Posizione della Commissione europea sul velo islamico
29.1.2020
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-000519/2020
alla Commissione
Articolo 138 del regolamento
Silvia Sardone (ID)
In questi giorni sui giornali viene segnalata la storia di Shohreh Bayat, arbitro di scacchi fotografata a una prestigiosa gara mondiale senza velo.
Purtroppo la polemica in Iran è stata forte e lei è stata ferocemente attaccata. Si è difesa dicendo che “le donne dovrebbero avere il diritto di decidere cosa indossare e non essere obbligate”.
Ora ha paura di tornare a casa, temendo di finire in carcere.
Mesi fa un avvocatessa iraniana, attivista per i diritti delle donne, è stata condannata a 33 anni di carcere e 148 frustate. Colpevole di cosa? Di aver assunto la difesa legale di alcune donne arrestate perché avevano manifestato pubblicamente contro l’obbligo del velo. In Iran ma anche in altri paesi di fede musulmana si moltiplicano gli episodi di donne che, decidendo di non mettersi il velo, rischiano il carcere e pesanti punizioni.
Alla luce di quanto precede, può la Commissione rispondere ai seguenti quesiti:
- 1.Quale è la sua posizione sul velo islamico?
- 2.Come si pone nei confronti di paesi come l'Iran dove le donne finiscono in carcere se osano togliersi il velo o manifestare contro questa forma di sottomissione?
- 3.Ha intenzione di attivare campagne di sensibilizzazione contro l'imposizione del velo tra le donne nelle comunità musulmane?