Interrogazione parlamentare - E-000304/2024(ASW)Interrogazione parlamentare
E-000304/2024(ASW)

Risposta di Didier Reynders a nome della Commissione europea

Come indicato dal commissario McGuinness a nome del commissario Reynders nella plenaria di Strasburgo del 5 febbraio 2024[1], le questioni relative alla detenzione sono principalmente di competenza degli Stati membri, ma tutti gli Stati membri si sono impegnati a rispettare le norme in materia elaborate dal Consiglio d'Europa. L'articolo 4 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea (la "Carta") vieta la tortura e le pene o trattamenti inumani o degradanti. Tuttavia, a norma dell'articolo 51, paragrafo 1, della Carta, essa si applica agli Stati membri esclusivamente nell'attuazione del diritto dell'Unione. In questo caso, spetta agli Stati membri, comprese le autorità giudiziarie e di contrasto nazionali, garantire il rispetto dei loro obblighi in materia di diritti fondamentali, quali derivanti dal loro ordinamento costituzionale e dagli accordi internazionali.

La Commissione attribuisce grande importanza al rispetto dei diritti procedurali di indagati e imputati nei procedimenti penali[2]. In particolare, la direttiva (UE) 2016/343 sulla presunzione di innocenza prevede il divieto di presentare indagati e imputati come colpevoli, in tribunale o in pubblico, attraverso il ricorso a misure di coercizione fisica.

La Commissione sta monitorando attentamente il recepimento di tali direttive nell'ordinamento nazionale negli Stati membri dell'UE, compresa l'Ungheria, e potrebbe prendere in considerazione l'avvio di procedimenti di infrazione, se necessario.

L'8 dicembre 2022 la Commissione ha adottato una raccomandazione sui diritti procedurali di indagati e imputati sottoposti a custodia cautelare e sulle condizioni materiali di detenzione[3]. Sebbene detta raccomandazione non sia giuridicamente vincolante per gli Stati membri, la Commissione monitorerà le misure adottate dagli Stati membri per attuarla.

Ultimo aggiornamento: 19 marzo 2024
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