Presidente. – Signore e signori, è per me un grande onore informarvi che la Conferenza dei presidenti ha deciso di conferire il Premio Sacharov per la libertà di pensiero ai rappresentanti dell'opposizione bielorussa: il Consiglio di coordinamento, l'iniziativa delle donne coraggiose Sviatlana Tsikhanouskaya, Svetlana Alexievich, Maryia Kalesnikava, Volha Kavalkova, Veranika Tsapkala, e le personalità della politica e della società civile Siarhei Tsikhanouski, Ales Bialiatski, Siarhei Dyleuski, Stsiapan Putsila e Mikola Statkevich.
Le massicce proteste di piazza in Bielorussia che hanno commosso il mondo intero sono in corso ormai da 11 settimane. Man mano che cresce la nostra ammirazione nei confronti della popolazione bielorussa, cresce anche il nostro sgomento per le violente rappresaglie di Lukashenko e per i suoi atti di tortura e negazione della verità. Concedetemi di ribadire quanto già affermato dalle nostre istituzioni e dal Parlamento con una sola voce: il governo e il presidente hanno perso le elezioni ed è giunto il momento di ascoltare la voce del suo popolo.
Ma, cosa più importante, desidero congratularmi con i rappresentanti dell'opposizione bielorussa per il loro coraggio, la loro resilienza e la loro determinazione. Essi incarnano quotidianamente la difesa della libertà di pensiero e di espressione che il Premio Sacharov gratifica. Si sono dimostrati e continuano a dimostrarsi forti di fronte a un avversario molto più potente. Ma ciò che li sostiene è qualcosa che la violenza non potrà mai sconfiggere: la verità. Ecco dunque il mio, il nostro messaggio per voi, cari vincitori del premio: continuate ad essere forti e non rinunciate alle vostre battaglie, noi saremo al vostro fianco. Sappiate che siamo con voi. Spero di potervi accogliere presto al Parlamento per consegnarvi il premio che oggi vi abbiamo assegnato.
Vorrei aggiungere una parola anche sulla recente uccisione di uno dei finalisti di quest'anno, il signor Arnold Joaquín Morazán Erazo, leader del gruppo ambientalista di Guapinol, il gruppo che si sta opponendo a una miniera di ossido di ferro in Honduras. Una battaglia significativa molto importante. È imperativo che venga immediatamente avviata un'indagine credibile e indipendente e che i responsabili siano chiamati a risponderne.
In Honduras, in Bielorussia, in Iraq e in qualsiasi altra parte del mondo, nessuno deve essere perseguitato per aver espresso le proprie opinioni. E questo è il messaggio che oggi vogliamo lanciare dal Parlamento europeo.