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Interrogazione parlamentare - E-005252/2021Interrogazione parlamentare
E-005252/2021

Oggetto: il divieto di lavoro forzato dell'UE nel quadro della legge sulla dovuta diligenza

Interrogazione con richiesta di risposta scritta  E-005252/2021
alla Commissione
Articolo 138 del regolamento
Gianna Gancia (ID), Marco Campomenosi (ID), Anna Bonfrisco (ID), Matteo Adinolfi (ID), Silvia Sardone (ID), Isabella Tovaglieri (ID), Dorien Rookmaker (NI), Hermann Tertsch (ECR), Javier Nart (Renew)

Secondo quanto riferito da alcune fonti a Sarah Anne Aarup e Barbara Moens, giornaliste di POLITICO Europe, il "divieto di lavoro forzato" dell'UE sarà accorpato a una legge che impone alle imprese di esercitare la dovuta diligenza in materia di sostenibilità.[1]

Ciò significa che il divieto non sarebbe una legge doganale distinta come negli Stati Uniti, che hanno già fermato al confine prodotti come pomodori e cotone provenienti dalla regione cinese dello Xinjiang, dove Pechino ha avviato una repressione contro la minoranza musulmana uigura.

Tuttavia, nel suo discorso sullo stato dell'Unione del settembre 2021, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha promesso di bandire i prodotti ottenuti con il lavoro forzato, un'osservazione chiaramente rivolta alla Cina.

Alla luce di quanto precede e del continuo deterioramento dei diritti umani nella regione dello Xinjiang:

Può la Commissione chiarire la sua posizione sull'inclusione del divieto di lavoro forzato nelle prossime norme in materia di dovuta diligenza?

Ultimo aggiornamento: 6 dicembre 2021
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