Distruzione di siti culturali ad opera dell'ISIS/Da'ish
7.4.2015
Interrogazione con richiesta di risposta orale O-000032/2015
alla Commissione
Articolo 128 del regolamento
Silvia Costa, a nome della commissione per la cultura e l'istruzione
I recenti attacchi perpetrati dall'ISIS/Da'ish contro il museo del Bardo a Tunisi, nonché la deliberata distruzione del museo di Mosul in Iraq e di siti storici in Siria, hanno dimostrato che il significato di tali azioni va ben oltre quello di tragedia culturale e che esse possono essere qualificate come atti di pulizia culturale. Scopo dei terroristi è servirsi della distruzione di edifici civili e religiosi e di siti archeologici appartenenti al patrimonio comune dell'umanità come strategia per destabilizzare le popolazioni e distruggere la loro identità. I saccheggi dei siti archeologici e il traffico illecito di opere culturali vengono inoltre utilizzati come «strumenti di guerra» per finanziare attività terroristiche.
Conformemente alla convenzione UNESCO sulla protezione e la promozione della diversità delle espressioni culturali, adottata dieci anni orsono, tale patrimonio comune dell'umanità dovrebbe essere «valorizzato e salvaguardato a beneficio di tutti». Molti archeologi siriani cercano attualmente di catalogare, salvare e nascondere, rischiando la vita, beni culturali a rischio di distruzione.
Intende la Commissione adottare le misure necessarie, in cooperazione con l'ONU, l'Osservatorio internazionale sul traffico illecito di beni culturali dell'ICOM, Europol e Interpol - conformemente alle risoluzione 2199 del Consiglio di sicurezza dell'ONU del 12 febbraio 2015 che condanna la distruzione del patrimonio culturale in Iraq e in Siria - affinché il commercio negli Stati membri dell'UE di opere culturali sottratte illegalmente a tali paesi sia bloccato sino a quando prevarrà una situazione di conflitto, impedendo in tal modo che esse vengano utilizzate come fonte di finanziamento di attività criminose?
Riconosce altresì la Commissione la necessità di instaurare una nuova modalità di cooperazione tra UE e UNESCO, con l'obiettivo specifico di proteggere il patrimonio culturale in zone di conflitto? È disposta la Commissione a ipotizzare una cooperazione con l’Agenzia spaziale europea (ESA) al fine di avvalersi di satelliti per localizzare siti culturali nella zona di conflitto e documentarli? Intende la Commissione prendere in considerazione la possibilità di creare, in cooperazione con l'ONU, l'UNESCO e lo Scudo blu internazionale dell'ICOM, un'unità specializzata nella protezione internazionale del patrimonio culturale a rischio di distruzione o saccheggio? Conviene la Commissione che la distruzione sistematica e deliberata del patrimonio comune dell'umanità rappresenta non solo un crimine di guerra, come sancito dallo Statuto di Roma della Corte penale internazionale, ma anche un crimine contro l'umanità e che essa dovrebbe essere perseguita come tale?