Presidente. – Care colleghe e cari colleghi, ieri abbiamo celebrato la Giornata internazionale degli infermieri e l'OMS, l'Organizzazione mondiale della sanità, ha dichiarato il 2020 l'anno degli infermieri e degli ostetrici.
Vorrei quindi iniziare questa nostra plenaria con una parola di elogio e di ringraziamento alle donne e agli uomini in camice bianco che hanno fornito servizi sanitari essenziali con dedizione, coraggio e umanità in tempi così difficili. È nostro dovere comune consentire loro di svolgere il proprio lavoro in sicurezza ed efficienza.
Abbiamo già messo a disposizione da un paese all'altro ospedali, risorse umane, macchinari e materiale sanitario, grazie anche al lavoro della Protezione civile: uno sforzo di solidarietà che rappresenta una ricchezza per tutti i nostri paesi.
Oggi sentiamo la necessità di rafforzare i poteri dell'Unione europea in ambito sanitario: è un impegno che dobbiamo prendere davanti ai nostri cittadini.
Il Parlamento ha chiesto un meccanismo europeo di risposta sanitaria per prepararsi e rispondere in modo comune e coordinato a qualsiasi tipo di crisi sanitaria.
La pandemia di Covid-19 ha mostrato la necessità di una politica di salute pubblica più proattiva e di una maggiore e migliore cooperazione per costruire sistemi di assistenza sanitaria resilienti e accessibili, nonché, soprattutto, la necessità di una maggiore solidarietà in Europa.
Settant'anni fa, il 9 maggio 1950, la solidarietà tra 6 paesi europei spingeva per arrivare a un'Europa di pace e sicurezza. Un'Europa che, come sosteneva Robert Schuman, "sorgerà da realizzazioni concrete che creino una solidarietà di fatto". Questa visione era l'unico modo per garantire una pace duratura e migliorare la vita delle persone.
È stata una visione ambiziosa ma anche molto pragmatica, basandosi sugli orrori della guerra e sui sacrifici fatti per mettervi fine.
Settantacinque anni di pace, un progetto comune, con tante sfide future da affrontare. Il lavoro è soltanto all'inizio e con le donne, gli uomini e i nostri giovani, capaci di sviluppare solidarietà, come hanno dimostrato in questo periodo di grave emergenza, il nostro compito sarà più facile.
Abbiamo una grande responsabilità davanti a noi: dobbiamo essere all'altezza delle aspettative dei cittadini europei e rilanciare una grande riflessione sul futuro dell'Europa, insieme a risposte immediate ai problemi che affrontiamo.
Questa crisi ci sta insegnando tante cose, ma soprattutto che solo insieme possiamo ripartire.