Persecuzioni di cristiani in Iraq
15.11.2010
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-9887/2010
alla Commissione
Articolo 117 del regolamento
Konrad Szymański (ECR)
Sono in aumento le persecuzioni di cristiani in Iraq. Il 31 ottobre, in un attacco a una cattedrale cattolica, sono morte 52 persone e altre tre il 10 novembre, mentre alcune decine sono rimaste ferite in attentati dinamitardi e attacchi a colpi di mortaio sui cristiani a Bagdad.
L'arcivescovo caldeo di Kirkuk, Louis Sako, nel corso della conferenza del 5 ottobre 2010 al Parlamento europeo, ha riferito che «dall'invasione americana dell'Iraq nel 2003, sono state attaccate 51 chiese, rapiti e uccisi un vescovo e tre sacerdoti, sono stati uccisi circa 900 “cristiani innocenti” e migliaia sono stati costretti ad abbandonare le loro case e a cercare un rifugio sicuro».
Questi fatti dimostrano che la libertà religiosa, che rientra nello statuto dei diritti umani, garantita dall'articolo 18 della Dichiarazione universale dei diritti umani, è stata drasticamente ridotta. In particolare, questa limitazione riguarda i diritti delle minoranze cristiane.
Quali misure intende la Commissione adottare per garantire ai cristiani che abitano in Iraq la libertà di religione e di culto?
In che modo la Commissione considera il problema delle persecuzioni di cristiani in Iraq, nell'ottica di una strategia UE comune per l'Iraq negli anni 2011-2013?
La libertà religiosa nel mondo non dovrebbe essere una questione di maggior rilievo nell'Unione europea in quanto organizzazione che garantisce il rispetto dei diritti umani nel mondo?
GU C 265 E del 09/09/2011