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Interrogazione parlamentare - E-1593/2009(ASW)Interrogazione parlamentare
E-1593/2009(ASW)

Risposta data da Stavros Dimas a nome della Commissione

La Commissione è conscia dell’importanza dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, in larga parte considerati pericolosi per via dei materiali che contengono. Il regolamento (CE) n. 1013/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 14 giugno 2006, relativo alle spedizioni di rifiuti[1] vieta l’esportazione di rifiuti pericolosi verso paesi non OCSE[2] nonché l’esportazione di rifiuti destinati allo smaltimento in un paese terzo diverso dai paesi EFTA[3]. Secondo le informazioni di cui dispone la Commissione, in UE solo un terzo dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) risulta essere raccolto e trattato separatamente, il 54 % è trattato in modo non adeguato sia all’interno che all’esterno dell’UE e circa il 13 % è inviato in discarica.

Le ragioni per cui i RAEE non vengono trattati e riciclati adeguatamente nell’UE sono molteplici, anche di natura economica: i RAEE hanno spesso un valore economico e trattandoli in modo non adeguato se ne possono ricavare maggiori profitti. Un’altra ragione è l’inadeguatezza del controllo, da parte degli Stati membri, del rispetto della direttiva 2002/96/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 gennaio 2003, sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (direttiva RAEE)[4] e del regolamento relativo alle spedizioni di rifiuti. La Commissione ha rilevato inoltre che la direttiva RAEE può essere ulteriormente migliorata al fine di esercitare maggiore controllo sui RAEE e limitare la «dispersione» di rifiuti verso forme di trattamento non adeguate dentro e fuori i confini dell’UE. Il 3 dicembre 2008 la Commissione ha pertanto proposto la rifusione di detta direttiva.

La Commissione è a conoscenza di casi in cui i RAEE sono stati spediti illecitamente soprattutto verso paesi dell’Africa e dell’Asia, ma non è tuttavia a conoscenza di studi estesi sul fenomeno a livello comunitario.

Trattandosi di una priorità della politica ambientale dell’Unione, la Commissione ha già adottato delle misure volte ad impedire le spedizioni illecite, impegnandosi in forti azioni di sostegno per raggiungere questo obiettivo. Allo scopo di sostenere gli Stati membri nell’applicazione del regolamento relativo alle spedizioni di rifiuti, la Commissione ha avviato una serie di misure, quali eventi particolari di sensibilizzazione negli Stati membri nonché il sostegno alle ispezioni congiunte e ai progetti di controllo dell’applicazione realizzati dalla rete IMPEL[5] tramite il Trans-Frontier Shipments’ Cluster (Gruppo per le spedizioni transfrontaliere).

Inoltre, la proposta della Commissione di rifondere la direttiva RAEE prevede nuove misure per controllare meglio le spedizioni di RAEE. In tale contesto si propone di potenziare l’ispezione ed il controllo degli Stati membri, soprattutto in materia di sorveglianza del trattamento dei rifiuti e delle spedizioni di rifiuti, e vengono istituiti requisiti minimi per il controllo delle spedizioni di RAEE. Nel contempo, al fine di rafforzare l’applicazione della direttiva RAEE, la Commissione continuerà ad organizzare riunioni di comitato con gli Stati membri per discutere e migliorare l’attuazione di tale politica.

GU C 189 del 13/07/2010