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Interrogazione parlamentare - E-006942/2013Interrogazione parlamentare
E-006942/2013

Situazione dei diritti degli animali in Serbia

Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-006942-13
alla Commissione
Articolo 117 del regolamento
Oreste Rossi (EFD)

La Serbia è dal 1 marzo 2012 ufficialmente un Paese candidato ad entrare nell'Unione europea. Nonostante l'importante concessione fatta dal Consiglio europeo, ad oggi è opportuno rimarcare la situazione della tutela dei diritti degli animali in territorio serbo.

Alcune associazioni di volontariato locali hanno, infatti, denunciato le condizioni nelle quali versa il sistema di cattura e detenzione degli animali randagi: nello specifico vengono segnalate le circostanze inerenti i rifugi di due città serbe, Temerin e Subotica. Nel primo caso gli attivisti contestano un'evidente e grave inosservanza delle leggi vigenti in Serbia in tema di tutela degli animali. Secondo i fatti riportati, nel rifugio di Temerin vengono accuditi i randagi catturati nelle zone limitrofe soltanto per pochissimi giorni, precisamente dai 3 ai 7 giorni, prima che questi siano soppressi in osservanza del vecchio regolamento n. 29 del 1994, che, fanno notare i volontari, è da qualche anno stato soppiantato dalla legge veterinaria del 2005. Più precisamente, l'articolo 168 della legge in questione vieta l'abbattimento di animali, esclusi i casi in cui questi siano stati catturati in aree ove vi è un epidemia di rabbia. Per questi motivi si ritiene che il rifugio di Temerin non solo non sia conforme alla normativa, ma sia anche identificabile come un luogo ove gli animali abbandonati sono tenuti per qualche giorno prima di andare incontro alla soppressione. Per quanto concerne il canile di Subotica, che ospita più di 1000 cani e da 2 anni è gestito da volontari del posto, le autorità locali ne hanno recentemente intimato la chiusura per la non conformità con le norme che ne regolano il funzionamento: in questo caso i volontari denunciano che, seppur le contestazioni mosse dalle autorità siano corrette, non vi sono altri luoghi in Serbia dove le condizioni siano migliori e che la chiusura porterà solo al ripristino della pratica, molto diffusa, della soppressione dei cani randagi della zona.

Sulla base di quanto sopra esposto, può la Commissione far sapere:

GU C 48 E del 20/02/2014