Comunità cristiane in Kosovo
12.11.2019
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-003788/2019
al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza
Articolo 138 del regolamento
Silvia Sardone (ID)
Durante la mia permanenza in Kosovo come osservatrice per il corretto svolgimento delle elezioni politiche, ho potuto conoscere la realtà di quel territorio. Sono ormai diversi mesi che non vi è più un dialogo tra Pristina e Belgrado, anche se nei giorni scorsi il presidente serbo Vučić si è detto disponibile a un nuovo tavolo di confronto. Le comunità cristiane sono una minoranza e vivono in piccole enclave, subendo frequenti angherie e minacce, e in questi luoghi vi sono diversi monasteri, anche protetti dall'Unesco, che a partire dal 1999 sono stati presi di mira – ad esempio, nel pogrom del 2004 – fino a oggi. Ho notato, inoltre, una serie di cimiteri cristiani completamenti distrutti, con croci divelte e tombe profanate.
- 1.Quali sono le strategie dell'Alta Rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Federica Mogherini per far ripartire il dialogo, interrotto ormai da diversi mesi, tra Belgrado e Pristina?
- 2.In una possibile idea di spartizione del territorio, come si pensa di tutelare le enclave cristiane e gli edifici sacri che ne fanno parte?
- 3.È importante, secondo l'Alta Rappresentante, coinvolgere nel dialogo anche i militari italiani che da anni sono al comando di KFOR?