Ευρετήριο 
 Προηγούμενο 
 Επόμενο 
 Πλήρες κείμενο 
Πληρη πρακτικα των συζητησεων
XML 17k
Τετάρτη 10 Μαρτίου 2021 - Βρυξέλλες Αναθεωρημένη έκδοση

8. Διάσκεψη για το μέλλον της Ευρώπης - υπογραφή της κοινής δήλωσης
Βίντεο των παρεμβάσεων
Συνοπτικά πρακτικά
MPphoto
 

  Presidente. – Care colleghe e cari colleghi, vorrei dare il benvenuto al primo ministro Antonio Costa e alla Presidente Ursula von der Leyen, che sono presenti nella nostra Aula in occasione di questa cerimonia, è un giorno speciale per la democrazia europea.

Oggi firmiamo la dichiarazione congiunta in cui le nostre tre Istituzioni si impegnano a lanciare la Conferenza per il futuro dell'Europa il 9 maggio prossimo. A questo proposito vorrei ringraziare il primo ministro Costa, che si è impegnato personalmente nei negoziati per permettere di raggiungere un accordo tra il Parlamento, la Commissione e il Consiglio.

Finalmente, cari colleghi, si parte. La Conferenza sul futuro dell'Europa sarà un'opportunità unica per tutti i cittadini europei e la società civile, con la possibilità di plasmare il nostro futuro.

Abbiamo bisogno di aprire questo cantiere e in questo processo vogliamo mettere al centro i cittadini e la società civile, ma anche i parlamenti nazionali, le regioni, gli attori locali, le parti sociali, il mondo accademico, i giovani. Questa Conferenza vuole essere un nuovo forum di dibattito, in cui i cittadini europei avranno un posto speciale, poiché sono i primi a essere preoccupati per il futuro del progetto europeo.

Mettendo i cittadini europei al centro di questo processo, consultandoli e coinvolgendoli nei dibattiti durante tutta la conferenza, essi avranno la possibilità di affrontare le questioni che sono loro care, e noi ci impegniamo ad ascoltare le loro aspettative, le loro preoccupazioni e le loro idee. Ecco perché la Conferenza sarà un evento innovativo, ecco perché può essere un game changer.

La pandemia sta colpendo duramente i nostri cittadini: i lavoratori dipendenti e autonomi, i giovani, le donne, gli anziani, il settore culturale e quello sanitario. Ha colpito le nostre economie, le nostre scuole, i posti di lavoro. Nell'ultimo anno tutti gli europei hanno visto la loro vita quotidiana sconvolta.

L'Europa sta affrontando un momento molto difficile e drammatico, ma la solidarietà che essa incarna e vuole incarnare non può che essere l'unica risposta a questa crisi. L'Unione sarà al centro della ripresa economica e sociale, così come continuerà ad essere al centro della strategia di vaccinazione: un approccio unito e solidale rimane l'unico modo per andare avanti e le aspettative dei nostri cittadini nei confronti dell'Europa sono sempre più forti.

In questo contesto è essenziale continuare a dare all'Europa gli strumenti giusti per rispondere a queste attese, a questa richiesta di solidarietà, prepararla e preparare la sfida futura. Ecco perché la Conferenza dovrà essere un momento di riflessione per trarre lezioni da questa crisi, ma anche per rafforzare la nostra democrazia. Se l'Europa deve essere in grado di affrontare le questioni globali e adattarsi a un mondo che cambia, dovrà dotarsi dei mezzi per essere più efficace, più democratica, più flessibile e più resiliente.

La democrazia è fragile, come ci hanno dimostrato gli eventi nel gennaio scorso a Washington, e perché funzioni deve essere difesa: proteggere il bene comune e garantire la partecipazione, la trasparenza e il coinvolgimento dei cittadini nella vita democratica, animare la partecipazione della nostra società. È urgente rinnovare il nostro patto democratico, rinnovando il legame con la nostra società.

Sta emergendo un vero spazio pubblico europeo, lo abbiamo visto più che mai nelle avversità di quest'anno: la crisi ha rivelato una vera e propria europeizzazione dell'opinione pubblica, la convinzione della nostra unità e la consapevolezza di un destino comune sono ormai condivise dalla maggioranza dei cittadini e dei decisori europei, e si alimentano a vicenda.

Ora dobbiamo gettare le basi per un nuovo contratto sociale europeo e rafforzare l'Europa, affinché non soffra più l'emergenza delle crisi che verranno, ma sia dotata degli strumenti strategici e della capacità per essere più resiliente.

"Ascoltare, discutere, cambiare l'Europa insieme": è ciò che le nostre tre Istituzioni si sono impegnate a fare oggi lanciando la Conferenza sul futuro dell'Europa il 9 maggio prossimo.

Ma soprattutto siamo oggi fermamente impegnati a garantire il seguito concreto delle raccomandazioni e delle conclusioni che la Conferenza produrrà: è essenziale che questo esercizio porti ad azioni concrete, cambiamenti legislativi, cambiamenti di trattati, se questo è desiderato e auspicato.

Ci impegniamo a non avere tabù e a fare in modo che i risultati possano offrire una visione reale del nostro progetto europeo. È in gioco la nostra credibilità come rappresentanti delle Istituzioni, come rappresentanti dei cittadini; è in gioco il nostro futuro e il futuro della nostra democrazia.

Ora abbiamo l'opportunità di riscoprire l'anima del progetto europeo e farla vivere nella contemporaneità.

Invitiamo quindi tutti i cittadini europei a partecipare alla Conferenza e a costruire l'Europa di domani, affinché diventi davvero la "loro Europa".

 
  
MPphoto
 

  António Costa, Presidente em exercício do Conselho. – Senhor Presidente do Parlamento Europeu, Senhora Presidente da Comissão Europeia, Senhoras e Senhores Deputados, quando por toda a Europa enfrentamos uma pandemia que gerou a maior crise económica e social desde a Segunda Grande Guerra, quando nos nossos hospitais os profissionais de saúde lutam afincadamente para salvar vidas, quando estamos num contrarrelógio para a vacinação, quando milhões de trabalhadores perdem o seu emprego e milhares de empresas enfrentam o risco de falência, quando a incerteza, a angústia, o medo, marcam o nosso presente coletivo, a convocação desta Conferência sobre o Futuro da Europa é uma mensagem de confiança e de esperança no futuro que dirigimos a todos os europeus. A confiança de que venceremos a pandemia e superaremos a crise. A esperança de que juntos construiremos uma Europa de futuro, justa, verde, digital.

Congratulamo-nos, por isso, por ter sido possível ultrapassar o impasse que nos paralisava. E quero agradecer a todos os que aqui, no Parlamento Europeu, na Comissão, no Conselho, trabalharam para podermos alcançar este acordo. Sabemos que não temos todos a mesma visão sobre a Europa do futuro nem sobre o futuro da Europa, mas é precisamente por isso que a Conferência sobre o Futuro da Europa é um momento decisivo para podermos discutir, sem tabus mas com frontalidade, a diversidade das nossas visões. Só assim poderemos superar as divisões e recuperar o que nos une e reforçar o que nos une, como sempre aconteceu ao longo destes quase 64 anos desde a assinatura do Tratado de Roma. E o tempo dessa discussão é agora, porque temos de nos preparar desde já para, quando vencermos a pandemia, estarmos prontos e não perdermos nem um segundo na construção do futuro.

A União precisa de se reforçar com a força da cidadania. Por isso esta não pode ser uma conferência das instituições sobre as instituições. Tem de ser uma conferência dos cidadãos europeus sobre o que querem e como querem o futuro da nossa União. Uma conferência sobre as questões políticas que verdadeiramente preocupam os europeus.

Para além de variações de conjuntura – hoje naturalmente a saúde, há dez anos atrás a dívida pública –, o Eurobarómetro dá-nos um retrato muito nítido das questões que continuadamente mais preocupam os nossos concidadãos e que exigem a nossa resposta: as questões económicas e o desemprego, em particular, as alterações climáticas, as migrações, o terrorismo. Temos uma agenda estratégica para o futuro, que une as instituições europeias em torno de um desígnio comum, uma Europa mais forte na proteção dos cidadãos e das liberdades, com uma base económica dinâmica, verde, justa e social, e capaz de promover os interesses e valores europeus na cena mundial. Mas precisamos que os europeus abracem esse desígnio e o sintam como seu, porque são eles afinal de contas o seu destinatário final.

Por isso esta conferência é tão importante. Porque nos vai permitir trazer os europeus para o espaço público, e importa que os cidadãos europeus possam ter um espaço onde debater os seus anseios e as suas expetativas com os seus representantes, para que as políticas públicas possam trazer respostas concretas às necessidades do dia a dia dos cidadãos. Para que nenhum cidadão se sinta deixado para trás.

Não podemos perder mais tempo.

It’s time to deliver. It’s time to start building our future together.

(Applause)

 
  
MPphoto
 

  Ursula von der Leyen, President of the Commission. – Mr President, we all have our own dreams when we think about the future of Europe. For me, this would be a Europe that is leading the world in a green and digital transition. A Europe that embraces the full creativity and diversity of all of its citizens and leaves no one behind. A Europe that is able to fight recurrent pandemics and protect its citizens. A Europe whose democracies are resilient against fake news and the distorting effects of social media. A Europe that is a strong voice for freedom and reason in a world where autocrats challenge our way of life. This, and much more, is my dream for Europe. One out of 450 million dreams.

Today we want to hear about the Europe our citizens are dreaming of. We want people to take the lead on issues that matter to them and affect their everyday life.

Today we signed our Joint Declaration on the Conference on the Future of Europe. Some may ask, ‘Why now, in the middle of a pandemic, a crisis?’ My answer is that it is exactly in a time of crisis that we see where Europe works for people and where we have to get better.

The past months have shown that Europe can achieve if it has the competences and the necessary means to act. Take Next Generation EU and our European budget: EUR 1.8 trillion to build forward better. An unprecedented investment to come out of this crisis together: more sustainable, more digital, fairer and more resilient. Stronger than ever.

But during this pandemic we have also seen difficulties. Where Europe’s competences are weak. Only gradually did solidarity and support overcome closed borders. It took too much time until there was a consensus on how to better prepare for the next round in the fight against the virus and its future variants. Until everyone understood that going it alone was not an option.

Let me be very clear: this Conference on the Future of Europe is not just another conference for what some call the ‘Brussels bubble’. This Conference has to go beyond Brussels, has to go beyond national capitals, because for this Conference to succeed, we want to reach what some call the ‘silent majority’. We want to hear from European citizens in their full diversity: young and old, city dwellers and rural residents. From Erasmus students to those who took to the streets in the Pulse of Europe demonstrations. As well as from those who have their doubts about whether creating an ever—closer Union is the right road to take. We want to hear from all!

Because it is as true today as it was in the days of Robert Schuman, one of our founding fathers, that when it comes to the future of Europe, no effort is too much. No dream is too bold.

 
  
 

(La seduta è sospesa alle 13.31)

 
  
  

PRESIDÊNCIA: PEDRO SILVA PEREIRA
Vice-Presidente

 
Τελευταία ενημέρωση: 25 Ιουνίου 2021Ανακοίνωση νομικού περιεχομένου - Πολιτική απορρήτου