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Odabrani dokument : A9-0149/2020

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A9-0149/2020

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PV 26/04/2021 - 27
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P9_TA(2021)0142

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Ponedjeljak, 26. travnja 2021. - Bruxelles Revidirano izdanje

27. Višegodišnji plan upravljanja plavoperajnom tunom u istočnom Atlantiku i Sredozemnome moru (rasprava)
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  President. – The next item is the debate on the report by Giuseppe Ferrandino, on behalf of the Committee on Fisheries, on the proposal for a regulation of the European Parliament and of the Council establishing a multiannual management plan for bluefin tuna in the eastern Atlantic and the Mediterranean, amending Regulations (EC) No 1936/2001, (EU) 2017/2107, and (EU) 2019/833 and repealing Regulation (EU) 2016/1627 (COM(2019)0619 – C9—0188/2019 – 2019/0272(COD)) (A9—0149/2020).

 
  
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  Giuseppe Ferrandino, relatore. – Signor Presidente, onorevoli colleghi, la raccomandazione ICCAT, che è alla base della trasposizione all'esame dell'Aula oggi per la chiusura della prima lettura, è stata approvata a Dubrovnik nel 2018. Data la tempistica molto lenta della Commissione nel trasmettere il testo, è poi sopraggiunta nel 2019 una nuova raccomandazione dell'ICCAT, che ho provveduto ad inserire nel testo, tenendo conto delle nuove esigenze del settore. Sottolineo questo aspetto temporale perché credo sia cruciale per comprendere appieno il senso del nostro operato e le ragioni che hanno guidato le mie scelte e quelli dei miei colleghi nella gestione del dossier.

Nel 2018 non dovevamo fare i conti, certo, con il COVID. Eppure già allora c'era un dato discriminante: molti Stati membri, nonostante le raccomandazioni del Parlamento, della Commissione europea e perfino dell'ICCAT, continuavano ad optare per una assegnazione sbilanciata delle quote di cattura del tonno rosso.

In molti Stati membri ai piccoli pescatori venivano assegnate quote irrisorie, un atteggiamento, che a nostro avviso, andava corretto nei limiti delle competenze attribuite a questo Parlamento. Negli ultimi anni, per fortuna, la popolazione di tonno rosso nei nostri mari non solo si è stabilizzata ma è accresciuta al punto da spingere l'ICCAT ad aumentare le quote annuali da attribuire ai singoli Stati membri.

La raccomandazione del 2018, ma anche quella del 2019, ovviamente non potevano prendere in considerazione gli effetti devastanti che avrebbe avuto il COVID sulla piccola pesca artigianale, che invece, come tutti sappiamo, c'è stata. Così, abbiamo provveduto noi, inserendo degli emendamenti in quella direzione. Abbiamo combattuto per il prolungamento della stagione di pesca in caso di condizioni atmosferiche avverse e abbiamo inserito anche il caso di ragioni di salute pubblica, come l'attuale pandemia, per esempio. Abbiamo, inoltre, posto particolare attenzione alla problematica della pesca accessoria e dei controlli alle farm in cui viene ingabbiato il tonno rosso.

Al trilogo questa è stata la nostra battaglia: lo abbiamo spiegato con chiarezza da subito tanto alla Commissione quanto al Consiglio. Abbiamo ottenuto che la richiesta di maggiore attenzione alla piccola pesca generasse la modifica di un articolo, nello specifico il numero 12, nel quale si precisa che gli Stati membri, qualora fosse possibile, devono distribuire le quote in modo più equilibrato, tenendo conto delle esigenze della piccola pesca artigianale.

Come vedete è una richiesta molto ragionevole: non si tratta di una imposizione ma di una raccomandazione che rispetta l'autonomia degli Stati membri nel decidere come e a chi distribuire le quote per la pesca del tonno rosso; tra l'altro, è una proposta sulla quale è confluita la quasi totalità dei gruppi politici. Eppure il Consiglio, qualche settimana dopo la chiusura del trilogo, in sede di ratifica dell'accordo raggiunto, decide di fare un passo indietro e contesta proprio la richiesta di maggiore attenzione nella distribuzione delle quote. Lo fanno proprio quei paesi, a cominciare dall'Italia, che allocano una percentuale irrisoria di quote alla pesca artigianale.

A questo punto, la questione diventa prettamente politica e chiama in causa il ruolo del Consiglio rispetto a quello del Parlamento europeo. A me sembra che gli Stati membri non vogliano accettare l'idea che le prassi istituzionali sono centrali nella definizione del processo democratico. Se a novembre la Presidenza tedesca decide di chiudere il trilogo, approvando un pacchetto che ha comportato anche delle rinunce da parte nostra, tra l'altro su temi altrettanto importanti, allora ritornare sui propri passi e rifiutare l'esito di una negoziazione significa che il ruolo del Parlamento viene svilito in una maniera inammissibile e che vale la regola che, qualunque sia la decisione, alla fine si cede alle pretese dei singoli Stati membri.

Io lo ritengo inaccettabile e aggiungo che rischiamo di creare un precedente per il quale il processo democratico non ha motivo di esistere e le richieste del Parlamento che –sottolineiamolo ancora una volta – è l'unico organo eletto dai cittadini all'interno delle istituzioni dell'Unione europea vengono cestinate perché così vogliono i singoli Stati membri. Lo ripeto: è inaccettabile e pericoloso!

Per questo, di comune accordo con i relatori ombra e con il supporto di quasi tutti i gruppi politici, abbiamo optato per la chiusura della prima lettura. Lo facciamo perché vogliamo che al Consiglio sia chiaro che il Parlamento è compatto nel difendere i risultati raggiunti al trilogo e che non siamo disposti in alcun modo ad assecondare questa umiliazione del Parlamento. Lo dico anche alla Presidenza portoghese: si rispetti il Parlamento e si rispettino gli accordi che sono stati siglati. È un fondamento del funzionamento dell'Unione europea e nessuno deve mai dimenticarlo.

Contribuire allo sviluppo e alla sussistenza della piccola pesca, inoltre, ha anche una funzione prettamente ecologica in termini di sostenibilità ambientale e conservazione delle risorse idriche e ittiche. I piccoli pescatori rappresentano un comparto che impatta in modo minore sulla fauna e flora marittima. È inoltre essenziale aiutare un settore colpito in modo devastante dagli effetti di questa crisi ancora in corso, purtroppo.

Vi chiedo, quindi, di supportarci in questa battaglia che è cruciale sotto molti punti di vista, ma lo è soprattutto per rimarcare il ruolo del Parlamento europeo ed evitare di creare un precedente che sarebbe pericolosissimo e, perché no, dover dimostrare di aiutare ancora una volta la pesca artigianale e i piccoli pescatori.

 
  
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  Virginijus Sinkevičius, Member of the Commission. – Mr President, I would like to thank the rapporteur Mr Ferrandino, the shadow rapporteurs and of course all involved for their excellent work and efforts to advance on this important file.

After 11 years of implementation of a recovery plan in the context of the International Commission for the Conservation of Atlantic Tunas (ICCAT), the status of bluefin tuna stocks has indeed improved substantially. This is why in 2018, ICCAT agreed to move from a recovery plan to a management plan. This transition from a recovery to a management plan is, however, not a step back towards an unregulated fishery, but rather as a logical transition from emergency measures towards a more coherent and sustainable long-term management framework for this resource.

Since 2018, the scientific advice has confirmed that the biomass of the stock has been growing. Bluefin tuna is now in good health with the highest historical biomass. But of course we need to remain very vigilant as always when managing fisheries resources. In this context, the transposition of the ICCAT management plan into EU legislation is necessary to allow the operators, and in particular small-scale fishermen, to enjoy more flexibility on accessing the resources while at the same time strengthening control measures to guarantee the sustainability of the resource and of the fisheries exploiting this resource.

So this is good news for our fishermen and women as after difficult years of recovery measures they can now again benefit from the higher catches.

The provisional agreement that was reached between co-legislators in trilogue on our proposal was a good result and would have allowed to properly implement the ICCAT management plan in the EU.

Let me say that the Commission regrets that the Council could not accept the provisional agreement reached at the last trilogue. The Commission fully supports the efforts by the co-legislators to find a new compromise in a transparent way, respecting the prerogative of all three institutions.

I would like to underline that the final agreement needs not only to respect the international obligations of the EU but also give legal certainty to the EU operators as soon as possible. It is in the very interest of our fishermen and women that this international management plan for bluefin tuna is transposed without further delay.

And again, I can only reassure you that the Commission will continue to work with the European Parliament and the Council and to assist the co—legislators as an honest broker, with a view to finding an acceptable way forward that would meet the objectives, concerns and constraints expressed by both co-legislators.

 
  
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  Gabriel Mato, en nombre del Grupo PPE. – Señor presidente, querido comisario, muchos se preguntarán hoy para qué sirven los diálogos tripartitos. Según parece, para nada, porque, después de conseguir, cediendo todos, un acuerdo equilibrado que pedía tener en cuenta las características y necesidades específicas de la pesca artesanal del atún rojo, de manera incomprensible, unos pocos Estados miembros se han negado a aceptar el acuerdo que el Parlamento, la Comisión y el Consejo sellamos.

Lamentablemente, el Gobierno de España ha sido uno de esos pocos Estados miembros que se han negado a respetar el acuerdo. Pero, ¿por qué? ¿Por qué no dan respuesta a una demanda histórica y se niegan a aceptar que se utilicen criterios transparentes y objetivos, incluidos los de carácter medioambiental, social y económico, y se distribuyan cuotas nacionales equitativas entre los distintos segmentos de la flota, prestando especial atención a la pesca tradicional y artesanal? ¿Por qué insisten en repartir las cuotas de forma tan injusta?

Lo hacen con el atún rojo, lo hacen con el atún, lo hacen en el Atlántico y también en el Mediterráneo; demonizan determinadas artes de pesca; limitan los días de pesca, llevando a la ruina a muchos pescadores; extreman los controles y la burocracia; y son cicateros con las ayudas. Y yo me pregunto: ¿por qué esta política de acoso hacia los pescadores? ¡Basta ya!

Apostamos por la pesca artesanal, intrínsecamente vinculada a las tradiciones y costumbres de las zonas y comunidades costeras que son dependientes de la pesca. Por eso hoy reiteramos a esos Gobiernos insensibles, entre los que se encuentra, lamentablemente, el Gobierno de mi país, que sabemos que la asignación de cuotas es competencia suya, es competencia de los Gobiernos, pero también que nada ni nadie puede impedir a este Parlamento que les diga que se distribuyan esas cuotas de manera justa y que tengan en cuenta la pesca artesanal.

No voy a renunciar a ello, y por eso mañana votaremos reiterando el acuerdo alcanzado en los diálogos tripartitos, que no es otro que un reparto más justo de las cuotas.

 
  
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  Clara Aguilera, en nombre del Grupo S&D. –Señor presidente, señor comisario, pues sí, tras más de once años de fuertes restricciones para la pesca del atún rojo en la Unión Europea, con un enorme esfuerzo por parte del sector para intentar sobrevivir a las dificultades, por fin se establecía un nuevo plan de gestión para las pesquerías del Atlántico oriental y el Mediterráneo.

Este plan establecía la promoción del uso de artes y técnicas de pesca selectivos y que tengan un impacto reducido en el medio ambiente, como la pesca tradicional y artesanal. Un ejemplo son las almadrabas, que en Andalucía llevan siglos pescando atún rojo de forma sostenible.

Confirmada la recuperación de las poblaciones de atún rojo por los científicos, este Parlamento solo intenta que no volvamos a caer en los mismos errores. No podemos seguir pescando como antes. Queremos transparencia y una distribución de cuotas justa con la pesca artesanal, demanda del sector y de toda la sociedad. Le pido al Consejo, que está ausente, que apruebe este acuerdo, porque es una demanda de toda la sociedad y del sector.

 
  
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  Izaskun Bilbao Barandica, en nombre del Grupo Renew. – Señor presidente, señor comisario, este plan de gestión a largo plazo del atún rojo en el Mediterráneo y el Atlántico es una buena noticia. Superamos con él un más que cierto riesgo de colapso que afectó a esta especie en la primera década del siglo.

El plan de recuperación ha dado resultado y podemos sustituirlo por un plan de gestión a largo plazo como los que tenemos para muchas otras especies; un plan que garantiza la protección del stock en el mar; un plan que permite al sector seguir trabajando y le aporta estabilidad al permitir planificar a medio y largo plazo sus actividades; un plan que traduce a la terminología comunitaria las recomendaciones de la Comisión Internacional para la Conservación del Atún del Atlántico.

El informe incorpora además una cláusula de garantía, fruto de la experiencia adquirida durante la pandemia. Los pescadores tendrán margen para recuperar jornadas de pesca que puedan eventualmente perder a causa de la aplicación de restricciones de movilidad asociadas a la COVID.

La música, en consecuencia, suena bien, pero alguna nota desafina. La insólita negativa del Coreper a sancionar el acuerdo al que llegamos el pasado 10 de noviembre en un diálogo tripartito me obliga a romper de nuevo una lanza en favor del papel que tiene el Parlamento en el ámbito de la pesca. Mi primer informe cuando llegué aquí, hace doce años, fue sobre un plan de gestión de la pesquería de la anchoa que encalló en un conflicto institucional con el Consejo. Desde entonces han seguido avanzando las posiciones del Parlamento en favor de los criterios científicos para fijar las cuotas de pesca y de más transparencia.

Y vamos a seguir trabajando para que transparencia y ciencia acaben con el oscurantismo que algunos Gobiernos parecen añorar para fijar los TAC y con las sorpresas de última hora que añaden a la actividad de los pescadores un riesgo e incertidumbre perfectamente evitables.

 
  
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  Rosanna Conte, a nome del gruppo ID. – Signor Presidente, onorevoli colleghi, il fatto sorprendente è che il Consiglio abbia ritrattato dopo che l'accordo era stato raggiunto. Questo denota un comportamento quanto meno inusuale, che non dovrebbe più ripetersi per rispetto del Parlamento e dei cittadini. Però è stato incoraggiante vedere l'unità del Parlamento e la forza con cui difende delle disposizioni giuste ed eque, soprattutto considerando i danni subiti dal settore della pesca a causa del COVID.

E imparando la lezione proprio dall'attuale pandemia, ritengo importante che questo nuovo piano di gestione nel tonno rosso permetta di prolungare fino a dieci giorni la stagione di pesca. Il mio gruppo ha insistito, affinché anche in futuro, sia possibile estendere la stagione di pesca, non solo in caso di crisi sanitaria pubblica, ma in occasione di eventi climatici avversi che sono sempre più imprevedibili e frequenti. Questo aiuterà i pescatori e tutta la filiera. Infatti, la priorità deve essere sempre la tutela della vita e della sicurezza in mare dei nostri pescatori.

Inoltre, ci siamo battuti con forza anche per dare maggiore risalto alla piccola pesca, proponendo apposite deroghe per i piccoli imbarcazioni e soprattutto chiedendo che gli Stati diano più quote alla pesca artigianale. Ricordiamoci che con i proventi di un tonno pescato può vivere un'intera famiglia. Si tratta di equità ed attenzione alle esigenze economiche e sociali. Quando si parla di tonno, ovvero una specie ad alto valore commerciale, è giusto considerare chi detiene le licenze storiche ma è altrettanto giusto coinvolgere anche gli altri comparti potenzialmente interessati, come la pesca artigianale e la pesca sportiva. Il Mediterraneo è pieno di tonno: sta noi che venga ben distribuito.

 
  
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  Caroline Roose, au nom du groupe Verts/ALE. – Monsieur le Président, Monsieur le commissaire, il y a quelques années, le thon rouge était devenu le symbole des dérives de la surpêche et de la pêche industrielle. Près de 80 % des thons rouges de l’Atlantique et de la Méditerranée avaient disparu et l’espèce était menacée d’extinction.

Aujourd’hui, la situation a changé. Les populations de thons sont dans un meilleur état, mais tout n’est pas encore gagné. Il faut rester vigilant, mais le thon rouge est en train de devenir le symbole du succès des mesures de sauvegarde. Des baisses significatives de l’effort de pêche peuvent permettre la reconstitution des populations de poissons.

Rendons ici hommage au travail des ONG et des scientifiques, qui ont mené un travail d’alerte et de sensibilisation immense. Grâce à eux, aujourd’hui, le thon rouge n’a pas disparu. Mais dans le même temps, le thon rouge est également devenu le symbole d’une injustice, la différence de traitement entre la pêche industrielle et la petite pêche artisanale.

Alors que les quotas de thon rouge augmentent, les petits pêcheurs ne sont pas ceux qui bénéficient de cette augmentation; ce sont les navires thoniers senneurs, ceux-là même qui, il y a quelques années, ont détruit les populations de thon rouge. En France, la petite pêche représente 12 % du quota, 3 % en Italie et 13 % au Portugal.

Cette situation est-elle acceptable? Je le dis: non, et je me réjouis que la majorité du Parlement européen ait été de cet avis. Est-il normal qu’un pêcheur qui pêche l’espadon à la palangre et qui pêchera nécessairement du thon rouge n’ait droit qu’à un quota de cinq pour les prises accessoires, quand les thoniers senneurs ont droit à des milliers de tonnes? Les États membres doivent s’engager pour plus de justice.

Nous avons porté, lors de la négociation avec le Conseil, une répartition plus juste des quotas de pêche. Nous avions trouvé un accord, mais plusieurs États, dont la France, ont fait en sorte que cet accord soit rejeté par le Conseil. Avec ce vote, cette semaine, le Parlement européen réaffirme sa position: nous sommes prêts à revenir à la table des discussions. Pour notre groupe, un accord devra passer par un engagement des États en faveur d’une distribution plus juste des quotas de thon rouge.

 
  
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  Dino Giarrusso (NI). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, faccio i complimenti al collega Ferrandino per l'ottimo lavoro svolto, appoggiato dalla delegazione. Ci sono due punti chiave da sottolineare ora.

Il primo fondamentale è l'invito agli Stati membri a garantire che ci sia una quota davvero considerevole per le catture accessorie nella pesca tradizionale o artigianale, spesso tagliata fuori dalle quote per ragioni amministrative o di mancata rappresentanza nei tavoli decisionali, ma storicamente legate a questa pesca.

Il secondo è l'equa distribuzione fra i segmenti che posseggono già quote considerevoli e appunto la pesca artigianale, che rappresenta spesso intere comunità costiere; penso a Porticello di Santa Flavia, in Sicilia, per esempio. Seguiamo l'articolo 17 del regolamento base della politica comune della pesca, che invita gli Stati membri a considerare proprio l'artigianalità e la tradizione al momento dell'allocazione delle quote a livello nazionale delle varie spese.

Bene l'articolo 12 citato dal relatore, sull'equa distribuzione che potrebbe favorire il ritorno di tonnare storiche come quella di Favignana. Per questo invito la Commissione europea a farsi autenticamente garante dei principi che lei stessa propone in materia di una politica comune della pesca equa, così da non penalizzare e lasciare indietro pescatori e marinerie che vanno invece tutelati anche in fase di trilogo.

 
  
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  Isabel Carvalhais (S&D). – Senhor Presidente, Senhor Comissário, a demanda pelo atum-rabilho, como aqui já foi dito esta noite, levou a que a espécie ficasse praticamente em risco de extinção pelo excesso de pesca. Entretanto, a ICCAT implementou um plano de recuperação que envolveu medidas de gestão e de controlo muito apertadas durante vários anos. As medidas implementadas surtiram efeito e a recuperação deste recurso deu-se com o empenho de todo o setor da pesca.

Na sua posição negocial, o Parlamento Europeu exigiu que os Estados-Membros garantissem a atribuição de uma quota setorial específica desta espécie para os navios de pequena escala. Parece-me uma forma mais do que justa de compensar o esforço e o contributo que estes pequenos navios também tiveram na recuperação desta espécie e que de modo algum poderiam ficar fora desta equação.

Quero expressar o meu agradecimento e total apoio ao trabalho feito pelo relator e a toda a equipa negocial para se atingir um acordo que garanta isso mesmo e espero que este plenário, amanhã, demonstre um apoio expressivo a esta posição.

 
  
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  Annalisa Tardino (ID). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, siamo qui, alle 23, per discutere di tonno rosso senza un voto definitivo, dopo un anno esatto di lavoro, perché il Consiglio ha irresponsabilmente deciso di respingere l'accordo raggiunto, un comportamento che ha ben pochi precedenti.

Oggi chiediamo pertanto un sostegno largo su un documento che finalmente sottolinea le peculiarità e i bisogni della piccola pesca artigianale, che prevede deroghe per le piccole imbarcazioni e che consente flessibilità agli Stati membri non solo in caso di crisi sanitaria ma anche di condizioni meteorologiche avverse.

Un testo che, soprattutto, prevede una maggiore allocazione di quote per la piccola pesca artigianale, in particolare in tutti quegli Stati che, come l'Italia, ne hanno destinato finora meno del 20%, un giusto riconoscimento che ripaga gli sforzi profusi in questi anni dai pescatori per rispettare i limiti imposti dai piani europei precedenti.

Noi siamo qui per difendere questo documento perché ognuno in politica, come nella vita, deve assumersi le proprie responsabilità e schierarsi se del caso: noi abbiamo scelto di schierarci a sostegno della piccola pesca, dei lavoratori che si sacrificano per il mare, coloro che oggi sono messi a dura prova dalle conseguenze della pandemia, oltre che da anni di regole eccessivamente punitive. Gente che si aspetta risposte rapide e precise da voi e non giochetti di potere cui bisogna, anzi, porre fine.

 
  
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  Manuel Pizarro (S&D). – Senhor Presidente, Caro Comissário, quero expressar o meu total apoio à proposta apresentada pelo colega Giuseppe Ferrandino. Agradeço o trabalho que as equipas negociadoras das três instituições realizaram para se chegar a um acordo, que me parece equilibrado e justo. Lamento que o Conselho não o tenha validado.

O que está em causa, do ponto de vista do Parlamento, é defender a pesca de pequena escala. Ela é realizada por navios que têm acesso a recursos limitados em função da sua autonomia e da sua área de operação.

Um pouco por toda a Europa, as comunidades costeiras estão dependentes dos rendimentos dessas frotas. Temos que garantir que o recurso migratório, como o atum-rabilho, está acessível aos navios de pequena escala e para isso é necessário que seja obrigatório afetar a esta frota uma parte das possibilidades de pescas disponíveis. É isto que o Parlamento quer alcançar, reconhecendo a importância da pesca de pequena escala e a importância que ela teve na recuperação do estado de conservação deste recurso.

 
  
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  Virginijus Sinkevičius, Member of the Commission. – Mr President, honourable Members, thank you for your interventions and valuable views. I have taken due note of the various points raised during this debate. At this stage I can only reiterate that the Commission fully understands the position of the European Parliament and that we will continue to work with both institutions to ensure that the concerns expressed by the co-legislators are properly reflected and that this important management plan is fully implemented so the fleets and the operators can have legal certainty.

 
  
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  President. – The debate is closed.

The vote on the amendments will take place on Tuesday, 27 April 2021 and the final vote on Wednesday, 28 April 2021.

 
Posljednje ažuriranje: 12. svibnja 2022.Pravna obavijest - Politika zaštite privatnosti