Un recente rapporto dell'organizzazione «Coldiretti» (agricoltori italiani) ha rilevato in Italia un aumento del 43 % nelle importazioni di concentrato di pomodoro cinese (ben 100 milioni di kg), pari ad un quinto della produzione nazionale.
Vi è un sensibile rischio che il concentrato di pomodoro cinese possa essere confezionato e rivenduto come prodotto italiano, dal momento che l'indicazione geografica di coltivazione del prodotto non è, ad oggi, obbligatoria, come accade invece per la passata di pomodoro.
Il prodotto cinese risulta essere quello a maggior rischio per la salute, in considerazione della presenza, più volte rilevata, di micotossine, additivi e coloranti vietati nella UE.
Ciò premesso, ha la Commissione intenzione di proporre per il concentrato di pomodoro, come è già stato fatto seppur tardivamente con la passata, l'obbligo della dichiarazione del luogo di coltivazione del pomodoro sull'etichetta, a tutela della salute dei consumatori e della produzione europea di eccellenza?