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Pirmdiena, 2020. gada 14. decembris - Brisele

3. Priekšsēdētāja paziņojumi
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  Presidente. – Care colleghe, cari colleghi, c'è un po' di emozione oggi, tornando a Strasburgo, dopo molti mesi dovuti a una pandemia che ha fermato i nostri paesi, che ha fermato l'Unione europea, che ha fermato il mondo e sono oggi qui con voi nella sede della nostra Istituzione per aprire la nostra sessione di dicembre e anche per trasmettere alla città di Strasburgo e alle autorità francesi un messaggio di amicizia, di solidarietà, di collaborazione, con i nostri parlamentari, tutti i gruppi politici, un caro saluto ai cittadini della città di Strasburgo.

Ed è anche un'emozione per noi ricordare l'attentato di due anni fa, l'11 dicembre del 2018, che colpì la città di Strasburgo e la nostra Istituzione. Il mio pensiero con voi va alle vittime, alle loro famiglie e ai loro amici.

Strasburgo e la sua regione hanno sofferto profondamente per il Covid-19, un virus che ha ucciso tanti nostri concittadini. Termineremo questo anno con quasi cinquecentomila morti. Siamo consapevoli delle difficoltà umane, sociali ed economiche che la città sta affrontando.

Il Parlamento vuole essere al vostro fianco e siamo stati felici di poter provvedere con alcune iniziative di solidarietà, per cercare di venire incontro alle difficoltà di cittadine e di cittadini di questa città, di provvedere a una mensa solidale e a un centro di screening per il Covid-19, perché abbiamo sempre pensato che sia compito delle istituzioni dare il buon esempio.

È nostro desiderio comune tenere di nuovo le nostre sedute plenarie in questo emiciclo. Il Parlamento ha agito con determinazione e ha attuato rapidamente i passi necessari per continuare il suo lavoro nelle circostanze difficili che questi mesi ci hanno imposto, ma possiamo essere anche fieri del fatto che il Covid non ha fermato le istituzioni e non ha fermato il Parlamento europeo e dunque non ha fermato lo svolgimento della democrazia europea e delle sue istituzioni. Il Parlamento può essere orgoglioso di aver esercitato le sue prerogative e di aver mantenuta aperta la democrazia europea.

Dopo la mia apertura, la sessione, come sapete, riprenderà da Bruxelles nel pieno rispetto delle misure in vigore per la tutela della salute pubblica. Ma noi torneremo presto a Strasburgo, questa è la nostra casa, così è scritto nei trattati, ma così è scritto nella storia dell'Unione europea.

La pandemia di Covid-19, come sapete, sta avendo conseguenze sociali ed economiche molto profonde per i nostri cittadini e le nostre imprese. Da questa crisi ne usciremo più forti e più uniti, ne sono convinto. Così come sono convinto che le sfide che dovremo affrontare in futuro potranno contare su un'Unione che sarà più resiliente e più capace di affrontare le sfide del futuro e i provvedimenti che noi abbiamo adottato in questi mesi potranno consentire alle generazioni future di resistere meglio, di affrontare con più forza le sfide che il mondo globale ci presenterà.

È tempo di una visione veramente europea e credo che anche le nostre opinioni pubbliche e i cittadini si stiano accorgendo che un'Europa più efficiente, più forte è a garanzia della loro risposta, che nessuno da solo potrebbe farcela.

Ricordiamo in questo momento un uomo lungimirante, un uomo che ha dato molto all'Unione europea e alle sue istituzioni, l'ex Presidente Valéry Giscard d'Estaing. Ci ha lasciati il 2 dicembre, abbiamo perso un amico e un europeo appassionato.

Nelle sue "Mémoires" ha scritto che per lui è stata "una fonte di intensa soddisfazione [...] contribuire alla costruzione dell'Europa". E il suo contributo fa parte della nostra realtà: un Parlamento europeo eletto a suffragio universale; la creazione nel 1979 del Sistema monetario europeo, che vent'anni dopo ha dato vita alla nostra moneta unica, all'euro; l'istituzione di "Consigli europei" regolari, come quello che si è svolto la scorsa settimana e che finalmente ha dato il via libera a una risposta importante a questa crisi.

Le sue convinzioni lo hanno fatto lavorare senza sosta per un'Europa più democratica, un'Europa più vicina ai cittadini e lo hanno portato a guidare la Convenzione incaricata di presentare la Costituzione europea. Ha creduto molto in un progetto che fosse il più equilibrato possibile. E come osservava Jean Monnet – che lo ispirava – l'Europa sembrava "une étape naturelle" a Valéry Giscard d'Estaing. Anche per questo è naturale che il Parlamento europeo renda omaggio al Presidente che è stato membro di questo Parlamento dal 1989 al 1993.

Ci riuniremo in questo emiciclo, qui a Strasburgo, il 2 febbraio, giorno del suo compleanno, per onorarlo in una cerimonia alla quale parteciperanno il Presidente Macron e altri capi di Stato e di governo. Vi prego di unirvi a me per un minuto di silenzio in memoria di Valéry Giscard d'Estaing.

(Il Parlamento, in piedi, osserva un minuto di silenzio)

È giunto il momento di mantenere la sua lotta e di lavorare per un'Europa all'altezza delle aspettative dei nostri cittadini. Questo è l'impegno del Parlamento.

Sabato scorso, cinque anni fa, venne firmato l'accordo di Parigi. Dal 2015, l'Unione europea e molti paesi, parlamenti e città hanno dichiarato l'emergenza climatica e ambientale. I cittadini, soprattutto i nostri giovani, hanno chiesto un'azione urgente a livello globale.

Da allora abbiamo immaginato un modello di sviluppo più sostenibile con al centro la giustizia ambientale e sociale. Il Green Deal è la nostra nuova strategia, la nostra nuova strategia di crescita e sarà una svolta per i decenni a venire. Vogliamo che l'Europa diventi il primo continente neutrale dal punto di vista climatico nel 2050. Vogliamo essere i primi della classe.

Gli obiettivi di riduzione delle emissioni sono una misura della nostra ambizione e, nell'ambito della legge europea sul clima, il Parlamento europeo considera una riduzione del 60 % delle emissioni di gas serra entro il 2030 come la chiave per raggiungere i nostri obiettivi.

Attraverso l'accordo di Parigi, le nazioni europee si sono impegnate a svolgere un ruolo di primo piano nella realizzazione della transizione verde. È nostra responsabilità, in quanto Parlamento, fare in modo che l'Unione continui ad essere un pioniere nella lotta al cambiamento climatico. Il Parlamento europeo si adopererà per garantire una transizione verde e una transizione giusta.

Ma le politiche hanno bisogno di mezzi. Ci aspettano votazioni importanti e sono particolarmente felice che il Parlamento voterà in questa sessione sul quadro finanziario pluriennale e sulle risorse proprie, nonché sul regolamento sullo Stato di diritto dopo che il Consiglio ha sbloccato questi dossier.

Questi soldi, questi strumenti sono estremamente necessari ai nostri cittadini e alle nostre imprese. Il Parlamento è stato un attore decisivo fin dal primo giorno, perché volevamo raggiungere il miglior accordo possibile. Questo dibattito non riguarda solo i soldi, ma la vita degli europei. Pertanto, resteremo vigili nella fase di attuazione.

Per concludere, vorrei ricordare in questo momento anche che stiamo per ricordare il 25° anniversario dell'accordo di Dayton. Se da un lato è stato importante per l'epoca in cui ha fermato la guerra, dall'altro è certamente il momento di guardare oltre questo accordo e verso il futuro. Un quarto di secolo dopo, le ferite della guerra sono ancora presenti.

Solo attraverso una riconciliazione autentica e sincera, i cittadini della Bosnia-Erzegovina e i loro leader politici possono costruire una società inclusiva, prospera e orientata all'Europa, che offra un futuro alle giovani generazioni.

È una plenaria importante questa, si conclude un anno che entrerà nei libri di storia e certamente non vorremmo che le conseguenze di questo anno così difficile ci fermassero nelle nostre ambizioni, nei nostri progetti e nelle nostre decisioni, che saranno così importanti, anche il prossimo anno, per garantire all'Unione di rispondere alle esigenze dei nostri cittadini.

 
  
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  Virginie Joron (ID). – Monsieur le Président, pour un rappel au règlement, article 155. Vous voulez que je parle en italien? Je peux le faire...

Cher Président, je vous remercie d’être ici, vraiment. C’était difficile, comme vous le savez, pour Strasbourg et les élus que nous sommes, et il est important – vous l’avez souligné dans votre discours – que nous respections les traités.

Votre présence ici nous honore. Vous démontrez, effectivement, que vous pouvez venir ici et siéger. Il est donc important que ce message soit maintenant officiel et productif pour l’avenir, surtout pour le mois de janvier, pour que nous, les députés, puissions tous revenir ici. Car vous l’avez vu lors de la dernière plénière: il n’y avait que 300 députés à Bruxelles et sept ici.

Je pense qu’il faut vite rééquilibrer la donne et je vous remercie de prendre en compte ce rappel au règlement pour pouvoir mettre en place rapidement les sessions plénières ici, à Strasbourg.

 
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