Presidente. – Cari colleghi, poche settimane fa, l'Europa è stata testimone di inondazioni che in Italia hanno messo in ginocchio l'Emilia-Romagna.
Almeno 15 persone hanno perso la vita e più di 30 000 sono state costrette a lasciare le loro case.
La stessa quantità di pioggia che di solito cade in sette mesi è caduta in due settimane, causando lo straripamento di ventitré fiumi in tutta la regione. Nella zona si sono verificate 400 frane e 43 Comuni sono stati inondati. Ci sono danni gravissimi alle abitazioni, all'agricoltura, all'industria e alle infrastrutture.
Ma il momento peggiore ha fatto emergere il meglio delle persone. Abbiamo visto i primi soccorritori rischiare tutto per qualcuno che non hanno mai conosciuto, vicini di casa aiutarsi tra loro.
L'Unione europea ha attivato il suo meccanismo di protezione civile. L'Italia chiederà l'attivazione del Fondo di solidarietà dell'Unione europea.
La nostra risposta continuerà e sarà sempre più forte. E alla popolazione dell'Emilia-Romagna voglio dire ancora una volta: siamo con voi, saremo con voi e vi aiuteremo a ricostruire. Perché voi siete l'Europa.
Cari colleghi, vi invito ad unirvi a me nell'osservare un minuto di silenzio per ricordare le vittime di questa tragedia.
(Il Parlamento, in piedi, osserva un minuto di silenzio)
Colleagues, I was asked by several Members to raise again the issue of the new so-called anti-homosexuality bill in Uganda. The bill includes the death penalty for ‘aggravated homosexuality’. It criminalises sex education for the gay community and makes it illegal not to expose what it calls ‘perpetrators of aggravated homosexuality’ to the police.
This is deeply worrying and undermines the rights of people in Uganda. This Parliament has reaffirmed time and again that people should be allowed to live as they wish to live, be who they wish to be, and love as they wish to love.
I want to show my solidarity and that of this Parliament with people in Uganda and reiterate what we know to be true: that in the end, love wins.