Seznam 
Doslovný záznam ze zasedání
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Středa, 23. června 2021 - Brusel Revidované vydání
1. Pokračování zasedání
 2. Zahájení denního zasedání
 3. Prohlášení předsednictví
 4. Sdělení předsednictví
 5. Schválení zápisů z předchozích zasedání
 6. Členství v politických skupinách
 7. Jednání předcházející prvnímu čtení v Parlamentu (článek 71 jednacího řádu)
 8. Podepisování aktů přijatých řádným legislativním postupem (článek 79 jednacího řádu)
 9. Předložení dokumentů: viz zápis
 10. Otázky k ústnímu zodpovězení s rozpravou (předložení): viz zápis
 11. Akty v přenesené pravomoci (čl. 111 odst. 2 jednacího řádu): viz zápis
 12. Plán práce
 13. Příprava zasedání Evropské rady ve dnech 24.–25. června 2021 - Obnovení Maltského prohlášení a využití účinného mechanismu solidarity (rozprava)
 14. Budoucnost vztahů mezi EU a Švýcarskem (rozprava)
 15. Hlasování
 16. Budoucnost vztahů mezi EU a Švýcarskem (pokračování rozpravy)
 17. Společná ustanovení pro Evropský fond pro regionální rozvoj, Evropský sociální fond plus, Fond soudržnosti, Fond pro spravedlivou transformaci a Evropský námořní, rybářský a akvakulturní fond a finanční pravidla pro tyto fondy a pro Azylový, migrační a integrační fond, Fond pro vnitřní bezpečnost a Nástroj pro finanční podporu správy hranic a vízové politiky na období 2021–2027 - Evropský fond pro regionální rozvoj a Fond soudržnosti na období 2021–2027 - Zvláštní ustanovení týkající se cíle Evropská územní spolupráce (Interreg) podporovaného z Evropského fondu pro regionální rozvoj a nástrojů financování vnější činnosti na období 2021–2027 (rozprava)
 18. Zpráva Komise o stavu právního státu za rok 2020 (rozprava)
 19. Zprávy o Bosně a Hercegovině za roky 2019–2020 (rozprava)
 20. Pokračování denního zasedání
 21. Oznámení výsledků hlasování
 22. Členství ve výborech a delegacích
 23. Sexuální a reprodukční zdraví a práva v EU v rámci zdraví žen (rozprava)
 24. Evropský společný podnik pro vysoce výkonnou výpočetní techniku (rozprava)
 25. Dvacáté páté výročí Mezinárodní konference o populaci a rozvoji (ICPD25) – summit v Nairobi (rozprava)
 26. Účelnost, subsidiarita a proporcionalita právních předpisů Evropské unie – zpráva o zdokonalení tvorby právních předpisů (2017, 2018 a 2019) (krátké přednesení)
 27. Vysvětlení hlasování: viz zápis
 28. Opravy hlasování a sdělení o úmyslu hlasovat: viz zápis
 29. Pořad jednání příštího zasedání
 30. Ukončení zasedání


  

PRESIDENZA DELL'ON. DAVID MARIA SASSOLI
Presidente

 
1. Pokračování zasedání
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  Presidente. – Dichiaro ripresa la sessione del Parlamento europeo interrotta giovedì 10 giugno 2021.

 

2. Zahájení denního zasedání
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(La seduta è aperta alle 15.05)

 

3. Prohlášení předsednictví
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  Presidente. – Care colleghe e cari colleghi, lunedì 21 giugno è stata la Giornata mondiale della lotta alla sclerosi laterale amiotrofica (SLA) e vorrei rivolgere con voi oggi una parola di incoraggiamento e di solidarietà ai pazienti e alle loro famiglie, nonché sottolineare la necessità e il dovere di investire di più nella ricerca, per trovare la causa e per avere un trattamento e una cura per questa gravissima malattia.

 

4. Sdělení předsednictví
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  Presidente. – Come indicato dalla nostra risoluzione del 10 giugno 2021, ho scritto alla Presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, a nome del Parlamento e sulla base dell'articolo 265 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea, per invitare la Commissione ad adempiere ai suoi obblighi di custode dei trattati e a garantire la piena e immediata applicazione del regolamento relativo alla condizionalità sul rispetto dello Stato di diritto.

Siamo convinti che vi siano alcune flagranti violazioni dei principi dello Stato di diritto da parte di alcuni Stati membri, che devono essere sanzionati.

Naturalmente, in assenza di reazioni da parte della Commissione europea nei tempi assegnati dai trattati, agiremo contro di essa davanti alla Corte di Giustizia.

 

5. Schválení zápisů z předchozích zasedání
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  Presidente. – Il processo verbale delle sedute del 7, 8, 9 e 10 giugno e i testi approvati sono stati distribuiti.

Vi sono osservazioni?

Se non vi sono osservazioni, il processo verbale è approvato.

 

6. Členství v politických skupinách
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  Presidente. – L'on. Luisa Regimenti mi ha comunicato di aver lasciato il gruppo ID a decorrere dal 21 giugno 2021 e ora siede ora tra i deputati non iscritti.

Gli onorevoli Giuseppe Milazzo e Lars Patrick Berg mi hanno comunicato di aver lasciato rispettivamente il gruppo PPE e i deputati non iscritti e di aver aderito al gruppo ECR a decorrere dal 23 giugno 2021.

 

7. Jednání předcházející prvnímu čtení v Parlamentu (článek 71 jednacího řádu)
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  Presidente. – La commissione AGRI ha deciso di avviare i negoziati interistituzionale a norma dell'articolo 71 del regolamento.

La relazione che costituisce il mandato per tali negoziati è disponibile sul sito della plenaria e il suo titolo sarà pubblicato nel processo verbale della seduta.

Un numero di deputati o uno o più gruppi politici pari almeno alla soglia media possono richiedere per iscritto, entro la mezzanotte di domani, giovedì 24 giugno, di porre in votazione la decisione sull'avvio dei negoziati.

Qualora entro il termine suddetto non siano presentate richieste di votazione in Aula, la commissione potrà iniziare i negoziati.

 

8. Podepisování aktů přijatých řádným legislativním postupem (článek 79 jednacího řádu)
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  Presidente. – Vorrei informare l'Aula che, in seguito all'interruzione della sessione il 10 giugno scorso e conformemente all'articolo 79 del regolamento del Parlamento europeo, ho firmato, insieme al presidente del Consiglio, due atti approvati nel quadro della procedura legislativa ordinaria.

Vorrei informare l'Aula, inoltre, che domani firmerò insieme al presidente del Consiglio sette atti approvati nel quadro della procedura legislativa ordinaria.

I titoli di questi atti saranno pubblicati nel processo verbale della presente seduta.

 

9. Předložení dokumentů: viz zápis

10. Otázky k ústnímu zodpovězení s rozpravou (předložení): viz zápis

11. Akty v přenesené pravomoci (čl. 111 odst. 2 jednacího řádu): viz zápis

12. Plán práce
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  Presidente. – Passiamo ora all'ordine del giorno dei lavori.

Il progetto definitivo di ordine del giorno, fissato dalla Conferenza dei presidenti a norma dell'articolo 157 nella riunione di giovedì 10 giugno 2021, è stato distribuito. A seguito di consultazioni con i gruppi politici, desidero sottoporre all'Aula le seguenti proposte di modifica.

Mercoledì

La discussione sulla dichiarazione della Commissione sul futuro delle relazioni UE-Svizzera, inizialmente prevista per giovedì mattina, sarà spostata al secondo punto di mercoledì pomeriggio, dopo la discussione congiunta sulla preparazione del Consiglio europeo e il rilancio della dichiarazione di Malta.

L'interrogazione orale relativa alle ingerenze straniere nei processi democratici è rinviata alla tornata di luglio.

La votazione sulle due relazioni dell'onorevole Rangel dal titolo "Sistema d'informazione visti: trattamento dei visti" e "Sistema d'informazione visti: condizioni di accesso agli altri sistemi d'informazione dell'Unione europea ai fini del VIS" è rinviata alla prossima tornata.

Inoltre, le discussioni riguardanti le interrogazioni orali sul venticinquesimo anniversario della Conferenza internazionale sulla popolazione e lo sviluppo relative al vertice di Nairobi e la breve presentazione della relazione dell'onorevole Kolakušić su "Adeguatezza, sussidiarietà e proporzionalità normative: relazione "Legiferare meglio"" sono state spostate al terzo e quarto punto di mercoledì sera, dopo la discussione sulla relazione dell'onorevole Carvalho relativa all'impresa comune per il calcolo ad alte prestazioni.

La discussione sulla relazione dell'onorevole Matić dal titolo "Salute sessuale e riproduttiva e relativi diritti nell'UE, nel quadro della salute delle donne" sarà spostata al primo punto della sera e la discussione sulla relazione dell'onorevole Rangel dal titolo "Relazioni 2019-2020 sulla Bosnia-Erzegovina" sarà spostata all'ultimo punto del pomeriggio.

Vorrei informare l'Aula che ho ricevuto da parte del gruppo ECR una questione pregiudiziale a norma dell'articolo 197 del regolamento volta a chiedere l'irricevibilità della relazione dell'onorevole Matić. Tale richiesta sarà messa in votazione nella sessione di voto odierna.

Giovedì

È aggiunta la seduta solenne con il Segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, che avrà luogo tra le ore 11.30 e le 12.00. Di conseguenza, la seduta si protrarrà fino alle ore 14.00 e le discussioni della mattina saranno suddivise in due parti: la prima parte inizierà alle ore 8.30 e finirà alle ore 11.30 e comprenderà la discussione sulla relazione dell'onorevole Guteland relativa alla legge europea sul clima; la seconda parte, invece, inizierà alle ore 12.00 e finirà alle ore 14.00 e comprenderà la relazione degli onorevoli Van Overtveldt e Hahn sullo strumento di prestito per il settore pubblico e le dichiarazioni del Consiglio della Commissione sull'urgente necessità di ultimare le procedure per il pieno funzionamento dell'EPPO. Di conseguenza, la votazione sull'accordo provvisorio relativo alla relazione degli onorevoli Van Overtveldt e Hahn è spostata alla seconda sessione di voto.

Infine, desidero informarvi che le votazioni sono state distribuite in diversi turni, tenendo conto del numero di emendamenti presentati e del numero di richieste di votazione per parti separate e distinte. Questa distribuzione, naturalmente come sapete, potrà essere soggetta a modifiche. Le informazioni relative alla distribuzione delle votazioni in vari turni sono disponibili sul sito web del Parlamento nella sezione "Informazioni e documenti prioritari".

L'ordine del giorno si considera pertanto approvato e l'ordine dei lavori è così fissato.

 
  
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  Terry Reintke (Verts/ALE). – Mr President, I would like to present a point of order on the basis of Rule 39.

Colleagues, you have probably been following the debate that has arisen over the past days on the meaning of rainbow colours, also in the context of the Euro Cup, with UEFA taking the rather unfortunate – I would say – stance of putting down the request by the City of Munich to illuminate the stadium in Munich in rainbow colours tonight in the match between Germany and Hungary. Since then, many institutions, including town halls and a lot stadiums all across Europe, have declared their solidarity. They are going to be illuminated in rainbow colours tonight, or they are going to show rainbow flags.

We would like to request the European Parliament do the same and join these efforts. So, Mr President, if possible, we would like to ask the European Parliament also, for tonight, to hoist a rainbow flag, because I think this Parliament agrees that the rainbow flag is not a political provocation. The rainbow flag is a sign of respect for fundamental rights, diversity and human dignity, and we should show this in this Parliament as well.

 
  
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  Presidente. – Grazie onorevole Reintke. Come lei sa, il Parlamento è sempre molto impegnato nella promozione dei diritti LGBTQI e partecipa attivamente alle campagne di sensibilizzazione, come quelle della Giornata IDAHOT ogni anno. La ringrazio di aver sollevato questo punto e prendo nota della Sua richiesta.

 
  
  

VORSITZ: RAINER WIELAND
Vizepräsident

 

13. Příprava zasedání Evropské rady ve dnech 24.–25. června 2021 - Obnovení Maltského prohlášení a využití účinného mechanismu solidarity (rozprava)
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  Der Präsident. – Als nächster Punkt der Tagesordnung folgt die gemeinsame Aussprache über

– die Erklärungen des Rates und der Kommission zur Vorbereitung der Tagung des Europäischen Rates am 24./25. Juni 2021 (2021/2719(RSP)) und

– die Erklärungen des Rates und der Kommission betreffend die Neubelebung der Erklärung von Malta und den Rückgriff auf einen wirksamen Solidaritätsmechanismus (2021/2755(RSP)).

Ich erinnere die Mitglieder daran, dass es bei allen Aussprachen dieser Tagung keine spontanen Wortmeldungen gibt und keine blauen Karten akzeptiert werden. Außerdem sind wie bei den letzten Tagungen Zuschaltungen aus den Verbindungsbüros des Parlaments in den Mitgliedstaaten vorgesehen.

 
  
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  Ana Paula Zacarias, President-in-Office of the Council. – Mr President, Commissioner Šefčovič, honourable Members, this week, as from tomorrow, leaders will meet in Brussels for the June European Council and the subsequent Euro Summit. Their meeting begins with a working lunch on Thursday with the just re—elected UN Secretary—General António Guterres, and a range of global and regional issues will be on the table, including COVID—19 coordination and economic recovery.

Recovery from the COVID—19 pandemic, both in the EU and worldwide, continues to be at the top of the agenda. Our recent agreement on the EU Digital COVID Certificate marks certainly an important step towards a safe return to free movement. Leaders will now discuss what remains to be done in terms of coordination to enable, within and into the EU, travel. Leaders will also address the external dimension of COVID—19 recovery and also the emergence of new variants. International solidarity remains key. The EU will continue to play its leading role as a vaccine producer, exporter and contributor to COVAX.

But recovery from the COVID—19 pandemic also means economic recovery. Leaders will take stock of the implementation of the Next Generation EU, including national recovery and resilience plans. The timely submission and efficient implementation of these plans is crucial for Member States to fully benefit from the potential of the Recovery and Resilience Facility to boost the economy, social cohesion, digital and climate transition.

And migration, after a long period of absence, returns to the agenda, in particular its external dimension, as leaders will discuss cooperation with countries of origin and transit. Recent developments on certain routes have been a cause for concern, and it will be important to make concrete progress in our cooperation with different partners.

At the same time, the Council rejects any attempt by third countries to instrumentalise migrants for political purposes. To prevent loss of life and reduce the pressure on EU borders, we need to tackle the root causes of migration while continuing to work towards safe, orderly and regular migration and providing international protection for those who need it. In addition, it is essential to strengthen efforts to shut down smuggling and trafficking networks, improve border management and ensure voluntary, safe, dignified and sustainable returns and readmission.

Beyond European Council preparations, I note that you also included in this debate the question of the Malta Declaration and solidarity. The declaration was a way of addressing disembarkations of migrants rescued at sea in the absence of a permanent mechanism for handling these situations. It facilitated transfers from Italy and Malta to Germany and France, but has remained an intergovernmental tool limited to those four Member States.

However, other Member States, including my own, Portugal, have agreed to relocate on a voluntary basis applicants for international protection following disembarkations in Italy and Malta, and the voluntary relocation scheme from Greece has to date been joined by more than a dozen Member States and associated countries. In any case, we’re going to continue our efforts in trying to find a permanent solution based on solidarity and on shared responsibilities and that will enable us to replace this ad hoc handling of these situations. Further work is requested.

So during their meeting, the leaders will further discuss EU external relations. As announced in March, leaders will discuss EU relations with Turkey, including the financial support for refugees. Leaders will reiterate their readiness to engage with Turkey in a phased, proportionate but reversible manner, while underlining that Turkey has obligations to respect democracy, the rule of law, human rights and women’s rights.

During the working dinner, the leaders will also return to relations with Russia on the basis of the Commission and High Representative’s report. The European Council will take stock of the progress made in implementing its decision from May with regard to Belarus. Leaders will also touch upon other recent international developments in Africa.

In the end of their meeting on Friday and in the margins of the European Council, leaders will be joined by the President of the ECB and the Eurogroup for a Euro Summit in inclusive format. Thank you very much for your attention.

 
  
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  Maroš Šefčovič, Vice-President of the Commission. – Mr President, Secretary of State, honourable Members of the European Parliament, the last European Council before the summer break comes at a positive moment in time.

The first national recovery and resilience plans under Next Generation EU have been approved, enabling record levels of funding for long-lasting transformations and jobs. The EU digital COVID certificate is well on track to be up and running across our Member States from 1 July and we have seen that in fact some have already put them into use. so giving hope to Europeans for a summer with less restrictions. Our societies and economies are gradually reopening thanks to great progress in our vaccination effort, but now is not the time to take our collective foot off the pedal.

With regard to the vaccination effort, 53% of the adult EU population have received at least one vaccine dose, and we are set to reach the EU’s target of having 70% of adults fully vaccinated by July – that is, of course, if we keep up the pace. It is not enough that Europe vaccinates itself, however. Out of solidarity, and to speed up our economic recovery, we need to strengthen our efforts elsewhere. This includes generous financial and in—kind contributions to COVAX, investment in EU vaccine production and export, and support to develop local and regional manufacturing capacities with the EUR 1 billion initiative in Africa.

At the same time, we are also preparing for the future based on what this crisis has taught us. To this end, on 15 June, the European Commission presented a communication on the initial lessons learned from the COVID—19 pandemic, focusing on the health crisis, but also on the EU’s economic response. We looked at what went well and what did not go so well in the last 15 months. After a difficult start, things improved rapidly. We designed and delivered a range of unprecedented initiatives in record time, for example in vaccines, the procurement of essential supplies, the support for global efforts, and maintaining the functioning of the single market.

To this list we should also add the EU digital COVID certificate which will enable citizens to travel throughout the Union using a secure, mutually recognised document. I would like to thank the European Parliament for ensuring that its approval process was concluded so rapidly.

The European Council will also review the state of play of the implementation of Next Generation EU. Twenty—four Member States have now submitted their recovery and resilience plans, with excellent cooperation between the Commission services and national authorities. The plans received by the Commission so far provide coherent packages of ambitious green and digital investment, as well as reforms addressing the key challenges.

This will help strengthen the resilience and growth potential of Member States’ economies, while paying all due attention to the social dimension. We are also pleased to see that most of the plans include measures to boost resilience of national health systems. President von der Leyen has started her tour across our Member States, as these plans receive the Commission’s green light.

Thanks to the ratification of the Own Resources Decision in record time, the Commission has been able to start raising resources for Next Generation EU and we plan to pay out the pre-financing in quick time, once the Council approves the plans. This is truly historic and a major milestone towards turning the page and emerging stronger.

Our debate here today is also dedicated to the Malta Declaration, which is focused on stemming the migratory flows from Libya at the source. A comprehensive whole—of—route approach to migration is embedded within our broader engagement with Libya. This includes cooperation with Libya’s neighbours in the south and addressing the situation on the Mediterranean coast.

Our concrete actions will continue to focus on border management, a joint fight against migrant smuggling and developing safe and legal pathways through assisted voluntary returns and resettlement. The protection of migrants and saving lives remains paramount. We will continue these actions together with Member States, our African Union partners and UN organisations such as UNHCR and IOM. The Commission has sought to deepen partnerships on migration with all key third countries, and we have provided support on all elements of migration.

While we are a long way from the migratory situation in 2015 and 2016, there is still need for further action. We urgently need a durable new European framework that will pave the way to common solutions. This can be ensured by agreement on the New Pact on Migration and Asylum, which we proposed nine months ago. The Pact brings together essential internal reform and comprehensive and balanced engagement with our partners to address all strands of migration policy. By making use of strategic foresight, this will help us be better prepared for any future eventuality with regard to migratory pressure.

With regard to Turkey, there is some positive momentum. We welcome the relative de—escalation of tensions in the Eastern Mediterranean, including the continuation of direct talks with Greece. But we need to see clear and sustainable progress on a number of issues, including Cyprus and trade issues. The resumption of returns from Greece to Turkey is equally important.

Finally, the Commission and the High Representative have prepared a report on the state of our relations with Russia, as requested by the European Council in May. This is a very realistic assessment which makes clear that these relations are on a downward trend due to Russia’s own strategic choices and its many malign, aggressive actions. We are now proposing a triptych of concrete action points to push back, constrain and engage with Russia simultaneously. This represents a smart reinforcement of our current policies, and is both ambitious and doable.

Mr President, tomorrow we will have the last European Council under the Portuguese Presidency, and therefore allow me to conclude on an expression of gratitude to Ana Paula Zacarias for not only the excellent presidency, but for her personal engagement and excellent relations she had – I’m sure you all know this – with the European Parliament, but also with the Commission.

This has not only allowed us to launch the Conference on the Future of Europe, but also to progress quickly on the digital COVID certificate. I can say the same about many other files, which I’m sure will make Europe emerge from this crisis stronger. So Ana Paula, thank you very much for an excellent presidency, and thank you very much, everyone, for your attention.

 
  
  

PRESIDÊNCIA: PEDRO SILVA PEREIRA
Vice-Presidente

 
  
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  Jeroen Lenaers, on behalf of the PPE Group. – Mr President, before going into the topic of the Council, let me also underline that indeed discriminating against people on the basis of their sexual orientation goes against all fundamental values, all our European values. I would like to echo the words of Commission President von der Leyen, who said that the Hungarian bill in that respect is a shame.

What is also shameful, however, is the approach of UEFA in this regard. Previously celebrating the rainbow colours as a symbol of inclusion, it is now trying to ban them as something of a political symbol. This is not about politics, it is about equality, it is about inclusion, and it is about fundamental rights. We need to fight for these fundamental rights every day, and we also expect you in the Council to do that in the coming weeks. UEFA should also celebrate these fundamental values.

(Applause)

On the EU Council, the corona pandemic has of course pushed many important topics – rightly so – into the background in the past 18 months, but at the same time, some of these topics are really important and we need to give them the focus they deserve. One of the issues that I would like to talk about today is security, because the EU continues to face a constantly changing security landscape, which is terrorism, organised crime, the drugs trade, human trafficking, and even worse, we see many of these threats developing very strongly, especially in the time of the corona pandemic.

Cyber criminality is on the rise. Citizens are more susceptible to violent extremist discourses online. We see more child abuse and child pornography online, and we have a duty to protect both the physical and digital environments. Member States cannot address these challenges effectively on their own. Today’s criminals and terrorists are highly mobile and they make use of the latest state—of—the—art technology, and actually abuse the very freedoms that the single market provides to all of us. We just have to look at the international police Operation Trojan Shield against organised crime two weeks ago to have a terrifying look into the dimension of cross-border criminality. We need to address this effectively, also at the European level. Not only do we need a health union in Europe, but we also need a real security union. We need to build the tools, the infrastructure and the environment in which national authorities can and will work together effectively to tackle these shared challenges.

And of course we have Europol at the heart of our cooperation, and we are very supportive of Europol. It is doing an amazing job with the competences that it currently has, but if we really want to address these challenges in the future, we also need to increase the competences of Europol. We need to increase them in at least four fields. First, cyber criminality: in the past four years, cyber criminality has increased tenfold. We need to do more to avoid these developments continuing in the next four years.

On counter-terrorism, we need a more coordinated exchange of information to stop allowing highly mobile perpetrators to find loopholes in our Member States’ tracing systems. We need more resources and technical innovation. Just as an example, for the 2015 Paris and Brussels attacks, the Europol task force had to analyse 19 terabytes of information. To give an idea, this is the equivalent of 500 million pages of paper.

Thirdly, we need to fight intra—EU cross-border tax fraud, tax evasion and tax avoidance, and fourthly, we need to really start combating industrial espionage. We don’t know exactly what the economic damage is and I think we only have underestimates but, even underestimating it, it has already lost us EUR 60 billion in economic growth in the EU and a potential job loss of 289 000 jobs. One in five European companies suffers from industrial espionage and we need to work harder to help these companies, especially in the period of recovery which we are about to enter.

To conclude, in order to guarantee Europe as an area of freedom, security and justice, and in order to defend our European way of life, we need to beef up the competences of Europol, we need to give security the focus it deserves, and we really need to turn Europol into a European equivalent of the FBI.

 
  
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  Iratxe García Pérez, en nombre del Grupo S&D. – Señor presidente, como el vicepresidente Šefčovič ha hecho referencia a la Presidencia portuguesa, no puedo evitar hacer lo mismo en este punto y hacer un agradecimiento muy especial a Ana Paula, a nuestra secretaria de Estado.

No ha sido fácil, porque veníamos de una Presidencia alemana en la que se habían sacado adelante dosieres muy importantes, y realmente la Presidencia portuguesa ha estado a la altura de las circunstancias que merece el proyecto europeo. Y en gran medida ha sido gracias a la capacidad de trabajo, de compromiso y de entendimiento de una mujer como Ana Paula. Me habéis oído mucho hablar de romper los techos de cristal y de fortalecer los liderazgos de mujeres. Pues, Ana Paula, eres un ejemplo para muchas de nosotras. Muchas gracias por tu trabajo y tu compromiso.

El tiempo apremia y hemos visto ya la semana pasada cómo empezaban a darse los primeros pasos con respecto a los planes de recuperación, y lo que espero es que el Consejo —el propio Ecofin— dé luz verde a los planes nacionales ya aprobados por la Comisión Europea a partir de julio. Necesitamos poner ya en marcha estos planes y empezar a dar signos de recuperación que la ciudadanía está esperando de nosotros.

Es el momento de políticas expansivas, de invertir en el futuro para acabar con la incertidumbre y la fragilidad en que han quedado tantas familias y tantas empresas. Y es el momento de usar bien el dinero. Y lo digo porque me preocupa la situación de algunos países, sobre todo Eslovenia y Bulgaria, de donde nos llegan noticias preocupantes sobre casos de corrupción y ataques al Estado de Derecho. Esto es absolutamente inaceptable y exigiremos a la Comisión que esté muy vigilante.

He escuchado decir al primer ministro Viktor Orbán que la Unión Europea debería ceñirse a los temas económicos, y esto es no entender dónde está. Europa es mucho más que los temas económicos. Y tenga cuidado, señor Orbán, no vaya a cometer los mismos errores que el Reino Unido.

Hay que decir la verdad a la gente, hay que decir la verdad a la ciudadanía. Esto no es un mercado. Sí, es una unión por la prosperidad y el bienestar, pero que se fundamenta en valores compartidos. Esos valores han de reflejarse en la manera de usar el dinero: en el fondo y en la forma. En el fondo, porque el dinero debe invertirse en construir una economía más sostenible y más justa. Y en la forma, porque deben respetarse el Estado de Derecho y los valores de la Unión. Y eso incluye también la no discriminación a las personas LGTBI, para asegurarnos de que estamos realmente en la Unión Europea de los derechos.

Es fundamental. No podemos entrar en el debate sin tener en cuenta estas cuestiones y queremos, también, tener en cuenta el pacto migratorio, con una reforma que esté acorde con nuestros valores de solidaridad y de derechos humanos. La tarjeta azul es una pieza más de nuestra política migratoria, pero no la única. No podemos atraer solo personas con buenas capacidades y rechazar a quienes huyen de la guerra y del hambre. Eso no sería la Europa de los valores que defendemos. Al menos, no es la Europa de los valores que yo defiendo.

 
  
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  Dacian Cioloş, au nom du groupe Renew. – Monsieur le Président, Madame la Ministre, je souhaite aussi remercier la Présidence portugaise pour ce qu'elle a accompli pendant ces six mois, en fait presque six mois, et notamment le lancement de la conférence sur l'avenir de l'Europe, et j'espère que la Présidence portugaise va utiliser tout le temps qui reste pour finaliser encore des dossiers. J'espère notamment que la réforme de la PAC pourra être accomplie sous votre présidence.

Concernant le Conseil maintenant, grâce aux certificats covid européens, une grande partie de nos concitoyens vont retrouver la joie de voyager. Il était temps que cela arrive. Maintenant, il est important que le certificat soit mis en oeuvre sans restrictions supplémentaires non justifiées de la part des États membres. Mais grâce au tourisme européen et à la reprise de l'activité transfrontalière, nos petits commerçants, un pan important de notre industrie, vont reprendre des couleurs, et ils en avaient besoin après plus d'un an de restrictions. Grâce aux plans de relance nationaux financés par l'Europe, nos économies vont aussi reprendre des couleurs et entamer leur double transformation verte et numérique. Et grâce à la vaccination à grande échelle des européens, nous allons bientôt pouvoir tourner la page de la covid, je l'espère. L'immunité collective n'est pas encore atteinte, mais elle est en vue.

Mais l'été aura aussi son lot de défis. Le plus évident pour moi, c'est celui de la migration. C'est à ce défi-là que je voudrais que nos dirigeants se préparent. Car les mois de l'été sont aussi ceux où les hommes, les femmes et les enfants tentent de dangereuses traversées pour rejoindre nos côtes dans l'espoir d'un avenir meilleur en Europe. On le voit, la pression s'accentue déjà sur le sud de l'Europe. Joe Biden vient d'annoncer le retrait des troupes américaines d'Afghanistan d'ici à septembre, et on peut imaginer certaines conséquences. On voit aussi que nos proches voisins sont toujours imprévisibles. Donc nous ne pouvons pas fermer les yeux et attendre. Il faut éviter d'agir toujours en urgence parce que cela ne contribue pas à la crédibilité de l'Union. Et malheureusement, ces dernières années, en matière de migration, c'est ce que nous avons toujours fait.

La Commission a proposé sa vision d'un pacte pour l'immigration et l'asile et le Parlement est prêt à rentrer dans le vif du sujet et à entamer les négociations pour donner une perspective plus claire à l'approche européenne sur la migration. Mais à présent, il faut que les ministres de l'intérieur adoptent une position et commencent à négocier avec le Parlement. Mais ils ne pourront le faire que sous la pression de leurs chefs d'État et de gouvernement. Donc je tiens à remercier Charles Michel d'avoir mis ce sujet à l'ordre du jour du Conseil européen et j'espère qu'il y aura une impulsion pour que les ministres de l'intérieur commencent aussi à se préparer à négocier avec le Parlement. Nous savons que la discussion sera compliquée, mais elle doit avoir lieu si on veut une solution sur le long terme.

Regardez ce que nous avons réussi à accomplir pendant la crise de la covid. Nous nous sommes mis d'accord sur un plan de relance historique et sur l'émission d'un emprunt commun. Nous avons créé un mécanisme pour préserver l'état de droit et nous avons géré à vingt-sept une pandémie alors que l'Europe n'avait pas de compétences spécifiques dans le domaine de la santé. Il y a deux ans, on ne pouvait même pas imaginer que l'on trouverait des solutions si rapidement à des sujets qui paraissaient si compliqués.

Donc une politique européenne de la migration et de l'asile robuste, humaine et efficace est maintenant notre prochaine mission impossible, mais qui doit être rendue possible si nous tenons vraiment à la crédibilité de l'Union européenne.

 
  
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  Philippe Lamberts, au nom du groupe Verts/ALE. – Monsieur le Président, l’Union européenne est fondée sur les valeurs de respect de la dignité humaine, de liberté, de démocratie, d’égalité, de l’état de droit ainsi que du respect des droits de l’homme, y compris des droits des personnes appartenant à des minorités. Ces valeurs sont communes aux États membres dans une société caractérisée par le pluralisme, la non-discrimination, la tolérance, la justice, la solidarité et l’égalité entre les femmes et les hommes. Tel est l’article 2 du traité sur l’Union européenne, chers collègues, qui nous rappelle qu’avant d’être une union économique et monétaire, notre Union est une union de valeurs, des valeurs dont l’abandon, dont la négation, ont mené aux conflits qui ont déchiré ce continent au siècle dernier.

Aujourd’hui, ces valeurs sont foulées aux pieds. Elles sont foulées aux pieds lorsque, aux frontières de l’Union, les personnes qui frappent à nos portes sont violemment refoulées ou enfermées dans des conditions indignes. Elles sont foulées aux pieds lorsqu’au sein de l’Union européenne, ces piliers de la démocratie que sont la séparation des pouvoirs, l’indépendance de la justice, le pluralisme des médias sont abattus les uns après les autres. Elles sont foulées aux pieds lorsque des dizaines de millions d’Européens sont poussés dans la pauvreté et la précarité. Elles sont foulées aux pieds lorsqu’au nom de la lutte antiterroriste ou maintenant la sécurité sanitaire, nos concitoyens sont soumis à une surveillance toujours plus étroite par leurs États. Dernière insulte en date aux valeurs de l’Union: les restrictions à la liberté d’expression visant délibérément la communauté LGBTI en Hongrie.

Chers collègues, les atteintes aux valeurs de l’Union ne sont pas neuves, mais elles prennent aujourd’hui des proportions effrayantes. Pourquoi? Parce que la Commission européenne, gardienne des traités, n’a jusqu’ici pas osé passer du discours aux actes. Surtout parce que le Conseil, au nom de la préservation d’une unité de façade, a préféré protéger ses membres de toute pression.

Chers collègues, pour moi, il est clair que la prochaine réunion du Conseil devrait avoir pour seul et unique point à son ordre du jour le respect des valeurs de l’Union. Si une maison n’est pas capable de préserver ses fondations, elle est menacée d'effondrement.

 
  
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  Marco Zanni, a nome del gruppo ID. – Signor Presidente, onorevoli colleghi, prima di parlare della prossima riunione del Consiglio, ho ascoltato con attenzione le parole dei colleghi che mi hanno preceduto sul tema delle libertà individuali e dei diritti. Condivido pienamente le loro parole e quindi chiedo loro di rispettare nel loro piccolo i diritti di tutti, perché chi applica un cordone sanitario a persone e minoranze legittimamente elette non può parlare di democrazia. Quindi vi invito insomma a dimostrare nel vostro piccolo che ci tenete a questi valori.

Sulla prossima riunione del Consiglio europeo, temi molto importanti, ne dibattiamo da tempo, purtroppo senza essere in grado di concretizzare soluzioni che ci aiutino a risolvere questi problemi.

Uno dei problemi che oggi affligge maggiormente e di cui discutiamo da più tempo è quello dell'immigrazione irregolare e ancora oggi, mi spiace dirlo, ma l'approccio adottato è un approccio che non ci permetterà di trovare una soluzione perché focalizzarsi ancora sul tema della ridistribuzione vuol dire non voler risolvere il problema.

La ridistribuzione – e lo abbiamo capito in questi sette anni ormai in cui dibattiamo di questo problema focalizzandoci su questo aspetto – è un approccio sbagliato per due motivi: il primo motivo, lo abbiamo capito penso tutti qui dentro e in Europa, è che è politicamente tossico, che nessuno la vuole. Non la vogliono governi che stanno a destra, non la vogliono governi che stanno a sinistra o al centro; nessuno la vuole e quindi non può essere una soluzione.

Il secondo punto riguarda una questione tecnica: se noi guardiamo all'evoluzione demografica che avrà il continente africano nei prossimi venti o trent'anni, capiamo benissimo che la redistribuzione non può essere una soluzione sostenibile nel lungo termine. Non possiamo accogliere decine di milioni di profughi nei prossimi anni da questo continente.

Dovremo inoltre guardare anche con un po' di realismo a quello che accade al di fuori dell'Unione europea, dove governi progressisti, o cosiddetti progressisti, hanno capito che l'approccio giusto è quello di una regolamentazione stretta, è di focalizzarsi sul combattimento dell'immigrazione illegale.

Il fatto che il Consiglio oggi metta nella sua agenda il tema delle migrazioni vuol dire ancora una volta che davvero non si focalizza il problema, che non è quello dei migranti ma è quello di fermare l'immigrazione illegale.

Io spero che oggi ci siano segnali differenti su questo tema. Il colloquio bilaterale che il Presidente del Consiglio del mio Paese, Mario Draghi, ha avuto con Angela Merkel sembra andare in questa direzione: finalmente forse qualcuno ha capito che parlare di ridistribuzione vuol dire non risolvere il problema ma dobbiamo focalizzarci sui nostri confini esterni e su uno stop all'immigrazione illegale.

 
  
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  Anna Fotyga, on behalf of the ECR Group. – Mr President, I welcome the agenda of the upcoming Council. Let me focus on my area of interest, on Russia. I quote President Ursula von der Leyen: ‘history, geography and people bind us with Russia’.

For some EU Member States, geography is more difficult in terms of the relationship with Russia than for others. So, the policy vis—à—vis Russia requires the specific solidarity of all Member States.

In terms of history, I would like to remind my colleagues that recently Russia launched an information campaign – I would call it an information war – against some EU Member States, basing it on history – a common and very difficult history.

And people. There are good examples of this bond, particularly Andrei Sakharov, because of his CV and our prize. But there are bad examples, like Gerhard Schröder because of Nord Stream 2. We have to take this into account.

On migration, I welcome the relaunch of the Malta Declaration. But I would like to remind colleagues that there are also other directions and, in particular, the smuggling of migrants by Lukashenko, on the instigation probably of the Kremlin, to Lithuania, making the situation of that country extremely dire.

 
  
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  Manon Aubry, au nom du groupe The Left. – Monsieur le Président, les frontières européennes sont devenues des cimetières à ciel ouvert. Les cadavres s’amoncellent en Méditerranée, des demandeurs d’asile sont kidnappés, abandonnés en mer Égée, torturés dans les forêts croates. L’Espagne délaisse les mineurs isolés marocains de Ceuta, la Grèce a recours à des canons à bruit, l’Italie bloque les navires de secours. Et vous regardez ailleurs.

Face à cette crise humanitaire, les États se rejettent la balle, sauf qu’il ne s’agit pas ici de foot, mais de vies humaines. Au lieu de secourir les exilés, Frontex les pourchasse et les abandonne aux réseaux mafieux. Et voilà comment l’Union européenne ne fait qu’ajouter encore au chaos.

Il est temps de rompre avec cette politique inhumaine et inefficace. Il faut organiser l’accueil coordonné, se débarrasser des règlements de Dublin, dénoncer les accords passés avec la Libye ou la Turquie. Toute autre politique sera un échec et sera marquée du sceau de la honte.

L’Union européenne doit cesser d’être tétanisée devant l’extrême droite sur ce sujet comme sur celui de la défense des droits des minorités. Comment accepter qu’en Europe, un État assimile les homosexuels à des pédocriminels et interdise la promotion de l’homosexualité auprès des mineurs? C’est pourtant exactement ce que le Parlement hongrois vient de voter.

Alors, quand vous aurez Viktor Orbán en face de vous, Madame Zacarias, il ne suffira pas de condamner tardivement, comme vient de le faire Ursula von der Leyen. Cette nouvelle attaque à l’encontre des personnes LGBTI, celle de trop, doit être sanctionnée immédiatement et avec la plus grande fermeté. Les Hongrois et toutes les personnes LGBTI doivent savoir qu’on ne les abandonnera pas, qu’ils ont le droit le plus fondamental d’aimer qui ils veulent, que notre groupe de la gauche fera tout pour mettre un terme à l’impunité d’Orbán.

Et puisque l’UEFA a injustement refusé que les couleurs de l’arc-en-ciel s’affichent sur le stade de Munich, ce soir, lors du match de foot contre la Hongrie, permettez-moi de les faire flotter ici haut et fort au Parlement européen, pour qu’enfin on siffle la fin de la partie de l’homophobie d’État en Hongrie.

(L’oratrice déploie le drapeau arc-en-ciel de la communauté LGBTI)

 
  
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  Presidente. – Obrigado, recordo aos Senhores Deputados que a utilização de bandeiras, ou outra forma de banners não é permitida pelas nossas regras.

 
  
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  Enikő Győri (NI). – Tisztelt Elnök Úr! Minden állítás, ami ebben a házban itt, a mai vitában kormányoktól, uniós intézmények vezetőitől elhangzott, szomorú és szégyenletes, mert valótlan állításokra épül. A nemrég elfogadott magyar törvénytervezet védi a gyermekek jogait, garantálja a szülők jogait, és nem vonatkozik a 18 éven felüliek szexuális orientációval kapcsolatos jogaira, így semmilyen diszkriminatív elemet nem tartalmaz. A magyar törvény az Európai Unió Alapjogi Chartája 14. cikkének harmadik bekezdésén nyugszik. A charta e rendelkezése értelmében a szülők azon jogát, hogy gyermekeik számára vallási, világnézeti vagy pedagógiai meggyőződésüknek megfelelő nevelést biztosítsanak, tiszteletben kell tartani. Nagyon kérem Önöket, hogy elfogulatlan vizsgálat nélkül ne tegyenek közzé politikai véleményt. Olvassanak, tisztelt hölgyeim és uraim, mielőtt nyilatkoznak. És el a kezekkel a gyerekeinktől!

 
  
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  Lena Düpont (PPE). – Herr Präsident! Was sehen wir vor uns? Was sollte auch der Rat vor sich sehen, wenn wir über die Erklärung von Malta sprechen? Eine schwierige Lage in den Staaten um uns drumherum. Die Pandemiefolgen, Konflikte, die anhalten oder neu aufbrechen, steigende Ankunftszahlen auf den unterschiedlichen Routen, insbesondere im zentralen Mittelmeer.

Griechenland, Italien, Spanien, Malta, Zypern, die Kanarischen Inseln, die Hilfssignale senden und zu Recht darauf hinweisen, dass Solidarität ein Herzstück der gemeinsamen Asyl— und Migrationspolitik ist und dass sie zu Recht gemeinsam mit dem effektiven Grenzschutz und konsequenten Rückführungen im Zentrum des neuen Pakts steht und auch stehen muss.

Wir haben eine Erklärung aus dem Jahr 2019, die eine erste Blaupause, ein Aufschlag hätte sein können, wenn mehr Mitgliedstaaten sie aufgegriffen hätten. Was wir aber nicht sehen, ist genügend Bewegung bei den Mitgliedstaaten. Da sind diejenigen, die sich mangels Betroffenheit zurücklehnen oder gleich in die Fundamentalopposition gehen, da sind Mitgliedstaaten – immer die gleichen –, die Initiativen ergreifen und allzu oft gegen Wände laufen. Dazwischen sind die Mitgliedstaaten, die stellvertretend für alle anderen die Lasten tragen.

Die Malta—Erklärung zu beleben ist richtig und wichtig. Es kann aber nur der erste Schritt auf dem Weg zu einer verlässlichen und dauerhaften Lösung sein. Nutzen Sie den Rat Ende des Monats für wirkliche Fortschritte, so wie Sie es auch angekündigt haben, damit wir uns nicht mehr von Notlösung zu Notlösung hangeln müssen.

 
  
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  Heléne Fritzon (S&D). – Herr talman! Ja, efter mer än ett år med en pandemi så ser vi nu en viss positiv utveckling. Fler och fler av EU:s medborgare är vaccinerade, även om vi fortfarande har en stor utmaning globalt. Långsamt kan vi öppna upp våra samhällen och med EU:s digitala covid-intyg kan vi underlätta den fria rörligheten inom EU.

Men det återstår mycket arbete. Samordningen inom EU måste fortsätta och alla, verkligen alla, medlemsstater måste ta sitt ansvar. Det är nödvändigt med avvägda åtgärder för att hantera pandemins konsekvenser, där inte minst kvinnor har drabbats hårdare. Det handlar om jämställdhet. Det handlar om en ekonomisk hållbar tillväxt enligt Parisavtalet och om en grön och digital omställning.

Pandemin har visat på både styrkor och svagheter. Nu måste vi dra lärdom av covid-19 så att vi är bättre på att hantera framtida kriser för våra EU-medborgares skull.

 
  
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  Fabienne Keller (Renew). – Monsieur le Président, Madame la Ministre, Monsieur le Commissaire, les chefs d’État débattront au Conseil de la migration et de l’asile. La question est simple: y a-t-il enfin une volonté des États d’avancer?

Depuis la crise des réfugiés de 2015, l’Union européenne, par ses divisions, est inerte. Nous laissons prospérer réseaux de passeurs et situations de non-droit: ce n’est pas le visage de l’Europe des valeurs que nous défendons.

Début juin, avec notre groupe Renew et son président Dacian Cioloş, nous avons demandé aux États et à la Commission de relancer l’accord de Malte de septembre 2019. Trois objectifs: cesser les drames humains en Méditerranée, organiser le sauvetage en mer des migrants qui s’engagent sur des routes périlleuses et assurer un partage de responsabilité équitable entre tous les États membres.

Ne laissons pas l’Italie, l’Espagne, la Grèce ou Malte gérer seules des arrivées de plus en plus nombreuses. Je ne crois pas au grand soir de l’asile et de la migration et je préfère la méthode des petits pas de Robert Schuman et Jean Monnet. Pour bâtir une solidarité de fait, grâce à des réalisations concrètes dès cet été, nous pouvons agir.

 
  
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  Jordi Solé (Verts/ALE). – Mr President, while the migration and asylum pact is still deadlocked, migrants and refugees keep drowning on our shores, queuing up at our borders or scraping out a living in camps. On relocation, we still see many Member States displaying an alarming lack of solidarity. A humane management of migration in a political union like ours must entail the commitment to relocate. Only with leadership at EU level and with Member States acting for once as a bloc can we meaningfully tackle relocation.

On another note, the last time the European Council met in Brussels, the Spanish Prime Minister announced his will to pardon the Catalan political prisoners. Today and after three and a half ignominious years in jail, they walked free. This is a welcome decision that should allow for political dialogue and negotiation to finally take off.

However, it will take much more courage to solve a conflict that is far from over, for many judicial proceedings, targeting hundreds of citizens, are still ongoing. Hence our call for an amnesty. And there remains a big, persistent demand in Catalonia still to be heard: we want to decide freely on our political future in an agreed referendum. We will keep working with full democratic conviction for that.

 
  
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  Jörg Meuthen (ID). – Herr Präsident, werte Kollegen! Wieder einmal ist in der EU von Solidarität die Rede. Und wieder einmal verheißt dieser Begriff nichts Gutes für die Bürger. Wann immer die Regierenden die Vokabel „Solidarität“ bemühen, geht es tatsächlich darum, den Bürgern etwas mit Macht aufzuzwingen. Und so ist es auch diesmal: Der sogenannte Solidaritätsmechanismus der EU – diese groß angelegte Zwangsverteilung von jenen Migranten, die weiter in Scharen nicht nur über das Mittelmeer zu uns strömen –, ist definitiv nicht im Sinne der Bürger der Union.

In Deutschland sprachen sich bei einer repräsentativen Umfrage jüngst 62 Prozent deutlich gegen die Aufnahme weiterer Asylbewerber aus. In Frankreich waren es im letzten Jahr sogar 70 Prozent.

Nehmen Sie endlich zur Kenntnis: Die Europäer wollen keine unkontrollierte Masseneinwanderung! Wenn Kommission und Rat von Solidarität sprechen, dann mögen sie diese gefälligst und zuallererst einmal gegenüber den eigenen Bürgern zeigen. Die wollen gemeinsame Anstrengungen für einen effektiven Schutz unserer Außengrenzen. Allein diese Solidarität sind Sie den Bürgern schuldig!

 
  
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  Ангел Джамбазки (ECR). – Г-н Председател, уважаеми колеги, от изминалия съвет стана ясно, че част от държавите и част от представителите тук нямат представа защо позицията на Република България по началото на преговорите за Република Северна Македония с Европейският съюз остава непроменена.

Много е просто, колеги, ще ви кажа за тези, които не са разбрали. Остава непроменена, уважаеми г-н Шефчович, защото в Република Северна Македония продължават да се нарушават човешките права, продължават да бъдат преследвани хора за тяхното българско национално самосъзнание, полицията продължава да арестува хора, които изразяват своя български произход. Това е недопустимо, уважаеми г-н комисар, това не са европейски ценности.

Уважаеми г-н Шефчович, продължавам оттам, откъдето приключих. Уведомяваме Ви, че в Република Северна Македония правителството, властите продължават да нарушават човешките права на българите, които живеят там. Например, има хора, които са арестувани, защото са написали в социална мрежа, че имат български произход. Например, на границата се арестуват книги, г-н Шефчович, книги се арестуват. Такива са били порядките в нацистка Германия и болшевишкия комунистически човеконенавистен Съветски съюз. Такъв Европейски съюз ли искаме и такава държава ли искаме да пусне този Европейски съюз? Аз се съмнявам много. Моля Ви обърнете внимание, това са сериозни неща.

 
  
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  Presidente. – Próxima intervenção, com uma saudação especial, porque imagino que será, se não a última, uma das últimas intervenções que terá a oportunidade de fazer no plenário neste mandato.

 
  
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  João Ferreira (The Left). – Senhor Presidente, obrigado pela sua saudação. Dois apontamentos sobre dois assuntos que serão debatidos pelo Conselho Europeu.

Quanto à recuperação económica: a pouco e pouco vai-se destapando o véu da condicionalidade associada ao mecanismo de recuperação e resiliência. Um cardápio, pode dizer-se, à moda da Troika, que, ao que se diz, vai das proverbiais reformas estruturais às pressões ilegítimas em matéria de legislação laboral, pensões, segurança social, serviços públicos, incluindo saúde. Senhor Comissário, queremos saber de tudo, que contrapartidas estão a ser impostas aos Estados-Membros, seja pela Comissão Europeia, seja pelos falcões do Conselho Europeu. Sabemos que, quando se trata de aumentar a exploração e atacar serviços públicos, uma e outros são normalmente muito pouco frugais.

Quanto à COVID-19: a evolução recente da situação demonstra a importância de se avançar mais rapidamente na vacinação. É cada vez mais insustentável a recusa da União Europeia de levantar as patentes das vacinas e garantir, por esta via, a partilha do conhecimento, assim pondo a defesa obstinada dos lucros dos consórcios multinacionais farmacêuticos à frente da saúde e da vida das pessoas.

 
  
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  Κώστας Παπαδάκης (NI). – Κύριε Πρόεδρε, μπροστά στη σύνοδο κορυφής, αποδεικνύεται έμπρακτα σε μια σειρά χώρες ότι τα αναγκαία εμβόλια συμβάλλουν, αλλά δεν μπορεί — όπως ισχυρίζονται η Επιτροπή και οι κυβερνήσεις — να εναποτεθεί μόνο σε αυτά η αντιμετώπιση της πανδημίας. Η στρατηγική σας ενισχύει την εμπορευματοποιημένη πανάκριβη υγεία, το κριτήριο κόστος-όφελος που μας έφεραν ως εδώ.

Την ώρα που χρυσώνονται οι μεγάλοι επιχειρηματικοί όμιλοι με το Ταμείο Ανάκαμψης, η αποπληρωμή του φορτώνεται στον λαό με μνημόνια-εκτρώματα για δεκάωρη δουλειά, περιορισμό της απεργίας, τζογάρισμα των επικουρικών συντάξεων, ενώ μετακυλίονται στον λαό νέοι πράσινοι και ψηφιακοί φόροι.

Στον δε ανταγωνισμό με ΗΠΑ, Κίνα και Ρωσία η ΕΕ, και για την προσέλκυση της Τουρκίας, την αναγορεύει σε ασφαλή χώρα μεθοδεύοντας fast track απελάσεις και καταστολή τύπου Frontex, διαιωνίζoντας τη δήλωση ΕΕ-Τουρκίας που εγκλωβίζει χιλιάδες πρόσφυγες στα ελληνικά νησιά. Μάλιστα, βλέπει βελτίωσή της, την ώρα που αυτή έχει εξαγγείλει νέες γεωτρήσεις στη Νοτιοανατολική Μεσόγειο και προωθεί διχοτομικά σχέδια στην Κύπρο. Πρόκειται για αποδείξεις ότι η εμπλοκή της Ελλάδας και με κυβέρνηση της ΝΔ στα σχέδια ΕΕ, ΝΑΤΟ και ΗΠΑ μόνο νέα βάσανα προμηνύει για τους λαούς.

 
  
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  Karlo Ressler (PPE). –Poštovani predsjedavajući, kolegice i kolege, nakon više od godinu dana Europa se konačno otvara, restrikcije se ukidaju i pokreću se Nacionalni planovi oporavka.

U drugom planu je nažalost ostalo jedno od ključnih političkih pitanja suvremene Europe, sustav migracija i azila koji je svoje slabosti pokazao još 2015. godine. Potresne slike iz Španjolske kao i mnogo puta iz Grčke i ostalih graničnih zemalja koje podnose ogroman dio migracijskih pritisaka prema Europi još uvijek pokazuju da su promjene i osnaživanje sustava prijeko potrebni. Prvi pozitivni signali iz Vijeća bude nadu da ćemo uskoro konačno ovom pitanju pristupiti kako i zaslužuje, sveobuhvatno, odgovorno i razborito. Treba nam odgovornost, treba nam solidarnost, ali prije svega treba nam suradnja europskih država jer stabilna i snažna Europa je samo ona koja ima jasan sustav migracija i azila a preduvjet za to je zaštititi vanjske granice.

 
  
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  Brando Benifei (S&D). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, quale futuro all'Europa se non impara a difendersi dalla violenza autoritaria che cresce al suo interno?

Il Consiglio europeo si apre, purtroppo, in un clima molto pesante: quanto sta accadendo in Polonia, ma soprattutto in Ungheria, sul terreno dei diritti fondamentali, necessita di una reazione immediata. Ha fatto bene la Presidente von der Leyen a dire che la legge anti-LGBT promossa da Orbán è una vergogna, così come ieri quattordici governi che hanno stigmatizzato la legge, compreso il governo italiano. Che ne pensa la Lega? Sta con il governo di cui fa parte o con Orbán?

Ora serve reagire: i leader europei attivino subito le sanzioni già richieste dall'Europarlamento e bloccate proprio dal Consiglio e la Commissione inneschi subito il meccanismo di condizionalità sullo Stato di diritto, perché non si usino mai più i soldi degli europei per calpestare i diritti di tutti.

Ci vuole più coraggio: ogni minuto perso è un atto di prevaricazione e di violenza sui cittadini europei, sulla comunità LGBT, su tutte e tutti!

 
  
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  Jan-Christoph Oetjen (Renew). – Herr Präsident, Kolleginnen und Kollegen! Die Pandemie geht zurück, der Sommer kommt, und wie jedes Jahr im Sommer steigen auch wieder die Zahlen der Menschen, die die gefährliche Reise über das Mittelmeer angehen und nach Europa kommen wollen. Menschen, die ein besseres Leben suchen.

Und wir sind uns, glaube ich, alle einig, dass wir natürlich eine ganzheitliche Lösung für die Asyl— und Migrationspolitik brauchen. Eine ganzheitliche Lösung heißt für mich, dass wir klare Regeln auch für legale Einwanderung nach Europa brauchen. Und eine ganzheitliche Lösung heißt auch, dass wir Solidarität mit den südlichen Mitgliedstaaten brauchen.

Solange wir diese Lösung aber nicht haben – und verehrte Kolleginnen und Kollegen, solange der Rat blockiert, haben wir die nicht –, solange wir diese nicht haben, brauchen wir eine Wiederbelebung der Deklaration von Valletta. Denn die hilft uns in solchen Situationen – in denen Schiffe auf dem Mittelmeer darauf warten, dass aus Seenot Gerettete irgendwo abgeladen, hingebracht werden können –, dass in solchen Momenten eben nicht blockiert wird, wie das der Fall war bei der Maersk Etienne, die 38 Tage darauf gewartet hat, dass ein Hafen aufmacht, um Flüchtlinge abzugeben. Wir brauchen eine andere Lösung, bei der die Mitgliedstaaten eben auch helfen müssen – und Malta helfen müssen und Italien helfen müssen. Und ich erwarte, dass der Rat hier in Bewegung kommt und diese Malta—Erklärung wiederbelebt.

 
  
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  Ernest Urtasun (Verts/ALE). – Señor presidente, quiero empezar mi intervención agradeciendo a Portugal, a sus excelentes funcionarios y a la secretaria de Estado Zacarias una excelente presidencia del Consejo: muchísimas gracias.

Y también he de decir que en este Consejo Europeo empezamos con un grandísimo escándalo que es esta ley húngara que atenta contra el ordenamiento jurídico europeo y contra los valores fundamentales que están en nuestra Carta de los Derechos Fundamentales; atenta contra la dignidad humana, contra la libertad de expresión y contra la educación libre, y no podemos tolerar que determinados Estados miembros, mediante decisiones que toman a nivel nacional, socaven los principios fundamentales de la Unión. Es por ello que la Comisión Europea no puede tardar ni un minuto más en abrir un procedimiento de infracción por esta ley y en poner en marcha el mecanismo de defensa del Estado de Derecho que tanto costó tener y que es un instrumento que debemos saber utilizar. Y se ha de condenar la inaceptable actitud de la UEFA de estos últimos días.

También quiero, finalmente y para terminar, mostrar mi apoyo a la solicitud hecha por mi compañera Terry Reintke de que este Parlamento, esta noche, también se ilumine con los colores del arcoíris para mostrar todo nuestro apoyo y solidaridad con la comunidad LGTBI en toda Europa.

 
  
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  Jaak Madison (ID). – Mr President, first of all, I would like to come back to the Malta Declaration, which will be discussed in a few days.

Ms Zacarias mentioned that we need a shared responsibility in the EU.

My main question is that, when the European Commission is officially promoting migration from the Middle East and Africa because demography is in the minus, and we need more workers and more people because family policies have totally failed in the EU, and there are countries which are actually supporting family policy to give more benefits to parents to have more kids, why do they have to share this responsibility?

When there are countries in the EU which do not even want to close the borders and do not even want to stop illegal migration, or when Chancellor Merkel opens the borders and says that everybody is welcome, why do the Estonian people, my nation, have to share the responsibility when a mistake is made by Chancellor Merkel?

Where is this shared responsibility? I do not think it is part of these European values.

Finally, in my last sentence, I have to congratulate Mr Orbán. I know I’m in the minority in this House here, but I do not think that we in this House are more important than the Members of the Parliament elected by the Hungarian people in Hungary.

 
  
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  Robert Roos (ECR). – Voorzitter, commissaris, staatssecretaris, Europa wordt al jaren geconfronteerd met een enorm probleem: de grootschalige instroom van asielzoekers, veelal jonge mannen uit veilige landen. Het leidt tot inhumane situaties aan onze buitengrens en grote problemen in onze steden en dorpen. Het zou logisch zijn om open te staan voor alle mogelijke oplossingen om deze toestanden te voorkomen, maar die les is niet aan de Europese Commissie besteed.

Het weloverwogen plan van de Deense minister van Immigratie – zelf zoon van een Ethiopische vluchteling – om asielzoekers buiten Europa op te vangen op basis van goede afspraken met derde landen, werd zonder serieuze overweging door de Commissie naar de prullenbak verwezen. Onbegrijpelijk, want op de Deense manier kan het recht op asielaanvraag worden gehonoreerd en kan de aanzuigende werking van Europa worden verminderd.

Ik zou de Raad daarom het volgende willen meegeven. Wees niet als de Europese Commissie. Voorkom mensensmokkel en humanitaire rampen aan onze buitengrenzen. Bescherm Europa en omarm het Deense plan.

 
  
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  Carles Puigdemont i Casamajó (NI). – Mr President, these days, we are seeing the von der Leyen tour to present recovery and resilience plans. Since the beginning of this great project, which is fundamental to our future, some of us have been demanding the strengthening of democratic commitment and respect for human rights. The European Council has a great opportunity to use the best tool that circumstances have put in its hands. It can now show its strength in order to demand exemplary behaviour in all Member States without exception, without double standards.

On Monday, the Council of Europe approved a report on Turkey and Spain about freedom to do politics, freedom of expression, and it pointed out a series of recommendations for Spain, Ms García Pérez: not for Hungary, Poland or Slovenia, but for Spain. I trust that the European Council will take good note of this and ensure that the money of Europeans is used to improve democracy where it is weakening.

 
  
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  Seán Kelly (PPE). – Mr President, as we get ready to commence the final Council meeting of the Portuguese Presidency we can reflect on a very successful term, and I would like to congratulate our Portuguese colleagues in this regard, although I do hope that we have a successful conclusion to the CAP negotiations this week, and I know that the Portuguese Presidency is working very hard to bring that about.

I’d also like to highlight the success of the EU vaccine rollout, with 53% of the adult population already receiving one dose, something that we are well on our way to reaching the 70% target. Yet we must be acutely aware, while there is light at the end of the tunnel for us, the pandemic still rages in many places across the globe, and we must do more to help these people.

Several colleagues have also mentioned the situation in Hungary as regards legislation banning dissemination of content relating to homosexuality and gender change. This is wrong, but I’m proud of the work done by my Fine Gael colleague Maria Walsh in this regard, and for the strong support shown to the LGBTI community in Hungary and beyond. The European Union embraces diversity, inclusion, human dignity and equality, and we should not tolerate discrimination.

 
  
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  Birgit Sippel (S&D). – Herr Präsident! „Tödliche Missachtung“ nennt die UN—Menschenrechtskommissarin ihren Bericht zur Seenotrettung im Mittelmeer. Tatsächlich stehen seit Jahren Organisationen für unsere Werte im Mittelmeer ein. Aber was wir brauchen, ist eine europäische Seenotrettung und die Verteilung von aus Seenot geretteten Menschen.

Die Würde des Menschen ist – unantastbar? Wir erinnern uns, es war auch Teil der Malta—Erklärung, dass Organisationen den Anweisungen von libyschen Milizen folgen und Menschen nach Libyen zurückbringen sollten – zurück zu Folter und Zwangsarbeit. Und ein wenig ähnlich lesen sich die Entwürfe der Schlussfolgerungen des Rates: Konzentration nur auf Externalisierung, auf Transit— und Herkunftsländer, auf capacity building für sogenanntes Migrationsmanagement. Kein Wort dagegen zum Schutz von Menschen und zum Schutz der Menschenrechte an unseren Grenzen.

Das ist nicht mein Europa!

 
  
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  Geert Bourgeois (ECR). – Voorzitter, mijnheer de commissaris, mevrouw de staatssecretaris, de Europese Unie moet een sluitend migratiebeleid voeren om haar burgers te beschermen, om Schengen en het vrij verkeer van personen overeind te houden.

Wij mogen ons niet laten chanteren door landen die massale migratiestromen willen gebruiken om ons onder druk te zetten.

Wij appreciëren het dat Turkije miljoenen Syrische vluchtelingen opvangt. Maar, collega’s, we kunnen er niet omheen dat Turkije ver afgegleden is van de lekenstaat van Kemal Atatürk, ook van de rechtsstaat, en op ongeziene wijze de Koerdische minderheid onderdrukt.

Vandaar uiteraard geen toetreding van Turkije tot de EU, maar ook geen opwaardering van het bestaande douane-unieverdrag, wél technische verbeteringen van het douane-unieverdrag dat we momenteel hebben.

 
  
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  François-Xavier Bellamy (PPE). – Monsieur le Président, à la veille du Conseil, certains, dont le groupe Renew, le groupe de M. Macron, appellent à remettre en œuvre la relocalisation obligatoire de migrants à l’intérieur du continent européen. C’est une manière de gérer notre impuissance à maîtriser nos frontières, de gérer notre impuissance face à l’immigration illégale, ce n’est en rien une réponse au défi migratoire. Parce que, si nous nous arrêtons à cette idée, c’est que nous avons renoncé à l’idée de défendre, enfin, les frontières extérieures de l’Europe face à l’immigration illégale, face au business des passeurs et que nous alimentons ainsi leur économie sinistre et le trafic des êtres humains.

Nous avons le devoir de mettre enfin en œuvre cette stratégie concertée de maîtrise des frontières européennes pour soutenir les États membres les plus touchés. Et pour cela, de mettre fin au procès scandaleux perpétuellement instruit contre l’agence Frontex, qui ne fait rien d’autre que son travail de garde-côtes et de garde-frontières, quand elle permet d’éviter que le continent européen voie entrer des gens qui n’y ont pas été autorisés.

Il n’y a qu’un seul moyen de mettre fin à tous les morts qui endeuillent la mer Méditerranée, c’est de garantir et de faire savoir que personne ne pourra s’établir en Europe, s’il n’y a pas été légalement autorisé. Sans cela, l’Europe n’a pas d’avenir et elle ne retrouvera pas son honneur.

 
  
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  Javier Moreno Sánchez (S&D). – Señor presidente, relanzar y reforzar la Declaración de Malta, y sobre todo su espíritu, es sin duda un paso positivo para proteger los derechos de los refugiados y de los migrantes, pero no es suficiente. La responsabilidad de la política migratoria común no puede recaer únicamente en los Estados del sur, sino que debe ser una responsabilidad compartida, solidaria y obligatoria de todos los Estados miembros de la Unión.

Por ello, es necesario un mecanismo de reubicación automático y obligatorio para todos los migrantes y solicitantes de asilo. Pero, sobre todo, señorías, es urgente poner en marcha un verdadero plan de acción europeo claro y preciso para las operaciones de búsqueda y salvamento marítimo y de desembarque de los migrantes en puertos seguros, acordado entre Frontex, la Comisión y los Estados miembros.

La inacción nos llevaría, un verano más, a una situación desoladora, tanto en el Mediterráneo como en el Atlántico, convirtiéndolos, una vez más, en cementerios marítimos. Por ello, la Unión Europea debe humanizar su política migratoria común.

 
  
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  Alfred Sant (S&D). – Mr President, back in 2015, the Valletta Summit on Migration brought together European and African leaders. They agreed to address the root causes of irregular migration, to enhance cooperation on legal migration and to prevent irregular migration. Leaders promised to shoulder a common responsibility in a fair manner between countries of origin, countries of transit and destination.

Yet, five years later, Europe’s southern front is still facing a disproportionate burden through irregular migration and requests for humanitarian protection. By way of asylum claims per capita in the EU for 2020, the three top countries were Cyprus with 838 claims, Malta with 482 and Greece with 378 claims per 100 000 inhabitants.

Today, solidarity between Member States remains limited and applied on an ad hoc basis. Many still ignore that migration is an EU problem to tackle at the EU level, and it calls for responsible and concrete decisions. Firstly, to tackle the actual roots of irregular migration. Secondly, overhaul the current system towards a permanent and proportionate structure of allocation for asylum seekers. The ball remains in the Council’s court. The emergency has been going on for too long. Tangible results are urgently required.

 
  
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  Maroš Šefčovič, Vice-President of the Commission. – Mr President, let me also thank all the honourable Members of this House for highlighting the fact that the EU is a union based on values with the utmost respect for human dignity, equality and high respect for human rights and non—discrimination. This was clearly underscored in a strong statement by the President of the Commission, Ursula von der Leyen, this morning.

I would also like to thank honourable Members for numerous references to migration. Let me repeat what Mr Cioloş has also underlined. We cannot always just react to eventual crises. We need to use foresight and agree on long—term, sustainable, balanced and comprehensive solutions that will address all aspects of the migratory issue. Therefore, we need to work jointly on the proposals which the Commission made nine months ago. I know that the European Parliament is ready for this discussion and we hope that very soon this will also be the situation and the position of the Council.

To conclude, I would just like to underline that I absolutely concur with all the speakers who reminded us not to lose focus on how we make sure that we emerge from this crisis and, even more importantly, emerge stronger, and that we need to tackle both parts of the crisis: the health aspect, but also the economic impact. Therefore, I think that the focus here clearly needs to be to accelerate or keep up the high pace of vaccinations and work very intensely and jointly on the future of building the European health union, which should be able to respond very quickly and dynamically to potential crises of this quality in the future.

But we also need to tackle the economic consequences of this crisis, and there our best recipe is to implement the recovery and resilience plans. What is encouraging – and I am glad that I can share this with this House – is not only the quality of the plans we are receiving, but also the fact that now we have the financial resources to support the successful implementation of these plans. Here I am referring to the very successful first—ever issuance of the Next Generation EU bonds. Implementation of the recovery plans and a financial boost to our economies is the best answer to the current challenge, which I believe will help to transform our economies to be greener, to be more digital, but also to be stronger and more resilient.

 
  
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  Ana Paula Zacarias, Presidente em exercício do Conselho. – Senhor Presidente, Senhor Comissário, Senhoras e Senhores Deputados, quero, em primeiro lugar, efetivamente agradecer as palavras de apreço pela Presidência portuguesa, que seguramente transmitirei a toda a minha equipa, e agradeço, pelo meu lado, a cooperação recebida ao longo destes seis meses por parte do Parlamento Europeu. Foi uma honra e um privilégio, Senhor Presidente, trabalhar com o Parlamento Europeu num verdadeiro espírito de leal cooperação. Aprendi muito durante estes seis meses. Foi realmente um prazer passar por aqui. Agradeço também a oportunidade deste debate e as vossas observações e comentários a respeito do próximo Conselho Europeu. Tratarei de as transmitir ao meu Primeiro-Ministro e também ao Presidente do Conselho Europeu.

Temos uma ordem do dia muito preenchida, com questões internacionais importantes: Líbia, Rússia, Bielorrússia, Sahel, Etiópia e a terrível situação que se vive em Tigré. Teremos também as questões fundamentais da recuperação económica. Com a campanha de vacinação bem encaminhada e vários atos legislativos cruciais em vigor podemos encarar o futuro com a esperança de recuperar as nossas liberdades e reconstruir a economia europeia.

Enquanto reconstruimos uma sociedade melhor, mais resiliente, mais verde, mais justa, mais inovadora, temos também, sim, que continuar a defender os nossos valores fundamentais: a democracia, o Estado de direito, os direitos humanos, a igualdade e a não discriminação no centro da União Europeia e também fora dela, no nosso relacionamento com a Turquia, com a Rússia e com os nossos parceiros africanos. É auspicioso que, ao fim de mais de dois anos, o dossiê das migrações volte de novo à mesa dos líderes para um debate que incidirá em especial sobre a dimensão externa. A Presidência continuará a envidar esforços para tentar encontrar uma solução permanente baseada na solidariedade que venha substituir o tratamento ad hoc das diferentes situações. Esperamos que a Comissão e o Alto Representante, em cooperação com os Estados-Membros, possam desenvolver planos de ação concretos com os países de origem e de trânsito dos migrantes, indicando objetivos, medidas de apoio concretas, cronogramas para enfrentarmos as causas profundas das migrações.

Aprovámos os instrumentos financeiros do Quadro Financeiro Plurianual. Podemos usar pelo menos 10% do envelope financeiro do MDCI e fundos de outros instrumentos para fazer avançar esta agenda. Sabemos que este é um dossiê politicamente difícil, mas teremos que encontrar soluções na base dos valores da sociedade, da solidariedade e da responsabilidade partilhada.

 
  
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  Presidente. – O debate conjunto da nossa agenda está, então, encerrado. Antes de prosseguirmos com os debates da ordem do dia, e antes ainda de abrir o período de votação de hoje, gostaria de dar a palavra para duas intervenções ao abrigo do artigo 159.º, n.º 4, do Regimento, e, primeiro, daria então a palavra ao Deputado Hristov que pediu para intervir, ao abrigo daquele preceito do nosso Regimento, relativamente ao seu relatório sobre os desafios e as oportunidades para o setor das pescas no Mar Negro.

 
  
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  Иво Христов, докладчик. – Г-н Председател, радвам се, че след 10-годишна пауза проблемите пред риболовния сектор в Черно море отново са обект на внимание от страна на Европейския парламент.

Черно море е воден басейн с много специфични характеристики. Само две от крайбрежните държави - България и Румъния, са членки на Европейския съюз, което затруднява координацията в стопанисването на ресурсите ни. Друга местна специфика е флотът, който е основно дребномащабен, като в България около 95 % от всички риболовни съдове попадат под тази категория. В тази връзка смятам, че държавите в региона трябва да заложат мерки и механизми, които да дават възможност и на тези рибари да съхранят поминъка си и да имат справедлив достъп до пазара на риба и рибни продукти.

Силна тревога буди състоянието на икономически значимите водни организми. Похвално е, че се изпълнява проектът „Black Sea for Fish“, който ще даде актуална информация за част от видовете. В тази връзка отправям призив към правителствата на държавите от региона да увеличат националните инвестиции в наука и проучвания както за запасите, така и за състоянието на околната среда в Черно море.

Същевременно не трябва да се подценяват възможностите пред сектора. България и Румъния отчитат най-ниските показатели за консумация на риба на глава от населението. Макар и експортно ориентиран, риболовът не бива да пренебрегва местния пазар. Рибата е препоръчван, здравословен хранителен ресурс и заместител на изтощаващото околната среда животновъдство.

Пандемията, по време на която международната търговия беше прекъсната, доказва необходимостта от местен добив и производство на всякакви хранителни стоки. Потенциал за ръст има и така нареченият нежелан или неизползван улов, който съдържа възможности за пазарна реализация в преработен или непреработен вид. Това са само част от предложенията, които се надявам, че ще залегнат в официалната позиция на Европейския парламент относно предизвикателствата и възможностите пред риболовния сектор в Черно море.

 
  
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  Presidente. – Gostaria igualmente de dar a palavra agora à Deputada Bentele e ao Deputado Neuser que pediram para intervir nos termos do artigo 159.º, n.º 4, do Regimento, relativamente ao seu relatório sobre o papel da cooperação para o desenvolvimento e a ajuda humanitária da UE face às consequências da pandemia de COVID-19.

 
  
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  Hildegard Bentele, Rapporteur. – Sehr geehrter Herr Präsident, liebe Kolleginnen und Kollegen! Kollege Neuser und ich hatten die Aufgabe, die Auswirkungen von COVID—19 auf Entwicklungsländer zu untersuchen und daraus Konsequenzen für die internationale Zusammenarbeit zu formulieren.

COVID—19 hat dort grundsätzlich alle Auswirkungen wie in den Industriestaaten, aber in sehr viel verschärfterer Form: Ausnahme— und Mangelzustände im Gesundheitswesen führten in Entwicklungsländern dazu, dass viele essenzielle Gesundheitsdienstleistungen nicht mehr bereitgestellt wurden – wie Routineimpfungen und die medizinische Versorgung von Frauen. Schulschließungen, von denen 1,6 Milliarden Kinder betroffen waren, führten oft dazu, dass Kinder und vor allem Mädchen nicht wieder in die Schule zurückkehren werden, sondern jetzt arbeiten oder verheiratet wurden. Die Unterbrechung von Lieferketten und das Ausbleiben des Tourismus haben zu einem deutlichen Anstieg von Hunger und Armut geführt.

Wir haben also viele Probleme, bei denen wir schon gute Fortschritte gemacht haben, wieder auf der Agenda – bessere Gesundheitsversorgung, universale Bildung, Ernährungssicherheit. Diese Schwerpunkte werden die Programmierung der europäischen Mittel in den nächsten Monaten prägen müssen.

Wir haben aber auch Positives gesehen: Der neue Ansatz „Team Europe“, bei dem die europäische Hilfe mit der der Mitgliedstaaten eng koordiniert wurde, war eine richtige Initiative. Ebenso wie die von der EU maßgeblich vorangetriebene Internationale Allianz für die Impfstoffbeschaffung COVAX. COVID—19 zeigt uns einmal mehr auf, wie eng die Gesundheit von uns Europäern mit der der anderen 7,3 Milliarden Menschen in der Welt verbunden ist. COVID—19 können wir nur gemeinsam besiegen!

 
  
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  Norbert Neuser, Rapporteur. – Herr Präsident, meine Kolleginnen und Kollegen! Vielen Dank, Hildegard Bentele, für einen guten Bericht, den wir gemeinsam gemacht haben. Leider gibt es keine Debatte dazu, aber einige Schwerpunkte will ich herausstellen.

Wir brauchen verstärkte Bemühungen, um die Gesundheitssysteme weltweit resilient zu machen, besonders in den Entwicklungsländern. Das hat COVID-19 noch einmal unterstrichen. Die Situation wird schwieriger. Wir haben eine riesige Finanzierungslücke bei der Bekämpfung des Hungers. Wir brauchen weltweit 32 Milliarden EUR – und wir haben 17 Milliarden, also ungefähr nur die Hälfte.

Und deswegen ist es wichtig, dass wir ein Thema angehen, und dabei ist insbesondere der Rat gefordert: Wir brauchen eine bessere Finanzierung, eine gerechte Gebermentalität – und da halten sich leider viele Mitgliedstaaten in Europa bedeckt. Das kann Aufgabe des Parlamentes sein, das kann Aufgabe der Kommission sein, aber das muss ganz stark auf die Agenda des Europäischen Rates. Hier ist dringend Handlungsbedarf gefordert.

 
  
 

Declarações escritas (artigo 171.º)

 
  
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  Vilija Blinkevičiūtė (S&D), raštu. – Artėjančiame Europos Vadovų susitikime numatyta aptarti daug labai svarbių klausimų. Visų pirma, būtina išsamiai aptarti ir susitarti dėl bendrų Sąjungos veiksmų, kad ateityje būtume geriau pasiruošę galimoms pandemijoms ir kitokiems nenumatytiems visuomenės sveikatos iššūkiams. Būtina stiprinti ES kolektyvinius pajėgumus ir atsparumą netikėtų masinių krizių akivaizdoje. Jau daugiai nei metus besitęsianti COVID pandemija sukėlė didžiulius socialinius ir ekonominius padarinius, o tai rodo, jog ES nėra labai gerai pasirengusi susidoroti su visuotinio masto krizėmis ir tai turi būti ištaisyta. Kitas svarbus klausimas būsimojo susitikimo darbotvarkėje yra Baltarusija. Minsko režimas ir toliau vykdo bauginimais grindžiamą politiką ne tik šalies viduje ir savo žmonių atžvilgiu, bet ir kitų šalių atžvilgiu. Mano šalis yra Baltarusijos pasienyje ir šis klausimas yra ypatingai aktualus. Labai raginu valstybių lyderius imtis visų veiksmų, kad būtų išlaisvintas pagrobtas žurnalistas ir jo draugė, kad būtų išlaisvinti politiniai kaliniai, kurie tapo Lukašenkos režimo aukomis. Privalo būti dedamos visos įmanomos pastangos, kad šis brutualus režimas būtų sustabdytas ir kad Baltarusijos žmonės patys galėtų laisva valia pasirinkti savo šalies lyderius.

 
  
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  Josianne Cutajar (S&D), in writing. – The fact that we are here today, discussing the renewal of the Malta declaration should be the proof of the EU’s failure to correctly address the migration crisis. Where is the famed EU solidarity? The Valletta Summit of five years ago seemed like a promising start for change. The Summit saw leaders of countries of origin, transfer and destination make pledges to be more involved and support the effort. Today, unfortunately, Mediterranean countries like Malta are still left prevalently alone in dealing with the arrival of irregular migrants. The story is the same each year. Come summer, the number of arrivals and deaths in the Mediterranean rises. This is abhorrent. Instead of playing accusatory political games, governments must act. As a start, we must cooperate with countries of origin and of transit to tackle the root causes of migration, whilst effectively protecting migrants and asylum seekers. I urge all Member States to work towards true European solidarity with effective and mandatory burden sharing mechanisms. I urge them to shift from declarations and words towards action.

 
  
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  Laura Ferrara (NI), per iscritto. – Il futuro della politica europea su asilo e migrazione, non può ridursi unicamente alla sua dimensione esterna. Abbiamo bisogno di proposte che vadano oltre lo stallo attuale. Non possiamo affidarci a compromessi diretti ad accontentare gli Stati privi della volontà di cooperare senza colmare concretamente il deficit di solidarietà nei confronti dei Paesi frontalieri, come l'Italia, sempre a rischio di eccessiva pressione. L'Unione europea deve intervenire subito per tentare di salvare vite umane che inesorabilmente continuano a perdersi nel tentativo di attraversare il mar Mediterraneo. I paesi di prima linea, devono avere un ruolo di primo piano in merito a proposte alternative di cooperazione e non possono accontentarsi di soluzioni effimere e temporanee che non prevedano la solidarietà e l'equa ripartizione della responsabilità tra gli Stati membri nel settore dei controlli alle frontiere, dell'asilo e dell'immigrazione.

 
  
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  Ivan Štefanec (PPE), in writing. – European leaders meet during the sessions of the European Council to discuss current challenges of the highest importance. COVID-19 pandemic has pushed many important topics to the background of the agenda and brought many challenges on the regional and global levels. Together, we face new challenges related to new variants of the virus, distribution of the vaccines and usage of the recently adopted EU Digital Covid certificate. These topics should be addressed during the meeting of the European Council in June. At the same time, we shall not remain hesitant and address upcoming long-term challenges. We need to be prepared for the potential future pandemics and better protection of the internal market. Due to the negative impact of the pandemic on the economic prosperity of the European Union, we also should also use the potential of the Next Generation EU programme and support the Member States in the initiatives to adapt to digital and climate transitions.

 
  
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  Stefania Zambelli (ID), per iscritto. – Dopo anni di tanti annunci, siamo di nuovo qui a discutere degli accordi di Malta e di ricollocamento dei migranti. L'Europa da anni parla di solidarietà e meccanismi di ridistribuzione ma, nonostante le numerose promesse e le belle parole, i dati ci confermano che è sempre l'Italia a doverli ospitare, senza che l'Europa sia capace di trovare una soluzione definitiva.

Da inizio anno, infatti, sono sbarcati in Italia 18 mila migranti clandestini, contro i 2000 del 2019, quando Matteo Salvini era ministro. Nell'ultimo mese solamente lo 0,3 % di questi migranti è stato redistribuito ad altri paesi europei, appena 20 persone! Alla faccia della solidarietà europea.

Il tutto mentre i governi socialisti di Spagna e Danimarca decidono di chiudere le frontiere ai clandestini e la Germania rifiuta i migranti provenienti dall'Italia perché i numeri degli sbarchi non giustificherebbero l'aiuto tedesco.

È ora di dire basta a questo atteggiamento nei confronti dell'Italia: non possiamo essere il campo profughi d'Europa. Il ricollocamento su base volontaria si è dimostrato un disastro, peraltro annunciato. Fermare l'immigrazione illegale, come fece il ministro Salvini, è l'unica soluzione a questa emergenza.

 
  
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  Bettina Vollath (S&D), schriftlich. – Woche für Woche, Monat für Monat, Jahr für Jahr verlieren Menschen ihr Leben auf dem Weg über das Mittelmeer. Dieses Drama wird durch die fehlgeleitete europäische Asyl- und Migrationspolitik verursacht. Wir werden niemanden retten, indem wir unsere Grenzen dichtmachen und uns abschotten! Seenotrettung ist erwiesenermaßen kein Pull-Faktor für Flucht oder Migration! Die Bemühungen der Malta-Deklaration zielten von Beginn an nur darauf ab, Migrationsströme einzudämmen. Vier Jahre später haben wir uns keinen Millimeter weiterbewegt. Die Verhandlungen zum „Neuen Pakt für Asyl und Migration“ stagnieren, die Sichtweisen sind ausschließlich eurozentrisch und orientieren sich nicht im Geringsten an den Bedürfnissen derer, die bei uns Schutz suchen. Wenn wir jetzt die Ideen der Malta-Deklaration wieder aufgreifen, drehen wir uns endgültig nur mehr im Kreis. Unser Ziel muss es endlich sein, den Menschen Schutz und Chancen zu bieten, die sich auf den Weg zu uns machen – nicht eine Ermöglichung weiterer Push-Backs oder Abkommen mit Drittstaaten wie Libyen, in denen nachweislich Flüchtende in Lagern festgehalten und gefoltert werden. Wir brauchen also legale Fluchtwege, auf Menschenrechten basierende und individuelle Asylverfahren, eine funktionsfähige Seenotrettung und Wege und Möglichkeiten für eine legale Arbeitsmigration – und all das ohne weitere Verzögerungen. Genau das würde auch dem Schmugglerwesen ein Ende setzen.

 

14. Budoucnost vztahů mezi EU a Švýcarskem (rozprava)
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  Presidente. – O ponto seguinte da ordem do dia é a Declaração da Comissão sobre o futuro das relações entre a União Europeia e a Suíça (2021/2740(RSP)).

 
  
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  Maroš Šefčovič, Vice-President of the Commission. – Mr President, honourable Members, on 26 May the Swiss Federal Council took the decision to terminate the negotiations on an institutional framework agreement between the EU and Switzerland. We regret this decision. The conclusion of this agreement was a priority for the European Union. Let me start, therefore, by putting things in perspective. This may help to better grasp the issue and the challenge ahead of us.

The EU and Switzerland are more than just neighbours. Switzerland is an important partner, both economically as our fourth-largest trading partner, and politically, given our shared values. On a daily basis, the free movement of people and goods in particular nurtures a privileged relationship between us. Let me give you a few figures in that respect. In 2020, about 1.5 million EU citizens were living in Switzerland and around 400 000 Swiss were living in the EU. Out of Switzerland’s total workforce of around five million people, some 25% were EU citizens. Some 350 000 of our citizens cross the border daily to work in Switzerland.

In parallel, our economic relationships are flourishing. The EU is Switzerland’s largest trading partner by far. Switzerland trades more with the neighbouring regions in Austria, Germany, France and Italy, around EUR 80 billion per year than with the BRIC countries, which is around 63 billion per year. Switzerland trades more with the Grand Est, Bourgogne, Franche—Comté, Auvergne, Rhône-Alpes than with Japan, and Switzerland trades more with Baden-Württemberg and Bavaria than with China.

These figures underline how much Switzerland benefits from this privileged access. According to its own data Switzerland gains an estimated EUR 18-27 billion per year from its bilateral relations with the European Union. But despite this deep economic and social integration, there is no overarching framework governing Swiss participation in the internal market. There are no provisions to ensure a level playing field. There are, for example, no provisions for State aid rules, and beyond that there is no satisfactory dispute settlement mechanism ensuring an adequate implementation of our 120 bilateral agreements. Also contrary to the example of the states which are part of both the EEA and EFTA – Norway, Iceland and Liechtenstein – there is no compulsory and regular financial contribution from Switzerland to the EU cohesion policy. The last and so far only financial payment from Switzerland dates back to 2012, a whole financial framework cycle ago. Moreover, as time passes, our bilateral agreements are ageing. The EU and Switzerland free trade agreement was concluded 50 years ago, and the package of bilateral I and II agreements was concluded almost 20 years ago. Hence, without any modernisation of these agreements our relations are inevitably eroding over time.

It is precisely for all these reasons that the conclusion of an institutional agreement was considered a priority. This was about establishing a level playing field. This is a matter of fairness and integrity of our single market. Anyone operating on the EU single market must face the same rules and obligations. Against this background, our commitment has been irreproachable. President Juncker and President von der Leyen have spoken more than 25 times to six Swiss Presidents. The EU has demonstrated a high level of understanding for the political constraints in Switzerland and showed a willingness to compromise. The list is long: from a dispute settlement mechanism based on an arbitral tribunal and not on the European Court of Justice only, through a two-pillar system for State aid, and not only the EU rules, to a protocol dedicated to the protection of the Swiss labour market.

Allow me to emphasise here that high levels of social protection and full respect of the principle of equal pay for equal work are as important for the EU as they are for Switzerland.

We also agreed to limit the scope of the agreement to five existing agreements although there are 120 of them, and we agreed not to enshrine in the agreement itself legally binding provisions on the Swiss financial contribution to the EU cohesion policy, only a joint political declaration, but still recalling that this contribution is a natural and fair consequence of participating in the single market.

In November 2018 we thought we had found a balanced solution for both parties. However, the Swiss Government in June 2019 announced that it needed clarifications on three issues: on State aid, on the protection of wages in Switzerland, and on the free movement of persons. We had immediately offered to work on these issues, but our Swiss friends needed some time. In January this year, discussions restarted and we re-engaged constructively by making concrete and robust proposals to address these concerns.

On 23 April when meeting the Swiss President, Guy Parmelin, President von der Leyen was of the firm opinion that a deal was possible provided that both sides showed flexibility, but our offers were not picked up and finally on 26 May the Swiss Federal Council took the decision to terminate the negotiations on an institutional framework agreement with us. This is not our choice and we can only regret this decision.

The solution to the difficulties is gone, but problems remain. We therefore need to reflect collectively on how we can move forward and ensure that our bilateral relationship continues to flourish while ensuring a fair balance of rights and obligations. For this we need time to carefully review our agreements with Switzerland. We should identify the problems precisely and find solutions. We are determined to find the best way possible for the bilateral relationship with Switzerland to work most effectively.

 
  
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  Andreas Schwab, im Namen der PPE-Fraktion. – Herr Präsident, liebe Kolleginnen und Kollegen! Dass der Schweizer Bundesrat nach sieben Jahren intensiver Verhandlungen das Rahmenabkommen mit der Europäischen Union abgesagt hat, bedauern wir sehr. Wir haben es zur Kenntnis zu nehmen, auch wenn die Art und Weise nicht besonders freundschaftlich war.

Die Schweiz ist ein souveräner Staat, der mitten in Europa liegt – und mitten in der Europäischen Union. Die Nachbarstaaten entsenden viele gut ausgebildete Arbeitskräfte, die in der Schweiz – Sie haben es angesprochen, Herr Vizepräsident –, in Hospitälern und Betrieben gute Arbeit leisten. Ihre Anliegen sind uns wichtig, und wir wissen um die enge und gute Zusammenarbeit, die die Schweiz und die Europäische Union verbindet und in Zukunft noch stärker verbinden sollte.

Deswegen verfolgen wir die öffentliche Meinung in der Schweiz und sehen im Abstimmungsergebnis zur sogenannten Begrenzungsinitiative einen wichtigen Hinweis darauf, dass die eidgenössische Bevölkerung sehr wohl am bilateralen Weg mit der Europäischen Union festhalten will. Warum deshalb das Rahmenabkommen vom Bundesrat nun abgesagt wurde, verstehen, glaube ich, auch viele Schweizer nicht ganz.

Wir sollten nun gemeinsam unsere europäischen Leitprinzipien deutlich machen. Es gibt keine Alternative zum Prinzip der Nichtdiskriminierung. Alle Bürger, die am Binnenmarkt teilnehmen, haben gleiche Rechte. Vereinbarungen mit der Europäischen Union gelten mit allen Mitgliedstaaten – auch mit denen, die später dazugekommen sind. Und wir sind uns in Europa auch einig, dass für Streitfragen Gerichte zuständig sein müssen, wenn objektive Regeln zugrunde liegen.

Vor diesem Hintergrund, Herr Präsident, haben die Kolleginnen und Kollegen der Schweiz-Delegation dieses Hauses gemeinsam mit den Abgeordneten des Schweizer Nationalrats bedauert, dass die Verhandlungen beendet wurden. Und gleichzeitig wollen wir, dass jetzt nicht die Bürger unter der unglücklichen Entscheidung leiden.

Deshalb sollte der Schweiz auf der Basis der vollständigen Umsetzung bereits bestehender Abkommen wie dem Freizügigkeitsabkommen ein Angebot für ein Multiprogramming Agreement für Forschung und Ausbildung unterbreitet werden.

Und für den Fall, dass die Schweizer Regierung tatsächlich die Sackgasse wieder verlassen und den bilateralen Weg weitergehen möchte, müssen wir einen neuen Namen finden, der in der öffentlichen Diskussion besser zieht – „Abkommen zur besseren Zusammenarbeit“ wäre dafür ein guter Start. Dort könnte die Gesundheitszusammenarbeit nach COVID-19 gleich mit aufgenommen werden.

 
  
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  Andreas Schieder, im Namen der S&D-Fraktion. – Herr Präsident, Herr Vizepräsident! Die Schweiz liegt in der Mitte Europas, umgeben von der Europäischen Union, und gerade deshalb muss auch die Türe für eine europäische, eine EU-Integration der Schweiz weiterhin offen bleiben.

Vieles verbindet uns. Es ist nicht nur die Liebe für die Berge, für den Skisport oder die Schokolade, sondern es leben auch 1,5 Millionen EU-Bürgerinnen und -Bürger in der Schweiz, und wir haben intensive wirtschaftliche und gesellschaftliche Beziehungen.

Daher ist es besonders schade, dass der Schweizer Bundesrat – also die Schweizer Regierung – nach sieben schweren Jahren der Verhandlungen zum Rahmenabkommen diese Verhandlungen abgebrochen hat. Damit wurde eine Chance auf noch engere oder fairere, auf bessere Beziehungen zwischen der EU und der Schweiz vertan.

Allerdings bringen uns die gegenseitigen Schuldzuweisungen jetzt auch nicht weiter. Die bestehenden Verträge sind veraltet und nicht mehr in der Lage, auf heutige oder zukünftige Fragen auch nur annähernd brauchbare Antworten zu liefern. Und statt innenpolitischer Taktik müssen die Interessen der Bürgerinnen und Bürger im Fokus stehen.

Beide Seiten – die Europäische Union und die Schweiz – müssen jetzt aufeinander zugehen und hoffentlich auch bald wieder an den Verhandlungstisch zurückkehren. Die EU, sehr geehrte Damen und Herren, ist dazu jedenfalls immer bereit.

 
  
 

(O debate está suspenso.)

 

15. Hlasování
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  Presidente. – E agora, caros colegas, antes de prosseguirmos os nossos debates, devo dar início ao período de votação de hoje. Assim, votaremos os dossiês conforme indicado na ordem do dia e o período de votação decorrerá entre as 17 horas e as 18.15. A votação será realizada segundo o mesmo procedimento utilizado nos últimos períodos de votação e, por isso, todas as votações serão realizadas por votação nominal. As declarações de voto, como sabem, podem ser apresentadas por escrito e, a título excecional, serão aceites declarações de voto com um máximo de 400 palavras. Declaro então aberto o período de votação. Isto significa que podem votar até às 18.15. Os resultados das votações serão anunciados às 20.30.

 

16. Budoucnost vztahů mezi EU a Švýcarskem (pokračování rozpravy)
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  Presidente. – Retomamos agora o debate sobre o futuro das relações entre a União Europeia e a Suíça (2021/2740(RSP)).

 
  
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  Claudia Gamon, im Namen der Renew-Fraktion. – Herr Präsident! Die Verbindungen der EU mit der Schweiz sind ja sehr vielfältig und eng, und es wäre jetzt schwierig, alles aufzuzählen, was dafür relevant ist – es sind über 120 Abkommen, die unsere komplexen Beziehungen regeln.

Die Frage ist nur: Was heißt das eigentlich in der Realität? In der Realität heißt es, dass tausende Vorarlbergerinnen und Vorarlberger täglich auf die andere Seite des Rheins pendeln. Es bedeutet, dass unzählige italienische, deutsche, französische Mitbürgerinnen und Mitbürger in der Schweiz leben und arbeiten. Es bedeutet, dass helvetische Firmen fast die Hälfte ihrer Importe und Exporte mit der Europäischen Union machen.

Wir haben Forschungsabkommen. Wir haben Studentenaustausch. Wir haben viele kulturelle Gemeinsamkeiten. Und umso schockierter war ich dann, als der Schweizer Bundesrat im Alleingang nach sieben Jahren Verhandlungen über das institutionelle Rahmenabkommen die Tür auf einmal zugeschlagen hat.

Ich denke, dass es für beide Seiten eindeutig klar ist, dass es ein Update unserer gemeinsamen Verträge braucht, um die offenen Fragen, die wir schon seit Jahren mit uns herschleppen, endlich klären zu können. Jetzt zuzuschauen, wie ein Abkommen nach dem anderen ausläuft, wie man keine neuen Kooperationen schließen kann und wie sich unsere Verbindungen mit der Schweiz somit nach und nach langsam auflösen werden, ist ganz sicher keine Alternative dazu.

Die Schweiz und die Union müssen weiterhin enge Partnerinnen bleiben. Das ist im Interesse aller Bürgerinnen und Bürger der Europäischen Union, aber auch der Schweiz. Unsere Türen stehen offen. Es liegt nun aber an der Schweiz, dass sie ihre wieder aufmacht.

 
  
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  Sven Giegold, im Namen der Verts/ALE-Fraktion. – Herr Präsident, sehr verehrte Damen und Herren! Der Abbruch der Verhandlungen über das institutionelle Rahmenabkommen ist wahrlich keine gute Botschaft. Das ist eine schlechte Nachricht für den europäischen Binnenmarkt, und es ist auch eine schlechte Nachricht für die ja so gut laufende Freundschaft und Partnerschaft zwischen der Schweiz und den Nachbarländern. Gerade die Schweiz, aber auch die angrenzenden Staaten haben so große Vorteile durch die starke Integration in den europäischen Binnenmarkt – und daher ist dieser Abbruch umso bitterer.

Und ich denke, es ist wichtig, hier eine Wahrheit auch mal offen und deutlich auszusprechen: Wenn man Rechtspopulisten in der Regierung hat, dann verliert man seine außenpolitische Handlungsfähigkeit. Wir haben das in Großbritannien gesehen. Wir sehen das weltweit in verschiedenen Staaten. Und wir haben das eben auch in der Schweiz gesehen.

Letztlich werden dann immer neue Forderungen gestellt – öffentlich, scharf gestellt –, bis man sich nicht mehr einigen kann mit internationalen Partnern – und so ist auch das Scheitern dieses Abkommens zu erklären.

Allerdings muss sich auch die EU fragen lassen, warum man so scharfe Anforderungen im Bereich des Arbeitsmarktes gestellt hat. Denn wahrlich sind die sozialen Regeln im europäischen Binnenmarkt nicht vorbildlich.

Jetzt kommt es darauf an, einen schleichenden Handelskrieg zu verhindern und Schritt für Schritt da, wo die Notwendigkeit der Kooperation am größten ist, maßgeschneiderte Lösungen zu finden und unsere Schweizer Freundinnen und Freunde zu fragen: „Was wollt ihr? Unsere Tür bleibt offen.“

 
  
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  Alessandro Panza, a nome del gruppo ID. – Signor Presidente, onorevoli colleghi, mi mancava di avere la colpa anche del fallimento dei negoziati tra l'Unione europea e la Svizzera, perché è sempre colpa dei populisti laddove lo si voglia vedere.

Faccio presente ai colleghi che per litigare bisogna sempre essere in due, quindi evidentemente non ho ancora sentito, né dal Commissario né da chi mi ha preceduto, una parola di biasimo nei confronti della Commissione europea perché, magari, anche la Commissione europea può aver sbagliato qualcosa, chi lo sa, magari questo dogma mettiamolo in discussione.

Faccio fatica a capire perché con la Turchia e la Cina arriviamo sempre a un accordo e con la Svizzera, che è uno Stato pienamente democratico, si arriva a far saltare il banco.

Serve cambiare evidentemente passo, perché è effettivamente necessario tornare a ricucire i rapporti con la Turchia, però magari cambiando il team negoziale e cambiando il focus degli obiettivi dell'Unione europea, e trovare finalmente un accordo con la Svizzera che, ricordo, per la sola Italia, ha una bilancia commerciale in positivo: esportiamo in Svizzera 14 miliardi di euro all'anno e ne importiamo per 18, quindi è vero che abbiamo rapporti con la Svizzera, ma ci guadagniamo anche con la Svizzera.

Quindi serve assolutamente tornare ad avere un colloquio aperto, chiaro ed efficace con gli amici elvetici.

 
  
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  Michiel Hoogeveen, namens de ECR-Fractie. – Voorzitter, het oorspronkelijke ideaal van samenwerking in Europa was vrijhandel. Vrijhandel, want daarvan ondervinden alle lidstaten voordeel. Maar de EU is gegroeid en waant zich niet alleen een markt meer, maar ook een “waarden”-gemeenschap.

Dus gebruikt de EU handelsgesprekken steeds vaker om eigen regels op te dringen. Wilt u handelen? Dan eerst voldoen aan het opengrenzenbeleid. Wilt u handelen? Dan eerst uw verzorgingsstaat voor iedereen openstellen. Wilt u handelen? Dan eerst u laten onderwerpen aan EU-rechters.

Voorzitter, de Zwitsers verzetten zich tegen deze imperialistische tendensen van de Europese Commissie. Daarom zeg ik tegen de Zwitsers: Ihr Widerstand ist lobenswert. Sie verteidigen das ursprüngliche europäische Ideal, das Ideal des Freihandels.

Danke schön.

 
  
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  Helmut Scholz, im Namen der Fraktion The Left. – Herr Präsident, Herr Vizepräsident! Sie haben die Zahlen des bilateralen Handelsvolumens eindrücklich geschildert. Dazu gehört aber auch: In der Schweiz leben rund 1,5 Millionen Bürgerinnen und Bürger aus der EU, und umgekehrt sind es 400 000 Schweizerinnen und Schweizer in der EU.

Deshalb unterstreiche ich noch einmal für unsere Fraktion The Left: Vereinbaren Sie mit der Schweiz ein Regelwerk, das diese Menschen ins Zentrum stellt. Ermöglichen Sie Mobilität, sichern Sie einen hohen Sozialschutz, verhindern Sie wirksam Lohndumping.

Wir finden ein Abkommen wichtig. Aber zu einem Streit gehören immer zwei. Der Plan der Kommission ist nicht aufgegangen, den Zugang der Schweiz zu den EU-Finanzmärkten als Druckmittel zu verwenden. Und im Schweizer Parlament war die rechtsextreme Volkspartei die einzige Fraktion, die letzte Woche das Scheitern der Verhandlungen feierte.

„Kommt zur Vernunft!“, möchte man den Streithähnen zurufen. Genau das tue ich hiermit, und zwar gemeinsam mit den Gewerkschaften. Nehmen Sie die Verhandlungen wieder auf, auch zur erfolgreichen gemeinsamen Überwindung der Corona-Pandemie. Denn: Eine Lösung der Streitfragen mit der Schweiz ist klar im Interesse der Menschen in der EU und der Schweiz.

 
  
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  Christophe Hansen (PPE). – Herr Präsident, Herr Kommissar Šefčovič! Die einseitige Entscheidung des Schweizer Bundesrates, die Verhandlungen über das institutionelle Rahmenabkommen zu beenden, ist zutiefst bedauerlich. Unsere Handelsbeziehung basiert auf einem 50 Jahre alten Freihandelsabkommen und einem Mikado-Spiel aus bilateralen Abkommen, welche nicht mehr zeitgemäß sind. Dieses Abkommen hätte die Grundlage für die dringend notwendige Modernisierung geliefert.

Die EU ist der wichtigste Handelspartner der Schweiz, und täglich werden zwischen uns Waren im Wert von einer Milliarde Schweizer Franken gehandelt. Auch engere Handelsbeziehungen der Schweiz mit den USA und Großbritannien werden unsere alternde Handelsbeziehung mit der EU nicht ausgleichen können. Die Einhaltung des level playing field ist sicherlich nicht zu viel verlangt von einem Partner, der von allen EU- und EFTA-Staaten den größten Pro-Kopf-Nutzen aus dem Zugang zum gemeinsamen Markt hat.

Die EU hat die Tür nicht zugeschlagen. Sie soll für weitere Verhandlungen offen bleiben, und unser Angebot steht ganz klar.

To conclude, Mr President, let me state clearly, I sign for a real fair, equal game tonight and UEFA definitely scored a big own goal.

 
  
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  Marek Belka (S&D). – Mr President, the federal government’s decision to terminate the negotiations on the EU—Swiss framework agreement is an unfortunate blow to our mutual relations. Instead of a modern, comprehensive agreement, we remain with a large number of old and sometimes obsolete bilateral agreements.

In terms of trade and cooperation, we will remain key partners but this decision may erode the functioning of the single market from which both sides highly benefit. Already we see that the lack of a mutual recognition agreement negatively influenced the medical devices sector, and we can expect future problems in the machinery, agriculture and energy sectors.

However, even if returning to business as usual is not possible, both sides must engage and rearrange existing agreements to limit the negative consequences of no—deal to companies and citizens caught in between.

We should also call on the federal government of Switzerland to rethink its approach to our mutual relations, as more can be achieved by a continued conversation than by leaving the negotiation table.

 
  
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  Peter Kofod (ID). – Hr. formand! Jeg vil gerne starte med at ønske schweizerne et meget stort tillykke med, at dette ikke blev til noget. For sagen er jo, at dette dybest set handler om, hvorvidt man ønsker mere EU. Om EU skal bestemme mere over et land, som ikke engang er medlem af EU. Der har schweizerne regnet jer ud, og det er jeres problem. Schweizerne har fundet ud af, at EU bliver ved og bliver ved og bliver ved. I bliver aldrig mætte. I vil altid bestemme mere, og det gider man ikke i Schweiz. Det synes jeg er fornuftigt. Flere af de tidligere talere har stået her og ærgret sig over, at det ikke blev til noget. Jeg kan ikke lade være med at tænke over, hvor mærkeligt det er, at dette system udviser så lidt selvrefleksion, som situationen er.

Det er i dag femårsdagen for, at briterne stemte sig ud af EU ved en folkeafstemning. Nu har schweizerne så også sagt, at de ikke har interesse i dette cirkus. Det har man ikke lyst til. Tænk dog over det i stedet for at blive ved med bare at kræve mere og mere. En anden taler sagde, at det er det, man får ud af at have en nationalkonservativ regering - og det er fuldstændig korrekt. For har man en nationalkonservativ regering, så vogter den selvfølgelig over landet, folket og demokratiet. Sådan skal det være.

 
  
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  Francisco José Millán Mon (PPE). – Señor presidente, tras la ruptura por Suiza de las negociaciones del acuerdo marco después de siete años tenemos ahora que pensar cuidadosamente el camino a seguir.

Creo que en primer lugar la Comisión tiene que estudiar con detenimiento el funcionamiento de cada uno de los numerosos acuerdos con Suiza. Por ejemplo, los acuerdos relativos a la circulación de personas se aplican en Suiza de forma que perjudica a los ciudadanos europeos: aunque Suiza es uno de los máximos beneficiarios del mercado único europeo, nuestros ciudadanos y nuestras empresas chocan allí con dificultades.

A mí me preocupa que desde el Brexit se haya puesto en marcha una dinámica de desencuentros, incluso diría conflictos, de los países europeos vecinos con la Unión Europea. Ahora es Suiza, pero lo estamos viendo también en materia de pesca con Noruega, señor vicepresidente de la Comisión, que está tomando graves medidas unilaterales como las que afectan a la pesca de la caballa en aguas del Atlántico nororiental y también al bacalao en las islas Svalbard. Además, son bien conocidas las dificultades que tenemos con el Reino Unido para la aplicación de los acuerdos alcanzados recientemente.

Por lo tanto, creo que la Unión Europea tiene que adoptar una actitud de firmeza y rigor con sus vecinos europeos. En el caso suizo hay que estudiar cuidadosamente el grado de cumplimiento de los acuerdos y no hacer más concesiones; además, cabe que Suiza reconsidere su decisión y vuelva a la mesa de negociaciones para concluir un acuerdo necesario para reequilibrar nuestras relaciones y poder modernizarlas.

 
  
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  Tonino Picula (S&D). – Poštovani predsjedavajući, odluka Švicarske da jednostrano prekine pregovore o moderniziranom sporazumu o reguliranju odnosa s Europskom unijom je za žaljenje.

Danas trebamo raspraviti što mi kao Europska unija možemo učiniti u zaštiti interesa naših građana i tvrtki. Neka otvorena pitanja poput oporezivanja korporacija traže hitno rješavanje odnosno nastavak pregovaranja. To ne možemo učiniti jednostrano, potrebna je i volja druge strane ali nje uglavnom nema. No, naše partnere valja podsjećati da je Europska unija glavni trgovinski partner Švicarske, da su naši odnosi regulirani putem 120 bilateralnih sporazuma o suradnji. Nedopustivo je npr. da su i osam godina nakon pristupanja hrvatski radnici jedini građani Europske unije kojima je i dalje potrebna radna dozvola za rad u Švicarskoj čak i za period kraći od tri mjeseca. Jasan je to primjer diskriminacije radnika jedne zemlje članice što je direktno kršenje pravnih odredbi. Zbog djelomične integracije s našim jedinstvenim tržištem Švicarska je dužna poštivati sve obveze koje taj status donosi bez iznimke.

 
  
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  Evelyne Gebhardt (S&D). – Herr Präsident, Herr Kommissar! Genauso wie viele meiner Kolleginnen und Kolleginnen bedauere ich sehr, dass diese Verhandlungen gescheitert sind und dass dieses Abkommen nicht zu einem Abschluss geführt werden konnte. Auch ich sage der Schweiz ganz klar, dass es nicht akzeptabel ist, dass wir Bürger und Bürgerinnen der Europäischen Union erster und zweiter Klasse haben, dass manche die Freizügigkeit haben sollen, andere nicht – das ist inakzeptabel.

Allerdings sollten wir nicht die Schuld alleine bei der Schweiz suchen, sondern auch schauen, welche Fehler wir selber gemacht haben. Und da sehe ich es durchaus mit Befremden, wie sehr und wie hartnäckig die Europäische Kommission dagegen war, dass Arbeitsmarktschutzmaßnahmen, die in der Schweiz für die Arbeitnehmerrechte und für die sozialen Rechte sehr gut sind, im Vordergrund stehen. Warum diese so angegangen wurden? Auch das hätten wir anders angehen müssen.

Das heißt, ich fordere Sie auf in der Europäischen Kommission: Machen Sie alles, damit die Verhandlungen wieder aufgenommen werden können! Aber so, dass auch wirklich die Rechte der Arbeitnehmer und Arbeitnehmerinnen in den Fokus gestellt werden und nicht nur die Wirtschaft. Und das ist, glaube ich, das Wichtigste, was wir heute mitnehmen müssen.

 
  
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  Maroš Šefčovič, Vice-President of the Commission. – Mr President, let me first thank honourable Members for a very fruitful debate. I take from this exchange that we all concur that our precious relationship with Switzerland, and both European and Swiss citizens, businesses, researchers and scientists deserve better than a lack of prospects. We should aim for ambition and future development. At the same time, ensuring a level playing field is clearly essential. Privileged access to the single market must mean abiding by the same rules and obligations, and I would like to reassure all of you that we are determined to find a way for our bilateral relationship to work the best.

To answer Mr Picula’s concrete question on the rights of Croatian citizens, I would like to reassure you that we are of course following the issue extremely closely. We have raised this issue several times in the relevant joint committee. However, due to the absence of a dispute settlement mechanism, the legal avenues at our disposal remain very limited. But still, this will be part of the audit the Commission services have been tasked to complete.

To conclude, I would like to say that I absolutely agree with all of you that we must uphold the rights of workers and citizens. But I would add that on both sides – on the EU and the Swiss side – that would be our priority for the audit and for looking for the best way possible to find solutions to this now very complex problem.

 
  
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  Presidente. – Está então encerrado este debate sobre o futuro das relações entre a União Europeia e a Suíça.

Declarações escritas (artigo 171.º)

 
  
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  Kinga Gál (NI), írásban. – Aggasztónak tartom, hogy az Európai Parlamentben egy harmadik ország szuverén döntéséről vitáztunk. Én is egyetértek azzal, hogy nagyon sajnálatos Svájc szövetségi kormányának azon döntése, hogy nem írja alá az EU-val kötendő partnermegállapodást (hivatalos neve: intézményi keretmegállapodás - IFA), és lezárja annak hét éve zajló tárgyalássorozatát. Viszont ez egy állam szuverén döntése, amelyet demokratikusan megválasztott intézményei hoztak a saját állampolgárai érdekeinek védelme érdekében, és ezt tiszteletben kell tartanunk. Hogy jön ide az Európai Parlament, hogy leckéztesse és megdorgálja Svájcot, ha a svájci szövetségi kormány úgy gondolja, hogy továbbra is alapvető véleménykülönbségek állnak fenn közte és az EU között, és a megállapodás megkötésének feltételei nem adottak?

Véleményem szerint Svájc és az EU közös érdeke a bilaterális kapcsolatrendszer és a meglévő megállapodások következetes fenntartása és azok továbbfejlesztése, ezért nagyon meglepőnek és elítélendőnek tartok minden olyan hangot, ami Svájcot büntetné szuverenitásának gyakorlása miatt az érvényben lévő megállapodások felfüggesztésével.

 
  
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  Karol Karski (ECR), na piśmie. – Zakończenie przez Szwajcarię trwających od 2014 roku negocjacji w sprawie nowego porozumienia o partnerstwie niewątpliwie jest dużym ciosem dla Komisji Europejskiej i przyniesie ze sobą problemy na wielu płaszczyznach. Należy pamiętać, że Szwajcaria jest czwartym partnerem handlowym UE, choć chodzi tu oczywiście nie tylko o handel, ale również inne sektory, między innymi medyczny, transportowy i energetyczny.

Jednakże najważniejszy w tej sprawie jest jej aspekt polityczny. Szwajcarzy wycofali się z rozmów, powołując się na trzy główne kwestie: wyłączenie z przepisów o pomocy państwowej, dostęp obywateli UE do szwajcarskiego systemu pomocy społecznej oraz ochrona wyższych pensji wypłacanych w Szwajcarii. Proszę pamiętać, że Szwajcaria nie jest członkiem Unii Europejskiej i żądanie od niej koncesji w tych dziedzinach wywołuje zrozumiały opór społeczeństwa – a to ono ostatecznie zadecydowałoby o wejściu w życie nowej umowy w drodze referendum.

Być może, po wyjściu z UE wielkiej Brytanii, sytuacja ta powinna zadziałać na KE jak przysłowiowy „kubeł zimnej wody” i zmusić do zastanowienia, czy mnożenie biurokratycznych przepisów, próby centralnego sterowania z Brukseli wszystkimi niemal aspektami życia oraz nieustanne patrzenie na ręce nie tylko państwom członkowskim, ale też krajom stowarzyszonym, jest rzeczywiście najlepszą drogą naprzód.

 
  
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  Urmas Paet (Renew), kirjalikult. – Šveits on teatanud, et loobub seitse aastat kestnud koostööleppeläbirääkimistest Euroopa Liiduga. Tekkinud olukord on kehv, kuivõrd Šveits ja Euroopa Liit on omavahel tihedalt seotud. Seda nii kaubanduses kui ka paljudes teistes valdkondades. Euroopa Komisjon on öelnud, et juhul kui raamleping Šveitsiga ei õnnestu, siis ei plaani komisjon edasi liikuda ka teiste kahepoolsete lepingute sõlmimisega ning olemasolevatest plaanib uuendada ainult üksikuid, mis on hädavajalikud. See aga tähendab, et kõikvõimalikud kahepoolsed lepped hakkavad vaikselt aeguma. Näiteks juba aeguski meditsiinivahendite vastastikku tunnustamise leping, mis muudab selle valdkonna kaubavahetuse keerulisemaks. Euroopa Komisjon on võtnud Šveitsi suhtes päris karmi lähenemise, öeldes, et on 2014. aastast kestnud läbirääkimiste ajal püüdnud igati vastutulelik olla, kuid igal asjal on piir. Sellest komisjoni seisukohtki, et ka teiste lepetega edasi ei liiguta. Vaadates aga suuremat pilti, siis EL peab oma sõpru ja lähedasi partnereid hoidma. See kehtib selgelt ka Šveitsi kohta. Hoiame igal juhul uksed lahti lahenduste leidmiseks. Oluline on, et nii ELi kui Šveitsi kodanike elu nendest erimeelsustest keerulisemaks ei muutuks.

 

17. Společná ustanovení pro Evropský fond pro regionální rozvoj, Evropský sociální fond plus, Fond soudržnosti, Fond pro spravedlivou transformaci a Evropský námořní, rybářský a akvakulturní fond a finanční pravidla pro tyto fondy a pro Azylový, migrační a integrační fond, Fond pro vnitřní bezpečnost a Nástroj pro finanční podporu správy hranic a vízové politiky na období 2021–2027 - Evropský fond pro regionální rozvoj a Fond soudržnosti na období 2021–2027 - Zvláštní ustanovení týkající se cíle Evropská územní spolupráce (Interreg) podporovaného z Evropského fondu pro regionální rozvoj a nástrojů financování vnější činnosti na období 2021–2027 (rozprava)
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  Presidente. – O ponto seguinte da nossa ordem do dia é também um debate conjunto sobre as disposições comuns e a política de coesão. São essencialmente três documentos: primeiro, uma Recomendação para segunda leitura do Deputado Novakov e da Deputada Krehl relativa a Disposições comuns sobre o Fundo Europeu de Desenvolvimento Regional, o Fundo Social Europeu Mais, o Fundo de Coesão e o Fundo Europeu dos Assuntos Marítimos e das Pescas, e ainda sobre regras financeiras para estes Fundos e o Fundo para o Asilo e a Migração, o Fundo para a Segurança Interna e o Instrumento para a Gestão das Fronteiras e dos Vistos 2021-2027 [06674/1/2021 - C9-0193/2021 - 2018/0196(COD)] (A9-0206/2021).

Depois, também uma Recomendação para segunda leitura do Deputado Cozzolino sobre o Fundo Europeu de Desenvolvimento Regional (FEDER) e Fundo de Coesão 2021-2027 [06168/1/2021 - C9-0194/2021 - 2018/0197(COD)] (A9-0204/2021).

Finalmente, uma Recomendação para segunda leitura do Deputado Arimont sobre Disposições específicas relativas ao objetivo de Cooperação Territorial Europeia (Interreg), financiado pelo Fundo Europeu de Desenvolvimento Regional e pelos instrumentos de financiamento externo 2021-2027 [05488/1/2021 - C9-0192/2021- 2018/0199(COD)] (A9-0205/2021).

 
  
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  Андрей Новаков, докладчик. – Г-н Председател, аз съм сигурен, че много от вас следят отблизо кохезионната политика, изготвянето на СПР-а и без да са част от комисията по регионално развитие. Аз чух много легенди за това как се приема европейското законодателство, още преди да съм евродепутат.

Истината обаче е, че с този регламент ние не просто изготвихме европейско законодателство, ние не писахме просто закон. Аз мисля, че с него писахме историята на Европейския съюз за следващите 10 години, историята за онези 500 милиона души, които са избрали да живеят на този континент. Научихме немалко уроци от приемането на този регламент, единият от които е, че европейският бюджет погрешно е разделял държавите на такива, които плащат в бюджета, и такива, които получават от него. Аз съм сигурен, че вече всички сме на едно мнение - няма нетни платци и нетни бенефициенти, има само нетни печеливши от европейския бюджет.

Сигурен съм, че всички си даваме сметка, че инвестициите по брега на Черно море помагат за стокообмена по брега на Атлантическия океан, че изграждането на проект в единия край на Европа помага за по-добрия начин на живот в другия край на Европа. И това е магията на кохезионната политика. Това е нещо, което трябва да обясняваме все повече. Съвсем наскоро разбрахме за още една полза от европейската кохезионна политика, за която дори не сме подозирали: че тя не просто прави живота на хората по-добър, но и го спасява. С цялото ми уважение към всички други политики на Съюза, кохезионната политика спаси животи тогава, когато беше най-трудно. Само преди година, когато не знаехме срещу какво се изправяме, държавите получиха 37 милиарда именно от тази политика. Тогава хората разбраха, че Европа е зад тях, тогава, когато с тези пари можеха да се купят маски, спирт, респираторни апарати, за да спасим животи.

Научихме и други уроци. Много хора с право считат, че кохезионната политика е сложна, прекалено административна и бюрократична. Чухме тези гласове, чух особено гласовете на онези хора, които казват "предпочитам да ползвам банков заем и да го върна с лихвите, отколкото да запиша сложен проект, който не знам дали ще бъде одобрен".

Ето защо направихме кохезионната политика по-разбираема, по-ефективна и в същото време базирахме контрола на риска. По-добрите бенефициенти заслужават по-малко контрол и проверки, а в същото време по-рисковите - повече, за да гарантираме, че всеки цент от европейските пари, дошли от европейските данъкоплатци, е отишъл по направление. Беше много важно, че въведохме все по- дигитални правила и прозрачност, с които всеки може да види как се харчат средствата. Нещо повече, аз мисля, че този регламент струва много повече от онези 330 милиарда, които сме записали вътре. Той ще генерира много повече, ще направи Европа конкурентна отново в цял свят. Мисля, че той е онази движеща сила, която ни трябва, за да преодолеем кризата, в която попаднахме.

И тук имам нещо, което искам да кажа на всички в тази зала и на всички в Европейската комисия. Ние трябва да ставаме по-добри, да обясняваме защо кохезионната политика не е отживелица, защо върховенството на закона е не просто необходимост, а интегрална част от нея, да обясняваме ползите, да обясним, че едно евро, дошло от Германия в Румъния, след това ще се върне наполовината обратно там и ще направи живота и в двете държави по-добър. Само така разбрали, че не можем да сме богати с бедни съседи, ще направим Европа най-доброто място за живот в света.

И накрая, нещо лично, един ден, когато напускам тази институция, това ще бъде едно от нещата, с които ще съм най-горд. С това, че с всички вас, с Европейската комисия, с Европейския комисар, с всички колеги координатори и членове на този Парламент сме направили така, че Европа да бъде най-доброто място за живот, благодарение на това, което направихме, и това, че тези 330 милиарда ще отидат при всеки един европеец. Има само едно изречение, което бих искал да добавя. С това, което ще направим днес, можем да ходим с високо вдигната глава за това, че това, което обещахме преди три години и преди пет председателства, днес е изпълнено навреме.

 
  
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  Constanze Krehl, Berichterstatterin. – Herr Präsident, Frau Kommissarin! Wir verhandeln heute final – oder diskutieren final – und stimmen ab über die Kohäsionspolitik für die nächsten sieben Jahre. Worüber reden wir da? Wir reden über ein Finanzpaket von 330 Milliarden EUR – wenn man REACT-EU und den Just Transition Fund dazu zählt – und noch über viel mehr Geld. Und wir können nach schwierigen Haushaltsverhandlungen wirklich zufrieden sein mit diesem Budget.

Vielen Dank an diejenigen, die nicht zugelassen haben, dass wir drastische Kürzungen im Bereich der Kohäsionspolitik hinnehmen müssen. Im Gegenzug haben wir, glaube ich, mit dem, was wir heute vorlegen, deutlich gemacht, dass die Kohäsionspolitik in der Tat eine moderne Politik ist, die die neuen Herausforderungen, vor denen die Europäische Union und die Regionen dieser Europäischen Union in den nächsten Jahren stehen werden, bezwingen kann.

Ich bin froh, dass nach vielen Diskussionen klar ist, dass sich alle Regionen – nach ihrer Bedürftigkeit, aber alle Regionen – an dieser Kohäsionspolitik beteiligen können. Ich bin froh, dass es in den Verhandlungen gelungen ist, die Bedürfnisse der Regionen auch tatsächlich umzusetzen, indem wir wirklich entbürokratisiert haben, indem wir wirklich sicherstellen, dass es für die Antragsteller einfacher ist, Anträge zu stellen, und dass es für die Verwaltung einfacher ist, die vielen Informationen, die zu übermitteln sind, tatsächlich auch zu übermitteln.

Für die Regionen ist es sicherlich auch sehr wichtig, zu erfahren, dass wir in den Verhandlungen dabei erfolgreich waren, die Kofinanzierungsraten weitestgehend auf dem Niveau zu halten, wie sie in der letzten, jetzt auslaufenden Förderperiode möglich waren. Ich denke, das ist hilfreich für alle Beteiligten, weil Städte, Kommunen und Regionen eben sonst nicht immer – vor allen Dingen nicht nach einer solchen Pandemie – die notwendigen Kofinanzierungsmittel aufbringen könnten.

Was wollen wir erreichen? Wir haben die Prioritäten eingegrenzt und konzentrieren uns auf ein intelligenteres Europa, auf ein grüneres, CO2-ärmeres Europa, auf ein besser und stärker vernetztes Europa, auf ein soziales Europa und ein bürgernahes Europa. Und mit diesen Prioritäten können wir auch sicherstellen, dass die Bürgerinnen und Bürger dieser Europäischen Union deutlich besser sehen, wie sich Europa um ihre Probleme kümmert und bei der Lösung dieser Fragen hilft.

Für dieses Parlament war es immer eine schwierige, sehr kontrovers geführte Debatte: Wie gehen wir mit der makroökonomischen Konditionalität um? Gerade auch, aber nicht nur für meine Fraktion war das sehr kompliziert. Die Verhandlungen dazu waren nicht minder schwierig. Aber wir haben einen Kompromiss erzielt, nach dem die makroökonomische Konditionalität bis 2023 beziehungsweise bis zu dem Zeitpunkt, zu dem der Stabilitäts- und Wachstumspakt wieder in Kraft tritt, ausgesetzt ist.

Der Europäische Sozialfonds und das Interreg-Programm sind komplett aus dieser makroökonomischen Konditionalität ausgenommen, und das Parlament kann mit der Kommission in einen strukturierten Dialog treten. Und ich denke, dass es gerade aus der Sicht eines Parlamentes wichtig ist, in diesen Dialog einbezogen zu werden.

Ich habe leider nicht verstanden, was mein Ko-Berichterstatter Andrey Novakov gesagt hat, weil ich, während ich da vorne stehe, keine Verdolmetschung habe und ich so gut Bulgarisch nicht kann. Ich denke, wir haben gemeinsam mit dem Ko-Berichterstatter sehr darauf gedrängt, dass die Sichtbarkeit der Kohäsionspolitik in Zukunft deutlich größer ist, deutlicher nach außen dringt. Ich denke, es ist sowohl für das Image der Europäischen Union in den Regionen als auch für die Befindlichkeiten in den Regionen wichtig, dass man deutlich machen kann: Europa lässt die Bürgerinnen und Bürger nicht allein!

Ich glaube, wir haben auch einen großen Fortschritt erreicht, was die Kontrolle – den single audit – betrifft. Mitgliedstaaten, die mit dem Europäischen Staatsanwalt kooperieren, haben ja deutlich einfachere Bedingungen bei der Kontrolle zu erwarten als Mitgliedstaaten, die das nicht tun.

Für mich persönlich – aber ich denke auch für das gesamte Parlament – ist es sehr wichtig, dass Kohäsionspolitik deutlich darauf ausgerichtet ist, den Green Deal mit zu unterstützen. 30 Prozent des Europäischen Regionalfonds und 37 Prozent des Kohäsionsfonds sollen für Projekte im Kampf gegen den Klimawandel eingesetzt werden.

Aber auch das soziale Europa ist uns wichtig, und deswegen bin ich persönlich auch sehr froh darüber, dass wir einen horizontalen Artikel durchsetzen konnten, in den Grundrechte, Gleichstellung, Antidiskriminierung, die Nachhaltigkeitsziele, Umweltschutz und Just Energy Transition aufgenommen wurden, und dass damit diese Punkte in einem Artikel der Verordnung festgehalten sind – ebenso wie der Grundsatz „Do no significant harm.

Das climate proofing soll sicherstellen, dass die Projekte mit der Klimaneutralität bis 2050 kompatibel sind. Und ein gestärktes Partnerschaftsprinzip ist ein Anliegen des Parlaments, für das wir uns immer eingesetzt haben. Auch das haben wir durchgesetzt, sodass ich empfehlen kann, dieser Kohäsionspolitik zuzustimmen.

 
  
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  Andrea Cozzolino, Rapporteur. – Signor Presidente, onorevoli colleghi, tre anni di lavoro: dal 2018-2019 al biennio 2020-2021. Grazie al contributo di colleghi preziosi della commissione REGI, che voglio ringraziare a cominciare dai relatori ombra, a tutti i colleghi della commissione REGI, a un clima unitario della commissione REGI, alla Commissaria Ferreira che ci ha accompagnato negli ultimi due anni, al personale, e oggi possiamo consegnare il nuovo regolamento del FESR e del Fondo di coesione.

Un regolamento più innovativo nei contenuti e nei metodi, più semplificato nella governance, più coerente con la storia della politica di coesione. Uno strumento potente nelle mani dei cittadini europei e degli Stati, delle regioni, delle città, delle comunità locali.

Dopo Next Generation EU, è lo strumento più potente finanziariamente che mettiamo in campo come Unione europea per contrastare le crescenti diseguaglianze territoriali, diseguaglianze che sono esplose e cresciute con la crisi in corso della pandemia e che sono diseguaglianze territoriali, di genere e generazionali.

Noi proviamo a dare una risposta, con questo nuovo regolamento, per dar vita a un nuovo equilibrio sociale, più sostenibile, più equo e più giusto nell'Europa dei prossimi anni. Le scelte e le priorità che abbiamo concentrato sono alcune che voglio segnalare e citare.

Innanzitutto il pilastro sociale. Abbiamo fatto la scelta di accettare la sfida che intorno al pilastro sociale si possa contribuire a costruire una nuova sanità nella nostra Europa; il grande tema della casa, degli alloggi, soprattutto per le aree più difficili e più esposte alla crisi sociale; e poi la grande sfida ambientale. Abbiamo concentrato lì il 30 % delle risorse del nuovo fondo.

Contribuiamo così a una svolta decisiva sull'economia circolare, sui rifiuti e sui servizi per l'ambiente: un programma di rigenerazione e di riqualificazione urbana; i parchi, le aree protette protagoniste della nuova politica di coesione; l'uscita, finalmente, dal finanziamento dell'economia fossile, a eccezione del gas, per il riscaldamento fino al 2025.

Infine, la terza grande scelta è quella della svolta digitale, della connessione e della mobilità: una scelta decisiva, soprattutto per i nuovi lavori, per una formazione continua, perché vogliamo una forza lavoro non subalterna alle trasformazioni odierne e pensiamo soprattutto a un'impresa innovativa, a una pubblica amministrazione digitalizzata, moderna, efficace ed efficiente.

Vogliamo creare cioè le condizioni perché nessun territorio dell'Europa, nessun cittadino dell'Europa, possa rimanere fuori dalla connettività e dalla connessione e per questo anche il rilancio sulle reti su ferro intorno alle città, dentro le città ma anche sulle grandi distanze.

Infine, anche alla luce dell'emergenza COVID, la grande scelta di dare una mano, un sostegno, a due grandi vettori fondamentali per la crescita dei prossimi anni della nostra Europa: il turismo sostenibile e la cultura. Lo facciamo investendo molte risorse, più di 243 miliardi di euro, il più potente programma europeo. Se combinato con i cofinanziamenti nazionali e regionali e con gli investimenti privati possiamo mobilitare più di 400-450 miliardi di euro. È una svolta, può essere una svolta!

Insieme a Next Generation EU può essere davvero un'occasione preziosa per costruire le condizioni di un nuovo sviluppo, più sostenibile, più equo socialmente, nei nostri territori e soprattutto consegnare una sfida alle regioni che hanno subito di più in questi anni le politiche di austerità, che hanno subito dal punto di vista sociale un allontanamento dal centro dell'Europa. Ecco, noi offriamo loro una nuova opportunità, una nuova possibilità per essere protagonisti della nuova politica europea.

Quindi una politica di coesione che cerca di rispondere, anche storicamente, alla sua funzione e al suo ruolo. Non sprechiamo questa occasione! Questo è l'invito e l'appello che vorremmo rivolgere a tutti quanti, perché adesso si apre la partita più difficile, quella dell'attuazione: è la sfida degli accordi di partenariato tra gli Stati e la Commissione, con un ruolo del Parlamento. È la sfida della definizione dei programmi regionali, metropolitani e nazionali.

Ecco, non sprechiamo questa straordinaria occasione! Insieme a Next Generation EU possiamo davvero dare un contributo per costruire una nuova Europa. Io credo che su questo sia fondamentale avere un grande dialogo con le forze sociali, con le giovani generazioni ma in modo particolare con le forze sociali: costruiamo dei programmi innovativi territorialmente se dialoghiamo con le forze sociali, imprenditoriali, con il mondo sindacale, con le forze giovanili, con il mondo dell'università. Questo è lo sforzo che sta davanti a noi.

Non è tutto. C'è molta strada da fare ma è un buon inizio per costruire una svolta dal punto di vista europeo.

 
  
  

PŘEDSEDNICTVÍ: DITA CHARANZOVÁ
místopředsedkyně

 
  
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  Pascal Arimont, Berichterstatter. – Frau Präsidentin, sehr geehrte Frau Kommissarin Ferreira, sehr geehrte Kolleginnen und Kollegen! Wir reden aktuell sehr viel über die Zukunft Europas: Was kann besser laufen? Was müssen wir anders machen? Wo müssen wir effizienter sein?

Dabei lohnt es sich auch, auf die Dinge einzugehen, die heute innerhalb der EU, glaube ich, sogar schon sehr gut funktionieren. Leider stellen wir fest, dass wir hier oftmals nur das Negative in den Vordergrund stellen und dabei vergessen, über die vielen guten und sinnvollen Initiativen und all die riesigen Vorteile, die die Europäische Union jedem einzelnen Bürger jeden Tag bringt, zu reden.

Und genau so eine Erfolgsgeschichte ist die Europäische territoriale Zusammenarbeit, die durch dieses Interreg-Programm möglich gemacht wird. Ich spreche da auch aus sehr konkreter Erfahrung in meiner Region im Osten Belgiens – einer Region, die an drei europäischen Grenzen liegt und dank Interreg gemeinsame Projekte und ganz viele Begegnungen zwischen den Menschen dieser Regionen schafft.

Ich weiß, wie schwierig es oft für die Bürger an diesen drei Grenzen ist, den Alltag zu meistern, wie kompliziert das oft ist. Interreg schafft dort – wie an unzähligen anderen Stellen in Europa – ein Europa im Kleinen, ein Europa zwischen Bürgern verschiedener Nationen, ein Europa der Begegnung auch auf Augenhöhe als gemeinsamer Projektpartner.

Und ich nenne an dieser Stelle drei ganz konkrete Beispiele, die sehr gut zeigen, wozu Interreg fähig ist: Da ist zum Beispiel das in meiner Heimat gemachte Projekt, das sich „EMROD“ nennt, bei dem Polizeikräfte aus Belgien, den Niederlanden und Deutschland ihre Kräfte bündeln, um gegen grenzüberschreitende Kriminalität vorzugehen. Das Projekt leistet einen ganz wertvollen Beitrag im Kampf gegen illegalen Drogenhandel oder organisierte Kriminalität, die an den Grenzen bekanntlich keinen Halt machen. Hier arbeiten belgische, deutsche und niederländische Polizisten ganz selbstverständlich und täglich zusammen. Sie sitzen in einem Büro. Sie kennen sich – so, wie es eben sein sollte.

Ein zweites Beispiel ist der deutsch-französische Kindergarten oder die Kinderkrippe in Straßburg/Kehl. Dort gehen dreißig Kinder aus Straßburg und dreißig Kinder aus Kehl zusammen in eine Kinderkrippe. Sie werden unterstützt von zweisprachigen Erziehern aus beiden Ländern. Sie bringen den Kindern spielerisch die jeweilige Sprache des Nachbarn bei – und aus ihnen werden Europäer von morgen.

Drittes Beispiel ist die gemeinsame Patientenversorgung zwischen Niederösterreich und Südböhmen mit einem grenzüberschreitenden Gesundheitszentrum. Das von Interreg unterstützte Projekt „Healthacross for future“ ermöglicht es tschechischen Partnern oder Patienten, direkten Zugang zur Behandlung am Landesklinikum Gmünd in Niederösterreich zu erhalten. Gerade in Notfällen ist diese Zusammenarbeit für die Menschen der Region ein echter Glücksfall, weil auf tschechischer Seite die nächste Notfallzentrale mehrere Kilometer entfernt ist – und das österreichische Krankenhaus liegt dagegen deutlich näher.

Diese drei konkreten Beispiele sollen zeigen, wie Interreg aus Grenzräumen Gemeinschaftsräume gemacht hat, und das sehr erfolgreich. Und ich denke, dass es genau das ist, was Interreg seit über 30 Jahren so wichtig für die Bürger der EU macht. Und eben weil wir um den riesigen Vorteil dieses europäischen Programms wissen, haben wir uns als Ausschuss für regionale Entwicklung und als EU-Parlament als Ganzes sehr dafür eingesetzt, das Programm einerseits zu verbessern und effizienter für die Menschen zu gestalten und andererseits auch die positiven Punkte zu erhalten, die dieses Programm seit Jahrzehnten prägen.

Lassen Sie mich kurz auf einige Neuerungen eingehen, die wir erreichen konnten: Da ist zum einen der Kleinprojektefonds, der es ermöglicht, zwischen Vereinen über die Grenzen hinweg sehr sinnvolle kleine Projekte zu machen.

Zum Zweiten haben wir bei der thematischen Konzentration Dinge definiert, die wichtig sind, die wir unterstützen sollen. Und da ist vor allen Dingen der Gesundheitsbereich zu nennen, den ich immer wieder nach vorne gebracht habe, damit man über die Grenzen hinweg im Gesundheitsbereich Dinge zusammen macht – und nicht zuletzt COVID-19 hat gezeigt, wie wichtig das ist.

Und als dritten Punkt: Wir haben die administrative Last für die Projektträger deutlich reduziert. Wir haben auch die Vorfinanzierung etwas erhöht, damit Projektträger selbst keine Kredite aufnehmen müssen, wenn sie Projekte beginnen möchten.

Insgesamt haben wir also einen guten Text erarbeitet, und ich möchte allen Verhandlungspartnern hier im Parlament für die parteiübergreifende Unterstützung für meinen Bericht und die darauffolgenden Verhandlungen mit den Mitgliedstaaten ganz herzlich danken, denn dieses Resultat, das heute final vor uns zur Abstimmung liegt, war eine Teamleistung von ganz vielen Menschen, von ganz vielen Kollegen. Und ich könnte jetzt alle Schattenberichterstatter hier einzeln nennen – ich möchte Ihnen von Herzen danken für die wirklich immer konstruktive und transparente Zusammenarbeit. Ich möchte aber auch nicht missen, der Europäischen Kommission und ganz besonders der Kommissarin Ferreira zu danken, die uns in all diesen Schritten sehr aktiv mit ihren Diensten und ihrem Know-how unterstützt hat, um eben am Ende einen besseren Text zu haben.

In diesem Sinne: Wir haben deutlich gemacht, dass wir an einem Strang ziehen können – und dies über die Parteigrenzen hinweg –, um eine wirklich gute und sinnvolle europäische Sache – nämlich dieses Interreg-Programm – zu stärken, zu unterstützen und besser zu machen. Mir scheint, das ist uns allen gelungen. Und dementsprechend danke ich allen dafür.

 
  
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  Elisa Ferreira, Member of the Commission. – Madam President, honourable Members, today’s vote on the cohesion policy legislative package for 2021—2027 comes at the end of a very unusual year, a very challenging year. But any law, any policy is only as good as it fits the times in which it is written, as it serves the needs of our citizens, as it creates positive change. This is why we have adapted our policies to build back a stronger Europe, a more resilient Europe, a more cohesive Europe.

These objectives are more relevant than ever because the pandemic poses a great risk of deepening disparities and creating new divergences between European regions. Europe needs cohesion to be at the core of the recovery and to remain a priority.

Today’s debate and the adoption of new cohesion policy instruments are therefore of historic importance. They will lay the groundwork for balanced regional development after COVID, where everyone has a fair chance to reap the benefits of membership of the Union. Moreover, the new generation of cohesion funds will help regions to embark on the twin transition, both digital and green.

My warm thanks to the European Parliament for your constructive approach throughout all the negotiations and for standing up for our Treaty objectives. My special thanks to the rapporteurs, Constanze Krehl, Andrey Novakov, Andrea Cozzolino and Pascal Arimont. This gratitude is also extended to all the Members involved as shadow rapporteurs and those contributing with amendments, both in the lead and associated committees.

Merci beaucoup aussi au président Omarjee pour la très, très bonne coopération et pour ses efforts permanents en faveur des régions européennes.

Investments without strategy are ineffective, strategies and policies without the means to implement them are empty, and policies and investment without a territorial basis are blind. Cohesion policy offers the opportunity to bring together these three elements: the strategy, the means and the place—based method.

What is more, this is a package delivering simplification and empowerment to the beneficiaries of cohesion funds. First, thanks to a simplified single rulebook, we are one step closer to 21st century data—driven checks and accountability. Secondly, it introduces horizontal principles in line with our principles and values, throughout the programming period. Thirdly, local communities and local actors are placed at the centre of policymaking and funds management, respecting the partnership principle. Local people must be involved in local development.

I believe that, working together, we have found the right balance between our objectives and priorities, between the urban and rural dimension, and between supporting growth poles and developing disadvantaged areas.

Finally, for Interreg, common investment in border areas will ensure the necessary support for people, small and medium companies, and make sure that borders are not barriers to growth and development. Any given law or instrument is also only as good as its implementation so the real work begins now.

It is important that implementation starts without delay. Working together with the other instruments of support and recovery measures, lasting impact can only be achieved if all the policies and instruments work together in synergy for a stronger, resilient and more cohesive union, where no one, and no region, is in fact, and in reality, left behind.

(Applause)

 
  
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  Krzysztof Hetman, w imieniu grupy PPE. – Pani Przewodnicząca! Pani Komisarz! Szanowni Państwo! Musimy sobie odpowiedzieć na pytanie, o czym jest dzisiejsza debata. Ta debata jest o kilkuset miliardach euro, które w ciągu najbliższych siedmiu lat – dzięki polityce spójności – trafią do beneficjentów w całej Unii Europejskiej, także do beneficjentów w mojej Polsce. Z pieniędzy tych będą finansowane wielkie, ambitne przedsięwzięcia z zakresu transformacji energetycznej, a także te małe związane z odnawialnymi źródłami energii. Z pieniędzy tych będą finansowane projekty sieci szerokopasmowego dostępu do internetu, a także małe projekty infrastrukturalne, które będą podnosić jakość życia mieszkańców w gminach rozsianych po całej Unii Europejskiej.

Dlatego mam wielką prośbę i apel do rządów państw członkowskich oraz do władz regionów o jak najszybsze zakończenie prac nad programami operacyjnymi i wprowadzenie tam jak największych uproszczeń dla beneficjentów, którzy będą korzystać z tych pieniędzy, o jak najszybsze uruchomienie tych pieniędzy dla beneficjentów m.in. dla samorządów, dla małych i średnich przedsiębiorstw, które są dzisiaj filarem europejskiej gospodarki, a które tak mocno dotknięte są skutkami kryzysu gospodarczego wywołanego przez pandemię COVID-19. I mam wielką prośbę, apel także do beneficjentów, którzy będą korzystać z tych pieniędzy, aby realizowali niezwykle ambitne przedsięwzięcia, ambitne projekty, które nasze miejsce tutaj na ziemi, Europę, będą czyniły bardziej zdrowszym, bardziej czystym, bardziej komfortowym miejscem do życia nie tylko dla nas, ale także dla przyszłych pokoleń.

 
  
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  Pedro Marques, em nome do Grupo S&D. – Senhora Presidente, Cara Comissária Elisa Ferreira, Colegas, conseguimos! Longe dos holofotes que acompanharam o estabelecimento do acordo financeiro plurianual, fizemos todo o trabalho silencioso menos compreendido que permitiu dar corpo a estes regulamentos que agora vão, de facto, permitir aplicar todos estes recursos que representam a solidariedade, mas também a promoção da coesão no contexto do mercado interno europeu.

Uma verdadeira oportunidade para as nossas regiões, mais necessária do que nunca, à saída desta pandemia que também através dos fundos da coesão dos fundos estruturais começámos a enfrentar com os Regulamentos CRII. Foi por aqui que começámos e é também com os recursos da coesão que vamos enfrentar e responder a esta pandemia, porque a política de coesão é, de facto, o instrumento mais importante de promoção da convergência económica no espaço europeu.

Valeu, por isso, a dedicação de todos, do nosso presidente do comité à nossa comissária, a todos os colegas relatores para chegarmos ao fim e entregarmos esses resultados, para que os fundos europeus cheguem rapidamente agora aos Estados—Membros e possam ser aplicados em benefício das pessoas e das regiões.

Tive responsabilidades particulares na negociação do INTERREG. Quero destacar alguns aspetos importantes. A cooperação territorial europeia permite aproximar regiões, pessoas e organizações e dar, assim, um espírito maior e mais aprofundado à cooperação entre Estados-Membros e regiões. Do diálogo, do espírito de compromisso neste processo, melhorámos significativamente os regulamentos, o reforço do peso das regiões transfronteiriças no novo INTERREG, onde há mais necessidade de estimular a cooperação, onde os riscos da desertificação são maiores. Promover o desenvolvimento destas regiões, a melhoria da qualidade de vida das suas populações, é, tantas vezes, o maior dos desafios.

Mas também saliento a concentração temática nas prioridades climática e social por iniciativa deste Parlamento, ou o facto de as regiões ultraperiféricas da Europa passarem a dispor de uma dotação definida no regulamento de 3,5% de todo o INTERREG só para estas regiões. Trata-se de importantes melhorias. Outras podiam ser apontadas, mas o mais importante é levar estes fundos agora ao terreno em benefício das populações europeias.

 
  
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  Susana Solís Pérez, en nombre del Grupo Renew. – Señora presidenta, pocas políticas tienen tanto impacto en la vida de los ciudadanos como la política de cohesión y los fondos FEDER. Y en este Reglamento que aprobamos hoy, Europa pone el foco en las regiones y en las ciudades como protagonistas de la recuperación económica.

Creo que hemos trabajado muy bien —gracias, señora comisaria, señor presidente— y ahora tenemos un buen Reglamento. Y hoy yo les quería pedir tres cosas. La primera, que los fondos FEDER se inviertan bien, en proyectos transformadores que creen empleo, en innovación, en proyectos verdes, que invirtamos en las personas.

La segunda, que no quede ni un solo euro sin gastar, porque la realidad es que muchos países tienen problemas para gastar estos fondos. Y ahora que, como en el caso de España, llegan todos los fondos del Plan de Recuperación, no podemos dejar los fondos FEDER en el olvido. Nos tenemos que poner a trabajar ya en los planes operativos y, sobre todo, en eliminar trabas administrativas y que las pymes puedan acceder a los fondos. No puede ser que no accedan por el exceso de burocracia.

Y lo tercero, que lleguen a todo el territorio. Creo que hemos sido claros en este Reglamento. A partir de ahora se debe poner el foco también en las zonas despobladas y poner en marcha planes integrados para que estas zonas tengan conexión a internet, servicios sociales de calidad y oportunidades de empleo. En definitiva, estos fondos FEDER tienen que garantizar que ningún ciudadano ni ningún territorio se quede atrás en esta recuperación.

 
  
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  Niklas Nienaß, on behalf of the Verts/ALE Group. – Madam President, the green vision for the European cohesion policy is to put the people at the centre of our policy. We see the economy, the social programmes and even climate protection as a means to do exactly that: to support and improve the life of Europeans, of all Europeans. And this life happens in the regions. It’s the regions that are the place for social security, for fair chances and for political and individual self-determination.

The cohesion policy that we discuss today is a big step towards this green vision. We made it possible to support climate neutrality and a sustainable economy. We made it almost impossible to waste European money, either by destroying nature or by feeding into corruption. And we brought people together. We said individual citizens should make the decisions in their regions. However, we are still not finished because a ‘do no significant harm’ rule is not a ‘do no harm’ rule. And not a decrease of funds is not an increase that we urgently need. And to almost make it impossible to spend money on corruption is not making it impossible, so we still have work to do.

Cohesion policy, though, has always brought people together, has made security and solidarity and equality in Europe possible. We want security, we want solidarity, and we want unity in Europe and so we want better cohesion policy. Today we will celebrate the cohesion policy proposal that we have today. But for tomorrow we will continue to work to improve the life of the European citizens.

 
  
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  Francesca Donato, a nome del gruppo ID. – Signora Presidente, signora Commissaria, onorevoli colleghi, il regolamento recante disposizioni comuni ha adeguato le regole sul funzionamento dei Fondi strutturali per la coesione territoriale ai nuovi obiettivi stabiliti dalla Presidenza della Commissione, la transizione verde e digitale.

La criticità maggiore per l'efficienza dei fondi europei nel perseguire la coesione, però, è notoriamente data dalla difficoltà di spesa in molte regioni in ritardo di sviluppo, dovuta a complessità burocratiche, condizionalità eccessive e scarsa aderenza ai bisogni dei territori.

Il tasso di assorbimento medio dei fondi SIE in Europa infatti è del 40 %, con divergenze notevoli che vedono alcune regioni assorbirne solo il 20 %.

Il nuovo regolamento ha introdotto facilitazioni alla progettazione, tramite assistenza tecnica, e qualche semplificazione procedurale. Ma, per converso, sono state confermate le condizionalità macroeconomiche dal 2023 e introdotte quelle climatiche, molto stringenti, per tutto il ciclo di programmazione.

Il timore è che l'obiettivo di neutralità climatica troppo vicino nel tempo finisca per compromettere seriamente l'azione per la coesione, fondamentale nei trattati. Il tempo dimostrerà se i nostri appelli alla misura e all'equilibrio, purtroppo inascoltati, fossero fondati o meno.

 
  
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  Elżbieta Kruk, w imieniu grupy ECR. – Pani Przewodnicząca! Polityka spójności jest jedną z fundamentalnych polityk wdrażanych w ramach wieloletnich ram finansowych. Jej celem jest zapewnienie spójności gospodarczej, społecznej i terytorialnej na poziomie unijnym, regionalnym i krajowym. Środki na nią przewidziane stanowią jedną trzecią budżetu Unii. Z zadowoleniem przyjmuję projektowane lepsze rozwiązania w zakresie zarządzania i reguł finansowania funduszy.

Natomiast negatywnie oceniam ustanowienie obligatoryjności przeznaczenia środków we wspólnych przepisach. Wymusza się absurdalny cel neutralności klimatycznej do 2050 r. – absurdalny, bowiem Unia odpowiada jedynie za 9% globalnej emisji CO2 ze spalania paliw kopalnych – i jednocześnie narzuca się obowiązek wykorzystania 30% budżetu Unii na ten cel, a w przypadku funduszu spójności nawet 37%. Ogranicza to w nieuzasadniony sposób swobodę państw członkowskich w ustalaniu własnych strategii społeczno-gospodarczych, które odpowiadać będą ich indywidualnym potrzebom i pozwolą dążyć do wskazanego celu własną drogą.

 
  
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  Younous Omarjee, au nom du groupe The Left. – Madame la Présidente, je veux saluer le travail de tous les rapporteurs de toute notre commission du développement régional au cours de ces deux années de négociations, saluer les Présidences roumaine, finlandaise, croate, allemande et portugaise avec lesquelles nous avons négocié sur un total de 23 trilogues et remercier la commissaire Ferreira pour sa participation très constructive à l’ensemble de nos réunions.

Nous avons su toutes et tous converger pour moderniser et simplifier la cohésion et en faire aussi dorénavant le premier pilier du pacte vert. Nous avons vu que l’Europe peut mourir par manque de solidarité. Elle surmontera les difficultés actuelles par plus de cohésion et de convergence. C’est l’objectif, d’ailleurs, des fonds structurels qui ont aidé l’Europe hier à se construire et qui l’aideront maintenant à se reconstruire.

Cohésion, transition juste, relance: les moyens n’ont jamais été aussi importants et ils doivent maintenant viser, dans les régions, à une bonne complémentarité pour la meilleure programmation des Fonds: c’est le défi qui est à présent devant nous.

 
  
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  Chiara Gemma (NI). – Signora Presidente, signora Commissaria, onorevoli colleghi, alcune considerazioni. Ritengo soddisfacente il testo della raccomandazione per la seconda lettura del recante disposizioni comuni; durante i triloghi, infatti, sono state difese adeguatamente le posizioni del Parlamento, permettendo di raggiungere un compromesso equilibrato più verde e inclusivo.

Anche l'accordo raggiunto sul Fondo europeo di sviluppo regionale rende più vicino l'obiettivo di colmare il divario fra le diverse regioni europee. Mi spiace solo che non sia scomparso completamente il vincolo di macrocondizionalità economica.

Anche il programma Interreg esce rafforzato, con il rilancio della collaborazione tra regioni in settori decisivi come quello della sanità.

Unico rammarico: la diminuzione del livello dei finanziamenti parzialmente assorbiti dalla Brexit.

 
  
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  Siegfried Mureșan (PPE). – Doamna președintă, stimată doamnă comisar, stimate colege, stimați colegi, astăzi este o zi foarte bună pentru Parlamentul European. Vom da acordul privind alocarea a 330 de miliarde - fonduri europene, fonduri structurale și de coeziune pentru toate statele membre ale Uniunii Europene, pentru următorii șapte ani de zile. Acești bani vor putea fi folosiți pentru modernizarea drumurilor, a căilor ferate, pentru îmbunătățirea infrastructurii energetice, a infrastructurii digitale, pentru întreprinderi mici și mijlocii, pentru modernizarea școlilor și buna pregătire a tinerilor pentru viitor.

Datorită Parlamentului European accesarea fondurilor europene va fi mai simplă în următorii ani. Datorită implicării Parlamentului European, am reușit să asigurăm o rată de cofinanțare de la nivel european de 85 % pentru regiunile cele mai puțin dezvoltate și am reușit să asigurăm principiul ca până la 5 % din fonduri să poată fi alocate de la un program la altul, în funcție de nevoi, adică flexibilitate - banii să poată fi folosiți acolo unde este nevoie de ei.

Noi, Parlamentul European, ne-am îndeplinit misiunea. Acum este responsabilitatea guvernelor statelor membre să depună cât mai repede programele operaționale, pentru a putea fi aprobate de Comisie și fondurile europene să ajungă la oameni cât mai curând.

 
  
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  Rovana Plumb (S&D). – Madam President, I would like to congratulate the entire team of the Parliament, and also the Commission. Indeed, after three years of intensive negotiations, a very good outcome for our citizens in all our regions in the European Union could be achieved, with the S&D Group leading the main dossier and three big success points.

First, investments will be more digital, leading to smart innovation, quality jobs, sustainable growth and support for small and medium enterprises to make all our regions fit for the future, especially after the COVID-19 crisis.

Second, investments will be more climate friendly for a sustainable future for the current generation and also for the next generation.

Last but not least, investments will become more social democratic with a focus on social infrastructure, with integration measures for a better social life altogether, and more gender equality and democratic principles, including the partnership principle and the European Pillar of Social Rights.

 
  
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  Stéphane Bijoux (Renew). – Madame la Présidente, Madame la Commissaire, chers collègues, contrairement à l’extrême droite, nous pensons, nous, que aller vers les autres est une démarche constructive et que c’est même le meilleur chemin pour construire l’avenir. C’est aussi l’esprit et la force de ce programme Interreg pour l’environnement, contre les maladies infectieuses, pour l’emploi, pour l’innovation, pour sauvegarder aussi nos savoir-faire traditionnels: partout en Europe, Interreg abolit les obstacles de la géographie. Jouer la carte de la coopération régionale, c’est miser sur notre destin commun, c’est la raison pour laquelle nous avons ouvert de nouvelles portes pour et avec les outre-mer.

Alors je veux dire à ceux qui ont pour seul projet politique de nous isoler, d’apprendre à nos enfants la haine des autres, que toujours nous combattrons les murs de l’extrémisme et toujours nous travaillerons ensemble. Nous partagerons des solutions pour construire cette fraternité dont nous avons besoin pour réussir les défis d’aujourd’hui et de demain.

 
  
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  Caroline Roose (Verts/ALE). – Madame la Présidente, le FEDER est un pilier de la politique régionale de l’Union européenne et représente près d’un quart du budget européen. Ses fonds sont essentiels pour financer des projets dans les régions et les villes, mais il était temps qu’il soit pleinement en ligne face à l’urgence climatique et à l’effondrement de la biodiversité, aligné avec les objectifs du pacte vert et qu’il arrête de financer des grands projets inutiles et destructeurs.

Le texte final n’est pas celui dont nous rêvions, mais c’est un compromis qui a le mérite d’exister et qui permet d’avoir le FEDER le plus vert de l’histoire: 30 % des fonds du FEDER seront utilisés pour stimuler une Europe plus verte, augmenter les investissements dans les énergies renouvelables, l’efficacité énergétique, les mobilités durables et la biodiversité. Il soutiendra aussi l’inclusion sociale et les logements sociaux.

Ce FEDER sera aussi celui de la fin du soutien aux énergies fossiles. Nous aurions préféré une fin immédiate, celle-ci aura lieu en 2025 et les financements seront limités d’ici là. Enfin, ce nouveau FEDER contribuera à atténuer les disparités entre les régions et à renforcer la cohésion au sein de l’Union européenne.

 
  
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  André Rougé (ID). – Madame la Présidente, Madame la Commissaire, chers collègues, la démocratie a été confisquée dans cet hémicycle, temple soi-disant de la tolérance, des droits de l’homme et de l’environnement.

Vous nous l’avez déjà prouvé en vous exonérant de la loi D'Hondt et vous avez réitéré en commission du développement régional en ayant recours, pour le FEDER, à un vote bloqué du tout ou rien qui, pour venir en aide à nos compatriotes d’outre-mer à hauteur de 1,5 milliard, nous a contraints de voter 11,3 milliards pour les migrants, ces millions d’êtres humains victimes de passeurs, esclaves des temps modernes, main d’œuvre à bas coût des multinationales délocalisées qui, grâce à vos traités, s’enrichissent encore et encore, contribuant au réchauffement climatique, à la destruction de notre planète, de nos nations et de nos peuples.

Ces procédures relèvent d’un totalitarisme insidieux et sournois et nous combattrons désormais cette schizophrénie politique.

 
  
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  Andżelika Anna Możdżanowska (ECR). – Pani Przewodnicząca! Pani Komisarz! Pakiet polityki spójności jest zwieńczeniem prac prowadzonych od maja 2018 roku i oczekiwaniem wszystkich państw członkowskich, regionów i mieszkańców całej Europy. Nie był to łatwy proces z uwagi na brexit i trudne negocjacje budżetowe, a następnie wstrząs wywołany pandemią COVID-19. Za osiągnięty kompromis podziękowania należą się Pani Komisarz i wszystkim zaangażowanym stronom.

Polska pod przewodnictwem premiera Mateusza Morawieckiego, jako jeden z największych beneficjentów polityki spójności, odniosła ogromny sukces negocjacyjny: ponad 72 miliardy euro oraz blisko 4 miliardy z funduszu sprawiedliwej transformacji. Z ogromną satysfakcją muszę podkreślić, że przyjęto wiele polskich postulatów, jak zwiększenie elastyczności wykorzystania środków i poziomów dofinansowania czy rozszerzenie o wsparcie inwestycji sektora gazu, taboru kolejowego i infrastruktury szerokopasmowej.

Mój kraj finalizuje przygotowania do wykorzystania tak ogromnego strumienia środków na inwestycje: 9 programów krajowych, 16 regionalnych oraz wsparcie dla 6 regionów, w tym Wielkopolski dzięki największemu unijnemu budżetowi na transformację energetyczną. A rządowy program „nowy polski ład” wartości biliona złotych na kolejne siedem lat to odpowiedź na konkurencyjne wyzwania Europy i świata. To inwestycyjny, gospodarczy i społeczny rozwój Polski.

 
  
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  Martina Michels (The Left). – Frau Präsidentin, Frau Kommissarin! Der Solidaritätspfeiler der EU schlechthin ist die Kohäsionspolitik. Das hat sich in den Krisen der letzten Jahrzehnte bereits erwiesen. Die Lebensverhältnisse in der EU anzugleichen, ist im Übrigen weder ein Zusatz noch ein Geschenk, sondern im EU—Vertrag garantiert. Über Solidarität und Umverteilung reden zwar viele gerne, aber wenn es ums Geld geht, wird dann doch hart gestritten.

Und jetzt stehen wir vor dem nächsten wichtigen Strukturwandel: vor dem Kohleausstieg und der Digitalisierung. Dazu kommen die Gesundheitskrise, die Folgen des Brexits und der menschenwürdige Schutz von Geflüchteten.

In den neuen Verordnungen steht natürlich längst nicht alles drin, was sich meine Fraktion gewünscht hätte. Doch immerhin ist mit diesen Regeln ein sozial-ökologischer, inklusiver Wandel unserer Wirtschaft und Lebensweise machbarer als vorher.

Wenn also künftig die neuen Regeln angewendet werden, legen wir besonderen Wert darauf, dass die Regionen und Kommunen vor Ort von Anfang an stark einbezogen werden.

 
  
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  Isabel Benjumea Benjumea (PPE). – Señora presidenta, señora comisaria, señores ponentes, estamos aquí para hablar hoy de la política que muchos llaman la vieja política de la Unión Europea, que es la tradicional política de desarrollo regional, que es verdaderamente la política que conocen los ciudadanos europeos: si uno se pasea por un Estado miembro, los ciudadanos van fácilmente a poder hablarle de los fondos FEDER o de la repercusión que ha tenido en su región o en su localidad esa inversión proveniente de los fondos europeos.

Se ha aprobado un paquete, se ha dicho anteriormente, de 330 000 millones de euros, que es la nueva dotación de estos fondos de desarrollo regional, de estos fondos de cohesión, y ahora tenemos el reto, en este momento de grave crisis social y económica que sigue a la pandemia, de que se utilicen bien.

Y yo me alegro especialmente de que las pymes sean protagonistas de estos fondos, porque las pymes son verdaderamente las que van a ser capaces de crear ese empleo tan necesario, ese empleo que es el que va a hacer que las zonas menos pobladas puedan atraer población, y son las que van a permitir ese progreso que necesitamos para reducir esas desigualdades entre regiones.

Por lo tanto, doy la bienvenida a estos fondos, espero que se gasten bien y espero que traigan ese progreso y ese crecimiento tan necesario.

 
  
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  Vlad-Marius Botoş (Renew). – Frau Präsidentin! „Niemanden zurücklassen“ ist eine der grundlegenden Prioritäten der europäischen Kohäsionspolitik. Die ökologische Revolution benötigt konsequente finanzielle Unterstützung, insbesondere in weniger entwickelten Regionen der Europäischen Union.

Diese Finanzierungsprogramme müssen anpassungsfähig sein, damit die Mitgliedstaaten und Regionen Finanzmittel für die jeweils relevantesten Bereiche aufwenden können, um den Wirtschaftsakteuren und Bürgern nachhaltige Entwicklungsmöglichkeiten anbieten zu können. Die Verbreitung von Informationen bezüglich des Kohäsionsfonds wird auf effiziente Weise erfolgen müssen, und die Projekte müssen auf klare und messbare Indikatoren ausgerichtet werden und weniger auf Bürokratie.

Die Europäische Union kann sich nur weiterentwickeln, wenn die Mitgliedstaaten und Regionen dies auch tun, und die Kohäsionsfonds werden die dafür notwendige Unterstützung liefern.

 
  
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  Νιαζί Κιζιλγιουρέκ (The Left). – Κυρία Πρόεδρε, ως Ομάδα της Αριστεράς, χαιρετίζουμε την έγκριση των διαρθρωτικών ταμείων για τη συνοχή, αλλά και την ευρωπαϊκή εδαφική συνεργασία, ενός από τους κύριους πυλώνες της πολιτικής συνοχής της ΕΕ.

Βεβαίως, δεν μπορούμε να μην υπογραμμίσουμε το γεγονός πως τα 8 δισεκατομμύρια ευρώ είναι πολύ λιγότερα από τη θέση που είχε το Κοινοβούλιο για 11 δισεκατομμύρια. Από την άλλη, χαιρετίζουμε τον περιορισμό της σύνδεσης της εδαφικής συνεργασίας με προϋποθέσεις διαρθρωτικών μεταρρυθμίσεων. Αυτό επιτρέπει να δοθεί ιδιαίτερη έμφαση στην υγεία, την κλιματική αλλαγή και την ενσωμάτωση μεταναστών και προσφύγων.

Δεν μπορεί να τιμωρούνται οι τοπικές περιφέρειες και η κοινωνική συνοχή από αποκοπές, τη στιγμή που χρειάζονται τα κονδύλια περισσότερο από όλους. Χρειάζεται η μεγαλύτερη δυνατή στήριξη στις τοπικές κοινωνίες για κοινωνική συνοχή και υποστήριξη όλων εκείνων των προγραμμάτων που απευθύνονται σε άτομα σε ανάγκη, αλλά και μικρομεσαίων επιχειρήσεων.

 
  
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  Tom Berendsen (PPE). – Voorzitter, beste commissaris, het is goed dat er akkoorden zijn bereikt over de cohesie- en structuurfondsen. Daarmee kunnen we de komende jaren blijven investeren in innovatie, in de kracht van regionale economieën, in grensoverschrijdende samenwerking en in duurzame economische groei in regio’s die daarin achterlopen. En dat is in het belang van ons allemaal.

De steun uit de cohesiefondsen is echter – wat mij betreft – voor lidstaten niet vrijblijvend. Bij die regeringen die Europees geld verkeerd besteden of in verkeerde zakken laten verdwijnen, die zich niet aan de afspraken houden rond gezonde overheidsfinanciën of die de rechtsstaat, democratie en persvrijheid structureel ondermijnen kunnen we wat mij betreft de ontvangsten uit de cohesiefondsen stopzetten.

Aan de ene kant de hand ophouden voor Europese financiering, aan de andere kant afspraken naast zich neerleggen is wat mij betreft onacceptabel. Alleen als we staan voor onze gezamenlijke waarden, staan we samen sterk.

 
  
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  Irène Tolleret (Renew). – Madame la Présidente, Madame la Commissaire, chers collègues, en 2018, lors de la consultation publique sur les Fonds de l’Union européenne dans le domaine de la cohésion, nos concitoyens nous ont demandé de réformer notre politique de cohésion et de construire des outils simplifiés, flexibles et au service des grands objectifs de notre Union. Après plus de deux ans d’intenses négociations, nous pouvons affirmer que ce pari est gagné.

Aujourd’hui, nous mettons dans la main de nos concitoyens et de nos autorités locales et régionales une politique de cohésion avec un budget à la hauteur des défis. Une politique de cohésion plus verte, capable de contribuer à la réalisation des objectifs du pacte vert. Une politique de cohésion qui renforce la souveraineté européenne, notamment dans les secteurs stratégiques comme ceux de la santé ou du numérique. Une politique de cohésion simplifiée, plus flexible, plus visible, qui rapproche nos citoyens de nos institutions. Une politique de cohésion qui n’oublie pas les catégories les plus vulnérables et qui promeut l’égalité de genre. Enfin, une politique de cohésion qui accompagne les régions les plus fragiles et les plus éloignées du continent, ne laissant aucun territoire au bord du chemin.

La politique de cohésion est un des meilleurs exemples de l’intégration européenne. En Europe, toutes les trois minutes, un projet est financé par des fonds européens et des bénéfices tangibles pour la vie quotidienne des Européens sont apportés.

Grâce à cette politique de cohésion rénovée, nous pouvons dire encore une fois à nos concitoyens: l’Europe est là.

 
  
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  Jan Olbrycht (PPE). – Pani Przewodnicząca! Pani Komisarz! Chciałbym przede wszystkim pogratulować tym, którzy pracowali w Komisji Rozwoju Regionalnego, ponieważ wiemy dobrze, że przez te lata bronienie polityki spójności nie było wcale łatwe. Początkowe próby ograniczenia polityki spójności mogły zakończyć się dużo gorszym rezultatem.

Rezultat jest dobry, ale chciałbym również zwrócić uwagę na inną rzecz: mianowicie bardzo wielu przedstawicieli władz lokalnych, regionalnych, przedsiębiorców, organizacji pozarządowych czeka teraz, już po ustaleniu bazy legislacyjnej, na jednoznaczną decyzję: co będzie finansowane i realizowane z krajowego planu odbudowy, z funduszu odbudowy, a co będzie realizowane z polityki spójności. Przed nami wszystkimi – myślę, że również dzięki aktywności Pani Komisarz i całego Parlamentu – konieczność rzeczywiście bardzo czytelnego i zrozumiałego wyjaśnienia, czemu będzie służył fundusz odbudowy, a do jakiego celu będą wykorzystywane fundusze strukturalne. Jest to pilna potrzeba i wszyscy na to czekają.

 
  
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  Franc Bogovič (PPE). – Gospa predsednica, spoštovani poročevalci, spoštovana gospa komisarka! Kohezijska politika je ena najpomembnejših evropskih politik, saj ne samo, da porabimo več kot 300 milijard evrov denarja, ampak preko te politike uresničujemo princip solidarnosti, ki je v Evropi zelo pomemben.

S to politiko zbližujemo razvitost med različnimi državami, med različnimi regijami. Tudi sam sem bil 13 let župan v Sloveniji. Zgradili smo številne vodovode, kanalizacijske naprave, zgradili širokopasovne povezave na kmetijah, ki so 800 metrov visoko v hribih, obnovili veliko kulturnih spomenikov.

In to so tudi cilji za naslednja leta. In sedaj, ko je to delo v Evropskem parlamentu, Evropski komisiji, v Evropski uniji zaključeno, so na vrsti države, da pripravijo odlične operativne programe, da skombinirajo skupaj z načrti za okrevanje in da bodo Evropejke in Evropejci še naprej veseli tabel, na katerih bo pisano, da je bilo to zgrajeno z evropskimi sredstvi in tako se bo tudi krepila evropska identiteta in podpora Evropski uniji. Čestitke vsem, ki so sodelovali in smo sodelovali pri teh poročilih.

 
  
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  Herbert Dorfmann (PPE). – Frau Präsidentin, Frau Kommissarin, geschätzte Kolleginnen und Kollegen! Gut, dass wir Interreg auch in den nächsten sieben Jahren haben werden. Schlecht, dass es für dieses Programm weniger Geld geben wird. Zwei Milliarden weniger für die Grenzregionen tun weh. Gerade in den Grenzregionen hat Interreg in den vergangenen Jahrzehnten dazu beigetragen, dass sich Menschen auf Projekte geeinigt haben, sich dabei kennen und auch verstehen gelernt haben. Interreg hat die Grenzen in Europa ein bisschen weniger sichtbar gemacht.

Gut, dass es jetzt für kleinere Projekte einen Bürokratieabbau geben wird. Ich glaube, gerade für Gemeinden und Gruppen von Bürgern ist das wichtig. Es freut mich auch, dass zum ersten Mal das Konzept der Makroregionen in das Programm Interreg aufgenommen und eingebaut wird. Makroregionen können schließlich und endlich nur dann wachsen und erfolgreich sein, wenn es auch Geld für die Umsetzung ihrer Ideen gibt.

Traurig ist es aber schon, dass die Mitgliedstaaten alles getan haben, um Interreg finanziell auszutrocknen. Da zeigt sich auch der Geist mancher unserer Mitgliedstaaten. Der Abbau der Grenzen, gemeinsame Projekte sind immer weniger in Mode. Die Hauptstädte wollen einfach Geld in ihren Topf und es dann ausgeben, so wie sie wollen. Ich glaube und hoffe, dass dieser nationalistische Geist sich nicht ausbreitet wie ein Ölfleck im Wasser.

Interreg und allen Akteuren wünsche ich auf jeden Fall eine erfolgreiche Arbeit in den nächsten Jahren!

 
  
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  Elisa Ferreira, Member of the Commission. – Madam President, today’s debate clearly demonstrates the value of cohesion policy and the hope it brings for European citizens and for the regions. Thank you for the kind words that a lot of you addressed to the Commission. I will share them with the teams.

In fact, now it is time to move from words to actions, finalising the preparation of programmes on the ground. Here, I would like to underline that we should never forget the main purpose of cohesion policy. It is to promote convergence and correct internal disparities. For this, we need to look at the territories, address them and develop their development challenges, including rural areas, areas in demographic decline or with natural handicaps, peripheral regions, and outermost regions.

I firmly believe that the green transition and the digital transition both bring new opportunities in new and in established industries, from sustainable tourism to sustainable transport, and from renewable energy networks to batteries. The digital and green transformation and teleworking also offer a golden opportunity to rebalance economic activity across European territories and make new regions competitive in new and innovative industries.

But all these opportunities require planning and then investment, and this investment has got to be done in coherence across all the different instruments that we have in front of us. The recovery and resilience plans, the Coronavirus Response Investment Initiative, the Just Transition Fund, REACT—EU and the 2021—2027 multiannual financial framework. They require that we apply a principle of ‘no harm to cohesion’ to all our policies and that, in the opposite sense, we benefit and we stimulate all the possible synergies so that in fact we do no harm to cohesion, meaning that nothing should aggravate the regional divide or hamper regional convergence.

So our work together has just begun. It starts today with the adoption of these regulations. Let’s keep monitoring and developing a new, more sustainable and more cohesive Europe for all our citizens. Thank you once again.

 
  
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  President. – The joint debate is closed.

I would like to inform you that with regard to these recommendations for second reading, no proposals to reject the Council positions and no amendments have been tabled under Rules 67 and 68, so the Council positions are therefore deemed approved, and consequently the proposed acts are deemed to have been adopted.

Written statements (Rule 171)

 
  
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  Andrea Bocskor (NI), írásban. – Üdvözlöm a politikai megállapodást az Európai Regionális és Fejlesztési Alapról / Kohéziós Alapról (ERFA/KA) szóló rendeletről, illetve örülök annak, hogy az új programnak most már a Tanács után az Európai Parlament is zöld utat ad. Az ERFA célja a gazdasági és társadalmi kohézió erősítése az Európai Unióban a régiók közötti egyenlőtlenségek csökkentésével. Az ERFA számos nagy prioritású területre összpontosítja támogatásait, mint pl. az innováció és kutatás, digitalizáció, a kis- és középvállalatok támogatása és az alacsony széndioxid-kibocsátású gazdaság. Örülök annak, hogy a Kohéziós Alap a környezetvédelem területén az energiával és a közlekedéssel kapcsolatos projekteket is támogathat, amennyiben azok egyértelműen előnyösek a környezet számára az energiahatékonyság, a megújítható energia használata, a vasúti közlekedés fejlesztése, a közösségi közlekedés erősítése stb. terén.

Magyarország számára mintegy 20 milliárd euró (7020 milliárd Ft) áll majd rendelkezésre kohéziós politika keretében a 2021-2027-es időszakban. Magyarország nyilatkozatot adott ki a kohéziós politika jogalkotási javaslatcsomag elfogadásakor a ’gender’ kifejezés nem megfelelő használata miatt. Magyarország meggyőződése, hogy ezek a jogszabályi dokumentumok nem megfelelőek a „nem” („gender”) tartalmának meghatározásához. Magyarország a „nem” („gender”) fogalmát a „biológiai nem” („sex”) fogalomra történő hivatkozásként értelmezi, összhangban az Európai Unió működéséről szóló szerződés érintett cikkeivel, továbbá az Európai Unió Alapjogi Chartájával.

 
  
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  Daniel Buda (PPE), în scris. – Politica de coeziune reprezintă centrul solidarității europene, având ca scop reducerea decalajelor teritoriale, economice și sociale ale statelor membre, astfel încât nicio regiune a Uniunii Europene să nu fie lăsată în urmă. Uniunea Europeană a fost nevoită să facă față unor noi provocări. Cu toate acestea, nimic nu trebuie să reducă ambiția obiectivului fundamental al UE în materie de coeziune: nici repercusiunile ieșirii Regatului Unit din blocul comunitar european, nici consecințele situației climatice sau ale pandemiei generate de COVID-19.

Fondul de coeziune este unul dintre cele mai semnificative domenii ale politicilor Uniunii Europene, reprezentând aproximativ o treime din buget. România va beneficia de 28,22 de miliarde din fondurile de coeziune (7,52 %), din bugetul pe termen lung al UE. În acest fel, România are șansă istorică de a implementa programe de investiții prin creșterea durabilă și crearea de noi locuri de muncă.

Politica de coeziune va îngloba eforturile depuse de statele membre pentru a se redresa, pentru a remedia consecințele crizei și pentru a ieși mai puternice din această încercare. Într-o lume post-pandemică, fondurile din politica de coeziune vor sprijini în special investițiile în inovare și antreprenoriat, în tranziția digitală, ecologică și în rețelele de transport.

 
  
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  Isabel Carvalhais (S&D), por escrito. – A aprovação do pacote da Política de Coesão, que compreende o Regulamento das Disposições Comuns, o INTERREG, o FEDER e o Fundo de Coesão, é absolutamente essencial para reduzir as disparidades económicas, sociais e territoriais ainda existentes na UE.

Este novo pacote, que conta com o maior orçamento atribuído no quadro do orçamento financeiro para o período de 2021-2027, deverá dar mais ênfase aos programas sociais e ao desenvolvimento urbano sustentável, e ainda à ação climática, alinhando-se assim com os objetivos de sustentabilidade do Pacto Ecológico Europeu.

No âmbito do novo Regulamento das Disposições Comuns, tanto o INTERREG como o FEDER terão agora de canalizar pelo menos 30% dos seus recursos para a ação climática, para a economia circular e para os investimentos no âmbito do crescimento sustentável e da criação de emprego.

Importa agora que os Estados-Membros estejam preparados para começar a utilizar este novo orçamento o mais rapidamente possível e de forma eficiente.

 
  
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  Sara Cerdas (S&D), por escrito. – A Política de Coesão tem como objetivo promover o desenvolvimento harmonioso de todos os Estados-Membros e regiões da UE, reforçar a coesão económica, social e territorial, contribuindo para a redução das disparidades entre os níveis de desenvolvimento das diversas regiões. Este instrumento é e deve continuar a ser a principal política de investimentos na União Europeia, no emprego e no crescimento global, mas importa adaptar esta política aos novos tempos.

É fundamental apostar em mais flexibilidade e em menos burocracia no acesso aos fundos europeus, canalizar a Política de Coesão para projetos que contribuam para uma Europa mais inteligente, com aposta na digitalização e na criação de novos empregos; no crescimento sustentável, investindo na economia circular, na luta contra as alterações climáticas, na transição energética e nas energias renováveis. Urge igualmente uma aposta numa Europa mais social, concretizando o Pilar Europeu dos Direitos Sociais e uma Europa que não deixe ninguém para trás.

A Política de Coesão deve ser um instrumento de solidariedade europeia e apoiar as estratégias de desenvolvimento a nível local, regional e nacional, atendendo às especificidades das diferentes regiões, como as das regiões ultraperiféricas, e garantindo que não temos uma Europa a diferentes velocidades.

 
  
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  Robert Hajšel (S&D), písomne. – Schválenie pravidiel fungovania troch fondov EÚ, ktoré sú veľkým prínosom investícií aj na Slovensko, umožní všetkým sa ešte výraznejšie zamerať na boj proti klimatickým zmenám, ale aj na tvorbu nových pracovných miest a podporiť malé a stredné podniky, čo je veľmi dôležité najmä v čase nekončiacej sa pandémie koronavírusu. Teraz bude len na slovenskej vláde, aby ponúkané peniaze účinne a čo najrýchlejšie využila, čo ale predpokladá veľké zlepšenie implementačných kapacít. Slovensko má na nasledujúce roky totiž k dispozícii bezprecedentné množstvo peňazí z rozpočtu EÚ, ktoré treba efektívne investovať jednak do dobudovania základnej infraštruktúry, ako sú diaľnice, cesty, kanalizácie a vodovody, ale aj do sektorov zelenej a digitálnej ekonomiky, čo nás konečne posunie dopredu. Pozitívny vplyv týchto investícií musia v prvom rade pocítiť naši občania. Ak by slovenská vláda ponúkané finančné dotácie z EÚ nevyužila alebo by ich minula neefektívne, nielen že by tým prispela k mareniu pozitívneho obrazu EÚ v očiach našich občanov, ale dostala by Slovensko na perifériu vyspelej Európy.

 
  
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  Izabela-Helena Kloc (ECR), na piśmie. – Polityka spójności jest ważnym instrumentem Unii Europejskiej służącym wyrównaniu różnic cywilizacyjnychspowodowanych rabunkową polityką komunistycznych reżimów. Cieszę się, że częścią tego parasola ochronnego jest mechanizm Sprawiedliwej Transformacji. To istotna pomoc dla polskich regionów górniczych, które poniosą największe koszty transformacji energetyczno-gospodarczej. Trzeba jednak pamiętać, że fundusze spójności nie rozwiążą wszystkich problemów.

Z ogromnym niepokojem śledzę radykalizację politycznych nastrojów, jeśli chodzi o tempo i zakres transformacji klimatycznej. Rozszerzenie systemu ETS na transport drogowy i budownictwo, stopniowe wycofywanie paliw kopalnych, pogłoski o zakazie stosowania silników spalinowych po 2035 r. – to nie są ambitne cele, ale ryzykowne pomysły, które mogą doprowadzić do społeczno-gospodarczego kryzysu, które najmocniej uderzy w najbiedniejsze państwa Unii Europejskiej. Wtedy już nie pomoże polityka spójności. Dlatego apeluję o ostrożność i rozsądek. Wszyscy zgadzamy się co do tego, że należy chronić klimat, ale zróbmy to w sposób racjonalny i realistyczny.

 
  
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  Benoît Lutgen (PPE), par écrit. – Nous sommes arrivés à la conclusion de ces longues négociations sur la politique de cohésion pour la programmation 2021-2027. Nous savons tous que cette politique traduit sur le terrain la solidarité de l’Union européenne envers les Régions en développement ou en difficultés économiques. Il appartient maintenant aux États membres de présenter des programmes opérationnels pour mettre en œuvre les cinq objectifs stratégiques que nous soutenons. Dans ce cadre, je suis heureux que cette solidarité européenne s’applique particulièrement à la Province du Luxembourg en Belgique, ma région. Comme zone moins développée, elle va recevoir 54 millions € de la part du FEDER. A cet égard, j’aimerais que la Commission tienne compte de la situation sur le terrain. Elle doit pouvoir démontrer une certaine souplesse dans la répartition des fonds entre les objectifs stratégiques car les difficultés d’une région ne sont pas celles d’une autre. Par exemple, dans la Province du Luxembourg belge, ce sont les objectifs stratégiques 4 (Une Europe plus sociale) et 5 (une Europe plus proche du citoyen) qui méritent le plus d’attention. Évidemment, il appartiendra aux programmes opérationnels élaborés par la Wallonie de justifier cette demande de souplesse. Je vous remercie.

 
  
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  Alin Mituța (Renew), în scris. – Noua politică de coeziune pentru perioada 2021-2027 dispune o alocare de 372,5 miliarde de euro, din care România va putea accesa până la 30 de miliarde de euro, cea mai mare alocare de la aderare. Totodată, rata de cofinanțare europeană este de 85 % pentru regiunile mai puțin dezvoltate, cum este cazul majorității regiunilor românești.

Regulile de accesare a fondurilor au fost simplificate pentru a elimina birocrația inutilă, însă sistemul de verificare va rămâne unul vigilent, pentru a ne asigura că banii ajung acolo unde este nevoie de ei. Astfel, alocarea financiară vine la pachet cu o serie de condiții privind respectarea statului de drept, a mediului înconjurător și a principiilor de inclusivitate și egalitate.

Este esențial ca acești bani să poată fi folosiți pentru proiecte cu valoare adăugată pentru comunități, iar accesarea lor să fie condiționată de respectarea statului de drept de către guvernele statelor membre. Pe lângă banii din planurile naționale de redresare și reziliență, fondurile de coeziune vor ajuta statele membre să treacă peste criza generată de pandemie și să investească în dezvoltarea infrastructurii, a serviciilor publice, dar și în tranziția ecologică și digitală.

 
  
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  Victor Negrescu (S&D), în scris. – Politica de coeziune reprezintă un element central pentru reducerea decalajelor dintre statele membre și dezvoltarea sustenabilă a țărilor europene. În acest sens, Uniunea Europeană trebuie să accelereze procesul de implementare a politicii de coeziune și a fondurilor dedicate dezvoltării regionale în așa fel încât beneficiile acțiunii europene să se resimtă adecvat și rapid în zonele mai puțin dezvoltate.

Criza generată de pandemia de Covid-19 a accentuat din păcate multe dintre aceste decalaje conducând la un cerc vicios al sărăciei în multe dintre regiunile europene. În acest context, setarea clară a noilor instrumente de finanțare și corelarea lor cu celelalte mecanisme de sprijin european reprezintă o prioritate. Din păcate, sunt state membre UE, precum România, care, prin prisma lipsei de capacitate administrativă și a incoerenței guvernamentale, nu reușesc să acceseze fondurile disponibile și astfel nu recuperează suficient de rapid decalajele existente.

Parlamentul European rămâne un puternic susținător al politicii de coeziune și susține nevoia unor regulamente care reduc birocrația și rolul politicului și întăresc impactul fondurilor de coeziune la nivelul societății.

 
  
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  Valdemar Tomaševski (ECR), raštu. – Kalbame šiandien apie Europos regioninės plėtros fondą ir Sanglaudos fondą ateinantiems šešeriems metams, kas yra labai svarbu valstybėms narėms ir mūsų piliečiams. Tam, kad abu fondai būtų veiksmingi, jie turi būti naudojami atsižvelgiant į nacionalines, regionines ir vietos programas, ir jie turi tarnauti tam, kad būtų skatinama ekonominė ir socialinė sanglauda bei solidarumas tarp skirtingų ES regionų. Šias užduotis apsunkino neigiamas finansinių krizių poveikis, kuris, nepaisant mažėjančios nelygybės tarp valstybių narių, deja, pagilino teritorinę nelygybę, ypač matomą mažesnėse šalyse, tokiose kaip Lietuva. Todėl nei ES, nei nacionaliniai biudžetiniai įsipareigojimai, nei neigiamos COVID-19 pandemijos pasekmės neturi pakenkti pagrindiniam Sąjungos tikslui – sanglaudai. Lietuvai ir kitoms, taip vadinamoms naujosioms narėms, be investicijų į infrastruktūrą, reikia, kad ERPF pagalba būtų remiamos produktyvios investicijos ir investicijos, skirtos apsaugoti esamas darbo vietas ir kurti naujas darbo vietas, ypač mažiau apgyvendintuose ir kaimo regionuose. Dėl šios priežasties su nerimu sužinojau, kad ERPF ketina labiau remti projektus susijusius su miesto vietovėmis. Tai nėra labai gera idėja. Todėl pritariu papildomo punkto įtraukimui, kuriuo dėmesys būtų skiriamas nepalankioje padėtyje esantiems regionams ir vietovėms, ypač kaimo vietovėms. Šis sprendimas bus naudingas Lietuvai.

 
  
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  Roberts Zīle (ECR), rakstiski. – Atbalsts kohēzijas projektiem visā Eiropā var palīdzēt nodrošināt vienmērīgu un efektīvāku sadarbību starp dažādiem reģioniem un dalībvalstīm. Piemēram, veselības, ekonomikas un transporta nozarē. Šie līdzekļi jo īpaši ļaus atbalstīt Eiropas transporta tīklu, kā arī atbalstīt vairākveidu pārvadāšanu un sabiedriskā transporta izmantošanu. Viens no Eiropas Savienības identificētajiem prioritātes projektiem — Rail Baltica projekts — iegūs atbalstu ar Kohēzijas fonda starpniecību. Kopā ar dalībvalstu atbalstu šie projektu rezultāti darbosies gan Kohēzijas fonda, gan ERAF mērķu sasniegšanā, lai kopā ar dalībvalstu atbalstu šie projekta rezultāti veicinātu gan Kohēzijas fonda, gan ERAF mērķi padarīt savienotākas un izturīgākas Eiropas kopienas un reģionus.

 

18. Zpráva Komise o stavu právního státu za rok 2020 (rozprava)
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  President. – The next item is the debate on the report by Domènec Ruiz Devesa, on behalf of the Committee on Civil Liberties, Justice and Home Affairs, on the Commission’s 2020 Rule of Law Report (2021/2025(INI)) (A9—0199/2021).

 
  
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  Domènec Ruiz Devesa, ponente. – Señora presidenta, señor comisario Didier Reynders, gracias por su presencia aquí y por su colaboración, también, en la elaboración de nuestro informe. Gracias, también, a mis colegas del equipo negociador, Lukas Mandl, Michal Šimečka, Tineke Strik, Kostas Arvanitis y Angel Dzhambazki, y también a los colegas de las otras comisiones que han emitido opiniones o que han participado, así como a mi colega García Muñoz, aquí presente.

Creo que todos coincidimos en que este ha sido un informe hecho de manera, yo creo, muy cooperativa —tal vez el hecho de que no haya ni siquiera enmiendas presentadas al Pleno lo demuestre— y mayoritariamente hemos coincidido en que Europa vive una situación de emergencia respecto del Estado de Derecho. Para hacer frente a esta emergencia necesitamos más y mejores herramientas. Por ello, el nuevo informe de la Comisión, el primero de la serie sobre el Estado de Derecho en 2020, es muy bienvenido. Y así lo decimos en nuestro propio informe.

El informe de la Comisión tiene como objetivo supervisar y promover la cultura del Estado de Derecho a través de veintisiete capítulos, cubriendo todos los Estados miembros y analizando el sistema judicial, la libertad de los medios de comunicación, los mecanismos anticorrupción y los controles y contrapesos democráticos. También es positivo que la Comisión haya optado por visitar los Estados miembros para escuchar a los Gobiernos y a la sociedad civil organizada.

Como en todos los primeros ejercicios, creemos que el informe presenta margen de mejora y esperamos modestamente que nuestra aportación le pueda ser útil en la elaboración del informe de este año, el que pronto conoceremos. En primer lugar, quizás unas recomendaciones más claras, más concretas, al final del informe podrían ayudar. Creemos, también, que el diálogo para la Comisión es fundamental como herramienta en la relación con los Estados miembros, pero, en nuestra opinión, no es ni será suficiente, particularmente, como sabemos, con determinados Estados miembros.

En segundo lugar, el informe acertadamente examina a los Estados con los mismos indicadores y metodología, como no podía ser de otra manera. Al mismo tiempo, creemos que no podemos establecer por la metodología falsas equivalencias o correríamos el riesgo de trivializar las infracciones más graves al Estado de Derecho. Por lo tanto, creemos que próximos informes deben distinguir claramente entre fallos aislados e infracciones sistémicas, incluso diría sistemáticas, del Estado de Derecho y utilizar estos resultados para priorizar la acción de la Unión.

En tercer lugar, creemos que debemos reforzar y dar prioridad al análisis de las amenazas a la arquitectura jurídica de la Unión y sus valores, que vemos que es una tendencia creciente y preocupante. Vemos como hay desafíos a la primacía del Derecho de la Unión —aunque, por cierto, celebro que la Comisión haya abierto la primera fase del procedimiento por incumplimiento ante la sentencia del Tribunal de Karlsruhe— y vemos también que hay decisiones que impiden, que tratan de impedir, que tribunales nacionales inicien procedimientos prejudiciales ante el Tribunal de Justicia, o la creciente y deliberada falta de cumplimiento de las sentencias del Tribunal de Justicia.

Por otro lado, nos gustaría, aunque hay ya tratamiento, una mayor atención a los crecientes ataques a la libertad de expresión, ataques a periodistas, también ataques a miembros de la sociedad civil organizada, y creemos que debiera cubrirse también la libertad académica y la libertad artística en el paraguas de la libertad de expresión. Es conocida la postura de este Parlamento de que a nosotros nos gustaría que el informe no se limitara al Estado de Derecho, sino que también incluyera la democracia y los derechos fundamentales.

Tal vez el último acto que viene de Hungría, este nuevo ataque a la comunidad LGTBI en Hungría, muestre que precisamente no es tan fácil desligar esas tres dimensiones y que un tratamiento integral y sistemático sería particularmente pertinente. Por cierto, también se incumple el Estado de Derecho, quizá se podría también prestar atención a esto, cuando no se cumplen los procedimientos de asilo, cuando se deniega a los peticionarios de asilo acceso a estos procedimientos o acceso a la Administración Pública, etcétera.

Sabemos que la Comisión, frente a esta propuesta del Parlamento, realiza o pretende realizar un análisis de la Carta de los Derechos Fundamentales con informes anuales, pero pretende centrarse en un derecho o un aspecto de la Carta cada año. Entendemos por qué este sería el enfoque, pero, claro, perderíamos la capacidad de ver de manera transversal cuál es el estado de todos los derechos de la Carta.

En cualquier caso, también creemos que es muy importante que este informe se inserte bien en la arquitectura general de control del Estado de Derecho. Es decir, que es una pieza más de un engranaje donde tenemos la condicionalidad del Estado de Derecho, donde tenemos también el artículo 7.

En definitiva, se abre con este informe una serie de informes que puede resultar muy útil en este desafío constante que vemos al Estado de Derecho en la Unión. Me gustaría decir algunas palabras en inglés para acabar, dirigidas precisamente al señor Orbán.

You are not fooling anyone. We will never stop calling you out on your blatant disregard for the rule of law, democracy and fundamental rights.

(Applause)

 
  
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  Isabel García Muñoz, ponente de opinión de la Comisión de Control Presupuestario. – Señora presidenta; enhorabuena, Domènec, por este informe tan exhaustivo, equilibrado y consensuado.

El informe de 2020 es un primer paso para reforzar el Estado de Derecho en Europa, pero desde la Comisión de Control Presupuestario vemos posibilidades de mejora. Por ejemplo, se necesitan evaluaciones y recomendaciones específicas por país y que se supervise su cumplimiento; también se debe distinguir la gravedad de las violaciones, y si son sistemáticas o aisladas, y hay que evaluar la existencia y la eficacia de los marcos anticorrupción nacionales y avanzar en la armonización y la cooperación en ese ámbito.

No podemos quedarnos en un informe meramente informativo, sino que debe contribuir directamente al mecanismo de condicionalidad y hacer que este se active en cuanto se detecte una violación no solo para proteger el presupuesto europeo, sino también para defender los valores en los que se asienta la Unión. El respeto al Estado de Derecho es una condición ineludible para proteger y gestionar correctamente el presupuesto de la Unión, por lo que no se pueden conceder fondos europeos a aquellos Estados que no lo cumplan.

Le pido a la Comisión que actúe ya y ponga freno a las violaciones del Estado de Derecho que ha constatado en su informe antes de que sea demasiado tarde para algunos Estados miembros, en manos de gobiernos autócratas, y sobre todo para sus ciudadanos.

 
  
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  Илхан Кючюк, докладчик по становището на комисията по правни въпроси. – Г-жо Председател, уважаеми г-н Комисар, бидейки реакция спрямо първия доклад на комисията за върховенството на закона, фокусът на моята работа като докладчик по становището на комисията по правни въпроси бе подчертаването на съществената роля на този доклад по отношение на ефективните методи за провеждането му оттук-нататък. Важен акцент в него е ролята на независимите правосъдни системи, способни да упражняват своите функции в пълна автономия, в съответствие с принципите на разделението на властите.

Ето защо приветствахме вниманието, което Комисията е отделила на правосъдните системи и техния периодичен преглед, но и отбелязваме значимостта и необходимостта от ясни препоръки спрямо идентифицираните предизвикателства и последващи действия спрямо тях. Ще продължаваме да настояваме и да подчертаваме, че има отстъпление от основни и демократични принципи. В допълнение, призовахме за предоставяне на съдържателно и ясно сравнение между националните правосъдни системи, за да подчертаем добрите практики и да отстраним сродните недостатъци. Отбелязахме и необходимостта от дигитализация, обучение за съдии и адвокати.

Не на последно място, призовахме Комисията да разшири обхвата на следващия си доклад, така че да обхване всички стълбове на принципите на правовата държава. И тук визирам равенството пред закона, наблюдение за защита на основните права, правата на малцинствата и инструментите, използвани в борбата срещу дискриминацията и езика на омразата, все важни инструменти, които могат да обхванат следващия доклад. Действително, този доклад има огромен принос и аз благодаря още веднъж на комисар Рейндерс за всичките му усилия да направи един хоризонтален поглед върху демокрацията и върховенството на закона, защото това е от изключително значение за целия Съюз.

 
  
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  Didier Reynders, membre de la Commission. – Madame la Présidente, Mesdames et Messieurs les députés, c’est avec plaisir que je reviens devant vous, cette fois pour débattre de votre rapport sur le premier rapport annuel sur l’état de droit, publié par la Commission le 30 septembre dernier.

Permettez-moi de commencer par remercier le rapporteur, M. Ruiz Devesa, pour son engagement dans la défense de l’état de droit, pour ce rapport si complet et pour les contacts constructifs que nous avons eus à cet égard.

La Commission partage les objectifs du Parlement en ce qui concerne la promotion et la protection de l’état de droit dans l’Union. L’état de droit, en tant que valeur fondamentale de l’Union, est essentiel pour le fonctionnement de celle-ci et pour le maintien et le développement d’un espace de liberté, de sécurité et de justice, ainsi que pour garantir la confiance mutuelle au sein de l’Union. Nous ne pouvons pas tolérer le non-respect de l’état de droit et la Commission s’engage dans la défense de cet état de droit, notamment à travers l’utilisation des différents outils à sa disposition.

As I said, a new tool has been added to this toolbox last year with the annual rule of law report. This report is conceived as a yearly process during which we aim to prevent problems from emerging or deepening. It also allows Member States to learn from each other through an exchange of best practices. The annual report does not replace, but further complements other instruments of our rule of law toolbox, such as infringement proceedings or Article 7 proceedings, which will continue to be used to provide responses to challenges to the rule of law, where necessary.

As you know, yesterday the General Affairs Council held Article 7 hearings about the situation of the rule of law in Poland and Hungary respectively. We welcome the fact that these hearings took place and remain at the disposal of the Council and the Parliament in the context of these proceedings.

The Commission does not hesitate to have recourse to infringement proceedings to protect European values. For instance in October last year we launched infringements against Malta and Cyprus about the so-called ‘golden passport’. Recently, a reasoned opinion was sent to Cyprus and an additional letter of formal notice to Malta as part of these proceedings. Let me also refer to the letter I sent on 9 June to the Polish Minister of Foreign Affairs regarding the motion that the Prime Minister submitted to the Polish Constitutional Tribunal. This motion contests fundamental principles of EU law, in particular that EU law has primacy over national law and that all judgments of the European Court of Justice are binding on all national courts. The Polish authorities have one month to reply.

Finally, I’m sure you will have noticed the strong statement of President von der Leyen this morning regarding the new Hungarian bill that discriminates against people based on their sexual orientation. Today, together with my colleague Thierry Breton, I sent a letter to the Hungarian Minister of Justice underlining the Commission’s legal concerns about this bill as regards fundamental rights and EU law. The Hungarian authorities have until the end of this month to reply, and the Commission will not hesitate to take action if their reaction is not satisfactory.

Let me now turn back to the report itself. The first report published in September last year provides a synthesis of significant rule of law developments in the European Union, as well as country-specific assessments for all the 27 Member States. It is based on a variety of sources, including written inputs from the Member States, from civil society, and reports from international organisations with special attention to the Council of Europe bodies. We looked at four key areas: the independence, quality and efficiency of justice systems; the anti-corruption framework; media pluralism and media freedom; and other institutional checks and balances.

Through this first report, including its 27 country chapters, the aim of the Commission was to set out key elements of the situation in the Member States on which a new cycle and future reports will be able to build. The report presents an assessment of developments across the EU, both positive and negative, drawing attention to emerging or deepening challenges and highlighting good practices. I take note that Parliament has welcomed in particular the fact that the report contains country-specific chapters. Ultimately the report does not formally contain country-specific recommendations, which I’m aware is one of the points raised in the draft report we are discussing today. It contains clear assessments establishing a robust basis for the Commission to pursue its analysis in the coming editions.

I also take note of Parliament’s calls on the Commission to assess in successive reports how the challenges identified have evolved. Let me therefore say a few words on the follow-up we have conducted on the first report.

As I stressed when presenting the first report to your Parliament last year, our aim was to kick-start an inclusive debate both at European and at national level, and I’m pleased to say that such debates have indeed started. Just after the publication the then German Presidency launched a rule of law dialogue in the Council based on our report. The General Affairs Council held a further discussion on general trends in October last year and then a country-specific discussion on the situation of the rule of law in the Member States in November. A first series of five Member States was discussed following the Council alphabetical protocol order. The Portuguese Presidency continued this approach with a second country-specific discussion which took place in April this year where the situation inside all the Member States was addressed.

The Commission also had the opportunity to pursue the debate before national parliaments, which play a key role in upholding the rule of law. Since the publication of the report, I had the opportunity to present the methodology and the country-specific findings of the first report before 20 national parliaments, most of them virtually. I intend to relaunch the exchanges on the second report, hopefully with more physical exchanges of views. It is our intention to continue this approach of close dialogue. The Commission has also conducted bilateral follow-up with Member States on the findings of the 2020 report. This happened at both political and service level and I am happy to underline that several Member States indeed took initiatives to follow up.

As you are aware, the Commission is currently preparing its second annual rule of law report set to be adopted in July. This year’s report will follow up on the issues identified in the first report and also develop on the impact and challenges brought by the COVID-19 pandemic, as well as other new developments, if any. To prepare this new edition of the report we conducted once again virtual country visits in all the Member States during which we had over 400 meetings with national authorities, independent bodies and stakeholders. We have also collected written input from a large range of stakeholders, including civil society.

Through a targeted stakeholder consultation we received over 200 written contributions referring to developments both in specific Member States and at EU level. This exercise allowed us to obtain comprehensive information about the developments that occurred over the past year. This is crucial for deepening our country-specific knowledge. The Commission remains committed to further deepen this country-specific expertise, and I take due note that it is also an explicit request of Parliament. Deepening our country—specific assessment is indeed a crucial step for being able to support Member States in better identifying and addressing challenges and seeing real impact on the ground.

Promoting and upholding the rule of law is a common responsibility. All EU institutions, Member State legislative, executive and judicial authorities, as well as civil society, do have a role to play. Looking ahead, it is essential that the European institutions continue to work together to uphold the rule of law. The rule of law report is an important tool in this respect. We need to continue to discuss the developments on the ground. This has the potential to improve the rule of law situation and confirmed by all experience with the first report.

The Commission looks forward to deepening its dialogue with the European Parliament in this regard and I’m looking forward to discussing with your Parliament, if it’s possible, the 27 chapters of the forthcoming 2021 report. I made the proposal last year to engage not only in a general debate, but maybe a debate on all the country chapters. If it’s possible for the next report, the report 2021, it will be a pleasure to come to discuss with you. In that respect we also follow with interest the work of the democracy, rule of law and fundamental rights monitoring group that was set up by the Committee on Civil Liberties, Justice and Home Affairs (LIBE). The Commission will carefully reflect on the recommendation of the Parliament with a view to further improving its annual rule of law report.

Of course I welcome your valuable input and look forward to your remarks and suggestions maybe for the next report next July, maybe also for the next report in the next year, because it’s becoming now a cycle with the real intention to install a culture of the rule of law in the entire European Union, not only with a debate with you, but also with debate at the national level.

 
  
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  Gabriele Bischoff, Verfasserin der Stellungnahme des mitberatenden Ausschusses für konstitutionelle Fragen. – Frau Präsidentin, liebe Kolleginnen und Kollegen, sehr geehrter Herr Kommissar! Da wir mitten in der Europameisterschaft sind: Stellen Sie sich vor, 27 Mannschaften spielen in einer Liga auf Basis von gemeinsamen Regeln. Jetzt sagt eine Mannschaft: „Wir möchten in dieser Liga zwar weiterspielen, aber einige Regeln gefallen uns nicht.“ Und sie fängt an, diese Regeln zu verletzen. Stellen Sie sich weiter vor, diese Mannschaft kriegt auch weiter Zuschüsse aus der Europaliga, genauso wie die, die sich an die Regeln halten. Und das Erstaunliche: Der Schiedsrichter lässt sie weiterspielen. Hört sich komisch an, oder?

In einer ähnlichen Situation sind wir in der Europäischen Union, und deshalb verdient der Bericht der EU—Kommission über die Rechtsstaatlichkeit alle Aufmerksamkeit. Aber wir sehen Verbesserungsbedarf. Dieser Bericht muss Zähne bekommen – und das bedeutet klare, länderspezifische Empfehlungen für jedes Land. Das ist ein must. Das sehen wir einfach auch an der Praxis. Es geht um unsere Werte, und das ist wichtig.

Und last, but not least hoffe ich, dass wir auf der Zukunftskonferenz auch konkrete Vorschläge bekommen, wie wir das Handwerkszeug verbessern können, damit wir auf dem Spielfeld klare Regeln haben, die von allen eingehalten werden.

 
  
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  Margrete Auken, ordfører for udtalelse fra Udvalget for Andragender. – Fru formand! I Udvalget for Andragender, der er Parlamentets borgernære udvalg, møder vi ofte borgernes frustrationer over, at lande som Ungarn og Polen kan krænke EU's værdier groft, uden at EU gør noget seriøst for at få dem tilbage på sporet. Vi har jo andre våben end den ubrugelige artikel 7. Kommissionens svar ER for svagt, så tak for LIBE’s betænkning. Men vi skal altså også have fat i de andre medlemslande. Mange regeringer har hidtil været alt for passive i deres nationale selvtilstrækkelighed. Det skal borgerne vide, så de kan få rusket op i deres egne valgte repræsentanter.

Kommissionens ansvar er selvsagt stadig helt afgørende - og den kan, hvis den vil. Vi har allerede en anvendt og god konkretisering af EU's værdier, nemlig Københavnskriterierne, som udmærket kan bringes i spil, når krænkelserne skal gøres op i Polen, Ungarn og andre lande, og de relevante sanktioner skal sættes i værk.

 
  
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  Javier Zarzalejos, en nombre del Grupo PPE. – Señora presidenta, quiero empezar dando las gracias al ponente de este informe por su trabajo, que mi Grupo apoya, y aprovechar la ocasión para felicitarnos —como ya hicimos en su momento— de que la Comisión pusiera en marcha el año pasado este instrumento de evaluación del Estado de Derecho en todos los Estados miembros.

Una evaluación general homogénea, homogénea en sus contenidos y no discriminatoria y, además, periódica. Una evaluación que entendemos no tanto como un mecanismo de sanción sino, como ha precisado el comisario Reynders, como una guía para que se corrijan deficiencias y se modifiquen los elementos que afectan a la arquitectura institucional de nuestros Estados.

Entendemos que la metodología de elaboración del informe puede mejorar, pero lo valoramos positivamente. El informe que hoy aprobamos contiene propuestas que estoy seguro que el comisario tendrá muy en cuenta. En todo caso, es necesario hacer hincapié en el seguimiento. Que estos informes no sean evaluaciones aisladas, sino que cada año el informe tenga que evaluar hasta qué punto las deficiencias señaladas han sido resueltas. Y esto es una parte importante de lo que esperamos del segundo informe, próximo a ser adoptado.

Porque los desafíos al Estado de Derecho no han disminuido. Es preciso mantener nuestro firme compromiso con la independencia judicial y seguimos teniendo motivos para preocuparnos por el pluralismo informativo, por el acceso a la información y la transparencia. Y nos preocupa profundamente el impacto, sobre el funcionamiento de las instituciones democráticas, de las medidas restrictivas que se han adoptado con motivo de la pandemia. Nos preocupa la marginación de los Parlamentos, la legislación de excepción, el abuso de la legislación por decreto y la ausencia de procedimientos de rendición de cuentas. Aquí también se tiene que producir la desescalada y la normalización.

 
  
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  Birgit Sippel, im Namen der S&D-Fraktion. – Frau Präsidentin! Schon lange fordern wir als Europäisches Parlament regelmäßige Berichte über die Rechtsstaatlichkeit in unseren Mitgliedstaaten. Jetzt endlich liegt der erste dieser jährlichen Berichte vor, löst aber nicht wirklich Euphorie aus. Der Bericht greift Themen wie Justizsysteme, Medienfreiheit, Korruption, checks and balances auf, lässt aber unsere Werte, Demokratie und Grundrechte außen vor. Und zudem bleibt der Bericht zahnlos, denn er enthält zwar Kritikpunkte, aber keinerlei konkrete Empfehlungen oder Deadlines.

Erkenntnisse aber haben wir genug. Um den Abbau von Rechtsstaatlichkeit endlich zu stoppen und um Demokratie und Grundrechte neu zu stärken, müssen wir jetzt alle vorhandenen Werkzeuge nutzen. Und deshalb mit Blick auf Herrn Michel und die Mitgliedstaaten: Eine einzige Anhörung nach Artikel 7 in mehr als eineinhalb Jahren – das ist inakzeptabel! Und mit Blick auf Frau von der Leyen und Herrn Reynders: Hören Sie doch bitte auf, sich hinter einem Bericht oder irgendwelchen Guidelines zu verstecken! Wenden Sie die Konditionalität, den Rechtsstaatsmechanismus an.

Denn die Gleichschaltung von Justiz und Medien, die Verschwendung von Millionen Steuergeldern, die Hetze gegen Minderheiten – was eigentlich brauchen Sie noch, um endlich Ihre Verantwortung für unser demokratisches Europa wirklich wahrzunehmen?

 
  
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  Michal Šimečka, on behalf of the Renew Group. – Madam President, first of all I would like to thank the rapporteur for his great work on this very important file. I think this report of the Parliament underlines – and rightly underlines – the urgency of EU action when it comes to defending our common values. Both myself and my colleagues in Parliament as a whole have consistently been calling for the creation of a comprehensive monitoring system that would encompass all European values, from democracy through rule of law to fundamental rights, as they have been jointly agreed and are a part of the EU Treaties.

Mr Commissioner, I hate to say we told you so, but today the omission of fundamental rights in this reporting is more glaring than ever. The Commission is going to publish the next report basically next month. Is it really reasonable for this report to say nothing about minority rights in the Member States, while at this point the Hungarian Government is passing openly discriminatory laws? I think we all need to realise – and the Commission and the Council need to realise – that attacks on minorities, the undermining of judicial independence or media pluralism are interconnected, and they are part of a broader illiberal strategy by leaders like Mr Orbán and Mr Kaczyński.

So there also needs to be a global and coordinated pushback and defence of these values because the EU’s response to what happens in Hungary or in Poland also shapes what is deemed acceptable not only by other Member States, but also by countries outside the EU where the struggle for freedom and justice takes place every day.

For its part, I have to say that Parliament has charted a concrete path toward a legally—binding mechanism that would prevent the kind of inaction that we have witnessed in the Council for the past 18 months. Unfortunately, by refusing to open negotiations on agreement on this binding mechanism, the Commission and the Council are indeed selling short the protection of EU values.

I would have to say that the case for adopting these proposals, and including fundamental rights, grows every day.

 
  
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  Tineke Strik, on behalf of the Verts/ALE Group. – Madam President, thanks a lot to our rapporteur for the great negotiations and the good result. Almost every week we are reminded of the need for an effective policy to protect our EU citizens against attacks on the rule of law, corruption, muzzling judges, oppressing media and civil society, restricting universities, anti—LGBTI measures. We see these alarming developments in more and more countries, and we should never accept that these violations belong to the EU.

So we welcome the first annual Rule of Law Report, which is an important basis for action – though of course, I fully concur with Mr Šimečka that we really hope next time to also see the analysis of the fundamental rights situation.

Nevertheless, as this is an important basis for action, this is also one of my main criticisms: the report is too descriptive, it lacks clear conclusions, and it fails to link an analysis of the rule of law situation with actions the Commission will undertake.

But this is actually also what the report is for, and I’m happy that the Commissioner also acknowledged this in his speech. So I really hope for improvement during the next reports.

In the next reports, we want to see the Commission acting vigilantly and consistently using the complete toolbox, including not granting, cutting or withdrawing EU funding. Money language is the best understood. So this also implies the disclosure of which EU budgets are at stake, related to which violations.

Zero tolerance is vital, as we see that impunity makes autocrats more brutal and inspires others to disrespect the rule of law. So let us finally fight for our values unambiguously – the Commission, the Council, the Member States and Parliament.

 
  
  

Puhetta johti HEIDI HAUTALA
varapuhemies

 
  
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  Nicolaus Fest, im Namen der ID-Fraktion. – Frau Präsidentin! Selten ging ein Bericht so an der Wirklichkeit vorbei wie dieser. Denn innerhalb der letzten 30 Jahre wurden in keinem Jahr die Grundrechte in EU-Ländern stärker eingeschränkt als in diesem – das Grundrecht auf Versammlungsfreiheit, das Grundrecht auf Berufsfreiheit und natürlich auch das Grundrecht auf Freizügigkeit.

Kein Jahr gab es, in dem der Missbrauch staatlicher Gewalt durch brutale Polizeieinsätze deutlicher wurde als 2020 gegen die Gelbwesten oder auch gegen die Kritiker des Lockdowns – das vor allem in Deutschland. Und kein Jahr gab es, in dem unter dem Druck von Regierungen Google und Facebook so brutal unliebsame Meinungen zensierten wie 2020. Wir erinnern uns alle: Als Donald Trump sagte, der COVID-19-Virus könnte in Wuhan entstanden sein, wurde dies als Fake News denunziert und alle entsprechenden Meldungen von Google und Facebook gefiltert. Jetzt ist sogar die Washington Post dieser Ansicht!

Was verbindet diese drei Punkte? Erstens, sie kommen im Bericht nicht vor. Und zweitens, die EU hat in keinem Fall irgendetwas dagegen unternommen. Die Grundrechte sind in den Händen der EU in etwa so gut umsorgt wie die Rechte der Wurst beim Hund.

 
  
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  Patryk Jaki, w imieniu grupy ECR. – Pani Przewodnicząca! Otóż mówicie o praworządności. Natomiast co to jest praworządność? Praworządność to jest przede wszystkim przestrzeganie prawa, na podstawie którego działacie i macie kompetencje. Więc skoro według tego dokumentu zakazujecie niektórym państwom działać w obszarze prawa rodzinnego, kultury, tożsamości, tak jak obywatele tych państw zdecydują, chciałbym Was zapytać: co Waszym zdaniem oznacza np. art. 5 Traktatu, który mówi o tym, że zgodnie z zasadą przyznania Unia działa wyłącznie w granicach kompetencji przyznanych jej przez państwa członkowskie? Wszelkie kompetencje nieprzyznane Unii Europejskiej należą do państw członkowskich. Koniec kropka. Kultura, prawo rodzinne, organizacja sądownictwa nigdy nie zostały przekazane Unii Europejskiej.

Dodatkowo art. 3, który mówi, że Unia Europejska szanuje swoją bogatą różnorodność kulturową. Art. 4: Unia szanuje również równość państw członkowskich wobec Traktatów, jak i ich tożsamość narodową. Pytam zatem: co to Waszym zdaniem oznacza? Że Polacy nie mogą wybierać, jak chcą? Wam się nie pomyliły przypadkiem epoki? Wam się znów marzy jakaś kolonizacja. Mówicie ciągle o szacunku i o tolerancji, a nie macie ich za grosz. Nie szanujecie i nie tolerujecie innych poglądów niż Wasze. Mówicie o demokracji, a nie potraficie uszanować wyniku wyborów demokratycznych. Mówicie, że zabijanie nienarodzonych dzieci to prawo człowieka. Nigdzie tak nie jest napisane, to jest Wasza haniebna manipulacja. Widać u Was polonofobię, chrystianofobię i hiperinflację pychy i arogancji. Wasze przekonanie o potrzebie kulturkampfu dobrze znamy już z historii i chcę Wam powiedzieć, że jeszcze raz się na to nie zgodzimy, dlatego że wiemy, do czego to doprowadziło: do najgorszego okresu w historii Europy. I nie wolno dzisiaj na to pozwolić. Europa musi być silna swoją różnorodnością i tolerować również państwa o profilu bardziej konserwatywnym.

 
  
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  Κωνσταντίνος Αρβανίτης, εξ ονόματος της Ομάδας The Left. – Κυρία Πρόεδρε, θέλω να επιστήσω την προσοχή στο ότι σήμερα, με το παρόν ψήφισμα, κύριε Επίτροπε, σύσσωμες οι πολιτικές δυνάμεις του δημοκρατικού τόξου, σας καλούμε να δράσετε και όχι να παίζετε καθυστερήσεις. Αν ήταν ματς του Euro, θα είχαν εγκαταλείψει τις εξέδρες οι θεατές. Και εδώ, να μην αρκεστούμε απλά σε μια διαπίστωση και σε περιγραφή του προβλήματος αλλά με όλα τα εργαλεία που διαθέτουμε να προστατεύσουμε το κράτος δικαίου με κάθε τρόπο, σε κάθε γωνιά της Ευρώπης. Χωρίς αστερίσκους και για όλες τις χώρες, για όλα τα κράτη μέλη, για όλα — και με κυρώσεις.

Θέλω να σας πω ακόμα ότι τα ατομικά κοινωνικά δικαιώματα εντάσσονται στον πυρήνα του κράτους δικαίου και στον πυρήνα ουσιαστικά αυτόν που αντιλαμβανόμαστε εμείς ως Ευρώπη. Ευρώπη της δημοκρατίας. Εδώ πλέον έχουμε συστηματική παραβίαση. Δημοσιογράφοι δολοφονούνται, μέσα μαζικής ενημέρωσης χτυπιούνται, δικαστές διώκονται. Εδώ, λοιπόν, υπάρχει ένα θέμα στον πυρήνα. Δεν μπορούμε να αφήνουμε, λοιπόν, αυτά έωλα, καθώς κάποιοι παίρνουν φόρα, και μιλώ για τον κύριο Orbán και τους φίλους του. Το Ευρωπαϊκό Κοινοβούλιο εισηγήθηκε, εργάστηκε. Η Ευρωπαϊκή Επιτροπή δεν μπορεί να είναι παράλληλο σύμπαν. Παρακαλούμε πάρα πολύ να προχωρήσετε.

 
  
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  Vladimír Bilčík (PPE). – Madam President, the rule of law is at the core of the European project. I therefore welcome the first rule of law report. This provides a good overview of a number of tasks – and, yes, problems – that we have to address in order to safeguard the rule of law in Europe.

There is one especially worrying issue, Commissioner. Free and independent media have been under increasing pressure across Europe. We must pay systematic attention to the protection of journalists through anti—SLAPP legislation and by guaranteeing the safety and security of journalists. We must fully resolve the crimes committed against them and bring to justice all the perpetrators of the murders of Ján Kuciak and Daphne Caruana Galizia.

Truth, facts and science are the basis of solid rule of law and sound democratic practice, and they must prevail in our public discourse too. We must devote greater support to financially stable and independent public media in Member States. We must also adopt European measures against the spread of manipulative disinformation, which is increasingly capturing our information space. So, Commissioner, I expect the Commission to pay particular attention to the media sector and to lead a more structured and thorough public dialogue on the most pressing rule of law challenges when the next report is published.

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  Juan Fernando López Aguilar (S&D). – Señora presidenta, comisario de Justicia, la Comisión LIBE que presido aprobó el informe de iniciativa de nuestro ponente Domènec Ruiz Devesa con una amplia mayoría: cuarenta y nueve votos a favor, diez en contra y cuatro abstenciones; es un mensaje contundente de respaldo a los contenidos valorativos de esta primera ocasión en que la Comisión cumple un mandato, que le dio también la Comisión LIBE, el de establecer un marco del Estado de Derecho que, con carácter objetivo, permanente, regular en el tiempo y sobre todo preventivo, examine a los veintisiete Estados miembros. Y los mensajes de este informe están dirigidos a mejorar el que venga en 2021 y los sucesivos, incluyendo el espectro de la lucha contra la corrupción y el compromiso con el pluralismo informativo.

Pero hay un segundo mensaje, el de que la valoración preventiva de la legislación de los veintisiete Estados miembros no puede difuminar, ni menos aún disminuir, la presión con respecto de aquellos Estados miembros que se han situado de forma contumaz en violación sistémica del Estado de Derecho en la Unión Europea: Hungría y Polonia, señalados por el procedimiento del artículo 7, que ha sido votado con amplia mayoría también en este Parlamento Europeo. Resulta particularmente intolerable esta última agresión a los valores de la Unión perpetrados por Hungría en esa ley anti-LGTBI que representa una ofensiva contra el artículo 21, que consagra la no discriminación por razón de orientación sexual como un derecho fundamental de todos los europeos.

Ahora que se pone en marcha la Conferencia sobre el Futuro de Europa, solo podemos esperar que la Unión Europea que queremos del futuro sea capaz de prevenir y corregir con mayor eficacia a todo Estado miembro que desafíe abierta y flagrantemente los valores del Estado de Derecho y el Derecho de la Unión desobedeciendo una y otra vez las sentencias del Tribunal de Justicia.

 
  
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  Gwendoline Delbos-Corfield (Verts/ALE). – Madame la Présidente, la Commission européenne et le Parlement européen produisent désormais un rapport annuel sur l’état de droit dans l’Union et c’est indispensable. Les États membres au Conseil commencent aussi à prendre un peu plus l’habitude de traiter de ces sujets et de s’interroger sur la dégradation de l’état de droit dans certains pays.

Enfin! On ne peut que regretter toutes ces années où les questions de taux d’intérêt et de banque étaient principales à l’agenda politique, bien loin devant la préoccupation pour les droits et les libertés des citoyennes et des citoyens dans ce qui devraient être des démocraties européennes saines et sûres.

Mais si tout cela se discute de manière très générale et très abstraite, sans jamais citer de noms et de détails, sans jamais proposer de recommandations, sans jamais anticiper les sanctions qui pourraient rendre tout cela efficace et sans distinguer les différents niveaux de détérioration selon les pays, alors ce serait un non-sens et une honte.

Corruption, censure des médias, mise au pas des juges, violences policières, mise au ban de certaines communautés, tout cela, ce ne sont pas des sujets légers pour des conversations badines autour d’un café.

 
  
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  Catherine Griset (ID). – Madame la Présidente, l’état de droit: si ces trois mots évoquent le respect de la loi, ils cachent ici, dans cette assemblée, une idéologie autocratique. Ils tournent en dérision la démocratie et servent d’alibi à de graves atteintes à la souveraineté des États.

Le texte dont nous discutons aujourd’hui, même s’il ne le dit pas explicitement, n’a qu’un objectif: servir de base aux attaques les plus sournoises contre les gouvernements de deux États membres, pourtant largement élus et réélus par leurs peuples respectifs. Il s’agit bien sûr de la Pologne et de la Hongrie.

Idéologie autocratique, d’abord, car vous ne supportez pas que les peuples aient une vision de la famille, de leurs racines et de leur identité qui soit différente de votre idéologie progressiste. Dérision de la démocratie, ensuite, car ces politiques que vous dénoncez, et que nous soutenons, de refus des migrants et de défense des valeurs ayant fait la civilisation européenne, sont voulues par les peuples. Atteinte à la souveraineté des États membres, enfin, car c’est aux nations et aux nations seules, qu’il appartient de choisir leur modèle.

À nos amis polonais et hongrois, nous disons: tenez bon. Aux instances bruxelloises, nous voulons rappeler, comme le disait le général de Gaulle: «la Cour suprême, c’est le peuple».

 
  
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  Siegfried Mureşan (PPE). – Madam President, the rule of law is without any doubt one of the areas where the citizens expect the European Union to deliver. People expect that the institutions of the European Union protect our values and fundamental rights. When the rule of law functions, our citizens can trust that their rights are being respected and our democracies are being protected. With the rule of law, we can guarantee the legal order of the Union.

Today we are discussing again the rule of law. We should, of course, not only discuss the rule of law, but also actively defend it through the permanent and comprehensive mechanism that can be activated without delay. This mechanism needs to be objective and it needs to be, of course, beyond any political control.

We are all equal in the face of the rule of law, no matter where we come from or what we do. That is why we cannot just condemn free and independent media when it is attacked, when pressure is put on national judges or civil society organisations are silenced.

Any condemnation and breach of the rule of law must be followed by concrete corrective benchmarks, deadlines and, if needed, also corrective measures and sanctions. The citizens of the Union expect that from us.

 
  
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  Петър Витанов (S&D). – Г-жо Председател, европейските граждани очакват от всички нас, включително и от Комисията, да защитаваме техните права, свободи и демокрацията тогава, когато е поставена под риск. Но възможно ли е да го направим в една ситуация, когато все по-често виждаме докъде водят конюнктурните съображения на едно политическо семейство, овладяло почти всички постове в Европейския съюз?

Комисията твърде дълго си затваряше очите пред премиери от ЕНП, които тежко злоупотребяваха с властта, обграждаха се от олигархични кръгове, които купуваха с европейски средства. Затова днес върховенството на закона е мираж не само за една страна и емблематичен случай в България. Докато Комисията описваше ситуацията или по-скоро я прикриваше чрез витиевати фрази и характерни брюкселски клишета, САЩ наложи най-големия пакет санкции за един ден по закона "Магнитски" срещу група бизнесмени. Причината: корупция. Онази, която остана незабелязана тук, в Брюксел. И затова въпросът ми към Комисията е следният: след 12 години управление на ГЕРБ и ЕНП в България, кого са корумпирали тези бизнесмени? Надявам се най-сетне да видим отговор в следващия доклад за България.

 
  
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  Isabel Wiseler-Lima (PPE). – Madame la Présidente, Monsieur le Commissaire, l'état de droit est un des fondements de nos démocraties. Que celui-ci soit respecté dans l'Union européenne n'est pas une option, c'est une absolue nécessité. Le premier rapport annuel sur l'état de droit dans l'Union est donc d'une primordiale importance. Quelle crédibilité avons-nous quand nous parlons d'atteintes à la démocratie dans le monde, si nous ne sommes pas à même d'avoir notre propre maison en ordre? Mais surtout, nous ne pouvons permettre, si nous voulons continuer à être des démocraties, des entorses graves à l'état de droit.

Le respect de l'état de droit inclut une justice indépendante et égale pour tous. Il inclut la liberté d'expression et de la presse. Or, le rapport de la Commission montre que la situation des journalistes dans l'Union européenne est loin d'être ce qu'elle devrait être, que l'indépendance de la justice n'est garantie ni en Hongrie, ni en Pologne. Et d'autres pays doivent également faire des progrès en matière de combat contre la corruption.

Un état des lieux est nécessaire, mais insuffisant. Au delà, il faut maintenant que la Commission indique les actions à entreprendre par les pays concernés et les conséquences pour ceux pour qui les entorses font manifestement partie d'un système institutionnalisé. C'est également pour cette raison que nous avons demandé un mécanisme interinstitutionnel de surveillance, en lien avec la conditionnalité budgétaire.

 
  
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  Tomáš Zdechovský (PPE). – Paní předsedající, vážený pane komisaři, vážené dámy, vážení pánové, dovolte mi vám říci jednu věc. Ten, kdo spí v demokracii, probudí se pod rukou diktátora. Úcta k lidským právům je totiž alfa i omega našeho systému, a pokud je nebudeme bránit, pokud nebudeme bránit nezávislou justici, nezávislá média, svobodu slova, tak se do této diktatury brzy dostaneme. A proto je důležitá tato zpráva o stavu právního státu v evropských zemích. Nikde ten boj nemáme vyhraný. Není to jedna, dvě nebo tři země. Jsou to všechny země Evropské unie a my všichni jsme povinni jako demokratičtí politici hlídat právo a spravedlnost v našich zemích a demokratické principy. A k tomu, ať jsme silní, nám dopomáhej Bůh.

 
  
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  Traian Băsescu (PPE). – Doamna președintă, mecanismul de cooperare și verificare pentru Bulgaria și România a fost instituit în anul 2007 și continuă în prezent. La 14 ani distanță, Comisia Europeană propune un sistem de monitorizare a statului de drept, care include toate statele membre. Este evident că cele două instrumente sunt similare, inclusiv modalitatea de funcționare este similară, constând în rapoarte anuale de evaluare bazate pe colectarea informațiilor din surse oficiale, dar și din societatea civilă.

Trebuie evitate suprapunerile dintre mecanismele de evaluare la care sunt supuse statele membre, în virtutea principiilor cooperării loiale și a egalității de tratament. Solicit includerea în textul proiectului de rezoluție a propunerii făcute de Comisia PETI în punctul 8 al avizului transmis Comisiei LIBE, și anume solicitarea de a se pune capăt mecanismului de cooperare și verificare pentru România și Bulgaria.

 
  
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  Didier Reynders, membre de la Commission. – Madame la Présidente, je voudrais vous remercier, Mesdames et Messieurs les députés, pour le débat que nous venons de tenir sur un nouvel outil concernant l’état de droit, le rapport annuel qui va devenir une habitude d’année en année et qui vise avant tout à installer une culture de l’état de droit partout dans l’Union européenne. C’est la raison pour laquelle le débat n’a pas seulement lieu ici, il doit avoir lieu dans chacune des institutions, mais aussi dans les sociétés nationales, sociétés civiles de chacun des États membres, comme dans les parlements nationaux.

Je voudrais, en fonction des remarques sur la situation, notamment concernant les droits fondamentaux ou des situations spécifiques, à nouveau vous assurer que la Commission reste déterminée à avoir recours, dès que nécessaire, à tous les outils, y compris les autres outils, par rapport à ce que nous avons débattu aujourd’hui, qui sont à sa disposition, comme les procédures d’infraction, les procédures article 7 ou le mécanisme de conditionnalité en vigueur depuis le 1er janvier dernier, afin d’apporter une réponse efficace et proportionnée à toute atteinte au respect de l’état de droit au sein de l’Union.

La Commission reste également pleinement engagée en faveur d’un dialogue interinstitutionnel en matière d’état de droit et se réjouit de continuer à échanger avec le Parlement au sujet du rapport annuel sur l’état de droit. Le prochain, comme je l’ai annoncé, sera publié en juillet. Et je suis, je vous le répète, à votre entière disposition pour échanger sur le prochain rapport et surtout, si vous le souhaitez cette fois, pour échanger sur les chapitres nationaux.

Cela n’a pas été possible après le premier rapport, mais si vous souhaitez changer d’attitude et envisager une discussion sur les 27 chapitres nationaux, je suis à votre disposition pour revenir sur les remarques ponctuelles ou plus systémiques que nous avons formulées dans le premier rapport et surtout revenir sur les réponses qui ont été apportées ou non par les États membres et voir quelles sont les conclusions à en tirer. Parce que, c’est vrai, il n’y a peut-être pas de recommandations formelles dans le rapport que nous vous avons présenté, mais il y a, malgré tout, des conclusions très claires qui indiquent le chemin à suivre par les États membres. Donc, si vous le souhaitez, nous pourrons revenir non seulement sur le débat général, mais sur le débat concernant les différents chapitres.

Bien entendu, je compte aussi sur votre soutien pour que le dialogue se poursuive avec les parlements nationaux comme avec les sociétés civiles, tant sur les chapitres nationaux que sur l’évolution de l’état de droit dans l’ensemble de l’Union.

Je vous remercie en tout cas pour vos remarques, pour vos observations et pour la manière dont nous allons continuer à travailler ensemble.

 
  
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  Puhemies. – Keskustelu on päättynyt.

Äänestys toimitetaan torstaina 24.6.2021.

Kirjalliset lausumat (171 artikla)

 
  
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  Λευτέρης Χριστοφόρου (PPE), γραπτώς. – Η Ευρωπαϊκή Ένωση θεμελιώθηκε πάνω σε αρχές και αξίες. Η ειδοποιός διαφορά της Ευρωπαϊκής Ένωσης - και για αυτό είμαστε περήφανοι - είναι το γεγονός ότι από όλες τις χώρες του πλανήτη και από όλους τους οργανισμούς, η ΕΕ προασπίζεται αυτές τις αρχές και τις αξίες και επιπρόσθετα η ΕΕ εδράζεται στις αρχές του κράτους δικαίου. Είναι αδιανόητο και απαράδεκτο να υπάρχει κράτος μέλος της Ευρωπαϊκής Ένωσης που παραβιάζει αυτές τις αρχές και τις αξίες γιατί είναι σαν να ακυρώνει την Ευρωπαϊκή Ένωση. Οι φορολογούμενοι Ευρωπαίοι πολίτες δεν θα δέχονταν ποτέ να δίνεται έστω και ένα ευρώ σε χώρες οι οποίες παραβιάζουν τις αρχές της Ευρωπαϊκής Ένωσης. Οι αρχές της Ευρωπαϊκής Ένωσης όμως δεν παραβιάζονται μόνο εντός της Ευρωπαϊκής Ένωσης, αλλά και εκτός. Εδώ έχουμε μία χώρα, την Τουρκία, με προνομιακή σχέση με την Ευρωπαϊκή Ένωση, που δυστυχώς τα ευρώ των Ευρωπαίων φορολογουμένων πάνε σε αυτή τη χώρα. Η Τουρκία αποτελεί, από μόνη της, τον ίδιο τον ορισμό της παραβίασης των αρχών και αξιών της Ευρωπαϊκής Ένωσης, του ευρωπαϊκού και διεθνούς δικαίου. Αν ερωτηθούν οι Ευρωπαίοι φορολογούμενοι αν πρέπει σε αυτή τη χώρα, την Τουρκία, να υπάρχει οποιαδήποτε χρηματοδότηση η απάντηση, από τους Ευρωπαίους πολίτες, θα είναι καθολικά όχι.

 
  
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  Ангел Джамбазки (ECR), в писмена форма. – В Европейския парламент все по-често говорим за върховенството на закона. Това, което прави Европейската Комисия с този доклад, е нарушаване на договорите и осъществяване на политически натиск над неудобните държави. Мнозинството в този Парламент прие дори механизъм, който уж да следи за спазването на върховенството на закона, но вместо това ще бъде използван политически, за да санкционира държавите, които отказват да прилагат ултралибералните леви идеи в обществата си. Вие, колеги от мнозинството, потъпкахте Договорите за ЕС, вие потъпкахте върховенството на закона, но лицемерно атакувате легитимно избраните правителства на Полша и Унгария по тази тема.

Нека не забравяме, че мракобесният комунистически режим също се уповаваше на един вид „върховенство на закона“ и без свян налагаше чл. 58, който включваше много точки - от предателство и антисъветска пропаганда до шпионаж и др. По същия начин вие атакувате суверенните национални държави заради закони, които са изключителна компетентност на държавите членки и по никакъв начин не нарушават Договорите за ЕС, нито други международни договори. Днес вие искате да има едно европейско КГБ, което да преследва „непослушните“ държави заради това, че защитават традициите, ценностите и вярванията си. Ние сме срещу вашата болшевишка диктатура, срещу диктата на чиновниците от Брюксел над нашите национални държави! Благодаря.

 
  
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  Balázs Hidvéghi (NI), írásban. – Jól megszoktuk már, hogy a baloldali-liberális fősodor a jogállamiság fogalmát használva folytat ideológiai hadjáratot azokkal szemben, akik nem értenek egyet velük. Ennek egyik fő eszköze lett az Európai Bizottság által kiadott éves jogállamisági jelentés, amely elvileg a tagállamok pártatlan értékelésére hivatott. De mi is valójában ez a jelentés? Nem más, mint egy baloldali-liberális ideológiát magukénak valló, külföldről irányított, európai szinten kiterjedt hálózatot alkotó álcivil szervezetek gondosan összerakott vádirata. A jelentésben foglaltak ezen elfogult álcivil szerveztek megállapításain alapulnak, az ő véleményüket tükrözik, majd mindezek alapján minősítik a demokratikusan megválasztott tagállami kormányokat.

És mit akar tenni ezzel a jelentéssel az Európai Parlament? A saját logikája szerint szeretné továbbfejleszteni, hogy jogi és pénzügyi eszközökkel büntethesse azokat a tagállamokat, akik másképp gondolkodnak. Az EP-jelentés szövege nyilvánvaló hazugságokat tartalmaz. Nem véletlen, hogy pont Magyarország és Lengyelország kerül a hazugságok célkeresztjébe. A képletet már jól ismerjük: azokat büntetnék, akik más véleményen vannak: akik elutasítják a bevándorlást, más elképzeléseket fogalmaznak meg Európa jövőjéről, felszólalnak a genderideológia ellen. Az ilyen politikailag elfogult és egyoldalú jelentések azonban nem szolgálják Európa érdekét. Csak aláássák az Unió egységét és törésvonalakat hoznak létre a tagállamok között. Ezért az EP jelentését határozottan elutasítom.

 
  
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  Łukasz Kohut (S&D), na piśmie. – Zgadzam się z każdą tezą sprawozdania przygotowanego przez posła Domèneca Ruiz Devesa. Naciski polityczne stosowane na Węgrzech i w Polsce w celu powstrzymania sądów krajowych od wszczynania przed Trybunałem Sprawiedliwości Unii Europejskiej postępowań o wydanie orzeczenia w trybie prejudycjalnym zgodnie z art. 267 TFUE trzeba potępić. Zdecydowanie i bez zgniłych kompromisów. Uniemożliwienie sędziom krajowym zwracania się do Trybunału Sprawiedliwości Unii Europejskiej z pytaniami o wymogi UE dotyczące niezależności sądów to praktyka sprzeczna z prawem Unii. Niestosowanie się do wyroków TSUE to prawny bandytyzm. To już nie jest exit w białych rękawiczkach. To HunExit i PolExit w biały dzień. Musimy to powstrzymać. Wszyscy, którym zależy na demokracji, prawach człowieka. Na powodzeniu europejskiego projektu.

Komisja musi niezwłocznie podjąć zdecydowane kroki wobec rządów Polski i Węgier. Już nie ma czasu. Jako Parlament, demokratyczna reprezentacja europejskiego vox populi, nie mamy żadnych wątpliwości, że to jest konieczne. W obronie praw i wolności wszystkich mieszkańców Unii Europejskiej.

 
  
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  Leszek Miller (S&D), na piśmie. – Sprawozdanie Komisji jest pierwszym z cyklu corocznych sprawozdań na temat stanu praworządności w Unii i państwach członkowskich. Obejmuje cztery filary: wymiar sprawiedliwości, ramy antykorupcyjne, pluralizm mediów oraz mechanizmy kontroli i równowagi władz. W sprawie Polski zastrzeżeń nie budzi jedynie polityka antykorupcyjna. W pozostałym zakresie jesteśmy, niestety, na cenzurowanym. Kluczowe są obawy o stan praworządności związane z atakiem na sądownictwo i niezawisłość sędziowską. Wbrew powtarzanym zapewnieniom polskiego rządu, w Europie wszyscy wiedzą, jaka jest prawda i doskonale zdają sobie sprawę, czemu służyło powołanie Izby Dyscyplinarnej, czy powołanie do Trybunału Konstytucyjnego sędziów-dublerów. Wezwanie przez Komisję polskiego premiera, żeby wycofał wniosek z TK kwestionujący pierwszeństwo prawa UE i skuteczność orzeczeń TSUE nie wzięło się znikąd. Komisja doskonale wie, że po zawłaszczeniu przez rządzącą większość Trybunału Konstytucyjnego stał się on instytucją fasadową, a osoby wybrane na obsadzone już miejsca sędziami po prostu nie są. Tak wypowiedział się ostatnio Europejski Trybunał Praw Człowieka (sprawa Xero Flor) i nie chcę być złym prorokiem, ale wyrok ten będzie brzemienny w skutki. Strasburskie orzecznictwo określa też unijny standard ochrony praw podstawowych, dlatego jeśli w najbliższym czasie polski TK z sędziami-dublerami w składzie zakwestionuje prymat prawa UE, wówczas wejdziemy na niebezpieczną ścieżkę mogącą prowadzić do polexitu.

 
  
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  Csaba Molnár (S&D), írásban. – Tisztelt Elnök úr! Nyugodtan kijelenthetjük, hogy Európa vészhelyzetet hirdethet a jogállamiság értékének tiszteletben tartását illetően. Az Európai Bizottság tavaly szeptemberben hozta nyilvánosságra első jogállamisági jelentését, amely erre a vészhelyzetre reagál azzal, hogy minden tagállamban megvizsgálja az igazságszolgáltatási rendszer függetlenségét, a média szabadságát, a korrupcióellenes mechanizmusokat, valamint a demokratikus fékek és egyensúlyok működését. Ez az éves jelentés egy fontos lépés az Európai Unió jogállamisági mechanizmusainak megerősítése felé és az Európai Unióról szóló szerződés (EUSZ) 7. cikk szerinti eljárás kiegészítő eszközeként is tekinthető.

Sajnálatos módon 2010 óta a magyar kormány vezető szerepet játszik e jogállamisági vészhelyzet felerősítésében. Hiába a 2018-ban megindított 7. cikk szerinti eljárás, az elmúlt három évben drasztikusan romlott a jogállamiság és a demokrácia helyzete Magyarországon. Az elmúlt hónapokban a közvagyon magánalapítványokba történő kiszervezésétől egészen a legutóbbi, LMBTQI közösségeket negatívan diszkrimináló törvényjavaslat elfogadásáig, az EUSZ 2. cikkében felsorolt értékek folyamatos és szisztematikus megsértése történik. Amikor a jogállamiságért küzdünk, akkor az állampolgárainkért küzdünk, hogy az állami hatalom visszaélését megakadályozzuk. Éppen ezért fel kell gyorsítani a jogállamisági eljárás lefolytatását, hogy a szisztematikus jogsértések megállapítását követően rögtön megszűnjenek az állampolgárok jogait csorbító kormányzati intézkedések. Mi, európai demokraták tehát az Orbán-kormány leváltásáért és a jogállamiság visszaállításáért küzdünk. Hiszen Orbán nem egyenlő Magyarországgal!

 
  
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  Tom Vandenkendelaere (PPE), schriftelijk. – De rechtsstaat vormt de ruggengraat van onze democratie. Met dit jaarverslag wil de Europese Commissie preventief aan de slag met de lidstaten om problemen op het vlak van de rechtsstaat in kaart te brengen en samen oplossingen te vinden. Dat is een goede en nodige zaak. Maar laat ons eerlijk zijn. Sommige lidstaten zijn het stadium van de preventieve dialoog allang voorbij. Hongarije bewees met de anti-LGBTIQ-wetgeving dat het zich nogmaals afzet tegen het Europees project en verder afzakt naar een antipluralistische samenleving met steeds minder ruimte voor een goed functionerende rechtsstaat. De Europese Commissie KAN niet alleen meer doen, ze MOET dat ook doen. Burgers moeten er immers op kunnen rekenen dat hun rechten gevrijwaard worden door Europa. Ik roep de Europese Commissie op om niet langer te treuzelen. Treed op tegen lidstaten die de rechtsstaat niet respecteren, hetzij door inbreukprocedures, hetzij door artikel 7, hetzij via de Verordening betreffende een algemeen conditionaliteitsregime ter bescherming van de Uniebegroting. Voeg daden bij uw woorden en bescherm onze burgers, wie ze ook zijn, waar dan ook in Europa.

 

19. Zprávy o Bosně a Hercegovině za roky 2019–2020 (rozprava)
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  Puhemies. – Esityslistalla on seuraavana Paulo Rangelin ulkoasiainvaliokunnan puolesta laatima mietintö Bosnia ja Hertsegovinaa koskevista vuosien 2019 ja 2020 komission kertomuksista [2019/2171(INI)] (A9-0185/2021).

 
  
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  Paulo Rangel, rapporteur. – Madam President, Bosnia and Herzegovina is, by history and geography, at the heart of Europe. Ethnic and religious diversity is at the core of the European Union’s DNA, and so the future integration of Bosnia and Herzegovina could not be more natural. The European Parliament is a strong supporter of Bosnia and Herzegovina’s European path. We want Bosnia and Herzegovina to progress in its way to the European Union and fully commit to the genuine reconciliation that warrants the democratic and multicultural character of Bosnia and Herzegovina.

It is clear that deep reforms are still to be implemented in order for Bosnia and Herzegovina to reach their aspired candidate status. However, taking into account the particularly acute situation caused by COVID—19, some progress was made, and here let me underline the elections in Mostar. For 12 years, people were not able to vote in local elections and the city was left without a local government. Last year, political leaders found ground for compromise and Mostar citizens were heard last December. Furthermore, our parliamentary dialogue was finally re—established. After years of not being able to meet, the EU—Bosnia and Herzegovina Stabilisation and Association Parliamentary Committee finally met last week, and we were able to restart an essential parliamentary cooperation.

There is a lot to do regarding the implementation of the 14 key priorities. We know that it’s a long way. Nonetheless, I truly believe that Bosnia and Herzegovina can achieve more and deliver faster results. To give one example – a good one – authorities have started the debate on the constitutional and electoral reform. We know how demanding such changes are, but if there is political will and commitment they will be able to succeed.

I hope – we hope – that this work, with the support of the European Union and the United States, can bring the Constitution and electoral law into line with EU standards before the 2022 general elections, ensuring an adequately diverse political representation at all levels of governance. It is high time for all constituent peoples and all citizens in Bosnia and Herzegovina to have their democratic representation fully ensured, complying with European Court of Human Rights decisions and European standards in this very sensitive area. It is possible and it is feasible. Again, it is a matter of will.

Bosnia and Herzegovina is not the only multi—ethnic state in Europe. Future reform must guarantee absolute respect for the multicultural and pluralistic nature of the country, whilst ensuring a functional and viable democracy where all the peoples and all the citizens are equal. A solution must be found within a broad and inclusive debate and dialogue in the country, having in mind that, for it to be possible and sustainable, all the three peoples must embrace it.

Let me kindly and humbly remind you that all leaders and authorities must be clear when explaining the advantages of EU integration and make sure our support is known by the people, namely the economic recovery assistance and the efforts to create better conditions for young people to stay in the country.

Continuing efforts on meaningful, genuine reconciliation with the troubled past of Bosnia and Herzegovina are crucial. You know that there is a particular field which we all must work on: education. A reform of the education system must take place, namely by warranting equal education for all children and young people, ending any segregation. It’s never too much to say: rule of law reforms are urgent. There has been no progress in the judicial area, which deeply undermines society’s trust in the institutions.

The fight against corruption must be a focus of all authorities. Effective and comprehensive country—wide human rights and anti—discrimination strategies, as well as measures against interfaith and inter—ethnic intolerance are also needed, especially when talking about vulnerable minorities.

We know that migratory pressure is a matter of great concern for all of us. Better coordination and burden sharing should be ensured across the country to build up the capacities to manage the thousands of migrants and asylum seekers. I am also thinking of the brain—drain on the economy and of the citizens of Bosnia and Herzegovina.

This resolution is also an act of faith. We believe in the Bosnian peoples and citizens. We believe in Bosnia and Herzegovina, and we believe in the European vocation and future of Bosnia and Herzegovina.

 
  
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  Ana Paula Zacarias, President-in-Office of the Council. – Madam President, honourable Members, Commissioner, allow me to begin in Portuguese since I would like to congratulate the rapporteur Paulo Rangel in my national language.

– Senhor Deputado, gostaria de começar por manifestar o meu reconhecimento pelo seu trabalho e empenho enquanto relator deste importante relatório sobre a Bósnia e Herzegovina.

A Presidência Portuguesa do Conselho investiu uma importante dose de energia política no dossiê do alargamento e no processo de estabilização e associação, e ontem tivemos a ocasião de debater o tema no Conselho de Assuntos Gerais, no Luxemburgo, e organizar as primeiras conferências intergovernamentais políticas com o Montenegro e com a Sérvia ao abrigo da nova metodologia do alargamento. Além disso gostaria de saudar aqui o importante acordo alcançado com o Parlamento Europeu, em sede do trílogo sobre o Regulamento IPA III, um instrumento que esperamos possa entrar em aplicação nos próximos meses, apoiando os países beneficiários, incluindo a Bósnia e Herzegovina.

I will switch now back to English to recall our unequivocal commitment to Bosnia and Herzegovina’s European perspective as a single, united and sovereign country. That said, the country’s progress towards the European Union depends on its efforts to comply with the required membership criteria. The country needs to fulfil the 14 key priorities identified in the Commission’s opinion endorsed by the Council in 2019.

The Council has urged all political actors to overcome divisive and secessionist rhetoric rooted in the past, to end the glorification of convicted war criminals and to demonstrate full cooperation with international tribunals by respecting their decisions. The recent final decision on the Mladić case is important also in this context.

Overall, Bosnia and Herzegovina has achieved limited progress on reform over the past year, despite some new momentum and some positive steps taken recently. The Council shares the rapporteur’s assessment that it is now necessary to start addressing reforms aimed at fundamentally improving the legislative and institutional framework and to comply with the requirements for EU membership in several areas. It is also of particular relevance to improve the functioning of the judiciary and the fight against organised crime and corruption.

While we welcome last year’s holding of the first local elections in Mostar since 2008, as you mentioned, further constitutional and electoral reforms are needed to ensure the equality and non—discrimination of citizens. In this regard, we noted that the constitution remains uncompliant with the European Convention on Human Rights.

The Council also shares your position that Bosnia and Herzegovina should take the necessary steps to guarantee freedom of expression and media freedom and ensure the protection of journalists. A safe and enabling environment for civil society is essential to ensure the necessary support to the reforms to the European path.

The Council has welcomed Bosnia and Herzegovina’s continued active participation in missions and operations under the common security and defence policy. However, we are seriously concerned that the country’s rate of alignment with the common foreign and security policy has dropped this year.

The impact of COVID—19 has led to a sharp drop in economic activity in Bosnia—Herzegovina and in the region, with a severe impact on social cohesion and on the most vulnerable groups. The Union will continue to provide much-needed assistance in the Western Balkans, including to Bosnia and Herzegovina, and all the three institutions remain committed to further cooperation with and support to our partners in the region.

 
  
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  Olivér Várhelyi, Member of the Commission. – Madam President, honourable Members, dear rapporteur Rangel, this debate is the last in the series discussing the reports of 2019-2020 of the Commission enlargement packages, concluding a very intensive period of exchanges we had over the past months on a range of issues.

In this context, before turning to Bosnia and Herzegovina, let me first thank the two co—rapporteurs, Željana Zovko and Tonino Picula, as well as the whole EP negotiating team for the work on the Instrument for Pre—Accession Assistance, also known as IPA III, because the political deal we reached at the beginning of this month is a balanced compromise on an important instrument that will deliver assistance to the enlargement region and allow us to kick—start the implementation of the economic and investment plan for the Western Balkans.

The plan will upgrade infrastructure, support businesses and accelerate the green and digital transformation of the Western Balkans. For Bosnia and Herzegovina, this means investments in key infrastructure such as the Corridor Vc highway and railway, road connections to Serbia and Montenegro, and gas and electricity transmission networks with neighbouring countries. The demining of the River Sava will also help boost inland waterway trade and to get over the past of the Balkan wars.

During the last plenary debates, I gave you a short update on our COVID—19 assistance to our Western Balkan partners, so let me provide you with some figures regarding Bosnia and Herzegovina. Since the beginning of the pandemic, we redirected EUR 80.5 million in grants for immediate needs and socio—economic response to the pandemic. We also secured macro—financial assistance of EUR 250 million under very favourable loans, and it was ratified by Bosnia and Herzegovina just recently, on 9 June.

The continued delivery of EU—funded vaccines is a sign of EU solidarity. With the support of Austria we are delivering 651 000 doses of COVID—19 vaccines from Pfizer. Out of this, 213 822 Pfizer BioNTech doses are arriving in Bosnia and Herzegovina in regular tranches from May to August. They will help to immunise frontline healthcare workers and other vulnerable groups.

COVAX, which we support financially, has also been steadily delivering doses – 191 000 doses so far to Bosnia and Herzegovina only. Additionally, the country also received 30 000 doses from Croatia and 4 500 doses from Slovenia. We will not stop here, and we will continue mobilising more and more EU Member States to share additional vaccines as soon as they become available. Several Member States have already announced upcoming donations to vaccines to the Western Balkans.

Honourable Members, let me now turn to the Bosnia and Herzegovina report. First, I would like to thank our rapporteur, Mr Rangel, for the hard work and continued commitment towards that country. Since the last European Parliament report on Bosnia and Herzegovina in 2018, the Commission adopted in 2019 its opinion – an analytical report on the country’s application for EU membership – identifying 14 key priorities to be fulfilled ahead of opening accession negotiations. The EU Council endorsed these key priorities in December 2019, and the Commission reported for the first time on their implementation in its enlargement package only last year. We will report again on them this autumn, of course.

Bosnia and Herzegovina has made some significant steps on its EU path, but most substantive issues remain pending. As I have told the political leaders of Bosnia and Herzegovina over the past year, we in the Commission are ready to deliver, including on candidate status, provided that Bosnia and Herzegovina also delivers with results on fulfilling the 14 key priorities. I keep my promise. If Bosnia and Herzegovina’s leaders deliver, we are delivering.

The country should make the most of the months ahead to demonstrate that it takes EU integration seriously. That includes launching a debate on constitutional reform, especially electoral reforms and the adoption of judicial reforms.

As other EU candidate countries before it, Bosnia and Herzegovina needs to amend its constitution to comply with the requirements of EU membership. This means compliance with the European Court of Human Rights’ rulings and ensuring equal representation in the country for all. It also means ensuring the functionality of state institutions so that they are able to effectively participate in EU decision—making and to enforce the EU acquis. This is an ambitious task that cannot be delayed any further.

The reform is difficult and sensitive and will need the constructive engagement of all political leaders to make it a success. In this regard, it should be acknowledged as a first step in the right direction that the Interagency Working Group started discussing electoral constitutional reforms in May this year. The working group provides a forum for inclusive and transparent discussions.

Regarding the rule of law, several reforms are pending as concerns integrity of the judiciary, more precisely amendments to the law on the High Judicial and Prosecutorial Council, as well as concerning the conflict of interest and public procurement. This package of laws is about aligning with EU acquis and preventing corruption. We expect all parties to support it to demonstrate that they are serious in their commitments. To advance on its EU path, the political leaders also need to put a stop to negative rhetoric and denial of war crimes and genocide, which is unacceptable.

Finally, let me reiterate that Bosnia and Herzegovina’s future is within the EU as a single, united and sovereign country. The divisive rhetoric of the past months needs to stop. Political representatives must focus on the much needed reforms to recover from the pandemic and on the changes that Bosnia and Herzegovina citizens are expecting.

 
  
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  Željana Zovko, on behalf of the PPE Group. – Madam President, I should like to thank the Commissioner very much for his nice words on adopting IPA III. Yes, it is a very good instrument that might help the Western Balkans and maybe Bosnia and Herzegovina.

In one minute, it is very difficult to say what will be the future of Bosnia and Herzegovina. I have here a colleague, Klemen Grošelj, who shared the same past 30 years ago. Milošević tried to abolish one people – a few people; we know how it resulted. There are some in this Parliament who are trying to abolish constituent people from Bosnia and Herzegovina. Reality. I’m just warning you, once this resulted in a really bad tragedy. Now people are leaving, young people are leaving. It’s quite a shame that we are going against resolutions. Six years we were trying to put Bosnia and Herzegovina on the real path. If the constituent people concept is taken out of this resolution, I must say that we have not learned anything in these 30 years. And it’s a real shame.

I’m a girl from Mostar, and in the memory of Cutileiro, maybe the Portuguese delegation should remember what he tried to do.

 
  
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  Dietmar Köster, on behalf of the S&D Group. – Madam President, Bosnia and Herzegovina belongs to Europe. Therefore we are calling on the Member States to finally grant Bosnia and Herzegovina candidate status.

Parliament’s report assesses that Bosnia and Herzegovina has made some progress, but there is still some way to go. The country must overcome its ethnic tensions. We underline the need for constitutional and electoral reforms to eliminate corruption. We must strengthen media freedoms, civil rights and fundamental rights for all. No discrimination against people because of their ethnicity, gender or sexual orientation can be accepted. We are fighting for a prosperous Bosnia and Herzegovina with strong social cohesion and social justice that will improve the everyday life of the ordinary people. Bosnia and Herzegovina needs a public administration reform so that the different levels of state can function properly.

I urge the authorities for progress regarding the situation of the refugees who are stuck in Bosnia and Herzegovina. They must be treated in line with international norms. Sanitary facilities, food supply, access to the health system and proper accommodation must be granted. And I want to be crystal clear: pushbacks and violating international law must be stopped at the external EU borders. In the end, I think we should adopt this report.

 
  
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  Klemen Grošelj, v imenu skupine Renew. – Gospa predsednica! Bosna in Hercegovina je posebna država, morda bi nekateri rekli celo kompleksna država. Predvsem je država, ki je utemeljena na mirovnem sporazumu iz Daytona in katerega prioriteta ni bila to, kako bo država delovala, ampak kako doseči mir. A kot priča pričujoče poročilo pred nami, ki ga bomo potrjevali, je država in tudi mi Evrpejci, Bosna in Hercegovina pred pomembno izbiro.

Ali bo to država, ki je utemeljena na etničnih in drugih delitvah, ali pa bo to država, katere prihodnost bo utemeljena na vrednotah in načelih, na katerih temelji Evropska unija, torej na načelih, s katerimi so evropski narodi presegli delitve preteklosti.

Prihodnost Bosne in Hercegovine je v Evropi. To je naša moralna odgovornost in politična priložnost. A zato so potrebne nujne reforme, strnjene v štirinajstih točkah Evropske komisije. Gotovo prva med njimi je celovita in vključujoča volilna reforma in spremembe ustave, ki morajo temeljiti na sodbah Evropskega sodišča za človekove pravice in drugih pristojnih mednarodnih in nacionalnih institucij. Nikakor pa si ne želimo sporazuma, ki bo podoben sporazumu, ki je omogočil mostarske lokalne volitve in ki je predvsem utrdil že obstoječe ter ponudil nove delitve.

Samo tako modernizirana in reformirana bo Bosne in Hercegovine država vseh svojih državljank in državljanov. To bo tudi država, ki bo trdno na poti v evropsko družino, ki jo pooseblja Evropska unija, in ki bo pretrgala vezi in pregnala duhove tragične prihodnosti. Predvsem pa bo preprečila ponovitev zgodovine, bodisi tiste izpred stotih let, ki se je odražala v prvi tragediji dvajsetega stoletja, bodisi tiste izpred tridesetih let, ki se je zaključila s srebreniškim genocidom.

 
  
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  Tineke Strik, on behalf of the Verts/ALE Group. – Madam President, I would like to thank the rapporteur for the report and the good cooperation. The future of Bosnia and Herzegovina belongs in the EU. I just heard Mr Várhelyi say that. But it’s also what the EU leaders promised already in 2003. But in reality, accession is still far away. We failed to resolve Dayton’s highly ineffective governance structure based on ethnic division and distrust. Strategy, guidance and courage is what we need now.

We can and should be the promoters of equality, democracy and the rule of law. Without a functioning democracy with equal rights for all and true involvement of civil society, Bosnia can never become an EU Member State. As a Parliament, we should therefore avoid any reference to privileged rights of the so-called ‘three constituent peoples’. For rebuilding trust in Bosnian society and politics, we must strongly reject and combat ethno-nationalistic rhetoric and policies and instead support constitutional changes and work towards the 14 key priorities and accession criteria.

I urge you, colleagues, let the Parliament’s voice be based on inclusion, democracy and trust instead of ethnic division and anti-democratic rhetoric.

 
  
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  Dominique Bilde, au nom du groupe ID. – Madame la Présidente, chers collègues, le prêt de 613 millions d’euros obtenu auprès d’un établissement chinois pour une centrale au charbon à Tuzla, et ce alors que cette industrie est encore largement subventionnée, rattache également la Bosnie-Herzégovine à la nouvelle route de la soie promue par Pékin au mépris des critères européens en matière énergétique.

Mais le plus inacceptable est le risque sécuritaire qu’implique, d’une part, le rapatriement des djihadistes, dont les Balkans recelaient la plus haute concentration d’Europe et, d’autre part, la crise migratoire en provenance notamment du Pakistan, avec pour corollaire l’infiltration de l’islam radical.

Si l’Union européenne s’enferre dans l’élargissement aux Balkans, en Bosnie-Herzégovine comme ailleurs le manque d’enthousiasme est patent. Qu’on en juge par l’attitude du membre bosniaque de la présidence tripartite du pays, qui condamnait la France dans l’affaire Charlie Hebdo et vantait la contribution d’Erdoğan à la stabilité de la région.

L’Union européenne, qui aura, pour la seule Bosnie-Herzégovine, fourni 1,19 milliard d’euros en fonds de pré-adhésion, ne retire donc rien de son investissement dans la région et d’un processus d’élargissement qui n’a plus lieu d’être.

 
  
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  Ruža Tomašić (ECR). – Poštovana predsjedavajuća, Bosna i Hercegovina je država nefunkcionalnih institucija.

Opće beznađe mogao je iskoristiti Europski parlament i pokazati da postoji netko tko sluša i radi na tome da volja svih građana Bosne i Hercegovine bude uvažena i ostvarena. Ali Parlament to nije u stanju zato što da biste nekoga čuli morate prvo prihvatiti njegovo postojanje. Parlament odbija prihvatiti činjenicu da je Bosna i Hercegovina tronacionalna država, da ima tri konstitutivna naroda i tako negira identitet onih koje bi trebao uvažavati i slušati. Da se parlament doista bavi slušanjem građana Bosne i Hercegovine, umjesto provođenja društvenih pokusa nad njima, onda bi znao da oni ne žele nikakvu regionalnu komisiju za ratne zločine, nikakav REKOM koji se ovdje preporučuje. Rezolucija potpuno ignorira Daytonski ustavni okvir i konstitutivne narode. Upravo to spada pod takozvanu protuustavnu retoriku na koju Parlament u točki 18. Rezolucije upozorava. Tko može vjerovati da ovaj visoki dom sluša građane ako ne sluša ni samoga sebe.

I na kraju, ako doista želite Bosnu i Hercegovinu u Europskoj uniji onda joj pomozite iskreno, transparentno, bez fige u džepu.

 
  
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  Fabio Massimo Castaldo (NI). – Signora Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, a più di 25 anni di distanza dagli accordi di Dayton la realtà è davanti agli occhi di tutti: pur rigettando le considerazioni inopportune e potenzialmente molto pericolose contenute nell'ormai celebre non-paper circolato recentemente, non possiamo nasconderci dietro un dito accettando questo precario status quo.

Senza soluzioni condivise da autorità politiche e società civile per elaborare una nuova costituzione, che sostituisca quel framework obsoleto dopo 25 anni e quindi totalmente anacronistico, sarà impossibile uscire dallo stallo nel quale versa la Bosnia-Erzegovina.

L'UE è pronta ad accompagnare la realizzazione delle quattordici priorità identificate dalla Commissione ma non dobbiamo avere la presunzione di imporle, perché il dialogo e le soluzioni si costruiscono anche e soprattutto facilitandole.

Accolgo con grande favore la proposta dell'executive board finalmente di accogliere i Balcani occidentali nella Conferenza sul futuro dell'Europa, per rinnovare quello slancio e quella promessa di prospettiva europea che spesso i nostri partner non hanno visto così decisa e così determinata come avrebbero dovuto.

La Bosnia deve fare parte della grande famiglia europea: diamo continuità e concretezza a questo nostro impegno.

 
  
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  Eugen Tomac (PPE). – Doamna președintă, domnule comisar, doamnă secretar de stat, domnule raportor, Balcanii au făcut dintotdeauna parte din Europa și, dacă ne uităm spre Bosnia și Herțegovina, descoperim o Europă în miniatură. Cred că avem în față o mare provocare, și anume aceea de a ajuta Bosnia și Herțegovina să accelereze procesul de integrare europeană.

Este un stat cu multe dificultăți, care are nevoie de sprijinul Uniunii Europene, tocmai pentru a accelera și mai mult acest drum extrem de dificil pe care și l-a asumat. Cred că trebuie să ne uităm spre așteptările populației acestei țări, o populație profund atașată de Uniunea Europeană, iar acum, mai mult ca niciodată, are nevoie de sprijinul și de susținerea Bruxelles-ului.

Eu cred că dialogul între Bruxelles și Sarajevo trebuie intensificat împreună cu eforturile aferente pentru ca Bosnia și Herțegovina să treacă la cea de-a doua etapă a procesului de stabilizare și asociere, să devină un stat candidat la Uniunea Europeană.

 
  
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  Delara Burkhardt (S&D). – Frau Präsidentin, liebe Kolleginnen und Kollegen! Wir im Europäischen Parlament stehen für eine europäische Perspektive Bosnien und Herzegowinas. Wir wissen aber auch, dass der Weg noch ein langer ist.

Einer der vielen Baustellen ist der Ethno—Proporz, der bereits Kinder und Jugendliche in ihrer Schulzeit trennt. Oft sind es Fächer wie Geschichte, Geografie, Muttersprache, die getrennt auf Bosnisch, Serbisch und Kroatisch unterrichtet werden. Immer stärker etabliert sich auch das sogenannte „Zwei—Schulen—unter—einem—Dach“—Prinzip, bei dem Kinder komplett getrennt unterrichtet werden.

In der Praxis zerreißt das nicht nur Freundschaften. Es hindert, gemeinsam über die Vergangenheit zu lernen und eine gemeinsame Zukunft aufzubauen. Als S&D-Fraktion sind wir der Überzeugung: Bildung ist ein zentrales Element für den Aufbau einer Gesellschaft, die auf gemeinsamen Werten und Zielen basiert. Schon bei den Jüngsten zu spalten, nährt den Boden für ethnische Spannungen, Hass und Gewalt.

Aber es gibt Hoffnung. Immer mehr Schülerinnen und Schüler wehren sich dagegen, von ihren Freundinnen und Freunden getrennt zu werden. Sie protestieren. Und auch wenn sie von einigen Politikern gesagt bekommen, sie sollen sich nicht mit Politik auseinandersetzen, sondern „lieber in die Disco gehen“ – sie lassen nicht nach. Und in Jajce sogar schon mit Erfolg. Und es ist genau diese Generation, eine wache Zivilgesellschaft, die Bosnien und Herzegowina in eine europäische Zukunft führen wird.

 
  
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  Romeo Franz (Verts/ALE). – Frau Präsidentin, sehr geehrte Kolleginnen und Kollegen! Nach fünf Jahren Stillstand hat letzte Woche endlich wieder der Parlamentarische Stabilitäts- und Assoziationsausschuss EU-Bosnien und Herzegowina getagt.

Das Land muss seine Anstrengungen erhöhen und alle Kräfte in Bewegung setzen, um die schwierigen, aber notwendigen Reformen auf den Weg zu bringen – in der Verwaltung, der Rechtsstaatlichkeit, der Korruptionsbekämpfung und bei den Minderheitenrechten, um nur einige der wesentlichen Bereiche zu nennen.

Alle Parteien und politischen Akteure müssen sich von spaltenden Diskursen loslösen und sich konstruktiv einbringen – immer mit der obersten Maßgabe, Bosnien und Herzegowina zu stabilisieren und zu stärken. Denn eines ist klar: Um den Frieden in diesem Land zu sichern und den Weg in die EU zu beschreiten, muss es Stabilität geben.

Die EU ihrerseits muss Bosnien und Herzegowina hierbei glaubhaft unterstützen. Dazu zählt auch, jegliche nationalistischen Bestrebungen und damit verbundenen Blockadehaltungen auch innerhalb der Europäischen Union und auch in unserem Parlament vehement zurückzuweisen.

 
  
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  Bernhard Zimniok (ID). – Frau Präsidentin, werte Kollegen! Sie wollen tatsächlich Bosnien in die EU aufnehmen? Ein Land mit einer Arbeitslosenquote von 20 Prozent, einer Jugendarbeitslosigkeit von 35 Prozent? Ein Land, das auf dem Korruptionsindex auf Platz 111 von 180 Ländern rangiert? Ein Land, das voraussichtlich Jahrzehnte am Tropf der EU hängen wird?

Um Bosniens Rechtsstaatlichkeit an den EU-Standard heranzuführen, hat die EU—Kommission seit 2007 fast 3,8 Milliarden EUR an das Land bezahlt – davon allein mein Land, Deutschland, eine halbe Milliarde. Trotzdem ist Bosnien dank korrupter Netzwerke immer noch ein Transitland für illegale Migranten in die EU.

Ein völliger Wahnsinn, ein derart instabiles Land in die EU aufnehmen zu wollen! Eines sollte endlich mal in Eure Köpfe rein, werte Kollegen: Wir sind nicht der Finanzier für alle wirtschaftlich schlechter entwickelten Länder dieses Planeten. Wir sind von unseren Bürgern gewählt worden, um deren Interessen durchzusetzen. Die Aufnahme von Bosnien ist genau das Gegenteil dessen!

 
  
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  Kinga Gál (NI). – Tisztelt Elnök Asszony! Az Uniónak elkötelezettnek kell lennie Bosznia-Hercegovina és az egész nyugat-balkáni régió mellett, és fel kell gyorsítania a bővítést. A régió országai csatlakozni kívánnak, és mi is azt szeretnénk, hogy csatlakozzanak. Nem maradhat a Nyugat-Balkán egy űr az EU szívében, egyértelmű geopolitikai és biztonsági érdekünk is a nyugat-balkáni országok európai integrációja.

A régió elveszítheti az EU-ba vetett bizalmát, és utat enged így más országok befolyásának, amennyiben nem teszünk konkrét lépéseket a csatlakozások felgyorsítására. Ezért mihamarabb pozitív politikai üzenetet kell küldeni Bosznia-Hercegovinának a tagjelölti státusz megadásával. Kulcskérdés Bosznia-Hercegovina helytállása a migrációs válságban, és minden segítséget meg kell adni, hogy az illegális migráció megállítása még az EU határain kívül megtörténjen. Valós segítségnyújtásra van szükség Bosznia-Hercegovina felzárkózásához anyagi, technikai és személyi támogatással, ezért üdvözlendő az IPA három eszköze is.

 
  
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  Tonino Picula (S&D). – Poštovana predsjedavajuća, Bosna i Herzegovina je, nažalost, izgubila cijelo desetljeće u političkim borbama koje su samo ojačale podjele.

U međuvremenu su izostale krupnije političke, gospodarske i socijalne reforme. To je rezultat programirano loših međustranačkih odnosa i ciljanog blokiranja rada institucija. Bosna i Herzegovina je država koja teško ostvaruje komunikaciju unutar sebe tako da i prema vani najčešće ne govori jednim jezikom. Kako vrijeme prolazi, nefunkcionalni daytonski poredak održava status quo dopuštajući političkim elitama sve jaču kontrolu nad sve manje ekonomskih resursa. Jasno je da ove veto-skupine nemaju interesa da institucije učine funkcionalnima. Reforme se rade, prije svega, radi dobrobiti svoje države; ne samo radi budućeg članstva u Europskoj uniji, već zbog dugoročne političke stabilnosti, sigurnosti i ekonomskog razvoja. U suprotnom, jača pesimizam i iseljavanje mladih. Još se ne vidi kako zamijeniti dotrajali Daytonski sustav sustavom primjerenijim jednoj složenoj zajednici koja će biti efikasnije povezana vlastitim različitostima. Pri tome, ustavne reforme i reforma izbornog zakonodavstva su ključne za europsku perspektivu.

Bosna i Herzegovina treba biti funkcionalna država svojih  konstitutivnih naroda i svih građana temeljena na principima federalizma, supsidijarnosti i legitimnog zastupanja.

Osvrnuo bih se i na nedavne non-papere jer su još jednom predstavili ambicije aktera dezinformiranja i pokazali zašto moramo aktivnije podržavati naše susjedstvo na europskom putu. Naime, nude im se alternative koje ne mare za vladavinu prava i naš sustav vrijednosti. Nude im prošlost iz koje ionako neki još uvijek nisu u stanju izaći.

 
  
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  Andor Deli (NI). – Tisztelt Elnök Asszony! Az Európa jövőjéről szóló konferencia fontos alkalmat kínál az európai uniós polgároknak arra, hogy elmondják, milyen Európában szeretnének élni. Az EU jövője azonban nem választható el a közvetlen környezetétől, elsősorban a Nyugat-Balkán térségétől. Közismert, hogy a bővítés gyorsasága kapcsán a tagállamok között nincs egyetértés, ugyanakkor úgy gondolom, hogy az nem képezheti vita tárgyát, hogy a tagjelölt országoknak helyet kell biztosítani az Európa jövőjéről szóló konferencia keretében. Erről szólt a Magyarország, Lengyelország, Csehország, Szlovákia és Ausztria által megindított azon kezdeményezés is a Tanácsban, amellyel kérték a nyugat-balkáni országok bevonását. Európa jövője nem csak a jelenlegi EU-tagállamokról szól, ebbe a jövőképbe beletartoznak az olyan országok is, mint Bosznia- Hercegovina, Szerbia vagy Montenegró. Milyen bizonyosságot ad az EU ezeknek az országoknak a bővítési szándék őszinteségéről, ha még egy konferenciára sem kapnak meghívást? Ezért arra kérem a konferencia vezetőségét, hogy ne mulasszon el egy ilyen kínálkozó lehetőséget.

 
  
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  Sunčana Glavak (PPE). – Poštovana predsjedavajuća, na početku želim naglasiti kako izvješćem pokazujemo podršku Europskog parlamenta europskom putu Bosne i Hercegovine.

Svima je jasno, međutim, kako je nužno provesti duboke reforme kako bi Bosna i Hercegovina postigla status kandidata kojem teži. No, od Europske unije očekuje da bude na raspolaganju, da podrška bude snažna, da razumije, a posebno kako bi olakšala unutarnji dijalog. U ovom kontekstu želim spomenuti i jednu iznimno bitnu stavku za mene i moju zemlju, za Hrvate u Bosni i Hercegovini a koja trenutno još nije uključena u tekst izvješća.

Važno je da sva tri konstitutivna naroda budu jednakopravna, osobito Hrvati kao najmalobrojniji konstitutivni narod, kao i da u procesu dogovora unutarnjih političkih stranaka i institucija Bosne i Hercegovine, postigne se konsenzus o reformi izbornog zakonodavstva.

Nažalost nisam mogla podržati ovo izvješće na glasanju u odboru zbog toga što se u tekstu ni jednom u cijelom dokumentu nije spominjao pojam „konstitutivni narod“. To je osnova i bez toga ne možemo nastaviti. Upravo iz tog razloga podnijeli smo amandmane koji vraćaju spominjanje konstitutivnih naroda u izvješću te ću te amandmane snažno podržati na našem glasovanju, na što i vas pozivam.

 
  
  

PRESIDENZA DELL'ON. FABIO MASSIMO CASTALDO
Vicepresidente

 
  
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  Olivér Várhelyi, Member of the Commission. – Mr President, our discussion today demonstrates that 2021 is a crucial year for the European prospects of Bosnia and Herzegovina. It needs to be the year for reforms to address the 14 key priorities in our opinion. Changes are necessary to ensure that the institutional framework of Bosnia and Herzegovina fits with EU standards.

These are challenging tasks, but Bosnia and Herzegovina is not alone. The European Union will continue to facilitate and contribute to these discussions in the country towards this goal. We want to see Bosnia and Herzegovina advance to the EU and advance at a steady speed. Thank you very much for the very constructive and forward-looking discussion.

 
  
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  Ana Paula Zacarias, Presidente em exercício do Conselho. – Senhor Presidente, Caro Comissário, Senhoras Deputadas, Senhores Deputados, gostaria de concluir agradecendo este debate construtivo e também manifestar os meus agradecimentos uma vez mais pelo trabalho empenhado do relator Paulo Rangel. Como já referi, o Conselho continuará ao lado da Comissão a apoiar a Bósnia-Herzegovina e os parceiros dos Balcãs Ocidentais de um modo mais geral no seu percurso europeu.

A pandemia veio enfatizar a importância e o valor de nos mantermos unidos e de respondermos em conjunto aos desafios comuns. Continuamos empenhados em prosseguir os atuais esforços de coordenação e cooperação. No entanto, é fundamental que os próprios países avancem nas suas reformas. Por conseguinte, incentivamos a Bósnia-Herzegovina e os seus dirigentes políticos, todos os seus dirigentes políticos, a concentrarem-se na execução das reformas que melhorem a vida dos seus cidadãos e façam avançar o país na via da adesão à União Europeia.

Independentemente de outras decisões que venham a ser tomadas, gostaria de esclarecer que os cidadãos da Bósnia-Herzegovina podem desde já participar com as suas ideias ou os eventos que venham a organizar na plataforma digital que constitui um dos pilares da Conferência sobre o Futuro da Europa, e é muito bom e importante que participem.

 
  
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  Presidente. – La discussione è chiusa.

La votazione si svolgerà domani, giovedì 24 giugno 2021.

Dichiarazioni scritte (articolo 171)

 
  
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  Elżbieta Kruk (ECR), na piśmie. – Jestem zaniepokojona ostatnimi próbami destabilizacji sytuacji na Bałkanach Zachodnich, zwłaszcza w Bośni i Hercegowinie. Wszelkie nieodpowiedzialne sugestie zmiany mapy Bałkanów zagrażają stabilności, pokojowi i integracji z Unią Europejską. Ewentualna dezintegracja Bośni i Hercegowiny mogłaby mieć poważne konsekwencje międzynarodowe i stałaby się czynnikiem sprzyjającym wzmacnianiu wpływów rosyjskich w regionie. Niezbędne jest osiągnięcie postępu we wdrażaniu 14 obszarów priorytetowych dla procesu akcesyjnego. Przywódcy polityczni w Bośni i Hercegowinie powinni wykazać gotowość do poprawy życia obywateli i podjąć autentyczne wysiłki na rzecz pojednania i przezwyciężenia spuścizny przeszłości. Niedawna ostateczna decyzja w sprawie Ratka Mladića jest ważnym krokiem w kierunku zakończenia gloryfikacji skazanych zbrodniarzy wojennych i pełnej współpracy z trybunałami międzynarodowymi poprzez poszanowanie ich decyzji. Choć reformy w Bośni i Hercegowinie są potrzebne, muszą one być realizowane wewnętrznie. Zadaniem UE nie jest narzucanie modelu reform. Należy uszanować przyjętą interpretacje koncepcji „narodów składowych”, która została użyta podczas negocjowania i podpisywania porozumienia pokojowego z Dayton, o ile trzy etniczne grupy składowe w Bośni i Hercegowinie nie postanowią inaczej.

 
  
 

(La seduta è sospesa alle 20.23)

 
  
  

PŘEDSEDNICTVÍ: MARCEL KOLAJA
místopředseda

 

20. Pokračování denního zasedání
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(The sitting resumed at 20.41)

 

21. Oznámení výsledků hlasování
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   (After the results of the voting session)

President. – I now give the floor to Irène Tolleret, speaking on behalf of the Renew Group.

 
  
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  Irène Tolleret, au nom du groupe Renew. – Monsieur le Président, merci pour le vote de ces amendements 8, 10 et 11. Au nom du groupe Renew, je vous propose de renvoyer ce dossier à la commission de l’environnement, de la santé publique et de la sécurité alimentaire pour les négociations interinstitutionnelles, conformément à l’article 74 du règlement intérieur.

 
  
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  President. – The request will be put to the vote at the second voting session tomorrow.

 

22. Členství ve výborech a delegacích
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  President. – The Renew Europe Group has notified the President of Parliament of a decision relating to changes to appointments within a committee. This decision will be set out in the Minutes of today’s sitting and shall take effect on the date of this announcement.

 

23. Sexuální a reprodukční zdraví a práva v EU v rámci zdraví žen (rozprava)
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  President. – The next item is the debate on the report by Predrag Fred Matić, on behalf of the Committee on Women’s Rights and Gender Equality, on the situation of sexual and reproductive health and rights in the EU, in the frame of women’s health (2020/2215(INI)) (A9—0169/2021).

 
  
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  Predrag Fred Matić, Rapporteur. – Poštovani predsjedavajući, poštovana povjerenice, kolegice i kolege, europska javnosti, nakon gotovo dvije godine teškog i predanog rada pred vama je odluka o kojoj će se, vjerujte mi, pričati još godinama nakon samog izglasavanja.

 

U rezoluciju o seksualnom i reproduktivnom zdravlju i pravima žena uložen je veliki trud mojih suradnica, kolegica iz moje zemlje, ali i mnogih predstavnica neprofitnog sektora i stručnjakinja iz cijele Europe i svijeta. Ne mali doprinos dale su u izradi ovog teksta moje drage kolegice iz ostalih političkih grupacija Europskog parlamenta. Svima njima veliko hvala. Napravili smo, usudio bih se reći, odličan, moderan i uravnotežen tekst, uvažavajući mnoge kompromise, ali nikada ne dovodeći u pitanje samu temu rezolucije: zdravlje i zaštita ljudskih prava.

 

Pohvalne ocjene gotovo svih koji su do sada vidjeli tekst, uvjeravaju me da smo napravili dobar posao. Ljute, bezočne, uvredljive i degutantne kritike onih drugih, opet mi daju za pravo da budem zadovoljan učinjenim. Dobio sam stotine mailova, poruka i dopisa, čak su mi i slali nekakve morbidne lutke. Proteklih dana i mjeseci nazivali su me čak i Hitlerom, i to oni, kojima su inače puna usta dobrote, mira, ljubavi i milosrđa. Mene, ratnog veterana i devetomjesečnog zatočenika tri koncentracijska logora smrti. Dragi moji, niste me se nimalo dojmili, a kamoli zaplašili. Naprotiv.

Sutra ćemo u ovom visokom domu, uvažene zastupnice i zastupnici, imati priliku javno pokazati tri vrlo važne stvari: mi muškarci, koliko nam je važna ravnopravnost i kolika je razina poštovanja prema ženama i njihovom zdravlju i ljudskim pravima; vi žene, kolika vam je  razina samopoštovanja, a svi zajedno kakvu Europu želimo.

 

Sutra donosite dalekosežnu odluku o više od 250 milijuna europskih žena. No, za trenutak ostavite to po strani, i ako vam je tako lakše, znajte da donosite važnu odluku o razini zaštite zdravlja i osnovnih ljudskih prava vaše kćeri, majke, supruge, sestre. Pri tome nemojte biti licemjerni, poput našeg donedavnog mađarskog kolege, koji je do podne pisao restriktivne zakone, a koje bi navečer sam žestoko kršio.

 

Zar ćete od toliko dobrih stvari koje ova rezolucija nudi svim osobama Europe, kao što su: seksualno i reproduktivno zdravlje kao dio dobrog zdravlja; pristup sigurnim menstrualnim proizvodima; sveobuhvatan seksualni i zdravstveni odgoj prilagođen uzrastu; suvremena kontracepcijska sredstva kao strategija za postizanje rodne ravnopravnosti; skrb u vezi sigurnog i legalnog pobačaja utemeljenog na zdravlju i pravima žena; pristup liječenju neplodnosti; skrb za sve trudnice, rodilje i babinjače; zaštitu prava LGBTI osoba, ranjivih skupina, onih koji su godinama terorizirani od strane nazadnjačke agende; pružanje usluga u vezi sa seksualnim i reproduktivnim zdravljem i pravima tijekom pandemije Covid-19 i u svim drugim kriznim okolnostima, i sve ste to spremni zanemariti i dohvatiti se isključivo pitanja pobačaja uz nevjerojatnu količinu laži i manipulacija?

 

Ne želim gubiti vrijeme i energiju na objašnjavanje onima kojima nije do istine i znanstvenih dokaza, ali svejedno moram reći nekoliko riječi i o tome. Manipulira se činjenicama, pa evo samo par odgovora koja su u tekstu rezolucije potpuno jasni.  Pitanje zdravstva je u nadležnosti zemalja članica, nitko se ne zalaže za pobačaj, a posebno nema govora da bi on bio metoda kontracepcije. Jednak je broj pobačaja u zemljama gdje je on dopušten i gdje je zabranjen. Samo što su u ovim drugima najčešće opasni po zdravlje žene. Zbog toga svake godine u svijetu umire 23 000 žena. Naš je nepokolebljivi stav kako je pobačaj za svaku ženu izuzetno težak izbor, ali na kraju svega uvijek mora ostati izbor.

 

Nitko ne brani liječnicima pravo na uskratu medicinske usluge iz osobnih razloga, ali zdravstvena ustanova istovremeno mora osigurati liječnika koji će pružiti traženu uslugu. I sve to jasno piše.

 

Samo onima koji i danas misle da su žene drugorazredna ljudska bića i da takva trebaju ostati, nikada i ništa nećemo uspjeti dokazati. Oni neka i dalje paze kuda hodaju da ne padnu s ruba ravne Zemljine ploče.

 

Ovu rezoluciju posvećujem svojoj majci i supruzi, svim sadašnjim  hrabrim ženama kao i onima koje nisu uspjele dočekati makar čuti što im želimo omogućiti kao našim punopravnim i u svemu jednakim građankama 21. stoljeća te s posebnim poštovanjem prema gospođi Estreli iz Portugala čiji trud od prije desetak godine nećemo zaboraviti.

 

Poštovane kolegice i kolege, sutra je veliki dan za Europu i cijeli napredni svijet. Sutra odlučujemo i o pozicioniranju Europe kao zajednice koja odabire živjeti u 21. ili 17. stoljeću. Ne dopustite da nas povijest zapamti kao ove druge.

S iznimnim ponosom dajem ovaj tekst na glasanje i čvrsto vjerujem da će on biti izglasan, jer ja vjerujem u Europu!

 
  
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  Helena Dalli, Member of the Commission. – Mr President, honourable Members, thank you for this report. Health is the state of complete physical, mental and social well-being. It includes all the aspects that give us the power and means to live a full, active life and fulfil our potential.

Sexual and reproductive health is integral to our general health. Sometimes sexual and reproductive health services are not considered as relevant or essential as other healthcare services. This is wrong. While healthcare, including sexual and reproductive healthcare, is a Member State responsibility, the Commission fully recognises every person’s fundamental right of access to healthcare as enshrined in the Charter of Fundamental Rights and the pillar of social rights. And we are always ready to support our Member States’ needs and actions here.

Gender inequalities can significantly affect sexual and reproductive health outcomes and undermine one’s sexual and reproductive health. Cost, availability and, in some cases, stigmatisation hamper access to services, especially for young people. Worse still, lack of access disproportionately affects particular groups of women and men. Most of the actions in the report concern Member States. However, in its gender equality strategy the Commission states its intention to facilitate regular exchanges of good practice between Member States and stakeholders on the gender aspects of health, including sexual and reproductive health and rights.

High-quality sexual and reproductive health services are essential to both women and girls, as well as to men and boys. While often any reference to SRHR is quickly linked to abortion and people who think so and say so are wrong because sexual and reproductive rights go well beyond it and cover issues such as contraception, education and preventive treatment of HIV and other sexually transmitted diseases, for instance, as well as fertility and sex-specific cancers.

Earlier this year in February I expressed my concern to you regarding recent pushbacks on women’s rights, especially their sexual and reproductive rights and the right to health in this respect. The EU has only complementary competence, as we all know, in public health matters, and Member States are competent for the definition of their health policy. Abortion legislation is therefore up to the Member State concerned. When exercising their competences Member States must respect the fundamental rights that bind them by virtue of their constitutions and commitments under international law. Too often, sexuality, an integral part of human life, remains a taboo in our societies. We need to avoid the personal constraints it triggers. As you rightly point out in your report, this starts with all children and young people having the right to receive comprehensive and reliable information about sexuality and health-related rights.

While it is the competence of the Member States, I believe that comprehensive sexuality education brings benefits that go far beyond information on biological science, reproduction and health risks associated with sexuality. It can be a powerful means of promoting respect for diversity and human and fundamental rights. It can help combat gender stereotypes, violence and abuse against children and women, as well as discrimination. This will counter the current trend of primary and secondary school children who, in the void of formal education on the topic, watch pornography as their own form of sex education, which totally distorts the image of an intimate relationship. And I must say that this reality is frightening and its consequences really are wreaking havoc on the lives of these especially young people.

So the report has a strong focus on gender-based violence, including female genital mutilation. In this context, next year we shall table a recommendation on the prevention of harmful practices. The recommendation also is expected to cover practices such as female genital mutilation and address better public services, prevention and support measures, capacity-building of professionals and victim-centred access to justice.

At the root of many gender inequalities are stereotypical beliefs and opinions on how men and women should behave in society. The Commission will launch an EU-wide communication campaign combating such gender stereotypes. It will tackle all spheres of life and focus on youth engagement in collaboration with Member States.

On top of the exchanges of good practice I mentioned earlier, the Commission provides full support to Member States’ efforts in implementing the United Nations Sustainable Development Goals relevant to women’s health, such as on universal access to sexual and reproductive care, family planning and education. The EU4Health programme is our main financial tool, supporting national health policies and gender equality, as well as rights and equal opportunities for all. The mainstreaming of those objectives is taken into account and promoted throughout the assessment, preparation, implementation and monitoring of the EU4Health programme.

The newly approved EU4Health annual work programme for 2021 includes several of your requests. Others are expected to follow in future annual work programmes. Grants worth EUR 1.2 million will support actions to improve access to human papillomavirus vaccination, and we will also put EUR 3.8 million into support for Member States to roll out large-scale human papillomavirus vaccination campaigns.

You also mentioned cancer screening. I can inform you that action grants worth EUR 2 million will support accreditation and certification of quality assurance schemes for breast, colorectal and cervical cancer screening programmes. A further EUR 2 million in action grants will be available for updating the European Cancer Information System to monitor and assess cancer screening programmes. The European Commission is committed to improving the health of European citizens of course. This commitment extends to sexual and reproductive health, which is an integral and essential element of our overall health.

(Applause)

 
  
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  Pierrette Herzberger-Fofana, rapporteure pour avis, commission du développement. – Monsieur le Président, je commencerai aussi par remercier tous les collègues qui ont travaillé à cette résolution. Cela a été un travail de longue haleine que nous avons tous fait et que nous défendons.

Au cours de cette crise sanitaire, nous avons assisté à une régression inquiétante des droits des femmes. Les conséquences de la pandémie COVID-19 et les restrictions associées ont eu un impact négatif sur l’accès des femmes aux soins de santé, y compris aux services de santé sexuelle et reproductive, et ont exacerbé les inégalités structurelles déjà existantes entre les sexes.

Il subsiste un large éventail d’obstacles à la santé et aux droits sexuels et reproductifs dans l’Union européenne, en particulier pour les femmes issues des minorités ethniques et les groupes vulnérables. C’est pourquoi, dans le rapport, nous avons introduit une éducation sexuelle adaptée à l’âge dans les établissements scolaires afin d’éduquer notre jeunesse à développer une sexualité garante de leur épanouissement.

Notre résolution défend les droits des femmes. Pour parvenir à l’élimination des violences à caractère sexiste, telles que les mutilations génitales féminines, qui ont connu une recrudescence dans mon État membre durant le confinement, il est indéniable que la santé et les droits sexuels et génésiques doivent être mis au centre des débats sur les droits humains. C’est pourquoi nous appelons tous les pays d’Europe à légiférer et à respecter la Convention d’Istanbul.

Notre résolution englobe tous les aspects de la santé sexuelle. C’est en introduisant une perspective intersectionnelle que nous pourrons pallier les obstacles auxquels font face une large majorité de femmes appartenant à des groupes marginalisés et ainsi garantir les droits humains de toutes les femmes en Europe et dans le reste du monde. Il appartient donc aux États membres et aux institutions de l’Union européenne de garantir les droits sexuels et génésiques qui prennent en considération les besoins...

(Le Président retire la parole à l’oratrice)

 
  
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  Frances Fitzgerald, on behalf of the PPE Group. – Mr President, first of all, I would like to thank my colleague, Mr Matić, for his work on this report. I know the efforts he put in and the attempts to reach a consensus.

This report has been the subject of much debate and indeed I would say intense lobbying. In Ireland we have been debating these issues for over 40 years, most recently in 2018 when Ireland voted to repeal the Eighth Amendment by popular vote. Previously we were seen by some as pariahs of the international community, criticised for our inability to stand up for women’s rights. Today elements of that debate rage in Ireland. The ownership and governance of our new national maternity hospital is at the centre of a debate to finally end the church’s influence on healthcare. Irish women, and indeed women across Europe, must have separation of church and state on these healthcare issues. If we want to reduce the number of abortions, sexuality education and contraception are crucial. Contraception is also crucial for sexual and reproductive health and education informs and supports a healthy approach.

My party has particular concerns regarding two aspects of this report. Our EPP resolution stresses that the right to freedom of conscience is inherent, and I regret that it is referred to as the so-called ‘conscience clause’. Similarly, we have concerns about the subsidiarity principle as expressed. My core guiding principle is and remains the same: women’s rights are human rights, and I will continue my work on that principle and belief.

 
  
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  Iratxe García Pérez, en nombre del Grupo S&D.(inicio de la intervención fuera de micrófono) ... a todos los colegas que han hecho posible este informe, y especialmente a mi colega Fred Matić por su excelente informe, por su compromiso, por su valentía y por su empeño como hombre feminista. Necesitamos muchos hombres feministas para avanzar en nuestro objetivo de la igualdad de género y somos conscientes de las presiones y los insultos que se han recibido en esta Cámara. Y esos insultos y esas presiones y esas amenazas nos dan más razones que nunca para seguir trabajando y para no permitir que a las mujeres se nos pretenda dejar en etapas oscuras de la historia.

Con la salud de las mujeres no se juega. Prohibir la educación sexual y el uso de los anticonceptivos va a suponer un aumento de los embarazos no deseados. Y prohibir los abortos no significa que vayan a nacer más niños. Significa que van a morir más mujeres. Van a morir mujeres en abortos clandestinos. Van a verse en situaciones sin recursos económicos en las que se las quiere relegar a un segundo término. Es inadmisible que en pleno siglo XXI mueran mujeres en Europa y en el mundo por esta causa.

La semana pasada tuvimos que escuchar a algunos dirigentes de la derecha decir que esto del aborto es cosa de la izquierda, que queremos eliminar lo que nos sobra. ¡Es una vergüenza escuchar esto! Una vergüenza y una falta de respeto a tantas mujeres que se han visto abocadas a tener que abortar porque no podían afrontar la situación a la que se veían abocadas. Tengamos más respeto hacia las mujeres. No es digno de ninguna causa acosar a los parlamentarios con imágenes terribles y argumentos falsos.

Como socialistas y demócratas, estamos plenamente comprometidos con la libertad de las mujeres a elegir sobre nuestra maternidad, a elegir sobre nuestros cuerpos. Quiero decir a las mujeres que no estáis solas. Y a quienes nos atacan, a las mujeres libres, que no nos vais a doblegar.

 
  
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  Irène Tolleret, au nom du groupe Renew. – Monsieur le Président, Madame la Commissaire, chers collègues, depuis que le monde est monde, l’éducation sexuelle, la contraception et l’avortement occupent une place centrale dans l’émancipation des femmes. Ils participent au droit fondamental à la santé, à la réalisation de l’égalité entre les femmes et les hommes et à l’élimination de la violence de genre.

En 1979, notre assemblée élisait Simone Veil, pionnière des droits des femmes et icône européenne, comme première Présidente de notre assemblée. Et pourtant, en 2021, 15 millions de femmes en Europe n’ont toujours pas accès à un avortement sûr et légal, voire même, plusieurs États membres mettent en place des politiques qui restreignent l’accès aux droits sexuels et reproductifs.

Nous devons aussi faire face à des mouvements anti-genre ultraconservateurs qui dépensent des centaines de millions d’euros pour faire reculer ces droits, à l’image des poupées ou des prospectus fœtus que nous avons tous reçus depuis quelques jours. Ces mouvements nous accusent de vouloir faire la promotion de l’avortement avec ce rapport. C’est absolument faux. Pour citer Simone Veil: l’avortement doit rester l’exception, l’ultime recours.

Dans ce rapport, il est question de contraception, d’éducation sexuelle et de prévention. Mais dans un pays où l’avortement est illégal, il est clandestin, dangereux et injuste. Légaliser l’avortement est avant tout un sujet de santé et de justice sociale qui doit être accompagné par de l’éducation et de la prévention.

Aujourd’hui, nous avons la possibilité de changer l’histoire. Nous avons la possibilité de faire entendre notre voix et de donner un espoir aux milliers d’Européens qui ont rempli les rues et les places pour qu’un droit fondamental pour la vie des femmes soit garanti.

Aujourd’hui, nous avons la possibilité de montrer que nous sommes plus forts que ces mouvements ultraconservateurs. C’est pourquoi je vous demande de voter le rapport de Predrad Fred Matić demain et de refuser les contrepropositions faites par les groupes ECR et PPE.

Aucune voix ne doit manquer, l’abstention n’est pas une solution. C’est notre corps, nos choix, nos droits.

 
  
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  Sylwia Spurek, w imieniu grupy Verts/ALE. – Panie Przewodniczący! Nie ma równości kobiet i mężczyzn bez prawa do powszechnej, legalnej i bezpiecznej aborcji. Nie ma praworządności bez poszanowania pełni praw reprodukcyjnych i seksualnych, nie ma praw człowieka bez prawa człowieka do aborcji. Bez równości, praworządności i praw człowieka nie ma natomiast Unii Europejskiej. Prawo to żywy instrument i powinno służyć realizacji unijnych wartości, a nie jako wygodna wymówka Komisji Europejskiej.

Kiedy Polki zostały pozbawione resztek praw do legalnej aborcji, usłyszałyśmy, że to nie są kompetencje Unii, a kompetencje państw członkowskich. Łatwiej było tak powiedzieć, niż szukać rozwiązań i działać. Najwyższy czas, aby w całej Unii wszystkie kobiety miały zagwarantowane fundamentalne prawo do decydowania o własnym życiu, zdrowiu i ciele. Jeśli potrzebna jest do tego zmiana Traktatów, zacznijmy rozmawiać o ich zmianie.

 
  
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  Simona Baldassarre, a nome del gruppo ID. – Signor Presidente, onorevoli colleghi, ci troviamo oggi a parlare di una relazione ideologica e divisiva. Da relatrice ombra sono allibita che neanche uno dei 60 emendamenti depositati dal gruppo ID sia stato preso in considerazione.

Colleghi, ignorare una parte di questo Parlamento su temi così sensibili vuol dire ignorare i milioni di donne che si sentono ancora libere di pensarla in modo diverso. Sono state raccolte oltre 350 mila firme di cittadini europei che hanno voluto recapitare il loro "no" alla relazione Matić direttamente al Parlamento europeo e io sono con loro.

Siamo davanti a un testo che propone cose impensabili, come che gli uomini possano partorire o che il gender dovrebbe entrare in tutte le scuole d'Europa. Inoltre da medico, più che da politico, reputo assurdo l'attacco sferrato all'obiezione di coscienza che in Italia è protetta addirittura dalla Costituzione! Siamo veramente stanchi di queste ingerenze ideologiche da Bruxelles e la relazione Matić ne è il culmine.

Vorrei fare un appello alle forze moderate di questo Parlamento, perché ribadiscano il voto con il quale rigettarono la relazione Estrella sui diritti sessuali e riproduttivi nel 2013. Invece di pensare tanto all'interruzione di gravidanza, cerchiamo di capire le ragioni che portano tante donne ad abortire.

Cosa fa l'Unione europea per aiutare una ragazza madre o una famiglia in difficoltà a evitare l'aborto? Proteggere realmente le donne significa creare le condizioni affinché possano scegliere per la vita.

 
  
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  Margarita de la Pisa Carrión, en nombre del Grupo ECR. – Señor presidente, el aborto no es salud. La simple proposición presiona a la mujer, la obliga. Es un verdadero acoso. Justo cuando nos muestra que necesita ayuda, que necesita apoyo, afecto, se la deja desamparada.

Cada decisión que se toma aquí, en el Parlamento Europeo, puede acercarnos o alejarnos del bien. Que se proceda hoy a este debate ya es un mal síntoma. Es un retroceso en la defensa de los derechos humanos y un grave precedente que cuestiona la legitimidad de esta institución. La Unión se extralimita entrometiéndose en asuntos que son competencia de los Estados.

Es un día triste. El derecho a la vida está siendo seriamente atacado. Asumimos una gran responsabilidad con nuestro voto. Está en juego el futuro de nuestra cultura e identidad. Nada puede ser más grave que no estar a favor de la vida. Cada uno de nosotros vivimos porque, cuando fuimos concebidos, nos acogieron con generosidad.

Este informe no protege a la mujer. Degrada su dignidad, la infravalora, la somete a una falsa libertad que no le permite respetar su propio cuerpo ni el milagro de la vida que lleva consigo. También agrede el espacio más íntimo y profundo de cada uno de nosotros: nuestra conciencia.

Despojar a la mujer de su condición de mediadora de la vida violenta su corazón, desnaturaliza nuestra sociedad, la enfría. Volvamos a la cordura. Corregir es de sabios. Votemos en contra para proteger los derechos humanos. Orientemos nuestros actos en el bien común y la vida. Y veremos cómo el nacimiento de cada bebé nos aportará la luz y el amor que renovará la esperanza en el proyecto europeo.

 
  
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  Sandra Pereira, em nome do Grupo The Left. – Senhor Presidente, na ditadura fascista em Portugal, o aborto era punido em qualquer circunstância com pena de prisão de dois a oito anos. Estimava-se que havia 100 mil abortos clandestinos por ano, sendo a terceira causa de morte materna. Já em democracia, graças à luta das mulheres, em 2007 a interrupção voluntária da gravidez foi despenalizada e os dados mostram que, desde então, houve uma redução gradual do número de abortos.

Aqueles que se opõem à despenalização da interrupção voluntária da gravidez sabem bem que proibir não tem qualquer eficácia no combate ao aborto. Apenas o torna clandestino, desprotegido e perigoso para a saúde física e psíquica e, por vezes, para a própria vida das mulheres, mas apenas para aquelas que não têm meios para o fazer num sítio seguro, num outro país.

A saúde e os direitos sexuais e reprodutivos não se limitam à IVG. Defendê-los exige também o reforço dos serviços públicos, designadamente um serviço público de saúde com qualidade, gratuito, e o acesso a serviços de saúde reprodutiva, incluindo cuidados de saúde materna e neonatal, serviços de prevenção e tratamento de doenças sexualmente transmissíveis, o acesso gratuito a meios contracetivos, serviços de planeamento familiar, a implementação da educação sexual, os direitos das pessoas LGBTQI+.

Apoiamos este relatório porque reflete décadas de luta das mulheres pelos seus direitos. O caminho é de avançar, não de recuar. Não contem connosco para voltar ao antigamente.

 
  
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  Milan Uhrík (NI). – Vážený pán predsedajúci, váš návrh vyzýva členské štáty, aby zabezpečili LGBT a „gender indoktrináciu“ už od základnej školy, a to bez informovania či dokonca súhlasu rodičov. Odporúčate umožňovať nezvratné operácie na zmenu pohlavia aj neplnoletej mládeži a chcete to hradiť z povinného zdravotného poistenia. V tejto správe píšete, že môžu existovať tehotní muži. Chcete, aby Európska únia našla peniaze na financovanie kampaní o potratoch, ale nie peniaze na pomoc ženám, aby na tie potraty nemuseli chodiť, a naopak kampane, ktoré odhovárajú ľudí, ženy od potratov alebo od zmeny pohlavia, označujete za dezinformačné alebo dokonca za extrémistické prejavy. Vážení kolegovia, pri všetkej úcte musím povedať od srdca, že tak zvrátenú správu som ešte v živote nečítal. Táto správa nepatrí do legislatívy, patrí do koša.

 
  
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  Rosa Estaràs Ferragut (PPE). – Señor presidente, vaya por delante el apoyo sin fisuras al derecho a la salud de las mujeres. Apartados 35 y 51: el aborto es un derecho humano. Su denegación, una violación de los derechos humanos y una forma de violencia contra las mujeres. No legalizar el aborto, según este informe, erosiona la democracia. En Malta no debe haber democracia. Apartado 37: la obligación de conciencia supone una violación de los derechos de las mujeres y una denegación de la atención médica. ¿Es democrático negar a los médicos el ejercicio de los derechos humanos básicos?

Jamás deberíamos haber llegado hasta aquí. Sin lógica jurídica, rompiendo valores y dando un mazazo a la Declaración Universal de Derechos Humanos. El aborto no es un derecho humano. Puede ser un derecho jurídico recogido en algunos códigos, pero no es un derecho humano. Solo son derechos humanos los que están en la declaración establecida en el año 1948, la Declaración Universal de Derechos Humanos. Sí lo es la objeción de conciencia, reconocida en este texto.

¿De verdad creen que poner en duda eso empodera a la mujer? ¿De verdad creen que eso refuerza Europa y a la democracia? Miren, repartir cartas de derechos, ser adictos a tener razón, enviar a galeras a los que no piensan como ustedes, imponer y vencer en lugar de convencer y pactar, o ideologizar los derechos humanos no ayudan más a Europa ni a la democracia.

 
  
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  Maria Noichl (S&D). – Herr Präsident, liebe Bürgerinnen und Bürger in Europa! 50 Prozent der Menschen in Europa können ungewollt schwanger werden. Ja, es kann passieren und es ist eine persönliche Katastrophe, ungewollt schwanger zu sein. Und in der Abwägung, eine Schwangerschaft fortzuführen oder nicht, gibt es nur eine wirklich gute Präventionsmaßnahme – nur eine einzige! Das ist eine gute Sozialpolitik.

Eine gute Sozialpolitik und damit das Versprechen an die Frauen: Ihr werdet weiterhin einen guten Job haben. Das Versprechen an die Frauen: Wir werden dafür sorgen, dass es Kinderbetreuungseinrichtungen gibt, dass es Elternerziehungszeiten und sonst was gibt. Eine gute Sozialpolitik ist das Einzige, was als Prävention für die Abtreibung wirklich greift und wirklich zu Europa passt.

Und was hilft nicht und greift nicht? Das ist das Verbot einer Abtreibung. Das ist das Verbot von Aufklärung. Das ist das Verbot von Zugang zu Verhütungsmitteln. Das ist das Verbot von Entscheidungsfreiheit. Das alles hilft nicht – hilft nicht wirklich.

Europa – sehr geehrte Damen und Herren in Europa! Europa ist ein Versprechen an Grundwerten. Europa ist ein Versprechen – vor allen Dingen für die Frauen. Ein Versprechen, dass die Gesellschaft respektvoll mit ihnen umgeht.

Und wie zeigt sich Respekt? Respekt bedeutet, dass in einer schweren Entscheidungsstunde die Gesellschaft an ihrer Seite steht! Respekt bedeutet, dass die Gesellschaft die Entscheidung der Frau als letzte Instanz akzeptiert! Respekt bedeutet, dass wir nicht über die Frauen entscheiden, sondern dass wir ihre Entscheidung wahrnehmen und schätzen. Das ist für mich Europa. Das ist Europa.

 
  
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  Samira Rafaela (Renew). – Voorzitter, zeggenschap over je eigen lichaam, seksuele voorlichting voor jongeren, toegang tot moderne anticonceptie- en menstruatieproducten, veilige abortushulpverlening. Waarom proberen mensen deze fundamentele rechten, die de positie van de vrouw versterken, weer controversieel te maken? En ik vind het ongelooflijk dat vrouwelijke collega’s hier aan de réchterflank aan meedoen. Jullie moeten je schamen. Is dit wat jullie de nieuwe generatie vrouwen en meisjes na jullie gunnen?

In de jaren zeventig van de vorige eeuw werd hetzelfde fundamentele debat gevoerd, destijds was er een revolutionaire stroming waarin feministen met de tekst “baas in eigen buik” de straat op gingen. En het feit dat we vijftig jaar later nog steeds het zelfbeschikkingsrecht van vrouwen moeten verdedigen, laat zien dat de vooruitgang die we hebben geboekt teniet wordt gedaan. En nog altijd probeert een religieuze, conservatieve stroming in Europa ook hier in het Parlement het recht van vrouwen om te beslissen over hun seksuele gezondheid te delegitimeren. Maar laat het duidelijk zijn: ik kan jullie garanderen, jullie verliezen deze strijd. Jullie nemen ons onze rechten niet af. En we zijn simpelweg met te veel.

 
  
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  Alice Kuhnke (Verts/ALE). – Herr talman! Kampen mot aborträtten som leds av värdekonservativa och religiösa fundamentalister är ett hot mot allas vår rätt att ta beslut om vår egen kropp.

I månader har vi fått skrämmande brev och mail från den organiserade antiabortlobbyn med uppmaningar om att inte stå upp för mänskliga rättigheter. Högernationalisterna här i parlamentet har hörsammat brevskrivarna och försöker nu stoppa betänkandet om vikten av rätten till abort, rätten till sexualundervisning, rätten till preventivmedel. De får inte lyckas. Vi måste kunna visa alla de i EU:s medlemsstater som fråntas sina rättigheter och friheter att vi står på deras sida.

I morgon röstar vi om att säga som det är, att sexuell och reproduktiv hälsa är en mänsklig rättighet. Det kan bli en historisk dag. Det bör bli en historisk dag.

 
  
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  Christine Anderson (ID). – Herr Präsident! Wer das EU-Parlament bislang für einen Verfechter von Humanität hielt, wird spätestens heute eines Besseren belehrt. Unter dem Vorwand, Frauenrechte stärken zu wollen, will der Matić—Bericht in Wahrheit Abtreibung als Menschenrecht deklarieren.

Schon mit der bloßen Zulassung dieses Berichtes hat dieses Parlament endgültig jeglichen Anspruch auf Legitimität und Humanität verwirkt. Der EuGH hat in einem Urteil von 2011 unmissverständlich klargestellt: Der Mensch ist ab der Befruchtung ein Mensch. Dieser Bericht verlangt explizit, dass einer der vielgepriesenen europäischen Werte in Zukunft beinhaltet, dass die EU die Tötung eines Menschen als ein unveräußerliches Menschenrecht garantiert, und begründet damit einen einklagbaren Anspruch auf die Tötung eines Menschen.

Jeder Abgeordnete, der diesem Bericht zustimmt, sollte sich darüber im Klaren sein: Seine Zustimmung kommt einem Verbrechen gegen die Menschlichkeit gleich. Werte Kollegen, besinnen Sie sich bitte! Lehnen Sie dieses menschenverachtende Ansinnen ab. Verhindern Sie, dass dieser Tag als der schwärzeste Tag in die Geschichte dieses EU-Parlaments eingehen wird.

 
  
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  Jadwiga Wiśniewska (ECR). – Panie Przewodniczący! Pani Komisarz! Szanowni Państwo! Prawo do życia jest podstawowym prawem, z którego wywodzą się wszystkie inne prawa. Żyjemy, bo nasze matki podjęły decyzję, żeby dać nam szansę. Dzisiaj Państwo uważają, że aborcja jest sposobem na życie? Czy widzieli Państwo zdjęcie dziecka z USG sześcio-, siedmio-, ośmiomiesięcznego, a może nawet wcześniejsze? Bijące serce pragnące życia? Czy widziały Panie to? I Panowie?

Dziś autor sprawozdania uznaje, że aborcja jest sposobem na pozbycie się niechcianego problemu na każdym etapie ciąży. Jesteście z tego dumni? Ja płaczę kiedy was słucham. Wstydzę się za was. Aborcja nie jest sposobem, nie jest metodą antykoncepcyjną. Jest dramatem dla matki i zabójstwem dziecka. Tak było i jest. Dlatego proszę was, proszę was nie mając nadziei, o poparcie rezolucji ECR. Prawo do życia jest kompetencją państwa członkowskiego, o czym mówiła wielokrotnie Pani Komisarz, która niedawno została babcią. Gratuluję Pani tego.

 
  
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  Malin Björk (The Left). – Herr talman! Vi feminister vet att vi måste fightas för rätten att bestämma över våra kroppar och vår sexualitet. 2014 förlorade vi en viktig omröstning med några få röster för att de högerkonservativa tryckte tillbaka oss och vann med sina kvinnofientliga röster.

Då bestämde jag och andra med mig att vi ska inte förlora en enda omröstning till. Detta parlament ska stå upp för kvinnors rättigheter, för att vi ska få bestämma över våra egna kroppar, för aborträtten och för hbtq-rättigheter. Vi ska ha den rätten. Vi ska ha rätten att bestämma om och när vi vill ha barn. Unga ska ha rätt till sexualundervisning, hbtq-personers rättigheter ska vara en självklarhet. Och varje kvinna, varenda en, ska ha rätt till säkra och lagliga aborter.

Nu står vi här med ett betänkande igen som fastslår precis de här rättigheterna. Och vad gör högern då? Då attackerar de igen. ”Nej, det ska de inte ha. Nej det här ska inte kvinnor få.” Men vi köper inte det! Vi kommer inte låta er trampa på våra rättigheter.

Vi står upp för våra systrar i Polen, Malta och överallt — överallt där våra rättigheter trampas på av er. Inte en enda gång till backar vi.

 
  
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  Miroslav Radačovský (NI). – Vážený pán predsedajúci, extrémizmus nikdy nič dobré pre ľudstvo nepriniesol. Je zlý pravicový extrémizmus, je zlý ľavicový extrémizmus, je zlý konzervatívny extrémizmus a je zlý liberálny extrémizmus. Správa Freda Matića je produktom liberálneho extrémizmu, a preto ju nemôžem akceptovať ani podporiť.

Vážim si práva žien, osôb LGBT, ale najviac si vážim práva dieťaťa, právo na jeho život, právo na prirodzeného otca a matku. Práva rodičov na výchovu detí sú nenahraditeľné. Na rozhodovaní o ich zdraví nemôže rozhodovať Brusel, o tom či budú vakcinované alebo nevakcinované, o tom musia rozhodnúť sami. Vážení europoslanci, vážení priatelia, dieťa nie je tovar. Dieťa je ľudská bytosť. It is all.

 
  
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  Christine Schneider (PPE). – Herr Präsident, Frau Kommissarin! Christliche Werte sind die Grundlage meiner politischen Überzeugung. Für mich, meine Partei, meine Fraktion hat der Schutz des ungeborenen Lebens oberste Priorität – und ebenso die Entscheidungsfreiheit von Ärzten und medizinischem Personal, die nicht zur Disposition steht. Diese dürfen nicht zu einer Handlung gezwungen werden, die ihrer persönlichen Überzeugung widerspricht.

In meinem Heimatland Deutschland wird die Straffreiheit einer Abtreibung aus meiner Sicht richtig geregelt. Unterhalten Sie sich einmal mit einer Frau, die vergewaltigt wurde und die mit dem Leid nicht zurechtkommt und sich nicht in der Lage fühlt, das Kind auszutragen. Diese Frauen dürfen wir nicht alleine lassen. Wir dürfen diese Frauen auch nicht kriminalisieren. Im Gegenteil: Wir müssen ihnen zur Seite stehen.

Und ich könnte weitere schwierige Lebenssituationen nennen. Das lässt die Zeit nicht zu. Abschließend möchte ich mein Bedauern zum Ausdruck bringen, dass dieser wichtige Bericht über sexuelle reproduktive Gesundheit leider auf die nicht wichtigen Themen gelenkt wurde.

 
  
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  Heléne Fritzon (S&D). – Herr talman! Att få bestämma över sin egen kropp. Att få fatta beslut om sitt eget liv. Att få bestämma om när och med vem man vill ha barn. Att få leva ett liv fritt från våld. Att få tillgång till information och hälso- och sjukvård. Att oavsett sexuell läggning eller könsidentitet få åtnjuta sina mänskliga rättigheter. Det låter självklart, och det borde vara självklart.

Men runt om i världen, här i Europa och här i detta rum, så ser vi ett starkt motstånd mot detta. Det finns de som är emot sex- och samlevnadsundervisning. Det finns de som är emot rätten till säkra och lagliga aborter. Det finns de som är emot lika rättigheter för hbtqi-personer och mot jämställdhet och mänskliga rättigheter.

Men vi socialdemokrater tänker inte finna oss i detta. Vi är med dig, Predrag Fred Matić, i ditt arbete och vi tänker inte ge upp förrän varje människa, varje kvinna, varje flicka har full tillgång till sexuell och reproduktiv hälsa och rättigheter.

Imorgon, precis som varje dag, står jag upp för kvinnors rättigheter och det vill jag att ni alla andra också gör. För kvinnors och flickors rättigheter är mänskliga rättigheter. Det är dags nu.

 
  
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  María Soraya Rodríguez Ramos (Renew). – Señor presidente, los derechos sexuales y reproductivos son derechos fundamentales, son derechos humanos. Así lo ha reconocido el Tribunal Europeo. Y el aborto es un derecho humano, por lo que retrasarlo, denegarlo o impedirlo constituye una forma de violencia contra las mujeres.

Por eso es difícil de entender a dónde va el Partido Popular Europeo con esta Resolución alternativa de última hora. Ese lugar al que van ya está ocupado por la extrema derecha. Es un lugar donde no se deja decidir a las mujeres, un lugar donde se les imponen decisiones. Es un lugar donde se restringen los derechos de las mujeres, acabando, finalmente, restringiendo los derechos de todos. Por eso les pido que vuelvan con la mayoría de este Parlamento. La mayoría del Parlamento que reconoce el derecho de las mujeres a decidir sobre su salud reproductiva, el derecho de las mujeres a decidir sobre su cuerpo.

 
  
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  Terry Reintke (Verts/ALE). – Mr President, dear colleagues, I only have three things to say.

No, you will not prevent abortions from happening by criminalising them. You will only force people into having unsafe and illegal abortion and thus endanger human life, period.

Yes, the right to decide about our own bodies and our own health is our absolutely fundamental human right, and especially for women and queer people who have been deprived of this right for centuries. It matters the world. We will defend it with all we have.

And thirdly, the enemies of sexual and reproductive rights are not pro-life. They are only part of a movement trying to restrict our freedom to choose, trying to police our bodies, trying to get women and sexual minorities back into the captivity of authoritarian fundamentalists. We will not let that happen. Vote in favour of the Matić report.

 
  
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  Gilles Lebreton (ID). – Monsieur le Président, Madame la Commissaire, chers collègues, l’égalité de l’homme et de la femme est une valeur fondamentale de la civilisation européenne. Face à la menace de l’islamisme, le rapport Matić aurait pu offrir l’occasion de la réaffirmer sans esprit de polémique.

Ce n’est hélas pas ce qu’il fait. Sous prétexte de rappeler que les femmes ont des droits, il s’ingère dans la compétence des États en cherchant à leur imposer une conception contestable de la famille, basée sur la théorie du genre et l’approche intersectionnelle. Sans aucun respect du droit de chaque nation européenne de légiférer librement sur l’avortement, il évacue la question fondamentale de la conciliation entre le droit à la vie et la liberté des femmes et promeut un droit à l’avortement sans limites. Il va même jusqu’à remettre en cause la clause de conscience qui permet à chaque médecin, conformément au serment d’Hippocrate, de refuser de pratiquer l’avortement.

On dit à juste titre que la sagesse vient souvent avec le poids des années, j’observe avec tristesse que ce n’est pas le cas pour l’Union européenne, dont le rapport Matić démontre qu’elle sombre dans un militantisme radical, qui balaye les problèmes de conscience et le respect des nations.

 
  
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  Jessica Stegrud (ECR). – Herr talman! Kommissionär Dalli! Abortpolitik är inte en del av EU-fördragen, men det är en känslig fråga och något som ständigt debatteras här i Europaparlamentet. De här omröstningarna har gjorts till tillfällen för EU-federalister att mot fördragen försöka tillskansa sig mer inflytande och att anklaga partier som värnar demokratiskt självbestämmande för att vara emot själva rätten till abort, vilket sällan är fallet. Det är nämligen fullt möjligt att både värna den nationella abortlagstiftningen och att erkänna andra länders folks demokratiska beslut.

Som sverigedemokrat värnar jag både svensk abortlagstiftning och svenskars rätt att själv få bestämma över abortpolitiken. Vad skulle hända den dag abortpolitiken flyttas upp till EU-nivå och Bryssel ska bestämma och det ska harmoniseras? Jo, vår liberala politik skulle vara ett minne blott. Ha det i åtanke.

 
  
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  Leila Chaibi (The Left). – Monsieur le Président, ces tampons et ces serviettes, nous les avons toutes dans nos sacs. C’est un objet qui nous paraît à toutes banal. Et pourtant, c’est du luxe pour 20 % des femmes! 20 % des femmes déclarent avoir dû choisir entre un paquet de pâtes et un paquet de serviettes. Choisir entre se nourrir et rester propre: on appelle cela la précarité menstruelle.

Vous êtes-vous déjà demandé ce qui se passerait si les hommes avaient leurs règles et pas les femmes? Eh bien, d’après Gloria Steinem, les règles deviendraient alors une source de fierté. Les hommes se vanteraient de la durée et du flux, et surtout, le gouvernement fournirait les fonds pour des protections sanitaires gratuites.

Alors, chers collègues, changeons les règles: supprimons la TVA partout en Europe sur les protections périodiques, mettons des distributeurs gratuits dans chaque collège, lycée, université, dans chaque centre social et pharmacie pour les mettre à la disposition de toutes, y compris des plus précaires.

Chers collègues, avoir ses règles n’est pas un choix, être propre n’est pas un luxe, éradiquons la précarité menstruelle. C’est aussi pour cette raison qu’il faut voter pour le rapport Matić.

 
  
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  Michaela Šojdrová (PPE). – Pane předsedající, dámy a pánové, já se teď více obrátím na ženy v tomto auditoriu, protože je mi smutno. Já jsem neměla připravenou tuto řeč, ale dámy, buďme hrdé na to, že ženy mohou být matky, to je dar, to je právo. Potrat není lidské právo. Právem je narodit se. Každý člověk má právo se narodit. To je lidské právo, pane generále Matići. Já respektuji váš názor, ale prosím, respektujme, že Evropský parlament nenavrhuje omezovat členské státy v jejich zdravotní politice. Evropský parlament nenavrhuje omezovat členské státy, aby rušily zákony, které umožňují potrat. Proč tedy dnes diskutujeme toto téma? Není to spíš propaganda nebo nějaká kampaň? Já se strašně omlouvám, kolegyně, protože celou svoji politickou kariéru bojuji za rovnost žen a mužů, aby ženy se mohly stejně uplatnit v profesích, v kariéře, v politice. Ale vždycky budu bojovat za práva matek a dětí se narodit. Prosím, respektujme subsidiaritu rozhodování členských států a právo žen mít děti.

 
  
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  Robert Biedroń (S&D). – Panie Przewodniczący! Jesteśmy tutaj, w Parlamencie Europejskim po to, żeby obywatelom i obywatelkom Unii Europejskiej żyło się lepiej, żeby żyli we wspólnocie, w której czują się bezpieczni, w której każdy i każda ma równe prawa. Tak dzisiaj niestety nie jest. Miliony dziewczynek padają ofiarą przemocy tylko dlatego, że nie dostają rzetelnej edukacji. Tysiące kobiet w niebezpiecznych, nielegalnych warunkach dokonują przerywania ciąży tylko dlatego, że nie mają równych praw – jak w moim kraju, w Polsce – bo ktoś im je zabrał.

Prawicowi fundamentaliści mówią, że my w Parlamencie Europejskim nie mamy prawa decydować o tej równości. Nawet jeżeli tak jest – chociaż się mylą – to jesteśmy od tego, żeby to zmienić, żeby miliony obywateli i obywatelek czuły się bezpiecznie.

I mam dla Was złą wiadomość. Kobiety i dziewczynki w Europie wiedzą już, że przysługują im równe prawa i nie zawahają się ich użyć. A my, mężczyźni, będziemy z nimi solidarni.

 
  
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  Karen Melchior (Renew). – Hr. formand! Kan kvinder træffe beslutninger? I Danmark i 1915 fik kvinderne retten til at stemme. Jeg er selv uddannet jurist fra Københavns Universitet og har læst offentlig administration på l’ENA i Frankrig. Jeg har arbejdet i Udenrigsministeriet og reddet danskere ud under bomberegn i Libanon i 2006. I 2013 fjernede jeg kemiske våben fra Syrien. Hvorfor - når det gælder min egen krop - skulle jeg lige pludselig være ude af stand til at træffe beslutninger? Hvorfor skulle politikere i et parlament være bedre i stand til at træffe beslutninger om min egen krop end mig selv og min læge? Tidligere medlem af dette hus, Lone Dybkjær, sikrede, at ligestilling blev skrevet ind i artikel 2 i traktaten.

Vi er et værdifællesskab i EU. Vores værdier er under angreb i disse år. Betænkningen, toppen af isbjerget, viser, hvordan lobbyindsatsen mod vores rettigheder er blevet firdoblet de seneste fire år. Ligestilling starter med retten til at bestemme over vores egen krop. Så stem for Matic-betænkningen i morgen - stem for ligestilling.

 
  
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  Heidi Hautala (Verts/ALE). – Mr President, Commissioner, sexual and reproductive health and rights, as well as the rights of sexual minorities, have been harnessed by the global anti-gender lobby to advance their conservative agenda. They want to erase even the use of the term ‘gender’. A recent report called Tip of the Iceberg has traced a staggering USD 700 million in anti-gender funding over the 2009-2018 period originating from the United States, Russia and Europe.

It’s disappointing that today in Europe we need to fight for rights that we thought were already guaranteed. And they must be guaranteed for all, because if they are not guaranteed for some of us, they are going to be rolled back for all of us. And I still have the echo of the famous words by Hillary Clinton: ‘human rights are women’s rights and women’s rights are human rights’. Let’s work on this basis together.

 
  
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  Cristian Terheş (ECR). – Mr President, dear colleagues, the debate over the Matić report is not about right or left issues. The debate is about what is right and what is wrong. Do you want in the EU a culture of life and prosperity, or a culture of death? Without judging why someone might have had an abortion, we as a society cannot say that such an act is a good act since we have an obligation to protect life. To claim, therefore, in this report that abortion is a fundamental human right is undermining the foundation of the European Union, which was created to safeguard the life and human dignity of every European citizen.

To report also in this claim that men can give birth and they should, and I quote, ‘benefit from measures of pregnancy and birth-related care’, period. Making such a claim makes the EU a laughing stock across the world. We need therefore to respect and safeguard the fundamental rights and freedoms of everybody to protect and promote the actual European values, and vote therefore against this report.

 
  
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  Elżbieta Katarzyna Łukacijewska (PPE). – Panie Przewodniczący! Szanowni Państwo! My wiemy, że tematy które dzisiaj poruszamy, są w kompetencji krajów członkowskich, ale to nie zabrania nam tego, abyśmy te ważne społecznie kwestie poruszali, dając tym samym sygnał kobietom, że widzimy ich problemy, rozumiemy je, wspieramy. Z tego miejsca chciałabym powiedzieć kobietom, że widzimy, jak w wielu krajach sytuacja kobiet staje się coraz trudniejsza. Jeżeli chodzi o dostęp do badań prenatalnych, in vitro, środków antykoncepcyjnych, do edukacji seksualnej a także do legalnej, dostępnej, dopuszczalnej przepisami danego kraju aborcji.

I o tym jest to sprawozdanie, a nie tylko o aborcji. Odnoszę wrażenie, że niektórzy z Państwa nie przeczytali jego treści. Z tego miejsca widzimy, jak wiele kobiet w tym trudnym okresie, zwłaszcza po-covidowym, miało i ma nadal problemy z dostępem do lekarza, do badań profilaktycznych, do szybkiej diagnozy, czy nowoczesnych terapii walki z nowotworami. I widzimy, jak wielu, zasłaniając się klauzulą sumienia, odmawia kobietom dopuszczalnej i legalnej w danym kraju aborcji, skierowania na badania in vitro czy przekazania środków antykoncepcyjnych. I nie życzę sobie, aby pani Wiśniewska się za mnie wstydziła, bo to ja wstydzę się za jej partię i za to, co robi Polsce i polskim kobietom.

 
  
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  Abir Al-Sahlani (Renew). – Talman! Kommissionär! Klockan är slagen för att en gång för alla deklarera, och agera för, att kvinnors rättigheter är mänskliga rättigheter. Det är inte en fråga om åsikt. Det är inte en fråga om förhandling. Jag kan inte tro att jag en dag i juni 2021 ska behöva säga det i denna demokratins högborg.

Den yttersta högern, klädd i en dyr kostym med en konservativ slips, kommer idag väl organiserad, väl koordinerad och väl finansierad. Det är inte galningarna som stod med skyltarna på blodiga foster förut utanför huset. De är här inne i huset.

Kampen för alla kvinnors rätt att bestämma över den egna kroppen är ingen ny kamp. Men framtiden är upp till oss och vi som aldrig kommer att sluta kämpa. EU skapar garanten för alla människors lika rättigheter och värde för dig, för mig, för de som redan har kämpat och för de som kommer att kämpa.

 
  
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  Miriam Lexmann (PPE). – Vážený pán predsedajúci, od začiatku môjho mandátu v Európskom parlamente konzistentne poukazujem na to, že dohodnuté právomoci sa musia dodržiavať. Zmluvy stanovujú jasne, ktoré kompetencie na úrovni Európskej únie zdieľame a ktoré sú výnimočne v rukách členských štátov. Stále viac sme však svedkami snáh o posúvanie dohodnutých hraníc. Správa Matić je toho jasným príkladom. Európska únia nemá kompetenciu v oblasti sexuálneho a reprodukčného zdravia, z čoho samo osebe vyplýva, že keby sme ctili zásadu subsidiarity, dnes by sme správu s takýmto názvom a témou ani nemali na programe. V druhom rade Európsky parlament nemá mandát na to, aby prostredníctvom svojich nezáväzných uznesení posúval významy medzinárodne dohodnutých a uznávaných konceptov, akými sú aj ľudské práva. A žiadny medzinárodný dokument neustanovuje právo na potrat. Táto správa je preto v zrejmom a závažnom rozpore s právomocami EÚ a musí byť zamietnutá.

 
  
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  Peter van Dalen (PPE). – Voorzitter, dit verslag is overbodig, want de Europese Unie gaat niet over abortus provocatus. Het verslag is ook misleidend, want abortus is geen mensenrecht. Dat is het recht op leven wél. Zie artikel 2 van het Europees Verdrag tot bescherming van de rechten van de mens en de fundamentele vrijheden.

Ook is er zeer eenzijdige kritiek op de gewetensbezwaarden in de zorg die niet aan een abortus willen meewerken. In feite is het een trap na aan dokters en verpleegkundigen die zeer gewetensvol willen werken.

Ik mis in het verslag ook hoop en toekomst voor moeders in de lidstaten die een kind wél geboren laten worden en afzien van een abortus. En waar is het hoofdstuk over vaders die ook een verantwoordelijkheid hebben?

Kortom, voorzitter, dit verslag kan in de prullenbak. Het is mij een compleet raadsel hoe dit hier op de agenda is gekomen.

 
  
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  Vladimír Bilčík (PPE). – Vážený pán predsedajúci, okolo Matićovej správy je, žiaľ, veľa emócií a dezinformácií. Pozorne som si prečítal štyri desiatky strán správy, ktorá sa venuje sexuálnym a reprodukčným právam. Nie s každou vetou súhlasím, ale tak je to v prípade mnohých politických správ, o ktorých tu hlasujeme. Nezdá sa mi preto fér vyberať si zo správy jednotlivé slová a posúvať verejne ich význam mimo kontext celého text. Hoaxy a strašenie europarlamentom totiž nahrávajú najviac tým, ktorí chcú európsky projekt ničiť. Držme sa faktov. Matićova správa neporušuje subsidiaritu. Ide o nelegislatívnu správu, ktorá štátom nemôže nič prikázať. Vysiela však dôležitý politický signál, že ženské práva sú ľudské práva a dôstojnosť každého z nás si zaslúži úctu a ochranu. Rešpektujem, že niektorí z nás majú na otázky v správe iný názor ako ja. Dôstojnosť žien pri zdravotníckych úkonoch, vzdelávanie o vážnych otázkach nášho života či dôstojné podmienky pre zdravý život dievčat a žien však považujem za niečo, čo pre mňa nie je predmetom diskusie. Je to totiž samozrejmé. Moje hlasovanie bude preto reflektovať, že chcem, aby sme vyslali odkaz, že ženy si zaslúžia plnohodnotnú úctu a plnohodnotné príležitosti, nielen vo vybrané slávnostné dni, ale počas celého života.

 
  
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  Helena Dalli, Member of the Commission. – Mr President, information and knowledge about reproductive and sexual health must be accurate and comprehensive if the policies and actions we pursue are to work. Your report does an excellent job of pinpointing gaps in information and room for improvement in policies. The Commission takes note of the wide range of recommendations for Member States in areas that are their exclusive responsibility. All Commission services will closely examine your recommendations to see where we can include them in our policies.

We thank the European Parliament for its continued strong support for women’s rights, including on a matter as fundamental as their bodily integrity. Together, we can counter the current backsliding on women’s rights and promote full enjoyment of sexual and reproductive health and rights by all.

Backsliding is not an option. The only viable option is to continue championing a healthier and fairer Europe. This is the road we will continue to pursue.

(Applause)

 
  
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  President. – The debate is closed.

The vote will take place on Thursday, 24 June 2021.

Written statements (Rule 171)

 
  
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  Milan Brglez (S&D), pisno. – V času, ko se v EU krepijo napadi na temeljne evropske vrednote, na čelu z enakostjo spolov, ki je pod pritiski Poljske in Madžarske izpadla iz izjave voditeljev s Socialnega vrha v Portu, ter v obdobju, ko je bil zaradi pandemije močno omejen dostop do zdravstvenih storitev na tem področju, je ključnega pomena, da Evropski parlament razpravlja ter zavzame jasno stališče v podporo pravici do spolnega in reproduktivnega zdravja.

Spolno in reproduktivno zdravje žensk je tudi v EU vse prevečkrat obravnavano kot neprednostno in manj nujno ter podvrženo ustvarjanju lažnega konflikta med pravico žensk do spolnega in reproduktivnega zdravja, zvedenega na pravico do splava, ter pravico do življenja nerojenih otrok. Hkrati pa se zavzemanju stališča do te teme na evropski ravni nasprotuje z izgovorom poseganja v področje pristojnosti držav članic.

Pravica do spolnega in reproduktivnega zdravja je neločljivi del pravice do zdravja, v skladu s 35. členom Listine EU o temeljnih pravicah. Nobenega dvoma ni, da je EU s svojimi politikami ter ukrepi dolžna spodbujati in promovirati to pravico, izobraževanje o njej ter si pri državah članicah prizadevati za enak in nediskriminatoren dostop do izdelkov in storitev, ki zagotavljajo najvišjo možno stopnjo spolnega in reproduktivnega zdravja.

 
  
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  Joachim Stanisław Brudziński (ECR), na piśmie. – Grupa EKR na mocy art. 197 Regulaminu PE złożyła wniosek wzywający do uznania sprawozdania posła Matića w sprawie zdrowia seksualnego i reprodukcyjnego oraz prawa w UE w kontekście zdrowia kobiet za niedopuszczalny. Niestety wniosek ten nie został przyjęty przez PE. Wielka szkoda, gdyż możemy nie zgadzać się co do poszczególnych kwestii dotyczących zdrowia seksualnego i reprodukcyjnego, jednak wszyscy powinniśmy być zgodni co do jednej, fundamentalnej zasady: respektowania zapisów Traktatu o funkcjonowaniu UE, który jasno stwierdza, iż te zagadnienia nie należą do kompetencji UE, a każdy kraj członkowski powinien być w pełni za nie odpowiedzialny (artykuł 168(7) TFEU). Potwierdzała to kilkakrotnie sama komisarz ds. równości Helena Dalli podczas dotychczasowych debat w Parlamencie Europejskim. Przerażające jest to, że w tej instytucji prowadzona jest dyskusja, czy dziecko ma prawo do życia czy też nie. Nie nazywa się w tej dyskusji wielu rzeczy po imieniu. Zamiast o prawie do zabijania w kontekście aborcji dzieci mowa o dostępie do usług medycznych. Z jednej strony lewaccy i ekologiczni aktywiści doprowadzają do zakazu zabijania kurzych zarodków, gdyż mogą one odczuwać ból, z drugiej strony ci sami aktywiści domagają się dziś w PE (wbrew traktatom unijnym i prawu międzynarodowemu) uznania prawa do aborcji za prawa człowieka.

 
  
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  Andrea Caroppo (PPE), per iscritto. – Esprimo il mio profondo dissenso, rispetto alla relazione Salute sessuale e riproduttiva e relativi diritti nell'UE, nel quadro della salute delle donne (A9-0169/2021) [2020/2215(INI)] che viola frontalmente il principio di sussidiarietà, attacca la sovranità degli Stati membri in materie di loro competenza esclusiva e comunque, abbandona la strada del rispetto dei diritti umani fondamentali, come il diritto alla vita, contenuto nello stesso Trattato UE e nei Trattati internazionali. Inquadrare il diritto all'aborto e alla maternità surrogata, come parte della lotta per la necessaria parità tra i sessi, porta l'UE sul piano scivoloso della promozione della cultura della morte e la trasforma nella tomba dei diritti umani: questo, infatti, rischia di essere solo il primo passo verso la creazione di normative vincolanti per tutti gli Stati membri che favoriscono l'aborto, sopprimono la libertà di coscienza per i medici, personale e strutture sanitarie, ledono la libertà di espressione e di azione delle ONG che si impegnano per evitare la morte dei nascituri, promuovendo e sostenendo concretamente maternità e gestanti. Occorre piuttosto far risplendere il vero volto dell'Europa, quello della dignità di ogni persona, dal concepimento e i conseguenti diritti fondamentali, alla vita e alla libertà di coscienza.

 
  
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  Beata Mazurek (ECR), na piśmie. – Szacunek do kobiet i w pełni poszanowanie ich praw to dla mnie rzecz oczywista, tak samo oczywista jak szacunek i poszanowanie praw każdego człowieka, bez względu na wiek, rasę czy wyznanie. Rząd Polski stoi na straży równouprawnienia kobiet i mężczyzn, wiedząc jak ważną rolę spełnia kobieta w naszych społecznościach. Trzeba zadać pytanie, czy debatując nad tak skrajnie lewicowym raportem, troszczymy się i dbamy o kobiety? Czy aborcja na żądanie to według Państwa zabieg, który wpływa pozytywnie na zdrowie kobiety? Czy Parlament Europejski powinien w tym zakresie pouczać państwa wspólnoty? Przecież zgodnie z traktatami, wszystkie kompetencje w dziedzinie organizacji systemów opieki zdrowotnej oraz w dziedzinie szeroko pojętej edukacji z tym związanej należą wyłącznie do państw członkowskich. Dziś powinniśmy walczyć o każde życie, bo każda istota ludzka, a taką bez wątpienia jest dziecko w łonie matki, na nie zasługuje. Sprawozdanie, w którym jako metodę planowania rodziny wskazuje się dostęp do bezpiecznej i legalnej aborcji, czyli de facto zabicia bezbronnego, nienarodzonego dziecka, jest sprawozdaniem hańby i Wy wszyscy, którzy zagłosujecie za jego przyjęciem, powinniście się wstydzić!

 

24. Evropský společný podnik pro vysoce výkonnou výpočetní techniku (rozprava)
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  President. – The next item is the debate on the report by Maria da Graça Carvalho, on behalf of the Committee on Industry, Research and Energy, on the proposal for a Council regulation on establishing the European High Performance Computing Joint Undertaking (COM(2020)0569 – C9—0335/2020 – 2020/0260(NLE)) (A9—0177/2021).

 
  
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  Maria da Graça Carvalho, Relatora. – Senhor Presidente, Senhora Comissária, caros colegas, a empresa comum para a computação europeia de alto desempenho, EuroHPC, com um orçamento de 8 mil milhões de euros para o período de 21-23, tem como grande meta dotar a Europa da melhor rede de supercomputadores do mundo.

O relatório acompanha esse objetivo, mas visa ainda, e acima de tudo, garantir que o EuroHPC irá servir todos os Estados-Membros, quer estes tenham ou não sido selecionados para acolher os supercomputadores, e que irá igualmente servir as pessoas, as empresas, incluindo as pequenas e médias empresas, as instituições de investigação, as universidades e as administrações públicas.

No fundo, pretendemos assegurar que esta importante infraestrutura, na qual iremos investir, será um verdadeiro motor de transformação alinhado com os principais objetivos de desenvolvimento e de sustentabilidade da União Europeia, ajudando-nos a combater as alterações climáticas, a modernizar as nossas indústrias, as nossas cidades e os nossos transportes, a estudar as origens e a evolução e as soluções para as pandemias, e a desenvolver novos medicamentos, novas vacinas que salvam vidas.

O relatório baseia-se no princípio de que a primeira forma de medir o sucesso desta parceria será o nível de envolvimento, acesso e sensibilização que seja capaz de gerar junto dos potenciais utilizadores. Isto significa dar acesso às infraestruturas, aos serviços e aos dados, tendo a abertura, a transparência e a simplificação como pedras angulares, prestando particular atenção às pequenas e médias empresas e às novas empresas, evitando taxas elevadas de utilização e outras barreiras ao acesso que possam ser desencorajadoras, cultivando, por parte de quem irá gerir esta infraestrutura, uma atitude proativa de divulgação dos serviços prestados, bem como dos acessos aos dados, e envolvendo ativamente as partes interessadas nos processos de decisão, razão pela qual propomos a criação de um fórum de utilizadores com o papel de aconselhamento.

A fim de tirar pleno partido deste investimento, terá de ser criado e reforçado um ecossistema de excelência acessível a todas as partes interessadas e independente da região de origem ou da sua dimensão. Para o conseguir, será necessário aumentar as capacidades de muitos dos intervenientes. Por este motivo, a criação de sinergias e complementaridade com outros programas da União Europeia, nomeadamente os fundos regionais, o InvesEU, o Fundo de Recuperação e de Resiliência, terá de acontecer, mas de uma forma simples, prática e eficaz.

A criação do ecossistema em torno desta rede de supercomputadores também implicará incentivar atividades de investigação científica e inovação, nomeadamente na área do hardware, com destaque para os microprocessadores. Temos que reganhar a cultura da produção na Europa, principalmente nas tecnologias emergentes como as tecnologias digitais. Deve igualmente ser dada uma relevância à investigação sobre a computação quântica.

Para beneficiar plenamente destas capacidades, a União Europeia terá ainda de desenvolver qualificações e competências, prestando especial atenção ao aumento da participação das mulheres e promovendo uma ampla divulgação e sensibilização das oportunidades de melhorar as competências digitais. O EuroHPC deve também garantir a visibilidade das suas atividades junto dos cidadãos.

O respeito pelas práticas ambientalmente responsáveis no funcionamento destes supercomputadores e da sua rede é o outro grande desafio. Como sabemos, os supercomputadores consomem muita energia, pelo que é fundamental adotar estratégias de eficiência energética e de utilização de energia limpa, sempre que possível.

Termino, agradecendo o forte apoio dado a este relatório pelos diferentes grupos políticos. Aos meus colegas, a todas as pessoas envolvidas no trabalho deste relatório, o meu muito obrigada.

O mérito desta aceitação é do próprio projeto e da sua ambição. No fundo, todos concordamos com a grande importância, a importância estratégica deste investimento para o nosso futuro, para o futuro da União.

 
  
  

PRESIDENZA DELL'ON. FABIO MASSIMO CASTALDO
Vicepresidente

 
  
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  Jutta Urpilainen, Member of the Commission. – Mr President, honourable Members, I thank, also on behalf of Executive Vice—President Vestager, the rapporteur Ms Carvalho and the European Parliament for their hard work on this proposal.

The report on which you will vote tomorrow recognises the importance of European high performance computing (HPC) for Europe’s digital sovereignty and its undoubted added value for European research and innovation. The Europe HPC joint undertaking will be a cornerstone of the digital decade.

The digital transformation of Europe cannot be achieved without secure, performant and sustainable digital infrastructures. Here, supercomputing, infrastructure and services are key. The new regulation will allow to draw from the new EU financial programmes and encourage co—investment between Member States and the EU. Europe will soon become one of the most advanced regions in high performance computing and quantum computing.

Next generation supercomputers will be reaching end—scale performance capable of more than one trillion operations per second. We will have supercomputers adapted to the most pressing industrial needs developed, and we expect to develop our first quantum computers. The joint investments and activities will ensure the interconnection of these world class supercomputing infrastructure to a large number of public and private users from anywhere in Europe.

The Europe HPC will also support the development of ambitious novel scientific and industrial applications in various areas. In addition, the development and mastering of low—consumption high—end processors is crucial for a wide range of markets, from supercomputers to edge and cloud computers, autonomous cars and smartphones.

Finally, our strategy would be incomplete without considering how to widen the use of high—performance computing and address the skills dimension. We will therefore attract and train a large number of SMEs and public users to profit from our supercomputing investments. We will also co—invest with industry in the acquisition of dedicated systems and in the development of large—scale industrial applications.

We will ensure that the EU supercomputing infrastructure supports the new AI applications, provides cloud—based services to a wide range of users, and effectively links with the future public data spaces. These are all key elements of our broader digital strategy.

We established the first Europe HPC joint undertaking almost three years ago, with an ambition to make Europe a leading supercomputing power. Now the vision is becoming a reality. It shows that when Europe has ambitions, it can deliver and achieve them, and this is the path on which we will continue with the new joint undertaking.

 
  
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  Tom Berendsen, namens de PPE-Fractie. – Voorzitter, dit debat vindt laat in de avond plaats, maar eigenlijk zou het een prominentere plek op onze agenda moeten hebben. Want de beste manier om draagvlak te houden voor Europese samenwerking is door het resultaat van Europese samenwerking te laten zien. En op het gebied van supercomputers boekt de Europese Unie resultaten.

We hebben de kracht van supercomputers nodig voor onze economie van de toekomst. Daarvoor mogen we als Europese Unie niet afhankelijk zijn van anderen. Maar dat waren we wel. In 2016 was er in de Europese Unie slechts één computer te vinden die mee kon met de beste ter wereld. Nu, vijf jaar later, ziet het beeld er totaal anders uit. Drie van de vijf beste supercomputers staan aan het eind van dit jaar in Europa. Het resultaat van succesvolle Europese samenwerking tussen overheden, kennisinstellingen en het bedrijfsleven.

We worden minder afhankelijk van anderen en zorgen ervoor dat onze kenniseconomie klaar is voor de toekomst. En dat is een geweldig resultaat van de Europese samenwerking.

 
  
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  Иво Христов, от името на групата S&D. – Уважаеми г-н председател, пандемията доказа необходимостта от общоевропейски стратегически подход във високопроизводителните изчислителни технологии. Именно тези водещи технологии позволиха бързото разработване на ваксините срещу COVID-19. Осигуряването на стратегическата автономия на Съюза, особено по отношение на критичните инфраструктурни компоненти, е предусловие за успеха на Съвместното предприятие. Второто ключово условие е гарантирането на сигурността на веригата за доставки на закупените технологии и системи и покриването на високи стандарти за киберсигурност. Оперативната съвместимост между суперкомпютрите и технологиите, базирани на изкуствен интелект, също трябва да бъде осигурена, ако искаме да разгърнем максимално потенциала на фармацевтичния сектор и да въведем подобрения в сферата на здравеопазването. Високопроизводителните изчислителни технологии ще дадат тласък на базираната на данни икономика, като същевременно ще осигурят стимули за иновации на малките и средните предприятия, които трябва да имат улеснен достъп до суперкомпютрите.

Вярвам, че за да се увенчае с успех дейността на Съвместното предприятие, трябва да насочим усилията в няколко посоки. На първо място, е необходимо балансирано географско разпределение на суперкомпютрите в рамките на Съюза. На второ място, следва да се отдели специално внимание на така наречения "стълб за разширяване на употребата на уменията". Именно липсата на достатъчно специалисти с подходящи цифрови умения се очерта като една от основните слабости в работата на Съвместното предприятие. Затова с изграждането на мощности, следва да се инвестира в развитието и задържането на таланти. Не на последно място, мерило за успеха на Съвместното предприятие ще бъде координацията и употребата на високопроизводителните изчислителни центрове за осъществяване на приоритетите, заложени в областта на данните за здравеопазването и промишлеността. Благодаря ви за вниманието.

 
  
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  Susana Solís Pérez, en nombre del Grupo Renew. – Señor presidente, la Unión Europea tiene que liderar la economía digital y, para eso, necesitamos datos, un marco regulatorio adecuado e invertir en infraestructuras y capacidad de computación. Los supercomputadores son cruciales para nuestra competitividad y liderazgo en ámbitos claves como la salud o el cambio climático. Lo hemos visto claramente durante la pandemia. Gracias a ellos, los científicos han realizado investigaciones en semanas que antes duraban meses o incluso años, y gracias a ellos tenemos la vacuna o tecnología para combatir el virus. Sin embargo, a día de hoy, la Unión Europea no tiene ningún supercomputador entre los diez primeros del mundo. Y es más: los existentes dependen de tecnología no europea.

Por eso es tan importante el paso que dio Europa en 2018 con la creación de la Empresa Común de Informática de Alto Rendimiento Europea, cuyo Reglamento aprobamos hoy. Este proyecto es uno de los más ambiciosos de Europa y los países hemos unido esfuerzos y recursos para tener una red de ocho supercomputadores que nos va a convertir en primera potencia mundial. Esto es un paso de gigante para nuestra soberanía tecnológica y digital. Y lo que estamos aprobando aquí hoy es un Reglamento mejorado donde permitimos más sinergias con otros fondos, donde hay más transparencia y garantizamos que los servicios y los datos son accesibles para nuestras pequeñas y medianas empresas, para las startups, para las universidades, para los centros tecnológicos y las administraciones públicas de todos los Estados miembros. En definitiva, que todos los europeos podamos acceder a ellos.

Porque, cuando sabemos que el futuro de Europa está marcado por dominar nuevas tecnologías como la inteligencia artificial, el análisis de datos o la computación cuántica, Europa no puede permitirse perder el tren. Aprovechemos que tenemos el talento y la voluntad política para desempeñar el papel de liderazgo tecnológico que nos corresponde. Este es un gran paso para Europa.

 
  
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  Ville Niinistö, on behalf of the Verts/ALE Group. – Mr President, the European high-performance computing joint undertaking has the possibility to provide the needed calculating infrastructure to help us solve some of today’s and tomorrow’s problems, ranging from identifying viruses to providing solutions for combating climate change. So it’s important that we, as Europe, build on the successes we have already achieved in this field.

The Greens are happy that the Parliament calls for openness, gender equality and interoperability and respecting GDPR and other EU rules in developing the Euro HPC. A very positive element is also the availability of supercomputers to various groups of people and ensuring that the computers aim for energy-efficient operation and running with clean energy.

These EU-funded supercomputers should be exemplary in every possible way, used for the common good and access to all researchers and students also should be included, also start-ups.

I would like to conclude by thanking the rapporteur for the inclusive approach on the file.

 
  
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  Jean-Lin Lacapelle, au nom du groupe ID. – Monsieur le Président, Madame la Commissaire, chers collègues, les supercalculateurs, sortes de superordinateurs, sont aujourd’hui l’une des clés de la souveraineté numérique.

La climatologie, la cybersécurité, l’intelligence artificielle, la recherche médicale, autant de secteurs où les supercalculateurs deviennent indispensables. Aujourd’hui, seulement 5 % des supercalculateurs sont européens et aucun n’atteint la puissance de calcul de l’exaflop, c’est-à-dire de plus d’un milliard de milliards d’opérations à la seconde.

La création de l’industrie européenne de calcul à haute performance est donc une priorité, il y va de notre souveraineté. Et je reconnais que nous sommes heureux que ce projet européen d’entreprise commune pour le calcul à haute performance arrive à son terme, après près de 8 ans d’attente.

Pour autant, l’Union européenne s’obstine à adhérer à cette idéologie de la libre concurrence, responsable de la destruction de son industrie et de son savoir-faire. Sur les sept supercalculateurs commandés par la Commission européenne, seuls quatre proviennent d’une entreprise européenne, en l’occurrence Atos, trois le sont auprès de l’américain Hewlett Packard ou du japonais Fujitsu. Comment pouvez-vous, à longueur du rapport que nous étudions aujourd’hui, vanter le besoin d’indépendance de l’Union européenne en matière de puissance de calcul et, en même temps, faire construire les supercalculateurs par des entreprises étrangères?

De plus, l’Union européenne doit absolument recréer une industrie européenne du matériel informatique physique. Il est inconcevable, comme c’est le cas pour Atos, que les composants utilisés soient uniquement fournis par des entreprises essentiellement américaines comme AMD, Intel ou Nvidia. L’Union européenne doit aussi investir massivement dans les semi-conducteurs. Nous ne pouvons plus être dépendants des fondeurs de puces asiatiques, comme le démontre la pénurie actuelle.

Enfin, l’Union européenne accuse un retard technologique majeur dû à l’aveuglement idéologique et à l’incompétence de certains gouvernants. La libre concurrence, lorsqu’elle vise les secteurs stratégiques, est un non-sens. Seules l’indépendance et la souveraineté pourront nous permettre de retrouver notre rang technologique dans le concert des nations.

 
  
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  Lina Gálvez Muñoz (S&D). – Señor presidente, la propuesta sobre la Empresa Común de Informática de Alto Rendimiento Europea facilitará el desarrollo de la nueva generación de tecnologías digitales, que nos ayudará en la transición hacia una economía digital europea.

Los superordenadores, con su capacidad informática extremadamente elevada, permiten que tecnologías como la inteligencia artificial, los análisis de datos y la ciberseguridad aprovechen el enorme potencial que ofrece la economía de los macrodatos y den lugar a innovaciones en ámbitos tan importantes como la salud o el cambio climático.

Para poder beneficiarnos completamente de los superordenadores, debemos reforzar las capacidades y competencias, haciendo especial hincapié en reducir las desigualdades y la brecha de género, y garantizar que estos servicios estén al servicio de las instituciones de investigación, de las administraciones y de la ciudadanía europea. Así, estas infraestructuras ayudarán a avanzar en el liderazgo de Europa en supercomputación y a construir un futuro más innovador, digital y verde.

 
  
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  Jutta Urpilainen, Member of the Commission. – Mr President, the motion for a resolution of the European Parliament makes a number of valuable suggestions. We know that many of them reflect a similar approach as the Council, and we expect them to be reflected in the final regulation that is planned for adoption as early as July.

For example, the importance of the SMEs’ access and support for supercomputing, which was already at the heart of the Commission’s proposal, is further enhanced. The proposals of the Parliament to simplify the administrative overheads for implementing the actions is reflected in the central financial management, which is a major breakthrough.

We also welcome the suggestion to increase involvement of the users in the joint undertaking’s infrastructure activities by creating a user forum. This is consistent with the opinion of the Council, that has strengthened the user participation by highlighting that the design of supercomputers should be based on the user needs.

I would like to reiterate our appreciation to the Parliament for this timely and valid input that will allow a continuity of the ongoing activities of the joint undertaking and start of the new ones without any disruption.

 
  
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  Presidente. – La discussione è chiusa.

La votazione si svolgerà domani, giovedì 24 giugno 2021.

Dichiarazioni scritte (articolo 171)

 
  
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  Andrus Ansip (Renew), kirjalikult. – Nõukogu määrusega, millega asutati 2018. aastal ühisettevõte EuroHPC, seati eesmärgiks saavutada aastateks 2022–2023 järgmine superandmetöötluse tase – eksatasandi jõudlus (st andmetöötlussüsteemid, mis suudavad sooritada üle ühe triljoni (1018) tehte sekundis). Ka suured Euroopa Liidu liikmesriigid on liiga väikesed selleks, et konkureerida uue põlvkonna superarvutite väljatöötamisel Hiina ja Ameerika Ühendriikidega. Mul on hea meel, et Euroopa Liidu liikmesriigid on ühendanud oma jõud ja otsustanud arendada uue põlvkonna superarvuteid üheskoos.

 

25. Dvacáté páté výročí Mezinárodní konference o populaci a rozvoji (ICPD25) – summit v Nairobi (rozprava)
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  Presidente. – L'ordine del giorno reca la discussione su:

- l'interrogazione con richiesta di risposta orale al Consiglio su 25° anniversario della Conferenza internazionale sulla popolazione e lo sviluppo (ICPD25) (vertice di Nairobi), presentata da Evelyn Regner e Tomas Tobé, a nome della commissione per lo sviluppo e della commissione per i diritti delle donne e l'uguaglianza di genere (O-000020/2021 - B9-0018/21) (2019/2850(RSP)),

- l'interrogazione con richiesta di risposta orale alla Commissione su 25° anniversario della Conferenza internazionale sulla popolazione e lo sviluppo (ICPD25) (vertice di Nairobi), presentata da Evelyn Regner e Tomas Tobé, a nome della commissione per lo sviluppo e della commissione per i diritti delle donne e l'uguaglianza di genere (O-000021/2021 - B9-0019/21) (2019/2850(RSP)).

 
  
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  Evelyn Regner, Verfasserin. – Herr Präsident, Frau Kommissarin! Vom 12. bis zum 14. November 2019 waren wir mit einer starken Delegation aus dem Europaparlament beim Weltbevölkerungsgipfel in Nairobi vertreten, also vor Corona, schon lange davor. Unsere Botschaften dort waren und sind klar – auch eineinhalb Jahre später noch: Wir Frauen müssen überall auf der Welt das Recht haben, selbst über unseren Körper zu entscheiden. Die Zeit der Hinterzimmerabtreibungen mit vielen Todesfällen muss endlich vorbei sein.

Ähnlich wie beim Matić-Bericht über die sexuellen und reproduktiven Rechte von Frauen geht es auch hier um Grundrechte. Es geht um die Gesundheit von Frauen. Wir müssen all unsere Anstrengungen intensivieren, um Gewalt gegen Frauen endgültig zu beenden. Genitalverstümmelungen an Mädchen haben keinen Platz im 21. Jahrhundert. Der Zugang zu modernem Sexualkundeunterricht und Verhütungsmitteln muss in Europa und international ermöglicht werden. Die Sterblichkeitsrate bei der Entbindung und von Neugeborenen muss drastisch gesenkt werden.

Wenn wir also über nachhaltige Entwicklung reden, müssen Frauenrechte und vor allem die sexuellen und reproduktiven Rechte ganz klar im Zentrum stehen. Frauenrechte sind und bleiben Menschenrechte. Und die Abschlusserklärung der Nairobi—Konferenz macht das deutlich. Seit der letzten vor über 25 Jahren hat sich demokratisch sehr viel verändert, es wurden aber reichlich wenige Ziele erreicht.

Wir müssen also verstärkt daran arbeiten, alle Maßnahmen für Gleichstellung umzusetzen. Sonst erreichen wir sie nie. Und daher ist ein essenzieller Teil der Erklärung der universelle Zugang zu sexuellen und reproduktiven Rechten von allen Menschen. Wir in Europa haben hier eine wichtige Verantwortung, und der müssen wir nachkommen. Wir müssen das role model für die Rechte von Frauen sein. Wir müssen auch Geld in den Schutz von Frauen, in wichtige Entwicklungsprojekte investieren.

Es ist daher sehr enttäuschend, dass aus der guten Zusammenarbeit bei der Formulierung und der Verhandlung dieser Entschließung nun so viel Widerstand kommt. Es zeigt sich hier das wahre reaktionäre Gesicht von einigen. Und ich erwarte daher, dass die europäischen Staaten in Zukunft mit einer starken Stimme nach außen Frauenrechte innerhalb und außerhalb Europas verteidigen.

 
  
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  Chrysoula Zacharopoulou, auteure. – Monsieur le Président, Madame la Commissaire, chers collègues, à Nairobi, en novembre 2019, plus de 1 200 engagements ont été pris autour d’un objectif: accélérer l’autonomisation des filles et des femmes. Comment? Avec l’accès universel à la contraception, la planification familiale, l’éducation sexuelle et surtout la lutte globale contre tous les types de violences de genre, et beaucoup d’autres.

Parmi les grands absents de ces engagements figuraient les États-Unis de M. Trump, le Brésil, la Biélorussie ainsi que deux de nos États Membres. Malgré cela, les engagements de Nairobi avaient amené une nouvelle dynamique mondiale.

L’arrivée de la pandémie a bouleversé le monde et en particulier la vie des femmes. Elles subissent une «double pandémie» comme l’a rappelé M. António Guterres. Les chiffres parlent d’eux-mêmes: les violences conjugales ont augmenté de 25 % partout dans le monde, 11 millions de filles pourraient abandonner l’école, 1,4 million de grossesses non désirées ont dû être menées à terme

De plus, certains gouvernements ont saisi l’opportunité d’imposer leur idéologie conservatrice en interdisant de facto l’interruption volontaire de grossesse, en se retirant de la Convention d’Istanbul

Alors, plus d’un an et demi après le sommet, il me semble pertinent de vous demander, Madame la Commissaire, quelles mesures concrètes ont été mises en place et quels financements sont prévus pour ces questions dans le cadre de «Global Europe», alors qu’un nouveau «Gender Action Plan» a été lancé.

L’Europe, par sa diplomatie féministe, inspire les autres nations par ses positions fortes, et ses législations mais, pour continuer à être crédibles, il faut un engagement conjoint de l’Union et de tous nos États Membres. Mes chers collègues, notre diplomatie féministe doit être portée par chacun d’entre nous. L’engagement des hommes et des garçons est déterminant pour parvenir à un nouveau modèle de société.

La semaine prochaine à Paris aura lieu le Forum Génération Égalité. J’appelle l’Union européenne, tous les gouvernements, les organisations et la société civile à se mobiliser pour que chaque fille et chaque garçon puisse trouver sa place dans la société et s’épanouir dans le respect et la dignité de chacun. Pour construire une vraie «Generation Equality».

 
  
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  Ana Paula Zacarias, President-in-Office of the Council. – Mr President, Commissioner, honourable Members, thank you for this oral question, which provides us with the opportunity to address this very relevant question on women’s and girl’s rights, also in connection with our development policies.

As you rightly point out in your question, more than 25 years after the International Conference on Population and Development that was held in Cairo and the adoption of the landmark programme of action, there is still a long way to go in ensuring that women and girls enjoy full respect of their fundamental rights, including their sexual and reproductive and health rights.

The epidemic has affected, as we all know, in a negative and disproportionate way, the rights of women and girls.

The EU remains nevertheless committed to the promotion, protection and fulfilment of all human rights and to the full and effective implementation of the Beijing platform of action and the ICPD programme of action and the outcomes of their review conferences. In this context, it also remains committed to sexual and reproductive health and rights.

In addition to the European consensus on development, jointly signed by the Presidents of the European Parliament, the Commission and the Council in 2017, where this commitment is clearly reflected, let me highlight two recent deliverables that were achieved during our Presidency.

Firstly, the Council approved unanimously the conclusions on the human rights based post—COVID 19 recovery on 22 February, as well as on strengthening Team Europe commitment to human development on 14 June.

Here we reaffirmed our commitment to the rights of every individual to have full control over, and decide freely and responsibly on, matters related to their sexuality and sexual and reproductive health, free from discrimination, coercion and violence.

The document also stresses the need for universal access to quality and affordable, comprehensive sexual and reproductive health information and education, including comprehensive sexuality education and healthcare services.

Secondly, through the NDICI, through Global Europe, the EU will have the funds needed to advance gender equality and fight against gender—based violence globally, highlighting two spending targets.

First on human development, with at least 20% of EU ODA going to social inclusion and human development, including basic social services, notably health and sexual and reproductive health and rights.

Secondly, on gender equality, with at least 85% of new actions implemented under the instrument, having gender equality as a principal or a significant objective as defined by the gender equality policymaker of the OECD Development Assistance Committee. At least 5% of those actions should have gender equality and women’s and girls’ rights and empowerment as principal objectives.

In conclusion, the EU and its Member States remain committed to the promotion of women’s and girls’ full enjoyment of all human rights, gender equality and the empowerment of women and girls, including their sexual and reproductive health and rights, as a priority across all areas of action.

We have the political will. We have the right legislative toolbox, and now we have a set of resources to mainstream this important dimension of our external and development policy. So it’s really time to deliver together.

 
  
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  Jutta Urpilainen, Member of the Commission. – Mr President, honourable Members of Parliament, thank you for the opportunity to address this very important topic.

I can assure you that the Commission is committed to continue playing a leading role in women’s and girls’ empowerment and access to sexual and reproductive health and rights (SRHR) and to promote the commitments reached in Nairobi.

I would like to make three points. First, our increased ambition is exemplified by the new Gender Action Plan (GAP) III that the Commission and High Representative presented last November. We support gender equality and sexual and reproductive health and rights through a range of interventions at bilateral, regional and global levels. We closely partner with the United Nations Population Fund to strengthen SRHR and increase access to family planning in low and middle income countries through the UNFPA supplies partnership.

We are further increasing support for SRHR with a focus on vulnerable adolescents in Africa. I am pleased to confirm we issued last year a call for proposals to civil society organisations with an initial investment of EUR 30.5 million. It will address critical gaps and needs such as teenage pregnancy, early marriage and family planning.

The EU-UN Spotlight initiative, the biggest ever global effort to eliminate violence against women and girls, is up and running in 26 countries across six regions, with total funding of EUR 500 million. Of this amount, 100 million is specifically earmarked for SRHR.

Second, with its 20% spending target for human development, the new Neighbourhood Development and International Cooperation Instrument (NDICI) – Global Europe will further accelerate our support to help SRHR and gender equality. NDICI incorporates the GAP III targets on gender mainstreaming in projects and programmes. At least 85% of all our new actions will contribute to gender equality and women’s empowerment, and out of this a minimum of 5% will have gender equality as the principal objective. A number of Team Europe initiatives promoting gender equality and SRHR are being explored with Member States at country and regional level.

Finally, these investments in equality go hand in hand with our broader initiatives to support girls’ education. This is all the more relevant today as COVID—19 has led to one of the worst education crises in history for children around the world, with young girls bearing the brunt of the suffering. This is why we strongly support the objective of 40 million more girls in schools by 2026 and 20 million more girls reading by age 10 or end of primary school. To achieve these goals, we need sustainable financing and this is why I am especially proud of our recent release of EUR 700 million to support the Global Partnership for Education over the next seven years.

I look forward to continuing working with this House to contribute to providing every girl and every woman the opportunities to build their future.

 
  
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  Frances Fitzgerald, on behalf of the PPE Group. – Mr President, Commissioner, thank you for the important work you are doing that you have outlined. The International Conference on Population and Development (ICPD) in Nairobi in 2019 was a landmark moment, celebrating 25 years since the initial ICPD in Cairo. It highlighted how far we have come, but we have much to do.

I believe that the ambitions highlighted during the conference are not only achievable, but imperative. We need strong political commitment to make it a reality. Women’s rights are at the centre of development policy, and achieving gender equality will have a ripple effect moving forward in other crucial areas, too, like healthcare, economic development and reducing poverty. We must act now.

Three quick points. The first is the need to tackle FGM, this horrific violence against women. Secondly, we need male champions. It’s time to take the burden of gender equality off the shoulders of women and move forward on this shared goal together. Finally, I want to express my outrage at the alternative statement that was issued at the end of the summit by some countries, including the US, Poland and Hungary.

Opposing reproductive rights only forces women to make harder decisions, one that puts their lives in danger. It doesn’t eradicate the problem. Those countries should be ashamed of their statement. And I want to really applaud the EU delegation for taking action and standing up in opposition to that text in Nairobi. That was an important statement.

 
  
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  Evin Incir, on behalf of the S&D Group. – Mr President, the commitment by the countries attending the 25th anniversary of the International Conference on Population and Development were clear. It was about ensuring sexual and reproductive health and rights for women and girls, as well as eliminating gender—based violence.

However, when evaluating the progress today, it is clear that in many parts of the world we have seen a bigger backlash in the last years than we have seen progress, including in the EU. Colleagues, SRHR and the right to be protected from violence is not to be taken for granted. Even in this Parliament we have anti—gender equality advocates, clunky anti—human rights advocates.

These last days I have been, as many others, focusing on different resolutions. One of them is the resolution by my Social Democratic colleague Fred Matić in the report on SRHR, and the other is a report I myself am shadow for the S&D for, and that is on making gender—based violence an EU crime in the whole European Union. I must say that the resistance against a gender—equal world from the right wing in this Parliament is not encouraging, if we really want a Union for all women and girls and a Union that takes global leadership.

My question to the Commission and the Council is, how are we making sure to step up the efforts?

 
  
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  Pierrette Herzberger-Fofana, au nom du groupe Verts/ALE. – Monsieur le Président, à Nairobi, nous avons pris l’engagement de créer les conditions pour accélérer les droits des femmes, c’est à dire l’autonomisation des femmes et des filles et la lutte contre les violences subies par les femmes, c’est-à-dire aussi les grossesses non désirées, la lutte contre les abandons scolaires dus au mariage précoce, comme nous l’ont demandé les jeunes, afin que les femmes et les filles jouissent de leurs droits, notamment ceux de la santé sexuelle et génésique.

Nous devons soutenir les résultats du sommet de Nairobi afin d’accélérer la mise en œuvre et le financement du programme d’action. Nous devons nous concentrer sur la recherche de solutions viables avec les communautés concernées pour arriver à l’égalité de genre, à la santé sexuelle et reproductive. Nous devons également garantir une participation effective et inclusive des adolescents à toutes les étapes de la prise de décision. Il est donc important de promouvoir une éducation sexuelle qui favorise leur épanouissement, comme nous l’ont demandé les jeunes, lors de notre mission à Nairobi.

 
  
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  Sandra Pereira, em nome do Grupo The Left. – Senhor Presidente, na Cimeira de Nairóbi foram traçadas novas estratégias para atingir metas concretas até 2030, eliminar as necessidades não atendidas no planeamento familiar, acabar com a morte materna que pode ser evitada, assim como a violência e outras práticas prejudiciais contra mulheres e raparigas.

Reconhecemos o progresso alcançado em áreas específicas como o aumento da disponibilidade de contracetivos ou a redução da mortalidade materna e neonatal, mas são necessários esforços e medidas concretas para atingir os objetivos do programa. É, pois, necessário garantir o direito à saúde sexual e reprodutiva, a plena acessibilidade à IVG, a liberdade de escolha da mulher do método contracetivo, mais educação sexual, mais campanhas de informação e sensibilização das mulheres sobre os direitos da saúde sexual e reprodutiva, a formação contínua dos técnicos na área do planeamento familiar e, claro, o reforço dos serviços públicos de saúde que garantam a universalidade destes direitos.

Está na altura de garantirmos que estes compromissos políticos saem do papel e se concretizam para todas as mulheres, raparigas e jovens.

 
  
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  Λευτέρης Χριστοφόρου (PPE). – Κύριε Πρόεδρε, κυρία Επίτροπε, κυρία Υπουργέ, εκπρόσωποι του Ευρωπαϊκού Συμβουλίου, η σθεναρή προάσπιση των δικαιωμάτων των γυναικών και ο αγώνας μας για εξάλειψη κάθε είδους διάκρισης σε επίπεδο πολιτικό, οικονομικό, κοινωνικό αλλά και σε θέματα εκπαίδευσης και υγείας, πιστεύω ότι αποτελεί απροϋπόθετη προϋπόθεση και δεν είναι απλά μια υποχρέωση όλων εμάς στο Ευρωπαϊκό Κοινοβούλιο και στα όργανα της Ευρωπαϊκής Ένωσης, αλλά αποτελεί υπέρτατο καθήκον.

Πιστεύω ότι ήρθε η ώρα, η Ευρωπαϊκή Ένωση επιτέλους να αναλάβει πρωταγωνιστικό ρόλο προς αυτή την κατεύθυνση για την προάσπιση των δικαιωμάτων των γυναικών — και όχι μόνον των Ευρωπαίων γυναικών, αλλά των γυναικών των όπου γης, σε ολόκληρο τον πλανήτη. Γιατί η Ευρωπαϊκή Ένωση έχει καθήκον, από τις αρχές και τις διακηρύξεις της, να το πράξει εδώ και τώρα.

Αποτελεί πρόκληση, σήμερα, αυτήν τη στιγμή που συζητάμε για την προάσπιση των δικαιωμάτων των γυναικών, το ότι η Ευρωπαϊκή Ένωση δεν παίρνει κανένα μέτρο εναντίον εκείνων των χωρών που τα παραβιάζουν. Αυτήν τη στιγμή, συζητείται στο Ευρωπαϊκό Συμβούλιο θέμα χρηματοδότησης και στήριξης της Τουρκίας που αποχώρησε από τη Συνθήκη της Κωνσταντινούπολης.

Πέραν τούτου, θα καλέσω, μέσα από τη Διάσκεψη για το Μέλλον της Ευρώπης — μια ιστορική απόφαση του Ευρωπαϊκού Κοινοβουλίου και της Ευρωπαϊκής Ένωσης — όλες τις γυναίκες να συμμετάσχουν για να συνδιαμορφώσουν πολιτικές για την Ευρωπαϊκή Ένωση με κεντρικό ρόλο στη γυναίκα.

 
  
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  Carlos Zorrinho (S&D). – Senhor Presidente, Senhora Comissária, Senhora representante da presidência, a defesa intransigente dos direitos individuais, em particular dos direitos consagrados na Cimeira de Nairóbi em matéria de combate à morte materna, planeamento familiar, violência baseada no género ou o combate a práticas nocivas contra mulheres e raparigas, constitui um passo determinante para que sejamos mais capazes de cumprir os objetivos de desenvolvimento sustentável até 2030 num mundo cada vez mais complexo.

Temos de fazer da próxima década também a década da igualdade de género e dos direitos das mulheres. As consequências da epidemia da COVID-19 limitaram ainda mais o acesso aos serviços à educação em matéria de saúde sexual e reprodutiva, agravaram o problema da discriminação e da violência contra as mulheres e as raparigas.

Temos que assegurar que cada pessoa tenha pleno controlo e direito a decidir, de forma livre e responsável, em relação a questões ligadas à saúde, sexualidade, direitos sexuais e reprodutivos sem discriminação, coerência e violência.

É fundamental, para terminar, que a União Europeia continue empenhada no cumprimento dos princípios emanados da Cimeira de Nairóbi e que o Global Europe seja aplicado tendo em conta a promoção das várias dimensões da valorização das mulheres, da afirmação dos seus direitos e da promoção da igualdade de género.

 
  
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  Marlene Mortler (PPE). – Herr Präsident, liebe Kolleginnen und Kollegen! Europäische Entwicklungspolitik orientiert sich an den SDG der Vereinten Nationen. Insbesondere das fünfte Ziel, nämlich die Gleichstellung der Geschlechter, ist mir heute und darüber hinaus wichtig. Wir müssen der Frauenförderung in der Entwicklungspolitik noch mehr Platz einräumen.

Denn die Frauen sind die wahren Perlen, vor allem in Afrika, und die starke, zuverlässige Konstante für den Zusammenhalt und die Entfaltung ihrer Familien. 80 Prozent der Nahrung werden z. B. in Afrika von Frauen produziert. Sie sind das Rückgrat der afrikanischen Wirtschaft – ob Landwirtschaft, Handel oder Einzelvermarktung.

Deshalb muss die flächendeckende Schulbildung, Geschlechtergerechtigkeit sowie die Gesundheitsversorgung und Aufklärung der Mädchen und Frauen endlich höchste Priorität für unsere Partnerländer haben. Dazu zählt auch die Vermeidung der Müttersterblichkeit oder der Kampf gegen Gewalt und Diskriminierung. Der Nairobi—Gipfel sollte die Erreichung dieser Ziele dringendst beschleunigen.

Für mich ist aber auch klar als Christin: Lebensschutz darf nicht unter die Räder kommen. Es gibt ein Recht auf Leben, auch des ungeborenen Kindes.

 
  
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  Jutta Urpilainen, Member of the Commission. – Mr President, thank you for the debate. I really welcome Parliament’s support, and also the recommendations contained in the resolution.

Together with our partners, we must continue striving to achieve the goal of three zeros by 2030: zero unmet needs for contraception; zero preventable maternal deaths; and zero gender—based violence and harmful practices.

The Generation Equality Forum and its action coalitions, including on fighting gender—based violence, which we are co—leading, will happen next week. It will also provide a unique opportunity to scale up actions at the global level.

In terms of following up efforts under GAP III, we will report on the results and impacts of EU funding throughout all key areas of engagement. We will assess the impact of EU action in line with the EU results framework, selected SDGs and other indicators and other reporting commitments.

So thank you once again for the opportunity to discuss this issue, which is very close to my heart. The EU will play its full part to support the empowerment of women and girls around the world.

(Applause)

 
  
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  Ana Paula Zacarias, Presidente em exercício do Conselho. – Senhor Presidente, Senhora Comissária, Senhores Deputados, Senhoras Deputadas, muito obrigada por este debate tão relevante na promoção e na defesa dos valores da União.

Como tive oportunidade de dizer, a proteção dos direitos das mulheres e das raparigas, nomeadamente no que diz respeito à saúde sexual e reprodutiva e aos direitos conexos, o respeito pelos objetivos e pelos princípios da Cimeira de Nairóbi continua a ser uma das principais prioridades do Conselho. E ficou claro neste debate que ela é também uma prioridade do Parlamento Europeu e da Comissão. Estamos também de acordo que esta matéria se tornou ainda mais prioritária no atual contexto de pandemia face aos numerosos desafios colocados no respeito pelos direitos das mulheres e das raparigas, nomeadamente no que diz respeito à saúde sexual e reprodutiva.

Foi por esse motivo, repito, que a Presidência se empenhou em conseguir alcançar conclusões do Conselho sobre uma recuperação pós-COVID baseada nos direitos humanos que tenha em conta a dimensão do género, em especial a necessidade de assegurar o pleno exercício dos direitos humanos pelas raparigas e pelas mulheres.

Sabemos que, 25 anos depois do Cairo, falta ainda muito. Sabemos que, quase dois anos depois de Nairóbi, ainda precisamos de trabalhar muito. Mas estamos de acordo, as três instituições aqui presentes hoje nessa sala. E sabemos que só juntos, que só trabalhando em conjunto, poderemos alcançar estes objetivos e encontrar finalmente uma fórmula para que as mulheres vejam os seus direitos respeitados, vejam a sua possibilidade de viver sem violência e alcançar uma verdadeira igualdade.

Vamos trabalhar por isso.

 
  
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  Presidente. – La discussione è chiusa.

La votazione si svolgerà domani, giovedì 24 giugno 2021.

Dichiarazioni scritte (articolo 171)

 
  
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  Dominique Bilde (ID), par écrit. – Force est de constater tout d’abord l’impact de la pandémie de COVID-19 sur certains objectifs de la Conférence internationale sur la population et le développement en matière de condition féminine, du fait de la désorganisation des soins de santé. Cette situation aura en effet affecté les femmes en Afrique, en particulier, du fait des difficultés accrues d’accès aux soins néonatals et ce, alors même que ce continent affiche déjà la plus forte mortalité maternelle au monde. L’amélioration de la condition des femmes implique de prendre en compte certaines causes sous-jacentes, en particulier culturelles et religieuses. L’ancien Président du Niger Mahamadou Issoufou avait par exemple souligné la responsabilité d’une « mauvaise interprétation de l’islam » dans les mariages précoces, conduisant à une véritable explosion démographique dans ce pays, qui se distingue par le plus fort taux de fertilité au monde, avec près de 7 enfants par femme en 2016. Une scolarisation prolongée des filles permettrait également de réduire leur vulnérabilité face au VIH, qui constitue l’un des grands défis de santé publique en Afrique et dans le monde. Il nous faut donc aborder l’ensemble de ces éléments, sans tabous ou faux-fuyants.

 
  
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  João Ferreira (The Left), por escrito. – Na Cimeira de Nairobi foram traçadas novas orientações para atingir, até 2030, as seguintes metas concretas: eliminar as necessidades não atendidas no planeamento familiar, acabar com a morte materna que pode ser evitada, acabar com a violência e outras práticas prejudiciais contra mulheres e raparigas.

Reconhecemos o progresso alcançado em áreas específicas, como o aumento da disponibilidade de contracetivos ou a redução da mortalidade materna e neonatal. Todavia, são necessários esforços e medidas concretas para se ir mais longe do que até aqui. É ainda longo o caminho a percorrer.

Concretamente, é necessário garantir: o direito à saúde sexual e reprodutiva, a plena acessibilidade à interrupção voluntária da gravidez, a liberdade de escolha da mulher quanto ao método contracetivo, mais educação sexual, mais campanhas de informação e sensibilização das mulheres sobre os seus direitos no que se refere à saúde sexual e reprodutiva, formação contínua dos técnicos na área do planeamento familiar. E, claro, é necessário o reforço dos serviços públicos de saúde que garantam a universalidade destes direitos.

Está na altura de garantirmos que estes compromissos políticos se concretizam para todas as mulheres, raparigas e jovens.

 
  
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  Jadwiga Wiśniewska (ECR), na piśmie. – Międzynarodowa Konferencja Ludności i Rozwoju (ICPD) w Kairze zobowiązała się do osiągnięcia celów zrównoważonego rozwoju do 2030 r. poprzez położenie kresu m.in. przypadkom zgonów okołoporodowych matek, przemocy wobec kobiet i szkodliwym praktykom wobec kobiet i dziewcząt. Niestety po szczycie przyjęto rezolucję, która zawiera wiele kontrowersyjnych elementów. Niejednokrotnie występuje w niej termin „zdrowie i prawa seksualne i reprodukcyjne”, który nie został przyjęty przez międzynarodowy konsensus i nie posiada definicji prawnej, natomiast często jest interpretowany jako promocja aborcji. Należy podkreślić, że nie istnieje międzynarodowe prawo do aborcji. A dostęp do aborcji, który w żadnym wypadku nie może być promowany jako metoda planowania rodziny, co zostało zapisane w 8.25 ICPD, podlega prawu krajowemu. Małżeństwa z dziewczynkami, okaleczanie narządów płciowych, ograniczony dostęp do edukacji – na zwalczaniu tych szkodliwych praktyk należy się skupić, a nie na promocji lewicowej agendy.

 

26. Účelnost, subsidiarita a proporcionalita právních předpisů Evropské unie – zpráva o zdokonalení tvorby právních předpisů (2017, 2018 a 2019) (krátké přednesení)
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  Presidente. – L'ordine del giorno reca la breve presentazione della relazione di Mislav Kolakušić sull'adeguatezza, sussidiarietà e proporzionalità normative dell’Unione europea - relazione "Legiferare meglio" relativa agli anni 2017, 2018 e 2019 (2020/2262(INI)) (A9-0191/2021).

 
  
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  Mislav Kolakušić, Rapporteur. – Poštovani predsjedavajući, poštovani kolege, poštovani građani, Europska unija je zajednica slobodnih suverenih i neovisnih država nastala voljom njezinih građana da zajedničkim snagama i na ravnopravnoj osnovi unapređuju svoje države i životni standard svojih građana.

Te činjenice nikada i nitko ne treba smetnuti s uma. Danas nerijetko svjedočimo pozivima za neosnovanim jačanjem utjecaja i moći europskih institucija, pogotovo onih koje nisu izabrane direktno od strane samih građana. Brojna su područja i kompetencije u kojima Europska komisija ne može bolje i svrsishodnije djelovati od izabranih predstavnika nacionalnih država.

Svako neosnovano širenje ovlasti Unije, zbog želje za više moći i utjecaja, pogubno je za demokraciju a dugoročno i za sam opstanak unije. Ravnopravnost država članica najvažnija je njezina vrijednost i o tome ovisi isključivo i opstanak same Europske unije. Bez poštovanja prava svake države da se razvije i napreduje unutar Europske unije i bez poštivanja naših različitosti, naš zajednički europski projekt osuđen je na neuspjeh.

Izvješće koje danas stavljamo pred vas, članove Europskog parlamenta, upravo se bavi s dva ključna načela funkcioniranja Europske unije. To su načelo supsidijarnosti i načelo proporcionalnosti kojima smo ograničili i uredili granice nadležnosti Europske unije i definirali kada i u kojemu opsegu Unija može i treba djelovati a kada donošenje zakona treba prepustiti državama članicama.

Također, ovo izvješće sadrži i iznimno važan poziv svim članovima parlamenta, svim državama članicama i građanima Europske unije da se Unija mora mijenjati i da se moć predlaganja zakona mora dati građanima i njihovim zastupnicima u Europskom parlamentu. Zbog toga sam, uz podršku kolega, u ovo izvješće ugradio amandman kojim pozivam na reviziju Ugovora o funkcioniranju Europske unije i uvođenje izravnog prava Europskog parlamenta na zakonodavnu inicijativu. Europski parlament je jedino tijelo Europske unije izravno izabrano od strane građana i Europski parlament predstavlja autentičnu volju građana Europske unije.

Ovo izvješće detektira slabe točke mehanizma kontrole poštivanja načela supsidijarnosti i proporcionalnosti ali nudi i rješenja. Kvalitetnije uključivanje nacionalnih parlamenata u zakonodavni postupak, pružanje kvalitetnih i razumljivih objašnjenja o potrebama za novim zakonodavnim inicijativama, omogućavanje boljeg pristupa pripremi zakonodavnih tekstova i naravno omogućavanje Europskom parlamentu da samostalno predlaže zakone. Poštivanje načela supsidijarnosti i proporcionalnosti, kao temelja Europske unije, trajna je i važna obveza svih institucija jer njihovim poštivanjem poštuju se sve države članice i poštuju se svi građani Europske unije a upravo su oni osnivači, smisao, svrha postojanja Europske unije.

Usvajanjem ovog izvješća doprinijet ćemo poboljšanju mehanizma kontrole poštivanja tih načela i građanima omogućiti kvalitetnije propise a to upravo i jest naš temeljni zadatak. Hvala svima koji su sudjelovali u njegovoj izradi i nadam se da ćemo ga sutra prihvatiti.

 
  
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  Jutta Urpilainen, Member of the Commission. – Mr President, honourable Members, better regulation is the Commission’s regulatory policy that allows political decisions to be prepared in an open, transparent manner informed by the best available evidence and backed by the comprehensive involvement of stakeholders.

I appreciate that this role is fully recognised in the report. This is necessary to ensure that the Union’s interventions respect the overarching principles of subsidiarity and proportionality – that is acting only where necessary at EU level, and in a way that does not go beyond what is needed to resolve the problem.

The Commission’s better regulation rules require the Commission to carry out a subsidiarity analysis when proposing new measures and European added value of existing measures. Moreover, even when the Union acts, it must do so in a proportionate way.

We share the views of the European Parliament that the application of the principle of subsidiarity and proportionality within the Better Regulation framework represents the starting point for any policy formulation, and is an essential part of the policy lifecycle. The Commission also agrees that national parliaments should be involved as early as possible in the legislative process. The subsidiarity control mechanism and our political dialogue with national parliaments are appropriate instruments for making this involvement possible.

The great number of opinions received by the Commission from national parliaments that raise policy issues and provide forward—looking political inputs, independently of existing Commission proposals, show their interest in being actors in EU policy—making beyond the subsidiarity control exercise.

Some national parliaments also replied to public consultations launched by the Commission before the adoption of the proposal. We see this very positively. We welcome the support given by Parliament to our effort to consult as widely as possible with stakeholders prior to any legislative proposal.

The new ‘Communication on Better Regulation: joining forces to make better laws’ has further improved the system of consultation by making it easier to provide input through a single call for evidence on our ‘Have Your Say’ portal and through clear questions, whilst respecting the prerequisites of European social partners.

I appreciate that Parliament supports our efforts to keep simple, easy to implement and effective legislation through the REFIT programme and the newly set up Fit for Future Platform. Legislation must remain fit for purpose and deliver its benefits at minimum costs.

This Commission has introduced also the ‘one in, one out’ approach that will offset new burdens resulting from the Commission’s proposals by reducing existing burdens in the same policy area. The goal is also to compensate adjustment costs across policy areas to the extent possible.

The Commission will implement the ‘one in, one out’ approach by building on its existing better regulation practices, making sure that it has leeway to propose legislation when necessary. While the approach brings good incentives, it cannot be applied mechanically as indicated in your report. It will by no means reduce our environmental or social economic standards and the implementation of this approach will therefore not run counter to the objectives of better regulation, but rather be applied within the better regulation context.

Concerning the independence of the Commission’s Regulatory Scrutiny Board, I want to reassure the European Parliament that this is fully in line with the OECD’s recommendation on regulatory policy. The board is established by a decision of the President of the Commission which sets out the independence of the board.

Concerning the number of impact assessments examined by the Regulatory Scrutiny Board in 2019, it corresponds to the end of the mandate of the previous Commission, hence a limited number of legislative proposals.

 
  
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  Presidente. – La discussione è chiusa.

La votazione si svolgerà domani, giovedì 24 giugno 2021.

Dichiarazioni scritte (articolo 171)

 
  
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  Ernő Schaller-Baross (NI), írásban. – Az uniós intézmények hatásköreinek gyakorlását a szubszidiaritás és az arányosság elve szabályozza. Az EUSZ 5. cikkében foglalt szubszidiaritás elve a tagállamok döntési és cselekvési képességét védelmezi, melynek értelmében a döntéseket a polgárokhoz és a vállalkozásokhoz a lehető legközelebb eső, legmegfelelőbb politikai szinten kell meghozni. Az arányosság elve szerint az uniós intézmények fellépését olyan mértékűre kell korlátozni, ami a Szerződésekben foglalt célkitűzések teljesítéséhez szükséges. Az uniós szabályozás célravezetőségéről, a szubszidiaritás érvényesüléséről és az uniós intézkedések arányosságáról szóló jelentés fontos eszköz az EU-intézmények hatáskörgyakorlásának ellenőrzésére.

A világjárvány okozta válság felfedte, hogy milyen jelentősége van a szabályozási terhek csökkentésének. A túlszabályozás akadályozza a gazdasági fellendülést, különösen igaz ez a kisvállalati szektor, valamint a mikrovállalkozások vonatkozásában. A jogalkotás minőségének javításával kapcsolatos célkitűzéseket és eredményeket e téren is rendszeresen felül kell vizsgálni és értékelni kell. Az Európai Unió a jogállamiságon alapul, így az uniós intézményeknek meg kell felelniük a Szerződések által előírt jogalkotási elveknek, intézkedéseiknek összhangban kell állniuk a Szerződésekkel, amelyeket a tagállamok önkéntesen és demokratikusan fogadtak el. Nincs helye politikai, ideológiai elfogultságoknak, mert azok aláássák az egységes, egyenlő elbánás elvét, lerombolják az intézmények tekintélyét. A jogállamisági elvek tagállami betartásáért síkra szálló uniós intézményeknek példát kellene mutatniuk, hogy maguk is ezeket az elveket követik.

 

27. Vysvětlení hlasování: viz zápis

28. Opravy hlasování a sdělení o úmyslu hlasovat: viz zápis

29. Pořad jednání příštího zasedání
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  Presidente. – La seduta è tolta e riprenderà domani alle 8.30, con la discussione sulla relazione dell'on. Guteland "Legge europea sul clima".

L'ordine del giorno è stato pubblicato ed è disponibile sul sito Internet del Parlamento europeo.

 

30. Ukončení zasedání
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(La seduta è tolta alle 23.09)

 
Poslední aktualizace: 29. září 2021Právní upozornění - Ochrana soukromí