Risposta data dal signor Patten a nome della Commissione
12.8.2003
La protezione dei siti di culto ortodossi serbi nel Kosovo è una questione che suscita notevole preoccupazione nella comunità internazionale. La Commissione condanna fermamente gli attacchi perpetrati contro tali siti e si compiace del fatto che la forza di pace della NATO in Kosovo (KFOR) assegni una parte consistente delle sue truppe alla protezione del patrimonio culturale del Kosovo.
La Commissione sostiene gli sforzi compiuti dalla missione delle Nazioni Unite in Kosovo per instaurare istituzioni democratiche che dovrebbero gettare le basi per una riconciliazione di tutte le comunità. Si tratta dell'elemento chiave per ridurre il livello della violenza e costruire un Kosovo multietnico e tollerante.
Più precisamente, la Commissione ha incoraggiato l'amministrazione civile internazionale del Kosovo (missione ONU in Kosovo - UNMiK) e le istituzioni provvisorie di autogoverno (PISG) ad includere, tra le priorità in materia di ricostruzione pubblica e d'investimento nel quadro del bilancio consolidato per il Kosovo, al quale la Comunità contribuisce, il finanziamento della riparazione dei siti danneggiati. Questa misura sottolineerebbe l'importanza della questione e favorirebbe l'assunzione di una maggiore responsabilità da parte dei dirigenti politici e della società kosovara nella risoluzione di questo problema.
Pertanto, la Commissione non intende intraprendere di propria iniziativa la ricostruzione, con fondi comunitari, di edifici di culto in Kosovo. Va tuttavia ricordato che, su iniziativa del presidente Prodi e con il sostegno del membro della Commissione responsabile dell'istruzione e della cultura, la Commissione partecipa al finanziamento di un "Programma integrato di progetti di risanamento (IRPP)/Azione comune per un censimento del patrimonio architettonico e archeologico (compreso il patrimonio di culto di tutte le religioni)" e alla stesura di un elenco dei monumenti e dei siti dei Balcani che necessitano urgentemente di un intervento di conservazione/restauro e ai quali dare la priorità. L'azione comune viene sviluppata nell'ambito del Programma regionale per il patrimonio culturale e naturale dell'Europa sudorientale, che sarà messo in atto dal Consiglio d'Europa tra il 2003 e il 2005 e che rappresenterà una preziosa fonte d'informazione in vista di promuovere la partecipazione delle autorità e dei donatori e organismi internazionali attivi in questo campo.