Interrogazione parlamentare - E-003992/2019(ASW)Interrogazione parlamentare
E-003992/2019(ASW)

Risposta di Nicolas Schmit a nome della Commissione europea

La direttiva 83/477/CEE[1] è stata abrogata e sostituita dalla direttiva 2009/148/CE[2] che mira a proteggere i lavoratori contro i rischi derivanti dall'esposizione all'amianto durante il lavoro. La direttiva non contiene alcuna disposizione in merito al risarcimento dei danni da esposizione all'amianto.

La raccomandazione 2003/670/CE della Commissione[3] invita gli Stati membri ad introdurre nel proprio ordinamento giuridico disposizioni relative alle malattie scientificamente riconosciute di origine professionale che possono dar luogo a risarcimento. Numerose malattie professionali legate all'esposizione all'amianto, come la silicosi, l'asbestosi e il mesotelioma, sono espressamente menzionate, tra le altre, nell'allegato I della raccomandazione.

Le raccomandazioni sono strumenti non vincolanti. La determinazione della procedura di riconoscimento delle malattie professionali e il risarcimento da versare in caso di malattia professionale sono materie di competenza esclusiva degli Stati membri.

La Commissione non è a conoscenza di specifiche leggi nazionali che prevedano un risarcimento per l'esposizione all'amianto in ambito professionale.

La Commissione ha chiesto all'Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) di effettuare una valutazione scientifica per riesaminare l'attuale limite di esposizione professionale (OEL) per l'amianto, e di procedere, ove necessario, a un riesame delle proposte per gli OEL e ad una valutazione volta a stabilire se sia opportuno fissare delle soglie distinte per i diversi tipi di fibre di amianto.

Ultimo aggiornamento: 26 febbraio 2020
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