχως σημαντικό και το γεγονός ότι προβλέπεται επίσης στήριξη της κατάρτισης των αλιέων και των ναυτικών. Οι παρεμβάσεις για τη στήριξη των μικρών τοπικών παραγωγών είναι επίσης στη σωστή κατεύθυνση και το πρωτόκολλο στο σύνολό του μπορεί να συμβάλει στην ανάπτυξη της γαλάζιας οικονομίας, στην ασφάλεια της ναυσιπλοΐας και —φυσικά— στην καταπολέμηση της παράνομης αλιείας.

 
  
 

(Încheierea intervențiilor la cerere)

 
  
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  Karmenu Vella, Member of the Commission. – Mr President, thank you honourable Members. As requested by the rapporteur, the sectoral support will be largely increased to over EUR 400 000. That’s almost an increase of some 35% to support local development and improved governance of fisheries. Also, the Commission will keep the Parliament regularly informed of the implementation of this agreement and will also provide reports both on the catches and on the use of the EU financial contributions.

The conclusion of the new Protocol to the Fisheries Partnership Agreement will reinforce the stable relationship between the EU and Côte d’Ivoire for mutually beneficial outcomes. This new Protocol is fully consistent with the EU’s ocean governance agenda, under which the Union cooperates with third countries with the purpose of improving compliance with international measures, including combating illegal, unreported, and unregulated fishing (IUU).

To conclude I would like to thank the speakers for their comments, for their support for this Protocol and especially the rapporteur, Mr Ferreira, for his report.

 
  
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  João Ferreira, Relator. – Senhor Presidente, quero agradecer as várias intervenções e, para terminar, salientar um dos pontos da resolução que amanhã iremos votar: o acordo de parceria no domínio da pesca entre a União Europeia e a Costa do Marfim, na sua implementação e em eventuais revisões e/ou renovações, deve ter em conta e estar alinhado com os planos estratégicos relevantes respeitando plenamente a soberania da Costa do Marfim, visando o desenvolvimento do setor das pescas costa-marfinense, nomeadamente através do reforço dos controlos e vigilância da zona económica exclusiva da Costa do Marfim e das medidas para lutar contra a pesca ilegal não declarada e não regulamentada, do apoio à construção e/ou reabilitação de mercados de peixe, cais de desembarque e portos, nomeadamente, mas não apenas, no que respeita ao porto de Abidjan, da melhoria das condições de trabalho no setor, incluindo as condições de trabalho das mulheres, em particular nos fumeiros, permitindo um sistema de conserva mais eficaz, do apoio à formação profissional e ao reforço da capacidade de investigação científica e monitorização de recursos haliêuticos, do apoio às organizações de representação dos homens e das mulheres da pesca, principalmente as ligadas à pesca artesanal, da melhoria global da sustentabilidade dos recursos marítimos.

Por fim, instamos a Comissão Europeia a apresentar informações sobre os benefícios que a aplicação do protocolo trará às economias locais, em termos de emprego, infraestruturas, melhoria das condições sociais, assim como sobre as capturas e o estado de conservação dos recursos, de forma a melhor podermos aferir o impacto do acordo sobre o ecossistema marinho e as comunidades piscatórias.

 
  
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  Președintele. – Dezbaterea a fost închisă.

Votul va avea loc mâine, 12.2.2019.

 

16. Līguma noteikumu par ES pilsonību īstenošana - Līguma noteikumu par ciešāku sadarbību īstenošana - Līguma noteikumu par Parlamenta politiskās kontroles pilnvarām attiecībā uz Komisiju īstenošana - Eiropas Savienības Pamattiesību hartas īstenošana ES iestāžu sistēmā (debates)
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  Președintele. – Următorul punct de pe ordinea de zi este dezbaterea comună privind punerea în aplicare a dispozițiilor tratatului și aici discutăm de patru rapoarte:

- raportul lui  Maite Pagazaurtundúa Ruiz, în numele Comisiei pentru afaceri constituționale, referitor la punerea în aplicare a dispozițiilor tratatului referitoare la cetățenia UE (2018/2111(INI)) (A8-0041/2019);

- raportul lui Alain Lamassoure, în numele Comisiei pentru afaceri constituționale, referitor la punerea în aplicare a dispozițiilor tratatului privind cooperarea consolidată (2018/2112(INI)) (A8-0038/2019);

- raportul lui Mercedes Bresso, în numele Comisiei pentru afaceri constituționale, referitor la punerea în aplicare a dispozițiilor din tratat privind competența Parlamentului de a exercita un control politic asupra Comisiei (2018/2113(INI)) (A8-0033/2019);

- raportul Barbarei Spinelli, în numele Comisiei pentru afaceri constituționale, referitor la punerea în aplicare a Cartei drepturilor fundamentale a Uniunii Europene în cadrul instituțional al UE, (2017/2089(INI)) (A8-0051/2019).

 
  
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  Maite Pagazaurtundúa Ruiz, ponente. – Señor presidente, durante esta legislatura la Comisión de Asuntos Constitucionales no ha dejado de trabajar sobre cómo mejorar el marco normativo institucional actual, nuestras reglas de juego. Por eso hemos producido un importante número de informes de aplicación de las normas que rigen nuestras instituciones.

Estamos maduros para el impulso final sobre aquellas cuestiones que nos han parecido especialmente relevantes. En mi caso, he tenido el honor de ser la ponente del informe sobre la aplicación de las disposiciones del Tratado relacionadas con la ciudadanía de la Unión, en un momento tan clave como el que estamos viviendo.

«Las políticas públicas colectivas son lo único que puede crear a unos ciudadanos con la confianza de individuos», asegura Timothy Snyder en su último libro. Hace más de veinte años que se introdujo el concepto de ciudadanía de la Unión y, hoy, al menos una generación de europeos ha crecido siendo ciudadanos comunitarios. Y una generación de niños necesitan ajustes y mejoras en el concepto de ciudadanía europea para cuando sean, dentro de poco tiempo, nuestros jóvenes europeos.

Dicen los Tratados que es ciudadano de la Unión Europea quien tenga la nacionalidad de alguno de sus Estados miembros. De este modo, la ciudadanía de la Unión se suma a la ciudadanía estatal. Sin embargo, el Derecho se ha quedado corto respecto a la realidad. Respecto a lo que perciben los jóvenes y los niños ya. Tenemos la responsabilidad de asumir hoy los resultados que, una y otra vez, nos revelan los barómetros europeos. El 87 % de los europeos son conscientes de su estatus como ciudadanos —el porcentaje más alto nunca registrado—. Pero entre lo que ellos perciben y la realidad hay un desajuste. Hay carencias, hay déficit y hay necesidad de darle un alcance real a algunas de esas libertades.

Los ciudadanos de la Unión no ejercen el derecho de sufragio activo y pasivo en las elecciones europeas y municipales tanto como podrían. La mayoría de ellos necesitan mayor información. Y ejercer su ciudadanía activa, la política, es clave para construir sociedades mucho más inclusivas, más prósperas, más responsables, con menos riesgos de tentaciones al populismo excluyente.

Las ideologías nacionalistas y populistas promueven identidades excluyentes; una vez más lo sabemos en Europa. Y, en el horizonte, esto siempre trae merma de los derechos. Dan soluciones falsas a problemas reales y complejos, y se alimentan de la propagación del victimismo. Nuestra responsabilidad es realizar mejoras que den soluciones, y que den soluciones también en la mejora de lo que significa esa ciudadanía europea.

En la actualidad, la libertad de movimiento está consagrada, pero tiene límites en la aplicación. Señalar esta circunstancia es el primer paso para completar esta libertad, que deben disfrutar, especialmente, los más jóvenes. En este marco, potenciar con eficacia programas como Erasmus+, programas para el voluntariado, como el Servicio Voluntario Europeo y el Cuerpo Europeo de Solidaridad, alimentan las posibilidades de movilidad.

El desarrollo educativo y personal de los jóvenes europeos es, sin duda, la mejor inversión. Una inversión que sale muy rentable. Este informe también apuesta por el desarrollo de planes de estudio en los sistemas educativos que permitan conocer nuestro espacio común, nuestros valores europeos, a partir del artículo 165 del Tratado de Funcionamiento. Ninguna política ha creado tanto sentido de lo europeo como la movilidad y la educación. Cuando el conocimiento es con mayúsculas siempre lleva a incrementar de forma natural y espontánea el vínculo entre instituciones y ciudadanos. El comisario Timmermans nos lo ha contado muchas veces a través de sus propias experiencias personales.

Bien, voy a ir terminando. Hemos estudiado toda la potencialidad de las opciones Europe Direct y el alcance de los derechos y obligaciones para darles una mayor posibilidad, para fomentar la participación. Pero hay algo, hay algo, para terminar, que es muy importante. Necesitamos símbolos. Necesitamos seguir el ejemplo de Luxemburgo y establecer como día festivo para toda Europa el 9 de mayo. Y podemos pedir al Consejo Europeo que se pronuncie para que los jefes de Estado y de Gobierno lo declaren festivo.

Y, además, hay muchísimas cuestiones en las que podemos alcanzar un pleno potencial. Un estatuto de ciudadanía de la Unión Europea sería un instrumento novedoso para ello. Por eso, en este informe hemos querido cambiar la perspectiva y situar para el futuro a la ciudadanía en el centro del sistema: la ciudadanía, y no un algoritmo.

 
  
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  Alain Lamassoure, rapporteur. – Monsieur le Président, Monsieur le Vice-président de la Commission, nous avons eu l’occasion d’en faire la remarque à plusieurs reprises, le traité de Lisbonne est une boîte à outils assez largement sous-utilisée et parmi les procédures possibles – et qu’on n’utilise pas suffisamment – figurent les coopérations renforcées.

Nous le savons, la coopération renforcée est une formule qui permet aux pays qui veulent avancer, alors que d’autres seraient plus réticents, d’agir, d’avancer sans attendre les autres, dans le cadre de procédures simplifiées, dans des domaines importants pour eux et pour l’Europe et qui relèvent de compétences partagées entre l’Union et les États membres.

Or, il se trouve que bon nombre de défis majeurs qui attendent l’Union aujourd’hui seront difficiles à traiter avec la procédure paralysante de l’unanimité. Je veux parler de la sécurité intérieure et extérieure, de la politique migratoire, d’un certain nombre de programmes sociaux, d’un certain nombre de programmes de recherche et de politique étrangère commune. Il est donc important de faciliter et d’encourager le recours à cette procédure. C’est l’objet du rapport qu’a adopté la commission des affaires constitutionnelles. Et nous partons de l’acquis des coopérations renforcées déjà existantes et qui montrent leur intérêt parce qu’elles s’appliquent à des domaines complètement différents: règlement des litiges de divorce ou de propriété familiale, mise en place d’un brevet unique européen, mise en place d’un procureur européen, projets difficilement engagés de taxe sur les transactions financières, lancement d’une défense européenne, sans oublier l’organisation de la zone euro, qui relève aussi d’une forme de coopération renforcée.

Le rapport d’exécution de notre commission tire les enseignements de ces premières expériences et propose une sorte de ce que pourrait être un statut type de la coopération renforcée pour faciliter la tâche et faire gagner du temps aux États membres qui, dans des domaines nouveaux, voudraient y recourir. Et nous dressons la liste des questions politiques à se poser: quel va être le processus de décision? Naturellement, nous recommandons ce que le traité rend possible, à savoir le recours systématique à la majorité qualifiée et non pas la décision à l’unanimité. Quel secrétariat? Nous souhaitons que la Commission européenne ait un rôle important dans le secrétariat. Quel mode de financement pour les dépenses administratives, éventuellement pour les dépenses opérationnelles, si des actions communes sont prévues? Quel contrôle démocratique? Le Parlement européen doit jouer un rôle important, mais dans certains domaines, il serait inimaginable qu’il n’y ait pas aussi une représentation des parlements nationaux pour assurer le contrôle parlementaire. Et puis quel contrôle juridictionnel? Bien entendu, si la Cour de justice aura toujours le dernier mot, il peut être utile dans certains cas d’instaurer – on l’a fait pour les brevets – une juridiction de première instance.

Notre commission recommande de respecter l’esprit des traités, qui permettent une action commune, qui permettent la souplesse de décision et qui permettent de rester dans le cadre communautaire. Parce que selon la coopération renforcée, les États membres qui y participent le font dans le cadre communautaire, tandis que les autres États membres non participants peuvent prendre part au débat, donner leur opinion et – naturellement – ils ne prennent pas part au vote. Mais étant associés dès le début, ils peuvent mieux mesurer l’intérêt de la formule et on peut espérer que, petit à petit, cette coopération s’étendra à l’ensemble des États membres de l’Union européenne.

L’enjeu est très important parce que si on veut s’attaquer à ces grands défis que j’évoquais tout à l’heure, il n’y a que deux solutions: ou bien la coopération renforcée dans le cadre de l’Union, ou bien alors des accords interétatiques, intergouvernementaux qui rendront les problèmes plus difficiles, les procédures plus obscures et le contrôle démocratique moins bien assuré.

 
  
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  Mercedes Bresso, Relatore. – Signor Presidente, signor Vicepresidente, onorevoli colleghi, il controllo parlamentare sull'esecutivo è una condizione preliminare della legittimità democratica dell'esecutivo stesso. I recenti cambiamenti nelle procedure legislative e il ruolo accresciuto dell'esecutivo comunitario hanno creato la necessità di rafforzare queste procedure di controllo del Parlamento.

Il Parlamento ha a sua disposizione, come sapete, vari strumenti per esercitare il suo controllo politico sulla Commissione: dall'elezione del Presidente, all'investitura dei Commissari, alla mozione di censura, a interrogazioni scritte e orali, all'iniziativa legislativa, sia pure indiretta, attraverso le relazioni, alla procedura di bilancio e all'esecuzione del bilancio, eccetera. Tuttavia, è necessario migliorare la loro applicazione e adattarli alle sfide specifiche della struttura istituzionale dell'Unione.

Dopo uno studio approfondito della situazione, che ha coinvolto molti esperti ed è durato più di sei mesi, ecco sintetizzati i punti importanti di questa relazione. Innanzitutto, la proposta di abbassare la soglia per attivare la mozione di censura. Riteniamo che la soglia attuale sia troppo alta per permetterne un uso efficace, anche se naturalmente non deve essere neanche troppo bassa per evitare abusi. Proponiamo quindi, in una prossima modifica dei trattati – perché occorre una modifica dei trattati – di abbassarla, probabilmente intorno alla maggioranza assoluta, ma farà parte della discussione.

Nel quadro degli attuali trattati – secondo punto – il Parlamento non possiede formalmente il diritto di iniziativa legislativa. La relazione afferma la possibilità di concedere formalmente al Parlamento questa iniziativa, che dovrebbe anch'essa evidentemente essere seminata nella prossima modifica dei trattati, anche in questo caso tenendo conto dei problemi specifici, delle questioni specifiche, che possono riguardare questo Parlamento, quindi non attribuendola al singolo parlamentare ma ad aggregazioni più grandi.

Un altro punto è la responsabilità individuale dei Commissari. La relazione ritiene che in una futura modifica dei trattati si debba considerare la possibilità di rendere i Commissari individualmente responsabili dell'esercizio del loro mandato di fronte al Parlamento.

Un altro punto è la nomina degli alti funzionari della Commissione. La relazione invita la Commissione a rivedere le sue procedure amministrative per la nomina del suo Segretario generale, dei direttori generali e dei direttori, per garantire che siano selezionati in modo trasparente i migliori candidati e vengano assicurate a tutti le medesime opportunità.

Come avrete capito, questa relazione, che è anche uno sguardo di insieme del controllo politico sulla Commissione, contiene anche diversi messaggi politici. Il primo: la garanzia di un efficace sistema di contropotere nello spazio istituzionale dell'Unione. Il secondo: il rafforzamento dei nostri controlli sulle nomine degli alti funzionari che hanno un ruolo politico nella Commissione. Il terzo: la politicizzazione della Commissione mediante il processo dello Spitzenkandidat, a cui diamo il nostro sostegno, comporta tuttavia un controllo maggiore e individuale dei Commissari. E infine: una formale assegnazione dell'iniziativa legislativa al nostro Parlamento.

Vorrei concludere ringraziando i miei relatori ombra per il loro eccellente spirito di cooperazione con cui hanno lavorato e sperando che domani, anche tenendo conto dei numerosi compromessi che abbiamo raggiunto, il voto sia largamente positivo e condiviso.

Questo voto domani non sarà l'unico. Per questo vorrei aggiungere, a nome del mio gruppo, qualcosa sulle altre relazioni che voteremo domani. Innanzitutto, vorrei complimentarmi per l'ottimo lavoro svolto dai miei colleghi Spinelli e Pagazaurtundúa Ruiz riguardo alla relazione Lamassoure, di cui sono relatrice ombra. Vorrei riconoscere l'eccellente lavoro di compromesso realizzato dal relatore. È stato particolarmente bravo a sottolineare la necessità di rendere più flessibile l'uso delle cooperazioni rafforzate. Queste costituiscono uno strumento fondamentale per migliorare la costruzione europea, là dove non riusciamo a trovare un compromesso in grado di riunire i 28 Stati membri.

Signor Presidente, a me risulta di avere sei minuti, per questo andavo avanti tranquilla.

 
  
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  President. – Two, I believe, in the end, but if you want to use it now, it’s up to you.

 
  
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  Mercedes Bresso, Relatore. – Dicevo che la relazione sottolinea inoltre la necessità di coinvolgere il Parlamento a tutti i livelli di creazione e sviluppo della cooperazione. Non posso che condividere e accogliere pienamente questa idea, perché il nostro Parlamento è un luogo di innovazione e impulso istituzionale.

Credo che queste relazioni e le altre che discuteremo, tra cui quella molto interessante del collega Schöpflin, dimostrino quanto il Parlamento sia attento alle questioni istituzionali, ma quanto poco lo sia il Consiglio. Non dico la Commissione, la Commissione è sempre molto attenta alle nostre proposte, il Consiglio lo è molto meno, e questo credo sia uno dei gravi problemi democratici della nostra Unione.

 
  
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  Barbara Spinelli, Relatore. – Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei spiegare quali sono stati gli obiettivi di fondo che ho perseguito nel lungo lavoro sulla relazione riguardante l'attuazione della Carta dei diritti fondamentali.

C'è un punto sul quale ho insistito in modo particolare, ed è che l'Unione non deve avere un atteggiamento passivo verso i diritti sanciti dalla Carta, non deve limitarsi a scongiurare eventuali violazioni di tali diritti, ma deve adoperarsi attivamente per la loro promozione, dunque per il loro sistematico e preliminare accorpamento in tutti i provvedimenti e le decisioni adottati dall'Unione. Non si tratta solo di un obbligo discendente dal diritto internazionale dei diritti umani, ma di un dovere espressamente sancito nella Carta stessa.

La Carta ha certamente rappresentato un punto di svolta nell'integrazione europea, ma la sua adozione non può e non deve essere considerata come traguardo finale. La natura della Carta è evolutiva, influenzata dalle leggi internazionali e dalla giurisprudenza della Corte. È la piena concretizzazione dei diritti in essa sanciti l'obiettivo cui bisogna ambire costantemente.

Non dico questo a caso, lo dico partendo dalla convinzione che la crisi dell'Unione è troppo vasta e il divario creatosi fra cittadini e istituzioni europee è troppo profondo perché non si faccia il punto della situazione partendo proprio dai cittadini, dal loro malcontento, dalla loro sensazione di essere ignorati nei loro diritti. In molte politiche europee i diritti elencati nella Carta non hanno lo spazio che viene formalmente garantito loro dalla legge europea, oltre che dalla giurisprudenza della Corte di giustizia. Spesso sono addirittura ignorati, soprattutto quando sono in gioco i diritti sociali e il rapporto fra questi ultimi e le esigenze legate alla competitività nel mercato unico.

Sono ignorati anche i diritti di chi, non importa se irregolarmente o regolarmente, entra e risiede nel territorio dell'Unione e dunque è parte del nostro sistema giuridico. Di qui il mio appello a porre in essere sistematiche valutazioni di impatto sui diritti, preliminari ed ex post, ogni volta che vengono adottate politiche in aree cruciali, come le politiche di stabilità economica, specie nell'Eurozona, le politiche commerciali e gli accordi con i paesi terzi firmati dall'Unione, la politica migratoria. Questioni in parte già presenti nella relazione, ma che ripropongo in alcuni emendamenti per la plenaria, tanto sulla cosiddetta governance economica quanto sui rifugiati e i migranti, il cui diritto al non-refoulement siamo chiamati a rispettare per legge.

L'obiettivo di questo testo è di chiarire il ruolo della Carta, mettendo in luce le difficoltà che continuano a sorgere nella sua attuazione piena. Lo stress test è uno strumento usato per sondare la tenuta delle banche; dovremmo cominciare a usare test analoghi anche per la tenuta dei diritti fondamentali.

Il mio intento è fornire spunti e proposte che non dovrebbero essere controversi e che possano consolidare la promessa solenne fatta ai nostri cittadini con l'adozione della Carta quale fondamento normativo dell'Unione e indispensabile complemento dei trattati. La promessa di costruire una comunità fondata sul rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza, dello Stato di diritto e dei diritti umani.

 
  
  

PRESIDENZA DELL'ON. FABIO MASSIMO CASTALDO
Vicepresidente

 
  
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  Frans Timmermans, First Vice-President of the Commission. – Mr President, the four reports under discussion today present an interesting analysis of the Union’s functioning in connection with citizenship and fundamental rights, whilst providing a contribution to the debate on the Future of the Union on various institutional questions.

I cannot, of course, cover every part of these rich reports here this evening. As concerns Ms Bresso’s report, I would like to stress that this College of Commissioners has taken very seriously its political accountability to Parliament. Cooperation between our two institutions is set out in the Framework Agreement and in the Inter-Institutional Agreement on Better Law-Making, which, together with relevant Treaty provisions, provide a framework in which Parliament can effectively exercise its political oversight of the Commission. The Commission considers that these arrangements have worked well and the benefits of our good cooperation, in my view, are clear.

The fact that we have set joint legislative priorities through joint declarations has helped focus political attention on the proposals that matter most in terms of addressing citizens’ concerns and expectations. Good progress has been made, too, on various institutional issues that are priorities for this House. I also welcome the fact that agreement was reached on non-binding delineation criteria for delegated acts and implementing acts, and I hope that tomorrow’s trilogue will result in agreement on the alignment to the Lisbon Treaty of empowerments and the regulatory procedure with scrutiny in approximately 60 legislative acts.

As concerns Parliament’s proposal on the right of inquiry, while sharing many of the serious concerns expressed by the Council, the Commission, as always, stands ready to engage constructively and find appropriate solutions. The unanimity rule has, in some cases, hampered effective decision making and timely Union action. The Commission has therefore called for the use of the ‘passerelle clause’ to move to qualified majority voting in certain areas of common foreign and security policy, taxation and the environment. In the taxation area in particular, this would also mean less need for recourse to enhanced cooperation, which is the subject of Mr Lamassoure’s report. I certainly agree with him – and I remember fondly the time we spent working on the Lisbon Treaty – that the Treaty is not being used to its full potential today. Many things are still being ignored or not used to full potential.

The Commission welcomes these two reports that actively promote the debate on the Union’s future institutional development. I have to note, however, that treaty change is not currently on the agenda and that many of the ideas would affect the interinstitutional balance or the prerogatives of the other institutions.

Turning to Ms Pagazaurtundúa Ruiz’s report on European citizenship: our two institutions have been close allies in promoting and defending European citizens’ rights and the rule of law. I have to say that the rapporteur has always been a staunch supporter of the Commission’s position, and I want to thank her for that, on behalf of the Commission and in a personal capacity.

The Commission remains fully committed to the Union’s accession to the European Convention on Human Rights. The consultation process to address the legal issues raised by the Court is making good progress, but is not yet completed. Then, if we resolve that, there remain some issues to be resolved in the Council of Europe as well.

I am grateful that, like the Commission, this Parliament has consistently kept questions of the rule of law high on its agenda, although all of us would have strongly preferred that this had not been necessary. The Commission will present an initiative later this year on strengthening the rule-of-law framework in the light of experience and will take good account of your views in this regard. Many of you have worked very hard on this.

The Commission has taken action throughout its term of office to promote the democratic rights of citizens, culminating in the package of proposals in September to enhance transparency, combat disinformation and ensure that individual data is not abused, in the context of the upcoming elections. The recent agreement on the amendments to the statute of European political parties is very welcome indeed.

The Commission has also recently published a report on investor citizenship and resident schemes – so-called golden passports and visas – and will set up a group of experts from Member States to improve the transparency, governance and security of such schemes.

Finally, with regard to the Charter of Fundamental Rights, Ms Spinelli’s report is right to point out that, regrettably, the Charter is still not being used to its full potential. Far from it. Upholding common values and fundamental rights is a shared responsibility of local, regional, national, European and international actors and institutions. We all need to work together. The Commission is using a wide range of instruments to ensure the full effectiveness of the Charter. These include infringement proceedings to address values-related violations of EU law by Member States, audits and investigations relating to the use of EU funds, and the European Semester to monitor national justice reforms.

We agree with you that, ahead of the elections, all the EU institutions should make an effort to promote the benefits of, and advances made on, European Union citizenship and respect for the Charter of Fundamental Rights. Beyond that, our energies in the coming weeks should be focused on delivering on a positive agenda by securing good outcomes in the pending legislative negotiations.

The Commission welcomes the energy and commitment of this Parliament. The Romanian Presidency will continue to engage actively and constructively with you to deliver concrete results across all areas of the 10 priorities of the Juncker Commission, priorities that were established together with you. Together we should show, ahead of the elections, that the Union is able to deliver concrete results and respond to citizens’ expectations.

 
  
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  Eduard Kukan, rapporteur for the opinion of the Committee on Employment and Social Affairs. – Mr President, I will speak on the subject of the implementation of the Charter of Fundamental Rights of the European Union in the EU institutional framework. Since the Lisbon Treaty entered into force, the Charter is the source of primary law. It is therefore imperative to call on EU bodies to fully comply with the Charter’s provisions. Equal consideration should be given to social and economic rights and Member States need to respect their obligation to the social and economic requirements of the Charter, also when complying with the EU’s economic instruments.

We also need to ensure awareness and promotion of fundamental rights and freedoms and, by extension, of the Charter’s provision. Communication on this must be done at both national and EU level and should be further enhanced. Lastly, we need to recognise and support the role of the Fundamental Rights Agency (FRA) and its recommendations in improving the culture of fundamental rights across the whole EU.

 
  
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  Martina Anderson, rapporteur for the opinion of the Committee on Civil Liberties, Justice and Home Affairs. – Mr President, yet again the British Government is breaching EU citizens’ rights. A provision of the Good Friday Agreement recognises the right of people born in the north of Ireland to be Irish, British or both. Yet the British Government never implemented these provisions, concealing that fact under EU law.

Emma DeSouza, an Irish citizen, has had a legal battle with the British Home Office since 2015. They are refusing her American husband residency. Emma holds an Irish passport, she is an EU right-holder, yet Britain’s Home Office claims she’s British. She is not. Last week, the British Home Office ruled that, post Brexit, Irish citizens born in the north of Ireland will not benefit from retaining EU rights.

As rapporteur for the opinion of the Committee on Civil Liberties, Justice and Home Affairs, I alerted MEPs to Britain’s plot to deny us our EU rights. The British border in Ireland, upheld by a one—party Unionist state, partitioned our country and denied us our basic rights as citizens. We will never, ever go back to that.

 
  
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  Angelika Mlinar, rapporteur for the opinion of the Committee on Women's Rights and Gender Equality. – Mr President, the principle of gender equality is a core value of the European Union and it is enshrined in our Treaties. The goal of achieving gender equality is crucial to ensuring that the EU policies reflect the perspectives and interests of both women and men.

However, there is still a long way to go to reach gender equality within the European Union and it is regrettable that gender mainstreaming is not consistently implemented in all EU activities, which prevents the effective implementation of measures to combat gender discrimination and promote gender equality. The Union should ensure strategic measures are put in place to enable the Member States to respond to women’s rights violations and to ensure Member States’ active promotion of the EU Charter of Fundamental Rights.

In this context, I call on the Member States who have not yet ratified the Istanbul Convention to finally do so. I indeed believe that the Istanbul Convention – the first legally binding international instrument on preventing and combating violence against women – can bring change and have a real impact on the lives of women and girls in Europe.

 
  
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  Νότης Μαριάς, Εισηγητής της γνωμοδότησης της Επιτροπής Αναφορών. – Κύριε Πρόεδρε, συζητούμε σήμερα τέσσερις εκθέσεις πολύ σημαντικές: για την ιθαγένεια, την ενισχυμένη συνεργασία, τον πολιτικό έλεγχο που πρέπει να ασκεί το Ευρωπαϊκό Κοινοβούλιο στην Επιτροπή και για την εφαρμογή του Χάρτη Θεμελιωδών Δικαιωμάτων. Κάθε μία από αυτές τις εκθέσεις έπρεπε να είναι αντικείμενο ειδικής συζήτησης· βεβαίως, τις συζητούμε όλες μαζί.

Θα ήθελα λίγο να επιμείνω στο θέμα της ενισχυμένης συνεργασίας, η οποία ούτως ή άλλως υπάρχει. Υπάρχει με αφορμή τη Σένγκεν, υπάρχει με αφορμή, βεβαίως, και τη λειτουργία της ευρωζώνης και πρέπει να είναι μια διαδικασία ανοιχτή για τις χώρες που επιθυμούν εκ των υστέρων να λάβουν μέρος. Θα ήθελα να επισημάνω ότι πρέπει να σκεφτούμε μήπως, στη φάση αυτή, πρέπει να προβλέψουμε και ειδικές διατάξεις, ειδικές ρυθμίσεις, ένα ειδικό καθεστώς για ορισμένες χώρες εντός της Ευρωπαϊκής Ένωσης που αντιμετωπίζουν πολύ συγκεκριμένα προβλήματα, όπως είναι η Ελλάδα, η οποία μόλις βγήκε κατεστραμμένη από τα μνημόνια. Να αποκτήσει δηλαδή, για συγκεκριμένο χρονικό διάστημα, ρυθμίσεις-εξαιρέσεις από συγκεκριμένους κανόνες προκειμένου να μπορέσει να ανασάνει η οικονομία της. Ας σκεφτούμε και αυτή τη διάσταση ως τρόπο λειτουργίας της διαφοροποιημένης ολοκλήρωσης.

 
  
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  Josep-Maria Terricabras, Rapporteur for the Committee on Petitions. – Mr President, I would like to say to the rapporteurs that their reports are good and cover many of our concerns. We agree on the importance of the creation of EU citizenship and the rights attached to it. However, these rights are not fully implemented. We want a Union where citizenship is linked to residency, where gender equality is fully effective and where the right to political participation is fully implemented.

After the economic crisis, and with the current humanitarian crisis in the Mediterranean and the increasing attacks against women’s rights, EU citizens feel that the EU should do more to protect their rights. The report on the implementation of the Charter assesses its state of play and makes recommendations to improve it. Despite the weak implementation of certain provisions, we expect that the House will not miss the opportunity to send a clear message that Parliament is committed to strengthening the application of the Charter in full, including social rights and the rights of refugees and ensuring gender equality.

 
  
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  Elmar Brok, im Namen der PPE-Fraktion. – Herr Präsident, Herr Vizepräsident, meine Damen und Herren! Ich möchte insbesondere ein paar Bemerkungen zu den Berichten Bresso und Spinelli machen. Ich möchte mich bei Frau Bresso für die gute Kooperation bedanken, und ich glaube, dass wir auch bei der Fortentwicklung unseres gemeinsamen Berichts vom vorigen Jahr hier Fortschritte machen, um in dem Gesamtkonzert die Rechte des Europäischen Parlaments zu stärken, aber auch die notwendigen institutionellen Vorhaben, die uns voranbringen sollen.

Lassen Sie mich einen bestimmten Punkt nennen – das ist der Spitzenkandidaten-Prozess, der hier wieder angesprochen wird. Dies wird die entscheidende Schlüsselfrage für dieses Haus sein – dessen muss sich jeder bewusst sein. Wird in Zukunft der Wähler darüber entscheiden, wer Präsident der Kommission, wer Präsident der europäischen Exekutive wird, oder wird das in den Hinterstübchen gemacht? Und das geht nur, wenn der Rat einmal akzeptiert, was im Vertrag drinsteht. Er kann nur einen Vorschlag machen, im Lichte des Ergebnisses der Europawahl und nach Konsultation – Konsultation mit dem Europäischen Parlament. Und dieses Europäische Parlament muss in der Lage sein, eine Mehrheit für einen Kandidaten zu finden, um einen Vorschlag zu machen. Das ist eine entscheidende Frage – und hat dieses Haus die Kraft, dies zu tun? Wir sollten, glaube ich, unsere Spitzenkandidaten – egal aus welchen Parteien – unterstützen, dass sie in diesem Sinne ihren Wahlkampf machen.

Und an Frau Spinelli eine Bemerkung: Wir haben engagiert für diese Charta der Grundrechte geworben. Aber dies ist keine Frage der politischen Umsetzung. Eine Grundrechtecharta ist dazu da, dass geprüft wird, ob Gesetzgebung diesen Grundrechten entspricht. Und wenn sie nicht dieses Niveau der Grundrechte hat, dann kann man dagegen beim Europäischen Gerichtshof klagen, um das vorzunehmen. Das ist die entscheidende Frage. Es ist nicht ein Programm Punkt für Punkt, dies in Gesetzgebung zu machen. Das müssen wir, glaube ich, lernen, wenn wir hier vorankommen wollen.

 
  
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  Pedro Silva Pereira, em nome do Grupo S&D. – Senhor Presidente, caros colegas, de entre o conjunto de relatórios que hoje aqui debatemos, quero referir-me de modo especial ao importante relatório sobre a cidadania europeia que acompanhei como relator—sombra do meu grupo político.

E começo por onde se deve começar, por agradecer à nossa colega relatora a Maite Ruiz pelo excelente espírito de cooperação que mantivemos e que permitiu chegar a um relatório que, creio, é um bom contributo deste Parlamento para qualificar a democracia e para reforçar a cidadania europeia.

Este relatório chega num momento crucial para o projeto europeu. Num momento em que este projeto europeu está sob violento ataque, as eleições do próximo mês de maio são decisivas para o futuro desta União Europeia que construímos ao longo das últimas décadas. Por isso, agora, mais do que nunca, é preciso que os europeus ganhem plena consciência da sua condição de cidadãos e façam uso do seu primeiro direito de cidadania, o direito de participação política através do voto. Ora, para isso, é preciso uma campanha pedagógica de sensibilização para os direitos dos cidadãos, a começar pelo direito de voto, uma grande campanha, portanto, contra a abstenção.

E é preciso também que se assuma e reconheça a dimensão verdadeiramente europeia destas eleições e que elas decorram sem interferências obscuras através das redes sociais. Só assim teremos uma cidadania europeia que esteja à altura das expetativas dos cidadãos europeus e que qualifique a nossa democracia.

 
  
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  Helga Stevens, namens de ECR-Fractie. – Voorzitter, collega's, rapporteurs, het beginsel van de bevoegdheidstoedeling volgens hetwelk de EU handelt binnen de grenzen van de bevoegdheden die de lidstaten haar toedelen, is essentieel voor mijn partij. Omdat de verslagen over het EU—burgerschap en het Handvest van de grondrechten hier dubbelzinnig over zijn, zal mijn delegatie tegenstemmen.

Wat de tenuitvoerlegging van het Handvest van grondrechten in het institutionele kader van de EU betreft, is er ook werk aan de winkel voor ons eigen Europees Parlement. Zo blijkt uit mijn praktijkervaring alvast dat de tolken gebarentaal niet dezelfde behandeling krijgen als de tolken gesproken taal. Hierin moet verandering komen.

Het verslag Bresso bevat elementen die wij steunen en andere waar we niet achter staan, zoals de nadruk op het Spitzenkandidatenproces. In het verslag Lamassoure appreciëren wij de suggesties om deelstaten zoals Vlaanderen een rol te laten spelen in nauwere samenwerking. Dank u wel.

 
  
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  Jasenko Selimovic, on behalf of the ALDE Group. – Mr President, I would like to thank Madam Bresso and all the other shadow rapporteurs for their excellent work on this report.

I will concentrate on the rate of participation in EU elections, which is usually low, diminishing at every election and consequently threatening the legitimacy both of the elections and the EU. There is one main reason for this: voters do not feel that there is a straight connection between what they vote for and what policy they will get. Because of the complicated decision-making system, if they vote, for example, for the Socialist Group to be the biggest here, it is not at all sure that they will get more socialist politics in the EU, nor a socialist in charge of the Commission.

Strengthening the link between the results of the election and policy, through the Spitzenkandidat procedure, may make European voters more prone to vote. It is creating a more visible and more direct link between what you vote for and what you get. And ultimately it is increasing interest in the elections and enhancing the legitimacy of the EU, and thereby that of democracy.

 
  
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  Helmut Scholz, on behalf of the GUE/NGL Group. – Mr President, this joint debate covers several important themes dedicated to the current and future shaping of European integration. The functioning of the EU, serving the interests and the daily problems of people in all the 28 Member States of the European Union is in focus, and here we have the red line between fundamental rights to political control over the Commission. And indeed, colleague Bresso, the Council should not be left out.

Thanks to the rapporteurs for their input, ideas and to all colleagues working on them. Let me stress one central challenge to all these various themes and, in particular, those reports dedicated to future development on enhanced cooperation, as well as the one increasing the control of Commission. We have not only to underpin our ambition to give a strong statement that this Parliament wants to be a greater player in the European Union political framework.

Thus I call on Parliament to take the opportunity of the new term and the incoming Commission to make full use of its prerogatives and tools to strengthen its position as a major player for the next five years. Including a stronger political will to use existing tools can significantly enhance Parliament’s weight and role vis-à-vis the Commission.

 
  
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  Pascal Durand, au nom du groupe Verts/ALE. – Monsieur le Vice-président, m’autorisez-vous, d’abord, juste un tout petit moment que j’allais qualifier d’un peu plus intime?

Je voudrais me tourner vers M. Lamassoure car c’est son dernier rapport qui est présenté aujourd’hui et je tiens à lui rendre hommage, au nom des parlementaires et notamment des parlementaires français, même si la nationalité n’a rien à faire dans cet espace. Il a fait honneur à ce Parlement et il a particulièrement veillé à essayer d’échanger, à travers les groupes et à travers nos histoires différentes. Merci, Monsieur Lamassoure, merci pour ce rapport.

Voilà, j’allais dire que c’était juste un peu de sentiments – et je vais aller très vite – mais, finalement, ces deux rapports, celui de Mercedes Bresso et celui d’Alain Lamassoure, laissent apparaître une chose très simple: le Parlement européen veut d’abord se rapprocher de la Commission, il veut travailler plus étroitement avec la Commission, mais il veut une Europe qui soit plus démocratique, plus transparente, plus efficace, plus sociale, plus respectueuse du droit.

Voilà la responsabilité commune que nous partageons.

Monsieur Timmermans, je sais que vous avez le même sentiment, il faut que nous y arrivions, il en va de l’avenir de notre Union.

 
  
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  Jonathan Arnott, on behalf of the EFDD Group. – Mr President, I won’t try to speak on four different reports in 90 seconds, but there are some rare moments of agreement between eurosceptics and federalists even, when it comes to the European Ombudsman and holding EU institutions to account.

But what troubles me most is the report on European citizenship. It seeks to impose an EU identity upon citizens in countries across Europe. That’s not a European identity – you can feel European while still considering these structures, these institutions to be bad for democracy and bad for accountability. And if there’s one thing that we should realise by now, that should be absolutely obvious by now, it is that the state cannot impose identity on the people.

We’ve got more calls for taxpayers’ money to be spent to attack any anti—EU dissenting voice. And when you define pro—EU as being good and anti—EU as being propaganda, when the state dictates speech and opinion, you erode democracy.

And then to cap it all, there is the suggestion that Europe Day – 9 May – should be made into a bank holiday across Europe, to bribe voters with a holiday to like the European Union more. Don’t get me wrong, in the United Kingdom especially we definitely do need more bank holidays, but I wonder whether 29 March or 23 June might be a little bit more fitting.

 
  
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  Gerolf Annemans, namens de ENF-Fractie. – Voorzitter, collega's, de voorliggende verslagen kaderen mijns inziens in de vlucht vooruit die de centralisten van de Europese Unie, de federalisten van de Verenigde Staten van Europa, hebben ingezet, nu ze het einde voelen naderen, niet alleen van deze legislatuur, maar ook het mogelijke einde van wat ik zou willen noemen de comfortabele meerderheid van EPP en socialisten die de afgelopen twee decennia deze Europese Unie heeft uitgebouwd tot een ever closer Union, de steeds verdergaande integratie van een gecentraliseerde eenheidsstaat.

Toen in 2012 de EU—kritische stem zo sterk uit de verkiezingsuitslag tevoorschijn kwam, werden aanvankelijk geruststellende bewoordingen gebruikt om te doen alsof de boodschap begrepen was. Maar sinds de brexit werd hier in het Parlement overgeschakeld op het radicalisme van weleer, met als doel het zo snel mogelijk verder uitbouwen van de verregaande integratie.

Collega's, u hebt die strategie met de verslagen Bresso, Brok en Verhofstadt onbeschaamd naar buiten gebracht. En vandaag versterkt u die nog. Uw concept van een zogenaamde nauwere samenwerking zou ik nog kunnen aanvaarden, indien het de voorbode zou zijn van een flexibele Europese samenwerking à la carte, maar in uw visie van Europese integratie is het gewoon een onderdeel van een noodlottig geheel.

Dit moet ophouden, collega's. Wij verwerpen uw verslagen en zullen na de verkiezingen aansturen, waar we dat als ENF ook maar zouden kunnen, zowel in de Raad, in de Commissie als in dit Europees Parlement, op een fundamentele herziening van de Europese samenwerking, weg van uw federale integristische visie. Dank u.

 
  
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  Γεώργιος Επιτήδειος (NI). – Κύριε Πρόεδρε, για τα κράτη που εφαρμόζουν το δίκαιο της καταγωγής, δηλαδή το jus sanguinis, η ιθαγένεια είναι μία ιδιότητα, ένα προνόμιο το οποίο αποκτάται με τη γέννηση ενός ατόμου από γονείς που ανήκουν στην ίδια φυλή και στο ίδιο έθνος. Γι’ αυτό, λοιπόν, η ιθαγένεια δεν είναι απλώς ένας νομικός δεσμός ατόμων που έχουν κοινή καταγωγή· είναι κάτι περισσότερο. Είναι ένας πολιτιστικός, πολιτισμικός και κοινωνικός δεσμός που στηρίζεται στην αίσθηση της κοινής εθνικής συνείδησης. Για τον λόγο αυτόν, η ευρωπαϊκή ιθαγένεια είναι μία κατάσταση ασαφής και σκοπίμως συγχέεται με την υπηκοότητα, που είναι απλώς η νομική σχέση του υπηκόου, δηλαδή του πολίτη προς το κράτος στο οποίο ανήκει. Η ευρωπαϊκή ιθαγένεια έχει εφευρεθεί απλώς για να καταργήσει και να καταστρέψει τα εθνικά κράτη. Γι’ αυτόν ακριβώς τον λόγο, η αριστερή κυβέρνηση της Ελλάδας προωθεί μαζικά τη χορήγηση ιθαγένειας σε παράνομους λαθρομετανάστες, ούτως ώστε να αποκτήσουν δικαίωμα ψήφου και να καταστρέψουν την Ελλάδα.

 
  
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  György Schöpflin (PPE). – Mr President, fundamental rights are a concept that everyone will support wholeheartedly. Problems only arise when these rights start to proliferate and it becomes impossible to know whether a right is fundamental or not. We are currently in the midst of an inflation of rights.

Second, when we raise the question of rights, are we focusing on law or on politics? If you do not keep the two separate, we politicise the law and legalise politics and that is not compatible with democracy.

Third, if we frame everything in the language of rights, then compromise, the keystone of democratic politics, becomes difficult to attain. The underlying dynamic of rights is a moral imperative, and morality is all but impossible to compromise.

Finally, if we are indeed dealing with fundamental rights, these must apply to everyone, even-handedly and indeed equitably. If this even-handedness is absent, we create privileged groups and exclude others. That is the high road to trouble, to serious trouble indeed. Look around Europe today to see what I mean.

 
  
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  Sylvia-Yvonne Kaufmann (S&D). – Herr Präsident, Herr Vizepräsident! Die Charta ist zweifellos das Herzstück der Europäischen Union. Sie fasst alle bürgerlichen, politischen, wirtschaftlichen und sozialen Rechte der europäischen Bürgerinnen und Bürger zusammen und garantiert ihnen diese Rechte, Freiheiten und Grundsätze, und zwar gegenüber den Organen, Einrichtungen und sonstigen Stellen der Union, und sie bindet die Mitgliedstaaten bei der Durchführung von Unionsrecht.

Ich danke Kollegin Spinelli für ihren umfassenden Bericht. Darin wird nicht nur die herausragende Bedeutung der Charta für die Bürgerinnen und Bürger unterstrichen, betont wird vor allem, dass alle Organe der Union gefordert sind, die Wahrung der Grundrechte in allen Tätigkeitsbereichen der Union sicherzustellen. Dazu gehört, die entscheidende Stellung der Grundrechteagentur zu stärken und ihre Expertise besser zu nutzen. Hier fordert der Bericht, die Verordnung der Agentur zu überarbeiten, um es ihr zu ermöglichen, auf eigene Initiative Stellungnahmen zu Rechtsvorschriften der EU abgeben zu können. Dazu gehört auch, dass die Union gemäß den Verträgen verpflichtet ist, der Europäischen Menschenrechtskonvention beizutreten. Der EuGH hat vor vier Jahren hierzu ein Gutachten vorgelegt, das die Schwierigkeiten dabei aufzeigt. Hier ist meines Erachtens die Kommission gefordert, konstruktive Lösungen vorzulegen, um die rechtlichen Hindernisse für diesen Beitritt zu überwinden. Ich hoffe, dass dies alsbald in Angriff genommen wird.

 
  
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  Marcus Pretzell (ENF). – Herr Präsident, meine sehr geehrten Damen und Herren Kollegen! Um kurz auf meine Vorrednerin einzugehen: Also, dass die Implementierung der Grundrechte – die ohnehin Gültigkeit haben – gegen Übergriffe der Institutionen schützen soll, das wird es erst noch weisen müssen. Ich habe da so meine Zweifel, dass das in der Zukunft besser funktionieren wird als in der Vergangenheit, zumal gerade die Rechtsstaatsfrage in der Europäischen Union ziemlich fraglich ist, nach dem, was in den vergangenen Jahren hier so passiert ist.

Aber viel interessanter ist die Frage, ob es innerhalb dieser Europäischen Union – in diesem Zustand – tatsächlich so etwas wie europäische Bürger – die europäisch denken – innerhalb eines europäischen Nationalstaates geben kann. Das ist sicherlich ein Traum, den viele träumen. Ich kann den sogar nachvollziehen, aber er hat nichts mit der Realität in den Nationalstaaten zu tun, und er hat vor allem nichts mit der Realität des Zustandes dieser Europäischen Union während des Brexit-Chaos zu tun.

 
  
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  Pál Csáky (PPE). – Tisztelt Elnök Úr! Fontosnak tartom, hogy a bíróság kimondta, hogy az uniós polgárságból eredő jogok és kötelezettségek indokolatlanul nem korlátozhatók a tagállamok által. Tehát minden uniós polgár egyenlő, a jogaik érvényesítését pedig nekünk politikusoknak is elő kell segítenünk. A jelenlegi helyzet viszont azt mutatja, hogy vannak még jócskán különbségek. Ezért szeretném ismét felhívni a figyelmet az európai őshonos vagy nemzeti kisebbségekre, akik évszázadok óta részei Európának és gazdagítják nyelvükkel, kultúrájukkal a kontinenst. Sokan közülük többet vártunk a Lisszaboni Szerződés második cikkelyétől és az Alapjogi Charta rendelkezéseitől is. A Charta huszonegyedik cikkelye kifejezetten tiltja a nemzeti kisebbséghez tartozás alapján történő megkülönböztetést, de sajnos ennek hatékonysága nem mindig megfelelő. Emlékeztetem a tisztelt Bizottságot és a kollégákat arra, hogy az őshonos kisebbségek mindaddig nem lesznek teljesen egyenértékű polgárai az EU-nak, amíg nem születik külön rájuk vonatkozó átfogó uniós védelmi rendszer. Ilyen vonatkozásban nagy reményeket fűzünk a „minority safe pack” nevű kezdeményezéshez.

 
  
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  Pervenche Berès (S&D). – Monsieur le Président, Monsieur le Vice-président, manifestement, pour faire l’objet d’une vision globale, la mise en œuvre du traité de Lisbonne nécessite beaucoup d’expertise. Et, dans cette expertise – comme vous êtes par ailleurs, me semble-t-il, candidat à la présidence de la Commission – je vous inviterai à regarder de près certains éléments que nous avons mis dans le rapport de Mme Mercedes Bresso sur le rôle du secrétaire général, alors que la Médiatrice s’apprête à conforter, à confirmer, sa vision selon laquelle cette procédure de nomination devrait être révisée. Il y a là – je pense – des failles auxquelles il faut remédier et je ne doute pas que c’est un des thèmes que vous aurez à aborder dans votre campagne.

Je voudrais aussi dire un mot sur le rapport de Mme Spinelli qui, dans un amendement 17, propose que l’on rouvre le champ d’application de la charte. C’est le fameux article 51 de cette charte, lequel avait été introduit à la demande des Britanniques qui ne voulaient pas que les droits ainsi définis puissent s’appliquer directement à nos concitoyens. Je crois qu’après le Brexit, s’il a lieu, il faudra regarder cette question, même si je suis consciente qu’elle dépasse la mise en œuvre et suppose un changement.

 
  
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  Michał Boni (PPE). – Panie Przewodniczący! Dziękuję Sprawozdawczyni za świetną współpracę! Sprawozdanie ocenia skuteczność traktatowych koncepcji, żeby zmniejszać lukę między integracją europejską a potencjałem obywatelstwa europejskiego. Nie ma sprzeczności między byciem obywatelem danego kraju i poczuciem tożsamości narodowej a obywatelstwem i poczuciem tożsamości europejskiej. Tylko zamknięte głowy nacjonalistów tego nie rozumieją. Każdy z nas jako obywatel państwa unijnego posiada przecież obywatelstwo europejskie dające wiele swobód i przywilejów jako efektów realnej integracji. Jak zawsze oprócz przywilejów są obowiązki, choćby udział w wyborach. Akcja „Tym Razem Głosuję” mająca zwiększyć frekwencję jest ważna, bo wyniki tych wyborów określą przyszłość Unii.

Sprawozdanie proponuje europejski statut obywatelstwa, gdzie zebrane będą z różnych dokumentów Unii prawa i możliwości obywatelskich działań oraz budowania demokracji przez uczestnictwo. Nie ma dzisiaj nic ważniejszego niż rozbudzenie potrzeby uczestnictwa w demokracji europejskiej poprzez wpływ na decyzje. Udział obywateli w kształtowaniu agendy unijnej wzmacnia ich poczucie współwłasności projektu europejskiego. Brak aktywnego uczestnictwa rozwija poczucie niepewności i zagrożeń, podsycane populizmem. Uczestnictwo europejskich obywateli w europejskiej demokracji musi być silniej wspierane przez społeczeństwo obywatelskie. Tam się praktykuje demokrację na co dzień. Na nadchodzącą kadencję sprawozdanie to jest do pełnego wdrożenia.

 
  
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  Ramón Jáuregui Atondo (S&D). – Señor presidente, se habla sobre ciudadanía europea, y me gustaría recordar que esto es justamente hacer Europa. Porque vivir como europeos en cualquier lugar de Europa, en cualquier nación, y tener los mismos derechos que los nacionales, justamente esta es la gran reivindicación de este informe. Y quiero sumarme también a los elogios que se han hecho al señor Lamassoure a propósito del informe sobre la cooperación reforzada.

Me gustaría decir que la cooperación reforzada es uno de esos elementos que constituye el camino de construir la Europa que tenemos que hacer. Porque las diferencias nacionales no pueden ser un parón a la voluntad de un grupo de países —de la mayoría de los países— de hacer Europa. Hay demasiada heterogeneidad, hay demasiadas diferencias, pero hay un mundo que reclama que Europa trabaje conjuntamente y haga más cosas juntos, y la cooperación reforzada es un instrumento necesario. Por eso quiero también agradecer este informe, que tiene que marcar la ruta de esta Europa del futuro que la mayoría quiere construir.

 
  
 

Procedura "catch the eye"

 
  
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  Maria Gabriela Zoană (S&D). – Domnule președinte, stimați colegi, domnule comisar Timmermans, în opinia mea, Parlamentul trebuie să dețină, să exercite instrumente puternice de control asupra Comisiei Europene.

Vă voi relata o situație care privește România și mecanismul MCV. Există acum, în țara mea, suspiciunea că, pentru redactarea rapoartelor MCV, nu se utilizează date la zi sau datele nu sunt verificate și nici verificabile sau nu sunt de acuratețe. Având această suspiciune, care s-a propagat imediat în mass-media, România s-a adresat Comisiei Europene prin intermediul Reprezentanței acestei instituții de la București în sensul clarificării aspectelor care au trezit suspiciunea asociațiilor de magistrați din România. Fiind un raport întocmit de către Comisie este limpede, omenește, ca să spun așa, ca această instituție să încerce să justifice modul de întocmire a raportului respectiv fără obiectivitatea necesară.

Nu am nicio îndoială despre faptul că răspunsul care va veni din partea Comisiei va fi unul pe care îl știm dinainte cu toții. Consider că o astfel de sesizare ar fi putut face direct obiectul unei verificări din partea Parlamentului European prin comisiile de specialitate, de la caz la caz, astfel încât să se evite pierderea de timp, iar Parlamentul să își poată exercita controlul asupra Comisiei.

 
  
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  Ruža Tomašić (ECR). – Poštovani predsjedavajući, Lisabonski ugovor je, kao što je poznato, praktički prepisani Europski ustav, koji je odbijen na referendumima. Uz minimalne korekcije, građanima se podvalilo ono što nisu željeli i za što Europa nije bila spremna. Tako je stvoren ugovorni okvir za federaciju koja još uvijek ne postoji u stvarnosti i koju građani ne podržavaju.

U tom pravnom vakuumu prije i poslije svakih europskih izbora institucije Unije tuku se međusobno za prevlast pa smo tako nategnutom interpretacijom dobili sustav Spitzenkandidata oko kojega i dalje nema konsenzusa. Međusobna suradnja EU institucija u dobroj vjeri, umjesto borbe za moć, prvi je preduvjet boljeg funkcioniranja Unije.

Nužno je podići razinu političke i profesionalne odgovornosti kako bi se izbjegli mutni scenariji poput prošlogodišnjeg sramotnog imenovanja novog glavnog tajnika Komisije za koje nitko nije odgovarao.

 
  
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  Florent Marcellesi (Verts/ALE). – Señor presidente, muy poca gente fuera de aquí o de las instituciones sabe que el 9 de mayo es el Día de Europa. Al no ser festivo, es un día totalmente invisible, y lo que no es visible no existe. Y es el olvido, junto al miedo, lo que amenaza nuestra convivencia. Por eso, recordemos que el proyecto europeo es una gran herramienta para la paz, para la solidaridad, para las conquistas sociales de la posguerra. Para ello, hagamos que el Día de Europa sea festivo en toda la Unión Europea. Frente al olvido, más memoria. Resaltamos lo que tenemos en común, los símbolos cotidianos y compartidos entre toda la ciudadanía europea, porque quien no recuerde su pasado está condenado a repetirlo.

 
  
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  João Ferreira (GUE/NGL). – Senhor Presidente, a Carta dos Direitos Fundamentais da União Europeia resultou de uma tentativa de dar uma aparência social a um projeto de integração que, pela sua matriz e pelas suas políticas, é marcadamente antissocial. Também por isto este documento constitui um acervo minimalista e redutor, face, por exemplo, à Declaração Universal dos Direitos do Homem, a constituições nacionais - como é o caso da Constituição da República Portuguesa - ou até face à Carta Social do Conselho da Europa.

Os últimos anos deixaram a nu a incompatibilidade entre a ação e as políticas da União Europeia e a concretização de direitos económicos e sociais. A União Europeia tem sido um fator de bloqueio e não de promoção de direitos. Olhamos para os resultados do semestre europeu, da governação económica, do tratado orçamental, olhamos para a ação do Eurogrupo, da Comissão Europeia, para as intervenções da Troika, autênticos rolos compressores de direitos fundamentais.

É cada vez mais evidente que os direitos fundamentais dos povos se afirmam, e se afirmarão, contra toda esta panóplia de instrumentos que constrangem o seu desenvolvimento soberano.

 
  
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  Julie Ward (S&D). – Mr President, I am a proud European and I am happy to say that that does not devalue my British citizenship, for me it only enhances it. I like having multiple identities. But if Brexit happens and the UK is no longer a Member State, I will no longer be a citizen of the Union and nor will 68 million others. And it’s important for you to bear in mind that only 17.4 million voted to lose their EU citizenship.

European citizenship has no equivalent anywhere in the world. It’s one of the finest achievements of the European Union and it should be celebrated. It has allowed us to travel, work, study, trade and fall in love across 28 borders. Losing our EU citizenship will be an enormous loss to the British people, to its businesses and the services that we provide with our closest neighbours.

The UK Government has promised settled status to all those who have come to the UK legally under the derived rights of the EU law, but sadly this is not the case. I need just to finish with this: with less than 50 days to go, the rights of Zambrano carers are still not resolved. So, with thousands of families in limbo, the UK Government should immediately honour their rights.

 
  
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  Nicola Caputo (S&D). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, i recenti cambiamenti del processo legislativo hanno comportato la necessità di rafforzare le procedure di controllo parlamentare.

Il Parlamento europeo però non sta sfruttando appieno i suoi strumenti di controllo politico dell'esecutivo, a causa di una serie di motivi, alcuni relativi alla struttura istituzionale dell'Unione, altri invece riguardanti le mutevoli dinamiche interistituzionali. In assenza di una leale cooperazione da parte del Consiglio, la prassi istituzionale, di fatto, non consente un adeguato controllo sul bilancio, determinando una grave mancanza rispetto agli obblighi del trattato.

Condivido la proposta della collega Bresso di avviare negoziati tra il Consiglio, la Commissione e il Parlamento, per assicurare il diritto del Parlamento di accedere a tutte le informazioni relative alle modalità di esecuzione del bilancio del Consiglio. Ritengo inoltre che il Consiglio non possa sottrarsi al rispondere alle interrogazioni scritte del Parlamento o al partecipare alle audizioni e alle discussioni riguardanti l'esecuzione del proprio bilancio.

In assenza di tale collaborazione, penso che il Parlamento dovrebbe concedere il discarico soltanto alla Commissione, assicurando che nessuna sezione del bilancio dell'Unione sia seguita senza un adeguato controllo.

 
  
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  Juan Fernando López Aguilar (S&D). – Señor presidente, señor vicepresidente Timmermans, somos muchos los que en este Parlamento Europeo hemos seguido, no ya con interés, sino con una valoración muy positiva, su compromiso con una better regulation, una mejora del funcionamiento del Derecho europeo.

Pero aquí hablamos también de la implementación del Derecho europeo ya en vigor, en particular del que reforzó a este Parlamento Europeo como nunca antes en la historia, con la entrada en vigor del Tratado de Lisboa. Y por eso creo que, antes que pensar en revisar los Tratados para reforzar aún más al Parlamento Europeo, convendría cumplir mejor la función parlamentaria que distingue a un Parlamento que merezca ese nombre.

Para empezar, exigiendo que la Comisión responda de manera exacta y, por supuesto, inmediata, calculada en el tiempo, de acuerdo con el mandato del Parlamento a las iniciativas del Parlamento Europeo. Y, en segundo lugar, la calidad de las respuestas de la Comisión al Parlamento Europeo, que deja muchísimo que desear.

Somos muchos los que nos enfadados regularmente cuando recibimos respuestas inanes de la Comisión, rutinarias, que significan en la práctica un desprecio a la verdadera dimensión del Parlamento Europeo como órgano de control político del trabajo de la Comisión. Por eso creemos que un compromiso en la mejora de la calidad de las respuestas sería un enorme paso adelante en el respeto a este Parlamento Europeo.

 
  
 

(Fine della procedura "catch the eye")

 
  
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  Frans Timmermans, First Vice-President of the Commission. – Mr President, I have listened to the different perspectives in this Parliament on what it is to be a citizen and on the issue of an ever-closer Union, and I want to start by adding my own perspective, after 33 years now, first as a soldier, then as a diplomat, then as a Member of Parliament, then a Minister, and now as a Member of the Commission.

It would be impossible for me not to acknowledge that, in those 33 years, European citizens from east and west, north and south have grown closer together. In that sense, an ever-closer Union is something that I have seen happening in my lifetime. It is not anybody’s dream to impose a ‘superstate’ or something of that nature. It is about citizens sharing, more and more, the same values and coming closer together on what they think is important for them and their children.

Who could say today that a Polish citizen living in the European Union is less free than a Polish citizen before Poland joined the European Union? Nobody could say that!

Who could say today that any citizen, in any Member State, has lost her or his identity because of the European Union? I honestly believe identities are more protected thanks to the European Union, thanks to the Charter of Fundamental Rights, and thanks to all the legal norms that the European Union and its Member States have adhered to.

So let’s not turn things around. Let’s see them in the right historical perspective. I wanted, at least, to share with you my perspective. I respect all the other perspectives, but this is mine, from my experience.

I want to add that the reports we’re discussing today are part of an ongoing process of institutions trying to work within the legal order that we have, the Treaties, to try to improve the situation: not just creating more power for themselves but doing something about our citizens’ worries, and finding answers to the big challenges. And, boy, has the European Union been challenged in the past 10 years! Crisis after crisis – and, every time, this Parliament has responded with great responsibility to those crises, working together closely with the Commission, sometimes not so closely with the Council, but all three of us trying to find solutions.

These reports reflect the wish of the majority of this Parliament to do an ever-better job, and the Commission will be on your side to try to improve its activities, to work together to improve our performance for European citizens. I would invite you to join me in trying to convince the Council to take similar steps forward. I think this is important.

I want to end on the issue raised by Alain Lamassoure.

Chers collègues, chers parlementaires, je voudrais vous dire que la pensée d’Alain Lamassoure, qui est convaincu que nous pouvons encore faire un grand nombre de choses au sein du traité que nous avons aujourd’hui entre les mains, est une réalité politique qui nous pousse à agir, sur la base de ce qui est écrit dans les rapports, mais aussi avec une volonté politique en cherchant une majorité au Parlement européen.

Certes, cette majorité ne sera pas la même qu’auparavant, certes il y aura beaucoup de travail à faire, mais je crois vraiment que les traités existants nous offrent de très nombreuses possibilités.

Un jour, il faudra changer les traités mais, pour le moment, nous devrons travailler avec les traités existants. Et ce que M. Lamassoure a écrit dans son rapport nous conduit à chercher des réponses aux défis d’aujourd’hui et de demain, au sein des traités, en rapprochant l’Union européenne de ses citoyens.

Je m’adresse maintenant directement à Alain Lamassoure, en reconnaissance du travail qu’il a fait au Parlement européen, en reconnaissance du travail qu’il a fait pour l’intégration européenne, afin d’aider l’Union à relever les défis d’aujourd’hui et de demain, et aussi, si je puis dire, pour son amitié, son intégrité et sa pensée vraiment très européenne. Merci, Alain.

 
  
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  Maite Pagazaurtundúa Ruiz, ponente. – Señor presidente, comisario Timmermans, creo que es muy claro que en este momento no podemos ser ni tímidos ni desde luego nada ambiguos ni cobardes. Porque tenemos que defender las instituciones europeas, entre otras, a este Parlamento, que es democrático, y a la Comisión, que en aquello que le compete está haciendo posible que con políticas que tienen un valor añadido europeo podamos solucionar problemas que cada uno de los países pequeñitos no podrían solucionar en este mundo real del siglo XXI globalizado.

No es un capricho de identidades, desde luego. Hay que tener una identidad muy cerrada y que busque la homogeneidad —o sea, cortar a la gente sus libertades— para pensar que aquí se intenta imponer algún tipo de identidad. Nada más lejos de la realidad. Ahora bien, tenemos que explicar a los ciudadanos que hay quienes no quieren que tengan más derechos como ciudadanos europeos, que no quieren que tengan derecho a completar lo que es la movilidad europea, que no quieren inversiones, que no quieren los temas sociales para que los jóvenes, especialmente los jóvenes, puedan vivir con más plenitud y se puedan mover de un sitio a otro.

Que hay quien mira de una manera sospechosa, como si fuera algo vergonzoso, que podamos tener un día común, un Día de Europa. Pues algunos, desde luego, ni tenemos cobardía ni tenemos ambigüedades, y lo decimos con claridad. Ojalá los Estados miembros digan que podemos tener un día común. Y los valores comunes no son para nada infiltrarse en ningún tipo de identidad. Las identidades son múltiples y, si no, lean ustedes a Amin Maalouf.

 
  
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  Alain Lamassoure, rapporteur. – Monsieur le Président, je voudrais d’abord remercier Pascal Durand, Ramón Jáuregui Atondo et vous, Monsieur le Vice-président pour les paroles très aimables que vous avez eues à mon endroit et remercier aussi, pour leurs applaudissements, tous ceux qui nous regardent par internet.

Je voudrais ajouter un point très important – et je crois, là aussi, Monsieur le Vice-président que vous serez d’accord avec cette analyse –, une des raisons pour lesquelles les coopérations renforcées n’ont pas suffisamment fonctionné, c’est parce qu’aucune des trois institutions ne s’est vraiment organisée pour les mener à bien, pour les prendre au sérieux et se les approprier. Au fond, du côté de la Commission comme du côté du Parlement, quand on dit qu’il y a une coopération renforcée, on comprend que cela intéresse certains États et que dès lors ce n’est pas véritablement communautaire. Et comme les gouvernements changent eux-mêmes, du côté du Conseil, ce qui est une priorité pour certains gouvernements à un moment donné ne l’est plus lorsqu’il y a eu des changements électoraux dans les pays qui étaient les initiateurs. Et c’est la raison pour laquelle nous recommandons, dans notre rapport, que chaque institution, et notamment la Commission européenne, s’organise: est-ce qu’il faudra un commissaire particulier? Cette question pourrait être décidée par un futur président de la Commission. Est-ce qu’il faudrait créer une commission ad hoc dans notre Parlement?

Nous recommandons plutôt, chaque fois qu’il y a une coopération renforcée, que l’on crée une sous-commission au sein de la commission permanente et que l’on essaie de régler cette question, que nous n’avons jamais réglée au Parlement européen, parce qu’il n’y avait pas eu de majorité jusqu’à présent. J’espère que les choses changeront avec le futur Parlement. Il faut faire en sorte qu’il s’agit de passer au vote, ceux qui sont élus par les citoyens auxquels les décisions vont s’appliquer soient, évidemment, ceux qui votent, et que ceux qui ne sont pas élus par les États dans lesquels la coopération renforcée ne s’appliquera pas participent à ce moment-là, dans l’esprit du traité, aux délibérations et aux discussions, mais pas au vote.

 
  
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  Mercedes Bresso, Relatore. – Signor Presidente, onorevoli colleghi, collega Tomašić, io Le vorrei ricordare che la maggior parte dei nostri paesi ha ratificato due volte questo trattato – la prima volta come trattato costituzionale, la seconda come trattato di Lisbona – e che il suo paese è entrato nell'Unione europea ratificandolo. Quindi la sua legittimità è incontestabile, ed è una grave sciocchezza metterla continuamente in discussione come fate.

Tornando alle nostre relazioni, io credo che tutte queste relazioni siano un esempio di come il trattato di Lisbona offra molti strumenti anche per rendere più chiaro e più trasparente il funzionamento delle nostre Istituzioni. E ognuna di queste relazioni va in questa direzione: rendere più democratico il funzionamento delle Istituzioni.

In particolare, nella relazione di cui sono titolare, noi affrontiamo molto la necessità di tenere conto della complessità del sistema parafederale europeo, e quindi di un problema di controllo verticale, perché ci sono molti soggetti esecutivi – e la Commissione da sola non è l'esecutore di tutte le attività legate alle direttive e ai regolamenti –, ma anche orizzontali. Il tema, ad esempio, del ruolo enorme che hanno le agenzie, il cui controllo sfugge molto, se non in termini di budget, al Parlamento.

Quindi il problema di evitare l'accusa alle Istituzioni europee di un eccesso di burocrazia nasce anche da questo, dall'impressione che i cittadini hanno che questo controllo alla fine sfugga un po' a tutti. Sfugge all'esecutivo principale che è la Commissione, sfugge al Parlamento, sfugge ancora di più probabilmente al Consiglio, ed è sempre più complesso.

Credo quindi che un lavoro di maggiore trasparenza, chiarezza e forza nel controllo lo dovremmo fare, o lo dovranno fare, nel prossimo mandato, quelli che ci saranno.

 
  
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  Barbara Spinelli, Relatore. – Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei concludere insistendo sulla crisi dell'ultimo decennio. Essa ha accentuato poteri di indirizzo della Commissione che in molti Stati membri non sono sempre ritenuti legittimi e democratici. Si tratta di restituirle questa legittimità, molto fragile senza un più sistematico riferimento alla Carta.

Il Commissario Malmström ha detto una volta che, nel negoziare il TTIP, l'esecutivo europeo non poteva tener conto delle obiezioni provenienti dalla società civile. Disse: "Non ho ricevuto un mandato dal popolo europeo". Ovvio che in questo modo le Istituzioni appaiano lontane, ostili ai movimenti dal basso.

Alla sfida del sovranismo occorre rispondere con una sovranità che sia condivisa, sì, ma fondata sulle esigenze dei vari popoli di veder rispettati i propri diritti sociali e civili. Se non ne teniamo conto, se creiamo a uso elettorale una contrapposizione fra sovranisti ed europeisti, per forza cadremo nel linguaggio non più politico ma teologico in cui è caduto Donald Tusk, secondo cui ci sarebbe uno speciale posto all'inferno per chi in Gran Bretagna negozia male l'uscita dall'Unione. Dimenticheremo che al centro della questione Brexit ci sono i diritti e la legge primaria europea, come spiegato molto bene dalla collega Julie Ward, non una specie di giudizio universale realizzato nella storia e realizzato prima del tempo.

 
  
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  Presidente. – La discussione congiunta è chiusa.

La votazione si svolgerà martedì 12 febbraio 2019.

Dichiarazioni scritte (articolo 162)

 
  
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  Christine Revault d'Allonnes Bonnefoy (S&D), par écrit. – C’est le cœur de l’Europe que nous discutons ici: la mise en œuvre de la charte des droits fondamentaux de l’Union européenne. Cette charte a constitué un tournant sans précédent dans notre histoire. Avec elle nous sommes bien plus qu’une communauté économique, nous sommes avant tout une Union fondée sur l’état de droit et les droits de l’homme. Néanmoins derrière les belles déclarations, je regrette que ce texte historique soit sous-évalué et sous-exploité, au détriment des citoyens européens qui perdent une occasion de profiter d’un traité qui les protège, par exemple, de toute discrimination fondée sur le sexe, les origines ou la religion. Texte sous-exploité en particulier par les États en raison de la difficulté à l’appliquer tant le champ d’application dans le droit national est vague et mal défini. Notre rapport parlementaire comporte de nombreuses solutions en la matière: produire des orientations sur la manière dont les droits fondamentaux devraient être pris en compte par les États ou réviser le champ d’application de la charte. La situation politique en Europe est bien morose en matière de droits fondamentaux mais la meilleure des réponses est bien de continuer à affirmer nos valeurs et à renforcer nos institutions

 
  
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  Kārlis Šadurskis (PPE), rakstiski. – AFCO komitejas ziņojumam par ES pilsonības īstenošanu bija skaidrs mērķis — izvērtēt pilsoņiem paredzētās tiesības ES pamatlikumos un ieteikt veidus, kā labāk parādīt ES pilsonības ieguvumus un veicināt sabiedrības integrāciju. Taču uzskatu par pilnīgi nepieņemamiem grozījumus, kuri jebkādā mērā saista ES pilsonības konceptu un priekšrocības ar uzturēšanās statusu vai kuri cenšas palielināt ES izmantoto valodu klāstu, iekļaujot arī dažādu reģionu minoritāšu valodas oficiālā ES komunikācijā. Pirmkārt, ES pamatlīgumi nosaka, ka ES pilsonība, ar to saistītās privilēģijas un tiesības pienākas tikai ES dalībvalstu pilsoņiem. Mēģinājumi sasaistīt ES pilsonību ar uzturēšanās statusu kādā ES dalībvalstī noniecina ES pilsonību un padara to par pērkamu preci, nevis dalībvalstu pilsoņu priekšrocību. Otrkārt, ES ir 24 oficiālās valodas — to dalībvalstu oficiālās valodas —, kurās var sazināties ar ES institūcijām. Ieteikumi atļaut oficiālo komunikāciju ar ES institūcijām un to iekšienē arī minoritāšu valodās ir lēts pirmsvēlēšanu triks, kuru kategoriski neatbalstu.

 
  
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  Csaba Sógor (PPE), in writing. – As a shadow rapporteur for the opinion of the Committee on Civil Liberties, Justice and Home Affairs (LIBE Committee), I am disappointed to see that the final report on EU citizenship does not include any references to the protection of national minorities, despite the strong references accepted in the LIBE Committee. It is difficult to understand that – even though approximately 8% of EU citizens belong to a national minority and approximately 10% speak a regional or minority language – more than 10 years after the signing of the Lisbon Treaty the EU has still not developed a common EU framework to guarantee these citizens’ rights.

In the years that have passed since the adoption of the Lisbon Treaty, disillusionment has grown in the hearts of many such citizens, as the EU has not only neglected to adopt legal acts for their protection but has also failed to sanction Member States which have started curtailing acquired rights. It is time that the EU acknowledged the special contribution of autochthonous national, ethnic or linguistic minority communities to European diversity; time that it stopped turning a blind eye to their concerns; and time that it took seriously its duty to protect them and to guarantee their rights.

 

17. Noteikumi un vispārējie nosacījumi, kas reglamentē ombuda pienākumu izpildi (Eiropas Ombuda statūti) (debates)
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  Presidente. – L'ordine del giorno reca la relazione di Paulo Rangel, a nome della commissione per gli affari costituzionali, su un progetto di regolamento del Parlamento europeo che fissa lo statuto e le condizioni per l'esercizio delle funzioni del mediatore (statuto del mediatore europeo) e che abroga la decisione 94/262/CECA, CE, Euratom (2018/2080(INL) (A8-0050/2019).

Non vedendo ancora il relatore presente in Aula, procedo quindi a dare la parola, a nome della Commissione, al Vicepresidente Frans Timmermans.

 
  
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  Frans Timmermans, First Vice-President of the Commission. – Mr President, as soon as he is here, I will thank the rapporteur, Mr Rangel, for his work on the report on the Statute of the European Ombudsman. The European Ombudsman is a key part of the institutional system of the European Union and an essential aid at the disposal of European citizens, who are entitled to good administration from the EU institutions and bodies. I would like to commend the Ombudsman’s work in fighting maladministration, which has been highly effective. This is illustrated, for example, by the high compliance rate of EU institutions and bodies with her recommendations, which is around 80%.

In this context, we welcome the Parliament’s report on the Ombudsman’s Statute. It is, of course, essential that the outcome of this review fully respects the respective roles of the EU institutions and bodies as established by the Treaty. I’d like to make a few preliminary remarks without prejudice to the formal opinion that the Commission will issue at a later stage, as foreseen in the Treaty.

We would agree in principle to amendments that consolidate current practice, which in our experience has worked well. This includes the possibility for the Ombudsman to propose solutions and for the deadline for the Commission to reply to recommendations to be able to be extended by two months. Extending the possibilities for the Ombudsman to appear before the European Parliament would also be welcome as, in principle, is the possibility for the Ombudsman to refer issues to OLAF and the European Public Prosecutor’s Office. As regards the proposed extension to three years of the deadline for lodging a complaint, we’d like to better understand the reasons for such an extension. We’re not opposed in principle but, to our knowledge, the current two-year period does not seem to have raised any practical problems. In addition, the more time that has elapsed, the more difficult it is for the administration to effectively address the issue raised by the complainant.

I would also like to recall that the Ombudsman’s role is to deal with cases of maladministration. Cooperation between the Ombudsman and the Fundamental Rights Agency on national fundamental rights, institutions and bodies should remain within that remit. These are preliminary remarks and the Commission will, of course, issue its opinion on the review at a later stage in the procedure, in line with Article 228 of the Treaty.

 
  
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  Margrete Auken, ordfører for udtalelse fra Udvalget for Andragender. – Hr. formand! Og tak også for hr. Timmermanns’ gennemgang her. Jeg kan fuldstændig dele det. Derfor er jeg også lidt ked af, at de ændringsforslag, vi faktisk fik lavet i Udvalget for Andragender, hvor vi havde et rigtigt godt samarbejde, ikke allesammen overlevede AFCO. Jeg ved ikke, hvad der skete i AFCO. Her jeg gerne for mit vedkommende nævne to sager, som er afgørende – som hr. Timmermanns også kom ind på – nemlig dem, der har med god forvaltningsskik at gøre. Det ene er, at vi skal have slået fuldstændigt fast, at adgang til dokumenter skal være en selvfølge, og at det kun er de yderste sjældne tilfælde, at den ikke kan gives. Det ændringsforslag 9 vil jeg meget gerne bede om, at vi får.

Det andet drejer sig om interessekonflikter. Det er stadigvæk i alle vores lande et stort problem, at der er interessekonflikter i store dele af vores forvaltning, hvor det ikke er nok bare at sige, at man har den. De må slet ikke være der, hvis borgerne skal have tillid til os. Derfor vil jeg bede meget om, at det sker! Og jeg vil lige sige, at disse to punkter, som der jo er lov om i forvejen, drejer sig også om at give os stærke og stolte embedsmænd, for det er godt for forvaltningen og embedsmændene, at der er den sikkerhed omkring dem.

 
  
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  György Schöpflin, on behalf of the PPE Group. – Mr President, I think we can all agree that the Ombudsman performs an extremely important function, because one of the factors that makes the European Union viable is its commitment to accountability and to following its own procedures. Sometimes it doesn’t happen, but if this commitment is eroded, then the dangers of arbitrariness, the illicit enlargement of power, the abuse of power even, become real. The function of the Ombudsman, therefore, is to ensure that, in these areas of activity, accountability and procedural consistency are observed fully. In this regard, the institution of the Ombudsman performs a very useful function equilibrating between the different institutions of the European Union. The only problem that arises from this is an ancient one: who guards the guardians? It’s the ‘quis custodiet’ problem.

Once upon a time, the proper operation was democracy, which was predicated on the political actors behaving with due regard for self-limitation. In the ideologically polarised world of today, self-limitation has fallen down the memory hole. So, the more guardians, the better.

 
  
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  Enrique Guerrero Salom, en nombre del Grupo S&D. – Señor presidente, mi Grupo valora y apoya la función del Defensor del Pueblo. Como ha señalado el vicepresidente de la Comisión, es una institución clave para proteger a los ciudadanos de los casos de mala administración en las instituciones de la Unión.

Por lo tanto, queremos que esta institución siga funcionando en el marco institucional actual, pero adaptada a algunas cuestiones que han surgido en los últimos años y sobre las cuales se ha pronunciado el Parlamento: por ejemplo, mejorar el acceso a los documentos; por ejemplo, proteger o intervenir en la protección a los denunciantes; y, por ejemplo también, tener en cuenta los múltiples casos de acosos de distinto tipo que se producen en las instituciones.

Pero no queremos que el Defensor del Pueblo —el Ombudsman— sea un actor ante el Tribunal de Justicia de la Unión Europea. Queremos que siga la aplicación de las sentencias. Queremos que proteja en ese sentido a los ciudadanos europeos, pero no que sea a la vez un actor judicial. Y queremos que tenga mayores instrumentos financieros y administrativos para cumplir su labor.

 
  
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  Νότης Μαριάς, εξ ονόματος της ομάδας ECR. – Κύριε Πρόεδρε, νομίζω ότι η λειτουργία του Ευρωπαίου Διαμεσολαβητή έχει αποδείξει ότι ενεργεί με αποτελεσματικότητα και ότι έχει επιτελέσει τον ρόλο του όλα αυτά τα χρόνια. Βεβαίως, μπορούμε —με τροποποιήσεις— να ενισχύσουμε τη δράση του. Εγώ θεωρώ σημαντική την ανεξαρτησία του Διαμεσολαβητή. Ταυτόχρονα, πρέπει να αποκτήσει πλέον τη δυνατότητα ενισχυμένων ερευνών ιδία πρωτοβουλία. Έγινε σαφές, στην πράξη, ότι αυτό είναι εξόχως σημαντικό. Ο Διαμεσολαβητής ήλεγξε κατά πόσον τηρούνται και σε επίπεδο Επιτροπής οι διαδικασίες, ιδίως δε η αποφυγή της σύγκρουσης συμφερόντων, έκανε το ίδιο σε σχέση και με την ΕΚΤ και παρενέβη στα θέματα δημοσιότητας και διαφάνειας, ιδίως για το Εurogroup. Νομίζω ότι πρέπει να ενισχύσουμε περαιτέρω τον ρόλο του Διαμεσολαβητή, ιδίως στο θέμα των μαρτύρων δημοσίου συμφέροντος και, κατά τη γνώμη μου, να του δώσουμε το δικαίωμα να παρίσταται στο Δικαστήριο της Ευρωπαϊκής Ένωσης υπέρ των δικαιωμάτων των πολιτών.

 
  
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  Maite Pagazaurtundúa Ruiz, en nombre del Grupo ALDE. – Señor presidente, señor comisario, en primer lugar, lo que queremos indicar es que el equipo de Emily O'Reilly y la función que están realizando desde la Defensoría del Pueblo Europea nos parece muy notable, y por eso hemos seguido con tanto interés algunos de los informes que, de forma más intensa, hablaban de la necesidad de que el acceso a la información no sea algo discrecional por parte de los poderes públicos. Y, si bien en un primer momento tuvimos dudas sobre si era prioritario o no reformar el Estatuto, lo que sí pensamos es que el señor Rangel ha sabido manejar el asunto de una manera prudente y muy específica.

Los cambios que se pretende introducir en el Estatuto son para reforzar la independencia y la eficacia de la Defensoría del Pueblo. Y están hechos con finura, por eso los aplaudimos. Ahora bien, ha habido enmiendas en el texto que fue aprobado por unanimidad en la Comisión de Asuntos Constitucionales, y nuestro Grupo quiere ser partícipe de aquellas que siguen el camino emprendido por la Comisión de Asuntos Constitucionales en lo que se refiere a la protección de los denunciantes y en algunos procedimientos que se refieren al acoso sexual.

Porque son cuestiones en las que podemos realizar mejoras y en este trámite parlamentario lo vamos a intentar realizar; en todo caso, lo que sí queremos decir es que los ciudadanos europeos esperan mucho de la Defensoría del Pueblo Europea y que nosotros tenemos que estar a la altura de esa expectativa.

 
  
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  Κωνσταντίνα Κούνεβα, εξ ονόματος της ομάδας GUE/NGL. – Κύριε Πρόεδρε, συνάδελφοι, ο θεσμός του Διαμεσολαβητή είναι ένας θεσμός που συμβάλλει στον εντοπισμό της κακοδιοίκησης. Το καταστατικό του πάλιωσε. Είναι το ίδιο εδώ και τριάντα χρόνια. Η ζωή όμως προχωρά και εμείς πρέπει να κάνουμε αλλαγές. Θα μου πείτε, η παρενόχληση στον εργασιακό χώρο των ευρωπαϊκών θεσμών, ένα θέμα για το οποίο έχουμε καταθέσει τροπολογίες, είναι κάτι καινούριο; Φυσικά και δεν είναι κάτι καινούριο. Είναι μια πολύ παλιά πληγή, αλλά τώρα είμαστε περισσότερο έτοιμοι να καταπολεμήσουμε αυτό το φαινόμενο και εδώ πρέπει να βοηθήσει ο Διαμεσολαβητής. Σας καλώ, λοιπόν, να υπερψηφίσετε τις τροπολογίες που κατέθεσα εκ μέρους της GUE/NGL. Να στείλουμε στους πολίτες ένα καθαρό μήνυμα διαφάνειας και εμπιστοσύνης: ότι ακούμε τα μηνύματά τους και μπορούμε να είμαστε αποτελεσματικοί.

 
  
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  Josep-Maria Terricabras, on behalf of the Verts/ALE Group. – Mr President, the reform of the Ombudsman’s Statute is a good opportunity to update its capacity. We want to include in the Statute three competencies.

First, on whistle-blowers, we want to make explicit that the Ombudsman should be able to carry out investigations based on information by whistle-blowers, and we want to delete the references to professional secrecy in order to avoid any possible restrictions on future legislation on whistle—blowing polices. Second, on sexual harassment, the Ombudsman should be able to deal with complaints on sexual harassment without exhausting the internal procedures of the institutions. Third, on public access to documents, we want to delete any restrictions on access to documents that narrow the scope of the Regulation on public access to documents. This is how we will continue to defend good administration and transparency.

 
  
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  Virginie Rozière (S&D). – Monsieur le Président, je voudrais d’abord, en tant que membre de la commission des pétitions, saluer le travail de notre rapporteure, Margrete Auken, qui montre le lien très fort que notre commission des pétitions entretient avec la Médiatrice, puis, évidemment, saluer le travail de la commission des affaires constitutionnelles, représentée par notre collègue Enrique Guerrero.

Notre groupe, mais il n’est pas le seul – vous l’avez entendu – a déposé des amendements importants pour renforcer le rôle de la Médiatrice européenne. La Médiatrice est, au travers du mandat du Parlement, le poste avancé des citoyens pour opérer le contrôle des institutions européennes. Pour cela, nous voulons – cela a été dit – que l’accès aux documents soit renforcé et que tout refus soit motivé, le cas échéant, devant la Cour.

Nous voulons aussi lutter contre les conflits d’intérêts: la Médiatrice est là pour garantir la bonne administration et nous voulons renforcer ses pouvoirs en ces matières ainsi que la protection des lanceurs d’alerte, pour faire en sorte que la Médiatrice puisse informer les citoyens, mais aussi coordonner les différentes entités nationales chargées de la protection des lanceurs d’alerte. Nous avons pris comme boussole, quelque part, le cas du «Selmayrgate». Dans ce cas-là, la Médiatrice a joué son rôle et pour l’instant, aucune conséquence n’en a été tirée. Nous voulons éviter que cela se reproduise et le renforcement des droits de la Médiatrice est un gage de bon fonctionnement de notre démocratie européenne.

 
  
 

Procedura "catch the eye"

 
  
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  Caterina Chinnici (S&D). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, il regolamento che aggiorna lo statuto del Mediatore europeo rappresenta un esempio dell'impegno di questo Parlamento per garantire ai cittadini europei maggiore trasparenza e buona amministrazione, due fondamentali diritti previsti dalla Carta.

Fra gli aspetti più significativi del nuovo statuto rientrano le previsioni volte a garantire il raccordo con la futura Procura europea, laddove le inchieste del Mediatore dovessero rilevare reati contro gli interessi finanziari dell'Unione. La tutela degli interessi finanziari, che include la lotta alla frode e alla corruzione, deve infatti costituire parte integrante del diritto alla buona amministrazione.

È importante in tal senso anche la previsione, nel nuovo statuto del Mediatore, di uno specifico richiamo alla protezione dei wistleblower, così da permettere ai funzionari che vengano a conoscenza di casi di corruzione e frode all'interno delle Istituzioni e delle agenzie, di far emergere tali fatti senza temere ritorsioni. Questo potrà, a mio parere, potenziare la lotta a tali fenomeni, a beneficio delle Istituzioni e dei cittadini europei.

 
  
 

(Fine della procedura "catch the eye")

 
  
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  Frans Timmermans, First Vice-President of the Commission. – Mr President, just to say that, in our view, the Ombudsman remains an extremely important instrument for addressing maladministration, so that we correct mistakes and avoid maladministration in the future. Improving the way the Ombudsman works is in all the institutions’ interests. So, in that sense, the Commission welcomes the report and, as you know, we will give a full reaction to it later, in conformity with Treaty rules.

I want to add one remark about whistle—blowers because this subject was mentioned by several Members. We are making good progress on really increasing the possibility of protection for whistle—blowers in the future and I want to thank Parliament for working closely with the Commission. Let’s hope we can convince the Council to come to a conclusion soon.

I have to say this is beyond what I had initially expected, so I do want to express my gratitude to Parliament for working closely with the Commission on this.

 
  
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  Paulo Rangel, Rapporteur. – Mr President, I will speak in Portuguese, but first I would like to apologise to the Chamber, to the President and to the Vice-President of the Commission, for being late. Our way of life involves a lot of flying and when you are flying you cannot control the flight time. I am happy to have been able to attend a significant part of the debate and to speak at the end of it.

Senhor Presidente, queria dizer que é com imenso orgulho que apresento este relatório, desde logo porque ele teve o apoio unânime da Comissão de Assuntos Constitucionais e, portanto, significa que se conseguiu aqui uma base que é uma base, eu diria, muito consensual dentro dos membros da Comissão de Assuntos Constitucionais, e que, portanto, foi de um lado da bancada até ao outro percorrendo todos os grupos políticos que ali estão representados, portanto isto é o primeiro ponto.

O segundo é que era extremamente necessário fazer a reforma do Estatuto do Provedor de Justiça Europeu porque, talvez nem todos tenham consciência, mas o estatuto que nós tínhamos era anterior ao Tratado de Lisboa e, portanto, trata-se aqui, efetivamente, de fazer chegar, pelo menos ao eleitorado, nas eleições de 2019, um texto que esteja já em conformidade com o direito da União que já está em vigor há praticamente dez anos.

Devo, aliás, dizer que também é motivo de grande orgulho que este é um dos casos em que o Parlamento tem iniciativa legislativa e, portanto, é um caso singular do ponto de vista constitucional e por isso é um relatório também importante nessa medida.

Dito isto, eu queria dizer quais foram os dois princípios que conduziram a feitura deste relatório.

O primeiro foi: é preciso um novo estatuto adequado, mas não queremos, em caso nenhum, em caso nenhum romper com a ideia de soft law e de soft power que anda associada ao Provedor de Justiça. O poder do Provedor de Justiça, o poder do ombudsman é um poder suave, é um poder soft, é um poder informal. No dia em que ele passe a ser parte num processo, no dia em que ele passe a ter intervenções vinculantes, seja ainda que em domínios muito acabados, ele perde o seu poder.

Uma das razões pelas quais as instituições europeias, os vários corpos da União Europeia, confiam no Provedor é porque sabem que o seu poder não é vinculante. A sua autoridade e a sua força vêm da sua fraqueza, vêm da sua fragilidade. Ora havia algumas propostas e algumas tentativas de tornar numa espécie de procurador o provedor. Ora o provedor não é um procurador, o provedor não é um prossecutor, não é um ministério fiscal e, portanto, neste sentido, não é um pubblico ministero, como dizem os italianos e, portanto, é fundamental manter este soft power e creio que esse equilíbrio nós mantivemos.

Depois a segunda preocupação foi reforçar a independência, a imparcialidade, a isenção do Provedor, dando-lhe todos os meios para que ele possa atuar, garantindo que ele pode ter acesso a todos os órgãos e a todas as entidades e pode ter acesso a informação confidencial embora, evidentemente, fique vinculado por essa confidencialidade. Mas isso pode ser muito importante porque muitas vezes para chegar a algumas das suas conclusões, nos vários inquéritos que abre, nas várias diligências que faz, a capacidade de, por um lado, aceder a documentos confidenciais ou a informação confidencial, mas manter a confidencialidade dá-lhe, efetivamente, este estatuto.

Por isso o que nós fizemos foi também reforçar algumas das suas garantias de independência até no seu estatuto financeiro, etc., foi dar aqui alguma, diria eu, tradução prática à garantia de independência, de imparcialidade e de isenção do Provedor e, portanto, manter o seu estatuto de soft power.

Eu dizia que são estas as duas grandes armas de intervenção, depois há pequenos ajustamentos, pequenos acertos, nos direitos de queixa, num conjunto de pequenas matérias, que eu julgo que aperfeiçoam, mas não rompem com aquela que é a tradição de uma instituição, que até agora funcionou bem, e, enfim, costuma-se dizer, até no futebol, que, em equipa que ganha não se mexe. E, portanto, numa equipa como esta, que é uma equipa ganhadora, que é a da Provedoria de Justiça Europeia, evidentemente que nós mexemos o menos possível, mexemos o essencial para reforçar o seu estatuto e estamos muito satisfeitos que se tenha conseguido um grande consenso na Comissão de Assuntos Constitucionais.

Oxalá amanhã no plenário esse consenso se traduza também numa votação que reforce o Provedor de Justiça Europeu como um órgão no qual, não apenas as entidades europeias, mas especialmente os cidadãos da União Europeia, podem confiar e confiar plenamente. É ele o seu defensor, é ele o seu provedor.

 
  
  

PRÉSIDENCE: SYLVIE GUILLAUME
Vice-présidente

 
  
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  La Présidente. – Le débat est clos.

Le vote aura lieu mardi, le 12 février 2019.

Déclarations écrites (article 162)

 
  
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  Jarosław Wałęsa (PPE), na piśmie. – Rozwój roli Rzecznika Praw Obywatelskich w strukturze konstytucyjnej Unii wymaga utrzymania jego niezależności. Bezwzględnie konieczne jest zatem dostosowanie przepisów Statutu Europejskiego Rzecznika Praw Obywatelskich do obowiązujących Traktatów. Konieczna jest również gwarancja, że organ ten nadal będzie odgrywał szczególną i decydującą rolę w ramach konstytucyjnych Unii Europejskiej.

Warto nadmienić, że wykonywanie obowiązków rzecznika nie powinno zależeć od innych instytucji, organów czy jednostek organizacyjnych Unii, ani z perspektywy politycznej, ani budżetowej. Co więcej, należy zobowiązać instytucje, organy i jednostki organizacyjne Unii do udzielania Rzecznikowi Praw Obywatelskich wszelkich wymaganych przez niego informacji, z zastrzeżeniem obowiązku nieujawniania takich informacji przez Rzecznika. Liczę, że nowy statut umocni niezależność i bezstronność tego organu.

 

18. Tiesības uz miermīlīgu protestu un samērīga spēka lietošana (debates)
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  La Présidente. – L’ordre du jour appelle le débat sur la déclaration de la Commission sur le droit à manifester pacifiquement et l’usage proportionné de la force (2019/2569(RSP)).

 
  
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  Karmenu Vella, Member of the Commission. – Madam President, marches, demonstrations and other forms of public gathering are an important expression of democracy, which must be safeguarded. Indeed, freedom of peaceful assembly and freedom of association are enshrined in Article 12 of the Charter of Fundamental Rights and are among the essential foundations of democratic societies. They are essential to the common constitutional traditions of Member States and thus of the European Union as a whole.

At the same time, in a democratic society these freedoms must be exercised whilst also respecting other freedoms and rights, and therefore may be subject to certain limitations if that is justified by objectives in the public interest, such as the maintenance of law and order. It is also important to remember that, as explicitly specified in the Charter, the fundamental freedom enshrined in Article 12 refers to peaceful assembly. On that basis, and within its competence, the Commission closely follows any relevant developments that could affect this right, and it stands fully ready to take action if needed. In accordance with the Treaties, the Commission can intervene only when an issue of European Union law is involved.

 
  
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  Renaud Muselier, au nom du groupe PPE. – Madame la Présidente, je souhaitais vous raconter l’histoire de Jupiter revenu sur Terre.

Emmanuel Macron s’était fait élire sur une promesse: être un rempart contre les extrêmes et le chantre du «nouveau monde». Pour ce faire, il se fabriqua une majorité parlementaire peuplée d’incompétents et s’appuya sur un gouvernement composé d’ambitieux inexpérimentés et de quelques belles prises de guerre.

Deux années plus tard, et trois ministres d’État en moins, le président avait tout écarté sur son passage: corps intermédiaires, syndicats, collectivités et ses propres amis. Fort de son arrogance, Jupiter poursuivit son ascension et, à son grand détriment, débuta son apprentissage lorsque des hommes en jaune vinrent lui rappeler la vérité de la Terre en occupant tous les ronds-points. Ces ploucs, ces bouseux, ces gens qui n’étaient rien à ses yeux firent vaciller la République.

Depuis son château, le roi Emmanuel décida, sous la pression de leur courroux, de lâcher dix milliards d’euros de mesures en faveur du pouvoir d’achat, à l’aube de Noël, au détriment de l’orthodoxie budgétaire européenne dont il est le garant.

Finalement, le président de la République descendit dans l’arène du débat par tranches de six heures, toujours télévisées, afin de se confronter aux conséquences de sa politique. Sun Tzu inventa l’art de la guerre; Macron, lui, inventa celui des ronds-points.

Malgré tous ses efforts, manifestation après manifestation, la radicalité prit le dessus. Qui en était responsable: les gilets jaunes ou les casseurs, les gilets jaunes ou les anarchistes, les gilets jaunes ou les forces de l’ordre?

Alors que, sur nos visages, nous séchions à peine les larmes versées pour les morts des victimes du terrorisme, de Charlie Hebdo ou du Bataclan, quelle ne fut pas ma surprise lorsque je découvris la création d’une cagnotte pour le tristement célèbre boxeur frappant un gendarme à terre.

Je créai donc la mienne en réponse, au profit des 1 200 membres des forces de l’ordre blessés lors des manifestations. Le résultat fut sans appel: 130 000 euros pour le boxeur face à 1,5 million pour les forces de l’ordre, avec plus de 51 000 donateurs.

Moralité de l’histoire: la majorité silencieuse et indignée s’est réveillée, écrasant la cagnotte du boxeur par sa générosité participative. Le respect de l’autorité, le respect de la République, le respect des lois: Jupiter est enfin revenu sur terre et les braves gens retrouvent le respect qui leur est dû, et la justice sociale qui va avec.

 
  
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  Sylvia-Yvonne Kaufmann, im Namen der S&D-Fraktion. – Frau Präsidentin! Das Recht auf freie Meinungsäußerung und das Recht, seine Meinung gemeinsam mit anderen auch auf der Straße bei Demonstrationen kundzutun, sind essentielle Grundrechte aller europäischen Bürgerinnen und Bürger.

Ich bin im sogenannten real existierenden Sozialismus – in der DDR – aufgewachsen, und ich weiß, was es heißt, wenn einem diese Freiheitsrechte abgesprochen werden, wenn Menschen mundtot gemacht, wenn sie wegen ihrer Meinung verfolgt oder gar zu Haftstrafen verurteilt werden. Das Recht auf freie Meinungsäußerung ist ein sehr hohes Gut. Und das ist nicht hoch genug zu schätzen, dass es in unserem geeinten Europa umfassend garantiert ist.

Umso mehr bestürzen mich immer wieder Bilder von Demonstrationen, in denen Gewalt eskaliert. Inakzeptabel ist das Einschmeißen von Fensterscheiben, das gezielte verletzen von Polizisten, das Anzünden von Autos oder das willkürliche Zerstören unserer Straßen und Plätze. Eine Gefährdung der öffentlichen Ordnung und Sicherheit hat mit dem Recht auf freie Meinungsäußerung nichts zu tun.

Andererseits muss auch die Polizei selbstverständlich gewährleisten, dass sie stets auf den verhältnismäßigen Einsatz der Mittel und Maßnahmen achtet und dass sie durch ihr Agieren nicht ihrerseits dazu beiträgt, dass ursprünglich friedliche Demonstrationen aus dem Ruder laufen. Sollte es zu unverhältnismäßigen Einsätzen von Polizeikräften kommen – auch das haben wir leider bei verschiedenen Anlässen erlebt –, müssen diese lückenlos aufgeklärt werden. Das Recht auf friedlichen Protest, das muss jederzeit garantiert sein.

 
  
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  Marek Jurek, w imieniu grupy ECR. – Pani Przewodnicząca, Panie i Panowie Posłowie! Rządy mają obowiązek, kiedy wymaga tego obrona ludzi, używać siły bezpośrednio w obronie ludzi czy w obronie ich praw, niepodległości ojczyzny czy porządku publicznego. Ale za każdym razem, kiedy dochodzi do takich sytuacji, to oczywiście musi podlegać zarówno ocenie, jak i konkretnej, prawnej kontroli. To są zasady bezsporne. Problem natomiast polega dziś na tym, że władze Unii Europejskiej zawsze zakładają, że użycie siły przez liberalne rządy jest w domniemaniu uzasadnione, a jeżeli w takiej sytuacji stają rządy konserwatywne, to jest to podejrzane, to należy to kontrolować, to na pewno doszło do naruszenia cudzych praw. Żałuję, że nie ma tu z nami przewodniczącego Timmermansa, który mógłby na to odpowiedzieć: te podwójne miary pokazują, jak bardzo dzisiaj w życiu Unii Europejskiej są zagrożone zasady bezstronności, solidarności i szacunku dla mniejszości, bo szacunek dla słabszych państw to jest właśnie szacunek dla mniejszości.

 
  
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  Gérard Deprez, au nom du groupe ALDE. – Madame la Présidente, cela fait des années que dans les pays de l’Union, les écarts de revenus se sont creusés et ont jeté trop de nos concitoyens dans la précarité, sinon même dans la pauvreté.

Il est insupportable de constater qu’au cours des dix dernières années, au niveau mondial, les travailleuses et les travailleurs ordinaires n’ont vu leur revenu augmenter que de 2 % par an en moyenne, tandis que la fortune des milliardaires a augmenté de 13 % par an, soit six fois plus vite. Un système qui produit de tels résultats ne pourra plus durer longtemps. Les manifestations que nous connaissons aujourd’hui dans plusieurs pays, dont le mien, découlent pour une large part de ces inégalités intolérables.

Bien sûr, je reconnais le droit de manifester librement et j’affirme que c’est une liberté fondamentale de nos systèmes politiques. Ce droit, qui est inscrit dans les constitutions de tous nos pays, doit être garanti et protégé, en particulier au bénéfice de ceux qui n’ont pas beaucoup d’autres moyens pour se faire entendre. Mais le droit de manifester n’est pas le droit de saccager, ni de piller, ni de casser du flic. Trop souvent des manifestations dont les objectifs sont nobles se laissent prendre en otage par de petits groupes d’excités, de casseurs ou même de pillards, qui dénaturent leurs revendications et même leur légitimité.

La responsabilité constitutionnelle et légale des forces de l’ordre est d’empêcher ces groupes de porter atteinte à la sécurité des personnes et des biens. Elles doivent le faire évidemment de manière proportionnée et leurs dérapages doivent être sanctionnés. Bien sûr, il y a des victimes malheureuses parmi les manifestants, mais cela ne justifie pas de faire de ceux, qui défendent l’ordre démocratique des bourreaux sanguinaires. Une telle opération ne sert que la cause des extrémistes de tout poil et nous refusons de nous y associer.

 
  
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  Marie-Christine Vergiat, au nom du groupe GUE/NGL. – Madame la Présidente, nous nous félicitons d’abord d’avoir obtenu ce débat au nom de la GUE/NGL, nous regrettons que M. Timmermans nous ait quittés. Nous n’avons rien contre vous, Monsieur Vella, mais ce n’est pas vous qui êtes en charge de ces questions et c’est dommage que M. Timmermans, qui était là juste avant, soit parti.

Oui, liberté d’expression et d’association sont des libertés fondamentales et oui, le droit de manifester en est une des principales déclinaisons. Les entraves, la répression ne peuvent être générales et absolues, elles doivent respecter les principes de finalité, de nécessité, de proportionnalité. On ne peut alors être que stupéfié par ce qui se passe depuis le 17 novembre avec les «gilets jaunes». Des dizaines de milliers de personnes défilent un peu partout en France; la plupart des manifestants sont pacifiques, mais le bilan en matière de violences est lourd: des milliers de tirs de grenades et de balles en caoutchouc, 2 228 tirs de LBD (lanceurs de balles de défense) depuis novembre, 3 200 blessés – 125 par les seuls LBD –, plusieurs dizaines de blessés graves, une vingtaine d’éborgnés, cinq mains arrachées et même un mort.

Alors oui, nous devons refuser les violences, toutes les violences, mais nous devons interdire ces armes qui sont mutilantes voire mortifères.

 
  
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  Yannick Jadot, au nom du groupe Verts/ALE. – Madame la Présidente, depuis des semaines, en effet, on assiste toutes les semaines à des violences.

Les violences venant des «gilets jaunes», on les a condamnées, mais rien dans ces violences ne justifie l’utilisation d’armes qui sont parfois des armes létales et le bilan est terrible: 188 blessés à la tête, 20 éborgnés, 5 mains arrachées, tout cela à cause de ces lanceurs de balles de défense et de ces grenades.

Il n’y a qu’en France, en Pologne et en Grèce, où il y a un usage sans limite de ces instruments qui encore une fois, selon les équipes médicales, causent des blessures de guerre. Alors, nous demandons évidemment leur interdiction complète à l’échelle européenne. On imagine que si Frans Timmermans était là, et que si en Pologne ou en Hongrie, on devait interdire ou limiter la liberté de manifestation et s'il y avait autant de blessés, la Commission bougerait et poserait une question très ferme à la Pologne ou à la Hongrie. Donc, nous demandons à la Commission de faire en sorte d’interdire ces armes. Le droit de manifester, l’usage proportionnée de la force, c’est cela qui fonde une démocratie.

(L’orateur accepte de répondre à une question «carton bleu» (article 162, paragraphe 8, du règlement))

 
  
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  Marek Jurek (ECR), pytanie zadane przez podniesienie niebieskiej kartki. – Generalnie zgadzam się z Panem, ale chciałem zapytać, o jakie ograniczenia wolności zgromadzeń w Polsce chodzi. To raczej Parlament Europejski krytykował zgromadzenia, które miały miejsce w Polsce. W Polsce, owszem, policja strzelała z broni gładkolufowej, wybito nawet oko dziennikarzowi, ale to było za rządów liberalnych – wtedy, kiedy premierem był obecny przewodniczący Rady Europejskiej.

 
  
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  Yannick Jadot (Verts/ALE), réponse «carton bleu». – La limitation du droit à manifester que j’évoquais, c’est une loi qui vient de passer en France où le préfet, donc l’exécutif, peut interdire à certains manifestants de manifester alors que, jusqu’à maintenant, cela relevait évidemment du pouvoir judiciaire.

En démocratie, l’exécutif et le judiciaire sont évidemment séparés, sinon ce n’est plus la démocratie. Alors, effectivement, on empêche de manifester. Et ceux qui manifestent, ou parfois simplement ceux qui sont témoins d’une manifestation, peuvent perdre un œil ou perdre une main. C’est inimaginable d’être handicapé toute sa vie parce qu’on a participé à une manifestation.

 
  
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  Florian Philippot, au nom du groupe EFDD. – Madame la Présidente, c’est en soutien aux innombrables mutilés du mouvement des «gilets jaunes» en France que je reprends ce geste qu’ils utilisent eux-mêmes avec tous ceux qui ont perdu un œil dans les manifestations. Ils s’appellent Jérôme Rodrigues, Gwendal, Ninef, Arthur, Vanessa, Jean-Marc, Antoine, Fiorina, Alexandre, Jean-Philippe, Ramy, Franck, Anthony, Cédric et ils ont perdu un œil en 2018 ou en 2019 en France dans des manifestations. Victimes de tirs de flash-ball ou de grenades.

Il y a aussi Éric, mâchoire cassée; Marlène, 62 ans, onze points de suture à la tête; Lola, mâchoire fracturée, dents cassées. Frédéric, Antoine et Anne, Pierre, Gabriel main arrachée, Zineb, 80 ans, tuée par une grenade au moment où elle fermait ses volets. Il y en a plusieurs centaines d’autres. Gueules cassées.

Alors, je ne défends pas les voyous et les casseurs, je les exècre car ils font du tort à tous et parce qu’ils pourrissent les mobilisations sociales. Je n’accable pas la police parce que, évidemment, beaucoup de policiers aimeraient eux-mêmes être «gilet jaune». Mais j’affirme qu’il se passe en ce moment des choses extrêmement graves dans mon pays, la France. Un pouvoir aux abois donne des ordres délirants, irresponsables, insensés contre sa propre population. Un pouvoir qui a l’outrecuidance de cabosser son peuple au lieu de lui répondre et de répondre à ses justes demandes sociales et démocratiques. C’est toute la violence d’un ordre financier qui s’exprime sous les apparences d’un pouvoir démocratique et qui se déchaîne en ce moment contre son propre peuple, qui, lui, a pris conscience de son état de servitude. Ce n’est pas ça la France.

Alors oui, vive les «gilets jaunes», vive le RIC, vive la République sociale et vive le Frexit.

 
  
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  Gilles Lebreton, au nom du groupe ENF. – Madame la Présidente, la liberté de manifester est en danger dans plusieurs États de l’Union européenne.

C’est particulièrement le cas en France. Depuis le 17 novembre 2018, les «gilets jaunes» manifestent chaque samedi à Paris et dans la plupart des grandes villes françaises. Dans leur immense majorité, ils le font de manière pacifique, dans le respect des règles constitutionnelles et législatives. Leurs revendications sont légitimes, ils réclament plus de justice fiscale, plus de justice sociale et une meilleure prise en compte de la démocratie par les institutions.

Et pourtant, leur liberté de manifester est doublement menacée: d’abord par les black blocs et autres casseurs professionnels, qu’on a laissé agir impunément depuis trop d’années et qui profitent des manifestations pour commettre des violences; ensuite, par une loi scélérate, qui s’apprête à permettre aux préfets d’interdire de manifester à qui ils veulent, sans aucune intervention préalable d’un juge, en prenant prétexte de ces violences.

C’est le retour d’une sorte de loi des suspects, de sinistre mémoire. Face à cette dérive liberticide, je rappelle avec force que la liberté de manifester est consubstantielle à la démocratie et j’invite les parlementaires LR et En marche, à l’origine de cette loi, à se ressaisir.

 
  
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  Dobromir Sośnierz (NI). – Pani Przewodnicząca! Aby ta debata mogła się odbyć, musiała się odbyć pod takim neutralnym, nic niemówiącym tytułem. Są tutaj równi i równiejsi. Nie możemy debatować o sytuacji we Francji po prostu, ponieważ w Unii Europejskiej są kraje, które wolno pouczać, są takie, które chciałyby pouczać, i takie które nie dają się pouczać. Tak jak w klasie: mamy nauczyciela – nie jest możliwe przecież, żeby uczeń wywoływał przed tablicę nauczyciela, tak samo u nas – nie jest możliwe, żeby to Francja była wywoływana przed oblicze Parlamentu i się musiała tłumaczyć. Druga sprawa, nie zgadzam się z tym, że policja nie ma prawa używać siły, że należy zakazywać stosowania broni. Problem w tym, że nasze państwa często są słabe wobec silnych, silne wobec słabych, że wytrąca się telefony z ręki bezwzględnie ludziom, którzy nic złego nie robią, a kiedy jacyś bandyci plądrują sklepy i podpalają samochody, to traktuje się ich z wyraźnym strachem i nikt nie ma odwagi wydać polecenia, żeby strzelać do takich ludzi z ostrej amunicji. Bo jeśli ktoś napada, to nie ma znaczenia, czy ma jakieś rewolucyjne hasła na ustach.

 
  
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  Christine Revault d’Allonnes Bonnefoy (S&D). – Madame la Présidente, chers collègues, l’État de droit dans lequel je veux vivre assure la liberté de manifester en sécurité. Un blessé lors d’une manifestation est un blessé de trop. Alors que dire des 1 700 personnes blessées depuis le début du mouvement des «gilets jaunes» en France?

Derrière les chiffres, il y a des femmes et des hommes qui ont perdu l’usage d’un œil, ont une blessure grave à la tête ou la mâchoire déchiquetée. Des vies abîmées à jamais.

Ils ont été victimes des lanceurs de balles de défense encore utilisés en France, les fameux LBD, dont nous souhaitons l’interdiction en Europe, comme le préconise notre défenseur des droits.

La politique française de maintien de l’ordre est dangereuse et alimente les tensions. Tout est à revoir. En tant que députée européenne, j’apprends à m’inspirer du meilleur des autres États européens. Au lieu de restreindre nos libertés individuelles et de répondre par une dérive sécuritaire, comme le fait aujourd’hui le gouvernement français avec sa loi anti-manifestations, il ferait mieux de s’inspirer de ses voisins et des bonnes pratiques visant la désescalade et le dialogue entre les manifestants et les forces de l’ordre.

J’ai une question pour vous, Monsieur le Commissaire: prévoyez-vous de renforcer le partage des bonnes pratiques, sur le modèle du programme Godiac?

 
  
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  Younous Omarjee (GUE/NGL). – Madame la Présidente, 1 900 personnes blessées, 188 à la tête, 20 éborgnés, cinq mains arrachées, une dame de 80 ans décédée des suites de ses blessures, des centaines de mise sur écoute, des milliers d’arrestations préventives, des personnes jetées en prison: voilà le bilan de la répression du mouvement des «gilets jaunes» et de ces armes dont nous demandons l’interdiction. Tout cela est-il bien normal? À cela, s’ajoute, dans la même période, une tentative de perquisition d’un grand média français ainsi qu’une criminalisation de la vie politique et parlementaire. De ce terrible bilan, c’est la France, dans ce qu’elle incarne, qui ressort défigurée. La France, jadis source d’inspiration pour la protection des droits et des libertés. Je suis triste d’avoir à le dire ici, devant le Parlement européen, mais je m’inquiète pour mon pays, je m’inquiète pour les libertés en France et je m’inquiète du basculement autoritaire du président Macron.

 
  
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  Jordi Solé (Verts/ALE). – Madam President, on 1 October 2017, the Spanish police exercised disproportionate violence against Catalan citizens. They injured 1 066 people, citizens who were not even demonstrating: they were just voters trying peacefully to cast a vote in a referendum. The whole world could see this terrible police behaviour, which Amnesty International, for instance, denounced as excessive and disproportionate use of force.

And yet, so far, none of these police officers nor their political supervisors has been condemned. Far from apologising, the Spanish Foreign Minister, Josep Borrell, keeps insulting the victims of this police violence while stating that everything is fake news.

Those who promoted a peaceful and democratic vote in Catalonia will tomorrow be sitting in front of a judge, facing up to 25 years’ imprisonment, while those who promoted state violence against peaceful voters have not suffered any consequences. This is definitely not the Europe we stand for.

 
  
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  Bernard Monot (EFDD). – Madame la Présidente, Monsieur le Commissaire Vella, dans mon pays, la France, depuis plusieurs mois, mes compatriotes protestent dans la rue contre le président Macron et ses politiques de saccage social et de destruction de l’État, dictées par l’Union européenne: je veux parler du soulèvement social des «gilets jaunes».

Les manifestations, qui durent depuis plus de deux mois, gênent sérieusement le gouvernement qui cherche à les discréditer en facilitant l’introduction de casseurs. Ces individus d’ultragauche, les black bloc, agissent en toute impunité, sous l’œil des caméras de télévision et ces «gilets jaunes» qui, eux sont pacifiques, sont victimes d’une répression sécuritaire inique et disproportionnée. Près de 2 000 blessés graves sont ainsi recensés. Nombreux de ces malheureux, délibérément mutilés par des tirs de flash-ball à la tête, ont perdu un œil et se retrouvent handicapés à vie. Beaucoup trop de citoyens sont victimes de fractures et de traumatismes crâniens.

Concernant la répression judiciaire, ce sont 5 000 arrestations et mises en garde à vue, souvent préventives et assimilables à de la séquestration arbitraire. La dureté des peines est démesurée face aux actes incriminés. La répression légale se prépare avec la nouvelle loi anticasseurs de M. Macron. Cette loi, unique en Europe, donnera le pouvoir aux préfets d’interdire de manifester à tout opposant politique désigné arbitrairement par la Macronie et l’opposition gênante risque d’être consignée en centre de rétention ou au poste de police. Cette loi anticasseurs sera liberticide.

Monsieur le Commissaire, voilà à quoi mènent, en France, vos politiques de rigueur euro-fédéralistes: elles mènent à des dérives totalitaires. Cette grave atteinte à la démocratie risque en cas d’escalade de terminer en insurrection. Vous ne pourrez plus dire que vous ne le saviez pas.

 
  
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  Gerard Batten (ENF). – Madam President, we have seen unprecedented demonstrations in France over the last few months by the yellow vest movement. Now this is not a protest movement isolated to France, but it is the most forceful and visual across Europe. Why are they protesting? Because of the loss of democratic accountability, because of an oppressive tax regime, because their living standards are being driven down, and because of mass uncontrolled immigration that is changing European nations into something unwanted and unrecognised by their native inhabitants.

Above all, it is because of a political elite out of touch with their own citizens. This is exemplified in France by the bankers’ President Mr Macron. Mr Macron is a figurehead for the European Union. Throughout European history, there have been peasants’ revolts against oppressive regimes. The EU is the ancien régime of the modern age, and no amount of state brutality can prevent it being swept away. Vive la révolution.

 
  
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  Isabelle Thomas (S&D). – Madame la Présidente, Monsieur le Commissaire, chers collègues, l’article 20 de la déclaration universelle des droits de l’homme, les articles 10 et 12 de notre charte des droits fondamentaux consacrent le droit de se réunir et de manifester ses idées pacifiquement.

En France, depuis trois mois, un mouvement social populaire fait l’objet d’une répression systématique et disproportionnée: lanceurs de balles de défense et grenades lacrymogènes explosives sont utilisés massivement alors que leur portée létale est avérée et leur maîtrise impossible. C’est pourquoi la plupart des États européens les ont bannis de leur arsenal policier. Une femme a été tuée à sa fenêtre, cinq mains ont été arrachées, 20 personnes ont perdu un œil, 188 manifestants ont été blessés à la tête et au visage: ils sont mutilés. Les vidéos et témoignages établissent que la majorité des victimes étaient pacifiques.

Par leurs menaces inhérentes pour l’intégrité physique, ces armes s’avèrent incompatibles avec l’exercice du droit de manifester. Leur utilisation doit être interdite sur le sol européen afin que soit garanti ce droit fondamental.

Pour le maintien de l’ordre public, comme pour tout usage de la force, la violence entraîne la violence et c’est aux responsables politiques qu’il revient d’éviter l’escalade: c’est l’alerte que nous voulons lancer en proposant cette résolution.

 
  
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  Marie-Pierre Vieu (GUE/NGL). – Madame la Présidente, beaucoup a déjà été dit sur la répression des «gilets jaunes», j’y souscris pleinement.

Cette criminalisation des mouvements sociaux ne vaut pas que pour la France. Aujourd’hui débute le procès des prisonniers politiques catalans, on ne peut que faire le parallèle. Je tiens à m’insurger contre les entraves infligées aux journalistes par des membres des forces de l’ordre, les arrestations préventives massives et la violence organisée, qui est au diapason avec la dureté des politiques menées aujourd’hui. De plus, le gouvernement français fait adopter au parlement une loi liberticide qui établit un véritable contrôle administratif du droit de manifester.

Cette escalade de la répression ne fait qu’attiser la violence, à tel point que les syndicats policiers eux-mêmes déplorent ce choix délibéré de la confrontation. À question politique, solution politique, en répondant aux aspirations légitimes, sociales et démocratiques du peuple français comme des peuples européens.

Dans l’immédiat, le Parti communiste a déposé une proposition de loi afin d’interdire l’usage des lanceurs de balles de défense dans le cadre du maintien de l’ordre. Continuons dans ce sens.

 
  
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  Csaba Molnár (S&D). – Tisztelt Elnök asszony! Amikor ma a szabad tüntetéshez való jogról és az arányos hatósági fellépésről beszélünk, akkor nyugat-európai demokráciákban ez mindig természetesen a rendőri fellépésről szól, és ez így is van rendjén. Sajnos a magyar emberek már tudják, hogy az újkori diktatúrákban már az is álom, hogy egy tüntetésen egy elszámoltatható rendőr lépjen fel velük szemben. Magyarországon ugyanis az orosz diktatúrát másolva már nem rendőrökkel, hanem magáncégekkel vereti meg az ellenzéket és az ellenzéki tüntetőket a diktatórikus hatalom. Varjú László országgyűlési képviselő társamat magán biztonsági szolgálat emberei verték meg az állami média épületében, több országgyűlési képviselőt pedig egyszerűen kidobtak az épületből fegyveres biztonsági őrök. A tegnapi napon a miniszterelnök egyik beszéde ellen tüntető aktivistát, pártom egyik aktivistáját, úgy ütöttek meg fegyveres biztonsági őrök, hogy még a szemüvege is eltörött. Orbán nem rendőrökkel, hanem magánszervekkel intézteti már a piszkos munkát, a rendőröknek pedig elég csak félrenézni, az ügyészek pedig felteszik a kezüket, hogy nem történt bűncselekmény. Ha el akarunk ezzel szemben fogadni egy határozatot, akkor az nemcsak a hatóságok fellépéséről, hanem a magánhadseregek fellépéséről is kell, hogy szóljon.

 
  
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  Barbara Spinelli (GUE/NGL). – Signora Presidente, onorevoli colleghi, l'uso sproporzionato della forza contro le manifestazioni e leggi liberticide si diffondono nei paesi membri e dobbiamo occuparcene, anche se la competenza è degli Stati. Ce ne occupammo in una risoluzione del 2002 che deplorò la sospensione di diritti dei dimostranti contro il G8 di Genova.

Quando sono usate armi con effetto mutilante, LBD, granate, è chiaro che sono violati diritti europei. Penso agli articoli della Carta sul diritto all'integrità fisica, alla libertà di assemblea e di espressione. La rule of law non è solo osservare le leggi, è anche tutela di questi diritti. Queste armi vanno bandite in Europa.

Le parole usate dal governo francese per descrivere i manifestanti gilets jaunes, casseurs, factieux, brutes, echeggiano le accuse di sedizione violenta contro i prigionieri politici catalani e stridono con il nostro ordine giuridico.

 
  
 

Interventions à la demande

 
  
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  Julie Ward (S&D). – Madam President, the right to peaceful protest is a key feature of the exercise of democracy in modern societies, and is enshrined in the Universal Declaration of Human Rights. I am therefore increasingly concerned by reports of excessive use of violence against civilians during protests. I believe it’s the duty of governments to determine accurately the balance between ensuring citizens’ safety and providing for a safe space for freedom of expression. This also means that law enforcers must be held accountable in all actions undertaken towards citizens in the midst of peaceful protests.

However, the proportionate use of force should be understood not only as preventing any form of physical violence. The fact is that dissident voices can be threatened in more dubious ways, such as wrongful incarceration and intimidation. In my own country, the United Kingdom, 15 anti-deportation activists were recently convicted of terror offences for attempting to stop the deportation of 60 vulnerable immigrants from the UK. I believe this course of action results from a broken justice system and an authoritarian government, and it’s unworthy of a modern, progressive country.

 
  
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  Ruža Tomašić (ECR). – Poštovana predsjedavajuća, mirni prosvjed važan je instrument izražavanja nezadovoljstva u demokratskom društvu. Neki vladajući političari na njega ne gledaju blagonaklono jer smatraju da s izbornim legitimitetom imaju pravo činiti što žele do sljedećih izbora. To je dosta autoritativan pogled na obnašanje vlasti, koji ne pripada Europi 21. stoljeća.

Unija bi, u suradnji s vladama država članica trebala osigurati da u svim članicama građani mogu slobodno uživati svoje pravo na slobodno izražavanje i prosvjedovanje.

Također, važno je maksimalno smanjiti administrativne barijere koje se često postavljaju pred prosvjednike. Prijava prosvjednog skupa mora biti brza, jednostavna i besplatna, umjesto da se raznim kompilacijama i nametima nastoji obeshrabriti građane.

Pravo na slobodan prosvjed, dakako, ne pretpostavlja nasilje, no nasilni pojedinci imaju ime i prezime i trebaju biti individualno kažnjeni te ih se ne smije koristiti kao opravdanje za nerazmjernu primjenu sile nad svim prosvjednicima.

 
  
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  Γεώργιος Επιτήδειος (NI). – Κυρία Πρόεδρε, σε μία δημοκρατική κοινωνία, το δικαίωμα της ειρηνικής διαμαρτυρίας κατά αποφάσεων της κυβέρνησης είναι όχι μόνο αυτονόητο αλλά και επιβεβλημένο. Επειδή, όμως, ισχύει η αρχή ότι η εξουσία φθείρεται και διαφθείρεται, αυτή η εξουσία δεν ανέχεται την κριτική —ούτε καν την ειρηνική— από τους υπηκόους της. Αντί να στηριχθεί στη δύναμη της πειθούς και της επιχειρηματολογίας, στηρίζεται στη δύναμη της αστυνομίας, την οποία πολλές φορές στρέφει εναντίον ειρηνικών διαδηλωτών. Χαρακτηριστικά είναι τα παραδείγματα της βίαιης καταστολής των Καταλανών στην Ισπανία και, πρόσφατα, των Κίτρινων Γιλέκων στη Γαλλία, αλλά και των ειρηνικών συλλαλητηρίων των Ελλήνων, οι οποίοι διαμαρτύρονταν κατά της απόφασης της κυβέρνησης να εκχωρήσει το ελληνικό όνομα της Μακεδονίας στα Σκόπια. Και αν για τα Κίτρινα Γιλέκα υπήρχε η δικαιολογία ότι ορισμένοι διαδηλωτές προέβησαν σε βιαιοπραγίες, για την Ελλάδα δεν υπήρχε η παραμικρή δικαιολογία. Η κυβέρνηση έδωσε εντολή να ρίξουν δακρυγόνα και ληγμένα χημικά αέρια σε ηλικιωμένους ανθρώπους και παιδιά. Εμείς εδώ δικαίως καταδικάζουμε αυτές τις απαράδεκτες ενέργειες, όμως τη λύση θα τη δώσουν οι λαοί στις επικείμενες ευρωεκλογές και στις εθνικές εκλογές.

 
  
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  Emilian Pavel (S&D). – Doamnă președintă, dragi colegi, dreptul de a protesta este un drept fundamental, de necontestat care trebuie ocrotit și care, în același timp, trebuie să se supună unor reguli clare. Printre acestea: protecția persoanelor care aleg să nu protesteze, de multe ori acestea fiind mai numeroase, protecția bunurilor publice sau individuale, dar și, în mod esențial, protecția celor care participă la un protest, adică mai ales dreptul de a nu fi folosiți ca scut uman de către cei veniți la proteste doar pentru a crea violență și scandal.

Eu consider că protestatarii care respectă legea trebuie protejați, iar cei care se folosesc de astfel de evenimente pentru a fi violenți și pentru a deturna scopul protestelor trebuie izolați și pedepsiți aspru. Nu putem accepta ca protestatari pașnici să fie folosiți ca scut uman. Repet: cei care sunt violenți trebuie izolați și pedepsiți aspru. Nu este acceptabil ca protestatarii de bună credință, aflați între forțele de ordine și grupurile agresive orientate spre distrugere și violență să devină victime ale unor reacții firești la violență și la provocări.

 
  
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  Νότης Μαριάς (ECR). – Κυρία Πρόεδρε, παρότι το δικαίωμα στην ειρηνική διαμαρτυρία κατοχυρώνεται τόσο στα συντάγματα όσο και στα διεθνή νομικά κείμενα, αυτό που συμβαίνει στην πράξη είναι ότι οι κυβερνήσεις διαλύουν τις μεγάλες διαδηλώσεις με τη βία. Κλασική περίπτωση: τον Ιούνιο του 2011, στο Σύνταγμα, ο ελληνικός λαός είχε εξεγερθεί ενάντια στην τρόικα και στα μνημόνια. Είχαμε συνεχή άσκηση βίας από την τότε ελληνική κυβέρνηση. Ακολούθησε, τον Φεβρουάριο του 2012, μεγαλειώδης διαδήλωση κατά των μνημονίων στο Σύνταγμα. Ξανά βία από τη μνημονιακή κυβέρνηση. Και τώρα, το τελευταίο διάστημα, η κυβέρνηση με τη βία διαλύει τα μεγάλα συλλαλητήρια που γίνονται για την προστασία του ονόματος της Μακεδονίας μας και της ιστορίας μας. Επιτίθεται πλέον στα μεγάλα πατριωτικά κινήματα, στις μεγάλες πατριωτικές συγκεντρώσεις. Πρόσφατα, στο Σύνταγμα, διέλυσε με χημικά ειρηνική συγκέντρωση και επετέθη και σε ηλικιωμένους, αλλά και παλαιότερα, στο Πισοδέρι τον Ιούνιο του 2018, έπραξε το ίδιο. Ντροπή!

 
  
 

(Fin des interventions à la demande)

 
  
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  Karmenu Vella, Member of the Commission. – Madam President, I would like to thank the honourable Members for the inspiring debate. As with most fundamental freedoms, there are also boundaries for the expression of free speech and for the right to assemble.

When demonstrations turn violent and when there are instances of hate speech, it is for the authorities of Member States to maintain law and order, subject to judicial review, and to ensure that the rights and freedoms of others are not endangered. In doing so, and while pursuing the legitimate need to uphold security for citizens and property, the authorities of the Member States must ensure that freedom of assembly and freedom of expression are effectively respected and protected, in accordance with their national legislation and international obligations. The European Union, through the Fundamental Rights Agency and the Agency for Law Enforcement Training, supports the exchange of best practice and includes handbooks on respecting fundamental rights in police activities.

 
  
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  La Présidente. – J’ai reçu, conformément à l’article 123, paragraphe 2, du règlement quatre propositions de résolution.

Le débat est clos.

Le vote aura lieu jeudi, le 14 février 2019.

 

19. Lielie plēsēji (debates)
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  La Présidente. – L’ordre du jour appelle le débat sur la déclaration de la Commission sur les grands prédateurs (2018/3006(RSP)).

 
  
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  Karmenu Vella, Member of the Commission. – Madam President, I am happy tonight to address, at Parliament’s request, the issue of large carnivores – iconic species of the European landscape.

This debate is timely because, given the discussions taking place in many regions in Europe, my colleague Commissioner Hogan and I have jointly addressed a letter to all the EU environment and agriculture ministers explaining the Commission’s approach to this issue and highlighting the support we provide, and I am happy to do the same in this House tonight.

Having suffered a very serious decline in most areas of Europe, large carnivore populations have been recovering in recent decades, and returning to countries and regions of their former range. They are protected species under the EU Habitats Directive and their recovery is a contribution towards nature protection in Europe and towards halting global biodiversity loss.

However, I am fully conscious of the challenge that the return of these species presents, especially in those areas where they had been absent for many decades and in rural areas with extensive livestock farming.

That is why, for several years, the Commission has been supporting the active involvement of all relevant parties in finding suitable and acceptable approaches to reconciling the conservation of large carnivores and the legitimate interests of the people concerned. This work includes supporting and co-chairing the EU Large Carnivore Platform, bringing together key stakeholder groups to facilitate mutual understanding.

Through the implementation of a European Parliament pilot project, the Commission is also helping to establish regional platforms, to foster dialogue among stakeholders and local authorities, in the areas where conflicts generated by the return of large carnivores are more frequent, for example in Romania, Italy and Spain.

Projects under the Programme for Environment and Climate Action (LIFE) also contribute significantly to supporting the active involvement of all those concerned and a participatory approach, in order to find solutions based on coexistence.

The Commission is aware of the fact that, at local level, the wolf may be an additional challenge for farmers in an already difficult social and economic context. In those areas where traditional livestock-protection practices have been abandoned, the return of the wolf certainly entails additional challenges for sheep farmers. That is why the Commission believes that the sector should be appropriately supported to reduce its vulnerability to predation and ensure its co-existence with wild carnivores. Support is available under national and EU funds, through LIFE and rural development projects, and further efforts are necessary to raise awareness among those concerned, so that all possibilities are fully availed of.

In November last year, the Commission amended the EU guidelines for state aid in the agriculture and forestry sectors and in rural areas, in order to allow for full compensation, up to 100%, for damage caused by protected animals, including veterinary costs or costs related to the search for missing animals, and for full reimbursement, up to 100%, of investments to prevent such damage – for example in electric fences or livestock-guarding dogs.

Regarding the calls from some quarters to address the challenges by changing our legislation, I would remind the House that, under its ‘smart regulation’ approach, the Commission keeps the entire EU legislative acquis under regular review. In December 2016, the Commission published the results of the fitness check evaluation of the EU Birds and Habitats Directives – what we called the nature directives. This confirmed that the current legal framework is sound and remains relevant, including as regards the directives’ annexes.

All the EU institutions, the Member State governments and the record high number of citizens – more than 550 000 – who replied to a public consultation have supported such conclusions and confirmed that the Birds and Habitats Directives remain highly relevant and are fit for purpose. Therefore, the Commission has been devoting all its efforts to helping Member States and stakeholders to improve the directives’ implementation, addressing the weaknesses and challenges identified in the fitness check. To that end, in April 2017, we adopted an Action Plan for Nature, People and the Economy, to be implemented by the end of 2019.

This action plan contains important elements related to the challenges of conserving large carnivores and addressing the associated conflicts. These include, firstly, the update of the guidance document on species protection under the Habitats Directive; and secondly, continuing and expanding support for the Large Carnivore Platform at EU and also at regional level.

Thirdly, greater use of rural development measures will be promoted to support prevention of livestock predation by large carnivores. Fourthly, there is the increased LIFE funding for nature projects, including for the protection of species and for coexistence. Fifthly, on-the-spot missions, ad hoc meetings and nature dialogues will be held to discuss problems and solutions with authorities and stakeholders. Sixthly, a peer-to-peer support mechanism will help Member States’ authorities to learn from each other in terms of implementation on the ground.

The final element is the update of the prioritised action frameworks, which identify the financial needs related to species protection, including for damage prevention, mitigation and compensation, in view of the upcoming EU financial perspectives for the period 2021 to 2027.

The updated guidance document I mentioned is a work in progress. It is being drafted in very close cooperation with Member States and with stakeholders. After a first round of consultations, a second draft is currently being prepared and will be subject to a new round of consultations in the coming months. The updated guidance aims to deliver on the commitments in the Nature Action Plan to ensure clarity and consistency in the interpretation of the Habitats Directive, taking into account the recent case law of the European Court of Justice. The Commission will not propose any new rules or legal obligations. The guidance document will provide the Commission’s view on interpretation of the species-protection provisions under the Habitats Directive.

Honourable Members of the European Parliament are of course welcome to share their views on the draft guidance with the Commission.

All these measures are aimed at helping national authorities and the relevant stakeholders. However, it is for the relevant national authorities to decide on the most appropriate measures in each case, in line with EU law.

 
  
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  Esther Herranz García, en nombre del Grupo PPE. – Señora presidenta, señorías, con la aprobación y la puesta en marcha de, entre otras medidas, la Directiva Hábitat, se pretendió mejorar la sostenibilidad de los ecosistemas naturales de Europa; especies animales en riesgo de extinción podrían beneficiarse de sus medidas. Sin embargo, ha tenido unos efectos muy duros sobre una de las especies más importantes del ecosistema rural: los ganaderos y sus familias, con pérdidas económicas importantes y constantes.

El lobo, el oso, el lince han visto mejorar su población. Y ahora, por ejemplo, el lobo en España tiene incluso un estado de conservación favorable en amplios territorios. Sin embargo, la realidad ha demostrado que esa Directiva es incompatible con el pastoreo extensivo tradicional, que es precisamente una de las actividades en el mundo rural que queremos y debemos proteger. Los daños a los ganaderos son constantes y la Directiva europea no ha venido acompañada de medidas presupuestarias suficientes para paliar las enormes pérdidas que causan a los ganaderos de vacuno, ovino y caprino, y, por tanto, estos ganaderos son las especies ahora más vulnerables.

En franco declive, el productor, que ahora no tiene forma de hacer frente a esas políticas que le causan tanto daño y que no tuvieron en cuenta suficientemente los efectos que tendrían sobre la actividad ganadera en el mundo rural europeo, que sigue además en retroceso, en abandono de una actividad que forma parte del patrimonio cultural de la Europa rural.

El tema ha llegado a tal extremo que, incluso alimentos con denominación de origen e indicación geográfica europeos, que dependen directamente de la ganadería extensiva para su materia prima —para la leche—, no pueden tener lugar. Idiazábal, Ibores o Roncal son especies también que van a desaparecer si no tenemos ganadería suficiente. Debemos mantener las explotaciones ganaderas extensivas y hay que hacerlo con dinero, señores.

 
  
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  Eric Andrieu, au nom du groupe S&D. – Madame la Présidente, 12 300 victimes, c’est le nombre d’animaux d’élevage emportés par les grands prédateurs pour la France. Plus de 1 000 victimes par an et la Commission nous dit et nous répète que les moyens de protection des troupeaux sont suffisants. Tout va bien. À condition que les éleveurs les appliquent correctement, c’est-à-dire qu’ils s’équipent toujours plus. Plus de chiens et plus de clôtures, toujours plus hautes d’ailleurs.

Cette course aux armements, Monsieur le Commissaire, rend ces espaces infréquentables et parfois dangereux. L’élevage en plein air va-t-il devenir incompatible avec le tourisme et les autres activités en montagne? Et si oui, qu’adviendra-t-il alors de toutes les espèces de faune et de flore protégées qui dépendent, elles aussi, d’un pâturage bien conduit?

Monsieur le Commissaire, que répondre à ce cruel paradoxe qui veut que nous demandions à nos éleveurs d’entretenir notre biodiversité tout en les laissant livrés à eux-mêmes face aux attaques de ces grands prédateurs, sans se soucier de l’impact économique et psychologique qu’ils subissent.

Monsieur le Commissaire, cela ne peut plus durer, il faut une fois pour toutes que la Commission entende la douleur de ces éleveurs sur nos territoires ruraux.

 
  
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  Bas Belder, namens de ECR-Fractie. – Mevrouw de voorzitter, geachte commissaris, collega's, in het afgelopen jaar heeft de wolf zich ook weer gevestigd in mijn land, Nederland. Zoals u zich kunt voorstellen, maken boeren zich grote zorgen. In 2018 zijn alleen al in mijn land reeds 165 schapen doodgebeten. DNA-onderzoek heeft aangetoond dat dit is gebeurd door wolven. Dit baart grote zorgen, zeker in een land als Nederland waar de ruimte zeer beperkt is, en mens en dier heel dicht op elkaar leven.

Meneer de commissaris, bent u het met me eens dat, nu de wolvenstand is toegenomen, het tijd is om de situatie te evalueren en de status te herzien? En wanneer is de bijlage bij de habitatrichtlijn voor het laatst herzien? De situatie is immers niet statisch, maar dynamisch. Welke mogelijkheden ziet u voor lokaal of regionaal beheer in dichtbevolkte gebieden?

Ik roep u op, meneer de commissaris, om bijtijds een afgewogen besluit te nemen en de bijlage waar nodig te actualiseren, zodat goed beheer mogelijk wordt en een goede balans wordt gevonden voor mens en dier. Ik dank u.

 
  
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  Ulrike Müller, im Namen der ALDE-Fraktion. – Frau Präsidentin, Herr Kommissar! Das Thema „Große Beutegreifer“ haben wir sowohl im Agrarausschuss als auch im Umweltausschuss mehrfach diskutiert. Die Menschen in den Regionen mit Wolfsanwesenheit erwarten aber von der Politik konkretes Handeln. Laut der im Agrarausschuss vorgestellten Studie leben rund 17 000 Wölfe in Europa. Ohne Regulierung, wie zum Beispiel in Deutschland, verdoppeln sich die Bestände alle drei Jahre. Das bedeutet, Ende 2019 haben wir 34 000 Wölfe.

Die Schäfer und Landwirte sind es leid, mit den ewig gleichen Aussagen und endlosen Debatten über den günstigen Erhaltungszustand hingehalten zu werden. Wir sind endgültig an dem Punkt angelangt, an dem ein flexibles Management, angepasst an die reale Ist-Situation, ermöglicht werden muss. Dazu brauchen wir eine entsprechende Anpassung der FFH-Richtlinie in den Anfängen. Der völlig überzogene Schutz eines einzelnen Großraubtiers darf nicht über dem gleichberechtigten Schutz vieler anderer Arten stehen.

Es sind nicht nur die Weidetierhalter, die inzwischen – vollkommen berechtigt – mehr Handeln einfordern. Im Schweizer Kanton Uri wurde gestern eine Volksinitiative zur Regulierung von Großraubtieren mit 70 % angenommen. Realität, nicht naives Wunschdenken, muss sich in unseren Vorschriften widerspiegeln.

Gerade in sensiblen und für die Artenvielfalt extrem wichtigen Gebieten, wie den alpinen Regionen, muss der Erhalt der Weidetierhaltung Vorrang vor der Anwesenheit von großen Beutegreifern haben. Wir brauchen also wolfsfreie Regionen.

 
  
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  Maria Heubuch, im Namen der Verts/ALE-Fraktion. – Frau Präsidentin! Es ist doch unbestritten, dass große Beutegreifer tatsächlich eine Gefahr für Weidetiere sind. Es gibt ein Konfliktpotential zwischen Bäuerinnen und Bauern und dem Schutz dieser Wildtierarten. Doch in der Natura 2000 ist bereits die Flexibilität genau für diese Situationen enthalten. In Artikel 16 Absatz 1 der Richtlinie heißt es: Die Mitgliedstaaten können von den Bestimmungen des Artikels 12, der die Tötung geschützter Arten verbietet, abweichen, zum Beispiel zur Verhütung ernster Schäden an Kulturen und in der Tierhaltung oder aus anderen zwingenden Gründen des überwiegend öffentlichen Interesses einschließlich solcher sozialer und wirtschaftlicher Art.

Also es geht doch darum, die Koexistenz zwischen Naturschutz und Landwirtschaft besser zu organisieren. Es geht darum, die Viehhalter mit ihrem Problem nicht alleine zu lassen, vorbeugende Maßnahmen zu ergreifen, ordentliches Wildtiermanagement zu machen, und um eine unbürokratische vollständige Entschädigung –, Herr Kommissar Vella, Sie haben es gesagt. Dafür ist es nicht angebracht, die Richtlinie wieder aufzuschnüren. Dafür müssen wir sie nur ordentlich umsetzen.

 
  
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  Eleonora Evi, a nome del gruppo EFDD. – Signora Presidente, onorevoli colleghi, lupi, orsi, i grandi predatori stanno subendo un attacco durissimo e su più fronti. Un attacco che è culminato nella vergognosa richiesta di toglierli addirittura dalla protezione che viene loro garantita dalla direttiva "Habitat".

Tra le fila di chi vuole fare la pelle al lupo ci sono cacciatori e agricoltori che sempre di più stanno passando dalle parole ai fatti. Azioni ignobili che vanno fermate al più presto, perché la coesistenza tra l'uomo e queste specie non solo è possibile, ma è anche un valore da tutelare.

L'abbattimento non è la soluzione, e lo dimostrano gli studi che evidenziano quanto la prevenzione sia di gran lunga più efficace. Oltre a non consentire di ridurre gli attacchi al bestiame, uccidere predatori naturali come lupi e orsi è un atto che stravolge l'ecosistema, facendo aumentare ad esempio gli ungulati e i cinghiali, che interferiscono a loro volta con l'attività agricola. Per di più esistono modi non cruenti per convivere con questi animali, come l'uso di deterrenti acustici o visivi, oppure anche l'uso di cani addestrati.

Io sono convinta, come ha detto anche il Commissario Vella, che i grandi predatori arricchiscono i territori in cui sono presenti, e penso ad esempio alle attività come il wolf watching e ai diversi progetti cofinanziati dai fondi come il LIFE.

Io concludo rilanciando il messaggio lanciato recentemente dal ministro per l'Ambiente Sergio Costa, un messaggio forte e importante che deve travalicare i confini italiani: lupi e orsi non si toccano.

 
  
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  Annie Schreijer-Pierik (PPE). – Voorzitter, de wolf is in Europa een groot probleem, en, commissaris Vella, wij hebben daar heel vaak over gesproken. De Europese Commissie heeft nog steeds geen richtsnoeren opgesteld. De strooptochten van wolven gaan maar door. Of zijn het eigenlijk wolfshond-hybriden? In Sleeswijk-Holstein gaat de groene milieuminister Albrecht nu zelfs problematische wolven laten afschieten, en hij heeft gelijk. De wolf is niet langer bedreigd in zijn voortbestaan, maar bedreigt zelf andere bedreigde habitats, planten en dieren, waarvoor zelfs nationaalpark De Hoge Veluwe – Natura 2000-gebied – ons waarschuwt.

Waarom tikt de Commissie naïeve regio's in bijvoorbeeld Nederland niet op de vingers? Waarom zijn er nog steeds geen richtsnoeren om de wolven die echte veeschade aanrichten, te gaan beheren? Dus afschieten. Het afslachten van schaapskuddes en het bedreigen van kwetsbare ecosystemen zijn onaanvaardbaar. Artikel 16, maar zeker artikel 19 van de habitatrichtlijn worden verzwegen door activisten, maar ook door ambtenaren, terwijl artikel 19 al sinds 1992 de Europese landen en de Commissie verplicht om de bijlagen bij te werken naar de laatste stand van zaken. En dat is nooit gebeurd.

Commissaris, ...

(De spreker wordt door de voorzitter onderbroken.)

 
  
  

IN THE CHAIR: PAVEL TELIČKA
Vice-President

 
  
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  Paolo De Castro (S&D). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, il trend positivo riferito alle popolazioni di specie considerate a rischio nell'Unione dimostra come la direttiva "Habitat" stia portando tutti i risultati auspicati in termini di salvaguardia della biodiversità. Risultati che, tuttavia, non possono andare a discapito dei nostri agricoltori, allevatori e pastori, che quotidianamente si trovano a fare i conti con i danni dovuti in particolar modo ai grandi predatori. Non possiamo più permetterci di derubricare tali danni a semplici effetti collaterali di un fenomeno altrimenti positivo, come quello della ricolonizzazione di queste specie. Oltre alla crudeltà nei confronti degli animali in allevamento, ogni attacco determina infatti conseguenze economiche che spesso mettono a rischio la sussistenza di quegli operatori che, nonostante le mille difficoltà, continuano a evitare l'abbandono di interi territori.

Serve, caro Commissario, un piano di azione europeo non più differibile, che ci permetta di identificare azioni concrete e immediatamente applicabili al fine di coniugare i nostri ambiziosi obiettivi in termini di biodiversità con la sicurezza degli animali in allevamento e la sopravvivenza economica dei nostri allevamenti.

 
  
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  Franc Bogovič (PPE). – Gospod predsednik! Veliki plenilci so živali, ki smo jih, kot slišimo, uspešno zaščitili v Evropi in njihov stalež se povečuje.

Tudi v Sloveniji je tako, v zadnjih osmih letih se je stalež medveda povečal za eno tretjino, povečal se je stalež volkov, v zadnjih letih prodira na naše območje tudi vrsta šakalov, ki povzročajo vedno večjo škodo in težavo kmetovalcem, predvsem živinorejcem. Po drugi strani prihaja do opuščanja kmetovanja v gorskih-hribovskih območjih, zato se tudi gozdna meja spušča in je vedno bližje tistim, ki se z živinorejo preživljajo.

Zadeva postaja nevzdržna tudi za ljudi, ki so ali sprehajalci ali turisti v teh območjih, zato je nujno to, o čemer govorimo, da se na tem področju vodi na eni strani zaščita teh živali, po drugi strani pa tudi zaščita ljudi. Eden izmed primernih ukrepov je tudi odstrel, in ta, če je strokovno odkazan, se mora tudi storiti. Vse preveč je tistih, ki so daleč od volkov, daleč od medvedov ... (Predsednik govorniku odvzame besedo.)

 
  
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  Herbert Dorfmann (PPE). – Herr Präsident! Ich möchte zuerst einmal bedauern, dass es heute der linken Seite des Hauses hier, den Sozialdemokraten und Grünen, gemeinsam gelungen ist, eine Anfrage zu mündlichen Beantwortung zum Thema zu verhindern und auch die Entschließung zu verhindern. So will man das Thema „Wolf und große Beutegreifer“ in der Vorwahlzeit wohl ein bisschen weichspülen – wie auch immer.

Tatsache ist, dass wir seit dem Jahr 1992 eine Gesetzgebung haben, die den Wolf und andere Beutegreifer schützt. Aber damals war die Situation in Europa eine vollkommen andere: Im damaligen Europa – oder zumindest in der damaligen Europäischen Union – waren die Wölfe in der Tat fast vom Aussterben bedroht. Heute haben wir 20 000 Wölfe und die sorgen für zunehmende Probleme. Die Regionen und die Mitgliedstaaten bräuchten mehr Flexibilität.

Ich appelliere wirklich an Sie, Herr Kommissar, dass Sie hier endlich aktiv werden. Sie haben es oft versprochen, aber passiert ist de facto gar nichts. Was mir besonders Sorgen macht, ist, dass Ihre Dienste derzeit an sogenannten Guidance Documents arbeiten, und zwar unter Ausschluss der Öffentlichkeit und sicherlich unter Ausschluss dieses Hauses, welche nicht mehr Flexibilität, sondern weniger Flexibilität bringen werden. Zumindest hier sollten Sie drüberschauen und verhindern, dass wir das Problem noch größer machen, als es eh schon ist.

 
  
 

Catch-the-eye procedure

 
  
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  Νότης Μαριάς (ECR). – Κύριε Πρόεδρε, κύριε Vella, το θέμα που συζητούμε είναι ιδιαίτερα σοβαρό, όπως αντιλαμβάνεστε. Διότι η Ευρωπαϊκή Ένωση πράγματι έκανε μια προσπάθεια να ενισχύσει και να διατηρήσει τους μεγάλους θηρευτές, αυτά τα μεγάλα σαρκοφάγα ζώα, αλλά αντιλαμβάνεστε ότι, πλέον, η κατάσταση έχει ξεφύγει και αυτό ισχύει, απ’ ό,τι φαίνεται, σε όλες τις χώρες της Ευρωπαϊκής Ένωσης. Ιδίως στην Ελλάδα, πλέον έχουμε τεράστιο αριθμό λύκων και αρκούδων, με αποτέλεσμα να αντιμετωπίζουν τεράστια προβλήματα οι κτηνοτρόφοι. Δεν μπορούν να φυλάξουν τα κοπάδια τους και δεν μπορούν να βοσκήσουν, ιδιαίτερα στα δάση και σε σημεία που βρίσκονται σε αρκετά μεγάλο υψόμετρο. Στην ύπαιθρο, αλλά και στις πόλεις —ακόμη και στη Θεσσαλονίκη, εμφανίστηκαν αγριογούρουνα, για τον απλό λόγο ότι τα αγριογούρουνα αναγκάστηκαν να κατέβουν στα πεδινά, επειδή οι περιοχές σε μεγαλύτερο υψόμετρο είναι γεμάτες λύκους και αρκούδες. Πρέπει να ληφθούν συγκεκριμένα μέτρα και, κυρίως, να δοθεί αποζημίωση στους κτηνοτρόφους για απώλεια ζωικού κεφαλαίου.

 
  
 

(End of catch-the-eye procedure)

 
  
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  Karmenu Vella, Member of the Commission. – Mr President, I would like to thank colleagues for the debate. We fully understand the challenges linked to the conservation of large carnivores and I am convinced that, through a collective effort if we all play our role, we can help rural communities to further develop in coexistence with large carnivores.

The Commission is maintaining its promises. Many of the actions in the Action Plan for nature have already been delivered and all the others are under preparation. I am confident that, by the end of this year, the full set of actions promised will be delivered as planned. We are willing to continue helping the national authorities and other relevant stakeholders with financial support, guidance, exchange of information and good practices, but again it is for the relevant national authorities to decide, in line with the European legislation, on the specific measures or approach that are most appropriate in each regional context.

 
  
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  President. – The debate is closed.

The vote will take place at the next part-session.

Written statements (Rule 162)

 
  
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  Agustín Díaz de Mera García Consuegra (PPE), por escrito. – Yo vivo en Castilla y León, que es una de las tres regiones más grandes de la UE. La población se concentra mayoritariamente en 14 núcleos de población. Esta comunidad está dividida por el río Duero. Al norte del río, el lobo es una especie cinegética, al sur, dónde yo vivo, no. Mi provincia, Ávila, es con diferencia la provincia más atacada por las lobadas; 273 ataques en 2017, y sólo en el primer semestre de 2018 se produjeron 748 ataques certificados, un 75,1 % más que el año anterior. Ávila es la provincia española más afectada por el lobo debido a su «expansión incontrolada». La ganadería es una actividad económica importantísima en mi comunidad y mi provincia. La ganadería fija al ganadero en el medio rural. Sin una regulación adecuada, el lobo expulsa al ganadero de su medio natural, lo empobrece y dificulta la renovación generacional. Esta circunstancia se agrava profundamente si a esta se le añaden los problemas demográficos de envejecimiento generacional y de despoblación del medio rural que sufre mi provincia, Ávila. Los poderes públicos deben proteger prioritariamente al ganadero del sur del Duero y, singularmente al ganadero de Ávila. La UE debe comprometerse con la solución.

 
  
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  Czesław Adam Siekierski (PPE), na piśmie. – Unia ustanowiła na początku lat 90. przepisy mające na celu ochronę zagrożonych gatunków zwierząt w Unii oraz ich naturalnych ekosystemów. Chodzi tutaj m.in. o dyrektywę ptasią i siedliskową. W rezultacie ich obowiązywania szereg gatunków zwierząt, które znalazły się w Europie na progu wymarcia, zaczęło się dynamicznie odbudowywać. Dotyczy to głównie dużych drapieżników, takich jak wilki, niedźwiedzie czy rysie.

Początkowo poszkodowane były głównie regiony górskie i peryferyjne. Obecnie jednak problem jest coraz powszechniejszy – drapieżniki atakują inwentarz gospodarski, a nawet ludzi, także na obszarach gęsto zaludnionych. Szczególnie uciążliwe są wilki, które powodują coraz większe straty u hodowców, zmuszając ich do zamykania stad i kosztownych inwestycji w zabezpieczenia. Jednak największe straty powodują dziki niszczące uprawy na masową skalę.

W obszarze akwakultury źródłem znaczących szkód są z kolei kormorany i wydry. Nie ulega wątpliwości, że polityka Unii w obszarze ochrony środowiska jest potrzebna i przynosi wymierne rezultaty. Jednak konieczne jest wypracowanie rozwiązań, które zapewnią równowagę między ochroną zagrożonych gatunków a działalnością rolniczą.

 

20. Stāvoklis sarunās par Eiropas nākotni (īss izklāsts)
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  President. – The next item is the report by Ramón Jáuregui Atondo, on behalf of the Committee on Constitutional Affairs, on the state of the debate on the future of Europe (2018/2094(INI)) (A8-0427/2018).

 
  
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  Ramón Jáuregui Atondo, ponente. – Señor presidente, en primer lugar quiero expresar el agradecimiento a los diferentes ponentes alternativos que nos han ayudado a construir este informe que toma cuerpo fundamentalmente a partir de lo que ha sido la crisis existencial de la Unión Europea, lo que el propio Juncker denominó como una crisis existencial y que generó la propuesta de cinco escenarios sobre el futuro de Europa. Lo que el Parlamento hace, en definitiva, es recoger también las aportaciones de los primeros ministros y jefes de Estado que han comparecido a lo largo de los últimos dos años y tratar de ofrecer cuál es la propuesta, el escenario, en el que el Parlamento se siente mayoritariamente.

El informe describe realmente todo un conjunto de circunstancias que nos obligan a este «repensar Europa». En primer lugar, porque reconocemos serios problemas en la gobernanza económica de la unión monetaria; porque reconocemos los graves efectos sociales que han producido las políticas económicas de austeridad, especialmente en los países del sur; porque sabemos que el Brexit nos obliga a una reflexión sobre una Europa probablemente distinta a raíz de la retirada del Reino Unido; porque se han producido importantes desavenencias entre los diferentes países, especialmente, por ejemplo, en el ámbito de las políticas migratorias; porque nuevos problemas, como por ejemplo la seguridad interior y la seguridad exterior —derivadas, la primera de los problemas de los ataques terroristas, y la segunda de una vecindad muy conflictiva— nos obligan a una concepción nueva de la defensa europea; porque se han producido muchas disfunciones en el funcionamiento de la Unión estos últimos años.

De una manera o de otra, lo que venimos a decir es que Europa necesita configurar una hoja de ruta. Y lo que el informe ofrece son algunas reflexiones, ideas gruesas. La primera, por ejemplo: el nacionalismo no es la solución. Todos somos demasiado pequeños en la Unión Europea para afrontar los grandes retos y este es un común denominador de prácticamente todos los primeros ministros que han comparecido aquí. Y, en ese sentido, yo diría que la apuesta del Parlamento Europeo es el quinto escenario del señor Juncker: hacer más conjuntamente. Yo diría: hacer mejor lo que solo podemos hacer juntos.

Una segunda línea de reflexión, sin duda, es que la integración, una integración mejor, tiene que superar varios problemas que se han detectado como estructurales. Por ejemplo, la unanimidad para determinados temas: fiscalidad, política exterior, etcétera; el uso tímido de las cooperaciones reforzadas; la tentación de muchos Estados de abusar del derecho a una «Europa a la carta». Y así podríamos seguir con disfunciones que tienen que ser resueltas en los próximos meses.

La Comisión debe recuperar iniciativa política, porque creemos que el Consejo Europeo ha recuperado demasiado desequilibrio de poder durante la crisis. Una Comisión más ágil, más política; más poder al Parlamento, con derecho de iniciativa, con los Spitzenkandidaten como regla fundamental de conexión entre elecciones y presidencia de la propia Comisión; más control a la Comisión. En definitiva, señorías, de lo que se trata es de establecer grandes líneas para una mejor integración, para hacer mejor lo que solo podemos hacer juntos. Y lo que plantea este debate es que el próximo debate electoral recoja estas reflexiones y proponga a la ciudadanía una reflexión profunda —yo diría política— sobre cuáles deben ser las líneas de futuro del proyecto de la Unión Europea.

 
  
 

Catch-the-eye procedure

 
  
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  Michaela Šojdrová (PPE). – Pane předsedající, kolegyně a kolegové, je velmi správné, že Evropský parlament se v posledních letech stal diskusním fórem o budoucnosti Evropské unie, vystupují zde premiéři, zástupci členských zemí. Je mi velmi líto, že na lednovou plenární schůzi odmítl přijet český premiér Andrej Babiš, který vlastně toto pozvání nevyužil a nepodělil se o svoji vizi o budoucnosti Evropské unie. Zpráva, o které jednáme a o které budeme hlasovat, uvádí, že cestou vpřed je diferencovaná integrace a politická unie. Myslím, že je pravda, že na některé výzvy, především na výzvu v otázce obrany, vnější a vnitřní bezpečnosti občanů, je třeba posílit společné pravomoci. Na druhou stranu volám k většímu respektu subsidiarity a zastavení úprku vpřed v integraci za každou cenu. Poučme se z brexitu.

 
  
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  Csaba Sógor (PPE). – Tisztelt Elnök Úr! Az Európa jövőjéről szóló vita a Bizottság saját értékelése szerint az idén éri el az egyik legfontosabb állomását, amikor májusban a romániai Nagyszebenben az állam és kormányfők egy olyan Európa mellett tesznek hitet, amely látható eredményeket tud felmutatni a polgárok számára. Azt gondolom, hogy ha már a soknemzetiségű Erdélyben lesz az a csúcstalálkozó, akkor ezeknek az eredményeknek valóban láthatónak és érezhető kell lenniük az őshonos nemzeti kisebbségek számára is. Nagyszeben egykor a több százezres erdélyi német kisebbség egyik központja volt, ma már sajnos csupán néhány ezer német él Románia területén. Az erdélyi magyar közösség ugyanakkor egymillióháromszázezer főt számlál, és azt várja el Európától, hogy figyeljen oda arra, hogy nem használhatja szimbólumait, hogy az állam csak papíron biztosítja az anyanyelvhasználatot, vagy arra hogy éppen a magyar nyelvű orvosképzés jövője került veszélybe. Az Európa jövőjéről szóló gondolkodásba bele kell férjenek a nemzeti kisebbségek sajátos problémái, és nem maradhat tagállami hatáskör ez a kérdés.

 
  
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  Julie Ward (S&D). – Mr President, Europe and the European Union is at a crossroads. Populism is on the rise. People are feeling that the systems and institutions no longer serve their interests. As elected representatives, it is for us to restore that faith. We must make sure that collectively and collaboratively we work for the interests of the people we represent, whether that be by ensuring that the loopholes for tax evasion are closed, strengthening human and workers’ rights, continuing the peace project that is Europe or ensuring balanced trade deals with countries with whom the EU has the same values – and not undermining human rights while we do it. Now more than ever we need closer ties between EU Member States, working on social cohesion, security, tackling climate change – continuing to strengthen peace at the heart of the EU project. The UK is sadly attempting to leave just when it needs to be a part of the European project, leading not leaving. As Robert Schuman said in 1950, Europe will not...

(The President cut off the speaker)

 
  
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  Juan Fernando López Aguilar (S&D). – Señor presidente, señor comisario, recordamos muy bien cuando, en 2016, el presidente Juncker trajo a esta Cámara el debate sobre el llamado «Libro Blanco sobre el futuro de Europa» y muchos nos enfadamos al ver que la Comisión no tenía un plan, de modo que nos ofrecía desde continuar arrastrando los pies, como veníamos haciendo, hasta el salto federal, que no resulta realista.

Pero había dos opciones que sí resultaban una salida. Cooperación reforzada, lo que no significa Europa a la carta ni de geometría variable, sino una coalición de aquellos que realmente quieren Europa y están dispuestos a poner los recursos necesarios sobre la mesa para conseguirla. Y, por supuesto, hacer juntos lo que solo juntos podemos hacer.

Pues bien, este informe sobre el futuro de Europa delinea claramente cuál es la posición del Parlamento Europeo al respecto, pero nada tendrá sentido si Europa no es capaz de incrementar sus presupuestos cohesivos para restaurar no solamente el modelo social, sino su vocación solidaria y de corrección de las desigualdades, especialmente con las regiones menos favorecidas: regiones ultraperiféricas, regiones ultraalejadas, regiones más alejadas y menos pobladas son las que necesitan más...

(El presidente retira la palabra al orador).

 
  
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  Ruža Tomašić (ECR). – Poštovani predsjedavajući, budućnost Europe vrlo je važna tema, ali bojim se da se pomalo pretvara u mješavinu straha kojim se ciljano kontaminira građane u izbornoj godini i lijepih želja koje su teško ostvarive. S jedne strane ljudi se plaše ruskom propagandom, neregularnim izborima, lažnim vijestima, populistima ili novim sukobima u Irskoj zbog tvrde granice nakon Brexita, a s druge, nudi jako malo konkretnih promjena postojećeg institucionalnog okvira za koji je jasno da ne funkcionira.

Dobar dio europskog establišmenta ostao je zarobljen u federalističkoj viziji Europe iz pedesetih godina prošlog stoljeća i jednostavno se ne može prilagoditi novim okolnostima ni željama građana. Sve druge koji se ne slažu s tom zastarjelom vizijom naziva se populistima, često bez ikakve osnove.

Konstruktivna rasprava ne može se voditi etiketiranjem i floskulama, dva monologa ne čine dijalog, a bez pravog dijaloga nećemo nikad naći odgovore na izazove budućnosti.

 
  
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  Νότης Μαριάς (ECR). – Κύριε Πρόεδρε, η Ευρώπη των εθνών και των πατρίδων είναι αυτή που μπορεί πραγματικά να εγγυηθεί μία ομαλή ευρωπαϊκή πορεία. Η Ευρωπαϊκή Ένωση που οφείλει να σέβεται τις εθνικές ταυτότητες και τις εθνικές παραδόσεις. Από εκεί και πέρα, πρέπει επίσης να ληφθούν πολύ συγκεκριμένα μέτρα στο πεδίο της οικονομικής και νομισματικής Ένωσης. Πρέπει να καταργηθεί το Σύμφωνο Σταθερότητας. Πρέπει να εγκαταλειφθεί η πολιτική της σκληρής λιτότητας. Πρέπει η Ευρωπαϊκή Κεντρική Τράπεζα να μετατραπεί σε ύστατο δανειστή. Δεν μας χρειάζεται Ευρωπαϊκό Νομισματικό Ταμείο. Η Ευρωπαϊκή Κεντρική Τράπεζα μπορεί να διαδραματίσει αυτόν τον ρόλο, όπως συμβαίνει με όλες τις κεντρικές τράπεζες στα κράτη και στις Ηνωμένες Πολιτείες και στην Αγγλία. Χρειάζεται ένα αποκεντρωμένο σύστημα ευρωπαϊκών κεντρικών τραπεζών, για να μπορέσουν να λειτουργήσουν τα πράγματα πολύ πιο ομαλά και να υπάρξει δυνατότητα ανάκτησης της νομισματικής κυριαρχίας ορισμένων κρατών, τα οποία αντιμετωπίζουν οικονομικές δυσκολίες, ώστε να μπορέσουν για συγκεκριμένο χρονικό διάστημα να ασκήσουν αυτόνομη νομισματική πολιτική.

 
  
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  João Ferreira (GUE/NGL). – Senhor Presidente, o suposto debate sobre o futuro da Europa consistiu, na verdade, num debate sobre o futuro de um processo de integração capitalista que afronta princípios e valores civilizacionais, resultado da luta dos povos do continente europeu.

A União Europeia não é a Europa. O futuro da Europa não se confina aos cenários a que a União Europeia quis circunscrever o debate sobre o seu próprio futuro. Cedo se constatou que este debate não era senão uma encenação, com conclusões tiradas à partida, o que se pretendeu foi um exercício justificativo de uma nova fuga em frente, que aprofunda o pendor neoliberal da integração, a par de uma ainda maior concentração de poder nas principais potências, resultado prático do fim do princípio da unanimidade que agora abertamente defendem.

Além disso, pretende-se forçar uma preocupante escalada militarista, que constitui uma ameaça séria à paz e à segurança dos povos do continente.

Não pode passar por aqui o futuro da Europa. Será a luta dos trabalhadores e dos povos que traçará um futuro mais conforme com os seus interesses e aspirações.

 
  
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  Γεώργιος Επιτήδειος (NI). – Κύριε Πρόεδρε, είναι λογικό και αναμενόμενο να γίνονται στο Κοινοβούλιο συζητήσεις για το μέλλον της Ευρώπης, διότι πρόκειται για ένα θέμα που μας αφορά· όχι μόνον εμάς, αλλά και τις επερχόμενες γενεές. Όμως, έχω μεγάλες αμφιβολίες σχετικά με το κατά πόσον θα μπορέσουμε να βρούμε μία λύση στο πρόβλημα και να μην έχουμε μια συζήτηση φιλολογικού ενδιαφέροντος και μόνο. Και το λέω αυτό διότι για πολλούς από εμάς, αλλά κυρίως για τον ηγετικό κύκλο της Ευρωπαϊκής Ένωσης, υπάρχουν εμμονές και αγκυλώσεις που —ενώ είναι σαφές το τι συμβαίνει— δεν επιτρέπουν την εφαρμογή της σωστής διαδικασίας λύσης των προβλημάτων. Δεν είναι δυνατόν να υπάρχει μέλλον στην Ευρώπη όταν καταργείται η αρχή της ομοφωνίας, με αποτέλεσμα να μην υπάρχει ισότητα και άρα να μην υπάρχει συνεργασία μεταξύ των κρατών, κάτι που είναι επιβεβλημένο για να επιλυθούν τα προβλήματα. Δεν είναι δυνατόν να επιχειρείται συνεχώς η διάλυση των εθνών, των εθνικών κρατών. Η Ευρώπη των εθνών και των πατρίδων είναι αυτή που θα δώσει λύση στο πρόβλημα, με συνεργασία όλων των κρατών μελών.

 
  
 

(End of catch-the-eye procedure)

 
  
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  Karmenu Vella, Member of the Commission. – Mr President, let me start by thanking the rapporteur for this timely and highly relevant report. We have to be clear that when we discuss the future of Europe we discuss whether and how we want the European Union to reaffirm its future in the world. If we want our Union to stay an actor in global politics in the 21st century, to maintain our economic strength, to defend our interests, and to shape foreign policy by projecting our European values of democracy, freedom, openness, solidarity, the rule of law and fundamental rights, then we have to do all what is necessary so that Europe has the internal legitimacy, capacity and means to do that. At his State of the Union address in this House in September last year, President Juncker presented to you his priorities and outlined his vision for how the European Union could devolve by 2025. On the same occasion, he presented a roadmap for a more united, stronger and more democratic Union. In particular, he called for confirming the process of the so-called spitzenkandidaten at European level, completing the governance of the euro area, and for a modern and values-based European budget for the coming years. In the longer run, the Commission’s take on the future of Europe is that we do not exclude treaty change.

Today, however, we must not discuss treaty change but focus on concrete policies and on the immediate concerns of our citizens. This is what we are doing. The Commission has by now fully delivered on all the proposals needed to address its priorities. Together with you, the Members of the European Parliament, and the 28 Member States, we have adopted over the last four years, around 250 ambitious legal acts in the areas of investments in the real economy, the digital union, energy union, capital markets union, internal and cybersecurity, border protection, defence, economic and monetary union, trade, research and innovation, climate change, social solidarity, youth and employment. We are thus delivering concrete results that are to the benefit of all European citizens. As we meet today, our three institutions are working night and day to conclude important pending files, such as the European Border and Coast Guard, the prevention of terrorist content online, copyright and a series of contingency measures to mitigate the negative consequences of Brexit before the next elections. It is in all our interests to give it one last push and our joint efforts are already bearing fruit.

The European Union is in the sixth consecutive year of economic growth. 239 million people in the European Union are currently in jobs. This is the highest number ever. With this, the European Union is on course to meet its Europe 2020 target of a 75% employment rate by 2020. Youth unemployment has fallen, down from 25% in 2013 to 15% overall, but remains far too high in some of our Member States. The EU is defending a rule and values-based multilateral order as just confirmed by the partnership agreements with Japan, which has just entered into force and which will generate new opportunities and growth both for Europeans and our partners.

These results should inspire us to not let up because the task of building a more secure, sustainable and more prosperous and fairer Europe is far from over.

Steadying a confident and collective European course is the best response we can give to rising forces of illiberalism, nationalism and xenophobia and to fears of rising trade conflicts.

On May 9 this year, just a few days before the elections to the European Parliament, the leaders of the European Union will meet at a summit in Sibiu, Romania, to reaffirm to European citizens and to the world, their commitment to a united, strong and democratic future of Europe at 27.

Let us use this and any other opportunity to send strong and positive messages to our citizens. Let us not allow the doomsayers to weaken or paralyze our Union. Let us convince our citizens, so that at the next elections they will want to vote for a positive agenda, for stability, freedom and prosperity, for a Union that is united, strong and democratic.

 
  
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  President. – The debate is closed.

The vote will take place on Wednesday, 13 February 2019.

Written statements (Rule 162)

 
  
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  Tibor Szanyi (S&D), írásban. – Időszerűnek tartom ezt a jelentést és a vitát, mert Európát az utóbbi időben olyan belső, saját tagállamai részéről jelentkező kihívások érik, amelyek megválaszolásában az EP-nek, mint az Unió legfőbb, választott politikai testületének kezdeményező és iránymutató szerepet kell vállalni.

Az európai integráció újra-dinamizálásának esélyére – a nagy, globális gazdasági, társadalmi és környezeti kihívások mellett – ma fokozott veszélyt jelent az EU-ellenes nacionalizmus és populizmus térnyerése Európában, még egyes tagállami kormányok, vezetők részéről is. Ennek kirívó példájaként az Orbán-kormány az európai demokratikus értékeinket megtagadva a migrációs politika, vagy a közös kül- és biztonságpolitika aláásásával immár provokatív módon gyengíti az EU működését.

Ezért is támogatok az integráció jövőjéről folyó vitánkban eddig megfogalmazott minden olyan intézményi és politikai reform-javaslatot, ami e veszélyes politikai törekvések megfékezését segítheti: a polgárok bizalmát, demokratikus részvételét, az Unió hatékonyabb, átláthatóbb, demokratikusabb működését, a társadalmi igazságosságot, az EU kettészakadásának megelőzését célzó megoldásokat - szükség esetén akár szerződésmódosítást.

Különösen időszerűnek tartom a közösségi módszer és a minősített többségi döntéshozatal általános alkalmazását, az EP-választás nyitottabbá és közvetlenebbé tételét, vagy a Parlament szerepének erősítését az EiT – gyakran szándékos – döntésképtelenségének ellensúlyozására. Mint szocialista politikus természetesen kiemelt feladatunkként sürgetem a Szociális Európa történelmi feladatának megvalósításához, a Szociális Pillér tényleges működéséhez szükséges politikai és intézményi garanciák létrehozását.

 

21. Visaptveroša Eiropas rūpniecības politika attiecībā uz mākslīgo intelektu un robotiku (īss izklāsts)
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  President. – The next item is a short presentation of the report by Ashley Fox, on behalf of the Committee on Industry, Research and Energy, on a comprehensive European industrial policy on artificial intelligence and robotics (2018/2088(INI)) (A8—0019/2019).

 
  
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  Ashley Fox, Rapporteur. – Mr President, I was pleased to see this report adopted in Committee last month and I thank my shadow rapporteurs for working with me to produce a good result. This report sets out Parliament’s position on artificial intelligence (AI) and robotics.

Members may not be aware that Parliament originally agreed we should do a report on this subject in April. We spent the next six months arguing over who should be the lead committee, so work only started in October. This then left us only four months to write the report and bring it to plenary. That was a shameful waste of time. If there is one lesson I have learned from this process, it is that Parliament should rethink how we deal with these situations. We’ve had to work at great speed, and I’m glad that we’ve been able to get a substantial report through within such a short time frame. I wish to record my thanks to my assistant, Lavan, for his hard work.

My main objective has been to ensure that this is a positive report that signals our willingness to adopt this technology and provide the correct conditions for it to thrive. We are at the beginning of seeing the adoption of AI and it will take many years before we see its full potential and reap the full benefits of it. It can make us more prosperous, healthier and create jobs that currently don’t exist. An example that I have used throughout discussions on this file is that it took the best part of 200 years for humanity to reach the full potential of the steam engine. Along the way there was great resistance and I have no doubt there’ll be opposition to the adoption of AI.

There is, of course, always opposition to change, but let us not stand in the way and be a Parliament of Luddites. In the Committee on Industry, Research and Energy (ITRE), we agreed on the need for a code of ethics to guide the development of AI. This should encourage the good actors and deter the bad ones. Working under such a code and ensuring transparency will ensure greater acceptance of this technology. We believe that AI should have a human-centred approach. What is meant by this is that the use of AI should augment human capabilities rather than just replace them. It is sometimes forgotten that when AI and human abilities are combined, they are more powerful than when used in isolation. This has been demonstrated particularly well in the medical field.

It is important that we prepare society for the changes ahead through developing education and training. As AI progresses, it will destroy some jobs and create others. We need to ensure that we have a skilled workforce to take advantage of the new opportunities. This will be one of the most important aspects of ensuring competitiveness on a global scale.

We should recognise that most of the investment in this field will come from the private sector, not the state or the EU. Our Member States must work hard to ensure that they are attractive places to invest.

One final point I wish to make is that artificial intelligence does not have borders. It will operate between and across the different jurisdictions of the world. We should therefore approach its governance with a global mindset. We must ensure that the EU and our Member States discuss this at an international level, and as far as possible develop global standards.

I look forward to hearing what colleagues have to say this evening and to a positive vote tomorrow.

 
  
 

Catch-the-eye procedure

 
  
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  Michaela Šojdrová (PPE). – Pane předsedající, pane zpravodaji, pane komisaři, Evropa má ve vývoji umělé inteligence nesporný potenciál. Vyvstává zde však také řada otázek, které souvisí s dopady, na které zatím národní ani unijní legislativa nereagovala. Některé členské státy se proto pokoušejí přijímat vlastní legislativu pro regulaci autonomních robotů. Já se domnívám, že je důležité, aby Evropská unie reagovala společně na unijní úrovni harmonizací pravidel. Na umělé inteligenci by členské státy měly pracovat společně, protože se nás týkají stejné výzvy, stejná rizika a společně čelíme konkurenci především z Číny i z Ameriky. Nejde ovšem jen o konkurenceschopnost, ale také o bezpečnost občanů Evropské unie, protože umělá inteligence přináší pokrok, ale přináší také velké bezpečnostní výzvy, proto vítám koordinační plán pro umělou inteligenci, který Komise představila v prosinci. Domnívám se, že musíme reagovat rychle.

 
  
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  Algirdas Saudargas (PPE). – Gerbiamas Pirmininke, gerbiami kolegos, norėčiau iš tiesų pasveikinti pranešėją, nes kaip jis ir minėjo, buvo labai trumpi terminai. Ir jis padarė puikų darbą ir labai kruopštų darbą. Noriu pasakyti tiktai porą pastabų: pirmas dalykas, kad tikrai šito pranešimo reikėjo, nors buvo keliamos abejonės, manau, kad buvo pateikta nemažai – keli šimtai – pataisų ir kolegos parodė didelį susidomėjimą ir, manau, mes pirmą kartą daugelį temų, daugelį labai svarbių temų išnagrinėjome. Be abejo, kitas Parlamentas susirinkęs ne kartą prie šitos temos grįš todėl, kad tai yra didelis iššūkis Europai ir besikeičiantis iššūkis. Bet jis turės šitą pranešimą, kaip puikų pagrindą savo diskusijoms tęsti.

 
  
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  Νότης Μαριάς (ECR). – Κύριε Πρόεδρε, θα ήθελα να συγχαρώ τον εισηγητή, κ. Fox, για την έκθεσή του. Νομίζω ότι πράγματι θέτει τα θέματα στη διάσταση στην οποία πρέπει να τεθούν. Πρώτα απ’ όλα, μιλάμε για την τεχνητή νοημοσύνη και τη ρομποτική, που ήδη αναπτύσσονται και έχουν δημιουργήσει πολλές ευκαιρίες και, ταυτόχρονα, πολλά προβλήματα. Δημιουργούν νέες θέσεις εργασίας, αλλά την ίδια στιγμή άλλες θέσεις εργασίας χάνονται.

Από εκεί και πέρα, πρέπει να επικεντρωθούμε στη συγκρότηση ολοκληρωμένης ευρωπαϊκής βιομηχανικής πολιτικής, διότι στην παγκόσμια σκηνή υπάρχει τεράστιος ανταγωνισμός με τις Ηνωμένες Πολιτείες και την Κίνα. Αν δεν εφαρμοστεί μια συγκροτημένη βιομηχανική πολιτική για να μπορέσει να αντλήσει επενδύσεις και, κυρίως, να δώσει μια ώθηση στην ανάπτυξη της ρομποτικής, νομίζω ότι θα υπάρξουν πάρα πολλά προβλήματα. Οπωσδήποτε, όμως, η τεχνητή νοημοσύνη πρέπει να είναι στην υπηρεσία του ανθρώπου και πρέπει να έχουμε μια ανθρωποκεντρική προσέγγιση και όχι μια προσέγγιση υπέρ των κερδών των μεγάλων μονοπωλιακών επιχειρήσεων.

 
  
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  Caroline Nagtegaal (ALDE). – Dank u wel, voorzitter. Als wij vooruit willen komen met kunstmatige intelligentie, dan moeten we eigenlijk eerst zelf wat slimmer worden. Want als wij niets doen, dan is China in 2030 wereldleider kunstmatige intelligentie.

En ik zie u een beetje verbaasd kijken, want ik wil juist niet dat China de wereldleider is, maar dat Europa die wereldleider is. En daarom ben ik ook zo blij met dit verslag. Want ik wil dat Europa investeert in onze ondernemers, in onze whizzkids. Dat zijn onze doeners. Zij zorgen voor uitvindingen die ons leven in de toekomst makkelijker, interessanter en ook beter maken. Die doeners gaan ervoor zorgen dat ik straks – in 2030 – met een zelfrijdende auto naar Straatsburg kom.

Die doeners, die verdienen onze steun, steun vanuit Europa. En daar, daar sta ik voor. Dank u wel.

 
  
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  João Ferreira (GUE/NGL). – Senhor Presidente, a inteligência artificial e a robótica contribuem para incrementar a produtividade social do trabalho humano. O aumento da produtividade cria as condições para o aumento real dos salários e para uma vida melhor, mas essa potencialidade é permanentemente posta em causa na sociedade capitalista em prol da defesa e do aumento dos lucros. A apropriação capitalista das novas tecnologias, com a substituição de trabalhadores por máquinas, a competição entre trabalhadores e máquinas, a pressão para a rentabilização dos capitais, impulsiona a exploração e a precariedade laboral.

Mas as novas tecnologias, em vez de tirarem o trabalho a alguns e intensificarem e degradarem o trabalho de outros, poderiam e podem, inversamente, ser utilizadas para uma significativa redução, sem perda de rendimentos, do tempo do trabalho de todos os trabalhadores, reduzindo ritmos de trabalho, reduzindo o desemprego, em vez de o aumentar. Uma redução do tempo de trabalho sem redução do salário nem das prestações sociais que repartisse a carga de trabalho existente pelo conjunto dos trabalhadores.

Esta é uma luta de grande atualidade.

 
  
 

(End of catch-the-eye procedure)

 
  
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  Karmenu Vella, Member of the Commission. – Mr President, I would like to thank the rapporteur, Mr Fox, and the shadow rapporteurs, as well as the associated committees, for the very good report on a comprehensive European industrial policy on artificial intelligence and robotics.

AI and robotics have great benefits to offer to improve quality of life. For example, precision farming promises to drastically reduce the need for pesticides and AI can also help to greatly improve cancer treatments and save lives thanks to early diagnostics.

We welcome in particular that the report addresses all the key aspects, namely, that it is essential to ensure the EU's competitiveness by boosting its research and industrial capacity in AI and to promote the uptake of AI across the economy. That it is necessary to prepare for the socio-economic changes brought about by AI, in particular regarding skills, jobs and social protection. And that we have to ensure an appropriate ethical and legal framework based on the Union's values and in line with the Charter of Fundamental Rights of the EU.

The Commission is very pleased that Parliament shares their vision on the development and deployment of human-centric AI and acknowledges the importance of achieving ethical and trustworthy artificial intelligence – the trademark for AI made in Europe.

Concerted EU action is also essential to avoid the fragmentation of the overall legal and ethical framework, and it is important that all stakeholders are represented in the process.

I am glad to know that we share the understanding that without sufficient funding, Europe will not be able to regain leadership in AI.

Increased funding will be of crucial importance to the digital Europe programme and Horizon Europe, accompanied by the development of a public-private partnership in AI.

We should make every effort to realise the promise potentially illustrated in the report for important sectors such as healthcare, energy, transport, agri- food, cyber-security and in the public sector, increasing productivity and competitiveness as well as quality of life at work and at home.

The Commission appointed a high-level expert group on AI to draft ethics guidelines covering issues such as fairness, safety, transparency, democracy, personal data protection, dignity, consumer protection and non-discrimination.

The group should finalise its work in the course of March, and the guidelines are expected to be published in early April.

It is encouraging to see the support of Parliament to build on this work for an inclusive and ethical development in the use of AI.

Parliament welcomes the creation of the expert group on liability and new technologies. While you regret that no legislative proposal was put forward during this legislature, you will understand that the substance is very complex. That is why the Commission will put forward a report in early summer outlining the broader implications for potential gaps in, and orientations for, the liability and safety frameworks for AI.

We have to build on our own strengths and support the European entrepreneurial spirit. We must be fully engaged and ensure broader and easier access to services for citizens and industry and address socio-economic and legal issues, building on European values.

A united and value-based approach to AI will make the European Union a leader in AI and help promote ethical principles worldwide. And this concerted effort is necessary to ensure that European citizens and the economy can reap the benefits such technology has to offer.

In conclusion, the European Parliament is uniquely placed in this mission, in particular in informing about the benefits AI can bring while carefully addressing the risks.

The Commission is delighted that it can count on the support of Parliament to actively contribute to developing and implementing the comprehensive European industrial policy on AI and robotics. AI can improve quality of lives, greatly contribute to our economic growth and our environmental sustainability.

Let us not miss these opportunities.

 
  
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  President. – The debate is closed.

The vote will take place on Tuesday, 12 February 2019.

Written statements (Rule 162)

 
  
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  Eugen Freund (S&D), schriftlich. – Selbstlernende Maschinen können uns helfen, die Opferzahlen im Straßenverkehr dramatisch zu reduzieren, effizienteres Ressourcenmanagement zu betreiben, unseren Energiekonsum zu reduzieren, und können in vielen anderen Bereichen eingesetzt werden. Doch neben allen Chancen birgt die Nutzung von KI-Systemen auch Risiken. Der Einsatz zur Verbreitung von Desinformationskampagnen oder die militärische Anwendung sind zwei Bereiche, auf die wir besonders achten müssen. Durch KI erstellte und verbreitete Falschinformationen können negativen Einfluss auf unsere Gesellschaft nehmen. Autonome Waffensysteme und deren Einsatz stellen uns vor große Herausforderungen, verbunden mit ethischen Fragen. Wir müssen uns dafür einsetzen, dass moralische Entscheidungen und die damit verbundene Verantwortung immer in den Händen des Menschen bleiben und ethische Normen unbedingt im Vordergrund stehen! Außerdem müssen die künstliche Intelligenz und deren Anwendung nachvollziehbar für uns Menschen bleiben – denn wir dürfen auf keinen Fall zulassen, dass uns die künstliche Intelligenz entgleitet. Eine effektive europäische Regulierung, welche das volle Spektrum der Einsatzmöglichkeiten abdeckt, ethische Bedenken miteinbezieht und die Kontrollierbarkeit der Technik gewährleistet, ist daher von höchster Dringlichkeit.

 
  
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  Barbara Kappel (ENF), schriftlich. – Im Juli 2017 legte die chinesische Regierung ihren Plan vor, Weltmarktführer für künstliche Intelligenz (KI) werden zu wollen. Bis 2030 will Peking in diesem Bereich eine Industrie im Wert von 150 Milliarden USD schaffen. Auch die Amerikaner sind hier sehr aktiv: In dieser Woche unterzeichnete US-Präsident Trump ein Dekret, welches vorsieht, Investitionen im amerikanischen KI-Markt weiter anzukurbeln und eine KI-Proliferation auszulösen. Im Jahr 2018 zeichneten die USA für mehr als die Hälfte der weltweiten KI-Investitionen verantwortlich. 19,2 Milliarden USD wurden allein im letzten Jahr in KI-Start-ups investiert. Die Vereinigten Staaten rangieren mit einem Marktanteil von 33 % zwar immer noch weit vor China, das bei 17 % liegt, jedoch aufholt. Ebenso hat die Europäische Union Aufholbedarf, weshalb die Kommission ihre jährlichen Investitionen im Rahmen des Forschungs- und Innovationsprogramms Horizont 2020 für KI um 70 % erhöht. Für den Zeitraum 2018-2020 werden 1,5 Milliarden Euro an zusätzlichen Mitteln angestrebt. Bis 2030 will Brüssel 20 Milliarden Euro in KI investieren. Europa braucht diese Investitionen und ebenso einen kohärenten und koordinierten Ansatz, um Talente und Patente im Bereich KI an europäischen Universitäten und Unternehmen zu halten.

 
  
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  Eva Maydell (PPE), in writing. – The pace of technological advancement is so fast that nobody can fully grasp what is coming next. We can only speculate where Artificial Intelligence (AI) will be in 10 or 20 years. Yet this is not something new – for instance, who knew 10 years ago what a data scientist would be? What is certain though is that the ever-changing digital world will significantly affect our lives.

While previously, advances in automation focused on particular industries, like manufacturing, today automation influences all sectors. Automation is the new reality in the workplace and in the forthcoming years we will observe a growing interaction between humans and machines.

Research shows that for the past 140 years automation, robots and technology have created more jobs than they have destroyed. Historically, the economy has consistently found space in higher-skilled, creative work as it has eliminated routine tasks through automation. About 10% of jobs we know today will disappear, but the actual challenge is that at least a third of them will change due to digital disruption. Adaptation is indispensable and education (with a capital E) is key.

 
  
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  Claudiu Ciprian Tănăsescu (S&D), în scris. – Prezentul raport are o abordare generală pozitivă față de inteligența artificială (AI) și robotică și enumeră un număr mare de beneficii existente și potențiale pe care le aduce societății, industriei și sectoarelor specifice, cum ar fi administrația publică, asistența medicală, transportul, energia, securitatea informatică etc. Europa conduce revoluția AI care poate îmbunătăți în mod substanțial viața și condițiile cetățenilor, conducând la noi modele de afaceri și jucând un rol-cheie în digitalizarea economiilor și transformarea societăților noastre.

Cu toate acestea, suntem de acord cu faptul că AI trebuie să fie în conformitate cu valorile europene, cu respectarea drepturilor omului și a vieții private, iar măsurile care vizează educația și recalificarea trebuie să fie luate atunci când locurile de muncă sunt înlocuite cu roboți pentru a asigura o tranziție justă. Evoluțiile din domeniul inteligenței artificiale trebuie să fie concepute, dezvoltate și implementate astfel încât să protejeze demnitatea, autonomia și autodeterminarea persoanei, adică să fie axate pe oameni. Ne dorim o societate sprijinită de inteligența artificială și robotică. De aceea, integrarea tot mai mare a roboticii în sistemele umane trebuie să fie ghidată de o politică solidă cu privire la maximizarea beneficiilor și reducerea la minimum a riscurilor pentru societate.

 
  
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  Carlos Zorrinho (S&D), por escrito. – Com este relatório de iniciativa, o Parlamento Europeu adota um conjunto de princípios fundamentais para que os valores comuns da União sejam embebidos nos principais pilares da sociedade digital emergente. Em concreto, estipula que o desenvolvimento da Inteligência Artificial (IA) tem que estar em linha e respeitar os direitos fundamentais, as liberdades, a dignidade, a privacidade e ser centrado na resposta às necessidades concretas das pessoas.

A União Europeia não pode deixar de travar o combate global pela inovação e pela liderança científica e tecnológica em domínios estratégicos como é o caso da IA. Travar esse combate com menos recursos financeiros e com necessárias garantias éticas no uso dos dados, implica optar por uma visão diferenciada, focada na transformação positiva dos modelos de organização industrial e social, medindo os impactos dessa transformação e aproveitando as dinâmicas de mudança para aumentar a competitividade e a inteligência dos sistemas produtivos, combater as desigualdades e dar sustentabilidade aos sistemas de serviço público, como os sistemas de saúde, de segurança ou de educação e qualificação.

Esta visão tem prevalecido na negociação em curso do Programa Europa Digital em que represento o Grupo S&D e deve prevalecer no desenvolvimento da sociedade digital na UE.

 

22. Vienas minūtes runas par politiski svarīgiem jautājumiem
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  President. – The next item is the one-minute speeches on matters of political importance (Rule 163).

I will underline ‘one minute’ and we will respect that time slot.

 
  
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  Tomáš Zdechovský (PPE). – Pane předsedající, já bych chtěl opakovaně upozornit na situaci, která bohužel v současné době je na cestách směrem do Velké Británie, a to na praktiky, které se objevují především v souvislosti s pašeráky, kteří pašují lidi skrze Evropu směrem do Velké Británie. Za tuto činnost jsou opakovaně postihováni nikoliv samotní pašeráci, ale řidiči kamionů, kteří s touto činností nemají nic společného. Chci upozornit na případ Jiřího Sagana, který byl odsouzen na dva roky do francouzského vězení, přestože policie v žádném případě neprokázala, že by byl on tím, kdo vědomě pašoval lidi do Spojeného království. Tímto bych chtěl vyzvat Komisi, aby se opravdu případy řidičů kamionů systematicky zabývala a věnovala, protože ta situace je dlouhodobě neudržitelná.

 
  
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  Andrea Bocskor (PPE). – Tisztelt Elnök Úr! 2019 a választások éve lesz Európában. Míg mi az EP-választásokra készülünk, Ukrajnában elnök- és parlamenti választásokat tartanak. Az ukrán polgároknak 44 elnökjelölt közül kell választaniuk, azonban csak két-háromnak van valós esélye. Ez nem volna önmagában gond, ám a magyar közösség sajnos ezúttal is nehéz helyzettel áll szemben. A legesélyesebb jelöltek nacionalista kisebbségeket kirekesztő retorikával erősítik a szavazótáborukat, programjaik nem tartalmaznak semmi jót a kisebbségekre nézve. A kormány a választásokra készülve újabb alkotmányos kisebbségi jogokat korlátozó nyelvtörvényt fog a Ráda elé terjeszteni, melynek az első olvasatát nagyon sokan kritizálták, a nemzetközi közvélemény pedig megfogalmazta, hogy a végleges elfogadás előtt a Velencei Bizottság elé kellene terjeszteni. Ezt valószínűleg azért nem hajlandók megtenni, mert az oktatási törvény hetes cikkelyéről szóló velencei bizottsági véleményt sem hajtották még végre. Az országban a többségi nemzet is szkeptikus a választások eredményeit illetően. A lakosság elégedetlen a csalással, a korrupcióval, és nem hisz a törvényhozó elit szavahihetőségében.

 
  
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  Cristian Dan Preda (PPE). – Domnule președinte, am solicitat să iau cuvântul pentru a spune două lucruri. Primul este legat de candidatura Laurei Codruța Kövesi la postul de procuror-șef al Parchetului European. Este vorba de o persoană cunoscută și apreciată în întreaga Uniune Europeană. Numirea ei nu trebuie să fie un troc politic, nici un vot pro sau contra guvernului de la București, care refuză să o susțină după ce a demis-o de la șefia DNA din rațiuni politice. Chem, de aceea, toate grupurile politice din Parlamentul European să o voteze. În acest fel, am arăta că o persoană, care a reușit minuni în lupta anticorupție dintr-un stat membru este sprijinită să facă același lucru la nivel european.

Al doilea lucru îl privește pe Klaus Iohannis. Domnule președinte, acum fix doi ani, Camerele de la București încuviințau organizarea unui referendum despre lupta anticorupție pe care l-ați promis cetățenilor români. Vă solicit să convocați această consultare pe 26 mai, în ziua alegerilor europene. În acest fel, cetățenii români vor putea spune dacă doresc să își mențină țara în Uniunea Europeană sau, dacă așa cum vor Dăncilă și Dragnea, se gândesc să ne întoarcem la un regim autoritar și izolat de ceilalți europeni.

 
  
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  José Inácio Faria (PPE). – Senhor Presidente, caros colegas, fiz parte da delegação que, entre 24 e 27 de janeiro, se deslocou a Manágua e aí pude testemunhar o elevado preço que os jornalistas e os estudantes pagam pela coragem de denunciar a brutal repressão do regime de Daniel Ortega.

As universidades sofrem cortes no financiamento público a que têm direito, os estudantes, acusados de terrorismo por terem participado em protestos pacíficos, são condenados a pesadas penas de penas de prisão e aqueles que conseguem fugir dificilmente podem retomar a sua educação nas universidades públicas dos países onde se refugiaram.

Para silenciar qualquer voz dissidente, o governo saqueia redações de jornais e, sob a acusação de terrorismo, detém arbitrariamente jornalistas e força outros ao exílio.

Se, durante a visita ao El Chipote, verifiquei as condições indignas e vergonhosas das masmorras onde estão detidos os jornalistas Miguel Mora e Lúcia Pineda, tenho recebido relatos de que essas condições, ao contrário do que nos garantiram, pioraram depois da nossa visita. Lúcia foi isolada das outras presas e Miguel transferido para El Infiernillo.

Insto, assim, as autoridades nicaraguenses a libertarem, imediatamente, estes presos políticos ou a permitirem que aguardem em prisão domiciliária a audiência agendada para o próximo dia 15 de março.

 
  
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  Juan Fernando López Aguilar (S&D). – Señor presidente, pensaba hablar del efecto del impacto del Brexit sobre las regiones ultraperiféricas, pero voy a usar mi minuto para responder a un ataque que ha sido proferido contra el ministro de Asuntos Exteriores de mi país, Josep Borrell, en un debate sobre el uso desproporcionado de la fuerza policial en relación con sucesos que tuvieron lugar en España el 1 de octubre de hace dos años.

Porque resulta fuera de lugar, injusto y en conflicto con la verdad. Injusto porque esos sucesos tuvieron lugar cuando gobernaba España el Partido Popular. Fuera de lugar porque, en ningún caso, el ministro de Asuntos Exteriores fue responsable —ni lo es ahora— de ningún uso de la fuerza policial. Pero, sobre todo, en conflicto con la verdad, porque se le ha acusado de fake news, cuando precisamente el ministro Borrell se caracteriza por introducir rigor frente a la manipulación y la intoxicación —que sobran— y la crispación —que sobra— en el tratamiento de la cuestión catalana. Requerida de diálogo, sí, pero dentro del respeto a la Constitución y a la ley.

Esos sucesos tuvieron lugar precisamente porque se conculcó la Constitución y la ley desobedeciendo una sentencia del Tribunal Constitucional que prohibía el sostenimiento de ninguna consulta.

 
  
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  Giuseppe Ferrandino (S&D). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, di fronte alla situazione economica che sta vivendo in queste settimane l'Italia, appaiono evidenti le criticità che noi del Partito Democratico avevamo già segnalato sul nascere della manovra economica presentato da Conte.

L'economia italiana è stagnante, con una prospettiva di crescita tagliata dall'1 % allo 0,2 %, la produzione industriale è crollata a -5,5 %, e i disoccupati sono in aumento. Continuiamo a navigare a vista, senza renderci conto che la posta in gioco è la tenuta sociale dell'intera Europa.

L'austerità, nata per difendere gli interessi dei pochi a discapito dei molti, ha permesso il rafforzarsi del populismo. Oggi i populisti rischiano di minare alle fondamenta il progetto europeo. Tra pochi mesi saremo in campagna elettorale ed io, nel mio collegio che comprende Campania, Puglia, Calabria, Abruzzo, Basilicata e Molise, non mi stancherò di ripetere che l'Europa va cambiata, ma con proposte fattibili un minuto dopo: meno austerità, più Europa sociale, più investimenti, più Erasmus per i professionisti e riforme strutturali in campo economico di organizzazione dell'istituzioni...

(Il Presidente interrompe l'oratore)

 
  
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  John Howarth (S&D). – Mr President, the Trans-European Network programme is intended to improve communication along strategic corridors. In Kent, the M20 motorway is part of that network. Two days ago, the UK Department for Transport (DfT) started a month of works on the London-bound carriageway, with night closures between 8 p.m. and 6 a.m. GMT. Great, you might say – improvements to the channel ports are long overdue. But no, the purpose of the closures is to turn part of the motorway into a lorry park to cope with the disruption of a no-deal Brexit. We’ve also seen from the same Department for Transport the issue of a contract to a ferry company with no ships from a port with no appropriate landing facilities.

Now the DfT has since changed its mind and cancelled that contract. It seems that the DfT is allowed to change its mind, but the British people are not. When you are not allowed the chance to change your mind in a democracy, you no longer live in a democracy.

 
  
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  Νότης Μαριάς (ECR). – Κύριε Πρόεδρε, μια τυχάρπαστη κοινοβουλευτική πλειοψηφία-«κουρελού», υπό τον Αλέξη Τσίπρα, προχώρησε πριν από λίγες ημέρες στην κύρωση της κατάπτυστης συμφωνίας των Πρεσπών, που ξεπουλάει το όνομα της Μακεδονίας μας και της ιστορίας μας. Μια συμφωνία που βρίσκει αντίθετο τον ελληνικό λαό, ο οποίος με τα μαζικά συλλαλητήριά του έστειλε το μήνυμα ότι ζητάει δημοψήφισμα για το «σκοπιανό». Ταυτόχρονα με την επονείδιστη συμφωνία των Πρεσπών, τα Σκόπια αναγνωρίζονται ως περίκλειστο κράτος και αποκτούν δικαίωμα πρόσβασης στην ελληνική ΑΟΖ.

Επιπλέον, η ίδια κοινοβουλευτική πλειοψηφία κύρωσε την ένταξη των Σκοπίων στο ΝΑΤΟ, εμπλέκοντας την Ελλάδα σε ένα επικίνδυνο παιχνίδι γεωπολιτικών ανταγωνισμών μεταξύ Ευρωπαϊκής Ένωσης, Ηνωμένων Πολιτειών και Ρωσίας. Παρότι, όμως, τα Σκόπια πήραν αυτό που ήθελαν, συνεχίζουν να προκαλούν και διατηρούν ακόμη και τώρα, στο νέο Σύνταγμά τους, τις αλυτρωτικές διεκδικήσεις τους κατά της Ελλάδας. Να γνωρίζουν, όμως, στα Σκόπια ότι ο ελληνικός λαός είναι ενωμένος και αποφασισμένος και δεν πρόκειται να δεχτεί το ξεπούλημα της Μακεδονίας μας. Γιατί η Μακεδονία είναι μία και ελληνική.

 
  
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  László Tőkés (PPE). – Tisztelt Elnök Úr! Közismert, hogy az 1989-es romániai forradalom Temesváron vette kezdetét. A kommunista diktatúra bukásának 30. évében a város magyarsága megdöbbenéssel szerzett tudomást arról, hogy a kommunizmus idején elkobzott reprezentatív épületét, a Magyar Házat szállodává akarják átalakítani. Románia mind a mai napig nem hajlandó a magyar közösség és egyházai jogtalanul elállamosított ingatlanait teljes egészükben jogos tulajdonosaiknak visszaszolgáltatni. Az ország létrejöttének centenáriumán, a magyar református egyháztól indult temesvári népfelkelés 30. évfordulóján joggal követeljük kisebbségi jogaink tiszteletben tartását, Románia európai vállalásainak maradéktalan teljesítését. Temesvár Európa Kulturális Fővárosa lesz 2021-ben. Ennek és a város multikulturális örökségének megcsúfolását jelentené a Magyar Ház végleges elidegenítése és jogtalan eltulajdonlása.

 
  
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  Jasenko Selimovic (ALDE). – Herr talman! Jag är stolt över att vara ledamot av ett parlament som så tydligt tog ställning till stöd för de krafter som vill föra Venezuela ut dess djupa demokratiska kris. Det finns naturligtvis fortfarande anledning att bevaka situationen, men vi ska fortsätta att stödja Guaidós ambition att föra landet mot fria och demokratiska val.

Däremot gjorde det här parlamentet också en annan tjänst. Det är nämligen tack vare vårt ställningstagande som mitt eget lands regering – som gärna pratar om vikten av demokrati och mänskliga rättigheter – blev påmind om att man faktiskt kan välja mellan diktatur och demokrati. Det tog dem en vecka, eller ett par veckor, att ta det där ställningstagandet, men till slut gjorde de det. Jag skäms inför mina venezuelanska kolleger som har blivit slagna, torterade, dödade. Utrikesministerns partikamrater och Vänsterpartiet valde att inte stödja resolutionen och därmed svek demokratin till förmån av diktaturens kreatur. Det är faktiskt bara sorgligt.

 
  
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  Josep-Maria Terricabras (Verts/ALE). – Señor presidente, mañana va a empezar en Madrid un juicio contra miembros del anterior Gobierno de Cataluña y contra los dos dirigentes sociales más respetados y queridos de nuestro país. El juicio es evidentemente político. Ni los tribunales alemanes, ni los belgas, ni los escoceses aceptan los delitos de los que se acusa a los detenidos, que ya llevan más de un año en la cárcel en prisión preventiva. Una judicatura posfranquista, rancia y antidemocrática se ha hecho con el poder, con el apoyo del anterior Gobierno del PP y con el consentimiento del actual del PSOE.

Este 12 de febrero me recuerda otro 12 de febrero de hace cuarenta y seis años, cuando Carlos Arias Navarro, sucesor de Carrero Blanco, proclamó lo que él llamó «el espíritu del 12 de febrero». Sí, seguiremos en el espíritu de la España negra de hace cuarenta y seis años, con Franco todavía vivo. La España eterna sigue imponiéndose a la España moderna.

Y, en esta casa, Tajani y la mayoría, sin comentarios. Una auténtica vergüenza.

 
  
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  Alex Mayer (S&D). – Mr President, libraries give access to knowledge and promote the joy of reading, they are an amazing free resource. Now nearly a quarter of library users are under-nines, and surveys show that children of all ages give their libraries a big thumbs up, with youngsters living in more deprived communities valuing their libraries even more highly.

However, in Essex a third of libraries face the chop, in a wanton act of cultural and educational vandalism. And closing the library won’t just take books off the shelves: it will rip the heart out of local communities. This half-term, in threatened Essex libraries, we have: ‘Discover dinosaurs day’ at Danbury library, Peter Rabbit fun in Broomfield, and puppets, singing and a treasure hunt at Silver End library. And, week in, week out, libraries host things like Rhyme Time clubs and provide access to the internet. Essex needs its libraries. So my message to Essex County Council tonight is: ‘Stop, think again and shelve this terrible plan.’

 
  
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  João Ferreira (GUE/NGL). – Senhor Presidente, a violência doméstica, uma expressão concreta da violência mais geral exercida sobre as mulheres na nossa sociedade, continua a assumir expressões brutais e intoleráveis. Aliás, ela será sempre, em qualquer caso, brutal e intolerável.

Para além do choque e da comoção suscitados pelo conhecimento público de cada novo caso concreto, é necessário agir. É necessário agir para prevenir, combater e erradicar. É necessário agir na proteção eficaz e atempada das vítimas, no reforço dos apoios sociais e no acesso à justiça. É necessário agir na transformação da realidade subjacente à violência doméstica, agir sobre as causas de ordem económica, social, política e cultural que estão na génese da violência doméstica, sobre as dinâmicas psicológicas que com elas se interligam fruto de dependências de vária ordem. Agir no combate a todas as formas de violência quotidiana, mais ou menos dissimuladas, no combate a todas as formas de discriminação das mulheres, nos salários, no trabalho, na vida, a todos os entraves ao reconhecimento pleno da igualdade.

 
  
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  Michaela Šojdrová (PPE). – Pane předsedající, minulý týden jsem se přesvědčila osobně o tom, že v Evropské unii žijí stovky dětí uprchlíků na ulici a bez ochrany. Z dostupných údajů víme, že v Řecku je momentálně 3 792 nedoprovázených dětí, z nich 7 % je mladších 14 let. Většina z nich nemá rodiče, zemřeli ve válce nebo jsou nezvěstní. V Řecku jsem se minulý týden setkala s šestiletou holčičkou Zafirou z Afghánistánu, které zahynuli oba rodiče během cesty. Její příběh mě dojal, ale byla jsem ráda, že zrovna tato holčička měla štěstí, protože je umístěna v dětském zařízení v Aténách, kde je o ni postaráno. Ale patří mezi ty šťastné výjimky, protože tisícovka jiných dětí zůstává v Řecku na ulici a tisícovka je v různých táborech a v jiných zařízeních, kde čeká na sloučení s příbuznými nebo na lepší podmínky. V této souvislosti opakovaně apeluji také na vlády, včetně české vlády, aby se těchto dětí ujala.

 
  
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  Răzvan Popa (S&D). – Domnule președinte, recent, în România, au apărut informații privind faptul că nu mai puțin de zece bănci au apelat la înțelegeri de tip trust pentru a manipula ROBOR. Este vorba despre rata medie a dobânzii la care băncile românești se împrumută între ele, stabilind în mod artificial nivelul acesteia. Nivelul ROBOR influențează valoarea ratelor lunare la creditele în moneda națională. În funcție de valoarea ROBOR, românii plătesc mai mult sau mai puțin pentru împrumuturile bancare.

Am sesizat Comisia cu privire la această situație și am solicitat o intervenție urgentă de a verifica modul în care băncile românești respectă principiul liberei concurențe. Un sistem bancar lipsit de onestitate este un pericol pentru piața liberă, dar și pentru interesele directe ale cetățenilor. Sunt semnale că și în alte state ale Uniunii au existat astfel de probleme și, tocmai de aceea, consider că este obligatorie o analiză a Comisiei, dar și o discuție mai amplă aici, în plenul Parlamentului, pentru a vedea care este situația.

Îmi doresc ca împreună să lămurim aceste aspecte și, dacă este nevoie, să luăm măsuri astfel încât cetățeanul european să nu cadă victima lăcomiei băncilor.

 
  
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  Miroslavs Mitrofanovs (Verts/ALE). – Mr President, the European elections are approaching, and now we have to discuss about all the missed signals related to the influence of fake news and third state propaganda on the results of the upcoming elections.

Some people asked us to limit contacts with the mass media of the Russian Federation. Of course, I cannot deny the problem or fake news and propaganda. It exists really, but at the same time is, it is another important obstacle for the free political process in the EU that makes us to go on in cooperation with Russian TV channels and news agencies. The main reason is the exclusion of opposition and minority parties from the mainstream national media in some EU countries. For example, in our country, Latvia, the only way we can reach voters is to cooperate with the media of neighbouring Russia. I am sure we need a comprehensive legal framework at the EU level in order to monitor and ensure a fair approach for all political forces to the mass media...

(The President cut off the speaker)

 
  
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  Rory Palmer (S&D). – Mr President, this week sees the biggest comedy festival in Europe, which is the Leicester Comedy Festival, in my constituency, and I congratulate all those involved in it. However, Brexit is no joke for those working in comedy and music, theatre and the arts. These industries make a huge economic contribution and I know people working across these sectors are worried about the potential impacts of Brexit.

The ability to travel and perform freely across the EU is essential. Potential tariffs and different royalty arrangements would be a bureaucratic headache for artists. A Brexit recession, with people having less cash in their pocket, would mean people going to fewer gigs and shows. These sectors are worried about Brexit. Whilst we know that the British Government’s handling of Brexit is now beyond a joke, for the real people working in those sectors, these issues are no laughing matter.

 
  
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  Gilles Lebreton (ENF). – Monsieur le Président, la Cour européenne des droits de l’homme rappelle périodiquement que la liberté d’expression vaut non seulement pour les informations ou les idées accueillies avec faveur, mais aussi pour celles qui heurtent, choquent ou inquiètent. Voltaire avait dit la même chose, deux siècles plus tôt. Et pourtant, la liberté d’expression subit de plus en plus d’atteintes injustifiées, tant en France qu’en Europe.

En France, la loi du 22 décembre 2018 permet à tout parti politique, notamment à celui qui soutient le président de la République, de demander au juge des référés de faire cesser, en période électorale, la diffusion sur internet de toute opinion assimilée à une allégation inexacte. C’est un formidable instrument de censure de l’opposition, que la ministre de la justice a déjà menacé d’utiliser contre Marine Le Pen.

L’Union européenne n’est pas en reste. Le Parlement européen vient, en effet, de modifier son règlement intérieur pour interdire aux eurodéputés de tenir des propos offensants, ce qui est contraire à la tradition démocratique occidentale, qui garantit aux députés le droit de dire ce qu’ils veulent dans l’hémicycle.

Cette situation est hélas symptomatique du cynisme des marchands du temple qui dirigent l’Union européenne et qui violent sans vergogne les valeurs européennes qu’ils prétendent défendre.

 
  
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  Andrejs Mamikins (S&D). – Mr President, we often complain about multi-speed EU integration, but what are the reasons why countries like Latvia lag behind? Some would say it is because of the Soviet legacy but, in fact, that is a cover for the real problems, which are the demographic crisis, massive immigration and disrespect for minority rights.

When Latvian citizens voted for accession to the European Union, they voted for a high quality of citizenship, as in all the EU Member States. Now they are frustrated because there is no common European citizenry standard. Many of the democratic deficits attributed to the EU are, in reality, the fault of national policies. In Latvia, 12% of the population are declared non-citizens and are simply cut off from any political participation; 40% are members of the Russian-speaking minority, without any instrument to defend their fundamental rights as a minority. In western Europe it would seem like a bad dream: in Latvia it is reality.

 
  
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  Jordi Solé (Verts/ALE). – Señor presidente, mañana empieza en Madrid el juicio político más vergonzoso que la Unión Europea haya visto nunca. Doce personas serán juzgadas en Europa por haber organizado un referéndum de autodeterminación siguiendo un mandato democrático. Este juicio es el triunfo del nacionalismo de Estado y la política de la venganza, pero es el fracaso de los valores europeos y de la primacía de la política frente a la represión. La Europa oficial nos ha fallado. Pero ustedes saben que tratar a políticos honestos como criminales, que abusar y retorcer el Estado de Derecho para sustentar acusaciones falsas, que un partido de extrema derecha nostálgico del franquismo ejerza la acusación popular, ustedes saben que todo esto choca frontalmente contra los valores europeos. Pero va a ser nuestra obstinada defensa de estos valores y la propia justicia europea lo que acabará reparando las injusticias cometidas y lo que nos hará retomar el camino de la democracia, la justicia y la libertad.

 
  
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  Paloma López Bermejo (GUE/NGL). – Señor presidente, mañana votaremos el Acuerdo de pesca entre Marruecos y la Unión Europea, que incluye el territorio del Sáhara Occidental dentro de su área de aplicación, dejando en manos de las autoridades marroquíes la gestión de unos recursos que no les pertenecen.

El Tribunal de Justicia de la Unión Europea ha remarcado en varias sentencias dos aspectos que no se han tenido en cuenta en las negociaciones. El primero, que el Sáhara Occidental no es territorio de Marruecos, y el segundo, que es necesario el consentimiento del pueblo saharaui, a través de sus legítimos representantes, para negociar qué ocurre con sus tierras y con su agua.

Ratificar este Acuerdo significa anteponer los intereses económicos por encima de los pilares fundamentales de la Unión Europea, como son los derechos humanos y el respeto a la legalidad, no solo de las sentencias del TJUE, sino de diversas Resoluciones de las Naciones Unidas. Ratificar este Acuerdo significa ser cómplices de la ocupación del Sáhara Occidental y dificultar las conversaciones de paz para encontrar una solución justa y duradera.

 
  
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  Matt Carthy (GUE/NGL). – Mr President, I want to congratulate the Irish Nurses and Midwives for their resolute action against a government that has refused to engage with their legitimate demands. After a massive demonstration of solidarity in Dublin last weekend, the Labour Court has now intervened to provide an offer that the nurses are considering. That the dispute reached this point is a true indictment of the Fianna Gael government and their useless appendage in Fianna Fáil. Nurses have been forced to take their strike action against a backdrop of a deteriorating health service. They are fighting for a better service for all of us and people across Ireland know this, which is why they have such broad public support. It’s no wonder that we have a recruitment and retention crisis in nursing when their pay today is lower than it was in 2008. The Irish government and EU leaders need to realise that their agenda of austerity, low pay and growing inequalities will see increasing levels of opposition among those people, including our nurses and midwives, who are at the coalface. They will though continue to have the full support and solidarity of the Irish people and of Sinn Féin in their ongoing...

(The President cut off the speaker)

 
  
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  Dobromir Sośnierz (NI). – Panie Przewodniczący! Rozwój porozumienia PESCO jest tak naprawdę krokiem w kierunku budowy europejskiej armii i bardzo się dziwię, że wiele rządów uprawia taką politykę na krótkich nóżkach i zapisuje się do tego porozumienia, zwłaszcza że rząd polski to robi. Już wiemy, czym się skończyło podpisanie przez prezydenta Kaczyńskiego wcześniej Traktatu z Lizbony – tym, że Polska w tej chwili jest upokarzana na oczach całego świata przez Komisję Europejską. I jeśli Unia Europejska zyska takie ramię militarne, to myślę, że doczekamy się tego, że będzie taka wspólna armia europejska niosła bratnią pomoc narodom zagrożonym deficytami demokracji, praw człowieka i równości płci. Więc myślę, że to jest bardzo niebezpieczny kierunek i tak zideologizowana instytucja, jaką jest Unia Europejska, nie powinna posiadać armii, bo jest to bardzo niebezpieczne. Ponadto jest to polityka tak zwanej europeizacji Europy, czyli konsekwentnej próby uwalniania się Niemiec spod skutków przegranych wojen i budowy własnego sojuszu militarnego niezależnego od Amerykanów.

 
  
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  President. – That concludes the item.

 

23. Nākamās sēdes darba kārtība (sk. protokolu)
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24. Sēdes slēgšana
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(The sitting closed at 23.16)

 
Pēdējā atjaunošana: 2019. gada 8. jūlijsJuridisks paziņojums - Privātuma politika