14. Отговорът на ЕС на екстремните метеорологични явления и тяхното влияние: как да предпазим европейските градски зони и тяхното културно наследство (разискване)
Przewodnicząca. – Kolejnym punktem porządku dziennego jest oświadczenie Komisji w sprawie reakcji UE na ekstremalne zjawiska pogodowe i ich skutki: jak chronić obszary miejskie w Europie i ich dziedzictwo kulturowe? (2019/2932(RSP))
Christos Stylianides,Member of the Commission. – Mr President, climate change is real and its impacts are all too real. Extreme weather events are happening more frequently, and unfortunately with greater intensity. Droughts and forest fires are no longer confined to the Mediterranean, as we saw in Sweden last year; tropical hurricanes travel up to the coast of Ireland; heavy rain and flash floods occur across Europe.
The floods affecting Venice are yet another tragic example, causing immense damage to Venice, its people and their livelihoods – also to the cultural heritage of Italy, of Europe and of humanity as a whole.
The European Union has developed tools to provide assistance once natural disasters have occurred. From prevention and preparedness to the recovery phase. On prevention and preparedness, the Commission supports the development and improvement of EU Early Warning and Information Systems. For example, projects funded under Horizon 2020 are improving the prediction of the impact of heavy rain and snowfall on roads. For floods specifically, the European Flood Awareness System (EFAS) offers the latest available information on floods in Europe.
The Commission also provides guidelines and encourages Member States to compile national risk assessments, which are an essential tool to fight the impact of floods.
For the immediate response in the event of a disaster, our European Civil Protection Mechanism and the new upgrade rescEU structure can be activated at the request of the affected countries to support them in their response to floods. Recent examples include the 2013 support following extensive floods in Central Europe and the 2014 floods in Serbia and Bosnia and Herzegovina, where extensive response capacities were deployed, including rescue helicopters and boats, teams of experts and response modules.
To be noted that in the aftermath of disastrous forest fires in 2017, the European Union, as I already said, adopted rescEU. It is a safety net to support our Member States when they are overwhelmed by natural disasters.
For the recovery phase, you know very well that the EU Solidarity Fund intervenes to assist the population in the recovery of essential infrastructure, in clean-up operations and in the safeguarding of the cultural heritage.
Now, turning to the EU response to the floods affecting the region of Venice. The European Commission, through its Copernicus emergency satellite mapping system – a very sophisticated and excellent system – has already produced high-quality maps to assess the extent of floods in Northeast Italy. These products are provided free of charge to any affected country, and are used extensively by our Member States.
Also, the EU Emergency Response Coordination Centre (ERCC) has also been in regular contact with the Italian authorities and continues to closely monitor the situation. The Commission stands ready to support Italy through the European Union Civil Protection Mechanism if needed. So far, we have not received any requests for support. Also, for the recovery phase, the Solidarity Fund could be activated in case total direct damage exceeds a threshold of 1.5% of regional GDP, which in the case of the Veneto region means damage exceeding EUR 2.3 billion. This is our regulation, these are our rules.
The Commission has established direct contact with the Italian authorities and is providing guidance and advice on a possible application through the Solidarity Fund. At this stage, it is too early to know the exact extent of the damage on which the possible mobilisation of the Solidarity Fund and the amount of assistance would depend.
But we must do more. What happened in Venice is, unfortunately, an example of what is to come as climate change develops. We must be proactive, and this is why in recent years the Commission has been putting an increased focus on prevention, climate adaptation and risk management policies. Here I would like to say that I am really proud of our common achievement to establish rescEU in which one of the most important pillars is prevention and preparedness, and I think we have to continue in this way. I am sure that the next Commission will continue in this way because it is the only way to deal with the new phenomena due to climate change.
Antonio Tajani, a nome del gruppo PPE. – Signora Presidente, onorevoli colleghi, io ringrazio la Commissione e il Commissario Stylianides per l'impegno che ha confermato, da parte della Commissione, per aiutare le popolazioni colpite dal maltempo in queste ultime settimane in Spagna, in Francia e in Italia in modo particolare.
Ringrazio anche il Commissario Hahn per l'impegno che ha preso nel voler aiutare le popolazioni e le zone colpite, ma anche il patrimonio culturale colpito, perché Venezia ha subito un danno enorme, il Veneto, il Trentino Alto Adige, ma anche la città di Matera – che è capitale europea della cultura quest'anno – è stata vittima del maltempo.
In queste ore sono isolate la maggior parte delle città della Liguria, tra cui Genova e Savona. Ho parlato con il sindaco di Savona poco fa, ho parlato con il sindaco di Venezia. Sono crollati ponti, ci sono strade chiuse, la regione che confina con la Francia è praticamente isolata, i porti sono bloccati e ci sono danni enormi all'economia.
Ecco perché serve una forte solidarietà da parte della Unione europea. Vicinanza economica ma anche impegno per cercare di prevenire tutto ciò che accade in un paese dove la maggior parte dei comuni – mi riferisco all'Italia – nasce in zone ad alto rischio idrogeologico. Oltre l'80 % dei comuni italiani, l'81,9 % dei comuni italiani, nasce in aree a forte rischio idrogeologico, e quindi serve una forte attività di prevenzione.
A Venezia il patrimonio storico e culturale è minacciato anche dalla presenza del mare, visto che l'acqua salata erode le fondamenta. Ecco perché serve fare ancora di più e mi auguro che l'Italia, il governo italiano e le Regioni, chiedano il forte impegno per il Fondo di solidarietà della Commissione europea e quindi utilizzino la disponibilità che esiste.
Noi come Partito popolare europeo abbiamo chiesto alla Commissione europea di dar vita a un Fondo per la tutela del patrimonio culturale europeo danneggiato e per prevenire eventuali danni provocati dal maltempo, quindi un'azione ancora più forte nel prossimo bilancio comunitario.
Sono pertanto d'accordo con lei e mi auguro che la prossima Commissione europea, che voteremo domani, continui nella strada scelta dall'attuale Commissione ma investa ancora di più per prevenzione culturale e infrastrutturale delle aree a forte rischio idrogeologico, che non sono soltanto nel mio paese ma anche nell'Europa centrale, in Spagna e in Francia.
Simona Bonafè, a nome del gruppo S&D. – Signora Presidente, onorevoli colleghi, le immagini che hanno fatto il giro del mondo dell'acqua alta a Venezia, fin dentro la Basilica dove mai era arrivata, non possono lasciarci indifferenti, così come non possono lasciarci indifferenti le immagini che arrivano dalle altre città europee e italiane sott'acqua.
Certo, è sempre successo che in autunno piova e piova molto, ma oggi abbiamo a che fare con un nuovo fenomeno, il cambiamento climatico, che sta aumentando la frequenza e l'intensità degli eventi metereologici estremi. Prima impariamo a farci i conti e meglio è.
Le nostre città sono l'ambito più a rischio, perché è lì che vive la maggior parte della popolazione europea. È un nostro dovere proteggere innanzitutto le vite umane e il nostro patrimonio storico-culturale, perché in Europa abbiamo l'onore di ospitare quasi 400 siti UNESCO. Una ricchezza che ogni cittadino europeo sente come propria e per la quale è disposto a mobilitarsi, come successe nell'alluvione del 1966 a Firenze, quando ragazzi e ragazze, poi chiamati "angeli del fango", arrivarono da tutto il continente per salvare le opere d'arte, manifestando una prima forma di civismo europeo.
La domanda allora è: che cosa può fare l'Europa? Aumentare gli aiuti del Fondo europeo di solidarietà serve ma non basta più, come non bastano i meccanismi ex post. Non possiamo tutte le volte agire dopo nella conta dei danni. È necessario prevenire gli effetti catastrofici prima, ed è su questo che mi voglio concentrare.
Cominciamo con il dire che abbiamo costruito troppo e male nelle nostre città. Si deve ripartire da una grande battaglia culturale, prima ancora che ambientale, sul consumo e la difesa del suolo e rimettere al centro il dibattito sulla necessità di una specifica direttiva dell'Unione europea.
Inoltre, le tragedie si evitano se si fanno le opere di mitigazione ambientale: non si aspetta che il fiume esondi ma si costruiscono le casse di espansione e le opere di regimazione idraulica. Ecco allora che il piano per gli investimenti sostenibili, che attendiamo dalla Presidente von der Leyen, dovrà contenere un capitolo ad hoc per la prevenzione idrogeologica.
Infine è arrivato il tempo di aprire una seria discussione sulla possibilità di scomputare gli investimenti green dal calcolo deficit-PIL del Patto di stabilità e crescita.
Sulle conseguenze dei fenomeni meteorologici estremi l'Unione europea deve mostrare ai suoi cittadini di essere capace di definire un'agenda e di concretizzarla. Il gruppo dei Socialisti e Democratici non mancherà di fare la sua parte.
Laurence Farreng, au nom du groupe Renew. – Madame la Présidente, Monsieur le Commissaire, Venise est aujourd’hui en train de sombrer. En effet, le phénomène de acqua alta s’intensifie, les inondations se multiplient, sont toujours plus fréquentes et toujours plus hautes. Pourquoi? Parce que, depuis trop longtemps, nous ne respectons plus l’identité de cette ville qui s’est donné la mer comme rempart. La lagune ne protège plus parce qu’elle n’est plus protégée.
Déjà, en 2016, l’organisation Europa Nostra classait la lagune de Venise première parmi les sites européens les plus en danger. Si rien n’est fait pour enfin achever le projet de digues flottantes qui était prévu pour 2001, l’Unesco retirera Venise de la liste du Patrimoine mondial de l’humanité. Depuis soixante ans, la lagune de Venise est mise à mal par un trafic maritime surdimensionné pour permettre le passage de tankers et favoriser également le tourisme de masse. Or, si le Patrimoine disparaît, la manne touristique disparaîtra aussi. Nous, Européens, avons la possibilité de sauver Venise et, à l’avenir, de protéger les sites menacés.
Faisons donc de la protection de notre patrimoine culturel une part entière du pacte vert européen. L’Europe a déjà des réussites à son actif, comme le Mont Saint-Michel. L’Union européenne, grâce au Fonds de développement régional, a débloqué 10 millions d’euros pour rendre son caractère maritime à ce lieu, en l’inscrivant dans une démarche de tourisme durable. Préserver le Patrimoine culturel, c’est aussi protéger les écosystèmes dans lesquels ils se trouvent, favoriser le développement d’un tourisme responsable qui assurera le maintien de l’activité et de l’emploi.
Aujourd’hui, notre priorité doit être de sauver Venise. C’est un projet fédérateur pour tous les Européens, c’est aussi une responsabilité mondiale.
Pär Holmgren, för Verts/ALE-gruppen. – Fru talman! När de första rapporterna kom från FN:s klimatpanel, vilket nu är snart 30 år sedan, var det som sker just nu fortfarande bara teorier om vad som skulle kunna hända i framtiden. Det händer alltså nu – precis det som klimatforskare har varnat för. Värmeböljor blir längre och varmare, skyfallen blir intensivare. Även perioder med torka blir längre och intensivare, och därmed ökar även risken för skogsbränder. Haven stiger, precis som vi ser i Venedig nu. Det som händer i Venedig nu kommer att hända igen, allt oftare i framtiden. Än så länge stiger världshaven bara med tre millimeter per år. Det låter ju ganska lite, men det kommer att accelerera och det kommer att pågå i århundraden eller till och med årtusenden framöver.
Tyvärr finns det helt enkelt en del saker som vi inte längre kan undvika. Det har gått för långt. Därför måste vi arbeta väldigt intensivt med klimatanpassning, inte minst just när det gäller våra kuster och alla de stora städer och hamnar som ligger vid våra kuster.
Tack och lov finns det också mycket som vi fortfarande kan undvika. De allra värsta katastroferna kan vi undvika. Vi kan fortfarande hålla den globala uppvärmningen under 2 grader, men då gäller det att alla vi här, parlamentariker och kommissionen, gemensamt arbetar inom alla politikområden för att uppfylla det som vi har lovat varandra och resten av världen i Parisavtalet, nämligen att hålla den globala uppvärmningen väl under 2 grader, med sikte på 1,5 grad. Vetenskapen har gett oss underlag för vad som krävs. Nu gäller det att vi som politiker i alla politiska grupper levererar det som krävs, för oss själva och givetvis också för våra barn och barnbarn och framtida generationer.
Rosanna Conte, a nome del gruppo ID. – Signora Presidente, onorevoli colleghi, "Venezia affonda", "Venezia flagellata", "Venezia sommersa", sono solo alcuni titoli dei giornali di tutto il mondo dopo che il 12 novembre e nei giorni successivi l'acqua alta ha provocato a Venezia danni incalcolabili per il loro valore.
È vero, il maltempo ha colpito diverse regioni d'Italia. Esprimo oggi qui a Strasburgo il mio profondo affetto a tutte le popolazioni colpite e alla mia terra. Venezia, però, è unica e non appartiene solo allo Stato italiano ma a tutta l'Europa e al mondo intero. Venezia raccoglie in sé l'umanesimo occidentale e l'umanesimo orientale, la stratificazione storica dei propri monumenti, con la sua imponente Basilica di San Marco, danneggiata pesantemente da questa nuova alluvione. Vedere Venezia ferita e annientata dall'acqua che l'ha invasa ovunque è stato un vero e proprio il colpo al cuore.
Ferita ma orgogliosamente sempre a testa alta, come è nel carattere dei veneti: orgogliosi, laboriosi e mai domi. Le parole di una poesia dicono: "Dall'acqua travolta, dal mare tradita, ancora una volta Venezia è ferita", e poi "Venezia, sei sola!". Dicono anche però "Ma l'alba è vicina, il giorno ti vuole, sii forte, Regina, che arriverà il sole".
Oggi dobbiamo dimostrare che Venezia non è sola. Venezia ha bisogno di tutti, ha bisogno dell'Europa. Venezia con il suo territorio, con le isole del Lido e di Pellestrina, con la realtà di Chioggia e del litorale.
Ebbene, io oggi sono qui a rappresentare, da veneziana, l'alto grido di dolore che si è levato e che l'Europa deve raccogliere, senza perdita di tempo perché più si va avanti e più i rischi aumentano. Questa volta l'Europa non deve girare la testa dall'altra parte. È fondamentale che partano non solo messaggi di solidarietà ma interventi concreti, interventi certi, con meccanismi che li rendano immediati e più reattivi. Il lavoro della Protezione civile, dei Vigili del Fuoco e dei volontari, le aspettative e i bisogni dei cittadini e degli operatori economici pretendono da questa Europa celerità e immediatezza.
Il Fondo di solidarietà oggi va rivisto perché è complesso nella sua attivazione. Servono fondi speciali ad hoc per aree particolarmente delicate e difficili, possibilmente con la gestione diretta delle regioni, e procedure più snelle e meno burocratiche. Venezia, ma non solo Venezia, si aspetta questo dall'Europa, in fretta e senza perdite di tempo.
Anna Zalewska, w imieniu grupy ECR. – Pani Przewodnicząca! Panie Komisarzu! Koleżanki i Koledzy! Myślę, że trzeba zacząć od tego, że musimy Wenecji tu i teraz powiedzieć, że jesteśmy z nią i będziemy ją wspierać. Komisarz pokazał mechanizmy, które już w tej chwili funkcjonują w Unii Europejskiej i które będzie można wykorzystać. I deklaruje pełne zaangażowanie. Wspomniano, że warto powołać komisję, która dokona analizy przeglądu. Tak, trzeba zobaczyć, jak te mechanizmy działają i jak je usprawnić, by lepiej zapobiegać.
Trochę martwi mnie to, że moje koleżanki i koledzy mieszają sytuację w Wenecji ze zmianami klimatycznymi. Wystarczy znać historię Wenecji, by wiedzieć, że co 10–20 lat ta sytuacja się powtarza. Nawet w dziewiętnastowiecznych dziełach sztuki, za które jesteśmy odpowiedzialni jako obywatele Europy i świata, można takie dowody odnaleźć. Chcę też przypomnieć, że właśnie w Wenecji w 1966 r. zapadła prewencyjna decyzja o budowaniu zespołu zapór. Budowa ta trwa od 1985 r. i jest nieskończona. Cały czas towarzyszą jej protesty ekologów. Nie wspomnę już o dyskusjach, jakie w ostatnich latach miały miejsce, na temat wykorzystania pieniędzy przeznaczonych na ten projekt. Działajmy. Szanujmy się. Bądźmy odpowiedzialni za cywilizację.
Αλέξης Γεωργούλης, εξ ονόματος της ομάδας GUE/NGL. – Κυρία Πρόεδρε, είναι γεγονός ότι βιώνουμε μία σοβαρή κλιματική κρίση. Φυσικές καταστροφές του παρελθόντος έχουν καταδείξει την επικινδυνότητα αυτής της κρίσης, αφανίζοντας σημαντικά κομμάτια της ιστορίας μας και της μνήμης μας. Πρόκειται για καταστροφή πολύτιμης γνώσης που μας κάνει να οπισθοδρομούμε.
Η Ελλάδα, η χώρα από την οποία κατάγομαι, είναι μία χώρα με μεγάλο πολιτιστικό πλούτο και πληθώρα αρχαιολογικών τόπων, που συνεισφέρει σημαντικά στην παγκόσμια πολιτιστική μας κληρονομιά. Δυστυχώς, όμως, θρηνεί πολλές τέτοιες απώλειες. Και φυσικά δεν είναι η μόνη.
Το πρόσφατο παράδειγμα της Βενετίας μας αποδεικνύει πως δεν μπορούμε και δεν πρέπει να κλείνουμε τα μάτια μας σε τέτοιες απώλειες. Ανάλογες απώλειες, ενδεικτικά να αναφέρω, σημειώνονται στην Κέρκυρα, τη Δήλο και τη Ρόδο. Θα ήταν αδικαιολόγητο λοιπόν, έως εγκληματικό, να περιμένουμε να σημειωθούν. Δεν είναι δυνατόν να αφήσουμε την κλιματική κρίση να εξαφανίσει τα θεμέλια του πολιτισμού μας.
Sabrina Pignedoli (NI). – Signora Presidente, onorevoli colleghi, continui disastri ambientali affliggono ogni paese d'Europa, da nord a sud. La scorsa settimana un patrimonio mondiale come Venezia ha subito danni gravissimi a causa delle inondazioni.
È necessario sbloccare al più presto gli stanziamenti del Fondo di solidarietà dell'UE e agevolare gli investimenti per la manutenzione del territorio, ma è probabile che quanto accaduto a Venezia avverrà di nuovo. L'ultimo rapporto dell'Agenzia per l'ambiente dell'ONU parla di un aumento delle temperature di 3,2 gradi dai livelli preindustriali, con grande rischio di eventi climatici distruttivi. Il motivo? I gas serra a livello globale continuano ad aumentare, nonostante gli interventi per cercare di limitarli.
L'Europa ha deciso di puntare verso un green new deal, ma la sua visione deve essere globale e davvero molto ambiziosa. Gli Stati europei, infatti, devono diventare un esempio di come sviluppo e tutela dell'ambiente possano andare di pari passo. L'Europa può e deve diventare un punto di riferimento e un modello di successo per gli Stati di recente industrializzazione che continuano ad aumentare le loro emissioni di gas inquinanti. E lo può fare solo mettendo in campo azioni di successo, con importanti investimenti sulla riconversione verde. Bisogna certamente puntare su ricerca, sviluppo e nuove tecnologie, tenendo però sempre al centro le imprese, che non devono essere lasciate sole in questo percorso, ma anzi devono trarne vantaggio concorrenziale nel medio e lungo periodo.
Herbert Dorfmann (PPE). – Frau Präsidentin! Ja, in der Tat, auch der Norden Italiens – und auch die Region, aus der ich komme – ist in den letzten Wochen von schweren Unwettern heimgesucht worden.
Das nur ein Jahr, nachdem das Sturmtief Vaia genau über die gleiche Region gezogen ist und es zum Glück – auch mit Unterstützung des Europäischen Solidaritätsfonds – gelungen ist, die gröbsten Schäden zu bereinigen. Nun ist es ja so, dass wir in den Bergen eigentlich schon gewohnt sind, mit extremen Wetterverhältnissen umzugehen, und auch wissen, was man dann tun muss. Man muss auch sagen: Wenn es in den letzten Tagen gelungen ist, die Schäden etwas in Grenzen zu halten, dann ist das auch jenen Tausenden von freiwilligen Helfern – den Feuerwehren, den Zivilschutzeinheiten – zu verdanken, die Tag und Nacht gearbeitet haben und den Menschen wieder Strom und Wasser gebracht haben und versucht haben, die ärgsten Schäden in den Griff zu bekommen.
Aber die Stadt Venedig ist selbstverständlich ein Symbol Europas. Ich denke, es ist auch Aufgabe der Europäischen Union, dafür zu sorgen, dass dieses Symbol Venedig – diese ganz besondere Stadt – wieder in Ordnung gebracht wird und die Schäden, die dort entstanden sind, auch behoben werden. Aber ich denke schon auch – wie viele meiner Vorredner auch gesagt haben –, dass wir uns auch langfristige Gedanken machen müssen. Wir müssen überlegen, inwieweit wir stärker in Zivilschutz investieren. Ich erinnere daran, dass ein Euro, der in Zivilschutz investiert wird, vier Euro an Ersparnis bei der Beseitigung der Schäden bringt. Aber wir müssen auch schauen, dass gerade in den Bergen die Menschen am Berg bleiben. Die Bergbauern, die Menschen, die dort wohnen, sind nämlich dafür verantwortlich, dass das Land, dass die Gegend auch erhalten wird. Deswegen braucht es auch eine aktive Politik für die Menschen, die im ländlichen Raum wohnen.
Billy Kelleher (Renew). – Madam President, at the outset I want to express my solidarity to the people of Venice and Italy itself. There is no doubt that Venice is a cultural capital. It’s an iconic city. You look at the Renaissance architecture and all that it has given to Europe in terms of history, politics and culture. So, from that perspective, I do want to convey my deepest sympathies.
Of course, we have to acknowledge that global warming and rising sea levels are now a factor that continually threaten our coastal areas, so Venice is just a symbol of what is happening across the globe. Couple that with the fact that most major cities are in confluences or deltas and coastal areas would indicate that we’re going to face these challenges on a continual basis. The European Union and individual Member States will have to accept and address this particular issue of rising sea levels and how they protect our cities and towns from flooding. From that perspective, I can understand how people in Venice feel, owing to the fact that my own city of Cork in Ireland has experienced flooding on a regular basis. So we do need to put in place proper funds and ensure that there is solidarity with cities and towns that continually flood.
Caroline Roose (Verts/ALE). – Madame la Présidente, ces derniers jours, nous avons été très touchés par les événements – inondations, sauvetages, crues – qui se sont produits à Venise et sur toutes les côtes de la Méditerranée les plus exposées aux intempéries. Les images de ces intempéries sont saisissantes et nous montrent la nécessité de mettre en place des mécanismes d’intervention plus efficaces pour faire face aux catastrophes naturelles et protéger notre patrimoine culturel.
En France, les fortes pluies qui se sont abattues ce week-end sur toute la région ont provoqué d’énormes dégâts. Le week-end dernier, j’étais en mission et je suis rentrée dimanche soir dans ma ville, Villeneuve-Loubet dans les Alpes-Maritimes, qui était totalement inondée. La région a été frappée samedi soir par un épisode de pluie d’une grande violence et les habitants ont été surpris par une brusque montée des eaux. Malgré l’existence d’un bassin de rétention, la rivière de mon village, le Loup, a débordé à une vitesse impressionnante, provoquant d’importantes inondations.
Nous ne pouvons pas ignorer qu’à cause du réchauffement climatique, la température de l’eau de la Méditerranée a augmenté, ce qui accroît la fréquence et l’intensité des tempêtes. Face à ces événements, le patrimoine culturel est toujours plus exposé aux catastrophes d’origine naturelle. Il est nécessaire d’adopter des mesures appropriées pour réduire les risques de catastrophe. Ainsi, une vision intégrée du patrimoine culturel s’avère nécessaire afin d’évaluer les risques auxquels sont exposés les sites du patrimoine avant et après une catastrophe. Par ailleurs, la gestion intégrée des risques de catastrophe implique des stratégies d’atténuation et d’adaptation adéquates. Il faut, par exemple, mettre un frein à l’étalement urbain sans limite et à l’artificialisation des sols qui les rendent moins perméables.
Pour conclure, il est encore possible de défendre nos régions et leur patrimoine culturel face au changement climatique, mais les gouvernements doivent fournir davantage de ressources pour protéger leurs citoyens et mettre en œuvre des plans de gestion stratégiques résilients aux inondations.
Gianantonio Da Re (ID). – Signora Presidente, onorevoli colleghi, "una devastazione apocalittica e totale", così il governatore della Regione del Veneto, Luca Zaia, ha definito la situazione dell'emergenza causata dall'alluvione del 12 novembre che ha colpito la città di Venezia, la laguna e il litorale veneziano.
I danni provocati alle infrastrutture, agli esercizi commerciali, alle proprietà pubbliche e private e al patrimonio culturale veneziano sono superiori al miliardo. Particolarmente colpite le basiliche di San Marco, Murano, Torcello, senza dimenticare l'imponente numero di chiese, 120, la metà delle quali sono andate sott'acqua, provocando danni superiori, solo alle chiese, per 3 milioni di euro. Ingenti i danni subiti dalla biblioteca e dal Conservatorio: sono stati compromessi numerosi e importanti documenti musicali, tra i quali le partiture di compositori come Vivaldi e Beethoven.
Di fronte a una catastrofe che ha colpito Venezia e la sua laguna, patrimonio mondiale dell'UNESCO, l'Unione europea non può rimanere indifferente. Questo è il momento di dimostrare che l'Unione europea non è solo un'unione di grandi interessi finanziari ma è anche dei cittadini per i cittadini.
Venga quindi mobilitato immediatamente il Fondo di solidarietà europeo, predisponendo ulteriori fondi straordinari e per la salvaguardia di un patrimonio culturale unico come quello della nostra grande città.
Carlo Fidanza (ECR). – Signora Presidente, onorevoli colleghi, piange Venezia, patrimonio dell'umanità intera. Piange Matera, Capitale europea della cultura 2019. Soffrono Liguria e Piemonte, flagellate dal maltempo di questi giorni, come le coste spazzate da mareggiate violentissime.
Tutto questo, così come analoghi fenomeni avvenuti negli anni in tanti Stati membri, ci porta a dire che l'Europa non può accontentarsi di reagire dopo le tragedie, con qualche piccolo stanziamento.
Si discute molto di green new deal, ma la vera svolta, a nostro avviso, è investire prima, affiancare al Fondo di solidarietà, che pur ogni volta meritoriamente mobilitiamo, un Fondo europeo per la prevenzione del dissesto idrogeologico, del rischio sismico e dell'erosione costiera, scorporando dal calcolo del debito le spese per gli investimenti dedicati a mettere in sicurezza le infrastrutture e a ricucire i nostri territori, per difenderne non solo il patrimonio di bellezza architettoniche, culturali e naturali, ma anche per difendere la presenza dell'uomo e delle sue attività in questi territori unici, ma tanto fragili. Ora è tempo di agire.
Pernando Barrena Arza (GUE/NGL). – Señora presidenta, según un estudio publicado por la revista The Lancet, a finales de siglo los desastres climáticos podrían provocar hasta ciento cincuenta mil muertes anuales en Europa. Los fenómenos de clima extremo afectarán sobre todo a los países del sur del continente, y sabemos que serán más extremos y severos.
En el País Vasco y Navarra también estamos sufriendo estas consecuencias. El pasado mes de julio, en Tafalla sufrimos inundaciones causadas por unas lluvias torrenciales sin precedentes.
La Unión debería asegurar medidas y políticas más ambiciosas para la prevención y mitigación de las consecuencias de estos desastres naturales, porque los fondos de solidaridad de la Unión se muestran insuficientes para hacer frente a estos desastres cada vez más locales y puntuales, como en Tafalla, ya que, a pesar de los irreparables daños causados, estos no llegan al 1,5 % del producto interior bruto regional establecido necesariamente para poder contar con esa ayuda.
La Unión Europea debería reconsiderar el destino de sus fondos, asegurándose de que ayudan a construir una sociedad justa y ecológica. Y el jueves este Parlamento tiene la ocasión de declarar la emergencia climática y ambiental y así poder destinar más fondos a mitigar los impactos del cambio climático y tomar medidas para adaptarse a la nueva situación.
Rosa D'Amato (NI). – Signora Presidente, onorevoli colleghi, ci risiamo, siamo ancora qui a parlare, ancora una volta, di disastri naturali. Ci ritroviamo ad affrontare gli ingenti danni al patrimonio storico, culturale e archeologico di Matera e di Venezia. Ci sono grosse perdite economiche per le imprese e per i cittadini.
Va bene, il Fondo di solidarietà europeo sarà utilizzato, ma anche il meccanismo unioniale della Protezione civile, anche la clausola che la Commissione europea ha a disposizione in sede di legge di bilancio può e deve essere applicato in questi casi.
Sono strumenti utili ma ora bisogna ribaltare la prospettiva, la visione. Bisogna uscire dalla logica emergenziale e agire strutturalmente sulla prevenzione e sulle cause. Nel dicembre del 2016 quest'Assemblea ha approvato una proposta di risoluzione e un emendamento, proposto dal Movimento 5Stelle, in cui si chiedeva e si approvava a grande maggioranza la necessità di escludere dal calcolo del deficit, nell'ambito del Patto di stabilità e crescita, gli investimenti per la ricostruzione sostenibile e per la prevenzione antisismica, inclusi i Fondi strutturali europei.
Quindi non può esserci un green new deal senza riconoscere il disastro idrogeologico come una priorità, e soprattutto senza riconoscere e affrontare concretamente con i fatti la lotta al cambiamento climatico, che c'è ed esiste, e che qualcuno, invece, continua a foraggiare o addirittura negare, però finanzia investimenti alle fonti fossili.
Andrey Novakov (PPE). – Madam President, I would like to start my address by expressing my condolences to all the families of the loved ones who lost their lives in today’s earthquake in Albania. Unfortunately, a few weeks ago, Venice made it into the headlines following massive floods and, unfortunately, this is yet another disaster which we have to address.
I hereby call on the Commission for a speedy procedure in order to trigger the Solidarity Fund and targeted ERDF support. I believe that, in order to prevent such things, we should invest in prevention more than recovering from such disasters. I believe that the European Union should have relations just like in a marriage so it should be there in good and bad times. When somebody falls to the ground, there should be a hand to pick him up. These hands will be the European Commission and the European Parliament for Italy.
Jytte Guteland (S&D). – Fru talman! Jag tycker att det är viktigt att vi tar detta tillfälle i akt att tala, inte bara om extremväder som sådant, utan också koppla det till den globala uppvärmning som vi ser och det klimatnödläge som Europa och världen befinner sig i just nu.
Extremväder kan ju ta sig olika uttryck, men de senaste veckornas skador på Venedig drabbar Europas hjärta extra hårt – Venedig med sina unika kulturella influenser från väst till öst, som flätats samman under många års och seklers historia och bidragit till att göra denna stad helt unik. Det är både en av de vackraste städer som många i Europa känner till och en stad som är älskad inte enbart i Italien utan i hela Europa, och som utgör en del av vårt världskulturarv. Det är klart att vi känner väldigt starkt från Europaparlamentets sida med alla de människor som är drabbade och med staden som sådan.
Jag kommer själv från ett land där vi har drabbats av bränder till följd av den torka och den uppvärmning som vi ser i världen. Bränder och skogsbränder har härjat i mitt land, Sverige, där flera människor och städer samt även naturen, ekonomiska värden och jobb har hotats på grund av detta. Det är viktigt att vi agerar resolut med anledning av dessa extremväder. Självklart handlar det om klimatpolitik och långsiktigt förebyggande politik, men det handlar också om att akut hjälpa till och se till att bygga motstånd där vi ser att städer och människor kan drabbas. Det handlar nämligen inte enbart vare sig om bränder, översvämningar, orkaner eller torka, utan det handlar faktiskt om att vi har en global uppvärmning som vi måste ta tag i och att vi måste verka med bestämdhet från Europas sida.
De temperaturökningar som vi går emot just nu innebär att vi kommer att se mycket mer av detta. Därför vill jag sända en uppmaning till mina kolleger att rösta för det klimatnödläge som vi också har på bordet för denna veckas sammanträdesperiod.
Salima Yenbou (Verts/ALE). – Madame la Présidente, en tant que membre de la commission de la culture et de l’éducation, je souhaite encore attirer votre attention sur ce qu’il se passe aujourd’hui à Venise et dans sa région, mais aussi ailleurs malheureusement. Nous avons tous vu cette inondation très importante qui a atteint 187 cm, soit un record historique depuis 1966. Non, Madame Zalewska, cette inondation n’est pas ordinaire. Les dégâts pourraient atteindre, selon des chiffres prévisionnels, plus d’un milliard d’euros, et chaque jour passé sous l’eau abîme considérablement les bâtiments. D’après les experts, la basilique Saint-Marc vieillit de vingt ans par jour d’inondation.
Ce phénomène d’inondations et de catastrophes naturelles atteint d’autres régions en Italie, comme en Basilicate, à Matera – capitale européenne de la culture en 2019 –, et bien d’autres pays dans le monde entier.
Plusieurs constats apparaissent. Tout d’abord, il est évident que des phénomènes climatiques exceptionnels s’amplifient et que l’ensemble du pourtour Méditerranée est touché. D’ici 2100, la montée des eaux pourrait aller jusqu’à 140 cm, contrairement aux 30 cm du siècle dernier. La combinaison de facteurs naturels et de facteurs dus à la main de l’homme met en danger l’ensemble des écosystèmes et la préservation du patrimoine culturel partout dans le monde. Ainsi, la planification urbaine mal gérée, le tourisme de masse – notamment dans les zones à risques – et les projets tels que la digue de Moïse, qui ne sont ni terminés ni même forcément des solutions, sont autant de causes qui pourraient ralentir la lutte contre la montée des eaux, la préservation de notre capital culturel et l’aide aux habitants.
C’est pourquoi nous demandons à l’Union européenne de débloquer d’urgence le Fonds de solidarité, nous demandons que des recherches sur des systèmes écologiques pour prévenir les inondations soient entreprises et nous demandons à l’Union européenne de se saisir de cet événement afin de préserver notre patrimoine mondial. Sinon, tout disparaîtra.
Mara Bizzotto (ID). – Signora Presidente, onorevoli colleghi, porto la solidarietà a tutti i cittadini vittime della tremenda ondata di maltempo che ha colpito tutta l'Italia, in particolare, il Veneto, il Friuli-Venezia Giulia, il Trentino-Alto Adige e l'Emilia Romagna.
Ringrazio la Protezione civile e i volontari che hanno aiutato e stanno aiutando i cittadini in difficoltà. Venezia, la sua laguna, il litorale veneziano, da Jesolo a Chioggia, sono stati flagellati da alluvioni e mareggiate. Case, attività commerciali, proprietà pubbliche e private, palazzi storici, 70 chiese, luoghi simbolo come la Basilica di San Marco sono stati devastati dall'acqua alta. Oltre l'80 % di Venezia è finita sott'acqua. Stiamo parlando di un miliardo di danni.
Di fronte all'emergenza che ha colpito Venezia l'Europa ha il dovere di mettere subito a disposizione tutti i fondi possibili, a partire dal Fondo di solidarietà europeo. I nostri soldi devono essere usati per aiutare i veneziani, messi in ginocchio dal maltempo, e per mettere in sicurezza una città unica al mondo, che rappresenta un punto di riferimento storico e culturale per tutta la civiltà occidentale.
I veneziani hanno reagito subito, con cuore e con orgoglio, si sono messi gli stivali e hanno pulito le case e i negozi. All'Europa i veneziani chiedono, e noi insieme a loro chiediamo, la massima collaborazione per stanziare fondi straordinari e per salvare Venezia, città patrimonio dell'umanità. Come dicono a Venezia: "Duri i banchi!"
Nicola Procaccini (ECR). – Signora Presidente, onorevoli colleghi, l'Italia sta vivendo momenti di grande sofferenza a causa di eventi meteorologici sempre più violenti, che colpiscono un territorio di grande bellezza ma drammaticamente fragile.
Quasi il 90 % dei miei connazionali, è stato già detto, vive all'ombra del rischio idrogeologico e nel 2018, l'anno scorso, decine di migliaia sono state le frane, come purtroppo decine sono state le vittime di quelle frane. Io stesso, prima di diventare deputato europeo, sono stato per molti anni sindaco della mia città e ho dovuto piangere la scomparsa di troppi miei concittadini.
Serve concretezza e serve ora. Serve investire nella strategia della prevenzione, investimenti economici da scomputare dal rapporto deficit-PIL imposto dall'Unione europea, e serve sostenere il sistema della Protezione civile delle nostre nazioni, perché quando arriva il momento del bisogno servono uomini e mezzi pronti a intervenire e non le parole vuote della politica.
Κωνσταντίνος Παπαδάκης (NI). – Κυρία Πρόεδρε, με τη συζήτηση περί ακραίων καιρικών φαινομένων και κλιματικής αλλαγής επιχειρείτε να αποκρύψετε το γεγονός ότι σήμερα η πρόοδος της επιστήμης και της τεχνολογίας είναι σε θέση να προσφέρει στον άνθρωπο πολύ μεγαλύτερη προστασία από τα φυσικά φαινόμενα σε σχέση με το παρελθόν, προλαμβάνοντας ή περιορίζοντας σε σημαντικό βαθμό τις συνέπειες, και με βάση τυχόν αλλαγές που σημειώνονται στο κλίμα.
Φρένο στις δυνατότητες αυτές βάζουν σήμερα το κριτήριο του κέρδους, η επικίνδυνη αντίληψη κόστους-οφέλους της Ευρωπαϊκής Ένωσης, τα ελάχιστα αποσπασματικά έργα, η διάκριση σε υψηλής και χαμηλής επικινδυνότητας περιοχές που καταδικάζουν εργατογειτονιές να μένουν ανοχύρωτες. Όλα τα παραπάνω συνιστούν σχεδιασμένο αποτέλεσμα ευρωοδηγιών και της διαχρονικής αντιλαϊκής πολιτικής στην Ελλάδα, τόσο της Νέας Δημοκρατίας όσο και του ΣΥΡΙΖΑ.
Μας απαντήσατε σε ερώτησή μας για τις πλημμύρες στην Εύβοια ότι ούτε το Ταμείο Αλληλεγγύης, ούτε το ΕΤΠΑ δεν αποζημιώνει ιδιώτες, δηλαδή τους ίδιους τους πληγέντες. Άρα τα εργαλεία σας είναι μόνο για τους ομίλους. Στη δε περιοχή της Κινέττας, με τις περσινές μεγάλες πυρκαγιές, είναι η τρίτη φορά που πλημμυρίζουν τα ίδια σπίτια των πυρόπληκτων, οι οποίοι ακόμα δεν έχουν καν αποζημιωθεί για τις προηγούμενες καταστροφές. Εκτεταμένες είναι και ζημιές που σημειώθηκαν πρόσφατα σε Κρήτη, Εύβοια, Χαλκιδική, Θάσο, Ιόνιο, Ρόδο, Πελοπόννησο, Δυτική Ελλάδα και αλλού, και χρήζουν άμεσης αποζημίωσης και έργων αποκατάστασης.
Σε σύγκρουση με την πολιτική της Ευρωπαϊκής Ένωσης απαιτούμε να αποζημιωθούν τώρα οι πληγέντες και να ληφθούν άμεσα μέτρα αντιπλημμυρικά, πολιτικής προστασίας, υποδομών, προσωπικού, με ολοκληρωμένο κρατικό επιστημονικό σχεδιασμό.
Sabine Verheyen (PPE). – Frau Präsidentin, sehr geehrter Herr Kommissar! Fluten, Stürme, schwere Brände, aber auch Erdbeben und Erdrutsche und andere Naturkatastrophen gefährden immer wieder unser kulturelles Erbe. Venedig, die Stadt, die zum Unesco-Weltkulturerbe gehört, wurde in den ersten Novemberwochen von einer außergewöhnlichen Überschwemmung heimgesucht, als das Wasser 1,80 Meter Höhe erreichte. Auch in anderen Teilen Italiens herrscht starkes Unwetter. Matera, die europäische Kulturhauptstadt dieses Jahres, wurde ebenfalls geflutet. Es war das schlimmste Hochwasser seit über 50 Jahren und insofern, in diesem Ausmaß, nicht ein immer wiederkehrendes Ereignis.
Venedig erklärte den Ausnahmezustand, die italienische Regierung sagte 20 Millionen EUR Soforthilfe zu, um die unmittelbaren Schäden zu beheben. Doch wie hoch die Schäden tatsächlich sind, lässt sich bisher noch kaum beziffern. Der Markusplatz, Heimat des Markusdoms, viele Museen und Kulturdenkmäler sowie die Biennale in Venedig standen unter Wasser, und schon alleine durch das Salzwasser gibt es enorme Schäden an den Kulturstätten.
Das Hochwasser sei ein Stich ins Herz Italiens, sagte Italiens Ministerpräsident, aber es ist auch ein Stich ins Herz für uns Europäer, denn eine ureuropäische Aufgabe ist es, unsere Kulturgüter zu schützen, und das tun wir an vielen Stellen. Die EVP-Fraktion hat der Kommission die Einrichtung eines Fonds zum Schutz des Kulturerbes der EU vorgeschlagen, um die Erhaltung unserer wertvollsten historischen Schätze zu gewährleisten und sicherzustellen, dass Europa hinter seinen Mitgliedstaaten steht, wenn Naturkatastrophen diese schwer treffen. Dieser Fonds soll dazu dienen, unser Kulturerbe, das durch Naturkatastrophen bedroht und beschädigt wird, zu restaurieren und es für künftige Generationen zu erhalten. Aber auch die Schutzprojekte wie das MOSE-Projekt müssen vorangetrieben werden, aber auch vieles andere. Hier müssen wir Hand in Hand greifen. Aber dieser Fonds hilft zumindest, da, wo Schäden bereits eingetreten sind, unser Kulturerbe wiederaufzubauen.
Hannes Heide (S&D). – Frau Präsidentin! Hochwasser, Überflutungen, Lawinen, Erdrutsche, Muren: Damit sind wir in Österreich regelmäßig konfrontiert.
Allerdings stellen wir fest, dass diese Ereignisse immer intensiver und in immer kürzeren Abständen auftreten. Diese Erfahrung habe ich auch als Bürgermeister einer Stadt mit 14 000 Einwohnern gemacht. Vielleicht eine kleine Stadt, aber wir haben ein großes kulturelles Erbe, und wir sind im Übrigen 2024 auch europäische Kulturhauptstadt. Oft fehlt es am Geld für Präventionsmaßnahmen, und ich appelliere auch, die Mittel für Risikomanagement für Präventionsmaßnahmen in Betracht zu ziehen. Oft fehlt das Geld für Alarmpläne, für Überflutungsbilder, für Pegelmessstände, für Ausrüstung für unsere freiwilligen Helfer oder auch für Hochwasserhinweiskarten.
Es ist ganz wichtig, auch für die Prävention Mittel zur Verfügung zu stellen und auch in diesen Bereich zu investieren. Es fehlen auch oft die Mittel für entsprechende Schutzbaumaßnahmen. Ich ersuche, auch darauf aufmerksam zu machen und das zu berücksichtigen.
Niklas Nienaß (Verts/ALE). – Madam President, Article 167 of the Treaty states ‘action by the Union shall be aimed at the conservation and safeguarding the cultural heritage of European significance’. How to fulfill this duty? Well the last weeks have proven that once again one of the solutions is tackling climate change.
What we do not need now is this religious-like belief that future technology will save us, is this bullshitting around of denying climate change or this useless discussion about what to do. We know what to do: stop coal until 2030; implement an ETS that covers all sectors with a limited amount of certificates; introduce additional carbon taxes on transport and travel; establish a border adjustment and use all the revenues for climate research adaptation and mitigation. But what we also need is more money to save our European culture. I call for a fund for the salvation of heritage sites with special significance for our common European history. We must protect our background, but also invest in a common cultural future or, as Robert Schuman put it in 1951, ‘much more than an economic alliance, Europe has to become a cultural union’.
Markus Buchheit (ID). – Frau Präsidentin, liebe Kolleginnen und Kollegen! Die Ereignisse, insbesondere in Venedig, haben mich auch persönlich ganz besonders getroffen.
Extreme Wetterereignisse sind allerdings kein neuzeitliches Phänomen. Küstenbewohner kämpfen seit Jahr und Tag gegen die Gezeiten. In Städten wie Venedig, Rotterdam und auch London arbeiten Menschen seit Jahrhunderten daran, nicht das unbeherrschbare Klima beherrschbar machen zu wollen, sondern sich gegen seine Auswüchse zu wappnen.
Sie sitzen nicht in ihrem Elfenbeinturm, sondern sie sind persönlich verwurzelt mit ihrer Heimat und auch persönlich betroffen. Das sollte auch die Lehre sein, die wir hier ziehen sollten: Subsidiarität ist der beste Schutz der betroffenen Städte. Niemand kennt die lokalen Gegebenheiten besser, ist engagierter im Schutz der eigenen Kulturgüter als die Menschen vor Ort.
Was momentan gefordert ist, das sind keine Schuldzuweisungen, sondern die Anerkennung der Kompetenz der Betroffenen und die Unterstützung ihrer Schutzbemühungen für die Zukunft sowie die Unterstützung bei der Bewältigung der gegenwärtigen Katastrophen.
Eleonora Evi (NI). – Signora Presidente, onorevoli colleghi, le drammatiche immagini delle alluvioni che si stanno verificando in questi giorni sono l'ennesima dimostrazione degli effetti del cambiamento climatico.
A fine ottobre l'acqua alta a Venezia ha toccato un metro e 56 centimetri. Ieri è crollata una porzione di viadotto sulla Torino-Savona e immagini devastanti arrivano anche dal Sud Italia.
Da qui al 2100 gli eventi meteorologici estremi come questi potrebbero aumentare del 50 % e, secondo uno studio dell'Agenzia ambientale europea, nel giro di solo 36 anni gli eventi climatici estremi hanno provocato perdite economiche per un totale di 450 miliardi di euro
E chi ne paga le conseguenze? A pagare non devono essere e non dovrebbero essere i cittadini ma le compagnie che operano con i combustibili fossili, perché sono proprio loro ad aver contribuito all'innalzamento delle temperature globali e quindi all'aumento delle catastrofi naturali.
In passato le compagnie petrolifere non solo hanno nascosto che l'uso dei combustibili fossili avrebbe avuto conseguenze nocive per il clima, ma talune hanno addirittura investito nella disinformazione sui cambiamenti climatici. Ma il tempo della disinformazione è finito e con il recente sviluppo dell'attribution science è possibile collegare la responsabilità di una singola compagnia a un particolare evento climatico, e ciò permetterebbe di applicare veramente il principio "chi inquina paga". Quindi basta menzogne, è ora che le compagnie petrolifere paghino per i danni che hanno fatto.
Alessandra Moretti (S&D). – Signora Presidente, onorevoli colleghi, l'Italia intera è flagellata ormai da settimane da eventi meteorologici che stanno mettendo a rischio la tenuta stessa del paese.
Purtroppo non si tratta più di eventi straordinari ma la regolarità e la continuità di quanto sta succedendo è drammaticamente preoccupante. Il cambiamento climatico ci mette di fronte alle nostre responsabilità ma non possiamo dare tutta la colpa al cambiamento climatico, dobbiamo essere in grado di fare di più e meglio.
Vite umane, attività economiche e produttive, beni artistici e culturali di valore inestimabile: siamo di fronte a un fenomeno che colpisce il nostro paese con una durezza senza precedenti.
Nell'immediato il governo italiano ha creato per Venezia e i comuni del Polesine una zona economica speciale, in armonia con le norme europee e dimostrando sinergia tra le Istituzioni. Anche l'Europa, però, dovrà fare la sua parte, anche tramite l'attivazione degli strumenti più urgenti a disposizione, come per esempio il Fondo di solidarietà che venne attivato nel 2012 per l'Emilia Romagna.
Ma la risposta emergenziale non basta. Oggi serve una vera strategia europea per prendersi cura dei nostri territori più fragili, un piano straordinario contro il dissesto idrogeologico, per l'ammodernamento delle infrastrutture, per mettere in sicurezza tutti i nostri cittadini e per preservare il patrimonio artistico europeo.
Vorrei infine che fosse ricordato uno dei simboli di quest'Europa così fragile, la città di Venezia, che da secoli sconfigge l'impossibile: costruita sul mare e resa unica nella sua bellezza. Venezia potrà essere, se lo vorremo, il simbolo di una rinascita europea basata sulla sicurezza e sulla sostenibilità, che sappia difenderci dagli effetti negativi del cambiamento climatico e che metta in pratica tutte le azioni necessarie per invertire la rotta e bloccare definitivamente la degenerazione ambientale in atto.
Se l'Italia e l'Europa saranno in grado di salvare Venezia, questo sarà il simbolo di un'Europa che può farcela, superando ostacoli enormi, e saperlo fare poi insieme sarà un bel messaggio che diamo al mondo.
Ciarán Cuffe (Verts/ALE). – A Uachtaráin, tá cathair stairiúil na Veinéise i mbaol agus tá seans ann gur gearr go n-imeoidh sí i léig. Tá gach cathair atá suite cois farraige nó in aice na farraige i mbaol. Ciallaíonn sé sin go bhfuil na milliúin daoine i mbaol. I mbaol ó eachtraí adhaimsire. Ón truailliú. I mbaol ón athrú aeráide.
Coicís ó shin, chonaic an Veinéis na tuilte is airde le caoga bliain anuas. Ailtireacht iontach na cathrach, a dánlanna – iad uile i mbaol. Is mian liom Massimo Cacciari a mholadh, iarMhéara na Veinéise, a labhair ag an am sin faoi éiceolaíocht leochaileach mhurlach na Veinéise. Is mian liom ICOMOS a mholadh as an dea-obair a dhéanann siad chun na foirgnimh agus na tírdhreacha seo a chosaint.
Ní mór dúinn droim láimhe a thabhairt don mheon gurb í an teicneolaíocht agus an choincréit an t-aon réiteach atá againn. Caithfimid spás a chruthú do na haibhneacha. Caithfimid a bheith ar aon dul leis an timpeallacht chun réitigh a chur ar fáil. In Éirinn, ní mór d’Oifig na nOibreacha Poiblí ceachtanna na hÍsiltíre a fhoghlaim, áit ina dtuigtear na fadhbanna seo. Ní foláir dúinn dul i ngleic leis an athrú aeráide.
Paolo Borchia (ID). – Signora Presidente, onorevoli colleghi, nell'Unione ci sono regioni che presentano peculiarità dal punto di vista sismico e idrogeologico che aumentano il grado di vulnerabilità ai fenomeni meteorologici. Pensiamo, ad esempio, ai terremoti che hanno colpito le regioni dell'Italia centrale o alle alluvioni che regolarmente colpiscono le regioni del Nord Italia, un dramma che ha interessato Venezia solo pochi giorni fa ed è ancora negli occhi di tutti noi.
Le conseguenze dei fenomeni meteorologici hanno bisogno però di risposte diverse rispetto a quelle che l'Europa ha dato fino adesso, anche perché i cittadini italiani sono perfettamente consapevoli di essere contributori netti e, di conseguenza, hanno necessità e hanno l'aspettativa di avere risposte diverse e nutrono aspettative di un certo tipo.
I criteri di accesso al Fondo europeo di solidarietà, sebbene siano stati rivisti e semplificati nel 2014, continuano a presentare dei limiti che tuttora rallentano la mobilizzazione degli stanziamenti e non escludono inoltre il rischio che le richieste di mobilitazione possono essere respinte anche in caso di presenza di una reale catastrofe.
Il Parlamento europeo, tra l'altro, ha già richiesto più volte l'abbassamento di quei criteri di accesso che appaiono contraddittori rispetto alla natura emergenziale del Fondo. Le tempistiche nell'erogazione degli stanziamenti, in primis, visto che sei settimane di valutazione per la Commissione europea appaiono decisamente eccessive, mentre i tempi di liquidazione sono troppo lunghi e causano difficoltà gli enti beneficiari.
In conclusione, è fondamentale includere nuovi indicatori che vadano oltre il mero calcolo del danno al PIL, in quanto le ferite alle persone e alle collettività non possono essere quantificate soltanto con le percentuali.
Isabel Benjumea Benjumea (PPE). – Señora presidenta, quisiera comenzar mi intervención dando el pésame y mostrando mi solidaridad a las familias tanto de las víctimas del terremoto acontecido en Albania, como de los militares franceses fallecidos en Mali, en un accidente de combate. Les mando mi solidaridad y mi pésame.
Desde que llegué a este Parlamento —del cual soy una miembro novata, acabo de incorporarme en julio—, no ha habido sesión plenaria en la que no haya habido un debate acerca del medio ambiente en el que no hayan aparecido las palabras «catástrofe», «extremo», y en el que a los ciudadanos no les hayamos trasladado un mensaje de alarma y de catastrofismo que, sinceramente, me parece que es muy exagerado.
Claro que lamentamos ver las imágenes de Venecia inundada, y claro que nos preocupa cómo proteger a las ciudades que, por los efectos de las catástrofes del medio ambiente, ven que su patrimonio se pone en peligro. Pero no podemos permitir que, en el Parlamento Europeo, cada vez que se hable del medio ambiente, cada vez que haya un debate sobre medio ambiente, este debate gire alrededor de la izquierda y esté monopolizado por esta, que quiere plantear que hay y que se da una circunstancia de catastrofismo. Debemos sacar del Parlamento ese alarmismo que está, sinceramente, exagerado y creo que debemos centrarnos en lo que es importante, que es dar soluciones reales a los ciudadanos, soluciones reales para el patrimonio histórico en Europa, y soluciones reales para evitar y prevenir futuras circunstancias naturales que ocurrirán, como siempre han ocurrido.
ELNÖKÖL: LÍVIA JÁRÓKA alelnök
Isabel Carvalhais (S&D). – Senhora Presidente, fica por demais claro que a União Europeia é cada vez mais confrontada com fenómenos meteorológicos extremos, traduzidos, como aqui vimos nestes testemunhos, na perda de bens, de património cultural, material e natural inestimável, e também, pior ainda, na perda de vidas.
Mas também relembro que, só em 2018, quase 18 milhões de pessoas em todo o mundo foram obrigadas a deslocar-se das suas casas, precisamente em virtude de fenómenos climáticos.
Portanto, ninguém está a salvo desta realidade, como os prezados colegas aqui ilustraram. E, por isso, urge agir.
Ora, o Mecanismo de Proteção Civil da União Europeia, sobre o qual devemos, urgentemente, pensar no que respeita às formas de simplificar a sua ativação, será certamente importante nesta luta.
E, por isso, saúdo a proposta da Comissão em manter o princípio da subsidiariedade na revisão do mecanismo, mas relembro a necessidade de se aumentar o cofinanciamento da União Europeia, de modo a apoiar os Estados-Membros numa melhor prevenção, preparação e resposta às catástrofes.
Por fim, insto ainda a Comissão a rever as condições da ativação do Fundo de Solidariedade da União Europeia, sublinhando que nem todas as regiões têm a mesma capacidade financeira para prevenção e resposta a crises que podem assumir proporções gigantescas.
Annalisa Tardino (ID). – Signora Presidente, onorevoli colleghi, abbiamo tutti visto le immagini drammatiche dell'Italia, sommersa da nord a sud, da Licata a Matera a Venezia, con pronte reazioni da parte dei volontari e della Protezione civile. Oggi siamo qui a Strasburgo per chiedere il sostegno concreto dell'Unione europea, come fatto già con un'interrogazione scritta della Lega attraverso la richiesta di una rapida mobilitazione del Fondo di solidarietà dell'Unione europea e sbloccando tutti gli aiuti economici che è possibile erogare.
È necessario, inoltre, che i territori colpiti possano godere dell'eccezione al disimpegno automatico delle risorse a valere sui fondi dell'UE e che all'Italia venga riconosciuta la giusta flessibilità per i soldi spesi per danni causati da calamità naturali, soprattutto per i territori con maggiore deficienze.
Un'Europa che protegge i cittadini deve essere presente nei momenti di necessità e deve essere in grado di dare risposte concrete ai problemi reali, quelle che i cittadini si aspettano, un aiuto immediato per ricominciare a costruire guardando al futuro.
Tomislav Sokol (PPE). – Poštovana predsjedavajuća, doista mi je drago da je ova vrlo aktuelna tema danas na dnevnom redu Europskog parlamenta.
Klimatske promjene i vremenski ekstremi doista su stvarnost i ostavljaju sve veće i veće posljedice na gospodarstvo i na život u državama članicama Europske unije u cjelini. Posebno su pri tome, kao što projekcije govore, ugrožene južna i jugoistočna Europa te obalna područja, odnosno obale Mediterana. Osim Venecije koja je pretrpjela ovu štetu od više od milijardu eura prema zadnjim procjenama, posebno je ugrožena Republika Hrvatska. Dapače, Republika Hrvatska spada u tri države Europske unije koje su od 1980. do 2015. po procjenama pretrpjele najveću štetu od vremenskih ekstrema u iznosu od gotovo tri milijarde eura.
Posebno su pri tome ugroženi naši obalni gradovi, naši dragulji, naše blago od kojih većina postoji još od grčko-rimskog razdoblja pa i kasnije kroz srednji vijek, kao i naši mnogobrojni otoci koji predstavljaju doista jedan prekrasan krajolik i pravi dragulj u krajoliku Europske unije.
Ovim putem pozivam Europsku uniju i europske institucije da poduzmu sve mjere koje su potrebne da bi se ovaj problem riješio jer je doista riječ o nečemu što države članice ne mogu rješavati same. Supsidijarnost je bitna, suverenost država članica je bitna, ali isto tako Europska unija ima one instrumente koji mogu temeljem kršćanskog načela solidarnosti pomoći onim državama kojima je ta pomoć potrebna. Tu je regulatorni okvir gdje Europska unija može napraviti puno, ali tu su i svi ovi izvori financiranja koje smo spomenuli, a isto tako i kohezijske politika. Dakle, pozivam na solidarnost država Europske unije, pozivam na djelovanje europskih institucija kako bi se ovaj problem riješio i kako bi se iskazala solidarnost prema državama članicama.
Tonino Picula (S&D). – Poštovana predsjedavajuća, dolazim iz Hrvatske, zemlje ponosne na svoje kulturno naslijeđe. Hrvatska ima čak deset zaštićenih Unescovih lokaliteta, uglavnom smještenih uz obalu Jadrana. Međutim, prema izvješću Europske agencije za okoliš Hrvatska je jedna od tri europske zemlje s najvećim kumulativnim udjelom šteta od ekstremnih vremenskih i klimatskih događaja u odnosu na bruto nacionalni proizvod.
Prema studiji iz 2017. potapanje prijeti čak 37 mjesta na Sredozemlju, a erozija 42. Među njima su i najpoznatiji hrvatski zaštićeni lokaliteti poput Starog grada u Dubrovniku, Dioklecijanove palače i katedrale svetog Jakova. Osim kulturne baštine direktno ugroženi će biti naši građani jer čak trećina stanovnika Europske unije živi uz obalni pojas do 50 kilometara od obale.
Krajnje je vrijeme da proglasimo klimatsku krizu te hitno implementiramo mjere za preokretanje trendova globalnog zatopljenja. Neprocjenjivo kulturno naslijeđe odolijeva povijesnim nesrećama već tisuće godina. Nemojmo dopustiti da ga unište klimatske promjene koje smo sami uzrokovali.
Georg Mayer (ID). – Frau Präsidentin! Natürlich sind solche Wetterextreme immer besonders tragisch und natürlich dramatisch für die betroffenen Personen. Da gilt es zuerst einmal, schnell und unbürokratisch Hilfe zukommen zu lassen. In diesem Sinne brauchen wir diesen europäischen Fonds und soll er auch so schnell wie möglich jetzt den betroffenen Ländern, vor allem Kroatien und Italien, zugutekommen.
Aber die Diskussion wird hier drinnen wieder bemerkenswert scheinheilig geführt, denn wieder ist es der Klimawandel, der schuld ist, der ist bald schuld an allem. Wenn wir aber in uns gehen, dann wissen wir doch: Naturkatastrophen gab es schon immer und wird es immer geben. Damit müssen wir leben. Das ist eine Art, wie Mutter Natur uns zeigt, dass wir diesen Planeten eben nicht beherrschen. Damit müssen wir uns abfinden.
Aber gerade im Bereich von Venedig ist es natürlich besonders dramatisch, weil hier auch ein Weltkulturerbe betroffen ist, das natürlich gerettet werden muss und durch diese ständigen Überschwemmungen dort bedroht ist. Das ist aber nicht nur der Klimawandel, der dort das Problem verursacht, das ist auch der Mensch, der durch jahrelange Verbreiterung der Kanäle, damit noch größere Schiffe in die Stadt kommen, dafür sorgt, dass natürlich jetzt auch mehr Wasser in diese Stadt eindringen kann. In diesem Sinne: Schutz und Hilfe müssen gewährleistet werden, aber führen wir die Diskussion etwas differenzierter!
Stanislav Polčák (PPE). – Paní předsedající, co v současnosti zažíváme, jsou skutečně extrémní meteorologické jevy – a to vlastně napříč celým kontinentem –, které jsou významné právě pro městské oblasti. Zažíváme změny ve srážkových modelech, dlouho trvající sucha nebo naopak bouřky a intenzivní deště s následnými záplavami, dlouho trvající vysoké teploty. To jsou příznačné jevy v tuto chvíli pro takřka celý kontinent. V těchto letech jsme zažili nejdéle trvající období sucha, dokonce i v České republice. Chtěl bych zmínit, že řada evropských států je skutečně velmi zásadně postižena.
Co musíme udělat? Myslím, že zvýšit právě odolnost městských oblastí z pohledu adaptace. Hlavním cílem v oblasti řešení dopadů extrémních teplot je snížení zranitelnosti lidské společnosti. Extrémně vysoké teploty vedou k výraznému zhoršení vnitřního prostředí budov, přehřívání, nárůstu klimatizačních systémů, zejména v městských aglomeracích. V urbanizovaném prostředí je třeba zamezit vzniku či omezit dopady takzvaného tepelného ostrova města podporou nižšího albeda povrchů, zvýšením například podílu vegetačních ploch s půdou, využitím vodních prvků a pomalejším odtokem vody z městského prostředí.
Co by mělo prioritně stát ve středu naší pozornosti? Zvýšit ochranu kritické infrastruktury, adaptovat stavby na změnu klimatu, posílit ekologickou stabilitu, zajistit flexibilitu a spolehlivost dopravního sektoru a posílit rozvoj integrovaného záchranného systému.
Julie Ward (S&D). – Madam President, our cultural heritage is more than ancient historical monuments. It’s also the landscape itself and the urban environment. Our towns and cities rely heavily on their cultural heritage as an income generator through tourism. Taking care of our cultural heritage can also improve the quality of life for the local population. We must therefore do our utmost to protect cultural heritage from the effects of extreme meteorological events, which is an increasing threat due to climate change.
A good example of EU action is the Storm Project, which safeguards cultural heritage through the management of technical resources. The Mellor heritage site in my constituency of Stockport, Greater Manchester, is one of the projects to benefit from this innovative EU collaboration. Meanwhile EU cohesion policy continues to provide an important source of funding for cultural heritage of EUR 351.8 billion over the past seven years, and that must continue to be a commitment over the next MFF.
Cultural heritage is our common inheritance and it’s our duty to protect and preserve it for future generations.
Silvia Sardone (ID). – Signora Presidente, onorevoli colleghi, abbiamo ancora negli occhi le immagini drammatiche di Venezia con l'acqua alta. Per l'emergenza frane, territori come Lombardia, Piemonte e Liguria e tanti altri sono stati drammaticamente colpiti in Italia. Luoghi unici al mondo, pensate a Venezia che tutti voi conoscete e che è patrimonio dell'umanità. In Italia ci sono 600 000 frane, che interessano il 7,9 % del territorio nazionale; il 91 % dei comuni italiani hanno almeno un'area a rischio frane o inondazioni o alluvioni.
L'Europa non fa assolutamente nulla. La Lega ha presentato un'interrogazione urgente, chiedendo l'immediata mobilitazione del Fondo europeo di solidarietà. Ma è altrettanto necessario, ovviamente, poter spendere i nostri soldi per risanare il nostro territorio. Quindi è necessario non considerare le spese per la lotta al dissesto idrogeologico nel calcolo del deficit, consentendoci quindi di utilizzare quei fondi senza sforare il Patto di stabilità. Solo così noi potremmo finalmente a risanare il nostro territorio italiano.
Ádám Kósa (PPE). – Elnök Asszony! Meggyőződésem, hogy az időjárással összefüggő katasztrófákkal kapcsolatos polgári védelem megerősítése a legfontosabb prioritások közé tartozik. Alapvető feladatunk, hogy a katasztrófák kockázatait mérsékelni kell a stand-by keretrendszernek megfelelően. Amikor már a baj viszont elkerülhetetlen, akkor a vészhelyzet teendőiről minden embertársunkat időben és megfelelő módon tájékoztatni kell. Ez biztosítja azt is, hogy a városi térségek és a kulturális értékek védelme hatékonyabban fog megvalósulni a jövőben.
Nagyon fontos mindenki számára a hatékony és akadálymentes figyelmeztető rendszer kialakítása. Döntő fontosságú az is, hogy azonnal segítséget kapjanak a bajba jutottak. Viszont hogyan kér segítséget az, aki siket vagy vak, vagy pedig mozgásában korlátozott. Hiszem, hogy a jelenleg rendelkezésre álló technológiák és applikációk bevezetésével elérjük, hogy az EU minden országában a bajba jutottak akadálymentesen értesüljenek a veszélyhelyzetekről, és szükség esetén maguk számára, vagy pedig embertársaik számára segítséget tudjanak kérni.
Elisabetta Gualmini (S&D). – Signora Presidente, onorevoli colleghi, anch'io non posso che rivolgermi ai danni e alle emergenze che hanno riguardato il mio paese e in particolare le regioni del Nord Est.
I dati sono allarmanti ma vale la pena citarli di nuovo: in Italia abbiamo 6 milioni di cittadini a rischio alluvioni, un milione e mezzo a rischio frane, le frane sono state contate in un numero di 61 000 – l'8 % del territorio italiano – e 40 000 beni culturali sono a rischio. In Emilia Romagna, tra il 2 e il 20 novembre, si sono verificate 17 allerte, molte delle quali con livello rosso, con 800 interventi dei Vigili del fuoco e 450 squadre di volontari, che ringrazio. Oltre ai danni, ovviamente, si sommano gli aspetti amministrativi. Sulle grandi e piccole opere in ritardo bisognerà lavorare soprattutto a livello nazionale.
L'Europa ha fatto finora, non si è girata dall'altra parte, perché con il Fondo di solidarietà l'Italia ha ottenuto, dal 2002, 2 miliardi e mezzo. Ora chiediamo un passo in più, come dice l'articolo 11 del trattato dell'Unione europea: che la tutela dell'ambiente venga integrata in tutti i fondi strutturali europei, in particolare nel Fondo per lo sviluppo regionale e nel Fondo per lo sviluppo rurale. Questo è il passo in più che chiediamo.
Francesca Donato (ID). – Signora Presidente, onorevoli colleghi, a fronte di recenti cambiamenti climatici che determinano sempre più frequenti fenomeni atmosferici di eccezionale violenza nei nostri territori e anche di frequenti eventi sismici, considerato che in molti paesi europei si trovano centri urbani di elevatissimo interesse storico e artistico per l'intera Unione, alcuni dei quali sono geograficamente più esposti ai rischi di gravi danni cagionati dal maltempo e dai terremoti – ricordo per l'Italia Venezia, Matera ma anche la città de L'Aquila –, ritengo che sia corretta la logica proposta dalla Commissione europea di un approccio non più soltanto emergenziale per la tutela del patrimonio storico e culturale europeo.
Nel concreto penso che si debba intervenire ex ante per la messa in sicurezza di questi siti, effettuando innanzitutto un censimento degli stessi, su indicazione di ogni Stato membro, e creando una graduatoria delle località più importanti e a rischio, per poi disporre degli appositi studi sugli interventi necessari a prevenire i danni ambientali e sismici, quantificandone i costi e i tempi di esecuzione.
Su tali basi va poi realizzato un piano strategico di salvaguardia, di iniziativa europea, da finanziarsi con i fondi che già abbiamo per la coesione, l'ambiente e le infrastrutture. Solo con un progetto globale di questo tipo l'Unione europea può davvero tutelare il proprio patrimonio culturale, storico e artistico.
Lucia Vuolo (ID). – Signora Presidente, onorevoli colleghi, Venezia è certamente il caso più eclatante, ma potrei citare Matera, in Basilicata, e altre città campane e del Sud.
Smottamenti, frane, allagamenti, crolli di viadotti, colture andare perse e purtroppo vittime. Dal 2014 al 2018 l'Italia ha subito danni da maltempo per 8 miliardi di euro. L'Europa, attraverso il Fondo di solidarietà, ha aiutato il nostro bel paese con 740 milioni di euro. Aiuti, ma anche ritardi. Solo nel settembre 2019, dopo un anno dagli eventi calamitosi nel Nord Est italiano, la Commissione ha sbloccato 277 milioni di euro.
L'Italia però non è solo maltempo. Purtroppo è anche terremoti, come in Molise, Abruzzo, Calabria e Emilia-Romagna. Danni per 2,5 miliardi di euro. Un quadro estremamente sintetico e drammatico e che non migliorerà nel futuro. L'Italia, per il suo immane patrimonio culturale, ha bisogno più di tutti di velocità nel concedere questa tipologia di fondi. Lo abbiamo chiesto come gruppo ID e lo ribadisco personalmente qui in questa seduta plenaria. Inoltre chiedo maggiori vincoli dei fondi mirati alla manutenzione delle infrastrutture già esistenti.
„Catch the eye” eljárás
Krzysztof Hetman (PPE). – Pani Przewodnicząca! Gwałtowne zjawiska atmosferyczne niestety coraz częściej stają się wyzwaniem, któremu musimy stawiać czoła. Sytuacja w Wenecji, którą w ostatnich dniach z niepokojem śledziła cała Europa, bardzo dobitnie pokazała nam, jak ważne jest zapewnienie odpowiedniej ochrony przed tego typu wydarzeniami. Dlatego tak niezwykle istotne jest stworzenie odpowiedniej strategii adaptacji do zmian klimatycznych, jak i zapewnienie potrzebnej infrastruktury pozwalającej na ochronę bądź też zmniejszenie negatywnych skutków takich zjawisk. Chciałbym dlatego przypomnieć, że Europejski Fundusz Rozwoju Regionalnego, który obecnie jest w fazie negocjacji z Radą i Komisją, zapewnia między innymi możliwość finansowania działań dostosowujących nasze regiony do zmian klimatu oraz zwiększa ich odporność na katastrofy naturalne. Aby jednak działania te były skuteczne, potrzebne jest zapewnienie mu odpowiednio wysokiego budżetu, co mam nadzieję zostanie uwzględnione w ustalaniu ostatecznej wysokości środków na politykę spójności.
Leszek Miller (S&D). – Pani Przewodnicząca! Opublikowany w kwietniu tego roku raport Europejskiej Agencji Środowiska wskazuje, że na przestrzeni ostatnich 20 lat wszystkie państwa członkowskie, w tym także mój kraj, Polska, poniosły w związku z powodziami największe straty sięgające dziesiątek miliardów euro. Jednak ostatnie głęboko poruszające wydarzenia, obrazy zalanej Wenecji wyraźnie pokazują, że mimo tych licznych doświadczeń i ostrzeżeń nadal nie jesteśmy w Europie należycie przygotowani na konsekwencje ekstremalnych zjawisk pogodowych. Same zaś państwa członkowskie nie są w stanie w pojedynkę skutecznie przeciwdziałać skutkom żywiołów. W efekcie na szwank narażone jest nie tylko nasze bezcenne dziedzictwo kulturowe, lecz także ludzkie życie. Mając to na uwadze, uważam że nowa komisja powinna uruchomić dodatkowe zasoby i skoordynować właściwe działania na poziomie Unii, które pozwolą w przyszłości zminimalizować negatywne skutki powodzi i nawałnic. Cieszę się, że zapowiedzi pana komisarza idą właśnie w tym kierunku.
Joachim Stanisław Brudziński (ECR). – Pani Przewodnicząca! Myślę, że fakt, iż przedstawiciele Polski zabierają głos w tej procedurze zgłoszeń z sali, jest takim symptomatycznym znakiem, bo jest takie polskie słowo, ale słowo, które zna cały świat, tym słowem jest „solidarność” i myślę, że w tym temacie, w którym teraz obradujemy, słowem kluczem powinno być słowo „solidarność”. Dzisiaj wszyscy jesteśmy z mieszkańcami Tirany, z mieszkańcami Albanii dotkniętej trzęsieniem ziemi. Wczoraj byliśmy z mieszkańcami Wenecji, wcześniej byliśmy z mieszkańcami Szwecji. I tutaj mam też taki osobisty wątek, kiedy na zaproszenie pana europosła Czesława Hoca jako minister spraw wewnętrznych i administracji tutaj w Strasburgu otwierałem wystawę obrazującą właśnie tę polską solidarność, kiedy polscy strażacy pojechali z pomocą do Szwecji. Wydaje się, że powinniśmy też dzisiaj pochylić się nad tymi, którzy w tych sytuacjach ekstremalnych są zawsze u boku obywateli: strażakami, policją, służbami medycznymi – ich też jako przedstawiciele Parlamentu Europejskiego powinniśmy wspierać.
Clare Daly (GUE/NGL). – Madam President, meteorological catastrophes are not a left- wing alarmist plot, as one of the speakers suggested. They are sadly a reality for the people of Venice; they are a reality for the victims in Albania who tragically lost their lives; they are a reality for the citizens of Portrane, a coastal village in Dublin where I come from, where chunks of land have fallen into the sea, even today. Where residents watched earlier this year to see their house falling into the sea and months later remain unhoused in that area. Climate experts say that Ireland is already overdue a catastrophic storm surge of up to 3 metres at a nationwide cost and damage to property alone of EUR 1 billion.
Now governments and the European Union need to be ahead of the curve on this. We urgently need disaster-relief preparedness and we need a long-term strategy, mitigating coastal erosion. Our government seems to be incapable of that, kicking the can between the local authority and the government. We, on a European basis, need to come together and to deal with what is a meteorological catastrophe.
Elżbieta Katarzyna Łukacijewska (PPE). – Pani Przewodnicząca! Konsekwencją zmian klimatu są huragany, powodzie, susze, lawiny, ale przede wszystkim ludzkie tragedie. Z każdym rokiem jest coraz mniej dni z opadami śniegu i coraz więcej dni upalnych. To ma wpływ na zdrowie ludzkie i rodzi koszty dla gospodarki i rolnictwa. Ekstremalne zjawiska pogodowe niszczą nasze domy i zagrażają naszemu dziedzictwu kulturowemu. Coraz częstsze susze powodują migracje milionów ludzi. Musimy mieć świadomość, że istniejące systemy takie jak Copernicus czy fundusze takie jak Fundusz Solidarności Unii Europejskiej pozwalają ostrzegać przed klęskami żywiołowymi czy usuwać ich skutki, ale im nie zapobiegają. Bez walki ze zmianą klimatu, bez świadomości, że nie tylko Europa ma ponosić koszty, ale cały świat na czele z wielkimi korporacjami jest zobowiązany do walki z globalnym ociepleniem i z emisjami, bez myślenia o odpowiedzialności za przyszłe pokolenia będziemy coraz częściej usuwać skutki, ponosić coraz większe koszty i opłakiwać coraz więcej ofiar.
Sandra Pereira (GUE/NGL). – Senhora Presidente, as catástrofes são, como sabemos, profundamente iníquas: quase sempre afetam mais os que menos têm para se proteger, sejam pessoas ou Estados. Se há domínio em que a solidariedade na União Europeia e o princípio de coesão deveriam ter uma expressão visível é no da proteção das populações, da economia e do ambiente face a catástrofes.
A problemática das catástrofes foi já, por diversas vezes, objeto de resoluções deste Parlamento. É necessário dar o seguimento devido às recomendações, passando-as à prática. É o caso da criação de um quadro financeiro apropriado à prevenção de catástrofes que permita, entre outras medidas, a correção de situações indutoras de risco.
Infelizmente, muito pouco foi feito e a Comissão Europeia tem particular responsabilidade neste atraso. Para nós, uma abordagem comunitária sobre a prevenção de catástrofes deverá incluir, como uma preocupação central, a diminuição das disparidades existentes entre regiões e Estados-Membros neste domínio, nomeadamente ajudando a melhorar a prevenção nas regiões e nos Estados-Membros com elevada exposição ao risco e menor capacidade económica.
Željana Zovko (PPE). – Poštovana predsjedavajuća, poštovani povjereniče Stylianides, prije dvije godine bili su veliki požari u Splitu, gradu koji ove godine slavi 40 godina od upisa na listu svjetske baštine kao jedan od prvih spomenika koji je Republika Hrvatska uvrstila na ovu prestižnu listu.
Zahvaljujući radu ovog Parlamenta, zahvaljujući i Vama gospodine Stylianidesu koji ste došli i s kojim smo zajedno radili, naša pučka stranka ostvarila je unaprijeđeni mehanizam civilne zaštite, sada ima instrument gdje možemo prevenirati štete koje su dešavaju kao i u Parizu, i u Veneciji, Veneciji gradu ljepotici zbog koje je Unesco i smjestio svoj ured kako bi kontrolirala meteorološke promjene.
Pozivam ovaj Parlament da podrži moju inicijativu da proglasimo europski dan zaštite od požara i ovaj Parlament da krene s korištenjem instrumenta civilne zaštite unaprijeđenog mehanizma na kome se toliko radi i za koji smo omogućili da se izdvoje sredstva i sada da što više koristimo ovaj instrument da bi ta prestižna mjesta poput Splita, poput Venecije i Pariza bili zauvijek zaštićeni i očuvani za generacije koje dolaze.
(„Catch the eye” eljárás vége)
Christos Stylianides,Member of the Commission. – Madam President, I would like to thank colleagues for this really very productive discussion. I would like to say that, once again, recent events in Venice show us that climate change is real, is happening now and is not fake news.
So, at the same time, we need two approaches: a strategic approach called the Paris Agreement on Climate Change and, of course, prevention and preparedness. What we tried to do in the former Commission was what Ms Zovko has already said, rescEU, and thank you so much for your kind words. Yes, we tried to establish and to upgrade the European civil protection mechanism through rescEU in order to deal with natural disasters efficiently and effectively. But we have only taken one first step. We need more and more. So it’s your responsibility, as the European Parliament, to go beyond, as we have already done as the former Commission.
Thank you so much for your support. It is a common achievement, but my sincere advice, through the last five years of experience, is that you have to go beyond the first step in the rescEU field. Otherwise, we will face a lot of problems because the new phenomena due to climate change is so complicated and complex. Nobody can deal with this phenomena alone because it is so complicated.
At the same time, many of you already insist on solidarity. Yes, solidarity is the fundamental principle for our Union and this is why, now, some rescue teams, through the EU Civil Protection Mechanism, are running and are in action in Albania in order to save lives. I’m really proud of these institutions because the European Union can provide solidarity in very difficult circumstances.
At the same time, I would like to take this opportunity to say more about our EU initiatives that will help us address the challenge over the years to come. First, disaster risk management is vital, in particular for our cohesion policy. Local and regional authorities are the first to face the impact of disasters. Investing in risk management is cost-effective; it prevents future losses and it contributes to sustainable development.
Over the period 2014-2020, cohesion policy is investing almost EUR 2 billion in climate change adaptation and risk prevention. As I said, prevention is the main focus of our investment, with actions to improve the modelling of risk, early warning systems, the preparation of strategies and guidelines, etc. In this period we have also seen a large focus on green infrastructure to manage risks.
Furthermore, under the Urban Agenda for the European Union, the Partnership on Climate Adaptation coordinated by the City of Genoa is implementing ten actions to anticipate climate change and take appropriate measures to prevent or minimise the damage it can cause to urban areas. The Commission has also launched the European Natural Hazard Scientific Partnership, a network of scientific European institutions and international organisations that monitor natural hazards. They are ready 24/7 to support the European Commission and our Emergency Response Coordination Centre.
Besides prevention, we also focus on preparedness with support for equipment, infrastructure and training of civil protection units. We offer flexibility in our programmes. Programme amendments can be proposed and swiftly agreed to shift resources towards areas that are most in need. So, if changes need to be made, we can still do this within this funding period.
The second point is that we are promoting initiatives to mitigate the impact of climate change on cultural heritage. That is in particular the case with the support of the Horizon 2020 Programme with climate action, mitigating the impacts of climate change and natural hazards on cultural heritage. At the initiative of the Commission, 27 European countries agreed to work closely together to advance the digitisation of Europe’s cultural heritage in a Declaration of Cooperation launched in April 2019.
The Commission has also been funding the use of digital technologiesfor the preservation and restoration of cultural heritage. The latest initiative includes a future European Competence Centre for the preservation and conservation of European cultural heritage by using ICT technologies, under Horizon 2020 once again. The intersection between cultural heritage and climate change has also been under the spotlight during the European Year of Cultural Heritage 2018 with the report ‘Safeguarding cultural heritage from natural and man-made disasters’.
In the same vein, the European Framework for Action on Cultural Heritage includes a focus on protecting cultural heritage against natural disasters and climate change. In 2021, a group of experts from EU Member States will analyse and share innovative policy measures for heritage sites to mitigate the impact of climate change. With the support, of course, of Horizon 2020, the Commission is investing some EUR 18 million in this field.
So the list of what the European Union is doing to protect our communities against the disastrous impact of natural disasters, but also to preserve our cultural heritage, is long. No doubt much more remains to be done. I know and am sure that we can count on your support and your initiatives in order to be more effective and more efficient.
Thank you so much for your attention and for this very constructive discussion.