Azioni per monitorare e impedire il traffico illecito di rifiuti tossici tra la UE e la Tunisia
13.11.2020
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-006183/2020
alla Commissione
Articolo 138 del regolamento
Piernicola Pedicini (NI), Rosa D'Amato (NI), Ignazio Corrao (NI)
La Tunisia, legata all'Unione europea dall'Accordo di associazione del 1995[1], è stata oggetto nel corso di quest'anno di traffici illeciti di rifiuti tossici provenienti da un'azienda italiana, operante in Campania, nella misura di 282 container di rifiuti che, pur essendo stati dichiarati materiale plastico, sono in realtà rifiuti tossici di tipo Y46[2].
I rifiuti provengono dal territorio italiano denominato "Terra dei Fuochi", devastato dalle eco-mafie, e una delle aree più compromesse ambientalmente e pericolose in Italia.
I movimenti transfrontalieri di rifiuti pericolosi e il loro smaltimento sono disciplinati dalla convenzione di Basilea di cui l'Unione europea è parte[3] e dalla Convenzione di Bamako per l'Unione africana[4].
Le convenzioni richiedono alle parti di garantire la gestione e lo smaltimento di tali rifiuti con modalità consone dal punto di vista ambientale.
L'Unione europea ha adottato il regolamento sulle spedizioni di rifiuti che proibisce l'esportazione di rifiuti tossici o pericolosi verso paesi del Sud del mondo.[5]
Data la gravità della questione, può la Commissione far sapere:
- 1.con quali strumenti essa verifica che gli Stati membri impediscono tali traffici illeciti da zone infestate dalle eco-mafie;
- 2.se intende integrare l'Accordo di associazione con la Tunisia con strumenti per fronteggiare l'importazione illecita di rifiuti tossici.
Sostenitore[6]
- [1] 8/238/CE, CECA: decisione del Consiglio e della Commissione del 26 gennaio 1998
- [2] Esposto di Majdi Karbai, Membro del parlamento della Repubblica tunisina
- [3] Regolamento 259/93 e regolamento 1013/2006
- [4] Trattato Unione africana, 30 gennaio, 1991, Bamako, Mali
- [5] 93/98/CEE: decisione del Consiglio, del 1° febbraio 1993
- [6] La presente interrogazione è sostenuta da un deputato diverso dagli autori: Eleonora Evi (NI)