Concorrenza sleale su riso Japonica e risone: i produttori italiani chiedono maggiori dazi sulle importazioni dal Sud-Est asiatico
4.3.2021
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-001261/2021
alla Commissione
Articolo 138 del regolamento
Mara Bizzotto (ID)
Le importazioni in Europa di riso Japonica a dazio zero dal Myanmar sono aumentate esponenzialmente, da 31 500 tonnellate nel 2018 a 158 700 tonnellate nel 2020, grazie al regime di aiuti EBA concesso dall’UE.
L’invasione di riso asiatico a prezzi bassissimi causa una concorrenza sleale insostenibile per l'Italia, che, con 4 000 aziende, è il maggior produttore di riso dell’UE.
Il riso asiatico ha costi produttivi nettamente inferiori al riso italiano, perché non rispetta gli stessi standard UE di sostenibilità ambientale e sociale.
Per tutelare le produzioni italiane d’eccellenza, i produttori del Consorzio di Tutela della IGP Riso Nano Vialone Veronese, del Consorzio Riso Delta del Po IGP e del distretto del riso di Grumolo delle Abbadesse chiedono all'UE l'adozione urgente della clausola di salvaguardia sulle importazioni di riso Japonica dal Sud-Est asiatico e l’introduzione di dazi sul risone.
I risicoltori ritengono anche necessario che l’UE stabilisca la reciprocità degli standard di produzione negli scambi commerciali, per obbligare i produttori extraeuropei ad assicurare gli stessi parametri europei di tutela ambientale e sociale.
Preso atto del mancato rispetto dei diritti umani in Myanmar e in altri Paesi del Sud-Est asiatico esportatori di riso come la Cambogia e considerate le istanze dei produttori italiani, si chiede alla Commissione se intende dar seguito alle richieste dei produttori per salvaguardare la produzione risicola italiana dalla crescente concorrenza sleale asiatica.