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Interrogazione parlamentare - E-006155/2014(ASW)Interrogazione parlamentare
E-006155/2014(ASW)

Risposta di Janez Potočnik a nome della Commissione

Sebbene sia nella ricerca biomedica sia per valutare la sicurezza delle sostanze chimiche nonché la qualità e la sicurezza dei medicinali si stia facendo sempre più largo uso di metodi alternativi alla sperimentazione sugli animali, in molti settori questi metodi non sono ancora disponibili[1]. Benché promettenti, gli approcci in vitro ad alto rendimento come i «test tossicologici del 21° secolo» (ai quali collaborano i progetti finanziati dall'UE[2]) non sono di fatto ancora pronti per essere utilizzati ai fini della valutazione della sicurezza nei settori economici regolamentati (come l'industria farmaceutica). La sperimentazione sugli animali, seppur limitata, risulta perciò necessaria al fine di garantire un adeguato livello di protezione contro le sostanze chimiche dannose e per sviluppare terapie sicure per i cittadini.

La direttiva 2010/63/UE[3] stabilisce il principio secondo cui l'uso di animali a fini scientifici è preso in considerazione solo quando strettamente necessario, ossia nei casi in cui non sia disponibile un'alternativa non animale soddisfacente. La normativa REACH contiene numerose disposizioni volte a ridurre al minimo la sperimentazione animale e a promuovere l'uso di metodi alternativi. Un approccio, questo, che si è dimostrato efficace nel mantenere il numero degli animali necessari alle sperimentazioni ben al di sotto delle stime iniziali[4].

La Commissione è fortemente impegnata a promuovere l'utilizzo di metodi alternativi, per esempio attraverso il finanziamento di ricerche specifiche (sono stati stanziati 200 milioni di euro per i progetti di ricerca tossicologica senza l'uso di animali nell'ambito del 7° programma quadro[5] e per ulteriori ricerche previste nell'ambito di Orizzonte 2020), attraverso il coordinamento con l'industria (ad esempio, l'EPAA[6]) e il ruolo guida del Centro comune di ricerca (JRC) nello sviluppo, nella convalida e nella promozione di metodi alternativi. In questo contesto, il JRC ospita una banca dati completa sui metodi alternativi[7] in cui figurano anche informazioni sul loro status di riconoscimento normativo.