Attuazione della nuova agenda europea per la cultura e della strategia dell'Unione europea per le relazioni culturali internazionali (discussione)
Vincenzo Sofo (ECR). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, il grande errore dell'Unione europea sta nel pensare che i popoli si uniscano in nome di una moneta, dimenticando che l'unico collante in grado di forgiarli è l'identità.
Se abbiamo un destino comune da perseguire, questo non è infatti semplicemente un mercato comune, bensì quella civiltà europea millenaria creata dai nostri avi, che è stata faro per il mondo intero.
Per rianimare questo destino serve un programma europeo di valorizzazione del nostro patrimonio storico e culturale, che coinvolga monumenti e opere d'arte, così come lingue locali, usi e tradizioni. Una fonte identitaria che però in questi anni le istituzioni europee hanno ignorato e anzi ostacolato, preferendo importare dall'estero pseudoculture che non hanno fatto altro che distruggerla pezzo per pezzo.
La nuova agenda europea per la cultura è l'occasione per correggere il tiro. Ecco perché, piuttosto che invaderla di ideologia gender, LGBT o woke, bisogna far sì che in essa ritrovino spazio i santi, i re, gli eroi, le battaglie, le arti e le filosofie che hanno scolpito la nostra tradizione.
Un patrimonio inestimabile, adorato e imitato in tutto il mondo, che la sinistra vuole invece incenerire a colpi di cancel culture, ben conscia che la solidità delle nostre radici è l'argine all'imposizione della propria ideologia.