Presidente. – Care colleghe, cari colleghi, c'è un po' di emozione oggi, tornando a Strasburgo, dopo molti mesi dovuti a una pandemia che ha fermato i nostri paesi, che ha fermato l'Unione europea, che ha fermato il mondo e sono oggi qui con voi nella sede della nostra Istituzione per aprire la nostra sessione di dicembre e anche per trasmettere alla città di Strasburgo e alle autorità francesi un messaggio di amicizia, di solidarietà, di collaborazione, con i nostri parlamentari, tutti i gruppi politici, un caro saluto ai cittadini della città di Strasburgo.
Ed è anche un'emozione per noi ricordare l'attentato di due anni fa, l'11 dicembre del 2018, che colpì la città di Strasburgo e la nostra Istituzione. Il mio pensiero con voi va alle vittime, alle loro famiglie e ai loro amici.
Strasburgo e la sua regione hanno sofferto profondamente per il Covid-19, un virus che ha ucciso tanti nostri concittadini. Termineremo questo anno con quasi cinquecentomila morti. Siamo consapevoli delle difficoltà umane, sociali ed economiche che la città sta affrontando.
Il Parlamento vuole essere al vostro fianco e siamo stati felici di poter provvedere con alcune iniziative di solidarietà, per cercare di venire incontro alle difficoltà di cittadine e di cittadini di questa città, di provvedere a una mensa solidale e a un centro di screening per il Covid-19, perché abbiamo sempre pensato che sia compito delle istituzioni dare il buon esempio.
È nostro desiderio comune tenere di nuovo le nostre sedute plenarie in questo emiciclo. Il Parlamento ha agito con determinazione e ha attuato rapidamente i passi necessari per continuare il suo lavoro nelle circostanze difficili che questi mesi ci hanno imposto, ma possiamo essere anche fieri del fatto che il Covid non ha fermato le istituzioni e non ha fermato il Parlamento europeo e dunque non ha fermato lo svolgimento della democrazia europea e delle sue istituzioni. Il Parlamento può essere orgoglioso di aver esercitato le sue prerogative e di aver mantenuta aperta la democrazia europea.
Dopo la mia apertura, la sessione, come sapete, riprenderà da Bruxelles nel pieno rispetto delle misure in vigore per la tutela della salute pubblica. Ma noi torneremo presto a Strasburgo, questa è la nostra casa, così è scritto nei trattati, ma così è scritto nella storia dell'Unione europea.
La pandemia di Covid-19, come sapete, sta avendo conseguenze sociali ed economiche molto profonde per i nostri cittadini e le nostre imprese. Da questa crisi ne usciremo più forti e più uniti, ne sono convinto. Così come sono convinto che le sfide che dovremo affrontare in futuro potranno contare su un'Unione che sarà più resiliente e più capace di affrontare le sfide del futuro e i provvedimenti che noi abbiamo adottato in questi mesi potranno consentire alle generazioni future di resistere meglio, di affrontare con più forza le sfide che il mondo globale ci presenterà.
È tempo di una visione veramente europea e credo che anche le nostre opinioni pubbliche e i cittadini si stiano accorgendo che un'Europa più efficiente, più forte è a garanzia della loro risposta, che nessuno da solo potrebbe farcela.
Ricordiamo in questo momento un uomo lungimirante, un uomo che ha dato molto all'Unione europea e alle sue istituzioni, l'ex Presidente Valéry Giscard d'Estaing. Ci ha lasciati il 2 dicembre, abbiamo perso un amico e un europeo appassionato.
Nelle sue "Mémoires" ha scritto che per lui è stata "una fonte di intensa soddisfazione [...] contribuire alla costruzione dell'Europa". E il suo contributo fa parte della nostra realtà: un Parlamento europeo eletto a suffragio universale; la creazione nel 1979 del Sistema monetario europeo, che vent'anni dopo ha dato vita alla nostra moneta unica, all'euro; l'istituzione di "Consigli europei" regolari, come quello che si è svolto la scorsa settimana e che finalmente ha dato il via libera a una risposta importante a questa crisi.
Le sue convinzioni lo hanno fatto lavorare senza sosta per un'Europa più democratica, un'Europa più vicina ai cittadini e lo hanno portato a guidare la Convenzione incaricata di presentare la Costituzione europea. Ha creduto molto in un progetto che fosse il più equilibrato possibile. E come osservava Jean Monnet – che lo ispirava – l'Europa sembrava "une étape naturelle" a Valéry Giscard d'Estaing. Anche per questo è naturale che il Parlamento europeo renda omaggio al Presidente che è stato membro di questo Parlamento dal 1989 al 1993.
Ci riuniremo in questo emiciclo, qui a Strasburgo, il 2 febbraio, giorno del suo compleanno, per onorarlo in una cerimonia alla quale parteciperanno il Presidente Macron e altri capi di Stato e di governo. Vi prego di unirvi a me per un minuto di silenzio in memoria di Valéry Giscard d'Estaing.
(Il Parlamento, in piedi, osserva un minuto di silenzio)
È giunto il momento di mantenere la sua lotta e di lavorare per un'Europa all'altezza delle aspettative dei nostri cittadini. Questo è l'impegno del Parlamento.
Sabato scorso, cinque anni fa, venne firmato l'accordo di Parigi. Dal 2015, l'Unione europea e molti paesi, parlamenti e città hanno dichiarato l'emergenza climatica e ambientale. I cittadini, soprattutto i nostri giovani, hanno chiesto un'azione urgente a livello globale.
Da allora abbiamo immaginato un modello di sviluppo più sostenibile con al centro la giustizia ambientale e sociale. Il Green Deal è la nostra nuova strategia, la nostra nuova strategia di crescita e sarà una svolta per i decenni a venire. Vogliamo che l'Europa diventi il primo continente neutrale dal punto di vista climatico nel 2050. Vogliamo essere i primi della classe.
Gli obiettivi di riduzione delle emissioni sono una misura della nostra ambizione e, nell'ambito della legge europea sul clima, il Parlamento europeo considera una riduzione del 60 % delle emissioni di gas serra entro il 2030 come la chiave per raggiungere i nostri obiettivi.
Attraverso l'accordo di Parigi, le nazioni europee si sono impegnate a svolgere un ruolo di primo piano nella realizzazione della transizione verde. È nostra responsabilità, in quanto Parlamento, fare in modo che l'Unione continui ad essere un pioniere nella lotta al cambiamento climatico. Il Parlamento europeo si adopererà per garantire una transizione verde e una transizione giusta.
Ma le politiche hanno bisogno di mezzi. Ci aspettano votazioni importanti e sono particolarmente felice che il Parlamento voterà in questa sessione sul quadro finanziario pluriennale e sulle risorse proprie, nonché sul regolamento sullo Stato di diritto dopo che il Consiglio ha sbloccato questi dossier.
Questi soldi, questi strumenti sono estremamente necessari ai nostri cittadini e alle nostre imprese. Il Parlamento è stato un attore decisivo fin dal primo giorno, perché volevamo raggiungere il miglior accordo possibile. Questo dibattito non riguarda solo i soldi, ma la vita degli europei. Pertanto, resteremo vigili nella fase di attuazione.
Per concludere, vorrei ricordare in questo momento anche che stiamo per ricordare il 25° anniversario dell'accordo di Dayton. Se da un lato è stato importante per l'epoca in cui ha fermato la guerra, dall'altro è certamente il momento di guardare oltre questo accordo e verso il futuro. Un quarto di secolo dopo, le ferite della guerra sono ancora presenti.
Solo attraverso una riconciliazione autentica e sincera, i cittadini della Bosnia-Erzegovina e i loro leader politici possono costruire una società inclusiva, prospera e orientata all'Europa, che offra un futuro alle giovani generazioni.
È una plenaria importante questa, si conclude un anno che entrerà nei libri di storia e certamente non vorremmo che le conseguenze di questo anno così difficile ci fermassero nelle nostre ambizioni, nei nostri progetti e nelle nostre decisioni, che saranno così importanti, anche il prossimo anno, per garantire all'Unione di rispondere alle esigenze dei nostri cittadini.
Virginie Joron (ID). – Monsieur le Président, pour un rappel au règlement, article 155. Vous voulez que je parle en italien? Je peux le faire...
Cher Président, je vous remercie d’être ici, vraiment. C’était difficile, comme vous le savez, pour Strasbourg et les élus que nous sommes, et il est important – vous l’avez souligné dans votre discours – que nous respections les traités.
Votre présence ici nous honore. Vous démontrez, effectivement, que vous pouvez venir ici et siéger. Il est donc important que ce message soit maintenant officiel et productif pour l’avenir, surtout pour le mois de janvier, pour que nous, les députés, puissions tous revenir ici. Car vous l’avez vu lors de la dernière plénière: il n’y avait que 300 députés à Bruxelles et sept ici.
Je pense qu’il faut vite rééquilibrer la donne et je vous remercie de prendre en compte ce rappel au règlement pour pouvoir mettre en place rapidement les sessions plénières ici, à Strasbourg.
4. Justering av protokoll från föregående sammanträden: se protokollet
Il-President. – Il-punt li jmiss fuq l-aġenda huwa d-dibattitu dwar il-Baġit ġenerali ġdid tal-Unjoni Ewropea għas-sena finanzjarja 2021.
Nixtieq ninforma lill-onorevoli Membri li, għad-dibattiti kollha ta' din is-sessjoni parzjali, mhux se jkun hemm proċedura "catch-the-eye" u mhux se jiġu aċċettati karti blu.
Barra minn hekk, huma previsti interventi mill-bogħod mill-Uffiċċji ta' Kollegament tal-Parlament fl-Istati Membri.
Johan Van Overtveldt, voorzitter BUDG. – Voorzitter, ik ben tevreden over het feit dat we – in toch wel moeilijke omstandigheden – vrij snel een akkoord hebben kunnen bereiken over het budget 2021.
Het is inderdaad een heel bijzonder jaar geweest met COVID-19, maar uiteraard ook met heel intense onderhandelingen over het MFK en over het herstelplan. Dat heeft ertoe bijgedragen dat de kalender voor de onderhandeling voor het budget 2021 erg onder druk kwam te staan. Die omstandigheden hebben ervoor gezorgd dat zowel het Parlement als de Raad als de Commissie genoopt waren om zich aan te passen en efficiënt te werken. Ik houd er dan ook aan om zowel de rapporteurs van het Parlement als ambassadeur Clauss van de Raad en commissaris Hahn van de Commissie te bedanken voor hun opmerkelijk aanpassingsvermogen en realisme in deze onderhandelingen.
Het Parlement heeft zich constructief getoond maar we blijven alert. De transcripties van de akkoorden moeten conform de afspraken zijn. We hebben zowel in de onderhandelingen voor het MFK als in die voor de begroting 2021 aangegeven dat we ons zullen blijven verzetten tegen verkeerde interpretaties.
Toekomstgerichte programma’s worden opnieuw versterkt, dat is toch ook wel de boodschap van het budget 2021. De extra investeringen in bijvoorbeeld de trans-Europese vervoersnetwerken en het digitale Europa beantwoorden aan de verwachtingen van de EU-burgers. Ik ben ervan overtuigd dat de rapporteurs zeker nog op een aantal andere specifieke elementen van het budgettair akkoord zullen ingaan.
De focus op innovatieve en toekomstgerichte programma’s is ook in lijn met het akkoord over de meerjarenbegroting. Al vind ik persoonlijk – en dat wil ik hier echt extra onderlijnen – dat die shift meer uitgesproken had mogen zijn. Europa kan op mondiaal niveau echt het verschil maken, als het dat wil. Door vooruit te denken, door in te zetten op scholing, op innovatie, op onderzoek. Europa kan zich hier onderscheiden op domeinen waarop het echt een meerwaarde kan bieden. Maar bovenal zou Europa zichzelf hiermee een zeer grote dienst bewijzen, want uiteraard zijn net die uitgaven en investeringen zo belangrijk voor groei, jobcreatie en concurrentievermogen.
Na decennia van – laat me zeggen – eerder “klassieke” begrotingen is die shift in de uitgaven voorzichtig ingezet. Die had – ik herhaal het – wat mij betreft nog meer uitgesproken mogen zijn, maar het is anderzijds toch wel opmerkelijk dat het onderhandelingsteam van dit Parlement heeft moeten strijden om toekomstgerichte programma’s te vrijwaren en te versterken. Dat betekent dat er nog steeds een aantal vastgeroeste beleidskeuzes aanwezig zijn die de aandacht en middelen blijven opeisen. Het is niet omdat we “het altijd zo gedaan hebben”, dat het altijd zo moet blijven.
De Europese Unie moet zichzelf continu in vraag durven stellen en de efficiëntie van beleidsopties meten, objectief beoordelen en bijsturen waar het nodig is. Ik hoop dat de Europese beleidsactoren – en zeker ook de lidstaten – de volgende jaren moed aan de dag zullen leggen om echte troefkaarten uit te spelen, bijvoorbeeld en niet in het minst inzake onderzoek, ontwikkeling en infrastructuur.
Dit brengt me bij een tweede vaststelling. We kunnen onze innovatieve sectoren versterken door de juiste beleidskeuzes te maken en uiteraard door daar ook de nodige budgetten aan te koppelen. Het vraagt echter ook om een doorgedreven algemene strategie. Als we bijvoorbeeld naar de positie en de houding van de grote techbedrijven kijken, dan is de conclusie overduidelijk: de monopoliepositie van deze giganten begint alsmaar problematischere vormen aan te nemen.
Ere wie ere toekomt: commissaris Vestager was een van de eersten die hierin een aantal bakens heeft verzet en grenzen heeft verlegd, met wisselend succes, maar toch ook met volharding. Daarvoor verdienen zij en de Commissie alle lof. Maar het probleem is duidelijk niet van de baan, verre van.
Als ik lees en zie dat de vijf grote techbedrijven vandaag over ruim 500 miljard euro – bijna 600 miljard dollar – aan liquide middelen beschikken, dat is meer dan het bbp van mijn land België, waar wij ons bevinden. Dat is gigantisch, dat is verbijsterend, en dat bewijst dat deze bedrijven – en dat is uiteraard eufemistisch uitgedrukt – niet werken in normale competitieve omstandigheden.
In plaats van ons blind te staren op hoe die grote jongens belast kunnen worden – let wel, ik heb daar absoluut geen probleem mee, integendeel, al lijkt het soms toch wel een strijd om symbolen en perceptie – moet dit probleem ten gronde aangepakt worden. Een digitaks gaat het landschap in die sector niet substantieel veranderen. Sterker nog: die heffing zal hoe dan ook minstens gedeeltelijk, rechtstreeks of onrechtstreeks, op de consument, op de gebruiker afgewenteld worden.
Ik ben ervan overtuigd dat er dringend hefbomen moeten ontwikkeld worden om in alle innovatieve sectoren de nodige evenwichten te bewaken.
Terwijl wij investeren in onze innovatieve starters en groeiers, dreigen zij versmacht te worden door die giganten omdat ze willens nillens in een fuik gedreven worden. Dat is cynisch, dat is onwenselijk, en dat gaat in ieder geval regelrecht in tegen de doelstellingen van een toekomstgericht Europa.
Collega’s, ik hoop dat we de krachten kunnen bundelen om samen verder te werken aan een toekomstgedreven strategie voor burgers en bedrijven.
Pierre Larrouturou, rapporteur. – Madame la Présidente, chers amis, on a beaucoup parlé du «monde d’après»: le monde d’après le coronavirus. Et si nous ne sommes pas capables de changer radicalement de politique, je crains que le monde d’après soit comme le monde d’avant, mais en pire.
En 2020, nous avons évité l’effondrement. Merci à Angela Merkel, à Emmanuel Macron et à tous les chefs d’État qui ont soutenu le plan de relance. Merci à tous les diplomates, les commissaires, les hauts fonctionnaires qui ont passé des nuits blanches pour le négocier. Sans ce plan, sans les milliers d’emplois protégés, nous serions très proches du chaos.
Mais nous savons tous que rien n’est réglé. Le mélange de la crise sanitaire, de la crise sociale et de la crise climatique peut nous amener très vite au chaos. Tout reste à faire pour construire un nouvel équilibre, un nouveau modèle de prospérité.
Vendredi, tous les dirigeants européens se sont mis d’accord sur un objectif nouveau: baisser de 55 % les émissions de CO2 d’ici à 2030. Bravo! Mais nous savons tous que pour arriver à ce résultat, tout reste à faire.
Si nous tenons compte des produits importés de Chine, nos émissions de CO2 n’ont jamais diminué. Nos émissions, nos bilans carbone n’ont jamais diminué. Donc tout reste à faire. Et 2020, malgré la crise économique, peut être la pire année pour l’évolution du CO2, car les feux de forêt ont fait plus que compenser la baisse du CO2 liée à la crise économique.
Mes amis, en 2020, nous avons évité l’effondrement. 2021 doit être l’année d’un renouveau, d’un nouveau départ pour l’Europe, une nouvelle donne sociale, une nouvelle donne écologique. Et pour financer cette nouvelle donne, il nous faut de nouveaux moyens financiers.
La Commission européenne elle-même affirme que pour gagner la bataille du climat et de l’emploi, il faut chaque année rajouter plus de 600 milliards d’euros d’investissements.
Dans son rapport voté le 13 novembre, le Parlement apporte des solutions concrètes pour trouver ces 600 milliards, y compris cinq nouvelles ressources propres. Il rappelle que, à elle seule, la taxe sur les transactions financières peut rapporter 57 milliards chaque année, malgré le Brexit et la crise économique. 57 milliards, c’est plus que les quatre autres ressources ensemble. Et pour sortir de la règle de l’unanimité qui bloque la négociation, le Parlement demande qu’on relance sans tarder la coopération renforcée avec un groupe de pays pionniers.
Bonne nouvelle: dans l’accord sur le budget qui a été validé jeudi par les 27 États membres, la Commission européenne rejoint la proposition du Parlement. Elle redit qu’on peut relancer la négociation avec un groupe de pays pionniers sur la taxe sur les transactions financières, en coopération renforcée, et finir cette négociation d’ici 2022. La Commission dit que si la négociation est finie d’ici à 2022, elle proposera de faire de cette taxe sur les transactions financières une ressource propre pour l’ensemble de l’Union. La Commission rejoint les propositions du Parlement pour débloquer la négociation.
Cette fois-ci, si un pays veut bloquer la négociation, il ne pourra pas. Pas besoin d’unanimité. Et si la taxe sur la spéculation permet en même temps de rembourser la dette commune de «Next Generation EU» et de financer le plan climat et emploi, celui qui bloquera la négociation devra expliquer devant ses électeurs qu’il préfère baisser les retraites ou les dépenses de santé plutôt que de taxer un peu les traders.
Mes amis, en 2021, il faut pour l’Europe un tournant historique. En conscience, je pense que le budget 2021 est bon, mais qu’il n’est pas à la hauteur des enjeux. Je l’ai dit depuis plusieurs mois devant vous, en conscience: s’il n’y a pas 50 milliards de plus chaque année pour le budget, je ne pourrai pas le voter. Je ne voterai pas contre non plus, je vais m’abstenir.
C’est la première fois dans l’histoire du Parlement qu’un budget est soutenu par six groupes, et je les remercie.
Je pense que, dans les mois qui viennent, avec Angela Merkel, avec Antonio Costa, nous serons capables de faire naître une nouvelle Union. En 1950, il a suffi de deux semaines à Schuman et Adenauer pour faire naître la Communauté européenne du charbon et de l’acier. J’espère que, dans les six mois qui viennent, nous ferons naître l’Union pour la santé, le climat et l’emploi. Une Union nouvelle financée par une taxe sur la spéculation.
Olivier Chastel, rapporteur. – Madame la Présidente, Monsieur le Commissaire, chers collègues, aujourd’hui, je suis satisfait. Satisfait de savoir que les valeurs européennes n’ont pas été ébréchées pour obtenir la levée du veto de la Pologne et de la Hongrie sur le prochain cadre financier pluriannuel. Satisfait aussi de voir que toutes les institutions de l’Union ont porté haut les valeurs européennes de solidarité et de responsabilité. Satisfait, enfin, de voir que tous ces mois passés à négocier le premier budget de ce nouveau cycle budgétaire permettront à l’Union de démarrer, dès le 1er janvier prochain, dans des conditions optimales pour assurer la relance.
C’est la victoire d’un Parlement européen uni. C’est la victoire d’une Europe qui agit, qui est à l’écoute de ses citoyens et qui ne veut laisser personne au bord du chemin.
Comme je l’ai déjà dit à de multiples occasions, le budget, c’est bien plus que des chiffres: ce sont des choix politiques. Ce ne sont pas des dépenses: ce sont des investissements dans des projets et des programmes au service des citoyens, au service d’une Europe plus verte, plus sociale, plus juste, soucieuse d’un développement économique durable.
Nous avons donc décidé, dans cette négociation, de renforcer certains des programmes phares comme la santé, la jeunesse, le numérique et sa composante «intelligence artificielle», la justice et la lutte contre les violences faites aux femmes, l’environnement et les enjeux climatiques, les infrastructures de transport et la recherche. Nous avons également accordé une attention particulière aux secteurs les plus touchés par la crise, tels les PME et le tourisme, afin de préserver les travailleurs et de favoriser la création d’emplois durables. Nous avons plaidé pour un Parquet européen fort et opérationnel, capable de réaliser pleinement ses missions visant à protéger le budget européen. Nous avons aussi voulu, dans ces temps chahutés, apporter un soutien aux jeunes générations, car le meilleur investissement que nous puissions faire pour éviter une génération COVID- 19, c’est investir dans notre jeunesse.
Le budget européen 2021 comprend aussi le budget de nos institutions – le Parlement et les autres institutions européennes. À cet égard, il équilibre les économies liées à notre mode de fonctionnement perturbé par la crise sanitaire avec le besoin de faire fonctionner efficacement nos institutions.
Chers collègues, nos institutions ont fait preuve de courage, préférant la créativité et l’ingéniosité au business as usual pour une relance massive, durable. L’Europe sera bel et bien présente au rendez-vous, en mobilisant dès l’an prochain des investissements considérables pour rencontrer les besoins économiques et sociaux les plus urgents, stimuler une relance durable, respectueuse de l’enjeu climatique et de l’environnement, préserver les emplois et en créer de nouveaux.
Johannes Hahn,Member of the Commission. – Madam President, let me start by underlining how impressed I am that, despite the persistent uncertainty that clouded the budget negotiations, we were able to send a forceful signal that the European Union can stand together for progress and prosperity. Hence, I would like to congratulate the negotiators, in particular the two rapporteurs, Mr Larrouturou and Mr Chastel, and the German Presidency, who were forcefully and well versed in the art of the compromise and made it finally possible.
The agreement for 2021 is a forward—looking compromise, fully in line with the larger framework of the long-term budget for 2021 to 2027 and Next Generation EU, which will provide an unprecedented EUR 1.8 trillion budget to help rebuild a post—COVID—19 Europe. The 2021 budget agreement not only fully respects the MFF political agreement but also reflects both the Parliament and Council positions fairly. This budget will allow the Union to mobilise significant funds for a continued EU response to the coronavirus pandemic and its consequences, to kick—start a sustainable recovery and to protect and create jobs. It ensures that we are able to invest in the future to achieve a greener, more digital and, finally, more resilient Europe.
I will now briefly run through the main elements of our agreement. Overall commitments will be EUR 164 billion and the overall level of payment appropriations will be EUR 166 billion. It’s important that we also preserve flexibility in next year’s budget. Since the uncertainty doesn’t end at the end of this year, we can be sure that we will also need the flexibility next year. This budget agreement ensures that we have that room for manoeuvre to face whatever awaits us in 2021.
The agreement includes the entire package of pilot projects and preparatory actions proposed by the Parliament, amounting to EUR 72 million. It maintains our ability to fully finance the funding costs of Next Generation EU whilst reinforcing shared priorities, partially by reallocating and partially by making additional money available from the unallocated margins of the MFF.
Overall, we agreed to reinforce the Connecting Europe Facility (CEF) for Transport, EUR 60 million, plus EUR 60 million in Digital Europe, plus EUR 26 million, which will benefit our green and digital transitions and our economic recovery alike. Additionally, we reconfirm our commitment to a greener Europe by the substantive reinforcement of the LIFE programme: an additional EUR 42 million. We will strengthen the Justice Programme, plus EUR 3 million in the Rights and Values Programme, plus EUR 7 million.
We also agreed to further reinforce the European Public Prosecutor’s Office, thus strengthening the Union’s ability to investigate, prosecute and bring to justice crimes against the EU budget, such as fraud and corruption, and we hope it can finally become operational soon.
We further agreed to strengthen the Fundamental Rights Agency, the European Institute for Gender Equality, Eurojust and eu-LISA. On the external policy side, we reinforced the Neighbourhood, Development and International Cooperation Instrument (NDICI) and we increased our strategic communications capacity, as well as humanitarian aid.
Beyond the bare finances, five statements have been added. These highlight, amongst others, the priority to tackle child poverty and the urgent need to tackle the impact of the COVID—19 crisis, with particular attention to sectors that are severely hit by the crisis, such as tourism and SMEs, and the people that are the most affected by the crisis, such as children and young people.
Additionally, we will also make the research commitment available again to the benefit of the new Horizon Europe programme. Therefore, the famous Article 50.3 of the financial regulations has been implemented, in line with the MFF agreement.
Let me close by underlining once again how positive a signal this agreement and the agreement on the long-term budget are. They show the Union’s ability to serve European citizens. So I am grateful for the compromise and the extra mile that all of you went to make this possible, and that we managed, may I say, to arrive at an agreement three days before the deadline. That could become a blueprint for the future, and I hope that this is not only a promise, but it could be repeated next year.
Karlo Ressler, u ime kluba PPE. – Poštovana potpredsjednice, u najtežim trenucima za Europu, u vrijeme duboke neizvjesnosti i uoči Božića koji će biti drugačiji od ranijih, ohrabrujuće je da je postignut dogovor o višegodišnjem financijskom okviru i europskom paketu oporavka.
U tom kontekstu, prvi godišnji proračun od početka pandemije i prvi proračun bez Ujedinjene Kraljevine će biti važan i neophodan korak prema oporavku Europe.
Od nas se očekuje konkretna solidarnost prema najpogođenijim državama, gospodarskim sektorima, ali i generacijama.
Nažalost, čini se da će mladi još jednom biti najpogođeniji gospodarskom krizom.
Zato se ne smije dozvoliti nove izgubljene godine za generacije mladih Europljana i to je bilo jedno od načela kojim smo se vodili u sastavljanju ovog proračuna.
Oporavak će biti moguć jedino s dinamičnim malim i srednjim poduzećima, koja su motor europskoga gospodarstva, kao i uz daljnja ulaganja u modernizaciju Europe - investiranjem u zdravstvo, digitalizaciju i infrastrukturu.
U ovoj krizi, zdravstvenoj i gospodarskoj krizi bez presedana, moramo nastaviti s transformacijom naših gospodarstava, ali to nije moguće bez pametnog, kvalitetnog korištenja europskih sredstava, bez korištenja europskog proračuna i zato čestitam svima na uspješnom dogovoru za budžet 2021.
Victor Negrescu, în numele grupului S&D. – (începutul intervenției nu a fost făcut la microfon) ... sustenabile. Parlamentul European și-a dorit un buget care să creeze premisele unui viitor mai bun pentru toți cetățenii europeni, dar mulți dintre liderii de dreapta ai statelor membre nu și-au dorit acest lucru.
Consiliul a propus o variantă de buget lipsită de ambiții și chiar dacă am reușit la ultimele negocieri să obținem creșteri importante, varianta finală ar fi putut arăta mai bine. Cele peste 160 de miliarde de euro trebuie să genereze creștere și locuri de muncă.
Parlamentul European - și aceasta a fost prioritatea grupului nostru politic și a mea în calitate de membru în Comisia pentru bugete din Parlamentul European - a obținut creșteri importante pentru noul Program european pentru sănătate, pentru tineret și educație, precum și pentru cercetare, digitalizare, mediu, agricultură, ajutor umanitar și infrastructură.
Pentru o Europă puternică, trebuie să alocăm resursele de care avem nevoie la nivel european. Prioritatea noastră trebuie să fie ca fondurile europene să ajungă în cel mai scurt timp la beneficiar.
Valérie Hayer, au nom du groupe Renew. – Madame la Présidente, Monsieur le Commissaire, chers collègues, je crois que nous avons tous accueilli avec soulagement la levée des vetos hongrois et polonais.
Cette issue positive va nous permettre d’éviter de commencer l’année 2021 avec un budget de crise, un budget qui ne nous aurait pas permis de financer nos nouvelles politiques, nos nouvelles priorités.
Donc, chers amis, dans moins de trois semaines, nous allons commencer un nouveau cycle pour l’Europe: celui de l’Europe de la défense, celui de l’Europe de la santé, celui de l’Europe verte et, désormais, celui de l’Europe qui ne brade pas ses valeurs.
2021 sera aussi l’année de l’introduction de la première d’une nouvelle série de ressources propres, la «contribution plastique». La première depuis 32 ans. Nous le devons à la proposition de la Commission, Monsieur le Commissaire, mais aussi à la pression du Parlement européen. Sans cela, je doute que nous aurions avancé sur le sujet. Ce sont autant de victoires collectives, et nous devons le souligner.
Un dernier point, Monsieur le Commissaire, chers collègues. Je note que le budget annuel a été adopté sans difficulté. C’est très bien. Mais le budget pluriannuel a encore une fois déroulé le tapis rouge aux marchandages et aux égoïsmes nationaux, parce qu’il est adopté à l’unanimité. Un véritable chemin de croix pour trouver l’intérêt commun. Alors je pose cette question: à quand la fin de l’unanimité en Europe? Les psychodrames que nous subissons tous les sept ans, ce n’est plus supportable! Demain, la conférence pour l’avenir de l’Europe doit mettre un terme à cette question.
Joachim Kuhs, im Namen der ID-Fraktion. – Frau Präsidentin, Herr Kommissar Hahn, verehrte Kolleginnen und Kollegen! Ich gratuliere Ihnen zu einem erfolgreich verhandelten Haushalt 2021. Sie wissen allerdings, dass der Haushalt auf einem sehr brüchigen Fundament ruht. Da er aber der erste im neuen MFR und unter den neuen Herausforderungen des Aufbauplans ist, wäre es wichtig, dass er verlässlich ist und auch stabil ausgeführt werden kann. Daran habe ich allerdings – auch nach der Ausschusssitzung heute Mittag – meine Zweifel.
Nachdem über das Gesamtpaket bereits im Juli abgestimmt worden war, wurde es auf Betreiben des Parlaments Anfang November so verändert, dass keine Vertragspartei offensichtlich mehr wusste, was jetzt gilt. Daher konnte sich nach dem Gipfel letzte Woche jeder zum Sieger erklären. Da kann doch etwas nicht stimmen. Wie ist denn das zu erklären? Ich befürchte, dass bei den Verhandlungen für das Gesamtpaket nicht mit offenen Karten gespielt wurde. Dabei gehört es doch zu unseren christlichen Werten – und das gilt gerade in der jetzigen Adventszeit –, dass wir in Vorbereitung auf das Kommen des Weltenrichters „Wahrheit reden mit dem Nächsten“. Wahrheit reden ist beim Propheten Sacharja, den ich eben zitiert habe, offensichtlich die Vorbedingung, dass wir laut und fröhlich mit der Tochter Zion den Einzug des Königs besingen können. Ich wünschte mir, wir hätten dies bei den Verhandlungen mehr beachtet, dann ruhte der Haushalt auf einer stabileren Grundlage.
Ich wünsche Ihnen dennoch eine besinnliche Advents- und eine gnadenbringende Weihnachtszeit.
David Cormand, au nom du groupe Verts/ALE. – Madame la Présidente, mes chers collègues, Monsieur le Commissaire, voilà où nous en sommes: un budget 2021 qui a de nombreuses avancées – 180 millions d’euros supplémentaires par rapport au précédent. C’est assez rare de voir une telle augmentation, notamment sur les questions environnementales – programme LIFE, Agence européenne de l’environnement –, mais également sur les transports. Et aussi sur un sujet important: la question de l’égalité des genres.
Mais, nous le savons, ce premier budget 2021 est le premier d’un nouveau cycle budgétaire. Et là-dessus, il y a quand même des manques qui sont trop importants par rapport à l’urgence à agir qui est la nôtre. Le nouvel objectif affiché de baisse de 55 % des rejets de gaz à effet de serre à l’horizon 2030 est certes un effort inédit, mais il est encore largement insuffisant.
Dans cette course de vitesse qui est la nôtre par rapport aux désordres climatiques, à la chute de la biodiversité, aux ravages que cause notre modèle dit «de développement», nous devons y aller plus fort et nous devons aller beaucoup plus vite.
De ce point de vue, il faut, à un moment, dire que ce Parlement et l’Union européenne ne peuvent plus accepter d’être le jouet d’intérêts contradictoires des États et du Conseil, notamment en matière budgétaire. Si nous voulons une Europe fédérale, une Europe puissante, une Europe qui pèse dans le concert du monde, il faut que nous ayons une autonomie fiscale, une indépendance budgétaire. Et ça, c’est la question de la reconquête des ressources propres. Certes, dès 2021, il y aura la contribution plastique. Mais cela n’est rien par rapport à l’enjeu de faire payer ceux qui aujourd’hui échappent à l’impôt.
C’est la taxe carbone aux frontières, c’est la taxe sur la spéculation et sur les transactions financières, c’est la taxe sur les géants du numérique, c’est cela la grande œuvre qui nous attend si nous voulons avoir les moyens de nos ambitions et pouvoir enfin conduire la transition écologique et sociale dont notre continent a besoin.
Bogdan Rzońca, w imieniu grupy ECR. – Pani Przewodnicząca! Panie Komisarzu! Po czwartkowym porozumieniu Rady Europejskiej jesteśmy bliżej solidarności europejskiej. To oczywiście wielki sukces. W 2021 r. będziemy mieć o 185 mln euro więcej, niż zakładano w projekcie budżetu. Środki te przeznaczymy na transport, na pomoc humanitarną, na „Cyfrową Europę” itd. To są dobre wiadomości. Mam więc nadzieję, że wszystkie te działania będą odpowiednio kontynuowane.
Mam jednak obawy związane z tym, że dzisiaj w Komisji pojawił się głos pewnego prawnika, który po prostu wziął w nawias wszystkie ustalenia minionego czwartku. Oto okazuje się, że nie wiadomo – mówił w imieniu bardzo ważnej instytucji ówże prawnik – co ustalono podczas posiedzenia Rady Europejskiej i co może Komisja Europejska. Padło nawet stwierdzenie, że jeśli Komisja Europejska źle zadziała, to Parlament Europejski będzie ją odwoływał. Nie idźmy w tym kierunku. Trzy instytucje Unii Europejskiej muszą współpracować, a nie toczyć wojny. Musimy działać razem, musimy budować tę solidarność. Język, którego dzisiaj użyto tuż po sukcesie z tamtego tygodnia, nie jest dobrym językiem. To zły sygnał, bo państwa członkowskie znowu zaczną się obawiać, że coś im grozi. Nie idźmy tą drogą, budujmy solidarność europejską, cieszmy się z porozumienia.
Δημήτριος Παπαδημούλης, εξ ονόματος της ομάδας GUE/NGL. – Κυρία Πρόεδρε, το Ευρωπαϊκό Κοινοβούλιο, ενωμένο και με μεγάλη προσπάθεια, πέτυχε αξιόλογες βελτιώσεις και στον προϋπολογισμό για το 2021, ύψους περίπου 150 εκατομμυρίων ευρώ, και στον πολυετή προϋπολογισμό, 16 δισεκατομμύρια ευρώ παραπάνω. Αλλά οι βελτιώσεις που πετύχαμε απέχουν πολύ από τους στόχους που είχαμε θέσει και κυρίως από τις ανάγκες των καιρών, γιατί οι χώρες μας, οι κοινωνίες μας δοκιμάζονται από ένα σφοδρό δεύτερο κύμα της πανδημίας με εκατόμβη νεκρών, γιατί έχουμε πολύ μεγάλη ύφεση και μια επικίνδυνη αύξηση των κοινωνικών ανισοτήτων με πρώτα θύματα τη νέα γενιά και τους κοινωνικά ασθενέστερους.
Γι’ αυτό, παρά τα βήματα που έχουμε πετύχει στο Ευρωπαϊκό Κοινοβούλιο, δεν δικαιολογείται κανένας πανηγυρισμός. Χρειαζόμαστε έναν πιο φιλόδοξο προϋπολογισμό για να αντιμετωπίσουμε τα προβλήματα στη δημόσια υγεία και τις συνέπειες της πανδημίας, για να έχουμε μια ισχυρότερη οικονομική ανάκαμψη, για να ενισχύσουμε το κοινωνικό κράτος, για να υλοποιήσουμε πιο φιλόδοξους στόχους στην αντιμετώπιση της κλιματικής κρίσης και στην ψηφιακή μετάβαση. Και γι’ αυτό θα πρέπει το Ευρωπαϊκό Κοινοβούλιο να συνεχίσει να είναι διεκδικητικό, και σημειώνω με ικανοποίηση ότι o βασικός εισηγητής μας, ο Pierre Larrouturou, συνεπής με αυτή τη γραμμή, είπε ότι θα επιλέξει την ψήφο της αποχής στον προϋπολογισμό για το 2021.
Angelika Winzig (PPE). – Frau Präsidentin, sehr geehrter Herr Kommissar, Kolleginnen und Kollegen! Das Budget 2021 ist aus mehreren Gründen etwas Besonderes, denn die Verhandlungen dazu standen nicht nur im Schatten der Corona-Pandemie, sondern auch im Schatten des großen Pakets der Verknüpfung des mehrjährigen Finanzrahmens, neuer Eigenmittel, des Aufbaufonds und der Rechtsstaatlichkeit. Ich darf mich bei allen Kollegen ganz herzlich für die gute Zusammenarbeit bedanken.
Bei einem Budget in der Höhe von 164 Milliarden EUR – vergleichbar mit dem gesamtstaatlichen Budget Österreichs – ist es wichtig, einen effizienten Mitteleinsatz zu erzielen. Forschung, Innovation, Transport, Digitalisierung und Energie sind das Herz unseres Budgets, denn sie sichern uns eine wettbewerbsfähige Zukunft. Es darf uns nicht der Fehler unterlaufen, dass wir das Pferd verkehrt herum aufzäumen. Eines dürfen wir nicht vergessen: The Green Deal cannot fly without digitalisation and innovation.
Neben der richtigen Schwerpunktsetzung ist mir natürlich der sorgsame Umgang mit dem Steuergeld unserer Bürgerinnen und Bürger wichtig. Ich bin froh, dass wir bei den administrativen Ausgaben der zehn Institutionen eine sehr vernünftige Lösung gefunden haben. Herzlichen Dank an Kommissar Hahn, an die deutsche Ratspräsidentschaft, dass es doch noch gelungen ist, dass wir das Budget rechtzeitig in Kraft bringen, denn das garantiert unseren Bürgerinnen und Bürgern Sicherheit und Unterstützung.
Margarida Marques (S&D). – Senhora Presidente, Comissário Hahn, o orçamento 2021 abre um novo ciclo para as políticas de coesão, mais amigas do ambiente, assim se pretende, mas representa também um novo ciclo dos programas europeus.
Os resultados da negociação do QFP 21-27, muitas das reivindicações da minha família política do S&D, estão já plasmados no orçamento 2021.
Com a crise assistimos a um setor cultural devastado. Por isso aumentou o financiamento do Programa Europa Criativa.
Com a crise assistimos à fragilização das democracias em alguns Estados-Membros. Por isso aumentou o financiamento do Programa Direitos e Valores. Mas também o setor dos transportes, Life, Justiça, Europa Digital, Ajuda Humanitária ou NDICI, setores-chave para a recuperação económica e social, mas também para que a União Europeia se comprometa no contexto global, num mundo multipolar, contribuindo para os objetivos clima ou para a valorização da capacidade geoestratégica da União Europeia.
Damian Boeselager (Verts/ALE). – Madam President, colleagues, first of all I am quite thankful that we now speak from the lectern so we can actually see each other when we speak.
I would like to thank Pierre Larrouturou and Olivier Chastel for the tough and very good negotiations. I think the outcome is a greener and more digital budget. While I’m happy with the overall agreement, I’m concerned that the Polish and Hungarian governments caused such massive disruption to our negotiations. I’ve been in this Parliament for more or less 18 months and I’ve gone through negotiations of two annual budgets, the MFF programmes and currently the EU’s recovery programme. I still consider myself a newbie but I do want to share three hard lessons learned with you.
First of all, multilateralism does work. We did find an agreement and we did find a good agreement on this budget. Second, our EU decision-making is still deeply flawed. We allow individual governments to outright blackmail this Union, holding the wellbeing of all EU citizens to ransom for their own, at times, personal financial benefit. And third, too often we cave in to this blackmailing and every time we compromise in the direction of these blackmailers. We show European citizens that in this Union sometimes money trumps values. Last week’s European Council conclusions are a perfect example of this phenomenon. I think we should never trade principles over money or values over power, and I would really urge the von der Leyen Commission to set the record straight in this direction.
Zbigniew Kuźmiuk (ECR). – Pani Przewodnicząca! Panie Komisarzu! Chciałbym wyrazić radość z powodu przyjęcia wieloletniego budżetu i planu odbudowy. Wszystkie państwa członkowskie powinny się z tego cieszyć. Cieszymy się wszyscy, bo rzeczywiście na najbliższe siedem lat przewidziano wielkie środki finansowe.
Natomiast ze zdumieniem przyjmuję informację, że największe grupy polityczne w Parlamencie Europejskim próbują w tej sytuacji coś ugrać. Chcą, aby te środki w jakiś sposób zależały od praworządności, która została bardzo precyzyjnie określona w konkluzjach Rady. Dobrze by było, żeby Komisja Europejska przyjęła te konkluzje za pewnik i próbowała je realizować. Parlament Europejski i poszczególne państwa członkowskie nie powinny w tej sprawie z Radą Europejską polemizować. To jest dla mnie trudne do przyjęcia i mam nadzieję, że będziemy w tej kwestii współpracować i będziemy chcieli wykorzystywać pieniądze unijne do tego, żeby Unia Europejska się....
(Przewodnicząca odebrała mówcy głos)
José Manuel Fernandes (PPE). – Senhora Presidente, caros colegas e caras colegas, Senhor Comissário, 2021 terá de ser um ano de retoma, um ano de recuperação e também um ano de esperança, um ano onde a resiliência ressurja também, e o orçamento de 2021 dará um contributo importantíssimo para esse objetivo: um orçamento que tenha um alto valor acrescentado.
Nós deveríamos dizer a todos os europeus que o orçamento da União Europeia corresponde apenas a cerca de 1% do PIB. É um orçamento onde mais de 93% é para investimento e, em Estados-Membros como o meu, Portugal, é responsável por mais de 80% do investimento público. Um orçamento que ajuda à competitividade, à produtividade, a cumprir metas ambientais. Um orçamento que também ajuda à inclusão. Um orçamento, portanto, que é solidário do ponto de vista interno, mas também ajuda os outros países e os países em desenvolvimento. Um orçamento que tem uma componente de ajuda humanitária e solidariedade externa que também é importante.
É essencial que, com este orçamento, havendo agora também um fundo de recuperação e estando ainda muitos milhares de milhões de euros por executar do Quadro Financeiro Plurianual 2014-2020, os Estados-Membros usem bem estes recursos. Usar bem os recursos significa, desde logo, saber o que é que se quer fazer, e depois que se utilizem para promover não só a convergência, mas também a coesão territorial, a coesão económica e a coesão social.
Eugen Jurzyca (ECR). – Pani predsedajúca, dohoda o právnom štáte je pre Úniu dobrou správou, keďže sa jej podarilo v ťažkých časoch vyhnúť sa politickej kríze.
Pri tvorbe rozpočtu však dlhodobo chýba zavedenie hodnoty za peniaze ako podmienky čerpania európskych prostriedkov.
Dohoda takmer stroskotala na podmienke dodržiavania pravidiel právneho štátu, ale o tom, či európske peniaze používajú členské štáty efektívne, v Rade ani v Parlamente búrlivá diskusia dodnes nebola.
Vyzývam preto Komisiu, aby vypracovala precíznejšie doložky vplyvov a používala kvalitnejšie výsledkové indikátory. Iba s relevantnými hodnoteniami a dátami sa nám totiž podarí minimalizovať plytvanie zdrojmi daňových poplatníkov a alokovať prostriedky do programov s najvyššou pridanou hodnotou.
Pekný zvyšok večera z Bratislavy.
Андрей Новаков (PPE). – Г-жо Председател, едно от нещата, които Covid успя да направи, всъщност е да мотивира лидерите бързо да постигнат споразумение по европейския бюджет, разбира се, след като Европейският парламент съвсем навреме си свърши работата, съвсем навреме подготви своя позиция. Това, разбира се, се случва с усърдната работа на докладчиците, на преговарящия екип, от който съм горд и радостен да бъда част. Тук трябва да благодарим на Германското председателство за усилията, които положи този бюджет да бъде приет навреме и да отвори вратата към Многогодишната финансова рамка.
Европейският бюджет е на наднационално ниво, но всъщност има много местно изражение. Ще ви дам за пример моята държава – страната, която познавам най-добре. Само по линия на Кохезионната политика може да разполага с около милиард и половина евро и още около половин милиард евро за развитие на селските региони; това е ресурс, който помага на тези по-изостанали региони да се развият и да наваксат останалите в Европа. Разбира се, щастлив съм, че такова споразумение бе постигнато навреме, защото в тези трудни и тежки времена хората имат нужда да виждат политици и институции, които работят заедно, а не такива които спорят.
Ето защо благодаря на всички за постигнато споразумение и се радвам, че от 1 януари Европейският бюджет ще е на разположение за всички бенефициенти, граждани и бизнес в Европа.
Joachim Stanisław Brudziński (ECR). – Pani Przewodnicząca! Zainspirowany głosami, padającymi niestety z tego miejsca, chciałbym rozpocząć swoje wystąpienie od słów szczególnego podziękowania i uznania dla dwóch premierów: Viktora Orbana i Mateusza Morawieckiego, którzy wbrew tego rodzaju głosom i chociażby po to, by zrezygnować z tzw. jednomyślności, przeprowadzili te negocjacje w taki sposób, że osiągnięto porozumienie.
Unia Europejska opiera się na traktatach, a traktaty stanowią, że każdy z krajów ją tworzących ma taką samą wartość i godność, czy będzie to Malta – przy całym szacunku i sympatii dla tego pięknego kraju – czy Niemcy, czy Francja. Unia Europejska nie może opierać się na terrorze politycznej poprawności tylko i wyłącznie lewicy europejskiej. A że wchodzimy w nowy rok, to chciałbym przypomnieć, że w Europie lata liczymy od narodzenia Jezusa Chrystusa. Europa będzie albo chrześcijańska, albo nie będzie jej wcale.
Johannes Hahn,Mitglied der Kommission. – Frau Präsidentin, meine Damen und Herren! Vielen Dank für diese Debatte und den wirklich starken support für das nächstjährige Budget. Ich glaube, mit dem nächstjährigen Budget – eingebettet in den mehrjährigen Finanzrahmen – haben wir jetzt eine solide Basis für die nächsten Jahre, um Europa, den europäischen Bürgerinnen und Bürgern und den europäischen Unternehmern helfen zu können, aus dieser Krise gestärkt hervorzugehen, in Zukunft noch wettbewerbsstärker zu sein und auf globaler Ebene wirklich eine Rolle zu spielen.
Ich kann mich nur bei allen bedanken für diese harte Arbeit; es war in der Tat nicht einfach in den vergangenen Monaten. Es bedurfte des üblichen europäischen Dramas, dass man in quasi letzter Minute – aber durchaus erwartbar – bei allen Aufwendungen dann doch zu einem vernünftigen Kompromiss gekommen ist. Was jetzt entscheidend ist, ist implementation, implementation, implementation – Umsetzung!
Der finanzielle Rahmen ist bereitgestellt, aber nun gilt es wirklich, diese Möglichkeiten zu nutzen! Warum sage ich das? Die Kommission hat in den letzten Monaten seit März über 500 Entscheidungen getroffen zum Thema state aid in einer Größenordnung von 3 000 Milliarden EUR, und wir haben bisher in den einzelnen Mitgliedstaaten erst eine Ausnutzung dieser Möglichkeiten in der Größenordnung von knapp über 15 Prozent. Was jetzt also entscheidend ist, ist, dass die Möglichkeiten, die bereitgestellt wurden und werden, auch in den Mitgliedstaaten entsprechend genutzt werden, damit wir tatsächlich diese schnelle und starke recovery der Europäischen Union sehen.
Il-President. – Id-dibattitu ngħalaq.
Il-votazzjoni se ssir nhar il-Ħamis.
20. Det europeiska medborgarinitiativet – Minority SafePack (debatt)
Il-President. – Il-punt li jmiss fuq l-aġenda huwa id-dibattitu dwar l-Inizjattiva taċ-Ċittadini Ewropej - Minority Safepack (2020/2846(RSP)).
Nixtieq ninforma lill-onorevoli Membri li, għad-dibattiti kollha ta' din is-sessjoni parzjali, mhux se jkun hemm proċedura "catch-the-eye" u mhux se jiġu aċċettati karti blu.
Barra minn hekk, huma previsti interventi mill-bogħod mill-Uffiċċji ta' Kollegament tal-Parlament fl-Istati Membri.
Romeo Franz, im Namen des Ausschusses für Kultur und Bildung. – Frau Präsidentin, sehr geehrte Kolleginnen und Kollegen! In der EU leben 50 Millionen Menschen, die Angehörige einer Minderheit sind. Neben den 24 offiziellen Amtssprachen haben wir über 60 Regional- und Minderheitensprachen. Die Angehörigen dieser Minderheiten sind integraler Bestandteil der kulturellen Vielfalt Europas. Ich bin als deutscher Sinto einer dieser 50 Millionen.
Der Umgang mit Minderheiten ist Gradmesser für die Freiheit und Demokratie unserer Gesellschaft. Der beste Garant für die freie Entfaltung von Minderheiten ist die Festschreibung ihrer Rechte. Es geht um die Rechte als Bürger der EU, es geht um die freie Entfaltung der kulturellen Rechte und um den Schutz ihrer Sprache. Aber genau dieser Schutz ist in der EU lückenhaft, da keine gemeinsamen EU-Mindeststandards oder ein Rechtsrahmen, der den Schutz und die Förderung von Minderheiten sicherstellt, etabliert sind. Diese Situation möchten die Minority-SafePack-Initiative und ihre über eine Million Unterstützerinnen und Unterstützer verbessern. Zentrale Punkte sind der vereinfachte Zugang zur kulturellen Produktion und zu Medien in der eigenen Sprache, die Förderung von Sprachenvielfalt und die Teilhabe an Förderprogrammen im Kultursektor.
Nicht zuletzt ist auch der entschiedene Kampf gegen Staatenlosigkeit ein wichtiges Element, welche immer noch als Phänomen in Europa existiert und gerade Menschen mit Romani-Hintergrund betrifft. Es ist nicht hinnehmbar, dass Menschen wegen administrativer Schikanen oder rassistischer Vorbehalte der staatliche Schutz und die gleichberechtigte Teilhabe verwehrt bleiben.
Außerdem erleben wir in der EU immer wieder Fälle von Segregation, Rassismus, Hassrede und Fremdenfeindlichkeit gegenüber ethnischen Minderheiten. Es findet Diskriminierung in der Bildung, in der Arbeit oder im Zugang zum Sozialsystem statt. In der Corona-Pandemie hat sich diese Situation noch verschlimmert, und Minderheiten wurden für die Verbreitung des Virus verantwortlich gemacht. Auch diese Dimension ist zu beachten, wenn wir über Minderheitenrechte reden, denn in einem Klima der Angst und Stigmatisierung ist die ungehinderte Ausübung der kulturellen und bürgerlichen Rechte kaum denkbar.
Als Vertreterinnen und Vertreter der europäischen Gesellschaften sind wir in der Verantwortung, uns für die Rechte und gleichberechtigte Teilhabe aller Menschen in der EU einzusetzen. Deshalb hoffe ich, dass diese wichtige Bürgerinitiative eine breite Unterstützung in diesem Haus findet.
(Die Präsidentin entzieht dem Redner das Wort.)
Juan Fernando López Aguilar, en nombre de la Comisión de Libertades Civiles, Justicia y Asuntos de Interior. – Señora presidenta, señoras y señores diputados, el pasado 15 de octubre tuve el honor de copresidir una sesión parlamentaria de la Comisión de Libertades, Justicia y Asuntos de Interior, junto a la Comisión de Peticiones, en la que dimos la bienvenida a una iniciativa ciudadana, que es un derecho contemplado en el artículo 11 del Tratado de la Unión Europea, exactamente para promover la participación ciudadana en el proceso de toma de decisiones de alcance europeo.
Este Parlamento Europeo no tienen ningún déficit de legitimación democrática. Es la única institución directamente electiva de la arquitectura de la Unión. No tiene ningún déficit de competencia. Es un Parlamento plenamente legislativo, también en materia de derechos fundamentales, pero es un Parlamento que tiene dificultades —reconozcámoslo— para conectar con la ciudadanía a la que representamos y, por tanto, aquí nos encontramos con una iniciativa que ha conseguido sortear todas las dificultades en las que han encallado decenas de otras que lo han intentado, pero no han conseguido llegar hasta este Pleno.
Son, al menos, setenta las iniciativas ciudadanas que se han incoado, pero aquí nos encontramos con una —de las que se cuentan con los dedos de una mano— que ha conseguido reunir nada menos que 1 300 000 firmas, no en siete Estados miembros —la cuarta parte, dice el artículo 11 del Tratado de la Unión Europea—, sino en once. Y, además, lo hace en un asunto que reclama la acción de la Comisión porque es coherente con los valores europeos, con el valor de la protección de las minorías, consagrado en el artículo 2 del Tratado de la Unión Europea. Y hemos dicho muchas veces que la idea europea de democracia no consiste ni se confina solo en la regla de la mayoría, sino que exige la protección de las minorías de acuerdo con el imperio de la ley.
Y aquí nos encontramos con la protección de las minorías culturales y lingüísticas, coherente con la Carta Europea de las Lenguas Regionales o Minoritarias, adoptada por el Consejo de Europa, y que tiene como objetivo mandatar a la Comisión a adoptar aquellas medidas, actos jurídicos o legales, que sean requeribles para que ello se haga conforme a los principios de subsidiariedad, de proporcionalidad, pero, sobre todo, de prohibición de discriminación, que es un derecho fundamental consagrado en los artículos 21 y 22 de la Carta de los Derechos Fundamentales de la Unión Europea.
Tenemos, por tanto, una magnífica opción de hacer este trabajo, y estoy contento de saludar esta iniciativa ciudadana, que tiene sentido, que afecta, sin duda, a unas competencias que lo son de los Estados miembros, pero que puede recibir valor añadido del proceso de toma de decisiones europeo.
Y es lo que espero que suceda a partir de ahora con un observatorio, con un centro de promoción de la diversidad lingüística, que vele por la prohibición del discurso del odio contra las minorías lingüísticas y que, por tanto, ofrezca un valor añadido al reconocimiento del estatus que merece la diversidad lingüística en la Unión Europea.
Tatjana Ždanoka, on behalf of the Committee on Petitions. – Madam President, according to the rules, the Committee on Petitions is automatically associated when a Citizens’ Initiative is published. Why so? Because our committee is a bridge between people and the European institutions. We receive individual petitions. We receive collective petitions, some of them signed by thousands or hundreds of thousands, but, of course, the European Citizens’ Initiative signed by one million people from many Member States is in the first round, in the first column, of that bridge.
And of course the Minority SafePack is a special column since it had to go over the bridge two times. First it was thrown out, then it had to go to the European Court of Justice and is now reaching the institutions. And the Minority SafePack discussion was very active and this initiative received the support of the majority of those participating in the hearings two months ago.
Therefore, Commissioner, we are waiting for very concrete steps from your side. We want you to legislate just on behalf of the Commission. We have no right to disappoint the 1.2 million people who signed this petition.
And a few words about a particular group of signatories from my small state, Latvia: not all of those who wanted to send a petition could do it, since among minorities one quarter are those stateless non-citizens who have no rights to sign, who have no rights to take part in any elections and are deprived of many rights. I am very happy that one of the nine items included in this initiative is approximating equality for stateless minorities like the Roma.
The solution for realising this proposal could be the following: the Member State makes a declaration that a person who does not hold the nationality of any country, but who resides in that Member State and holds a travel document issued by that Member State is to be in possession of the same rights that EU law grants to EU citizens.
When amending the visa regulations in 2006, by my proposal, just these EU residents defined by this formula were exempted from the visa requirements. But it was, to my regret, the only essential approximation of the rights of stateless citizens.
Now it is time to go further and to grant them the rights that EU citizens in all Member States other than their own have – the right to vote in local and European elections, the right to work, etc. So, such a good approach can be initiated by the Commission.
Il-President. – Qabel ma nagħti l-kelma lill-Kummissarju Hahn, niftaħ is-sessjoni ta' votazzjoni tal-lum.
Se nivvotaw dwar il-fajls kif indikat fl-aġenda. Is-sessjoni ta' votazzjoni se tkun miftuħa mis-18.30 sat-19.45. Il-votazzjonijiet se jsiru bl-istess metodu użat fis-sessjonijiet parzjali li għaddew.
Għar-rapport tal-Onor. Adinolfi dwar il-ħatra proposta ta' Marek Opioła bħala Membru tal-Qorti tal-Awdituri, il-votazzjoni se ssir permezz ta' vot sigriet.
Il-Membri se jkunu jistgħu jitfgħu l-vot tagħhom bil-mod tas-soltu, iżda l-polza tal-vot li jirċievu għall-firma mhijiex se turi l-mod kif ivvotaw iżda biss il-fatt li jkunu vvotaw. Il-votazzjonijiet l-oħra kollha se jsiru b'sejħa tal-ismijiet.
L-ispjegazzjonijiet tal-vot jistgħu jiġu ppreżentati bil-miktub. B'mod eċċezzjonali se jiġu aċċettati spjegazzjonijiet tal-vot li jkun fihom massimu ta' 400 kelma.
Niddikjara issa miftuħa s-sessjoni ta' votazzjoni. Għandkom sat-19.45 biex tivvotaw.
Ir-riżultati tal-votazzjonijiet se jitħabbru għada fid-08.45.
22. Det europeiska medborgarinitiativet – Minority SafePack (fortsättning på debatten)
Il-President. – Issa nkomplu d-dibattitu tagħna dwar id-dikjarazzjoni tal-Kummissjoni (2020/2846(RSP)).
Johannes Hahn,Member of the Commission. – Madam President, first of all I would like to congratulate the European Parliament for having organised, in these challenging COVID—19 times, a successful public hearing on the European Citizens’ Initiative ‘Minority SafePack’ early in October. This allowed the organisers to present the initiative and the different Members to express their views.
Today’s plenary debate provides another opportunity to listen carefully to the contributions and interventions from various Members. This will further deepen our joint understanding of the different political considerations in support of the various proposals covered by these initiatives.
Today’s plenary debate on this initiative confirms that the European Citizens’ Initiative instrument offers a unique tool for citizens to engage in direct participatory democracy. Maybe even more important, it demonstrates that it is an agenda—setting tool for policy shaping at Union level. The Minority SafePack initiative is not the last initiative to have successfully collected the required one million signatures and to have been submitted to the Commission for examination. In October, the Commission received a sixth successful initiative called ‘End the Cage Age’.
At this point in time I am not able to go into the details of the Commission reply to the organisers of the Minority SafePack initiative. Today, we will listen to you and I will carefully reflect on the resolution once adopted. The exchange of views today will inspire the ongoing reflection process of the Commission. We will present our general conclusions, as well as the action that we intend to take, in a communication planned for January next year. In that respect I wish a further fruitful discussion.
Esteban González Pons, en nombre del Grupo PPE. – Señora presidenta, Europa es la suma de sus culturas, sus tradiciones y su historia. Yo mismo vengo de un país donde conviven hasta cinco lenguas oficiales distintas, todas ellas lenguas de España. Quien vea en esa rica variedad un problema es que no entiende qué es la Unión Europea.
Con esta iniciativa ciudadana, el Parlamento hace suyo el deber de proteger a quienes son discriminados por hablar una lengua o por no hacerlo; hace suyo el rechazo a quienes usan las lenguas como instrumento de confrontación y de odio; dice que la promoción de las lenguas regionales debe hacerse siempre respetando los derechos fundamentales de todas las personas.
Hoy, en Europa, hay quienes usan una lengua, una cultura, no para educar, sino para imaginar comunidades sectarias y excluyentes. Así es como se manifiesta el virus del nacionalismo, que tanta desgracia ha traído a nuestro continente.
Me siento orgulloso de pertenecer a un país que protege su riqueza lingüística a través de la Constitución. Con esta Resolución, celebramos la diversidad cultural de nuestro continente y nos comprometemos a su protección. No dejemos que los nacionalistas nos arrebaten el éxito de ser europeos.
Hannes Heide, im Namen der S&D-Fraktion. – Frau Präsidentin! 1,2 Millionen Menschen – wir haben es gehört – haben die europäische Bürgerinitiative unterzeichnet und sich für Schutz und Förderung der kulturellen und sprachlichen Vielfalt ausgesprochen.
Es ist ihnen gelungen, bewusst zu machen, dass es über die 24 Amtssprachen der Union hinaus mehr als 60 Regional- und Minderheitssprachen gibt – 40 Millionen Bürgerinnen und Bürger der Europäischen Union sind betroffen. Richtig erfolgreich wird diese Bürgerinitiative allerdings nur dann sein, wenn auf die Entschließung, die wir heute diskutieren, konkrete Maßnahmen und Taten folgen werden.
Eine Sprache ist dann lebendig, wenn sie gesprochen wird, und dazu braucht es Bildungseinrichtungen wie Schulen, wie Kindergärten und vor allem muttersprachlichen Unterricht. Notwendig sind auch Möglichkeiten für mediale Nutzung wie Bücher, Zeitungen, in Filmen, auf der Theaterbühne oder in Fernsehbeiträgen. Ohne Unterstützung durch Förderprogramme der Europäischen Union wird das allerdings nicht realisierbar sein.
In Österreich – wo der Kommissar herkommt und wo auch ich herkomme – kommt dem Schutz von Minderheiten besondere Bedeutung zu. Minderheitenrechte sind im Staatsvertrag verankert, und dennoch war ihre Durchsetzung auch mit Konflikten verbunden. Und Österreich hat sich andererseits für die Rechte der deutschsprachigen Südtirolerinnen und Südtiroler eingesetzt.
Und daher mein Schluss: Was wir für eine uns verbundene Volksgruppe in einem anderen Land einfordern, sollte für Volksgruppen im eigenen Land mindestens ebenso selbstverständlich sein. So können wir zur Verhinderung und zur Beendigung von Konflikten und Gewalt beitragen, und das ist eine der Gründungsideen der Europäischen Union.
Wir mögen aus verschiedenen Kulturen und Ländern kommen und unterschiedliche Sprachen sprechen, aber wir sollten uns einer gemeinsamen Sprache bedienen, nämlich jener unserer gemeinsamen Werte und der Rechtsstaatlichkeit, die dieser Europäischen Union zugrunde liegt. Wir sollten uns gegen Diskriminierung wenden, und in diesem Sinne unterstütze ich die Anliegen dieser Initiative und vor allem ihr Ziel, Rechte von Minderheiten im Unionsrecht zu verankern.
Malik Azmani, on behalf of the Renew Group. – Madam President, first I would like to congratulate all the people behind the Minority SafePack initiative on its success. This initiative received over one million signatures from Europeans across the Europe Union and is the fifth most successful European Citizens’ Initiative to date. The ECI instrument gives European citizens the unique opportunity to achieve an active part in the political process.
The subject of this initiative is close to the heart of Renew Europe and to me personally. I am of Moroccan descent but was born and raised in Friesland, a province in the north of the Netherlands with its own identity and language. Being Frisian means being proud of the history and cultural heritage of this part of the Netherlands. Next to Dutch, I also learned the Frisian language at school, and it is important that we keep teaching it to preserve this part of our cultural wealth. And I believe it’s one of the core values of our Union that we have respect for cultural and linguistic diversity and protect the rights of minorities in the EU.
More than 50 million Europeans belong to traditional minorities and language groups. It’s our duty as the European Union to play an active role in protecting and promoting, and celebrating the diversity in, traditions and languages throughout the European Union.
So Commissioner, let me ask you: how will you give a follow-up to this initiative and its proposals? How are you going to promote, protect and celebrate the cultural and linguistic diversity of our Union? I hope we as the European Parliament will be behind this initiative and give full support to the one million signatures and all European citizens belonging to a traditional or language minority. And allow me, Madam President, to say: Tige Tank! That means: thank you very much.
Virginie Joron, au nom du groupe ID. – Madame la Présidente, chers collègues, je suis ici à Strasbourg pour évoquer les propositions de l’initiative européenne du plan de sauvetage des minorités, un plan qui, malheureusement, omet de définir le terme de «minorité nationale».
Élue en Alsace, je peux aisément savoir combien il est important pour les Alsaciens de préserver leur parler historique. Cela se retrouve dans de nombreuses régions françaises – Bretagne ou Corse, pour ne citer qu’elles –, qui contribuent à la richesse culturelle et patrimoniale de la France, de la même façon que dans les autres pays européens.
Si, en France, nous attachons une importance particulière à la langue française, c’est parce que nous savons combien elle est un facteur puissant d’assimilation et de cohésion nationale. Les nations se sont fondées sur un creuset de cultures locales, multiples et linguistiques, qu’il est souhaitable de préserver.
Mais il ne faudrait pas confondre culture enracinée à préserver et culture importée. Les communautés bengalie en Irlande ou iraquienne en Suède ne doivent pas être considérées comme des minorités nationales. Ces propositions ne doivent pas non plus tomber dans les mêmes travers que le président Macron, qui souhaite mettre en place la langue arabe à l’école primaire. Nous sommes européens, nous sommes l’Europe, et notre rôle doit être de préserver et promouvoir les cultures européennes.
Rasmus Andresen, for Verts/ALE-Gruppen. – Fru Formand! Mere end 1 million europæere sender et meget klart signal til EU-Parlamentet og Kommissionen. Gør mere for at beskytte mindretal. Mindretalspolitik er en europæisk opgave. Friserne, sintierne, romaerne, baskerne eller det danske mindretal i Sydslesvig, mindretal findes i mange modeller. Over 50 millioner europæere tilhører et nationalt mindretal eller taler et mindretalssprog. At kunne være sig selv og kunne tale sit eget sprog er en menneskeret. Mange europæiske mindretal er nået langt, andre bliver nødt til at kæmpe for basale rettigheder i forhold til sprog, uddannelse eller sociale ydelser. Det gælder især for mange østlige EU-staters borgere. Mindretalspolitik er en fælles europæisk opgave. Vi har et ansvar. Vi har brug for europæisk lovgivning og en EU-Kommission, som blander sig, når mindretal bliver diskrimineret. Vores grønne EFA-Gruppe bakker fuldt op om hvert enkelt af de 9 forskellige og konkrete forslag fra Minority Safe Pack-initiativet. Med vores parlaments diskussion sender vi et meget stærkt signal til EU-Kommissionen. Kære Ursula Von der Leyen, kære Johannes Hahn, nu er det jeres tur, kæmp sammen med EU-Parlamentet for mindretalsrettigheder og fremsæt konkrete lovforslag!
Dace Melbārde, on behalf of the ECR Group. – Madam President, indeed the promotion of European linguistic and cultural diversity raised by the Minority SafePack is a noble aim. At the same time, when carrying out the linguistic diversity preservation strategy, we need to look at various aspects, including the risk factors for language survival, as well as the states’ abilities to strengthen their culture and information spaces. Similarly, the constitutional, historical and geopolitical aspects of each Member State have to be respected and taken into account.
By promoting multilingualism throughout Europe we have to see the whole picture of the world languages, promotion instruments for ensuring linguistic plurality also need to support those official EU languages which have a relatively small, and falling, number of speakers. We cannot create a situation whereby promotion of a certain minority language within a country leads to the endangerment of the official state language or comes at the expense of other minority languages. What is more, let us not be blind and deaf to attempts by certain third countries to use the minority-language issue as a propaganda tool to implicitly intervene in the internal affairs of the EU Member States and spread disinformation, thus trying to undermine societal cohesion or cause friction within the EU.
Clare Daly, on behalf of the GUE/NGL Group. – Madam President, I too would like to compliment the citizens who championed this initiative. It’s always difficult to get to this stage, but not only did they have the normal battle, they also had to go to the European Court of Justice in order to be heard because the Commission declared that their petition was not valid. So I salute them and I salute the coordinator of the resolution who, I have to say, I thought did a better job on the initial resolution than the one we have before us here today.
I am heartened to hear the strong comments by colleagues, because it’s not good enough just to talk about statelessness. We need to back the call in the initiative – and the original wording did that – that we need to amend EU legislation to guarantee equal treatment of stateless persons and citizens across the Union. Without this, stateless Roma in Europe and EU candidate countries, really without a nationality, have no access to areas like education, health care, employment and so on. We need to resource the fact that endangered languages need to be kept alive. They need to be funded, planned, and we need positive discrimination in that. So I really hope that the Commission hears the loud voice of this Parliament, but more important, the voice of the citizens who got us here.
Márton Gyöngyösi (NI). – Madam President, by adopting a strong resolution concerning the Minority SafePack Initiative, the European Parliament as co-legislator can finally – with considerable delay – establish a legal framework to protect the largest minority across Europe: indigenous minorities exceeding 60 million people in total. And we can do that with the support and at the behest of over one million of our citizens that signed the European Citizens’ Initiative, the most democratic and powerful instrument our community has developed.
I am convinced that peace and stability in post-war Europe is not only due to the reconciliation of European nation states, but also to a reconciliation between the majority and indigenous minorities within our nation states. Territorial integrity of modern states is protected by political convention and international law. Now it is our duty to legislate to safeguard each and every minority, regardless of where they reside, and grant them rights – a key to their prosperity and our civilisation’s stability. Therefore, I implore you, all my colleagues, regardless of which political groups you represent, to support this historic initiative.
Loránt Vincze (PPE). – Elnök Asszony! Több mint egymillió-százezer polgár írta alá a Minority SafePack kezdeményezést, az ő hangjukat és elvárásaikat kell meghallania a bizottságnak. Ők a népességfogyás, a nyelvvesztés megállítását kérik. Néhány képviselőtársamnak ez érzékeny téma. Már hogyne volna az, hiszen vannak olyan tagállamok, ahol védik és megbecsülik a nemzeti kisebbségeket, de van olyan ország, ahol el sem ismerik őket, máshol az állam a meglévő kisebbségvédelmi törvényeket nem tartja be.
A luxemburgi bíróság világosan kimondta, hogy az Uniónak van lehetősége ebben a témában támogató intézkedéseket elfogadni. Az Európai Bizottság bebizonyította, hogy föl tud lépni a szerződésekbe foglalt értékek mentén, amikor stratégiát alkotott más kisebbségek védelmében. A Minority SafePack kezdeményezés hatására tegye ugyanezt az őshonos nemzeti és nyelvi kisebbségekért. Védjük meg közös európai hagyatékunkat! Kérem a bizottságot, hogy a polgárok indítványára és a parlament határozata nyomán tegyen bátor lépést a jogalkotásban, a jó kormányzás és a következetesség is ezt követeli meg. Köszönöm.
Petra Kammerevert (S&D). – Frau Präsidentin! Der Schutz von Minderheiten und die Wahrung ihrer Rechte, insbesondere ihrer sprachlichen und kulturellen Identität, gehören zu den Grundwerten der EU.
Dass hierbei zuweilen in der EU noch Luft nach oben ist, darauf macht die Bürgerinitiative Minority SafePack zu Recht aufmerksam. Sie vereint über eine Million Europäerinnen und Europäer hinter sich, und sie haben sich zusammengeschlossen und einen Forderungskatalog an die EU-Kommission formuliert – das nennt sich politische Teilhabe, und das sollten wir an sich schon wertschätzen!
Das Minority SafePack hat aber auch inhaltlich unsere Unterstützung verdient, denn die Bürgerinitiative trifft ins Herz der Europäischen Union. Was die Europäische Union in erster Linie außergewöhnlich macht, ist nämlich nicht der gemeinsame Binnenmarkt, sondern die sprachliche und kulturelle Vielfalt. Diese EU wäre ohne diese Minderheiten um ein Vielfaches ärmer. Wenn uns die Wahrung unserer Kultur- und Sprachenvielfalt, die Wahrung unseres Mottos „In Vielfalt geeint“ am Herzen liegt, dann sollte uns auch der Minderheitenschutz am Herzen liegen.
In diesem Sinne sollten wir diese gemeinsame Entschließung mit einer großen Mehrheit unterstützen und damit ein starkes Signal an die EU-Kommission senden. Sie sollte konkrete Maßnahmen und Rechtsakte zur Förderung und Stärkung der Rechte von Minderheiten vorlegen, insbesondere was das Sprachenlernen inklusive der Minderheitensprachen betrifft sowie die kulturelle Teilhabe von Minderheiten.
Dass in diesem Zusammenhang die Forderung nach einem verbesserten grenzüberschreitenden Zugang zu Online-Mediatheken wieder aufflammt, ist meiner Ansicht nach kein Wunder. Wir haben es in der vergangenen Legislaturperiode versäumt, Änderungen am bestehenden Rechtsrahmen vorzunehmen, um sprachliche Minderheiten beim Zugang zu Kultur und Informationen in ihrer Sprache zu unterstützen. Hier bedarf es dringend Nachbesserungen.
Anna Júlia Donáth (Renew). – Elnök Asszony! Gyakran hangoztatjuk, hogy az Európai Unió polgáraiként mind egyenlőek vagyunk, de sajnos sokak mindennapi tapasztalata az, hogy bizony vannak egyenlőbbek az egyenlőknél. A szomorú valóság az, hogy Európa számos nemzeti és etnikai kisebbsége hátrányosabb helyzetben él most a többségi állampolgárokhoz képest. Ilyen helyzetben vannak például a külhoni magyarok is generációk óta. A romák esélykiegyenlítését pedig évtizedek óta halogatják, sőt fékezik bizonyos kormányok.
Képviselőtársaim, arra kérem önöket, hallják meg az európai polgárok szavát, és emeljük európai szintre a kisebbségvédelmet. Arra kérem önöket, hogy ne csak beszéljünk róla, hanem valósítsuk is meg az egyenlőséget, ugyanis az európai demokrácia állapotáról állít ki bizonyítványt az, ahogyan a kisebbségeinkkel bánunk. Ezért arra kérem önöket, hogy cselekedjünk végre. Köszönöm szépen.
Gunnar Beck (ID). – Frau Präsidentin! Nach Artikel 5 des EU-Vertrags darf die EU nach dem Grundsatz der begrenzten Einzelermächtigung nur innerhalb der Grenzen ihrer vertraglichen Zuständigkeiten tätig werden. Alle der Union nicht übertragenen Zuständigkeiten verbleiben bei den Mitgliedstaaten.
Ziele in Artikel 2 allein sind nach Artikel 5 keine Handlungsermächtigung. Und nach Artikel 11 Absatz 4 darf die EU keine Bürgerinitiative umsetzen, wenn sie nach Artikel 5 nicht ermächtigt ist. Kurzum, Minderheitenschutz ist nicht Sache der EU, sondern der Mitgliedstaaten. Allenfalls deren Kooperation darf die EU nach Artikel 167 kulturpolitisch ermutigen.
Und warum debattieren wir dennoch EU-Maßnahmen zum Minderheitenschutz? Weil hier viele glauben, die EU habe ein Interesse, nationale Gemeinschaften und Mehrheiten in ein Meer von Minderheiten aufzulösen. Und wenn Sie den Gemeinschaftssinn aufgelöst und jeden Einzelnen wie Robert Musils „Mann ohne Eigenschaften“ in seine neun oder zwölf Identitäten zerlegt haben, was machen Sie dann mit ihren Menschen mit allzu viel Identitätsbewusstsein und ohne verbindende Eigenschaften?
François Alfonsi (Verts/ALE). – Madame la Présidente, chers collègues, notre Parlement doit apporter un soutien total aux 1 200 000 citoyens européens qui ont, par leur initiative citoyenne, imposé la question des droits des minorités à l’agenda de l’Union européenne.
La résolution commune proposée peut encore évoluer pour être aussi proche que possible de l’attente de ces citoyens mobilisés pour une Europe plus démocratique, plus inclusive et plus diverse.
Il faut alléger ce texte d’apports qui lui sont dictés par l’actualité récente pour rester fidèle à la dynamique citoyenne du Minority Safepack, dont une ONG basée dans le nord de l’Allemagne, la FUEN, est à l’origine. Car la question du respect des minorités en Europe, sur laquelle pèse le passif de longues décennies de rapports conflictuels au sein des États, doit être dégagée des contingences politiques de l’heure.
C’est pourquoi notre groupe demande aux députés, quelle que soit leur appartenance, d’appuyer les amendements que nous avons déposés au nom du groupe Verts/ALE.
Assita Kanko (ECR). – Voorzitter, de culturele en taalkundige verscheidenheid van Europa is belangrijk. De voorliggende resoluties belichten enige problemen bij de bescherming van deze verscheidenheid, waaronder de definitie van “nationale minderheid”. De ervaring van mijn lidstaat België, waarin twee volkeren leven, leert dat het begrip “nationale minderheid” geen louter numerieke notie is die slaat op het bevolkingsaantal.
Dit zuiver rekenkundig element wordt genuanceerd door het al dan niet innemen van een dominante positie. Ingevolge het institutionele machtsevenwicht binnen de Belgische federale overheid en het grondwettelijk kader inzake taalwetgeving is er in België sprake van codominantie van de twee grote gemeenschappen.
De Nederlandstaligen en Franstaligen kunnen noch op het gehele grondgebied van België noch op een deel ervan als een nationale minderheid worden beschouwd, in de zin van het Kaderverdrag inzake de bescherming van nationale minderheden van de Raad van Europa. De kleinere Duitstalige Gemeenschap kan als zij dat wil wel als zodanig beschouwd worden.
In de voorstellen van rechtshandeling die de Commissie eventueel zou indienen in opvolging van het Europees burgerinitiatief “Minority Safepack”, moet er rekening mee worden gehouden dat de casus van de Nederlands- en Franstaligen in België buiten het toepassingsveld van beschermingsregels voor traditionele nationale minderheden valt.
PŘEDSEDNICTVÍ: MARCEL KOLAJA místopředseda
Pernando Barrena Arza (GUE/NGL). – Señora presidenta, damos la bienvenida a esta iniciativa ciudadana europea, que es totalmente necesaria para la protección y promoción de las lenguas y culturas minorizadas.
Quisiera felicitar a las personas promotoras por haber conseguido 1 300 000 apoyos y quería decir también que, tal y como se señala en la Resolución, el Atlas de las lenguas del mundo en peligro, de la Unesco, recoge que 186 lenguas de los Estados miembros de la Unión están en peligro, y una de ellas es el euskera, la lengua vasca.
Así, toda persona perteneciente a una minoría nacional o lingüística debe tener derecho a la educación en una lengua minoritaria y, para ello, todas las administraciones competentes deberían invertir en estrategias educativas a largo plazo.
Por todo ello, es de vital importancia que todos los Estados miembros implementen y ratifiquen el Convenio Marco para la Protección de las Minorías Nacionales y la Carta Europea de las Lenguas Regionales o Minoritarias del Consejo de Europa.
Y, asimismo, es hora de que se dé un salto cualitativo y de que el euskera, la lengua vasca, sea oficial en las instituciones europeas.
(El orador concluye su intervención hablando en una lengua no oficial).
Jeroen Lenaers (PPE). – Mr President, we’ve heard a lot about the rule of law and the values upon which the EU is founded in the past weeks and rightfully so, because those values are the foundation of our cooperation in the European Union, and without a strong foundation that cooperation will never be sustainable in the future. And those founding values are therefore captured in our Treaties, and they also explicitly include the rights of persons belonging to minorities. Europe needs to live up to that promise, especially now when more than a million citizens of the European Union have reminded us of this promise through a successful European Citizens’ Initiative: a great example of democratic participation and commitment.
Therefore I fully support this initiative – action at European level in support of and in addition to the Member States’ policies, with respect for the division of competences, can really make a change in the lives of millions of citizens. So let’s show those citizens that we’ve heard them and let’s get to work for them.
Łukasz Kohut (S&D). – Panie Przewodniczący! „Zjednoczona w różnorodności” to motto Unii Europejskiej. To piękna idea. Składa się na nią wiele elementów, a jednym z nich jest szacunek i wsparcie dla podmiotowości etnicznej, językowej i kulturowej. Inicjatywa Minority SafePack pomoże wprowadzić ją w życie i objąć ochroną również te społeczności, które z różnych powodów – również politycznych – nie posiadają formalnego uznania ze strony państw członkowskich. I dlatego tutaj stoję: bo to przypadek mojej narodowości, śląskiej, i mojego pierwszego języka, śląskiego. Jednego z regionalnych języków Unii, którym mówi kilkaset tysięcy osób.
(Mówca nie mówi w języku urzędowym UE)
Europa jest silna swoją różnorodnością. Nigdy o tym nie zapominajmy i nigdy nie przestawajmy o to walczyć. My na Śląsku walczymy o nasz język już wiele, wiele lat. I wygramy tę walkę, gwarantuję. Pięknie dziękuję.
Maite Pagazaurtundúa (Renew). – Señor presidente, señorías, desde el Grupo Renew hemos defendido y defendemos la protección de las minorías, de los más vulnerables, y, por supuesto, la promoción de la diversidad lingüística.
Actuamos apoyando la libertad de elección, evitando cualquier tipo de discriminación, cualquier tipo de ingeniería sociolingüística maliciosa. Porque se trata de tener más derechos, no menos, y, especialmente, de proteger la lengua materna de niños y niñas al promover el multilingüismo. Yo pertenezco a la primera generación que pudo hacer esto.
Por este motivo, hemos negociado —y agradezco el apoyo de los grupos mayoritarios— específicamente para que donde existe más de una lengua oficial se respeten los derechos lingüísticos de todas las personas, de todas las personas reales.
La Unión Europea es un lugar de encuentro de personas, un lugar de comunicación, y la riqueza lingüística que atesoramos es un tesoro cultural que debemos fomentar de forma abierta y equilibrada, posibilitando el ejercicio de los derechos de cada ciudadano, porque es la Europa de la ciudadanía la que garantiza todos estos derechos maravillosos en libertad.
President. – (addressing Mr Łukasz Kohut) I would like to clarify that the English interpretation was off because it wasn’t said by the speaker in an official language of the European Union. I get the idea in this debate, but then please be aware that we do not get any interpretation if it is not spoken in one of the official languages of the European Union.
Diana Riba i Giner (Verts/ALE). – Señor presidente, comisario, estimados colegas, hoy Europa tiene una doble oportunidad. Por una parte, puede establecer un marco de protección para su diversidad en sus distintas expresiones. Y, por otro lado, la adopción de estas medidas puede reforzar la iniciativa ciudadana, un instrumento indispensable para la democracia.
Por esto le pido a la Comisión que no eluda su responsabilidad y que se comprometa a dar una respuesta al más de un millón de ciudadanas y ciudadanos que le piden que proteja la diversidad.
Lamentablemente, aún hay demasiados Estados que suspenden en esta materia. El multilingüismo o la diversidad cultural, a pesar de ser patrimonio y razón de ser de Europa, viven amenazados.
La Resolución que acompaña a este debate es, en grandes términos, positiva, a pesar de los esfuerzos contrarios de algunos, que ven en la protección de la diversidad una amenaza a sus privilegios.
(La oradora concluye su intervención hablando en una lengua no oficial).
Cristian Terheş (ECR). – (începutul intervenției nu a fost făcut la microfon) ... persoane au semnat pentru această în petiție. Nimeni nu contestă dreptul cetățenilor Uniunii Europene de a strânge un număr de semnături pentru o inițiativă cetățenească, pentru a susține o anumită propunere legislativă.
Discuția - obiectul acestei discuții - este dacă obiectul acestei petiții intră sau nu în componența sau în competența Comisiei Europene. Articolul doi și trei din Tratatul Uniunii Europene face vorbire despre drepturi individuale ale cetățenilor Uniunii Europene. De partea cealaltă, atunci când vorbim despre drepturi colective sau despre dreptul minorităților, același Tratat al Uniunii Europene vorbește despre faptul că acest lucru este strict în competența statelor membre.
Dincolo de ceea ce tratatul vorbește, citez dintr-un raport al Agenției pentru Drepturi Fundamentale a Uniunii Europene în care se spune, și citez: „drepturile minorităților naționale sunt dincolo de scopul legii UE. UE nu are nicio competență cu privire la ceea ce poartă numele de drepturi colective.”
Acesta este obiectul discuției: respectăm drepturile și libertățile individuale ale persoanelor din Uniunea Europeană sau aducem în discuție drepturi colective care să fie reglementate de către Comisia Europeană - un aspect unde nu are deloc competență.
Niyazi Kizilyürek (GUE/NGL). – Mr President, as the English historian, Lord Acton, emphasised in the19th century, and I quote, ‘the most certain test by which we judge whether a country is really free is the amount of security enjoyed by minorities.’ In this regard, I welcome the resolution of this House and its call to support national and linguistic minorities.
Speaking of our linguistic rights, I would like to take this opportunity to bring to your attention the fact that my country, Cyprus, is a bicommunal and bilingual state, and has two official languages: Greek and Turkish. Please take note. I am not talking about minority languages, but official ones. However, as a Turkish-speaking Cypriot, I am probably the one MEP who cannot speak in his mother tongue, although it’s an official language of a Member State. I call upon all EU institutions to correct this huge mistake, which not only does not help for the reunification of Cyprus but also discriminates against Turkish Cypriot EU citizens.
Michaela Šojdrová (PPE). – Pane předsedající, ochrana menšin a jejich práv v Evropské unii je důležité téma, zejména v některých členských státech. Otázky práv národnostních a jazykových menšin jsou spojeny i s historií, s tradicemi a také s udržením identity těchto menšin, které mají pocit omezování, obávají se určitého dalšího omezování a žádají nás o podporu.
Evropská unie v rámci svých programů pro vzdělávání a kulturu podporuje jazykovou a národnostní diverzitu, ale nemůže v této věci jednat nad rámec svých kompetencí. Věřím, že Evropský parlament si je vědom citlivosti a také zneužitelnosti této otázky. Ano, chceme uchovat kulturní dědictví vytvářené po stovky let bohatstvím národů a jazykových skupin, jazykových menšin. Ale nechceme, aby tento záměr byl zneužit k separatistickým a politickým účelům.
Dámy a pánové, nenalhávejme si, že takové tendence i v Evropské unii nejsou. Přeji si, aby Evropský parlament podpořil občanskou evropskou iniciativu zodpovědně a s ohledem na svoji subsidiaritu.
Илхан Кючюк (Renew). – Г-н председател, уважаеми колеги, по отношението към малцинствата разбираме колко демократично е едно общество. Във времена на кризи растящ е езикът на омразата и ксенофобията. Слоганът „Единство в многообразието“ не е просто израз, а осмислена кауза на Европейския съюз. Ето защо Гражданската инициатива „ Minority save pack“ трябва да бъде много силно подкрепена. Тя дава възможност за директно участие на гражданите в европейската демокрация и аз съм горд, че 36 263 подписа, това са подписите на български граждани, стоят до онези над един милион европейски. Време е Гражданската инициатива за защита на езиковите и етнокултурни права да се превърне в общото законодателство. Г-н Комисар, времето за консултации отдавна изтече, време е за европейско законодателство. Сега е време за модерно европейско законодателство, което да гарантира и развие европейското многообразие. То ни е важно, защото е европейска ценност, а преди това е общочовешка ценност.
Hermann Tertsch (ECR). – Señor presidente, la protección de la riqueza lingüística europea es un deber de todos, pero una responsabilidad —recordémoslo— de los Estados miembros. Por tanto, toda la simpatía por la protección de lenguas minoritarias maltratadas, allá donde lo sean.
Pero lo que pretenden algunos, especialmente en España, no es ayudar a lenguas minoritarias, protegidas, como lo están, por la Constitución y por la práctica, sino que la Unión Europea financie la discriminación contra la lengua común, que pague la política que persigue al español para imponer en ciertas regiones un orden monolingüe por la vía de la fuerza, un atentado contra la libertad, una aberración única en Europa: que la lengua común de toda la nación sea perseguida por motivos ideológicos.
Esa iniciativa la patrocinan en España fundamentalmente separatistas. A estos no les interesa la diversidad lingüística: quieren acabar con la lengua española en ciertas regiones que quieren separar de España, y quieren, además, que lo paguen ustedes. Ahí está la trampa.
Daniel Buda (PPE). – Domnule președinte, valorile privind respectarea demnității umane, a libertății și a democrației, dar și drepturile și libertățile minorităților naționale reprezintă, fără îndoială, doar câteva dintre valorile fundamentale ale Uniunii Europene.
Inițiativa cetățenilor europeni „Minority SafePack” poate reprezenta un instrument menit să contribuie la protejarea drepturilor minorităților naționale, dar orice demers politic, mai ales la nivel european, trebuie să aibă un temei juridic bine fundamentat. Potrivit tratatelor Uniunii Europene, protecția persoanelor care aparțin unor minorități naționale se încadrează în structura politică și constituțională a fiecărui stat, care are obligația să adopte legislații naționale în acest sens.
Astfel, nu există niciun temei juridic în tratate care să permită Comisiei Europene adoptarea de acte normative ce pot avea ca obiect drepturile persoanelor care aparțin minorităților naționale. Îi îndemn pe toți actorii relevanți să urmărească exemplele bune, de bune practici din România, unde 17 minorități naționale au reprezentare de drept în Parlament în condiții speciale, fără să îndeplinească pragul electoral.
Izaskun Bilbao Barandica (Renew). – Señor presidente, Hilaria se siente más segura en el médico, si la atienden en su lengua materna. Aurelio también, cuando le explican un problema con su pensión. Esa lengua estuvo prohibida durante la mitad de sus vidas. Hoy el euskera es oficial en el País Vasco, pero tantos años de persecución dejaron huella. Por eso Hilaria y Aurelio, mis padres, yo misma, no siempre podemos usar nuestra lengua, a veces ni donde más la echamos de menos. Por eso necesitamos que se proteja nuestro derecho a vivir en euskera. Una diversidad que genera desarrollo y que fortalece la Unión.
Por eso necesitamos y apoyamos el Minority Safepack, una protección europea para derechos fundamentales de más de 50 millones de europeos. No importa ni el vigor de la lengua, ni el número, ni la voluntad de sus hablantes. Se impone la visión selectiva y estrecha de la propia diversidad que tienen algunos Estados miembros. Solo así puede explicarse que no sean oficiales en este Parlamento lenguas más habladas que otras que sí lo son, solo porque tienen Estado.
(La oradora concluye su intervención hablando en una lengua no oficial).
Pascal Arimont (PPE). – Sehr geehrter Herr Präsident, sehr geehrter Herr Kommissar! Wir sprechen heute über Minderheiten. Ich selbst gehöre der deutschsprachigen Minderheit in Belgien an. Ich bin also deutschsprachiger Belgier, ich bin Belgier, ich bin Europäer, und meine Identität ist daher vielschichtig. Die eine Identität schließt die andere nicht aus, sie bedingt sie sogar. Minderheitenschutz ist daher keine Frage der politischen Einstellung – Minderheitenschutz ist ein Grundrecht, und der richtige Umgang mit Minderheiten ist eine Überlebensfrage der Europäischen Union.
Ich möchte mich aber heute auf ein spezifisches Element konzentrieren, und das ist das Geoblocking. Wenn ich in meinem Wahlkreis einen deutschen Film sehen will, ist das fast ausschließlich nur im Live-TV möglich. In der Mediathek, bei den Streaming-Diensten wie Netflix oder bei Plattformen wie Apple ist mir der Zugang ganz einfach aus urheberrechtlichen Gründen gesperrt. Leider hat sich diese Situation durch die Geoblocking-Verordnung nicht verbessert – ganz im Gegenteil!
Wir müssen also die Überarbeitung der Geoblocking-Verordnung dringend nutzen, um eine Ausnahme für definierte sprachliche Minderheiten auszuarbeiten. In meiner Region in Belgien oder beispielsweise in Südtirol wäre dies ohne Probleme möglich, weil diese Regionen geografisch klar eingrenzbar sind. Diese Gebiete könnten lizenztechnisch sehr einfach dem direkt benachbarten Sprachraum zugerechnet werden.
Meine sehr geehrten Damen und Herren, wir haben es in unseren Grenzräumen geschafft, Grenzen abzubauen. Wir dürfen nicht zulassen, dass genau diese Grenzen im Internet wieder künstlich hochgezogen werden.
Johannes Hahn,Member of the Commission. – Mr President, honourable Members, let me thank you for a very rich debate this evening, with very interesting perspectives and thought-provoking statements from different speakers. And I may add, I have heard something definitely new in certain areas, and this is definitely something we should look into and reflect on.
But let me start by saying that for the Commission, inclusion and respect for the rich cultural diversity of Europe is one of its main priorities and objectives. ‘United in diversity’ is the motto of the European Union. The Commission confirms its commitment both to policy support and funding. Respect for the rights of persons belonging to minorities is part of the founding values of the European Union and its, if I may say so, DNA. The principle is explicitly mentioned in the Treaty on the European Union. It’s not only compatible but part of our European identity. Moreover, any discrimination on the basis of membership of a national minority is explicitly prohibited under Article 21 of the Union’s Charter of Fundamental Rights. The adoption of the EU Anti-racism Action Plan 2020-2025 is a clear example of the role the Commission aims to play in this regard. Another good example of concrete policy action involving minorities is the recently-adopted EU Roma framework. As I indicated, this debate is timely, as the College has another few weeks to finalise the Commission’s formal answer to the initiative. Thank you again for this very fruitful, interesting and inspiring debate.
President. – The debate is closed.
I have received two motions for resolutions tabled in accordance with Rule 222(8)*.
The vote on amendments will take place on Wednesday, 16 December 2020 and the final vote will take place on Thursday, 17 December 2020.
–––––––––––––––
* See Minutes.
Written statements (Rule 171)
Andrea Bocskor (PPE), írásban. – Tisztelt Képviselőtársaim! Örülök annak, hogy az Európai Parlament napirendjére tűzte a Minority Safepack c. polgári kezdeményezést, melyet több mint egymillió állampolgár támogatott Európa szerte. Fontos, hogy az Európai Unió végre hatékonyan foglalkozzon a több mint 50 millió őshonos, nemzeti kisebbségekhez tartozó polgárt érintő kezdeményezéssel. Egyes európai országokban és régiókban már működnek sikeres kisebbségvédelmi garanciák, amelyek például szolgálhatnak. Az Európai Unió eddig szubszidiaritási ügyként kezelte a kisebbségvédelmet, de sajnos sokszor pont a tagállamok nem biztosítják az őshonos kisebbségek egyenlő jogait, ezért az EU jó példával kell járjon, és fel kell vállalja a jogvédő szerepet.
Ennek érdekében fontos, hogy az Európai Unió olyan jogi keretet dolgozzon ki, ami a területén elő nemzeti kisebbségek fennmaradását, anyanyelvük, kultúrájuk, nemzeti identitásuk megőrzését segíti elő. Egy ilyen jogi keret kidolgozásával és megfelelő ellenőrző mechanizmus alkalmazásával az EU bizonyítaná, hogy valóban tesz a kisebbségek jogvédelme terén. Bízom abban, hogy idővel a szomszédsági és társult országokra is pozitív hatással lesz a kezdeményezés, illetve a kidolgozott jogi keret és a területükön élő polgárok számára is biztosítják az őket megillető jogokat.
Milan Brglez (S&D), pisno. – “Zaščita manjšin – milijon podpisov za raznolikost Evrope” je šele peta od skupno šestih državljanskih pobud, ki je uspela izpolniti formalne pogoje, določene z Lizbonsko pogodbo za obravnavo s strani Evropske komisije, ter pred sodiščem EU premostiti tudi spor glede pristojnosti slednje za njen sprejem.
V zadevnem primeru se tudi zato najbolje odraža dodana vrednost tega instrumenta ne le za krepitev glasu državljank in državljanov pri oblikovanju in usmerjanju politik na ravni EU ter s tem zmanjševanje občutka demokratičnega deficita, ampak tudi za to, da se na dnevnem redu institucij EU znajdejo teme, ki zadevajo dnevno življenje ljudi, a so politično občutljive ter zato ne podprte s strani posameznih države članic ali (evropskih) političnih grupacij.
Varstvo manjšin spada med temeljne vrednote EU iz 3. člena Pogodbe o Evropski uniji. Kot take in kot del korpusa univerzalnih človekovih pravic pravice manjšin ne morejo nikoli biti notranja zadeva držav članic. Na evropski ravni je potrebno uskladiti vsaj minimalne standarde varstva pravic manjšin ter mehanizme za nadzor nad implementacijo pravic manjšin neločljivo povezati z instrumenti za zaščito človekovih pravic ter vladavine prava. Pričakujem, da bo Evropski parlament v nadaljnjih fazah pobude zavzel jasno stališče v tej smeri.
Andor Deli (PPE), írásban. – Tisztelt Képviselőtársak! Nagyon fontos pillanathoz érkeztünk az európai őshonos nemzeti kisebbségek jogainak ügyében. A több mint egymillió aláírással támogatott Minority Safepack európai polgári kezdeményezés sikere reményt adott annak a több, mint 50 millió európai polgárnak, akik nemzeti, etnikai vagy nyelvi kisebbséghez tartozónak érzik magukat. Ekkora legitimáció birtokában az Európai Bizottság nem teheti meg azt, hogy szó nélkül hagy egy olyan kérdést, amely az EU összlakosságának több mint 10%-át érinti. Véget kell érnie a struccpolitikának. Az elmúlt évtizedekben az európai szinten kialakított jogi keretek, politikák és programok olyan szertetágazókká váltak, hogy azok immár közvetlenül érinthetik a polgárok helyzetét, jogainak megvalósulását.
Az Európai Parlement határozatának a célja az hogy ösztönözze az Európai Bizottságot abban, hogy az európai politikák és programok tervezésekor, a többi tényező mellett vegyék figyelembe az őshonos nemzeti kisebbségek helyzetét és jogainak alakulását is. Ez egy egyedi lehetőség, amely nemcsak a jelenlegi Európai Unióról és polgárairól szól, hanem egyúttal üzenet az európai integrációs úton lévő tagjelölt országoknak is, hogy Európai Unió komolyan veszi a nemzeti és nyelvi kisebbségek jogainak alakulását. Itt az Európai Parlamentben már számos alkalommal szót emeltünk az őshonos nemzeti és nyelvi kisebbségek jogainak védelme érdekében, most az Európai Bizottságon a sor, hogy lépjen! Köszönöm.
Ádám Kósa (PPE), írásban. – Európa ereje a keresztény-zsidó kultúrkör mellett a nemzetek és nemzeti kisebbségek nyelvi- és kulturális sokszínűségében keresendő. Erre nem teherként, hanem értékként kell tekintenünk. A nyelvi sokszínűség, a többnyelvűség óriási előny, nem pedig hátrány – ezt kétnyelvű siket emberként saját magam is tudom tanúsítani. A történelmi kisebbségek jogi helyzetét illetően számos pozitív példát ismerünk Európában, elég itt a finnországi svédek, vagy a dél-tiroli németajkúak helyzetét megemlítenünk. A Petíciós Bizottság aktív tagjaként azonban számos a nemzeti kisebbégekkel szembeni tagállami túlkapásról is tudnék tájékoztatni, elsősorban a nyelvhasználatot illetően. Klasszikus kettős mérce van most: míg a tagjelölt államok esetében a koppenhágai kritériumokban foglaltakat árgus szemekkel figyeljük, felügyeljük és számon kérjük, addig az Európai Unióba tagállamaiban élő őshonos nemzeti kisebbségek helyzetére vonatkozóan nincs minden tagállamra kiterjedő, jól állátható jogi zsinórmértékünk. Ezért a Minority Safe Packben megfogalmazott, több mint 1,2 millió állampolgár által aláírt kezdeményezést komolyan kell vennünk és tiszteletben kell tartanunk. Kérem a kollégákat, szavazatukkal támogassák az állásfoglalást, az Európai Bizottságot pedig arra, hogy egy ambiciózus jogszabálytervezettel válaszoljon az állampolgárok jogos követeléseire.
Christian Sagartz (PPE), schriftlich. – 50 Millionen Menschen in der Europäischen Union gehören einer nationalen Minderheit oder einer Sprachminderheit an. Die Vermittlung der Volksgruppensprachen wird jedoch immer schwieriger. Durch die demografische Entwicklung und fehlende Möglichkeiten zur Entfaltung geraten die Volksgruppen zunehmend in den Hintergrund. Damit dieses kulturelle Erbe auch zukünftig bestehen kann, braucht es neben der finanziellen Unterstützung auch das Bewusstsein in unserer Gesellschaft. In vielen Regionen sollen die sprachlichen Fähigkeiten erhalten und gefördert werden. In Österreich existieren 6 autochthone Volksgruppen. Allein im Burgenland leben knapp 20.000 Burgenland-Kroaten, 2,4 Prozent der Burgenländer haben Ungarisch als Muttersprache, zudem 0,1 Prozent Romanes als ihre Umgangssprache. In einer modernen, demokratischen Gesellschaft braucht es neben Bewusstseinsbildung, Toleranz, Schutz vor Diskriminierung auch die rechtliche Basis und Anerkennung, denn Minderheiten tragen zu einem unverzichtbaren Teil unserer Gesellschaft bei. In einem gemeinsamen Europa der Vielfalt ist jede Sprachkenntnis ein wichtiger Türöffner und schafft viele Möglichkeiten.
Iuliu Winkler (PPE), írásban. – Nagy megelégedéssel tölt el, hogy sok évvel az európai kisebbségvédelmi polgári kezdeményezés ötletének megszületését követően, ma az Európai Parlament plénuma tart vitát a nemzeti kisebbségek jogairól. Nagyon fontos, hogy a vitát követően parlamenti állásfoglalás születik a témában. Az is premiernek számít, hogy az EP az európai őshonos etnikai kisebbségek jogai kapcsán első alkalommal hoz állásfoglalást. Európában ez a téma ötven millió állampolgárt érint, ennyien tartozunk valamely őshonos nemzeti vagy nyelvi kisebbséghez. Kezdeményezésünktől nem kevesebbet várunk el, mint a koppenhágai dilemma felszámolását, hogy az Unió ne csak a csatlakozás előtt álló országoktól, hanem a saját tagállamaitól is kérje számon a nemzeti kisebbségek jogainak szavatolását.
Sok év munkája eredményének vagyunk tanúi. A kezdeményezést, az európai bírósági procedúrát, az aláírásgyűjtést, a jogi javaslattevő munkát, az őszi nyilvános meghallgatást követően a kisebbségvédelmi kezdeményezés most ért abba a fázisba, hogy a plénum elé kerüljön az állásfoglalási indítvány. Arra kérem képviselőtársaimat, hogy támogassák szavazatukkal a Minority SafePack kezdeményezést! Remélem, hogy az EP határozottan, nagy többséggel támogatja az állásfoglalást. Azt várom el az Európai Bizottságtól, hogy a Minority SafePack javaslatai, illetve a Parlament állásfoglalása alapján késedelem nélkül indítsa el a törvényalkotást, hiszen a kisebbségvédelmi kezdeményezés több mint egy millió európai állampolgár aláírással szentesített akaratát tükrözi.
23. Europaåret för järnvägen (2021) (debatt) (debatt)
President. – The next item is the debate on the report by Anna Deparnay-Grunenberg, on behalf of the Committee on Transport and Tourism, on the proposal for a decision of the European Parliament and of the Council on a European Year of Rail (2021) (COM(2020)0078 – C9-0076/2020 – 2020/0035(COD)) (A9—0191/2020).
Anna Deparnay-Grunenberg, Berichterstatterin. – Herr Präsident! Es war mir eine große Ehre, dieses Dossier für das Parlament verhandeln zu dürfen. Die Resonanz war enorm, und die Erwartungen sind hoch. Ich bin daher sehr glücklich und zufrieden, dass wir die Verhandlungen unter diesen schwierigen Bedingungen abschließen konnten. Das Jahr der Schiene 2021 kann also pünktlich beginnen.
Die Verhandlungen waren nicht alleine durch die Corona-Pandemie und unsere Arbeitsbedingungen schwierig, wie Sie alle wissen. Das Parlament hatte auch einen klaren Anspruch – im Gegensatz vielleicht zum Rat zu Beginn –, dass das Jahr der Schiene mehr als nur eine Marketingaktion wird.
Ja, es ist wichtig, dass wir die Schiene als umweltfreundliches Verkehrsmittel mit großer kultureller Bedeutung für Europa feiern und bewerben. Gleichzeitig wollen wir in diesem Jahr Verbesserungen anstoßen, um die Schiene tatsächlich zu stärken. Denn ohne eine Verkehrsverlagerung auf die Schiene werden wir die gesetzten Klimaziele nicht erreichen können. Zirka ein Drittel aller CO2-Emissionen in der EU stammt aus dem Verkehrssektor. Seit den 90er-Jahren sind sie um zwanzig Prozent gestiegen. Die Hauptverursacher sind dabei der Verbrennungsmotor auf der Straße und der Flugsektor. Daran gibt es keinen Zweifel: Klimafreundliche Schiene muss in Zukunft das Rückgrat der nachhaltigen Verkehrswende sein.
Mein persönliches Motto für diese Verhandlungen war daher: „2021, ein europäisches Jahr der Schiene – ja bitte, aber richtig!“ Bahnpolitik muss wieder Priorität haben, denn unter den aktuellen Rahmenbedingungen werden wir diesen dringenden shift to rail einfach nicht bewerkstelligen können. Ein Negativbeispiel ist etwa der unfaire Wettbewerb zwischen den Verkehrsträgern zulasten der Schiene. Trassengebühren sind für jede Bahnstrecke verpflichtend; auf der Straße ist eine Maut eine freiwillige Angelegenheit der Mitgliedstaaten.
Es gibt aber durchaus positive Signale für einen Politikwechsel. Zu Beginn der Legislatur vermisste ich in dem mission letter an die GD MOVE das Wort „Schiene“ überhaupt. Jetzt spielt die Schiene eine prominente Rolle in der neuen Sustainable and Smart Mobility Strategy der Kommission – und das ist wichtig. Vielleicht war Corona hier auch ein Weckruf, weil die Schiene gezeigt hat, wie wichtig sie ist für unsere Versorgungssicherheit. Vielleicht hat diese Pandemie uns allen auch gezeigt, dass wir miteinander verflochten sind, dass alles miteinander verflochten ist. Und dass wir mit der Klimakrise drohen, in noch viel unsicherere Zeiten abzurutschen, wissen wir. Wir müssen unsere Mobilität dekarbonisieren.
Was wollen wir mit diesem Jahr der Schiene erreichen? Die Entwicklung eines Konnektivitätsindex. Die Attraktivität einer Verbindung lässt sich in erster Linie logischerweise durch die Reisezeit von A nach B ableiten. Solch ein Index soll helfen, Verbindungen im europäischen Bahnnetz aufzuzeigen, die einen überproportionalen benefit für das gesamte Netz hätten. Diese Daten werden für gezielte Investitionen in künftigen Infrastrukturausbau wertvoll sein. Obwohl bereits Milliarden geflossen sind, das wissen wir, ist heute das europäische Schienennetz immer noch ein Flickenteppich, und es fehlt an guten grenzüberschreitenden Verbindungen – das müssen wir besser hinbekommen. Hier mahnen wir die Vollendung der transeuropäischen Bahnkorridore an.
Aber im Schatten dessen müssen wir auch an die kleinen sogenannten missing links denken. Viele Menschen wohnen – und heute hatten wir es mit der sprachlichen Vielfalt – eben in Binnengrenzregionen und haben wenig Zugang zu einem guten Schienenpersonenverkehr. Wir müssen das verbessern.
Ebenso soll ein Green Rail Label entwickelt werden, durch das auf einen Blick zu erkennen sein soll, wie die Ware mit der Bahn und mit welchem CO2-footprint transportiert wurde. Wir müssen aber auch die Bahn an sich attraktiver machen und möchten die Unternehmen da nicht aus der Pflicht lassen. Es muss einfacher werden, internationale Bahntickets zu buchen und an Informationen zu kommen. Wir brauchen eine gemeinsame Buchungsplattform, und es zählen auch gute Fahrgastrechte dazu.
Das Interesse der Gesellschaft ist riesig an dem Europäischen Jahr der Schiene 2021, und deswegen sind wir auch froh, dass jetzt in den Mitgliedstaaten Kontaktstellen eingerichtet werden. Ich fordere dazu auf, diese schnell einzurichten. Wir müssen uns trauen, in diesem Jahr der Schiene einen paneuropäischen Diskurs zu führen. Wie viel Geld muss in die Bahninfrastruktur – ich nenne nur Digitalisierung und Elektrifizierung – investiert werden? Wie gehen wir mit Externalitäten um? Wie besteuern wir künftig Kerosin? Wie können Mautsysteme uns helfen, unsere Ziele, unsere Klimaziele zu erreichen und Gelder für den Bahnsektor zu generieren? Das sind alles Fragen, die ich hoffe, in diesem lebendigen Jahr der Schiene anstoßen zu können; auch natürlich die Frage der Mittel des Recovery Fund. Wie können diese Mittel prioritär zum Ausbau der Schiene eingesetzt werden? Wenn schon Schulden für die künftige Generation, muss es natürlich für sie auch einen Mehrwert haben, damit „Zug statt Flug“ tatsächlich funktioniert.
Nun ist der Bahnsektor also wieder Hoffnungsträger, und wir hoffen, in diesem Jahr eine wirkliche Renaissance der Schiene zu bekommen. Auch die Ankündigung von neuen Nachtzugverbindungen zeigt uns, dass wir auf dem richtigen Weg sind und dass die junge Generation vieles verstanden hat. Es ist und scheint vielleicht paradox in diesen schweren, einschränkenden Zeiten, wo wir alle aufgerufen werden, nicht zu reisen und so wenig Kontakt wie möglich zu haben, mit Jubel das Jahr der Schiene zu starten. Aber lassen Sie es uns doch vielleicht so betrachten, dass wir gemeinsam die Sehnsucht wecken wollen nach einem bewussten Reisen – nachhaltig und klimafreundlich. Nach der Pandemie werden wir uns erstens wieder über unsere Mobilität freuen können, und zweitens müssen wir den Sektor dekarbonisieren. Vielen Dank, ich freue mich auf das Jahr der Schiene!
Adina-Ioana Vălean,Member of the Commission. – Mr President, honourable Members, it is with great pleasure that I join you today to discuss the decision to declare 2021 the European Year of Rail, an initiative that I’m very much looking forward to implement, also with your help. Thank you, both the European Parliament and the Council, for the strong support for this initiative, especially to the rapporteur, Ms Deparnay-Grunenberg, and all shadow rapporteurs, for steering the debate towards this successful outcome. The Commission welcomes the political agreement reached by the co-legislators on 12 November, which was already endorsed by the Committee on Transport (TRAN) and COREPER, and I look forward to your final decision in this session.
The designation of the European Year of Rail will be a unique opportunity to promote rail among our citizens and businesses, but also to reflect and discuss how to make it a more attractive option for transport and travel around Europe. Most importantly, we want to reach out beyond rail’s usual supporters and to young people in particular. We will also cover key themes such as tourism, regional connectivity, cultural heritage, accessibility, equality, education and employment and look at how rail contributes to all of them. The European Year of Rail underlines the importance that this Commission attaches to meeting the Green Deal objectives for transport, including a 90% reduction in transport emissions by 2050.
Rail also features prominently in our new sustainable and smart mobility strategy. If the strategies are a recipe for a modern future-proof mobility system, rail is certainly one of its main ingredients. I want to stress three aspects.
First, the debates and discussions during next year will drive our work to get more passengers and goods using rail. As you know, in 2021 we will present initiatives targeting both. We will also launch a study on the feasibility of creating a rail connectivity index that shows the potential of rail to compete with other transport modes. For the green label, on which I welcome your views, we’ll look at establishing an EU framework for the harmonised measurement of transport and logistics summations, as we have already announced in the sustainable and smart mobility strategy. The European label would promote the transport of goods via less polluting modes, allowing citizens and businesses to make informed choices. Thank you for your attention and I welcome your questions and your views.
Dace Melbārde, rapporteur for the opinion of the Committee on Culture and Education. – Mr President, indeed the Year of Rail is a welcome initiative to raise awareness about the significance of this mode of transport, as well as its economic, social, environmental and cultural aspects.
Being rapporteur for the opinion of the Committee on Culture and Education on the Year of Rail, there are two points that I stressed in my report. Firstly, not all Member States have the necessary infrastructure to enable rail connections to the rest of Europe. As a consequence, territorial and social cohesion is slower and people and industries are missing out, including education, tourism and the cultural sector.
Secondly, for the Year of Rail to be a success, it is also important to promote the historical and present role of trains, railway stations and rail infrastructure, which have been instrumental in shaping regional traditions and identities and are part of Europe’s cultural, and in particular architectural, heritage that must be protected and cherished. Moreover, during the year, the rail infrastructure can be successfully used as an open space for contemporary art, intercultural dialogue and education of different forms.
So let’s look forward to the European Year of Rail, which puts connecting people at the heart of its mission.
Benoît Lutgen, au nom du groupe PPE. – Monsieur le Président, Madame la Commissaire, merci, tout d’abord, à Madame la rapporteure pour la qualité de son intervention. Merci aussi à vous, Madame la Commissaire.
L’année européenne du rail, si je puis dire, ça doit être la fête pour tout le monde. J’ai relevé avec plaisir l’intervention d’un rapporteur sur l’indice de connectivité, qui est évidemment essentiel pour développer le rail partout en Europe, donc aussi dans les zones périurbaines et dans les zones rurales. Cet indice de connectivité est essentiel pour que la fête, la célébration du rail, soit la fête pour tout le monde, pour tous les Européens, et qu’on apporte des solutions concrètes pour connecter des territoires, avec toutes les conséquences positives pour ces territoires sur le plan économique, sur le plan de l’emploi, sur le plan touristique. C’est évidemment essentiel.
Deuxième élément: la fiscalité. Je plaide évidemment pour qu’il y ait une fiscalité abaissée, qu’il n’y ait notamment plus de taxe sur la valeur ajoutée pour le rail, et aussi, vous le savez, qu’il y ait en contrepartie une taxe sur le kérosène. C’est un enjeu à la fois européen et mondial.
Enfin, Madame la Commissaire, je souhaite évidemment vivement que, dans le cadre des plans de relance qui seront déposés par les différents États membres, il y ait une attention très forte de la part des différents commissaires et bien sûr, du secrétariat général, pour que ces plans de relance ne soient pas simplement des projets qu’on recycle et qu’on ressort des tiroirs, mais qu’ils s’inscrivent pleinement dans le cadre qui a été fixé par la Commission européenne, notamment pour appuyer le Green Deal et venir avec de nouveaux projets qui appuient l’ensemble du rail partout en Europe, pour tous les Européens.
Johan Danielsson, för S&D-gruppen. – Herr talman! Tack, kommissionär Vălean. För att EU ska lyckas bli klimatneutralt till år 2050 måste transportsektorn minska sina utsläpp med 90 procent – detta samtidigt som godstransporterna förväntas öka med 80 procent och passagerartransporterna med 50 procent till samma år. En viktig del i strategin för gröna och hållbara transporter måste därför vara att skapa förutsättningar för att en större andel av både gods- och passagerartransporter ska gå på järnväg i stället för på väg och med flyg som i dag. Om vi ska lyckas med detta måste vi prioritera några saker:
För det första måste vi se till att vi har ordentliga investeringar så att vi säkerställer att det transeuropeiska transportnätet färdigställs i tid.
För det andra måste vi göra det enklare att åka tåg i Europa – med bra rättigheter för passagerare, ett bättre och enklare biljettbokningssystem och ett nätverk för nattåg.
För det tredje och sista måste vi också skapa en fungerande arbetsmarknad för de 600 000 européer som arbetar i denna sektor, dvs. de arbetare som i slutänden kommer att göra det möjligt för oss att öka både gods- och passagerartransporter på tåg.
José Ramón Bauzá Díaz, en nombre del Grupo Renew. – Señora presidenta, querida comisaria, señorías, el año que viene celebramos el Año Europeo del Ferrocarril, una magnífica oportunidad de divulgación de lo que es hoy un sistema de transporte de naturaleza principalmente europea.
El ferrocarril ha convivido con todos nosotros, generación tras generación, siendo partícipe directo del progreso y de la industrialización que vio Europa en el siglo XIX. Pero, señorías, deseo firmemente que el año 2021 no se limite tan solo a ser una mera campaña de difusión; el año 2021 debe ser el punto de inflexión para conseguir lo que muchos llevamos muchos años peleando: los famosos corredores mediterráneos y corredores atlánticos en España... En definitiva, los corredores europeos, en toda Europa.
De poco o nada sirve que celebremos el Año Europeo del Ferrocarril si todavía, hoy en día, hay regiones europeas enteras que no disponen de un sistema ferroviario propio del siglo XXI.
Señorías, Europa no solo se construye en las principales capitales europeas, Europa también se construye en los rincones alejados de Bruselas: lugares como Murcia, Extremadura, Algeciras o Galicia, en definitiva, ciudades que cuentan con conexiones ferroviarias hoy en día del siglo XIX y que, lamentablemente, el año que viene poco o nada van a tener que celebrar.
Por eso, precisamente, hago un llamamiento a todos los Estados miembros para que el año 2021 sea el año del verdadero compromiso para avanzar en la consecución de los corredores europeos. Deseo y espero que, en un futuro no muy lejano, verdaderamente podamos venir aquí, a esta Cámara, para conmemorar que todos los ciudadanos europeos, sin excepción, contamos con un maravilloso modo de transporte como es el tren. De eso depende todo, y también depende de nuestra responsabilidad y de todos nosotros.
Julie Lechanteux, au nom du groupe ID. – Monsieur le Président, la Commission européenne a proposé de faire de 2021 l’année européenne du rail. Très bien. Pourtant, c’est bel et bien l’Union européenne, par ses échecs répétés, au mépris des oppositions démocratiques, qui est responsable de la destruction de ce service public. Libéralisation totale et ouverture à la concurrence du secteur ont réduit drastiquement les parts de marché de nos entreprises nationales, ce qui a entraîné la fermeture des lignes, l’accélération de la désertification rurale et le délitement de notre cohésion territoriale.
Vous avez imposé la fin du service public français du rail. Vous avez interdit de favoriser une entreprise nationale pour des missions de service public. Vous avez imposé ce schéma destructeur, avec la complicité active de la droite, de la gauche et des pseudo-écolos, tous mondialistes.
Vous avez choisi l’année 2021, car elle est marquée par plusieurs événements, notamment l’anniversaire de la toute première liaison ferroviaire reliant Paris à Bruxelles et les 40 ans du TGV. Mais en réalité, 2021 marque surtout la énième année de la gestion désastreuse par la technocratie de Bruxelles, avec l’abandon des territoires ruraux ou la sous-traitance qui engendre de l’insécurité due au non-contrôle de la radicalisation.
En 2019, la Cour des comptes avait brossé un portrait accablant des trains régionaux: dégradation de la qualité du service, inadaptation des offres et hausse constante des coûts d’exploitation – les causes étant les directives de l’Union européenne. Là où vous intervenez, vous détruisez.
Des années durant, le Rassemblement national a défendu les intérêts français. Nous continuerons à le faire au sein du groupe «Identité et démocratie», seule opposition de cet hémicycle, et demain, depuis l’Élysée, par la voix de Marine Le Pen.
L’Union européenne doit arrêter d’imposer ses directives mortifères, relayées par son laquais Emmanuel Macron, et elle doit changer de modèle pour enfin construire l’Europe des nations, ce que nous seuls proposons.
Jakop G. Dalunde, för Verts/ALE-gruppen. – Herr talman! Det är fantastiskt att se hur vårt hårda arbete för att skapa engagemang för den europeiska järnvägen äntligen börjar ge resultat. Att vi nu utlyser 2021 att bli året för den europeiska järnvägen är ett tecken på det. Låt det året bli en katalysator för en tågets renässans i Europa, då vi tar krafttag för att bygga bort flaskhalsar i järnvägen, då vi gör det lättare att boka internationella tågresor, då vi fixar fler nattågslinjer över hela kontinenten och då vi stärker tågpassagerares rättigheter i stället för att försvaga dem. Tåget måste bli stommen i det europeiska transportnätet. Låt oss göra 2021 till startpunkten för att åstadkomma just det!
Ангел Джамбазки, от името на групата ECR. – Уважаеми г-н Председател, уважаема г-жо Комисар, почитаеми колеги, годината на железопътния транспорт ще популяризира, разбира се, железниците като устойчив, иновативен и безопасен вид транспорт, който може да гарантира основни услуги дори по време на неочаквани кризи.
Това беше потвърдено от стратегическата роля на железопътния транспорт за свързаността по време на пандемията, която преживяваме. Наред с шосейния транспорт, а даже бих казал и повече, превозите както на хора, така и на основни стоки, което е даже много по-важно от превозите на стоки, защото тук трябваше да се спасяват човешки животи, бяха от решително значение в началото на кризата и тук железницата помогна много.
Нужно е, разбира се, подобряване на Трансграничната стратегия, като обърне внимание на интермодалната свързаност в Югоизточна Европа. Все още Тент мрежата не е развита и в страните членки, и в държавите, които са кандидати за членство. Мога тук да спомена една тема, която напоследък е доста във фокуса на общественото внимание и това е нежеланието на дълбоката държава в Скопие да построи най-сетне така наречения коридор № 8, който ще свързва Черно и Адриатическо море през София, през Скопие, през Тирана; Косово, разбира се, ще бъде свързано и това ще помага много на целия този южен фланг на Европейския съюз. Това трябва да бъде променено, почитаеми.
Трябва да се добавят и нови стратегически маршрути по този свързващ няколко балкански столици път. Тогава малките региони ще стават напредничави, свърши ли времето, г-н Председател? Добре, това което трябва да се знае, е че железницата е бъдещето и в нея трябва да се влага много.
Clare Daly, on behalf of the GUE/NGL Group. – Mr President, I really would like to thank Anna Deparnay-Grunenberg, our rapporteur. I have to say her enthusiasm and inclusiveness stands as a role model to all of us. She and her team have been truly fantastic.
But I think this file has been popular across all of the political Groups, because there is an understanding of the potential of rail to seriously have an impact on the disruption of the flow of carbon into the atmosphere and to be a real positive contributor towards our task in dealing with climate change.
But we have to be honest: there’s a contradiction often between our words and our actions. If we truly are going to have a year of rail and support rail, then we have to examine the fact that we are presently subsidising, for example, regional airports, some of which are unprofitable, operated by low cost carriers and are amongst the biggest carbon emitters in Europe.
We have to be honest that many Member States are dismantling their rail network with the closure of regional stations and the isolation of remote areas that put people back on the roads and into individual vehicles. This can’t go on. Rail is the way forward, but it needs to be backed up by investment and action, not just words.
Dorien Rookmaker (NI). – Mr President, the advantages of transport by rail are so evident that promotion of rail as a mode of transport is not really needed. Rail transport is safe, comfortable, easy and clean, and most people are well aware of this. Lack of promotion of rail is not the problem. The D&T projects of the past show that the biggest obstructions were politics, rules and regulations. These obstructions are man-made and should be dealt with. Less is more. We need fewer rules and less regulation; we need more action and results. That is why I would like to ask the European Commission to reserve extra budget for a study on the best way to organise the building and maintenance of a European transport rail network. It is our duty to provide safe, clean and reliable ways of mobility for the future. This does not include night trains. Night trains are a thing of the past. We need high-speed rail networks. All we need is the political will to organise it.
Андрей Новаков (PPE). – Г-н Председател, годината на жп транспорта бе обявена от Европейската комисия да бъде 2021 г., обаче аз си мисля, че годината на влаковете, на жп линиите, въобще на влаковия транспорт не може да се ограничи само в 365 дни, трябва да бъде и през следващата, и през по-следващата година. Казвам го като потомък на железничари и знам, че това е едно от решенията както за тежкия трафик по пътищата ни, за част от инцидентите, които се случват, за замърсения въздух и тук институциите в Брюксел трябва да бъдем много откровени с хората. Тогава, когато кажем, че насърчаваме железопътния транспорт, а намалява финансирането по програма „Свързана Европа“, трябва да кажем защо.
През последните 30 години съотношението между товарния трафик върху жп линиите и върху пътя е останал абсолютно непроменен. Интермодалният транспорт трябва да бъде насърчен и това трябва да се случи с регламент, който да приемем ние. Това, че реформата в сектора се бави, е само отговорност на Брюксел. Така че финансирането трябва да бъде достойно. Надявам се с Многогодишната финансова рамка да бъдат довършени всички ключови железопътни коридори в Централна и Източна Европа, които в това отношение изостават.
Isabel García Muñoz (S&D). – Señor presidente, comisaria, quedan poco más de dos semanas para que comience el Año Europeo del Ferrocarril, una iniciativa con la que se pretende atraer un mayor número de usuarios y de mercancías hacia el tren, considerado como uno de los modos de transporte más eficientes energéticamente y más respetuosos con el medio ambiente y pieza clave en la movilidad sostenible que acompaña al nuevo Pacto Verde.
Para conseguirlo es necesario poner en el centro de atención a los usuarios y ofrecerles una alternativa de transporte más cómoda, más segura, más ecológica, más accesible y más sostenible socialmente, y a un precio asequible.
Pero también hacen falta importantes inversiones y un presupuesto adecuado a todos los niveles, incluido en los planes de recuperación, que permitan lograr una conectividad real de toda la Unión Europea, también en las zonas rurales y remotas; inversiones que permitan crear un verdadero espacio ferroviario europeo único, moderno, interoperable y más resiliente.
El tren ha sido, desde sus orígenes, un elemento vertebrador e impulsor de la cohesión territorial y socioeconómica de la Unión y así debe seguir siéndolo. Pongamos las herramientas necesarias para que se convierta en una alternativa real.
Izaskun Bilbao Barandica (Renew). – Señor presidente, señora comisaria Vălean, este informe sobre el Año Europeo del Ferrocarril insiste en que las políticas de apoyo a este sector son una herramienta muy positiva para luchar contra el cambio climático. Si somos capaces de convertir en europeas las redes nacionales que han marcado la lógica de las inversiones y el uso y gestión de las infraestructuras y los trenes, estaremos dando un paso decisivo para avanzar hacia una movilidad descarbonizada y sostenible, la que pide el Pacto Verde.
No hay que inventar demasiado, solo recuperar el tiempo perdido. Cumplamos las premisas establecidas en las RTE-T, avancemos en el cumplimiento de las previsiones del cuarto paquete ferroviario para acabar con la fragmentación, estimulemos el esfuerzo en innovación, digitalización y gestión integrada que ha convertido a la industria ferroviaria en líder mundial.
Está en nuestra mano que el tren consolide su oferta de calidad, segura, puntual y a precios competitivos a viajeros y mercancías que necesitan este tipo de estímulos y ofertas para avanzar hacia unos hábitos de movilidad más sostenibles.
Maximilian Krah (ID). – Herr Präsident, liebe Kolleginnen und Kollegen hier und vor den Bildschirmen! Ich freue mich sehr über dieses Jahr der Eisenbahn, denn die Bahn ist ein Verkehrsmittel mit Zukunft und Potenzial, und das nicht nur aus Klimaschutzgesichtspunkten.
Aber wir sollten auch zur Kenntnis nehmen, dass es nicht damit getan ist, ein Jahr der Eisenbahn auszurufen. Von meinem Wohnort Dresden nach Prag brauchen wir für den Personen- und vor allem den Güterverkehr grenzüberschreitend eine Bahnstrecke. Es geht um 150 Kilometer, darunter ein Tunnel. Die Machbarkeitsstudie ist abgeschlossen. Wir sind jetzt in der Vorplanung, und wenn es so weitergeht, gibt es eine Projektabnahme im Jahr 2045. Jeder hier ist dann schon in Rente.
Wenn wir weiter so planen und so bauen, können wir viele Jahre der Eisenbahn ausrufen – wir werden keine Bahnstrecke fertigstellen. Bahnstrecken müssen nicht nur besprochen, sie müssen gebaut werden, und das geht leider auch wegen der EU-Regeln, wegen des Planungsrechts nicht. Wer Jahre der Eisenbahn ausruft, muss beim Planungsrecht, bei den Genehmigungsverfahren und bei der Umsetzung endlich vorankommen. Das geschieht nicht. Deshalb bleibt es leider nur bei der Propaganda und nicht bei der Bahnstrecke.
Łukasz Kohut (S&D). – Mr President, for almost 40 years now, the EU has been choosing a special annual theme to raise awareness on a specific issue, to encourage public debate on it across the EU and to underline its political importance. 2021 has been designated the European Year of Rail, to stir the debate on the contribution of railways to the European Green Deal and the environment.
I consider it to be a very apt choice. I can see from my region – Silesia – how sustainable, innovative and safe a mode of transport rail is. In addition, more and more often, rail takes us to our destination faster than a car. The Częstochowa-Gliwice rail connection and the Katowice-Gliwice railway section are just two countless examples.
We should invest further in developing railway connections in Europe, without a doubt. Next year will be a perfect moment to intensify discussion on this topic. Let’s make public transport great again!
Jan-Christoph Oetjen (Renew). – Herr Präsident, liebe Berichterstatterin Anna, Frau Kommissarin! Ich möchte als erstes vielleicht mal sagen: Papier ist geduldig. In dem Papier, das uns heute zur Abstimmung vorliegt, steht ganz viel Richtiges drin, allerdings leider sehr, sehr wenig Konkretes. Ich habe den Eindruck, dass sehr, sehr viele Kollegen hier im Raum ihre Energie darauf verwenden zu gucken, wie man andere Verkehrsträger schlechter machen kann, statt zu gucken, wie man die Eisenbahn besser machen kann.
Deswegen möchte ich gerne drei Punkte im Bereich Eisenbahn ansprechen, die wir anpacken müssen. Das erste ist das Kapazitätsproblem. Wir haben in vielen Ländern Europas keine Kapazitäten. Um diese zu erhöhen, brauchen wir Investitionen in die Struktur der Schiene – in Frankreich beispielsweise, Frau Kollegin Lechanteux, wird das gemacht, übrigens seitdem Emmanuel Macron an der Regierung ist –, und wir brauchen Digitalisierung im ERTMS. Wir brauchen zweitens: digitale Ticketbuchung, das ist in dem Papier auch angesprochen, und drittens brauchen wir Wettbewerb auf der Schiene.
Wir sehen überall dort, wo es Wettbewerb gibt, dass mehr Menschen bessere Services nutzen, dass mehr Menschen die Schiene nutzen. Schauen Sie beispielsweise nach Italien! Ich glaube, das ist das, was Sie tun müssten. Das, was allerdings im Moment passiert, in der Corona-Krise, ist, dass Staaten weiter Protektionismus betreiben und ihre Staatsunternehmen bevorzugen, statt echten Wettbewerb zu befördern.
Angelo Ciocca (ID). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, la ferrovia, le infrastrutture ferroviarie nella nostra storia sono state la fortuna dell'Europa, la fortuna del nostro paese. Purtroppo però le regole europee negli anni hanno penalizzato questa infrastruttura e questa storia della ferrovia.
Ben venga se l'Europa cambia direzione di marcia e decide di non mettere regole che penalizzano le infrastrutture ferroviarie, ma possono potenziare le infrastrutture ferroviarie. Sicuramente, ma anche grazie purtroppo alla pandemia, abbiamo capito l'importanza delle infrastrutture ferroviarie e della ferrovia per le merci e per le persone.
Io sono fiero, qui da Milano, di poter dire che la Lombardia è protagonista, che la Lombardia è proprio in moto con FNM, con Trenord per essere protagonista anche nel tema ferroviario, anche nel tema del Green Deal con i treni a idrogeno. Sicuramente questa nuova tecnologia, questa sostenibilità ambientale vera va spinta, diventa un vettore pulito importante dove l'università, la ricerca e la tecnologia deve trovare risposte concrete dall'Europa.
Vera Tax (S&D). – Mr President, I would like to thank Ms Deparnay-Grunenberg, our rapporteur. In the Green Deal, it’s so important that we make trains the best alternative to short-distance flying in Europe. So modernisation of our railway system is key in the shift towards sustainable mobility.
What are the two most important steps then? One, we need the network of night trains to be reactivated between our European cities. And second, rail is not only important to connect people or goods from Rotterdam or Hamburg; connectivity of people is so important, even more important in all of our European regions, and therefore it’s important that we invest in our regions, and that we invest in cross-border connectivity.
That’s why I am really glad with this upcoming European year of rail and this is a great opportunity to achieve this connectivity. So let’s do this.
Петър Витанов (S&D). – (начало на изказването без микрофон) споразумение, с което да превърнат следващата година в годината на железопътния транспорт. Това ще даде тласък и ще стимулира сектора, индивидуалните пътувания, товарния превоз, туризма, интермодалните решения, ще насочи повече инвестиции за трансевропейските железопътни инфраструктури и ще принуди някои правителства не да прехвърлят средства към пътищата и не да занемаряват регионалните си железопътни линии, а да положат усилия за тяхното възстановяване.
Единственият начин да постигнем въглеродно неутрален континент е чрез насърчаване на инвестиции в железопътния транспорт и аз съм удовлетворен също, че по време на преговорите бе постигнат компромис за ролята на работниците в железниците, тези над 600 хиляди души, за нуждата от улеснен достъп за хората с увреждания и за амбицията за развитие на нощна мрежа от влакове в цяла Европа.
Всички тези стъпки според мен ще доведат до един ренесанс за железопътния превоз в Европа 200 години след неговото масово въвеждане.
Adina-Ioana Vălean,Member of the Commission. – Mr President, I would like to thank all the Members who took the floor in this debate and for the support they have shown for our initiative, the European Year of Rail.
This shows that the debate has started and it’s so important. I’m looking forward to what we are going to discuss next year. I can assure you that we have big plans. We presented some of them in our strategy for sustainable and smart mobility. We have a good action working programme for next year, which includes a lot of initiatives on rail.
Many topics were raised here. You are all right that we need infrastructure, more focus, ticketing and passengers’ rights. We need everything to work in a very integrated way if we want to achieve a result in our work towards making rail more attractive in Europe. It is needed as an alternative way and for an alternative sustainable mode, but it’s also a business. It is a competitive sector in our economy and we have great people working in the sector. So we are looking at it with hope and with all our determination to help improve it.
Coming back to the proposal, I would very much like to ask you to have this important decision adopted and entered into force before the end of the year. On our side, we have already started the preparatory work. We have had many contacts with the rail sector and other stakeholders, who are very enthusiastic about the actions ahead of us. We need a legal base in place to boost our preparation for the European Year of Rail.
Last but not least, we will need you all to reach as many citizens as possible, and we will need your ideas and your enthusiasm next year to make rail a success in 2021.
President. – The debate is closed.
The vote will take place on Tuesday, 15 December 2020.
Written statements (Rule 171)
Marian-Jean Marinescu (PPE), în scris. – Acordul dintre Parlament și Consiliul European a stabilit ca 2021 să fie Anul european al căilor ferate. Pentru a crește gradul de conștientizare a beneficiilor aduse de transportul feroviar, a fost alocat un buget de peste 8 milioane euro dedicat evenimentelor și acțiunilor de creștere a utilizării transportului feroviar.
Viziunea PPE, preluată și de restul colegilor, pune accentul pe latura practică a programului, respectiv o cheltuire mai eficientă a fondurilor și implementarea normelor în vigoare.
Anul european al căilor ferate 2021 va urmări și direcționarea unor sume din Fondul de recuperare și reziliență către rețeaua TEN-T coridoarele de calea ferată. Urmărim implementarea pachetului legislativ 4 pentru calea ferată, privind deschiderea pieței serviciilor pentru pasagerii europeni, reducerea costurilor și a poverii administrative pentru întreprinderile feroviare din UE și asigurarea Agenției Europene pentru Căile Ferate cu sarcini suplimentare vizând reducerea barierelor tehnice.
Apelul la o mai mare cooperare între administratorii de infrastructură, precum și promovarea acțiunilor de informare digitală a pasagerilor, precum furnizarea de informații în timp real despre ofertele de călătorie, tarifele și orarele, inclusiv de la furnizori independenți, sunt alte măsuri care vor crește eficiența programului Anul european al căilor ferate 2021.
24. En ny strategi för europeiska små och medelstora företag (debatt)
President. – The next item is the debate on the report by Paolo Borchia, on behalf of the Committee on Industry, Research and Energy, on a new strategy for European SMEs (2020/2131(INI)) (A9-0237/2020).
Paolo Borchia, Relatore. – Signor Presidente, onorevoli colleghi, Commissaria, delineare una valida strategia per il futuro delle piccole e medie imprese europee in questa fase storica è un obiettivo ambizioso e il testo scaturito dopo mesi di negoziato serrato è un testo solido e concreto, che è stato pensato e dedicato a chi non ha paura di sporcarsi le mani e lotta quotidianamente per fare impresa – penso ad artigiani, piccoli imprenditori, ragazzi che hanno aperto delle startup, lavoratori dipendenti.
È un documento che vorrebbe anche sfatare il luogo comune che troppo spesso vede l'imprenditore solamente come colui che inquina o colui che evade le tasse. Il 10 marzo scorso la Commissione europea ha diramato una comunicazione dal titolo "Una strategia per le PMI per un'Europa sostenibile e digitale", il giorno successivo – devo dire con beffarda tempistica – l'Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato il Covid pandemia. Era quindi doveroso porsi l'obiettivo di allineare le priorità dell'Unione al mutato quadro socioeconomico.
Solo pochi giorni fa la Presidente von der Leyen, in maniera anche condivisibile, ha giustamente rilevato il ruolo delle PMI nella nostra economia. Stiamo parlando di realtà che sono in grado di impiegare oltre 100 milioni di cittadini europei, generando oltre la metà del PIL dell'Unione. E sono proprio state le PMI quelle che sono state colpite per prime, ma hanno avuto la capacità di dare una risposta per prime riuscendo a riconvertirsi e dando una grossa mano ai cittadini europei.
Vorrei citare qualche esempio: mi fa piacere citare un'azienda della mia regione, il Veneto, che è stata in grado di riconvertirsi e passare dalle arti grafiche alla fabbricazione di mascherine; oppure un fornitore tedesco dell'industria automobilistica, che cito molto volentieri, che è stato in grado di sviluppare nuovi filtri per l'aria; oppure pensiamo alle distillerie irlandesi o italiane che si sono riconvertite alla produzione di disinfettanti.
Le piccole e medie imprese europee devono per forza di cose recuperare competitività e per questo servirà l'aiuto del settore creditizio, anche perché spesso parliamo di aziende sottocapitalizzate. Serve semplificare, in particolar modo, se ci riferiamo all'accessibilità ai fondi europei.
A proposito di burocrazia, secondo un'indagine, circa l'80 % delle imprese europee valuta come eccessivamente onerosa la mole di procedure amministrative a cui sono sottoposte e questa relazione cerca di dare una risposta ponendo degli obiettivi sfidanti ma vincolanti per quanto riguarda la riduzione del carico normativo.
Green Deal: il tema ambientale, dobbiamo renderci conto che la sostenibilità deve essere sì ambientale, ma anche economica e sociale, in quanto nessuno – e ho detto nessuno – deve perdere il posto di lavoro. Per quanto riguarda invece l'innovazione e la digitalizzazione, dovremo stare attenti ad evitare le discriminazioni, pensando anche a quelle realtà che, oggettivamente, fanno fatica ad innovare e sono impossibilitate, per cui l'assistenza e gli strumenti finanziari dovranno essere accessibili anche alle imprese non digitali e non innovative, comprese quelle dell'artigianato tradizionale dei servizi sociali o all'industria creativa, che quindi necessitano di aggiornarsi sul piano digitale per conservare la loro competitività. Le nostre imprese dovranno essere anche per forza di cose protette dalle pressioni sleali dei colossi del mercato e dalla concorrenza sleale.
Io vorrei ringraziare tutti i relatori ombra che hanno contribuito a questo testo, un ringraziamento sincero quindi ai colleghi Giesecke, Cutajar, Dlabajová, Hahn, Roos, Pereira, Corrao, un ringraziamento al mio staff e naturalmente al segretariato della commissione ITRE.
A dispetto della solida maggioranza che in commissione ha sostenuto questo testo, ci saranno anche alcuni colleghi che mercoledì esprimeranno un voto negativo per partito preso. A me dispiace perché al di là di un testo che ha avuto un approccio inclusivo che ha cercato di fare sintesi con le diverse sensibilità dei diversi gruppi, io ritengo che, in questa fase storica, sia necessario contrastare la pandemia agendo in maniera responsabile e quindi pensando alle soluzioni di cui ha bisogno il mondo dell'impresa, pensando quindi a coloro che lavorano nella quotidianità in piccole realtà imprenditoriali.
Concludo con un auspicio, perché veramente vorrei che capissimo, specialmente in questa fase, che chi fa impresa ai tempi del Covid non è qualcuno che chiede il sussidio o chiede un aiutino, ma al contrario è qualcuno che chiede soltanto di essere messo in condizioni di poter lavorare.
Adina-Ioana Vălean,Member of the Commission. – Mr President, honourable Members, it’s a pleasure for me to be part of this debate. Of course we agree with you that small and medium-sized companies are the motor of the European economy and the foundation of Europe’s societal welfare. They make up the majority of companies in all 14 strategic industrial ecosystems and many of them are great innovators. SMEs are front-runners in terms of transition and innovation but depend on an environment in which they can thrive. However, they are less equipped in terms of financial and human resources than large companies, and thus face additional challenges in complying with rules and accessing information, markets and finance.
We agree that SMEs have been hit particularly hard by the COVID crisis. A recent study by a SMEunited indicates that more than 90% of SMEs have reported a decrease in turnover as a result of COVID and about two thirds have reported delayed investment decisions or downsized investments. This can have devastating effects on employment.
As you know, the EU institutions have not been silent observers to the crisis. On the contrary, the Commission took decisive steps immediately and addressed liquidity problems of SMEs, provided practical advice and information via support services such as the Enterprise Europe Network and supported governments to exchange best practices via the SME Envoy network.
Moving now from initial short-term relief to economic recovery, the SME strategy becomes the reference tool of support. A Eurobarometer survey released on 23 September confirmed the relevance of the three pillars of the strategy: capacity-building and support for the twin transition; reducing red tape and improving market access to the single market and beyond; and last but not least, improving access to finance.
Adopted just before the pandemic hit the EU with full force, the SME strategy is flexible enough to adapt to the new reality. Implementation of most actions has started and many have been adjusted. Furthermore, the Commission is pushing the effectiveness of the Late Payment Directive to improve SMEs’ liquidity. Activities will focus in the short to medium term on particularly affected ecosystems such as tourism.
Under the Enterprise Europe Network the Commission is helping SMEs respond to the crisis by creating partnerships among them. It is also providing information to SMEs and supporting innovation, including through the European Innovation Council. The Enterprise Europe Network will be enhanced to provide advice on sustainability to SMEs and it will work closely with digital innovation hubs to provide a seamless service of advice to SMEs at local and regional level.
Our commitment to SMEs does not end with the SME strategy. Small businesses are mainstreamed into most EU policies – for example the Green Deal, the industrial strategy, the single market action plan – and will specifically consider SMEs’ needs when updating the industrial strategy. They are also firmly anchored in our better regulation agenda. We systematically screen our legislative proposals for their impact on SMEs. Such analysis is mandatory and carried out in a proportionate way for every new proposal. A similar systematic approach to reviewing the impact of amendments to legislative proposals on SMEs might be considered by the co-legislators.
The EU’s crisis response and the SME strategy support European SMEs in a complementary way. This is why it is imperative that the recovery package and the SME strategy go hand in hand. SMEs must benefit from investment and reforms funded under the recovery and resilience facility, which is why the Commission is working with Member States to address their needs in their national recovery and resilience plans.
The upcoming InvestEU Programme will provide crucial recovery-support to all types of companies, including traditional SMEs. It will place a strong focus on key policy priorities such as the Green Deal objectives and digitalisation. The overarching idea of InvestEU is to simplify today’s diverse landscape of financial instruments and to streamline operations. We agree that SMEs would benefit from a single digital entry point for all enquiries on EU financing opportunities for them. The access-to-finance.eu website already offers such a service. We recognise the essential role of banks in financing the European economy, notably small and medium-size enterprises. We have seen how banks have been part of the solution during the COVID crisis and we are building and reinforcing the various pillars of the banking union. At the same time, improving the possibilities for SMEs to tap into capital markets is also essential. The capital markets union initiative aims at widening SMEs’ access to alternative channels of funding such as equity.
The Commission is also setting up the SME initial public offerings fund that will in particular seek to support SMEs’ access to public markets for financing. We welcome the Capital Markets Union recovery package as an important step to increase SMEs’ visibility towards investors. We share the call for more female entrepreneurship: InvestEU will help stimulate investment in female-led companies and funds to increase the talent pool and innovation.
Global markets are already an important source of growth for SMEs. Small businesses represent 88% of all EU exporters, they account for one third of all EU exports supporting more than 30 million jobs. We will continue to focus on supporting SMEs in the recovery phase. The launch of the new Access2Markets portal is an important step forward to help them. In the medium term, the portal will work in synergy with other information portals and databases for businesses, notably the matchmaking portal of the Enterprise Europe Network and the single digital gateway which will provide integrated information sources and support for European businesses. Thank you for listening to me. I’m looking forward to listening to you.
Атидже Алиева-Вели, докладчик по становището на комисията EMPL. – Уважаеми г-н Председател, скъпи колеги, считам че този доклад – плод на добрата работа на различни комисии и политически групи – ясно отчита позицията на Европейския парламент за важността на новата стратегия за малките и средни предприятия.
Породеното от Ковид-19 икономическо сътресение има пагубен ефект върху значителен брой микро, малки и средни предприятия и те имат спешна нужда от разширяване на възможностите за финансиране, както и от подходящи и целенасочени мерки. Считам, че новата стратегия трябва да постави и акцент върху дигиталните умения, засилване на професионалното обучение, ученето през целия живот, квалификациите и преквалификациите. Малките и средните предприятия следва да бъдат в центъра на Европейския зелен пакт и Плана за възстановяване и да бъдат подкрепени с адаптирани финансови инструменти и благоприятна законодателна среда.
В този процес е важно да се гарантират правата на работниците, социалните и здравни стандарти, както и опазването на околната среда.
Liesje Schreinemacher, Rapporteur voor advies IMCO. – Voorzitter, ik spreek vanavond vanuit Den Haag, uit ons kantoor aan het Binnenhof. Zojuist heeft onze minister-president zo’n 100 meter verderop nieuwe maatregelen aangekondigd om de coronacrisis te lijf te gaan. Het waren stevige en noodzakelijke maatregelen, maar wel ontzettend moeilijk voor mensen thuis en ook voor onze horeca, onze winkeliers en ons mkb. Hoewel niet iedereen even hard wordt geraakt, staan veel van onze mkb’ers nu voor levensgrote uitdagingen, en dat terwijl de coronacrisis ons eerder al heeft laten zien dat het mkb onmisbaar is. Deze ondernemers, waaronder zelfstandigen, innovatieve start-ups, en familiebedrijven, scheppen banen, maken innovatieve producten en dragen uiteindelijk allemaal bij aan ons economisch herstel. En net als iedereen hoop ik dat we de coronacrisis zo snel mogelijk te boven zijn. Wij zullen daarom vanuit Europa inzetten op de betere toegang tot financiering, het verminderen van de regeldruk en het veilig delen van data. Op die manier helpen we ons mkb in de huidige crisis overeind te blijven, zodat ze verder kunnen groeien en blijven innoveren.
Pina Picierno, relatrice per parere della commissione per l'agricoltura. – Signor presidente, onorevoli colleghi, Commissaria, come relatrice del parere in commissione agricoltura, vorrei soffermarmi soprattutto sulla situazione che le nostre piccole e medie aziende agricole stanno vivendo in questo periodo, ma anche sulle loro necessità, più in generale.
Allora, le priorità in questo momento sono chiare e sono quelle di garantire stabilità e continuità alla filiera agroalimentare, che è stata colpita così duramente e così gravemente in alcuni suoi settori da questa pandemia. Ma le necessità delle piccole e medie imprese e aziende in campo agricolo vanno anche oltre la particolare situazione che stiamo vivendo. E la strategia europea risulterà allora fondamentale per garantire la loro produttività. In particolare, il sostegno europeo dovrebbe servire a migliorare la loro capacità di stare sul mercato, di aprirsi alle esportazioni, ma anche di diversificare i loro prodotti e servizi, nell'ottica della nuova strategia "dal produttore al consumatore" che, sottolineo, non dovrà trasformarsi in un ulteriore eccessivo onere amministrativo per i nostri agricoltori.
Credo inoltre sia particolarmente importante nel settore agricolo che la strategia si concentri sul promuovere i giovani e le donne che purtroppo sono poco presenti nel tessuto delle piccole e medie imprese agricole.
Victor Negrescu, Raportor pentru aviz, Comisia pentru cultură și educație. – Domnule președinte, IMM-urile reprezintă 99 % din companiile europene, generând peste jumătate din produsul intern brut al Uniunii. Acestea asigură 75 de milioane de locuri de muncă, însă pandemia face ca activitatea lor să fie tot mai dificilă. Salvarea IMM-urilor europene de la faliment presupune debirocratizare, digitalizare, educație antreprenorială, un acces mai ușor la finanțare, atât la fondurile europene cât și la finanțări private pentru dezvoltare.
O atenție sporită trebuie acordată industriilor culturale și creative: IMM-urilor de tineret, din zona de media sau de sport, dar și producătorilor locali, magazinelor de cartier și afacerilor familiale, care au avut foarte mult de suferit în perioada aceasta. Menționez două proiecte incluse în opinia formulată în calitate de raportor al Comisiei CULT și susținute de mediul de afaceri din România: dezvoltarea unui birou unic de consiliere pentru IMM-uri la nivel european și instituirea unei inițiative pentru crearea a peste un milion de noi start-up-uri la nivel european.
Strategia europeană privind IMM-urile va defini cum va arăta economia europeană pe viitor și de aceea este important ca planul european de relansare economică să sprijine în mod real IMM-urile și în mod special să avem această alocare de 2 % pentru sectorul cultural și creativ.
Jens Gieseke, im Namen der PPE-Fraktion. – Herr Präsident, Frau Vălean, Frau Kommissarin! Ich möchte mich auch beim Berichterstatter, Paulo Borchia, und den Schattenberichterstattern für die sehr gute Zusammenarbeit bedanken.
Die kleinen und mittleren Unternehmen sind das Rückgrat unserer Wirtschaft, da haben wir einen breiten Konsens. Ich glaube, jetzt müssen unseren Worten aber auch Taten folgen. Beim Bürokratieabbau zum Beispiel fordern wir die Kommission auf, bis zum 30. Juni 2021 ein verbindliches Bürokratieabbauziel zu benennen. Wir brauchen einen verbindlichen, einen verbesserten KMU-Test: Alle Gesetzesvorschläge müssen überprüft werden auf die Folgen für kleine und mittlere Unternehmen.
Ein zentrales Anliegen ist schon angesprochen worden: der SME Envoy, der Mittelstandsbeauftragte. Ehrlich gesagt, warten wir hier schon zu lange; über 13 Monate warten wir auf diesen Ansprechpartner. Die Wirtschaft braucht diesen Ansprechpartner, und das darf kein zahnloser Tiger sein. Er muss direkt bei der Kommissionspräsidentin angesiedelt sein, und er muss Durchgriffsrechte auf alle Generaldirektionen haben, damit das auch zum Erfolg führen kann.
Wir werden in den kommenden Jahren 1,8 Billionen EUR ausgeben. Wir werden nur erfolgreich sein, wenn wir den richtigen Rahmen für den Mittelstand setzen. Mit einem erfolgreichen Mittelstand werden wir erfolgreich sein, nicht mit Bürokratie, nicht mit Regulierung. Wir müssen Unternehmertum ermöglichen, und in unserem Bericht sind sehr gute Vorschläge. Lassen Sie uns direkt an die Arbeit gehen und das jetzt zügig umsetzen.
Josianne Cutajar, f’isem il-grupp S&D. – Dan ir-rapport dwar l-istrateġija Ewropea għall-intrapriżi żgħar u ta’ daqs medju hu tragward importanti biex ngħinu li dawn in-negozji jikkumbattu l-kriżi ekonomika li qed jiffaċċjaw minħabba l-pandemija. U biex inressquhom lejn l-opportunitajiet li joffru t-tranżizzjoni diġitali u ambjentali.
L-SMEs, il-mikrointrapriżi, spiss negozji tal-familja, huma xempju tal-valuri pożittivi fis-soċjetà tagħna. Il-perseveranza, it-teħid ta’ riskji, is-sens qawwi ta’ kollaborazzjoni. Madankollu, l-isfidi strutturali li l-intrapriżi tagħna ffaċċjaw fl-aħħar xhur għadhom magħna u rridu nsolvuhom. Dawn ix-xhur ta’ ħidma ma taqta’ xejn fuq din l-istrateġija kienu ta’ opportunità biex nisma’ mill-qrib lill-komunità tan-negozju, it-trade unions u l-atturi diversi f’Malta u fi Brussell.
Illum aktar minn qatt qabel ninsab konxja tal-ansjetajiet kif ukoll ix-xewqat tagħhom. Nagħmel aċċenn pereżempju għall-aċċess tal-intrapriżi għall-finanzi li f’dal-perjodu nbidel fi ħtieġa urġenti għal-likwidità. Naħseb fl-SMEs tagħna li jaħdmu fil-qasam tat-turiżmu u l-ospitalità, liema qasam prattikament ħa daqqa ta’ ħarta mhux biss f’pajjiżna iżda fl-Unjoni kollha.
Nirreferi wkoll għan-nuqqas ta’ informazzjoni li ħafna SMEs isofru fejn jidħlu l-opportunitajiet tal-fondi Ewropej. Għaldaqstant nilqa’ l-miżuri progressivi li jinsabu fi ħdan din l-istrateġija. Dawn il-miżuri jfissru wkoll kisba politika importanti għall-familja politika tiegħi. L-attenzjoni li nagħtu lill-irkupru mill-pandemija, id-drittijiet tal-ħaddiema u l-enfasi fuq il-ħiliet meħtieġa biex nimxu ‘l quddiem fil-qalbiet diġitali u dawk ambjentali.
Ninsab kuntenta li hemm referenza b’saħħitha fejn nindirizzaw ukoll l-intraprendituri nieqsa inklużi dawk femminili. Għad hemm ħafna xi jsir biex negħlbu l-qabża fil-ġeneru fejn jidħlu l-intrapriżi u s-suq tax-xogħol. Dejjem ngħidu li l-SMEs huma s-sinsla tal-ekonomija tagħna iżda spiss nieqfu hawn mingħajr wisq azzjoni. Illum qed nittama li dan ir-rapport, li jien inqis ambizzjuż, jibda jbiddel din ix-xejra u għalhekk li ninsisti li jiġi implimentat b’mod mill-aktar effettiv.
Martina Dlabajová, za skupinu Renew. – Pane předsedající, na strategii pro malé a střední podniky jsme čekali dlouho. Podnikatelé mají za sebou těžký rok a pandemie dostala do naší pozornosti to, po čem volají už roky.
Nový evropský rozpočet a mimořádný fond obnovy nabízí obrovské množství zdrojů k obnově ekonomiky a také k financování výzkumu, inovací a transformace průmyslu. Je to obrovská příležitost a je důležité, aby se tato informace dostala k malým a středním podnikům. Přístup k financování však nesmí být omezen velikostí a možnost žádat o finance nesmí být složitá ani administrativně náročná.
Naše zpráva jasně říká, co mají udělat členské státy – nepřidávat další administrativní zátěž. Ale naopak co nejvíce zjednodušovat procedury a maximálně využívat možnosti digitalizace. A hlavně – chovat se k podnikatelům férově.
Evropské programy letos podpořily velké množství menších podniků, které pandemie přiměla znovu probudit svého podnikatelského ducha a talent a představit inovativní řešení nebo přijít na trh s něčím novým, aktuálně potřebným. Programy, jako je Horizont Europe nebo Digitální Evropa, to musí reflektovat a musí podávat pomocnou ruku ambiciózním startupům, ale i zavedeným firmám.
Jako stínová zpravodajka jsem měla při práci na této zprávě jasnou vizi – stanovit si konkrétní a měřitelné cíle a pravidelně každý rok vyhodnocovat, jestli je plníme a jestli se podnikatelské prostředí skutečně zlepšuje. Jsem proto ráda, že zpráva obsahuje můj návrh na každoroční „Projev o stavu Unie pro malé a střední podniky“. Jedině zodpověděným skládáním účtů a diskuzí se posuneme dál a skutečně zajistíme, aby tyto firmy byly v centru naší pozornosti, jak si zaslouží.
PRESIDÊNCIA: PEDRO SILVA PEREIRA Vice-Presidente
Jérôme Rivière, au nom du groupe ID. – Monsieur le Président, nos petites et moyennes entreprises sont au cœur des économies de nos nations européennes. Elles représentent plus de 50 % des importations internes à l’Union européenne. Elles sont les premiers pourvoyeurs d’emplois au sein des pays de l’Union. Elles disposent de savoir-faire qui sont souvent un héritage ancien transmis de génération en génération. Elles sont aussi en pointe pour l’innovation, et les PME françaises, notamment, en sont un exemple extraordinaire.
Ce patrimoine constitué par nos PME doit être conservé et protégé et nous devons en faire la promotion. Malheureusement, ces trésors d’expérience et de créativité se heurtent à la politique de la Commission: soutien incessant aux grands groupes, création permanente de normes administratives et techniques toujours plus contraignantes, contraintes juridiques absurdes, comme l’interdiction faite aux États d’avoir une politique volontariste, sous peine de contredire la sacro-sainte règle de la concurrence libre et non faussée au sein du marché européen. Voici quelques-uns des innombrables obstacles auxquels doivent faire face ces forces vives européennes. Les résultats de cette politique sont catastrophiques.
Ainsi l’exemple de Photonis, PME française spécialisée dans le matériel militaire de pointe, innovante aussi en matière de tests contre l’épidémie de COVID à laquelle nous faisons face, déjà vendue aux Américains, sans que la France ait pu mettre en place une politique protectionniste et nationale sur ces savoir-faire pourtant essentiels à notre souveraineté. Un Small Business Act à la française permettant de privilégier nos entreprises plutôt que celles de l’étranger aurait permis d’éviter une telle dérive. La crise en accentue la nécessité. Arrivés au pouvoir en France, nous le ferons.
Cette crise, entraînée par des restrictions souvent incompréhensibles de nos gouvernants, affecte durement ces entreprises. En France, on estime à 10 % le risque de défaillance des PME. L’Europe se vide de ses forces vives, préférant la mobilité constante à la solidité enracinée, un monde hors-sol à des savoir-faire nationaux. Sans protection à ses frontières, elle a livré les pays membres à une concurrence déloyale. Il nous faut urgemment retrouver, sur ce terrain aussi, notre souveraineté.
Henrike Hahn, im Namen der Verts/ALE-Fraktion. – Herr Präsident! Kleine und mittlere Unternehmen in Europa brauchen die besten Rahmenbedingungen und die beste Unterstützung dabei, resilient, wettbewerbsfähig und nachhaltig zu wirtschaften. Jetzt in der Corona- und der Klimakrise spielen die kleinen und mittleren Unternehmen eine absolut zentrale Rolle beim Aufbau, und deswegen brauchen wir dringend eine KMU-Strategie der EU, die versucht, den Green Deal als Konjunkturprogramm wirken zu lassen – und das ist auch eine Riesenchance.
Ja, wir brauchen eine Reduzierung von unsinnigen komplizierten Regulierungen und Verwaltungsvorschriften für Unternehmen. Aber die Umsetzung des One-in-one-out-Prinzips hilft nicht nach der Holzhammermethode. Wir brauchen gezielte Antworten darauf, welche Regeln warum ein Problem für Unternehmen sind – auch, um solche Dinge zukünftig besser zu machen. Wichtig ist, dass Regulierungen und Vorschriften in sich stimmig sind und transparent und ehrlich mit einem realistischen Umsetzungszeitplan verknüpft sind. Verfahren müssen dabei benutzerfreundlich sein, auf die Unternehmenstypen zugeschnitten, zusammen mit einem besseren Beratungsangebot, und das sind klare Punkte.
Kleine und mittlere Unternehmen brauchen jetzt zum Überleben rasche Entscheidungen, angemessene Finanzierungen und schnellen Zugang zu Liquidität. Und wir müssen außerdem in Europa die Anzahl der Unternehmensgründerinnen und Managerinnen durch einen verbesserten Zugang zu Finanzmitteln und zu Bildungsinitiativen steigern. Wir brauchen eine moderne KMU-Strategie, die ganz klar den Green Deal in den Mittelpunkt stellt – für eine nachhaltige soziale Wirtschaft in Europa.
Robert Roos, namens de ECR-Fractie. – Voorzitter, Mkb-bedrijven vormen de ruggengraat van onze economie. Zij verdienen het geld, dat in Brussel met groot gemak en vaak op ondoordachte wijze wordt uitgegeven. Al veel te lang krijgt het mkb in Brussel niet de erkenning die het verdient. Regeldruk en onvoldoende toegang tot kapitaal frustreren het ondernemerschap. Waarschijnlijk komt dat omdat mkb’ers geen lobbyisten zijn. Het zijn échte ondernemers, mannen en vrouwen van de werkvloer. Ze hebben geen sneltoets op hun telefoon waarmee ze mevrouw von der Leyen te spreken krijgen, of het kantoor van Frans Timmermans, zoals de multinationals van deze wereld.
Maar eerlijk is eerlijk: het voorstel waar wij de handen voor op elkaar hebben gekregen, is zeer degelijk. Wij geven als Europees Parlement de Commissie twee duidelijke opdrachten mee. Ten eerste: de Commissie moet met bindende voorstellen komen om regeldruk en administratieve lasten voor het mkb te verminderen. Ten tweede: een bindende mkb-test waarmee de kosten en baten van wetgevingsvoorstellen voor het mkb kunnen worden beoordeeld, inclusief de economische impact en de impact op hun werknemers. Het is wel zo dat de belangen van het midden- en kleinbedrijf in dit huis dagelijks bevochten moeten worden. Die strijd blijf ik onverminderd voeren. Dit zijn voorstellen waarmee we thuis kunnen komen.
We sluiten 2020 bijna af. Ik wens u allen, en in het bijzonder onze mkb’ers, na alle tegenspoed van dit jaar, een fijn kerstfeest en een goed en gezond 2021 toe.
Sandra Pereira, em nome do Grupo GUE/NGL. – Senhor Presidente, na heterogeneidade das pequenas e médias empresas encontram-se o pequeno comércio, livrarias, papelarias, cafés, restaurantes, cabeleireiros, esteticistas, mas também escritórios de contabilidade, de arquitetura e outros pequenos negócios, empresas de transporte, como os táxis, e outras relacionadas com o turismo, entre muitas outras áreas e setores de atividade. São empresas que lutam diariamente contra o peso esmagador dos grandes grupos económicos e contra a concorrência desigual e desleal levada a cabo por multinacionais que contribuem para o dumping social, a desregulação das relações laborais e a insolvência.
Uma estratégia que sirva os interesses destas empresas terá de ter em conta, entre outros aspetos, apoios de emergência reforçados da União Europeia colmatando as desigualdades existentes, a intervenção e o apoio dos Estados no pressuposto da manutenção dos postos de trabalho, da defesa dos salários e do respeito pelos direitos dos trabalhadores, a criação ou o fortalecimento de organismos públicos vocacionados para as questões das pequenas e médias empresas e a importância da banca pública no apoio à promoção e ao desenvolvimento das suas atividades. Estas são algumas propostas pelas quais continuaremos a lutar.
Miroslav Radačovský (NI). – Pán predsedajúci, 1,24 milióna malých a stredných podnikov tvorí základ hospodárstva Európskej únie. Pred pandémiou malé a stredné podniky vytvorili viac ako polovicu HDP Európskej únie a zamestnávali približne 100 miliónov zamestnancov.
Hospodárska kríza vyvolaná pandémiou priviedla značný počet malých a stredných podnikov vrátane mikropodnikov na okraj úpadku, a to aj v Slovenskej republike. Musí sa im preto venovať náležitá pozornosť pri podpore a čerpaní finančných zdrojov. Najdôležitejším zdrojom, alebo zdrojom, ktorý sa praktizuje pre malé a stredné podniky v Európskej únii, sú tradičné bankové úvery, čo je však pre naštartovanie malých a stredných podnikov a vôbec pre podniky startupové neprijateľné alebo celkom nie prijateľné.
Je preto potrebné uprednostňovať granty.
Daňové úľavy tiež nie sú tým najlepším riešením.
Je potrebné, aby Európska komisia naliehala na národné štáty, aby za najväčšiu politickú prioritu uznali ochranu zamestnanosti a prežitie malých a stredných podnikov, mikropodnikov a vznik startupov. Pri čerpaní finančných zdrojov malými a strednými podnikmi majú byť tieto priamo zapojené prostredníctvom svojich zástupcov, prostredníctvom regiónov, tak ako je to u priateľov vo štvorke v Poľsku, a tiež je nevyhnutná pomoc pri digitalizácii činnosti malých a stredných podnikov.
A tiež vám želám šťastné a veselé Vianoce ako Miroslav Radačovský, slovenský patriot.
Maria da Graça Carvalho (PPE). – Senhor Presidente, Senhoras e Senhores Deputados, a estratégia que hoje debatemos será decisiva para apoiar as PME na dupla transição para a Europa digital e verde. Sublinho três aspetos nos quais a União Europeia pode fazer a diferença: a simplificação, reduzindo drasticamente os encargos administrativos para as PME e fixando uma meta vinculativa para diminuir a carga burocrática de pelo menos de 30%. Isto implica a monitorização constante de todas as iniciativas legislativas que abranjam estas empresas.
Em segundo lugar, promovendo a inovação e a transformação digital, por exemplo através de programas de apoio à ciência, à inovação, à formação nas PME, bem como adotando outras medidas que tornem o ecossistema de inovação mais sólido na Europa.
Finalmente, devem ser eliminadas as barreiras nos investimentos e no acesso ao financiamento. As medidas de recuperação devem ser articuladas com iniciativas nacionais e regionais, de forma a maximizar as oportunidades para as PME.
Lina Gálvez Muñoz (S&D). – Señor presidente, en los últimos cinco años, las pymes han creado alrededor del 85 % de los nuevos productos de trabajo en Europa, mientras que algunas grandes empresas, como buenos jugadores globales, han destruido más empleo del que creaban.
Pues esas pymes, que son tan importantes para la fijación de riqueza y de empleo en el territorio, están sufriendo ahora especialmente con la COVID. Por ello tenemos que realizar un esfuerzo adicional para que los 25 millones de pymes que tenemos en Europa sigan generando empleo, que ese empleo sea de calidad y que además se mantengan competitivas.
Con el desbloqueo del presupuesto europeo, ahora debemos afrontar la recuperación con proyectos que contribuyan a una transformación que sea íntegra, verde, digital, pero también social, donde tengan cabida las pymes, pero también la economía social o también las emprendedoras, que sumaron el 30 % de todas las personas que emprenden, pero solamente reciben el 2 % de la financiación, y ahora con la COVID han bajado al 1 %.
El apoyo a las pymes es claro para una recuperación más equilibrada, más social, pero también más innovadora. No olvidemos, por ejemplo, que detrás de la vacuna de Pfizer está una pyme alemana. Así que nuestra responsabilidad es apoyarlas.
Nicola Danti (Renew). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, signora Commissaria, la crisi attuale rischia di far pagare il conto più alto alle piccole e medie imprese. Ecco perché è indispensabile garantire loro liquidità e stanziare risorse per renderle protagoniste nelle sfide del futuro, quale la rivoluzione green e quella digitale.
La relazione che voteremo ha il merito di riconoscere alle PMI il ruolo di vera e propria spina dorsale dell'economia comunitaria, di evidenziare l'importanza di una sempre maggiore semplificazione amministrativa e di un supporto adeguato per la ricerca di innovazione. La necessità, dunque, di creare un ecosistema economico favorevole che consenta alle PMI di dispiegare appieno il loro potenziale.
Le PMI sono anche un pilastro dell'export europeo. Tale vocazione deve essere sostenuta con azioni di sensibilizzazione sulle opportunità che derivano dagli accordi commerciali e con l'inclusione in questi ultimi di capitoli dedicati, al fine di negoziare condizioni preferenziali di accesso ai mercati esteri, abbattere le barriere non tariffarie e migliorare la cooperazione regolamentare.
Isabella Tovaglieri (ID). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, proprio oggi l'istituto di statistica italiano ha dichiarato che, tra l'estate e l'autunno, quasi il 70 % delle imprese ha subito riduzioni di fatturato rispetto allo stesso periodo del 2019. Sono tantissime in Italia e in Europa le imprese in grande sofferenza a causa delle conseguenze della pandemia, che di fatto ha pesantemente aggravato una crisi economica già in atto prima del Covid.
Ringrazio quindi il collega Paolo Borchia per il lavoro da lui svolto sul dossier per il rilancio delle PMI. Questo dossier, che parla di fondi per la digitalizzazione e la formazione, è certamente un punto di partenza molto importante per il supporto delle realtà che tengono vivo il nostro paese grazie alla loro proverbiale capacità d'impresa.
Ma l'Europa deve fare di più. Parlare di formazione e digitalizzazione non basta, infatti, se nel contempo non alleggeriamo la burocrazia e le tasse, che di fatto impediscono alle imprese di superare la crisi e di essere competitive sul mercato interno internazionale ed europeo. Diciamo quindi, ancora una volta, "no" alle certificazioni green e alle ecotasse, come la plastic tax, che penalizzerà certamente le nostre imprese e aprirà al contempo le porte dell'Europa ai prodotti cinesi a più alto impatto ambientale.
Diciamo "no" al Nutri-score che è un'aperta dichiarazione di guerra al nostro Made in Italy; diciamo invece "sì" alla tracciabilità con l'obbligo di indicare in etichetta le provenienze delle materie prime e dei prodotti alimentari e questo a tutela delle nostre filiere e soprattutto della salute dei nostri consumatori.
Diciamo "sì", infine, a giuste limitazioni allo strapotere dei colossi digitali che uccidono le piccole e medie imprese la cui sopravvivenza dipende anche da tutte queste questioni ancora irrisolte. Gli imprenditori ci chiedono di affrontarle con pragmatismo e senza ideologie per poter continuare a lavorare, a creare occupazione, a innovare, a crescere, dando nuove speranze all'Italia e con l'Italia a tutta Europa.
Claude Gruffat (Verts/ALE). – Monsieur le Président, Madame la Commissaire, chers collègues, le commissaire Thierry Breton a raison: pour tirer les enseignements de la crise et viser enfin l’autonomie stratégique, il faut aider les entreprises championnes européennes.
Mais nous n’avons pas la même définition de ce que sont ces fameuses championnes européennes, et nous ne partageons pas les mêmes priorités en termes d’autonomie stratégique. Quand la Commission pense aux grosses entreprises de l’industrie, de la défense, de l’aérien, de l’automobile carbonée, moi je pense aux PME, qui assurent un lien social, les circuits courts, la revitalisation écologique et l’emploi sur nos territoires.
Le véritable tissu stratégique pour l’Europe n’est pas constitué des quelque 40 000 multinationales et grosses entreprises sans ancrage territorial et capitalisant sur la crise. Ce sont les 24 millions de PME qui nous nourrissent et créent de l’emploi. Malheureusement, ce sont celles-là qui ont le plus souffert de la crise.
Je ne veux pas opposer ici PME et multinationales, mais je veux montrer les inégalités de traitement via les aides d’État en Europe. À ce jour, moins de 10 % des 3 000 milliards d’aides d’État vont aux TPE et PME. Les 90 % restants sont captés par les grandes entreprises. Cette disproportion n’est pas acceptable.
Alors, oui: investissons dans notre autonomie stratégique, soutenons nos championnes européennes, mais faisons-le de façon plus juste, plus équilibrée, plus proportionnée.
Tiziana Beghin (NI). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, le PMI non sono solo la spina dorsale della nostra economia, sono anche le gambe su cui l'Europa corre.
25 milioni di imprese che danno lavoro al 66 % di tutta la nostra forza lavoro, oltre cento milioni di europei. Il 99 % di tutte le imprese europee sono PMI e da sole costituiscono oltre la metà del PIL, ma oggi sono in difficoltà e in questa terribile pandemia noi non dobbiamo lasciarle sole.
L'Europa ha mobilitato ingentissime risorse per la ripresa, ma stanziare finanziamenti non basta. I miliardi del Recovery Fund, gli investimenti della BEI e tutti i fondi europei del prossimo ciclo finanziario devono assolutamente arrivare alle PMI, soprattutto a quelle colpite più duramente da questa pandemia nei settori turistici, della ristorazione, creativi, della mobilità e non solo.
Inoltre, per il futuro, dobbiamo rafforzare le nostre PMI, dobbiamo concentrarci su digitalizzazione, formazione e innovazione. Queste indicazioni sono presenti nel testo del relatore e lo ringrazio per aver presentato un documento equilibrato e condivisibile, che quindi sosterremo.
Markus Pieper (PPE). – Herr Präsident, Frau Kommissarin! Das Parlament empfiehlt heute eine Strategie für KMU, ja. Ausdrücklicher Dank an die Beteiligten, bei uns Jens Gieseke – immer unermüdlich unterwegs in Richtung better regulation und KMU-Definition.
Ja, wir empfehlen heute Bürokratieabbau. Wir müssen aber zur Kenntnis nehmen, dass das Gegenteil geschieht. Wir haben ein Lieferkettengesetz vor Augen, wie es dem Europäischen Parlament vorschwebt. Das wird ein KMU, ein kleines Unternehmen mit 250 Beschäftigten und einem Exportanteil von 90 Prozent, nicht überleben. Von diesen Betrieben gibt es aber hunderte in Europa. Wir haben eine Taxonomie, die ökologische Kriterien bei Krediten und Unternehmensführung vorschreibt – das ist ein erheblicher Eingriff in die Souveränität der Betriebe. Müssen die Betriebe nicht schon ohnehin die strengsten Umwelt- und Klimaauflagen global einhalten? Warum jetzt der komplizierte Umweltnachweis, wenn man Finanzierung braucht?
Meine Damen und Herren, Energiewende und nachhaltige Produktion – das gelingt doch nur, wenn man Betriebe mitnimmt und sie nicht gefährdet. Deshalb muss die Kommission jetzt Ernst machen. Für zusätzlichen Verwaltungsaufwand muss es an anderer Stelle Entlastung geben. One in, one out heißt die Regel, die uns am Anfang der Legislatur versprochen wurde. Machen Sie endlich Ernst damit!
Robert Hajšel (S&D). – Mr President, we all hope that the COVID crisis will be over soon, but the economic and social consequences of this pandemic will be reality for the upcoming years. It is high time to prove what we in this House have expressed millions of times, that SMEs are the backbone of our economy, providing about 70% of jobs in the EU. We need to safeguard those millions of jobs, preventing increasing unemployment and the deepening of social inequalities. Now more than ever we have to transform words into action. This strategy aims to support 25 million SMEs in Europe, their survival and their post-COVID recovery. It is essential to strengthen their resilience and enable a successful green and digital transformation. Not only do we need to reduce administrative burdens and simplify procedures, but we also need to fight to strengthen workers’ rights. I hope our efforts and concrete steps will help them bring our economy back on track and leave no one behind.
Valter Flego (Renew). – Poštovani predsjedavajući, iza nas je jako teška godina. I ovih dana svima je teško. Uz zdravstvenu krizu koju ćemo, nadam se, uskoro pobijediti čeka nas jako jako teška bitka za oporavak gospodarstva.
Slijedi borba za ostanak na tržištu, i malih i velikih i sad je pravi trenutak za koordiniranu europsku pomoć gospodarstvu zbog pandemije, ali i zbog potrebe za digitalnom i zelenom transformacijom našeg gospodarstva. To, naravno, košta i taj teret nikako ne smije pasti na leđa samo isključivo gospodarstvenicima. I zato, ne zaboravite postoje projekti i investicije koje se mogu odgoditi, ali gospodarstvo treba pomoć sada i odmah, a u isto vrijeme države trebaju učiniti mnoge potrebne, a previše vremena odgađane reforme kako bi rasteretile naše gospodarstvo. Onda će to dovesti do konkurentnosti gospodarstva, onda će to dovesti do novih radnih mjesta, do rasta BDP-a.
I neka nam ova nova strategija bude nit vodilja za proračun 2021. - 2027., stalni i čvrsti oslonac našem gospodarstvu da ga sačuvamo i osnažimo za sve ono što nas čeka sutra. Sretno!
Maximilian Krah (ID). – Herr Präsident, meine lieben Kolleginnen und Kollegen! Wirtschaftliche Innovation und Wachstum, aber auch die meisten Arbeitsplätze, bestehen bei den kleinen und mittleren Unternehmen. Wir erleben seit Jahren den Trend, dass es eine unheilvolle Allianz von Regierungen und Großindustrie gibt, mit dem Ergebnis, dass der Mittelstand immer kleiner, aber die großen Vermögen und die großen Unternehmen, die globalen Mitspieler, immer größer und mächtiger werden. Corona verstärkt diesen Trend: Wenn die Mittelschicht leidet, gewinnen große Konzerne wie Amazon und Big Tech immer weiter.
Wir unterstützen den heutigen Antrag, weil er zumindest ein Zeichen setzt, dass wir hier korrigieren wollen. Er geht aber nicht weit genug. Er bekämpft nämlich nicht die Überbürokratisierung und Überbesteuerung, die gerade im Mittelstand verheerende Folgen hat. Er dreht nicht den verhängnisvollen Trend um, sondern er ist ein Anfang im günstigsten Fall oder ein Feigenblatt im schlechtesten Fall. Was von beiden es ist, werden wir sehen, wenn wir die weitere politische Entwicklung betrachten. Für unsere Fraktion ist klar: Es muss ein Anfang sein und darf kein Feigenblatt werden.
Mislav Kolakušić (NI). – Poštovani predsjedavajući, ova strategija i mjere koje predlažemo u ime Parlamenta moći će pomoći mnogim poduzećima.
Nažalost, velikom broju poduzeća, malih i srednjih, iz područja ugostiteljstva, iz područja turizma te mjere neće pomoći. Što njima najviše može pomoći? Njima može pomoći da PCR testove ograničimo na maksimalno 25 ciklusa. Trenutno i od početka pandemije PCR testovi se provode na 45 ponavljanja. Iznad 35 ponavljanja lažnost pozitivnih testova iznosi sto posto. To je utvrđeno brojnim znanstvenim radovima. To je sada utvrđeno i presudama portugalskih sudova povodom tužbi njemačkih građana.
Ograničimo testove na 25 ponavljanja. Imat ćemo neusporedivo manji broj kako oboljelih tako i umrlih.
Pilar del Castillo Vera (PPE). – Señor presidente, no voy a repetir con datos la importancia de la pequeña y mediana empresa para el crecimiento económico y la competitividad porque es obvio, pero sí voy a insistir en que, precisamente por esa importancia, la gestión de los fondos de recuperación se debe focalizar en muy buena medida en esas pequeñas y medianas empresas.
También quiero destacar que es necesario tener muy presente que, para las pymes, las infraestructuras digitales, la fibra óptica y las redes de 5G son esenciales y, por lo tanto, también lo es la transposición adecuada del Código Europeo de las Comunicaciones Electrónicas. Pero, además, la capacidad de gestionar datos, metadatos y la propia inteligencia artificial es decisiva para que las pequeñas y medianas empresas puedan innovar y es, por lo tanto, de vital importancia que cuenten con la capacidad tecnológica adecuada y una formación digital que hoy, en la mayoría de los países europeos, todavía es muy insuficiente.
El programa digital europeo es un muy buen paso en esa dirección porque, entre otras cosas, va a posibilitar el acceso a los supercomputadores y la formación digital avanzada. Y, por todo ello, tenemos que celebrar hoy el acuerdo que esta mañana se ha producido en esta materia y se ha cerrado entre el Parlamento y el Consejo, sobre el programa Europa Digital, del que nos tenemos que congratular de veras.
Carlos Zorrinho (S&D). – Senhor Presidente, Senhora Comissária, a União Europeia já precisava de monitorizar a sua estratégia industrial antes da pandemia. O choque pandémico, relativamente simétrico no plano sanitário, mas muito assimétrico no plano económico e social, tornou essa modernização ainda mais urgente. Uma estratégia que combine a transição energética, a transição digital, os novos desafios de sustentabilidade e do clima, a valorização das pessoas e o combate às desigualdades tem que ser nas pequenas e médias empresas o pilar essencial.
Saúdo este relatório de iniciativa que destaca as condições essenciais para que as PME possam prosperar e sejam estruturantes na nova estratégia industrial europeia, designadamente através do acesso mais fácil e simplificado ao financiamento, ao investimento e ao capital de risco e o apoio à qualificação dos trabalhadores e à modernização de processos e tecnologias.
As PME devem ser capacitadas para poderem tirar o máximo proveito dos fundos europeus e nacionais, melhorando a sua produtividade, garantindo melhores condições de trabalho e atraindo talento e conhecimento, contribuindo assim para o desenvolvimento das comunidades em que se inserem e para a redução das desigualdades.
Finalmente, a estratégia das PME deve também ser alinhada com a revisão de definição de PME, a qual deve otimizar a viabilidade, a sustentabilidade e o impacto económico, social e ambiental destas empresas.
Λευτέρης Νικολάου-Αλαβάνος (NI). – Κύριε Πρόεδρε, η στρατηγική σας δεν παρέχει καμία διέξοδο από τα πιεστικά αδιέξοδα στους αυτοαπασχολούμενους με καθόλου ή ελάχιστο προσωπικό. Ο σχεδιασμός σας αφορά τις μεγαλύτερες επιχειρήσεις που είτε η δραστηριότητά τους συνδέεται με επιχειρηματικούς ομίλους είτε επιτελούν σημαντικό ρόλο σε δραστηριότητες υψηλού επιχειρηματικού ρίσκου. Αυτές στηρίζετε, σε συνθήκες νέας κρίσης και οξυμένου διεθνούς ανταγωνισμού.
Οι πρώτες είναι, για εσάς, απλά διαρθρωτικό πρόβλημα από τη σκοπιά της κοινωνικής συνοχής. Οι βιοπαλαιστές αυτοαπασχολούμενοι, όπως και οι μισθωτοί, θα πληρώσουν τον λογαριασμό μιας στρατηγικής που τους οδηγεί στο λουκέτο, τους αφαιρεί στοιχειώδη δικαιώματα και κοινωνικές υπηρεσίες, που υποβαθμίζονται και εμπορευματοποιούνται διαρκώς στο όνομα της ανταγωνιστικότητας των εθνικών καπιταλιστικών οικονομιών και της ευρωζώνης.
Το Κομμουνιστικό Κόμμα Ελλάδας προωθεί συγκεκριμένες προτάσεις για την ανακούφισή τους: διεύρυνση του αφορολόγητου ορίου, μείωση της φορολογίας τους, διαγραφή χρεών. Η προοπτική βρίσκεται στην κοινή δράση και συμμαχία με τους εργαζόμενους σε κάθε χώρα για την ανατροπή αυτής της πολιτικής, φέρνοντας τις ανάγκες του λαού στο προσκήνιο με άλλη οργάνωση της οικονομίας και της κοινωνίας.
Angelika Niebler (PPE). – Herr Präsident, verehrte Frau Kommissarin, liebe Kolleginnen, liebe Kollegen! 99 % unserer Unternehmen sind kleine und mittelständische Firmen. Sie schaffen die meisten Ausbildungsplätze, sie schaffen die meisten Arbeitsplätze, sie sind der Innovationsmotor Nummer eins und das Rückgrat unserer europäischen Wirtschaft.
90 % unserer kleinen Betriebe spüren die wirtschaftlichen Folgen von COVID-19, 40 % haben krisenbedingt Liquiditätsprobleme, und noch immer leiden wir alle – und die Firmen im Besonderen – unter Lockdowns und Beschränkungen. Schon vor der Krise haben unsere Unternehmen über zu viel Regulierung und zu viel Bürokratie, über komplizierte Regeln beim Datenschutz, über viele Berichts- und Dokumentationspflichten geklagt.
Ich denke, es braucht jetzt drei Sachen, um unsere Betriebe in dieser schwierigen, herausfordernden Zeit zu unterstützen. Erstens: Wir müssen die Zahlungsfähigkeit unserer mittelständischen Unternehmen sicherstellen. Es darf keine Insolvenzwelle geben. Das heißt, die Kommission muss zügig die Liquiditätshilfen prüfen, die in den Mitgliedstaaten gewährt werden. Und es ist auch wichtig, dass wir endlich in allen Mitgliedstaaten die Richtlinie zur präventiven Restrukturierung umsetzen und damit den Unternehmen Restrukturierungen erleichtern.
Zweitens: Wir müssen Bürokratie abbauen. Insbesondere denke ich da an den Bereich Taxonomie, dass es da nicht zu neuen Auflagen kommt. Und last, but not least müssen wir die Unternehmen bei ihrer digitalen Transformation unterstützen. Da wäre es schon ein Riesenvorteil, wenn künftig Behördengänge digital online erledigt werden könnten.
Tsvetelina Penkova (S&D). – Mr President, the current crisis has had a tremendous effect on one of the pivotal driving forces of the European economy. European SMEs have been the majority of European businesses and account for a large number of employees in Europe. Hundreds of millions of jobs and more than 99% of the enterprises in the EU non-financial sectors are SMEs. The EU has to provide technological, organisational and financial support so we can ensure that our SMEs can overcome the effects of this crisis. Our companies have to remain competitive on the global market. In order to achieve this, several measures have to be taken, adequate liquidity has to be provided, adequate measures to support the hospitality and tourism industry are needed. We need to have action aimed at tackling skills mismatches and additional training for our employees to overcome the challenges of the new working environment. We have to help our companies to be the engine of economic and social prosperity.
Seán Kelly (PPE). – Mr President, it’s good to speak from this podium, usually reserved for Presidents, Prime Ministers, Kings, Sakharov Prize winners and even the Pope.
SMEs represent 99% of all businesses in the EU and maintaining a broad base of SMEs is vitally important for the economic development, wealth and sustainability of any region in the EU. To this end, we must do everything in our power to create a business—friendly environment and boost SMEs’ competitiveness, a task made all the more difficult with the dual economic crisis of Brexit and COVID—19, but a task made all the more integral because of them.
Better access to finance is crucial for SMEs and we need to strengthen and improve this by removing barriers to obtaining finance and by simplifying procedures. In this regard, the European Investment Bank should pay particular attention to SMEs. Digitalisation has the potential to offer huge benefits to SMEs, such as providing new opportunities to offer digital services or products, and expanding market access. Here SMEs still need support. Yes, access to funding, but also access to information, skills and technology. We need to address digital skills and SMEs, and we should consider the creation of an SME voucher programme, Commissioner.
Lastly, we need to ensure that the Green Deal is an economic opportunity for SMEs. I believe it is imperative not to impose an undue regulatory burden on SMEs as we may shoot ourselves in the foot by dampening innovation and potentially even slowing down our transition to a low-carbon and more digital economy.
Nicolás González Casares (S&D). – Señor presidente, ya se ha dicho aquí la importancia que tienen las pymes para nuestra economía, pues constituyen la columna vertebral.
La estrategia de la Comisión sobre las pymes debe ser revisada, y deben ser incorporados los daños que se están produciendo por la crisis de la COVID. Esta crisis económica está llevando a muchas pequeñas empresas al borde de la insolvencia. Son comercios, hostelería, pequeñas industrias fundamentales para la cohesión social. Para eso es necesaria la financiación en condiciones, que tengan acceso.
Además de la COVID, tenemos desafíos estructurales por resolver. Tenemos que asegurarnos que Next Generation EU llega a nuestras pymes. No habrá éxito en transición digital y ecológica si no las incorporamos a esta oportunidad. Para ello debemos derribar barreras administrativas y simplificar procedimientos.
Doy la bienvenida a los avances en Horizonte Europa, que les va a permitir e innovación. También los avances en lo digital, pero recordemos: la recuperación será desigual e injusta si los fondos de recuperación no llegan a nuestras pequeñas y medianas empresas.
Ivan Štefanec (PPE). – Pán predsedajúci, keď dnes hovoríme jobs, jobs, jobs musíme si uvedomiť, kto tvorí tieto pracovné miesta.
Osemdesiat percent nových pracovných miest tvoria malí podnikatelia, preto podpora ekonomickej obnovy, podpora pracovných miest znamená podporu malých podnikateľov.
Dnes sa malí podnikatelia nachádzajú vo veľmi zložitej situácii a viac než polovica z nich čelí existenčných ťažkostiam.
Prístup k financiám je pre nich kľúčový a osobitne je ťažká najmä situácia v gastro sektore a v celom reťazci ich dodávateľov. Tieto firmy potrebujú okamžité riešenie založené na finančnej pomoci, či minimálne odpustením odvodových povinností. Nedovoľme preto, aby táto významná časť aj nášho kultúrneho dedičstva zmizla a nahradili ju uniformné nadnárodné prevádzky a fast foody.
Pre budúcnosť malého podnikania je dôležitý prístup k financiám, znižovanie administratívnej náročnosti a dokončenie spoločného trhu.
Takisto nesmieme zabúdať na malé firmy pri rozdeľovaní európskych zdrojov pri digitálnej a zelenej transformácii.
Podpora malého podnikania sa musí stať denno-dennou súčasťou našej práce.
Maria-Manuel Leitão-Marques (S&D). – Senhor Presidente, Senhora Comissária, por diversas vezes neste relatório refere-se a necessidade de reduzir os encargos administrativos para as PME. Simplificar não é desregulamentar, não é desproteger os trabalhadores, os consumidores ou o ambiente, simplificar é tornar a lei mais simples de entender e de cumprir e, portanto, até potenciar que seja menos vezes violada.
Nos tempos que correm, o uso adequado das tecnologias digitais ajuda a que isso aconteça, aumentando o rigor e a transparência, desde os processos de licenciamento às relações com a Segurança Social, e há bons exemplos em todos os Estados-Membros.
Contudo, Senhora Comissária, o melhor exemplo é aquele que vem de cima, da União Europeia, que proclama tantas vezes que é preciso legislar melhor. Em Portugal, Senhora Comissária, costuma-se dizer: não olhes para o que eu digo, olha para o que eu faço. Comecemos assim por tornar o acesso aos fundos do próximo quadro financeiro plurianual e ao Fundo de recuperação muito mais simples para as PME, para as startups, para as empresas com impacto social, a quem, tantas vezes, ouvi dizer que o custo de concorrer não compensa o benefício.
Łukasz Kohut (S&D). – Panie Przewodniczący! Pani Komisarz! Małe i średnie przedsiębiorstwa to kręgosłup unijnej gospodarki. Przypomnijmy, jest ich w Unii ponad 25 mln, dają zatrudnienie ponad 100 mln osób. W Polsce sektor małych i średnich przedsiębiorstw stanowi ponad 90% ogółu pracodawców, generuje ponad 50% PKB i zatrudnia blisko 7 mln osób. To potężna siła. Niestety w starciu z aparatem administracyjnym i regulacyjnym nie dysponuje takimi możliwościami jak duże korporacyjne firmy. Trudny czas kryzysu spowodowanego pandemią wyraźnie to pokazał.
Dlatego w nowej strategii na rzecz małych i średnich przedsiębiorstw Unia musi zadbać o to, żeby otoczenie regulacyjne i prawo gospodarcze były dla nich jak najbardziej przyjazne, rozsądne, elastyczne i przejrzyste. Regulacji musi być po prostu mniej. Jestem gorącym zwolennikiem zasady „jeden za jeden”. Wprowadzajmy jakiś przepis dopiero, gdy usuniemy inny regulujący to samo zagadnienie. Działalność gospodarcza nie może być tłamszona przez biurokrację.
Adina-Ioana Vălean,Member of the Commission. – Mr President, I should like to thank everyone for a very interesting debate.
Timely, very consistent, varied ideas are really appreciated, and I know that your interest in SME policy is really genuine and I really appreciate that. Thank you again for this opportunity. I also want to pass on the appreciation of my fellow Commissioners for the exchanges they had with the rapporteur and the shadow rapporteurs while this report was being drawn up.
Just one idea before I close: The report by the Committee on Industry, Research and Energy puts forward an idea for a formal state of the SME union. The Commission publishes an SME performance review annually and is very much in favour of regular exchanges with Parliament on small and medium-sized enterprises, which we are sure are going to bring them more central to our work. So again a word of appreciation and congratulations from the report.
Presidente. – O debate está encerrado.
A votação das alterações realizar-se-á na terça-feira, 15 de dezembro de 2020, e a votação final na quarta-feira, 16 de dezembro de 2020.
Declarações escritas (artigo 171.º)
Adam Bielan (ECR), na piśmie. – Małe i średnie przedsiębiorstwa (MŚP) są trzonem gospodarki Unii Europejskiej. Niestety okazały się szczególnie podatne na skutki kryzysu gospodarczego spowodowanego pandemią, w ich sytuacji zaszły olbrzymie zmiany na przestrzeni ostatnich miesięcy.
Wyrażam zadowolenie, że w sprawozdaniu podkreślono znaczenie MŚP dla europejskiej gospodarski i zadeklarowano wsparcie dla nich. W końcowym tekście podkreślono znaczenie usprawnienia dostępu do instrumentów finansowych dla MŚP, kształcenia zawodowego, innowacji, zmniejszenia obciążeń administracyjnych. W sprawozdaniu zwrócono też uwagę na trudności napotykane przez MŚP na arenie międzynarodowej oraz na problem zależności od państw trzecich, pogłębiony przez pandemię COVID-19, i wynikające z niej zakłócenia łańcuchów dostaw.
Pandemia powinna zmobilizować Komisję do wytężonej pracy na rzecz budowy konkurencyjności unijnej gospodarki i jej autonomii oraz wzmocnienia europejskich łańcuchów dostaw. Działania na rzecz odbudowy powinny dać nie tylko impuls gospodarce i ochronić miejsca pracy, ale i zainicjować płynne przejście do procesu dwojakiej transformacji na rzecz zrównoważonej i cyfrowej UE w niedalekiej przyszłości oraz uczynić z Europy najbardziej atrakcyjne miejsce do zakładania małych przedsiębiorstw na świecie.
Daniel Buda (PPE), în scris. – Cele 24 de milioane de IMM-uri din Uniunea Europeană oferă locuri de muncă pentru aproximativ 100 de milioane de persoane, reprezentând mai mult de jumătate din PIB-ul Uniunii Europene. IMM-urile reprezintă structura de bază a economiei europene.
Criza generată de Covid-19 a avut un impact negativ asupra mediului economic, având ca efect reducerea activităților sau chiar falimentul unor întreprinderi europene. În lumina noilor evenimente, este necesar ca Uniunea Europeană să actualizeze strategia pentru IMM-uri pentru a reuși să facă față actualelor provocări, precum și celor viitoare, legate de tranziția verde și de cea digitală. Este momentul ca Uniunea Europeană să propună soluții și mai concrete pentru protecția locurilor de muncă existente, pentru crearea unor noi locuri de muncă și pentru formarea unor oportunități de afaceri pentru IMM-uri, îmbunătățindu-le competitivitatea și reducându-le costurile existente.
Pe lângă daunele provocate de coronavirus, IMM-urile trebuie să facă față și concurenței neloiale. Producătorii din afara UE se bazează în continuare pe standarde de muncă și de mediu mai scăzute decât cele existente la nivel european. Uniunea Europeană trebuie să își protejeze propriile întreprinderi și să devină continentul cel mai atractiv pentru a înființa o afacere.
Λευτέρης Χριστοφόρου (PPE), γραπτώς. – Οι ΜΜΕ αντιπροσωπεύουν το 99% όλων των επιχειρήσεων στην ΕΕ και αποτελούν τη ραχοκοκαλιά της οικονομίας. Και ενώ δημιουργούν δύο στις τρεις θέσεις εργασίας, οι σημερινές προκλήσεις δείχνουν να επηρεάζουν εκατομμύρια από αυτές τις ΜΜΕ, που δραστηριοποιούνται στην εσωτερική αγορά. Οι ΜΜΕ προωθούν την επιχειρηματικότητα και την καινοτομία, συμβάλλοντας στην τόνωση της ανταγωνιστικότητας, της οικονομικής ανάπτυξης και της απασχόλησης στην Ευρώπη. Για αυτό, επιβάλλεται να κάνουμε ό, τι είναι δυνατόν για να δημιουργήσουμε ένα φιλικό προς αυτές τις επιχειρήσεις περιβάλλον και να ενισχύσουμε την ανταγωνιστικότητά τους. Είναι εξαιρετικά σημαντικό να διευκολύνουμε την πρόσβασή τους σε χρηματοδότηση, καθώς και να άρουμε όποια εμπόδια προς αυτή την κατεύθυνση απλοποιώντας τις διαδικασίες.
Enikő Győri (PPE), írásban. – Az európai gazdaság növekedésének bázisát a kkv-k adják. E cégek jelenleg temérdek kihívással küzdenek, mint a bürokrácia, adminisztratív terhek, COVID miatti gazdasági visszaesés, versenyképességi problémák, zöld és digitális gazdaságra való áttérés. A kkv-k létfontosságúak az európai értékláncok megerősítése szempontjából, nélkülük nincs gazdasági helyreállítás. Elengedhetetlen tehát, hogy a belső piacon mindent megtegyünk annak érdekében, hogy a kkv-kkal szemben csak észszerű, teljesíthető elvárások legyenek.
Az Európai Parlament jelentése számos pozitív elemet tartalmaz. Megjelenik az általam is többször hangsúlyozott javaslat, miszerint a vállalkozásbarát szabályozói környezetet kialakításához a Bizottságnak minden jogalkotási javaslatot előzőleg át kell vizsgálnia, hogy milyen hatással lenne a versenyképességre és a kkv-kra, és az eredményeket minden jogalkotási javaslatnál figyelembe kell venni. A kkv-teszt azért fontos, mert a kkv-kat méretük és korlátozott erőforrásaik miatt gyakran aránytalanul érintik egy-egy új szabályozás költségei. E jelentésben megjelenik továbbá a kkv-k adminisztratív terheinek csökkentésére vonatkozó, kötelező számszerű célkitűzés, melyet szintén üdvözlök.
Kiemelt fontosságú annak a megjelenése is, hogy mivel a kkv-k állnak az Európai Zöld Megállapodás és a digitális stratégia középpontjában, különösen fontos testreszabott pénzügyi eszközökkel támogatni őket annak érdekében, hogy betölthessék központi szerepüket nem csak az európai gazdaság válság utáni helyreállításában, de az Unió olyan stratégiai célkitűzéseiben is, mint a klímasemlegesség 2050-es elérése.
András Gyürk (PPE), írásban. – A kis- és középvállalkozások mintegy 100 millió munkahelyet és a GDP több mint 50%-át adják az Európai Unióban. A kkv-k, illetve a családi- és egyéni vállalkozók túlélése az európai gazdaság működésének záloga, ezért bír kiemelt fontossággal az egyetértési pontok kijelölése a területen. Mivel az Európai Bizottság a koronavírus-járvány kezdete óta nem készített szakpolitikai koncepciót a kkv-kkal kapcsolatban, az Európai Parlament jelentése hiánypótlónak tekinthető. A jelentés három kulcsfontosságú területen kíván javítani a kkv-k helyzetén. A dokumentum felszólítja az Európai Bizottságot, hogy dolgozzon ki számszerű célokat a kkv-kal kapcsolatos bürokráciacsökkentés területén.
Sokat javíthat a kis- és középvállalkozások helyzetén az EU-s jogszabályokhoz bevezetett „kkv-teszt” koncepciója is. Végül a jelentés egyszerűsíteni kívánja a kkv-k hozzáférését az európai közös piachoz és forrásokhoz, ami szintén kiemelt fontossággal bír. A koronavírus-járvány okozta gazdasági válság leküzdéséhez a kkv-knak adminisztratív terheinek csökkentésére, arányos jogszabályokra és többletforrásokra van szüksége. A jelenlegi helyzetben különösen felelőtlen magatartás lenne az európai baloldal ideológiai elvárásaival terhelni a kkv-kat. Örömteli, hogy a jelentésben a józan észt érvényesítve az Európai Parlament a megfelelő irányba tett lépéseket.
Krzysztof Jurgiel (ECR), na piśmie. – Małe i średnie przedsiębiorstwa Unii Europejskiej są niezwykle istotnym elementem naszej gospodarczej rzeczywistości. Zatrudniając blisko 100 milionów ludzi, generują ponad połowę unijnego PKB. W obecnej rzeczywistości związanej z jednej strony z pandemią, a z drugiej z rosnącą konkurencyjnością firm azjatyckich należy zadbać o możliwość bardziej efektywnego rozwoju europejskich firm poprzez zmniejszanie nadmiernych obciążeń fiskalnych oraz ograniczenie ilości przepisów administracyjnych, aby umożliwić im skuteczniejszą koncentrację na codziennych wyzwaniach.
Małe i średnie przedsiębiorstwa ze względu na swoją charakterystykę są bardziej narażone na kryzysy gospodarcze. W związku z tym unijne prawodawstwo powinno dbać o to, aby stworzyć im odpowiednie warunki do uczciwej konkurencji, która sama w sobie jest potrzebna, aby wyłaniać w naturalny sposób przedsiębiorstwa mające szansę na zaistnienie w przyszłości na rynku globalnym.
Rozwój MŚP w XXI wieku nie będzie możliwy bez cyfrowej transformacji, która dzieje się właśnie teraz i dotyczy nas wszystkich. Musimy zrobić wszystko, aby była ona mądrze zaplanowana i skutecznie wdrażana, co pozwoli na utrzymanie rynkowych pozycji naszych przedsiębiorstw i pozwoli na osiągnięcie statusu lidera w tym zakresie.
Ondřej Kovařík (Renew), písemně. – Vítám zprávu o strategii pro malé a střední podniky, jelikož se věnuje zásadním tématům, se kterými se tyto subjekty potýkají. A to nejen v rámci běžného fungování, ale také v krizovém kontextu současné pandemie. Rád bych zdůraznil body, které považuji za klíčové z hlediska vytváření vhodných podmínek pro podnikání malých a středních firem. Zaprvé je to přístup k financování: zpráva správně poukazuje na to, jaké kroky musíme podniknout, aby se podnikům zjednodušil přístup k financování, jako například zlepšení podmínek pro přístup k bankovním půjčkám. Za významné považuji rozšíření možností pro využití financování z kapitálových trhů, a to včetně přeshraniční dimenze. Ostatně chystaná legislativa v této oblasti by se měla zaměřit právě na MSP. Dalším důležitým tématem je v tomto ohledu rozvíjení finanční gramotnosti. Zadruhé je to digitalizace: tato transformace, výrazně urychlená pandemií, přinese firmám nové příležitosti k oslovení širšího okruhu investorů a zákazníků nejen po Evropě, ale i ve světě. Stěžejním faktorem je zde přístup k datům, jejich zpracování a zhodnocení, podobně jako tomu je u velkých technologických hráčů. Nakonec inovace: musíme podpořit nově vznikající příležitosti a jejich využití, a to především v rámci obnovy ekonomiky po pandemii. K tomu musíme vytvořit rovné podmínky a funkční prostředí pro malé a střední podniky, aby mohly prosperovat na jednotném evropském trhu.
Riho Terras (PPE), kirjalikult. – Väikesed ja keskmise suurusega ettevõtjatele on 2020. aasta olnud keeruliste väljakutsete ja murede rohke. Pandeemiast tingituna on väga paljud ettevõtjad pidanud oma elutööst loobuma või kandma märkimisväärseid kahjusid. Paljud väikesed ja keskmise suurusega ettevõtjad on paistnud silma nutikate lahenduste ja innovatsiooniga selleks, et pandeemia tingimustes oma toodangut turustada või teenuseid pakkuda. See on kindel tunnistus sellest, et Euroopa ettevõtjad on uuendustele avatud ja paindlikud. Selle kõige juures on neile tarvis rohkem kindlustunnet ja usku tulevikku. Euroopa Liit peab uue väikestele ja keskmise suurusega ettevõtjatele suunatud strateegiaga sisendama lootust, kindlust ja perspektiivi. Peame jätma ettevõtjaile rohkem otsustus- ja tegutsemisvabadust, vähendama halduskoormust ja sõltumist erinevatest piirangutest ja regulatsioonidest, mis pärsivad ettevõtlikkust. Pean väga oluliseks, et digipöörde tulemusena saavad üha rohkemad väikesed ja keskmise suurusega ettevõtjad parema ligipääsu digilahendustele ja -teenustele. Selleks on vaja nii liikmesriikide kui ka ELi poolt eesmärgipäraseid investeeringuid digitaristu ning -teenuste arendamisse. Loodan siiralt, et taasterahastu ja järgmise finantsperspektiivi meetmete koosmõjus anname Euroopa väikestele ja keskmise suurusega ettevõtjatele hoogu juurde, sest nende edukus on kogu meie majanduse edu aluseks.
25. Rådets ståndpunkter vid första behandlingen: se protokollet
Presidente. – Segue-se o debate sobre a pergunta com pedido de resposta oral à Comissão sobre os efeitos extraterritoriais relacionados com o comércio das sanções de países terceiros, apresentada por Bernd Lange, em nome da Comissão do Comércio Internacional (O-000060/2020 - B9-0026/2020) (2020/2586(RSP)).
Gostaria de informar que, como vem sendo hábito nos nossos debates, não haverá procedimento catch-the-eye nem perguntas “cartão azul” e, além disso, estão previstas intervenções à distância dos nossos colegas nos gabinetes de ligação.
Bernd Lange, Verfasser. – Herr Präsident! Frau Kommissarin, schön, dass wir das erste Mal miteinander zu tun haben. Noch mal alles Gute für Ihre Amtszeit!
Liebe Kolleginnen und Kollegen, es geht hier um die Handlungsfähigkeit der Europäischen Union. Wir wissen alle, dass die handelspolitische Situation komplizierter, härter geworden ist und dass wir immer mehr mit einseitigen Maßnahmen im Handelsbereich zu tun haben. Und wir bekommen jetzt auch in vielen Bereichen Situationen, wo Handelspartner Gesetze verabschieden, die letztendlich exterritoriale Effekte auf unsere Handelsfähigkeit haben. Und das ist ein Problem, das zunimmt. Wir haben da Wirkungen auf Finanzdienstleister vor allen Dingen, auf Versicherungen, auf Qualitätszertifizierer, mitunter auch auf Behörden. Mitunter gibt es Einreiseverbote für Menschen aus der Europäischen Union bei unseren Partnern – also eine ganze Reihe von indirekten Wirkungen von Sanktionen, die mittels Gesetzen in anderen Partnerländern beschlossen worden sind.
Und dann stellt sich natürlich die Frage, wie wir reagieren, und die eindeutige Antwort sollte allhier sein, dass wir zur WTO gehen und gucken, wie wir das im Rahmen der Welthandelsorganisation hinkriegen. Allerdings ist dort kein Regelwerk für exterritoriale Effekte zu finden. Insofern müssen wir mal gucken, was wir in unserem Werkzeugkasten haben. Und wir haben ja in der letzten Zeit eine Reihe von Gesetzgebungen in den Werkzeugkasten getan, um die Handlungsfähigkeit wieder zu stärken. Wir haben zum Beispiel die Antidumping-Gesetzgebung erneuert, wir haben das investment screening auf den Weg gebracht, und wir haben jetzt jüngst die Enforcement-Gesetzgebung beschlossen – also drei Gesetzgebungen, die die Handlungsfähigkeit stärken.
Aber es bleibt eben noch eine Lücke für diese exterritorialen Effekte. Wir haben ein blocking statute von 1996. Das haben wir damals auf den Weg gebracht, als die USA Sanktionen gegen Kuba erlassen haben und hier auch exterritoriale Effekte gegenüber europäischen Firmen zu befürchten waren. Allein mit dem Erlass des blocking statutes war eigentlich die Gefahr gebannt. Die USA haben dann die Sanktionen gegen die europäischen Firmen unterlassen.
Das wirkt heutzutage nicht mehr. In Bezug auf den Iran haben wir den Fall gesehen, dass sich viele Firmen, die unter dieses blocking statute gefallen sind – das eigentlich vorschreibt, dass europäische Firmen sich den exterritorialen Effekten und den Sanktionen nicht unterwerfen dürfen –, Ausnahmegenehmigungen von dem blocking statute haben geben lassen, weil sie natürlich wirtschaftlich stärker mit den USA im Geschäft waren als mit dem Iran. Ich habe in meinem Büro einen ganzen Stapel von Ausnahmeanträgen. Also das greift nicht.
Und auch das, was wir im Fall des Irans eingeführt haben – Instex –, um eine Transaktionsmöglichkeit, eine Geschäftsmöglichkeit zwischen dem Iran und europäischen Unternehmen hinzubekommen, das greift auch nicht. Insofern brauchen wir, glaube ich, da ein bisschen mehr. Und da sind ja noch einige Konflikte am Horizont: die Diskussion über Digitalsteuern, wie man mit Internetkonzernen umgeht, die Frage von 5G ist dabei und natürlich auch die Diskussion über Nord Stream 2. Insofern müssen wir unseren Werkzeugkasten, glaube ich, erweitern.
Und da sollten wir – und das möchte ich auch von der Kommission dann gerne hören – mal sehen, wie wir eigentlich unsere Finanzinstrumente gestalten können, um die Abhängigkeit von amerikanischen und von anderen internationalen Banken zu reduzieren und natürlich auch den Dollar als Handelswährung auch für europäische Verträge zurückzudrängen, um unabhängiger vom Dollar zu werden und den Euro als unsere Währung zu etablieren. Ich glaube, wir müssen auch gucken, ob wir mit Eurobonds oder anderen Finanzinstrumenten hier diese Unabhängigkeit hinbekommen, und vielleicht auch Finanzinstrumente einführen, die letztendlich einen anderen Charakter haben als eine normale Bank und eher den Stiftungsansatz fahren.
Darüber hinaus, glaube ich, müssen wir gucken, wie wir uns gegenüber Zwangsmaßnahmen zusätzlich wehren können. Wir haben im Bereich der Diskussion über die Enforcement-Gesetzgebung über eine neue Gesetzgebungsvorschlagsmöglichkeit der Kommission diskutiert, ein Gesetz zur Abwendung von Zwangsmaßnahmen von Drittstaaten. Und da würde mich natürlich auch interessieren, wie weit die Kommission in ihren Überlegungen ist. Also müssen wir, glaube ich, den Werkzeugkasten stärken, damit wir die Handlungsfähigkeit der Europäischen Union im internationalen Kontext wiedergewinnen können.
President. – Now it is my great pleasure to welcome Commissioner Mairead McGuinness. You have the floor to answer this oral question and you are very welcome.
Mairead McGuinness,Member of the Commission. – Mr President, it’s a pleasure to be back in the Chamber. This is a really serious issue. The chairman of the Committee, Bernd Lange, my former colleague, has outlined really well what the situation is, so I’m going to talk you through the past, the present and, potentially, the future.
It’s very true, as you’ve outlined, that in recent years, sanctions by third countries have caused severe adverse economic effects on certain EU economic operators who are conducting legitimate activities, and this is the case in relation to US sanctions against Iran, Cuba and Russia, and these concerns have been raised at the very highest level, including with the statement of High Representative / Vice-President Borrell on 17 July. Outreach with the US administration and Congress has also increased. These developments have shown the need for action, and the European Union is taking steps to increase its resilience against extra-territorial sanctions.
First, the EU has revived its instrument against the extra-territorial application of third-country sanctions. The blocking statute already referred to was adopted in 1996 and amended in 2018 after the US withdrawal from the Joint Comprehensive Plan of Action and currently applies to US sanctions against Cuba and Iran. It prevents the enforcement of respective US legislation, including US judgements or decisions based on these sanctions regimes, and furthermore it allows EU economic operators to recover resulting damages. The Commission published guidelines on the blocking statute in 2018, and further guidance will be published early next year.
As regards Cuba, the Commission is monitoring closely the situation following the reactivation of Titles 3 and 4 of the Helms-Burton Act. It provides support to EU economic operators in coordination with Member States and issues guidance. In relation to Iran, the Commission is supportive of the instrument in support of trade exchanges (INSTEX), an initiative of three countries initially – Germany, France and the United Kingdom – and more recently joined by Belgium, Denmark, the Netherlands, Norway, Finland and Sweden. Its objective is to facilitate payments for legitimate trade between the European Union and Iran. While not a new instrument, INSTEX is an important answer to the US sanctions which caters for the needs of EU financial operators. The Commission is studying the operations and progress of INSTEX to gauge whether it could serve as a blueprint for a similar initiative at Union level.
The Commission is developing additional proposals to ensure that Europe is more resilient to third countries’ extra-territorial sanctions. We will in early 2021 have a communication on strengthening the Union’s open economic and financial autonomy. It will put forward measures to reinforce the EU’s toolbox against extra-territorial sanctions, including the blocking statute. It will also contain proposals to strengthen the resilience of key EU financial market infrastructures to extra-territorial sanctions. These measures are not directed against any third party; they are part of the Union’s larger efforts to promote its open strategic autonomy, which is understood as reducing dependencies and enhancing multilateralism and the EU’s resilience, including against the effects of extra-territorial sanctions on EU operators. Overall, the EU values close coordination on sanctions with international partners, including in the pursuit of shared objectives. Where differences exist, the EU is ready to engage through a frank and open dialogue, to avoid unintended consequences on EU operators.
I look forward to listening to the debate here this evening. I want to thank you for having this on your agenda. It is a very serious issue for us, and I believe that next year we will make progress on addressing this in a wider framework.
Danuta Maria Hübner, on behalf of the PPE Group. – Mr President, I would like to start by saying that the extraterritorial reach of third-country sanctions does not only affect EU businesses, but it also undermines the EU’s economic and financial autonomy, and we should indeed protect the EU’s financial infrastructure, economic operators and EU policies against extraterritorial sanctions. I also trust that wider global use of the euro will reduce the exposure to external financial institutions and regulatory actions taken by other jurisdictions.
There is also evidence that the implementation of EU sanctions often proves to be incomplete and uneven across Member States. The EU can and should do more to both reduce its exposure to extraterritorial sanctions and strengthen its capability to counteract and ensure effective enforcement of the EU sanctions policy. For this, I believe the inter-institutional coordination of sanctions and countermeasures must be enhanced and we need a more systematic economic analysis of the effectiveness of sanctions.
And finally, a comprehensive reform of the WTO and its appellate body should make it better able to cope with sanctions.
Robert Hajšel, on behalf of the S&D Group. – Mr President, today we are discussing what we can do in order to protect our businesses, our companies and the Member States against unilateral sanctions introduced by third countries. First we have to ensure that our companies in general can do their business everywhere in the world where they want, if they are acting in line with international law and the national legislation of the country concerned. But let me stress that the extraterritorial effects of a third country’s law are clearly contrary to international law. They have a very serious impact on our trade operators. The sanctions have a distortion effect on competition as a whole.
And let me also stress that our companies are especially affected by the extra-territorial sanctions imposed by the United States, our NATO ally. The recent American economic sanctions against Russia, Iran and Cuba especially the extraterritorial effects in particular should be responded to from our side. We need an efficient instrument to counteract these illegal sanctions. That’s why I welcome your intention to propose new legislation in this respect in one year, but it would be very helpful if the Commission were to start, already now, a consideration of how to increase the efficiency of the existing instruments.
Marie-Pierre Vedrenne, au nom du groupe Renew. – Monsieur le Président, très heureuse de prendre la parole depuis Strasbourg.
Liberté, souveraineté, conformité: c’est bien de ces enjeux dont il est question. Cuba, Iran, Américains accidentels, Nord Stream, Airbus, BNP Paribas, Alstom, Peugeot, Citroën... Et la liste est encore bien plus longue.
Par le passé, l’Union européenne a tenté de se protéger avec son règlement de blocage ou avec le dispositif INSTEX. Mais n’est-il pas enfin temps de lutter avec plus d’efficacité contre les dérives de l’extraterritorialité? N’est-il pas enfin temps de passer de la riposte à l’offensive? N’est-il pas enfin temps de nous doter d’instruments qui garantissent le libre choix de nos entreprises qui sont en conformité avec le droit international?
Madame la Commissaire, vous allez répondre que c’est compliqué, que c’est difficile, que c’est long... Toutefois, quand volonté politique il y a, un chemin peut se dessiner. Alors, agissons! À nous de faire comprendre à nos partenaires que nous allons enfin jouer à armes égales: imposons des contre-mesures dissuasives, renforçons notre pouvoir de coercition, créons notre propre office européen de contrôle financier.
L’Union européenne ne cherche à déclarer aucune guerre commerciale. Il ne s’agit pas de contrevenir à nos engagements internationaux, mais bien d’être en position de défendre un commerce basé sur des règles. Finalement, il s’agit de garantir le respect de la liberté, le respect de la souveraineté de chacun, et c’est sur ce point, Madame la Commissaire, que vous, que nous sommes attendus.
Reinhard Bütikofer, im Namen der Verts/ALE-Fraktion. – Herr Präsident, liebe Kolleginnen und Kollegen! Extraterritoriale Sanktionen stehen im Widerspruch zu den Prinzipien multilateraler Kooperation. Extraterritoriale Wirkungen von Gesetzen aus Drittstaaten gibt es aber nicht nur aus einer bestimmten Hauptstadt. China bedroht etwa die freie Kritik an seiner Politik zur Unterdrückung der Demokratiebewegung in Hongkong – egal, wo sie auf der Welt geäußert wird – mit Strafandrohung. Das sollte man nicht vergessen, wenn hier über extraterritoriale Sanktionen im Falle der Iran-Politik oder zu Nord Stream 2 diskutiert wird.
Bei Instex brauchen wir mehr Gemeinsamkeit und mehr europäische Handlungsfähigkeit. Es ist zwar richtig, dass einige zusätzliche Länder Instex beigetreten sind, aber die Geschlossenheit der europäischen Mitgliedstaaten ist in dieser Frage leider nicht zu vermelden. Ich glaube, deswegen müssen wir uns an die eigene Nase fassen. Was Nord Stream 2 betrifft, da gibt es ja nicht nur Streit zwischen den USA und der EU, sondern auch in den eigenen Reihen. Bei Meinungsverschiedenheiten zwischen Verbündeten kann es da keine Einbahnstraße geben.
Wir brauchen zu dieser Frage, glaube ich, eine politische Lösung, etwa zur besonderen Stabilisierung der Ukraine und zur Unterstützung der Drei-Meere-Initiative. In dem Zusammenhang kann man vielleicht eine Lösung finden.
Emmanuel Maurel, au nom du groupe GUE/NGL. – Monsieur le Président, ce débat sur les sanctions extraterritoriales arrive vraiment à point nommé.
D’abord parce que, à la faveur de la crise sanitaire, les dirigeants européens, la Commission en tête, ont parlé d’autonomie stratégique. Mais il n’y a pas d’autonomie stratégique si un pays en dehors de l’Union européenne nous explique avec qui il faut commercer et avec qui il ne faut pas commercer.
Et puis c’est l’occasion pour nous d’envoyer un message clair à nos partenaires américains au moment où ceux-ci changent de président, à défaut de changer de politique commerciale.
Donc, oui, répétons-le ensemble: il n’est pas admissible que des entreprises européennes, voire des dirigeants européens soient poursuivis ou sanctionnés sous prétexte qu’ils commercent légitimement et légalement avec d’autres pays. Il y a les exemples de l’Iran, de Cuba, mais aussi de Nord Stream – parce que Nord Stream est un projet sur le sol européen, quoi qu’on pense du projet. Eh bien, il faut répliquer et pour répliquer, il faut faire appliquer un principe simple: celui de la réciprocité.
Les solutions techniques existent. Le problème aujourd’hui, c’est la volonté politique. Je compte sur nous tous, collectivement, pour que cela advienne et que nous puissions enfin faire vivre ce concept d’autonomie stratégique.
Gabriel Mato (PPE). – Señor presidente, querida comisaria, los operadores europeos tienen el derecho a tener asegurada, en todo caso, la libertad para llevar a cabo sus actividades comerciales sin ningún tipo de cortapisa, y es obligación de la Comisión garantizar este derecho.
La seguridad jurídica es un elemento fundamental en las actividades comerciales, que no se pueden ver cuestionadas por los efectos extraterritoriales de sanciones unilaterales. El sector hotelero español podría ser un claro ejemplo de estas consecuencias indeseables. Y no podemos aceptarlo, porque no olvidemos que estos efectos son contrarios al Derecho internacional.
Una vez más, tenemos que pedir a la Comisión firmeza para desarrollar su soberanía económica y la autonomía estratégica, a la vez que, como ha dicho ya la comisaria, debemos mejorar la efectividad y operatividad de nuestros instrumentos de política exterior, como pueden ser el estatuto de bloqueo o el Instex.
Y algo más: en esta nueva etapa que se abre en los Estados Unidos, redoblemos nuestros esfuerzos para una mejor coordinación en la aplicación de sanciones. Y, también, tratemos de alcanzar ese anhelado, amplio y profundo acuerdo comercial.
Karin Karlsbro (Renew). – Mr President, free trade is only truly free when it’s fair and predictable. The European Union and the US are allies and have a common interest in promoting rules—based international trade. The recent actions by the United States are therefore worrisome.
With this in mind, it’s urgent that the Commission presents suggestions on how to improve the existing tools we have at our disposal so that the EU becomes better equipped to deal with the extraterritorial effects of unilateral sanctions, regardless of the origin of the sanctions. At the same time, such tools must never be used for protectionism, but rather strengthened rules—based international trade. The European Union must seize the moment when the new Administration has come into office in Washington and reboot its relations with the United States. When we work together, we can reach sustainable growth and political stability.
Juan Ignacio Zoido Álvarez (PPE). – Señor presidente, señora comisaria, la Unión Europea debe mantener su compromiso firme con los derechos humanos. Es nuestra obligación penalizar a aquellos responsables políticos que cometen arrestos arbitrarios, torturas, ejecuciones extrajudiciales, etc.
Iniciativas como la recientemente aprobada Ley Magnitsky van en la dirección correcta. Su régimen sancionador debe aplicarse de manera inmediata, especialmente contra casos flagrantes y contrastados, como los de los líderes de la narcodictadura venezolana y sus socios cubanos o nicaragüenses.
Pero, como europeos y soberanos de nuestras decisiones, no podemos permitir que las sanciones de terceros Estados supongan un daño colateral para nuestras empresas. Son muchas las empresas europeas, y españolas en particular, que están sufriendo el acoso sancionador de Trump por sus actividades económicas lícitas en países de Iberoamérica. Empresas de todos los sectores, desde el energético y el financiero hasta el hotelero o el agroalimentario.
¿Qué pasos está dando la Comisión para implementar una agenda de sanciones propia en Iberoamérica, al tiempo que evita que las empresas europeas puedan sufrir las de otros países?
Seán Kelly (PPE). – A Uachtaráin, fáilte romhat ar ais a Mhairéad, agus Deirdre agus Kate.
Mr President, Commissioner, the EU’s exposure to US extraterritorial sanctions is indeed a major challenge.
Recently the current US administration activated harsh economic sanctions against Russia, Iran and Cuba in a unilateralist and confrontational turn away from earlier policies of multilateral containment.
EU businesses are seriously – and possibly even specifically – affected by these measures. The extraterritorial reach of sanctions does not only affect EU businesses but also puts into question the political independence and, ultimately, the sovereignty of the EU and its Member States.
I am hopeful that a Biden administration will take a more measured and inclusive approach, instead of the confrontational and binary view of trade that has been US policy under President Trump.
As well as strengthening our own trade defence tools, including the EU’s Trade Enforcement Officer, it is imperative that the EU works with allies to modernise the WTO so that it is fit for an increasingly digital and post-COVID trading world.
Mairead McGuinness,Member of the Commission. – Mr President, I would like to thank the Members for this debate. The strength of feeling has been well heard , so I think it’s really timely that we are discussing this issue.
The truth is that these trade-related extraterritorial effects of third-country sanctions are against international law and, therefore, we do have to respond, and I hope that we can continue this dialogue as we prepare for our communications next year. We are assessing carefully all the options that are possible to counter the extraterritorial application of these sanctions.
I think we all share a common interest in ensuring that the European Union’s policies should not be determined by the threat or imposition of third-country sanctions, and that European companies and businesses should not suffer any negative consequences of these sanctions, but we know what is happening in the real world. I want to give you my full assurance on behalf of the Commission that we are committed to addressing these issues and we will respond.
As I say, I’m very happy to continue this important discussion during and after the Commission’s communication, which will be published early in 2021.
As this year closes and a new dawn rises, we hope for a better atmosphere next year, not just in relation to trade issues but also, hopefully, in relation to the pandemic, which, most unusually, has a speaking from this podium, so its effects are everywhere. So I want to give you my full guarantee and assurance that we have already discussed this issue in great detail within the Commission and we will come forward with our communication early next year.
Presidente. – Este ponto da ordem do dia está encerrado.
27. Genomförandet av Dublin III-förordningen (kortfattad redogörelse)
Presidente. – Segue-se a breve apresentação do relatório de Fabienne Keller sobre a execução do Regulamento Dublim III (2019/2206(INI)) (A8-0245/2020).
Fabienne Keller, rapporteure. – Monsieur le Président, Madame la Commissaire, mes chers collègues, la politique européenne d’asile ne fonctionne pas. Le pic migratoire de 2015-2016 a mis en évidence les défaillances majeures du système commun d’asile. Cinq ans plus tard, nous ne sommes toujours pas parvenus à réformer cette politique commune, notamment en raison d’un blocage au Conseil depuis 2016.
En septembre 2019, la présidente Ursula von der Leyen a annoncé un nouveau pacte sur l’asile et la migration. C’est dans ce contexte que j’ai engagé un travail d’évaluation de la mise en œuvre de Dublin III pour dresser un état des lieux des forces et des faiblesses de ce règlement.
Dublin est un pilier de la politique d’asile européenne. Il fixe les critères pour déterminer l’État responsable de l’examen d’une demande d’asile. Quelques mots sur la méthode: ce rapport s’appuie sur des données de terrain, des retours d’expérience des acteurs de l’asile aux niveaux local, national, européen. Des missions de terrain en Allemagne, aux Pays-Bas, en Roumanie, en France ont été réalisées. J’ai rencontré de nombreux acteurs dans les centres d’accueil et les administrations d’asile des États membres. Une audition en commission LIBE avec des experts, des représentants des États et des ONG, une étude du service de recherche du Parlement européen qui a fourni de nombreuses informations sur la mise en œuvre des différentes dispositions.
Nous tirons une conclusion générale attendue: le règlement Dublin III est peu efficace et souffre de lacunes importantes de mise en œuvre au niveau des États membres. Nous dressons quatre constats. Le premier: Dublin fait peser une charge disproportionnelle sur les pays de première entrée. Ils sont sous forte pression, avec trop peu de solidarité. L’incendie à Moria fut le symbole de l’absence d’Europe et de réformes. Un tiers des États membres accueillent 90 % des demandeurs d’asile: l’Allemagne, la France, la Grèce, l’Italie, l’Espagne et les Pays-Bas.
Deuxièmement, il existe de nombreux obstacles à la détermination de l’État responsable: les manquements dans l’enregistrement sur Eurodac, l’application biaisée de la hiérarchie des critères, le poids des procédures et leur complexité pour les demandeurs, mais aussi pour les acteurs de l’asile. Ainsi, les procédures génèrent des coûts humains, financiers et matériels considérables. Et pourtant, seuls 11 % des transferts sont réalisés. C’est inacceptable pour les milliers d’agents publics, pour des procédures qui n’aboutissent pas. C’est inacceptable surtout pour les demandeurs d’asile qui sont accueillis beaucoup trop longtemps – des mois, des années – avant qu’une décision soit prise.
Troisièmement, le parcours des migrants est un déterminant sous-estimé. En particulier, les mouvements secondaires sont un ennemi du principe d’une demande d’asile unique en Europe. Ce phénomène est en forte augmentation. Il enraye la machine «Dublin» en augmentant drastiquement le nombre de procédures.
Quatrièmement, l’échec de Dublin est avant tout un échec humain. L’inefficacité de Dublin pèse sur les migrants, qui ont déjà subi des traumatismes. L’intérêt supérieur de l’enfant est mal appliqué. Il en est de même du regroupement familial. L’accès au droit ne répond pas aux standards européens. À moyen terme, nous avons besoin d’une réforme de ces règles. Le système commun doit bien sûr être changé, avec la solidarité, avec la clarification des procédures.
Mais surtout, nous devons agir dès maintenant. N’attendons pas une réforme qui n’interviendra pas avant un ou deux ans, peut-être plus. Améliorons dès aujourd’hui l’application des règles. Il y a une forte marge de progression de la part des États pour assurer plus d’attention aux moyens humains, matériels, financiers pour la politique d’asile. Il faut plus de dialogue entre les autorités d’asile des États membres. Il faut intensifier la gouvernance entre les États et avec l’Union européenne.
Nous ne résoudrons pas tous en changeant les règles. Certaines sont défaillantes, d’autres sont mal appliquées. Nous ne sommes plus en situation de crise. Une politique européenne de l’asile plus humaine et plus efficace est possible à court terme. Nous comptons aussi sur la Commission pour agir dès maintenant.
Nicolas Schmit,Member of the Commission. – Mr President, I would like to thank Ms Keller and the shadow rapporteurs for this constructive report, which constitutes an important contribution to the debate on migration. We share the same assessment of the current important shortcomings in the implementation of the Dublin III Regulation. This is an area where the Commission has proposed a fresh start, with a new pact on migration and asylum. I believe that the pack, notably the proposals for an asylum and migration management regulation, and for a new crisis and force majeure regulation, will allow to address many of the challenges identified in your report. Indeed, the pact rebalances solidarity and a fair sharing of responsibility between the Member States. The pact is based on the concept of compulsory solidarity, a solidarity that would be tailored to the needs of the Member States faced with a migratory pressure or risk of such pressure, as well as following search and rescue operations. A solidarity that would be effective in all times, including in times of crisis.
With our proposals there is no flexibility on the principle that all Member States must contribute, only on how Member States can contribute. The main forms of solidarity contributions are relocation and return sponsorship, and there is also the possibility to contribute through capacity measures. A correction mechanism will ensure that there will be always a credible level of solidarity in the form of relocation or return sponsorship. But solidarity goes hand-in-hand with responsibility, and the new pact proposes new effective responsibility rules.
As suggested in your report, our legislative proposals include targeted changes to make the system more efficient and to determine the Member State responsible to deal with an asylum application. This will discourage abuses and prevent unauthorised movements. While the responsibility criterion linked to first entry remains, these new rules would allow to make the other criteria more effective. For example, we propose to widen the definition of family members to include siblings and families formed in transit and to simplify the rules on evidence relating to family reunification.
In line with your report, we also propose to prolong the periods of responsibility for Member States. For instance, a Member State would become responsible if an applicant makes an application within three years following the irregular entry, which is an extension from the current 12 months. Similarly, a Member State would be responsible to deal with an asylum application if the applicant holds a visa or residence permit that expired less than three years before instead of, respectively, six months and two years currently.
Finally, it is important to stress that the first entry criterion goes hand—in—hand with a new approach on compulsory solidarity which will ensure that responsibilities are fairly shared amongst Member States. In addition, the pact presents several initiatives to make our return policy more credible and sustainable, as suggested in your report, such as the implementation of the Frontex mandate on returns, the system of return sponsorship, the forthcoming strategy on voluntary returns and reintegration, and the creation of a European returns coordinator.
Mr President, Ms Keller, to reform our asylum and migration policy, we need to be pragmatic and find common ground to move forward, striking precisely a delicate balance between solidarity and responsibility. Keeping the middle ground and balance among all the elements of the pact is the best way forward.
I would like to thank you again for the implementation of the report. We look forward to engaging with the European Parliament on the different legislative proposals presented together with a pact to reach an overall agreement on the comprehensive and sustainable reform of the European migration and asylum policy.
Presidente. – Este ponto da ordem do dia está encerrado.
A votação das alterações realizar-se-á na terça-feira, 15 de dezembro de 2020, e a votação final na quarta-feira, 16 de dezembro de 2020.
28. Genomförandet av återvändandedirektivet (kortfattad redogörelse)
Presidente. – Segue-se a breve apresentação do relatório de Tineke Strik sobre o relatório de execução sobre a Diretiva Regresso (2019/2208(INI)) (A9-0238/2020).
Tineke Strik, rapporteur. – Mr President, I am happy to introduce the implementation report on the Return Directive, which includes the position of a large majority in our Parliament, and this is important as the Return Directive is a salient topic which can easily lead to division and even polarisation. Our common position is that we need a solid basis of facts and findings in order to draw conclusions on how Member States apply the directive and if this application meets the objectives of the directive.
The more salient a policy area is, the more we need an evidence-based policy. We therefore deplore the lack of a recent evaluation, which the Commission is obliged to undertake every three years, but its last report dates back to 2014. As we have to judge and negotiate on a recast proposal with fundamental amendments on the current Returns Directive, this omission is not responsible. This has led the Committee on Civil Liberties, Justice and Home Affairs to decide to undertake a study ourselves on the implementation of the Return Directive, and that study has led to this report.
The objective of the Return Directive is twofold. On the one hand, it promotes the return of migrants who are not entitled to stay on our territory and, on the other hand, it ensures that this return goes hand in hand with legal safeguards in line with fundamental rights, and that enforcement measures are applied in a proportionate manner. This also means that implementation cannot be properly assessed by only looking at the return rates. We also need to see if the return is sustainable and if the legal safeguards have been complied with.
I will just go through some highlights of the report. One is that voluntary returns should be prioritised over forced returns as they are more sustainable, less costly and less cumbersome for the states, and more apt to respect the fundamental rights of the person concerned. This requires that we have sufficient voluntary departure terms, but also sufficient assistance and return programmes. We found a big lack of this in many Member States.
The directive requires that decisions concerning return are based on an individual assessment and are open to appeal. Legal safeguards imply that the return may never lead to refoulement and that the return is automatically suspended as long as an appeal is still under the examination of a judge. In many Member States, however, this is still not the case. Detention must remain a measure of last resort, meaning that it has to be necessary, proportionate and for the shortest time possible.
Longer detention does not automatically increase the chance of return. It is generally more costly than alternatives to detention. The report therefore calls on Member States, as a matter of urgency, to offer effective community—based alternatives to detention. Many Member States do have alternatives in their legislation, but they have often made it unavailable in practice. According to our Charter of Fundamental Rights, the best interests of the child should always be a primary consideration. A significant number of children, however, are still detained in the European Union as part of return procedures. This implementation report expresses agreement with the UN Committee on the Rights of the Child, which has clarified that children should never be detained for immigration purposes and that detention can never be justified in a child’s best interest.
As the report highlights several gaps in the implementation of the Return Directive, we call on the Member States to make sure that they do comply, and we call on the Commission to ensure timely and proper monitoring and support for its implementation, and to enforce compliance if necessary. After all, the Commission is our only guardian of the Treaty.
Nicolas Schmit,Member of the Commission. – Mr President, return is a key component of a comprehensive, credible and sustainable approach to migration.
I first would like to thank you, Ms Strik, as well as the shadow rapporteurs for this implementation report on the Return Directive.
I’m glad that the pact on migration and asylum presented by the Commission last September addresses many of the challenges identified in your reports. The pact takes a human approach, which builds on the principles of integrated policy-making, solidarity and the fair sharing of responsibility. It offers tools to cover all aspects of return, from the moment of first arrival in the EU and issuance of an obligation to return until the readmission and reintegration in the country of origin. The pact reinforces our legal framework, closing the loopholes between asylum and return procedures that are currently affecting the efficiency of our systems.
The Return Directive will continue to be the cornerstone of our common EU framework. We are pleased that the work on that dossier has resumed.
In this context, and in reply to your report, I would therefore like to make the following remarks:
First, we agree that there is a strong need to improve relations with third countries in order to ensure cooperation for effective and sustainable returns. That is why strengthening our cooperation with third countries on all aspects of migration, in a spirit of trust and mutually beneficial partnership, is a priority of the pact.
In the context of these partnerships, we need, firstly, to increase the effectiveness of the implementation of readmission cooperation and to develop new ones for a selected number of third countries. Effective cooperation on readmission and migration is developed through active engagement in a sustained dialogue with our partners, as well as mobilising the policies and tools at our disposal for incentivising and rewarding cooperation.
Second, we agree on the primacy of voluntary returns. This is why we are working on a new strategy on voluntary return and reintegration that we will present next year. Reintegration is an important part of the EU’s support to third countries. We need to reinforce the consistency of national approaches with third countries, but also increase the ownership of the process by our partners. This strategy will also reinforce the effectiveness, attractiveness and accessibility of the voluntary return programmes set up in the Member States, and from third countries to countries of origin.
Third, let me assure you that the pact fully respects the fundamental right to an effective remedy of the migrants subject to a return decision. To this end, the recast Return Directive and the amendments to the proposed asylum procedures regulation further harmonise the right to appeal in order to address the differences between Member States.
We understand your concerns concerning the possible negative effects that indiscriminate and long entry bans can have on the willingness of irregular migrants to cooperate on return and depart voluntarily. Our intention remains to deter irregular reimmigration of those who did not respect EU rules while preserving the possibility of legal access to the EU. We agree that there is a significant discrepancy in the way in which Member States determine the risk that the migrant may flee while return procedures are ongoing. That is why we proposed a common list of criteria in the recast Return Directive to assess the risk of absconding, which is the main ground to place a person subject to a return decision in administrative detention.
Finally, let me stress that we attach great importance to the use of effective alternatives to detention. We agree that it remains an underexplored area that can bring positive results for both the migrants and the authorities concerned.
In our view, the report confirms that there are matters of common interest on which we can work together.
I would like to thank you again for your report and we trust that, with this important report having been tabled, we can now advance in earnest to reach an agreement that would improve the return of irregular migrants.
Presidente. – Este ponto da ordem do dia está encerrado.
A votação das alterações realizar-se-á na terça-feira, 15 de dezembro de 2020, e a votação final na quarta-feira, 16 de dezembro de 2020.
29. Ett starkt socialt Europa för rättvisa omställningar (kortfattad redogörelse)
Presidente. – Segue-se a breve apresentação do relatório de Dennis Radtke e Agnes Jongerius sobre uma Europa social forte para transições justas (2020/2084(INI)) (A9-0233/2020).
Agnes Jongerius, Rapporteur. – Voorzitter, juist wanneer het moeilijk is, moeten we onze blik op de toekomst richten. We moeten sociale vooruitgang mogelijk maken voor iedereen. Met hogere minimumlonen, zodat niemand aan het eind van de maand een keuze hoeft te maken tussen warm water of warm eten. Met een verbod op nulurencontracten zodat je ook eens plannen kan maken en zeker bent van je inkomen. En met meer betaalbare sociale huurwoningen, zodat starters ook echt kunnen beginnen aan hun toekomst. Dit zijn de uitdagingen voor Nederland en voor Europa. Samen, ons samen eerst door de crisis slaan, waarbij wij niemand vergeten: dat zou de opdracht moeten zijn. En hierop gaan we leveren!
Met het rapport geven we het startschot voor een socialer Europa het komend jaar. We leggen ook een basis voor het sociaal actieplan dat eurocommissaris Schmit in januari moet presenteren. Het is belangrijk dat we de lessen leren van de Lissabonstrategie en van de vorige crisis. Sociale vooruitgang werd toen zomaar overboord gegooid en dat kunnen we ons niet nog een keer veroorloven. We hebben de sociale doelen nodig die we uiterlijk in 2030 moeten bereiken, een nieuwe sociale agenda voor Europa dus. Op de sociale top in Porto moeten alle regeringsleiders en de Europese Commissie hiervoor tekenen, ook onze eigen premier Rutte!
Samen met mijn Duitse christendemocratische collega Dennis Radtke en de schaduwrapporteurs van links tot rechts zijn we tot een ambitieus en gebalanceerd rapport gekomen. In EMPL kon het rekenen op brede steun.
Als we de duurzame en de digitale transitie op een eerlijke manier mogelijk willen maken, dan moeten deze gepaard gaan met sociale vooruitgang. “Niemand mag achterblijven” mag niet enkel een holle slogan blijven en daarom moeten we meer investeren in mensen. Het plan voor herstel en veerkracht moet een sterke sociale dimensie hebben met zoveel plannen inzake sociale vooruitgang, die op dezelfde voet staan als de economische en de duurzame doelen.
We moeten inzetten op goed werk als we de jeugdwerkeloosheid structureel willen terugdringen. Jongeren zitten niet weer te wachten op het duizendste onzekere flexbaantje, die willen hun toekomst kunnen opbouwen. Er zijn te veel handige Harry’s actief in de uitzendsector die met schijnconstructies over de ruggen van werknemers en de maatschappij hun geld verdienen. We hebben een eerlijk speelveld nodig tussen de uitzendbureaus. En we moeten de uitzendkrachten goed beschermen. Aan die eindeloze keten van onderaanneming, waarbij iedereen zijn verantwoordelijkheid van zich afschuift, daar moet een einde aan komen: die ketens moeten worden opgeknipt. We hebben tenslotte allemaal gezien hoe in het afgelopen jaar arbeidsmigranten massaal ziek werden in bijvoorbeeld de vleesindustrie, de distributiecentra en in de land- en tuinbouw. Ik zou zeggen: genoeg is genoeg!
Laten we ons eerlijk door de crisis slaan met bindende sociale doelen, zodat iedereen kan zeker zijn van hogere minimumlonen, van zekere contracten en van een betaalbare woning.
Dennis Radtke, Berichterstatter. – Herr Präsident, Herr Kommissar, liebe Kolleginnen und Kollegen! Ich möchte mich zunächst mal ganz herzlich bei meiner Ko-Berichterstatterin Agnes Jongerius und auch bei den Schattenberichterstattern für eine extrem konstruktive und auch vertrauensvolle und konsensorientierte Zusammenarbeit bedanken.
Das Ergebnis, das wir im letzten Monat im Sozialausschuss für unseren Bericht erhalten haben, ist, glaube ich, eine Frucht dieser konstruktiven und konsensorientierten Zusammenarbeit, denn wir haben eine breite Mehrheit für unseren Bericht bekommen. Eine Mehrheit, von der ich sage: Das macht Mut für die Abstimmung, die wir in dieser Woche zu diesem durchaus schwierigen und ambitionierten Bericht vor der Brust haben.
Dieser Bericht soll eine Brücke schlagen zu dem – und Agnes hat darauf hingewiesen –, was wir im nächsten Jahr auf der sozialpolitischen Agenda haben. Da wird zum einen der action plan von Nicolas Schmit sein zur Implementierung der europäischen Säule der sozialen Rechte, und wir werden den Sozialgipfel in Porto haben, als Follow-upzum Sozialgipfel in Göteborg. Das sind zwei sehr wichtige Ereignisse.
Das ist der Kern auch dieses Berichts, weil Agnes Jongerius und ich von vornherein gesagt haben: Wir müssen als Parlament ein starkes Signal dazu setzen. Wir können nicht einfach nur darauf warten, dass die Kommission etwas vorschlägt, sondern wir als Parlament wollen selber unsere Forderungen artikulieren und aufschreiben, und ich finde, da sind mutige Dinge dabei: dass wir uns hinstellen und sagen, wir wollen – fast analog zu einer Lissabon-Strategie – eine Porto-Strategie, indem wir sagen: klare, messbare, ambitionierte Ziele auch in der Sozialpolitik. Ich sage ganz klar: Wenn wir uns diese Ziele setzen, dann heißt das übersetzt nicht, dass wir in Zukunft zentrale Kompetenzen für die Europäische Union auf jedem dieser Politikfelder einfordern. Aber das haben wir an anderen Stellen auch nicht, und trotzdem setzen wir uns ambitionierte Ziele. Und wenn mir dann mancher Kollege in den letzten Tagen gesagt hat: Dennis, wie kannst du beispielsweise 50 % Reduktion der Jugendarbeitslosigkeit bis 2030 als Ziel festschreiben, dafür haben wir keine Kompetenz, dann kann ich nur sagen: Wenn wir uns in diesem Hause nur noch auf das beschränken, was unsere Kernkompetenz ist, dann können wir ganz Vieles sein lassen.
Gerade eine Frage wie die Bekämpfung der Jugendarbeitslosigkeit: Das ist für mich ein Motor, das ist für mich Treibstoff in meiner politischen Arbeit, weil ich kein Interesse an einer verlorenen Generation habe, weil ich nicht junge Europäer wegen ihrer Perspektivlosigkeit Populisten zum Fraß vorwerfen will. Deswegen stehen wir hier, deswegen machen wir Politik, und deswegen haben wir auch unter anderem diese Dinge in den Bericht geschrieben.
Ein letzter Punkt: Wir haben auch schon mal einen kleinen Ausblick gewagt auf das Thema Mindestlohn. Der Vorschlag liegt ja jetzt auf dem Tisch. Wir werden hier bald die Arbeit dazu aufnehmen, und wir haben uns zu diesem Thema bekannt. Auch hier muss man sagen: Es liegt eben kein zentralistischer Einheitslohnvorschlag auf dem Tisch, sondern ein Vorschlag, der wirklich das Herzstück – auch der Verträge – berührt, nämlich die Frage der sozialen Marktwirtschaft, die Frage der Tarifbindung.
Wir haben uns hier in diesem Plenarsaal versammelt, um für die Helden des Alltags in der Corona-Krise zu klatschen. Wie albern. Ich habe mich daran nicht beteiligt, weil mein Antrieb ist nicht, hier im Plenarsaal für Menschen zu klatschen, sondern mein Antrieb ist, den Arbeitsalltag für Menschen besser zu machen, einen Beitrag dazu zu leisten, dass Teilhabe organisiert werden kann, dass Menschen von ihrer Arbeit leben können, dass wir faire und gerechte Löhne haben.
Ich finde, der Bericht, den wir jetzt hier auf den Weg gebracht haben, den wir hier zur Abstimmung stellen, kann ein wichtiger Beitrag dazu sein, dass Europa sozialer wird und dass die Debatten über ein sozialeres Europa in Zukunft in der Mitte der europäischen Politik ankommen. Deswegen werbe ich ganz herzlich um Zustimmung zu diesem Bericht.
Nicolas Schmit,Member of the Commission. – Mr President, first of all I would like to welcome the report this House has just presented so eloquently. The current times are calling for bold and strong social Europe and I’m very grateful that Parliament has taken the initiative to prepare a very comprehensive, ambitious and concrete resolution.
We are facing a crisis of unprecedented scale with massive social consequences. We could preserve jobs and income with our support for a short-time work-schemes culture, yet six million jobs have been lost and we are losing human capital and this impairs our potential for growth in the medium-term. Certain groups are hit disproportionately: women and young people, but also self—employed people. Many never thought they would one day fall into poverty. Now they are queuing up for food aid.
Inequalities are deepening further. Low-skilled and low-paid workers, but also temporary workers, were the first ones laid off. We have millions of children and young people whose life prospects have worsened. Against this background, strong and coordinated action at European and national level is needed. The Commission has committed to presenting an action plan to implement the European pillar of social rights and its political guidelines, and we will do so early next year.
Eleven months ago we launched a wide consultation reaching a great number of stakeholders across Europe and which delivered thousands of contributions. This shows how the pillar contains key political goals that citizens want to see implemented. With the current crisis, implementation of the social pillar is even more needed. If anything, the pandemic has shown the importance of resilient health and social protection systems. The European pillar of social rights is a key tool to accompany our recovery efforts in the short and medium-term. The COVID-19 pandemic has accelerated existing trends. This is why we need to take decisive action to tackle the socioeconomic consequences of this crisis, as well as to face long—term challenges.
We need to support people and our workforce through the green and digital transitions. We are simply not sufficiently equipped today for tomorrow’s labour market, economy and society. Employment is key. We have to support job creation, taking full advantage of the ongoing transitions and the renewed industrial strategy, ease job transitions based on skilling, re- and up—skilling, and enhance actively labour market policies and help young people enter the labour market. We have to create more convergence between and within Member States. Europe must be the same promise of equal opportunities and social progress for everyone. This means reassessing the value of work, a concept President von der Leyen mentioned in her first speech to this Parliament, and ensuring decent working and living conditions.
We have to adapt our social welfare states to the digital age. We have to find the right balance between an innovative economy, led by technological process, the key of our European social model, and modern, inclusive and sustainable social protection systems, and we have to invest in our social resilience. This virus painfully underlines the vulnerability of many sectors, like education and healthcare. Therefore our action plan should define shared objectives at EU level and put forward concrete actions delivering the priorities of the social pillar, ensuring equal opportunities and access to the labour market for all, supporting for working conditions and strengthening social protection and inclusion.
We are giving full consideration to your call, as to that of other stakeholders, for setting strategic, social and employment targets. We share a common understanding that the implementation of the social pillar and the resilience and recovery plans should complement each other. We have to build a future in a sustainable way, in an innovative way, but also in a fair and inclusive way. This is fundamental if we want to put people at the centre.
We are also looking at how to improve our monitoring of the implementation of the social pillar, including the social scoreboard, and how countries coordinate implementation of the pillar at national level. The Commission’s action plan must pave the way at European level, but we will only reach our common destination if Member States, regions and local authorities turn commitment into action. We will only get there if social partners and civil society organisations do their part, and Europe must be there to support them.
Finally, the adoption of the social pillar action plan will be a very important step in view of the social summit which will take place in Porto in May 2021. The Commission’s social agenda has only gained in importance. We have already come forward with ambitious proposals on youth employment, on skills, on fair minimum wages, and you can count on us to continue to deliver on our child guarantee, on platform workers, on the social economy.
Your strategic resolution will be crucial to feed into the preparations of our action plan. This action plan will not land in a vacuum. It must give direction to our recovery strategy and it must be plugged into the Commission’s overarching 2030 growth strategy for a green and digital transformation.
Presidente. – Este ponto da ordem do dia está encerrado.
A votação das alterações realizar-se-á na quarta-feira, 16 de dezembro de 2020, e a votação final na quinta-feira, 17 de dezembro de 2020.
Declarações escritas (artigo 171.º)
Sirpa Pietikäinen (PPE), kirjallinen. – Arvoisa puhemies, Euroopan unioni on ensisijaisesti perustettu rauhanprojektiksi ja eurooppalaisten kansalaisten oikeusturvan ja sosiaalisen aseman parantajaksi. Yhteinen sosiaalipolitiikka edistää tätä tavoitetta ja on Euroopassa välttämättömyys. Meillä täytyy olla yhteiset eurooppalaiset linjaukset sosiaalisten oikeuksien pilarin perusasioista kuten oikeudesta terveydenhuoltoon, naisten oikeuksista, seksuaaliterveydestä ja työttömyysturvasta, joihin kaikkien jäsenmaiden on sitouduttava. On tärkeää, että jatkamme työtä yhteisen eurooppalaisen terveyspolitiikan, paremman työttömyysturvan ja työntekijöiden oikeuksien parantamisen saroilla.
Presidente. – Segue-se a breve apresentação do relatório de Pascal Durand sobre uma governação sustentável das empresas (2020/2137(INI)) (A9-0240/2020).
Pascal Durand, rapporteur. – Monsieur le Président, Monsieur le Commissaire, quelle meilleure transition pourrions-nous avoir pour parler de la gouvernance durable et des reportings non financiers que le rapport qui vient d’être évoqué et votre intervention et celle de mes collègues sur une Europe plus sociale et sur l’intégration sociale?
Parce que, dans ces dossiers qui peuvent apparaître techniques, nous sommes au cœur de ce qui est éminemment politique – politique au sens noble du terme: parce que cela touche à notre vision, la vision que nous voulons construire pour notre Union européenne. La vision de savoir si nous voulons, en matière extra-financière, nous faire imposer nos normes par l’extérieur, par les États-Unis, par la Chine ou par je ne sais quelle autre puissance, ou si nous voulons, au contraire, rester maîtres dans une logique d’indépendance et de souveraineté. Rester maîtres de notre modèle économique, environnemental, social, c’est tout l’enjeu de ce reporting extra-financier, de cette gouvernance nouvelle des entreprises.
Quelle est notre ambition? Quelle est notre volonté de construire effectivement un monde qui soit plus durable, plus soutenable, plus vivable pour l’ensemble de la population? Sans entrer dans le détail – évidemment trop technique –, nous devons regarder en face la situation telle qu’elle se présente.
Nous sommes dans un moment où les entreprises – pour des raisons qu’il ne nous appartient pas de développer ici, mais qui sont une réalité – se trouvent confrontées à des enjeux de très court terme. Elles se trouvent dans une logique de nécessité de développer des profits à court terme, d’essayer de compenser la financiarisation de notre société. Elles sont obligées d’aller au-devant d’une logique qui est une logique qui détruit une vision à moyen et à long terme de l’entreprise.
Nous devons rééquilibrer: c’est ça, l’objet de nos normes. Ce n’est pas de porter atteinte au monde de l’entreprise, au contraire. C’est d’essayer de créer de la véritable valeur et une valeur qui persiste dans le temps, une valeur qui ne fasse pas que les dividendes soient, en l’espace de 20 ans, développés de 1 à 4 %, pendant que la recherche et les investissements diminuent quasiment dans les mêmes proportions.
Nous sommes obligés de penser à ce futur et de le construire ensemble. Alors, nous avons des objectifs, les objectifs que l’Union s’est elle-même fixés, avec la taxonomie, avec ces normes environnementales, ces normes sociales qui en font un modèle et un îlot sur l’ensemble de cette planète. Cet équilibre entre l’environnement, le social, l’humain et l’économique, que nous avons toujours porté et que nous devons continuer à défendre, nous devons l’intégrer maintenant au XXIe siècle.
Alors oui, nous avons des objectifs. Mme von der Leyen et ce Parlement ont rappelé les objectifs du Green Deal. Eh bien, pour arriver à faire ce pacte vert, nous avons besoin de tous et de toutes. Nous avons besoin d’investissements, nous avons besoin des entreprises, nous avons besoin des salariés, nous avons besoin des parties prenantes. C’est ça que nous devons réaliser tous ensemble. Et pour cela, le reporting non financier doit être clair. On doit avoir une seule norme, on en a 1 500 à ce jour, parce que ces normes ne sont pas fixées dans un cadre juridique.
Alors je le répète, et je terminerai là-dessus, parce que c’est vraiment le cœur: que voulons-nous construire ensemble? Si nous voulons un marché, si nous voulons faire en sorte que l’arbitraire ne domine pas et que ce ne soit pas simplement la loi des plus forts, alors nous devons poser des normes qui soient extrêmement claires. Nous devons avoir des rapports clairs, nous devons avoir des audits indépendants, nous devons avoir une gouvernance qui respecte à la fois les salariés, l’égalité des genres, le long terme, qui prenne en compte l’ensemble des conditions humaines, environnementales et, je le répète, sociales qui se posent à nous au XXIe siècle.
C’est toute l’ambition que nous portons dans ce rapport et qui, je l’espère, ouvrira la voie à la Commission dans le cadre de la réforme des directives qu’elle doit présenter au début de l’année 2021.
Nicolas Schmit,Member of the Commission. – Mr President, first the Commission thanks the rapporteur, Mr Durand, and the Committee on Legal Affairs for their work on this important file and for the proposals. The Commission shares the objective of fostering long-term corporate behaviour towards the sustainability transition. As announced in its 2021 work programme, the Commission intends to propose next year the revision of the Non-Financial Reporting Directive and a legislative initiative on sustainable corporate governance.
To prepare this initiative, the Commission has commissioned studies which show that there is a trend in the last 30 years for listed companies within the EU to focus mainly on short-term benefits of shareholders rather than on the long-term interests of the company. This affects long-term resilience, sustainability and performance. Designing time horizons of corporate decision-making that are more long-term and promoting corporate governance that is more conducive to sustainability would contribute to companies’ resilience and performance. We welcome the fact that the report by Mr Durand targets exactly these matters.
The report calls on the Commission to ensure that directors’ duties should not focus mainly on the short-term maximisation of shareholder value. These duties must pay sufficient attention to the long-term interests of the company and wider society, as well as those of employees and other relevant stakeholders. Companies that integrate stakeholder interests outperform others in the current crisis. As shown by a wide number of studies, such companies have better performance in the long run.
The report by Mr Durand considers that company directors have a duty to address sustainability risks and impacts arising from their operations and supply chains. It also asks that sustainability strategies should include time-bound and science-based targets aligned with the EU’s international commitments. This includes in particular the Paris Agreement and the Convention on Biological Diversity and on deforestation.
The Commission will examine the possible impact of such rules as part of the impact assessment of the forthcoming legislative initiative on sustainable corporate governance. Furthermore, just as the report rightly pays attention to small and medium-sized enterprises, the Commission will also duly consider ways to cater for SMEs. We are looking into possible regulatory requirements which take into account the size of the company, as well as whether it is involved in a sector with a high sustainability risk. SMEs could also be supported with adequate tools and funding.
With regard to Parliament’s suggestions on the Non-Financial Reporting Directive, the Commission included the revision of these rules as part of its work programme for next year. We agree to the aim to be consistent with other relevant EU legislation, including the Taxonomy Regulation and the Sustainable Finance Disclosure Regulation. We also agree that it will be necessary to bring additional categories of companies under the scope of the legislation, and that reported sustainability information should be subject to audits.
We believe it will be necessary to require companies to use mandatory European sustainability-reporting standards. That is why the Commission has given a mandate to the European Financial Reporting Advisory Group to carry out preparatory work for the development of such standards. Next to working on European standards, we will also try to ensure progress towards greater alignment of standards at the global level.
The Commission also looks forward to the European Parliament’s upcoming report by Ms Wolters on corporate due diligence and accountability. Resilient and sustainable supply chains are key for European companies’ long-term competitiveness and viability. Due diligence is also essential to mitigate the adverse impacts of European production in third countries, where the biggest bulk of adverse impacts materialise.
Let me conclude by reiterating that the Commission’s priorities are clear: we need to deliver on the sustainability transition and the recovery, which is a very good opportunity for that. It is therefore key to help businesses in the way they operate, towards a transformation to a more sustainable economy.
Allow me just to quote Mark Carney, the former Governor of the Bank of England and now the UN Special Envoy for Climate Action and Finance. He said recently: ‘We have to work for a new basic social contract ensuring fairness across generations.’
Presidente. – Agradeço ao Comissário Nicolas Schmit as suas intervenções muito inspiradoras.
O debate está encerrado.
A votação das alterações realizar-se-á na quarta-feira, 16 de dezembro de 2020, e a votação final na quinta-feira, 17 de dezembro de 2020.
Declarações escritas (artigo 171.º)
Емил Радев (PPE), в писмена форма. – Днес сме свидетели на тенденции, при които постигането на икономическите цели от предприятията постепенно се обвързва с цели, които са нетрадиционни за тях: борбата с климатичните промени, преодоляването на социални проблеми, устойчивото развитие като цяло.
Ето защо мисля, че е важно да подпомогнем бизнеса да осъществи прехода към устойчива икономика. Време е за създаването на нова бизнес култура. Като я насърчаваме, ще подпомогнем процеса, който трябва да води предприятията по пътя на устойчивото корпоративно управление. То носи допълнителна стойност за обществото, но и за самите компании, тъй като фирмите, поели по пътя на устойчивото корпоративно управление, са по-продуктивни и по-солидни. В разгара на COVID пандемията и кризата, която увеличи рисковете за бизнеса, огромно значение придобиват нашите усилия да се защитят европейските предприятия, като разбира се, това не става за сметка на правата на работниците и акционерите.
Необходими са общоевропейски действия в тази насока. Те обаче в никакъв случай не бива да водят до налагането на непосилни тежести за малките и средни предприятия. При промени в дружественото право трябва да прилагаме балансиран подход, отчитащ както икономическите, така и социалните и екологичните фактори. Така ще стимулираме интегрирането на политики на устойчивост при корпоративното вземане на решения.
31. Röstförklaringar: se protokollet
32. Rättelser och avsiktsförklaringar till avgivna röster: se protokollet
33. Föredragningslista för nästa sammanträde: se protokollet