Presidente. – Prima di riprendere i lavori voglio esprimere la mia forte preoccupazione per la condanna a 38 anni di carcere e 148 frustrate dell'avvocatessa iraniana Nasrin Sotoudeh, vincitrice del Premio Sacharov del 2012. La sua sola colpa è quella di battersi per la difesa dei diritti umani in Iran.
A nome del Parlamento europeo condanno con fermezza questa assurda sentenza e credo che tutti quanti voi siate d'accordo con me nel chiedere l'immediata liberazione di Nasrin.
Vorrei anche, con l'occasione, esprimere le condoglianze alle famiglie delle 76 vittime delle alluvioni che hanno colpito l'Iran nelle ultime settimane. L'Unione europea è pronta a fornire aiuto umanitario per far fronte all'emergenza.
This is the last session before the European Elections. I want to thank you for your work and for your engagement during my Presidency. My job is to put at the centre of the political debate the European Parliament.
Je suis très heureux d’avoir organisé plusieurs réunions avec les chefs d’État ou de gouvernement pour démontrer que nous jouons un rôle central pour l’avenir de l’Europe. Je pense que chacun, ici, souhaite accroître le pouvoir du Parlement européen et donc renforcer la politique en Europe.
Nous avons travaillé ensemble pendant deux ans et demi. Je me suis efforcé de rester neutre et de défendre vos droits en ayant conscience de l’importance de chacune et de chacun d’entre vous, quel que soit votre parti ou votre groupe polique. J’ai essayé de respecter tous les députés et de permettre à chacun d’exprimer sa position. Je vous demande de bien vouloir pardonner mes éventuelles erreurs: travailler, s’engager, c’est toujours s’exposer à faire des erreurs.
Ma ho cercato sempre di essere onesto e leale nei confronti del Parlamento che ho l’onore di presiedere, eletto da una maggioranza di voi.
Ho cercato di far rispettare le regole, ho cercato di ascoltare sempre tutti e in questi due anni e mezzo ho avuto l’onore di firmare il risultato del vostro lavoro ben 180 volte. Abbiamo avuto dei risultati straordinari, abbiamo cercato di essere protagonisti, ho cercato sempre e comunque di fare in modo che il Parlamento europeo fosse il controllore della Commissione, non il controllato della Commissione, che fosse a testa alta sempre nei confronti delle altre istituzioni.
Ho cercato di mantenere anche tutti gli impegni che ho preso con voi il giorno della mia elezione, quando ho presentato la mia candidatura. Posso assicurarvi che per me sono stati due anni e mezzo straordinari, ringrazio ancora tutti quanti voi per ciò che avete fatto. Ho ascoltato attentamente tutte le critiche, tutte le riserve, anche nei miei confronti, e per me anche chi ha posizioni diverse dalle mie mi ha dato dei consigli utili, e non ho mai sottovalutato le critiche, e non ho mai sottovalutato posizioni diverse dalle mie.
Ho cercato di essere un Presidente indipendente, cercando di valorizzare il lavoro di ciascuno di voi. Questo lavoro lo abbiamo potuto realizzare anche grazie all’impegno di tutti i funzionari, di tutti gli interpreti, che io ringrazio di cuore per il servizio che rendono all’Unione europea e a mezzo miliardo di cittadini europei che noi rappresentiamo. Senza di loro non potremmo raggiungere gli obiettivi che stiamo raggiungendo, anche durante quest’ultima sessione. Grazie di cuore.
Presidente. – I processi verbali delle sedute del 3 e 4 aprile 2019 sono stati distribuiti.
Vi sono osservazioni?
Tomáš Zdechovský (PPE). – Pane předsedající, milý Antonio, já nechci kazit tuto slavnostní chvíli, kdy ses s námi loučil, ale já jsem dal námitku podle článku 184a dvakrát a nikdo mi z Tvého kabinetu čtyřikrát na mou urgenci neodpověděl. Tak bych Tě chtěl slušně poprosit na závěr, jestli bys poprosil lidi ze svého kabinetu, aby mi odpověděli.
Presidente. – È una richiesta o un’interrogazione? Non ho capito.
Tomáš Zdechovský (PPE). – Byla to žádost, aby opravdu, když dá někdo námitku podle jednacího řádu, podle článku konkrétně na hlasování, tak dle jednacího řádu bychom za 24 hodin měli dostat písemnou odpověď. Žádal jsem o to, aby byla písemná odpověď. Nikdo mi ale do dnešní doby, což je čtrnáct dní, na to neodpověděl.
Presidente. – La risposta in tempi rapidi.
(I processi verbali delle sedute precedenti sono approvati)
Presidente. – Il progetto definitivo di ordine del giorno, fissato dalla Conferenza dei presidenti, ai sensi dell’articolo 149 del regolamento, nella riunione di giovedì 11 aprile 2019, è stato distribuito.
A seguito di consultazioni con i gruppi politici desidero sottoporre all’Aula le seguenti proposte di modifica del progetto definitivo di ordine del giorno.
- martedì:
Le dichiarazioni del Consiglio europeo e della Commissione sulle conclusioni del Consiglio europeo del 10 aprile 2019 relative al recesso del Regno Unito dall’Unione europea sono spostate da mercoledì a martedì mattina come primo punto all’ordine del giorno.
Vi sono osservazioni?
(Il Parlamento accoglie la proposta)
Thomas Waitz (Verts/ALE). – Herr Präsident! Ich beziehe mich auf Artikel 116a Absatz 3 der Geschäftsordnung. Es geht um eine gemeinsame Sitzung des Umwelt- und des Petitionsausschusses, die auf einer Petition von Bürgerinnen und Bürgern zur nachgewiesenen Finanzierung von Klimaleugnungsberichten und Klimaleugnungsforschung durch Exxon und ExxonMobil basiert. Zu dieser Sitzung hat das Sekretariat ExxonMobil vorgeladen.
ExxonMobil verfügt über sechs sogenannte Lobby-Badges für dieses Haus. ExxonMobil ist dieser Einladung nicht nachgekommen, sondernhat sich entschuldigt mit einem Gerichtsverfahren, das gegen sie am Laufen ist. Ich denke, es gibt immer ein Gerichtsverfahren gegen ExxonMobil irgendwo auf dieser Welt. Artikel 116a besagt, dass, wenn eine Organisation, die Lobby-Badges hat, einer Vorladung des Ausschusses nicht Genüge tut, dieser Organisation die Lobby-Badges zu entziehen sind.
Zwei Dutzend Abgeordnete haben Ihnen hierzu einen Brief geschrieben. Meine Frage ist: Werden Sie diesen Brief beantworten bzw. werden Sie die Lobby-Badges noch in dieser Wahlperiode zurückziehen, oder denken Sie, dass das nicht mehr die Aufgabe dieses Parlaments oder dieses Präsidiums ist?
Presidente. – Non è competenza del Presidente, il Segretario generale sta esaminando la questione, come è stato detto anche nel corso dell’ultima Conferenza dei presidenti, che verranno informati non appena verrà presa la decisione.
Νότης Μαριάς (ECR). – Κύριε Πρόεδρε, η αναγνώριση εκ μέρους του Ευρωπαϊκού Κοινοβουλίου της γενοκτονίας των Ελλήνων του Πόντου αποτελεί πλέον μία ιστορική αναγκαιότητα, πολύ δε περισσότερο φέτος, που συμπληρώνονται 100 χρόνια από τη γενοκτονία των Ελλήνων του Πόντου. Το 1919, μετά την απόφαση του Κεμάλ Πασά στη Σαμψούντα του Πόντου, οι Νεότουρκοι προχώρησαν σε μαζικές σφαγές και δολοφονίες...
(Ο Πρόεδρος διακόπτει τον ομιλητή)
Presidente. – Se non mi fa dire di cosa si tratta, se Lei prende la parola, devo spiegare qual è la richiesta, perché sennò, mi faccia prima spiegare qual è la richiesta e poi le do la parola.
Prima parlo io poi parla Lei.
- lunedì:
Comunico di aver ricevuto una richiesta da parte del gruppo ECR di aggiungere una dichiarazione della Commissione sul riconoscimento del genocidio dei greci del Ponto del 1914-1923, come ultimo punto prima degli interventi di un minuto. La discussione dovrebbe concludersi con una risoluzione.
Νότης Μαριάς, εξ ονόματος της ομάδας ECR. – Κύριε Πρόεδρε, η αναγνώριση εκ μέρους του Ευρωπαϊκού Κοινοβουλίου της γενοκτονίας των Ελλήνων του Πόντου αποτελεί πλέον μια ιστορική αναγκαιότητα, πολύ δε περισσότερο φέτος, που συμπληρώνονται 100 χρόνια από τη γενοκτονία των Ελλήνων του Πόντου.
Το 1919, μετά την απόφαση του Κεμάλ Πασά στη Σαμψούντα του Πόντου, οι Νεότουρκοι προχώρησαν σε μαζικές σφαγές και δολοφονίες χιλιάδων Ελλήνων του Πόντου· πάνω από 350.000 άνδρες, γυναίκες και παιδιά ήταν τα θύματα της γενοκτονίας. Εκτελέσεις, βιασμοί και καταναγκαστικά έργα στα τάγματα εργασίας οδήγησαν στον θάνατο τους Πόντιους αδελφούς μας και πρόκειται για γενοκτονία, διότι οι Έλληνες του Πόντου δολοφονήθηκαν επειδή ήταν Έλληνες και χριστιανοί.
Ζητούμε λοιπόν σήμερα, κύριε Πρόεδρε, ημέρα Δευτέρα, να προστεθεί στην ημερήσια διάταξη δήλωση της Επιτροπής με θέμα «Αναγνώριση της γενοκτονίας των Ελλήνων του Πόντου που έλαβε χώρα το διάστημα 1914-1923» και να εκδοθεί ψήφισμα. Επιπλέον, ζητούμε να γίνει ονομαστική ψηφοφορία για το αίτημά μας αυτό και καλούμε τους συναδέλφους του Ευρωπαϊκού Κοινοβουλίου να στηρίξουν αυτήν την πρότασή μας ως ένα ιστορικό χρέος, ιδίως φέτος, που συμπληρώνονται 100 χρόνια από τη γενοκτονία των Ελλήνων του Πόντου.
(Il Parlamento respinge la richiesta)
- lunedi (seguito):
Presidente. - Comunico di aver ricevuto una richiesta da parte del gruppo GUE/NGL di inserire le dichiarazioni del Consiglio e della Commissione sulle minacce ai diritti e all’integrità degli informatori (caso Assange) in una discussione congiunta sulla protezione degli informatori, insieme alla relazione dell’on. Rozière sulla protezione delle persone che segnalano violazioni del diritto dell'Unione.
Do la parola all’on Torres per presentare la richiesta del suo gruppo.
Estefanía Torres Martínez, en nombre del Grupo GUE/NGL. – Señor presidente, la verdad no es un delito, y hay que proteger a quien la cuenta.
Julian Assange destapó las atrocidades cometidas por los Estados Unidos en Afganistán, Irak y Guantánamo. Como ciudadanas y ciudadanos merecíamos conocer esa realidad. Tenemos que garantizar, por ello, que no sea extraditado a los Estados Unidos, donde probablemente será torturado. Las propias Naciones Unidas han señalado que la extradición pondría en peligro su integridad física y que podría estar expuesto a violaciones graves de los derechos humanos. Consideramos, por eso, que la Unión Europea debe posicionarse del lado de la democracia, del lado de la transparencia y del Estado de Derecho.
Solicitamos que se incluya en el orden del día este tema, y nos gustaría que la solicitud se sometiera a votación nominal. La integridad y la libertad de Julian Assange deben ser respetadas.
Eva Joly, on behalf of the Verts/ALE Group. – Mr President, we the Greens want a separate point to discuss the Assange case. We are very afraid of his extradition to the US but we want this to be a separate point on the agenda.
Javier Nart (ALDE). – Señor presidente, como abogado yo presenté el primer caso que se admitió en Europa contra lo que significaron las barbaries y las torturas en Guantánamo: sé de lo que hablo. Pero una cosa es una Resolución que tiene un contexto general —que es defender a las personas que denuncian y, por lo tanto, protegerlas— y otra cosa es convertir el caso particular, por importante que sea, en un caso general.
Por lo tanto, desde la legitimidad que me otorga el caso de Guantánamo, yo estoy en contra de esta propuesta y a favor de defender a las personas que denuncian —de forma general—, que es de lo que trata nuestra Resolución.
(Il Parlamento respinge la richiesta)
- martedì:
Presidente. - Comunico di aver ricevuto una richiesta da parte del gruppo PPE di ritirare dall’ordine del giorno la votazione della relazione dell’on. Gräßle relativa a indagini svolte dall'OLAF e cooperazione con la Procura europea.
On. Gräßle, prego, per presentare la richiesta del suo gruppo.
Ingeborg Gräßle, im Namen der PPE-Fraktion. – Herr Präsident, liebe Kolleginnen und Kollegen! Derzeit gibt es zum Bericht zwei Anträge über einen Graubereich, nämlich den Zugang des Amts für Betrugsbekämpfung zu den Büros der Abgeordneten ohne vorherige Aufhebung der Immunität. Derzeit hängen wir vom guten Willen der Verwaltung des Parlaments ab, die Zugang nur gewährt, wenn der Abgeordnete einverstanden ist. Meine Anträge 142 und 143 übernehmen dies. Die EU-Abgeordneten dürfen nicht schlechter gestellt werden als nationale Abgeordnete. OLAF hat selbstverständlich im Verdachtsfall Zugang zu allen Unterlagen, die bei der Parlamentsverwaltung sind.
Ich denke, dass diese Geschichte für das Parlament und für die Abgeordneten so weitreichend ist, dass wir das nächste Parlament darüber abstimmen lassen sollten. Ich beantrage deswegen die Verschiebung der Abstimmung. Und wenn wir das im September machen, reicht es immer noch, weil der Rat sich bis jetzt zu dieser Rechtsgrundlage eben noch keine Meinung gebildet hat.
Wenn diese Anträge morgen abgelehnt würden, hätte das zur Folge, dass das Amt insgesamt geschwächt würde. Ich möchte Ihnen die Details gar nicht darlegen, aber ich möchte Sie herzlich um Zustimmung zur Verschiebung bitten, damit das neue Parlament damit befasst werden kann.
Arndt Kohn (S&D). – Herr Präsident, liebe Kolleginnen und Kollegen! Ich halte diese vorgeschlagene Änderung der Tagesordnung für nicht akzeptabel. Wir waren uns von Anfang an einig, dass bei der neuen OLAF-Verordnung höchste Eile geboten ist, weil es darum geht, das zukünftige Verhältnis zwischen OLAF und EPPO neu zu regeln. Bis spätestens 2020 muss hier Klarheit geschaffen werden. Die letzte Revision hat sieben Jahre gedauert. Wir haben diese Zeit nicht.
Die EVP will die Tagesordnung ändern, weil sie im Ausschuss keine Mehrheit für einen Änderungsantrag bekommen hat. Das halte ich für absolut undemokratisch. Stand jetzt: Ohne Änderungsantrag wird sich nichts an den Ermittlungen von OLAF und den Immunitätsregeln bei konkretem Betrugsverdacht und Unregelmäßigkeiten in Abgeordnetenbüros ändern. Wir werden schlicht gleichbehandelt.
In Anbetracht der Dringlichkeit der Lage und der wenig überzeugenden Begründung bitte ich alle Abgeordneten in diesem Haus, für die Beibehaltung der Tagesordnung zu stimmen. Wenn sich das weiter in die Länge zieht, freuen sich alle Betrüger, nicht nur die in den Büros der Abgeordneten.
(Il Parlamento respinge la richiesta)
- martedì (seguito):
Presidente. - Comunico di aver ricevuto da parte del gruppo GUE/NGL una richiesta di aggiungere come terzo punto nel pomeriggio di martedì una dichiarazione del Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza sul riconoscimento da parte degli Stati Uniti delle alture del Golan come territorio israeliano e l’eventuale annessione degli insediamenti della Cisgiordania.
Do la parola all’on. Marisa Matías per presentare la richiesta del gruppo GUE/NGL.
Marisa Matias, em nome do Grupo GUE/NGL. – Senhor Presidente, as declarações do Presidente dos Estados Unidos de reconhecer os Montes Golã como território de Israel - uma declaração unilateral -, assim como a declaração do recém-reeleito primeiro-ministro de Israel, Benjamin Netanyahu, de anexar territórios da Cisjordânia, são duas declarações e duas intenções que põem em causa o processo de paz no Médio Oriente.
Não apenas põem em causa o processo de paz no Médio Oriente, como violam o direito internacional e violam os próprios acordos existentes entre a União Europeia e o Estado de Israel. Neste sentido, pensamos que é urgente debater e saber qual é a posição da União Europeia e, por isso, pedimos que a Senhora Federica Mogherini, na sua qualidade de vice-presidente e Alta Representante, possa fazer uma declaração a seguir ao debate sobre a Líbia e que possamos todos e todas discutir estas inaceitáveis intenções, quer do Presidente dos Estados Unidos, quer do recém-reeleito primeiro-ministro de Israel.
(Il Parlamento approva la richiesta)
- martedì (seguito):
Presidente. – Comunico di aver ricevuto un’altra richiesta del gruppo GUE/NGL di aggiungere una dichiarazione del Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante sulla situazione in Sudan, come terzo o quarto punto nel pomeriggio di martedì.
Do la parola all’on. João Pimenta Lopes per presentare la richiesta.
João Pimenta Lopes, em nome do Grupo GUE/NGL. – Senhor Presidente, Omar al-Bashir lidera um regime repressivo e autoritário há trinta anos no Sudão. Um regime que motivou perseguições a dirigentes políticos, jornalistas, movimentos sociais e que impôs, nos últimos anos, fortes medidas de austeridade ao povo sudanês.
Trata-se de um país sob intervenção externa com sanções económicas e financeiras, com o qual a União Europeia tem colaborado, inclusivamente, em matéria de migração. Nos últimos meses tem havido uma forte mobilização popular contestando o governo de Omar al-Bashir, que levou a um golpe militar na última quinta-feira e que levou à destituição deste ditador. O povo sudanês continua e prossegue nas ruas exigindo a retirada deste governo militar e a convocação de eleições. Entendemos, na atualidade, que este é um assunto pertinente, que deve merecer a discussão neste plenário e, por isso, solicitamos o apoio para que seja incluído na ordem de trabalhos.
Victor Boștinaru (S&D). – Domnule Președinte, atunci când am planificat invitarea Înaltului Reprezentant pentru o dezbatere privitoare la viitorul politicii externe a Uniunii Europene ne-am angajat că vom menține această temă ca fiind exclusivă pentru a da posibilitatea acestui Parlament să aibă o discuție substanțială cu Înaltul Reprezentant și pentru a transmite acest mesaj Parlamentului viitor. Dacă vom introduce, dacă vom canibaliza sesiunea aceasta cu Înaltul Reprezentant cu alte subiecte, riscăm de fapt să ratăm scopul strategic al dezbaterii noastre. De aceea, vă supun atenției sugestia de a nu supraîncărca această întâlnire cu Înaltul Reprezentant, care riscă să își piardă sensul strategic.
(Il Parlamento approva la richiesta)
Presidente. – Comunico di aver ricevuto una richiesta da parte del gruppo Verts/ALE di aggiungere come punto nel pomeriggio di martedì le dichiarazioni del Consiglio e della Commissione sull’eventuale estradizione di Julian Assange.
(Il Parlamento approva la richiesta)- mercoledì:
Comunico di aver ricevuto una richiesta da parte del gruppo S&D di aggiungere come primo punto nella mattinata di mercoledì una discussione sulla relazione dell’on. Balas relativa al coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale, di conseguenza la seduta inizierà alle ore 8.30.
Do la parola all’on. Maria João Rodrigues per presentare la richiesta del suo gruppo.
Maria João Rodrigues, on behalf of the S&D Group. – Mr President, on behalf of the S&D Group, we would like to propose that the Balas report should be discussed as the first item on Wednesday, because we consider that this concern is very important. It is to ensure access to social protection to all European citizens in a situation of mobility across European space. This is an area where European rules are outdated. The Balas report has undertaken a very important updating of these rules. This is very good progress from the European Parliament as a whole. It is true that the Council has not yet been able to reach a united position, but if we discuss and vote as first reading, this Parliament can secure the progress we got in this area. This is very important for European citizens. That’s why we propose the item as the first one to be addressed on Wednesday.
Sven Schulze (PPE). – Herr Präsident, liebe Kollegen! Ich bitte darum, dass wir diesem Antrag nicht stattgeben, dass wir diesen Antrag ablehnen. Es ist richtig – meine Vorrednerin hat es gesagt: Das ist ein wichtiges Thema für die Menschen in Europa. Wir haben es aber nach langen Verhandlungen nicht hinbekommen, ein Ergebnis zu bekommen, dem beispielsweise auch der Rat zugestimmt hat. Wir haben auch bei uns im Europäischen Parlament – speziell im Ausschuss – die Situation, dass wir sehr unterschiedliche Meinungen haben. Es gibt ja keine Fraktion im Europäischen Parlament, die mit diesem Bericht am Ende auch zufrieden sein kann.
Wir sollten uns die Zeit nehmen, zu Beginn der nächsten Wahlperiode und ohne Druck die wichtigen Themen, die wir noch nicht am Ende vernünftig besprechen konnten, vernünftig miteinander zu verhandeln. Wir sollten nicht unter Zeitdruck jetzt hier irgendwas abschließen. Und wir würden uns als Europäisches Parlament in unseren Rechten beschneiden, wenn wir jetzt die erste Lesung hätten. Wenn wir dem zustimmen würden, dann hätten wir im zweiten Schritt Fristen einzuhalten, die sehr schwierig sind. Und wir als Europäisches Parlament hätten dann nicht mehr die Möglichkeit, das Volk vernünftig zu vertreten.
Ich bitte deshalb darum: Lasst uns die Zeit nehmen, zu Beginn der nächsten Wahlperiode dieses Thema weiter zu behandeln, und diesem Antrag heute nicht stattgeben!
Guillaume Balas (S&D). – Monsieur le Président, je rappelle rapidement qu’un mandat a été voté en commission. Je rappelle que ce mandat a été confirmé ici en plénière. Je rappelle que le Parlement a été uni dans la discussion de bout en bout et que c’est le Conseil, aujourd’hui, qui fait défaut par une minorité de blocage, d’ailleurs extrêmement réduite.
Je crois que, pour le prochain Parlement, il est très important que nous ayons une position qui soit une position de force, avec un rapport de force favorable. Nous savons notamment qu’un certain nombre de membres du Conseil veulent remettre sur la table un certain nombre de questions lors du prochain mandat – je pense par exemple à l’indexation des prestations familiales. Il est important que cela ne puisse se faire.
Je crois que, démocratiquement, il est tout à fait normal que le Parlement se prononce sur une première lecture. Autrement, nous aurions fait ce travail en commun pour pas grand-chose, ce qui serait bien dommage, puisque le Parlement était solidaire de tout cela.
Gabriele Zimmer, im Namen der GUE/NGL-Fraktion. – Herr Präsident! Ich möchte dafür sprechen, dass wir diesen Antrag auf die Tagesordnung nehmen. Es ist ein völlig normaler Vorgang, dass wir uns, wenn ein Trilogverfahren stattfindet und es zu keiner Einigung kommt, weil beispielsweise der Rat dem nicht zustimmen kann oder nicht die entsprechende Mehrheit findet, im Europäischen Parlament verständigen, in einer ersten Lesung den Standpunkt hier im Parlament festzuhalten – und zwar die Position, mit der wir hineingegangen sind.
Nun habe ich als Argument gehört: Das Ganze sei nicht reif genug und könne deshalb nicht beschlossen werden. Ich möchte daran erinnern: Das Ganze war so reif, dass wir mehrere Trilogverhandlungen geführt haben. Und wenn wir uns jetzt hier selber kasteien und sagen: Nur weil es im Rat keine Mehrheit gibt, sind wir nicht in der Lage, unseren Standpunkt festzuhalten, da kann ich sagen: Dann versagen wir!
Und ich möchte Sie an Ihre eigenen Worte erinnern – das haben Sie vorhin sehr schön gesagt, Herr Tajani: Es geht darum, auch die Rolle des Parlaments zu stärken. Wenn wir diesen Antrag ablehnen, machen wir genau das Gegenteil.
(Il Parlamento approva la richiesta)
- mercoledì (seguito):
Presidente. – Comunico di aver ricevuto una richiesta da parte del gruppo EFDD di aggiungere le dichiarazioni del Consiglio e della Commissione su Identità digitale universale, un diritto fondamentale per tutti i cittadini europei, come primo punto del mattino. La discussione dovrebbe concludersi con una risoluzione che sarà votata giovedì.
Do la parola all’on. Castaldo perché spieghi la posizione del suo gruppo.
Fabio Massimo Castaldo, a nome del gruppo EFDD. – Signor Presidente, onorevoli colleghi, propongo di aggiungere in agenda un dibattito su un diritto fondamentale: il diritto all'identità digitale. La rete è uno spazio nel quale si manifesta, ormai, sia l'attività pubblica sia lo svolgimento della vita privata ed è quindi arrivato, colleghi, il momento di porre delle tutele concrete ai diritti della persona.
Quanto avviene sul web ha infatti delle dirette ripercussioni sulla vita reale e dobbiamo quindi fare in modo che chiunque possa avervi accesso alle stesse condizioni e con le stesse tutele di tutti gli altri cittadini. La neutralità della Rete è un principio di fondamentale importanza che permette di assicurare l'uguaglianza anche nel mondo virtuale.
L'Unione deve intervenire e non si tratta più di una questione rimandabile. Il diritto fondamentale dell'accesso a Internet costituisce, infatti, la premessa per poter fruire delle opportunità che la Rete offre ma, una volta ottenuto l'accesso, ognuno, ogni singolo cittadino europeo deve essere protetto e riconoscibile.
Per questo vogliamo che il nostro Parlamento affronti il tema del diritto fondamentale all'identità digitale. A questo si collegano, infatti, una serie di diritti, quali il diritto alla protezione dei dati personali, riconosciuto anche dalla Carta di Nizza come diritto fondamentale e il diritto all'oblio.
Chiedo quindi a quest'Aula di approvare l'inserimento di un dibattito con risoluzione sul punto per il prossimo mercoledì mattina.
(Il Parlamento respinge la richiesta)
(L’ordine dei lavori è così fissato)
***
Anna Maria Corazza Bildt (PPE). – Mr President, I would like to raise the issue of the plight of the children born of terrorists from ISIS and Daesh. Some of them are in prison, detained in Syria and Iraq in terrible conditions, together with adults.
I would like to call on you to call on the Member States to search actively for them, rescue and bring them to Europe for the care that they deserve as European citizens and for reintegration. No child is born a terrorist, and the best interest of the child has to be upheld. Member States have to respect the Convention for the Rights of the Child and the Charter of Human Rights of the European Union. These children cannot pay for the mistakes and the crimes committed by their parents. I hope you agree with me.
ELNÖKÖL: LÍVIA JÁRÓKA alelnök
Virginie Rozière (S&D). – Madame la Présidente, je regrette de ne pas avoir pu aborder ce point, qui ne concerne pas ce débat, avant le départ de M. Tajani. Je vous demande d’arrêter le chronomètre et de ne pas déduire cette intervention du temps de parole qui m’est accordé pour le débat sur les lanceurs d’alerte. Ce n’est pas de ça dont il est question.
Je veux vous parler de la réunion du Bureau qui va se tenir dans quelques minutes et qui va examiner un rapport hautement problématique sur l’article 17 du traité sur le fonctionnement de l’Union européenne. L’article 17 est celui qui organise les relations entre les religions et notre Parlement. Il est question, dans ce rapport, d’organiser le secrétariat au titre de l’article 17 pour ouvrir la voie au lobbying des organisations religieuses dans le processus législatif européen. Alors que l’ONG Open Democracy met en lumière que plus de 50 millions d’euros financent des campagnes contre les droits humains, les droits des femmes, les droits des personnes LGBT, comment peut-on accepter que le Bureau, dans la plus complète opacité, organise un lobbying renforcé des organisations religieuses dans le processus législatif?
C’est pourquoi je vous demande de retirer ce point de l’ordre du jour du Bureau et d’organiser un débat transparent, démocratique, devant toute l’assemblée plénière lors de la prochaine session plénière avec le prochain Parlement. Ces sujets-là sont trop graves pour être traités dans l’opacité d’une réunion du Bureau et doivent être considérés par l’ensemble des députés, sous le regard de nos concitoyens.
President. – Thank you very much for your intervention. We are going to put it into the notes.
14. Il-protezzjoni ta' persuni li jirrappurtaw dwar ksur tad-dritt tal-Unjoni (dibattitu)
Elnök – Az első napirendi pont a Virginie Rozière által a Jogi Bizottság nevében készített, az uniós jog megsértését bejelentő személyek védelméről szóló európai parlamenti és tanácsi irányelvre irányuló javaslatról szóló jelentésről folytatott vita (COM(2018)0218 - C8-0159/2018 - 2018/0106(COD))
Virginie Rozière, rapporteure. – Madame la Présidente, Madame la Commissaire, mes chers collègues, c’est un débat essentiel pour les citoyens européens que nous avons cet après-midi, parce qu’il s’agit de reconnaître le rôle essentiel que jouent les lanceurs d’alerte dans nos démocraties, de placer nos exigences de transparence et de bonne gouvernance au-dessus des pouvoirs économiques et financiers et, surtout, d’assurer, comme un juste retour des choses, la protection de ceux qui ont le courage de protéger notre intérêt général, de ceux qui ont le courage de parler pour nous protéger. Il s’agit de faire de l’Union européenne l’un des espaces politiques les plus avancés en matière de protection des lanceurs d’alerte.
Cette directive est le fruit d’un long travail, notamment de ce Parlement, qui dès 2014 a mis en avant dans ses travaux l’importance d’une protection efficace des lanceurs d’alerte, avant d’exprimer de manière très claire, à plusieurs reprises, sa demande formelle de directive.
Depuis le début du mandat, les scandales se sont accumulés: LuxLeaks, Panama Papers, Football Leaks. Ils ont mis une lumière crue sur la situation de grande précarité à laquelle font face les lanceurs d’alerte. Puis la directive sur le secret des affaires est arrivée. Elle a suscité énormément d’inquiétude que nous avons tenté de corriger dans la directive, mais nous avons surtout conditionné le vote de cette directive à la mise en place d’une véritable protection européenne des lanceurs d’alerte. Je me souviens très bien des débats qui se sont tenus en 2016 dans cet hémicycle, où on nous expliquait que ce n’était pas possible, qu’il n’existait pas les bases juridiques suffisantes dans les traités pour permettre à l’Union européenne d’agir. Et pourtant, aujourd’hui, trois ans plus tard, nous débattons de cette question avant d’adopter demain – je l’espère – une directive qui protégera les lanceurs d’alerte dans toute l’Union. L’engagement des parlementaires, tout comme celui de la société civile et des ONG que je veux saluer ici, porte donc ses fruits. Il fait bouger les lignes et incite l’Europe à être à l’écoute des préoccupations des citoyens européens. Ce n’est pas si fréquent de ma part, mais je tiens à le souligner ici aujourd’hui: je voudrais féliciter la commissaire Jourová pour son engagement et la Commission européenne pour l’inventivité dont elle a su faire preuve pour finalement dissiper les difficultés qui nous étaient opposées et trouver une solution pour mettre en place une protection européenne des lanceurs d’alerte. Donc, aujourd’hui, nous avons ce texte qui va permettre d’offrir une large protection, la plus étendue possible comme le Parlement l’appelait de ses vœux dans le rapport d’initiative voté en 2017. Bien sûr, dans le cadre de cette protection, les salariés qui sont dans une relation de travail traditionnelle seront couverts, mais aussi les consultants, les stagiaires, les contractants, les fournisseurs de services et les experts indépendants. Nous avons voulu ne pas laisser de vide dans la protection que nous mettons en place.
De même, nous avons tenu à pouvoir protéger les personnes qui accompagnent les lanceurs d’alerte – les facilitateurs, les collègues, les proches du lanceur d’alerte – qui pourraient être impliquées également ou concernées par des représailles.
Je me félicite aussi que nous soyons parvenus au cours de ces négociations à préserver l’ambition initiale, qui était déjà dans la proposition de la Commission, de couvrir un champ d’application le plus large possible, allant de la protection des intérêts financiers de l’Union européenne, aux questions de fiscalité des entreprises, en passant par la protection de l’environnement. J’espère que les États membres auront à cœur de suivre une recommandation commune et d’aller au-delà même du champ d’application sectoriel défini dans la directive pour assurer une transposition horizontale la plus large possible.
Les mécanismes de signalement que nous avons mis en place sont solides et ils sont là aussi pour faire changer les mentalités. C’était un point essentiel, qui se traduit par l’obligation de mettre en place des canaux internes à l’entreprise. Mais je me réjouis que nous soyons revenus sur l’obligation, initialement prévue, de passer par un signalement interne en premier lieu. Je pense que c’était un des problèmes majeurs de la proposition initiale du texte et, sur ce point, le Parlement européen a pleinement joué son rôle de colégislateur en apportant ces améliorations et en faisant sauter cette obligation qui aurait exposé immanquablement le lanceur d’alerte à des représailles.
Enfin, ce texte propose des protections vraiment efficaces contre les représailles: une immunité face aux clauses de confidentialité et face au secret des affaires, une immunité également s’agissant de l’acquisition des informations révélées, une protection qu’il a fallu âprement négocier avec certains des États membres, et puis le renversement de la charge de la preuve dans les contentieux du travail, qui viendra efficacement protéger les salariés. Les obligations d’information et de soutien, y compris psychologique et financier, sont renforcées afin de ne pas laisser seules ces personnes qui bien souvent se retrouvent très isolées face à de gigantesques multinationales.
Dans l’ensemble, c’est donc un texte très ambitieux que nous nous apprêtons à adopter et qui répond au défi posé à nos démocraties. Je voudrais remercier mes collègues, les rapporteurs fictifs, qui se sont grandement impliqués dans ce dossier et ont permis de démontrer que lorsque le Parlement est uni, il parvient à ses fins, il réussit à produire des résultats, il arrive même à renverser des minorités de blocage au Conseil, ce qui n’est pas si fréquent. Et puis je voudrais remercier la présidence roumaine qui a, par son action décisive dans ce dossier, par son leadership, produit cet excellent résultat, et également renouveler mes remerciements à Mme la commissaire Jourová qui a fait preuve d’un grand esprit de compromis sur cette directive. Je vous remercie tous et j’espère que le vote demain matérialisera cette avancée pour l’Union européenne.
Miguel Viegas, relator de parecer da Comissão dos Assuntos Económicos e Monetários. – Um bilhão de euros, Senhora Presidente, eu vou repetir - um bilhão de euros - é o montante da fraude e evasão fiscal. O equivalente a seis vezes o orçamento da União Europeia. O equivalente à soma dos orçamentos da saúde e da educação, no caso português, e estes números estão no domínio da opinião pública graças aos lançadores de alerta, que são hoje perseguidos, que enfrentam a possibilidade de extradição, como Julian Assange, ou que enfrentaram a própria morte, como a jornalista Daphne Galizia em Malta.
Como relator desta diretiva, considero que é um avanço muito importante, contudo, ainda, com a insuficiência nesse sentido. Continuarei a trabalhar para que seja garantido o total anonimato dos lançadores de alerta e a sua completa proteção porque, na verdade, até hoje, os lançadores de alerta foram os únicos que foram condenados, o que revela bem a gravidade da situação, e o caso que, finalmente, as multinacionais acabam por continuar com uma impunidade que importa inverter e esta diretiva é, de facto, um passo neste sentido.
Maite Pagazaurtundúa Ruiz, ponente de la Comisión de Libertades Civiles, Justicia y Asuntos de Interior. – Señora presidenta, fui la encargada de elaborar la opinión de la Comisión LIBE.
A pesar de que solo era una opinión, los ponentes de opinión alternativos y yo misma quisimos hacer un trabajo integral, ocupándonos de toda la propuesta legislativa e ir más allá de lo que presentaba la Comisión Europea en abril del año pasado. La Comisión JURI nos ayudó para proponer la posición del Parlamento según lo que la sociedad necesita y reclama.
Hemos conseguido atajar la fragmentación de la protección a los denunciantes en la Unión Europea, incrementando la seguridad jurídica. Hoy en día, los denunciantes siguen siendo silenciados y muchas veces no se atreven a comunicar por miedo a represalias, pero con esta Directiva esperamos haber empezado a acertar para que estén protegidos con canales seguros de denuncia.
También protegemos las fuentes del periodismo de investigación. Protegemos el deber cívico de denunciar, para que no sea un acto de heroísmo.
Se añade una capa extra de salvaguardia del interés público, porque el trabajo de la Comisión de investigación PANA en este Parlamento no habría sido posible sin los papeles de Panamá. Y, afortunadamente, John Doe consiguió salvar su anonimato. Son las tripas de las grandes evasiones fiscales, de los grandes delitos que debilitan nuestra democracia y las arcas públicas.
Por eso, nuestro objetivo es proteger el bien general, y con esta Directiva ganamos todos. ¡Ojalá hayamos acertado!
Věra Jourová,Member of the Commission. – Madam President, let me start by thanking the rapporteur, Ms Virginie Rozière, the shadow rapporteurs and the Council Presidencies for the hard work accomplished which allowed for swift agreement on this important proposal. Yes, I agree with the rapporteur, the negotiations were not easy, but we all knew that we were working on something very, very important, and the Commission considers the agreement reached is a well-balanced compromise, both in terms of ensuring robust protection for whistle-blowers and in strengthening the enforcement of EU law. Recent scandals such as ‘dieselgate’, LuxLeaks, the Panama Papers or Cambridge Analytica, would not have come to light without the courage of whistle-blowers. By protecting whistle-blowers through these rules, we can better detect and prevent harm to the public interest such as fraud, corruption, corporate tax avoidance and damage to people’s health or the environment. This compromise ensures high standards of protection, widely available reporting channels and a broad, personal and material scope.
Whistle-blowers are encouraged to use the internal channel first where the breach can be effectively addressed within the organisation they work for. The availability of easily accessible internal channels, both in the public and the private sector and in all companies with 50 or more employees, will provide this possibility to whistle-blowers. But – and I know this was an important issue for this House – whistle-blowers will also have the free choice to report directly to the competent authorities as they see fit in light of the circumstances of the case. They will be fully protected when doing so.
The broad material scope guarantees that the directive will strengthen enforcement in key areas of EU law and policies. This gives effect to the Commission’s commitment to put stronger focus on enforcement to serve the general interest, as set out in its 2016 Communication on EU law: Better results through better application. Moreover, as this is a directive with common minimum standards, the Commission encourages the Member States to extend the directive’s rules to other areas and to establish comprehensive frameworks for whistle-blower protection. This possibility for Member States is now explicitly reflected in that text.
As part of the compromise on the material scope we foresee a review of the implementation of the directive at the earliest possible time. That means in 2025, four years after the transposition of the directive and, in this context, to assess specifically the issue of including the social policy area in the material scope of the directive. This would allow for an in-depth assessment of how the directive would interact with the existing social acquis.
Accordingly, the Commission will make the following political declaration to be annexed to the directive: ‘At the time of the review to be conducted in accordance with Article 27 of the directive, the Commission will consider the possibility of proposing to extend its scope of application to certain acts based on Articles 153 and 157 of the Treaty on the Functioning of the European Union after consulting the social partners, where appropriate, in accordance with Article 154.’ (End of quote.)
To conclude, by agreeing on these standards the EU is demonstrating its commitment to transparency, good governance, accountability and freedom of expression which are values and rights on which the EU is based, and this is a clear and important signal that we are sending to the citizens and stakeholders on the eve of the European elections. The Commission fully supports the compromise found by the co-legislators and looks forward to tomorrow’s vote.
Luke Ming Flanagan, rapporteur for the Committee on Budgetary Control. – Madam President, whistle—blowers are extraordinary people. They’re brave people. They take massive risks. What we’ve done here today hopefully means that you won’t have to be an extraordinarily brave person to become a whistle—blower because, at the moment, in my country, if you become a whistle—blower, you are right to be afraid. You will be mentally tortured, you will be financially destroyed, and you will probably never ever work again. What we’ve got to do is create a situation where absolutely everyone has zero fear about reporting wrongdoing and that, when they do, they will not be the people who end up with the whistle stuck in their throat, not able to breathe, not able to exist, not able to live. So I think we’ve done something good here today. That doesn’t always happen, so I clap for that.
Patrick Le Hyaric, rapporteur pour avis de la commission de l’emploi et des affaires sociales. – Madame la Présidente, la directive «secret des affaires» ne créant pas les conditions d’une sécurité efficace pour les lanceurs d’alerte, il est temps de renforcer le texte, comme nous le propose à juste titre la rapporteure, Mme Rozière.
Il s’agit de l’intérêt général: il est donc juste que la protection soit totale, le champ d’application devant être le plus large possible et ne souffrir que d’exceptions bien délimitées. Les États auront pourtant une grande marge de manœuvre dans l’application de cette directive, ce qui peut inquiéter, compte tenu des tentatives de blocage de certains gouvernements. Ainsi, à défaut d’une autorité européenne de protection des lanceurs d’alerte, comme mon groupe le demandait, la Commission devra veiller à la bonne et stricte application des protections que nous créons, par exemple en faisant suivre l’application de ce texte par des lignes directrices dont vous avez parlé, Madame la Commissaire, ou par une communication interprétative afin de s’assurer que tous les Européens disposeront de la même protection maximale lorsqu’ils voudront signaler des pratiques contraires à l’intérêt général.
J’ajoute que c’est le moment de créer les conditions pour protéger Julian Assange, à qui doivent s’appliquer les droits des journalistes dans le cadre de la Convention européenne des droits humains.
Younous Omarjee, rapporteur pour avis de la commission de l’environnement, de la santé publique et de la sécurité alimentaire. – Madame la Présidente, Madame la Commissaire, vous dites vouloir protéger les lanceurs d’alerte. Très bien. Mais qui vient au secours de Julian Assange?
L’honneur des Européens serait de reconnaître la dette que nous avons envers lui, car c’est Julian Assange – ne l’oublions jamais – qui a révélé l’espionnage massif, par les États-Unis, des pays européens alliés. Notre devoir, aujourd’hui, est de lui accorder l’asile, puisque, comme vous le savez, il risque d’être extradé. En lui infligeant un tel traitement, c’est tous les lanceurs d’alerte, que notre règlement veut protéger, que l’on cherche en fait à terroriser.
Le temps est venu de faire changer la peur de camp et de protéger celles et ceux qui traqués, harcelés, traduits en justice, jugés, parfois même assassinés, paient au prix fort le service rendu à l’intérêt général et cela commence par la remise en liberté immédiate de Julian Assange.
Νικόλαος Χουντής, συντάκτης της γνωμοδότησης της επιτροπής CULT. – Κυρία Πρόεδρε, η σύλληψη του Julian Assange είναι μια εικόνα από το μέλλον μας· ένα μέλλον ανελευθερίας και καταστολής, όπου οποιαδήποτε αποκάλυψη της βαρβαρότητας και των παρανομιών του νεοφιλελεύθερου ολοκληρωτισμού θα θεωρείται έγκλημα στις κυβερνήσεις του δυτικού κόσμου. Η σύλληψη Assange από τη βρετανική κυβέρνηση —κατ’ εντολή των Ηνωμένων Πολιτειών— έγινε διότι μέσω της ιστοσελίδας WikiLeaks αποκαλύφθηκε η βαρβαρότητα των επεμβάσεων των Ηνωμένων Πολιτειών και των συμμάχων τους στη Μέση Ανατολή και αλλού, καθώς και η παραβίαση των ανθρωπίνων δικαιωμάτων και του διεθνούς δικαίου.
Με αυτόν τον τρόπο αντιμετωπίζουν οι ιμπεριαλιστικές δυνάμεις την ελευθερία της έκφρασης και τη μαχόμενη δημοσιογραφία που αποκαλύπτει τις πιο σκοτεινές πλευρές τους προς όφελος της δημοκρατίας, της διαφάνειας και της αλήθειας. Η σύλληψη Assange μας αφορά όλους. Οφείλουμε να προστατεύσουμε όσους ξεμπροστιάζουν την πολιτική και οικονομική εξουσία. Αν θέλουμε ένα διαφορετικό μέλλον για την Ευρώπη, ένα διαφορετικό μέλλον για τον κόσμο μας, οφείλουμε να ενώσουμε τις δυνάμεις μας με το κίνημα υπεράσπισης των ελευθεριών της έκφρασης και της ενημέρωσης.
Ramón Jáuregui Atondo, ponente de opinión de la Comisión de Asuntos Constitucionales. – Señora presidenta, yo creo efectivamente que hoy damos un gran paso en favor de la transparencia, en defensa del interés público y también del Derecho de la Unión. Yo añadiría que damos un gran paso también en favor de la ética: de la ética en los negocios, de la ética en la actividad pública.
Quiero felicitar a Virginie Rozière porque ha hecho un gran trabajo; también a la comisaria.
Yo quiero decir, señorías, que los denunciantes no son delincuentes; yo creo que más bien son ciudadanos ejemplares. Y, desgraciadamente, tenemos muchos, muchos ejemplos de que han sufrido una represión brutal, han perdido su trabajo, han perdido su carrera profesional, han sido perseguidos hasta su ruina económica y han sido perseguidos incluso penalmente por el Derecho penal de algunos países. Y esto no puede ser, esto tenía que acabar.
Y, afortunadamente, esta Directiva —que es buena, que yo creo que es muy completa, como se ha dicho, que favorece, como se ha puesto de manifiesto, la opinión de todos los grupos políticos— es un gran paso, y solo espero que los Gobiernos traspongan la Directiva bien y de manera rápida.
Axel Voss, im Namen der PPE-Fraktion. – Frau Präsidentin! Frau Kommissarin, vielen Dank für die entsprechende Vorlage. Auch das wurde ja im Grunde Zeit. Es ist nur schade gewesen, dass das zum Ende unserer Wahlperiode sehr unter Zeitdruck passieren musste. Da sollte man sich vielleicht grundsätzlich etwas mehr Zeit nehmen. Ich möchte auch im Namen unseres Schattenberichterstatters Geoffroy Didier der Berichterstatterin sehr herzlich danken, die mit diesem Zeitdruck mit sehr viel Herzblut auch entsprechend gut umgegangen ist, und auch den anderen Berichterstattern.
Wir haben entsprechend jetzt hier eine Anleitung für rechtmäßiges Whistleblowing. Es wurde auch Zeit, dass wir das nun entsprechend aufgestellt haben mit den Bedingungen, die auch schon genannt worden sind. Ich finde es auch gut – und das kommt jetzt auch in dem Kompromiss zum Ausdruck –, dass wir das Recht als Grundlage unseres Zusammenlebens sehen und auch daran bewerten müssen, was rechtmäßig und was rechtswidrig ist, und uns dort eben nicht noch über moralische oder ethische Dinge auseinandersetzen müssen, sondern dass hier wirklich das Recht die Grundlage von allem ist.
Ich finde es auch gut, dass wir für die kleinen und mittelständischen Unternehmen hier eine vernünftige Grundlage gefunden haben, weil die Implementierungskosten bei den Unternehmen extrem hoch sind, und dass wir hier auch einen Weg gefunden haben, wo man das reduzieren kann, wo man sich zusammentun kann, das vielleicht über die Verbände entsprechend einrichten kann. Und ich finde es auch gut, dass wir hier ein Modell des Meldens gefunden haben, das nicht sofort an die Presse geht, sondern auch, wo man sich daran orientieren muss, dass es interne oder eben externe Möglichkeiten gibt, um sich hier auch nochmal zu vergewissern.
Allen recht herzlichen Dank, die hierzu einen Beitrag geleistet haben. Für die EVP glaube ich, dass wir das gut unterstützen können.
Sylvia-Yvonne Kaufmann, im Namen der S&D-Fraktion. – Frau Präsidentin, liebe Kolleginnen und Kollegen! Heute ist ein ganz besonderer Tag für mich: 28 Jahre, nachdem ich als Beobachterin für die neuen Bundesländer erstmals ins Europäische Parlament eingezogen bin, habe ich heute die Ehre, ein letztes Mal im Plenum dieses Hauses sprechen zu dürfen.
Ich möchte die Gelegenheit nutzen, mich bei Ihnen und Euch herzlich zu bedanken! Die Arbeit mit Ihnen, Kolleginnen und Kollegen, hat mir stets viel Freude gemacht, ging es doch immer um unser gemeinsames Europa. Dieses Parlament mit Mitgliedern aus so vielen verschiedenen Ländern ist wahrhaft einzigartig. Und wir haben wirklich sehr viel erreicht – gemeinsam. Und wir sollten uns niemals davon abhalten lassen, für dieses Projekt zu kämpfen. Niemals dürfen Nationalisten und Populisten dieses gemeinsame europäische Projekt schlechtreden oder gar zerstören!
Wir geben morgen grünes Licht für einen europaweiten Schutz von Whistleblowern, europaweiten Schutz für Menschen, die Missstände im öffentlichen Interesse aufdecken – ein großer Erfolg für die Bürgerinnen und Bürger und ein großer Erfolg für uns Europaabgeordnete. Wir haben diesen Schutz sehr lange gefordert, und wir haben beharrlich dafür gekämpft. Und das hat sich ausgezahlt.
Ich hoffe, dass viele Kolleginnen und Kollegen, die sich erneut zur Wahl stellen, dieses Beispiel des Whistleblower-Schutzes und viele andere positive Beispiele aus dem Alltag unserer Bürgerinnen und Bürger kommunizieren, und dies vor allen Dingen mit einer Botschaft verbinden: Das Projekt Europa bietet einen Mehrwert für alle Bürgerinnen und Bürger, und ich bin stolz und glücklich, dass ich daran mitarbeiten durfte.
Ruža Tomašić, u ime kluba ECR. – Poštovana predsjedavajuća, važno je da o ovom prijedlogu zaštite zviždača raspravljamo baš ovih dana kad je uhićen Julien Assange i u kontekstu sve češćih pravnih, ali i fizičkih napada na novinare. Posebno mi je drago to što ispred sebe imamo uravnoteženo izvješće koje bi, nakon primjene, poboljšalo zaštitu svih onih koji iznose skrivene informacije, ali od javnog interesa.
No da bi sustav zaštite funkcionirao, moramo stvoriti društvene okolnosti u kojima se požrtvovnost zviždača cijeni, a institucije transparentno i profesionalno postupaju prema informacijama koje su zahvaljujući njima dobile.
Te informacije ne treba uzimati zdravo za gotovo jer bi to ostavilo prostora za manipulaciju javnošću, ali bi one svakako morale biti temelj za provođenje istrage i iznošenje potpune istine.
Drugi je važan preduvjet učinkovitost pravosuđa i sigurnosnog aparata, a upravo je to gorući problem u nekolicini država članica na kojemu se mora što prije poraditi.
Jean-Marie Cavada, au nom du groupe ALDE. – Madame la Présidente, si l’on se retourne avec un peu de hauteur sur cette mandature, elle aura apporté la protection des données personnelles aux citoyens européens et même fourni l’idée aux parlementaires américains qu’ils devraient s’inspirer de notre travail afin que les individus ne soient pas les objets du numérique, et plus particulièrement des oligopoles que sont les GAFA.
Si l’on regarde aussi cette session et ce mandat de cinq ans qui vient de s’écouler, on s’apercevra aujourd’hui qu’un travail fondamental vient d’être accompli. Si M. Snowden était européen, il ne serait pas exilé dans une petite datcha moscovite, sous la surveillance de tous les services de renseignement, une proie pour toutes sortes d’espions désireux de le voir extradé, renvoyé aux États-Unis, où il encourrait probablement les pires peines.
Alors, chers collègues, dites autour de vous quand on vous parlera d’Europe, que non seulement c’est une entité économique remarquable, qui a su abolir les frontières, mais c’est surtout une entité qui a protégé, plus que tout autre continent au monde, les libertés individuelles et les libertés collectives. C’est à ce titre que je veux remercier deux femmes exceptionnelles pour ce travail, Mme Rozière, notre rapporteure, qui a conduit de façon tout à fait magistrale ce travail, et Mme la commissaire Jourová, dont le texte d’ailleurs, alors que nous disons toujours tant de mal de la Commission, était tout à fait essentiel, puisqu’il allait dans la bonne direction. Votre travail marquera d’une pierre blanche ce jour où vous avez fait taire tous les détracteurs de l’Union et tous ceux qui voudraient ratiociner, replier l’Union européenne derrière des frontières où plus aucune loi n’aurait réellement de valeur. Merci et bravo pour ce travail.
Pascal Durand, au nom du groupe Verts/ALE. – Madame la Présidente, une Europe qui protège l’intérêt général, une Europe qui protège les citoyens de l’Union dans leur totalité est parfaitement possible. Nul besoin de sortir des traités, nul besoin de se replier à l’intérieur des frontières. Au contraire, cette Europe existe!
À un moment où la démocratie est en danger, par l’opacité, par la technicité d’un grand nombre de nouveaux produits, cette Europe, cette démocratie, a besoin des lanceurs d’alerte. Elle a besoin de citoyennes et de citoyens qui se lèvent et qui dénoncent des faits que certains voudraient cacher. Voilà ce que nous faisons aujourd’hui, voilà ce que le Parlement européen vient de faire grâce à la Commission. Merci, Madame Jourová, merci, Monsieur Timmermans, qui avez souhaité mettre cela en place. Merci également à Virginie Rozière et à tous ceux qui ont travaillé sur ce dossier.
Mais au-delà de l’importance de ce texte, je veux retenir une chose: lorsque le Parlement est uni, lorsque le Parlement veut effectivement défendre l’intérêt général, alors rien ne l’arrête – ni les conservatismes, ni les lobbies – et nous pouvons faire avancer la démocratie et le droit.
Fabio Massimo Castaldo, a nome del gruppo EFDD. – Signora Presidente, onorevoli colleghi, finalmente siamo arrivati ad adottare una direttiva che tutta l'Europa attendeva da anni.
Si stima che, tra risorse sottratte al fisco e investimenti esteri mancati, la corruzione costi nel suo complesso, alla nostra Unione, circa 904 miliardi di euro all'anno di prodotto interno lordo e, nonostante questo, ancora oggi, non avevamo una normativa specifica per proteggere gli informatori, proprio coloro che sono sempre in prima linea in questa lotta. Tra loro ci sono i migliori cittadini di questa Unione, i migliori giornalisti che spesso vanno avanti nelle inchieste proprio quando sentono che stanno per rovistare nel torbido e far emergere la verità.
A queste persone noi dovremmo essere grati. Nei confronti di queste persone siamo tutti debitori e non può succedere che invece vengano emarginati dalla società. Queste persone vanno protette, perché non può e non deve mai più accadere quello che è successo a Daphne Caruana Galizia nel 2017 e a Ján Kuciak nel 2018. E infatti, questa direttiva prevede, coerentemente, protezione da ogni tipo di ritorsione da parte dei soggetti denunciati, per l'informatore così come per la sua famiglia e lascia la possibilità agli Stati membri di adottare una disciplina anche più avanzata rispetto a questo standard minimo.
Appare quindi paradossale, cari colleghi, che proprio alla vigilia dell'approvazione di questa direttiva, e ne parleremo domani, venga arrestato nel Regno Unito Julian Assange, fondatore di WikiLeaks, il quale ha portato alla luce fatti e connessioni oltremodo importanti che non avremmo mai altrimenti conosciuto. Assange non deve essere estradato negli Usa, dove rischia la pena di morte per le sue relazioni scomode, non nella mia Europa.
Francis Zammit Dimech (PPE). – Sinjura President, Sinjura Kummissarju, nixtieq nibda billi nindika li meta għada nkunu qegħdin nivvutaw fuq din id-Direttiva, fuq din il-liġi ġdida, naħseb li l-jum huwa verament adattat, għaliex għada jaħbat preċiżament it-18-il xahar, mill-qtil, mill-assassinju, tal-ġurnalista investigattiva Daphne Caruana Galizia.
U allura naħseb li huwa wkoll f'dan il-kuntest li rridu nħarsu lejn l-importanza ta' liġi bħal din, li permezz tagħha rridu ngħidu li l-Unjoni Ewropea qiegħda tibgħat messaġġ favur il-ħarsien tal-whistleblowers u anki favur il-ħarsien tal-ġurnalisti investigattivi.
Jiena kien ta' unur għalija li flimkien ma' kollegi tiegħi naħdem ukoll fuq din il-liġi fi ħdan kemm il-Kumitat għall-Affarijiet Legali kif ukoll fil-kumitat responsabbli mill-kultura, u l-kultura tinkludi l-midja, u ngħid li dan għamiltu mhux biss għax qed nagħtu ħarsien iktar lil min jinforma, mhux biss qed nagħtu ħarsien iktar lill-ġurnalist investigattiv, imma qed nagħtu l-ikbar ħarsien liċ-ċittadin, lill-popli tagħna, li permezz tal-whistleblowers, permezz tal-ġurnalisti investigattivi, jingħataw l-informazzjoni li għandhom dritt għaliha. Nagħlaq b'appell żgħir: l-Istati Membri jridu jimplimentaw malajr u b'mod ġust dak li tgħid il-liġi mhux nagħtu l-ħarsien skont is-suffara li l-whistleblower ikun qed isaffar imma l-ħarsien veru skont dak it-twemmin tagħna li aħna rridu ngħinu lin-nies, liċ-ċittadin, ikollu l-informazzjoni kollha li kieku ma jkollux.
Sergio Gaetano Cofferati (S&D). – Signora Presidente, onorevoli colleghi, signora Commissario, come è noto, la trasparenza nei comportamenti e nelle dinamiche politiche, istituzionali ed economiche è fondamentale per garantire l'interesse generale, e dunque per rafforzare la democrazia.
Quello che stiamo facendo è un passo nella direzione giusta molto importante. La materia era delicata, ma dobbiamo ringraziare queste persone coraggiose, i whistleblower, che hanno smascherato, nel corso di questi mesi e di questi ultimi anni, fatti del tutto negativi come LuxLeaks, Panama Paper, Paradise Paper, con la contraddizione di lavorare loro per gli interessi generali e di essere perseguitati perché nulla li difendeva. Noi gli diamo, per la prima volta, una rete di protezione che sarà molto importante per stimolare comportamenti ugualmente positivi nel corso del tempo che verrà.
Di questo dobbiamo ringraziare Lei, la relatrice e tutti coloro che hanno lavorato con convinzione. Lei avrà anche un ruolo successivo importante, perché io credo che la Commissione dovrà sorvegliare l'applicazione di quello che stiamo per varare con il voto di domani, perché gli Stati che erano contrari non perderanno l'occasione per cercare di rimettere in discussione ciò che abbiamo sancito. Grazie per quello che ha fatto e spero che prosegua nel darci un aiuto concreto anche per applicarlo adeguatamente.
Julia Reda (Verts/ALE). – Madam President, almost three years ago the Verts/ALE Group presented a draft directive on whistle-blower protection. This draft was the result of a concerted effort from civil society, journalists and politicians, and it was a reaction to the Trade Secrets Directive that had just been adopted and has been a threat to whistle-blowers ever since. The draft we presented showed that EU action on whistle-blowers is possible. It coincided with the LuxLeaks trials, which showed more clearly than ever that such protection is also needed.
One of our goals was to ensure that trade secrets cannot be weaponised against whistle-blowers, as was the case with LuxLeaks whistle-blower Antoine Deltour. In 2015 he was awarded the European Citizen’s Prize, but a year later a Luxembourg court found him guilty of disclosing trade secrets – a bogus charge that was meant to intimidate. The legal hoops he had to jump through for a court to dismiss this verdict were long and taxing.
Now the Commission and the Parliament have really risen to the challenge. The draft directive we are about to adopt makes explicit what we demanded in 2016: that whistle-blower protection take precedence over trade secrets. With this directive, whistle-blowers like Antoine Deltour will finally be able to rely on EU protection, and I would like to thank the Commissioner, the rapporteur and all the colleagues who worked on this. It’s a great step forward for the European citizens.
Pavel Svoboda (PPE). – Paní předsedající, Evropská unie je především společenstvím práva a chce-li tedy řádně fungovat, musí dbát na dodržování vlastních předpisů. Předloženou zprávu chápu jako prostředek k zajištění dodržování práva ve složité společnosti 21. století. Zkušenost nám ukazuje, že je v obecném zájmu poskytnout ochranu oznamovatelům, kteří informují o porušení evropského práva.
Je bohužel jasné, že společnost se bez moderních pravidel chránících oznamovatele neobejde. Role oznamovatelů může být v některých případech zcela zásadní pro odhalení jinak těžko zjistitelného porušení pravidel. Musí však jít o ochranu vyváženou, řešíme zde obdobnou otázku užitečné míry ochrany jako například u zástupných žalob. Nejde o souboj zájmů zaměstnanců nebo zaměstnavatelů, ale je dobře, že v průběhu vyjednávání se podařilo překonat některé neshody a docílit dobrého kompromisu, a proto tento návrh podpořím.
Evelyn Regner (S&D). – Frau Präsidentin! Macht braucht Kontrolle! Die Whistleblower-Richtlinie leistet dazu einen wertvollen Beitrag. Mutige Aufdecker zu schützen, die im öffentlichen Interesse handeln: Darum geht es!
Ich möchte an Antoine Deltour und an Raphaël Halet erinnern. Diese beiden sind wahre Helden, und sie haben einen sehr hohen Preis dafür bezahlt: Erinnern wir uns, LuxLeaks war der Auslöser für die Aufdeckung der großen Steuerskandale. All unsere Fortschritte, mehr Transparenz in die Welt der Steuertrickser zu bringen, verdanken wir mutigen Aufdeckern, und insofern verdienen sie, auch geschützt zu werden.
Daher dankeschön an Virginie, danke an Frau Jourová als Kommissarin, aber auch an alle Abgeordneten, die hier mitgearbeitet haben, denn wir haben gezeigt: Es bedarf eines selbstbewussten Parlaments, das zusammenarbeitet und insofern de facto das Initiativrecht an sich zieht.
Eva Joly (Verts/ALE). – Madame la Présidente, Madame la Commissaire, cette directive pour la protection des lanceurs d’alerte montre qu’il est possible de changer l’Europe. Il faut pour cela de la volonté politique, de l’optimisme et du travail.
Non, l’Europe telle qu’elle est n’est pas celle dont rêvent les écologistes, mais nous ne renonçons pas. La Commission européenne avait dit, en 2015, qu’un texte pour protéger les lanceurs d’alerte n’était pas possible à traité constant. Nous, écologistes, avons prouvé le contraire. Nous avons élaboré notre propre directive pour montrer à Jean-Claude Juncker que les traités ne doivent pas être une excuse de l’immobilisme.
Protéger les lanceurs d’alerte, c’est protéger l’essence de nos démocraties, c’est défendre l’intérêt général plutôt que de prétendus secrets d’affaires. C’est grâce à des personnes courageuses, comme Antoine Deltour, qui a révélé les LuxLeaks, que notre combat contre l’évasion fiscale avance.
Protéger les lanceurs d’alerte est une victoire parmi d’autres que nous avons arrachée grâce à notre ténacité. Une victoire particulièrement chère à mon cœur.
Carlos Coelho (PPE). – Senhora Presidente, Senhora Comissária, será que todos concordamos com o princípio que aqueles que agem em defesa do interesse comum merecem proteção? Se assim for, é porque concordamos que a defesa do interesse geral da comunidade, do interesse comum, convoca a todos sem exceção. Mas, se assim é, porque não estamos todos de acordo que os chamados “whistleblowers”, se atuam para o benefício de todos, devem merecer proteção? Ninguém questiona que um trabalhador possa denunciar uma violação dos direitos laborais na autoridade de proteção das condições de trabalho. O que distingue então este trabalhador de um outro que descobre, por exemplo, que a sua empresa está a fugir aos impostos? Obviamente, não vale tudo em nome do interesse comum. E a aplicação deste princípio obriga a uma abordagem séria e equilibrada, que compatibilize os vários princípios aparentemente conflituantes.
Ora, a diretiva que hoje discutimos é equilibrada e razoável e destina-se, essencialmente, àqueles que, no contexto de uma relação laboral, se deparam com ilegalidades. O texto alcança um equilíbrio delicado entre o dever de denunciar e a proteção de interesses de Estado, não se imiscuindo na segurança interna nacional, entre a criação de canais internos para a proteção dos denunciantes e o impacto financeiro em pequenas e médias empresas, entre a liberdade de expressão e a necessidade de confidencialidade.
Senhora Presidente, este é um texto razoável, que merece o nosso apoio e que defende o interesse comum.
Ana Gomes (S&D). – Senhora Presidente, esta diretiva é por transparência e integridade na União Europeia, pois os whistleblowers são essenciais para desmontar a criminalidade que infiltra empresas e captura administrações, governos e até órgãos da justiça. Complementa o artigo 38.º da quarta diretiva contra o branqueamento de capitais e o financiamento do terrorismo, que já obriga os Estados-Membros a criarem mecanismos de proteção, mesmo para denunciantes sem relação laboral direta com as organizações instrumentalizadas.
Os denunciantes têm de ser especialmente protegidos nas comissões de inquérito do Parlamento Europeu. Vimos o assassinato de Daphne Caruana Galizia, de Jan Kuciak, vimos como Antoine Deltour chegou a ser condenado por revelar o escândalo LuxLeaks, vimos a perseguição judiciária que quase destruiu Rudolf Elmer na Suíça e, no meu país, Portugal, temos hoje detido o jovem Rui Pinto, fonte principal do Football Leaks, porque um fundo mafioso sediado em Malta, clubes, advogados e obscuros interesses parecem conseguir fazer mover a justiça mais do que a obrigação de ir atrás dos criminosos e lhes confiscar os proventos do crime.
Quando é que o Ministério Público e a autoridade tributária vão pedir a Rui Pinto cooperação em defesa do interesse público e pela recuperação de ativos em Portugal, tal como já o fizeram outros países europeus? Rui Pinto deve ser protegido como whistleblower.
Merci, Madame la Commissaire, merci Virginie Roziére et à tous les collègues qui ont travaillé sur cette directive.
Elly Schlein (S&D). – Signora Presidente, onorevoli colleghi, grazie alla relatrice Virginie Rozière.
Non è senza emozione che mi rivolgo a quest'Aula per l'ultima volta, tanto più se è per chiudere un cerchio con l'approvazione di questa direttiva fondamentale per cui anche con il nostro intergruppo ITCO ci siamo battuti sin dall'inizio del mandato.
Chiedevamo di fissare standard minimi di tutela per i whistleblower in tutta Europa, con canali affidabili e protezione dovuta a chi parla e svela degli scandali, come è successo nel caso di LuxLeaks e dei Panama Paper. Meritano piena protezione e non ritorsioni o addirittura condanne, perché proteggono l’interesse pubblico, e domani spero che quest'Aula dia un segnale di compattezza e di forza.
Sono entrata cinque anni fa da orgogliosa federalista europea, me ne vado ancora più convinta del perché la nostra Unione sia così necessaria a dare risposte al giusto livello alle sfide su cui ci giochiamo il futuro. E la cosa più bella che mi lasciano questi cinque anni è aver scoperto come, con tante colleghe e colleghi, condividiamo gli stessi valori, le stesse battaglie e sono le stesse difficoltà dei cittadini europei a cui cerchiamo insieme di dare risposte concrete. Grazie davvero della collaborazione di questi anni. Buon lavoro a tutti.
David Casa (PPE). – Sinjura President, kemm jien sodisfatt illum li ninsabu ftit passi ‘l bogħod minn ftehim fuq liġi Ewropea dwar il-protezzjoni tal-persuni li jkunu qed jikxfu ksur tal-liġi tal-Unjoni Ewropea. Regoli li se jagħmluha aktar faċli għall-“whistleblowers” biex jirrapportaw irregolaritajiet. U l-aktar importanti hu li dawn se jkunu protetti, irrispettivament jekk hux se jagħmlu r-rapport tagħhom b’mod intern, estern jew lill-awtoritajiet nazzjonali jew Ewropej.
Jien ilni snin twal nitkellem dwar dan u ninsisti għal regoli Ewropej dwar il-protezzjoni tal-whistleblowers u ninsab kuntent li issa se tingħata protezzjoni meta jsiru rapporti dwar ksur tal-liġijiet Ewropej li jvarjaw minn ħasil ta’ flus għall-protezzjoni tal-ambjent.
Fil-karriera tiegħi kelli l-opportunità li nara mill-qrib kemm huma importanti u għandhom kuraġġ kbir dawn il-“whistleblowers”, kif ukoll dawk li jkunu ta’ għajnuna għall-ġurnalisti investigattivi. Tiġini f’moħħi naturalment il-ġurnalista assassinata f’pajjiżi Daphne Caruana Galizia, kif ukoll il-“whistleblower” Jonathan Ferris illi l-Istat Malti għadu qed jirrifjuta li jtih il-protezzjoni. Għaddejna minn ħafna, Sinjura President, u rrid hawnhekk nirringrazzja bil-qalb lill-Kummissarju Jourová għall-protezzjoni li dejjem qed tipprova tagħti lil dawn in-nies kif ukoll lil MEPs sħabi bħal Ana Gomes, Monica Macovei, l-MEP Kouloglou kif ukoll oħrajn illi raw is-sitwazzjoni f’pajjiżi u kemm huwa importanti li l-ġurnalisti investigattivi jingħataw il-protezzjoni li jixirqilhom. Grazzi tas-“support”.
„Catch the eye” eljárás
Νότης Μαριάς (ECR). – Κυρία Πρόεδρε, συζητάμε ένα πολύ σημαντικό θέμα, την προστασία των μαρτύρων, οι οποίοι έχουν βεβαίως τη δυνατότητα να ενημερώνουν τις αρχές και έτσι να ξεκαθαρίζεται η κατάσταση σε περιπτώσεις απάτης, φοροδιαφυγής, ξεπλύματος βρώμικου χρήματος. Η συζήτηση αυτή για τους καταγγέλλοντες έχει γίνει επανειλημμένα, τόσο εδώ όσο και στην Επιτροπή Αναφορών, και νομίζω ότι τα βήματα που κάνουμε είναι ιδιαίτερα σημαντικά, διότι χωρίς την προστασία αυτών των ανθρώπων δεν θα αποκαλυφθούν όσα σκάνδαλα έχουν υπάρξει.
Είχαμε το πρόβλημα των LuxLeaks, είχαμε τεράστια φοροδιαφυγή, είχαμε παράνομη λειτουργία των πολυεθνικών. Όλες αυτές οι λειτουργίες και οι ενέργειες μπορούν να έρθουν στο φως και να τιμωρηθούν οι υπεύθυνοι από τις δημόσιες αρχές μόνον εφόσον προστατεύονται οι καταγγέλλοντες. Θεωρώ σημαντικές τις ενέργειές μας στον τομέα αυτόν.
Γεώργιος Επιτήδειος (NI). – Κυρία Πρόεδρε, η προστασία των μαρτύρων δημοσίου συμφέροντος είναι ένα σοβαρό αλλά και ευαίσθητο θέμα. Δεν υπάρχει αμφιβολία ότι όποιος καταγγέλλει μία πράξη που βλάπτει το δημόσιο συμφέρον, όπως π.χ. η διαφθορά, οι απάτες, η φοροδιαφυγή, η μόλυνση του περιβάλλοντος, η παραβίαση της πυρηνικής ασφαλείας, κλπ., συμβάλλει αποφασιστικά όχι μόνο στο να αποφευχθούν αυτές οι παράνομες ενέργειες αλλά και στο να λειτουργήσει ομαλά το κράτος δικαίου.
Για τον λόγο αυτόν πρέπει να προστατεύονται οι μάρτυρες. Σε διαφορετική περίπτωση, αν αποκαλυφθεί η ταυτότητά τους, υπάρχει κίνδυνος να γίνουν αντικείμενα απειλών, επιθέσεων και —οπωσδήποτε— εκφοβισμού και θα πάψουν από εκεί και πέρα να αναφέρουν οποιαδήποτε παρανομία υποπίπτει στην αντίληψή τους. Πρέπει όμως να λαμβάνεται μέριμνα ώστε οι προστατευόμενοι μάρτυρες να μη συκοφαντούν και να μην εκβιάζουν, πολύ δε περισσότερο να μη χρησιμοποιούνται ως ψευδομάρτυρες σε δίκες πολιτικού περιεχομένου.
Με βάση τα προαναφερθέντα, θεωρώ ότι η έκθεση κινείται προς τη σωστή κατεύθυνση και πρέπει να την υποστηρίξουμε.
(„Catch the eye” eljárás vége)
Věra Jourová,Member of the Commission. – Madam President, I would like to thank the Honourable Members for their interventions. I also would like to encourage you to vote in favour of the compromise reached on the proposal. Judging from your overall positive contributions here, I do hope that it will come true tomorrow.
Then, indeed, as many of you mentioned here, we must concentrate our efforts on ensuring a full and correct transposition of the directive across all the Member States as soon as possible.
Virginie Rozière, rapporteure. – Madame la Présidente, merci à tous les collègues pour leur soutien, leurs encouragements et leurs saluts réitérés. Je les remercie en retour tout comme, bien évidemment, la présidence roumaine et Madame la Commissaire.
Mais je ne voudrais pas qu’on ait une fausse impression avec ce consensus qui se dégage aujourd’hui sur ce texte, en ayant l’impression que cette négociation s’est déroulée sans difficulté parce que, cela a été dit, le calendrier était très serré, ce qui constituait un premier défi. Je pense que nous pouvons être fiers d’avoir réussi à boucler cette négociation et à parvenir à cet accord sur un très bon texte avant la fin de ce mandat. C’est vraiment une excellente chose et cela n’a pas été de tout repos. Sur le principe, tout le monde est pour la protection des lanceurs d’alerte, c’est très bien et c’est heureux. Mais je voulais quand même rappeler que nous avons dû faire face à une certaine adversité, en particulier de la part de certains États au Conseil. Il est en effet important de signaler, par souci de transparence et pour ne rien cacher à nos concitoyens, que tout n’a pas été si simple et que malheureusement certains États membres, pas des moindres, en particulier la France alliée à la Hongrie et à l’Autriche, ont tenté de diminuer la portée de la protection offerte par ce texte. Et si finalement nous sommes parvenus à cet accord ambitieux, c’est grâce à la mobilisation de tous. Je le disais, la mobilisation des ONG, que je tiens encore une fois à saluer pour leur travail quotidien aux côtés des lanceurs d’alerte et pour leur engagement en faveur de ce texte, nous a été extrêmement précieuse. Qu’elles en soient ici sincèrement remerciées. Je voulais aussi renouveler mes remerciements à la présidence roumaine, à la Commission qui ont vraiment tout fait pour qu’on parvienne à un large consensus et aux collègues aussi qui se sont mobilisés pour faire pression sur leur gouvernement pour que nous puissions aboutir à cet accord. C’est, je pense, une belle illustration du rôle du Parlement européen, de son rôle de représentant de l’intérêt général des Européens et de sa capacité à peser sur le cours des choses et sur le processus législatif. Je pense que c’est important que tous nos concitoyens aient cela à l’esprit à l’approche des échéances électorales.
Elnök – A vitát lezárom.
A szavazásra 2019. április 16-án, kedden kerül sor.
Elnök – A következő pont a Bizottság nyilatkozata a jogállamiságról Romániában (2019/2697(RSP))
Věra Jourová,Member of the Commission. – Madam President, the Commission has made it very clear to this Parliament and beyond, that it is following very closely, and with great concern, developments concerning the rule of law in Romania. We have repeatedly said that Romania needs to put the reform process back on track and to do so urgently. This means going forwards, not backwards, and abstaining from any steps which would reverse the progress accomplished over the past years.
The Commission, and in particular the First Vice-President, Frans Timmermans, has personally engaged with Prime Minister Dăncilă, and the respective experts have met on several occasions for constructive discussions and dialogue.
The Commission always made it clear that talking for the sake of talking will not be enough and concrete actions from the Romanian side will be needed sooner rather than later. The College discussed the situation two weeks ago. Regrettably, we have not yet been able to conclude that Romania is back on the right track. If our concerns are not met, the Commission will have to act, and to use the means at its disposal.
Today’s discussion is not about technical issues or to update you that against the backdrop of already clear backtracking identified in November, progress on the CVM (cooperation and verification mechanism) recommendations has been stalled, or to discuss that the latest Romanian legislative developments transposing a number of EU directives could raise concerns about potential incompatibility with EU law, or to mention further eroding confidence through recent executive ordinances and controversial appointment procedures. The situation around the nomination procedure for the next European Public Prosecutor’s Office chief has also not contributed.
Today’s discussion is about very real risks of further steps backwards in Romania regarding the rule of law and, more specifically, as regards the independence of the judiciary and the fight against corruption.
First, the possible amendments of the criminal code and the criminal procedure code: such fundamental issues need careful preparation, widespread consultation of the magistracy and stakeholders, and a very clear understanding of the consequences of change. Any the action taken should be compatible with EU law and international obligations, as well as CVM recommendations such as the fight against corruption. The Romanian authorities would be taking a risk in moving ahead without such a process and this might lead to creating a systemic, de facto impunity for high office holders who were sentenced for corruption.
Second, regarding the High Court of Cassation and Justice and a possible follow-up to a constitutional court judgment that has required changes to the composition of panels of five judges: there are serious questions about what is needed for the follow-up and these cannot be separated from the potential consequences of re-opening past cases, something which in itself could amount to a massive interference in the independence of the judiciary. The risk of massive disruption to the Romanian criminal justice system, including many corruption cases, cannot be ignored.
Third, the issue of appointments of prosecutors and, in particular, the need for a robust and independent system of appointing top prosecutors: this is not a new issue but the checks and balances have been successively watered down. The result is highly controversial procedures to appoint top prosecutors, the Prosecutor General and the chief anti-corruption prosecutor.
Fourth, the Special Prosecution Section set up to investigate magistrates: concerns about the structure had previously been raised in the CVM report by the Venice Commission and by the anti-corruption body GRECO. Yet, the government is reinforcing this structure.
All these elements, all of them, raise major concerns taken separately. Together, they start to amount to a very worrying pattern. Recent months have been characterised by a very volatile situation in Romania, with a series of rushed decisions being taken on essential matters. If these concerns are not met, the Commission will have to act and to use all the means at its disposal.
The Commission therefore urges Romania to take time to consult, getting as close as possible to a consensus and drawing on advice from the Venice Commission as well as from the CVM process. It is not too late for Romania to revert to the path of reform.
Ingeborg Gräßle, im Namen der PPE-Fraktion. – Frau Präsidentin, Frau Kommissarin, liebe Kolleginnen und Kollegen! Leider kann man die Ratspräsidentschaft nicht begrüßen, obwohl es viele gute Gründe gäbe, dass sich gerade diese Ratspräsidentschaft das anhört.
Frau Kommissarin, wir müssen uns damit auseinandersetzen, dass Rumänien gerade die Europäische Union führt, und ich sorge mich schon – fassungslos und tief betroffen, denn noch nie haben wir in so schneller Folge einen Zusammenbruch des Rechtsstaats erlebt. Das, was Rumänien sich traut, hat sich noch kein anderer Staat in der Europäischen Union getraut. Ich hoffe, dass die Rumänen damit eine singuläre Geschichte sein wollen. Es wäre gut, wenn die S&D sich früh und sehr viel entschiedener von dieser Sache absetzt, die sich in Rumänien tut.
Ich kann nur der Kommission dazu raten: Wir raten zum Artikel-7-Verfahren. Wir raten auch dazu, Gelder zu stoppen, weil wir die Gelder angesichts des Zusammenbruchs des Rechtsstaats nicht mehr schützen können. Eine offensichtlich überforderte Regierung ist dafür verantwortlich, die eben eine offensichtlich überforderte Ratspräsidentschaft abgeben darf.
Die rumänische Regierung ist Täter, und sie schafft Opfer, und das erste Opfer ist die unabhängige Justiz. Sie fördert damit in beträchtlichem Umfang Korruption. Wir sehen einen sozialistischen Parlamentsvorsitzenden und Parteichef – erstinstanzlich wegen Betrug verurteilt –, der daran viel Verantwortung trägt. Diese Geschichte muss adressiert worden, auch von der S&D, weil ich glaube, dass Doppelstandards hier ganz schlecht wären.
Wir sehen ein Verfassungsgericht, das mit seinem Fall befasst ist und erheblichem Druck ausgesetzt wird. Wir sehen eine Verschiebung des Berufungsverfahrens. Wir sehen, wie die frühere Generalstaatsanwältin Kövesi mit immer neuen Verfahren und fadenscheinigen Anklagen überzogen und gewaltigem Druck ausgesetzt wird – auch hier ein Racheakt. Sie ist die Kandidatin der beiden verantwortlichen Ausschüsse für die neue Europäische Staatsanwaltschaft, und sie ist die Kandidatin des Auswahlgremiums.
Leider, leider hat der Rat wenig unternommen – gar nichts unternommen –, um diese Machenschaften der Ratspräsidentschaft zu sanktionieren. Der Rat trägt deswegen eine klare Mitverantwortung. Er ist bereit, Rumänien für diese Übergriffe auf den Rechtsstaat auch noch zu belohnen. Und das ist etwas, was absolut abgelehnt werden muss. Der französische Kandidat kann deswegen nicht der erste Europäische Staatsanwalt werden. Seine Kandidatur ist das Feigenblatt, hinter dem sich beispiellose Verstöße gegen das Recht und gegen die rumänische Kandidatin des Parlaments verbergen.
Es geht längst um mehr als um eine Stelle für den Europäischen Staatsanwalt. Es geht um die Glaubwürdigkeit Europas und auch um die Glaubwürdigkeit der Kommission und des ersten Vizepräsidenten.
(Die Rednerin ist damit einverstanden, eine Frage nach dem Verfahren der „blauen Karte“ gemäß Artikel 162 Absatz 8 der Geschäftsordnung zu beantworten.)
Andi Cristea (S&D), blue-card question. – Thank you for accepting this intervention. I shall ask the following question in Romanian, so you can use the interpretation system.
– Doamnă Gräßle, dumneavoastră ați spus în intervenția dumneavoastră lucruri reprobabile despre Curtea Constituțională din România. Aș dori să vă întreb - și vă adresez această provocare - cum puteți explica românilor mei că în țara dumneavoastră membrii Curții Constituționale pot fi membri de partid?
Ingeborg Gräßle (PPE), Antwort auf eine Frage nach dem Verfahren der „blauen Karte”. – Lieber Kollege, danke für die Frage. Ich habe gar nicht gerügt, dass das Verfassungsgericht durchaus auch Politiker als Mitglieder hat. Die Frage ist, ob sich diese Politiker an das Recht halten.
Ich habe im Übrigen das Verfassungsgericht verteidigt, weil es im Moment so unter Druck gesetzt wird – von einzelnen Politikern. Darum geht es doch. Und ich möchte Ihnen auch sagen: Es ist höchste Zeit, dass die sozialistische Fraktion dazu Stellung nimmt.
Und warum dürfen alle Rumänen immer abstimmen, wenn es um rumänische Fragen geht? Das ist eine Sache Gesamteuropas. Wir haben es gesehen beim Kandidaten für den Rechnungshof, der uns im Übrigen zumindest nicht die Wahrheit gesagt hat über seine Firmen, die er hat und die europäische Gelder bekommen. Wir haben es gesehen bei der Kandidatin für die Generalstaatsanwaltschaft.
Wann wird sich die S&D-Fraktion endlich dazu durchringen, rumänische Fragen als europäische Fragen zu betrachten? Es ist nicht Sache der Rumänen.
Josef Weidenholzer, im Namen der S&D-Fraktion. – Frau Präsidentin! Ich möchte schon feststellen, dass die Präsidentin hier die Sitzung leitet und nicht Herr Preda.
Im Gegensatz zu meiner Vorrednerin meine ich, dass die rumänische Präsidentschaft in der zur Verfügung stehenden Zeit vieles erreicht hat, allen Befürchtungen und Unkenrufen zum Trotz. Umso verwunderlicher ist es, ...
(Zwischenruf von Herrn Preda)
(Antwort von Herrn Weidenholzer: Sie können mir auch einmal zuhören, Herr Preda. Ein bisschen Disziplin wäre angesagt.)
... dass wir heute diese dringliche Debatte führen müssen. Wir diskutieren diese Fragen ja nicht zum ersten Mal. Im November hat unser Haus in einer Entschließung deutlich gemacht, dass die Überarbeitung der Justiz und strafrechtlichen Vorschriften in Rumänien die Unabhängigkeit der Justiz nicht beeinträchtigen darf, weil nur so die Korruption nachhaltig bekämpft werden kann. Kontrolle und Gegenkontrolle müssen hergestellt und die parlamentarische Überwachung der Nachrichtendienste gestärkt werden. Leider haben unsere Forderungen nicht die notwendige Beachtung gefunden. Das ist sehr bedauerlich.
Es geht nicht gegen Rumänien; es geht um unser gemeinsames Rechtsverständnis. Ein funktionierender Rechtsstaat ist die wesentliche Säule des gemeinsamen Europa, und das wurde in den Kopenhagener Kriterien eindeutig festgelegt. Auf deren Einhaltung zu bestehen, ist daher keine Einmischung in die inneren Angelegenheiten eines Mitgliedstaats, es ist in unser aller Interesse. Natürlich darf das nicht einseitig und oberlehrerhaft sein. Aber die gemeinsamen rechtsstaatlichen Prinzipien müssen wir im Dialog festigen. Das ist unsere Botschaft in Richtung Bukarest. Nur so werden Ost und West zusammenwachsen.
Monica Macovei, în numele grupului ECR. – Doamnă președintă, astăzi în România un grup de politicieni corupți condus de condamnatul și socialistul Dragnea, care este condamnat definitiv și are noi procese, a luat țara în mână și dă cu ea de pământ. Nu respectă programul de guvernare anunțat la alegeri, schimbă legile, șterge infracțiuni, îi subordonează politic pe judecători și procurori, transformă banii de investiții în mită electorală, distrug inima democrației pentru ca ei, politicienii corupți, să scape de justiție. Soarta a 20 de milioane de oameni stă, până la urmă, în cântar cu soarta unuia singur, cu salvarea unuia singur?
Românii nu sunt un popor inert, ieșim în stradă de peste doi ani de zile. Suntem gazați, suntem bătuți, suntem împușcați cu gloanțe de cauciuc sau loviți cu grenade de mână. Asta nu ne împiedică să ieșim. Mai departe, drumul nostru este Europa. Asistăm cu disperare la scufundarea țării lovite de Dragnea, Tăriceanu și gașca lor. Eu nu pot să tac. Nu puteți să ne lăsați să sfârșim ca prizonieri ai câtorva sute de politicieni care au în mână pârghiile puterii.
Vă cer să ajutați România pentru că, sub aparența democrației, România trăiește astăzi o dictatură criminală și tragedia golirii țării. Patru milioane de români au plecat din țară numai în ultimii ani. Ruperea noastră de Europa este coșmarul pe care istoria noastră l-a trăit decenii la rând. Acesta este ultimul tren pe care îl putem prinde.Vrem în Europa!
Sophia in ‘t Veld, on behalf of the ALDE Group. – Madam President, I would like to thank the Commissioner. I have to start by saying that I share Ms Gräßle’s irritation about the absence of the Council, not least because it is the country concerned.
(Applause)
But hold your applause until I have finished, because you may not be so happy any more – I also regret the absence of Mr Timmermans. No offence, Madam Commissioner, but he is the Commissioner and the Vice—President in charge. And what has he done over the last five years? Just last week, the Commission presented a kind of communication on the rule of law which was hardly worth the paper it was written on, and Mr Timmermans didn’t even bother to show up at the Committee on Civil Liberties, Justice and Home Affairs (LIBE) to present it. No, he left it to his civil servants.
Where is he today? What has he done in the last five years? Because now I’m coming to the partisan issue. I am a bit tired of having debates here – today it’s about Romania and it’s the EPP criticising, tomorrow it will be about Hungary and the Socialists will be criticising and the EPP will be, well, not silent because I know that some of you are indeed critical, I know that Ms Gräßle is very outspoken and very, very honest, and some other EPP Members as well – but these debates are always turned into a partisan issue.
It is not a partisan issue. This is about the values laid down in Article 2 of the Treaties that concern us all, regardless of party political colour. I don’t understand – two-and-a-half years ago this House adopted a position, a proposal for a DRF pact, which is a general mechanism covering all the Member States, all the Governments and the Commission. And again, I’m not pointing at you Madam Commissioner, but Mr Timmermans is responsible here. Mr Timmermans said ‘oh, we don’t need that because we’ve got all the tools in the toolbox that we need’. Well, we don’t. Mr Timmermans is a Spitzenkandidat, but Mr Weber is also a Spitzenkandidat. So I would like to know from both Spitzenkandidaten, who are conspicuously absent, both as group leader and Vice—President of the Commission, what they intend to do once they are President of the Commission. Will President of the Commission Weber do what he voted for as MEP Weber, namely propose a fully—fledged DRF mechanism applying equally to all the Member States?
To be perfectly clear here, my group, the ALDE Group, has firmly distanced itself from the ALDE Romania party in government because we are disappointed, not just about the changes to the penal code, but also about their failure to support equal marriage or indeed civil partnership. We are very disappointed about the attitude of the Romanian Government in the case of Ms Kövesi, and we are also very disappointed about their attempts to try and prevent the registration of new parties who want to run in the European elections. So I think we should insist on a DRF pact in the next period.
(The speaker agreed to take a blue-card question under Rule 162(8))
Cristian Dan Preda (PPE), question "carton bleu". – Je suis tout à fait d’accord avec votre critique de la Commission, de M. Timmermans lui-même, mais – sans vouloir faire preuve d’esprit partisan – le président de votre groupe, M. Verhofstadt, n’a rien dit jusqu’à récemment sur la situation en Roumanie. Il s’est tu. La dérive n’a pas commencé il y a trois mois, Madame, et quand on vous a demandé de faire quelque chose, vous n’avez pas bougé. Vous aussi, Madame, vous faites un calcul électoral. Dites-moi: pourquoi M. Verhofstadt n’a-t-il rien dit? Son amitié personnelle avec M. Tăriceanu ou ses amitiés privées comptent-elles plus que les principes que vous invoquez?
Sophia in ‘t Veld (ALDE), blue-card answer. – You’ve got it completely wrong. Just read the minutes of this House – the attitude of this Group has been completely solid. If the EPP had been equally solid on Mr Orban, we wouldn’t be in the situation that we are in with Hungary.
We have to be very critical of what happens in Romania. We have, as I said, formally taken our distance from the other party that is in government, and asked the European ALDE party to expel them from our political family. We are very firm. We do this with a heavy heart because, indeed, there are many years of political friendship. But we stand by our principles, contrary to the EPP which has still not taken its distance from Mr Orban.
I recommend that you read the minutes of this House because I personally, Mr Preda, took part in the debate on Romania and I’ve been very critical, very critical, Mr Preda, and I would beg you to be equally critical of your Member, Mr Orban.
(The speaker agreed to take a blue-card question under Rule 162(8))
Victor Boștinaru (S&D), Întrebare adresată conform procedurii „cartonașului albastru”. – Doamnă in 't Veld, am două întrebări scurte la adresa dumneavoastră. Știți de câte ori Curtea Constituțională a României a declarat acțiunile doamnei Kövesi ca anticonstituționale? De câte ori doamna Kövesi a fost declarată că a încălcat Constituția în România? Și doi, știți că în cazul - care este și în atenția dumneavoastră, dosarul deschis pentru abuz împotriva doamnei Kövesi - cele mai importante mărturii sunt cele ale foștilor adjuncți ai doamnei Kövesi, doi procurori din Direcția Națională Anticorupție care au depus mărturie împotriva doamnei Kövesi? Atunci cum puteți să spuneți că se fac presiuni politice în acest caz?
Sophia in 't Veld (ALDE), blue-card answer. – I’m not going to enter into the details of the court case but to my knowledge, recently the court has judged …
(Objections from Mr Cristea)
… can I finish, do you want to hear, are you interested in the reply? I’ve got 30 seconds and half of it has already gone. What I do know first of all is that the court has already allowed Ms Kövesi to travel and to speak.
The point is that the arguments I always hear against do not make the matter any better, because the image that we have here is of a complete mess, and what we need is the rule of law, not just for the European Union, but for the people in Romania, because young people are craving a country that is stable, where the government is reliable and clean, and all the stories saying, oh, you know, somebody’s in court, and then there’s the secret services interfering. Do you really think that makes it better? I don’t think so.
Judith Sargentini, on behalf of the Verts/ALE Group. – Madam President, the rule of law is not left wing or right wing, and it’s very painful to see here that the Romanian Government is backing up the Hungarian Government by not putting the report on Hungary on the agenda. Everybody has said it, but it’s incredibly disappointing. The Romanian Presidency is not here, that is unbelievable. It’s also the Presidency that is de-legitimising the Parliament’s candidate for the European Public Prosecutor, and with that actually de-legitimising the whole process. Fighting corruption is crucial in the rule of law, and we’ve got a country that is seriously backsliding and that is chairing the European Council right now.
Give me another example... oh, I know, January 2011 when the Hungarian Government was chair of the Council. That was also half a year when nothing happened. People, we need to be ashamed of this: six weeks before the European elections and we’ve got this as an example.
PRÉSIDENCE: SYLVIE GUILLAUME Vice-présidente
Jeroen Lenaers (PPE). – Voorzitter, de EU is meer dan een interne markt of een economisch partnerschap. Het is een unie van landen die samengekomen zijn in de nasleep van oorlog en ellende, en besloten hebben dat ze samen sterker staan dan alleen. Eendracht maakt macht.
Dat klopt. Maar dat klopt alleen wanneer die eendracht gebouwd is op een stevig fundament van gedeelde waarden. En daar ligt tegenwoordig een grote uitdaging. We zien sommige lidstaten weg bewegen van de waarden waarop de EU gebouwd is.
We zien tegelijkertijd het uitblijven van een consistente, eenduidige reactie van de Europese Commissie. Eerste vicevoorzitter Timmermans had in het geval van Polen geen aansporing nodig. Hij startte direct, effectief, terecht en zonder twijfel een artikel 7-procedure.
Van diezelfde daadkracht is richting een land als Roemenië of bijvoorbeeld Malta echter helaas weinig te merken. "Pappen en nathouden" lijkt het devies te zijn richting Boekarest en Valletta.
We kunnen het ons in de Europese Unie niet veroorloven om met twee maten te meten. Waarden kunnen niet alleen verdedigd worden als dat politiek handig uitkomt. Daar zijn ze veel te belangrijk voor. Ook – of eigenlijk zelfs juist – als je vrienden het niet zo nauw nemen met de rechtsstaat, moet je ze een spiegel voorhouden.
Ik hoop dan ook oprecht dat in het geval van Roemenië, maar zeker ook in het geval van Malta, de Europese Commissie dat eindelijk een keer gaat doen.
Dan Nica (S&D). – Doamna președintă, din păcate astăzi avem din nou o dezbatere electorală, o dezbatere în care, fără să se aducă niciun fel de precizare și nici să se spună absolut nimic concret despre România, suntem nevoiți să spunem care este adevărul și, mai ales, să combatem foarte multe dintre lucrurile care au fost spuse și sunt mincinoase.
Care este situația statului de drept? Doamnelor și domnilor - stat de drept fără ca să existe drepturi și libertăți pentru cetățeni nu există.
În 2009, procurorul general al României a semnat un protocol secret cu serviciile de informații. Surprinzător - procurorul general era Kövesi. De doi ani de zile au început să apară dezvăluiri despre o lungă serie de protocoale secrete încheiate cu serviciile de informații și românii au putut să afle cu oroare, cu teamă, cu spaimă că au existat aceste protocoale secrete și că aceste protocoale secrete au condus la abuzuri și nedreptăți abominabile.
Cred că este corect să spunem că românii urăsc dublul standard. Urăsc dublul standard în justiție. Urăsc dublul standard în tot ceea ce înseamnă lucrurile care țin de viața lor de zi cu zi: produse alimentare care sunt contrafăcute și vin și au invadat piața românească, punând în pericol sănătatea acestora, produse farmaceutice.
Românii nu sunt primiți în spațiul Schengen deși din 2011 se îndeplinesc toate condițiile. În toate aeroporturile sunt milioane de români. În toate punctele de trecere a frontierei cetățenii europeni sunt într-o parte, iar românii în cealaltă parte. 80 % dintre români în toate sondajele de opinie spun că este inadmisibil și nu recunosc ca fiind legitime abuzurile care au fost făcute în justiție, aceste abuzuri care trebuie să fie odată pentru totdeauna curmate. Și vreau să știți de ce spun aceste lucruri, pentru că au putut să vadă la televizor în fiecare zi mărturii, mărturii și mărturii. Iar românii sunt sensibili pentru că au trăit aceste abuzuri în perioada comunistă și nu vor să accepte că există judecători care sunt șantajați, judecători și procurori care sunt în filmați în baie, în dormitor ca să poată să fie șantajați pentru a li se indica și a li se cere o anumită soluție într-un dosar.
Românii vor să fie tratați ca parteneri egali, ca cetățeni ai Uniunii Europene. Românii nu vor și nu acceptă această discriminare, care nu este bazată pe absolut nimic concret și este nemeritată. Tuturor celor care au urechi să audă și ochi să vadă le spunem un singur lucru: România merită mai mult și românii merită mai mult!
Renate Weber (ALDE). – Doamnă președintă, România este într-un mecanism de cooperare și verificare cu Comisia Europeană. Nu o dată, politicieni români au fost sever criticați în rapoartele MCV pentru declarații publice privind cazuri concrete din tribunale, considerând că astfel de practici sunt o ingerință în justiție.
Și totuși, în urmă cu câteva săptămâni, lideri ai acestui Parlament European au cerut imperativ autorităților din România, parchete și tribunale deopotrivă, să oprească o investigație împotriva unui cetățean român căruia îi fuseseră respectate toate drepturile procedurale prevăzute de lege. Consiliul Superior al Magistraturii din România, garantul constituțional al independenței justiției, a declarat că acești lideri, Antonio Tajani, Manfred Weber, Guy Verhofstadt, prin declarațiile lor au pus presiune pe judecătorul național care urma să soluționeze cauza, o ingerință cu consecința subminării independenței justiției.
E timpul, dragi colegi europeni, să încetați cu standardele duble și să vă comportați exact așa cum le cereți politicienilor din alte țări, chiar și în campanie electorală.
Cristian Dan Preda (PPE). – Doamnă președintă, trebuie să spun că regret, la rândul meu, faptul că Guvernul României nu este reprezentat astăzi de nimeni, nici pentru a participa la dezbaterea despre România și nici pentru a reprezenta președinția rotativă a Consiliului European. Asta nu vădește decât dispreț față de instituții și față de Parlamentul nostru și față de Consiliu. E regretabil că la prima președinție românească suntem în această situație.
Aș vrea să spun, pe de altă parte, că trebuia să fie cineva aici pentru că, din nefericire, regimul de la București, regimul românesc, nu mai este un stat de drept. Nu mai este un stat de drept pentru că majoritatea aflată la guvernare din 2016 încoace face exact ceea ce domnul Nica descria, și anume o presiune enormă asupra judecătorilor, procurorilor, asupra întregului corp de magistrați, creând chiar instituții pentru a-i obliga să revină asupra deciziilor luate, decizii definitive, pentru a-i obliga să nu urmărească fapte de corupție. Totul, până la urmă, pentru a-l salva pe marțafoi.
Au în fruntea partidului un om condamnat pentru corupție de două ori, un om care e în fruntea Camerei. Spuneți-mi și mie o țară din Uniunea Europeană, de la Al Doilea Război mondial încoace, care a avut drept lider al unui partid - cel mai important ca număr și care a continuat să rămână în această poziție -, pe cineva condamnat de două ori. Cine e premiat în Uniunea Europeană pentru că fură? Cum putem să acceptăm această coaliție a mârșavilor care vor să distrugă o țară pentru un marțafoi? Asta e întrebarea.
Maria Grapini (S&D). – Doamnă președintă, doamnă comisar, stimați colegi, dați-mi voie să fac o remarcă: este un eșec această dezbatere, doamnă comisar, se vede din prezență. Suntem douăzeci de persoane aici - liderii, cei mai critici la adresa României, lipsesc de aici, sunt lași. Recent, domnul Weber a îndrăznit să vină în România, în țara mea, să spună guvernului să sisteze un proces în derulare.
Doamna comisar, sunteți de specialitate, știți bine că în materie de organizare judiciară și în domeniul justiției nu se poate amesteca nici guvernul din țara respectivă, dar nici oficialii europeni. Și vreau să vă spun că prin intervențiile oficialilor europeni de fapt ați afectat justiția în România. Cetățenii din România nu înțeleg de ce anumiți oficiali, anumiți europarlamentari se amestecă în procese în derulare.
Ce vrem noi? Vrem o Europă comună? Cum să facem o Europă comună? Este campanie? Da, pentru că domnul Preda mai devreme spunea „faceți și dumneavoastră campanie”. Asta înseamnă că PPE-ul, care a declanșat această analiză, face campanie.
Doamna comisar, nu mie trebuie să-mi răspundeți, ci românilor. Să înțeleagă din ce ați prezentat dumneavoastră aici - pentru că se înregistrează. Nu ați dat măcar un exemplu de încălcare a statului de drept - unul singur! Guvernul României pe președinția rotativă are succes! Vă pare rău că are succes, că a încheiat atâtea dosare? Pentru ce faceți acest lucru?
S-a încheiat anul trecut cu o rezoluție, o rezoluție nedreaptă, și știți, doamnă comisar, că este un punct acolo pe care nu l-ați pune la nicio altă țară. Învinovățiți România că a schimbat un șef de instituție. Păi șeful acela de instituție a făcut ravagii în justiție. Nu mai spun de protocoalele pe care le-a admis - spun de viețile oamenilor, de procese pierdute, mii de procese. Dumneavoastră chiar ați spus că trebuie reluate niște procese. Să lăsăm oamenii cu nedreptate sau să reluăm procesele? Pe cine apărați? România nu este Kövesi! România nu este o persoană! România înseamnă douăzeci de milioane de persoane - și vă rog să le tratați cu respect.
Gunnar Hökmark (PPE). – Madam President, undermining the independence of the judiciary; undermining the independence of the prosecutors; hindering new parties from being established; trying to legalise corruption; fighting not corruption but those who fight corruption; getting rid of uncomfortable leaders of independent authorities; prohibiting them from leaving the country. Of course this is a collapse of the rule of law. And what worries me maybe most is the denials. But I must say also, Mr Weidenholzer, the silence from the Socialist Group is thundering. Your contribution here tonight was not impressive, and I will tell you why.
The defence of rule of law and democracy does not follow party colours. The misuse of power in Hungary or in Poland doesn’t excuse it in Romania, and I have heard you – all of you – be very vocal, just as I am about Hungary, just as I am about Poland. But your silence is thundering. You’re misusing your obligation to defend democracy: you as a leader here tonight in the Socialist Group. That is wrong.
Petri Sarvamaa (PPE). – Madam President, well where on earth is Vice-President Timmermans? I don’t – do I see him? No. Where is the Romanian Presidency? I don’t see them either. The European Union was founded in order to prosper peace, democratic principles and the rule of law. As my EPP colleagues, I am extremely concerned about the state of the rule of law and the recent developments in Romania. We cannot accept the Romanian Government’s continuous attempts to make changes to the Romanian penal code through emergency ordinance, which aim at decriminalising corruption progressively. We cannot accept the continuous attempts to interfere with the independence of the judiciary. The special section for investigations, which puts pressure on the judges and prosecutors, has to be stopped. All in all, defending the rule of law and urging the Romanian Government to stop acting against the core values of the European Union should be considered as top priorities for all of us. And by the way, I would advise Madam in 't Veld to take a closer look at the decision the EPP made in Brussels on 20 March. I don’t think your comments do full justice to that decision.
Victor Boştinaru (S&D). – Doamnă președintă, vreau să reamintesc colegilor de la PPE - poate nu au aflat, poate erau absenți -, că decizia ca să nu fie reprezentat Consiliul la această dezbatere aparține Conferinței Președinților. Domnilor colegi, întrebați-vă liderul de grup, întrebați-vă cum de a dispărut propunerea dumneavoastră înainte de... (Președinta a retras cuvântul vorbitorului)
La Présidente. – Monsieur Boştinaru, vous auriez dû invoquer un article, ce n’est pas un rappel au Règlement.
Siegfried Mureşan (PPE). – Doamnă președintă, stimată doamnă comisar, stimați colegi, România este o țară proeuropeană. Poporul român dorește valori europene, dorește justiție, dorește dreptate, dorește stat de drept. De doi ani de zile, sute de mii de oameni ies în stradă pentru a apăra valori europene. Oamenii politici au datoria să asculte întotdeauna voința poporului, iar oamenii politici nu au voie să modifice niciodată legi în propriul interes. Spun foarte clar: milioane de oameni cinstiți din România nu doresc nici amnistie, nici grațiere. Și de aceea, cer Guvernului României să țină cont și să implementeze toate recomandările experților independenți de la Comisia de la Veneția, recomandările exprimate de Comisia Europeană în cazul mecanismului de cooperare și verificare.
Guvernul României are datoria să asculte de popor, iar tocmai de aceea președintele României, domnul Klaus Johannis, a convocat pentru data de 26 mai un referendum în cadrul căruia poporul român să se poată exprima cu privire la ce fel de justiție dorește. Oamenii să poată spune foarte clar că nu doresc nici amnistie și grațiere și nu doresc modificarea legislației penale peste noapte în mod intempestiv. Legislația penală trebuie să fie modificată ținând cont de avizul magistraților, de avizul ONG-urilor și, evident, ținând cont de recomandările partenerilor noștri internaționali. Rog, doamna comisar, rog Comisia Europeană să fie alături de poporul român în această luptă pentru justiție și pentru valori europene.
[Vorbitorul a acceptat să răspundă unei întrebări adresate în conformitate cu procedura „cartonașului albastru” (articolul 162 alineatul (8) din Regulamentul de procedură).]
Maria Grapini (S&D), Întrebare adresată conform procedurii „cartonașului albastru”. – Domnule Mureșan, ați spus că s-au modificat legi... intru concret într-o întrebare. Pentru că ați făcut o afirmație - că s-au modificat peste noapte legi în domeniul justiției - puteți să dați exemplu de o singură lege, în afară de cea modificată de domnul Cioloș peste noapte cu doamna ministru Prună? Mai cunoașteți vreo altă lege care s-a modificat peste noapte?
Siegfried Mureşan (PPE), Răspuns la o întrebare adresată în conformitate cu procedura „cartonașului albastru”. – Mulțumesc doamnei Grapini pentru întrebare. Este un șir lung de ordonanțe de urgență date de ultimele trei guverne ale României, prima la finalul lunii ianuarie 2017, Ordonanța de Urgență nr. 13, care a scos sute de mii de oameni în România, ordonanță menită să slăbească combaterea corupției, să slăbească statul de drept din România.
Interventions à la demande
Lívia Járóka (PPE). – Madam President, I would like to congratulate the Romanians and I know what it is to be in your shoes, being Hungarian. But this speech is against double standards and I have to say that Ms Gräßle has reconsidered many of the accusations that I’m against Hungary, as also this time against Romania. Many times it comes to light – how come Romania has come so far when it comes to the integration of the poorest people? Today there is a crisis situation all around Europe, with people being sent out of their settlements because EU money is only very slowly coming to these places in Europe. So I would like to ask the Romanian Presidency to stand together with the Council, with the Commission – several Commissioners, among them Madam Crețu – to make sure that the unused money in the Structural Funds will be very quickly used to help those citizens of Europe who are not receiving the EU money being spent on them because there are difficulties in the bureaucracy and therefore they will be evicted. So please, let’s stop eviction everywhere in the Roma settlements around Europe...
(The President cut off the speaker)
Andi Cristea (S&D). – Doamnă președintă, doamnă comisar, tăcerea dumneavoastră în fața abuzurilor din România este asurzitoare. Vreau să vă spun foarte clar: obiectivul partidului meu este consolidarea proiectului european și eliminarea standardelor duble pe care dumneavoastră le tolerați. Populismul și extremismul care amenință proiectul european își trag rădăcinile din desprinderea de realitate a oficialilor europeni față de ce se întâmplă în capitalele europene. Din cauza lipsei de bun-simț în abordările Comisiei Europene față de MCV și abuzurile dovedite în țara mea, reputația Uniunii Europene are de suferit. Implicarea Bruxelles-ului, apelurile sale la implicare în procesele judiciare și constituționale din România este inacceptabilă.
Unii dintre dumneavoastră se vor regăsi și în viitoarea formulă a Comisiei și vă cer să încetați amestecul brutal în procesele judiciare și constituționale ale statelor membre. Sunteți gata să ne folosiți ca material didactic doar ca să câștigați câteva procente în bătăliile dumneavoastră interne electorale. (Președinta a retras cuvântul vorbitorului)
Marek Jurek (ECR). – Pani Przewodnicząca! Pani komisarz Jourová powiedziała, że jeżeli sytuacja w Rumunii się nie zmieni, to Komisja podejmie konieczne działania. Na szczęście ta Komisja żadnych działań nie podejmie, już dość działań szkodliwych w tej kadencji podjęła. Może co najwyżej wykonać gesty wyborcze i pan Timmermans, o którego pytano, jeszcze zapewne wiele takich gestów politycznych, wykorzystując swoje stanowisko, zrobi.
Natomiast jeżeli chodzi o Rumunię – sytuacja w Rumunii jest trudna, jest nie mniej skomplikowana niż w Wielkiej Brytanii. Mnie nie podoba się tolerancja władzy dla tak zwanej drobnej korupcji, bo korupcja zawsze jest złem, a upowszechniona korupcja jest złem powszechnym, ale nie podoba mi się również permanentna, wieloletnia inwigilacja polityków, bo społeczeństwo inwigilowane nigdy nie będzie wolne. Również wolny nie będzie naród, którego zasadą staje się zwracanie się do zagranicy jako do arbitra swoich własnych problemów. Ten problem w interesie Europy muszą rozwiązać sami Rumuni.
Norica Nicolai (ALDE). – Doamnă președintă, să provoci o dezbatere despre statul de drept, instituție fundamentală în Uniunea Europeană, și să nu vii la ea înseamnă că fie desprețuiești dezbaterea și statul de drept și îl utilizezi doar din rațiuni formale și politicianiste, fie că îți dai seama că este o dezbatere care dezonorează. Nu știu dacă ne dezonorează pe noi în acest hemiciclu, dar oricum este o dezbatere care nu are niciun fel de substanță. E un fel de reluare a filmului lui Steven Spielberg, doamnă comisar, când cineva era condamnat pentru ceea ce gândește.
Asta ați făcut dumneavoastră astăzi, pentru că, dacă ați fi avut minima decență să verificați ce s-a întâmplat în România, ați fi văzut că nu am adoptat nicio lege și pentru asta suntem criticați. Dar eu înțeleg nevoia de voturi, înțeleg dorința unora de a rămâne la putere, de a-și perpetua puterea, dar trebuie să înțelegeți și dumneavoastră că acest tip de comportament îndepărtează cetățeanul de Europa și, pentru asta, cred că merită să abandonăm și bruma de voturi și populismul de care ați dat dovadă astăzi.
Krisztina Morvai (NI). – Tisztelt Elnök Asszony! Jurová biztos asszonyhoz van konkrét kérdésem. Ismeri-e Jurová asszony Beke István és Szőcs Zoltán kézdivásárhelyi lakosoknak a büntető ügyét? Ez egy jó példa – idézőjelben mondom, hogy jó – arra, ami itt többször elhangzott, hogy tudniillik a politika pressziót gyakorol a büntető igazságszolgáltatásra és a leggyalázatosabb bolsevik időket idéző módon a titkosszolgálatokkal összefonódva, a politikum, az igazságszolgáltatást, a büntető igazságszolgáltatást, a bebörtönzést, előzetes letartóztatást használja fel a politikai célok megvalósítására. Beke és Szőcs Zoltán esetében egy koncepciós büntető per keretében öt év szabadságvesztést kaptak olyanok, akik kizárólag a magyar nemzeti közösség emberi jogaiért harcolnak, ezért Románia politikai ellenfélnek tekinti és bebörtönözte őket. Mit tud erről az ügyről, és mit tanácsol a hozzátartozóknak?
Răzvan Popa (S&D). – Doamnă președintă, doamnă comisar, din păcate, constat că iarăși nu este o dezbatere, ci este un festival de lozinci electorale ale celor care au inițiat această așa-zisă dezbatere, pentru că nu există niciun element concret și dumneavoastră ați spus la începutul discuției că nu vreți să discutăm despre lucruri concrete. De fapt, nimeni nu vrea să discute despre lucruri concrete, ci doar despre îngrijorări și despre riscuri. Păi, doamnă comisar, ar trebui să ne îngrijorăm, dacă vreți, și să discutăm despre riscuri atunci când înalți oficiali europeni de aici, de la această tribună, au spus magistraților din România ce și cum să facă, ceea ce este inacceptabil. Statul de drept înseamnă să lăsăm justiția să își facă treaba, nu să îi dictăm, indiferent de rangul pe care îl au, sau l-au avut, ce și cum să facă.
Claudia Țapardel (S&D). – Doamnă președintă, doamnă comisar, îmi încep intervenția prin a pune o întrebare: atunci când vorbim despre statul de drept, vorbim sau nu despre respectarea drepturilor și libertăților cetățenilor? Pentru că despre asta este vorba, aceasta este lupta și efortul pe care îl face guvernul din România, de a asigura un sistem de justiție corect, în care drepturile și libertățile cetățenilor sunt respectate, în care luptăm împotriva protocoalelor secrete, luptăm împotriva abuzurilor unor procurori, luptăm pentru a nu mai avea vieți și cariere distruse.
De aceea, doresc să transmit tuturor forțelor politice din acest Parlament care folosesc România ca temă de campanie electorală, că voturile se câștiga prin prezența la vot, prin credibilitatea pe care o aveți în ochii electoratului. Consider că este inacceptabil ca în pragul campaniei electorale să se facă din nou o dezbatere prin care se atacă politica internă a unui stat membru. Vorbim iarăși de o dublă măsură la nivelul instituțiilor europene și acest lucru este de neacceptat. Consider că ceea ce se întâmplă astăzi aici este doar un joc politic electoral, care afectează din nou credibilitatea Parlamentului European... (Președinta a retras cuvântul vorbitoarei)
Mircea Diaconu (ALDE). – Doamnă președintă, mi-e greu să înțeleg cum putem vorbi despre ceva, care se numește stat de drept, care nu e definit. Câtă vreme politica penală este competență națională - și diferențele între politicile penale ale statelor membre sunt uriașe -, este imposibil să poți face orice evaluare. De aceea, din păcate, trebuie să spun, aici e doar zgomot. Deci tot ce se întâmplă este doar zgomot, atât și nimic mai mult.
E competență românească, națională. Aștept și eu, personal, de la sistemul de justiție românesc și de la Parlamentul României să își stabilească regulile, firește, după principii europene. În rest, din păcate, asta trebuie să spun neapărat, în România într-adevăr nu este stat de drept, după părerea mea, nu a apucat să fie. Așa că e foarte mult de lucru până vom fi acolo. Aștept însă de la următorul Parlament să definească statul de drept în formă și în fapt.
Maria Gabriela Zoană (S&D). – Doamnă președintă, doamnă comisar, dragi colegi, România este țara mea și, atât timp cât și eu voi fi aici și o voi reprezenta în Parlamentul European, nu voi permite nimănui să spună minciuni despre ea. România este stat de drept. O spun încă o dată - România este stat de drept.
Cu toate acestea, imaginea pe care anumite partide românești încearcă să o proiecteze în spațiul public este total diferită. Interesele electorale ale opoziției și interesele politice ale unor partide europene fac ca imaginea justiției din România să fie prezentată în mod eronat. Cei care reclamă în Europa nerespectarea de către România a statului de drept sunt aceiași care acasă în țară fac presiuni asupra justiției, încercând să influențeze sistemul juridic pentru condamnarea, chiar fără probe, a unor politicieni sau, dimpotrivă, fac presiuni asupra justiției de clemență față de anumite persoane aflate în cercul lor de influență. Atunci când membrii opoziției din România sesizează anumite aspecte care li se par neconforme cu legea, ar trebui ca, în primul rând, ei să se oprească din a o mai încălca prin presiunile pe care le fac asupra justiției. (Președinta a retras cuvântul vorbitoarei)
Ana Gomes (S&D). – Madam President, I voted here in this Parliament for Romania to join the EU and fought those who wanted to keep Romania out, and then the ransom because of the Moratorium on the International Adoption of Children. I backed all those in Romania who fought the immoral and corrupt business of exporting Romanian children, most were from the PSD.
Fifteen years later I am appalled that the EU is under a Romanian Presidency which does not even bother to be here today, which is captured by a PSD leader, Liviu Dragnea, whom the European Anti-Fraud Office (OLAF) identifies as having created a criminal organisation to steal millions in EU funds. As a socialist, I have higher demands from my own political family and that is why I have not been shy in criticising what’s going on in Romania, and I am relieved to see that, finally, my Group has had the courage to suspend the Romanian PSD while this criminal capture persists.
As Commissioner Jourová said, this is about the rule of law, not only in Romania but in the EU. And if you want to back all these Romanian citizens who braved the harsh winter demanding, indeed, the rule of law, then we have to back them in the fight against corruption.
Juan Fernando López Aguilar (S&D). – Señora presidenta, comisaria Jourová, intervengo desde la bancada socialista en este debate sobre el Estado de Derecho en Rumanía. Y no lo hago en rumano, ni en húngaro, ni en polaco, respetadas lenguas oficiales de la Unión que han estado muy presentes en este debate, por una razón transparente. Y es que el debate sobre la lucha contra la corrupción, el Estado de Derecho, la democracia y los derechos fundamentales es a menudo subvertido en un debate de acusaciones cruzadas entre aquellos países que han sido sujetos al artículo 7 por incumplimiento de los principios consagrados en el artículo 2 del Tratado de la Unión Europea y otro país en el que no se ha producido un conjunto de reformas constitucionales directamente agresivas contra esos principios.
Pero lo fundamental es que el trabajo está todavía por hacer. Un mecanismo fiable, sólido, de verificación, de cumplimiento de los principios consagrados en el artículo 2 del Tratado de la Unión Europea. Estado de Derecho, derechos fundamentales, calidad democrática y, también, lucha contra la corrupción.
Y ese mecanismo, señora Jourová, es exigible a la Comisión, de acuerdo con las Resoluciones que hemos adoptado en este Parlamento Europeo. Se lo exigimos a la Comisión que deba venir de la próxima investidura del Parlamento Europeo, tras las elecciones del 26 de mayo.
(Fin des interventions à la demande)
Věra Jourová,Member of the Commission. – Madam President, first let me express the conviction that I represent here the whole College, the whole Commission. So that’s the reaction for you who criticised First Vice-President Timmermans for not being here today. Frans Timmermans has engaged very intensively in continuous, long-lasting dialogue with the Romanian authorities and he is the last person who should be criticised for doing something wrong or something negative against Romania.
The second comment: the Commission does not interfere in individual cases in Romania. This is the reaction to Ms Grapini. This is our principle: we do not interfere. We are looking at a systemic situation, at the situation in the legislation, and that’s why we are addressing the recent legislative changes which we see in Romania, because the cumulative potential of the individual changes might lead to the breach of the rule of law in Romania.
Last comment to Ms Morvai: No, I don’t know the basis.
I very well remember my own case from 2006. I was accused of corruption in 2006, with a very dirty political case. It was purely motivated by political interests and it was a charade for the media, and I still remember that when sitting in the jail, not for a single second did I believe that any judge in my country would send me to jail after indictment in the court. I believed in independent justice in my country and by the way the case never got to the court because there was not the slightest evidence. It was just politically initiated, a dirty game for the media.
I remember it very well and it’s a paradox that Romania was the country which offered me work after this, because everything was destroyed by this. I will not go into details but it also affected horribly my family. I worked in Romania. This country gave me a chance to provide my knowledge and expertise and that’s why I should be the last person who could be accused now of doing something against Romania.
I just have to share the view that in Romania we might get into the situation of irreversible changes in the judiciary system, the systemic breach of rule of law, where the independence and impartiality of the judiciary is endangered. I was following closely what Romania is doing through the CVM exercise. I was happy about the reform going in the right direction and at the same time, I was very scared about the changes which started to go in a very wrong direction and this is where we are now.
The independent judiciary is a very important pillar of the democratic state and it is something which is being developed over decades. In all the Member States we saw a very long process which led to the well-balanced constitutional system, with a very strong independent judiciary as the main part of it, or one of the main parts. But it can be destroyed literally overnight and this is what the Commission doesn’t want to happen in Romania.
So again, the debate, the dialogue is ongoing. I agree with those of you who said that Romania and the Romanians deserve more. So we would like to help Romania. Now the debate is ongoing on a technical level, I would wish us to come back to the political level and have a positive dialogue which will lead to positive changes and the reform coming back on track in Romania.
(Applause)
La Présidente. – Non Monsieur Pavel, je ne vous ai pas donné la parole. Vous êtes arrivé au dernier moment, vous ne pouvez pas poser une question «carton bleu» sur la prise de parole de Mme Jourová. Donc, sauf si vous avez un rappel au Règlement avec un numéro... Non, ne parlez pas sans micro, comme cela dans votre coin, cela ne sert à rien. Je suis désolée, mais il aurait fallu que vous arriviez un tout petit peu plus tôt dans ce débat.
Le débat est clos.
16. Distribuzzjoni transfruntiera ta' fondi ta' investiment kollettiv - L-iffaċilitar tad-distribuzzjoni transfruntiera ta' fondi ta' investiment kollettiv (dibattitu)
La Présidente. – L’ordre du jour appelle la discussion commune sur:
- le rapport de Wolf Klinz, au nom de la commission des affaires économiques et monétaires, sur la proposition de directive du Parlement européen et du Conseil modifiant la directive 2009/65/CE du Parlement européen et du Conseil et la directive 2011/61/UE du Parlement européen et du Conseil en ce qui concerne la distribution transfrontière des fonds communs de placement (COM(2018)0092 - C8-0111/2018 - 2018/0041(COD)) (A8-0340/2018), et
- le rapport de Wolf Klinz, au nom de la commission des affaires économiques et monétaires, sur la proposition de règlement du Parlement européen et du Conseil visant à faciliter la distribution transfrontière des fonds communs de placement et modifiant les règlements (UE) nº 345/2013 et (UE) nº 346/2013 (COM(2018)0110 - C8-0110/2018 - 2018/0045(COD)) (A8-0431/2018).
Valdis Dombrovskis,Vice-President of the Commission. – Madam President, investment funds provide opportunities for European citizens to save for their future. They are also an important tool to channel private savings into the economy and increase funding for European companies.
But today the markets for investment funds are mostly national. For example, 70% of investment funds are sold only in the domestic market. The share of UCITS funds – that is marketed in more than three countries – is relatively low, 37%, and for alternative investment funds the share is even lower, only around 3%. This is partly due to regulatory barriers that hinder cross—border fund distribution.
As part of the capital markets union, the Commission proposed measures to reduce these barriers and improve the functioning of the single market for European investment funds. Our goal is simple. We want managers from anywhere in the EU to be able to easily sell their funds across the EU without compromising on investor protection. We propose to achieve this by reducing administrative burdens and by improving clarity for fund managers who want to market their funds across the EU.
I would like to thank the rapporteur, Mr Wolf Klinz, and the shadow rapporteurs for making efforts to advance the file quickly.
(Interruption due to an interpretation problem)
I would also like to congratulate you for having quickly achieved a political agreement with the Council in trilogue negotiations. The Commission supports the agreement reached. It strikes the right balance between facilitating cross—border distribution of investment funds and ensuring investor protection. I would give you one example of this careful balance. Parliament and the Member States decided to allow managers to promote actively the existing funds to potential new investors without having to comply with all the marketing rules. At the same time, the co-legislators introduced safeguards to ensure sound supervision of these practices and limit the risk of the circumvention of EU rules.
I hope that tomorrow’s vote will confirm this important building block of the capital markets union.
Alain Lamassoure, au nom du groupe PPE. – Madame le Président, Monsieur le Commissaire, je voudrais féliciter l’équipe de négociations sous l’autorité de notre rapporteur Wolf Klinz, qui devrait arriver d’une minute à l’autre, pour le résultat qui a été obtenu sur cet important dossier.
Nous allons voter demain un texte important pour le parachèvement de l’union des marchés des capitaux, comme vient de le rappeler le vice-président Dombrovskis. La Commission sortante, dont je salue le travail en la matière, avait souhaité apporter des réponses précises et ciblées aux barrières qui subsistent encore pour les investissements transfrontières au sein de l’Union.
L’accord trouvé avec le Conseil au cours des négociations interinstitutionnelles semble satisfaisant et équilibré. Il prend en compte la plupart des questions qui avaient été soulevées par le Parlement. Il propose notamment de rendre la procédure de dénotification des fonds plus pragmatique, en abolissant la logique des seuils qui était par nature arbitraire. De même, pour ce qui est de la pré-commercialisation, sous l’impulsion du Parlement le mécanisme a été élargi aux fonds préexistants et les exigences relatives aux documents de pré-commercialisation ont été rationalisées. Ainsi l’outil sera plus efficace et adapté aux objectifs poursuivis. Au total, nous sommes parvenus à maintenir les garde-fous nécessaires pour éviter que ces nouvelles opportunités ne donnent lieu à d’éventuels contournements, notamment de la part d’acteurs de pays tiers.
Enfin, alors que l’idée d’une supervision européenne, au niveau d’une autorité européenne, semble parfois contestée, je me réjouis de voir que le compromis répondant à la volonté du Parlement donne un rôle accru à l’Autorité européenne des marchés financiers, l’ESMA. Cette évolution vers plus de supervision commune est un volet indispensable au fonctionnement fluide et efficace de notre union des marchés des capitaux.
Mady Delvaux, au nom du groupe S&D. – Madame la Présidente, je voudrais à mon tour remercier l’équipe et surtout notre rapporteur, M. Klinz, qui a mené nos débats et les trilogues avec beaucoup d’efficacité, ce qui nous permet de clore le dossier avant la fin de la mandature.
Cette réglementation a pour objectif de faciliter la distribution transfrontière des fonds d’investissement car actuellement, la plupart des fonds européens ne sont proposés que dans un seul État membre, leur État national, et beaucoup de gestionnaires hésitent à entrer sur un nouveau marché, ce qui réduit le choix des investisseurs de ce pays. Or, nous avons besoin en Europe d’investisseurs et de capitaux pour financer notre économie, d’où cette proposition qui devrait enlever des barrières et encourager les fonds à explorer le potentiel d’un nouveau marché, en définissant par exemple ce qu’est le prix marketing. Elle harmonise aussi les conditions selon lesquelles les fonds peuvent quitter le marché d’un État membre si le succès espéré n’est pas au rendez-vous. Nous avons beaucoup insisté pour que les autorités de surveillance soient informées des activités des fonds dans un État donné afin qu’elles puissent accomplir leur mission de surveillance et pour qu’il y ait un véritable échange d’informations entre les autorités de surveillance, mais aussi avec l’Autorité européenne. En effet, ce sont les conditions indispensables pour garantir une information et une protection adéquates des investisseurs, c’était notre préoccupation principale. Grâce aux compromis trouvés, nous sommes également certains que les gestionnaires de fonds continueront à remplir leur obligation d’information envers les investisseurs d’un pays, même après l’avoir quitté.
Je ne voudrais pas terminer sans dire un mot sur les PRIIP et le document d’informations clés. Mon groupe n’a pas demandé qu’un délai supplémentaire de deux ans soit accordé aux OPCVM avant qu’ils ne soient obligés d’appliquer les dispositions relatives au document d’informations clés.
J’en appelle à la Commission d’accélérer les travaux afin que cette extension ne soit pas de deux ans mais qu’elle soit la plus courte possible.
Νότης Μαριάς, εξ ονόματος της ομάδας ECR. – Κυρία Πρόεδρε, η ανάπτυξη της ευρωπαϊκής κεφαλαιαγοράς είναι πράγματι αναγκαιότητα, ιδίως σε μια φάση όπου το ίδιο το τραπεζικό σύστημα δεν μπορεί να ανταποκριθεί στη ρευστότητα που είναι απαραίτητη για την ανάπτυξη της πραγματικής οικονομίας. Για τον λόγο αυτόν, τα συλλογικά επενδυτικά κεφάλαια μπορούν να παίξουν σημαντικό ρόλο και μάλιστα συγκεντρώνουν πολλά δισεκατομμύρια ευρώ. Ταυτόχρονα, όμως, πρέπει να παρατηρήσουμε ότι σε μεγάλο βαθμό αυτά τα κεφάλαια δεν κατευθύνονται στην πραγματική οικονομία. Επί του πρακτέου, αποτελούν μέρος και λειτουργία αυτού που ονομάζουμε «οικονομία-καζίνο», γι’ αυτό και πρέπει να υπάρξει ένας επιπλέον έλεγχος. Διευκόλυνση σε επίπεδο διασυνοριακό, αλλά ταυτόχρονα οι εθνικές εποπτικές αρχές πρέπει να έχουν τα μάτια τους ανοιχτά και να μπορούν να παρακολουθούν τις εξελίξεις και να βλέπουν ότι αυτά τα κεφάλαια όντως επενδύονται στην πραγματική οικονομία και προστατεύονται οι ίδιοι οι επενδυτές.
Stefan Gehrold (PPE). – Frau Präsidentin! Die zu verabschiedenden Regelungen zur Vereinfachung des grenzüberschreitenden Vertriebs von Investmentfonds sind ein wichtiger Schritt zur Beseitigung von Hindernissen im Binnenmarkt. Sie fördern die Kommunikation und die Transparenz und führen zu einem integrierteren Markt.
Der Zuwachs an Wettbewerb erlaubt es Finanzdienstleistern, eine erweiterte Angebotspalette vorzuhalten. Dies schafft mehr Möglichkeiten für Investoren, was sich wiederum positiv auf Finanzierungsbedingungen auswirkt, sowohl für den Einzelnen als auch für Unternehmen, insbesondere KMU.
Ich sage dies an dieser Stelle nicht nur als Wirtschafts- und Finanzpolitiker, sondern auch als Entwicklungspolitiker. Denn unser Engagement sollte über die Grenzen Europas hinausgehen und eben auch Wohlstand bei unseren Partnern fördern. Ich betrachte es daher als Pflicht, für die Unternehmen und deren grenzüberschreitendende Zusammenarbeit zu sorgen und diese zu unterstützen, und ich begrüße neben dem vorliegenden Vorschlag auch den Vorschlag zur Nutzung von KMU-Wachstumsmärkten. So, wie es der verbesserte Zugang zum Kapitalmarkt den Unternehmen vereinfachen wird, dort Finanzierung zu suchen, wird der angemessene, grenzüberschreitende Vertrieb von Investmentfonds es den Finanzdienstleistern ermöglichen, ihre wichtige Stelle als Intermediäre wahrzunehmen.
Neena Gill (S&D). – Madam President, firstly, my sympathies on hearing about the fire at Notre Dame Cathedral. It is really very sad – a beautiful cathedral.
Now to the report. The smooth distribution of EU cross-border investment funds is hindered by national regulatory barriers. Of the EUR 14.3 trillion investment fund, 70% of total assets under management are held by funds authorised or registered for distribution only in the domestic market. Only 37% of UCITS and about 3% of alternative investment funds are currently registered for distribution in more than three Member States. This makes a Capital Markets Union rather meaningless. So four years on, this flagship project will finally reduce some barriers, increase transparency and remove overly complex and burdensome national rules. It is a win for the investors, getting more choice, better value and protection.
I welcome this reform as a critical step. However, to ensure, say that a Portuguese retail investor can be fully confident in investing in Latvian investment products, more work needs to be done in terms of the fees charged. My question to the Vice-President is: are there any preparations for greater transparency and standardisation on the capping of the fees charged?
Sirpa Pietikäinen (PPE). – Madam President, there is a desperate lack of both venture capital and own investment from collective investment funds in Europe. As my colleague Neena Gill already said, at the moment, compared with the USA or compared with Asian countries, our situation is close to meaningless because Member States are setting different kinds of rules because of the cost structure and because marketing regulations are very opaque. The investors have not dared to really take up the Capital Markets Union. So I really do welcome this piece of legislation that actually, hopefully, opens things up by setting clearer rules for pre-marketing and marketing regulation, and thus also improves consumer protection. The next steps that should be taken are creating fully fledged European supervision, and then a greater transparency on cost structures.
Valdis Dombrovskis,Vice-President of the Commission. – Madam President, once again I would like to thank the rapporteur Mr Klinz and the shadow rapporteurs for their commitment. I look forward to the vote tomorrow, which should pave the way for a swift entry into force of this legislative package. We estimate up to EUR 440 million in cost savings for fund managers thanks to our measures. This will accelerate the growth of the single market for investment funds, boost competition between asset managers and ultimately give more choice at lower costs for investors.
La Présidente. – Le débat est clos.
Le vote aura lieu mardi, le 16 avril 2019.
17. Regolament dwar ir-Rekwiżiti ta' Kapital - Regolament dwar ir-Rekwiżiti ta' Kapital - Il-Kapaċità ta' assorbiment tat-telf u ta' Rikapitalizzazzjoni għall-istituzzjonijiet ta' kreditu u għad-ditti ta' investiment -Il-kapaċità ta' assorbiment tat-telf u ta' rikapitalizzazzjoni ta' istituzzjonijiet tal-kreditu u ditti tal-investiment u emenda tad-Direttiva 98/26/KE (dibattitu)
La Présidente. – L’ordre du jour appelle la discussion commune sur:
- le rapport de Peter Simon, au nom de la commission des affaires économiques et monétaires, sur la proposition de règlement du Parlement européen et du Conseil modifiant le règlement (UE) nº 575/2013 en ce qui concerne le ratio de levier, le ratio de financement stable net, les exigences en matière de fonds propres et d’engagements éligibles, le risque de crédit de contrepartie, le risque de marché, les expositions sur contreparties centrales, les expositions sur organismes de placement collectif, les grands risques et les exigences de déclaration et de publication, et modifiant le règlement (UE) nº 648/2012 (COM(2016)0850 - C8-0480/2016 - 2016/0360A(COD)) (A8-0242/2018),
- le rapport de Peter Simon, au nom de la commission des affaires économiques et monétaires, sur la proposition de directive du Parlement européen et du Conseil modifiant la directive 2013/36/UE en ce qui concerne les entités exemptées, les compagnies financières holding, les compagnies financières holding mixtes, la rémunération, les mesures et pouvoirs de surveillance et les mesures de conservation des fonds propres (COM(2016)0854 - C8-0474/2016 - 2016/0364(COD)) (A8-0243/2018),
- le rapport de Gunnar Hökmark, au nom de la commission des affaires économiques et monétaires, sur la proposition de règlement du Parlement européen et du Conseil modifiant le règlement (UE) nº 806/2014 en ce qui concerne la capacité d’absorption des pertes et de recapitalisation des établissements de crédit et des entreprises d’investissement (COM(2016)0851 - C8-0478/2016 - 2016/0361(COD)) (A8-0216/2018), et
- le rapport de Gunnar Hökmark, au nom de la commission des affaires économiques et monétaires, sur la proposition de directive du Parlement européen et du Conseil modifiant la directive 2014/59/UE sur la capacité d’absorption des pertes et de recapitalisation des établissements de crédit et des entreprises d’investissement et modifiant la directive 98/26/CE, la directive 2002/47/CE, la directive 2012/30/UE, la directive 2011/35/UE, la directive 2005/56/CE, la directive 2004/25/CE et la directive 2007/36/CE (COM(2016)0852 - C8-0481/2016 - 2016/0362(COD)) (A8-0218/2018).
Peter Simon, Berichterstatter. – Frau Präsidentin, liebe Kolleginnen und Kollegen! Zunächst einmal herzlichen Dank für die hervorragende Zusammenarbeit in jetzt zweieinhalb Jahren – zweieinhalb Jahre, die geprägt waren vom Interessenausgleich, vom Zusammenführen zunächst völlig unterschiedlicher Vorstellungen. Vorstellungen darüber, wie wir Europa sicherer machen, wie wir nach der Bankenkrise von 2008, die den Steuerzahler 2 000 Milliarden Euro gekostet hat, hier die Welt so hinbekommen, dass der Steuerzahler aus der Schusslinie herauskommt.
Mein Dank gilt neben den Berichterstattern Othmar Karas, der Kollegin Caroline Nagtegaal von der ALDE, Sven Giegold von den Grünen, Ashley Fox und den anderen Berichterstattern, insbesondere an dieser Stelle auch den Mitarbeitern der EU-Kommission und Vizepräsident Dombrovskis. Wir haben hier das Glück gehabt, dass die Kommission in schwierigen Verhandlungen, in schwieriger Zeit mit ihren Mitarbeitern – das kann man wörtlich sagen – Tag und Nacht zur Verfügung stand, um uns hier bei der Kompromissfindung bestmöglich zu unterstützen.
Und was wir erzielt haben, das kann sich sehen lassen: Wir haben hier bei der Bankenaufsicht mit der Umsetzung dessen, was der Baseler Ausschuss für Bankenaufsicht festgelegt hat, zentrale Elemente eingeführt, die es bislang nicht gab. Wir haben eine leverage ratio eingeführt, also eine Einschränkung der Verschuldung der Banken, eine Letztsicherung für eine Eigenkapitaluntergrenze. Wir haben darauf noch einen Aufschlag für global systemrelevante Banken gesetzt. Wir haben durch die Einführung einer strukturellen Liquiditätsquote die Sicherung der langfristigen Liquidität und Zahlungsfähigkeit von Banken eingeführt. Wir haben mit Umsetzung des TLAC-Standards sichergestellt, dass marode Banken, insbesondere internationale Großbanken, in Zukunft abgewickelt werden können und der Steuerzahler eben nicht ran muss, und, und, und.
Persönlich war mir aber besonders wichtig, dass wir hier erstmals abweichend von den Regelungen, die wir direkt als Reaktion auf die Finanzkrise geschaffen haben, einen Grundsatz eingeführt haben, der für mich ein Brückenkopf ist für die Zukunft – ein Brückenkopf, auf dem es in den nächsten Jahren aufzubauen gilt, etwas, das sicherstellt, dass wir gleiche Wettbewerbsbedingungen für alle Banken in Europa haben, aber nicht etwa durch gleiche Regeln für alle, sondern durch eine Differenzierung. Wir haben es in der Vergangenheit versäumt, dem Rechnung zu tragen, dass kleine, risikoarme, lokal wirkende Banken nun mal eben anders zu behandeln sind als große, international risikoträchtigere Banken. Wir haben es in der Vergangenheit versäumt, sicherzustellen, dass diese von Bürokratie entlastet werden, wo es möglich ist, und nicht zusätzliche Bürden aufgedrückt bekommen.
Mit diesem Bericht – und da bin ich allen Kollegen dankbar – haben wir es erstmals geschafft, dass hier für alle Banken, die kleiner als fünf Milliarden sind und die qualitativ nachweisen können, dass sie risikoarm wirtschaften, so viel Entlastung bürokratischer Art kommt, dass wir künftig hoffentlich nicht mehr zu hören bekommen, dass Folge einer Überbürokratisierung Zwangsfusionen sind, weil kleine Banken einfach mit dem bisherigen Regelwerk nicht zu Rande kamen.
Wir haben es mit unseren Vorstellungen für ein einheitliches europäisches Meldewesen hoffentlich für die Zukunft geschafft, dass Verlässlichkeit besteht, wann Banken kleinerer Art und andere konfrontiert werden mit Abfragen, die in der Vergangenheit dazu geführt haben, dass montags, dienstags und mittwochs die Anfragen unterschiedlicher Institute und Institutionen erfüllt werden mussten und man dann donnerstags vielleicht beginnen konnte, der normalen Arbeit nachzugehen.
Sicherer machen zum einen, aber auf der anderen Seite der Unterschiedlichkeit des Risikoprofils der Banken in Europa Rechnung tragen – das war unsere Aufgabe. Und ich glaube, wir haben das im Verbund aller Parteien hier, die konstruktiv daran mitgearbeitet haben, mit der EU-Kommission und am Ende auch noch nach vielen langen und schwierigen Sitzung mit den Mitgliedstaaten auch noch mit diesen hinbekommen. Dafür mein herzlicher Dank allen Kolleginnen und Kollegen noch einmal, ebenso wie den Mitarbeiterinnen und Mitarbeitern der Kommission.
Gunnar Hökmark, Rapporteur. – Madam President, first of all, I would like to thank all the colleagues, the shadows, the Commission and the Council for all the good work we have done and what we have achieved. Regarding the banking crisis, we have in reality succeeded with three different legislations: first of all, the hierarchy, which we decided upon a year ago, and now the two legislations for the Single Resolution Mechanism Regulation (SRMR) and the Bank Recovery and Resolution Directive (BRRD).
This is built upon the Bank Recovery and Resolution Directive that was adopted in 2014. One of the fundamental aims of that was to change the logic of the banking sector, to clarify that those who own a bank or invest in a bank have full responsibility when bad times come. Together with the tools of a bridge bank or mergers of banks, we added the bail-in procedure, meaning that, if you have invested in the bank, you also risk losing the capital you have invested. This is something we have in order to achieve two fundamentally-important things: first of all to clarify to everyone that you have risk when investing in a bank. The other one is to ensure that you can do the bail-in procedure in a foreseeable and certain way.
For me as the rapporteur of the BRRD from the beginning, and now with these legislations, it has been extremely important to stick to that rule, to ensure that the introduction of TLAC (total loss-absorbing capacity) is not a way of circumventing the fact that all capital in a bank is to be seen as ‘bail-in-able: that is, creating a market discipline and helping taxpayers in all the different events that can come. This also means that we have achieved better rules regarding how to set the TLAC in Minimum Requirement for own funds and Eligible Liabilities (MREL).
I’m happy that we achieved a discretionary cap from Parliament’s side, meaning that you don’t punish banks with a high level of own capital, but also meaning that you can set the level of MREL and TLAC depending on the risk structure of the bank.
This is what we have achieved and I think that we are now facing the fact that, if I may phrase it that way, never have we had such good opportunities for those who will have the responsibility to resolve banks in bad times, because this means that this will be easier – we are facilitating that – but it also means that the markets will be much more alert and avoid banking getting into crisis. That is, of course, the most important thing. The fact that everyone who invests in a bank now knows that you are risking something means that we will have thousands and thousands of supervisors securing that you have the right level of capital and the right level of MREL in the banks they are providing capital to.
I would like to thank all the shadow rapporteurs and the Commission, who have helped us through with this. We now have a very good foundation for the banking union and we have a very good foundation for the European economy.
Valdis Dombrovskis,Vice-President of the Commission. – Madam President, the banking package legislative proposal was adopted by the Commission almost two-and-a-half years ago in November 2016. The proposal built on existing EU banking rules aimed to complete the post-crisis regulatory agenda. The proposal was a major step in risk reduction, and also fulfilled our international commitments by implementing internationally agreed standards, while ensuring that banks can continue to support the real economy.
The Council reached a general approach in May 2018 after intensive negotiations of three consecutive presidencies, the European Parliament followed in June 2018, and political agreement was reached in December. So I’d like to take this opportunity to thank the honourable Members involved in negotiating this package for their commitment and their political will to reach a compromise, and in particular the rapporteurs, Mr Simon and Mr Hökmark. Your efforts and dedication were instrumental in reaching this agreement.
Parliament helped to improve several elements of the original Commission proposal. You enriched the package with additional elements that were absent in the initial proposal, for example in the areas of sustainable finance and anti-money laundering. The package on which you will vote tomorrow includes important measures to strengthen the resilience of banks. For instance, it introduces a binding leverage ratio as a backstop to prevent institutions from excessive leverage, and it establishes a binding net stable funding ratio to address excessive reliance on short-term wholesale funding.
The package will also enhance the rules on governance and supervision of banks and will give macro-prudential supervisors additional flexibility to address macro-prudential risks more effectively. In addition, the new rules also improve the resolvability of banks when they are in difficulties. In particular, the new rules transpose into EU law the international total loss-absorbing capacity standard applicable to globally systemically important institutions. This will set a harmonised minimum requirement for own funds and eligible liabilities (MREL) that has to be met with capital or debt instruments of high quality and, together with numerous other enhancements, this will ensure that banks are building robust buffers that can be used in case of resolution so as to avoid a spillover on public finances and ensure a clear and transparent process vis-à-vis banks, authorities and the markets. At the same time, the package pays close attention to a number of issues that matter to the financing of the real economy.
Your agreed rules improve banks’ lending capacity to support the real economy. In particular, they enhance capacity to lend to SMEs and to fund infrastructure projects. In this sense, these aspects are very much in line with our jobs and growth agenda.
The package also injects more proportionality into the prudential framework for banks. It will reduce the administrative burden stemming from reporting, disclosure and remuneration requirements for small non-complex banks, and in areas where we introduce new standards, we have calibrated simple but conservative alternatives for small non-complex banks which they can use.
The package will introduce for the first time the considerations of environmental, social and governance risks in bank prudential regulation, for example through the obligation for large listed banks to disclose the environmental and social risks they are exposed to. And last, but not least, following the recent money laundering scandals you included measures to enhance cooperation and information exchange between prudential and AML supervisory authorities and the European Banking Authority’s role in this context, together with the ESA review, those are important steps.
This package constitutes a major step in completing the European post-crisis regulatory reform. All of these reforms together will make our banks more stable and solid. So it’s a very important step forward in risk reduction and now it’s time to move also on risk-sharing. We need to implement the agreement on the backstop to the Single Resolution Fund, and we need to move forward with the discussions on a European deposit insurance scheme.
Othmar Karas, im Namen der PPE-Fraktion. – Frau Präsidentin, Herr Vizepräsident, meine Damen und Herren! Vorerst erstmal ein herzliches Dankeschön an Peter Simon und Gunnar Hökmark, alle Schattenberichterstatter, die Kommission, aber auch unsere Mitarbeiterinnen und Mitarbeiter. Wir haben gemeinsam mit der neuen Bankenregulierung einen wichtigen Schritt in Richtung Vollendung der Bankenunion gesetzt. Das ist die größte Risikobürokratie- und Kostenreduzierung in der europäischen Bankenregulierung.
Wir haben das mit sechs entscheidenden Eckpunkten erreicht: Erstens durch eine schärfere Eigenmittelanforderung, welche die strukturellen Besonderheiten des europäischen Bankensektors berücksichtigt. Zweitens: Erstmals gibt es eine Proportionalitätsdefinition von kleinen und nichtkomplexen Instituten, inklusive qualitativer Kriterien. Drittens: Wir schaffen eine erhebliche administrative Erleichterung und 20 % weniger Regulierungskosten für kleine Banken. Viertens: Es kommt zu einer noch stärkeren Förderung der Realwirtschaft durch den Ausbau des sogenannten KMU-Faktors von 1,5 auf 2,5 Millionen Euro. Fünftens: Die Regelung gibt mit der Begünstigung von Software-Investitionen auch eine Antwort auf die Digitalisierung. Und sechstens: Es kommt durch den Aufbau eines einheitlichen europäischen Melderegisters zu einem Ende der duplikativen Meldepflichten.
Wir haben daher auf der einen Seite zur Stabilisierung des Finanzmarkts beigetragen und auf der anderen Seite kleinere Banken geschützt. Wir haben damit den Wirtschaftsstandort Europa gestärkt und einen großen Erfolg für das Europäische Parlament geleistet. Herzlichen Dank für die exzellente Zusammenarbeit.
La Présidente. – Je vais passer la parole dans un instant à Madame Berès. Je vous remercie de m’avoir signalé, Madame, le terrible incendie qui est en train de ravager l’un des joyaux européens et mondiaux: Notre-Dame de Paris.
Pervenche Berès, au nom du groupe S&D. – Madame la Présidente, c’est vrai que la vie publique réserve parfois des paradoxes, être ici sous la voûte du Parlement européen, alors que celle de Notre-Dame vient de s’effondrer. Que l’on soit croyant ou non, je crois que c’est un symbole de notre civilisation qui part en fumée. Je suis laïque, je suis bouleversée.
L’adoption du paquet bancaire – nous y revoilà, renflouer les banques! – afin de permettre la mise en œuvre des mesures arrêtées au niveau international après la crise financière est une étape importante voulue par le comité de Bâle et par le Conseil de la stabilité financière. L’étape qui sera franchie est importante pour réduire les risques susceptibles de se développer au sein du système bancaire. Ce paquet renforcera le cadre relatif à la résolution des défaillances bancaires. Il exigera de la part des établissements d’importance systémique mondiale une plus grande capacité d’absorption des prêts et de recapitalisation. Je vais m’arrêter là.
La Présidente. – Vous reprendrez la parole tout à l’heure, Madame.
Ralph Packet, namens de ECR-Fractie. – Voorzitter, het is natuurlijk heel belangrijk dat in onze bancaire sector de risico's onder controle blijven en dat er voldoende buffers worden aangelegd om tegenslagen op te vangen. Want op die manier komen we niet meer in een scenario zoals dat van tien jaar geleden, toen een crisis in de financiële sector de hele economie meesleurde in een diepe recessie. We zijn tevreden met de hervormingen, al mochten de internationale afspraken voor ons zelfs nog wat strikter worden overgenomen.
Het belangrijkste probleem is echter niet de nieuwe regelgeving en het toezicht, maar de berg slechte schulden die in sommige landen na tien jaar nog niet is opgeruimd. Daar is werk aan de winkel. Begin eraan, want anders blijven die schulden boven deze generatie en de volgende generaties hangen.
Martin Schirdewan, im Namen der GUE/NGL-Fraktion. – Frau Präsidentin, werte Kolleginnen und Kollegen! Nachdem die Banken während der durch die Banken verursachten Finanzkrise mit 100 Milliarden Euro an Steuergeldern gerettet werden mussten, war ein Ziel europäischer Politik, zukünftig kein Steuergeld mehr für Bankenrettung ausgeben zu wollen und auch die Macht der Megabanken zu beschränken.
Dieses Ziel wird leider nach dieser Novelle der Bankensanierungs- und Abwicklungsrichtlinie nicht erreicht. Statt den Banken hohe und einfache Eigenkapitalquoten vorzuschreiben, hat man auf komplizierte Kapitalanforderungen mit etlichen Ausnahmeregelungen abgestellt, um den Bankensektor zu schonen. Man hat darauf verzichtet, das risikoreiche Investmentbanking vom Kredit- und Einlagengeschäft zu trennen.
Und anstatt das Too-big-to fail-Problem endlich anzugehen und Großbanken zu schrumpfen, träumt unter anderem der deutsche SPD-Finanzminister Olaf Scholz von der Fusion der zwei Wackelriesen Deutsche Bank und Commerzbank, die insgesamt dann eine kombinierte Bilanzsumme von knapp zwei Billionen Euro aufweisen würden. Doch zwei alte Opel machen auch gemeinsam noch keinen Ferrari. Der Stabilität des Bankensektors würde mit dieser Fusion ein Bärendienst erwiesen werden.
Die Schwachstellen des Abwicklungsmechanismus wurden in der Praxis in den letzten Jahren auch schon mehrmals offengelegt. Man fragt sich, wie eine seriöse Gläubigerbeteilung erst in Krisenzeiten aussehen soll, wenn diese Politik schon in vergleichsweise ruhigen Zeiten scheitert. Wir brauchen keine nationalen Champions und Megabanken, sondern mehr boring banking, das sich an den Bedürfnissen der Realwirtschaft orientiert.
Sven Giegold, au nom du groupe Verts/ALE. – Madame la Présidente, je trouve ce débat surréaliste.
Notre-Dame steht in Flammen! Ich mag jetzt, ehrlich gesagt, nicht über Bankenregeln sprechen. Für mich ist diese Kirche ein Symbol unserer Kultur in Europa, eine der herrlichsten Kirchen der Christenheit. Ich hoffe, dass zumindest die Feuerwehrleute, die da jetzt im Einsatz sind, nicht zu Schaden kommen. Was da gerade passiert, ist eine Tragödie für die europäische Kultur.
Ich kann nur sagen: Ich finde diese Diskussion ziemlich verrückt.
Caroline Nagtegaal, namens de ALDE-Fractie. – Voorzitter, de kredietcrisis ligt nog bij ons allemaal vers in het geheugen. Overheden moesten banken overeind houden en de Europeanen moesten hun broekriem steeds strakker aantrekken. Het wantrouwen in de financiële sector was nog nooit zo hoog. Ik denk dat iedereen in deze zaal het met mij eens is als ik zeg dat we niet opnieuw met elkaar in zo'n situatie willen belanden.
Gelukkig hebben we […] dit pakket, waarin veel maatregelen worden genomen om te voorkomen dat we daar de mist mee ingaan. Als we dus vóór het plan stemmen, moeten banken voortaan meer geld in hun reserves houden. De zogenaamde bankenbuffers gaan in Europa dus verder omhoog. Dat is positief.
Maar tegelijkertijd is onze taak nog niet af. Te veel banken hebben nog veel te veel oninbare leningen op hun balans. Als de kiezer mij opnieuw het vertrouwen geeft, is dat ook hetgeen waar ik voor zal knokken in de komende vijf jaar. Regels voor banken moeten scherper worden als het gaat om leningen die niets of bijna niets waard zijn. Bovendien vind ik dat banken voorzichtiger moeten zijn als het gaat om de staatsobligaties die ze hebben. Want als landen hun zaakjes niet op orde hebben, mag dat geen effect hebben op banken en al helemaal niet op de spaarders.
Laten we wel wezen, banken zijn niet onze vijanden. Ze zijn in mijn optiek onmisbaar voor een goed economisch klimaat. Zij helpen ons met de aanpak van terrorisme en andere misdaden, en met de slag naar de verduurzaming en de financiering van innovatieve ideeën. Maar ik wil wel dat de rotte appels uit het systeem worden aangepakt.
Marco Valli, a nome del gruppo EFDD. – Signora Presidente, onorevoli colleghi, stiamo parlando di un pacchetto che si chiama riduzione dei rischi all'interno del sistema bancario europeo. Quello che mi chiedo è se, veramente, siamo convinti di aver ridotto i rischi all'interno del sistema bancario europeo e i rischi più importanti.
Ovvero, quello che ripeto oramai da cinque anni in questo Parlamento, il rischio più rilevante è nei titoli liquidi detenuti dalle banche sistemiche europee. I titoli liquidi sono i derivati, sono titoli che hanno difficoltà ad essere poi dopo prezzati anche dalla vigilanza e in caso di crisi possono perdere veramente tanto valore in poco tempo. E questi titoli dalla vigilanza e neanche da queste regole vengono messi sotto una lente d'ingrandimento, e questo è un grave errore che molto probabilmente pagheremo caro.
E l'errore più grande, che è alla base della riduzione dei rischi, è concentrare la volontà di voler ridurre i rischi solo sul fronte del credito. Il credito è quello che dà la linfa vitale all'economia europea, alle piccole e medie imprese, alle famiglie, a chi vuole acquistare una casa, macchinari e quant'altro. Il fatto di limitare una banca ad erogare il credito nella misura in cui gli si chiedono troppi requisiti di capitale, molto spesso, in modo proprio eccessivo, basti pensare che, nonostante i requisiti già esistenti, con la revisione della BRRD si va a chiedere alle banche di andare a piazzare degli ulteriori titoli sul mercato per ottenere altro capitale in caso di un bail-in e le autorità di risoluzione potranno chiedere alle banche anche di aumentare questi requisiti.
E io voglio capire adesso chi ha i soldi in una di queste banche si sentirà sicuro di tenerli là dentro, nella misura in cui un'autorità gli chiederà a questa banca di andare sul mercato a chiedere i requisiti di capitale.
Ecco quello che si sta facendo è un gran disastro dal mio punto di vista, bisognerebbe rivedere chiaramente tutto il costrutto dell'Unione bancaria, perché crea forti squilibri e crea delle forti disaffezioni da parte dei cittadini verso la politica europea.
Pervenche Berès, au nom du groupe S&D. – Madame la Présidente, le renflouement des banques est indispensable et, heureusement, après la crise financière, le comité de Bâle et le comité de la stabilisation financière ont contribué à améliorer le dispositif.
Nous intégrons aujourd’hui ce dispositif dans le droit européen pour réduire les risques susceptibles de se développer au sein de notre système bancaire. Nous renforçons le cadre relatif à la résolution des défaillances bancaires. Nous renforçons les contrôles sur les établissements d’importance systémique, en ce qui concerne leur capacité à absorber les pertes et la nécessité de recapitalisation, avec des exigences en termes de niveau et de qualité des fonds propres et des engagements éligibles, c’est le fameux MREL. Nous instaurons aussi des mesures de sauvegarde provisoire et d’éventuelles mesures supplémentaires pour les autorités de résolution.
Ce paquet durcira également les normes prudentielles pour réduire les incitations à la prise de risque excessive en prévoyant un ratio de liquidité à court terme, un ratio de levier et, enfin, un ratio de financement net stable. Il améliorera la capacité de prêt des banques pour le financement des projets d’infrastructures et tiendra compte des critères environnementaux, ainsi que de la nécessité de promouvoir l’égalité des genres dans les instances de direction.
Pour autant, ce paquet ne résoudra pas tout, ce n’est qu’une étape. Nous devons aller plus loin et si nous avons une union bancaire, il n’y a pas de raison pour que nous n’en tirions pas toutes les conséquences. Cela signifie qu’il faut reconnaître pleinement les avantages liés à cette juridiction unique dans les octrois de dispense lors des opérations transfrontières.
De la même manière, le principe de proportionnalité ne doit pas ignorer la nature réelle des risques pris en fonction de la taille des modèles sur tel ou tel marché.
Enfin, après des années de renflouement des banques, il est temps d’aller vers davantage de solidarité et d’adopter enfin cette garantie des dépôts européenne tant promise aux épargnants européens.
Markus Ferber (PPE). – Frau Präsidentin, Herr Kommissar, liebe Kolleginnen und Kollegen! Nach der Finanz- und Wirtschaftskrise stand die Finanzstabilität zu Recht im Fokus des Gesetzgebers. Schließlich ging es darum, sicherzustellen, dass sich eine Krise, wie wir sie vor zehn Jahren erlebt haben, nicht wiederholen kann. Dabei haben wir ein bisschen aus den Augen verloren, dass nicht jede Bank Lehman Brothers ist. Nicht jede Bank ist so groß und so eng verflochten wie Lehman Brothers, und nicht jede Bank hat ein Geschäftsmodell, das so risikoreich ist wie das von Lehman Brothers. Das Gegenteil ist ja richtig: Die meisten Banken in der Europäischen Union sind nicht grenzüberschreitend tätige Investmentbanken mit riesigem Handelsbuch voller mehrfach gehebelter Derivatepositionen. Trotzdem haben wir lange so getan, als ob alle Banken gleich wären und den exakt gleichen Regeln unterliegen sollten. Dabei sollte klar sein, dass gleiche Regeln für alle nicht gleichen Aufwand für alle bedeuten.
Mit dem Bankenpaket machen wir es erstmals anders. Zum ersten Mal haben wir anhand klarer qualitativer und quantitativer Kriterien definiert, was ein kleines und nicht komplexes Institut ist und daher regulatorische Erleichterungen mit dieser Klassifizierung einhergehen sollten. Damit sorgen wir für Verhältnismäßigkeit in der Bankenregulierung und bringen Leben unter diesen Begriff. Auf diesen Erfolg müssen wir aufbauen, insbesondere wenn wir uns in der kommenden Wahlperiode mit der Finalisierung von Basel III beschäftigen. Auch hier müssen wir die Idee der Verhältnismäßigkeit wieder aufgreifen.
Pedro Silva Pereira (S&D). – Senhora Presidente, este novo pacote de regulação bancária é muito importante. O que se pretende é reforçar a solidez do sistema financeiro europeu para que seja capaz de resistir aos choques, merecer confiança e deixar de ser uma ameaça permanente para depositantes e contribuintes.
As regras europeias sobre recuperação e resolução bancária passam a cumprir as normas internacionais mais exigentes e os bancos, sobretudo os maiores, terão de aumentar os seus fundos próprios reforçando a sua capacidade de suportar perdas. Estas regras só entrarão em vigor depois de um período de transição, o que permitirá aos bancos adaptar-se às novas exigências sem prejudicar a sua capacidade de financiar a economia real.
Quero agradecer aos relatores Gunnar Hökmark e Peter Simon o bom trabalho e a boa cooperação que mantivemos nestas medidas para redução de riscos no setor bancário. É agora tempo de avançar na partilha de riscos sem a qual não haverá uma união bancária digna desse nome.
Νότης Μαριάς (ECR). – Κυρία Πρόεδρε, η μεταρρύθμιση στον τραπεζικό τομέα ήταν βεβαίως απαραίτητη μετά την τεράστια κρίση η οποία έπληξε τις κοινωνίες την τελευταία δεκαετία. Βέβαια, το συμπέρασμα είναι ότι οι φορολογούμενοι διέσωσαν τις τράπεζες και εν συνεχεία οι τράπεζες —ιδίως στην Ελλάδα— επιπίπτουν επί των φορολογουμένων, επί του ελληνικού λαού, προκειμένου να ρυθμίσουν δήθεν τα κόκκινα δάνεια και έτσι τα «κοράκια» αρπάζουν τα σπίτια του ελληνικού λαού.
Είναι σίγουρο ότι χρειάζεται αυξημένη εποπτεία, διαφοροποιημένη εποπτεία για τις μικρότερες τράπεζες, αλλά και εκεί πρέπει να υπάρξει έλεγχος και εποπτεία. Θα ήθελα να υπάρχει έλεγχος για να δούμε τη σχέση που έχουν οι τράπεζες με τα μέσα μαζικής ενημέρωσης, με αυτούς που έχουν ραδιόφωνα και τηλεοράσεις, ιδίως στην Ελλάδα, καθώς και με τις δημοσκοπικές εταιρείες. Βλέπουμε ότι ενόψει ευρωεκλογών, όσοι αρθρώνουν λόγο κριτικής απέναντι στις τράπεζες αποκλείονται από τα μέσα μαζικής ενημέρωσης στην Ελλάδα, όπως στην περίπτωση του κινήματός μας «Ελλάδα - Ο άλλος δρόμος». Να ελέγξετε ποιοι έχουν πάρει δάνεια, από τα μέσα μαζικής ενημέρωσης, στην Ελλάδα.
Matt Carthy (GUE/NGL). – Madam President, I welcome many of the important developments in the Capital Requirements Package, such as the new anti-money laundering provisions and restrictions on pay and dividends for breaches of capital requirements. The introduction of TLAC (total loss-absorbing capacity) has been hailed by some as a sufficient solution to solve the problem of too-big-to-fail banks, but I don’t believe that’s possible without bank structural reform and a larger binding leverage ratio. The Bank Recovery and Resolution Directive has already been proven to be ineffective at preventing tax payer-funded bailouts.
From the beginning of the process of negotiating the package, we have expressed serious concerns over the capital leverage ratio being set at just 3%. We should remember that the OECD and the US Federal Deposit Insurance Corporation recommend a leverage ratio of at least 5% for institutions that are systematically important. So we are allowing, effectively, EU banks’ desire to compete with their American counterparts to put financial stability at risk.
Finally, we’ll never be able to separate the too-big-to-fail problem from bank structural reform. The most effective way to achieve the objective of risk reduction is to separate retail from investment banking. The fact that, a decade after the financial crisis, legislators have failed to achieve this is an absolute indictment, in my view, on all EU institutions and a total failure to meet the expectations that European citizens had placed in us all.
Ernest Urtasun (Verts/ALE). – Madame la Présidente, mes premières pensées sont pour les Français et les Françaises, les Parisiens et les Parisiennes confrontés à ce terrible incendie qui se produit ce soir à Notre-Dame. Il s’agit d’une terrible nouvelle, c’est une journée noire pour la culture européenne et je voudrais tout simplement exprimer ma solidarité aux pompiers et aux services qui font leur maximum pour essayer d’éteindre cet incendie le plus rapidement possible.
I would like to just take the few seconds I have left to thank Mr Hökmark for the excellent work we have done together. I think that we have important levels for the minimum requirement for own funds and eligible liabilities (MREL) and total loss absorbing capacity (TLAC) that will avoid us having to use taxpayers’ money again in the next crisis. I think we have made progress and I would like particularly to thank him for accepting our proposals on consumer protection, and avoiding having small savers trapped in a bail-in process as we have had in the past. I think we have successfully achieved that in the text and I would like to thank him for that.
Sirpa Pietikäinen (PPE). – Madam President, my deepest sorrow for the destruction of the cultural heritage, not only for Parisians and France, but for all of us Europeans.
This is the completion of the big package after what we did after the financial crisis to stabilise banking risks and resolving mechanisms and the adequate capital requirements. I would like to thank and congratulate the rapporteurs for doing a great job on this. But I would like to remind the Commission and the upcoming Parliament of two challenges that we still have ahead of us.
One is the so-called Liikanen package, and that refers to the firewalls between the retail banking and investment banking, and the other part is that the banks and lending should be part of the sustainable finance, because there we have a broiling financial crisis and risks that are embedded in sunk investments in fossil fuels, for example.
Paul Tang (S&D). – Madam President, indeed the news from Paris is mesmerising and sad.
At the end of the mandate, we also wonder whether we have learned the lessons from the financial crisis. For one, we don’t have a European Volcker rule separating retail and investment bankers and we still need to finish the banking union with the European deposit insurance scheme (EDIS) and banks are still vulnerable and undercapitalised. Therefore, I am pleased with this regulation as it is very much forward-looking.
Under the new rules, a systemically relevant bank must have significantly more funds to strengthen the principle of bail-in, and that’s good. The new rules also anticipate the change towards sustainable finance, giving the EBA a role in assessing risk for people and planet. Indeed, we need a solid and forward—looking framework, learning the lessons from the crisis and anticipating new developments. The package is a welcome step, but it’s still part of a work in progress.
Joachim Starbatty (ECR). – Frau Präsidentin! Der frühere deutsche Bundespräsident Horst Köhler hat die Ursache für die jüngste Weltfinanzkrise im underpricing of risk gesehen. Regierungen und Banken, gerade in der südlichen Peripherie der Eurozone, sind zu hohe Risiken eingegangen, weil die Realzinsen von 2002 bis 2007 dort negativ waren. Als die Zinsen wieder stiegen, waren diese Staaten überschuldet. Zugleich waren deren Banken notleidend geworden. Ein Teufelskreis! Einen Weg aus diesem Teufelskreis zeigt die Deutsche Bundesbank.
Der Ankauf von Staatsanleihen ist nicht risikolos, daher sollten solche Anleihen mit Eigenkapital unterlegt werden. Dann müssen die Staaten aber höhere Zinsen zahlen, um den Risikozuschlag auszugleichen. Das lehnen sie ab. Also gibt es weiterhin ein underpricing of risk.
Es kommt der Tag, an dem der Teufelskreis überschuldeter Staaten und notleidender Banken Wirklichkeit wird und die Währungsunion in den Abgrund zieht. Ich weiß, dass man Kassandras Warnungen in den Wind schlägt, aber leider behält sie Recht.
Miguel Viegas (GUE/NGL). – Senhora Presidente, já lá vai mais de uma década sobre a crise financeira de 2008. Quatro biliões de euros foram gastos de fundos públicos para recapitalizar a banca. Em Portugal foram 16 mil milhões de euros, dez por cento do PIB.
Após onze anos sobre a crise, após dezenas de regulamentos, de diretivas, a questão que se impõe é: quais foram os avanços concretos? Porque, em Portugal, nós estamos perplexos porque a torneira continua aberta. Foram 2 mil milhões de euros gastos no novo banco em 2018 e 2019, e no atual Programa de Estabilidade do Governo estão previstos mais 2,15 mil milhões de euros para 2020 e 2021.
Sejamos claros, estas diretivas, estes regulamentos não passam de pura cosmética. Aquilo que se impõe verdadeiramente é o controle público sobre o sistema financeiro para colocar os bancos ao serviço da economia e não a economia ao serviço dos bancos, como manifestamente é o caso.
Interventions à la demande
Nicola Caputo (S&D). – Signora Presidente, onorevoli colleghi, la strada per completare l'Unione bancaria è ancora molto lunga e per realizzarla occorrono iniziative politiche concrete, volte a prevenire e limitare le future crisi bancarie. Gli Stati membri dovrebbero, ad esempio, assicurare un sufficiente assorbimento delle perdite da parte delle istituzioni finanziarie, per ridurne al minimo l'impatto sulla stabilità finanziaria e sui contribuenti.
Sarebbe importante avere autorità competenti, dotate di poteri di intervento immediato per supportare istituzioni finanziarie in difficoltà, così come sarebbe necessario creare mercati transfrontalieri in cui tutti i consumatori possano beneficiare degli effetti positivi di un sistema bancario integrato europeo.
Maggiore attenzione andrebbe prestata, infine, alla valutazione dei rischi legati all'ambiente e alle questioni sociali, favorendo misure per affrontare tali rischi in modo adeguato. Le nuove norme vanno tutte in questa direzione, permetteranno di ridurre i rischi nel sistema finanziario, garantendo allo stesso tempo che le banche giochino un ruolo più attivo per favorire crescita, sviluppo ed investimenti.
(Fin des interventions à la demande)
Valdis Dombrovskis,Vice-President of the Commission. – Madam President, I would also like to express my shock at the terrible fire in Notre Dame de Paris. It’s a landmark not only for Paris or France; it’s a landmark for the whole of Europe and the world, so indeed it’s very sad to see it going down in flames.
Moving back to the Banking Package. The Banking Reform Package represents an important step towards further reducing risks in the financial sector. So I’d like to, once again, thank you for your support expressed in this House for this package. Subject to your endorsement of this package tomorrow, the risk reductions contained in it would not only strengthen the resilience of Europe’s banking system and increase market confidence, but they will also pave the way for further progress in the completion of the Banking Union, such as delivering a much-needed common backstop to the Single Resolution Fund.
I am happy to see this important piece of work delivered and finalised, and I am confident it will contribute to making our financial sector more robust and stable, and I hope it will pave the way for further progress towards deepening the Economic and Monetary Union. Therefore, I encourage you to endorse the political agreement tomorrow and, once again, thank you to the rapporteurs.
Gunnar Hökmark, Rapporteur. – Madam President, first of all to Madam Berès and to our French colleagues, sad news from Paris, sad news for us all, because Notre-Dame is Notre Dame – in history and all the sagas, but also as a cultural landmark for Europe, and that remains very strong.
Madam President, regarding the banking package. A lot of things have already been said here tonight, but I think it’s fair to say that now the landscape is different. The European banking sector is today much more robust but also much more ready to act when there is a crisis. And there will come new crises. The question is just how we are able to deal with them, and I’m convinced that with the introduction of the BRRD, as we have decided here in Parliament, and the revision we are going to decide upon now, with a hierarchy and with the TLAC, and with its discretionary opportunities for competent authorities: things are better. That doesn’t mean that all the problems ahead of us are solved, but I think we have created the mechanism for those who are responsible in each and every situation to do the best they can in order to solve those situations.
I must also say that I’m happy to achieve this. This is, Madam President, the last report I’ll be presenting to this plenary, and I feel proud that we have achieved this together, and I have a lot of admiration for all the colleagues here, from all sorts of tribes, all sorts of political colours and coming from all parts of Europe. It has for me been a fantastic 15 years in this Parliament, and I’m looking forward to following it from my sofa.
Peter Simon, Berichterstatter. – (Beginn des Redebeitrags bei ausgeschaltetem Mikro) Obwohl jeder der Kollegen, der hier sprechen konnte, eine sehr eng umrissene Redezeit hatte, ist in vielen Beiträgen die uns neu erreichende Nachricht vom Brand des Weltkulturerbes Notre-Dame Gegenstand gewesen. Gegenstand im Sinne eines Ausdrückens von Solidarität mit Frankreich und unseren französischen Kolleginnen und Kollegen hier. Genau in diesem Geist haben wir jetzt zweieinhalb Jahre zusammengearbeitet, und in diesem Geist arbeitet dieses Haus zusammen.
Wenn wir uns anschauen, wo die großen Kritikpunkte heute herkamen, wenn wir uns hier Extreme von links wie rechts anschauen, dann stelle ich heute eines fest: Zum Abschluss der Debatte sind fast alle der Kritiker nicht mehr da, aber diejenigen, die zweieinhalb Jahre konstruktiv zusammengearbeitet haben, die finden sich heute noch hier. Und das kann eine Richtschnur sein für die Arbeit des künftigen Hauses, denn die Arbeiten sind ja noch nicht beendet.
Wir kommen mit der Umsetzung von Basel IV – sprich der Finalisierung von Basel III – an einen Punkt, wo dieses Haus hier Farbe bekennen muss: Gehen wir den eingeschlagenen Weg zu mehr Sicherheit und höherer Risikobepreisung weiter bei gleichzeitiger Entlastung derjenigen, die eben nicht zur Verursachung der letzten Krise beigetragen haben und die heute weiterhin stabil und risikoarm dastehen?
Ich glaube, wenn wir in dem Geist, der die letzten zweieinhalb Jahre geprägt hat – dass wir nämlich schauen: Was sind die Bedürfnisse des anderen, was sind die Notwendigkeiten, denen hier Rechnung getragen werden muss? – wenn wir dem gemeinsam Rechnung tragen im solidarischen Geiste eines Miteinanders, wenn wir Banken stabilisieren aber nicht auf Kosten des jeweiligen Nachbarn, wenn wir Sicherheit für uns alle und ausgewogene Interessen quer durch Europa anstreben, ich glaube, dann wird es auch in der Zukunft eine gute weitere Kooperation und ein sichereres Finanzsystem in Europa geben.
La Présidente. – Le débat est clos.
Le vote aura lieu mardi, le 16 avril 2019.
Déclarations écrites (article 162)
Barbara Kappel (ENF), schriftlich. – Zusätzlich zu den Aspekten, die in den früheren Verordnungen über Eigenkapitalanforderungen behandelt wurden, enthält die Richtlinie eine Reihe neuer Elemente. Um zu verhindern, dass die Banken ihren Mitarbeitern Anreize geben, übermäßige Risiken einzugehen, sieht die Verordnung ein Höchstverhältnis zwischen fester und variabler Vergütung für alle betroffenen Mitarbeiter vor. Der Bonus darf die festgelegte Jahresvergütung des identifizierten Mitarbeiters nicht überschreiten, es sei denn, die Aktionäre beschließen unter bestimmten Bedingungen, Boni in Höhe dieses Betrags bis zum Zweifachen der Festvergütung zuzulassen. Die neuen Regeln enthalten auch Anforderungen an Boni, die eine langfristige Risikobereitschaft fördern. Mit der Verordnung werden auch Regeln eingeführt, um eine wirksame Überwachung durch die Leitungsorgane der Banken zu gewährleisten und das Risikomanagement zu verbessern. Die Zusammensetzung der Vorstandsmitglieder erfordert Vielfalt, um zu einer wirksamen Aufsicht beizutragen. Ebenso reduziert die Verordnung die Abhängigkeit der Kreditinstitute von externen Ratings. So müssen alle Anlageentscheidungen der Banken nicht nur auf Ratings, sondern auf ihrer eigenen internen Kreditwürdigkeit beruhen.
Ich bin mit den neuen Eigenkapitalanforderungen einverstanden. Ich begrüße insbesondere, dass die Vereinbarung sowohl erhöhte Anforderungen an große Finanzinstitute als auch vereinfachte Anforderungen für kleine und nicht komplexe Institute, insbesondere in Hinblick auf die Berichterstattung, beinhaltet.
La Présidente. – L’ordre du jour appelle le débat sur le rapport de Jonás Fernández, au nom de la commission des affaires économiques et monétaires, sur la proposition de règlement du Parlement européen et du Conseil concernant les titres adossés à des obligations souveraines (COM(2018)0339 - C8-0206/2018 - 2018/0171(COD)) (A8-0180/2019).
Jonás Fernández, ponente. – Señora presidenta, vicepresidente de la Comisión Dombrovskis, la verdad es que es complicado mantener este debate esta noche siguiendo las noticias que nos llegan desde París con ese terrible incendio que está devastando una de las referencias culturales de nuestro continente, de nuestra Europa, en este mundo cada día más complicado y más difícil.
En cualquier caso, tenemos este debate, este último debate sobre el Reglamento para crear una titulización de deuda pública previo a la votación de mañana, sobre una propuesta de Reglamento que la Comisión presentó hace ya algún tiempo y que ha sido realmente difícil. Yo quiero agradecer, en primer lugar, el apoyo y la cercanía y el espíritu de colaboración de todos los ponentes de los distintos grupos, porque, como decía, no ha sido fácil poder mover esta propuesta de Reglamento hasta alcanzar un acuerdo, validado en nuestra comisión hace algunas semanas y que mañana espero que concite el apoyo amplio de esta Cámara.
Debatíamos ahora sobre el paquete bancario, que votaremos también mañana, y la necesidad de tener un sistema bancario más seguro que evite rescates o crisis fiscales en el futuro. Pero lo que vamos a debatir ahora, y votaremos mañana, también, es cómo evitar crisis fiscales como las que vivimos en 2010 y 2012, porque esos rescates generaron déficits públicos y esos déficits públicos dificultaron la colocación de deuda pública de muchos Estados, algunos de los cuales acabaron teniendo que solicitar un rescate a las instituciones europeas.
Es importante tener un sector bancario seguro, pero también es muy importante no solo tener unas cuentas nacionales seguras sino también contar con instrumentos que permitan luchar y combatir esas crisis de liquidez de deuda pública que sufrimos en 2010 y 2012. Y yo creo que la propuesta de la Comisión que debatimos en este Parlamento era una propuesta bien orientada, y creo también que este Parlamento ha conseguido mejorarla.
Ha conseguido dotar de una mayor capacidad a las autoridades europeas para supervisar esas titulizaciones de deuda pública, hemos dotado a la AEVM de mayores poderes, de mayor capacidad de supervisión de ese tipo de productos y, además, yo creo que hemos mejorado, a su vez, la calidad de ese tramo sénior que está llamado a convertirse, al menos en el corto plazo, en un seguro, en un activo libre de riesgos, en un activo seguro europeo que permita a su vez diversificar los balances de los bancos.
Como digo, la negociación ha sido difícil en estos meses, pero hemos logrado un acuerdo muy amplio en este Parlamento, dirigido a acabar de reformar la zona del euro ante la necesidad de contar con instrumentos que dificulten, que hagan inviable vivir crisis como las que vivimos en 2010 y 1012.
Es importante tener un sector bancario seguro, como hemos debatido ahora, pero también es muy importante tener instrumentos para permitir que los Estados puedan hacer frente a futuras crisis sin necesidad de embarcarse en programas de ajuste procíclicos que acaban empeorando las circunstancias económicas de Europa. Y, por lo tanto, es un paso adelante, es un paso decidido, pero nos queda mucho por hacer. Nos queda mucho por hacer para lograr tener una zona del euro estable, con futuro y con capacidad de resistencia ante futuras crisis.
Valdis Dombrovskis,Vice-President of the Commission. – Madam President, it is good to have this important debate today on Sovereign Bond-Backed Securities.
Sovereign Bond-Backed Securities, or SBBS as they are known, are a novel instrument — constructed out of euro area sovereign bonds through pooling and tranching — that could help us advance towards a more complete Banking Union and a more efficient and integrated Capital Market Union. They could in fact boost private sector risk sharing, especially across borders, and equip banks with an additional tool to diversify their sovereign exposures. This would further weaken the nexus between banks and their own sovereign — which proved a major source of vulnerability in the euro area debt crisis.
As you know, the existing regulatory framework includes some obstacles to SBBS, in that they would be at a regulatory disadvantage vis-à-vis euro area sovereign bonds. Our May 2018 proposal aims at enabling them, basically by granting them same regulatory treatment as for sovereign bonds.
Importantly, SBBS would, by design, not involve any mutualisation or transfer of risks among Member States, as they are a purely private sector instrument for private sector use.
And I also want to stress that our proposal does not alter in any way the regulatory treatment of euro-area sovereign bonds, rather our proposal takes such regulatory as a give.
I also want to stress here that our proposal does not alter in any way the regulatory treatment of euro area sovereign bonds. Rather, our proposal takes such regulatory treatment as a given.
I would like to commend the rapporteur for this file, Mr Jonás Fernández and all colleagues in the ECON committee for their steadfast efforts on this file, which allowed a supportive vote on 21 March this year and I am of the view that a supportive vote by this plenary session, coming on the heels of the positive vote in the ECON Committee, would send a strong signal to the Council about the importance that both the Commission and Parliament attribute to this file and this should lead the Council to give renewed priority to this file.
Stefan Gehrold, im Namen der PPE-Fraktion. – Frau Präsidentin, Herr Kommissar! Der vorliegende Vorschlag zum Abbau regulatorischer Hindernisse für die marktgetriebene Entwicklung von Wertpapieren stellt einen wichtigen Beitrag zur Stabilität unseres Finanzsystems dar. Die vorgeschlagenen Vorschriften schaffen erstens mehr Sicherheit, sie schaffen zweitens einen höheren Grad an Integration – das ist gerade im Vergleich zu potenziell anderen Produkten hervorzuheben –, und sie schaffen drittens weniger Risiken für die öffentlichen Haushalte. Denn Risiken werden durch den Vorschlag in den privaten Bereich überführt und tragen zugleich dazu bei, dass Investoren ihre Anlagebestände europaweit diversifizieren können und die Vernetzung europäischer Finanzmärkte fördern können. Eine vorschnelle und unüberlegte Vergemeinschaftung von Risiken oder Verlusten wird vermieden.
Ich erkenne in der angestrebten Regelung einen wertvollen Ansatz, auf den nach der Finanzkrise gelegten Fundamenten weiter aufzubauen. Dieser Vorschlag schafft eine pragmatische Lösung, die es ermöglicht, den Ausbau zielstrebig weiterzuführen, vermeidet es aber, über das Ziel hinauszuschießen und dadurch die Stabilität der Märkte insgesamt langfristig zu gefährden. Das Verständnis hierfür würde ich mir in anderen Bereichen manchmal auch wünschen.
Haben wir also den Mut, langfristig zu denken und mit der notwenigen Geduld nachhaltige Wachstumsmaßnahmen anzustoßen!
Ralph Packet, namens de ECR-Fractie. – Voorzitter, ik vind het ook heel moeilijk om hier te spreken terwijl de Notre-Dame in lichterlaaie staat. Dit treft ons allemaal. Het is een historische ramp, een culturele ramp voor heel Europa.
Nu ligt hier een voorstel om ons financiële systeem veiliger te maken. Het is natuurlijk zo dat banken te sterk gelinkt zijn aan hun overheid. Maar dat probleem gaan we niet oplossen met complexe, synthetische financiële producten die de financiële stabiliteit van de eurozone alleen maar verhogen. Want dat is een beetje de truc die men in de Verenigde Staten heeft gebruikt: allerlei rommelhypotheken herverpakken met goede producten, en die verder verspreiden. Men dacht dat de risico's daardoor verdwenen.
Daarin heeft men zich flink vergist. Door een gebrek aan transparantie en door een hoge correlatie tussen die verschillende markten, zou dit in tijden van crisis het besmettingsgevaar tussen landen verhogen. Er is een groot gevaar op kettingreactie in geval van crisis en er zijn betere maatregelen nodig om ons bankensysteem te verbeteren.
Enrique Calvet Chambon, en nombre del Grupo ALDE. – Señora presidenta, señor vicepresidente, amigo Jonás y demás colegas, evidentemente no puedo empezar esta pequeña alocución sin decir que hoy se ha derruido una parte del alma de Europa. No le doy el pésame a mis amigos franceses, sino a todos los europeos.
Y eso me da pie a decir que hemos construido otras cosas con mucho esfuerzo, como fue Notre-Dame, como ha sido la Unión Europea y ha sido el euro, y que también son enormemente frágiles; y que seguimos habiendo perdido un mandato casi entero sin haber apuntalado debidamente el euro.
Por eso es muy bienvenido este intento de la Comisión y ese gran trabajo que han hecho Jonás y los ponentes alternativos para que, en criterio de ALDE, se tenga un activo europeo vinculado, atado, apoyando la moneda única que es el euro.
Se habla de mutualización, se habla... eso es verdaderamente boicotear. No hay nada de mutualización —y ya lo lamento, pero no lo hay—. Y se habla de que el mercado no lo querrá... Bueno, dejen ustedes que funcione esta tentativa, vamos a ver lo que dice el mercado.
Es un producto europeo que apoya la moneda única europea, que supone una diversificación de activos, que supone un aligeramiento posible para los países estrangulados por las deudas —la deuda soberana—, lo que tiene un efecto posterior sobre la posibilidad de mejorar las políticas sociales, por ejemplo.
Supone un intento, pese a todos los obstáculos, de empezar a crear un euro mejor y más sólido con activo financiero de respaldo, que hemos logrado que no ponga aparte, que no margine a ningún Estado del Eurogrupo —¡a ninguno!— porque, de lo contrario, hubiera fallado en su objetivo.
¿Que no le gusta al eje francoalemán? Pues que propongan algo mejor. Y, si no, por favor: la cabeza alta, porque hemos sacado algo que puede orgullosamente reivindicar el euro.
Martin Schirdewan, im Namen der GUE/NGL-Fraktion. – Frau Präsidentin, werte Kolleginnen und Kollegen! Nachdem wir erst vor wenigen Minuten über die Konsequenzen der Finanzkrise für den Bankensektor diskutiert und gesprochen haben, erstaunt mich doch einmal mehr das scheinbar übergroße Vertrauen dieses Hauses in die Stabilität der Finanzmärkte. Dabei liegt die letzte Finanzkrise ja nun noch nicht so lange zurück, und die Folgen der ungebremsten Spekulation mit verbrieften Finanzprodukten sollten uns allen noch deutlich in Erinnerung sein.
Und genauso wenig, wie die verbrieften Hypothekarkredite das Finanzsystem in der Vergangenheit stabiler gemacht haben, werden verbriefte Staatsanleihen, also sovereign bond-backed securities, die Eurozone stabiler machen können, ganz im Gegenteil. Auch sie drohen, im Krisenfall die Instabilität der Finanzmärkte zu erhöhen. Weder werden sie dazu beitragen können, die Flucht in sichere Anlagen zu verhindern, noch tragen sie dazu bei, die Konstruktionsfehler der Eurozone zu beheben. SBBS sind damit lediglich ein Herumdoktern am Symptom, aber kein Korrigieren der Ursachen.
Die politischen Konflikte und auch die Konstruktionsfehler, die zurzeit eine stabile Währungsunion behindern, können nicht durch Finanzalchimie und technische Tricksereien umschifft werden.
Wollen wir eine stabile Eurozone, dann brauchen wir eine Zentralbank, die die Staatsanleihen ihrer Mitglieder garantiert. Deutschland & Co. müssen aufhören, mit ihrer unfairen Wirtschaftspolitik ihren Partnerländern das Wasser abzugraben. Wir brauchen öffentliche Investitionen in wirtschaftlich strukturell schwächere Regionen. Damit wäre dann auch der Weg frei für echte europäische Anleihen.
IN THE CHAIR: MAIREAD McGUINNESS Vice-President
Ernest Urtasun, en nombre del Grupo Verts/ALE. – Señora presidenta, quiero empezar dando las gracias y felicitando a Jonás Fernández. No era fácil sacar esto adelante, hay que reconocerlo. Y creo que se ha hecho un buen trabajo.
Mi grupo, evidentemente, considera que esto no es la solución a los problemas estructurales que tiene el euro. Los BTDS no son el sustitutivo de los eurobonos y seguimos necesitando una capacidad fiscal digna de tal nombre, por lo que esto no nos va a sacar de las deficiencias que tiene el diseño.
Ahora bien, a pesar de ello, quiero agradecer al señor Fernández que haya aceptado algunas de las propuestas que le hemos hecho en relación con los BTDS y que creíamos que eran importantes. Por ejemplo, dotar a la AEVM de capacidad para monitorear de forma clara la liquidez de los mercados de deuda soberana para que la creación de los BTDS no pueda tener efectos negativos, para que la AEVM pueda controlar eso.
Y segundo, también, que la Junta Europea de Riesgo Sistémico pueda tener un papel importante en el control macroprudencial de este nuevo mercado que vamos a crear.
Por lo tanto, quiero agradecer una vez más al señor Fernández su trabajo y el buen hacer en esta negociación.
Λάμπρος Φουντούλης (NI). – Κυρία Πρόεδρε, για μια ακόμη φορά η Ευρωπαϊκή Ένωση μηχανεύεται τρόπους για να στηρίξει τον χρηματοπιστωτικό τομέα μειώνοντας τον κίνδυνο για τις τράπεζες, με την ανάπτυξη τίτλων στην αγορά, εξασφαλισμένων με κρατικά ομόλογα. Δυστυχώς, κύριοι, το έργο το έχουμε ξαναδεί. Στην Ελλάδα, οι ομολογιούχοι που είχαν επενδύσει αγοράζοντας κρατικά ομόλογα είδαν τους κόπους μιας ζωής να εξανεμίζονται μέσα σε μια νύχτα. Πολλοί έλληνες επενδυτές είδαν τις περιουσίες τους να χάνουν το 53,5% της αξίας τους, ενώ η ζημιά σήμερα υπερβαίνει το 75%.
Στις 12 Μαρτίου του 2012, με το περίφημο PSI για το κούρεμα του ελληνικού χρέους, το οποίο στην ουσία έγινε για τη διάσωση των ευρωπαϊκών τραπεζών, εκτός από τους μικροεπενδυτές, έχασαν και τα ελληνικά ασφαλιστικά ταμεία γύρω στα 12 δισεκατομμύρια ευρώ. Αυτή ήταν η αρχή με την οποία, καθ’ υπόδειξη των δανειστών και με τη συνεργασία των πρόθυμων ελληνικών κυβερνήσεων, μειώθηκαν συντάξεις, κύριες και επικουρικές, επιδόματα προνοίας, μετοχικών ταμείων και ταμείων αλληλεγγύης. Για μια ακόμη φορά επιβεβαιώθηκε ότι τις λάθος πολιτικές της Ένωσης τις πληρώνουν οι πολίτες των ευρωπαϊκών κρατών.
Νότης Μαριάς (ECR). – Κυρία Πρόεδρε, η χρηματοπιστωτική κρίση δημιούργησε πάρα πολλά προβλήματα, ιδίως στην Ελλάδα. Είχαμε το περίφημο PSI, το «κούρεμα» των κρατικών ομολόγων, που οδήγησε στη φτώχεια χιλιάδες μικροομολογιούχους, οι οποίοι αυτήν τη στιγμή δεν έχουν χρήματα ούτε καν για ιατρική περίθαλψη. Ταυτόχρονα, «κουρεύτηκαν» και τα κρατικά ομόλογα που είχαν τα ασφαλιστικά ταμεία. Η ζημιά ξεπέρασε τα 12 δισεκατομμύρια ευρώ. Ποιος όμως εξαιρέθηκε; Εξαιρέθηκαν τα ομόλογα που είχε η Ευρωπαϊκή Κεντρική Τράπεζα και με αυτόν τον τρόπο κέρδισε η Ευρωπαϊκή Κεντρική Τράπεζα και διαλύθηκε η ελληνική οικονομία. Τα προβλήματα της ευρωζώνης δεν αντιμετωπίζονται με ασπιρίνες, όπως είναι η συγκεκριμένη πρόταση, ούτε με κρατικές εγγυήσεις διαφόρων ομολόγων που θα εκδώσουν οι τράπεζες. Χρειάζεται αλλαγή στη δομή της ευρωζώνης· πρέπει να είναι μία ευρωζώνη που θα υπηρετεί όλους τους λαούς και όχι τη γερμανική Ευρώπη.
Valdis Dombrovskis,Vice-President of the Commission. – Madam President, I would again like to express my thanks for the work on the proposed enabling regulatory framework for sovereign bond—backed securities. As I said earlier, I hope that this important file can gain a renewed momentum, including with the Council.
The Commission has taken good note of the modifications that Parliament has proposed. We will now study them very carefully with a view to engaging in fruitful discussions, also with the Council, in the period ahead. So, once again I would like to thank the rapporteur, Mr Fernández, and I thank you for today’s debate.
Jonás Fernández, ponente. – Señora presidenta, buenas noches de nuevo. Simplemente aprovechar estos dos minutos para agradecer sinceramente el trabajo de todos los ponentes en este Reglamento... que, como decíamos, iniciábamos la negociación con varias enmiendas de rechazo y en una situación podríamos decir que compleja. Pero la verdad es que en los últimos meses todos los grupos han mostrado una clara vocación de llegar a un acuerdo y creo que lo hemos logrado.
Quiero agradecer, a su vez, el trabajo de mi colega Jakob von Weizsäcker, que ha sido el ponente durante buena parte del año pasado y que sin él y sin su trabajo y sin el desarrollo de esas negociaciones —hasta que me tocó ocupar esta responsabilidad— no hubiéramos podido llegar aquí.
Yo creo que el Parlamento despide una legislatura con un gran trabajo. Creo que los debates de hoy y las votaciones de mañana, con todos esos reglamentos y directivas en la Comisión de Asuntos Económicos, muestran que el Parlamento está comprometido con el avance de la zona del euro.
Y yo creo que es muy importante que esa votación de un Reglamento que da un pasito más adelante en la construcción de esa unión monetaria, de esa zona del euro estable —que, obviamente, no somos capaces de avanzar todo lo que deberíamos, pero seguimos caminando— creo, como digo, que el Parlamento da una lección de compromiso europeísta de trabajo, de compromiso.
Y esperemos que en la próxima legislatura el Consejo acabe de avanzar, entre otras cosas en este Reglamento, porque el Parlamento ya está preparado para iniciar las negociaciones y esperamos que el Consejo sea capaz de llegar a algún acuerdo en los próximos meses.
President. – The debate is closed.
The vote will take place on Tuesday, 16 April 2019.
19. Awtoritajiet Superviżorji Ewropej u swieq finanzjarji - Is-sorveljanza makroprudenzjali tal-Unjoni Ewropea tas-sistema finanzjarja u l-istabbiliment tal-Bord Ewropew dwar ir-Riskju Sistemiku - Is-swieq fl-istrumenti finanzjarji u l-bidu u l-eżerċizzju tan-negozju tal-assigurazzjoni u tar-riassigurazzjoni (Solvibbiltà II) (dibattitu)
President. – The next item is the joint debate on:
– the report by Othmar Karas and Pervenche Berès, on behalf of the Committee on Economic and Monetary Affairs, on the proposal for a regulation of the European Parliament and of the Council amending Regulation (EU) No 1093/2010 establishing a European Supervisory Authority (European Banking Authority); Regulation (EU) No 1094/2010 establishing a European Supervisory Authority (European Insurance and Occupational Pensions Authority); Regulation (EU) No 1095/2010 establishing a European Supervisory Authority (European Securities and Markets Authority); Regulation (EU) No 345/2013 on European venture capital funds; Regulation (EU) No 346/2013 on European social entrepreneurship funds; Regulation (EU) No 600/2014 on markets in financial instruments; Regulation (EU) 2015/760 on European long-term investment funds; Regulation (EU) 2016/1011 on indices used as benchmarks in financial instruments and financial contracts or to measure the performance of investment funds; Regulation (EU) 2017/1129 on the prospectus to be published when securities are offered to the public or admitted to trading on a regulated market; and (EU) Directive 2015/849 on the prevention of the use of the financial system for the purposes of money-laundering or terrorist financing (COM(2017)0536 – C8-0319/2017 – 2017/0230(COD)) (A8-0013/2019);
– the report by Othmar Karas and Pervenche Berès, on behalf of the Committee on Economic and Monetary Affairs, on the proposal for a regulation of the European Parliament and of the Council amending Regulation (EU) No 1092/2010 on European Union macro-prudential oversight of the financial system and establishing a European Systemic Risk Board (COM(2017)0538 – C8-0317/2017 – 2017/0232(COD)) (A8-0011/2019); and
– the report by Othmar Karas and Pervenche Berès, on behalf of the Committee on Economic and Monetary Affairs, on the proposal for a directive of the European Parliament and of the Council amending Directive 2014/65/EU on markets in financial instruments and Directive 2009/138/EC on the taking-up and pursuit of the business of Insurance and Reinsurance (Solvency II) (COM(2017)0537 – C8-0318/2017 –2017/0231(COD)) (A8-0012/2019).
Othmar Karas, Berichterstatter. – Frau Präsidentin, Herr Vizepräsident, meine Damen und Herren! Es ist schon eigenartig: Vor zehn Jahren habe ich zwei große Berichte über die Ursachen und Auswirkungen der größten Finanz- und Sozialkrise mit einer Französin, mit Pervenche Berès, gemacht. Die letzte Wahlperiode habe ich beendet mit einem Bericht über die Überprüfung der Troika in den Programmländern mit einem Franzosen, mit Liêm Hoang-Ngoc. Und heute legen wir drei Berichte wieder gemeinsam vor, wieder mit einer Französin, Pervenche Berès, und es sind Deine letzten Berichte.
Zur selben Zeit stürzt die Notre-Dame ein. Wir alle könnten uns heute über die Berichte freuen. Trotzdem sind wir alle traurig. Denn wenn die Notre-Dame einstürzt und nicht nur brennt, ist ein Teil von uns eingestürzt, denn wir sind Europa. Wir sind Teil der Europäischen Union. Wir haben beide immer versucht, die ideologischen Grenzen zu überwinden und das Gemeinsame in den Mittelpunkt zu stellen. Wir haben immer versucht, die Sacharbeit über das Gegeneinander zu stellen. Deshalb waren wir erfolgreich. Und ich möchte Dir dafür danken, Pervenche, für Deine Arbeit an einem Tag der Traurigkeit. Das eine geht gerade unter, das andere entsteht. Aber ich hoffe, dass die gemeinsame Kraft Europas auch die Notre-Dame wieder aufbauen kann. Vielleicht nicht mehr so, wie sie einmal war. Aber wir dürfen nie aufgeben. Und die heutigen drei Berichte, die wir gemeinsam machen, sind schon ein Meilenstein. Ich danke Dir und allen Schattenberichterstattern dafür.
Wir schaffen neue Kompetenzen der Aufsichtsbehörden durch eine Bündelung von neuen Aufsichts- und Kontrollbefugnissen gegen Geldwäsche und Terrorismusfinanzierung, eine direkte europäische Aufsicht über bestimmte grenzüberschreitende Finanzgeschäfte, weniger Bürokratie und eine bessere Berücksichtigung von unterschiedlichen Größen, Risikoprofilen und Komplexitäten, mehr aufsichtsrechtliche Konvergenz durch bessere Instrumente und neue – no-action letters – und Koordinierungsgruppen, mehr Verbraucherschutz und die Berücksichtigung von nachhaltigen Risikofaktoren, mehr Mitsprache der Aufsichtsbehörden bei Entscheidungen über die Regeln von Drittstaaten und eine stärkere demokratische Rechenschaftspflicht gegenüber dem Europäischen Parlament.
Wir stärken die Governance durch mehr Effizienz und schnellere Entscheidungen und eine Vermeidung von Interessenskonflikten, mehr Aufgaben und Befugnisse des Vorsitzes sowie eine stärkere Rolle des Europäischen Parlaments. Wir schreiben mit dem Blick auf das neue EU-Budget fest, dass endlich ausreichende Ressourcen und Personal zur Verfügung zu stellen sind, und hoffen, dass die Mitgliedstaaten unserem Aufruf folgen. Und wir verbessern die Makroaufsicht, um systemische Risken aller Art künftig besser zu erkennen.
Die Berichte können sich sehen lassen. Sie sind nur deshalb qualitativ so ein Fortschritt, weil wir alle zusammengearbeitet haben. Möge diese Zusammenarbeit über ideologische Grenzen hinweg auch den Wahlkampf überdauern und die Politik des nächsten Parlaments bestimmen.
Pervenche Berès, rapporteure. – Madame la Présidente, Monsieur le Vice-président, cher Othmar Karas, c’est effectivement la deuxième fois que nous coopérons et je crois qu’en effet, nous avons aussi bien coopéré que la première fois.
La Commission avait mis sur la table une bonne proposition, cohérente. Si les États membres veulent une union des marchés des capitaux, alors il faut renforcer les autorités de supervision. Il n’est peut-être pas indispensable d’attendre la prochaine crise pour se rendre compte que, quand on développe un marché, il vaut mieux avoir un gendarme pour surveiller ce marché, quelle que soit la qualité des intervenants.
Cher Othmar Karas, lorsque vous avez pris la responsabilité de ce rapport à mes côtés, l’enfant n’allait effectivement pas très bien. Certains le considéraient même comme mort, parmi les États membres, certains s’en réjouissaient, mais nous l’avons sauvé. Nous avons fait en sorte que les États membres ne puissent pas se servir du prétexte – qui leur était politiquement utile – des progrès en matière de lutte contre le blanchiment d’argent pour s’en contenter, mais qu’ils assument bien qu’on ne pouvait pas faire de vrais progrès en matière de lutte contre le blanchiment d’argent sans aller de l’avant sur l’essentiel, c’est-à-dire que les autorités de supervision européennes soient réellement en mesure d’exercer leurs compétences.
Chose peut-être moins difficile, mais c’est selon moi une étape que nous devons saluer, nous avons aussi enregistré des progrès sur l’intégration d’un mandat lié à la durabilité. Les autorités de supervision, qu’elles relèvent du domaine bancaire, de l’assurance ou des valeurs mobilières, devront examiner la durabilité des modèles mis en œuvre par les institutions.
De la même manière, en matière de protection des consommateurs, nous avons franchi une étape importante pour l’étendre dans le domaine de la banque et de l’assurance sur la base des pouvoirs qui existent pour l’autorité de supervision des valeurs mobilières. J’estime que c’est une bonne avancée. Enfin, à l’initiative de certains de nos collègues, nous avons introduit une coordination des enquêtes mystères, ce qui est un bon moyen de protéger les consommateurs.
Par ailleurs, pour chacune des autorités, nous avons amélioré un dispositif, en l’occurrence autour de l’Autorité bancaire, pour lutter contre le blanchiment d’argent: c’était normal et juste, en attendant d’avoir une autorité réellement indépendante et une meilleure coordination.
Dans le domaine de l’assurance, nous avons tenu compte de la réalité. Trop souvent, dans ce secteur, des entreprises coquilles sont utilisées pour ne pas respecter les droits des consommateurs dans d’autres États membres: l’AEAPP aura des pouvoirs renforcés dans ce domaine et je ne peux que m’en réjouir.
Enfin, l’autorité des valeurs mobilières, l’ESMA, aura davantage de pouvoir d’intervention en ce qui concerne les fournisseurs de déclaration de données et les transactions sur les marchés financiers ou en matière d’indices de référence.
Toutefois, le cœur de la bataille, c’était évidemment la question de la gouvernance. Sur ce point, nous avons apporté des améliorations utiles à la prise de décision pour qu’elle soit mieux éclairée, notamment en cas de risque de conflit d’intérêts. Les présidents des autorités européennes de supervision pourront trancher en cas de difficulté à dégager des majorités et auront droit à une procédure d’approbation tacite pour la convergence de la supervision, le lancement de procédures en cas de violation du droit de l’Union et le règlement des différends entre les autorités nationales compétentes dans des situations transfrontalières.
De la même manière, les autorités seront obligées de mettre en place des groupes de coordination lorsque cinq autorités nationales compétentes le leur demanderont. Mais soyons honnêtes, et je pense, Monsieur le Vice-président, que vous serez obligé de partager mon diagnostic: il y a une certaine hypocrisie de la part du Conseil. Celui-ci souhaite toujours mettre en place cette union des marchés des capitaux, dont on sait qu’elle peut être utile au financement de l’économie réelle, mais lorsque nous voulons renforcer cette gouvernance, on nous dit qu’il faut conserver des autorités de supervision qui soient des «Member States driven institutions». Il y a là une limite qu’il faudra un jour dépasser: engrangeons ce que nous avons aujourd’hui, mais sachons que ce n’est qu’une étape.
Valdis Dombrovskis,Vice-President of the Commission. – Madam President, the review of the European system of financial supervision is an important building block for achieving a genuine capital markets union. Therefore I am pleased that the co-legislators managed to find a political agreement on this very difficult package within just a few weeks during the trilogues in February and March. This allows this House to vote on this important legislative package still before the recess and brings much needed certainty for financial supervision in general and for the European supervisory authorities in particular.
However, I must share the diagnosis that the level of ambition of the political agreement on a number of elements is indeed lower than initially proposed by the Commission.
Nevertheless, this result would not have been possible without the very constructive attitude from Parliament during the negotiations. Parliament has shown in those negotiations that it’s fully aware of the key role of the European supervisory authorities in achieving real market integration. So I would like to say thank you and congratulate the co-rapporteurs, Ms Berès and Mr Karas, for this work and for this achievement. And of course I hope for a positive vote in plenary.
In my view this political agreement is a significant step towards complementing the Single Rulebook by more convergence of supervisory practices across the EU. Moreover, as a political agreement it is an important step forward to improve the EU’s anti-money laundering framework, broadly matching the ambition of the amended Commission proposal of September 2018. The new rules will confer new powers on the European Banking Authority in anti-money laundering supervision of the financial sector.
The three European supervisory authorities (the ESAs) have a key role in achieving convergence of supervisory outcomes and to ensure a level playing field for financial institutions and investors in the EU. Supervisory convergence is a precondition for a fully-fledged capital markets union. Truly integrated capital markets can only work properly to the benefit of the economy and consumers if rules are applied in a similar way in all Member States.
I welcome that the agreement will equip the three ESAs with new and improved instruments to foster convergence in how the European financial sector is supervised. In particular, I hope that the peer reviews of supervisors will be more effective after this review. Moreover, newly established coordination groups will bring differences in supervisory approaches to light and will allow supervisors to cooperate in order to tackle prudential and level-playing-field concerns.
Finally consistent supervisory outcomes are also facilitated by some additional powers for ESMA, for direct supervision of certain benchmarks and reporting services.
I also welcome the strength and focus of the three authorities on consumer protection, on environmental, social and corporate governance considerations in finance, and on financial technology.
Regarding governance, the agreement will contribute to more effective decision-making within the ESAs and I’m confident that the reinforcement of the chairperson’s role and powers will help to improve their governance.
Finally, the legislators will equip the three ESAs with the necessary resources for the agreed tasks, even if industry funding originally proposed by the Commission was not agreed.
I also welcome the political agreement reached on 21 March on the European Systemic Risk Board (ESRB) Regulation. The ESRB plays an important role within the European system of financial supervision in ensuring the stability of the financial system in the EU. This agreement will secure the further improved effectiveness of the ESRB.
The compromise found in political trilogues takes on board the majority of the amendments put forward by Parliament, as well as the Council. In particular, it requires the ESRB to carry out public consultations on a more systemic basis and strengthens its accountability. Furthermore, the compromise raises the visibility of the ESRB by giving a stronger role to the vice-chairs and the head of secretariat in the external representation of the ESRB. And as requested by Parliament, the new regulation also strengthens protection for whistle-blowers.
For the anti-money laundering (AML) part of the reform, I would like to hand over to my colleague Vĕra Jourová.
Věra Jourová,Member of the Commission. – Madam President, the Commission considers it a priority to put in place all remaining building blocks for a Capital Markets Union and to complete the Banking Union. An important element of this picture is to have a working solution to many of the problems witnessed in the prevention and fight against money laundering and terrorist financing in the financial sector, given the serious cases we recently had in Europe involving European banks.
As you know, this proposal of 2017 was further developed in September 2018 with a distinct element to better address anti-money laundering and redefine the role of the three supervisory agencies in this respect. We are very pleased that political agreement was reached on this very important file. The new rules will ensure that powers related to the prevention and mitigation of risks of money laundering in the financial sector will be centralised at the European Banking Authority. The new legal framework will strengthen its mandate for collecting, analysing and further disseminating information to ensure that all relevant authorities effectively and consistently supervise the risks of money laundering and that they cooperate and share information.
The authority’s power to act where union law is breached has also been clarified and enhanced so as to guarantee that action can be taken immediately when anti-money laundering rules are broken at national level. This agreement required very intense work and a strong commitment by all the parties. I would like to thank the European Parliament and the Romanian Presidency for their efforts to reach an agreement in such a short timeframe. It is indeed reassuring to have seen the three institutions united to achieve improvements in this very important field.
Danuta Maria Hübner, rapporteur for the opinion of the Committee on Constitutional Affairs. – Madam President, the European system of financial supervision has built upon a very specific institutional structure, which draws on a very broad membership, including national central banks, supervisors and EU institutions. In my view, it has also proven to be an efficient coordination platform and also an information hub for the monitoring of the risk from a EU-wide perspective, but there was a clear need to review the regulation in order to take into account the evolving context as well as recent institutional changes, in particular related to the Banking Union and the building up of the Capital Markets Union.
I agree with Commissioner Dombrovskis that we could have gone further with the change, but we have made, I think, true progress when it comes to enhanced scrutiny tools, democratic accountability, enhanced transparency and independence. They have been addressed during the negotiations as they eventually increased the impact of the ESRB actions.
Sirpa Pietikäinen, on behalf of the PPE Group. – Madam President, throughout the 11 years I have been a Member of the European Parliament, we have had numerous discussions about European common supervision of financial markets and also about the Capital Markets Union. If we want to create a prosperous Europe, we need to create a common capital market, and if we are about to create a common capital market and to lessen our financial risks, what we need is indeed a proper European financial supervision of different institutions.
While I’m congratulating both of the rapporteurs for pushing the Member States further and about the significant steps that we have taken in this direction, unfortunately, I have to take up the issue that we are not yet in that place, and it is really hard and heart-breaking for me to see the resistance from the Member States on creating a proper European financial supervision. That should be the singular unit acting at Member State level and acting at the European level. I do not see the interest of different Member State cultures or different attitudes towards supervision, because here, if anywhere, the short-sighted national interest is not only a burial for Europe, but it is a burial for Member States themselves and the prosperity of our nations.
Neena Gill, on behalf of the S&D Group. –Thank you, Madam President. I rise to speak on a report that has been long in hibernation and I had almost given up ever having an opportunity to speak on it, so my congratulations to the co-rapporteurs Ms Pervenche Berès and Mr Othmar Karas.
These European supervisory authorities (ESA) reforms are an important step forward as a Single Rulebook with a consistent supervisory approach across the EU by the European supervisory authorities, and will, I believe, contribute significantly to well-functioning of the capital markets. But what is critical is that this reform will entrust the ESAs with greater consumer protection powers that will ensure that toxic financial products will be prohibited, and with additional responsibilities in their mandate on environmental, social and governance factors.
However, I am concerned that this exercise could become meaningless if we do not tackle the issue of money laundering with greater vigour, so I welcome the comments by Commissioner Jourová. European banks have lost EUR 20 billion in stock market value in the last six months, due to money laundering. Banking regulators need to show real ambition in addressing this. Given the powers to tackle this increase significantly, I am mindful that we still have not struck the right balance between the European level and the national level. This is, of course, a very fine line, but it does mean that the Member States have to move on from the status quo. That has been a recipe for a disaster and led to the last financial crisis. Banks and national supervisors must change their behaviour substantially, significantly, if the capital markets union is to become a reality, serving the real economy and EU savers.
Νότης Μαριάς, εξ ονόματος της ομάδας ECR. – Κυρία Πρόεδρε, ο κύριος Karas αναφέρθηκε προηγουμένως στην έκθεση που είχε καταρτίσει πριν από δύο-τρία χρόνια —ίσως και πιο πριν— για τον ρόλο της τρόικας στην Ελλάδα και νομίζω ότι αυτή ήταν μια σημαντική έκθεση. Ωστόσο, τα συμπεράσματα που βγήκαν δεν είχαν κάποιο απτό αποτέλεσμα, δεδομένου ότι η τρόικα συνέχισε την ίδια δουλειά στην Ελλάδα και, ταυτόχρονα, δεν υπήρξε καμία αποζημίωση του ελληνικού λαού για όσα υπέστη. Για τη ζημιά την οποία συνομολόγησε ακόμη και ο κύριος Dijsselbloem σε ερώτηση που του έκανα και είπε ότι τα μέτρα που ελήφθησαν στην Ελλάδα έσωσαν, στην ουσία, το ευρώ και τις ξένες τράπεζες και όχι τον ελληνικό λαό. Είναι σίγουρο ότι χρειάζεται η εποπτεία και είναι σίγουρο ότι χρειάζονται μέτρα —όπως ειπώθηκε από την Επιτροπή— για την αντιμετώπιση του ξεπλύματος του βρώμικου χρήματος. Εκεί βρίσκεται το κλειδί. Πρέπει να αντιμετωπίσουμε όλες αυτές τις πρακτικές αν θέλουμε να έχουμε δημοκρατία στην Ευρωπαϊκή Ένωση, αν θέλουμε να λειτουργεί σοβαρά το εποπτικό σύστημα και αν θέλουμε πραγματικά να παταχθεί αυτή η μάστιγα που λέγεται βρώμικο χρήμα.
Matt Carthy, on behalf of the GUE/NGL Group. – Madam President, as the Commissioners will know, progressive voices across Europe opposed the capital markets union (CMU) project, and they do so because it aims to sideline the problems in the EU’s banking sector by massively expanding the shadow banking sector and deregulating cross-border finance. This introduces in itself unacceptable new risks and dangers to financial stability.
But it has to be said that as far as this review is concerned, our Group thinks that the expansion of the powers of the EU supervisory authorities to accompany the deepening of the CMU is absolutely necessary. In some cases we acknowledge that the opposition of certain Member States to expanding the powers of the European supervisory authorities (ESAs) throughout this process has been based on legitimate concerns. But in other cases though, it was based on a reluctance to actually subject a shadow banking and funds sector that thrives on secrecy and on an almost total lack of oversight to any kind of supervision at all.
It’s this secrecy and lack of supervision that actually allows the mis—selling of financial products and money laundering to thrive. The boost in powers for the ESAs, therefore, is something I welcome, but the outcome of the negotiations is far from ideal and should have been, and could have been, more ambitious. We don’t just need to increase supervision. We need to reduce the massive volume of trade in complex financial products that takes place in the shadows and that threatens the financial stability of our entire economy.
Sven Giegold, im Namen der Verts/ALE-Fraktion. – Frau Präsidentin! Dieser Bericht zur Reform der europäischen Finanzaufsicht zeigt den Wert europäischer Institutionen. Die Europäische Kommission hat einen starken Bericht vorgelegt und gefordert, dass wir eine gemeinsamere Aufsicht der europäischen Finanzmärkte bekommen. Das Europäische Parlament hat mit der Mehrheit von Christdemokraten, Sozialdemokraten, Liberalen und Grünen starke Vorschläge vorgelegt, wie wir da noch weiterkommen, gerade auch im Hinblick auf Verbraucherschutz, Geldwäsche und nachhaltige Finanzmärkte. Da sind jetzt auch große Fortschritte erreicht worden.
Aber es gehört zur traurigen Realität, dass die Mitgliedstaaten beim Thema Bankenunion und Kapitalmarktunion davon sonntags reden, aber werktags das Gegenteil betreiben. Und deshalb ist es auch so, dass die internen Entscheidungsstrukturen nach wie vor nicht europäisch genug sind und wir deshalb immer noch einen langen Weg haben zu einer echten Kapitalmarktunion. Es ist ganz bitter, dass die deutsche Bundesregierung hier auf der falschen Seite stand.
Paul Tang (S&D). – Madam President, the European supervisors have been troubled by many issues – too little staff, too little resources, fragmentation, national demarcations – and Member States have been keen to sustain this troubled situation. I, therefore, commend the rapporteurs for having been able to defend the common European interests. Indeed, a common European supervision is essential for a common European capital market that allows us to share risks and make our economies more resilient.
As with the banking package we discussed earlier tonight, the supervisory structures have to learn from past mistakes and to anticipate future developments, and one of these developments is Brexit. To what extent does Brexit trigger a race to the bottom? The answer very much depends on how much we are prepared to stand together. A stronger supervisory framework in Europe is therefore needed to cope with the consequences of Brexit, but also the emergence of fintech, new legislation on sustainable finance, the fight against money laundering and terrorist finance, and it’s good that the deal addresses these issues.
But one word on sustainable finance, because I think there is a role the supervisors they need to play. We know that the risk of climate change and climate change policy are not priced in right now, not on the bank balance sheets, not on the balance sheets of insurances and pension funds and not by credit rating. And they will have an impact on the financial sector. Therefore, the supervisors should take the lead and take the mandate that had been given to them and to press on, making sure that these risks are priced in, and that the financial sector is prepared for the future in the short run, but also in the medium and long run.
All in all, the new proposals are very timely and I congratulate the rapporteurs for striking a deal which addresses these challenges in the future and striking this deal under difficult circumstances.
Valdis Dombrovskis,Vice-President of the Commission. – Madam President, honourable Members, thank you for all your views and for today’s debate. As has been said, though the outcome is not as ambitious as I, and surely some of you, would have hoped for, I’m still convinced that this political agreement will help us to achieve more supervisory convergence in the future. It is a crucial step on our way to a genuine capital markets union, so once again, thank you to the rapporteurs, Ms Berès and Mr Karas, and let me ask you once again to lend your support to this outcome with your vote tomorrow.
Othmar Karas, Berichterstatter. – Frau Präsidentin! Ich möchte unseren europäischen Bürgerinnen und Bürgern, die uns vielleicht zusehen, sagen, dass wir in dieser letzten Sitzungswoche des Europäischen Parlaments alleine heute 13 verschiedene Berichte des Wirtschafts- und Währungsausschusses behandeln, die wir morgen zur Abstimmung bringen. Wir haben vor acht Jahren begonnen, durch ein europäisches Aufsichtssystem auf die globalen Finanzkrisen zu reagieren, und morgen beschließen wir mit den drei Berichten jetzt eine umfassende Reform, um dieses System zukunftsfit zu machen. Wir erreichen damit einen weiteren Baustein auf dem Weg zur Vollendung der Kapitalmarktunion und zur Vertiefung der Wirtschafts- und Währungsunion.
Das ist eine gute Nachricht für die europäischen Bürgerinnen und Bürger, die Realwirtschaft, Investitionen, Arbeitsplätze und das Wachstum in Europa. Das zeigt, dass wir handlungsfähig sind, dass wir zu Lösungen fähig sind, wenn wir zusammenhalten. Und ich möchte in diesem Moment schon auch sagen, dass ich mich bei dem Vorgänger für den Bericht, den ich übernommen habe, bei Burkhard Balz, für die Vorarbeiten recht herzlich bedanke und Ihnen allen für die gute Zusammenarbeit danke.
Pervenche Berès, rapporteure. – Madame la Présidente, je voudrais remercier l’ensemble de nos collègues pour le ton qu’ils ont adopté durant ce débat. Car, au fond, Monsieur le Vice-président, je crois que tous nos collègues, quel que soit le banc sur lequel ils siègent dans cet hémicycle, ont partagé une partie de la frustration des corapporteurs.
Ce Parlement a voulu soutenir la Commission, il a voulu aller très loin et, finalement, nous nous sommes heurtés au mur du Conseil. Et au Conseil, j’entends des arguments incroyables, selon lesquels lorsque vous avez une activité transfrontalière – par exemple si vous émettez des prospectus ou si vous dotez votre compagnie d’assurance d’un modèle interne, c’est-à-dire que vous êtes une grosse compagnie d’assurance –, ce serait l’autorité nationale compétente qui, au nom de la proximité et de la subsidiarité, serait la mieux placée pour évaluer les risques. Je crois que le Conseil fait erreur.
Avec Othmar Karas, nous nous sommes battus pour arracher, morceau par morceau, ce que nous avons obtenu aujourd’hui. Il appartiendra à nos successeurs d’examiner cette question du prospectus, de faire en sorte que les modèles internes ne restent pas sous le seul regard d’une autorité nationale compétente, et de réglementer, s’agissant des pays tiers, les plateformes de négociation ou les dépositaires centraux de titres.
L’essentiel, c’est peut-être, à la veille des élections européennes, que nos concitoyens se rendent compte, lorsqu’ils cherchent l’esprit européen, lorsqu’ils cherchent cette capacité à élaborer ensemble des solutions européennes pour ce marché qui est le nôtre, que c’est dans cet hémicycle, en travaillant d’arrache-pied sous l’impulsion des propositions de la Commission, que nous sommes le plus efficace dans l’intérêt des citoyens.
President. – The debate is closed.
The vote will take place on Tuesday, 16 April 2019.
President. – The next item is the joint debate on:
– the report by Markus Ferber, on behalf of the Committee on Economic and Monetary Affairs, on the proposal for a directive of the European Parliament and of the Council on the prudential supervision of investment firms and amending Directives 2013/36/EU and 2014/65/EU (COM(2017)0791 – C8-0452/2017 –2017/0358(COD)) (A8-0295/2018); and
– the report by Markus Ferber, on behalf of the Committee on Economic and Monetary Affairs, on the proposal for a regulation of the European Parliament and of the Council on the prudential requirements of investment firms and amending Regulations (EU) No 575/2013, (EU) No 600/2014 and (EU) No 1093/2010 (COM(2017)0790 – C8-0453/2017 – 2017/0359(COD)) (A8-0296/2018).
Markus Ferber, Berichterstatter. – Frau Präsidentin, Herr Kommissar, liebe Kolleginnen, liebe Kollegen! Wir haben uns in der Europäischen Union eine Finanzmarktregulierung zum Ziel gesetzt, die sich am Risiko des Geschäftsmodells orientiert. Das heißt: Finanzmarktregulierung sollte zielgerichtet und verhältnismäßig sein. Trotzdem haben Wertpapierfirmen wir lange Zeit reguliert, als wären sie Banken. Und das, obwohl Wertpapierfirmen ein Geschäftsmodell haben, das sich in ganz wesentlichen Teilen von dem von Banken unterscheidet, auch in der Art, mit Risiken umzugehen. Die Regulierung von Wertpapierfirmen war also lange Zeit nicht passgenau. Diesen Umstand zu korrigieren, ist das Ziel des neuen Aufsichtsrahmens für Wertpapierfirmen.
Mir als Berichterstatter war es wichtig, dass wir die Aufgabe, ein passgenaues Aufsichtsregime zu etablieren, wirklich ernst nehmen. Und das bedeutet, dass wir – anders, als manche Kollegen und einige Mitgliedstaaten gerne gesehen hätten – eben nicht einfach nur die neuen Regeln aus dem Bankenpaket übernehmen, sondern wirklich überlegen, wie ein sinnvoller Rahmen für Wertpapierfirmen aussehen kann. Und das ist am Ende auch gelungen.
Wir kennen drei Kategorien von Investmentfirmen. Künftig wird das Aufsichtsregime stärker nach Größe und Systemrelevanz differenzieren. Dafür gibt es drei Kategorien: große, systemrelevante Wertpapierfirmen, die nach wie vor von der Bankenaufsicht beaufsichtigt werden; mittelgroße, aber nicht systemrelevante Firmen, deren Kapitalunterlegungspflichten anhand bestimmter Faktoren gemessen werden, die sich auf die verschiedenen klassischen Wertpapierdienstleistungen beziehen und deren Risiken präziser erfassen; und kleine und nicht verflochtene Wertpapierfirmen, die ein geringes Risikoprofil haben und entsprechend einem weniger strengen Aufsichtsregime unterliegen. Diese dreistufige Klassifizierung ist der Kern des neuen Aufsichtsregimes und trägt der Idee der Verhältnismäßigkeit, der wir auch schon in der Bankenregulierung zu mehr Prominenz verholfen haben, besser Rechnung.
Der neue Rahmen für Wertpapierfirmen ist aber nicht nur verhältnismäßiger, sondern auch robuster, insbesondere mit Blick auf das Drittstaatenregime. Das ist besonders vor dem Hintergrund des jetzt schon zweimal verschobenen und geplanten Ausscheidens des Vereinigten Königreichs aus der Europäischen Union von Bedeutung. Schließlich kommen mehr als die Hälfte aller in der EU aktiven Wertpapierfirmen aus dem Vereinigten Königreich und damit aus einem zukünftigen Drittstaat. Mit dem neuen Regelwerk stellen wir sicher, dass britische Wertpapierfirmen auch nach dem Brexit einem strengen Regime unterliegen, wenn sie hier in der Europäischen Union ihre Dienstleistungen erbringen wollen.
Wir haben die Liste der Äquivalenzkriterien erweitert, die Rechenschaftspflichten von Drittstaatenfirmen gegenüber den europäischen Aufsichtsagenturen gestärkt und der Europäischen Kommission bei der Prüfung von Äquivalenzanträgen mehr Spielraum gegeben. Damit haben wir das Drittstaatenregime robuster gemacht, ohne bestimmte MiFID-Dienstleistungen grundsätzlich auszuschließen.
Gleichzeitig haben wir auch die Rechenschaftspflichten der Kommission gegenüber dem Parlament gestärkt. Wir erfahren also auch, was die Kommission so macht. Damit stellt das investment firm review einen wichtigen Baustein dar, um die europäische Finanzmarktarchitektur bereit für den Brexit zu machen, die Verhältnismäßigkeit zu stärken und für eine passgenaue Regulierung zu sorgen.
Insgesamt, denke ich, ist uns ein guter und sinnvoller Kompromiss gelungen. Und ich möchte mich ganz herzlich bei allen meinen Schattenberichterstattern aus den diversen Fraktionen, bei der Ratspräsidentschaft und natürlich bei der Europäischen Kommission für die gute und konstruktive Zusammenarbeit bedanken.
Valdis Dombrovskis,Vice-President of the Commission. – Madam President, first of all I would like to thank the rapporteur, Mr Ferber, for his work. The review of the prudential framework for investment firms is an important part of the capital markets union (CMU) and banking union. It will set out a more proportionate prudential rule book for the vast majority of Europe’s small- and medium-sized investment firms. It should thus help these firms support the flow of investment in the Union and promote deeper and more integrated capital markets.
The revised framework will also ensure that systemic firms remain subject to the existing prudential rule book alongside banks. Amongst these, the largest will come under the supervision of the single supervisory mechanism for their operations in the Member States that are part of the banking union. This will help ensure a level playing field in regulatory and supervisory conditions.
Finally, some changes are introduced in how third-country investment firms can provide services to EU clients under the framework of equivalence set out in the Markets in Financial Instruments Regulation and Directive. These changes keep EU markets open to third-country firms while ensuring adequate transparency and safeguards for third-country operators offering key investment services on a significant scale and who also significantly enhance the role of ESMA in monitoring the activities of third-country firms in the Union.
I wish to thank Parliament, and in particular the rapporteur, Mr Ferber, for reaching this outcome. The support demonstrated by Parliament – not only by the rapporteur but also shadow rapporteurs – has been vital throughout the legislative process. I’m happy to say that the objectives and level of ambition of the Commission’s proposals are largely being achieved, thanks to the efficient and decisive approach adopted by Parliament.
The Commission will now work on implementation of the revised rule book for investment firms at a similar pace, and I want to ensure that the benefits of the functioning of the capital markets are delivered in full and on time.
Mady Delvaux, au nom du groupe S&D. – Madame la Présidente, je voudrais d’abord féliciter notre rapporteur, Markus Ferber, pour la manière dont il a organisé nos travaux et défendu notre position dans les trilogues. Nous avons abouti à une bonne réglementation. Elle était nécessaire et attendue, car elle est adaptée aux profils et aux risques spécifiques qui sont inhérents aux activités des différentes entreprises d’investissement. Elle corrige également le tir en empêchant certaines entreprises de jouir d’exemptions nationales et d’échapper à toute réglementation ou surveillance, comme c’était le cas auparavant.
Le défi consistait à répartir les onze types d’entreprises d’investissement identifiées par l’Autorité bancaire européenne en trois catégories ou trois classes. La première comprend les plus grandes entreprises, celles qui ont une importance systémique et qui restent soumises à la réglementation bancaire. La deuxième regroupe la plupart des entreprises, environ 6 000 d’entre elles, pour lesquelles les risques sont calculés selon les dénommés facteurs K. Enfin, la troisième réunit les petites entreprises non interconnectées qui ne représentent pas de risque élevé et qui sont donc soumises à une réglementation très légère.
C’est un bon compromis, à la fois sur les exigences en matière de fonds propres, qui sont proportionnelles tout en garantissant la stabilité, mais aussi sur les règles de gouvernance. L’obligation pour un grand nombre d’entreprises de mettre en place des comités des risques et des comités de rémunération, et d’assurer une représentation équitable des femmes et des hommes au sein de ces comités, mérite d’être saluée. Je me réjouis aussi du niveau d’exigence en matière de transparence et de déclaration ainsi que de la mise en place de politiques de rémunération non discriminatoires. Je salue également le principe selon lequel cette rémunération ne doit pas privilégier la rentabilité à court terme, ce qui constitue à mes yeux un progrès important. Enfin, je salue les critères qui ont été définis pour accorder les équivalences et le rôle accru accordé à l’Autorité bancaire européenne pour ce qui est de la surveillance des marchés financiers.
Catch-the-eye procedure
Νότης Μαριάς (ECR). – Κυρία Πρόεδρε, καταρχάς, θα ήθελα να εκφράσω τη συμπαράστασή μου στον γαλλικό λαό για το πλήγμα που υπέστη η Γαλλία —και βέβαια όλη η ανθρωπότητα— με την καταστροφή που έχει προκληθεί από την πυρκαγιά στην Παναγία των Παρισίων, ένα μνημείο ευρωπαϊκής κληρονομιάς.
Η συζήτηση που κάνουμε σήμερα για την προληπτική εποπτεία των επιχειρήσεων επενδύσεων είναι σημαντική, διότι μπαίνει μια τάξη στο θέμα αυτό και λαμβάνονται μέτρα ούτως ώστε να υπάρχει εποπτεία. Εποπτεία στις ιδιαίτερα μεγάλες επιχειρήσεις επενδύσεων, οι οποίες μπορεί να ενέχουν και συστημικό κίνδυνο και ορθώς εφαρμόζονται εκεί κανόνες που έχουν σχέση —και μοιάζουν θα έλεγε κανείς, κατά το μεγαλύτερο μέρος τους— με τους κανόνες που αφορούν τον τραπεζικό έλεγχο. Στις μεσαίες επιχειρήσεις υπάρχει μία ιδιαίτερη ρύθμιση, όπως φυσικά και στις μικρότερες. Νομίζω ότι εκεί ορθώς λαμβάνουμε αυτά τα μέτρα. Ωστόσο, πρέπει να λάβουμε υπόψη και το Brexit, διότι οι περισσότερες επιχειρήσεις τέτοιου τύπου είναι εγκατεστημένες στο Λονδίνο. Χρειάζεται ρύθμιση και προσοχή στο θέμα αυτό.
(End of catch-the-eye procedure)
Valdis Dombrovskis,Vice-President of the Commission. – Madam President, I would like to thank the honourable Members for this discussion and for the different points raised. The discussion shows that reform is welcome. Greater proportionality should help European investment firms prosper and drive more efficient capital markets for the benefit of savers, households and businesses.
Keeping some investment firms in the existing prudential framework, alongside banks, makes sense when these exhibit bank—like business models and risk features. An open but tightened equivalence regime for investment services adds value and choice for EU clients, while ensuring a level playing field for EU firms and avoiding the Union becoming excessively reliant on firms based in third countries for the provision of some key investment services, notably in the evolving context of Brexit.
I have taken good note of several of your remarks where further changes could have been considered. The new regime provides for an adequate implementation and phase-in period with the possibility to review the provisions in a few years’ time. I count on your continued support to ensure that the aims of the revised rules are achieved.
Markus Ferber, Berichterstatter. – Frau Präsidentin! Zunächst mal ein ganz herzliches Dankeschön auch an diejenigen, die jetzt noch tapfer waren und sich an der Debatte beteiligt haben. Wir waren ja ein paar mehr Schattenberichterstatter, liebe Mady. Ich hätte mich doch gefreut, wenn der eine oder andere sich heute Abend Zeit genommen hätte. Ein ganz herzliches Dankeschön an die Kommission.
Ich will nur sagen: Was wir jetzt heute Abend aus dem Ausschuss für Wirtschaft und Währung alles für Berichte abgeliefert haben und morgen zur Abstimmung stellen, wird insgesamt einen Ordnungsrahmen schaffen, mit dem wir uns wirklich sehen lassen können. Ich bedaure schon, dass es außer den paar wenigen, die sich intensiv damit beschäftigt haben, scheinbar keine Öffentlichkeit mehr interessiert. Wir haben so viel auf den Weg gebracht, Europa krisenfest und zukunftssicher gemacht. Das hätte eine größere Aufmerksamkeit verdient. Aber anscheinend ist es so, wenn man sich mit scheinbar technischen Dossiers beschäftigt, wo sehr viel Detailarbeit zu machen ist, wo man sich auch wirklich reingraben muss und wo man sich wirklich intensiv damit beschäftigen muss, dann beschäftigt das weniger die Schlagzeilen unserer Zeitungen, als wenn irgendwo was schiefgeht. Die Lösungen kriegt am Ende keiner mehr mit.
Und ich warte schon sehnsüchtig darauf, dass dann irgendeiner entdeckt, da haben wir ja doch noch irgendein kleines Kleinigkeitchen vergessen oder falsch geregelt. Und ich freue mich schon über die Beschwerden, die dann kommen, wie wir den Bereich der Investmentfirmen hier geschädigt haben. Trotzdem sage ich: Wir können stolz sein auf das, was wir hier in dieser Wahlperiode im Wirtschafts- und Währungsausschuss auf den Weg gebracht haben. Wir haben an allen Stellen, ob das knifflige Dinge wie Clearinghäuser, Derivatebereich, aber auch die Aufsichtsstrukturen und die Investmentfirmen sind, viel auf den Weg gebracht, um unsere Finanzmärkte stabil und sicher zu machen. Ich hoffe, dass das wenigstens ein paar verstehen.
President. – The debate is closed.
The vote will take place on Tuesday, 16 April 2019.
21. In-nuqqas ta' adozzjoni ta' taxxa tal-Unjoni fuq is-servizzi diġitali (dibattitu)
President. – The next item is the debate on the Commission statement on failure to adopt a EU digital services tax (2019/2695(RSP)).
I should inform Members that for this debate there is no catch-the-eye procedure and no blue cards will be accepted. There is a round of speakers for the political groups.
Valdis Dombrovskis,Vice-President of the Commission. – Madam President, thank you for organizing the debate today to speak about digital taxation and in particular the fate of the digital services tax, where a Council agreement has not been possible. On digital taxation, I know you have been vocally supporting our proposal and I would like to thank you for this.
Let me start my intervention by briefly recalling why the Commission presented an initiative on this issue on 21 March 2018. We did it because the underlying reasons remain valid and the problems that we are trying to fix remain unsolved. This has to be kept in mind while working on this issue during the upcoming months. After all it’s simple, international corporate tax rules are no longer adapted to realities of the modern global economy. They do not capture the benefits derived from digital services when there is no physical presence in the country.
The consequence of this inability to apply our current tax rules to these new realities is clear. Today profits from certain digital activities are barely taxed in the EU and this is unacceptable. It threatens the long-term sustainability of our public finances. It disrupts the conditions of competition for businesses in our single market and it undermines the fundamental principles of tax fairness.
This is why we have proposed two ways to ensure fair and equitable taxation of the digital economy.
Firstly, a structural proposal to reform the rules on corporate taxation so that profits are recorded and taxed where companies interact significantly with users via digital channels. This is a comprehensive solution.
Secondly, a more targeted proposal that responds to requests from several Member States for a provisional tax on the main digital activities that currently escape any form of taxation in the EU – the digital services tax. This is an interim solution to apply until the comprehensive solution is agreed.
As you know, Council discussions have mainly focused on this interim solution and we are obviously disappointed that Member States have not been able to reach a unanimous agreement on a proposal for the digital services tax, despite the fact that there was a large majority of Member States in favour. The failure to reach unanimous agreement on this file is largely explained by unanimity rule, according to which Council must decide unanimously on proposals in the area of taxation. As explained in this year’s communication on qualified majority voting, this is just another example of many tax initiatives where the unanimity requirement has hampered the progress needed to strengthen the single market and avoid its fragmentation.
In today’s larger, modern and more integrated EU, a purely national approach to taxation no longer works and unanimity is not an effective way of decision-making. This is why we have launched the debate around this topic.
In any event, I believe that the complex work that has led us to the near compromise on the digital services tax has not been in vain.
Firstly, it will provide a framework for our Member States which decide to move forward by adopting an interim solution at national level. Secondly, we will be able to examine the proposal on the table of the Council if the G20 and the OECD on the reform on the corporate tax system have reached no international agreement in 2020.
Moreover, the proposed digital services tax has the merit of having accelerated international discussion within the OECD and the G20 on the comprehensive solution. As you know, in March 2018 the OECD delivered an interim report in which it committed to reach a long-term consensus—based solution on the tax challenges arising from that digitalisation of the economy and the remaining [inaudible passage].
We strongly believe that the solution to tax and the digital economy must ultimately be a global one. We have to keep up the momentum for the G20 finance ministers discussions last year.
I will continue to work and engage with the international community and it will be important to coordinate the European efforts in the OECD.
Speaking with one voice will allow the EU to put more pressure on the discussions and better defend our interests. It will be important that in our efforts to modernise corporate tax rules, we avoid repeating mistakes from the past, creating new layers of complexity cannot be a way forward. We need to think of a system that is simple and future-proved. This should not patch the system but really reform it.
VORSITZ: EVELYNE GEBHARDT Vizepräsidentin
Othmar Karas, im Namen der PPE-Fraktion. – Frau Präsidentin, Herr Vizepräsident der Kommission, meine Damen und Herren! Die Dringlichkeit dieses Themas ist uns ja allen bekannt. Während sich der effektive Körperschaftsteuersatz in traditionellen Branchen, vor allem den kleinen und mittelständischen Unternehmen, auf durchschnittlich 23 % beläuft, liegt er in der digitalen Branche bei ungefähr 9,5 %. Steuervorbescheide erlauben es den großen digitalen Giganten, Internetfirmen, zum Teil sogar nur 1 % Steuer zu bezahlen.
Das ist ungerecht, das ist unfair, das schafft Wettbewerbsverzerrungen innerhalb des Binnenmarktes, und es schwächt die kleinen und mittelständischen Unternehmen. Als Christdemokrat und als Anhänger der öko-sozialen Marktwirtschaft kann und will ich mich damit nicht abfinden. Alle Vorschläge zur Beseitigung dieser Ungerechtigkeit und Unfairness liegen von diesem Parlament generell auf dem Tisch und im Speziellen von der Kommission und dem Parlament, weil wir eine europäische Digitalsteuer auf Online-Erträge schon beschlossen haben, weil wir die Einrichtung einer digitalen Betriebsstätte schon beschlossen haben.
Woran scheitern wir aber dann? Wir scheitern am mangelnden politischen Willen in den Mitgliedstaaten, wir scheitern an den Steueroasen innerhalb der Europäischen Union, und wir scheitern am Vetorecht im Rat durch die Einstimmigkeit. Ich fordere daher die Mitgliedstaaten auf: Beenden Sie Ihre Blockade! Beenden Sie das Einstimmigkeitsprinzip, damit wir in der Europäischen Union endlich eine Digitalsteuer erhalten, die digitale Betriebsstätte umsetzen können, global handlungsfähiger werden und im digitalen Zeitalter durchgesetzt wird, dass Steuer dort zu bezahlen ist, wo auch die Wertschöpfung erfolgt!
Paul Tang, namens de S&D-Fractie. – Voorzitter, ik zal in het Nederlands spreken.
Veel mensen voelen de crisis nog steeds. De lonen blijven achter bij de winsten. Het vaste werk staat meer en meer onder druk, terwijl de rekening van lasten en bezuinigingen is opgelopen.
Is het dan niet cynisch dat juist de bedrijven die tot de grootste van de wereld zijn gegroeid – Apple, Facebook, Google, Amazon – juist de minste belasting betalen? Is het dan niet logisch dat veel Europeanen – meer dan 35 % van de geënquêteerden in Duitsland, Zweden en Denemarken – graag een belasting op digitale omzet hadden gehad? Is het dan niet cynisch dat het voorstel voor zo'n belasting op digitale omzet juist is gestrand bij deze landen? Driewerf ja. Er is dus alle reden om de unanimiteit in de Europese Unie over belastingen ter discussie te stellen.
En toch. Het voorstel dat de sociaaldemocraten steunen, heeft effect gehad. Ten eerste heeft het voorstel de Verenigde Staten aan de onderhandelingstafel getrokken. Dat land is inmiddels wel bereid om bij de internationale OESO-onderhandelingen te spreken over fundamentele veranderingen in de winstbelasting. En de fundamentele hervorming is nodig: de winstbelasting komt uit het begin van de twintigste eeuw en is niet opgewassen tegen globalisering en digitalisering.
Nu moeten Duitsland, Nederland en andere landen bereid zijn zich niet te verschuilen achter het idee van een minimale belasting – dat geen wezenlijk antwoord biedt op digitalisering en globalisering en slechts een lapmiddel is – maar zij moeten inzetten op een fundamentele hervorming van de winstbelasting. Het Europees Parlement heeft zich al uitgesproken voor zo'n hervorming. Er was een tweederdemeerderheid voor de CCCTB.
Ten tweede heeft het voorstel ertoe geleid dat Europese landen zelf zijn verleid om een voorstel te doen voor een digitale belasting. Frankrijk en Oostenrijk voorop. Hulde daarvoor. Het zet druk, noodzakelijke druk op de internationale en Europese onderhandelingen.
Ik zou graag andere landen willen oproepen om zelf met zo'n voorstel te komen. Geef het signaal af dat cynisme niet zal zegevieren. Geef het signaal af dat de internationale onderhandelingen zullen moeten slagen. Geef het signaal af dat juist de grootste bedrijven in de wereld eerlijk moeten bijdragen aan de financiering van scholen, betaalbare woningen en ziekenhuizen. Iedereen moet een eerlijke bijdrage leveren, ook de multinationals en de miljardairs.
Martin Schirdewan, im Namen der GUE/NGL-Fraktion. – Frau Präsidentin! Das Steuergebaren der Internet- und Tech-Giganten in der Europäischen Union ist ja hinlänglich bekannt: So zahlte Apple im Jahr 2014 gerade einmal 50 Euro Steuern pro eine Million Euro Gewinn. Den Vogel schossen allerdings unlängst Netflix und Amazon ab: Beide Internetfirmen zahlten letztes Jahr keinen Cent Steuern auf ihre Gewinne in den Vereinigten Staaten. Amazon bekam sogar noch eine Steuergutschrift von 129 Millionen, hatte also einen negativen Steuersatz, und das bei einem Gewinn von 11 Milliarden. Das versteht doch kein Mensch mehr!
Leider sagt es vor diesem Hintergrund sehr viel über den Zustand der Europäischen Union aus, dass es zu keiner Einigung in Fragen einer Digitalsteuer gekommen ist. Der berechtigte Versuch, das gemeinsame Steuerrecht ins 21. Jahrhundert zu transformieren, ist vorerst gescheitert. Bei diesem Versuch handelt es sich keineswegs um eine Dämonisierung von Internetunternehmen, wie der deutsche Finanzminister Olaf Scholz mal behauptete, sondern um Steuergerechtigkeit. Das erwarten die Leute von uns: Dass Unternehmen und Vermögende ihren gerechten Anteil an der gesellschaftlichen Entwicklung leisten und entsprechend Steuern zahlen.
Sven Giegold, im Namen der Verts/ALE-Fraktion. – Frau Präsidentin! Was wir hier sehen, ist für die Europäische Union wirklich ein Trauerspiel. Die europäischen Institutionen haben funktioniert, die EU-Kommission hat das Gerechtigkeitsdefizit bei der Besteuerung von Digitalunternehmen mit einem klaren Vorschlag adressiert. Das Parlament hat diesen Vorschlag aufgenommen. Es gab eine ganz breite Mehrheit hier im Haus. Im Grunde waren alle für eine ernsthafte Besteuerung der Digitalunternehmen. Das Ganze ist im Rat gescheitert.
Aber warum ist es im Rat gescheitert? Weil einige Steueroasen, einige europaskeptische Länder, unterstützt von der großen Koalition in Deutschland, diesen Vorschlag haben auf Eis laufen lassen. Und Olaf Scholz irrt, wenn er glaubt, dass er Herrn Trump beruhigen kann, indem man hier eine europäische Lösung verweigert und stattdessen erstmal auf OECD-Ebene verhandelt.
Dieses Thema sollten sich alle Wählerinnen und Wähler ganz genau anschauen. Die große Koalition in Deutschland hat mit zu verantworten, dass wir die Digitalsteuer nicht bekommen haben, und ich hoffe, dass viele Wählerinnen und Wähler das bei ihrer Wahlentscheidung einbeziehen werden.
Dobromir Sośnierz (NI). – Pani Przewodnicząca! Ja bardzo się cieszę, że ten fatalny pomysł wprowadzania kolejnego podatku upadł. To jest zwycięstwo podatników. Każdy grosz wyrwany wam, którzy marnujecie pieniądze podatników, żyjecie z nich i je bezsensownie rozrzucacie po świecie, jest zwycięstwem podatników. Jedynym sprawiedliwym systemem jest ten, w którym ludzie, którzy wypracowali dochód, zachowują ten dochód dla siebie, a nie taki, w którym inni zabierają im go pod przymusem. W istocie również najkorzystniej dla gospodarki jest, kiedy te pieniądze zostają u tych, którzy je wypracowali, bo oni wiedzą, jak je zarobić. Jeśli po raz kolejny słyszę, że chcecie więcej pieniędzy na szpitale, na szkoły itd., brakuje wam pieniędzy na szpitale i szkoły, skasujcie bezsensowne programy jak Erasmus+, to będziecie mieli więcej pieniędzy na szpitale i szkoły. Skasujcie programy finansowania organizacji pozarządowych na całym świecie, w Afryce, w Azji itd., to będziecie mieli pieniądze na szkoły dla europejskich podatników. Skasujcie głupie programy, a później sięgajcie głębiej do kieszeni podatników.
Valdis Dombrovskis,Vice-President of the Commission. – Madam President, I would like to thank honourable Members once again for their dedication, work and support on this project. We of course regret that unanimity could not be found in the Council on the digital services tax. However, the work on the file is not lost but will provide a framework for Member States which may decide to make progress on their own by legislating at national level. We can return to the Union debate if no international agreement can be reached on a comprehensive solution at OECD level.
Moreover, we are pleased to see how the digital services tax proposal, which almost reached a compromise in the Council, triggered a debate at international level on the tax challenges posed by the digital economy. So Europe is shaping this debate. The OECD and G20 negotiations on how to reform the corporate tax framework will be extremely important.
Therefore, we need to continue the work and focus our efforts on this. The Union’s participation in such discussions must be coordinated. We have budgetary and social responsibilities that are unique to Europe. The challenge is twofold. Firstly, we must collectively ensure that our public finances are sustainable, and, secondly, we also need to ensure a fair distribution of the tax burden.
We can be proud of what has been achieved together on this file, but we are also aware that the work is unfinished. We also believe that the blocking of the digital services tax by a few Member States in the Council, and previous similar experiences, should be seen as a wake—up call concerning the need for the Union to gradually move towards qualified majority voting on tax matters. The decision—making process on tax matters needs to be resolved.
Die Präsidentin. – Die Aussprache ist geschlossen.
22. Interventi ta' minuta dwar kwistjonijiet ta' importanza politika
Die Präsidentin. – Als nächster Punkt der Tagesordnung folgen die Ausführungen von einer Minute zu wichtigen politischen Fragen (Artikel 163 GO).
Iuliu Winkler (PPE). – Tisztelt Elnök Asszony! Felháborító, vérlázító romániai esetre hívom fel a Parlament figyelmét. Egy székelyföldi község, Korond polgármesterét 97 000 euró büntetéssel sújtották amiatt, hogy a 93 százalék magyar lakosságú településen a hivatalos román felirat mellett magyarul is kiírta az intézmény nevét, azt, hogy községháza, vagyis „town hall” avagy „hôtel de ville”. Közösségem elégedetlenségének adok hangot, az ítélet aránytalan, fittyet hány az európai értékrendre. Szembe megy azzal, amit megenged a törvény, és amit előírnak a Románia által ratifikált nemzetközi egyezmények. Egy ilyen hihetetlen döntés növeli a feszültséget, a bizalmatlanságot a többségi társadalommal és az igazságszolgáltatással szemben. A többség-kisebbség viszonyának rendezésére, párbeszédre és megoldásokra van szükség Romániában. A retorzió nem szolgálja sem a román, sem a magyar közösség érdekeit, sem pedig az ország általános érdekeit.
Cristian-Silviu Buşoi (PPE). – Doamnă președintă, stimați colegi, în toate Eurobarometrele sănătatea reprezintă o preocupare foarte importantă a cetățenilor europeni și toți așteaptă ca instituțiile europene să facă mai mult. S-au făcut progrese importante în această legislatură: o legislație mai bună privind dispozitivele medicale, progrese privind evaluarea tehnologiilor medicale, s-au pus bazele unui program mai ambițios în domeniul sănătății și se pregătește cel mai mare program de cercetare în sănătate, în care cancerul pediatric va avea un rol foarte important.
Campania electorală este un bun prilej pentru a discuta și pentru a vedea cum putem acționa mai bine pe viitor la nivel european în domeniul sănătății și să fim mai ambițioși în perioada următoare. Va trebui să luptăm mai bine împotriva cancerului, să reducem inegalitățile, să luptăm împotriva infecțiilor intraspitalicești, să asigurăm un mai bun acces la inovație, mai ales în ceea ce privește medicamentele, și să pregătim sistemele noastre de sănătate pentru revoluția digitală.
Andrea Bocskor (PPE). – Tisztelt Elnök Asszony! Sorsdöntő választások előtt áll Európa és Ukrajna is. Májusban eldől, merre tovább. Remélem, hogy Európának olyan vezetői lesznek, akiknek fontosak a keresztény európai gyökerek, a család és az európai őshonos nemzeti kisebbségek. Húsvét vasárnapján pedig Ukrajnában lesz az elnökválasztás második fordulója. A húsvét, a feltámadást, a reményt és a hitet jelenti. Bízom benne, hogy az elnök a választópolgárok akarata szerint, demokratikus módon lesz megválasztva, és Ukrajna végre elindul az európai jogállamiság útján, felszámolják a korrupciót, és valódi reformok kezdődnek. Én azt remélem, hogy Ukrajnának olyan elnöke lesz, aki nem osztja a polgárokat el első és másodrangúakra, aki tiszteletben tartja a megszerzett alkotmányos jogokat és a nemzetközi kötelezettségvállalásokat. Azt is remélem, hogy a választások után enyhül az etnikai alapú feszültségkeltés, megszűnik az ellenségkép-teremtés, a vegzálások és a magyarellenes támadások. Megfékezik a szélsőségeseket és a megválasztott elnök megvédi az országban élő nemzeti kisebbségek, köztük a kárpátaljai magyarok jogait.
Juan Fernando López Aguilar (S&D). – Señora presidenta, señor comisario, en este último Pleno de la legislatura 2014—2019 volvemos a debatir, una vez más, el Brexit. Una nueva prórroga in extremis, agónica. Es imprescindible criticar a la Cámara de los Comunes, que ha sido incapaz de adoptar una posición reconocible. Del mismo modo que hay que apoyar la unidad de acción que ha mostrado la Unión Europea protegiendo como prioridad los derechos de la ciudadanía: de los británicos en la Unión Europea y de los europeos en el Reino Unido.
Esto es particularmente sensible en algunas regiones con intensidad de relaciones económicas y comerciales con el Reino Unido, como es el caso de Canarias. Cinco millones de visitantes británicos al año que estaban pendientes de la exención de visados que hemos conseguido aprobar en este Parlamento Europeo. Treinta mil británicos residentes en Canarias, cinco mil canarios residentes en el Reino Unido. Y transacciones de productos sensibles, como el plátano o el tomate, que requerían seguridad jurídica.
Pero espero que el debate clarifique de una vez que, si hay una prórroga, tenemos derecho a formular una pregunta y obtener una respuesta: ¿Una prórroga para qué?
Răzvan Popa (S&D). – Doamnă președintă, stimați colegi, mai este puțin timp până la încheierea actualei legislaturi a Parlamentului și este regretabil că, în aceste ultime săptămâni de muncă, forul european și reprezentanți ai Comisiei au intrat deja în campanie electorală. Iar ținta acestei campanii electorale, în care s-au angrenat partide și politicieni de la nivel european, a devenit România. Acest lucru mi se pare inacceptabil.
Astăzi am avut o dezbatere cu o desfășurare previzibilă, România fiind din nou criticată pe nedrept de aceleași voci deja recunoscute. România a ales să se comporte demn în fața acestor atacuri, să nu răspundă cu aceeași monedă, chiar dacă dubla măsură este evidentă. Noi nu comentăm despre cazurile de corupție din alte țări europene și nici despre dreptul suveran al statelor membre de a-și decide legislația în domeniul justiției. Deranjant este că aceste critici fie nu fac referire la elemente concrete, fie vizează decizii care nu există de fapt în România, ceea ce nu este normal.
Fac un apel clar și ferm la încetarea acestor abordări. Campania electorală nu trebuie să ajungă să afecteze imaginea și construcția proiectului european - un proiect pozitiv și necesar în care cetățenii cred și de la care așteaptă soluții.
Branislav Škripek (ECR). – Vážená pani predsedajúca, pred časom sme sa dozvedeli, že v Španielsku školská komisia pre rodovú rovnosť dospela k záveru, že takmer dve stovky rozprávkových príbehov sú sexistické.
Je pre mňa prekvapením, že takéto niečo, s takýmto niečím sa môžeme stretať, pretože celé generácie európskych detí vyrastali na tom, že počúvali pekným, príjemným detským spôsobom o tom, aké sú správne hodnoty v živote, hodnoty dobra a zla, hodnoty. ktoré jednoducho vychovávajú charakter človeka, ktorý sa potom dokáže postaviť za to, čo je v živote správne a čo je v živote nesprávne. Myslím si, že tu dochádza k veľmi čudnej situácii, a mali by sme sa voči takýmto veciam v našich kolegiálnych členských štátoch vedieť ohradiť, pretože nie je správne, aby sme diktovali to, čo deti majú počúvať a čo nie. To je na úlohe rodičov, aby o tom rozhodovali.
Jasenko Selimovic (ALDE). – Fru talman! Stödet för medlemskapet i Europeiska unionen är ganska stort i hela unionen. Över 65 procent av svenskarna tycker att vi ska vara med. Samtidigt visar samma opinionsmätningar att en majoritet av medborgarna inte litar på EU, inte litar på att vi ska hjälpa dem att hantera de problem som de har i vardagslivet. Vad dessa två siffror säger oss tillsammans är att vi omedelbart måste presentera en plan för att förbättra den här unionens sätt att fungera, återerövra medborgarnas förtroende. Gör vi inte det, kommer detta parlament att inte bara fyllas med extremister på två sidor – som vi inte vill ha i det här parlamentet nästa mandatperiod – utan stödet för medlemskapet kommer också att minska. Då har vi seriösa problem. Nu har vi en månad på oss. Nu måste vi visa medborgarna att vi hör vad de säger, att vi tar till oss det, är beredda att göra någonting åt det och därmed är värda deras förtroende.
Josep-Maria Terricabras (Verts/ALE). – Voorzitter, aan het einde van mijn ambtstermijn wil ik graag in mijn laatste toespraak in het Nederlands of Vlaams spreken. Ik ben Catalaans en de Spaanse regering beschermt het vrije gebruik van mijn taal niet. Maar België heeft drie talen: het Frans en het Duits – die talen spreek ik sinds ik een kind ben – en het Vlaams, dat ik in mijn tijd hier geprobeerd heb een beetje te leren. Ik dank mijn lerares Sandra Peeters voor het enorme geduld en de vaardigheid die zij heeft gebruikt om met mij vooruitgang te boeken. Dit is mijn eerbetoon aan de Europese pluriformiteit, in de hoop dat het Catalaans binnenkort ook een officiële taal wordt. Ik dank u allen, ook u, mevrouw de Voorzitter.
Jordi Solé (Verts/ALE). – Señora presidenta, uno de los temas de esta legislatura europea, que esta semana terminamos, ha sido Cataluña.
Muchos de ustedes habrán descubierto un país que quiere decidir su futuro votando, que se quiere autodeterminar; también habrán visto cómo la policía ha atacado a votantes, cómo han encarcelado a nuestros representantes legítimos por haber organizado un referéndum y cómo les están juzgando ahora como si fueran criminales.
Pero mientras ustedes descubrían esto, nosotros los catalanes descubríamos otra cosa: descubríamos la cara más hipócrita de Europa. Mientras la mayoría callaba, mientras Juncker recibía premios en España y mientras Timmermans no veía ningún problema con la democracia y con los derechos fundamentales en España, nuestro desencanto con Europa se multiplicaba.
Pero si lo que quieren es que el independentismo catalán se desvincule de Europa, les digo que no lo conseguirán, que no les vamos a hacer este favor. No somos nosotros los que nos hemos desvinculado del proyecto de los valores europeos: son ustedes.
Así que volveremos, y con más fuerza, para recuperar la Europa de los derechos y libertades que nunca deberían haber abandonado.
Matt Carthy (GUE/NGL). – Madam President, the Commission plans to allocate EUR 13 billion over the next five years for an EU defence fund: a euphemism for a European army. And this at a time when public services in countries like Ireland are stretched to breaking point. Military neutrality is an important plank of Irish foreign policy. Sinn Féin will oppose increased Irish contributions to an EU budget that is concentrating on developing a war machine. Instead, we will defend Irish neutrality in order to save our taxpayers millions, keep our citizens safer, safeguard our international reputation and allow us to play a positive role in peace-building across the world. Last week, Fianna Fáil and Fianna Gael rejected a Sinn Féin motion that will allow the Irish people the chance to enshrine neutrality in our Constitution. This was just another missed opportunity to spare us the indignity of funding and implicitly supporting the ever-hastening moves towards an EU army that all too many in this House pursue. Sinn Féin will play no part in these games. We will fight for Irish neutrality all day, every day.
Luke Ming Flanagan (GUE/NGL). – A Uachtaráin, d’fhéadfadh cinneadh Choiste AGRI vótáil ar son chomhchlaonadh na n-íocaíochtaí aonair feirme méadú €50-100 milliún a chinntiú do Thoghcheantar Lár-Tíre agus an Iarthuaiscirt faoi dheireadh na bliana 2026. D’fhéadfadh Maigh Eo an méadú is mó de a fháil – €72 milliún; Dún na nGall – €61 mhilliún; Gaillimh – €38 milliún; Sligeach – €21 milliún; Liatroim – €21 milliún. Deirimse “d’fhéadfadh”, mar tá dhá chonstaic as trí cinn fós romhainn amach.
Martin Sonneborn (NI). – Frau Präsidentin, liebe Kollegen! Als Mitglied des Kulturausschusses möchte ich Ihnen nur kurz einen Actionfilm empfehlen. Er heißt „Collateral Murder“, dauert 38 Minuten und steht auf YouTube. Produziert wurde er von der US-Armee, veröffentlicht hat ihn der Wikileaks-Vertrieb von Julian Assange. Zu sehen ist, wie US-Soldaten von Hubschraubern aus in einem Vorort von Bagdad diverse Zivilisten erschießen, darunter Reuters-Journalisten und Kinder, und wie die Schützen sich dabei köstlich amüsieren. Der Mann, der 2010 diese Bilder und das zu Grunde liegende Verbrechen publik gemacht hat, droht jetzt, an die Leute ausgeliefert zu werden, die es leugnen und verschleiern.
Vor ein paar Wochen haben wir uns mit dem Rat auf Regeln für den Schutz von Whistleblowern geeinigt, die Verstöße gegen das EU-Recht aufdecken. Meines Erachtens ist es EU-rechtswidrig, zum Spaß Leute umzunieten.
Und noch ein Wort an die Briten, die ja nun wohl bis Halloween zur EU gehören: Wenn ihr Julian Assange an die USA ausliefert, dann könnt ihr euren dämlichen Brexit sofort haben, meinetwegen so hart wie möglich.
Dobromir Sośnierz (NI). – Pani Przewodnicząca! Największą chorobą Parlamentu Europejskiego jest biegunka legislacyjna. Wypuszczamy z tej Izby ponad pięćset dokumentów rocznie, to znaczy więcej niż jeden dziennie. Nikt w tej Izbie nie jest w stanie tego wszystkiego przeczytać, a tym bardziej nikt nie jest w stanie przeczytać tego poza Parlamentem, bo ludzie jeszcze muszą zarabiać na chleb, a nie czytać wszystko, co wypisuje Parlament Europejski.
Kolejnym skutkiem tej choroby jest to, że głosujemy w sposób nieprawdopodobnie pośpieszny, niechlujny. Głosowania prowadzone są czasem w tempie krótszym niż dwie sekundy na poprawkę. W praktyce przewodniczący obradom przyznają, że nie patrzą na całą salę, tylko na liderów, którzy siedzą z przodu. Dochodzi więc w rzeczywistości do głosowania w zastępstwie innych posłów, co jest niedopuszczalne, bo mandat posła jest niezbywalny. Nie można przekazać swojego głosu innym ani domniemywać, że wszyscy głosują tak jak cała grupa.
W związku z tymi wszystkimi nieprawidłowościami poprosiłem ekspertów o opracowanie raportu na temat nadużyć praworządności w tym parlamencie. Po przetłumaczeniu na angielski roześlę go wszystkim posłom. Mam nadzieję, że w kolejnej kadencji zostaną one naprawione.
Anna Maria Corazza Bildt (PPE). – Madam President, children’s rights are not a soft nor a small issue. They are a serious issue. As founder of the Intergroup of Children’s Rights and now European Parliament coordinator on children’s rights, we together have been the driving force for putting children at the heart of the EU internal and external action. A permanent body of the Parliament acting as a focal point, mainstreaming children’s rights, was much needed, and my priority has been to prevent and combat all forms of violence against children, to protect migrant children and to increase child participation. We have come a long way. We are in close partnership with the Council of Europe and the UN family to strengthen cooperation to protect children globally, and in this House we have just launched both the economy and childhood global index on child sexual violence and the ‘act to protect children in conflict’ campaign by the Special Representative of the Secretary-General for Children and Armed Conflict.
For the next mandate, I call on the Commission to adopt a new child rights agenda, to review the ePrivacy, the Audiovisual Media Service Directive, GDPR and other acts on the sexual abuse of children, to create a safe internet for kids. I call on all candidates to join our pledge to become a child rights champion and to commit to promote the children’s rights mandate.
Κώστας Μαυρίδης (S&D) . – Κυρία Πρόεδρε, η τουρκική κατοχή της Κύπρου συνεχίζεται και είναι ένα έγκλημα ενάντια στην Ευρωπαϊκή Ένωση. Όταν όμως το προβάλαμε πριν από 5 χρόνια, σε αυτήν εδώ την αίθουσα, ελάχιστοι έδιναν σημασία. Όταν ο Erdoğan προχώρησε και συνέτριψε τα ανθρώπινα δικαιώματα στην ίδια την Τουρκία και φυλάκιζε όποιον διαφωνούσε μαζί του, άρχισαν να είναι περισσότεροι αυτοί που έδιναν σημασία, αλλά κάποιοι έβρισκαν πάλι λόγους να τον υποστηρίζουν. Καθώς μιλάμε όμως, στην Ανατολική Μεσόγειο η Κυπριακή Δημοκρατία επιχειρεί να αξιοποιήσει τα ενεργειακά της αποθέματα προς όφελος της Ευρωπαϊκής Ένωσης.
Νομίζω ότι έφτασε η ώρα και θα κριθούμε όλοι μας στην πράξη. Θα στηρίξουμε την Κυπριακή Δημοκρατία και τα ευρωπαϊκά συμφέροντα σε μια κοινή εξωτερική πολιτική και πολιτική άμυνας ή θα βρούμε πάλι λόγους να στηρίξουμε την Τουρκία; Ενόσω η τουρκική κατοχή στην Κύπρο συνεχίζεται, η Ευρώπη παραμένει ακρωτηριασμένη. Στην πολιτική κρινόμαστε για τη διορατικότητά μας. Ας βάλουμε επιτέλους πάνω απ’ όλα την ίδια την Ευρώπη και όχι οτιδήποτε άλλο.
Ana Miranda (Verts/ALE). – Señora presidenta, le agradezco que me dé la palabra. Porque en todas mis intervenciones en esta legislatura desde el 1 de marzo me he referido siempre a la vida y a temas relacionados con la vida. Pero hoy invoco un derecho, que es el derecho a morir dignamente. Precisamente porque se ha dado en el Estado español un debate muy importante sobre la eutanasia. Un debate porque una persona, el marido de una mujer con una enfermedad muy grave, por asistirla en una muerte digna haya tenido que ir a un juzgado, y posiblemente haya cometido un delito. Una situación muy grave. Porque si esa persona viviera en Bélgica tendría unos derechos diferentes. O si viviese en uno de los pocos Estados miembros que reconocen la eutanasia.
Yo quiero pedir a la Comisión en estos momentos, y también al Parlamento saliente, que abramos un debate en Europa sobre la eutanasia. En todos los Estados miembros y como cuestión europea.
Pál Csáky (PPE). – Tisztelt Elnök Asszony! Az EP-választás közeledtével egyre többet beszélünk a szélsőséges politikai pártok lehetséges szerepvállalásáról. Nem elég erről a témáról elvi szinten beszélni. Azt is meg kell néznünk, hogyan segít legitimálni egyik-másik itteni tag pártunk az otthoni szélsőségeket. Példaként sajnos országomat, Szlovákiát is felhozhatom. Ott az EPP egyik tagpártja, a Most-Híd és a szocialisták egyik tagpártja a Smer állt össze koalícióba egy nacionalista párttal, a Szlovák Nemzeti Párttal. Az eredmény: a két, önmagában is problémás EPP- és szocialista tagpárt teljesen hozzázüllött a nacionalista partnerhez. A korrupció erősödött az országban. Sokak szerint ez tartja össze a koalíciót. A jogállamiság oda süllyedt, hogy újságírót gyilkoltak, most pedig egy olyan törvényt is elfogadtak, amely tiltja más országok, így EU-tagállamok himnuszának eléneklését is rendezvényeken, és a tiltást megszegő jogi személyeket 7000 euróig terjedő bírsággal is sújthatja. Ez elfogadhatatlan, tisztelt Európai Bizottság, tenni kell, cselekedni kell.
Claudiu Ciprian Tănăsescu (S&D). – Doamnă președintă, stimați colegi, pentru că ne apropiem de sfârșitul acestei legislaturi, țin să remarc faptul că, împotriva diferențelor de abordare politică existente între noi, proiectul Uniunii Europene este pregătit să meargă mai departe și să progreseze spre o Europă a coeziunii. Remarc și apreciez că, pentru prima dată în istoria Uniunii Europene, politica de coeziune este pusă pe primul plan. Astfel, în bugetul din perioada 2021 - 2027, portofoliul responsabil cu politica de coeziune va avea cea mai mare sumă alocată, respectiv 373 de miliarde de euro, iar România, Bulgaria și Grecia au prevăzută o creștere de peste 10 % a fondurilor de coeziune alocate față de sumele actuale. Este un semnal important pentru cetățenii statelor care au aderat mai târziu și unde așa-zisul „plan al Europei cu mai multe viteze” nu a fost primit foarte bine.
Pe această cale, salut inițiativa Comisiei Europene, care dă un semnal pozitiv, acela că, în pofida tuturor discuțiilor din ultimii ani privind viitorul Europei, suntem hotărâți să trăim și să ne dezvoltăm împreună, cu diferențe cât mai mici între statele membre. Europa împreună este și trebuie să rămână obiectivul nostru.
Stanislav Polčák (PPE). – Paní předsedající, dovolte mi, abych nejprve úvodem svého vystoupení vyjádřil účast Francii v té kulturní tragédii, která se nyní odehrává v Paříži. Notre-Dame je evropské kulturní dědictví a já pevně věřím, že se podaří francouzským hasičům tu situaci zvládnout, i když to nevypadá příliš přívětivě.
Evropská unie stojí před mnohými výzvami, ať je to brexit, terorismus, samozřejmě i sestěhovávání obyvatelstva nebo zamoření plastem, ale podle mého názoru to nejvážnější téma je klimatická změna. My se musíme adaptovat na tuto klimatickou změnu, je to vlastně klíčová hrozba pro naši budoucnost a neschopnost v této otázce se nám může skutečně velmi vymstít. Musíme zadržovat vodu v krajině a tím bojovat i proti suchu. Přístup ke krajině se musí změnit od zemědělců počínaje přes samozřejmě i nás, kteří v té krajině žijeme.
Také bych chtěl upozornit na hrozbu emisí. Česká republika má jedno z nejznečištěnějších ovzduší v Evropě. Měli bychom začít i sami u sebe. Jedině společně můžeme tyto výzvy zvládnout, ať s pomocí evropských zdrojů nebo inovací. Pevně věřím, že se nám toto podaří zvládnout.
Nicola Caputo (S&D). – Signora Presidente, onorevoli colleghi, questo è l'ultimo one minute speech della legislatura, una legislatura che ho vissuto con grande intensità, cercando di rappresentare sempre al meglio il mio paese. Ho trascorso molte ore in questa plenaria e sono contento di averlo fatto, così come sono orgoglioso di essere stato tra i parlamentari più presenti e produttivi.
Da questa settimana sarò in campagna elettorale per portare con orgoglio nei 1784 Comuni del Sud d'Italia l'idea di Europa che in questi anni è maturata in me. Un'Europa comunità di pace per tutti, ma anche l'ambizione della necessità degli Stati Uniti d'Europa, e lo farò in un territorio bellissimo, ma difficile e complesso, un territorio che merita di essere riscattato da una classe dirigente finalmente degna di questo nome, un territorio stanco dei soliti politici politicanti che illudono i cittadini con promesse clientelari imbarazzanti.
Mi rivolgo agli elettori: rispettiamo la nostra terra, alziamo l'asticella della legalità in questa campagna elettorale, arrestiamo queste modalità di accaparramento del consenso, basato sul concetto del do ut des. Viva l'Unione Europea, viva l'Italia, viva il Sud Italia.
László Tőkés (PPE). – Tisztelt Elnök Asszony! Országom polgáraként fájdalommal élem meg, hogy múlt év októbere óta immár harmadízben szerepel az EP napirendjén a romániai jogállamiság egyre romló helyzete. Romániai magyarként ez alkalommal is fel kell hívnom a figyelmet arra a rendszerszintű kisebbség-, illetve magyarelleneségre, mely szintén a jogállamiság súlyos sérelmét jelenti, s amelyről a Bizottság jelentései mélyen hallgatnak. Konkrét formában a titkosszolgálattal összefonódott nacionalista, posztkommunista román rezsim magyarságuk miatt börtönbe vetett politikai foglyainak – Beke Istvánnak és Szőcs Zoltánnak – a feltétel nélküli szabadon bocsátását, továbbá a magyar nyelv használata miatt Katona Mihály korondi polgármesterre kirótt 100 ezer euró összegű jogtalan pénzbírság azonnali eltörlését követelem! Ehhez és hasonló jogfosztó esetek megoldásához kérem a Parlament és a Bizottság hathatós támogatását.
Michaela Šojdrová (PPE). – Madame la Présidente, chers collègues, bien que ce soit le dernier discours d’une minute de mon mandat, je dois changer de sujet pour parler de l’incendie qui a lieu à Paris.
Face à l’incendie de la cathédrale Notre-Dame de Paris, je voudrais exprimer ma douleur. Je connais très bien ce lieu renommé, ce symbole de la foi chrétienne, ce symbole de l’histoire et de la culture. Bien sûr, ce monument sera bientôt reconstruit, et j’espère que, à cette fin, nous saurons unir nos efforts et faire preuve de bonne volonté, pour que la lumière de cette cathédrale nous illumine à nouveau et rythme nos vies comme elle le faisait avant de partir en fumée. J’espère revoir les deux tours de la cathédrale Notre-Dame si fières et si belles, comme toujours.
Die Präsidentin. – Dankeschön für diese Worte, die Sie gerade gesagt haben. Es ist wirklich eine Tragödie, was gerade geschieht. Ich selber bin ja auch in Paris aufgewachsen und häufig in dieser Kirche gewesen. Diese Kathedrale ist wirklich ein Schatz, und ich hoffe sehr, dass man diesen Schatz wird bewahren können und die Flammen schnellstmöglich löschen kann.
Bevor ich die Sitzung schließe, möchte ich mich bei allen bedanken, die so spät noch gearbeitet haben: die Dolmetscher natürlich, der Herr Kommissar, die Kollegen und die Saaldiener, die ich dieses Mal nicht vergesse, weil deren Dienste natürlich auch ganz wichtig sind.