Interrogazione parlamentare - E-2297/2010Interrogazione parlamentare
E-2297/2010

Continuo deterioramento dei diritti della minoranza ungherese in Slovacchia; applicazione dell'articolo 7 del trattato sull'Unione europea

INTERROGAZIONE SCRITTA E-2297/10
di Ramon Tremosa i Balcells (ALDE) e Carl Haglund (ALDE)
alla Commissione

Le minoranze etniche della Slovacchia sono sottoposte a nuovi e peggiori maltrattamenti che si configurano con forme di pulizia etnica e nella distruzione sistematica delle rispettive lingue e culture attraverso l’assimilazione forzata operata dal governo slovacco. Il 1° settembre 2009 è entrata in vigore la legge nazionale sulla lingua come modificata dal parlamento slovacco il 30 giugno 2009. Questa modifica della legge sulla lingua limita notevolmente il libero utilizzo delle lingue delle minoranze etniche. Questa legge estremamente restrittiva svilisce e discrimina i cittadini che parlano l’ungherese e altre lingue minoritarie e stabilisce la supremazia dello slovacco come «lingua nazionale», rendendo la Slovacchia l’unico Stato membro dell’UE ad aver imposto sanzioni ad alcuni dei suoi cittadini che parlano la propria lingua madre. Le limitazioni e le sanzioni introdotte dalla legge contro l’uso della lingua madre (ad eccezione della lingua ceca) interessano sia la vita pubblica che la vita privata e colpiscono la popolazione minoritaria del paese, che rappresenta il 15 % della sua popolazione totale e, in particolare, la forte comunità ungherese, storicamente presente con 526 000 abitanti.

Il rispetto della diversità linguistica è un valore fondamentale dell’Unione europea, ribadito nella comunicazione della Commissione del 2005 intitolata «Un nuovo quadro strategico per il multilinguismo». Inoltre, ai sensi dell’articolo 3 del trattato sull’Unione europea e dell’articolo 22 della Carta dei diritti fondamentali, l’Unione è chiamata a rispettare la sua ricca diversità linguistica. La Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, tra l’altro, vieta qualsiasi forma di discriminazione fondata sull’origine etnica, la lingua o l’appartenenza ad una minoranza nazionale (capo III, articolo 21), e ribadisce che «l'Unione rispetta la diversità culturale, religiosa e linguistica» (capo III, articolo 22). La stessa Carta impone agli Stati membri di rispettare i diritti, osservare i principi e promuoverne l'applicazione (capo VII, articolo 51). L’articolo 7 del trattato sull’Unione europea prevede misure contro gli Stati membri nel caso in cui vi sia una «violazione grave e persistente» dei principi garantiti dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti umani e delle libertà fondamentali.

Date tali premesse, è evidente che la Slovacchia sta esercitando una forma grave di nazionalismo e sta violando i diritti delle persone che appartengono a minoranze etniche e linguistiche. Questa condotta rappresenta una violazione grave dei principi alla base dei diritti fondamentali definiti nella Carta dell’Unione europea menzionata in precedenza. Si tratta pertanto di un argomento e di un problema di rilevanza europea e non di una questione interna di interesse nazionale.

È la Commissione al corrente di questa situazione? Per tener fede alla sua credibilità, intende la Commissione intervenire presso il governo slovacco per risolvere questa drammatica situazione che riguarda i diritti umani?

GU C 138 E del 07/05/2011