Inquinamento delle falde acquifere in Veneto
9.11.2011
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-010520/2011
alla Commissione
Articolo 117 del regolamento
Andrea Zanoni (ALDE)
L'Europa è un continente enormemente ricco d'acqua dolce ma che rischia di diventare incredibilmente povero di acqua potabile. Un vero e proprio paradosso, dovuto ai sempre più frequenti casi di gravissimo inquinamento delle falde acquifere che si riscontrano in diversi Stati membri come l'Italia e nella Regione Veneto in particolare.
Secondo la direttiva quadro sulle acque 2000/60/CE, gli Stati membri devono inserire nei loro piani di gestione dei bacini idrografici un programma di misure al fine di conseguire un buono stato delle acque sotterranee entro il 2015, ma a soli 4 anni da questa scadenza la situazione della qualità delle falde acquifere in Veneto è estremamente preoccupante.
In questa regione, infatti, negli ultimi trent'anni le autorità locali regionali e provinciali hanno permesso una selvaggia urbanizzazione del territorio e autorizzato diverse discariche come la Tiretta e la ex SEV di Padernello, Ecoidrojet di Castagnole nel comune di Paese (TV), dove, stando a quanto riscontrato dal Corpo forestale dello Stato, sono stati smaltiti anche rifiuti illeciti, portando a livelli altissimi lo stato di degrado del suolo e delle falde acquifere. Nel maggio del 2011 l'ARPAV di Treviso, l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente, ha riscontrato la presenza di mercurio nei pozzi dei comuni di Preganziol, Treviso, Casier e Quinto. Stando ai dati diffusi, su 518 pozzi ben 137 risultavano avere concentrazioni di mercurio al di sopra dei limiti consentiti. Una situazione gravissima che ha ovviamente comportato il divieto di utilizzo dei pozzi, viste le dirette conseguenze sulla salute dei cittadini e che, stando agli esperti, necessiterà di almeno 10 anni per essere sanata.
La Commissione, che al momento dovrebbe essere in fase di valutazione dei piani di gestione dei bacini idrografici forniti dagli Stati membri per preparare la relazione di attuazione nel 2012 (secondo quanto richiesto dall'art.18 della direttiva 2000/60/CE), è al corrente e come valuta i gravi fatti esposti? Quali azioni intende intraprendere nei confronti del Consiglio al fine di sbloccare l'importantissima e assolutamente necessaria direttiva quadro per la protezione del suolo[1], ancora bloccata in Consiglio e adottata dal Parlamento europeo in prima lettura nel novembre del 2007, che prevede non solo l'inventario dei siti contaminati, ma l'obbligo per gli Stati membri di provvedere alla loro bonifica?
- [1] Sulla base del COM(2006)0232.
GU C 180 E del 21/06/2012