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Resoconto integrale delle discussioni
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Mercoledì 28 aprile 2021 - Bruxelles Edizione rivista

Certificato verde digitale - Cittadini dell'Unione - Certificato veder digitale - Cittadini di paesi terzi - Accessibilità e abbordabilità dei test COVID-19 (discussione)
MPphoto
 

  Nicola Procaccini, a nome del gruppo ECR. – Signora Presidente, onorevoli colleghi, in tempi di pace anche solo discutere di questo certificato sarebbe folle. Purtroppo, questi non sono tempi di pace e l'emergenza sanitaria ci costringe ad escogitare soluzioni per tenere insieme il contenimento del coronavirus, le libertà personali e la ripresa economica delle nostre nazioni.

Il turismo è forse il settore economico più colpito dalla pandemia. Non solo per questo, ma soprattutto per questo motivo, serve subito uno strumento che favorisca la libera circolazione delle persone. Non possiamo consentire forme scorrette di dumping turistico tra uno Stato e l'altro, come gli accordi bilaterali; non possiamo consentire che il disastroso ritardo nella campagna vaccinale dell'Unione europea possa diventare uno svantaggio competitivo rispetto alle nazioni più avanti nella somministrazione dei vaccini, come Israele, Stati Uniti o Gran Bretagna, quella Gran Bretagna che secondo molti qui dentro sarebbe precipitata all'inferno dopo la Brexit.

Nello stesso tempo non possiamo obbligare i nostri concittadini a vaccinarsi se vogliono viaggiare. Proprio per evitare l'ingiusta discriminazione tra chi è vaccinato e chi non lo è, serve questo certificato. Basta dimostrare di essere negativi a un test anti-COVID svolto negli ultimi tre giorni oppure di essere guariti dalla malattia. Ciò che resta da sostenere nella proposta del Parlamento è la gratuità dei test anti-COVID, per non incorrere in una ulteriore discriminazione tra chi può permetterseli e chi no, ma soprattutto, per il nostro gruppo, per l'ECR, ciò che va cambiato è il nome: da "certificato verde digitale", che falsamente e strumentalmente ricorda la difesa dell'ambiente, in "certificato UE COVID-19".

Non è solo un fatto simbolico: è un messaggio forte e chiaro che non si dovrà abusare di questo certificato e che, al termine della pandemia, non vogliamo più sentirlo neanche nominare. Dovrà essere soltanto il brutto ricordo di un orribile periodo storico.

 
Ultimo aggiornamento: 30 settembre 2021Note legali - Informativa sulla privacy