Interrogazione parlamentare - E-003089/2022Interrogazione parlamentare
E-003089/2022

Viaggiare con cani da assistenza dopo la Brexit: la discriminazione dimenticata

Interrogazione con richiesta di risposta scritta  E-003089/2022
alla Commissione
Articolo 138 del regolamento
Marco Campomenosi (ID), Antonio Maria Rinaldi (ID), Anna Bonfrisco (ID)

Dal 1° gennaio 2021 Inghilterra, Scozia e Galles fanno parte dell'elenco di paesi compresi nella parte 2 per quanto riguarda i viaggi verso l'UE con animali da compagnia, paesi per i quali il passaporto europeo per gli animali da compagnia è sostituito da un certificato sanitario. Ciò significa che chiunque desideri recarsi in Europa dal Regno Unito è tenuto a presentare un certificato sanitario per il proprio animale da compagnia, il che ha comportato significative conseguenze non volute per chi si serve di cani da assistenza.

In precedenza il passaporto europeo per gli animali da compagnia era valido per tutta la vita del cane da assistenza, consentendogli di viaggiare liberamente da e verso l'UE. Purtroppo però il nuovo certificato sanitario è richiesto per ogni singolo viaggio dal Regno Unito verso l'Europa, può essere ottenuto solo nei 10 giorni precedenti la partenza e con un costo considerevole (circa 200 EUR).

I padroni dei cani da assistenza che vivono in Gran Bretagna devono soddisfare criteri aggiuntivi, il che evidenzia le disparità a cui sono soggetti rispetto agli altri viaggiatori.

Per gran parte delle persone viaggiare con un cane è una scelta; per le persone con disabilità che dipendono totalmente dal loro cane da assistenza è una necessità. Le nuove disposizioni costituiscono una discriminazione nonché una violazione delle condizioni stabilite dalla CRPD dell'ONU[1], che stata ratificata dall'UE e dai suoi Stati membri. Alla luce di quanto precede:

Ultimo aggiornamento: 21 settembre 2022
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