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Interrogazione parlamentare - E-6546/2009(ASW)Interrogazione parlamentare
E-6546/2009(ASW)

Risposta data da László Andor a nome della Commissione

La Commissione è consapevole delle conseguenze negative che le ristrutturazioni di imprese possono comportare per i lavoratori colpiti, le loro famiglie e la regione interessata. Non spetta però alla Commissione pronunciarsi o interferire nella presa di decisioni all'interno delle imprese, a meno che non si verifichi una violazione del diritto comunitario.

La Commissione rammenta che responsabili per la politica occupazionale sono in primo luogo gli Stati membri. La Commissione ha però proposto una serie di misure volte a limitare l'impatto della crisi sulla situazione sociale e occupazionale nell'UE. In relazione a ciò la Commissione ha proposto tra l'altro, nel contesto del piano europeo di ripresa economica[1], di modificare le regole del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione[2]. La Commissione ha inoltre proposto di modificare il regolamento (CE) n. 1083/2006 relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), al Fondo sociale europeo (FSE) e al Fondo di coesione[3] in relazione a certe disposizioni di gestione finanziaria al fine di accelerare la realizzazione dei progetti sul terreno.

È comunque il caso di precisare che, in virtù del principio di sussidiarietà, la selezione dei progetti cofinanziati a titolo del FSE è di competenza dello Stato membro o dell'autorità di gestione regionale responsabile alle condizioni stabilite dai programmi operativi in questione. Per maggiori informazioni si invitano gli onorevoli deputati a contattare le autorità di gestione responsabili del programma operativo FSE «Lazio» per il periodo 2007-2013.

Inoltre, in caso di esubero di lavoratori, lo Stato membro potrebbe chiedere un contributo del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione per cofinanziare misure attive del mercato del lavoro volte al reinserimento dei lavoratori. I criteri per la concessione di un simile contributo sono legati a un numero minimo di esuberi (500) nell'arco di quattro mesi, determinati dalla globalizzazione o dalla crisi economica.

Concludendo, la Commissione ribadisce la necessità di agire in modo proattivo e di gestire il cambiamento in modo socialmente responsabile al fine di mitigare le possibili conseguenze delle ristrutturazioni, in stretta collaborazione con i rappresentanti dei lavoratori e con le altre parti interessate. La Commissione fa presente inoltre che si deve rispettare la legislazione nazionale che attua le direttive UE in materia di informazione e consultazione dei lavoratori di applicazione in simili circostanze.